editoriale 2.qxp_Layout 1 23/04/15 09:51 Pagina 5 03 EDITORIALE IL RESPIRO DI DIO quio affettuoso. I fidanzati e i coniugi, che ricordano gli anni che hanno preceduto il matrimonio, sanno con quanta emozione si attendeva il momento dell’incontro, per potersi parlare. Magari per dirsi sempre le stesse cose che, però, ogni volta sembravano nuove e facevano palpitare il cuore. Magari semplicemente per guardarsi negli occhi in silenzio. Così dovrebbe di fr. MARIANO DI VITO essere il nostro colloquio con Dio, che ci ha amati a tal punto da dare uando prego è Dio che la vita per noi, di un amore quindi respira in me». Questa che non può lasciarci indifferenti, breve frase è la presenta- non può non scuoterci nel prozione del libretto di preghiera che fondo del nostro intimo. Papa Francesco ha voluto donare a Recitata con amore, ogni preghiequanti erano andati ad ascoltarlo ra riacquista forza, vitalità e provoin piazza San Pietro.Al di là della ca in noi emozioni.Anche quelle bella semplicità dell’opuscoletto, che abbiamo imparato fin da bamche contiene le preghiere più co- bini e che, di solito, abbiamo ripemuni... alcune anche dimenticate, a tuto meccanicamente. Se il nostro me pare che l’intento del Santo cuore sarà ripieno di amore e semPadre sia quello di liberare la pre- plicità altre parole sgorgheranno ghiera dalla casella degli eventi stra- spontanee e giungeranno al Cuoordinari: quando mi sento, a volte re del Signore. Con l’affetto acquimi aiuta, non so proprio a chi altro stano pienezza anche i silenzi della rivolgermi, non so pregare... e farla nostra adorazione e con più facilidiventare, al contrario, naturale, tà potremo percepire la sua voce semplice, proprio come il respiro. che ci parla. E su questa strada che tutti, parti- A una figlia spirituale,Annita Rocolarmente i giovani, possono ri- dote, Padre Pio raccomandava: scoprire la bellezza e il fascino del- «Appena sei in vista del Dio sacramentato, fai devotamente la genula preghiera... respirata. Non la recita meccanica di formu- flessione.Trovato il posto, inginocle preconfezionate, ma un collo- chiati e rendi a Gesù sacramenta- «Q to il tributo della tua preghiera e della tua adorazione. Confida a lui tutti i tuoi e gli altrui bisogni, parlagli con abbandono filiale, dà sfogo libero al tuo cuore e lascia piena libertà a lui di operare in te come meglio gli piace. Se preghi in comune pronunzia distintamente le parole e non affrettarti mai» (Epist. III, p. 87-88). Nella quiete del proprio intimo o nella comunione ecclesiale, è l’abbandono filiale a rendere profumate sia le parole che il silenzio. Quindi è proprio la sintonia tra mente, cuore e labbra a far sì che la preghiera, ogni preghiera, invece di avvizzirsi in formule stereotipe, o in un freddo elenco di richieste, diventerà soffio di vita, spirito che muove e commuove tutte le pieghe del nostro essere. Nel mese dedicato alla Vergine Santa proviamo a sostare senza fretta sulle parole dell’Angelo, ascoltandole dentro prima ancora di liberarle semplicemente con le nostre labbra. Forse riusciremo anche noi a sentire il respiro di Dio!