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EDITORIALE
IL RESPIRO
DI DIO
quio affettuoso. I fidanzati e i coniugi, che ricordano gli anni che
hanno preceduto il matrimonio,
sanno con quanta emozione si attendeva il momento dell’incontro,
per potersi parlare. Magari per dirsi sempre le stesse cose che, però,
ogni volta sembravano nuove e facevano palpitare il cuore. Magari
semplicemente per guardarsi negli
occhi in silenzio. Così dovrebbe
di fr. MARIANO DI VITO
essere il nostro colloquio con Dio,
che ci ha amati a tal punto da dare
uando prego è Dio che la vita per noi, di un amore quindi
respira in me». Questa che non può lasciarci indifferenti,
breve frase è la presenta- non può non scuoterci nel prozione del libretto di preghiera che fondo del nostro intimo.
Papa Francesco ha voluto donare a Recitata con amore, ogni preghiequanti erano andati ad ascoltarlo ra riacquista forza, vitalità e provoin piazza San Pietro.Al di là della ca in noi emozioni.Anche quelle
bella semplicità dell’opuscoletto, che abbiamo imparato fin da bamche contiene le preghiere più co- bini e che, di solito, abbiamo ripemuni... alcune anche dimenticate, a tuto meccanicamente. Se il nostro
me pare che l’intento del Santo cuore sarà ripieno di amore e semPadre sia quello di liberare la pre- plicità altre parole sgorgheranno
ghiera dalla casella degli eventi stra- spontanee e giungeranno al Cuoordinari: quando mi sento, a volte re del Signore. Con l’affetto acquimi aiuta, non so proprio a chi altro stano pienezza anche i silenzi della
rivolgermi, non so pregare... e farla nostra adorazione e con più facilidiventare, al contrario, naturale, tà potremo percepire la sua voce
semplice, proprio come il respiro. che ci parla.
E su questa strada che tutti, parti- A una figlia spirituale,Annita Rocolarmente i giovani, possono ri- dote, Padre Pio raccomandava:
scoprire la bellezza e il fascino del- «Appena sei in vista del Dio sacramentato, fai devotamente la genula preghiera... respirata.
Non la recita meccanica di formu- flessione.Trovato il posto, inginocle preconfezionate, ma un collo- chiati e rendi a Gesù sacramenta-
«Q
to il tributo della tua preghiera e
della tua adorazione. Confida a lui
tutti i tuoi e gli altrui bisogni, parlagli con abbandono filiale, dà sfogo
libero al tuo cuore e lascia piena
libertà a lui di operare in te come
meglio gli piace. Se preghi in comune pronunzia distintamente le parole e non affrettarti mai» (Epist.
III, p. 87-88).
Nella quiete del proprio intimo o
nella comunione ecclesiale, è l’abbandono filiale a rendere profumate sia le parole che il silenzio.
Quindi è proprio la sintonia tra
mente, cuore e labbra a far sì che
la preghiera, ogni preghiera, invece
di avvizzirsi in formule stereotipe,
o in un freddo elenco di richieste,
diventerà soffio di vita, spirito che
muove e commuove tutte le pieghe del nostro essere.
Nel mese dedicato alla Vergine
Santa proviamo a sostare senza
fretta sulle parole dell’Angelo, ascoltandole dentro prima ancora
di liberarle semplicemente con le
nostre labbra.
Forse riusciremo anche noi a sentire il respiro di Dio!
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IL RESPIRO DI DIO - Voce di Padre Pio