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Dai vita a una creatura artificiale mossa dal vento Maestosamente sospinto dal vento, il mini-ventosauro è la riproduzione miniaturizzata di un “ventosauro” Strandbeest , una mega-creatura artificiale realizzata dall’artista olandese Theo Jansen Kit per mini-ventosauro Dai vita a una creatura artificiale mossa dal vento Kit per mini-ventosauro © GAKKEN Prima pubblicazione in Giappone a cura di Gakken Co., Ltd., Tokyo MADE IN CHINA P38-GK021 -81 001 000 Maestosamente sospinto dal vento, il miniventosauro è la riproduzione miniaturizzata di un “ventosauro” Strandbeest, una megacreatura artificiale realizzata dall’artista olandese Theo Jansen Indice: 4 In viaggio nei Paesi Bassi con il mini-ventosauro 12 Intervista esclusiva Il mondo di Theo Jansen 18 Storia evolutiva delle Strandbeesten 28 Come assemblare e utilizzare il mini-ventosauro Sulla collina di Ypenburg Paesi Bassi Scheveningen Ypenburg Germania Amsterdam Francia Rotterdam Theo Jansen ha costruito il suo atelier sulla collina di Ypenburg, nei sobborghi di Delft nell’Olanda meridionale. Nella foto, dietro Jansen si scorge la sua ultima creazione, Siamesis. 1 Paesi Bassi In collaborazione con Theo Jansen Media Force Ltd. Fotografie: Loek van der Klis Testi: Gakken Editor Team In viaggio con il mini-ventosauro Theo Jansen, inventore delle Strandbeesten, un nuovo tipo di scultura cinetica, è un artista olandese. Qual è stata l’influenza del paesaggio e del clima olandese sul percorso artistico di Jansen? Abbiamo cercato di scoprirlo andando a trovare Jansen in Olanda in compagnia del nostro mini-ventosauro. 2 “È un onore conoscerla, Sig. Jansen!” Nell’atelier delle Strandbeesten Jansen ha preso il mini-ventosauro, ha ruotato manualmente le ali e ha verificato le funzioni delle zampe. Vedendolo così assorto nel controllare la nostra creatura miniaturizzata, temevamo il suo giudizio… E invece, con nostro grande sollievo, il commento del maestro è stato: “Ottimo lavoro!”. 3 L’atelier di Jansen sorge sulla collina di Ypenburg. In Olanda, dove il terreno è prevalentemente piatto e a bassa quota, gli edifici costruiti sulle colline svettano nel paesaggio. L’atelier è piuttosto famoso nei dintorni ed è stato costruito su una proprietà donata a Jansen dalla città per la promozione della sua arte, a conferma della lunga tradizione di mecenatismo dei Paesi Bassi. 4 “Il vento è perfetto!” Sulla spiaggia di Scheveningen Da Ypenburg dove sorge l’atelier di Jansen alla spiaggia di Scheveningen occorrono circa 20 minuti in auto. È qui che Jansen porta le sue Strandbeesten (letteralmente “animali da spiaggia”) per far muovere loro i primi passi. Il vento è perfetto e le creature si animano. 5 6 I mulini a vento sono il simbolo dell’Olanda. Gli olandesi utilizzano da sempre l’energia del vento per le loro attività quotidiane. La tenda rossa nella foto è di proprietà di un’équipe di ingegneri dell’Università Tecnologica di Delft, dove si è laureato Jansen. “Amo l’Olanda” perché Nei sobborghi di Amsterdam Nelle comunità locali e nei quartieri delle città olandesi grandi e piccole, si incontrano spesso mostre e installazioni artistiche, come la Strandbeest ribattezzata Rhinoceros, che ora si gode un tranquillo pensionamento dall’alto dei suoi 5 m di altezza. In un parco nelle vicinanze ci siamo imbattuti in una tenda-laboratorio, che riproduce sperimentalmente uno spazio abitativo alimentato dall’energia eolica. Al termine del nostro viaggio, siamo rimasti molto colpiti dall’apprezzamento degli olandesi per l’arte e dal loro interesse a sostegno della conservazione ambientale. 7 “L’Olanda cerca di rispettare l’ambiente.” 8 Come nasce una Strandbeest. Vari pezzi sagomati. Tubi di plastica rigidi venduti nei negozi di materiali per l’edilizia. Scorte di tubi nel magazzino di Jansen. Intervista esclusiva Cosa sono le Strandbeesten di Theo Jansen? Le Strandbeesten sono creature realizzate con tubi di plastica e azionate dal vento. Non sono molto dissimili da una creatura vivente. La foto a destra mostra una zampa, costruita da Jansen sulla base dei 13 “numeri sacri” che esprimono il rapporto numerico tra ciascun segmento di tubo. Questi 13 “numeri sacri” sono il segreto del movimento naturale delle Strandbeesten. Come tutti gli organismi biologici, anche le generazioni di Strandbeesten si susseguono secondo un preciso schema evolutivo definito da Jansen, che non a caso chiama “cellula” ogni singola unità strutturale delle sue creature. 9 Il mondo di Theo Jansen Tra le varie espressioni dell’arte cinetica, le Strandbeesten di Theo Jansen spiccano per l’originalità della struttura e la naturalezza dei movimenti. Qual è l’obiettivo ultimo di questo geniale artista olandese? Lo siamo andati a trovare nel suo atelier di Ypenburg. In collaborazione con Theo Jansen Media Force Ltd. Fotografie: Loek van der Klis Testi: Gakken Editor Team Tutto ha avuto inizio dai tubi Intervistatore: Innanzi tutto, perché ha scelto di usare tubi di plastica rigidi come materiale? Jansen: Quando ho iniziato a realizzare le Strandbeesten nel 1990, questi tubi rigidi di plastica gialla erano di utilizzo molto comune e li si trovava facilmente nei negozi. I bambini li usavano per costruire le freccette. Ne trovavo perfino nella spazzatura. E in più costavano poco: circa 40 centesimi di euro per un tubo da 4 mm di diametro e 4 m di lunghezza. Jansen è nato nel 1948 a Scheveningen, nei Paesi Bassi. Si è laureato in fisica presso l’Università Tecnologica di Delft. La creazione della prima Strandbeest risale al 1990. In origine acquistavo i tubi nei punti vendita della grande distribuzione, ma poi ho iniziato a rivolgermi direttamente ai produttori. Oggi i tubi gialli stanno per essere soppiantati dovunque dai tubi grigi. Prima che diventino introvabili, ho dovuto farne una scorta abbondante da tenere in magazzino: attualmente ho circa 12.000 tubi da 4 m di lunghezza e di vario diametro. Questa scorta dovrebbe durarmi una vita e non dovrei avere problemi per continuare a costruire le mie Strandbeesten. 10 A questo dispositivo ho dato il nome di “bugiardo” e ora le spiego perché e come funziona. Ci sono tre “bugiardi” collegati insieme: A, B e C. A invia un segnale “1”, ma B trasmette “0”, quindi B sta mentendo. C riceve il segnale “0” e assume la posizione “1”. Perciò, l’informazione originaria inviata da A viene ricevuta correttamente da C. Due bugie fanno una verità. Se si guarda a ciascuna unità, si vede che invia sempre un falso segnale a quella successiva, quindi è “bugiarda”. Se riesco a collegare tanti bugiardi, riesco anche a ottenere un sistema che funziona come un cervello. Il sistema nervoso delle Strandbeesten trasmette informazioni binarie (0 e 1) e quindi è paragonabile a un dispositivo digitale, come un computer. Le possibilità di utilizzo di questo dispositivo sono infinite. Per esempio, posso dare alla Strandbeest la funzione di contapassi in modo che sappia quanti passi ha fatto per arrivare alla spiaggia. Intervistatore: È vero che lei realizza da sé gli strumenti per modificare i tubi di plastica? Jansen: A me piace pensare. Sto sempre pensando a qualcosa e quindi per me è naturale progettare gli strumenti che poi utilizzerò. Anche per quelli che ho dovuto far fare ad altri, sono io che ho fornito il progetto originario. Per realizzare una Strandbeest, impiego ore a tagliare e modificare un gran numero di tubi di plastica. Questa elementare operazione è piuttosto monotona, ma a me non dispiacciono i semplici lavori manuali. Tagliare tubi e realizzare anelli mi aiuta a meditare. Spesso in questi momenti di tranquillità mi vengono nuove idee. A volte ho l’impressione che i tubi mi parlino. “Voglio essere sagomato così…” “Dovresti procedere in questo modo…” Io li ascolto attentamente: i pezzi che decidono autonomamente come essere realizzati sono spesso estremamente funzionali e perfettamente in sintonia con il resto del progetto. Intervistatore: Anche gli strumenti che usa sono realizzati Jansen mostra i suoi “bugiardi”, costituiti da tubi, pistoni e valvole. con gli stessi tubi di plastica e funzionano ad aria compressa. Si direbbe che lei abbia una vera passione per i tubi. Jansen: Questa taglierina è fatta con tubi di plastica. La uso da molto tempo e non ho mai avuto problemi. Quanto all’aria, è una grande risorsa energetica: regolando la pressione dell’aria, posso infatti modificare a piacimento la velocità delle mie Strandbeesten. Strutture scheletriche, nervi e cellule: i requisiti essenziali di ogni forma vivente... Jansen: Per un certo periodo negli ultimi 20 anni ho realizzato le mie creature utilizzando legno e acciaio. Dal mio punto di vista il risultato è stato soddisfacente, ma nello stesso tempo mi sembra che a queste realizzazioni manchi qualcosa. Definirei quegli anni il mio “periodo commerciale”, perché ho distolto la mia attenzione dai miei amati tubi gialli. I tubi gialli sono il grande amore della mia vita. Mi sento come Don Chisciotte, ossessionato dai tubi gialli anche se gli altri ridono di me. 11 Oltre ai tubi gialli, uso anche dei tubi flessibili in poliuretano per il sistema nervoso, cioè il sistema che mi permette di inviare segnali sotto forma di aria alle varie parti del corpo. Purtroppo, i tubi in poliuretano non sono disponibili al consumo e quindi li ordino direttamente ai produttori. Intervistatore: Con i tubi lei crea pezzi sagomati che chiama “cellule”. Quanti tipi di cellule ha creato? Jansen: Una quindicina, ma alcune non le ho più utilizzate nelle mie realizzazioni più recenti. Intervistatore: Come definirebbe il sistema nervoso delle Strandbeesten? Jansen: Negli animali veri, gli impulsi elettrici vengono trasmessi dal sistema nervoso. Nelle mie creature utilizzo invece l’aria per la trasmissione degli impulsi. In ogni cellula, c’è una parte che invia il segnale e una che lo riceve. La foto sopra mostra alcuni dei dispositivi che ho utilizzato per costruire il sistema nervoso delle Strandbeesten. La trasmissione degli impulsi avviene grazie a una serie di pistoni, ciascuno dei quali è costituito da due tubi di diverso diametro con una valvola all’interno, in posizione “1” quando è aperta e in posizione “0” quando è chiusa. Collego i pistoni in serie utilizzando i tubi in poliuretano, in modo tale che la posizione della valvola in un pistone sia sempre opposta rispetto a quella del pistone adiacente. Quando l’aria affluisce nel primo pistone e la valvola è chiusa, la pressione interna aumenta facendo aprire la valvola. Non appena la valvola del primo pistone si apre, quella del secondo pistone si chiude e la pressione interna inizia ad aumentare fino a determinare l’apertura della seconda valvola. Questa sequenza di azioni invia dei segnali binari, costituiti da 0 e 1. I pistoni bloccati su 1 (la valvola rimane aperta) e su 0 (la valvola rimane chiusa) non inviano segnali. Intervistatore: Come ha escogitato i “numeri sacri” che determinano i rapporti numerici tra i segmenti di tubo delle zampe? Jansen: La deambulazione delle creature viventi coinvolge molti movimenti autonomi. Nelle mie numerose osservazioni sulla locomozione degli animali, ho notato che le zampe di un animale si muovono parallelamente al suolo e a un certo punto si sollevano. Questo vale sia quando avanzano che quando arretrano. La figura sotto sintetizza il movimento di una zampa. Per ricreare questo movimento, ho dovuto utilizzare dei meccanismi. Sul mio computer ATARI ho simulato il meccanismo articolare che funziona come quello della zampa di un animale e ho determinato i rapporti numerici ideali tra i segmenti di tubo che compongono la zampa. Questi 13 numeri sono i miei “numeri sacri”. <— Numeri sacri: (a=38, b=41,5, c=39,3, d=40,1, e=55,8, f=39,4, g=36,7, h=65,7, i=49, j=50, k=61,9, l=7,8, m=15) Per tracciare il movimento della zampa è stata fissata una matita all’estremità del meccanismo articolare di Jansen. 12 Teoria dell’evoluzione Intervistatore: Perché la storia delle Strandbeesten è da lei definita come teoria dell’evoluzione? Jansen: Dai 20 ai 30 anni sono stato notevolmente influenzato dall’opera di Richard Dawkins, Il gene egoista. Per l’evoluzione delle mie Strandbeesten volevo partire da un’idea e arrivare poi ad applicarla in versioni modificate e migliorate. Intervistatore: Ha condotto ricerche su qualche specie e/o relativi processi evolutivi? Jansen: No. Al contrario, mi sono sempre tenuto alla larga dalla tentazione di replicare la storia evolutiva di organismi esistenti. Ho sempre concentrato la mia attenzione sulla ricerca delle funzioni e delle capacità necessarie per consentire alle mie creature di adattarsi all’ambiente e sopravvivere. Per esempio, il mio ultimo modello di Strandbeest è in grado di ancorarsi al suolo conficcando un piolo nella sabbia in modo da non rischiare di essere portata via dalle raffiche di vento. Inoltre, è in grado di percepire l’arrivo delle onde e di portarsi all’asciutto. In molte occasioni, ho avuto modo di osservare che alcune delle mie Strandbeesten assomigliano a creature vere che vivono sulla spiaggia o che il loro processo evolutivo è simile a quello degli organismi biologici. Intervistatore: Come continueranno a evolversi in futuro le Strandbeesten ? Jansen: Il mio primo obiettivo è fare in modo che le Strandbeesten camminino, mangino, si riproducano e Intervistatore: A conclusione della nostra intervista, vorrei sopravvivano come gruppo sulla spiaggia senza di me. Devo migliorare il loro sistema energetico: immagazzinare l’aria nelle bottiglie di PET e utilizzarla secondo necessità. I “bugiardi” dovrebbero essere modificati per essere compatibili con un sistema nervoso più complesso. Vorrei che le Strandbeesten si comportassero autonomamente. Jansen: A questo ho sempre pensato. Come posso dare Intervistatore: Ci parli di Siamesis… Jansen: Siamesis è un’evoluzione di Umerus. La sua realizzazione ha richiesto un anno di tempo, cioè relativamente poco. La creatura pesa 200 kg e utilizza 500 tubi (approssimativamente 2 km in totale), 80 bottiglie di PET, 2.000 cellule e 72 zampe. Siamesis dispiega le ali per sfruttare l’azione del vento e immagazzina l’aria compressa che utilizzerà in seguito. Ha antenne collegate a un tubo in poliuretano che sporge dalla parte posteriore a mo’ di coda. Quando viene a contatto dell’acqua questo tubo aziona la valvola che comanda l’immediato allontanamento della creatura dalle onde. Siamesis è una creatura molto evoluta, dotata di movimenti più autonomi grazie ai sensori. Il materiale delle ali è una speciale lamiera con protezione UV, piuttosto costosa. Sto valutando altri materiali leggeri, robusti e più economici. farle questa domanda: come pensa di poter garantire la riproduzione delle Strandbeesten? La capacità di riprodursi è essenziale per la sopravvivenza della specie. loro la capacità di riprodursi? Ho testato vari metodi. Un giorno stavo navigando in Internet e mi sono reso conto che in tutto il mondo c’è gente che costruisce ogni tipo di creature utilizzando i miei “numeri sacri”. Penso che questo fenomeno sia una sorta di riproduzione… I “numeri sacri” sono accessibili a tutti attraverso Internet. Sono una fonte gratuita per tutti. Effettivamente quello che mi auguro è che ovunque nel mondo cresca il numero delle persone ispirate dalle mie creature e desiderose di creare a loro volta una specie unica. La passione di Jansen per le sue Strandbeesten è tale che anche l’intervistatore l’ha percepita con chiarezza attraverso la reciproca stretta di mano. Fossile di una Strandbeest dismessa, con relativa lapide Intervistatore: Lei viene spesso paragonato a Leonardo da Vinci. Si considera più un artista o più un tecnico? Jansen: Non credo che l’arte e la tecnica siano due cose N.d.E. Theo Jansen è un vero maestro artigiano. I tubi gialli sono la sua vita, sono l’aria che respira. I capolavori che realizza sono tecnicamente perfetti, ma allo stesso tempo hanno in sé tutta la forza e la bellezza di un’opera d’arte compiuta. 13 Jansen controlla la sua ultima creatura, Siamesis distinte. Penso spesso agli Inuit, per esempio: a quanto sono straordinariamente belli quegli strumenti primitivi che realizzano a mano e che hanno inventato per necessità! L’artigianalità ben strutturata e altamente funzionale è artistica e bella per natura. Sotto questo profilo, mi considero un po’ artista, un po’ tecnico e un po’ scienziato. Se proprio devo scegliere come definirmi, direi che mi avvicino di più all’essere artista, perché sono ossessionato dai tubi gialli e dagli oggetti che si muovono. 14 Storia evolutiva delle Strandbeesten È passato oltre un ventennio da quando Theo Jansen ha avuto l’idea di creare una forma di vita artificiale che ha chiamato Strandbeest. Come si sono evolute queste creature e che tipo di idee e di filosofia stanno dietro questa evoluzione? Diamo uno sguardo alla storia evolutiva delle Strandbeesten in 8 periodi. In collaborazione con Theo Jansen Fotografie:/ Media Force Ltd. Loek van der Klis Testi: Natsumi Kudo La filosofia di Theo Jansen, l’adattabilità delle forme di vita artificiale e il loro comportamento Periodo pre-Gluton (pre-1990) Periodo Gluton (1990-91) Periodo Chorda (1991-93) Da tubi e cordini nasce un animale che cammina! (periodo del nastro adesivo) (periodo dei cordini) Chorda significa appunto corda o cordino. Invece del Simulazione di forme di vita artificiale Costruzione del corpo con utilizzo di nastro adesivo per il fissaggio dei tubi Theo Jansen aveva un desiderio: “Vorrei creare una nuova forma di vita e osservare la sua evoluzione”. La prima forma di vita creata da Jansen è il Lineamentum, un’animazione di linee al computer. A questa fa seguito Quadrupes , un animale dal corpo parallelepipoidale creato con una tecnica di computer-grafica. La prima creatura vera è Animaris vulgaris ( vulgaris significa comune o ordinario in latino). I segmenti di tubi sono fissati con nastro adesivo, ma le articolazioni nastrate non sono sufficientemente robuste per consentire alla creatura di spostarsi sul terreno. In passato, le creature immaginarie esistevano solo nella immaginazione delle creature. Oggi, al computer ho creato organismi immaginari che si svilupperanno attraverso un percorso di evoluzione artificiale. Vorrei utilizzare i tubi di plastica come elemento costruttivo delle creature. Così come nella vita biologica è preponderante la presenza di proteine, anche le mie forme di vita sono costituite da un solo elemento principale. nastro adesivo, per legare e fissare insieme i tubi vengono utilizzati cordini di nylon. Nasce così una creatura sufficientemente robusta da sorreggere il proprio peso e camminare. In precedenza, l’arto dell’animale era costituito da coscia, gamba e piede. Ora la gamba e il piede costituiscono una unità e l’arto non si divide più in tre parti, ma in due: coscia e gamba. Il nome Chorda deriva dal metodo utilizzato per assemblare le creature, cioè i cordini. Animaris currens vulgaris è la prima creatura in grado di reggersi in piedi e di deambulare. Animaris Lineamentum La prima creazione è stata realizzata al computer. Ciascuna unità ha una forma molto semplice, ma è strutturata secondo i canoni della selezione naturale: se lo spigolo di una unità scalfisce l’altra unità, la morte è inevitabile. Quadrupes Animaris vulgaris Il corpo parallelepipoidale si muove sullo schermo del computer piegando e distendendo i quattro arti. Periodo pre-Gluton (pre-1990) 15 Ha 16 zampe, che può muovere solo quando è distesa sul dorso. 0,6 x 2 x 2,5 m Periodo Gluton (1990-91) Periodo Chorda (1991-93) Periodo Calidum (1993-1994) ↑ Animaris currens vulgaris Prima creatura in grado di camminare. 1,4 x 2,1 x 2 m Periodo Tepideem (1994-1997) ← Zampe dell’Animaris currens vulgaris. La zampa che determina automaticamente la posizione di tutte le altre è quella più a destra. Periodo Lignatum (1997-2001) Beest (plurale beesten) significa “bestia” in olandese. Periodo Vaporum (2001-2006) Periodo Cerebrum (2006-attuale) 16 (in alto) Schizzo della coda di Animaris subulosa adolescens (in basso) Schizzo per il progetto del meccanismo di regolazione della velocità Animaris sabulosa adolescens Ali dispiegate nel vento per camminare Periodo Calidum 1993-1994 (periodo del calore) In questo periodo, le Strandbeesten subiscono un’evoluzione notevole. Animaris currens ventosa (nella foto sotto) significa “animale che corre grazie nel vento”, grazie alle grandi ali che dispiegandosi favoriscono la locomozione. Nasce così una nuova creatura animata dalla forza del vento. Anche il processo costruttivo si evolve: per la prima volta vengono utilizzate pistole termiche per piegare o unire i tubi. Modificando i tubi con le pistole termiche si ottengono svariati pezzi nuovi. Ha quattro ali. Le zampe sono comandate da un dispositivo di regolazione della velocità. 2,8 x 4,5 x 2 m Gli animali che riescono a sfruttare l’energia del vento per vivere non hanno bisogno di cibo. Questo tipo di creatura regna sovrana nelle spiagge sabbiose, dove c’è abbondanza di vento ma scarsità di nutrienti. Per le Strandbeesten è un vantaggio enorme, perché non devono competere con gli altri animali presenti nell’ambiente . Vista frontale di Animaris currens ventosa Animaris currens ventosa Le ali sul dorso si dispiegano nel vento muovendo le zampe. 3,2 x 5,5 x 4 m Periodo pre-Gluton (pre-1990) 17 Periodo Gluton (1990-91) Periodo Chorda (1991-93) Periodo Calidum (1993-1994) Periodo Tepideem (1994-1 997) Periodo Lignatum (1 997-2001) Periodo Vaporum (2001-2006) Periodo Cerebrum (2006-attuale) 18 Clonazione del DNA nei tubi di plastica Periodo Tepideem 1994-1997 (periodo del calore attenuato) Il periodo Tepideem si riferisce a un periodo di calore attenuato. Jansen lo considera come il periodo della riproduzione. La riproduzione non avviene per accoppiamento e fecondazione, ma per clonazione del DNA e moltiplicazione delle creature con lo stesso codice genetico, cioè in questo caso gli stessi pezzi di plastica. Il concetto è esemplificato dalla creazione di Animaris geneticus. Sulle spiagge incominciano ad apparire interi gruppi di Strandbeesten. Alle generazioni successive non vengono trasmesse informazioni genetiche vaghe, ma un vero gene. Naturalmente, nel caso di questi animali, il DNA non è costituito da amminoacidi, ma da tubi di plastica. ↑ (in alto a sinistra) Animaris rigide properans È dotata di elica ed è in grado di camminare velocemente sulla spiaggia. 14,6 x 2,5 x 2 m (in alto a destra) Animaris propagare 0,7 x 1 x 1 m Animaris geneticus ondula Ogni zampa è controllata da una speciale manovella angolata, in modo da potersi muovere in maniera leggermente diversa rispetto alle altre zampe. Il movimento delle zampe è simile a quello delle onde del mare. 1,7 x 8,5 x 2 m Un gruppo di of Animaris geneticus. In totale vengono impiegati 357 tubi (DNA) intercambiabili 1,5-1,8 x 2,5 x 2 m Periodo pre-Gluton (pre-1990) 19 Periodo Gluton (1990-91) Periodo Chorda (1991-93) Periodo Calidum (1993-1994) Periodo Tepideem (1994-1997) Periodo Lignatum (1997-2001) Periodo Vaporum (2001-2006) Periodo Cerebrum (2006-attuale) 20 Locomozione autonoma grazie al vento immagazzinato nelle bottiglie Gigantesche creature deambulanti in legno Periodo Lignatum 1997-2001 (periodo del legno) Questo periodo prende il nome dal termine latino lignum (legno). Le creature costruite con i tubi di plastica non possono superare certe dimensioni e certi volumi a causa della natura flessibile della plastica. Jansen deve quindi pensare a materiali alternativi, come il legno e il metallo, che gli permettono di realizzare un animale enorme, l’Animaris rhinoceros transport . Il corpo rettangolare ha in totale 12 zampe, costituite da pallet di acciaio uniti in diagonale. Periodo Vaporum 2001-2006 (periodo del vento) Vaporum significa vapore. Se tutte le creature precedenti si muovevano sfruttando l’azione naturale del vento, queste utilizzano invece aria compressa immagazzinata al loro interno. Entro certi limiti, hanno una locomozione autonoma. Secondo la definizione di Jansen, questo nuovo sistema ad aria costituisce i “muscoli” dell’animale. Animaris vermiculus (foto sotto) ha 28 muscoli. Da questa evoluzione nasce una nuova definizione di gene secondo Jansen: non più tubi di plastica, ma rapporti numerici tra i segmenti di tubi che compongono ciascuna zampa. Le caratteristiche della locomozione delle creature dipendono dalla lunghezza dei segmenti dei tubi che compongono le loro zampe , in altri termini dalla distanza specifica tra due articolazioni. Dalla combinazione di tre tubi di diversa lunghezza è nato un nuovo gene. Per poter costruire creature gigantesche avevo bisogno di materiali alternativ i. Il legno e i pallet di metallo mi hanno permesso di realizzare una nuova tipologia di Strandbeest. Cellule nervose ottenute con la combinazione di diversi tubi di plastica rigidi e flessibili. Animaris rugosus peristhaltis Il dorso è costituito da onde di tubi piegati. 0,5 x 1,3 x 0,4 m Vista posteriore di Animaris rhinoceros transport Animaris rhinoceros transport Cammina sospinto dal vento. 4,7 x 6 x 5 m Periodo pre-Gluton (pre-1990) 21 Periodo Gluton (1990-91) Periodo Chorda (1991-93) Periodo Calidum (1993-1994) Animaris vemiculus Immagazzina il vento in 28 bottiglie di PET. 1,6 x 5 x 0,8 m Periodo Tepideem (1994-1997) Periodo Lignatum (1 997-2001) Periodo Vaporum (2001 -2006) Periodo Cerebrum (2006-attuale) 22 Cellule nervose nelle Strandbeesten di oggi Periodo Cerebrum 2006-attuale (periodo del cervello) Animaris excersus Le due ali ricordano un paio di orecchie. È una creatura di notevole altezza. 4,6 x 10 x 2 m Di fronte a queste Strandbeesten ci può cogliere il dubbio che siano autentiche creature viventi. Gli animali del periodo Cerebrum sono dotati di un sistema nervoso costituito da tubi e valvole. Quando un’appendice sensoriale (un tubo flessibile in poliuretano che la creatura trascina dietro di sé) viene a contatto dell’acqua, la Strandbeest si avvia in direzione contraria allontanandosi dai flutti per evitare di esserne travolta. Inoltre, è dotata di un contapassi e di un sistema di memorizzazione dell’esperienza passata. Nelle occasioni successive, si arresterà quindi a tre passi di distanza dalla linea dell’acqua memorizzata e invertirà la propria direzione di marcia prima che la sua antenna venga a contatto delle onde. Il sensore dell’acqua è costituito da un tubo flessibile in poliuretano trascinato al suolo. Normalmente il tubo è pieno d’aria. Tuttavia, quando l’acqua entra nel tubo, l’aumento della resistenza all’interno del tubo invia un segnale attraverso il sistema nervoso dell’animale. Questo segnale avvia il processo di allontanamento in direzione contraria. Animaris percipiere secundus La struttura anteriore ricurva ricorda la proboscide di un elefante. 2 x 10 x 2 m Animaris ordis È stato espressamente realizzato per gli spot televisivi della BMW. Animaris percipiere primus La massa notevole della struttura delle ali è supportata dalle ruote. Davanti alla conformazione e alla funzionalità di questa Strandbeest è lecito domandarsi se nell’universo possa esistere una creatura vivente con queste caratteristiche. 3 x 10 x 2 m Periodo pre-Gluton (pre-1990) 23 Periodo Gluton (1990-91) Periodo Chorda (1991-93) Periodo Calidum (1993-1994) Periodo Tepideem (1 994-1 Periodo Lignatum (1997-2001) Periodo Vaporum (2001-2006) Periodo Cerebrum (2006-attuale) 997) 24 [Per le pagine 14-15, vedere file separati, N.d.T.] NOTE NOTE