GiugnoDuemila CinqueGiugno DuemilaCinque GiugnoDuemila CinqueGiugno DuemilaCinque GiugnoDuemila CinqueGiugno DuemilaCinque “Nessuno si faccia illusioni che la massa lavoratrice e soprattutto i giovani di oggi accettino di essere rotelle di un meccanismo produttivo alienante e autoritario. Talvolta siamo scossi e sgomenti di fronte ai giovani, ma sono figli nostri, sono figli della nostra lotta per la libertà. Noi vogliamo essere con i giovani e interpretare il senso della loro ribellione, anche quando non ne condividiamo certe forme” Enrico Berlinguer IO NON C’ERO. Tra il 16 e il 22 luglio 2001 mi trovavo in Alessandria. Ci avevano consigliato, i grandi, di starcene a casa, di non andare là, tra “quelli”: era la riproposizione dell’eterno dualismo tra i bravi della classe, noi, e i “casinisti”, quelli che erano andati a Genova per il G8. La cosa più “simpatica” avvenne il 23, morto un ragazzo e con mezza Genova ammaccata, quando da Roma qualcuno ci mandò a dire che avevamo fatto proprio bene, visto i fatti successi, a seguire i consigli datici: eravamo stati veramente “bravi” a far sta a casa, noi giovani di Sg. Quattro anni dopo, quei qualcuno si stanno interrogando chiedendosi se quel “consiglio” non fu una emerita cazzata: fu una mancanza e non un onore, non credere che si potesse essere forza moderatrice in quella bolgia noi, ragazzi, e loro, adulti del partito. Cosa sarebbe successo se in migliaia fossimo stati là, tra i “bianchi”, tra i “pacifisti”? Probabilmente ci sarebbe stata lo stesso il caso Diaz, ma ci saremmo noi in prima fila a denunciare quei soprusi. Se qualcuno si interroga oggi è già un buon segno. Se qualcuno mette in dubbio la genuinità dell’essere sempre e per forza “i bravi della classe”, bene, vuol dire che stiamo diventando uomini. Michele F. Fontefrancesco GiugnoDuemila CinqueGiugno DuemilaCinque GiugnoDuemila CinqueGiugno DuemilaCinque GiugnoDuemila CinqueGiugno DuemilaCinque È L’ANNO 1992 della Prima Era Repubblicana, la grande balena bianca dopo 40 anni di dominio quasi incontrastato nel mare della politica italiana si incaglia in una secca elettorale: il tempo per la sua cattura sembra ormai maturo. Due anni dopo infatti l’immenso cetaceo cede sotto i colpi degli arpioni scagliati dalla magistratura. Il suo corpo ormai senza vita viene aperto in quattro in modo che tutti possano vedere il marcio al suo interno: associazione mafiosa, clientelismo, pesantissime implicazioni nello scandalo di Tangentopoli e tante altre belle cose...Tuttavia neanche l’ombra di un responsabile Questi ultimi, abilissimi da sempre nello scappare dalle situazioni difficili, hanno deciso di dividersi in partiti e partitini, chi a destra, chi a sinistra, chi con la nuova forza (Italia) che nasce, chi con il vecchio nemico, cosi da poter essere al potere in ogni caso, che vinca l’uno o l’altro schieramento. Separati all’apparenza, ma fondamentalmente tutti ancora uniti da una promessa ripetuta sottovoce “TORNEREMO PIU’ FORTI DI PRIMA “. faccino!). I compagni centristi, stufi delle continue cadute del loro Cavaliere non aspettavano altro: dopo 11 anni passati nell' ombra, ma in qualche modo sempre al potere, è giunto finalmente per loro il momento di ritornare a controllare direttamente il Paese. "La riscossa partirà da Catania" così è stato, ma non per il caro Silvio bensì per i buoni vecchi democristiani che, con il classico metodo “tanti amici in diversi quartieri”, promesse qua, promesse là e qualche minaccia che non fa mai male, hanno ottenuto il loro buon 25%. Sono pronti a ripetersi su scala nazionale sfruttando l’aiuto del nostro caro amico “romano” e delle margherite che gli stanno attorno Alla Sinistra, che mai si sarebbe aspettata il tradimento, non resta che lasciarsi calpestare ancora una volta nel tentativo di far tornare la pecorella smarrita, che però ormai non e più certa di voler far parte del “grande ovile” di Romano… Come andrà a finire…? L’epilogo della storia deve ancora essere scritto, nel frattempo a noi non resta che aGiugno ‘05. spettare…..ma cosa? Dobbiamo aspettare anPurtroppo quella promessa, dopo anni di siosi il ritorno di Rutelli oppure fregarcene e menzogne, rischia di essere l’unica mantenu- andare per la nostra strada? ta da quegli uomini: la Democrazia Cristiana, proprio come la fenice, sta provando a risor- Che sia il caso di smetterla di vergognarsi per gere dalle sue ceneri. quello che è stato il passato della Sinistra itaEcco allora uscire dal denso fumo le stesse liana, un passato fatto di lotte e di grandi confacce, le stesse idee, lo stesso moralismo: a quiste, anni di opposizione, anni segnati da guidare la riscossa è un volto nuovo, un sedi- grandissime personalità delle quali dovremcente cinquantenne romano, che, dopo averci mo andare sempre fieri? provato invano con la sinistra, ha deciso di LASCIAMO CHE A VERGOGNARSI SIAstrizzare l’occhiolino all’ala destra del grande NO GLI ALTRI centro e di lanciare il suo messaggio di accusa ”HO MANGIATO PANE E CICORIA” (e Andrea Mattaccheo poi Prodi preferisce quei bruttoni al mio bel GiugnoDuemila CinqueGiugno DuemilaCinque GiugnoDuemila CinqueGiugno DuemilaCinque GiugnoDuemila CinqueGiugno DuemilaCinque La dinastia dei grandi organari iniziò da Giuseppe Serassi, di Como, che fondò nella prima metà del 1700 una fabbrica di organi a Bergamo. Egli si distinse subito non solo per la perizia delle sue realizzazioni, ma anche per essere un perfezionatore e sperimentatore di timbriche nuove. Alla sua morte gli succedette Luigi che continuò l’attività. A lui si attribuiscono alcune invenzioni tra cui la “Combinazione alla Lombarda”, un dispositivo meccanico capace di inserire, mediante un pedale, registri in precedenza predisposti. Ricordiamo anche l’adozione di un registro, presente nel nostro Serassi, di “Trombe forti di ottone, dette a squillo, di recente particolare invenzione nel parapetto della cantoria”. Si tratta di un’originale versione delle trombe orizzontali tipiche degli organi iberici. La pressione d’aria è la stessa per tutto l’organo, 45/46 mm di acqua, e ne assicura un suono sebbene dolce e corposo, anche forte e squillante. È proprio grazie alle nuove sonorità introdotte dai Serassi che l’organo italiano poté assumere finalmente quella fisionomia che lo caratterizzerà fino al novecento: l’organo sinfonico-operistico. Alla sua morte, il figlio Giuseppe rilevò l’attività e divenne l’esponente forse più famoso e geniale della dinastia dei Serassi che restò attivo fino al 1817. A lui si deve la costruzione dei più spettacolari strumenti dell’epoca, uno tra questi, è il grande organo di S. Alessandro in Colonna di Bergamo, nel quale un corpo d’organo è collegato alla consolle tramite una catenacciatura lunga più di trenta metri: la risposta è perfetta grazie ad un sofisticato sistema di contrappesi che annullano gli effetti della distanza. Giuseppe fu anche l’inventore della “Terzamano”, il dispositivo che permette di suonare anche le note all’ottava superiore della tastiera. Sempre a lui si deve l’adozione della tastiera di sei ottave (73 tasti), in cui la prima ottava funge da Ottava Bassa, da usare di solito in unione alla pedaliera: la “Quartamano”. A Giuseppe succedettero i suoi cinque figli: Andrea, Carlo, Alessandro, Federico e Giacomo. Con loro si apre l’epoca degli organi firmati “Fratelli Serassi”. Il 10 dicembre 1850 Giacomo Serassi firmò il progetto per il “nuovo grandioso organo da costruirsi dalla privilegiata Fabbrica Serassi in Bergamo per l’insigne Chiesa Parrocchiale di Valenza d’Alessandria”. Il progetto prevede due tastiere di 73 tasti con controttava cromatica e pedaliera cromatica rettilinea di 24 pedali; 37 registri al Grand’Organo: 18 di ripieno ed 8 ad ancia; 16 all’Organo Eco e 7 ai pedali, oltre a Rollo a canne, Tremolo a canne e Banda Turca. In totale 2735 canne. La base del ripieno al Grand’Organo è il Principale di 16’; il primo Principale di 8’ inizia al Do della contrattava, anch’esso quindi 16’. L’aria sufficiente è garantita da 10 grandi mantici. L’organo fu costruito fra il 1851 e il 1852, e gli fu attribuito il numero d’opus 611. Fu installato nell’autunno del 1852 e collaudato nell’aprile 1853 dall’organista e compositore Felice Frasi (1805-1879), allora insegnante al conservatorio di Milano. Nel verbale di collaudo dichiarava: “dietro ripetuti e prolungati esperimenti, accurato e diligente esame quest’Opera è riuscita perfettissima in ogni sua parte”.Quando Giacomo Serassi presentò il progetto al Consiglio Comunale di Valenza, gli organari bergamaschi erano all’apice della loro attività, e perciò il nostro organo ha l’onore di rappresentare il momento più alto della loro arte. Negli anni successivi, alla guida della ditta, andarono i figli di Alessandro: Giuseppe, Carlo e Vittorio. Dopo gli ultimi fratelli, tocca a Ferdinando, figlio di Carlo, ed egli non potrà far altro che assistere alla decadenza della sua fabbrica fino al 1870, anno in cui la cederà a Giacomo Locatelli, il quale realizzerà un buon numero di organi ispirati alla filosofia Serassiana: le nuove tendenze estetiche provenienti dall’estero, la crescente riscoperta in tutta Europa della musica antica, soprattutto quella di J.S.Bach, iniziarono a distruggere le fondamenta dell’organo operistico italiano. Ferdinando Serassi proseguì l’attività fino alla sua morte, nel 1894. GiugnoDuemila CinqueGiugno DuemilaCinque GiugnoDuemila CinqueGiugno DuemilaCinque GiugnoDuemila CinqueGiugno DuemilaCinque I Nella serata musicale che vi proporremo sono presenti brani musicali appartenenti alle più svariate correnti musicali storiche. Il programma si può idealmente suddividere in due parti distinte: la prima comprende brani della tradizione melodrammatica italiana, la seconda invece si occupa della letteratura organistica antica e contemporanea. Prima parte: Nella prima parte del concerto spiccano due figure importantissime per il melodramma, Padre Davide da Bergamo e Giovanni Simone Mayer. Padre Davide da Bergamo fu uno dei più grandi compositori di musica per organo liturgico italiano, fu anche un indiretto ispiratore della tradizione melodrammatica. Nella sua “Sinfonia in Re Maggiore” si può percepire tutto il gusto scenografico e ampolloso dell’opera italiana, con i suoi fraseggi ad ampio respiro e i crescendi che ricordano quelli delle opere di Gioacchino Rossini. Nella “Elevazione in Si Bemolle” possiamo ascoltare il particolare effetto simile alla voce del tenore dovuto all’uso alternato del registro del Corno Inglese. La composizione è caratterizzata da un’atmosfera di teatrale sentimentalismo. Giovanni Simone Mayer, il cui vero nome era Johann Simon Mayr, fu in realtà un musicista tedesco stabilitosi in Italia. Lavorò soprattutto a Venezia e a Bergamo, dove ricoprì il ruolo di Maestro di Cappella nella chiesa di Santa Maria Maggiore e dove fondò una scuola musicale che contava tra i suoi iscritti anche il giovane Donizzetti. Anche se oggi i lavori teatrali di Mayer non vengono più rappresentati, essi furono di notevole importanza perché introdussero all’interno della musica italiana quelle influenze straniere derivate dalla tradizione tedesca e francese. La “Marcia Lugubre” è da considerarsi come un piccolo scherzo. Tramite l’uso di alcuni registri dal suono particolarmente vibrante quali la Voce Umana l’autore evoca l’atmosfera tetra e nello stesso tempo grottesca di un fantasmagorico cimitero. Del compositore Giovanni Morandi, del quale non abbiamo notizie biografiche certe, proponiamo l’ “Offertorio in Re Maggiore” opera dai tratti trionfali ed enfatici che si confanno perfettamente alle sonorità potenti e avvolgenti dell’ organo Serassiano. Seconda parte La seconda parte del concerto è invece concentrata su figure portanti della musica della Germania, Johann Pachelbel e Dietrich Buxtehude. Il primo fu un importante compositore e apprezzato organista. Le sue musiche furono eseguite molto anche dopo la sua morte, perché presentavano uno stile piuttosto cantabile. La “Ciaccona in Fa Minore” è un opera dalle sonorità dolci e armoniose, con una toccante vena malinconica e mistica, ma più rigorosa ed essenziale rispetto alle arie italiane melodrammatiche. Il Maestro di Lubecca, cioè Dietrich Buxtehude, fu l’ultimo e massimo esponente dello Stile Fantastico della Germania del Nord, e in parte grande ispiratore di Bach. La musica di Buxtehude è molto variegata, poiché mirata ad evocare immagini differenti nell’ascoltatore, ciò è particolarmente evidente nel “Preludio e Fuga in Re Minore, BuxWV140” uno tra i brani più noti del compositore. Dopo questo excursus nella musica del ‘700 e ‘800 è più che doveroso trattare anche della musica contemporanea, considerando due autori molto importanti, Arvo Part e Marcel Dupré. Arvo Part appartiene alla corrente cosiddetta minimalista, e la sua musica presenta una struttura essenziale, evocando atmosfere molto suggestive, come è evidente nel brano “Pari Intervallo”, una composizione dedicata ad un caro amico dell’autore, prematuramente scomparso. In questo brano egli immagina di camminare lungo una strada, al suo fianco l’amico lo segue, ma egli si trova nel mondo spirituale, allora appare distorto, etereo: uno spirito ad un intervallo di distanza. Di concezione differente è invece la maestosa Toccata sul “Placare Christe Servulis” di Marcel Dupré, organista francese che formò alcuni dei più grandi organisti della nostra epoca, quali Pierre Cochereau, il grande organista recentemente scomparso di Notre-Dame a Parigi. Dupré ricontestualizza il tema del celebre canto gregoriano inserendolo in uno scrosciante gioco di virtuosismi. CONCENTUS MUSICUS VALENTINIANUM GiugnoDuemila CinqueGiugno DuemilaCinque GiugnoDuemila CinqueGiugno DuemilaCinque GiugnoDuemila CinqueGiugno DuemilaCinque QUANTE VOLTE VI SARÀ CAPITATO leggendo i giornali, guardando la Tv, o ascoltando la radio di imbattervi in una Hit-parade? Ce ne sono di tutti i tipi: i dischi più venduti, i libri più letti, i film più visti, le migliori battute del Premier riguardo economia e occupazione, ma scommetto che mai avete incontrato una Hit-parade che vi dicesse quali sono i libri da bruciare. A me è successo sfogliando un quotidiano di scoprire, che la rivista conservatrice americana “Human Events” ha recentemente pubblicato questa preziosa classifica che vi prego di memorizzare, per la prossima volta che avrete “il lusso” ( perché ormai di questo si tratta) di poter spendere 15-20 Euro, per leggere un libro: N.10. J.M.Keynes: Teoria Generale dell’Occupazione Questo scritto osò dare il là alla bislacca idea dell’intervento pubblico sul mercato. N.9. F.Nietsche: Al di là del bene e del male Confesso la mia delusione per questo misero nono posto del filosofo che proclamò la “morte di Dio”. N.8. A.Comte: Corso di Filosofia Positiva Un buon risultato per il padre della sociologia e del positivismo. N.7. B.Friedan: La mistica della femminilità E’il libro che ha aiutato quell’orrore che è il processo d’emancipazione femminile.. N.6. K.Marx: Il Capitale Tutte quelle pagine per sapere come si cucina un bambino… N.5. J.Dewey: Democrazia ed educazione Si predica il passaggio da un insegnamento di tipo nozionistico, ad uno improntato al libero pensiero. N.4. A.Kinsley: Il Rapporto Kinsley Rivela la presenza tra le coppie americane, di un alto tasso di relazioni extra-coniugali, e ci dice che l‘omosessualità, soprattutto maschile, era molto più sviluppata di quel che si poteva pensare. N.3. Mao Zedong: Il Libretto Rosso Si tratta di una raccolta di citazioni del “timoniere”, vero e proprio Vangelo della Rivoluzione Culturale cinese. N.2. A.Hitler: Mein Kampf Scritto in carcere dal Fuhrer, prefigura lo sterminio degli Ebrei e la politica di espansione tedesca. Ed ora sono convinto che avete già capito chi è che occupa la 1°posizione: Certo non potevano essere che loro!!!! N.1: K.Marx e F. Engels: Manifesto del Partito Comunista Quale fine migliore per un libro che si conclude con l’affermazione “proletari di tutto il mondo unitevi”? E l’Italia? Tranquilli ci siamo anche noi; infatti nelle posizioni che seguono, dal 11°al 30°, accanto all’evoluzionista Darwin, alla multiculturalista M.Mead, a R.Nader, a S. Freud, ed a Adorno, compare Antonio Gramsci con i suoi “Quaderni dal carcere” scritti durante la detenzione, impostagli da quel bricconcello di Mussolini. Come avrete notato, non compare alcun libro riconducibile a correnti di pensiero conservatrici o razziali, ovvero la destra non ha prodotto null’altro di così tanto “dannoso” negli ultimi due secoli, ovviamente Hitler escluso. Spero che questa classifica vi sia utile nelle vostre prossime scelte culturali. Nel caso qualcuno volesse approfondire il tema, il sito www.humaneventsonline.com vi saprà fornire ulteriori informazioni, perché, se è vero che gli italiani leggono poco, è giunta l’ora che almeno lo facciano in modo consapevole!!!!!!! Alessandro Fontana. GiugnoDuemila CinqueGiugno DuemilaCinque GiugnoDuemila CinqueGiugno DuemilaCinque GiugnoDuemila CinqueGiugno DuemilaCinque ! MUGELLO 5 GIUGNO 2005. Al termine di una gara condotta in modo magistrale arriva la quarta vittoria della stagione su cinque gare (un secondo posto) per il Dottor Rossi. Infatti, il titolo di “dottore” adesso non è più soltanto un titolo auto-assegnatosi, come è successo per molto tempo, ma è divenuto realtà: adesso anche Valentino può esporre sul muro della sua “cameretta” una vera e propria laurea honoris causa in Scienze della Comunicazione, consegnatagli alla vigilia del weekend del Mugello dall’Università di Urbino . Poco prima (11 Maggio), un altro personaggio era stato insignito di un titolo così importante. Mi riferisco a Vasco Rossi. Anche per lui una laurea ad honorem in Scienze della Comunicazione. In quel caso era stato lo I.U.L.M di Milano ad assegnare il titolo. I due personaggi si possono paragonare per meriti comunicativi: riescono a spostare tanta gente! 80000 persone alla prima serata di tour, a Torino, per ascoltare il concerto di Vasco; migliaia di persone al Mugello, per applaudire Valentino Rossi. Questi “eroi-mediatici” sicuramente hanno la capacità di comunicare alle masse, ma resta una domanda: è giusta una laurea? Questa domanda è stata formulata fin dal momento della comunicazione delle due assegnazioni e, su Internet, ormai sono centinaia i forum ed i siti in cui si possono trovare sondaggi e dibattiti sull’argomento. Per rispondere ad un tale quesito bisognerebbe chiedere agli studenti fuori corso a cui manca un esame da anni e hanno lottato con docenti per un misero voto. Chi non prova la tensione, la bellezza di un esame, non credo meriti una laurea. La laurea honoris causa dovrebbe essere riservata soltanto a coloro già in possesso di un titolo ottenuto secondo un percorso didattico preciso e definito. A questo punto sì che avrebbe un senso. L’assegnazione “per fama”è sbagliato e scorretto verso troppa gente. Sicuramente ognuno nel proprio settore è il migliore, ma questo non può essere un prerequisito utile e sufficiente. IL PROSSIMO PASSO sarà i punti dell’Esselunga, nulla togliendo a questi ultimi. Mi immagino già il volantini della campagna di raccolta bollini sulla spesa: tra bottiglie di vino, biciclette ed hi-fi, su una bella pergamena in vera pelle umana, da scegliere in tre straordinari colori, giallo bianco e nero, una fantastica laurea triennale in “Scienze dell’Alimentazione” della Libera Università di Lampedusa. In tal modo si risolveranno tanti problemi: primo di tutto avremmo molti più dietologi, secondo la L.U.L. aumenterebbe a dismisura i suoi laureati, potendo così accedere a nuovi fondi ministeriali, terzo l’Esselunga aumenterebbe sicuramente la sua utenza. Mi sto domandando perché nessuno ci abbia già pensato prima! La pubblicità, come ben si sa, è l’anima del commercio. La famigerata riforma dell’Università è stata la più grande politica pro-pubblicitaria che l’Italia ha conosciuto dopo il Regime: lottizzare i corsi, creando uno sproposito di Corsi di Laurea dal nome affascinante ed esotico, ha mosso pubblicitari, sociologi e psicologi. Migliaia di persone hanno così potuto prendere un nuovo pezzo di carta da aggiungere ai poster di Madonna alle pareti di casa. Ovviamente la riforma universitaria ha peggiorato in un modo assurdo la burocrazia, così da far diventare un inferno per tutti, dall’ultimo dei bidelli al Magnifico Rettore di ogni centro universitario, la registrazione di un esame. Non è da sottovalutare, però, che dal 2001 ad oggi il numero dei “dottori in qualche cosa” è aumentato a dismisura: nessuno sa che cosa studia, ma questo non è un granché importante. Prima la bizzeffa di corsi, poi la moltitudine di lauree ad honorem, poi i diecimila punti sulla Fidaty Card ed il cerchio è chiuso. Post scriptum per rimanere in tema di “Comunicazione”. Spero sia veramente servita la decisione del dott. Rossi riguardante ai referendum. Durante il concerto del 7 Giugno a Torino Vasco ha fatto troneggiare sul palco 4 cartelloni contenenti enormi SI e ha invitato tutti gli istanti ad andare a votare al referendum del 12 – 13 giugno! In questo caso, onore a Vasco! Marco Zunino C’è solo un problema in tutte queste meraviglie. I posteggiatori, famosi utilizzatori di titoli onorifici usati a casaccio per ingraziarsi l’avventore automobilistico, in questa nuova Italia di “egregi dottori”, non sanno più che titolo onorifico utilizzare per far contenti i signori clienti. Gravi problemi affliggono il nostro Paese… Michele Filippo Fontefrancesco " # $% & Sinistramente, n°3, supplemento al numero attuale di Rinnovamento. Periodico del Comitato Zona DS di Alessandria – Dr.Resp. Giuseppe Vignolo – Redazione Via Castellani,9 Alessandria tel. 1031/234320 – Pubblicazione mensile Aut. Trib. Alessandria 198 del 1/4 1970 – Sped.in abbonamento postale art.2 comma 20c legge 662/96 – Filiale di Alessandria – Aut. P.T. Alessandria