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“Nessuno si faccia illusioni che la
massa lavoratrice e soprattutto i
giovani di oggi accettino di essere
rotelle di un meccanismo produttivo alienante e autoritario. Talvolta
siamo scossi e sgomenti di fronte
ai giovani, ma sono figli nostri, sono figli della nostra lotta per la libertà. Noi vogliamo essere con i
giovani e interpretare il senso della
loro ribellione, anche quando non ne
condividiamo certe forme”
Enrico Berlinguer
IO NON C’ERO. Tra il 16 e il 22 luglio 2001 mi trovavo in Alessandria. Ci avevano consigliato, i grandi, di starcene a casa, di non andare là, tra “quelli”: era la riproposizione dell’eterno dualismo tra i
bravi della classe, noi, e i “casinisti”, quelli che erano andati a Genova per il G8.
La cosa più “simpatica” avvenne il 23, morto un ragazzo e con mezza Genova ammaccata, quando
da Roma qualcuno ci mandò a dire che avevamo fatto proprio bene, visto i fatti successi, a seguire i
consigli datici: eravamo stati veramente “bravi” a far sta a casa, noi giovani di Sg.
Quattro anni dopo, quei qualcuno si stanno interrogando chiedendosi se quel “consiglio” non fu una
emerita cazzata: fu una mancanza e non un onore, non credere che si potesse essere forza moderatrice in quella bolgia noi, ragazzi, e loro, adulti del partito.
Cosa sarebbe successo se in migliaia fossimo stati là, tra i “bianchi”, tra i “pacifisti”? Probabilmente
ci sarebbe stata lo stesso il caso Diaz, ma ci saremmo noi in prima fila a denunciare quei soprusi.
Se qualcuno si interroga oggi è già un buon segno. Se qualcuno mette in dubbio la genuinità
dell’essere sempre e per forza “i bravi della classe”, bene, vuol dire che stiamo diventando uomini.
Michele F. Fontefrancesco
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È L’ANNO 1992 della Prima Era Repubblicana, la grande balena bianca dopo 40 anni di
dominio quasi incontrastato nel mare della
politica italiana si incaglia in una secca elettorale: il tempo per la sua cattura sembra ormai maturo. Due anni dopo infatti l’immenso
cetaceo cede sotto i colpi degli arpioni scagliati dalla magistratura.
Il suo corpo ormai senza vita viene aperto in
quattro in modo che tutti possano vedere il
marcio al suo interno: associazione mafiosa,
clientelismo, pesantissime implicazioni nello
scandalo di Tangentopoli e tante altre belle
cose...Tuttavia neanche l’ombra di un responsabile
Questi ultimi, abilissimi da sempre nello
scappare dalle situazioni difficili, hanno deciso di dividersi in partiti e partitini, chi a destra, chi a sinistra, chi con la nuova forza
(Italia) che nasce, chi con il vecchio nemico,
cosi da poter essere al potere in ogni caso,
che vinca l’uno o l’altro schieramento.
Separati all’apparenza, ma fondamentalmente
tutti ancora uniti da una promessa ripetuta
sottovoce “TORNEREMO PIU’ FORTI DI
PRIMA “.
faccino!).
I compagni centristi, stufi delle continue cadute del loro Cavaliere non aspettavano altro:
dopo 11 anni passati nell'
ombra, ma in qualche modo sempre al potere, è giunto finalmente per loro il momento di ritornare a controllare direttamente il Paese.
"La riscossa partirà da Catania" così è stato,
ma non per il caro Silvio bensì per i buoni
vecchi democristiani che, con il classico metodo “tanti amici in diversi quartieri”, promesse qua, promesse là e qualche minaccia
che non fa mai male, hanno ottenuto il loro
buon 25%. Sono pronti a ripetersi su scala nazionale sfruttando l’aiuto del nostro caro amico “romano” e delle margherite che gli stanno
attorno
Alla Sinistra, che mai si sarebbe aspettata il
tradimento, non resta che lasciarsi calpestare
ancora una volta nel tentativo di far tornare la
pecorella smarrita, che però ormai non e più
certa di voler far parte del “grande ovile” di
Romano…
Come andrà a finire…?
L’epilogo della storia deve ancora essere
scritto, nel frattempo a noi non resta che aGiugno ‘05.
spettare…..ma cosa? Dobbiamo aspettare anPurtroppo quella promessa, dopo anni di
siosi il ritorno di Rutelli oppure fregarcene e
menzogne, rischia di essere l’unica mantenu- andare per la nostra strada?
ta da quegli uomini: la Democrazia Cristiana,
proprio come la fenice, sta provando a risor- Che sia il caso di smetterla di vergognarsi per
gere dalle sue ceneri.
quello che è stato il passato della Sinistra itaEcco allora uscire dal denso fumo le stesse
liana, un passato fatto di lotte e di grandi confacce, le stesse idee, lo stesso moralismo: a
quiste, anni di opposizione, anni segnati da
guidare la riscossa è un volto nuovo, un sedi- grandissime personalità delle quali dovremcente cinquantenne romano, che, dopo averci mo andare sempre fieri?
provato invano con la sinistra, ha deciso di
LASCIAMO CHE A VERGOGNARSI SIAstrizzare l’occhiolino all’ala destra del grande NO GLI ALTRI
centro e di lanciare il suo messaggio di accusa ”HO MANGIATO PANE E CICORIA” (e
Andrea Mattaccheo
poi Prodi preferisce quei bruttoni al mio bel
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La dinastia dei grandi organari iniziò da Giuseppe
Serassi, di Como, che fondò nella prima metà del
1700 una fabbrica di organi a Bergamo. Egli si
distinse subito non solo per la perizia delle sue
realizzazioni, ma anche per essere un perfezionatore e sperimentatore di timbriche nuove.
Alla sua morte gli succedette Luigi che continuò
l’attività. A lui si attribuiscono alcune invenzioni
tra cui la “Combinazione alla Lombarda”, un dispositivo meccanico capace di inserire, mediante
un pedale, registri in precedenza predisposti.
Ricordiamo anche l’adozione di un registro, presente nel nostro Serassi, di “Trombe forti di ottone, dette a squillo, di recente particolare invenzione nel parapetto della cantoria”. Si tratta di
un’originale versione delle trombe orizzontali tipiche degli organi iberici. La pressione d’aria è la
stessa per tutto l’organo, 45/46 mm di acqua, e ne
assicura un suono sebbene dolce e corposo, anche
forte e squillante.
È proprio grazie alle nuove sonorità introdotte dai
Serassi che l’organo italiano poté assumere finalmente quella fisionomia che lo caratterizzerà fino
al novecento: l’organo sinfonico-operistico.
Alla sua morte, il figlio Giuseppe rilevò l’attività
e divenne l’esponente forse più famoso e geniale
della dinastia dei Serassi che restò attivo fino al
1817. A lui si deve la costruzione dei più spettacolari strumenti dell’epoca, uno tra questi, è il
grande organo di S. Alessandro in Colonna di
Bergamo, nel quale un corpo d’organo è collegato
alla consolle tramite una catenacciatura lunga più
di trenta metri: la risposta è perfetta grazie ad un
sofisticato sistema di contrappesi che annullano
gli effetti della distanza.
Giuseppe fu anche l’inventore della
“Terzamano”, il dispositivo che permette di suonare anche le note all’ottava superiore della tastiera. Sempre a lui si deve l’adozione della tastiera di sei ottave (73 tasti), in cui la prima ottava
funge da Ottava Bassa, da usare di solito in unione alla pedaliera: la “Quartamano”.
A Giuseppe succedettero i suoi cinque figli: Andrea, Carlo, Alessandro, Federico e Giacomo.
Con loro si apre l’epoca degli organi firmati
“Fratelli Serassi”.
Il 10 dicembre 1850 Giacomo Serassi firmò il
progetto per il “nuovo grandioso organo da costruirsi dalla privilegiata Fabbrica Serassi in
Bergamo per l’insigne Chiesa Parrocchiale di
Valenza d’Alessandria”.
Il progetto prevede due tastiere di 73 tasti con
controttava cromatica e pedaliera cromatica rettilinea di 24 pedali; 37 registri al Grand’Organo:
18 di ripieno ed 8 ad ancia; 16 all’Organo Eco e 7
ai pedali, oltre a Rollo a canne, Tremolo a canne e
Banda Turca. In totale 2735 canne.
La base del ripieno al Grand’Organo è il Principale di 16’; il primo Principale di 8’ inizia al Do
della contrattava, anch’esso quindi 16’. L’aria
sufficiente è garantita da 10 grandi mantici.
L’organo fu costruito fra il 1851 e il 1852, e gli fu
attribuito il numero d’opus 611.
Fu installato nell’autunno del 1852 e collaudato
nell’aprile 1853 dall’organista e compositore Felice Frasi (1805-1879), allora insegnante al conservatorio di Milano. Nel verbale di collaudo dichiarava: “dietro ripetuti e prolungati esperimenti, accurato e diligente esame quest’Opera è riuscita perfettissima in ogni sua parte”.Quando
Giacomo Serassi presentò il progetto al Consiglio
Comunale di Valenza, gli organari bergamaschi
erano all’apice della loro attività, e perciò il nostro organo ha l’onore di rappresentare il momento più alto della loro arte.
Negli anni successivi, alla guida della ditta, andarono i figli di Alessandro: Giuseppe, Carlo e Vittorio.
Dopo gli ultimi fratelli, tocca a Ferdinando, figlio
di Carlo, ed egli non potrà far altro che assistere
alla decadenza della sua fabbrica fino al 1870,
anno in cui la cederà a Giacomo Locatelli, il quale realizzerà un buon numero di organi ispirati
alla filosofia Serassiana: le nuove tendenze estetiche provenienti dall’estero, la crescente riscoperta
in tutta Europa della musica antica, soprattutto
quella di J.S.Bach, iniziarono a distruggere le
fondamenta dell’organo operistico italiano.
Ferdinando Serassi proseguì l’attività fino alla
sua morte, nel 1894.
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I
Nella serata musicale che vi proporremo sono
presenti brani musicali appartenenti alle più svariate correnti musicali storiche.
Il programma si può idealmente suddividere in
due parti distinte: la prima comprende brani della
tradizione melodrammatica italiana, la seconda
invece si occupa della letteratura organistica antica e contemporanea.
Prima parte:
Nella prima parte del concerto spiccano due figure importantissime per il melodramma, Padre Davide da Bergamo e Giovanni Simone Mayer.
Padre Davide da Bergamo fu uno dei più grandi
compositori di musica per organo liturgico italiano, fu anche un indiretto ispiratore della tradizione melodrammatica. Nella sua “Sinfonia in Re
Maggiore” si può percepire tutto il gusto scenografico e ampolloso dell’opera italiana, con i suoi
fraseggi ad ampio respiro e i crescendi che ricordano quelli delle opere di Gioacchino Rossini.
Nella “Elevazione in Si Bemolle” possiamo ascoltare il particolare effetto simile alla voce del tenore dovuto all’uso alternato del registro del Corno
Inglese. La composizione è caratterizzata da
un’atmosfera di teatrale sentimentalismo.
Giovanni Simone Mayer, il cui vero nome era Johann Simon Mayr, fu in realtà un musicista tedesco stabilitosi in Italia. Lavorò soprattutto a Venezia e a Bergamo, dove ricoprì il ruolo di Maestro di Cappella nella chiesa di Santa Maria Maggiore e dove fondò una scuola musicale che contava tra i suoi iscritti anche il giovane Donizzetti.
Anche se oggi i lavori teatrali di Mayer non vengono più rappresentati, essi furono di notevole
importanza perché introdussero all’interno della
musica italiana quelle influenze straniere derivate
dalla tradizione tedesca e francese.
La “Marcia Lugubre” è da considerarsi come un
piccolo scherzo. Tramite l’uso di alcuni registri
dal suono particolarmente vibrante quali la Voce
Umana l’autore evoca l’atmosfera tetra e nello
stesso tempo grottesca di un fantasmagorico cimitero.
Del compositore Giovanni Morandi, del quale
non abbiamo notizie biografiche certe, proponiamo l’ “Offertorio in Re Maggiore” opera dai tratti trionfali ed enfatici che si confanno perfettamente alle sonorità potenti e avvolgenti dell’ organo Serassiano.
Seconda parte
La seconda parte del concerto è invece concentrata su figure portanti della musica della Germania, Johann Pachelbel e Dietrich Buxtehude.
Il primo fu un importante compositore e apprezzato organista. Le sue musiche furono eseguite
molto anche dopo la sua morte, perché presentavano uno stile piuttosto cantabile. La “Ciaccona
in Fa Minore” è un opera dalle sonorità dolci e
armoniose, con una toccante vena malinconica
e mistica, ma più rigorosa ed essenziale rispetto
alle arie italiane melodrammatiche.
Il Maestro di Lubecca, cioè Dietrich Buxtehude,
fu l’ultimo e massimo esponente dello Stile Fantastico della Germania del Nord, e in parte grande ispiratore di Bach. La musica di Buxtehude è
molto variegata, poiché mirata ad evocare immagini differenti nell’ascoltatore, ciò è particolarmente evidente nel “Preludio e Fuga in Re
Minore, BuxWV140” uno tra i brani più noti del
compositore.
Dopo questo excursus nella musica del ‘700 e
‘800 è più che doveroso trattare anche della musica contemporanea, considerando due autori
molto importanti, Arvo Part e Marcel Dupré.
Arvo Part appartiene alla corrente cosiddetta minimalista, e la sua musica presenta una struttura
essenziale, evocando atmosfere molto suggestive, come è evidente nel brano “Pari Intervallo”,
una composizione dedicata ad un caro amico
dell’autore, prematuramente scomparso. In questo brano egli immagina di camminare lungo una strada, al suo fianco l’amico lo segue, ma egli
si trova nel mondo spirituale, allora appare distorto, etereo: uno spirito ad un intervallo di distanza.
Di concezione differente è invece la maestosa
Toccata sul “Placare Christe Servulis” di Marcel Dupré, organista francese che formò alcuni
dei più grandi organisti della nostra epoca, quali
Pierre Cochereau, il grande organista recentemente scomparso di Notre-Dame a Parigi. Dupré
ricontestualizza il tema del celebre canto gregoriano inserendolo in uno scrosciante gioco di
virtuosismi.
CONCENTUS MUSICUS
VALENTINIANUM
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QUANTE VOLTE VI SARÀ CAPITATO leggendo i
giornali, guardando la Tv, o ascoltando la radio di imbattervi in una Hit-parade?
Ce ne sono di tutti i tipi: i dischi più venduti, i
libri più letti, i film più visti, le migliori battute
del Premier riguardo economia e occupazione,
ma scommetto che mai avete incontrato una
Hit-parade che vi dicesse quali sono i libri da
bruciare.
A me è successo sfogliando un quotidiano di
scoprire, che la rivista conservatrice americana
“Human Events” ha recentemente pubblicato
questa preziosa classifica che vi prego di memorizzare, per la prossima volta che avrete “il
lusso” ( perché ormai di questo si tratta) di poter spendere 15-20 Euro, per leggere un libro:
N.10. J.M.Keynes: Teoria Generale
dell’Occupazione
Questo scritto osò dare il là alla bislacca idea
dell’intervento pubblico sul mercato.
N.9. F.Nietsche: Al di là del bene e del male
Confesso la mia delusione per questo misero
nono posto del filosofo che proclamò la
“morte di Dio”.
N.8. A.Comte: Corso di Filosofia Positiva
Un buon risultato per il padre della sociologia
e del positivismo.
N.7. B.Friedan: La mistica della femminilità
E’il libro che ha aiutato quell’orrore che è il
processo d’emancipazione femminile..
N.6. K.Marx: Il Capitale
Tutte quelle pagine per sapere come si cucina
un bambino…
N.5. J.Dewey: Democrazia ed educazione
Si predica il passaggio da un insegnamento di
tipo nozionistico, ad uno improntato al libero
pensiero.
N.4. A.Kinsley: Il Rapporto Kinsley
Rivela la presenza tra le coppie americane, di
un alto tasso di relazioni extra-coniugali, e ci
dice che l‘omosessualità, soprattutto maschile,
era molto più sviluppata di quel che si poteva
pensare.
N.3. Mao Zedong: Il Libretto Rosso
Si tratta di una raccolta di citazioni del
“timoniere”, vero e proprio Vangelo della Rivoluzione Culturale cinese.
N.2. A.Hitler: Mein Kampf
Scritto in carcere dal Fuhrer, prefigura lo sterminio degli Ebrei e la politica di espansione
tedesca.
Ed ora sono convinto che avete già capito chi è
che occupa la 1°posizione:
Certo non potevano essere che loro!!!!
N.1: K.Marx e F. Engels: Manifesto del Partito
Comunista
Quale fine migliore per un libro che si conclude con l’affermazione “proletari di tutto il
mondo unitevi”?
E l’Italia? Tranquilli ci siamo anche noi; infatti
nelle posizioni che seguono, dal 11°al 30°, accanto all’evoluzionista Darwin, alla multiculturalista M.Mead, a R.Nader, a S. Freud, ed a
Adorno, compare Antonio Gramsci con i suoi
“Quaderni dal carcere” scritti durante la detenzione, impostagli da quel bricconcello di Mussolini.
Come avrete notato, non compare alcun libro
riconducibile a correnti di pensiero conservatrici o razziali, ovvero la destra non ha prodotto null’altro di così tanto “dannoso” negli ultimi due secoli, ovviamente Hitler escluso.
Spero che questa classifica vi sia utile nelle
vostre prossime scelte culturali. Nel caso qualcuno volesse approfondire il tema, il sito
www.humaneventsonline.com vi saprà fornire
ulteriori informazioni, perché, se è vero che gli
italiani leggono poco, è giunta l’ora che almeno lo facciano in modo consapevole!!!!!!!
Alessandro Fontana.
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!
MUGELLO 5 GIUGNO 2005. Al termine di una gara condotta in modo magistrale arriva la quarta vittoria della
stagione su cinque gare (un secondo posto) per il Dottor
Rossi. Infatti, il titolo di “dottore” adesso non è più soltanto un titolo auto-assegnatosi, come è successo per
molto tempo, ma è divenuto realtà: adesso anche Valentino può esporre sul muro della sua “cameretta” una vera e propria laurea honoris causa in Scienze della Comunicazione, consegnatagli alla vigilia del weekend del
Mugello dall’Università di Urbino .
Poco prima (11 Maggio), un altro personaggio era stato
insignito di un titolo così importante. Mi riferisco a Vasco Rossi. Anche per lui una laurea ad honorem in
Scienze della Comunicazione. In quel caso era stato lo
I.U.L.M di Milano ad assegnare il titolo.
I due personaggi si possono paragonare per meriti comunicativi: riescono a spostare tanta gente! 80000 persone alla prima serata di tour, a Torino, per ascoltare il
concerto di Vasco; migliaia di persone al Mugello, per
applaudire Valentino Rossi. Questi “eroi-mediatici” sicuramente hanno la capacità di comunicare alle masse,
ma resta una domanda: è giusta una laurea?
Questa domanda è stata formulata fin dal momento della
comunicazione delle due assegnazioni e, su Internet,
ormai sono centinaia i forum ed i siti in cui si possono
trovare sondaggi e dibattiti sull’argomento.
Per rispondere ad un tale quesito bisognerebbe chiedere
agli studenti fuori corso a cui manca un esame da anni e
hanno lottato con docenti per un misero voto. Chi non
prova la tensione, la bellezza di un esame, non credo
meriti una laurea.
La laurea honoris causa dovrebbe essere riservata soltanto a coloro già in possesso di un titolo ottenuto secondo un percorso didattico preciso e definito. A questo
punto sì che avrebbe un senso. L’assegnazione “per fama”è sbagliato e scorretto verso troppa gente.
Sicuramente ognuno nel proprio settore è il migliore,
ma questo non può essere un prerequisito utile e sufficiente.
IL PROSSIMO PASSO sarà i punti dell’Esselunga, nulla
togliendo a questi ultimi. Mi immagino già il volantini della campagna di raccolta bollini sulla spesa: tra
bottiglie di vino, biciclette ed hi-fi, su una bella pergamena in vera pelle umana, da scegliere in tre straordinari colori, giallo bianco e nero, una fantastica
laurea triennale in “Scienze dell’Alimentazione” della Libera Università di Lampedusa.
In tal modo si risolveranno tanti problemi: primo di
tutto avremmo molti più dietologi, secondo la L.U.L.
aumenterebbe a dismisura i suoi laureati, potendo
così accedere a nuovi fondi ministeriali, terzo
l’Esselunga aumenterebbe sicuramente la sua utenza.
Mi sto domandando perché nessuno ci abbia già pensato prima!
La pubblicità, come ben si sa, è l’anima del commercio. La famigerata riforma dell’Università è stata la
più grande politica pro-pubblicitaria che l’Italia ha
conosciuto dopo il Regime: lottizzare i corsi, creando
uno sproposito di Corsi di Laurea dal nome affascinante ed esotico, ha mosso pubblicitari, sociologi e
psicologi. Migliaia di persone hanno così potuto
prendere un nuovo pezzo di carta da aggiungere ai
poster di Madonna alle pareti di casa.
Ovviamente la riforma universitaria ha peggiorato in
un modo assurdo la burocrazia, così da far diventare
un inferno per tutti, dall’ultimo dei bidelli al Magnifico Rettore di ogni centro universitario, la registrazione di un esame.
Non è da sottovalutare, però, che dal 2001 ad oggi il
numero dei “dottori in qualche cosa” è aumentato a
dismisura: nessuno sa che cosa studia, ma questo non
è un granché importante.
Prima la bizzeffa di corsi, poi la moltitudine di lauree
ad honorem, poi i diecimila punti sulla Fidaty Card
ed il cerchio è chiuso.
Post scriptum per rimanere in tema di
“Comunicazione”. Spero sia veramente servita la decisione del dott. Rossi riguardante ai referendum. Durante
il concerto del 7 Giugno a Torino Vasco ha fatto troneggiare sul palco 4 cartelloni contenenti enormi SI e ha
invitato tutti gli istanti ad andare a votare al referendum
del 12 – 13 giugno! In questo caso, onore a Vasco!
Marco Zunino
C’è solo un problema in tutte queste meraviglie. I
posteggiatori, famosi utilizzatori di titoli onorifici
usati a casaccio per ingraziarsi l’avventore automobilistico, in questa nuova Italia di “egregi dottori”,
non sanno più che titolo onorifico utilizzare per far
contenti i signori clienti.
Gravi problemi affliggono il nostro Paese…
Michele Filippo Fontefrancesco
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Sinistramente, n°3, supplemento al numero attuale di Rinnovamento. Periodico del Comitato Zona DS di Alessandria – Dr.Resp. Giuseppe Vignolo –
Redazione Via Castellani,9 Alessandria tel. 1031/234320 – Pubblicazione mensile Aut. Trib. Alessandria 198 del 1/4 1970 – Sped.in abbonamento postale art.2 comma 20c legge 662/96 – Filiale di Alessandria – Aut. P.T. Alessandria
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sinistramente 03