Suore di G esù Redentore
Casa Generalizia
V ia I m aggio, 43
00013 Fonte N uova (Roma)
Gloria a Dio solo!
Fonte Nuova,
26 dicembre 2012
Carissimi,
… una ricorrenza molto importante per la nostra Famiglia Religiosa: 150°
anniversario dell’incontro della Fondatrice con Pio IX, avvenuto il 15 gennaio
1863, un evento che ha dato una decisiva svolta alla sua esistenza e che ha
avuto una forte ripercussione nella nostra storia.
Nel diario autobiografico, nel descrivere tale avvenimento, Victorine parla
di “epoca di grazia, giorno di grazia per eccellenza”. Sì, una grazia inaspettata, anche se fortemente desiderata, vissuta intensamente ed a cui fa
continuamente riferimento nelle successive vicende della sua movimentata
esistenza. Le parole del Papa sono l’espressione chiara della volontà di Dio
su di lei, danno un forte impulso al suo faticoso peregrinare rinvigorendo la
sua tenacia, il suo coraggio, la sua fede.
E che sorprendete coincidenza poter celebrare questo 150° anniversario
nell’anno della fede! È una grazia anche per noi, oggi, e cercheremo di viverla intensamente nella preghiera, intensificando la nostra vita spirituale nella
fedeltà al carisma che lo Spirito ha suscitato nel cuore della Fondatrice e,
rendendo grazie per la sua vita, la sua risposta, l’eredità preziosa che ci ha
trasmesso…
Chiediamo alla Fondatrice di accompagnarci in questo cammino e di intercedere per ognuno di noi… perché, alimentati alla sorgente della Parola e
dell’Eucaristia, diventiamo sempre più autentici testimoni di fede. E ciò di cui i
nostri tempi hanno bisogno, una fede forte e gioiosa che sappia accendere
nel cuore degli uomini la fiamma della speranza e dell’amore.
A tutti con fraterno affetto in Cristo Redentore e Maria Riconciliatrice
1
Da quell’incontro… una vita nuova
Molto complessa la vita di Victorine: un continuo andirivieni prima da un posto all’altro della
Francia e poi per le strade di Roma, un susseguirsi di avvenimenti che la destabilizzano senza sosta, ma porta nel cuore un fuoco che deve a tutti i costi far divampare per la “causa di Cristo Redentore”
E avanza maestosa, serena ed anche gioiosa in mezzo a una pioggia di guai, di tentativi
falliti, di imprevedibili disfatte, come afferma Don L’Arco nella biografia di cui è l’autore.
Avanza felice, con costanza e perseveranza, pregando, sorridendo, cantando.
Avanza giorno dopo giorno, pur tra difficoltà, tradimenti, rifiuti, abbandoni, lunghe attese
senza risposte e tante delusioni. Nel suo cuore, però, non c’è ombra di rancore, di ripensamenti, di
incertezze.
Avanza spedita verso la meta perché è sorretta da una grande fede. Una fede intrepida,
forte, coraggiosa, appassionata. Una fede che scandisce quotidianamente i suoi passi fino ad orientarli ad un personale incontro con il Vicario di Cristo.
«Giorno di grazia per eccellenza!» - lo definisce nel suo diario autobiografico. E lo è effettivamente. Il 15 gennaio 1863 segna una svolta determinante nella vita di Victorine e ci porta a distinguere due tappe fondamentali nella sua esistenza: un prima e un dopo:
- prima dell’eccezionale udienza con Pio IX c’è in lei una ricerca instancabile della volontà
di Dio, vuole discernere il suo progetto, interpella vescovi, prelati, indaga, cerca di capire…
- dopo quel 15 gennaio in lei tutto è chiaro: il Vicario di Cristo le indica la strada da percorrere, anche se non del tutto consone a quanto desidera e, la sua parola orienta ormai decisamente
i suoi passi. Da quel particolarissimo incontro scaturisce una vita nuova.
C’è anche da precisare che, a livello canonico, quell’udienza non ha alcun valore. Il Papa la
rimanda infatti alla decisione dei vescovi nelle cui diocesi dovrà operare. Ma nel cuore di Victorine
non c’è più l’ombra di incertezza: per lei la Congregazione è nata! E dovrà lottare e faticare ancora
per venti anni per vedere finalmente qualche frutto. Ma avanza coraggiosamente, con grande fede. Il rescritto firmato dal Papa è un tesoro inalienabile: è l’attestato indiscutibile della nascita di
una nuova famiglia religiosa nella Chiesa.
Ma perché Victorine arriva all’udienza con Pio IX ?
Dopo la morte del padre, avvenuta il 12 giugno 1860, Victorine si trova a Fréjus, nel sud
della Francia. Dietro consiglio del suo direttore spirituale, si rimette in cammino «avendo una fiducia assoluta nell’obbedienza religiosa e non temendo di sacrificare ad essa con fede, tutti i miei
pensieri e le opere stesse».1
Trascorre ancora un anno a Fréjus per provvedere alla sistemazione di due giovani orfane
che si erano prese cura del Signor Le Dieu. Il 1 luglio 1861 parte per Avranches e il suo primo impulso è riprendere l’opera dove l’aveva lasciata tanti anni prima,… ma le difficoltà riemergono.
Si reca dal Vescovo di Coutances che «paralizzato da tre anni, era in uno stato da far pietà». Riconosce però Victorine, la benedice e le promette di sottoporre tutto al suo consiglio. E che
succede? Tra un parere e l’altro le cose cominciano a complicarsi, anche il parroco si ammala e
muore. Approfitta quindi di un pellegrinaggio per la canonizzazione dei martiri giapponesi e viene
a Roma. Da sempre la città eterna costituisce per lei un forte richiamo.
“La fedeltà a Pietro – scrive sorella Paola Moschetti – era in lei innata come la fede in Cristo. Ed anche la sua opera non sapeva concepirla se non in dipendenza dal Papa, nel quale ogni
dono che lo Spirito fa alla Chiesa trova conferma ed unità”.
Nel maggio 1862, pellegrina tra i pellegrini, si mette in viaggio «piena di gioia, di speranza
e di abbandono» e trascorre a Roma quasi un anno.
Nel tempo del suo soggiorno romano Victorine ha come guida spirituale un gesuita francese: Padre Philippe de Villefort che, per meglio seguirla, vuol conoscere la sua situazione e le sue
intenzioni. Si mette quindi all’opera e il 10 gennaio 1863 gli risponde così:
1
- I testi tra virgolette riportano le stesse parole di Victorine tratte dal suo diario autobiografico.
2
«Come voi desiderate, Padre mio, cercherò con la grazia di Dio e nella calma più grande,
di darvi un’idea generale della mia vita…». E fa un po' la presentazione di se stessa:
«Non ho avuto doni soprannaturali che in due sole circostanze, ma la mia vita è straordinaria e piena di prove. La più penosa è quella che dura da circa tre anni durante i quali la Provvidenza mi ha privato di una direzione chiara e ferma. Sono venuta a Roma con la speranza
di trovare questa direzione che mi manca.
(Infatti il Vescovo è stato colpito da paralisi, il parroco è morto, il direttore spirituale è molto
incerto)
Il mio cuore che Dio ha fatto molto generoso si apre facilmente e con franchezza.
Sento un gran bisogno di dedizione e di obbedienza; ho una costanza inalterabile,
Non abbandono una via tracciata che nell'impossibilità assoluta di proseguire...
Non esagero nulla perché non ho interesse alcuno a farlo; parlerò davanti a Dio come se dovessi morire tracciando queste righe.
Non lo faccio che per illuminarvi sul passato e sul presente, affinché possiate giudicare saggiamente per l’avvenire.
Se troverete questo scritto un po’ lungo pensate che rappresenta 53 anni di vita. Lo racchiuderò in due parole: obbedienza e sacrificio...»
E descrive poi tutti gli avvenimenti più significativi della sua esistenza. Ricorda i suoi genitori, la sua fanciullezza, l’adolescenza, l’intuizione della sua vocazione, i tentativi fatti per lasciare
la famiglia e ritirarsi in un convento, tutte le volte che, per un motivo o un altro, è dovuto tornare a
casa, i viaggi affrontati per seguire il padre nel sud della Francia, i pellegrinaggi a La Salette dove
è miracolosamente guarita, l’incontro con il curato d’Ars, i vani tentativi di dare l’avvio all’opera e
finalmente il viaggio a Roma per incontrare personalmente il Papa a cui presentare la sua richiesta.
E’ il grande ideale che dal di dentro la divora che la spinge verso del Vicario di Cristo con
tutta la fede di cui il suo spirito è capace perché, lei stessa lo sottolinea, «non volendo seguire altro che l’obbedienza, non avrei fatto alcun passo che non fosse da essa regolato, avrei aspettato a
Roma finché fosse piaciuto a Dio di farmi continuare l’opera sua». La convinzione che porta nel
cuore è chiara: «Il Santo Padre può da solo concedere con larghezza tutto ciò che si può desiderare per quest’opera. Se egli la benedice, se ne deve sperare una buona riuscita. Se egli avrà
quest’ispirazione, sarà questo il segno della volontà divina, perché tra Dio e me non c’è che lui».
A Roma si presenta al Superiore generale dei Carmelitani, Padre Eliseo dell’Immacolata
Concezione, per riceverne la benedizione. E’ lui che l’incoraggia a chiedere un’udienza dal Santo
Padre, anche se la cosa sembra difficile per le cattive condizioni di salute in cui si trova Pio IX. Egli
insiste:«Domandate subito un’udienza, figlia mia. Voi non avete alcun appoggio umano, anzi ogni
appoggio umano vi è negato. La voce del Sommo Pontefice sarà dunque la voce di Dio stesso».
E’ ciò che Victorine desidera nel profondo di se stessa e con grande sorpresa di tutti, la sua richiesta è accolta: il 15 gennaio 1863, alle tre del pomeriggio.
Dopo la storica udienza annota nello stesso diario quanto è avvenuto. Oggi, a distanza di
150 anni, possiamo affermare che forse è grazie alla spinta di Padre De Villefort che abbiamo tra
le nostre mani la sua autobiografia ed il vivo racconto dell’inaspettato incontro con Pio IX così
com’è scaturito dal suo cuore.
Viviamo con gratitudine quest’anniversario. Siamo tutte convinte che, quel sacco che la
Fondatrice portava sempre con sé, conteneva certamente il rescritto firmato da Pio IX, la sua più
grande ricchezza. Non se n’è mai distaccata. Solo in punto di morte l’ha affidato alla Marchesa
Serlupi come una preziosa eredità da custodire.
E quando, proseguendo il cammino, le difficoltà prendevano il sopravvento, lei non ha avuto ombra di dubbio:
«Ma io, per dire la verità, non faccio assegnamento che sul Breve del Sommo Pontefice
Pio IX, che realizza la pro- fezia del curato d’Ars su quest’opera».
3
Celebriamo quest’anniversario soprattutto nella preghiera, intensificando la nostra vita spirituale nella fedeltà all’eredità ricevuta e rendendo grazie al Signore per questa donna così ardita
che ha vinto ogni ostacolo pur di far fiorire il carisma di riparazione e di riconciliazione che il Signore ha voluto affidarle.
In ogni comunità faremo riferimento a quest’evento con un particolare triduo che articoleremo così:
- 12 gennaio: Celebriamo la fede invocando lo Spirito
- 13 gennaio:: Celebriamo la fede accogliendo il suo dono
- 14 gennaio: Celebriamo la fede rendendo grazie
E il 15 gennaio: Celebriamo la fede nella memoria di un sì
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12
gennaio
Celebriamo la fede
invocando lo Spirito
Canto (scelto dalla comunità)
Preghiera introduttiva
Solo Tu, Spirito Santo, che dai forza
nel cammino della vita,
sei stato l’ispiratore e la guida
nell’esistenza di Victorine Le Dieu.
Sei stato Tu a far germinare in Lei il grande ideale
di riparazione e di riconciliazione
che ha trasmesso alla Chiesa e al nostro tempo.
Tu solo puoi custodire la fedeltà alla missione
affidata particolarmente a noi che, oggi,
ne seguiamo le orme.
Sii Tu l’ispiratore di ogni nostro pensiero ed azione
e rendici attente a percepire ed a discernere,
tra tante voci,
il tuo gemito inesprimibile,
il tuo se pur impercettibile sussurro,
il tuo mormorio leggero.
Ci uniamo alla sua fervente supplica
e, con Lei, ti chiediamo:
«Vieni Spirito Santo e rinnova totalmente
quest’opera riparatrice
intrapresa per tua ispirazione
e santificata, senza alcun dubbio,
dalle grazie che le sono concesse».
Dalla lettera ai Romani (8,26-30)
Lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché nemmeno sappiamo che cosa sia
conveniente domandare, ma lo Spirito stesso intercede con insistenza per noi, con gemiti
5
inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa quali sono i desideri dello Spirito, poiché egli intercede per i credenti secondo i disegni di Dio.
Del resto, noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio, che sono stati chiamati secondo il suo disegno. Poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto li ha
anche predestinati ad essere conformi all'immagine del Figlio suo, perché egli sia il primogenito tra molti fratelli; quelli poi che ha predestinati li ha anche chiamati; quelli che ha
chiamati li ha anche giustificati; quelli che ha giustificati li ha anche glorificati.
Responsorio
Rit.:
Donaci, Signore, un cuore che ascolta
Dio dei padri e Signore di misericordia, *
che tutto hai creato con la tua parola,
che con la tua sapienza hai formato l'uomo, *
perché domini sulle creature che tu hai fatto,
e governi il mondo con santità e giustizia *
e pronunzi giudizi con animo retto,
dammi la sapienza, che siede accanto a te in trono *
e non mi escludere dal numero dei tuoi figli,
perché io sono tuo servo e figlio della tua ancella, †
uomo debole e di vita breve, *
incapace di comprendere la giustizia e le leggi.
Anche il più perfetto tra gli uomini, †
privo della tua sapienza, *
sarebbe stimato un nulla.
Con te è la sapienza che conosce le tue opere, *
che era presente quando creavi il mondo;
essa conosce che cosa è gradito ai tuoi occhi *
e ciò che è conforme ai tuoi decreti.
Mandala dai cieli santi, *
dal tuo trono glorioso,
perché mi assista e mi affianchi nella mia fatica *
e io sappia ciò che ti è gradito.
Essa tutto conosce e tutto comprende: †
mi guiderà con prudenza nelle mie azioni *
e mi proteggerà con la sua gloria.
Gloria al Padre e al Figlio, *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen .
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Preghiamo con la Fondatrice
«Nulla possiamo di buono senza lo Spirito di Dio.
Tutto possiamo per Lui per la vita eterna.
Signore, io credo!
Spirito Santo, Re della città beata
con il Tuo aiuto voglio consacrarti
con tutto il cuore fino all’ultimo respiro
tutta la mia vita per l’eternità.
Vieni, Spirito Santo,
dirigi Tu stesso i nostri cuori
e sostieni i nostri passi.
Spirito Santo, che solo puoi illuminarci e sostenerci,
non venirci meno,
dirigici in tutte le nostre vie,
dona a tutti la dolcezza e lo Spirito di Gesù!
Vieni, Spirito Santo, rinnova la faccia della terra!
Vieni e regna su noi sempre! Amen»
7
13
gennaio
Celebriamo la fede
accogliendo il suo dono
Canto (scelto dalla comunità)
Preghiera introduttiva
Solo Tu, Spirito Santo, che dai forza
nel cammino della vita,
sei stato l’ispiratore e la guida
nell’esistenza di Victorine Le Dieu.
Sei stato Tu a far germinare in Lei il grande ideale
di riparazione e di riconciliazione
che ha trasmesso alla Chiesa e al nostro tempo.
Tu solo puoi custodire la fedeltà alla missione
affidata particolarmente a noi che, oggi,
ne seguiamo le orme.
Sii Tu l’ispiratore di ogni nostro pensiero ed azione
e rendici attente a percepire ed a discernere,
tra tante voci,
il tuo gemito inesprimibile,
il tuo se pur impercettibile sussurro,
il tuo mormorio leggero.
Ci uniamo alla sua fervente supplica
e, con Lei, ti chiediamo:
«Vieni Spirito Santo e rinnova totalmente
quest’opera riparatrice
intrapresa per tua ispirazione
e santificata, senza alcun dubbio,
dalle grazie che le sono concesse».
Dalla lettera ai Galati (5,13.16-26)
Voi infatti, fratelli, siete stati chiamati a libertà. Purché questa libertà non divenga un pretesto per vivere secondo la carne, ma mediante la carità siate a servizio gli uni degli altri. Vi dico dunque: camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare i desi8
deri della carne; la carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda, sicché voi non fate quello che vorreste.
Ma se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete più sotto la legge. Del resto le opere della
carne sono ben note: fornicazione, impurità, libertinaggio, idolatria, stregonerie, inimicizie,
discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere; circa queste cose vi preavviso, come già ho detto, che chi le compie non erediterà il
regno di Dio. Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza,
bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé; contro queste cose non c'è legge.
Ora quelli che sono di Cristo Gesù hanno crocifisso la loro carne con le sue passioni e i
suoi desideri. Se pertanto viviamo dello Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito.
Preghiamo:
• Vieni, Spirito Santo, fa’ crescere in noi il frutto dell’amore perché sappiamo dilatare gli spazi della nostra anima.
Guarisci le divisioni che sconvolgono la nostra umanità
e le divisioni che ci lacerano.
• Vieni, Spirito Santo, fa’ crescere in noi il frutto della gioia
che nasce nell’adesione alla volontà del Padre.
Guarisci la tristezza che spesso domina i nostri cuori
delusi dalla superficialità e incapaci di donare
gratuitamente.
• Vieni, Spirito Santo, fa’ crescere in noi il frutto della pace
che il Cristo Risorto continuamente ci dona.
Guarisci la falsa pace che spesso ci costruiamo
fondata su certezze umane e sugli equilibri di potere.
• Vieni, Spirito Santo, fa’ crescere in noi il frutto della pazienza che sa attendere i tempi di Dio
e la conversione nostra e dei fratelli.
Guarisci la nostra impazienza
che ci conduce a pretendere tutto subito
e ad essere aggressivi e prepotenti.
• Vieni, Spirito Santo, fa’ crescere in noi
il frutto della benevolenza per essere affabili con tutti,
capaci di dialogo e di dolcezza.
Guarisci la nostra durezza
e l’incapacità di dialogare autenticamente con gli altri.
• Vieni, Spirito Santo, fa’ crescere in noi il frutto della bontà
per uscire da noi stessi e cercare sempre generosamente
il bene del prossimo.
Guarisci il nostro opportunismo che ci inclina
a dare solo per ricevere,
a ricercare il nostro tornaconto.
• Vieni, Spirito Santo, fa’ crescere in noi il frutto della fedeltà
per rimanere fermi e saldi in Dio,
attendibili e fiduciosi nei confronti dei fratelli.
Guarisci le nostre infedeltà quotidiane,
la non coerenza che ci impedisce di essere
testimoni credibili del Regno di Dio.
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• Vieni, Spirito Santo, fa’ crescere in noi il frutto della mitezza per assomigliare a Cristo che essendo Dio
si è fatto uomo, schiavo, pane.
Guarisci la nostra superbia che ci impedisce
di costruire relazioni serene
perché siamo incapaci di dimenticare noi stessi
e non ci fa entrare nella logica del servizio
gratuito, nascosto e generoso.
• Vieni, Spirito Santo, fa’ crescere in noi
il frutto del dominio di sé che ci rende liberi
da ogni passione disordinata e lascia posto
alla continua comunione con Dio
e al sereno incontro con i fratelli.
Guarisci le nostre schiavitù, i legami dominati
dalla possessività, dalla gelosia, dal piacere,
l’ambizione smodata del potere
e del successo ad ogni costo.
Preghiamo con la Fondatrice
Dio mio, eccomi. Il mio spirito va errando
tra passato, presente e avvenire
e solo in Te trova forza, luce, aiuto.
Tu sei l’Eterno, il Grande, l’Onnipotente!
Solo ai tuoi piedi sono sicura.
Tu solo puoi operare nei cuori dei grandi e dei piccoli
dando e mantenendo la vera sapienza
e la buona volontà.
Non abbandonarmi, o Dio, sostieni i miei passi.
10
14
gennaio
Celebriamo la fede
in azione di grazie
Canto (scelto dalla comunità)
Preghiera introduttiva
Solo Tu, Spirito Santo, che dai forza
nel cammino della vita,
sei stato l’ispiratore e la guida
nell’esistenza di Victorine Le Dieu.
Sei stato Tu a far germinare in Lei il grande ideale
di riparazione e di riconciliazione
che ha trasmesso alla Chiesa e al nostro tempo.
Tu solo puoi custodire la fedeltà alla missione
affidata particolarmente a noi che, oggi,
ne seguiamo le orme.
Sii Tu l’ispiratore di ogni nostro pensiero ed azione
e rendici attente a percepire ed a discernere,
tra tante voci,
il tuo gemito inesprimibile,
il tuo se pur impercettibile sussurro,
il tuo mormorio leggero.
Ci uniamo alla sua fervente supplica
e, con Lei, ti chiediamo:
«Vieni Spirito Santo e rinnova totalmente
quest’opera riparatrice
intrapresa per tua ispirazione
e santificata, senza alcun dubbio,
dalle grazie che le sono concesse».
Dalla lettera ai Colossesi (1-3-20)
Noi rendiamo continuamente grazie a Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, nelle
nostre preghiere per voi, per le notizie ricevute della vostra fede in Cristo Gesù, e della carità che avete verso tutti i santi, in vista della speranza che vi attende nei cieli. Di questa
speranza voi avete già udito l'annunzio dalla parola di verità del vangelo che è giunto a
voi, come pure in tutto il mondo fruttifica e si sviluppa; così anche fra voi dal giorno in cui
avete ascoltato e conosciuto la grazia di Dio nella verità, che avete appresa da Epafra,
11
nostro caro compagno nel ministero; egli ci supplisce come un fedele ministro di Cristo, e
ci ha pure manifestato il vostro amore nello Spirito.
Perciò anche noi, da quando abbiamo saputo questo, non cessiamo di pregare per voi, e
di chiedere che abbiate una conoscenza piena della sua volontà con ogni sapienza e intelligenza spirituale, perché possiate comportarvi in maniera degna del Signore, per piacergli
in tutto, portando frutto in ogni opera buona e crescendo nella conoscenza di Dio; rafforzandovi con ogni energia secondo la potenza della sua gloria, per poter essere forti e pazienti in tutto; ringraziando con gioia il Padre che ci ha messi in grado di partecipare alla
sorte dei santi nella luce.
È lui infatti che ci ha liberati dal potere delle tenebre
e ci ha trasferiti nel regno del suo Figlio diletto,
per opera del quale abbiamo la redenzione,
la remissione dei peccati.
Egli è immagine del Dio invisibile,
generato prima di ogni creatura;
poiché per mezzo di lui
sono state create tutte le cose,
quelle nei cieli e quelle sulla terra,
quelle visibili e quelle invisibili:
Troni, Dominazioni, Principati e Potestà.
Tutte le cose sono state create
per mezzo di lui e in vista di lui.
Egli è prima di tutte le cose e tutte sussistono in lui.
Egli è anche il capo del corpo, cioè della Chiesa;
il principio, il primogenito di coloro
che risuscitano dai morti,
per ottenere il primato su tutte le cose.
Perché piacque a Dio
di fare abitare in lui ogni pienezza
e per mezzo di lui riconciliare a sé tutte le cose,
rappacificando con il sangue della sua croce,
cioè per mezzo di lui,
le cose che stanno sulla terra
e quelle nei cieli.
Salmo responsoriale
Rit.: Rendiamo grazie al Signore,
eterna è la sua misericordia
E’ bello dar lode al Signore
e cantare al tuo nome o Altissimo.
Lodino tutti il nome del Signore
perché Egli disse e furono creati.
Lodino il suo nome con danze,
con timpani e cetre gli cantino inni.
Cantate al Signore, benedite il suo nome
annunziate la sua salvezza.
Come il tuo nome o Dio,
così la tua lode si estende
sino ai confini della terra;
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è piena di giustizia la tua destra.
Dal sorgere del sole al suo tramonto
sia lodato il nome del Signore.
Noi ti rendiamo grazie, o Dio,
ti rendiamo grazie:
invocando il tuo nome,
raccontiamo le tue meraviglie.
Lodate, servi del Signore,
lodate il nome del Signore.
sia benedetto il nome del Signore,
ora e sempre.
Gloria al Padre, e al Figlio
e allo Spirito Santo.
Com’era nel principio,
ora e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen!
Preghiamo con la Fondatrice
Dio Onnipotente e buono,
pietà per il mondo e per noi.
Pietà per i poveri ciechi che si perdono.
Pietà per quelli che ti amano
e vogliono farti amare.
Richiama le anime smarrite,
da’ a tutti la vera luce.
Signore. venga il Tuo Regno!
Sia fatta la Tua volontà!"
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15
gennaio
Celebriamo la fede
nella memoria di un sì
Canto (scelto dalla comunità)
“Far memoria” di una persona porta naturalmente a ricordare alcuni aspetti che hanno caratterizzata la sua vita. Ma per Victorine è difficile, in effetti quando una vita diventa eroismo si potrebbero
evidenziare molteplici aspetti... Tuttavia parlare di Victorine porta senza dubbio a far memoria della
sua fede, una fede che poggia sulla speranza ed opera per mezzo della carità.
Dalla lettera agli Efesini (6,16-20)
Tenete sempre in mano lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infuocati del
maligno; prendete anche l'elmo della salvezza e la spada dello Spirito, cioè la parola di
Dio. Pregate inoltre incessantemente con ogni sorta di preghiere e di suppliche nello Spirito, vigilando a questo scopo con ogni perseveranza e pregando per tutti i santi, e anche per me, perché
quando apro la bocca mi sia data una parola franca, per far conoscere il mistero del vangelo, del
quale sono ambasciatore in catene, e io possa annunziarlo con franchezza come è mio dovere.
Responsorio
Rit.: Mia forza e mio canto è il Signore
d’Israele in eterno è il Salvatore.
Renderò grazie al Signore con tutto il cuore,
nel consesso dei giusti e nell’assemblea.
Grandi le opere del Signore,
le contemplino coloro che le amano.
Le sue opere sono splendore di bellezza,
la sua giustizia rimane per sempre.
Ha lasciato un ricordo dei suoi prodigi:
pietà e tenerezza è il Signore.
Egli dà il cibo a chi lo teme,
si ricorda sempre della sua alleanza.
Mostrò al suo popolo la potenza delle sue opere,
gli diede l’eredità delle genti.
Le opere delle sue mani sono verità e giustizia,
stabili sono tutti i suoi comandi,
immutabili nei secoli per sempre,
eseguiti con fedeltà e rettitudine.
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Dal diario della Fondatrice:
“Il cuore ha superato la penna che non ha potuto ancora raccontare la giornata benedetta di giovedì
scorso (15 Gennaio 1863). Epoca di grazia, giorno di grazia per eccellenza! Ne ricorderò alcune ore
soltanto e questo per cominciare una nuova vita di Magnificat e di Fiat!
Alle tre del pomeriggio salivo i gradini della sala d’aspetto e la guardia di servizio mi ritirava il biglietto per l’udienza particolare del Sommo Pontefice Pio IX. Dal giorno innanzi perfettamente
tranquilla non facevo che un atto di obbedienza incondizionata alla parola che sarebbe pronunziata
sul mio unico desiderio. Parola che l’avrebbe realizzato o l’avrebbe fatto svanire come un sogno: e
questo sogno durava da più di trent’anni! Del resto a mano a mano che mi accorgevo di un vicino
risveglio o per agire o per prendere un’altra via, tenevo nella pace lo spirito con la preghiera e la
ferma volontà di seguire le orme, ovunque così visibili in quei luoghi, di San Pietro e San Paolo e di
tante anime sante che hanno subito il martirio in tutti i modi.
Nessuna prevenzione poteva turbare il supremo Giudice: nulla era giunto a lui fuorché un semplicissimo nome del tutto sconosciuto e da nessuno raccomandato. Prima di me parecchie comitive di
donne straniere attendevano con me il segno di andare innanzi e, molto lentamente, da una sala
all’altra fino al luogo tanto desiderato talvolta solo per curiosità, per la vanità o per il rispetto, la
confidenza, l’amore e anche la venerazione. Per me era più che confidenza, amore, venerazione. Io
andavo a cercare un comando del Maestro Gesù dalla bocca del Suo Vicario.
Ci sono molte cose che non è possibile esprimere, non tenterò di farlo, ma riferirò semplicemente le
parole e i gesti scolpiti indelebilmente nella mia memoria. Non esagero nulla: scrivo alla lettera le
parole che abbiamo scambiate: ripeto ciò che ho detto davanti a Dio e per Dio. Non avevo preparato
alcuna frase perché aspettavo tutto dalla grazia del momento per i meriti del buon Gesù invocato
tante volte specialmente da qualche settimana. Non avevo avuto, dunque, lo ripeto, alcuna raccomandazione umana... E, contro ogni ragionevole speranza, io speravo la riuscita della mia domanda.
Quando l’ultima portiera fu aperta io non avevo potuto ancora prendere visione del cerimoniale in
uso... Avrei fatto più delle tre genuflessioni obbligatorie se avessi fatto qualche altro passo. Ma ero
giunta ai piedi del Santo Padre e stavo piegandomi di più per baciarli, quando egli stese verso di me
la sua mano cosicché le mie labbra poterono imprimersi un istante sull’anello del Pescatore... Ero
molto commossa, ma non turbata. Da principio non potei dire che queste parole:
“Santissimo Padre, Santissimo Padre!”
“Alzatevi, figlia mia - mi disse porgendomi ancora una volta la mano a baciare - avete uno sposo?”.
“No, Santissimo Padre, Dio solo.”
“Bene, figlia mia, fortunata voi che l’avete scelto”.
“Non sono stata io a sceglierlo, Santissimo Padre, ma
è Lui che mi ha chiamato fin dalla prima infanzia”.
“Bene, figlia mia, siategli fedele”.
“Santissimo Padre, soltanto l’obbedienza alla Sua voce e a quella delle guide che Egli mi ha dato,
mi ha condotto fin qui... Se avessi seguito la mia ragione da molto tempo mi sarei rifugiata nel
chiostro del Carmelo, ma la salute e i doveri familiari vi si sono opposti da prima; quando poi sono
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restata finalmente più libera, la direzione spirituale che Dio mi ha dato, mi spinge alle opere di carità nel mondo”.
“Sì, sì, alle opere di carità nel mondo - riprese Sua Santità - alle opere di carità.”
“Santissimo Padre, voi avete il diritto di impormelo, io sono venuta ai vostri piedi per obbedirvi
come a Dio stesso”.
Gli feci allora un cenno generale della mia vita e dell’abbandono alla santa obbedienza e soggiunsi:
“Santissimo Padre, io sono ormai innanzi negli anni, ho poca salute e mezzi... credo aver bisogno di
ritirarmi per pregare soltanto”.
“No, no, figlia mia, disse più energicamente, alle opere di carità nel mondo; dobbiamo lavorare fino
alla fine e provare la nostra fede con la nostra carità”.
Allora, penetrata sempre più di fede, di abbandono, di carità, sentendo di dover lasciare da parte
ogni motivo personale e umano davanti a quell’ordine, dissi:
“Santissimo Padre, fra Dio e me non ci siete che Voi, e Voi siete la via senza illusione. Se è necessario rinunziare al desiderio che credo utile per garantire la mia debolezza, vi prego di concedermi
le grazie che mi potranno fortificare e aiutare a salvare le anime”.
Così dicendo gli presentai la supplica esponendogli le mie aspirazioni, le mie prove e la mia situazione attuale.
“Siete molte di quest’idea?” - mi chiese.
“Santissimo Padre, sono ancora sola in casa mia, non avendo voluto ricevere altre, prima di avere il
Santissimo, base e vincolo di ogni vita religiosa”.
Sua Santità diede un’occhiata alla domanda prima dal suo posto; poi si avvicinò ad una finestra e la
rilesse con grande attenzione. Ritornò quindi al tavolo molto alto al quale prima stava appoggiato, e
scrisse in fondo alla supplica adagio e a lungo. Mentre scriveva le sue labbra erano atteggiate ad un
sorriso così affabile che mi era impossibile pensare ad un rifiuto. Mi restituì il foglio sorridendo ancora.
“Santissimo Padre - dissi - vedo che non mi negate nulla; degnatevi dunque benedire anche le insegne della mia dedizione al buon Dio: l’anello che porta il mio motto e la croce... Arricchitela, ve ne
supplico, di tutte le grazie che concedete a quella dei missionari apostolici. . . “
Gli parlai del desiderio che avevo sempre avuto, sebbene me ne ritenessi indegna, di consacrarmi
specialmente alle missioni estere. Gli dissi:
“Sento veramente nel mio cuore il coraggio e l’abbandono di San Francesco Saverio e vorrei, come
Sant’Ignazio, rinnovare i miei voti ai vostri piedi...”
Allora, dietro il cenno della sua mano, mi inginocchiai e li compendiai nella formula stessa di offerta di Sant’Ignazio che mi si presentò subito alla mente.
Poiché Sua Santità sembrava ascoltarmi sempre con carità e anche con compiacenza aggiunsi ancora di vestire finalmente l’abito religioso da tanti anni preparato e benedetto come segno della mia
consacrazione totale all’adorazione riparatrice. Il Santo Padre me lo concesse.
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“Santissimo Padre - dissi finalmente riboccante di riconoscenza - non credo di aver altro da domandarvi”.
Sua Santità, sempre sorridente come un buon padre, facendomi cenno di ritirarmi, mi diede ancora
la sua ultima benedizione e mi porse a baciare lungamente la mano. La presi tra le mie con
un’emozione e una gioia indicibile...
Uscita di lì mi recai sulla Tomba di San Pietro dove deposi i favori preziosi e abbondanti concessi
per tante anime. Avevo bisogno di rinnovare ancora i miei voti e di trovarvi il coraggio per il nuovo
compito: perché è santo e terribile per la mia debolezza, così contrario al mio desiderio di obbedire
piuttosto che comandare. Soltanto il buon Gesù può guidarmi e sostenermi. Il Suo Sangue divino
sarà offerto ogni giorno per sempre con i miei poveri mezzi. Lui solo può rendere gloria a Dio.
Fiat!”
Magnifica il Signore , anima mia,
la mia anima esulta in Dio!
Alleluia, alleluia, alleluia,
alleluia, alleluia!
«Magnificat e fiat!»
Rinnoviamo la nostra adesione a Te, Signore, secondo lo specifico progetto che Tu hai su ognuna
di noi e sulla nostra Famiglia Religiosa. La luce della fede rischiari ancora il nostro cammino. Sorrette dal Tuo Spirito e sulle orme della nostra Fondatrice, anche noi, oggi, vogliamo dirti:
• Magnificat e Fiat per il dono della vita e perché ci hai consacrato al Tuo servizio in questa Congregazione.
• Magnificat e Fiat per tutti gli avvenimenti incontrati e per quelli che ancora incontreremo nel nostro
cammino di sequela a Te, Cristo Redentore del mondo e della storia.
• Magnificat e Fiat perché in Victorine Le Dieu ci dai un modello di fede incrollabile, di abbandono totale, di dedizione senza limiti.
• Magnificat e Fiat perché hai voluto affidarci un dono prezioso: il carisma di riparazione e di riconciliazione per diffonderlo nella Chiesa e nel mondo.
• Magnificat e Fiat per la povertà che in questi tempi ci chiedi di sperimentare e di vivere e per tante situazioni a cui vorremmo andare incontro, ma i nostri limiti non ce lo concedono.
• Magnificat e Fiat perché, malgrado le nostre infedeltà e resistenze, Tu non ci abbandoni.
• Magnificat e Fiat per gli avvenimenti contrari alla nostra natura ed ai nostri modi di pensare, per le situazioni difficili che spesso dobbiamo affrontare e che Tu ci chiedi di vivere con fede.
• Magnificat e Fiat perché Tu sei un Dio Provvidente e continui a vegliare su di noi infondendoci continuamente speranza, gioia, amore.
• Magnificat e Fiat perché Tu, Signore della storia, sei con noi ogni giorno.
Insieme preghiamo:
Ti lodiamo e ti benediciamo
Signore Gesù,
per l’opera della redenzione
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che hai operato per noi.
Ti lodiamo e ti benediciamo
perché hai suscitato nella Chiesa
Victorine Le Dieu
e l’hai resa apostola intrepida
di Riparazione e di Riconciliazione.
Ella, attratta dal Tuo amore infinito
fattosi dono per noi nell’Eucaristia,
consacrò a Te tutta la sua vita,
tutta se stessa
per collaborare con Te, unico Riparatore,
nell’opera della Redenzione
e riportare ogni uomo
nell’Unità della Trinità.
Ti lodiamo e h benediciamo
perché hai trasmesso questo carisma
al nostro tempo.
Donaci il tuo Spirito
perché possiamo accogliere questo dono
e ci impegniamo concretamente
per l’opera della Riconciliazione
tanto necessaria nella Chiesa e nel mondo.
Amen
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