28 LETTERE E COMMENTI Venerdì 25 febbraio 2011 LETTERE ALLA GAZZETTA Quotidiano fondato nel 1887 Direttore responsabile: GIUSEPPE DE TOMASO Direttore: CARLO BOLLINO S.p.A. Editrice del Sud-Edisud Redazione, Amministrazione, e Stampa: Viale Scipione l’Africano, 264 70124 Bari Presidente e amministratore delegato: Giuseppe Lobuono Consigliere delegato: Giuseppe Ursino Consiglieri: Mario Ciancio Sanfilippo, Domenico Ciancio Sanfilippo, Angela Ciancio Responsabile del trattamento dei dati personali: Giuseppe De Tomaso Sede centrale di Bari: Informazioni tel. 080/5470200 Direzione generale: tel. 5470316 Direzione responsabile: tel. 5470250, fax 5502130, [email protected] Redattori capo: 5470447, fax 5502031, [email protected] Segreteria di redazione: 5470400, fax 5502440, [email protected] Cronache italiane: 5470413, fax 5502080, cronaca.it@gazzettamez zogiorno.it Economia: 5470265, fax 5502150, [email protected] Esteri: 5470247, fax 5502160, [email protected] Interni: 5470209, fax 5502270, [email protected] Attualità regionali e Speciali: 5470364, fax 5502090, [email protected] 5470448, fax 5502210, [email protected] Spettacoli: 5470418, fax 5502100, [email protected] Sport: 5470225, fax 5502490, [email protected] Vita culturale: 5470239, fax 5502100, [email protected] Servizio informazione on line: 5470444, fax 5502220, [email protected] REDAZIONI Bari: (080/5470430) Nordbarese: Barletta (0883/341011) Foggia: (0881/779911) Brindisi: (0831/223111) Lecce: (0832/463911) Taranto: (099/4580211) Matera: (0835/251311) Potenza: (0971/418511) Tirana (Albania): 00355/4359104 ABBONAMENTI: tutti i giorni esclusi i festivi: ann. 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Il titolo era: «Cosa abbiamo imparato in questi 150 anni?». «Alla mia umile platea, ed è sotto suggerimento di un grande consigliere che ho deciso di attendere lo show chiamato “Cosa abbiamo imparato in 150 anni “ alla London Economic School a Londra. Io che da emigrante orgoglioso ero già pronto a farmi un pieno di cultura ed ero pronto a farmi raccontare storie e aneddoti che hanno fatto grande il mio paese in 150 anni... Storie di grandi eroi e di grandi politici... e invece mi trovo di fronte a due V Il mio appello per rilanciare il Belpaese Ho letto con molta attenzione l’articolo del dr. Giacovazzo, che mette in evidenza le carenze morali dei «signori» (?) che ci governano. Ritengo, però, che le critiche, anche se ineccepibili, ma isolate e, comunque, minoritarie non riescono a mandare a casa, per un lungo riposto, chi ha infangato l’Italia (vedasi i negativi commenti di tutte le nazioni europee e dell’America). A mio modesto avviso l’unico modo per liberarci del presidente Berlusconi, che -a causa sua - potrà dedicarsi ad ogni forma di divertimento, tenuto conto del potere economico!, è - forse - l’alleanza fra tutte le forze e correnti politiche, tanto da avere in parlamento una maggioranza forte e compatta. Di conseguenza - per il bene supremo dell’Italia -invito tutti i responsabili dei vari partiti - anche minoritari - ad unirsi in un unico blocco per liberarci della egemonia Berlusconiana. Sono certo che il mio appello verrà accolto per trasformare la nostra patria in una nazione forte civile, morale e rispettata da tutte le nazioni, che - in questa occasione, hanno criticato l’Italia non certo in modo favorevole. Aldo Basalisco Bari La Casta approva soltanto aiuti alle mini-caste Se un povero cristo, per intenderci un pensionato a 500 euro al mese, non paga in tempo utile la bolletta dell'energia elet- L mediocre ballerine (Marco T. e Antonio P.) che altro non fanno che parlarmi di Berlusconi e Ruby.... Vorrei dire a questi gentiluomini... che io già so che la politica del mio paese è corrotta... già so che signori del potere, del mio Paese, dormono con ragazzine... ma speravo almeno che voi... signori della cultura... vi distaccaste dai pettegolezzi della cronaca vera e ci regalavate una serata ricca di cultura e storia... che noi avremmo tenuto conto e ne avremmo discusso in futuro... Oh, menestrelli del leggero e del mediocre... mi riempite la testa con sottili considerazioni... dove va il futuro del mio paese? E con qual diritto vi chiamate Giornalisti? Giornalista era Indro Montanelli... che fu trica, bene che gli vada pagherà il dovuto con gli interessi di mora. Dura lex, sed lex dicevano i nostri avi. E' giusto che una società civile si doti di regole: io quando viaggio in auto e vedo il semaforo verde passo tranquillamente, perché sono sicuro che l'altro automobilista rimane fermo davanti a quello rosso. Eppure nonostante queste regolette di elementare civismo siano palesi ed elementari, c'è sempre qualche furbetto del quartierino che fa il prepotente e tenta di sovvertire le regole comuni. Con il decreto milleproroghe tutti i partiti, quelli che nei talk show fanno finta di darsela di santa ragione, si sono dichiarati disponibilissimi ad aiutare anche quelle consorterie distratte e che hanno sbagliato. Vale a dire: quei partiti che hanno presentato in ritardo la richiesta di rimborso elettorale, nelle scorse elezioni regionali, non devono temere di perdere nulla, godranno lo stesso del rimborso. Finisce qui? Macché! Colpo di spugna anche per quelle multe inflitte alle liste per aver affisso manifesti abusivi durante le elezioni dello scorso anno. Nando Perri Bari Le invidie per le imprese del Cavaliere capace di additare gli Italiani e chiamarli «incivili» per aver ucciso, senza processo e a testa in giù, seppur fascista capo, Mussolini... «Incivili» chiamò gli italiani (e voi sareste mai così coraggiosi da fare questo?). Ho applaudito! Sì, ho applaudito, ma è stato come schiaffeggiare il Cristo! Voi siete ballerine... e Berlusconi è il vostro coreografo... e io nella mia umiltà spero solo che il giorno che Berlusconi decida di abbandonare il campo si porti dietro anche voi... ballerine mediocri che altra balera non troverete... e che precipiterete sul palcoscenico visto che avete deciso di fare lo spettacolo senza rete...! Con grande delusione...!" Luigi Pastore Ginosa (TA) Risponde Valentino Losito Per fortuna ci sono tante Italie nel mondo, non solo l’Italia del bunga bunga. La vera Italia è quella di Dante e Machiavelli, di Bernini e Leonardo. Tutto il resto conta relativamente. go. Questo non accade, invece, per il Cavaliere, le cui bravate erotiche suscitano in gran parte degli italiani, invidia e, addirittura, ammirazione. Salvatore Rapisarda Fasano (Brindisi) pur di allearsi con la Lega nord e quando non ci si riesce si diventa patrioti, così come sono diventati fervidi patrioti anche quelli ai quali, fino a poco tempo fa, la parola patria faceva venire l'orticaria. Ed ora il 17 marzo vogliono addirittura appuntarsi al petto la coccarda tricolore, dimenticando che in quella data il carnevale sarà già passato. Francesco Berardino Foggia L’esempio sbagliato della nobildonna E' polemica per un'intervista a Marina Ripa di Meana andata in onda nel programma domenicale di Federica Panicucci. La gran dama ha detto di aver fatto sesso a soli 8 anni con una cameriera lesbica e che l'esperienza le è molto piaciuta. Trovo assurda la dichiarazione della Ripa di Meana: i rapporti sessuali a 8 anni non sono ammessi e lei avrebbe almeno dovuto dissociarsi, sostenendo almeno questo. A parlare era la stessa donna che, poco tempo fa, si scandalizzava sul "calendario" dedicato a Sarah Scazzi, al quale lei stessa aveva partecipato, salvo poi dissociarsi. La ricordo mentre urlava a un tronista. "Bestie, bestie, non si tratta così una minorenne". Romolo Ricapito Bari E' proprio vero. In Italia vigono due criteri di giudizio morale: quello per i potenti e quello per i "poveri cristi". Sono certo che se, malauguratamente, un giorno io fossi indagato per sfruttamento della prostituzione minorile (inorridisco solo a pensarci!) sarei guardato come un appestato da parte di tutti: familiari, parenti, vicini di casa, amici, conoscenti, baristi, fruttivendoli, parroco, sindaco, maresciallo e tutte le altre autorità religiose, civili e militari del luo- Le lettere vanno indirizzate a La Gazzetta del Mezzogiorno Viale Scipione l’Africano 264, 70124 Bari [email protected] fax 080/54.70.442 LETTERE E COMMENTI 29 Venerdì 25 febbraio 2011 Carte false pur di allearsi con i secessionisti Se ci sentiamo tutti patrioti per il 17 marzo, dovrebbe essere un imperativo categorico per tutti quello di non allearsi con un movimento secessionista, ma la sete del potere spinge tutti, da destra a sinistra passando per il centro, a fare carte false Le infrastrutture servono per unire la Penisola? Ieri ho avuto la (s)fortuna di leggere il “Piano di potenziamento della rete autostradale” (novembre) 2010 di “Autostrade per l’Italia , è impressionante, basta leggerlo per capire la fortissima diseguaglianza che c’è nella distribuzione dei piani di intervento tra Nord e Sud. Su 22 pagine, del libretto infatti, ben 20 sono dedicate a lavori in corso al Centro-Nord, fatta eccezione per l’ampliamento della 3° corsia sulla A3 (Napoli-Pompei est/Scafati). Come si può pensare di festeggiare il 150° anniversario dell’ Unità nazionale se le strategie di sviluppo del Paese non coinvolgono il Sud tanto quanto il Nord? Le infrastrutture servono a unire il Paese e non a dividerlo ancora di più. È ovvio che in questo modo “i moscerini siano più veloci dei treni al Sud”! Se non ci sono le autostrade come si può pensare allo sviluppo del settore ferroviario? L’Italia è “una e indivisibile” o sbaglio? Intanto la Festa del 17 Marzo si avvicina e il Paese continua a correre “a due velocità” nettamente distinte! Altro che Benigni “… non siam popolo perché siam divisi” non dalle rivalità interne, ma dalle autostrade…. Daniele Fattibene Andria comuni, ha favorito la speculazione e l’istallazione selvaggia di parchi eolici e fotovoltaici e impianti a biomasse slegati dagli interessi diffusi sul territorio. Infatti non è stato considerato il ruolo delle aziende agricole per la produzione di energie rinnovabili in un sistema diffuso e sostenibile di produzione energetica, attraverso microimpianti aziendali in alternativa alla creazione dei macro poli energetici ad alto impatto ambientale. E’ stato trascurato quanto più volte la Cia ha proposto sull’esigenza di creare un’indi ANTONIO BARILE* tegrazione al reddito agricolo attraverso l’attività connessa di produzione energetica da fonti rinnovabili. Nello stesso tempo sono state volutamente ignorate le ricadute economiche sul tessuto produttivo e sui cittadini pugliesi. La Cia Puglia propone innanzitutto la moratoria e/o il respingimento delle richieste di connessione dei grandi parchi eolici. fotovoltaici e di biomasse non autoctone, e di assegnare nelle linee guida regionali la priorità alle connessioni e alle istallazioni richieste dalla aziende agricole singole e associate. A questo scopo è necessario adeguare le linee guida regionali che appaiono ancora molto timide nei confronti degli speculatori dei certificati verdi. Nel contempo le nuove linee guida devono diventare la bussola di riferimento per lo smaltimento della montagna di domande di autorizzazione dei macro impianti. La Cia Puglia chiede agli assessori regionali Stefano e Barbanente di istituire un tavolo di concertazione sulle energie rinnovabili e gli impatti sul territorio agricolo con le organizzazioni professionali agricole e le Province pugliesi delegate al rilascio delle autorizzazioni.” * Presidente della Cia - Confederazione italiana agricoltori Puglia DAI CAMPI NO ALLA SPECULAZIONE ENERGETICA >> CONTINUA DALLA PRIMA E cui si concede non solo di pulirsi il didietro col tricolore, ma di essere forza determinante al governo di un Paese che dichiaratamente vuole spaccare. Ma “neoborbonico” non si può dire. Nostalgici, passatisti, patetici. Una vergogna da tenere chiusa in una stanza come nei film dell’orrore. E completamente cancellata dalla storia. Premettiamo: dei Borbone ci può interessare tanto quanto. Così come della polemica se da loro si stesse meglio o peggio, in un secolo in cui non è che abbondassero Stati campioni del benessere o personaggi campioni di democrazia. Lasciamo stare la polemica su chi fosse più ricco. E lasciamo stare la verità storica che i Borbone non è che avessero minacciato nessuno, anzi si videro i garibaldini in casa senza una dichiarazione di guerra e senza che avessero mai detto: no, l’Italia non la vogliamo. Anzi si trattava, e neanche segretamente, per farla insieme e federale. Ma mentre si trattava, qualcuno sparò. Diciamo che la storia si fa anche così. E che un’Italia disunita non avrebbe fatto grandi passi in avanti. Lasciamo stare tutto. Ma la memoria è un’altra cosa. E non si può negare a nessuno. E nessun Paese che si voglia definire Paese, e unito per giunta, può permettersi di tener fuori una parte della sua storia. E non farne i conti. Negli Stati Uniti si è combattuta, e contemporaneamente al Risorgimento, la più atroce guerra civile del mondo occidentale, a Nord. E che comunque buttare come polvere parte il genocidio dei nativi, gli “indiani” dei sotto il tappeto non serve a nessuno. Perché film western. Ma hanno riconosciuto le ra- sono molti, e appassionati, e convinti fino alla gioni dei perdenti e la loro festa nazionale la commozione. Da capire più che demonizzare, festeggiano tutti insieme. Così la Francia con perché rappresentano anch’essi un Sud tenuto sempre ai margini dal rela sua Rivoluzione. E la sto del Paese, fuori dall’ItaGermania. E la Spagna. E lia unita che va a festegl’Inghilterra dopo i Puritagiare se stessa peraltro nelni di Cromwell. E la stessa la più grande disunità posfederale Svizzera, nata da sibile. un massacro fra i Cantoni. Se questo è oscurantiMa anche in Italia si cosmo neoborbonico, si dica mincia a riconoscere pari pure. Chissà se è neobordignità ai morti di Salò, che bonico chi si attende che, stavano dalla parte sbagliaquando un capo del goverta ma chi combatte va rino si alza al mattino, la prispettato perché combatte e ma cosa che faccia è guarbasta. dare una cartina e vedere Non un ricordo, non una dove nel Sud manca un’aulapide, non un cenno sui tostrada o un binario. E libri di scuola, non un fiore IL RE Ferdinando IV di Borbone agire. Guardare la cartina per i meridionali che morirono per la loro terra. E non c’entrano nean- e vedere dove i giovani non hanno lavoro e che i briganti, che vennero dopo e sono altra sono una generazione perduta. Guardare la cosa. Ci possono essere morti di serie A e morti cartina e vedere dove la criminalità è più forte di serie B? E’ vero che si cominciò a criticare il dello Stato che non c’è. Tutti i capi dei governi, Risorgimento nel momento stesso in cui lo si da 150 anni, avrebbero dovuto e, a conti fatti, faceva. Ma poi c’è anche un Risorgimento non l’hanno fatto. Obiezione: ma proprio ora dobbiamo partradito che 150 anni dopo si legge ovunque nel larne, ora che dobbiamo invece riscoprire le Sud, e non solo nei numeri del divario. Tutto questo anima i, pardon, Neoborbo- ragioni dello stare insieme in questo Paese? nici, e gli altri movimenti meridionali, le cui Appunto, il problema è stare insieme, e come. voglie di secessione non sono neanche lon- E poi, se non ora, quando? tanamente paragonabili a quelle della Lega Lino Patruno FERRARA MIRENZI Le lettere, di lunghezza non superiore alle 15 righe, devono indicare nome, cognome, indirizzo e numero di telefono del Lettore. Le lettere anonime non saranno pubblicate. Sarà invece rispettata la volontà di quei Lettori che, in casi eccezionali chiederanno la riservatezza pur indicando le loro generalità. a Puglia deve dire basta alla grande speculazione energetica e al mercato delle pratiche per le connessioni e le autorizzazioni che si è sviluppato in modo distorto nella nostra regione. La Puglia, prima che il nostro paesaggio agrario sia definitivamente compromesso dai grandi parchi energetici, deve passare alla produzione sostenibile di energie rinnovabili. Gli agricoltori devono essere i protagonisti principali della produzione delle energie rinnovabili. La Cia Puglia condivide la promozione e lo sviluppo dell'energia da fonti rinnovabili per i benefici sociali, ambientali ed economici che la green economy può rappresentare per il nostro paese, ma pone altresì l'accento sulla necessità che tutto ciò avvenga nel segno di uno sviluppo locale sostenibile e non come mera occasione di speculazione o di impatto negativo per il territorio e il paesaggio. In Puglia si pone una grande questione relativa alle energie rinnovabili, in particolare del solare e dell’eolico, poiché vi sono richieste di connessione a Terna (Società proprietaria della rete nazionale di energia elettrica) di una potenza di ben 48mila Megawatt, cioè il 40% del totale nazionale delle richieste, che ammonta di 120mila Megawatt. E’ evidente che ci troviamo di fronte a una richiesta abnorme, mossa dalla speculazione sui certificati verdi proveniente da ogni parte d’Italia e d’Europa, che vede l’infiltrazione anche della criminalità organizzata. La Puglia è la prima regione italiana non solo per il numero delle richieste di connessione a Terna, ma anche per la potenza già installata, costituita prevalentemente da grandi impianti eolici, fotovoltaici e a biomasse importate, con gravi ripercussioni ambientali in vari paesi del terzo mondo. L’approvazione nel settembre 2010 con enorme ritardo, attesa da sette anni, da parte del governo delle linee guida nazionali, unitamente all’assenza di controlli seri di regioni e Un fiore per tutti nell’Italia unita Italia, labirinto senza uscite >> CONTINUA DALLA PRIMA V ale solo richiamare due segni efficaci, uno di dottrina e l’altro normativo. Il primo, del valoroso Aldo Maria Sandulli (1915-1984), con titolo “Ombre sulle istituzioni” del 1971. La prescrizione di legge, del 1977, riconducibile ad altro, grande maestro, Massimo Severo Giannini (1915-2000) che, nel 1980, nella veste di Ministro, consegna, un “Rapporto sulla pubblica amministrazione”. Sulla rivista “Espansione” dell’ottobre di quell’anno, manifesta soddisfazione per l’ordine del giorno approvato dal Senato, il precedente 10 luglio, con direttive per la riforma prospettata.”Se non saremo disturbati, -dichiara- se i miei colleghi di governo mi lasceranno lavorare in pace……”. Dopo pochi giorni, nel nuovo governo, formato il 18 ottobre 1980, non si ritrova tra ben 26 Ministri. Pubblica una nota, sul settimanale “L’Espresso” del 26 ottobre 1980, con il titolo “In eredità vi lascio…”. Al termine di vent’anni di confusa amministrazione statale e varate nuove norme di contabilità pubblica per tutti i soggetti dell’ordinamento, l’Italia avvia, così, dal 1981, la fase finale dell’assetto istituzionale repubblicano, voluta dalla Costituzione per superare i limiti delle politiche nazionali, costituiti da decisioni uguali ovunque e, per questo, inadeguate alle diversità accentuate delle articolazioni territoriali di Penisola e Isole. Attese deluse da divari su divari! Inqualificabile, per ben trent’anni, il modo di realizzare il regionalismo, già descritto su questo giornale, senza eccezioni per alcuno, in base al relativo grado di responsabilità di qualsiasi PRESIDENTE Charles De Gaulle tipo, non solo politico e burocratico. Forse l’opinione pubblica ne sa poco o niente anche perché si parla, s’ascolta e si legge di politica pura e semplice, impiegando 200-250 parole, comprese quelle d’uso comune, con le quali si può costruire un numero incredibile di frasi, come, del resto, fanno i politici in salotti televisivi e su giornali. Dominano una diffusa tendenza a trattare atti gravi e preoccupanti, con rispettive cause ultime e penultime, e un’inspiegabile ostinazione a non voler sapere o far sapere, se conosciuti, i fattori generatori continui delle stesse. Solo avendone piena consapevolezza e rimuovendoli, si esce dal vicolo cieco ed è sempre sotto stretto controllo il brodo di coltura di germi patogeni, tra i quali s’annidano pure quelli che generano corruzione, illegalità, pretese allucinanti, lacerazioni arroganti, fame di danaro e potere, deliri vari. La malavita organizzata mira ad infiltrarsi in ogni dove e ad inquinare ulterior- mente il brodo. In tale clima, l’unica colpa è data solo ed esclusivamente all’altro. Vanno diradati boschi e folti cespugli di norme e regolamenti e varate prescrizioni sui legislatori, quanto a comportamenti e relativa utilità all’Italia intera, responsabilità oggettiva per non attenta vigilanza e scelta di collaboratori tecnici e politici, rapporti corretti tra poteri dello Stato senza animosità sommarie, casi di incompatibilità e ineleggibilità, procedure di candidature di chi esercita attività o funzioni particolari, numero complessivo decente di legislature per la stessa persona (regionali, nazionali, europee), conflitti di interessi rivelatisi, di fatto, numerosi e prima impensabili, compreso quello di chi governa, con giuramento di fedeltà alla Costituzione, e, nel contempo, minaccia secessione, non manifesta rispetto per bandiera e inno nazionali e dichiara mire inconciliabili. Basterebbe il buon senso, ma proprio l’assenza dello stesso è concausa del degrado generale in espansione. E’ ovvio che non dovrebbero provvedere quelli in carica. A nessuno si deve chiedere di segare, per intero, il forte ed alto ramo d’albero sul quale è seduto. Vi rimarrebbe a vita. Il popolo, che tollera l’assurdo, ha davanti a sé la seguente alternativa: 1) Nel giro di un lustro, ritrovarsi popolo, in larga maggioranza, con accresciuti, generali disagi economici, non di un paese povero ma di un povero paese, confermando il timore del Presidente Charles De Gaulle (1890-1970). Un gran numero di alti redditi, non tutti noti al fisco, e spropositate, ingiustificabili distanze tra retribuzioni di e tra dipendenti da organismi vari, che concorrono a produrre non trascurabili, negativi effetti sulla domanda di beni di consumo non solo di massa, e danni per l’intero sistema produttivo; 2) Nello stesso arco temporale, grande festa nazionale, voluta all’unanimità, dopo aver accertato che l’enorme e paralizzante debito pubblico è sceso a circa il 30% del prodotto interno lordo(PIL), grazie ad un continuo, spettacolare fiume planetario di turisti, aggiuntivi ai consueti. Solo per vedere di quale pasta siamo fatti, com’elettorato attivo e passivo, per esserci ridotti così male, tra tante, stupende bellezze naturali, artistiche, paesaggistiche e con un retaggio culturale inenarrabile. Bloccati nel vicolo cieco, con una legge elettorale incredibile per premi di maggioranza che portano all’autoconvinzione d’aver ottenuto consensi pure dagli astenuti. Venuti in Italia, anche al fine di annotare con cura, in ogni campo, quanto non si deve fare per favorire o potenziare ordinato sviluppo, non solo economico, e serena convivenza del proprio paese. Le probabilità del primo caso sono davvero alte, se non ci si sveglia. Irrefrenabile l’invito, all’attento osservatore Giuseppe De Rita, a recuperare il suo articolo sul “Corriere della Sera” del 27 settembre 1980 con il titolo “E’ ora di passare ad una cultura dello sviluppo”, per rilevare e descrivere eventuali differenze tra le profonde, endogene cause di preoccupazioni di allora e d’oggi. In ogni caso, resta la speranza, da alimentare non poco, perché lo stellone d’Italia guarda, ascolta e resta inattivo. Non tollera vilipendi. Luigi Ferrara Mirenzi POLIZIA MUNICIPALE LA LEGGE REGIONALE DARÀ PIÙ SICUREZZA di GERO GRASSI PD, VICEPRESIDENTE COMMISSIONE AFFARI SOCIALI DELLA CAMERA N el mese di gennaio partecipando alle celebrazioni per S. Sebastiano, protettore della PM, ho appreso informazioni che mi hanno indotto ad approfondire problematiche della Polizia Municipale. Ho coinvolto direttamente l’assessore regionale Marida Dentamaro ed il presidente della Regione Nichi Vendola, che con estrema disponibilità hanno evidenziato grande sensibilità sull’argomento. L’appello è stato, dunque, raccolto. Parlavamo di una situazione di stallo in merito alla legge regionale ormai vetusta, che di fatto rende difficile ed in taluni casi impossibile, il lavoro degli operatori in Puglia. Posso affermare con certezza che la Regione ha ripreso a lavorare ad una legge sull’organizzazione e sul coordinamento della Polizia Muncipale. Obiettivo della legge è realizzare politiche integrate per la sicurezza delle persone e delle comunità; dettare norme generali sull’organizzazione funzionale dei servizi, delle attività e sul coordinamento degli stessi; migliorare l’efficacia e l’efficienza della PM su tutto il territorio regionale. Il Corpo di Polizia locale, sottolinea l’articolo 8 della proposta di legge regionale “non può costituire struttura intermedia di settori amministrativi più ampi, né può essere posto alle dipendenze del dirigente e/o responsabile di diverso settore amministrativo”. STAMPELLA -In sintesi, il Corpo della PM non può essere considerato una stampella dell’Amministrazione comunale, chiamato a sopperire alle diverse deficienze che possono verificarsi nei settori amministrativi. La PM ha un ruolo importantissimo, che va chiarito con norme precise, al fine di garantire serenità e sicurezza agli operatori e ai cittadini. La proposta di Legge si compone di 25 articoli, che hanno l’obiettivo di fare chiarezza in materia di sicurezza e indicare linee guida per migliorare i servizi e facilitare il lavoro degli operatori. Diamo uno sguardo veloce ai punti cardine fissati dalla proposta. La Regione, ferma restando la competenza dello Stato in materia di ordine pubblico e sicurezza, provvede a fissare i criteri generali per l’istituzione ed il funzionamento dei Corpi e dei servizi di Polizia locale; determinare le caratteristiche delle uniformi, dei mezzi e degli strumenti operativi in dotazione; coordinare l’organizzazione, adottando atti di indirizzo e stabilendo gli standard organizzativi e la dimensione territoriale ottimale, per lo svolgimento delle funzioni fondamentali. Ancora, deve mirare a migliorare la qualità della vita nei piccoli e grandi centri, attraverso l’incremento della sicurezza urbana; deve promuovere formazione e aggiornamento per tutto il personale; deve promuovere accordi ed intese con gli organi dello Stato e con gli Enti locali, al fine di favorire la collaborazione istituzionale a livello locale. L’articolo 3 riguarda la Provincia ed afferma “per l’esercizio delle proprie competenze istituzionali, la Provincia istituisce un corpo di Polizia Provinciale, con riferimento particolare all’attività ittico-venatoria e di tutela dell’ambiente e del territorio…”. L’articolo 4, invece, detta norme relative i Comuni. Pone in essere una serie di punti, tutti molto importanti. Tra questi ve ne è uno teso a stabilire un principio di sussidiarietà. Si immagina un percorso didattico integrato tra operatori qualificati degli Enti locali ed il volontariato, finalizzato a nuove modalità di intervento nelle periferie e nelle città. Si fa riferimento anche alla promozione di progetti di maggior presidio sul territorio da parte del servizio di Polizia Locale, da estendere, dove possibile, nelle fasce serali e notturne, mediante risorse destinate a tal fine dalla Regione, presupposto essenziale per tutelare la sicurezza del personale coinvolto. Ed ancora, tra le competenze comunali previste: un più vasto programma di sicurezza urbana; la tutela dell’ambiente; campagne informative finalizzate ad esaltare le proprie radici culturali; attività di integrazione dei cittadini immigrati; azioni mirate a ridurre atti di inciviltà, e molto altro. I progetti e gli obiettivi sono pregevoli, ma va sottolineato che per dar loro concretezza sono necessari impegni di spesa. In tal senso ci viene in soccorso l’articolo 13 della Legge regionale, che stabilisce i criteri secondo i quali la Regione concede contributi e promuove interventi. FORMAZIONE -In ogni settore per essere competenti e competitivi la formazione è basilare, motivo per cui ci sembra importante sottolineare la valenza dell’articolo 19, che fornisce informazioni circa l’istituzione di una scuola regionale di Polizia locale. Previsti inoltre corsi di formazione, qualificazione e aggiornamento. E’ istituito un apposito albo regionale dei docenti al fine del conferimento degli incarichi. Agli oneri derivanti dall’attuazione degli interventi previsti dalla legge, si provvede con stanziamenti a carico del bilancio regionale. Se la Puglia, come giustamente sottolineato dagli operatori del settore, vive una situazione di stallo, credo che passi in avanti li farà con l’approvazione della nuova legge.