RIVISTA PER AUTOCOSTRUTTORI DI SISTEMI AUDIO DI ALTA QUALITÀ HIFI CONTROREAZIONE... SI o NO?!? www.costruirehifi.net N.192 L’OPINIONE DI MARZULLO TEORIA: LA SCELTA DELLE RESISTENZE E DEI CONDEN- SATORI MIGLIORI NELLA PROGETTAZIONE AUDIO ▲ IL PASS ZEN AMPLIFIER: 10 WATT SINGLE-STAGE SINGLE-ENDED IN CLASSE A PRATICA: STUDI SU AMPLIFICATORI VALVOLARI SINGLE ENDED A POLARIZZAZIONE DI GRIGLIA POSITIVA (CLASSE A2) ▲ SILOE 2015-2 Italy ONLY € 6.00 - Austria € 12.00 - Spagna € 9.80 - Distribuito anche in: Brasile, Polonia, Repubblica Ceca, Taiwan COSTRUIRE HIFI Periodico mensile Reg. Trib. Terni n° 14/1992 S OMMARIO REDAZIONE CENTRALE: Via F. Mancini 23 - 05100 Terni (TR) - T +39 0744 44.13.39 - F +39 0744 43.20.18 Web: www.costruirehifi.net - E-mail: [email protected] Responsabile di progetto Cristina Cuomo [email protected] T +39 0744 44.13.39 F +39 0744 43.20.18 Direttore Fulvio Chiappetta [email protected] T +39 0744 44.13.39 F +39 0744 43.20.18 Condirettore: Andrea Bassanelli - [email protected] COLLABORANO CON CHF Mauro Accorsi, Bartolomeo Aloia, Alberto Bellino, Marco Bonioli, Piercarlo Boletti, Francesco Callegari, Giorgio Campagna, Luca Comi, Gianni Cornara, Ciro Cravetto, Mattia D’Antonio, Andrea Damiani, Giuseppe Diamantini, Paolo Franceschi, Carlo Franzini, Alessandro Furlanetto, Marco Gilardetti, Alberto Guerrini, Alberto Maltese, Pierluigi Marzullo, Paolo Mattei, Alberto Minarelli, Davide Munaretto, Diego Nardi, Maurizio Natoli, Claudio Negro, Sandro Perusini, Claudio Petucco, Ari Polisois, Paolo Pontello, Marco Polizzi, Giacomo Pruzzo, Gianluca Romani, Valerio Russo, Diego Sartori, Marco Schiaffino, Giovanni Schiavon, Roberto Vagli, Paolo Viappiani, Giancarlo Zunino. 08 12 DIRETTORE GENERALE Andrea Bassanelli [email protected] T +39 0744 44.13.39 F +39 0744 43.20.18 Ufficio Amministrativo Daniele Bassanelli [email protected] T +39 0744 44.13.39 F +39 0744 43.20.18 Ufficio Marketing Leonardo Ciocca [email protected] T +39 0744 44.13.39 F +39 0744 43.20.18 STAMPA: ROTOPRESS INTERNATIONAL Srl (AN) DISTRIBUTORE PER L’ITALIA: MESSAGGERIE PERIODICI - MEPE SPA (MI) POSTE ITALIANE SPA - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB TERNI TEORIA La scelta delle resistenze e dei condensatori migliori nella progettazione audio di Quirino Cieri 28 Studi su Amplificatori valvolari Single Ended a polarizzazione di griglia positiva (Classe A2) di Giuseppe Diamantini 42 SILOE 2015-2 di Claudio Soldi 54 La Sonus Faber vista con gli occhi di un autocostruttore di Nicola Del Bianco 04 Editoriale Agenzia pubblicità: INFO SERVICE - [email protected] T +39 0744 43.36.06 - F +39 0744 43.20.18 Servizio abbonamenti: [email protected] T +39 0744 44.13.39 - F +39 0744 43.20.18 L’iniezione di segnale sul nodo di uscita di un amplificatore di Pierluigi Marzullo 18 Finito di stampare nel mese di aprile 2015 Casa Editrice BLU PRESS: Via F. Mancini, 23 – 05100 Terni (TR) - Iscrizione R.O.C. n° 13.343 Web: www.blupress.it - E-mail: [email protected] COVER STORY Controreazione sì, controreazione no: la mia opinione di Pierluigi Marzullo 05 PRATICA SPECIALE VARIE CHF192 DIRETTORE EDITORIALE DIRETTORE RESPONSABILE Andrea Bassanelli [email protected] T +39 0744 44.13.39 F +39 0744 43.20.18 Compro & Vendo BLU PRESS edita: Casa HI-TECH, Costruire HIFI, Fedeltà del Suono, Gusto Magazine, Hi-Blog, Horror Show, I Quaderni di Costruire HIFI, L’Annuncio, Le Guide di Fedeltà del Suono, Le Guide di Fedeltà del Suono USATO, Nuova Hera, Scooter Facile, Secreta, Vinnie, XXX Tuning Copyright BLU PRESS. Tutti i diritti riservati. è vietata la riproduzione anche parziale di testi, documenti, marchi, loghi, fotografie, articoli e pagine web, se non dietro autorizzazione scritta dell’Editore. Manoscritti, foto e originali inviati alla casa editrice, anche se non pubblicati, non si restituiscono. 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EDITORIALE Caro Marzullo, la cover story è tua e la meriti tutta! P er la scelta della cover story di questo mese non ho avuto alcun dubbio all’indomani della lettura del testo, non lunghissimo ma denso di concetti e riflessioni, che mi ha inviato il nostro prezioso Ing. Marzullo. Per comprendere fino in fondo le finalità del suo scritto è opportuno che io spenda qualche parola per illustrarvi il senso dell’articolo del Dott. Accorsi che è stato ospitato in un passato molto recente, sempre come cover story, qui su Costruire Hi-Fi, articolo al quale il nostro Pierluigi fa riferimento. Accorsi, come peraltro molti altri sperimentatori più o meno validi, prende le mosse da una tecnica di misurazione che, per quanto io ne sappia, fu introdotta alla fine degli anni Settanta – inizio anni Ottanta da Nelson Pass, in alcuni suoi articoli che furono pubblicati su “Audio Amateur Magazine”. Li lessi all’epoca, tantissimo tempo fa (avevo da poco iniziato ad insegnare all’università), con grande interesse e vi prometto, essendo certo di non averli gettati via, di 4 Costruire Hi-Fi N. 192 sottoporli alla vostra attenzione quando riuscirò a ritrovarli: credetemi, vale davvero la pena conoscerli. Bene, con una incontestabile razionalità, Nelson Pass sosteneva che per misurare il fattore di smorzamento di un amplificatore, ovvero la sua resistenza interna, la maniera più corretta per effettuare il test fosse quella di iniettare un segnale all’uscita dell’amplificatore in prova, segnale che simulasse nel modo più realistico possibile la forza controelettromotrice proveniente dall’altoparlante. Invero, ancora oggi non riesco a trovare pecche a questa metodologia! Non escludo che, già antecedentemente a Pass, altri l’avessero introdotta, dal momento che, ma vado a ricordo, il nostro Nelson non etichettava tale tecnica (Using the amplifier to analyze itself) come sua idea originale. Si trattava della modestia tipica di un grande o, piuttosto, a sua volta era partito da studi precedenti? In realtà poco importa. Ritornando ad Accorsi e al suo scritto, egli esegue una serie di misure e trae delle conclusioni di Fulvio Chiappetta estreme: la controreazione è nociva per il suono di un amplificatore. Ha ragione, ha torto, il suo percorso tecnico è corretto o ha forzato in una ben determinata direzione l’interpretazione delle sue misure? Mi verrebbe da dire “ai posteri l’ardua sentenza”. L’unica cosa certa è che Accorsi, con il suo articolo, ha scatenato una serie davvero importante di osservazioni, critiche e lodi, riuscendo ad ottenere l’effetto di un grosso sasso lanciato in una stagno di acque chete. Bene, in qualche modo è quello che speravo! Dal canto mio, pur non nascondendo di avere, in qualità di progettista militante, un parere personale ben chiaro e tecnicamente giustificabile, nella mia funzione di direttore di Costruire Hi-Fi non posso che essere assolutamente imparziale e pertanto, volendo anche per credo culturale favorire la pluralità dell’informazione, intendo ospitare non solo gli articoli, ma anche le brevi lettere che stanno giungendo in redazione sull’argomento. Credo che un sano e pacato confronto non possa che far bene alla rivista e risultare particolarmente gradito ai suoi lettori. Siete tutti pertanto invitati a partecipare al dibattito, inviando le vostre osservazioni in merito: abbiano già alcune vostre lettere che pubblicheremo quanto prima. Oggi partiamo con l’interessantissimo articolo di Pierluigi e già pregustiamo, così come lui annuncia di voler fare, un suo seguito. Vi auguro come sempre una felice lettura di Costruire HiFi e vi do appuntamento alla prossima. Piccoli annunci di autocostruttori... e non solo ANNUNCIO IMPORTANTE [email protected] Costruire HiFi offre ai propri lettori la possibilità di vedere pubblicata la propria recensione del prodotto del cuore. Nella nuova rubrica “Recensore per un giorno” verrà inserito l’articolo che, a insindacabile giudizio della redazione, sarà ritenuto il migliore del mese e verrà premiato con un abbonamento all’edizione digitale di Costruire HiFi. Buon lavoro! Compro finali Audio Note Conquest Rolando Tel. 347 0502507 E-mail: [email protected] Compro ampli vintage valvolare TELEWATT VS-56 non funzionante per pezzi di ricambi a prezzo modico costruito da KLEIN HUMMEL STUTTGART tedesca. Giuseppe Tel. 0331 240631 E-mail: COMPRO & VENDO [email protected] —————————————— Vendo Marantz SA KI-PEARL, eccellente lettore CD-SACD, realizzato e firmato da Ken Ishiwata in soli 500 esemplari, condizioni perfette, pari al nuovo, con accessori e doppio imballo. Euro 1.300. 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Nell’articolo, un durissimo attacco alla controreazione globale conduce ad una condanna inappellabile: “Il suo impiego su amplificatori di qualità elevata, a parere di chi scrive, è da sconsigliare per le evidenti alterazioni che impone al segnale in transito“, bollandola con un marchio d’infamia: la sua presenza è ammessa solo “su amplificatori impiegati a banda limitata sulle bassissime frequenze ma non su amplificatori al lavoro su frequenze medio alte o peggio a banda intera”. Queste conclusioni sono inaccettabili, non solo perché in contrasto con la comune esperienza di chiunque ascolta la musica con attenzione e passione, ma perché possono confondere le idee sulla controreazione ai meno esperti di elettronica, e soprattutto perché basate su presupposti inesistenti, 8 Costruire Hi-Fi N. 192 e non supportate dalle correnti leggi dell’elettrotecnica e dell’elettronica, per cui ritengo di non potermi astenere da una replica su questa fiction. Sono rimasto a lungo dubbioso sull’opportunità di replicare sulla rivista, infatti inizialmente ero intenzionato a scrivere un articolo di approfondimento, perché gli argomenti posti da Mauro sono sempre piuttosto interessanti, oltre che di stimolo; in questa nouvelle vague di reazione alla controreazione (senza controreazione è meglio), purtroppo non c’era nulla da scrivere, se non una trattazione vasta e omogenea sulla controreazione, perché non vi è alcun fondamento scientifico sulle tesi proposte, né i risultati pubblicati sull’articolo sono stati replicabili dal sottoscritto nel proprio laboratorio. Quindi mi limiterò a qualche osservazione, che spero possa essere un argomento di riflessione sul tema, che per la verità non è mai tramontato, e periodicamente ritorna di attualità, in attesa di riparlarne più approfonditamente. In primo luogo, è doverosa un’osservazione sul metodo scientifico (da Wikipedia). Il metodo scientifico è la modalità tipica con cui la scienza procede per raggiungere una conoscenza della realtà oggettiva, affidabile, verificabile e condivisibi- le. Esso consiste, da una parte, nella raccolta di dati empirici attraverso l’osservazione sperimentale; dall’altra, nella formulazione di ipotesi e teorie da sottoporre al vaglio dell’esperimento per testarne l’efficacia. Spesso il metodo richiede anche la ripetibilità e la riproducibilità dei fenomeni osservati da interpretare. Storicamente la paternità ufficiale del metodo scientifico, nella forma rigorosa sopra definita, è attribuita a Galileo Galilei, sebbene studi sperimentali e riflessioni filosofiche in merito abbiano radici anche nell’antichità, nel Medioevo e nel Rinascimento. Concluderei, sulle difficoltà di applicazione del metodo scientifico, citando Albert Einstein (lettera al premio Nobel Max Born del 4 dicembre 1926): “Nessuna quantità di esperimenti potrà dimostrare che ho ragione; un unico esperimento potrà dimostrare che ho sbagliato.” Mi sembra naturale che la pubblicazione su una rivista tecnica richieda un minimo di applicazione di metodo “scientifico”, altrimenti dovremmo scrivere su riviste di opinione. Tornando all’articolo, anacronistici luoghi comuni e pregiudizi sulla controreazione (sottoprodotti degli articoli di Otala/Leinonen, 1976) - ormai COVER STORY superati dalla storia – sorvolano sul fatto che la controreazione è molto più antica, infatti nasceva nel 1927 ad opera di Harold Black, nei laboratori Bell (i più importanti laboratori di ricerca, della più grande compagnia telefonica del mondo, che hanno generato ben sette premi Nobel) dove videro la luce i anche i semiconduttori. Agli albori delle telecomunicazioni, il problema era di riuscire a comunicare a distanza: numerosi amplificatori, anche dozzine, che dovevano necessariamente essere collocati in cascata lungo la linea telefonica, per rigenerare il segnale che si deteriorava con la distanza, a causa di attenuazione e rumore, ponevano limiti invalicabili. L’invenzione di Black, la retroazione negativa (Negative Feedback, da noi “controreazione”) permise di abbattere sostanzialmente distorsione e rumore, e nel contempo di aumentare la banda utile, rendendo possibili le comunicazioni a lunga distanza. Negativa, perché la distorsione e rumore vengono amplificati negativamente, e quindi combinati all’ingresso col segnale, in modo da essere cancellati all’uscita dell’amplificatore. Ma, fin da subito, Black si rese conto che gli amplificatori controreazionati manifestavano problemi di instabilità, dovuti al seppur minimo tempo di transito, che li portava ad oscillare; questa gravissima problematica venne presto risolta grazie al contributo di Harry Nyquist (si, proprio quello del “Criterio di Stabilità”) pubblicato nel 1934 “Stabilized feed-back amplifiers”, che si trova tuttora su qualunque libro di testo. Quindi nulla di nuovo, tant’è che ancora oggi possiamo parlare con l’altro capo del mondo, con comunicazioni perfettamente intelligibili, senza misteriose distorsioni e drammatici ritardi temporali. Le problematiche dell’Hi-Fi sono nulla in confronto alle sfide poste dalle comunicazioni intercontinentali su satelliti. L’articolo sembra molto lontano dalla dichiarata intenzione di “chiarire le interazioni esistenti tra gli stadi di potenza e i carichi che generalmente sono chiamati a pilotare, gli altoparlanti dinamici”, infatti si mantiene sempre sulle generali, evitando di dare le necessarie spiegazioni e motivazioni relative alle misure effettuate, e non ultimo, alcuna motivazione o giustificazione delle conclusioni a cui perviene. Dopo aver lanciato i suoi strali sulle “nuove soluzioni tecniche” (che risalgono a decenni addietro) che non avrebbero consentito una “superiorità su tutti i parametri di valutazione”, sacrificando le prestazioni assolute sull’altare della logica commerciale, gli strali vengono rivolti alla controreazione globale, cioè quella impiegata nei circuiti amplificatori di potenza, che pertanto non sarebbero in grado di pilotare i classici altoparlanti dinamici. Ma – vorrei osservare – il frutto di queste accuse alla controreazione globale ha prodotto la nascita di una nuova generazione di amplificatori “Zero Feedback” tutt’altro che disinteressati: infatti non sono proprio alieni da quelle logiche commerciali giustamente criticate, poiché costano anche dieci volte di più di un buon amplificatore controreazionato, pur utilizzando essi stessi la controreazione negli stadi prima di quello finale – unico escluso dall’anello, e comunque controreazionato al 100% essendo normalmente un inseguitore catodico … Si domanda infatti Mauro Accorsi: “Cosa accade quando si pilota un altoparlante?” – rispondendo che, a causa della sua inerzia nel muoversi, sovrapporrà un segnale generato dal proprio movimento (Forza Contro Elettro-Motrice) ai segnali di pilotaggio successivi. Si pone quindi il problema di come visualizzare elettricamente il fenomeno, concludendo che “Essendo il segnale musicale una successione di transienti e non un segnale continuo, si comprende come il sistema controreazione non sia una tecnica priva di controindicazioni molto serie se applicata a sistemi ad alta fedeltà”. A questo punto – non essendo stata portata alcuna evidenza a supporto della categorica affermazione – proprio non si può comprenderne il motivo, anche ricordando che la tremenda “successione di transienti” rimane confinata nelle bande tecnologicamente molto limitate delle “sorgenti” (qualche decina di kHz al massimo) - analogiche o digitali che esse siano - e che un moderno di un amplificatore audio arriva ad un prodotto di banda anche di una decina megahertz e certo non può essere impensierito da quei transienti. Segue una contraddittoria digressione sull’impedenza di uscita dell’ampli retroazionato, per cui “se l’impedenza di uscita fosse realmente vicina a zero il prelievo di segnale dall’uscita sarebbe impossibile”, concludendo che “In realtà, l’impedenza effettiva è ben più alta, come vedremo dalle rilevazioni effettuate”, per cui va ad adottare, per la rilevazione, un complesso sistema, che prevede un secondo amplificatore - identico al primo – con l’uscita collegata tramite una bassissima resistenza al nodo di uscita del primo, prelevando per le sue misurazioni un segnale dall’ingresso invertente del secondo amplificatore. Sulla prima affermazione non posso essere d’accordo, non solo per l’assurdità scientifica della stessa (la resistenza di uscita viene ritenuta in parallelo al carico, anziché in serie, come si conCostruire Hi-Fi N. 192 9 COVER STORY viene a un buon generatore di tensione quale è un amplificatore convenzionale), ma anche per avere più volte verificato sperimentalmente la bassa impedenza di uscita dei miei amplificatori, con il metodo dell’inserimento di un carico e misurazione della caduta di tensione, e avendone poi pubblicato i risultati sulla rivista, in modo che chiunque potesse convincersi della validità della misura. Vedasi, ad esempio, il recente articolo sul l’Amplificatore per Cuffia MPHP (CHF 178 e 179). Il metodo, facilmente replicabile da chiunque, si basa sulla Legge di Ohm, che risulta tuttora in vigore. Si veda, a conferma che è possibile avere realmente una bassa impedenza di uscita su un amplificatore retroazionato, i grafici sul web del Super-Regolatore di Jung/Didden, con elevatissimo fattore di retroazione, che esibisce un’impedenza d’uscita di 10 µOhm (leggasi dieci micro-ohm, ovvero 0,00001 ohm) reali e misurati da scienziati con una validissima reputazione internazionale, e che risultano funzionare ineccepibilmente, incuranti delle nuove teorie di Accorsi. Secondariamente – e nemmeno tanto – se l’impedenza reale dell’ampli fosse realmente “ben più alta”, allora l’Autore avrebbe potuto effettuare le misurazioni direttamente sul nodo di uscita – cosa che non gli è stata possibile, quindi… ? Segue l’osservazione degli oscillogrammi delle Figure 9, dove si effettua un test con onda quadra a 10 kHz, “con l’iniezione diretta sullo stadio di uscita ampli2, e si confronta il segnale in uscita dal generatore, e quello reperibile sull’ingresso di ampli2. Il segnale di ritorno è elevatissimo in rapporto al segnale di pilotaggio”. Questo è incomprensibile: a parte che quel segnale “di ritorno”, a colori, risulta dall’oscillo10 Costruire Hi-Fi N. 192 gramma molto scenografico, la sua ampiezza è pari a 46,5 mV picco-picco, quindi come fa ad essere “elevatissimo” rispetto al segnale di pilotaggio, che risulta di 368 mV picco-picco, come si vede nella traccia superiore (CHF 188) di Figura 9? Ma, ancora più misterioso, è il prelievo del segnale dall’ingresso dell’ampli2. Perché? Cosa significherà mai? Purtroppo, non viene data alcuna descrizione del metodo, né spiegazione - allora dovremo arrangiarci. Osservando gli oscillogrammi, possiamo notare che i picchi avvengono in corrispondenza del fronte di salita e discesa dell’onda quadra, che sembra comunque riprodotta perfettamente. Ma allora, non viene il dubbio che quel segnale osservato non sia altro che il segnale della retroazione, che va a “spingere” l’amplificatore per fargli superare quei perfidi transienti (siamo a 10 kHz, le armoniche che costituiscono l’onda quadra si spingono fino alla regione dei MHz, e quel povero amplificatore è caricato con una resistenza di 2 ohm, che non è una cosa molto gentile nei suoi confronti) col risultato di riuscire a mantenere in uscita la forma d’onda originale, nonostante tutto? (Dalle immagini si conferma invece il buon funzionamento della controreazione!). Perché iniettare un’onda quadra a 10 kHz se il fenomeno da osservare è il segnale spurio prodotto dall’altoparlante (la FCEM prima menzionata)? In tal caso, si sarebbe dovuto utilizzare una segnale nell’ordine delle frequenze di risonanza dei woofer – cioè nell’interno della cinquantina di hertz, dal momento che a frequenze maggiori della risonanza, la bobina dell’altoparlante viene efficacemente frenata dall’altoparlante stesso, e non vi sono FCEM di rilievo (chi ne fosse interessato, può trovarne evidenza e giustificazione scientifica nel Forum di CHF). Viene quindi chiamata in ballo l’impedenza dello stadio di uscita “piuttosto elevata, per poi assestarsi su un segnale tendente a zero (impedenza dello stadio di uscita bassa per effetto della controreazione)” – presumo che si riferisca alla Figura 9, ma non è spiegato come tale segnale possa rappresentare proprio l’impedenza di uscita: vi è solo la granitica certezza che tale fenomeno “è destinato senza dubbio a produrre effetti udibili, essendo la musica un susseguirsi di transienti”. Quindi, “L’impedenza di base dello stadio è evidentemente piuttosto alta e variabile dinamicamente con la frequenza e, nel tempo, e pesantemente condizionata dalla velocità dei transienti” e “Si potrebbe con relativa facilità calcolarne il valore, ma non ne vale nemmeno la pena: siamo di fronte a ciò che io definisco ”un difetto primario”, intollerabile in un amplificatore di qualità”. Magari, se Mauro almeno avesse provato a dimostrarlo, anziché solo enunciarlo, avrebbe potuto essere anche più convincente… Sembrerebbe dunque identificare con l’impedenza di uscita dell’amplificatore il segnale rilevato sull’ingresso non invertente del secondo amplificatore, ma quel segnale null’altro è che il tentativo dell’amplificatore di annullare una enorme corrente che gli è stata iniettata sul nodo di uscita, ovvero un segnale “errore”, visto che in ingresso non gli è stato fornito alcun segnale, che prova il buon funzionamento della controreazione, visto che quasi riesce ad annullare il segnale iniettato sulla sua uscita (per i miracoli, la controreazione si sta attrezzando, ma perché – giusto per pari opportunità - non viene data un’occhiata a cosa succede all’uscita di un ampli “Zero Feedback” nelle stesse condizio-