Rotary Club
VENEZIA MESTRE
DISTRETTO 2060
4 0 anni
anno rotariano 2007-2008
bollettino n.3 dicembre 2007 - gennaio 2008
Commissioni
Azione interna
Affiatamento e ospitalità
Assiduità
Informazione rotariana
Carlo Brunelli
Mario Cognolato
Michela Dal Borgo
Paolo Pellegrini
Programmi
Marco Bortoletto
Relazioni pubbliche
Laura Facchinelli
Sviluppo dell’effettivo
Cristina Tonolo
Azione professionale
Giuseppe Sarti
Paolo Cercato - Antonino Antonini
Azione di interesse
pubblico
Bruno Bernardi
Laura Facchinelli - Antonio Marcomini
Relazioni internazionali
Guido Besazza
Lapo Cantagalli - Giancarlo Vesco
Classifiche e nomine
Luciano Tempestini
Giuseppe Sarti - Laura Facchinelli
40° anniversario del Club
Informatica
Soci con incarichi
distrettuali
Giuseppe Giorgi Carlo Vianini Giorgio Ciriotto Lapo Cantagalli
coordinatore
fotografie
storia del service
Francesco Camisa
Giuseppe Giorgi, Guido Besazza, Lapo Cantagalli,
Cristina Marchetti, Sandra Sofia Perulli, Giancarlo Vesco
in questo numero
dicembre 2007 - gennaio 2008
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i nostri appuntamenti
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il messaggio del Presidente
sede
Hotel Bologna
via Piave, 214
30172
Mestre-Venezia (VE)
tel./fax 041.931000
6
la cronaca
Visita al CERN di Ginevra
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la cronaca
“Non te la bere la vita“
8
la cronaca
“Islam: dialgo si, ma con fermezza”
segreteria
Sig.na Silvana Baro
lunedì - mercoledì
ore 9.00 - 12.00
tel./fax 041.5381545
[email protected]
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la cronaca
Visita alla mostra “Venezia e l’Islam 828-1797”
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la cronaca
Visita ufficiale del Governatore Carlo Martines
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la cronaca
riunioni
presso Hotel Bologna
salvo gli eventuali incontri
extra moenia indicati nel
programma
in redazione
Marco Bortoletto
Laura Facchinelli
“Rapporto fra Ricerca ed Industria”
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la cronaca
“La presenza delle Casse di Risparmio nel territorio di Venezia”
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i service
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i soci si presentano
Michela Dal Borgo e Elvio Polesel
20
conoscere il Rotary
Qual’è lo scopo del Rotary?
il bollettino è realizzato
con la collaborazione
della Scuola Grafica
dell’Istituto Salesiano
San Marco di Mestre (VE)
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l’angolo dei soci
Norimberga
25
la segreteria informa
26
“Varie ed eventuali”
3
i nostri appuntamenti
dicembre 2007
giovedì 6
Consiglio Direttivo - Hotel Bologna - ore 18.00
venerdì 7
Gita a Norimberga
dove vi sarà la possibilità di visitare anche i mercatini
di Natale.
sabato 8
domenica 9
Aperitivo - ore 19.45
giovedì 13
Conviviale - Hotel Bologna - ore 19.45
giovedì 20
Conviviale - Hotel Bologna - ore 19.45
Assemblea dei soci
Si voterà la modifica dell’art. 8 del Regolamento,
come di seguito: “Ogni commissione è composta da un
Presidente, scelto dal Presidente del Club anche tra i
membri del Consiglio Direttivo, e da almeno due soci”
Festa degli auguri
gennaio 2008
giovedì 10
Consiglio Direttivo - Hotel Bologna - ore 18.00
Aperitivo - ore 19.45
sabato 19
Hotel Russot - ore 19.00
Celebrazione del 40° anno della fondazione
del Club
(seguirà programma).
giovedì 24
Conviviale - Hotel Bologna - ore 19.45
“Suoni e colori dei profumi”
L.D. Ferro ideatore di profumi ed uno dei pochi “nasi”
nel mondo (sono circa 50).
venerdì 1
Ca’ Vendramin Calergi - Venezia - ore 20.00
febbraio
Festa di Carnevale
Interclub con R.C. Venezia e Venezia Mestre Torre.
Il ricavato della serata verrà destinato ad un service
(seguirà programma).
il messaggio
del Presidente
Cari amici,
questo è tempo di feste, soprattutto famigliari, nelle quali si ritrovano le persone
care e gli amici, è un periodo nel quale si riprova il piacere di fare un regalo pensato,
personalizzato, soprattutto ai bambini che ci ripagano con la loro gioia se abbiamo
indovinato il loro desiderio e comunque con la loro allegria per i preparativi e le
“cerimonie” di apertura dei regali, del taglio del dolce e di tutto ciò che “fa festa”.
E’ un periodo di festività religiose, molto importanti, che danno identità alla nostra
civiltà occidentale e sono fondamentali anche per la nostra organizzazione sociale e nel
determinare scadenze e ritmi della vita nel corso dell’anno.
Ognuno vive questi momenti secondo le proprie tradizioni e i sentimenti personali, ma
alcuni di noi in questi giorni sentono più che mai la mancanza di chi non è più loro vicino,
altri sono soli, perciò vorrei che riuscissimo a trasmettere a questi nostri amici, con i
quali condividiamo momenti diversi durante l’anno, parte della nostra gioia e serenità,
ricordandoci che una parola e un sorriso possono significare molto se sono sinceri.
Avremo occasione di scambiarci gli auguri nel corso dell’apposita conviviale prenatalizia,
il primo di una serie di eventi che vi invito a inserire nei vostri programmi, perché un
club è vitale se i soci sono presenti, attivi e solidali.
Nel mese di gennaio avremo la celebrazione del 40° anno dalla fondazione del nostro
Club, un altro evento festoso al quale certamente parteciperemo tutti con l’entusiasmo
di rivedere le numerose e importanti iniziative realizzate, alcune delle quali ancora in
corso, con il piacere di esserne partecipi e fautori e stimolati a continuare e contribuire
con nuove idee e rinnovato impegno allo sviluppo del percorso tracciato finora.
Concludiamo il periodo dei festeggiamenti con l’evento più allegro, la festa di Carnevale.
Lo organizzeremo, assieme ad altri Club Rotary, in un palazzo veneziano, secondo la
tradizione della nostra città. Come sempre nelle iniziative rotariane, il ricavato sarà
destinato ad un service che si sta delineando.
Vi anticipo i miei più sinceri auguri perché trascorriate un Natale sereno e il Nuovo
Anno vi porti le gioie e risultati che desiderate e attendo di incontrarvi numerosi.
Cristina
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la cronaca
“Visita al CERN di Ginevra“
di Laura Facchinelli
Nel Rotary sono rappresentate le professioni. Per questo
acquista un valore aggiunto un viaggio rotariano che
consenta, sì, di stare assieme agli amici di sempre, ma
anche di arricchire le proprie conoscenze in un campo
rilevante come la fisica. Dal 28 al 30 settembre 19 soci
del nostro club, assieme a 22 del club di Trieste Nord,
hanno infatti raggiunto la città di Ginevra per visitare il CERN.
Che cosa sia il CERN – European Organization for Nuclear Research - è stato spiegato
ampiamente dal prof. Claudio Verzegnassi del Dipartimento di Fisica dell’Università di Trieste e
dalla dott.ssa Marina Cobal del Dipartimento di Fisica dell’Università di Udine nel corso di una
recente conviviale. Si tratta del più grande laboratorio al mondo di fisica delle particelle – con la
partecipazione di 20 Stati membri - dove i ricercatori cercano di esplorare i segreti della materia
e le forze che regolano l’Universo.
Proprio il prof. Verzegnassi e la dott.ssa Cobal hanno accompagnato il folto gruppo di rotariani. La
prima parte della visita ha interessato l’acceleratore sotterraneo, il cosiddetto LHC, Large Hadron
Collider, nell’area riservata ad Atlas. Di cosa si tratta? Il CERN sta costruendo l’acceleratore di
particelle più grande e potente del mondo: LHC è un collisore di 27 km di circonferenza, che sarà
in grado di accelerare due particelle ad oltre il 99,9% della velocità della luce. Grazie a quattro
enormi rivelatori di particelle – ALICE, ATLAS, CMS E LHCb – si potranno esplorare territori
ancora sconosciuti della materia, dell’energia, dello spazio e del tempo.
Successivamente è stato possibile compiere un percorso molto istruttivo nella mostra “Microcosm”.
Infine tutti i partecipanti si sono trattenuti a pranzo nella mensa aziendale.
Se la visita al CERN è stato il momento culminante e la ragione stessa del viaggio, nei pomeriggi
a disposizione due piacevolissime passeggiate in città hanno consentito al gruppo di rotariani
di vedere il centro storico con la cattedrale di S. Pietro e gli splendidi negozi di antiquariato, di
ammirare la scenografia del lago, senza dimenticare le strade molto animate e piene di negozi,
prima di ritrovarsi, la sera, per la cena in ristoranti tipici. Curioso il fatto che per raggiungere
l’albergo si dovesse attraversare la frontiera con la Francia per raggiungere il vicinissimo
villaggio di Ferney Voltaire.
L’importanza, ma anche il fascino della città di Ginevra, sono legati alla presenza di ben 190
organizzazioni internazionali, fra i quali ONU, Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo
Sviluppo (CNUCED), Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL), Organizzazione Mondiale
delle Sanità (OMS). Ginevra è dunque un crocevia fondamentale per le sorti dell’umanità.
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la cronaca
giovedi 19 ottobre 2007
Convegno ore 16.30 - Hotel Russot
Interclub con R.C. Venezia Mestre Torre e R.C. Venezia
“NON TE LA BERE... LA VITA”
Relatori i proff. Gallimberti (psichiatra) e Tiribelli (epatologo),
il dr. Fojadelli Procuratore della Repubblica di Treviso,
il Dirigente Polstrada Veneto dr. Saga, il Direttore Generale
di Federvini dr. Caggiano de Azevedo e una ex alcolista.
Moderatore il giornalista RAI dr. Camporese.
E’ seguita la cena conviviale e quindi lo spettacolo teatrale
“FLUXUS” di M. Digiacomantonio.
Presenti del nostro Club: Besazza, Brunelli con signora, Burigana con signora, Busetto, Cantagalli,
Ciriotto, Maccioni con signora, Marchetti, Marcomini, Monterosso con signora, Piovesana
Nelle sale dell’Hotel Russot si è svolto il convegno, organizzato in interclub con Mestre Torre e Venezia,
inziativa alla quale ha aderito anche il Comitato Interclub di Mestre. Sono intervenuti, coordinati
dal dott. A. Camporese giornalista RAI che ha condotto il dibattito tra i relatori in modo vivace e
interessante, il prof. L.Gallimberti, psichiatra dell’Università di Padova esperto di problematiche
inerenti l’alcoolismo, il prof. C. Tiribelli, noto epatologo dell’Università di Trieste, il dr. A.Fojadelli,
Procuratore della Repubblica di Treviso, il dott. P.L. Saga Dirigente Compartimento Polstrada del
Veneto, il dott. O. Caggiano de Azevedo Direttore Generale Federvini Nazionale, e un ex alcolista,
una giovane donna, che ha raccontato la sua esperienza, con naturalezza e molto coraggio.
Sono stati affrontati diversi aspetti del problema dell’abuso dell’alcool soprattutto da parte dei
giovani, anzi dei giovanissimi (iniziando dagli 11 anni di età), come hanno dimostrato i dati
statistici presentati dal prof. Gallimberti, dai quali si è appreso anche che l’Italia è il paese nel quale
questo problema è più importante che negli altri stati della Comunità Europea. E’ stato evidenziato
che l’educazione preventiva, fatta in modo passivo, non dà i risultati attesi ai fini, appunto, della
prevenzione del fenomeno, ma che sono molto più efficaci sistemi che rendano i giovani partecipi
attivi della prevenzione o del recupero di persone già cadute nel cerchio della dipendenza.
Erano presenti anche agenti della Polstrada, con la strumentazione che abitualmente utilizzano
per effettuare i controlli sui guidatori di auto e mezzi pesanti, che hanno permesso di provare ai
convenuti. Gli strumenti strumenti operano a due livelli, uno più semplice permette un controllo
solo qualitativo, per fare uno screening veloce, il secondo più preciso e impegnativo viene svolto
solo sugli automobilisti che risultano positivi al primo controllo.
Al termine del convegno, dopo la cena conviviale, si è svolta la rappresentazione teatrale in anteprima
nazionale, atto unico, ‘FLUXUS’ di M. Digiacomantonio, nella quale si tratta l’argomento dell’uso
ed abuso dell’alcol con tono alternativamente comico e tragico.
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la cronaca
giovedi 11 ottobre 2007
Conviviale ore 19.45 - Hotel Bologna
“ISLAM: DIALOGO SI, MA CON FERMEZZA“
Relatore Prof. Alberto Paratore
Presiede: Cristina Marchetti
Presenti: Besazza, Bortoletto, Burigana con signora, Camisa con signora, Cantagalli, Chersevani, Ciriotto,
Cognolato con signora, Facchinelli, Fahrni, Geschmay, Marchetti, Monterosso con signora, Pellegrini,
Piovesana, Rigamonti, Rossi con signora, Sarti, Tomasi, Vesco con signora, Vianini con signora.
Ospite del Club: il relatore
Il mondo islamico va conosciuto, compreso, va analizzato. Occorre misurarsi con una
realtà parallela alla nostra e, in alcuni casi, anche in competizione con la nostra. Ma
va sempre ricordato che il dialogo tra i due mondi deve essere condotto partendo da due
posizioni paritetiche, che devono portare ad un accordo ed ad una reciproca comprensione.
Sembra questa l’urgenza pressante del tempo contemporaneo, che nella commistione delle
religioni cerca di trovare lo spunto per tentare ciò che fino ad ora è sembrato impresa
ardua, se non impossibile.
Pare essere questo il messaggio che ci è stato trasmesso dal nostro relatore. Il Professor
Paratore si è soffermato a descrivere con esempi concreti quella parte del mondo islamico
da lui conosciuta e con la quale per molti anni si è misurato e continua a misurarsi, nella
costante ricerca di una reciproca comprensione, di una reciproca condivisione. Questo
del resto è un ottimo punto di partenza per sgomberare il campo da pregiudizi o errate
convinzioni, radicate e tramandateci più o meno inconsapevolmente da secolari contrasti,
tuttora irrisolti.
Infatti il problema di fondo sembra consistere nel fatto che tra occidente e mondo
islamico mancano sicuramente le corrette informazioni, poiché entrambe queste realtà
in modo semplicistico, comodo e spesso anche manipolato si scambiano immagini, che
vengono subito archiviate secondo i classici stereotipi: da un lato esiste un mondo fatto
di integralisti, fanatici e donne velate, sull’altro versante invece si vedono “starlette”,
un agire disinvolto col solo fine del denaro e in generale persone che conducono un vita
superficiale alla costante ricerca di effimeri piaceri.
Uscire da queste immagini si può e si deve facendo leva sulle profonde radici di entrambe
le culture e partendo dai punti comuni, quali ad esempio le manifestazioni di solidarietà
vissute nel semplice vivere quotidiano, come farsi reciprocamente gli auguri per la fine
del Ramadan e per Natale, l’evidenziare apertamente il contenuto di certi cibi, o più
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la cronaca
semplicemente mettere in pratica effettiva il principio di eguaglianza davanti alla legge
e di pari dignità sociale sancito chiaramente all’art. 3 della nostra Costituzione, perché
effettivamente da questo punto di vista non si dovrebbero fare distinzioni “di sesso, di
razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.
Dunque rispetto reciproco non significa che i nostri figli nelle mense scolastiche debbano
totalmente rinunciare a mangiare la carne di maiale solamente perché in classe esistono
persone di fede mussulmana, come del resto non possiamo obbligare i mussulmani a
magiare esclusivamente il pesce il venerdì; non può significare altresì che si possano
accettare comportamenti che pongano uomo e donna su piani subalterni l’una all’altro,
perché contrari non solo alla nostra legislazione, ma al generale sentire comune e umano;
rispetto reciproco non dovrebbe nemmeno prevedere l’utilizzo di veli, a tal punto coprenti
da non consentire l’identificazione degli individui, cosa contraria a norme di sicurezza
del nostro Paese.
Come ben si comprende non è facile trovare la strada più corretta per giungere a
risultati concreti e funzionanti nel segno dell’integrazione reciproca all’interno dello
stesso territorio, tuttavia una cosa che colpisce di tutta la serata è che mai si è sentito
usare il termine, oggi tanto abusato, di “tolleranza”. Non è questa infatti la strada che
si va cercando, se significa ammettere la presenza di un qualche cosa di poco gradito,
presupponendo la superiorità della parte che tollera e l’inferiorità della parte tollerata.
Resta il messaggio positivo di tentare la via della reciproca conoscenza, sperando che
porti frutti positivi in una reciproca rispettosa convivenza.
L’applaudita relazione - che è da intendersi come propedeutica alla visita che il Club
effettuerà prossimamente alla mostra “L’Islam e Venezia” a Palazzo Ducale - è stata
seguita da un vivace dibattito cui hanno preso parte numerosi soci a tutti i quali il nostro
ospite ha espresso il proprio punto di vista.
La Presidente si
congratula con il
Prof. Paratore
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la cronaca
giovedi 25 ottobre 2007
Venezia, Palazzo Ducale
Visita alla mostra “Venezia e l’Islam 828-1797”
Presiede: Cristina Marchetti
Presenti:Andeolo con signora, Antonini con signora e ospite, Besazza,
Bortoletto, Brunelli con signora, Burigana con signora, Cantagalli,
Chersevani,Ciriotto con signora, Fahrni con signora, Maccioni con
signora, Marchetti, Monterosso con signora, Perulli, Spadaro con signora,
Tonolo con consorte, Vianini con signora
A margine della visita alla mostra, pubblichiamo l’intervista di Aldo Andreolo al curatore
della mostra stessa Stefano Carboni apparsa su “Il Gazzettino Illustrato” di agosto.
“VENEZIA E L’ISLAM 828-1797”
Venezia, Palazzo Ducale. 28 luglio-25 novembre 2007
La mostra “Venezia e l’Islam 828-1797” nasce da un’idea di Stefano Carboni, che è anche il
curatore della mostra. Laureato in lingue orientali all’Università di Ca’ Foscari e studioso di
arte islamica, Carboni è curatore del Dipartimento di Arte Islamica del Metropolitan Museum
of Art di New York. Ecco lo stralcio di un’intervista allo studioso, realizzata a Venezia durante
l’allestimento della mostra.
«Venezia e l’Islam 828-1797 è stata concepita, ideata e realizzata da me, grazie alla collaborazione
tra l’Institut du Monde Arabe di Parigi e il Metropolitan Museum of Art di New York. Le
prime due sedi della mostra sono state Parigi nell’inverno 2006-2007 e poi, fino all’8 luglio di
quest’anno, New York. La terza sede è quella veneziana. Del materiale esposto nelle mostre di
Parigi e New York è rimasto praticamente l’80%. Il restante 20% sarà del tutto nuovo ma la
mostra non perderà nulla del suo assunto originari o».
«C’è qualche opera, fra quelle esposte, che Lei ritiene particolarmente significativa?»
«Tutte le opere della mostra sono ugualmente importanti. Voglio soffermarmi, tuttavia, su un’opera
che non abbiamo potuto presentare nelle mostre di Parigi e di New York, perché non poteva lasciare
Venezia. È la “Cattedra di San Pietro”, che si trova nella chiesa di San Pietro a Castello.
È il documento più antico di arte islamica presente a Venezia e sarà scuramente una delle “icone”
dell’esposizione. Si tratta di una pietra tombale, probabilmente del IX secolo, di area siriana, che
è stata montata su quel trono di marmo, comunemente noto come “Cattedra di San Pietro”, che
la leggenda vuole fosse appartenuto a San Pietro, quando predicava in Antiochia».
«Una delle attrazioni della mostra sarà certamente il “Ritratto di Maometto II” di Gentile Bellini,
proveniente dalla National Gallery di Londra. Cosa può dirmi di questo celebre dipinto?»
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la cronaca
«La storia è nota. Gentile Bellini, il miglior pittore veneziano dell’epoca, era occupato nel 1479
a dipingere grandi tele per il Palazzo Ducale, quando arrivò al Doge una lettera di Maometto II,
che chiedeva di poter avere alla sua corte un buon pittore per l’esecuzione di un suo ritratto. Il
conquistatore di Costantinopoli ambiva figurare in quella cerchia di illustri personaggi europei
(condottieri, captani e duchi), le cui sembianze erano state immortalate da famosi artisti. Il Doge
volle accontentare Maometto II e inviò Gentile Bel¬lini a Istambul, dove rimase due anni alla
corte del sultano, eseguendo numerosi ritratti».
«L’influsso dell’arte islamica, così evidente nelle arti decorative, si manifesta anche nella pittura?
Quando soprattutto?»
«Dopo il ritorno a Venezia di Gentile Bellini nel 1481. Una schiera di pittori dà vita a quel
fenomeno, che è stato definito da vari studiosi “il modo orientale” della pittura veneziana. Venezia
viene vista come la nuova Alessandria. Ne è un esempio illuminante la “Preica di San Marco ad
Alessandria”, l’enorme tela dipinta da Gentile Bellini (completata dal fratello Giovanni dopo la
sua morte), ora conservata nella Pinacoteca di Brera, in cui la piazza di Alessandria riecheggia
piazza San Marco e dietro la chiesa (che è un po’ San Marco e un po’ Santa Sofia) appaiono
obelischi, minareti e architetture orientaleggianti. Questa è la fase cosiddetta “orientale”, un
fenomeno unico non solo nella pittura veneziana ma europea.
«Che cosa si ripromette da questa mostra?»
«Come storico dell’arte m’interessava soprattutto far vedere quanto Venezia sia stata influenzata
dal mondo islamico. E poi ancora quanto fitta sia stata, e sia an¬cora oggi, la presenza di
testimonianze d’arte islamica a Venezia. Gran parte del pubblico internazionale, che visiterà
la mostra, non lo sa. Specialmente il pubblico americano dovrebbe capire che l’Islam non è
solamente la patria del terrorismo ma ha prodotto in passato una grande civiltà. Se riusciremo
a dimostrare questo attraverso una città come Venezia, che ha intrattenuto per secoli rapporti
non solo di guerra ma anche commerciali e quindi di pace con il mondo mediorientale, potremo
ritenerci soddisfatti del nostro lavoro».
Aldo Andreolo
Nell’altra pagina
Bellini,
Ritratto di
Maometto II
A sinistra
Anonimo,
Ricevimento degli
Ambasciatori
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la cronaca
giovedi 15 novembre 2007
Conviviale ore 19.45 - Hotel Bologna
Visita ufficiale del Governatore
Carlo Martines
Presiede: Cristina Marchetti
Presenti:Andreolo con signora, Antonini con signora, Bellussi,Bernardi, Besazza, Bortoletto, Bovolato,
Brunelli con signora, Bugno con signora e due figli, Burigana, Busetto, Camisa con signora, Cantagalli,
Ciriotto con signora, Cognolato con signora, Dal Borgo, Fahrni con signora, Furlan, Giorgi con signora,
Marchetti, Martin, Monterosso, Morandi con signora, Nardon con signora, Pellegrini, Perulli, Piovesana,
Polesel, Rossi con signora, Sarti con signora, Scarpa, Spadaro con signora, Vesco, Vianini con signora,
Vio con signora.
Ospiti del Club: il Governatore Carlo Martines con signora, l’Assistente del Governatore Arturo Lucchetta
con signora, la Presidente Rotaract Monica Poli.
Il Governatore Carlo Martines ha voluto iniziare salutando Alfredo Furlan, quale socio fondatore
del nostro Club, quindi il presidente del Rotaract, i membri dello staff, Guido Besazza, Lapo
Cantagalli, Sandra Perulli, Giancarlo Vesco e naturalmente la nostra Presidente Cristina
Marchetti con cui si è vivamente complimentato per l’ottima gestione del Club.
Carlo Martines ci ha parlato dell’importanza della visita del governatore in quanto essa
rappresenta la visita al Club in qualità del Rotary International. Si è poi soffermato a considerare
che c’è poco da insegnare ad un club che ha quarant’anni di storia ma ha voluto ricordare il
tema dell’anno scelto dal Presidente Wilfrid J. Wilkinson: “il Rotary è condivisione”. Ci ha
portato la sua esperienza di Rotariano e di come abbia accettato di divenirne parte solo quando
si è reso conto di potervi dedicare sufficiente tempo e di condividere gli ideali di vita che sono
alla base della nostra istituzione. Nella sua visione collegata alla condivisione è la continuità,
fondamentale per portare a compimento progetti di lungo periodo, che richiedono la cooperazione
delle figure istituzionali che via via si succedono nella nostra associazione. Con riguardo
alle azioni prioritarie si è soffermato sull’importanza di affiancare agli aiuti materiali quelli
immateriali come l’alfabetizzazione, da intendersi in senso ampio come trasmissione di cultura..
Tra le priorità nel suo pensiero rientra l’attenzione alle nuove generazioni sia all’interno, con
particolare riferimento al Rotaract, che all’esterno, trasmettendo la cultura e l’etica rotariana.
Il Governatore non ha mancato di parlare della Rotary Foundation complimentandosi con il nostro
Club che già versa il massimo del contributo previsto. Ha ricordato che va superato il preconcetto
della Fondazione come istituto di beneficenza in quanto questa nostra importante istituzione
agisce soprattutto su progetti specifici. Ha poi ricordato che Il Presidente Wilkinson quest’anno
ci ha posto un quesito chiedendo se ci si debba porre dei limiti nella fissazione degli obiettivi della
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la cronaca
nostra associazione. La sua opinione è che grazie alle competenza e capacità dei nostri soci si possa
raggiungere qualsiasi traguardo ci si prefigga e dunque limiti non ce ne si debbano porre.
La sua riflessione si è poi spostata sulla necessità di comunicare maggiormente le nostre attività,
sia all’interno che all’esterno, superando l’idea, abbastanza diffusa tra noi rotariani, che questo
possa essere scambiato per una nostra voglia di apparire. Questa attività di comunicazione potrà
aiutare a modificare l’immagine sbagliata che spesso si ha del Rotary.
Entusiasmo e convinzione sono i temi che Carlo Martines ha aggiunto a quello individuato da
Wilfrid J. Wilkinson. Convinzione nel senso, tra l’altro, dell’accettazione delle responsabilità
che l’appartenenza al Club comporta. Tra queste ha rimarcato l’assunzione di cariche e compiti.
Entusiasmo nella partecipazione alla vita del Club tenendo vivo il principio dell’amicizia che
fu uno dei principi sui quali Paul Harris fondò la nostra associazione. Amicizia che nella sua
visione può nascere solo frequentando assiduamente.
Al termine del discorso del Governatore Alessandro Busetto ha presentato il nuovo socio Elvio Polesel
responsabile dell’unità operativa di cardio-chirurgia dell’Ospedale Umberto I di Mestre al quale il
Governatore ha personalmente appuntato il distintivo augurando una intensa carriera rotariana.
In chiusura di serata, splendidi bouquet di fiori alle signore ed una bellissima serigrafia del socio
pittore Andreolo quale omaggio per il Governatore, fra gli scroscianti applausi dei presenti.
Certamente una delle riunioni da ricordare per il nostro Club.
In basso. Il Governatore Carlo Martines
Sopra.
Andreolo illustra il suo
quadro omaggio
al Governatore
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la cronaca
giovedi 22 novembre 2007
Conviviale ore 19.45 - Hotel Bologna
“Rapporto fra Ricerca ed Industria”
Relatore Dott. Paolo Ferrazzi
Direttore Dipart. Cardiovascolare Ospedali Riuniti di Bergamo
Presiede: Cristina Marchetti
Presenti:Antonini, Besazza, Brunelli con signora, Burigana, Busetto, Camisa con signora, Cercato,
Chersevani, Ciriotto, Cognolato con signora, Dal Borgo, Fahrni, Geschmay, Giorgi, Marchetti, Marcomini,
Monterosso, Perulli, Polesel, Rigamonti, Spadaro, Vesco con signora
Ospite del Club: il relatore
Giovedì 22 novembre il Dott. Ferrazzi, Direttore della Cardiochirurgia di Bergamo, ha tenuto
una relazione inerente le nuove tecnologie in cardiochirurgia.
In modo particolare ha affrontato la problematica del supporto al cuore scompensato, al cuore cioè
che non è più in grado di svolgere la sua funzione principale che è quella di pompare il sangue e
distribuirlo in tutto l’organismo. Due sono stati i punti salienti della sua relazione:
1. Il cuore scompensato presenta un’alterazione patologica sia nella cellula muscolare, ma anche
nella sua “impalcatura”, nella struttura fibrosa che fornisce il supporto al muscolo cardiaco: tale
alterazione strutturale non consente al cuore scompensato di contrarsi e rilasciarsi con efficacia.
La contrazione cardiaca ed il suo rilasciamento (fase diastolica) sono, pertanto, estremamente
difficoltose e il deficit della pompa cardiaca si traduce in una ridotta perfusione di tutti gli apparati
dell’organismo. Per fornire un ausilio alla pompa cardiaca, il Dott. Ferrazzi sta sperimentando
le proprietà meccaniche ed elastiche delle “molle”; dopo aver testato vari materiali e diverse
tipologie di impianto negli animali con incoraggianti risultati, il Dott. Ferrazzi è pronto per i
primi impianti di tale dispositivo nei cuori umani scompensati.
2. La ricerca scientifica in Italia è assai difficile per una serie di problematiche. Un punto
importante riguarda i finanziamenti statali che vedono l’Italia agli ultimi posti in Europa circa
la percentuale tra fondi stanziati per la ricerca e PIL. Anche in ambito universitario vi sono delle
responsabilità inerenti il basso livello della ricerca: spesse volte un ricercatore per condurre a
termine un determinato progetto scientifico è costretto ad uscire dall’ambito universitario o a
rivolgersi ad altre strutture, generalmente all’estero.
Anche in presenza di queste difficoltà, tuttavia, il ricercatore deve continuamente alimentare
l’entusiasmo e la convinzione per condurre i suoi progetti, mantenendo un profondo rigore
morale: in questo ambito, l’attività clinica e scientifica del Dott. Ferrazzi sono un esemplare
punto di riferimento della ricerca medica italiana.
14
la
la cronaca
cronaca
giovedi 29 novembre 2007
Conviviale ore 19.45 - Hotel Bologna
“La presenza delle Casse di Risparmio
nel territorio di Venezia”
Relatore Dott. Massimo Ribaudo
Presiede: Cristina Marchetti
Presenti:Antonini, Bernardi con signora, Besazza, Bortoletto, Brunelli, Camisa, Chersevani, Cognolato con
signora, Facchinelli, Fahrni, Manente, Marchetti, Marcomini, Monterosso, Pellegrini, Piovesana, Scarpa
Ospite del Club: il relatore
La Cassa di Risparmio di Venezia, forte della sua lunga e radicata tradizione territoriale, vorrebbe riproporsi
all’interno dell’economia locale come una sorta di nuovo polo di aggregazione economica e sociale, procedendo
verso questo obbiettivo attraverso una serie di strumenti pensati e concepiti appositamente e che vedono
nella presenza di un Consiglio d’Amministrazione locale, unito a personale e parte dei quadri dirigenziali
di provenienza autoctona, come ad una ricchezza unica nel suo genere e volta al servizio nei confronti della
propria clientela. Certo, è inutile nasconderlo, non mancano tutte quelle problematiche, che sappiamo essere
comuni a gran parte degli istituti, che negli ultimi decenni hanno creato un distacco tra la clientela e i
risparmiatori. Il primo di questi è senza dubbio quello legato al rapido spostamento dei direttori di filiale,
antichi cardini, sui quali si reggeva gran parte dell’apparato bancario; essi sono i profondi conoscitori del
tessuto urbano e della locale comunità dei risparmiatori e a discapito di questo rileviamo la veloce turnazione,
che spesso contribuisce ad una sorta di spersonalizzazione dei rapporti tra banca e cliente, con la conseguente
sfiducia e a volte diffidenza da parte dei creditori nei confronti del proprio istituto, che va a nuocere al pur
valido prodotto che la Banca può offrire. In altre parole potremmo dire che con tali sistemi si passa così da una
banca di uomini, dove la fiducia si basa sulle solide fondamenta delle conoscenze interpersonali, un po’ come
soleva avvenire tra cliente abituale e il piccolo commerciante “sotto casa”, ad una banca di prodotti dove lo
scopo precipuo dell’istituto diventa la mera vendita dell’articolo più conveniente in quel momento, come ora
avviene negli ipermercati un po’ tutti spersonalizzati.
Se è pur vero che alcuni istituti lentamente cominciano ad essere consci di questa situazione è altrettanto
vero che le normative attualmente vigenti e le stesse regole del mercato non lasciano un grande margine di
manovra. La seria banca tardo-ottocentesca fatta di austeri funzionari in “fumo di Londra” e solidi banconi
in legno di rovere oggi è diventata in centro telematico per eccellenza, colorato e dinamico, dove addetti in
jeans e camicia sbottonata, comunicando tra loro con termini anglo-americani, connettendosi tra filiale e
sede usando spesso i Call center e risolvendo rapidamente problemi, che solo trent’anni fa avrebbero richiesto
giorni di consultazione, perdono quasi del tutto il contatto umano col cliente, ma vista in modo più amplio,
coi diretti problemi del territorio. Fondamentalmente la radice della questione è da ricercare nella formula
piramidale, se così si può inquadrare, dell’assetto bancario, che fa perdere inevitabilmente alla filiale locale
la rilevanza un tempo affermata; non solo, gli spostamenti dei funzionari, di cui s’è detto, contribuiscono
in modo determinante alla reciproca “non conoscenza” tra istituto e cliente, o potenziale cliente e a ciò si
aggiunge l’offerta di sempre nuovi prodotti, che hanno sì lo scopo di rispondere alle esigenze sempre nuove
del cittadino, ma che del cittadino non raggiungono il cuore e l’attaccamento alle sue abitudini, al suo modo
di essere “a casa sua”.
15
i service
I service del Venezia Mestre
Proseguiamo la carrellata sulle varie attività di servizio che il nostro Club ha svolto negli
ultimi anni.
•
Fra le numerose iniziative che hanno contraddistinto la Presidenza Vesco, ricordiamo
il concerto di musica classica (concertisti Frauke Tometten Molino – viola e Igor
Cognolato – pianoforte, la cui magistrale interpretazione di brani di Schumann, Brahms
e Schostakowitsch ha ottenuto un vivissimo successo), che si è tenuto nell’Aranciera
del parco di Villa Trevisanato Zoppolato alla presenza di oltre 130 persone, tra cui
importanti personalità del mondo sanitario, politico e culturale.
Il concerto era finalizzato alla realizzazione di un service a favore di giovani con problemi
di disagio psichico e delle loro famiglie ed ha consentito ai familiari di illustrare i gravi
problemi quotidiani del “disagio psichico” al Sindaco Paolo Costa, anch’egli presente
all’incontro musicale, ottenendone assicurazioni di interessamento ed aiuto.
A nome del Club è stato quindi consegnato un consistente contributo all’Associazione
“Lo Specchio” ed alla Cooperativa Qualità per l’acquisto di un telaio per la tessitura
a mano che avrebbe consentito ai giovani disagiati psichicamente di conseguire un
concreto inserimento nel mondo del lavoro. 16
Segnaliamo ancora il service congiunto con
il R.C. Venezia Riviera del Brenta relativo al
contributo di una certa entità per l’ospedale
materno infantile di Dubbo in Etiopia,
service denominato “Per un parto sicuro tra
i Wolayta”.
Anche la Presidenza Giorgi è stata
caratterizzata da molteplici attività, e fra
queste spicca il service a carattere culturale a
favore della comunità locale costituito dalla
pubblicazione dell’originale volume “Un secolo
fa a Mestre, dalle carte intestate l’attività di
imprenditori, artigiani, commercianti”. Si tratta
di una pubblicazione che ha voluto instaurare
una connessione tra immagini – appunto le carte intestate – e momenti di quotidianetà
perduta di una Mestre cresciuta nel primo quarto di secolo del 1900. È infatti un frammento
della storia di Mestre, vista e sottolineata attraverso le carte intestate, a cavallo fra la fine
dell’ottocento e gli anni venti del secolo successivo.
Il libro, edito direttamente dal Club, è stato distribuito non solo ai soci dei Club
veneziani, ma anche a tutti i Club del Distretto ed alla cittadinanza mestrina tramite il
Comune ed il Centro Studi storici di Mestre, che ne hanno sostenuto la pubblicazione. Il
Presidente Giorgi ha partecopato attivamente al lavoro di ricerca presso l’Archivio Storico
Comunale assieme allo storico mestrino Sergio Barizza,
direttore dell’Archivio. Con questa presidenza si è altresì
concluso l’impegnativo service quadriennale (iniziato
sotto la presidenza Pellegrini e proseguito sotto quelle
Fahrni e Faccini) che ha visto il dono al SUEM 118 di un
fuoristrada attrezzato Land Rover Discovery 2500 TD.
Un’iniziativa indubbiamente originale e simpatica
ha distinto la Presidenza Faccini, iniziativa articolata in
varie fasi, incentrate nel concorso fotografico dal tema
“nonni e nipoti …amici per la vita” che ha ottenuto un
notevole successo di partecipazioni non solo da parte dei
nostri soci, ma anche di quelli di altri Club del Distretto.
Successivamente le prime dodici fotogafie classificate,
secondo una giuria di esperti, in verità tutte molto
suggestive ed in piena armonia con il tema del concorso,
sono state utilizzate per la creazione di un vivace
calendario che poi, terza fase, è stato collocato presso
aziende ed associazioni, consentendo l’introito di
una discreta somma di denaro, destinata ad un centro
di volontariato. Come più sopra accennato, anche la
presidenza Faccini ha contribuito e partecipato al service
quadriennale del dono del fuoristrada al SUEM 118.
•
•
17
i soci si presentano
Michela Dal Borgo
Laureata nel 1978 in Lettere moderne all’Università di Venezia, dal 1978 al 1980 borsista
del C.N.R., da marzo 1980 Michela è all’Archivio di Stato di Venezia, attualmente con
la qualifica di Archivista di Stato Direttore- Coordinatore e Responsabile della Sala di
Studio e della Biblioteca.
E’ socia dell’Ateneo Veneto di Venezia e membro del Collegio Accademico come
Curatrice dell’Archivio e Presidente dell’Associazione Culturale “Muda di Levante”.
Accademica della Cucina Italiana per la Delegazione di Mestre e Terraferma e membro
della Consulta regionale del Veneto.
E’ anche Consorella della Scuola Grande di San Giovanni Evangelista, di cui è stata
responsabile delle attività culturali come guardian de matin e dell’archivio storico.
Come autrice e curatrice del volume Le arti edili a Venezia (Roma, 1991) ha vinto il
premio internazionale per il restauro “Pietro Torta”.
Ma non basta. La nostra consocia ha al suo attivo più di centoventi saggi, tra articoli
e volumi, sulla storia veneziana e del bacino del Mediterraneo, di cui alcuni tradotti
in diverse lingue straniere e trova anche il tempo per collaborare stabilmente con il
Dizionario Biografico degli Italiani dell’Enciclopedia Treccani.
Passiamo ora a qualche aspetto più personale. Michela vive col marito Sandro ed il
gatto Segola, bianco con un occhio azzurro ed uno giallo. Trascorre le vacanze al mare
d’estate, in montagna d’inverno ed ha la valigia pronta anche per piccole gite di fine
settimana. Quando viaggia per lavoro riesce a concedersi sempre qualche giorno di
relax fisico-culturale.
Legge molto (fa parte del suo lavoro!). Documenti e manoscritti antichi e libri storici per
aggiornamento. Per diletto, alla sera, un buon giallo o un libro di gastronomia antica:
attualmente sta appunto leggendo il Dello Scalco di Giovanni Battista Rossetti del 1584.
Musica: Mozart e Rossini in sottofondo l’aiutano a concentrarsi quando scrive; ha però un
debole per il revival anni ‘70 e ’80, che la fa sentire ancora più giovane, e tutto De Andrè.
Fra cinema e teatro preferisce il secondo perché trova il contatto “dal vivo” più
coinvolgente dal punto di vista emozionale.
La città estera che più l’attrae è Londra, preferibilmente con la nebbia, “così diversamente
simile a quella di Venezia…” ella dice. Posta di fronte all’alternativa Iliade o Odissea,
non ha dubbi: Odissea…”l’imprevedibile avventura continua della vita…”
Rotary. Era in verità un po’ perplessa sul concreto apporto che il suo specifico campo di
lavoro avrebbe potuto dare alla vita del Club e alle finalità rotariane, ma la certezza che
la “storia” è patrimonio ed interesse di tutti l’aveva rincuorata. Ora Michela afferma
“…è per me fonte di arricchimento interiore partecipare, con umile impegno, alle
iniziative volte ad aiutare i meno fortunati, secondo quei principi universali che mi
sono stati insegnati nell’infanzia e che ora ritrovo nel Rotary e nei rotariani”.
18
Elvio Polesel
Nato a Vittorio Veneto, il nostro nuovo socio si è laureato con lode in medicina e
chirurgia nel 1984 presso l’Università di Padova dove, nel 1989 si è specializzato, sempre
con lode, in cardiochirurgia e nel 1994 ha conseguito una seconda specializzazione,
ovviamente con lode, in farmacologia chimica.
Ha prestato la sua attività presso la Clinica di Chirurgia Cardiovascolare dell’Università di
Padova diretta dal Prof. V. Gallucci e successivamente, dapprima quale assistente e quindi
come aiuto, presso la Divisione di Cardiochirurgia dell’Ospedale Cà Foncello di Treviso
diretta dal dott. C.Valfrè. Dal 2003 al 2006 è stato titolare della struttura “Qualità in
Cardiochirurgia” dell’Ospedale Umberto I di Mestre.
Dall’aprile 2007 è Direttore dell’U.O. di Cardiochirurgia dell’Umberto I di Mestre, che in
precedenza aveva diretto per un anno quale facente funzioni.
Ha effettuato quale primo operatore quasi 1.000 interventi nelle più varie tipologie della
cardiochirurgia, ai quali si aggiungono altri 2.700 nella veste di secondo operatore, nonché 500
interventi in qualità di tutor per i colleghi più giovani al fine di consentir loro di raggiungere
l’autonomia operativa.
È stato relatore in molti congressi ed ha al suo attivo un notevole numero di pubblicazioni,
nonché numerosi articoli pubblicati su riviste specialistiche nazionali ed internazionali.
Passiamo ora all’Elvio privato. È sposato con la signora Nadia ed ha tre figli maschi di
20, 16 e 10 anni. Abita a Treviso.
E’ stato uno sportivo praticante: calcio ad ottimo livello, mentre ora nei (pochi) ritagli di
tempo concessi dal suo lavoro si limita a gite in bicicletta nella campagna trevigiana.
Il nostro socio ama il mare dove trascorre le sue vacanze, soprattutto a Porto Santa
Margherita in un suo piccolo “rifugio”, ma sogna di prendere una barca per trascorrere
delle ore al largo. Segue con interesse tutte le gare motoristiche, dalla Formula 1 al
motociclismo di Stoner e Rossi. Legge libri gialli e d’avventura, ma anche qualche saggio;
attualmente ha sul comodini “Miseria e nobiltà del gioco del calcio” di E. Galeano “un
libro che affronta i modo semiserio le problematiche di questo sport. Preferisce i film di
avventura o d’azione: conosce a memoria ogni battuta di “Blade Runner” di R. Scott. Se
dovesse scegliere fra l’Iliade e l’Odissea, sarebbe Odissea senza esitazioni e ne ricorda il
primo verso in greco “Ανδρα μοι εννεπε, Διϖα; οσ μαλα πολλα”. Il suo professore di liceo
l’ha fatto appassionare alla vicenda di un uomo che con tutte le sue forze e debolezze
ha lottato per la conoscenza, per la brama di sapere. Fra le città europee gli piace molto
Parigi per la sua luminosità e perché gli ricorda un periodo bello della sua vita.
Parliamo di Rotary. Elvio si sente un po’ emozionato per la sua cooptazione in questo
prestigioso sodalizio e si considera onorato di far parte della famiglia rotariana, di cui
cercherà di apprendere al più presto i principi e le finalità. Saprà essere certamente un
ottimo rotariano.
19
conoscere il Rotary
Qual’è lo scopo del Rotary?
Certamente ogni socio si è sentito chiedere almeno una volta che cos’è
il Rotary e quale sia il suo scopo ed ognuno avrà dato risposte diverse
connesse alle proprie conoscenze ed esperienze di rotariano, nonché al
proprio modo divalutare ed interpretare il Rotary.
Ecco le risposte ufficiali a queste domande.
Che cos’è il Rotary?
“Il Rotary è un’associazione mondiale di imprenditori e professionisti,
di entrambi i sessi, che prestano servizio umanitario, che incoraggiano
il rispetto di elevati principi etici nell’esercizio di ogni professione e che
si impegnano a costruire un mondo di amicizia e di pace”
Qual è il suo scopo?
Lo scopo del Rotary è quello d’incoraggiare e sviluppare l’ideale del
servire, inteso come motore e propulsore di ogni attività.
Come viene attuato questo spirito di servizio? Attraverso le quattro Vie d’Azione che rappresentano
i capisaldi del Rotary e che sono costituite dall’azione interna, dall’azione professionale,
dall’azione di interesse pubblico e dall’azione internazionale, alle quale negli ultimi anni si è
aggiunta l’azione in favore delle giovani generazioni.
La citata definizione prosegue enunciando che il Rotary si propone di:
1. Promuovere e sviluppare relazioni amichevoli tra i propri soci per
renderli meglio atti a servire l’interesse generale.
A questo fine è fondamentale l’attività dell’azione interna come quella che, fra l’altro, ha lo scopo di
amalgamare i soci tra di loro attraverso l’assiduità nella partecipazione alla vita del Club che agevola
una cordiale frequentazione fra i soci e che spesso facilita il crearsi di una vera e propria amicizia.
2. Informare ai principi della più alta rettitudine la pratica degli affari e
delle professioni; riconoscere la dignità di ogni occupazione utile e far
sì che esse vengano esercitate nella maniera più degna, quali mezzi per
servire la società.
È uno dei compiti fondamentali dell’azione professionale che consiste in primo luogo nella
opportunità data ad ogni rotariano di rappresentare la dignità e l’utilità di ogni professione.
3. Orientare l’attività privata, professionale e pubblica dei singoli al
concetto di servizio.
Altro compito questo dell’azione interna che, tramite una costante attività di istruzione e
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preparazione dei soci, li orienta verso quello che è il principio fondamentale del Rotary, appunto il
servire; in ciò supportata dall’azione professionale e da quella di pubblico interesse particolarmente
orientate alla concreta attuazione delle varie forme di servizio.
4. Propagare la comprensione, la buona volontà e la pace fra nazione e
nazione mediante il diffondersi nel mondo di relazioni amichevoli tra
gli esponenti delle varie attività economiche e professionali, uniti nel
comune proposito e nella volontà di servire.
Su questo punto spetta all’azione internazionale svolgere la sua attività ed orientare i suoi
programmi al fine di rafforzare la comprensione fra i popoli, soprattutto appoggiando tutte le
iniziative che tendono a migliorare la qualità della vita poiché la povertà ovunque si presenti,
mette a rischio la prosperità e la libertà di tutti.
Riguardo infine ai giovani, in molti documenti ufficiali che li riguardano
si trova questo slogan:
“Ogni rotariano deve costitutire un esempio per la gioventù”
L’attenzione e l’aiuto ai giovani è da anni un aspetto importante delle attività del Rotary , tanto
che in tempi recenti è stata costituita, come accennato, la quinta Via d’Azione, quella a favore
delle giovani generazioni.
I rotariani sviluppano numerosissimi progetti a favore dei giovani attraverso eventi sportivi, centri
per disabili, borse di studio, riunioni di orientamento professionale, funzioni educative nei riguardi
della prevenzione della droga e dell’Aids, quella validissima, importante iniziativa che è il Ryla.
Tutto questo viene attuato affinchè i giovani possano assimilare i principi del Rotary ed imparare
a servire osservando gli altri.
Poiché fra i nostri giovani vi sono i leader di domani (e sono il futuro del Rotary) i rotariani
devono appunto prestarsi attivamente per fare in modo che ognuno di loro assorba lo spirito
fondamentale del concetto di servizio.A questo fine è fondamentale il compito del Rotaract che
deve essere assistito col miglior spirito di collaborazione dai Rotary Club anche perché rappresenta
un promettente “serbatoio” per futuri rotariani.
parole da ricordare
“Quando il potere dell’amore sarà più forte dell’amore per il potere,
allora nel mondo regnerà la pace”
R. Battaglia
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l’angolo dei soci
NORIMBERGA
di MARCO BORTOLETTO
Arrivai a Norimberga alle 5 di un pomeriggio molto freddo di fine gennaio di
20 anni fa, il sole stava tramontando e faceva molto freddo. Il viaggio era durato
otto ore ed il “possente “ mezzo di trasporto su cui viaggiavo mi fece scendere
direttamente davanti al Germanisches Nationalmuseum di Nűrnberg, che per
un archeologo medievalista è uno dei tre più importanti musei d’Europa. Non
degnai la città nemmeno di uno sguardo, nella mia giovane stupidità pensavo
“queste grandi città europee sono tutte uguali: un centro piccolo ed un’enorme
periferia del tutto uguale a Mestre. Domani mattina, all’alba, tutte le città vanno
viste all’alba, vedrò che sensazione mi darà”. Arrivai nell’ostello di Norimberga
verso le 11 di sera e qui ebbi la prima sorpresa. In tutte le città dov’ero stato
gli alberghi per gli studenti erano enormi casoni senz’anima ubicati in piena
periferia o in nelle immediate vicinanze del centro, ma qui…: eravamo niente
meno che nei granai del castello, in cima alla collina di arenaria, che sovrasta la
città sul finire della strada principale. Entrai in un ambiente ampio, illuminato
con una soffusa luce azzurrognola, che faceva da contrasto con un arredamento
minimalista, dove predominavano calde tinte rosse e gialle, che si abbinavano
ad un’aria secca esageratamente riscaldata. Alla reception fui accolto da un
ragazzo mio coetaneo assai smilzo e dotato di un leggero paio di occhiali dalla
montatura argentata, che sfoderandomi un sorriso di cortesia a tutta bocca,
iniziò subito a parlarmi con un invidiabile inglese condito da una forte cadenza
tedesca. Mi spiegò le regole della “casa” Ai primi riverberi all’alba una debole
luce fredda e lattiginosa entrò attraverso le pesanti tende di velluto rosso cupo
ed aperta la finestra della camera, mi trovai davanti un’enorme quercia nera,
coperta di brina e priva di foglie e sui cui rami riposavano pigramente, con
ancora la testa sotto l’ala, alcuni corvi. Quell’immagine, che ancor oggi mi
rimane così vivida nella memoria, mi parve racchiudere l’essenza stessa della
Germania di allora, un misto di sofferenza, forza, tenacia e giusto orgoglio. Una
rigidità apparente, che a volte rasenta la crudezza, ma che infondo è solamente
il frutto di esigenze diverse da quelle, che noi normalmente viviamo. “Il popolo
tedesco” - pensai - “è un po’ come le sue case: severo fuori, caldo dentro. Vuoi
vedere che forse non è così diverso da noi?” con queste riflessioni mi avviai a
vagabondare per i vicoli cittadini freddo fuori, ma già innamorato di quella
città dentro.
Norimberga è una città della media Franconia, antica regione della Germania,
dalla quale provengono i Franchi, che una volta stanziatisi in Gallia le hanno
regalato un nuovo nome, Francia, e personaggi come Clodoveo e Carlo Magno.
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Il primo paesetto viene ricordato nel 1050 col nome di“Norenberc” ed è ubicato
sopra a una collina, la stessa dove avevo dormito, che all’epoca dominava la
strada, che unendo il Reno al Danubio incrociava l’antica via di comunicazione
tra la Sassonia e i valichi alpini. Fu proprio questa sua posizione a consentirle di
sviluppare un importante centro commerciale, nel quale l’imperatore Enrico III,
abile uomo d’affari, fece trasferire il mercato della vicina Furth.
Il paesetto di provincia prosperò così velocemente, che già con Enrico IV
divenne il soggiorno preferito degli imperatori tedeschi, una sorta di piccola
capitale, che per essere protetta venne affidata prima ad un burgravio, una sorta
di amministratore revocabile e poi concessa al Conte Federico III di Zollern (uno
dei capostipiti della casa imperiale tedesca) come feudo ereditario.
A partire dalla fine del XIII secolo l’amministrazione del castello, dei beni
imperiali e dei poteri giurisdizionali, militari e finanziari fu lentamente trasferita
dal funzionario di nomina sovrana, ai cittadini più facoltosi, che riuscirono nel
1219 ad ottenere il riconoscimento di città libera dell’Impero.
Solo nel XV secolo Norimberga conquistò definitivamente la piena autonomia
strutturandosi mediante un consiglio minore formato da 26 borgomastri e da
un consiglio maggiore, di cui fanno parte da 200 a 600 cittadini, con funzioni
esclusivamente consultive e che in fin dei conti contava in modo assai marginale.
Ciò nonostante i due consigli seppero così ben collaborare tra loro che tra
XIV e XV secolo la città consolidò la propria potenza economica e militare,
appoggiando l’imperatore e stringendo leghe e accordi doganali con altre città
mercantili, giovandosi soprattutto dell’abbondanza di legname e della presenza
dei minerali giacenti nel sottosuolo dei dintorni. La sua felice posizione ne
faceva l’intermediario principale per i traffici transitanti provenienti soprattutto
dall’Italia e diretti nelle Fiandre e nei Paesi Bassi; fu in diretti rapporti commerciali
con tutta Europa, ma le principali, mete dei suoi mercanti, erano costituite
dalle città di Anversa, Bruges, fino ai porti delle Puglie; ma era rappresentata
soprattutto a Venezia dove le sue associazioni mercantili costituivano la colonia
principale e più attiva concentrata nel Fondaco dei Tedeschi.
Questa grande attività economica trovò espressione in un’attiva vita culturale
e artistica, che raggiunse nei XVI secolo un’importanza europea e che servì
all’esportazione delle forme più alte dell’Umanesimo Italiano nell’area
centroeuropea, facendosi promotrice di quella, che molti studiosi definiscono
la Rinascenza tedesca, che vede in autori come A. Dürer, V. Stoss, A. Kraft, P.
Vischer gli artisti di maggior successo.
Le attività belliche di XVIII secolo e l’occupazione francese in epoca napoleonica
ne decretarono la decadenza al punto tale che lo stesso Napoleone ne decreterà
l’annessione alla Baviera, nel 1806.
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Passata la bufera Napoleonica e dopo un periodo di stasi Norimberga acquistò
una particolare importanza industriale: in città iniziarono a sorgere le prime
fabbriche di biciclette del paese seguite da quelle di macchinari di precisione,
caratteri di stampa, campane, lavori di oreficeria, fabbriche di giocattoli (ancora
oggi Norimberga è sede di una delle più importanti fiere dei giocattoli del
mondo ed in città sorge il più completo museo dei giocattoli d’Europa), materiale
elettrico, birra e soprattutto oggettistica da cancelleria (a Norimberga ha sede
la Staedtler, che con l’austriaca Kohinoor su spartisce il mercato europeo delle
matite. Basti pensare a chi tra noi non ha posseduto almeno una delle gomme
da matita rivestita nel cartoncino bianco-celeste!).
Il fatto di essere posta nel cuore della vecchia Germania e di essere sempre
stata capace di rinascere anche dopo pesanti rovesci caricò la città di particolari
significati politici, che stimolarono la fantasia della propaganda nazista, che a
partire dal 1933 la elesse come sede dei congressi annuali del partito. Ciò fece di
Norimberga il punto prediletto per i bombardamenti alleati, che ne decretarono
la semidistruzione e lo stesso centro cittadino, che ne custodiva le sue vecchie
chiese e case facendone uno dei complessi architettonici più pittoreschi e
suggestivi della Germania, andò quasi completamente distrutto. In proposito
ricordo un’interessante mostra fotografica, che mostrava i danni irrimediabili
procurati dagli attacchi aerei.
Dopo la guerra il centro fu interamente ricostruito seguendo nelle sue linee
generali ciò che aveva reso Norimberga una dei più bei borghi dell’intera
Germania: importanti lavori di consolidamento si ebbero sulla Mauthalle in
Konigstrasse, sulla duecentesca chiesa di s. Sebasto e in quella trecentesca di s.
Lorenzo, mentre il Borgo, alcune torri e parte del Museo Nazionale Germanico
e delle mura scamparono ai bombardamenti ed oggi sono tra gli esempi più
espressivi della cultura Tedesca.
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la segreteria informa
Nomina Presidente 2009 - 2010
Su proposta della Commissione Elettorale, l’Assemblea dei Soci nella riunione del 22
novembre 2007 ha nominato all’unanimità Sandra Sofia Perulli quale Presidente del
Club per l’anno rotariano 2009-2010.
Assemblea dei soci
È convocata l’assemblea dei soci per il giorno giovedi 20 dicembre 2007 presso
l’Hotel Bologna in seconda convocazione alle ore 20.30 per deliberare sul seguente
punto: modifica del Regolamento del Club art. 8 Commissioni 2° capoverso come
segue: “Ogni Commissione è composta da un Presidente, scelto dal Presidente del
Club ANCHE tra i membri del Consiglio Direttivo, e da almeno due soci”.
Quarantennale
Ricordiamo che sabato 19 gennaio 2008 alle ore 19 nelle sale dell’Hotel Russot
(ex Ramada) si terrà la cerimonia di celebrazione dei 40 anni della fondazione del
nostro Club.
È una tappa di grande importanza nella vita del Club per cui si tratta di un
appuntamento immancabile per tutti i soci e loro familiari.
Dal Patriarca
Annotiamoci in agenda: il giorno 14 febbraio 2008
è previsto un incontro del nostro Club
col Patriarca di Venezia S.E. Angelo Scola
Chi esce
Ha lasciato il Club Mazzino Bogi.
Ci mancheranno i suoi interventi vivaci, acuti, talvolta da “Bastian contrario”,
ma costantemente coerenti e precisi. Mazzino era sempre pronto a “dire la sua”
con foga e passione sui più disparati argomenti dimostrando, oltre ad una notevole
capacità espressiva, un non comune bagaglio culturale. Ci auguriamo che, lasciato
il Rotary, egli non lasci anche gli amici e di tanto in tanto, gradito ospite, si faccia
rivedere al Club.
Al R.C. Opitergino Mottense
Il nostro socio A.Laura Geschmay ha tenuto una applaudita relazione al Club di
Oderzo sul tema dell’Olocausto.
Auguri di buon Compleanno
Stappano la bottiglia di spumante a dicembre:
Paolo Pellegrini il 14, Germano Bellussi e Bruno Bernardi il 16, Giuseppe Goisis il 25
La stappano a gennaio:
Orlandino Bugno il 6, Carlo Brunelli il 12, Marco Chersevani il 27
25
25
“Varie ed eventuali”
MANCINI E DESTRINI
Una notizia piuttosto allarmante per coloro che sono mancini ci giunge dall’articolo
pubblicato da un medico sul bollettino di un Club friulano e che qui riportiamo per il
suo indubbio interesse.
“Attendibili statistiche mediche californiane hanno stabilito che i mancini hanno vita
più breve di coloro che usano la mano destra. E non di poco: ben nove anni. Il divario ha
molte cause, ma una sembra prevalente: gli incidenti, in particolare quelli automobilistici.
I mancini ne sono vittime sei volte più degli altri e per un motivo preciso: vivono e
muoiono in un ambiente tecnologico progettato per i “destrini”.
Gli USA contano di gran lunga più mancini di ogni altro paese al mondo e sono in
aumento. Tra gli americani ottantenni c’è 1 mancino su 100, tra i ventenni 1 su 8.
Ciò non è dovuto ad una capricciosa mutazione genetica, ma a fattori legati all’educazione.
Un tempo i genitori e la scuola esercitavano pressioni per la conformità: si cercava
cioè di imporre ai mancini la conversione e in 9 casi su 10 ci si riusciva. Naturalmente
c’era un prezzo da pagare: frustrazioni, piccoli traumi, qualche nevrosi. Negli USA
la “repressione” è stata messa al bando in ossequio ad un dettame pedagogico oggi
prevalente, il “libero sviluppo della personalità”.
Anche a costo di accrescere i rischi sull’autostrada, nel lavoro, nella vita”.
Libri
“L’amico ritrovato” di Fred Uhlman - Feltrinelli
“Romanzo in miniatura, piccolo capolavoro che troverà una sua collocazione duratura
negli scaffali delle librerie”.
“Diario di guerra e dopoguerra. 1938-1947 ” di Maria Carazzolo - Cierre
“Splendido diario degli anni di guerra, un libro che riempie un vuoto della nostra
identità: un testo da far leggere nelle scuole”.
Libro pubblicato postumo, scritto in età giovanissima da una insegnante
(1922-1984) delle scuole superiori di Padova, che sarebbe rimasto inedito se non
fosse stato scovato dal fiuto di Francesco Selmin, infaticabile animatore della
bella rivista “Terra d’Este”.
“L’avvocato necessario ” di F. Gianaria e A. Mittone - Einaudi
“Libretto denso e prezioso di due noti penalisti torinesi …cento pagine che si fanno
leggere d’un fiato anche dai non addetti ai lavori, ricche come sono di riferimenti e di
richiami a vicende giudiziarie più o meno celebri …rapida carrellata sui principali
interrogativi che circondano nell’opinione pubblica la figura dell’avvocato difensore”.
Mostre
luigi tito - cento anni dalla nascita
Rovereto, Museo di Arte Moderna e Contemporanea - Mart
10 novembre 2007 - 13 gennaio 2008
Una selezione di sessanta opere tra oli, tempere, disegni di questo schivo maestro della pittura
veneziana che “… dipinge in silenzio: non fa mostre, non invia a premi, non partecipa alle
Biennali, non segue le mode, non pubblica cataloghi; lavora calmo e lento su piccole tavole, studia
i toni, decanta i colori, con pennellate sempre frutto di ispirata misura o di lirica vivacità”.
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per l’anno rotariano
2007-2008
Il Presidente del Rotary Internazionale è Wilfred
Wilkinson di Trenton (Ontario - Canada), socio
del Club di Trenton. Ha ricoperto le cariche di
Governatore distrettuale, amministratore della
Fondazione Rotary, Vice Presidente del Rotary
Internazionale, Membro della Commissione
Internazionale Polio Plus e numerose altre.
È socio della Wilkinson & Company, società
di contabilità pubblica. Fra i numerosi altri
incarichi, è stato presidente del consiglio dei
contabili dell’Ontario, tesoriere dell’istituto dei
contabili canadesi e dell’istituto militare della
Royal Canadian.
È sposato con Joan e ha quattro figli.
Il Governatore del nostro Distretto è il Dott.
Carlo Martines socio del Club Padova Est.
È Presidente dell’ADIRI, l’Associazione che
riunisce i Distretti rotariani d’Italia.
È medico cardiologo, sposato con Tea ed
ha tre figli.
L’Assistente del Governatore per il nostro Club
è l’Avv. Arturo Lucchetta socio del Club Venezia
Mestre Torre.
È titolare di un avviato studio legale, sposato
con Nicoletta ed ha due figlie.
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progetto grafico copertina: G. Calamelli - Neural Engineering SpA
Servire al di sopra di ogni interesse personale
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Rotary Club - Distretto 2060