Tipografia Piave: MD nl: PIEVEL2--0001 nome: GIUGNO 2009 data: 24-07-09 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,08 del 24-07-09 base: B2 col: CMYK ANNO XLV - maggio - giugno 2009 - N. 3 Poste Italiane s.p.a. - Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 no 46) art. 1, comma 2, DCB BL - In caso di mancato recapito restituire al mittente che si impegna a pagare la relativa tariffa. Estate: quali vacanze? Quando si dice estate molti pensano a vacanze. Soprattutto nel mondo della scuola; ma - in forma più ridotta anche nel mondo del lavoro. E pure nella pastorale parrocchiale, nell’attività catechistica in particolare. Tutti si affrettano a precisare che “vacanze” vuol sì dire riposo dopo un periodo intenso di lavoro, di impegno, di stress... ma non significa tempo vuoto, dispersivo, distruttivo di quanto costruito precedentemente. E allora si sciorinano i consigli più utili: il tempo estivo diventi tempo di turismo, di immersione nella natura, di incontri tra persone e popoli; occasione di cultura, di dialogo, di crescita umana. Tempo anche di arricchimento spirituale: per letture formative (quanto bisogno c’è di conoscere i contenuti della nostra fede cristiana!), per maggior spazio alla preghiera, per eventuali esercizi spirituali. Con attenzione però durante le vacanze a non lasciarsi corrodere pian piano le radici della nostra personalità, per poi veder crollare quanto costruito con fatica e buon profitto. Come successe alla quercia del contadino. Perché c’era un contadino, che dopo aver lavorato tanto, si era comperato un bel pezzo di terreno, dove era piantata una quercia. Essa stava superba e fiera della sua grande chioma di verdi e fonde foglie, in mezzo al prato; i suoi rami possenti sfidavano il vento e le bufere, gli uccellini vi trovavano riposo e protezione; e alla sua ombra i contadini trovavano refrigerio e alla sera danzavano. Ma un giorno il contadino trovò la quercia... a terra, con le foglie ingiallite. Che cos’era accaduto? Il contadino constatò che formiche, roditori, topolini, piano piano, avevano rosicchiato e distrutto le radici... fino a far morire la pianta. Per parlare dei ragazzi - ma la cosa vale ugualmente per giovani e adulti, fatte le debite trasposizioni, - diciamo questo: durante l’anno scolastico i genitori in casa, le maestre a scuola, i catechisti in parrocchia offrono tanti sussidi per costruire la personalità dei figlioli su solide basi, con mète ambite, correggendo deviazioni. Anche le letture buone sono come le radici sane di una pianta; la fanno crescere rigogliosa; fanno ricca una persona. Le radici rovinate dai parassiti fanno morire la pianta: le letture pericolose sono la morte della persona, come pure certi spettacoli televisivi, certi sballi pericolosi, divertimenti malsani, compagnie devianti, pigrizie stagnanti... Vacanze sì, ma intelligenti e costruttive. Il tempo è galantuomo e passa. L’orologio ne segna i ritmi e il battito delle ore ci interroga su che cosa ne abbiamo fatto. Un saggio teneva nel suo studio un enorme orologio a pendolo, che ad ogni ora suonava con solenne lentezza, ma anche con gran rimbombo. «Ma non la disturba?» chiese uno studente. «No» rispose il saggio. «Perché così ad ogni ora sono costretto a chiedermi: che cosa ho fatto dell’ora appena trascorsa?». Alla fine dell’estate il Signore ti chiederà: «E tu, che cosa hai fatto delle vacanze appena trascorse?». Colle S. Lucia, don Sergio Tipografia Piave: MD nl: PIEVEL2--0002 nome: GIUGNO 2009 data: 24-07-09 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,08 del 24-07-09 base: B2 col: CMYK 2 «Le nuove del Pais» CCP 39808548 ESTATE: VACANZA E.. NON SOLO! Vi sto scrivendo mentre le scuole e il catechismo stanno chiudendo. Abbiamo vissuto due mesi ricchi di feste e attività: le feste di Pasqua con la solenne Via Crucis del Venerdì santo a Cherz; la benedizione e la visita pastorale alle famiglie; i Battesimi, i Funerali, i Matrimoni, la prima Confessione e la prima Comunione, infine il pellegrinaggio di ringraziamento alla Madonna della neve di Corte. Si conclude così un anno pastorale per iniziare il periodo dell’estate che non è sinonimo solo di vacanze e di ferie. Per le nostre famiglie con i bambini ci sarà la vacanza al mare, ma per molti altri ci sarà il lavoro intenso nell’edilizia, nell’agricoltura e nel turismo. Si ferma l’attività pastorale con il catechismo e i vari incontri, ma per tutti continua il rapporto con Dio, fatto di preghiera, di pratica di vita cristiana e di riflessione. Durante l’estate noi celebreremo la festa patronale di S. GIACOMO MAGGIORE con tanti sposi che ricorderanno l’anniversario del loro matrimonio; ci sarà la tradizionale Pesca-Lotteria, sempre più ricca di premi il cui ricavato andrà per i nostri Missionari sparsi per il mondo. Il Coro Fodom organizzerà la parte esterna e ricreativa della “Siègra”. A metà agosto ci sarà la solennità della Madonna Assunta “Santa Maria Maiou” con costumi e tradizioni ladine. Anche nel campo civile il Comune e l’azienda di Turismo ricorderanno il centenario della strada delle Dolomiti e altre iniziative: il castello di Andraz sarà un luogo importante di incontri. Quindi è un tempo di feste, ma anche di impegni e di vitalità che diventerà più proficuo se verrà vissuto nel dialogo con Dio; se vissuto in un tuffo nel creato per contemplare le meraviglie del Signore; se vissuto come apertura al dialogo con i turisti e le varie persone che verranno a Fodom; allora aprirà nuovi orizzonti, darà un significato più profondo alla vita e farà sentire a tutti i benefici spirituali e fisici. Auguro a tutti di vivere così le vacanze e le ferie per ritornare, a settembre, a riprendere l’attività ritemprati e con tanta voglia di fare! Don Alfredo Parrocchia di Pieve cell. 333 2030597 tel. 0436 7176 In 200 a Corte per ringraziare la Madonna Monsignor Luigi Del Favero benedice “l’Unimoc”, importante mezzo per sgomberare le strade dalla neve. Oltre 200 fedeli sono saliti in processione, sabato 30 maggio, al santuario della Madonna della Neve di Corte. Il pellegrinaggio era stato organizzato dal Decanato di Livinallongo in segno di ringraziamento verso la Madonna per la protezione dai pericoli, in primis le molte slavine, che hanno messo a dura prova la vallata nel corso di questo inverno caratterizzato da eccezionali precipitazioni nevose. La processione ha avuto d’onore il Vicario Generale della Diocesi, don Luigi del Favero, particolarmente legato a Fodom per essere stato parroco di Arabba. La statua della Madonna della Neve è stata portata a spalle da 8 pompieri volontari di Livinallongo, che si sono alternati lungo i quasi due chilometri di strada che porta al santuario. A farle da degna corona due ragazze nel costume ladino di Fodom. Il lungo serpentone di gente in devota preghiera si è snodato lento tra i prati in fiore, che risaltavano nei loro sgargianti colori, grazie alla giornata particolarmente soleggiata, anche se battuta da qualche sferzante folata di vento gelido. Lungo il tragitto è stato recitato il rosario e ringraziato la Madonna per i tanti pericoli scampati dalla popolazione, chi ha lavorato per la sicurezza dei residenti e chi ha garantito l’assistenza ad anziani e malati. Una devozione sincera e sentita, perché al termine di questo inverno lungo e difficile, La bella tovaglia dell’altare di Corte lavorata a mano e offerta da Vallazza Pierina e Nives Faber alla chiesa della Madonna della neve. inizio alle 9 dal bivio sulla sr 48 delle Dolomiti con la comunale che si inerpica fino alla caratteristica frazione ai piedi del Col di Lana. In testa la croce ed i gonfaloni. A seguire tanti fedeli, provenienti anche da Colle S. Lucia e dalla Val Badia. Erano presenti anche i bambini delle scuole elementari e medie della vallata, accompagnati dagli insegnanti. E poi le autorità comunali ed i celebranti: il decano mons. Alfredo Murer, il parroco di Arabba don Vito De Vido e quello di Corvara don Andreas Perathoner. Ospite che in quella splendida giornata primaverile sembrava solo un ricordo lontano, in tutti c’è la convinzione di un intervento materno e Divino della madre di Gesù. “Regina del cielo rallegrati perché oggi i tuoi figli sono tornati ad abbracciarti” ha detto don Luigi durante l’omelia celebrata nella piccola chiesa che non ce l’ha fatta a contenere tutti i fedeli. “Oggi - ha detto ancora - hanno fatto qualcosa di grande che resterà scritto nella storia di questa comunità”. Al termine della celebrazione è stato benedetto il nuovo Unimog, appena acquistato dal Comune. I frazionisti (in quel giorno ricorreva la sagra della frazione) hanno infine offerto un abbondante rinfresco a tutti. Tipografia Piave: MD nl: PIEVEL2--0003 nome: GIUGNO 2009 data: 24-07-09 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,08 del 24-07-09 base: B2 col: CMYK «Le nuove del Pais» San Giuseppe Lavoratore Il “Piccolo Coro Col di Lana” al completo, dopo aver cantato la Messa a Digonera in onore del patrono S. Giuseppe lavoratore. Con loro ci sono i celebranti: Padre Romeo Simonetti e don Alfredo. Non mancano le direttrici: M.a Dorigo Luigina e Rita Rossi. Il primo maggio Digonera è in festa per il patrono S. Giuseppe Lavoratore. È una festa che viene sentita e partecipata sempre di più dal 2006 quando è stato inaugurato il nuovo campanile e sono state benedette le campane; è una festa che coinvolge tutti gli abitanti di Digonera e dei paesi vicini. Le famiglie del paese si sono mobilitate per S. Giuseppe: chi ha pensato alla pulizia della chiesa e delle adiacenze; chi ha riparato e verniciato la piccola ringhiera che circonda la chiesa, rovinata dalla neve; e chi ha preparato confezioni di dolci, biscotti e “crafons” da offrire e in parte da vendere per le necessità della chiesa. Da Pieve è sceso il Piccolo Coro, composto di oltre trenta bambine e ragazze, per cantare la Messa, meritandosi gli applausi dei fedeli presenti. Ognuno indossava il “guant da bele feste”, in gran parte nuovo con il “gurmèl” verde o rosso. Come è già stato ricordato, è stata la Signora Maria Bottari da Roma che ha finanziato la spesa per rinnovare i vestiti per ricordare il marito Rolando Stievano oriundo di Fodom. Con don Alfredo è venuto a presiedere la Messa Padre Romeo Simonetti, attualmente Amministratore parrocchiale di Laste che commentando la Liturgia della parola ha parlato dell’importanza del lavoro. La bella giornata di sole ha favorito la partecipazione alla festa. Dopo la Messa tutti si sono fermati sul sagrato per parlare, per gustare e/o acquistare le leccornie che erano state preparate. Le musiche di Max e Mario hanno portato una nota di allegria e di festa paesana. Un grazie vivissimo a chi si è prodigato per la riuscita della “siègra”! 3 AL SANTUARIO DI CORTE percorrendo l’antico sentiero L’antica chiesa di Corte, consacrata il 5 agosto 1607 era considerata la più bella della valle di Livinallongo prima che il 19 maggio 1915 fosse distrutta su ordine del Comandante del Forte. Assieme alla chiesa furono incenerite le decine e decine di ex voto su tavole, in argento, quadretti, stampelle... lasciati dai devoti della Val Badia, Colle Santa Lucia... e Fodom per grazia ricevuta. Al Santuario, oltre ai fodomi si recavano annualmente, e a piedi, i Badioti che giungevano attraverso il Passo Incisa e le praterie di Sommamont e i fedeli dell’Alta Val di Fassa che, sempre a piedi, giungevano attraverso il Passo Pordoi; al Santuario arrivavano da Colle Santa Lucia, da Selva di Cadore, dalla val di Zoldo e dal Basso Agordino. Per recuperare la tradizione: una VIA CRUCIS. Un’idea potrebbe essere quella di ripristinare l’antico sentiero che dalla val dell’Hotel porta a Plàn de Brenta e, con una pendenza molto dolce raggiunge Corte, passando a monte di Liviné. Oggi questa antica strada che per alcuni tratti è ridotta ad un sentiero potrebbe essere ripristinata e proposta come passeggiata a locali e turisti. E perché non sistemare, lungo il percorso che si snoda fra pascoli e bosco una semplice/ bella VIA CRUCIS? Questa, collegando la chiesa parrocchiale di Pieve al Santuario di Corte avrebbe un senso storico, oltre che religioso. Potrebbe essere un’idea per ridare al Santuario la giusta centralità che aveva un tempo. (Fr. Del.) GITA-PELLEGRINAGGIO INTERPARROCCHIALE Meta: Assisi, Cascia, Norcia, le città che hanno dato i natali a S. Francesco, S. Rita e S. Benedetto. Naturalmente nel viaggio in Umbria saranno visitate altre città come Gubbio, Spello, La Verna, città ricche di storia, di arte e di fede. Il viaggio verrà effettuato dal 3 al 6 novembre. La quota individuale sarà di 345 euro; dalla quota saranno esclusi alcuni servizi come eventuali ingressi per chi non beneficia dell’esenzione, la camera singola con supplemento, extra in genere. All’iscrizione (che è già aperta) si verserà l’acconto di 100 euro; il saldo invece entro il 28 ottobre. Posti disponibili: 50. Per informazioni e iscrizioni presso don Alfredo, parroco di Livinallongo (tel. 04367176) oppure all’Agenzia Plavis viaggi di Belluno (0437 940450). NB. Il programma più dettagliato si può trovare sul n. 2 de “Le nuove del Pais” di marzo-aprile. LE NOSTRE FESTE 26 LUGLIO: Siègra di San Jaco, patrono di Pieve. Ore 9.30 S. Messa presieduta dal Sacerdote novello DON SIMONE BALLIS. Pesca-Lotteria missionaria. Festeggiati anniversari di matrimonio: 25-40 e 50 anni. Il Coro Fodom organizzerà la festa esterna. 15 AGOSTO: Santa Maria Maiou ore 9.00 S. Messa solenne in onore della Madonna-benedizione dei fiori-donne col “guant da fodoma”. Sfilata dei carri delle vijinanze-festa in piazza nuova-premiazioni. Sagra di Digonera: donne in costume e fisarmonicisti. Tipografia Piave: MD nl: PIEVEL2--0004 nome: GIUGNO 2009 data: 24-07-09 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,08 del 24-07-09 base: B2 col: CMYK 4 «Le nuove del Pais» CORO FEMMINILE “COL di LANA” Momento di festa per il Coro diretto dalla maestra Anna Devich, sabato 9 maggio, in Sala Congressi ad Arabba. Il Coro celebra il decennale e presenta il CD “Cënabona”. Il Maestro Bepi De Marzi, nel presentare il Coro Femminile “Col di Lana”, elogia le coriste per il livello di preparazione raggiunto e si congratula per la realizzazione del CD “Cënabona”. Familiari, amici, amanti della musica e del canto hanno riempito la Sala Congressi per applaudire il Coro Femminile “Col di Lana” che ha raggiunto i primi 10 anni di attività canora. Nel corso della serata il Coro ha presentato al pubblico il suo primo CD. Serata intensa anche per la presenza, in qualità di presentatore, dell’amico e grande maestro Bepi De Marzi che, per Fodom, ha avuto da sempre una particolare predilezione; per l’occasione ha infatti composto “Col di Lana” una delle 14 canzoni inserite nel CD. “Per noi è stato proprio come un padre Bepi De Marzi, un padre che ci ha incoraggiate e spinte avanti - dice la maestra Anna - e, a me in particolare, ha infuso tanta fiducia”. La stessa Direttrice, con l’ausilio della Presidente, ha consegnato ufficialmente il CD alle coriste, alle autorità, ai collaboratori, non dimenticando Sisto e Franco che avevano sostenuto il Coro nei primi momenti. La serata si è conclusa con la consegna al maestro De Marzi e alla maestra Anna Devich di un pregiato lavoro in argento opera dell’artista Mastro 7. (Fr. Del.) Messa solenne nella parrocchiale di Pieve Solenne cerimonia religiosa a Pieve domenica 10 maggio Il Coro Parrocchiale al gran completo entusiasma i fedeli cantando la Messa composta dal Maestro Bepi De Marzi. Sarà stato per la presenza del M.o De Marzi che accompagnava i canti all’organo, sarà perché le composizioni del Maestro toccano il cuore, sarà per la bravura di Denni che il coro lo dirige, sarà per l’elevato grado di preparazione dei coristi, sarà ... La realtà è che coro e canti che hanno accompagnato la celebrazione religiosa hanno entusiasmato tutti. Un’eccezionale fusione di voci, di piani e forti alternati, con dei forti che hanno fatto vibrare le stesse mura della parrocchiale: insomma, se mi è concesso, il celebrante per una volta è rimasto un po’ nella penombra! E dopo la celebrazione religiosa, nella Sala Parrocchiale, uno spuntino offerto dal coro, preparato con altrettanta cura ed inventiva. Possiamo veramente affermare che Fodom è la “terra del bel canto”, basti pensare che su una popolazione residente che non raggiunge le 1450 unità, sono effettivi ben 5 cori e un corpo bandistico. (Fr. Del.) Il Coro Femminile “Col di Lana” mostra con entusiasmo il CD “Cënabona”. Il Maestro Bepi De Marzi accompagna all’organo i canti eseguiti dal Coro Parrocchiale. LAUREA ILARIA DAVARE di Massimo e di Vallazza Ada, da Pian di Salesei, il 10 ottobre 2008, si è laureata brillantemente in Assistenza Sanitaria, presso l’Università degli Studi di Padova, Facoltà di Medicina e Chirurgia, polo didattico di Conegliano. Il titolo della tesi: “Ricerca del titolo anticorporale Anti-Tbe: confronto tra vaccinati e immuno protetti”. ReAlla neo laureata le nostre latore il Dott. Vincenzo vivissime felicitazioni con Baldo; correlatrice la dotto- l’augurio di un pronto inseriressa Graziella Carpanè. mento nel mondo del lavoro! LAVORI IN VISTA Il Coro Parrocchiale di Pieve con il Maestro Bepi De Marzi - il Parroco Mons. Alfredo Murer - il Sindaco prof. Gianni Pezzei - l’Assessore Leandro Grones, il M.o Direttore Denni Dorigo, l’organista Oscar Nagler e il M.o emerito Benigno Pellegrini. ● Il Consiglio degli affari economici della parrocchia nell’ultima seduta ha dato parere favorevole al restauro dell’organo Mascioni da parte della stessa omonima ditta che lo ha costruito 79 anni fa e lo ha poi restaurato nel 1982. Il preventivo che hanno inviato al CAAEE è di 33.000 euro esclusi Iva, vitto e alloggio. Nel frattempo verrà richiesta l’autorizzazione alla Soprintendenza di Venezia e alla Commissione di arte sacra della diocesi. ● È stato affidato allo studio BDL di Belluno il progetto e il preventivo per costruire una bussola in cristallo per riparare la chiesa dal freddo, all’entrata principale della chiesa di Pieve. ● L’arch. Marino Baldin sta preparando il progetto e preventivo del restauro interno della chiesa della SS. Trinità di Andraz. ● La falegnameria “Demattia Damiano e Leo” di Renaz si è impegnata a sistemare il portico esterno alla porta principale della chiesa decanale. Tipografia Piave: MD nl: PIEVEL2--0005 nome: GIUGNO 2009 data: 24-07-09 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,08 del 24-07-09 base: B2 col: CMYK «Le nuove del Pais» 5 La Prima Comunione cordo con i genitori e le catechiste e il parroco; una fatta all’esterno della chiesa con il lancio dei palloncini con un messaggio. Da sottolineare il bel gesto di solidarietà dei bambini che hanno voluto ricordarsi generosamente dei loro coetanei del- l’Abruzzo, colpiti dal terremoto. Alla sera, a Corte, davanti alla venerata immagine della Madonna della neve, portata in processione il giorno prima, hanno recitato coralmente il santo rosario ed hanno fatto la loro consacrazione a Maria. Il cartellone, all’ingresso della chiesa, con le foto dei neocomunicati. Domenica 31 maggio, solennità di Pentecoste, la parrocchia di S. Giacomo Maggiore ha vissuto un bella giornata di festa per la prima Comunione di ben 11 bambini della classe terza. Dopo aver celebrato la festa della prima Confessione, guidati da Suor Flavia Santi e da Roncat Agnese si sono preparati a conoscere meglio Gesù per poi riceverlo degnamente. Sono stati presentati alla Comunità che a sua volta si è impegnata ad accompagnarli nel loro cammino di fede con la preghiera e con l’esempio della vita cristiana. Qualche giorno prima sono scesi a S.Maria delle Grazie per un Ritiro spirituale guidato da don Paolino; con loro c’erano pure i genitori i quali, seguendo l’esempio dei loro figli, hanno approfittato di confessarsi dai Padri Francescani del Santuario. Oscar Crepaz aveva preparato un bel cartellone (vedi foto): un calice con tanti raggi sui quali i bambini hanno messo la propria fotografia; mentre Piertomaso Denicolò ha pensato a un elegante libretto a colori con le preghiere, le intenzioni e le foto dei bambini. Il coro parrocchiale “S. Giacomo Maggiore” ha cantato la bella Messa di Bepi De Marzi e altri canti durante la celebrazione. La Messa ha avuto alcuni momenti significativi come il rinnovo delle promesse battesimali tenendo in mano la candela del proprio battesimo, accesa dal proprio papà; le intenzioni delle preghiere dei fedeli composte dagli stessi bambini; la partecipazione accanto al parroco durante la consacrazione. Il momento però più atteso ed emozionante è stato l’incontro con Gesù con la Comunione. Suor Flavia così commentava: “Adesso Gesù è qui, nel tuo cuore a parlarti e a riempirlo di gioia con la sua presenza...”. Al termine della solenne celebrazione sono seguite le foto ri- Il gruppo dei bambini della Prima Comunione con le due catechiste Suor Flavia e Agnese e con il parroco. Nella prima fila, da sinistra: Denicolò Francesco, Sorarui Davide, De Riva Samuele e Crepaz Alessia; seconda fila: Crepaz Milly, Foppa Alice, Rudatis Naim, Denicolò Claudia, Foppa Denis, Dorigo Linda e Denicolò Gaia. Il gruppo dei comunicati con i loro genitori e familiari sulla scalinata esterna della chiesa, dopo aver lanciato in aria i palloncini colorati con un messaggio. Prima Confessione Undici bambini della classe terza elementare preparati bene da Suor Flavia Santi e da Agnese Roncat ,il 29 marzo, hanno vissuto la prima esperienza del perdono del Signore col Sacramento della Confessione. Con loro c’erano i genitori e tanti familiari che hanno partecipato alla gioia di questi bambini. Con grande impegno e attenzione hanno seguito la liturgia penitenziale arricchita da alcune cerimonie che hanno reso più bella la confessione: la veste bianca, la candela accesa, la consegna della croce e il dono del vangelo. Da Colle Santa Lucia è venuto ad aiutare don Alfredo il nuovo parroco, don Sergio Pellizzari. È seguito infine un gradito rinfresco preparato sapientemente e con abbondanza dalle mamme dei bambini. Tipografia Piave: MD nl: PIEVEL2--0006 nome: GIUGNO 2009 data: 24-07-09 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,08 del 24-07-09 base: B2 col: CMYK 6 «Le nuove del Pais» L’ANGOLO DEI RICORDI di F. Deltedesco LA FOTO CONOSCIUTA Una bella immagine di Dolores Roilo (nata nel 1966) - figlia di Lucia Crepaz di Cherz e di Livio Roilo “Galister”. LA FOTO SCONOSCIUTA Foto recante la scritta “Al mio piccolo Tonino (Tòne del Zenz- Crepaz Antonio) perché si ricordi della sua maestra Annalisa Tonello”. Sera d’inverno Il sole scompare all’orizzonte. Stanchi, affamati dal lavoro fan ritorno gli operai per andare alla loro parca cena. Nella casa un’anziana accende il fuoco: comincia a scendere la notte. Le luci si accendono le case si riscaldano per sfidare il gelido inverno. La strada è buia e deserta solo si sente il miagolio di un gatto; meditano i vecchi i bambini dormono .... e il giorno dopo sarà ancora inverno. Leo Crepaz - classe 3a media. Ricordi del tempo che fu IN BREVE ❏ Padre Romeo Simonetti, nativo di Zoppè di Cadore, è il nuovo “parroco”-amministratore parrocchiale di Laste. Proviene dall’Ordine religioso dei Trappisti di Roma, dove è vissuto per vent’anni. ❏ Nell’elenco degli anniversari di matrimonio dei precedenti bollettini è stato dimenticato involontariamente il 50o di matrimonio di Bradariolo Egidio e Ragnes Fernanda; si erano sposati a Bologna il 10 giugno 1959. Anche a loro i nostri migliori auguri di salute e di serenità. ❏ A Rocca Pietore, nel mese di maggio, sono state tenute tre conversazioni da vari oratori: mons. De Vido, mons. Del Favero e mons. Antoniol, per preparare i partecipanti all’Ordinazione sacerdotale e Prima Messa di don Simone Ballis. Nella sala del ”teaz”, sempre gremita, si è parlato di: ”Il sacerdote nel nostro tempo; Famiglia e vocazioni; La seconda vocazione di S. Paolo: quella pastorale. Il 6 giugno, nel Duomo di Belluno, è stato consacrato sacerdote don Simone. Una grande grazia per la famiglia e per la parrocchia. ❏ Il mese di maggio è stato particolarmente frequentato dai ragazzi e dagli adulti, a Pieve. Quasi ogni sera la Cappella era piena: circa venti ragazzi scandivano le Ave Maria della corona. ❏ In occasione della festa e del pellegrinaggio della Madonna della neve di Corte, Pierina e Nives Faber hanno regalato una splendida tovaglia di lino tutta lavorata a mano. Grazie del bel dono! ❏ La gente sta già portando i primi premi e oggetti per la pesca di S. Giacomo. Questo incoraggia e fa piacere agli organizzatori perché così possono per tempo smistarli e sistemarli. Inverno 2009 sulla montagna di Castello (scatto di Cristina Crepaz). ❏ Suor Francesca Daminato delle Discepole del Vangelo (S. Giovanni), giovedì santo, ha ricevuto dal Vescovo il Mandato di Ministro Straordinario dell’Eucarestia. Così tutte le suore potranno portare la comunione ai malati, aiutando i parroci. Tipografia Piave: MD nl: PIEVEL2--0007 nome: GIUGNO 2009 data: 24-07-09 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,08 del 24-07-09 base: B2 col: CMYK «Le nuove del Pais» 7 50o DI MATRIMONIO CON IL CORO FODOM Giornata particolarmente significativa quella di sabato 6 giugno, sia per il Coro Fodom che per i coniugi Fernanda ed Egidio Bradariolo Monica e Simone, i figli di Fernanda Ragnes e Egidio Bradariolo desiderano che il 50o di matrimonio dei loro genitori sia un giorno particolare: vogliono fare loro una sorpresa invitando il Coro Fodom che porterà nel rione di San Lazzaro i canti della montagna, quindi accompagnerà la S. Messa rendendola in tal modo più solenne. Non è una scelta fatta a caso: la signora Fernanda è una fodoma e il marito Egidio è stato un grande amico del Coro. Lo ricordiamo come organizzatore della trasferta del Gruppo canoro a Roma nel 1980 con l’udienza dal S. Padre Giovani Paolo IIo ; ricordiamo la sua totale disponibilità nel fare da cicerone portando i fodomi a visitare gli angolo più belli della capitale; ricordiamo la sua allegria e le barzellette che ravvivavano la compagnia. Ed ancora, due anni dopo quando nel 1982 ha organizzato per la seconda volta la trasferta a Roma del Coro. E che dire dell’accoglienza, per ben 10 anni e per un’intera settimana, in collaborazione con il Comm. Bertini, degli scolari e studenti vincitori del Concorso “Il Pennino d’Argento”? Tanti e tanti momenti superbi che rimarranno nella memoria non solo del Coro ma di tanti fodomi. Purtroppo la vita, a volte, Fernando Ragnes - la figlia Monica Bradariolo e il Parroco della Chiesa del rione di San Lazzaro posano con il Coro Fodom per una foto ricordo. riserva anche momenti amari. “Un autobus - un ostacolo improvviso - una frenata brusca - la testa che picchia in un modo imprevisto: Egidio non si riprenderà più e sarà condannato a giacere in un letto”. Come avrebbe potuto, il Coro Fodom, quando è stato invitato dalla figlia Monica, come avrebbe potuto non correre a Treviso per cercare di portare un po’ di gioia a chi, da quel giorno ha conosciuto la sofferenza? Certo, tutti i coristi, in particolare coloro che avevano conosciuto Egidio allegro, intraprendente e disponibile avrebbero voluto vederlo ancora scattante, avrebbero La cosa più bella del mondo? L’amore Il giorno più bello? Oggi! La felicità più grande? Essere utile a qualcuno, comunicare gioia e gioire della felicità altrui. La sensazione più piacevole? La pace interiore, che nasce dal dovere compiuto. La migliore medicina? L’ottimismo, che sa vedere il lato positivo di ogni persona e di ogni cosa. La compagnia migliore? Quella di coloro che ci aiutano a crescere. Le persone più necessarie? I Sacerdoti, che sono “la luce e il sale della terra”. Il primo bisogno? Comunicare con qualcuno, con altri, con tutti gli altri. La cosa più facile? Cadere in errore: nei giudizi, nelle scelte, nell’amare. La cosa più difficile? Perdonare senza riserve, dimenticando, contraccambiando il male col bene. voluto sentire dalla sua bocca un’ennesima barzelletta, avrebbero voluto vederlo nella chiesa di San Lazzaro di Treviso a cantare assieme a loro. Lo avrebbero desiderato, in primo luogo la moglie e i figli, ma questo è rimasto solamente un desiderio. Il Coro Fodom non è attrezzato per fare miracoli, pertanto ha solamente potuto offrire i suoi canti sia in casa che in chiesa. Ma, se il canto è preghiera, chissà che, giungendo all’orecchio di Colui che sta in alto, non riesca a fare in modo che “un piccolo miracolo” avvenga. Forse è sperare troppo... forse! (Fr. Del.) Il Parroco don Giovanni Salvalaggio consegna alla Signora Fernanda Ragnes Bradariolo la pergamena inviatale dal Pontefice. La radice di tutti i mali? L’orgoglio che ci trattiene dal chiedere scusa e dall’ammettere di aver bisogno degli altri. Il male peggiore? Il peccato e l’abbandono della preghiera. La maggiore sconfitta? La mancata crescita umana e spirituale. Il maggiore calcolo? La sfiducia in se stessi; la tentazione di lasciarsi andare. La strada più sicura? Quella tracciata dai 10 comandamenti. La forza più grande? La Fede, vissuta con semplicità e professata con umiltà. Il modo più semplice per farsi amare? Portare a tutti il rispetto dovuto. Il regalo più bello? Il sorriso carico di dolcezza e di simpatia. La persona più pericolosa? Quella che abitualmente mente e non sa tenere i segreti. L’evento più temuto? La morte, quando non è illuminata dalla fede. La persona più povera? Quella che non ha ancora incontrato Gesù, e non cammina con Lui, considerandolo l’aiuto, la guida, l’amico migliore. dagli scritti di Madre Teresa di Calcutta Tipografia Piave: MD nl: PIEVEL2--0008 nome: GIUGNO 2009 data: 24-07-09 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,09 del 24-07-09 base: B2 col: CMYK 8 «Le nuove del Pais» ATTIVITÀ POMPIERI A FODOM L’operato dei Pompieri Volontari di Arabba-Livinallongo nella passata stagione invernale 2008/09 ha avuto una notevole mole di lavoro, ben 58 interventi tra dicembre e febbraio, considerando che in un anno in media ne vengono effettuati una quarantina. Tutto è iniziato con l’abbondante nevicata nella prima settimana di dicembre intervenendo a Liviné per la slavina di “Livinadac”, proseguendo poi con vari sopraluoghi alle abita- zioni e in qualche caso veniva effettuata la spalatura del tetto. Il maggior numero di interventi veniva eseguito su edifici pubblici causa la pericolosità di caduta neve o ghiaccio in prossimità di strade e marciapiedi, il restante su abitazioni private abitate da persone anziane e non autosufficienti. Tutto il personale in forza al distaccamento è stato impiegato in base alla necessità dell’intervento, il problema sorgeva durante il giorno, perché tanti Vo- lontari erano occupati nel proprio lavoro, meno problematica la sera o la notte. In alcuni interventi veniva chiesto l’ausilio dei Pompieri Permanenti con i vari mezzi quali autoscala, pala gommata, camion, ecc... La chiamata di soccorso in alcuni casi giungeva direttamente al nostro numero di reperibilità, però la normale richiesta del cittadino, per un qualsiasi intervento, deve essere effettuata alla Centrale Operativa di Belluno con il numero fisso di soccorso 115. Il nostro distaccamento è composto da 27 pompieri, al comando di Igor Masarei attualmente Capo Distaccamento. Dopo aver frequentato nel 2006 un corso Online (Internet) con annessi esami, 8 pompieri sono diventati Capi Squadra. Questo corso, aperto a circa 1000 Volontari in tutta Italia, è stato il primo realizzato su una piattaforma internet così da consentire di poterlo frequentare da casa ed ha avuto una durata di circa 14 settimane. Il corso era strutturato in classi virtuali con un responsabile a cui fare riferimento. Il percorso di studio era suddiviso in 5 moduli di lezioni con relativo test. L’esame finale del corso è stato eseguito presso il Comando di Belluno collegato in videoconferenza con il Ministero dell’Interno a Roma. Ogni anno inoltre durante la primavera e l’autunno vengono svolte esercitazioni di vario tipo quali ad esempio lo stendimento di tubazioni partendo da un torrente e con una pompa portando acqua alla zona interessata, oppure simulazioni di incidenti stradali, o ancora addestramento con scale e teoria sulla varia attrezzatura in dotazione. Un’importante e costruttiva prova di Maxi Emergenza è stata svolta il 14 settembre 2008 sul Passo Pordoi fra i Pompieri delle 4 Valli Ladine in collaborazione con il soccorso sanitario 118 e soccorso pubblico 112. Si sono simulati due incidenti stradali e un incendio di un albergo. Spettacolare il numero delle presenze, circa 130 pompieri, 60 sanitari e 2 pattuglie di carabinieri. A nome mio un sincero ringraziamento a tutti i Pompieri e tutti i volontari che si sono prestati nelle operazioni di soccorso, in particolare a Pezzei Marco che è stato un punto di riferimento importante nella gestione e nel coordinamento degli interventi dell’inverno scorso. Palla Igor IGOR E ANDREA PALLA, POMPIERI FODOMI IN ABRUZZO Il 6 aprile 2009 alle ore 03.32 del mattino una violenta scossa di terremoto ha sconvolto la città dell’Aquila e periferia... Subito si è attivata la macchina dei soccorsi e alcuni giorni dopo veniva richiesta la disponibilità di personale volontario dei Vigili del Fuoco del comando di Belluno i quali avrebbero avuto il compito di gestire la cucina mobile da campo. Subito io e Andrea Palla ci siamo messi a disposizione e siamo partiti con un turno di dieci giorni dal 22 aprile al 1o maggio. La nostra destinazione era il campo base 3 (colonna mobile Veneto) nel comune di Pizzoli (più o meno 3000 abitanti), a circa 15 km da l’Aquila. Il paese ha subito pochi danni, nonostante ciò molti sfollati del comune e anche della città dell’Aquila erano alloggiati in questa tendopoli, già allestita dalla Protezione Civile, nel campo da calcio situato nella periferia del paese. Il ns. gruppo era composto da 17 vigili, e come siamo arrivati ci hanno subito suddiviso i vari compiti. Sul luogo erano già presenti un Vigile permanente del Comando di Belluno e due Vigili Volontari che ci hanno istruito sul da farsi. Io con altri 3 facevo parte di una squadra di manutenzione, Andrea invece era assegnato al settore cucina insieme ad altri 6 compagni. Gli altri componenti erano addetti alla pulizia delle cucine e alla gestione del magazzino viveri. La giornata della mia squadra iniziava il mattino alle 5.00 con la preparazione della colazione per tutto il personale volontario, VVF e per i civili fino alle 9.30, poi si iniziavano i vari lavori di costruzione di tettoie, sistemazione impianti elettrici, costruzione di scaffali per la cucina e piccoli mobili per le tende dei civili e risoluzione di vari problemi che emergevano durante le giornate. La sera si terminava verso 19.30. Andrea e il suo gruppo iniziavano alle 8.00 con la preparazione del pasti (un primo, un secondo e un con- torno) e terminavano la sera alle 22.00 circa. La media dei numeri dei pasti si aggirava sui 1800 al giorno. Molto apprezzato è stato l’aiuto delle donne del luogo che aiutavano nella preparazione dei cibi.. Per dormire ci sono state assegnate delle tende da campo da 8 posti con brande e sacco a pelo, con due container per bagni e docce. Il nostro campo non era nella tendopoli dei civili ma a circa 200 metri. La notte la temperatura scendeva a 6/7 gradi sopra lo zero, e per questo ogni tenda era dotata di termosifone. Nel campo erano presenti anche dei Vigili Permanenti. Alcuni si recavano ogni giorno nella città dell’Aquila per effettuare puntellamenti, verifiche statiche ecc. e altri rimanevano a Pizzoli per preparare la successiva costruzione di prefabbricati da adibire ad asilo, abitazioni ecc. Abbiamo anche avuto la possibilità di visitare le città CONTINUA A PAG. 9 Tipografia Piave: MD nl: PIEVEL2--0009 nome: GIUGNO 2009 data: 24-07-09 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,09 del 24-07-09 base: B2 col: CMYK «Le nuove del Pais» più colpite come Onna e l’Aquila, dove i danni sono stati tanti e ingenti, e abbiamo potuto constatare che la realtà è diversa da quello che si vede in televisione... la desolazione... le case vuote (o quel che ne rimane)... solo personale di soccorso... e considerato che l’Aquila è (era) un capoluogo che attira molti giovani universitari... ora sembra una “città fantasma”. Le persone del luogo sentivano ogni minima scossa, mentre noi, lavorando, non ci accorgevamo quasi di nulla. Un episodio che mi ha particolarmente colpito è stato quando una giorno si era sparsa la voce che avevano dovuto evacuare l’Aquila per una forte scossa, e una signora che aiutava in cucina e scoppiata a piangere perché era molto preoccupata per il marito che lavorava proprio nelle vicinanze. Per fortuna non era vero, ma questo conferma la gran paura che avevano e che hanno tutt’ora... Al termine dei 10 giorni giungeva in sostituzione un nuovo gruppo di Volontari VVF, e vista la necessità questa situazione si protrarrà sicuramente fino a settembre. È stato emozionante alla nostra partenza, vedere la commozione dei Pizzolani, visto il rapporto che si era creato, cercando di sdrammatizzare ridendo e scherzando.. Tutto è andato bene, si è creata un ottima sintonia e collaborazione di gruppo... abbiamo conosciuto tanta gente simpatica, abbiamo imparato a lavorare con persone nuove... un’espe- A scuola in caserma grandicelli, “perché” come spiega il maresciallo Cantamessa che li ha seguiti personalmente, “è proprio a questa età che i ragazzi cominciano ad avere a che fare con motorini e quindi con i pericoli legati alla strada.” La prima parte della spiegazione è stata pertanto dedicata proprio agli articoli del codice della strada che riguardano la circolazione di motoFoto di gruppo con i carabinieri della stazione di Arabba. cicli e delle biciclette. A Scolari in caserma. Anche quest’anno il co- questa ha fatto seguito una dimostrazione di mando della caserma dei carabinieri di Arabba come viene effettuato un posto di blocco. “Il fine ha organizzato un incontro con gli alunni delle - spiega ancora il comandante - era di far capire scuole elementari e medie della vallata fodoma. ai ragazzi perché viene effettuato questo serIniziativa che aveva il duplice scopo: far cono- vizio e soprattutto quale comportamento deve scere da vicino l’attività dell’arma, ma soprat- tenere l’automobilista controllato. Ad esempio tutto informare i ragazzi e parlare con loro di te- abbiamo quindi spiegato loro quali sono i documatiche di stretta attualità come i rischi legati menti da esibire in questi casi”. alla guida in stato di ebbrezza e le principali La lezione è proseguita poi toccando il tema norme del codice della strada. “alcool e guida”, argomento di stretta attualità, La visita è stata animata da alcune dimostra- che ormai quotidianamente riempie le pagine zioni pratiche, come quella di un finto insegui- dei giornali con cronache di morti nelle stragi del mento e da una prova di conoscenza dei segnali sabato sera, ma non solo. Ai ragazzi sono state stradali su un percorso da effettuare con la bici- spiegate le varie sanzioni previste dalla legge per cletta. Accompagnati dal comandante mare- chi si mette alla guida ubriaco, il concetto di sciallo Jan Cantamessa e da alcuni carabinieri in “ubriachezza molesta” ed è stato chiarito a servizio, i ragazzi hanno potuto visitare i locali quale età un ragazzo può consumare bevande della caserma e vedere da vicino l’attrezzatura alcoliche in un locale pubblico. “Argomento in dotazione ai carabinieri, come il giubbotto questo - spiegano i carabinieri - sul quale tra i raanti proiettile, l’alta uniforme ed il materiale ne- gazzi c’era molta confusione”. Dopo la teoria si cessario nei rilievi di incidenti ed in operazioni di è passati alla pratica, con una prova di rilievo, ordine pubblico. ovviamente risultata per tutti negativa, con l’etiIl programma della visita è stato poi suddiviso lometro. Infine è seguita la proiezioni di un tra alunni delle medie e delle elementari. Per video, molto toccante, tratto dal racconto di questi ultimi è stata prevista un’attività più una giornalista di vari incidenti stradali. Grande leggera, seguita da due carabinieri, terminata entusiasmo infine tra i ragazzi per la dimostracon il percorso, appositamente preparato per zione finale da parte di una pattuglia della radiol’occasione sul piazzale antistante la caserma, mobile di Cortina, che ha simulato un’inseguiper verificare la conoscenza dei segnali stradali. mento, con sgommate ed arresto finale del Maggiormente impegnativa la lezione per i più fuggiasco. (SoLo) 9 rienza sicuramente indimenticabile. Se dovessimo ritornare....? Lo farei... Palla Igor Una nuova e bella esperienza Quando, circa un anno fa, s’iniziò a parlare di “Università’ degli adulti/anziani” Rita ed io, durante una delle nostre camminate quotidiane, decidemmo che si poteva provare. Alleghe non era distante, una volta al mese non era un grande impegno e ci piaceva l’idea di poter approfondire cose delle quali avevamo sentito parlare, ma che avevamo ascoltato in maniera superficiale. Di stimolo era anche il pensiero di incontrarci con persone delle altre vallate, fare nuove conoscenze. Il primo giorno credo che fossimo tutti un po’ emozionati, però sul viso di tutti c’era allegria e curiosità. Don Menia ci ha spiegato il funzionamento dell’anno accademico e poi... si inizia. Nel corso dell’anno si sono trattati vari argomenti tutti interessanti, qualche volta in maniera un po’ troppo tecnica che sono stati, per alcuni di noi, difficili da seguire, con altri invece quelle due ore sono volate! È stata una bella esperienza che continueremo quest’autunno. Per ora da Fodom siamo pochi, ma io spero che qualcun’altro si unisca a noi, per formare un bel gruppo che ha ancora voglia di iniziare un nuovo percorso. LORE Tipografia Piave: MD nl: PIEVEL2--0010 nome: GIUGNO 2009 data: 24-07-09 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,09 del 24-07-09 base: B2 col: CMYK 10 «Le nuove del Pais» Conclusione anno catechistico Mercoledì 3 giugno si è concluso l’anno catechistico. Tutti i ragazzi, dalla prima elementare alla terza media, insieme con le catechiste e alcuni genitori, si sono raccolti nella chiesa parrocchiale per un momento di incontro durante il quale ogni classe ha illustrato con cartelloni, letture e canti un momento della vita di San Paolo. L’obiettivo è stato quello di imparare qualcosa di più di questo “apostolo delle genti”, al quale è stato dedicato l’anno liturgico che si sta per concludere. Hanno iniziato i bambini di prima elementare guidati dalla catechista Giuliana; con la loro voce squillante hanno presentato le varie classi evidenziando in maniera sommaria quanto ci avrebbero esposto di lì a poco. Subito dopo, Paola e Rosanna hanno aiutato i loro bambini di classe seconda, a leggere un riassunto della vita di San Paolo, evidenziandone gli episodi più significativi con un bel cartellone. Fulcro della vita di San Paolo è stata sicuramente la sua conversione, raccontata dai bambini della classe quarta. La catechista Francesca ha insegnato ai suoi ragazzi come l’esempio di San Paolo, che si è lasciato rapire dalla chiamata di Gesù, sia la via giusta per arrivare alla meta: Cristo. Il lavoro di Chiara e dei ragazzi di quinta elementare è stato quello di evidenziare nella vita di San Paolo il suo carisma di predicatore, di porre l’accento sul Paolo missionario, il quale, dopo l’incontro con Gesù che gli stravolge la vita, sente forte la necessità di portare il messaggio di salvezza a tutti i popoli. Convinto della sua vocazione, Paolo vuole portare il Vangelo a tutte le genti. Egli giungeva in una città, fondava la Chiesa, lasciava dei responsabili locali e si dirigeva verso un’altra località. I ragazzi di prima media, con Tiziana e Bruna, hanno raccontato ed illustrato nel dettaglio i suoi primi due viaggi, il primo in Asia Minore da Tarso ad Antiochia e da lì, con Barnaba nell’isola di Cipro; il secondo in Grecia con Sila. Il cartellone coloratissimo dei ragazzi di seconda media, che si stanno preparando alla Santa Cresima, ha illustrato il terzo viaggio di Paolo, di nuovo in Grecia e in Asia Minore. Giovannina e i suoi ragazzi hanno poi parlato dell’ultimo viaggio, il cosiddetto viaggio della prigionia. Dopo essere stato arrestato Paolo venne portato a Roma per essere giudicato. Il gruppo di terza media, con la catechista Anna, ha raccontato brevemente quanto si sa della morte di Paolo, soffermandosi però soprattutto sugli esempi di vita cristiana che ha lasciato a tutti noi. Dalle numerose lettere che il Santo scrisse alle varie comunità da lui stesso fondate, i ragazzi hanno tratto dei forti insegnamenti: la logica della condivisione, la Parola di Dio come unica guida, il Cristo come meta della vita. In conclusione è stato ascoltato l’Inno alla Carità, un brano tratto dal musical “Fino al Terzo Cielo” scritto proprio in occasione dell’anno Paolino e dedicato a tutti i vescovi italiani: al posto della vanità e del piacere materiale San Paolo propone una via nuova da seguire: quella appunto della carità. Il testo è particolarmente intenso e ricco di spunti da mettere in pratica. Perché non approfittare proprio del periodo delle vacanze, per iniziare tutti a seguire San Paolo sulla via della Carità? INNO ALLA CARITÀ Io senza te sarei inutile, uno strumento che un suono opaco ha. Io senza te non è possibile, sarei un bimbo che parlare ancora non sa. Rit.La carità è paziente e pura bontà, non si vanta di sé stessa perché ha rispetto e cerca il giusto, non si arrabbia proprio mai, la gelosia non la sfiora mai. La carità sopporta tutto, è verità, tutto copre e tutto spera perché è amore e vince il male dona grazia e una mano che tutto accarezza e fine non avrà. Insieme a te tutto è più facile, sei il senso dei giorni miei, la vita che scorre in me. Ora che ho te tutto è possibile, paura non ne ho. Amica e guida sei. Tutto è più vero se nel cuore ho: Fede, Speranza e Carità Anna Anna Da Fodom a Roma per conoscere le istituzioni Si è concluso con la visita a Roma, il progetto scolastico “Interroghiamo le istituzioni”, avviato tre anni fa nella scuola elementare di Pieve di Livinallongo e che ha visto protagonisti gli alunni che quest’anno frequentano le classi quarta e quinta. Il progetto, condotto sotto la direzione delle insegnanti Antonella De Toffol e Manuela Gabrieli, aveva lo scopo di insegnare ai ragazzi a conoscere i vari gradi delle istituzioni. Una lezione di educazione civica “sul campo” che ha portato gli alunni a visitare prima il Comune, poi la Provincia ed infine la Regione, con altrettante visite alla Cèsa de Comun, a Palazzo Piloni ed a Palazzo Ferrofini. Non poteva mancare quindi la visita alla capitale, dove risiedono le più alte cariche dello Stato. Ragazzi ed insegnanti sono giunti a Roma in aereo da Treviso lo scorso 16 aprile e subito sono stati impegnati nella visita al Quirinale, sede del Capo dello Stato. Grande la loro emozione nel visitare la famosa Sala degli Specchi ed alla vista dei preziosi arredamenti. In particolare, ciò che ha colpito di più la loro curiosità, la vista del tappeto più grande d’Europa (trecento metri quadrati), che si trova nel Salone delle Feste. Non poteva mancare ovviamente una visita alla città eterna, con i suoi monumenti ed i luoghi più conosciuti, come Piazza di Spagna, la fontana di Trevi, il Colosseo. Immancabile la tappa in Vaticano, con la salita sulla cupola e la visita alle tombe dei Papi. E poi le Catacombe di S. Callisto, il Foro Romano ed il Pantheon. L’ultimo giorno è stato dedicato alla visita a Palazzo Madama, sede del Senato, accompagnati dal senatore Gianvittore Vaccari. Una promessa che il sindaco di Feltre aveva fatto alle insegnanti l’anno scorso quando fu ospite alla sagra di “S. Iaco” a Pieve. Un’esperienza positiva ed apprezzata, che è stata realizzata anche grazie all’aiuto finanziario del Consiglio d’Istituto, del Comune di Livinallongo, la Cassa Raiffeisen della Val Badia, il senatore Vaccari, che ovviamente ragazzi ed insegnanti ringraziano. (SoLo) Gli alunni di quarta e quinta nella Sala degli Specchi al Quirinale. Tipografia Piave: MD nl: PIEVEL2--0011 nome: GIUGNO 2009 data: 24-07-09 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,09 del 24-07-09 base: B2 col: CMYK «Le nuove del Pais» 11 NOTIZIE DAI DONATORI DI SANGUE Ci siamo riuniti, ancora anticipatamente a novembre 2008 c/o la sala “Taulac” per il rinnovo del direttivo, scaduto a marzo 2009. Il nuovo direttivo è così costituito: Segretario Vice Segretario Cassiere Consiglieri Rev. Conti Fabio Denicolò Massaro Patrizia Vallazza Marisa Dorigo Sabina, Federa Renato, Costa Roberta Delfauro Pierina, Denicolò Giacinta Sabato 18 aprile, come consuetudine, ci siamo ritrovati presso la Cèsa Padon per la cena annuale di gruppo. Dopo aver mangiato benissimo - un grazie di cuore alla famiglia Crepaz per l’ottima cena e l’eccellente servizio - abbiamo fatto la premiazione dei nostri donatori: Devich Anna 8 donazioni diploma Gliera Nicoletta 9 donazioni diploma Gnech Raffaele 9 donazioni diploma Crepaz Gemma 16 donazioni medaglia di bronzo Lezuo Bruno 16 donazioni medaglia di bronzo La serata si è conclusa con la lettura e l’approvazione del bilancio. ● Il giorno 9 maggio ci siamo recati presso le scuole medie di Livinallongo per un incontro con i ragazzi sul tema “donare il sangue”. Abbiamo illustrato loro tutte le procedure legate alla donazione: dal prelievo fino all’infusione del sangue al paziente bisognoso; abbiamo inoltre riassunto la storia della nostra associazione, dalla sua nascita fino ad oggi ricordando che l’anno prossimo compirà 40 anni! ● Il giorno 10 maggio, come ogni anno, la nostra Rosalba Crepaz ha organizzato, per conto dei donatori, la GIORNATA DELL’AZALEA sia a Pieve che ad Arabba. Ricordo che questa giornata viene coordinata, sì dai donatori, ma i fondi raccolti sono interamente destinati all’AIRC - (Associazione Italiana Ricerca sul Cancro) ● Il giorno 17 maggio, nel pomeriggio, ci siamo recati a Cherz per una S. Messa, ma soprattutto per la benedizione del Crocifisso restaurato - su commissione dei donatori - dalla mano esperta dell’artista Nagler Valerio che ringraziamo vivamente. ● I donatori di sangue riuniti per la cena all’Hotel “Césa Padon”, dopo aver partecipato alla Messa in suffragio dei donatori defunti. Pieve, 10 maggio 2009: “Festa della mamma”. I Donatori di Sangue offrono le azalee: l’incasso sarà devoluto alla Ricerca sul Cancro. Ringraziando chi ha collaborato e collaborerà alle varie attività dell’associazione, tutti i donatori, attivi e non e augurandoci un buon lavoro di proseguimento per il bene dell’associazione, saluto e ringrazio. Il Segretario Fabio Denicolò P.S. per i giovani dai 18 anni in su. Mi permetto di farvi un appello per provare a diventare dei donatori potenziali. - Non costa nulla - Farete un gesto di solidarietà non indifferente - Siete sempre sotto controllo per la vostra salute - Il centro trasfusionale dopo la donazione spedisce a domicilio le vostre analisi COSÌ SI DIVENTA VOLONTARI ANONIMI PER LA VITA ALTRUI - PENSATECI La benedizione del crocifisso di Cherz. Tipografia Piave: MD nl: PIEVEL2--0012 nome: GIUGNO 2009 data: 24-07-09 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,09 del 24-07-09 base: B2 col: CMYK 12 «Le nuove del Pais» Gara sociale sul Pordoi Davide Crepaz “vola” sul Pordoi e si aggiudica la gara sociale dello Sci Club Arabba. Dopo il terzo posto, conquistato in Valzoldana nello slalom valido per il titolo italiano giovani, l’atleta fodom che corre per la Forestale ha dominato anche sulle nevi di casa, lasciando il vuoto dietro di lui. Solo Alex Martini è riuscito a tenere il passo, mantenendo il distacco sotto il secondo. Tra le donne miglior tempo per Irene Demattia. Come da consuetudine l’ultimo giorno della stagione invernale, che quest’anno è coinciso con domenica 19 aprile, atleti, genitori ed i tanti appassionati di sci, si sono ritrovati sul Pordoi per approfittare dell’ultimo giorno di apertura degli impianti, e trascorrere una giornata di festa. Un’occasione per ritrovarsi al termine della stagione invernale e lanciarsi le immancabili sfide tra amici. Non è mancata qualche nota di goliardia, come i tre o quattro concorrenti che hanno percorso il tracciato sciando all’indietro. Una citazione particolare merita l’atleta più anziano Carlo Lezuo “de Guerino”, che ha sfidato i suoi 83 anni appena compiuti riuscendo a battere nella sua categoria, un “giovanotto” appena sessantaseienne. La concorrente più giovane al via è stata invece Eva Dragicevich, classe 2003. Dopo le premiazioni la festa è continuata con la musica dello “special guest”, direttamente da Radio M20, il dj Alberto Remondini, organizzata dal Rifugio Fodom e la scuola sci Arabba. Queste le classifiche. Baby F. 1.Valentina Savorgnani 1.02.31; 2. Milly Crepaz 1.11.63; 3. Sofia Zorz 1.28.49. Baby M. 1. Francesco Costa 1.04.25; 2. Matteo Costa 1.04.45, 3. Matteo Crepaz 1.13.03. Cuccioli F. 1. Nicole Petri 56.94; 2. Lisa Soratroi 1.02.81; 3. Federica Denicolò 1.05.41. Cuccioli M. 1.Kevin Crepaz 59.42; 2. Giorgio Meneghin 1.03.08; 3. Stefano Savorgnani 1.03.65. Superbaby F. 1. Isabel Cominetti 1.39.00; 2. Eva Dragicevich 1.57.93. Ragazzi F. 1. Bianca Meneghin 1.00.44. Ragazzi M. 1. Davide Pellegrini 54.93, 2. Kevin Fersuoch 58.07, 3. Stefano Pallabazzer 1.01.12. Allievi M. 1. Ivan Pellegrini 54.44. Giovani F. 1. Irene Demattia 54.43; 2. Silvia Delmonego 55.70; 3. Jessica Del Negro 58.23. Giovani M. 1.Davide Crepaz 49.78, 2. Gianluca Soratroi 1.01.69, 3. Alex Crepaz 1.05.69. Dame C3/C4 1. Enrica Dorigo 1.37.29. Dame C1/C2 1. Enrica Pivetta 1.06.08. Pionieri B3/B4 1. Michele Pellegrini 1.13.96; 2. Carlo Lezuo 1.18.05; 3. Manrico Biagini 1.20.78. Master B1/B2 1. Sisto Antonio Crepaz 1.04.05; 2. Marino Sal Bersaglio di Pieve, domenica 10 maggio 2009: mostra dei Trofei di Caccia della Sezione di Livinallongo. Con il maggior punteggio si è classificato il cervo di 7 anni di Germano Dorigo. Gli atleti dello Sci Club Arabba Dorigo 1.04.81; 3. Roberto Crepaz 1.05.61. Master A4 1. Bruno Crepaz 57.22; 2. Sisto Crepaz 1.00.09; 3. Clemente Roberto 1.01.88. Master A3. 1. Mario Delmonego 54.14; 2. Rinaldo Costa; 3. Lorenzo Pellegrini 58.26. Master A2. 1. Roberto Delazzer 56.11; 2. Massimo Crepaz 58.12; 3. Doriano Fersuoch 1.05.74. Master A1. 1. Gianni Crepaz 1.00.37. Senior F. 1. Tania Crepaz 59.04; Daniela Crepaz 1.11.71. Senior M. 1. Alex Martini 50.41; 2. Giuliano Palla 51.69; 3. Fabio Palla 53.14. Snowboards F. 1. Crepaz Miriam 1.36.34. Snowboards M. 1. Piertomaso Denicolò 1.02.68; 2. Mattias Rossi 1.05.79; 3. Loris Federa 1.09.46. (SoLo) SCI CLUB ARABBA Petri nuovo presidente È Ivan Petri il nuovo presidente dello Sci Club Arabba. Questo l’esito della votazione in seno al consiglio direttivo appena insediatosi dopo le dimissioni dell’ex presidente Doriano Fersuoch e di alcuni consiglieri e le polemiche sorte intorno alla nascita in valle di un altro sci club su iniziativa della Scuola Sci Arabba, il Centro Agonistico Arabba Fodom. Una brutta pagina che il neo presidente, e consigliere uscente, vuole lasciarsi in fretta alle spalle.” Lo Sci Club va avanti con l’attività di sempre. La nostra parola d’ordine dovrà essere sempre, “dialogo.” Nel nuovo consiglio siederanno quattro “riconferme”, alcuni “ex” ma anche nomi nuovi. Tra questi Andrea Crepaz (vicepresidente), Sandro Soratroi e Lorenzo Pellegrini. Inoltre Maurizio Denicolò (cassiere), Flavio Crepaz (segretario), Damiano Demattia, Nicoletta Busin e Luciana Selle. Nei giorni scorsi i consiglieri rimasti in carica dell’ormai vecchio direttivo, hanno indetto una riunione con i genitori degli atleti attualmente iscritti allo sci club e di quelli “potenziali”, proprio per parlare della situazione venutasi a creare dopo il “patatrac” delle ultime settimane. L’intento era ovviamente quello di capire se ci sono ancora i numeri, ovvero ragazzi iscritti, per far continuare l’attività del sodalizio. “Lo Sci Club Arabba ha spiegato l’ex vicepresidente Roberto Delazzer - sarà sempre portato avanti da genitori e volontari interessati al bene dei nostri ragazzi, perché così è stato da 70 anni in qua, ovvero dalla sua fondazione. Soprattutto - ha poi sottolineato - sarà sempre un’attività senza scopo di lucro”. “L’attuale consiglio - ha proseguito - non ha mai chiuso le porte alla scuola sci. Cosa che invece i maestri hanno usato come alibi per fondare un nuovo sci club. Ma i timori che ci potesse essere un’emorragia di atleti verso questa nuova realtà sono stati ben presto spazzati via. Gran parte dei 36 atleti in forza allo Sci Club Arabba durante l’ultima stagione hanno riconfermato, almeno verbalmente, la loro iscrizione. L’impegno per il nuovo direttivo sarà perciò quello di trovare nuove adesioni tra i giovanissimi, le nuove leve da avviare all’attività agonistica. Sulle cause e le possibili conseguenze della situazione venutasi a creare tra lo sci club, i consiglieri “dissidenti” e la scuola di sci si è sviluppata tra i genitori un’ampia discussione. Intanto però Petri guarda avanti”. “Garantiremo l’attività fatta finora, come ad esempio le uscite in ghiacciaio e la preparazione presciistica autunnale, con lo stesso numero di allenatori. L’auspicio è che nel nuovo direttivo i consiglieri lavorino tutti nello stesso senso. Perché, purtroppo, in quello uscente non è stato così”. (SoLo) Tipografia Piave: MD nl: PIEVEL2--0013 nome: GIUGNO 2009 data: 24-07-09 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,09 del 24-07-09 base: B2 col: CMYK «Le nuove del Pais» DIARIO DEL Dr. ALOIS VITTUR a cura dei dr. PAOLO DALLA TORRE e FRANCO DELTEDESCO QUINTA PUNTATA 17.V Ritirata generale dei “Pelze” con abbandono di grandi quantità di viveri e munizioni nei boschi vicino all’Hotel Marmolata; Tra i Sassi, Castello, Franza, Cernadoi, Andraz - sono di nuovo liberi da nemici.- una colonna di muli è stata dispersa da schrapnell sparati da Corte.Oberleutnant Romagnoli (ital.) che avanzava con una pattuglia da Andraz verso Agai e che si era preso come guida fino davanti alla nostra linea Peter Palla di Andraz e che lo uccise - perché lo aveva portato dai nostri - è stato fatto prigioniero, portato a Corte e poi a Corvara (alle 4-5 del mattino nella cantina del (Placia?). A Corte stuzzicato dalle osservazioni ironiche del Oblt.Zeyer dichiarò: “Non mi piace qui; voglio andar fuori”. Colcuc è scomparso come deposito e punto di raccolta per il nemico - è stato cannoneggiato e incendiato (6 di sera). 18.VI. I 4 abitanti di Davedino vengono portati a forza in Italia assieme al loro bestiame. Intenso fuoco di artiglieria su Fedaia. Molto fuoco di artiglieria dalla sella del Sief e da Tra i Sassi contro Falzarego e Andraz. Verso le 6 del pomeriggio - stavo seduto nel posto di medicazione assorto sulla grammatica italiana - improvvisamente ho udito due forti colpi nella gola del forte e sono corso immediatamente fuori; nel corridoio mi venne incontro agitatissimo Oblt.Zeyer dicendo: “Adesso gliele ho ben date a quella canaglia che istiga quei bravi ladini!”. Uscii in fretta dal portone e a circa 20 passi al di là delle gabbie sulla strada per gli armamenti vidi in mezzo a un gruppo di militari il Prof. Ldsch Claudio Sperandio da Primiero gravemente ferito e pieno di sangue per una ferita trapassante la VIa vertebra cervicale da dietro verso il lato sinistro del collo (triangolo superiore), che giaceva a terra muto e con le braccia paralizzate. Inoltre presentava una ferita trapassante le parti molli al gomito destro e una ferita di striscio della muscolatura addominale a destra. Subito dopo aver praticato una medicazione di emergenza a tutte sei le ferite, vista la modica perdita di sangue, lo trasferii al posto per feriti leggeri a Contrin. Oblt. Zeyer si informava vivacemente e più volte sulle condizioni dell’uomo e voleva ordinarmi di non trasferirlo perché morisse. Durante la notte tutti gli italiani furono dislocati a Corvara. - Notizie che la piccola Else si è ammalata (già il 24.V) 20.VI. Gli abitanti di Davedino, Sotil e Sott in Ghiera vanno da Livinè, dove si erano trattenuti fino a quel momento, fuori passando da Corte Contrin. Schrapnell da Corte disperdono una colonna di muli a Campei. 21.VI. Contemporaneamente al fuoco di artiglieria verso il Monte Foppa, Poure e Fedaia - tiro al contrassegno e esercitazioni con la mitragliatrice vicino a Ruaz e Laste durate alcuni giorni. Per il resto solo reparti di informazione sulla zona del Falzarego e sulla raccolta del 82o Reg.Fanteria a Valiate. 23.VI. Ispezione del Obst. von Sparber - Brigade 51 Corvara: soddisfatto del posto per feriti leggeri. 27.VI. Dispersa una colonna di muli vicino a Colcuc, Ciampeie disturbo della costruzione di postazioni nemiche nella zona di Campei-Col Toron di giorno e di notte. 24.VI. Alle 6 1⁄2 del mattino messa da campo in una conca a destra di Laste celebrata da cappellano militare Alverà e alle 9 a Contrin nel fienile di Peter Ronc. Fuoco di artiglieria sulle postazioni nemiche sul Col Toron e sul Padon. 28.VI. Una pattuglia di alpini ha saccheggiato negozi e case di Pieve.- Mentre il decano Alois Soppla celebrava la messa nella cappella dell’ospedale i “Pelze” sparavano attraverso una finestra e la porta causando un foro nel corridoio, senza ferire nessuno. Una pattuglia della postazione Agai comandata dal Wmst. Dragoschitz ha seguito i loro movimenti e uno è stato ferito a morte, uno è riuscito a scappare. Pertichetti Remo del 59. reg. fant. 8. comp.è stato ferito al torace destro e fatto prigioniero portato a Corte-Contrin. Trasferito il 3 Luglio. Molto diffidente, non disse niente e parlò solo con la signora Amann. Aveva in tasca due chiavi dei nostri armadi e alcune piccolezze del negozio di Martini. 13 29.VI. Tempo: pioggia invernale neve sulle alture. Su ordine del Obst.v.Sparber una pattuglia smonta il monumento della ragazza di Spinges a Pieve e lo porta a Corvara dove viene posto nell’angolo inferiore destro del cimitero. Avvicendamento dei 81. e 82. reggimenti di fanteria (Roma) comandati dal colonnello Papa con i 58. e 59. reggimenti di fanteria Calabria sotto il generale De Bernardi. Nuovo accampamento sotto il Nuvolau. Fuoco di artiglieria su Mesola e Monte Padon. Stdsch.Zf. Devalier Felix della 4. comp. Stsch. (batteria S. Leonardo) si allontana senza permesso dal suo plotone Laste e insegue Rudolf e Clementina Pellegrini che attraverso gli avamposti andavano a far visita al loro padre gravemente ammalato. Devalier e le due persone civili sono arrestate vicino a Livinè e inviate al tribunale della comb. Divisione delle truppe Punteria. Devalier viene disarmato e degradato. 30.VI. Genie Hptm. Schneck, imprudentemente di mattina, ordina al suo reparto operai di portare su delle assi per costruire delle postazioni sul Col di Lana - e le batteria di Moè e Vagliate sparano 35 schrapnell e granate - ma nessuno è stato colpito, solo un uomo ha subito delle contusioni per caduta sassi. Molta attività di artiglieria e fanteria a Fedaia. Corte prende di mira le postazioni attorno a Mesola, Col Toron e Davedino. Anche nei giorni seguenti. Col di Lana: una trincea coperta lungo il Percorso Storico, ottimamente recuperato e attrezzato, che dalla cima porta al Dente del Sief, quindi al Monte Sief. Tipografia Piave: MD nl: PIEVEL2--0014 nome: GIUGNO 2009 data: 24-07-09 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,09 del 24-07-09 base: B2 col: CMYK 14 «Le nuove del Pais» STATISTICA PARROCCHIALE BATTESIMI DORIGO MATTEO di Gianpaolo e di Vallazza Marisa, Lasta, nato a Brunico il 06.12.2008 e battezzato a Pieve il 19.04.2009. MATRIMONIO RUSSOTTO Simone e OLIVETTI Rosa, Roma, sposati a Pieve il 18. 04. 2009. NOZZE D’ORO DETOMASO MANUEL di Ezio e di Pezzei Sonia, Brenta, nato ad Agordo il 02.01.2009 e battezzato a Pieve 26.04.2009. AGOSTINI ANGELO e FRENA SABINA da Colle S. Lucia hanno celebrato le nozze d’oro a Villa S. Giuseppe, dove Sabina è ospite. Auguri vivissimi! NOZZE DI RUBINO Fuori Parrocchia ROSSINI VITTORIA di Andrea e di Trebo Raffaella, Salesei di sotto, nata a Brunico il 02. 01. 2009 e battezzata a Pieve il 03.05.2009. LIMARDO LUCA di Claudio e Roilo Lucia, nato a Como il 25/12/08 e battezzato nella chiesa di Portichetto (CO) il 04/04/09. DELLEA ROBERTO e GABRIELI FERNANDA, domenica 17 maggio, nella chiesa Decanale di S. Giacomo Maggiore hanno festeggiato i 40 anni di vita matrimoniale. Con loro c’erano i tre figli: Fabrizio, Simonetta e Anna Maria con le loro famiglie e altri familiari. Non sono mancati gli auguri da parte del parroco e dei partecipanti alla Messa parrocchiale che conoscevano bene gli sposi per il loro impegno per la chiesa di S. Giuseppe di Digonera. Auguri rinnovati! Tipografia Piave: MD nl: PIEVEL2--0015 nome: GIUGNO 2009 data: 24-07-09 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,09 del 24-07-09 base: B2 col: CMYK «Le nuove del Pais» 15 Quantità di neve caduta nella stagione invernale 2008-2009 Dati forniti dal Dirigente responsabile del Centro Neve e Valanghe della Regione Veneto di Arabba, Dr. Francesco Sommavilla. Dall’inizio della stagione fino al 30 aprile cadono complessivamente 726 cm di neve fresca ad Arabba. Tale sommatoria deriva da tutte le singole nevicate osservate nel corso della stagione, certi di questi episodi sono stati di notevole importanza, come i due primi eventi che hanno portato rispettivamente 161 cm e 155 cm. Si tratta di quantità di neve piuttosto notevoli e addirittura eccezionali, specie per un inizio di stagione. Nel resto della stagione 2008-2009, senza considerare le singole e deboli nevicate, si verificano altri tre episodi di rilievo come si può vedere sul grafico seguente. A gennaio una nuova nevicata riesce a depositare 62 cm e nella prima settimana di febbraio si accumulano altri 119 cm. Ma la stagione nevosa non finisce lì, riserva infatti altri due eventi significativi con 68 cm di neve ai primi di marzo e 39 cm a fine mese. In aprile nevica altre due volte, ma si tratta di nevicate di minore entità che chiudono la stagione. Le condizione nivologiche osservate ai Monti Alti di Ornella per quanto riguarda la sommatoria nivale è pressoché identica a quella esaminata sulla stazione di Col di Baldi, anche se la quantità complessiva di neve misurata è un po’ inferiore (le misure sono a volte alterate dal vento che erode il manto nevoso, il che non consente di valutare realmente le altezze di neve fresca). Come per il resto del territorio dell’alta montagna Fodom, si registrano numerose nevicate, di cui 7 di notevole rilievo. Gli eventi maggiori apportano 136 cm (primo), 118 cm (secondo), ancora 62 cm a gennaio, 91cm ai primi di febbraio, altri 65 cm a inizio marzo ai quali si aggiungano 70 cm alla fine dello stesso mese ed infine l’ultimo episodio significativo deposita altri 58 cm. Queste copiose nevicate si aggiungono a numerosi altri deboli eventi per un totale complessivo di 819 cm. SFOGLIANDO IL LIBRO SINODALE 82. Gesù discende dal monte e incontra un lebbroso (Mt. 8,1-5). Toccando un uomo ritenuto impuro e guarendolo con una sua parola, Gesù chiede a ciascuno di noi di uscire dalla propria situazione di paura, di solitudine e di impotenza per aprirsi al dono della salvezza che oggi passa attraverso le mani della Chiesa. “Venuta la sera portarono a Gesù molti indemoniati ed egli scacciò gli spiriti immondi e guarì tutti i malati (Mt. 8, 16). Amati e guariti siamo noi. Accolti e amati dal Salvatore così come siamo, sentiamo la forza del comandamento nuovo che ci tocca come battezzati e come comunità: “Su questo abbiamo conosciuto l’amore: Egli ha dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli” (1 Gv. 3,16). Questa parte comprende indicazioni e norme che riguardano la vita di comunione, la carità, l’accoglienza, l’impegno per la giustizia, il lavoro, la promozione della nostra terra di montagna con il rispetto per il creato, la pace. EVANGELIZZIONE E CARITÀ 83. Si testimonia la fede vivendo nell’unità della Chiesa. La Chiesa vive la carità come dono di Dio in Cristo: per annunciare il Vangelo vanno praticate da parte di tutti i suoi membri la fraternità e le opere di carità. La qualità della vita quotidiana dei cristiani sta nei rapporti fraterni; si evangelizza Grafici, gentilmente concessi dal Centro Neve e Valanghe della Regione Veneto di Arabba, che rappresentano lo spessore della neve al suolo: raffronto fra il 1950/1951 e il 2008/2009 ad Andraz e a Cortina. con la comunione reciproca e quindi con il servizio, la solidarietà e la condivisione. Abbiamo gli uni verso gli altri e nei confronti dei più deboli un unico debito: quello di un amore vicendevole (Rom. 13,8). Non sarebbe, questo stile, la più grande ed efficace presentazione della buona novella del Regno? Ogni attività evangelizzatrice è per sua natura indirizzata verso una concreta testimonianza della carità e in ogni azione di carità resa evidente la sua identità profonda di manifestazione dell’amore stesso di Dio: il Vangelo di Gesù è servizio di carità e la vera carità è il dono del Vangelo. LA CARITÀ ANIMA LA PASTORALE 84. L’unione fraterna riguarda anche la relazione tra le diverse realtà ecclesiali: la pastorale sinodale non è un accorgimento organizzativo, ma costituisce l’esigenza necessaria della carità. Spetta ai pastori avere chiarezza e sol- lecitudine nel comporre la diversità delle presenze e delle collaborazioni, servendosi dei consigli pastorali, ma soprattutto della formazione alla carità e della promozione di scambi personali. CENTRALITÀ DELLA PERSONA E SERVIZIO DEI PASTORI 85. Nel promuovere accoglienza e carità-anche secondo la sintesi tradizionale che il Catechismo della Chiesa cattolica ripropone nelle “opere di misericordia spirituale e corporale” - la comunità cristiana anzitutto pone al centro la persona umana nella sua dignità di figlio di Dio e cerca una sapiente lettura delle esigenze di famiglie e persone. I pastori hanno la possibilità di conoscere le concrete forme di povertà anche nascoste e di incontrarle con discrezione e delicatezza. Il loro ministero li porta a presiedere la carità all’interno della Chiesa. Tipografia Piave: MD nl: PIEVEL2--0016 nome: GIUGNO 2009 data: 24-07-09 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,09 del 24-07-09 base: B2 col: CMYK 16 «Le nuove del Pais» Le guerre di “Tato de Luca” Sabato 18 aprile, nella sala Taulac a Pieve di Livinallongo, è stata presentata la nuova pubblicazione edita dall’Istitut Cultural Ladin Cèsa de Jan dal titolo “Le mie guerre 1915 - 1918; 1940 1945”. Il libro, curato dalla studiosa Luciana Palla, è il terzo della collana “Ladins da Souramont”, curata dall’Istituto ladino dei tre comuni ladini di Livinallongo. Cortina e Colle S. Lucia. Si tratta del diario di guerra di Valentino Daberto, a Fodom conosciuto come “Tato de Luca”. Un diario particolare, forse unico, perché raccoglie ricordi, sensazioni ed emozioni di un ladino che ha combattuto ben due guerre vestendo le divise di tre diversi eserciti. “I soldati scrivono molto durante la guerra”, ha spiegato Luciana Palla durante la presentazione.“Soprattutto con i famigliari. Scrivono con un lapis su un piccolo quaderno a quadri che gli viene fornito sotto le armi. È un modo per rimanere lucidi nella follia degli eventi che stanno vivendo e mantenere un contatto con la realtà del mondo “normale”. Molti soldati furono infatti reclutati poco più che adolescenti ed in molti di loro, quelle esperienze segneranno per sempre la vita. “Tato de Luca”, continua la Palla, ”scrive perché queste sue memorie vengano un giorno lette, specialmente dai suoi paesani. No si firma mai con il soprannome che aveva in valle, ma sempre con il suo nome di battesimo”. Dai manoscritti originali, si capisce che Valentino ha elaborato in seguito, forse già in avanzata età, i suoi scritti. Nella pubblicazione sono stati mantenuti i testi originali, anche quando la forma o la sintassi non erano corretti. Un modo per rendere ancora più viva, vera e sentita la lettura. Durante la presentazione, la curatrice della pubblicazione ha percorso brevemente, leggendo brani tratti dal diario e con l’ausilio della proiezione di foto storiche, le varie vicende ed il percorso “bellico” di Valentino Daberto, sballottato su più fronti, dal Carso a quello “di casa” sulle montagne sopra Arabba. E poi il Pasubio, Caporetto ed infine la malattia che gli permette di trascorrere gli ultimi mesi di guerra in un ospedale militare in Austria. Nella primavera del 1918 Valentino ritorna alla sua frazione di Castello, dove trova il paese distrutto. Vorrebbe andare via, ma alla fine rimane insieme alla sua famiglia. I primi mesi furono duri. I soldati ex austro - ungarici erano considerati prigionieri e come tali venivano trattati dalla subentrata autorità italiana, nonché derisi e sbeffeggiati dai “vicini di casa” dei limitrofi comuni agordini. Il 6 giugno 1940, con suo gran stupore, (“al primo momento mi pareva cosa ridicola, essendo che avevo 44 anni” scriverà lui stesso nel diario) viene richiamato sotto le armi ed inviato nell’isola croata di Creso. Da lì inizierà un nuovo pellegrinare tra vari fronti, prima con la divisa italiana e poi con quella nazista. Alla fine della guerra si troverà in Ucraina, da dove ritornerà dopo un viaggio avventuroso. “Valentino, ha concluso Luciana Palla dopo aver ringraziato i parenti dell’autore per gli scritti ed il materiale fotografico messo a disposizione, visse di persona la condizione dei Ladini nella La numerosa cerchia di familiari e parenti presenti nella sala al Bersaglio in occasione della presentazione del libro “Le mie guerre”. prima metà del novecento. Popolazione di confine, asservita di volta in volta a potenze diverse, senza considerazione della sua identità”. (SoLo) SAN PAOLO 2000 ANNI DOPO: LUCE DELLE GENTI L’eredità di S. Paolo: “la buona battaglia” adesso tocca a noi. La storia ormai bi-millenaria della presenza del cristianesimo ci porta a volte a dimenticare le vicende della sua prima diffusione, quel prodigioso dilatarsi della buona notizia del Signore Gesù morto e risorto, a partire da Gerusalemme e dalla Galilea fino al cuore dell’impero romano. Così diamo per scontate le radici cristiane del nostro continente e riconosciamo senza eccessiva fatica il contributo determinante che la fede cristiana e il comportamento quotidiano dei discepoli di Gesù di Nazareth hanno offerto nel corso dei secoli all’edificarsi e al definirsi del continente europeo. Ma siamo tentati di dimenticare i primi passi di questa “corsa della Parola di Dio”, rimuoviamo più o meno inconsciamente il dato che intere regioni del bacino mediterraneo, che avevano conosciuto e abbracciato la fede cri- stiana nell’età apostolica, si ritrovano oggi con sparute presenze cristiane, legate a rare vestigia di un passato che appare non più riproponibile ai nostri giorni. Che ne è delle sette Chiese dell’Apocalisse o della Tarso nativa di Paolo, cosa resta di Antiochia, sede della prima cattedra petrina o dei luoghi dei primi concili ecumenici come Nicea e Calcedonia; dov’è il pullulare di fervore cristiano, di dibattito teologico, di presenze monastiche che caratterizzavano la Cappadocia? E ancora: come vivono oggi le più o meno esigue minoranze cristiane nella regione di Damasco, testimone della rivelazione del Signore Gesù al fariseo Saulo, o nelle agostiniane Ippona e Tagaste, o in quella prodigiosa Alessandria dove la sapienza di Origene si era innestata...? Nella ricchezza culturale di una città che aveva dato la versione greca dell’Antico Testamento e custodito il patrimonio di una biblioteca ineguagliabile? Sì, in quella a volte stanca consuetudine con cui ci diciamo e sentiamo appartenenti a una terra “cristiana”, finiamo per scordarci che nulla di tutto ciò è scontato, che non vi è nessuna garanzia che le vicende storiche che hanno segnato quanti ci hanno preceduti nel cammino della fede possano ripetersi anche ai giorni nostri o in quelli delle generazioni che verranno. Davvero la trasmissione della fede riposa sulla fragile testimonianza, di uomini e donne semplici, guidati dall Spirito e ali- mentati dal cibo della Parola e dell’Eucarestia, ma anche esposti ai rovesci di eventi più grandi di loro: l’esile filo rosso tessuto da quanti hanno camminato dietro a Gesù sulle strade di Galilea e poi dipanatosi negli scritti neotestamentari e giunto fino a noi è affidato alle mani e al cuore di generazioni di cristiani “ordinari”, di eroi del quotidiano, di oscuri testimoni della speranza. Ripercorrere il cammino apostolico compito dall’infaticabile san Paolo, nell’anno a lui dedicato che sta per finire, può significare allora riandare ai fondamenti della nostra fede e fare memoria non solo di questo “gigante” del pensiero e del vissuto cristiano, ma anche di quella miriade di battezzati che ci ha preceduto e ora ci attendono, di quanti hanno saputo mostrare anche fino al martirio che vale la pena vivere e morire per Cristo. Commemorare, allora, non sarà banale nostalgia di una mitica stagione delle origini, né curiosità archeologica, ma autentica esperienza di fede, azione di grazie per quanto il Signore ci ha dato di vivere e di sperimentare: “la corsa della Parola” avviata da Paolo: La ”buona battaglia”, la conservazione e la trasmissione della fede dipende anche da noi, qui e oggi, e dal nostro agire quotidiano teso a una conformità sempre maggiore al vivere e all’agire di Gesù, passato in mezzo agli uomini facendo del bene. Enzo Bianchi (priore della comunità di Bose) Tipografia Piave: MD nl: PIEVEL2--0017 nome: GIUGNO 2009 data: 24-07-09 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,09 del 24-07-09 base: B2 col: CMYK «Le nuove del Pais» La Bánda da Fodom regoi batimáns sul Lièch Maiou L’à tout pèrt a n’encontada co le Filarmoniche de Gemonio, Laveno e Caravate (Bánda da Fodom) Suzess e gragn batimán per la Bánda da Fodom, mpegnada dal 24 al 26 de auril nte na trasferta, la pruma coscita dalonc, a Caravate sul Lièch Maiou. L’ocajion de chëst viade l’é stada chëla de contracambié la vijita fata da la bánda del luoch, la Filarmonica Caravatese, ntel 2005, cánche l’ava soné sa na Rèba l di davánt de tò pèrt a la “Festa de Ra Bandes” a Cortina. Ntel grop sona l Francesco e l Luca Pellegrini, fioi del prescident de la Bánda da Fodom, Nani. E l è ste proprio grazie al gran laour organizatif del Luca che per nuosc jovegn sonadous à podù se realizé sta bela ocajion de jì a soné fòravia. A la Bánda s’à njonté ence nvalgugn genitori. La bela clapada l’é piada via l vender davòmesdì a la outa de Caravate, ulàche l’é ruada ntourn sëra per ciapé albièrch ntel convent dei Frati Passionisc. L di davò dadomán, co l ciel che lasciáva passé chèlche ona de sorogle davò na not de ploia, dut l grop l à podù jì a vijitè l bel e carateristich eremo de S.Caterina del Sasso, fat su a pingolón ntra le crëpe soura la ièga, ntel pòst ulàche l liech l è plu sot (l fonz l rua a 400 metri). Davò na vijita a la bela picola capela, ulàche se veiga sul tët l busc del sass tomé jù ntánt na Mëssa, e che demè per miracol no l à fat mòrc (da chilò l inom del eremo), l è ste ora de se mbarché, passé via le chiete ièghe del lièch e e rué su la bela picola “Isola dei pescatori”. L temp de na marëna fòra de rucsòch e po’ su ndavò su na barca per na picola traversada fin a “L’isola bella”, na picola pièra de belëza, de proprieté del prinzipe Borromeo. Chilò no podëva mancé na vijita al palaz e ai giardini, ntel plen de la floridura. N spetacol de la natura, con animèi e plánte de ògni sòrt. Nuova traversada del lièch per rué a Laveno e via a cëna ntel oratorio de Leggiuno. Da le nuof l étoché a la Filarmonica Caravatese, giourì con cater tòc l conzèrt che l è ste tignù ntel sèlf “Domus Pacis”. La Bánda da Fodom, sot la bachëta de la maestra Laura Argenta, la s’à prejenté co nen valgune sonade de chële plu mpegnative de suo repertòr che à ncanté l publico, scialdi trop, prejent nte sala. L conzèrt l s’à fenì via co la “Marcia del Lago Maggiore”, sonada auna da dute doi le bánde. L aprezament per nuosc sonadous l é ste confermé ence da le parole del prejentadou e del Capocomun de Leggiuno, Adriano Costantini, che al prescident de la Bánda da Fodom l à consigné ence n bel ricordo de la sëra. La domënia l temp no l à plu daidé e coscita l é sauté l pico conzèrt pervedù davò Mëssa e la sfilada davòmesdì, mpruma del conzèrt auna co le Filarmoniche de Gemonio, Laveno e Caravate. La manifestazion l’é stada tignuda coscita nte la strutura curida soura i ciámp da tennis. L’é stada na bela rassegna de mujica per bánde, ulàche ogni grop à prejenté n repertòr scialdi desferent un dal auter, che à spazié dai tòc plu classizi a chi de mujica rock e da film. Ma i batimáns plu gragn e l “standig ovations” i è stèi resservei duc per la Bánda da Fodom, che l’à prejenté, tra l auter, nvalgune bele marce de la 17 tradizion tiroleje, come “Mein Heimatland” (melodia de Ulà che che la Marmolada), che duc i genitori dei tosac à cianté ntánt che l publico acompagnáva co le mán. L final, ncora nviade, co la Marcia del Lago Maggiore, soné da dute le bánde auna. Come da tradizion a la fin del conzèrt l é ste consigné i ricordi de la manifestazion a ogni grop a la prejenza, tra l auter, del Capocomun de Caravate Daniela Carla Mendozza, che l’à bu parole de aprezament per la preparazion dei jovegn sonadous da Fodom. La Bánda l’à scinché nveze nvalgugn bièi codèi depenc e fac su con ciòf, trop aprezèi come simbol de nòsta cultura e tradizion. L diretif e i tosac de la muijica da Fodom i disc suo bel Diovelpaie al Luca Pellegrini, a duc i volontars che à laoré per l’organizazion, a chi che lavìa à njigné marëne e cëne e a l’Union dei Ladins per l contribut conzedù per chësta trasferta. (SoLo) Duc auna al santuar de S. Caterina del Sasso. TESTIMONIANZA Da duro razzista a cristiano Joseph Pearce, 47 anni, inglese, trapiantato in Florida, dove insegna all’Università, autore di diversi saggi e libri su grandi scrittori cristiani. Ora racconta il suo iter esistenziale che l’ha trasformato da violento estremista di destra a cantore della fede cristiana e della sua bellezza. Così scrive: “Sono cresciuto in un quartiere povero a est di Londra... A 15 anni mi sono iscritto al Nazional Front per combattere gli immigrati indiani e pakistani e rimpatriarli. La mia vita era vuota e violenta; mi sono riempito la testa con una ideologia razzista. Disprezzavo anche il cattolicesimo che sembrava complice di questa immigrazione. Nel 1978, avevo 17 anni, partecipai alle violenze contro i cattolici dell’Ulster. Nel 1982, per la pubblicazione Joseph Pearce. di materiale che incitava all’odio razziale, fui condannato a 6 mesi di prigionia e poi ancora 20 mesi di prigione. Ho compiuto i 22 e 23 anni dietro le sbarre. Facevo parte della “Gioventù sventurata...” quando incontrai un prete che mi aiutò a ragionare ed entrare in me stesso. Mi consigliò di leggere qualche libro del grande scrittore Chesterton. Mi misi a leggerli... Che sorpresa per me scoprire che si trattava di un libro di un uomo saggio, logico, cattolico! A poco a poco, i miei pregiudizi sulla Chiesa sono scomparsi. Da allora ho capito la Chiesa come è, e non come i suoi nemici affermano che sia. Cominciai a divorare tutto quello che mi capitava in mano di Chesterton... Lessi anche “Il Signore degli Anelli” e mi resi conto della sua bontà, della sua oggettiva morale e della bellezza di cui era intessuto. Così ho capito che ero un uomo ormai cambiato... avevo altre idee, altre logiche e un’altra visione della vita: ero diventato cristiano. D. È facile” convertirsi” al cristianesimo oggi? R. No, perché bisogna saper pensare e confrontarsi, leggere molto...Ci troviamo a vivere un’epoca ignorante dal punto di vista teologico e filosofico. In questo contesto simile, il cammino verso Cri- sto mediante la ragione è difficile, perché, detto francamente, non è stato insegnato loro come pensare. Oggi il cammino della ragione è bloccato da una ignoranza insormontabile e da tanti pregiudizi. Solo la bellezza, l’arte, la musica possono salvare l’uomo... D. È pessimista o ottimista sul futuro del cristianesimo? R. Il cristianesimo sopravvivrà di certo alla fine del mondo, ma non sono sicuro se ciò avverrà anche in Europa, secolarizzata com’è. Mi sembra che troppi europei siano diventati dei “narcisisti”, ossessionati di se stessi: pensano solo al proprio interesse e non sono aperti alla vita, ai bambini, ai valori che sono racchiusi nel Vangelo. Una cultura simile non può sopravvivere...fino a quando non faccia mea culpa e ritorni a Cristo e alla sua Chiesa. Tipografia Piave: MD nl: PIEVEL2--0018 nome: GIUGNO 2009 data: 24-07-09 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,09 del 24-07-09 base: B2 col: CMYK 18 «Le nuove del Pais» Un’esperienza “antartica” Un bel giorno mi chiedono: andresti in Antartide per proseguire parte di un progetto di ricerca iniziato qualche anno fa? Ho un tuffo al cuore... anche a piedi dico a me stesso... sempre che mia moglie sia d’accordo... si tratta di 40 giorni... Lei comprende l’importanza dell’esperienza, accetta. Detto, fatto, dopo le approfondite visite mediche a Milano, due settimane di corso di addestramento sull’Appennino emiliano e sul Monte Bianco, il 10 novembre si parte. Venezia, Francoforte, dove incontro il mio compagno di viaggio e capo progetto Giovanni Macelloni, del CNR, scalo tecnico a Singapore, Sidney, Christchurch (Nuova Zelanda). Dopo 20 ore di volo scopro che, oltre a non esserci tutto il mio equipaggiamento antartico, che mi sarebbe giunto via nave in ritardo, hanno smarrito il bagaglio personale: qui inizia veramente male... A tarda notte lo recupero in aeroporto, un colpo di fortuna; una giornata di riposo visitando Christchurch e all’alba seguente imbarco su un aereo militare americano, destinazione base americana di Mc Murdo. Sceso dall’aereo, percepisco immediatamente l’attrazione fatale del continente antartico. Lì attendo 4 ore e nuovo imbarco su un DC3 canadese verso la mèta finale, base italofrancese di Concordia-Dome C, 3200 m s.l.m., dove arrivo, accolto calorosamente, il 14 Novembre. Finalmente vedo con i miei occhi la duplice torre, calpesto il plateau antartico, scruto l’orizzonte,... il nulla,... L’altitudine causa insonnia e un po’ di mal di testa, ma dopo un giorno tutto è passato, pronto a lavorare: comincio ad osservare la neve e installare lo strumento che dovrà restare lì per un anno. L’influenza, arrivata con noi in aereo, colpisce più di metà della popolazione della base, per fortuna i miei anticorpi sono più forti, la scampo e continuo nel mio lavoro. Il freddo si fa a tratti sentire, siamo attorno a -40o C, quando va bene a -30o C, ma il vento la fa da padrone aumentando la sensazione di freddo; stupidamente rimango 10 minuti senza maschera facciale, fatta artigianalmente con pelliccia di opossum, mammifero marsupiale, il naso inizia a congelare. Il clima umano a Concordia è speciale, la cucina ottima, conosco nuove persone, si lavora insieme, si scambiano idee, si guarda qualche film in DVD, le giornate passano rapidamente, ma la sera, prima di addormentarmi, altri pensieri più profondi percorrono la mente: la desolazione del plateau antartico, sconcertante e affascinante allo stesso tempo, l’incredibile potenza dell’intelligenza e capacità umana e la contemporanea pochezza, se commisurata alla vastità dei ghiacci e all’ineluttabilità degli eventi, il timore del giorno dopo e il ricorso alla preghiera, ma soprattutto l’immagine di Elsa, Matte e Ale. Lo scrivere e il telefono mi aiuta a farli sentire più vicini e anche i ragazzi delle scuole medie, con cui interloquisco via mail, avvicinano Fodom a Dome C. Il lavoro continua, pur ritardato a causa del vento, si avvicina il momento di iniziare i rilievi estensivi del manto nevoso; con il gatto delle nevi ci allontaniamo sette chilometri dalla base, circondati da neve e dal nulla... In collaborazione con un gruppo di francesi, io e Giovanni scaviamo una trincea profonda 5 metri, lì sotto la neve ha una temperatura di -57o C; nella buca gli occhiali si appannano, l’aria umida esalata dai miei polmoni congela sulla barba, le mani e i piedi si lamentano, ma ancora una volta mi stupisco di come la mente umana sia forte: volere è potere, nulla di più vero in condizioni estreme. Oramai è giunto il 13 dicembre, giorno della partenza verso la base costiera francese di Dumont D’Urville; so che lì dovrò aspettare il ritardato arrivo della nave che mi condurrà in Tasmania. Le temperature sulla costa sono attorno a 0o C, si gira in maglietta. La nave partirà da lì il 23 dicembre; il tempo non passa mai, ma tutto ciò è ripagato dalla più incredibile delle esperienze: 4 ore ad osservare la colonia di pinguini imperatore nella Baia degli Imperatori, una cosa mai vista, indescrivibile, indimenticabile. È il 23 dicembre, alle 17.00 si parte; alcune ore di mare calmo, di andatura lenta fra gli iceberg e poi via nel mare antartico. La piccola nave Astrolabe è minuscola, sballottata su e giù, a destra e sinistra dal sempre maggiore moto ondoso. Alcuni miei compagni di viaggio non ci fanno caso, mangiano e bevono normalmente, altri stanno male, non riescono né a bere né a mangiare, devono ricorrere alle flebo, io qualche cosa mangio, non posso lamentarmi, poteva andare peggio... Dopo 5 giorni di navigazione si intravede una luce, è il porto di Hobart; siamo arrivati, finalmente... Il mattino seguente sbarchiamo, ho molta fame, a mezzogiorno divoro una bistecca gigantesca, ci voleva,... la sera faccio il bis. Andiamo a dormire, il giorno dopo ci aspetta il viaggio di ritorno; dopo 26 ore, è il 31 dicembre, posso riabbracciare Elsa, Matte e Ale. Andrea Crepaz Gita catechistica 2009 Il 2 giugno si è svolta la tradizionale gita catechistica organizzata a don Vito di Arabba. La meta era il Santuario di santa Maria Luggau in Austria seguita poi dalla visita al Wildpark “parco faunistico” con animali di montagna. Nella foto vediamo l’intero gruppo dei cento gitanti. È la foto di un cartellone riempito dai ragazzi del catechismo durante la Quaresima. Rappresenta una spiga con cinque piccole spighe per indicare le cinque domeniche di Quaresima, che sono state riempite con tanti piccoli semi dai ragazzi ogni volta che partecipavano alla Messa festiva. Le catechiste, oltre all’impegno nel fare catechismo, ci mettono un po’ di fantasia per portare i bambini e ragazzi a vivere la vita cristiana. Tipografia Piave: MD nl: PIEVEL2--0019 nome: GIUGNO 2009 data: 24-07-09 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,09 del 24-07-09 base: B2 col: CMYK «Le nuove del Pais» Fotocronaca di una giornata splendida Corte, Madonna della Neve Il Santuario della Madonna della neve, consacrato il 5 agosto 1607, poi distrutto il 19 maggio 1915 e successivamente ricostruito come è oggi. 19 Tipografia Piave: MD nl: PIEVEL2--0020 nome: GIUGNO 2009 data: 24-07-09 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,09 del 24-07-09 base: B2 col: CMYK 20 «Le nuove del Pais» Parrocchia di Colle S. Lucia Il Sacramento della Riconciliazione Ci presentiamo: siamo i 6 bambini di Colle S. Lucia che quest’anno ci siamo preparati per la prima confessione. ● Io mi chiamo Emanuele, la prima lezione che ho fatto con don Sergio per la preparazione ero molto emozionato; e ho pensato che dopo la confessione, il mio cuore sarebbe stato più pulito. ● Mi chiamo Tommaso, il percorso alla preparazione mi è piaciuto molto con don Sergio perché è un tipo allegro e scherzoso. ● Mi chiamo Marianna, nel periodo della Quaresima abbiamo iniziato la preparazione alla prima confessione ed è stato molto bello. Il 28 marzo siamo stati invitati dalle suore a S. Giovanni, per il ritiro spirituale ed è stato ● ● piacevole perché oltre alla preghiera abbiamo cantato e alla fine abbiamo fatto merenda con la torta fatta dalla nostra catechista. E il giorno della prima confessione ero molto emozionata. Mi chiamo Michela, il giorno della mia prima confessione è stato un giorno molto bello perché finalmente dopo tanto tempo ho potuto confessare a Gesù tutti i miei peccati. Mi chiamo Riccardo, mi è piaciuta molto la preparazione per la prima confessione, in particolare il ritiro a S. Giovanni con le suore, perché oltre a noi c’erano i compagni di classe di Selva e abbiamo cantato tutti assieme. E la domenica delle Palme di pomeriggio abbiamo fatto la prima confessione quando sono Dal mondo della scuola... Mercoledì 3 giugno si è svolta la nostra festa di fine anno. In questa occasione è stato presentato il libretto “La mia amica acqua” per la realizzazione del quale abbiamo lavorato per due anni, affrontando vari temi e con l’aiuto di tanti esperti che vogliamo ringraziare da queste pagine. Abbiamo imparato molto sul lungo viaggio dell’acqua: dalle prese, alle vasche di raccolta, all’acquedotto, fino ad arrivare al depuratore. Abbiamo capito che l’acqua ci dà energia e che è un bene prezioso che non dobbiamo sprecare. Nella festa abbiamo ricordato anche la figura di don Talamini a cui è dedicata la nostra scuola e del quale ricorreva il bicentenario della nascita. Abbiamo infine salutato il nostro pubblico con alcuni canti, poesie e brani musicali che abbiamo imparato durante l’anno. Buone vacanze a tutti e arrivederci a settembre! Riccardo nei panni di don Natale Talamini. Il sacramento della Riconciliazione. ● salito da don Sergio ero molto emozionato. Mi chiamo Giacomo, mi è piaciuto molto fare la preparazione con don Sergio, perché ci dava dei compiti da svolgere. Tutti assieme vogliamo ringraziare don Sergio e le suoredi S. Giovanni di Livinallongo. Quale futuro per le Regole di Colle? Molti di noi sanno quanti avvicendamenti più o meno positivi si sono succeduti in questi ultimi anni nella gestione delle Regole di Colle e di tutto questo ben poco è apparso su questo giornale ma se troverò la giusta ispirazione in altra occasione proverò a fare un riassunto informativo di tutti questi fatti. In fondo queste sarebbero “Le nuove del Pais” ma capisco anche che è più semplice scrivere del passato che affrontare i problemi del presente. Quello che vorrei fare in queste poche righe è far riflettere su alcuni aspetti che potrebbero essere determinanti nel futuro di questi enti e pertanto è corretto e opportuno che tutti pensino e riflettano serenamente, per il bene di tutti, su quale scopo e futuro possano ancora avere per noi le Regole. Che questi Enti riescano a sopravvivere con grandi difficoltà è opinione di molti e così già diversi anni fa si è pensato di trovare una soluzione che potesse migliorare tale situazione anche perché il vigente Laudo in alcuni aspetti non è più né attuale né applicabile. La prima idea è stata quella di unificare le tre Regole in un unico Ente per rendere burocraticamente più semplice la gestione anche perché l’impegno e la professionalità nella gestione diventano sempre maggiori. La prima cosa su cui dobbiamo riflettere e trovare una soluzione: quale scopo hanno oggi di esistere le “Regole” quando la stragrande maggioranza dei Regolieri non beneficia più del territorio a uso agricolo come nel passato? Come sfruttare oggi le Regole per il bene di TUTTI i Regolieri? Secondo: il purtroppo continuo invecchiamento e spopolamento del nostro Paese giustifica ancora il sostenere in qualsiasi modo l’autonomia delle tre Regole o è più costruttivo un atto di coraggio dove l’unione potrebbe essere l’unica forza per sopravvivere? Terzo: sia nel primo progetto di unificazione delle tre Regole che nella seconda proposta di costituire un Consorzio fra le Regole si è pensato che le Regole non sono più beni delle comunioni famigliari ma delle singole persone. È un cambiamento radicale, sarà veramente la strada giusta? Per ora la bozza del Consorzio delle tre Regole è in esame della Regione, è un argomento che non hanno mai affrontato, non conoscono e non hanno esperienza pertanto speriamo che in qualsiasi caso ci sia spazio di dialogo. Concludo dicendo che se anche le soluzioni non saranno facili e se è vero che nei nostri Paesi abbiamo poco prima di non avere più niente qualcosa possiamo provare a fare e possibilmente prima che sia troppo tardi. Roberto Masarei Tipografia Piave: MD nl: PIEVEL2--0021 nome: GIUGNO 2009 data: 24-07-09 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,09 del 24-07-09 base: B2 col: CMYK «Le nuove del Pais» 21 Dai Vigili del Fuoco Volontari Come tanti altri nostri colleghi anche i Vigili del Fuoco Volontari di Colle si sono dati da fare in occasione del terremoto che ha colpito l’Abruzzo. Alcuni di noi infatti si sono resi disponibili da subito a recarsi in Abruzzo per dare una mano. Dopo soli due giorni dal terremoto sono partiti Pezzei Alessandro e Agostini Alberto che hanno lavorato alacremente per posizionare e mettere in funzionamento la cucina della colonna mobile del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Belluno, gestita, in caso di calamità, proprio dai Vigili Volontari. Successivamente sono stati impegnati Fridolino ed Enrico Masarei, per dodici giorni hanno gestito ed organizzato la cucina e la mensa di tutto il campo sfollati di Pizzoli, località a 14 km dall’Aquila. Venivano serviti circa 1.000/1.200 pasti e colazioni ai terremotati, al personale della Protezione Civile e ai Vigili del Fuoco impegnati in altre attività. I turni di lavoro erano abbastanza pesanti, si iniziava alle 6 di mattina e si andava avanti fino alle 24,00 e poi, come tutti gli sfollati, a dormire in tenda. Poi Pezzei Alessandro è stato nuovamente chiamato alla gestione della cucina da campo per un altro turno di due settimane. Esperienza umana stupenda, per la prima volta ci trovavamo a lavorare insieme a tanti altri colleghi per un unico scopo: rendere meno faticosa possibile la convivenza della popolazione nella tendopoli che ospitava gente di tutte le età, dai bambini di un mese alle perone di 80 anni... italiani e moltissimi stranieri che lavoravano ed abitavano in Abruzzo. La popolazione sempre molto cordiale e paziente, vista la triste situazione in cui erano costretti a vivere senza casa e magari anche con il dolore della perdita di familiari. Per tutti eravamo “Angeli” e difatti sono iniziate molte amicizie e simpatie che continuano tuttora, alcuni di questi terremotati saranno presenti nelle nostre località per qualche giorno a giugno. Il Sindaco del Comune di Pizzoli ha inviato al nostro distaccamento una lettera di ringraziamento che riportiamo di seguito: Sono onorato di esprimere, anche a nome dell’Amministrazione Comunale, l’affetto ed il ringraziamento nei confronti del personale dei Vigili del Fuoco per il valore e la professionalità dimostrati meritoriamente nella tutela dei cittadini e delle infrastrutture del paese. Un particolare pensiero grato intendo rivolgerlo a tuti i collaboratori che in maniera encomiabile si sono impegnati nel fronteggiare l’emergenza conseguente al terremoto che ha colpito Zizzoli, terra a me particolarmente cara. Il Sindaco Geom. Giovannino Anastasio Sabato 6 giugno, i Vigili del Fuoco Volontari dei distaccamenti di Colle Santa Lucia e Selva di Cadore, intervenuti sulle zone del terremoto in Abruzzo, sono stati invitati dalle maestre della scuola primaria di Santa Fosca a raccontare la propria esperienza vissuta nelle zone terremotate. Per l’occasione sono state raccolte e proiettate una serie I Vigili del Fuoco Volontari in Abruzzo. I Vigili del Fuoco in visita alla scuola primaria. di fotografie che documentavano le zone colpite dall’evento, il nostro lavoro svolto presso le strutture del campo dove erano accolti i terremotati. Per i Vigili del Fuoco Volontari Fridolino e Enrico Dai Vigili del Fuoco Volontari Partecipanti alla gita annuale dei Vigili del FuocoVolontari. Meta della gita annuale dei Vigili del Fuoco Volontari di quest’anno è stato il Parco Natura Viva di Bussolengo. Domenica 10 maggio, di buon mattino alle 5.30 una nutrita schiera di gitanti, una sessantina tra adulti e bambini, si è presentata puntuale alla partenza in piazza a Colle con meta, appunto, Bussolengo, nelle vicinanza del Lago di Garda. La mattinata passata a passeggio per il Parco Faunistico,il Parco dei Dinosauri e il Percorso Botanico ha messo a tutti un certo appetito! Purtroppo la ricerca del ristorante è stata piuttosto lunga e difficoltosa fra vicoli, stradine di campagna e sensi vietati, ma alla fine il lauto pasto ha ampiamente ricompensato tutti della lunga attesa. Non contenti, ci siamo di nuovo spostati al parco per una visita allo Zoo Safari, impresa dimostratasi ardua per il numero enorme di veicoli in coda all’entrata e lungo il percorso. Alla fine della giornata, per chiudere in bellezza, c’è stata la visita, con degustazione alla cantina vinicola Costadoro con stuzzichini e assaggi di buon vino. Con la speranza che tutti i partecipanti si siano divertiti vi diamo l’appuntamento all’anno prossimo... Per i Vigili del Fuoco Volontari Moreno Tipografia Piave: MD nl: PIEVEL2--0022 nome: GIUGNO 2009 data: 24-07-09 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,09 del 24-07-09 base: B2 col: CMYK 22 «Le nuove del Pais» Puntuale, anche quest’anno, è arrivato il mese di giugno con le sue scadenze che, più o meno, da un secolo si ripetono per noi: chiusura dell’anno scolastico, esami accompagnati dalle relative preoccupazioni e tardivi ripensamenti di certi studenti che durante il corso dell’anno scolastico non hanno dato il “top” della loro applicazione allo studio... la gioia della promozione, la soddisfazione per le vacanze che sono arrivate... finalmente!! A proposito di queste, molte prospettive sono mutate con l’andare del tempo: chi, tra i più avanti negli anni, non ricorda le fatiche estive che formavano la variante dell’attività scolastica durata da ottobre a giugno? Della scuola tutti abbiamo portato con noi il fardello di tanti ricordi, per lo più piacevoli, rivisitati nel trascorrere degli anni e la conquista della maturità. Abbiamo vivi in noi anche i ricordi che ci hanno trasmesso i nostri genitori, i nonni di un tempo lontano che ci affascinavano, ci incuriosivano e ci facevano confrontare le nostre alle loro vicende scolastiche tanto mutate. La storia della scuola a Colle ha origini lontane: nel 1680 il Vescovo di Bressanone affidava ai Beneficiati l’istruzione dei bambini con l’obbligo a detti sacerdoti d’impegnarsi ad istruirli nel leggere e scrivere. Una volta alla settimana da S. Martino (11 novembre) a S. Giorgio (23 aprile) dovevano insegnare la dottrina cristiana. Ma il faticoso cammino del progredire dell’istituzione scolastica, anche da noi, prese l’avvio dalla riforma introdotta nel 1774 dall’Imperatrice Maria Teresa d’Austria che istituì la scuola obbligatoria in tutto l’Impero, di cui anche noi eravamo parte (tramite il principato Vescovile di Bressanone). L’applicazione della legge ebbe un iter lungo e difficoltoso per essere attuata e non è competenza Giugno mia entrare nei particolari assai complicati e lunghi che portarono al raggiungimento di una e vera e propria organizzazione scolastica che per Colle fosse considerata “valida” ed “efficiente”. Difficoltà? Tante: la dislocazione delle varie frazioni che comporta disagi infiniti per i bambini, la neve, i pericoli vari delle strade disagiate, difficoltà delle famiglie che nella stagione in cui iniziavano i lavori agricoli avevano necessità dell’aiuto dei figli più grandecelli... C’era poi il problema del reperimento dei fondi necessari per dotare i bambini di libri e materiale necessario alla scuola... Gli insegnanti avevano una preparazione sommaria dal lato didattico... venivano pagati con cifre irrisorie (nel 1811 con uno stupendio annuo di 30 fiorini, insegnava a Colle Giacomo Palla di anni 40 e assistente, con 16 fiorini all’anno era Pietro Gaspari di anni 47). Le materie scolastiche di insegnamento erano: leggere, scrivere, far di conto, istruzione religiosa. Da un prospetto dell’epoca sono riportati i numeri, anno per anno scolastico dal 1816 - 1817 al 1853 degli alunni. Numero massimo a Colle: 118 negli anni 1822/1823 e 1836/1837, numero minimo di alunni nel 1849/1850 con 55. È del 1837 un documento che riporta un lusinghiero giudizio sul progresso notevole della situazione scolastica di Colle espresso da un Ispettore che aveva compiuto una visita di controllo. Il nuovo edificio scolastico, quello che per noi più anziani è stata la scuola frequentata fino al 1959, fu edificato nel 1831 (non senza sacrifici e peripezie). Fu definito, all’epoca, “unico in tutto il distretto” con due aule, il migliore nell’intero giudizio. Ai nostri tempi era divenuto tut- A SOSTEGNO DELLE OPERE PARROCCHIALI Per la PARROCCHIA Occ. fun. Agostini Caterina, ff. Luigi e Rita; occ. fun. Crepaz Giovanni Battista, i familiari; fam. Dell’Andrea; fam. Kiza di Agostini Giovanni; Lezuo Frida; Masarei Lucia; Troi Rita; Lezuo Marina; Monico Paola; Colcuc Beniamino, Emilia e fratelli; Barth Erich; Sommavilla Tita; occ. fun. Piai Giuseppe: sor. Luigia, sor. Lodovina; Dariz Filomena (A); occ. Batt. Moscatelli Riccardo; Colcuc Maria; Codalonga Guido; Chizzali Gioconda; fam. Sief Luigi e Franca; altri... Per il BOLLETTINO Lezuo Teresina; Chizzali Aurelio, Battistella Sergio, Chizzali Daniele; Bernardi Pierina; Agostini Aldo (Augsburg - D); Pezzei Angelo; Pezzei Barbara; Barth Erich; Frena Anna Maria (Cortina); Frena Andrea; Sr. Loretta Frena (BZ); Brancaleone Renzo e Cecilia; Dariz Albina (A); Piai Luigia; Piai Lodovina (D); Piai Lucia; fam. Sief Luigi e Franca. Riconoscenti per ogni forma di collaborazione, beneauguriamo e benediciamo. Vecchio documento scolastico: pagella del 1918; i voti erano 1, il massimo, e poi 2, 3, 4, 5 in ordine decrescente. È firmato dal maestro Giuseppe Colleselli, ricordato dai suoi vecchi scolari come modello di efficienza, autorità istituzionale, rigore. t’altra cosa, ... e si rese urgente la sua sostituzione. Nel 1960 fu inaugurata la nuova scuola sorta sul terreno del Parroco (un orto) mentre il fienile che era accanto era già stato demolito nel 1916 al tempo della costruzione della strada (stradone) che congiunge Rucavà a Colle, Selva, Pescul, ecc... La demolizione della vecchia scuola lasciò un ampio spazio libero che oggi forma la piazza del paese, movimentata d’estate, vuota durante tanti periodi dell’anno. La scuola nuova mostra tutt’ora la sua bella faciata, rinfrescata di recente da nuovo intonaco, che Ci ha lasciato Eravamo abituati a vederlo quasi tutte le domeniche anche dopo la partenza di don Riccardo. Era particolarmente legato alla nostra comunità e alle nostre tradizioni che menzionava in ogni suo discorso. Moltissime le persone che hanno potuto apprezzare la sua laboriosità, la sua grande disponibilità e la sua bontà d’animo. Caro Franco te ne sei andato troppo in fretta lasciando tutti noi nello sgomento. Ti ricorderemo con sentimento di gratitudine per il bene che hai voluto al nostro paese e per l’aiuto prezioso che hai dato in molte occasioni alla nostra parrocchia. ostenta la bella scritta “Le Scole”, ma dal 1996 è vuota di scolari che, da allora, si vedono partire ogni mattina con lo scuolabus per recarsi a scuola a S. Fosca. È tristezza, è nostalgia, per Colle, per noi che ancora abitiamo qui vedere i bambini che già in tenera età vengono divelti dalle vecchie radici Collesi che sono la base dell’amore per la nostra Piccola Patria. In fondo all’anima di chi questa Piccola Patria ha sempre riconosciuto, sentito e amato rimane un lumino acceso di speranza: tornerà la nostra piccola scuola elementare a dar vita a Colle S. Lucia? Tipografia Piave: MD nl: PIEVEL2--0023 nome: GIUGNO 2009 data: 24-07-09 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,09 del 24-07-09 base: B2 col: CMYK «Le nuove del Pais» Filosofia come back Nell’ambito della terza edizione del concorso “Il mondo a colori” ideato da Martina dell’Osbel e indetto da Radio Più e “Il Gazzettino”, a Martino Pezzei, frequentante il quinto anno del Liceo, è stato assegnato il primo premio: una borsa di studio. La giuria ha giustificato con la seguente motivazione la scelta del tema di Martino tra i nove partecipanti: “Ben costruito, solido nell’argomentazione, presenta delle citazioni appropriate. Lo sguardo dell’autore si muove in modo attento tra passato e presente”. PENSARE. Un’attività caratteristica dell’uomo, che lo distingue da tutte le altre forme di vita (o perlomeno questa è la nostra convinzione) e che ne ha delineato il progresso scientifico e morale attraverso la critica o l’appoggio al presente o al passato. PENSARE. Un’attività che sboccia magari contemporaneamente in luoghi lontani e con scopi diversi, ma che si pone sempre le stesse fatidiche domande, chi siamo? Da dove veniamo? La nostra vita ha uno scopo? Perché esiste il mondo? C’è qualcosa di fisso nell’eterno avvicendarsi degli eventi? Esiste un Principio superiore, più o meno conoscibile? PENSARE. Una “nuova” attività vitale che ha avuto nei Greci i primi estimatori, i cui sapienti parlavano e tenevano le loro lezioni nelle piazze e sotto i portici ariosi (da uno di essi, lo Stoà poikile o portico dipinto, ebbe origine la filosofia stoica); non un sapere prettamente riservato a pochi eletti, ma aperto al dialogo con i cittadini, con lo scopo di diffondere l’abitudine a pensare. In seguito, a causa della trasformazione dell’insegnamento da pubblico e peripatetico a privato e rinchiuso nelle aule e nelle biblioteche, e quindi da accessibile a tutti a riservato ai ricchi e ai religiosi, l’abitudine del pensare è andata scemando. Non c’era più bisogno di ragionare, ma solo di lavorare; o per sopravvivere, o per arricchirsi. Un pensare a volte vivido, ma a volte solo di commento e rilettura dei filosofi precedenti (Aristotele in primis) sopravvisse nelle accademie e più tardi nelle università, con qualche leggera modifica: e Schopenhauer è considerato il maggior detrattore di questa filosofia ridotta a “pensiero a pagamento”, alla prostituzione dell’attività intellettuale. Nei suoi “Pa rerga e paralipomena” il filosofo tedesco inserisce un capitolo dal titolo “Pensare da sé” nel quale dice che “Soltanto i pensieri fondamentali possiedono Complimenti Martino da tutta la tua verità e vita poiché sono comunità collese! Ad maiora semper! Angela gli unici che possiamo comprendere a fondo, realmente e completamente”. qualcosa: essa serve proprio ad Non ci si deve quindi nutrire di evitare che si facciano dopensieri altrui, ma coltivare i mande come questa. Essa è amore puro, come dice la propri. parola stessa, della conoscenza Mai come in un XX secolo in sé e dell’essenza delle cose: segnato da totalitarismi, guerecco perché tra i vari corsi unire, colonialismo economico e versitari troviamo filosofia politico e condizionamenti della storia, del diritto, della fiideologici con effetti più o losofia, ecc... meno deleteri, c’è stato un tale Ma sono soprattutto i bisogno di pensare. giovani ad avere bisogno della Pensare per capire quello filosofia: nati in un’epoca di che è successo, depurando i crisi mai vista prima dei valori racconti di parte dalle rimorali (ora sì che si potrebbe spettive ideologie, per capire dire “Dio è morto!”), molti come porsi di fronte ai temi giovani hanno preferito dedidella bioetica, della politica, carsi alla dolce vita per poter per tentare di anticipare gli avgodere al massimo di quei venimenti (l’antica mantica “pochi” anni di giovinezza e degli Stoici). E in un momento bruciare cervelli ed esistenza di grave crisi come questo, con l’alcool, le droghe e il diverpensare per poter vivere timento sfrenato. meglio; non per vivere come se Sono LORO che hanno più la crisi non esistesse, ma per bisogno di imparare a pensare, vivere riducendo i nostri biper poter decidere coscientesogni ed eliminando il sumente su quale strada incamperfluo. Non è importante la ricchezza materiale, ma la ric- minarsi; da una parte il silenzioso richiamo della coscienza, chezza del pensiero. dall’altra le urlanti sirene delPensare per filosofare e filo- l’ambulanza che viaggia verso il sofare per pensare. Nessuno Pronto Soccorso. può fare a meno di pensare, ma per migliorare la qualità (e non la quantità) del nostro pensiero Una nuova speranza per bisogna pensare. Sembra un Colle: ci dobbiamo concircolo vizioso, ma la filosofia gratulare con Chiara non è un vizio: è la più nobile atPezzei che domenica 22 tività umana, consacrata da marzo ha vinto un premio Socrate come arte di pensare e di acconciatura. Il consoprattutto di far pensare (la corso si è svolto a Sedico e maieutica tanto cara all’Atevi partecipavano ben tre niese, per questo bersagliato da scuole. Lei è riuscita ad otAristofane nella sua commedia tenere il secondo posto. “Le nuvole”). Questa è una buona speLa filosofia è pensiero puro, ranza per la qualificazione al di là del tempo e dello spazio. giovanile del nostro paese. Se vogliamo iniziare a penComplimenti ancora a sare seriamente non dobbiamo Chiara. chiederci se la filosofia serva a 23 Cari giovani, nel momento in cui mi accingo a scrivere queste righe, sto pensando a Voi con un sentimento di grande preoccupazione. Preoccupazione nel vedervi non tanto presenti e propositivi nelle poche, per la verità, forme di partecipazione democratica che offre questa nostra comunità. In maniera forse un po’ troppo provocatoria come generalmente è nel mio stile, vorrei cercare di capire come negli spazi vuoti, tanti o pochi che siano della vostra giornata, possiate trovare il tempo per riflettere e cercare di costruire nelle forme e nei modi che ritenete più idonei, dei sistemi di partecipazione attiva alla vita sociale, culturale e perché no anche politica della nostra comunità. Questo invito nasce dalla consapevolezza che la qualità della vita in una comunità dipende in primo luogo da chi la governa, ma anche dal grado di partecipazione attiva e democratica dei singoli componenti nelle forme che riteniamo più adatte per una sua crescita “armoniosa”. Spesso confrontandomi con i giovani impegnati nella esperienza amministrativa nella nostra comunità, ci soffermiamo a ragionare su questi temi, però ho la netta sensazione che non sia maturata ancora in loro questa consapevolezza. Tanti sono i fattori che possono ostacolare un costruttivo dialogo e collaborazione: ● le aspettative diverse delle nuove generazioni; ● i servizi che una comunità fa fatica a garantirVi; ● la cultura dell’individualismo che caratterizza la società moderna; ● la scarsa scolarizzazione che indebolisce per certi aspetti le nostre realtà di fronte alla globalizzazione; ● il venir meno di certi valori fondamentali che nei secoli hanno caratterizzato la nostra piccola comunità. Pensare che questi siano problemi che non Vi toccano, vuol dire camminare con gli occhi chiusi e non voler vedere e prendere coscienza di questo prima che sia troppo tardi. Basterebbe solo saper coltivare un ➥ Tipografia Piave: MD nl: PIEVEL2--0024 nome: GIUGNO 2009 data: 24-07-09 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,09 del 24-07-09 base: B2 col: CMYK 24 «Le nuove del Pais» RELAZIONE ATTIVITÀ SVOLTA ANNO SOCIALE 2008 Signori Soci Durante l’anno 2008, la nostra associazione ha svolto la propria attività nell’ambito dei compiti istituzionali prefissati dallo Statuto al momento della sua fondazione. L’Associazione è un punto di riferimento attivo sul territorio comunale di Colle Santa Lucia, per quanti avessero bisogno, per infortunio o malattia e necessitano di essere soccorsi e/o trasportati nella struttura medica di pronto soccorso più vicina. In tema di operatività sono stati eseguiti viaggi a carico dell’ulss 1 per il 63,68% del chilometraggio totale, ed il restante per i viaggi extra convenzione a carico di provati cittadini o d’associazioni che hanno richiesto il nostro servizio. Il personale volontario è stato impegnato in corsi d’aggiornamento tenuti dal personale di pronto soccorso per fornire a tutti le nozioni necessarie di primo soccorso e dal personale suem 118 quelle nozioni necessarie per il rilascio annuale della certificazione per l’uso del defibrillatore semiautomatico. I volontari sono stati accompagnati alla fiera di Montichiari (BS) per la fiera del soccorso. La nostra Associazione continua a far parte del Coordinamento Agordino e Zoldano. Nel corso del 2008: 1) è stata rinnovata la convenzione con l’ulss 1 Belluno; 2) abbiamo incassato dallo Stato l’importo di 3.433,46 riguardante il 5 per mille destinato dai cittadini nelle proprie dichiarazioni. Un risultato soddisfacente che mette in evidenza la stima dei cittadini nei confronti dell’Associazione per l’attività svolta; 3) con i soldi ricevuti dal 5 per mille, abbiamo provveduto all’acContinua dalla pag. 23 / po’ di quel “sano orgoglio” di essere appartenente ad una comunità che ha bisogno di voi e per la quale vi viene chiesto di dedicargli un po’ del vostro tempo per aiutarla a progredire. Il maturare un ideale politico non è uno scandalo, anzi è il primo passo verso un impegno sociale ed un aiuto concreto per una vera partecipazione democratica alla vita civile. Quindi partecipazione attiva in forme diverse per concorrere a migliorare secondo il vostro ideale la vita della Vostra comunità di appartenenza. Non aspettare che qualcuno ti chiami o ti convochi, in un piccolo paese come il nostro nessuno può permettersi di ti- quisto di un kit di primo soccorso che è stato consegnato alle famiglie di Colle per un importo pari ad 5.105,20; 4) abbiamo ricevuto un contributo da parte di Dolomity Emergency pari ad 5.000,00; 5) in base alle nuove normative di sicurezza abbiamo dotato tutti i volontari di nuove divise a norma per una spesa parziale di 3.537,52; 6) durante le vacanze di Natale in concomitanza dell’apertura dei tesseramenti per il 2009 abbiamo anche provveduto alla consegna dei calendari stampati per l’occasione; 7) con l’anno in corso l’Associazione dovrà modificare la gestione amministrativa per la redazione del Bilancio consuntivo, in quanto la Regione Veneto con delibera n.605 del 10 marzo 2009 ha predisposto e fornito uno schema di bilancio e la nota introduttiva per l’adozione obbligatoria da parte delle Organizzazioni di Volontariato iscritte al registro regionale. Lo scopo è quello di favorire la necessaria trasparenza nella redazione del Bilancio d’esercizio, quale elemento qualificante per la permanenza dell’Organizzazione nel registro regionale. Passando all’esame del Bilancio consuntivo anno 2008 lo stesso presenta, sotto l’aspetto finanziario, un avanzo di gestione pari a 28.606,95 di cui 10.000,00 sono stati depositati in buoni postali, in c/c 18.125,69 intestato all’Associazione ed i residui 49,89 in cassa contanti mentre i restanti 431,37 sono disponibili in una carta di credito prepagata. Segue il Bilancio Consuntivo 2008. Il Presidente Paolino Pezzei Lettera Sindaco rarsi indietro o restare indifferente di fronte a queste necessità. Chiedi tu se qualcuno è disposto a condividere un percorso con te e magari allargarlo ad altri. Prendi tu concretamente l’iniziativa con coraggio e quella determinazione di chi ha deciso di stare a Colle e condividere in pieno senza mezze misure le difficoltà, i sacrifici che comporta vivere la quotidianità in questo luogo, ma anche il piacere e la gioia di esserti fatto parte attiva nel provare a migliorare queste condizioni, portando con te per sempre il ricordo di questa meravigliosa esperienza. Il vostro Sindaco Croce Bianca Colle S. Lucia BILANCIO CONSUNTIVO – ANNO 2008 CONTO CONSUNTIVO ANNO 2008 Fondo Cassa al 31.12.2007 Tesseramenti 2008 Tesseramenti 2009 Contributi volontari Contributi da enti Rimborsi km ulss 2007 Rimborsi km ulss 2008 Viaggi extra convenzione Incassi vari Interessi attivi c/c banca A) TOTALE ENTRATE B) A dedurre uscite ENTRATE 20.796,87 1.745,00 800,00 118,16 8.433,46 3.500,85 7.918,80 5.411,25 1.098,77 150,88 49.974,04 21.367,09 C) Avanzo di gestione (A-B) di cui Buoni postali Cassa Conto corrente Carta prepagata 28.606,95 10.000,00 49,89 18.125,69 431,37 28.606,95 USCITE 1.270,00 1.400,00 483,00 1.441,88 37,30 272,98 545,05 12.813,69 783,50 688,80 54,94 102,80 381,84 155,00 936,00 0,31 21.367,09 CONTO CONSUNTIVO ANNO 2008 Assicurazioni Manut. ordinaria e straordinaria Assicurazioni RC auto Acquisto carburante Spese postali Cancelleria Spese amministrative Spese varie Bollette telefono e spese telefonino Attrezzatura ambulanza Spese gestione c/c bancario e carta Interessi debitori c/c Assistenza ambulanza Quota coordinamento Rimborso a volontari per trasporto provette Abbuono passivo su ft. Vallazza Rinaldo B) TOTALE USCITE COMUNITÀ IN CAMMINO BATTESIMI I tre bambini battezzati si presentano alla comunita. o Il 1 giugno 2009 hanno ricevuto il sacramento del Battesimo: Moscatelli Riccardo, di Walter e Pezzei Cristina, resid. ad Armeno (NO), n. il 20 marzo. Manera Gaia, di Marco e Colcuc Sabrina, da Via Varazza, n. il 25 marzo. Ganz Alessandro Luigi, di Francesco e Gabriela Bakotova, n. a Oderzo il 31 marzo. ESEQUIE CRISTIANE 4) Bonata Filomena ved. Bel- 5) Piai Giuseppe, di anni 83, da lenzier, di anni 93, deceduta a Costalta, m. a Belluno il 31 Agordo il 22 maggio e sep. a maggio e sep. a Colle S. Lucia il Colle S. Lucia il 26. 2 giugno. Fuori parrocchia: Suor Lucia Costadedoi, or. da Colle S. Lucia, deceduta il 9 maggio a Blackburn (UK), dove da più di 40 anni esercitava la sua missione. Tipografia Piave: MD nl: PIEVEL2--0025 nome: GIUGNO 2009 data: 24-07-09 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,10 del 24-07-09 base: B2 col: CMYK «Le nuove del Pais» 25 Parrocchia di Arabba Cuor di Gesù Il mese di giugno è dedicato da diversi secoli alla devozione verso il Cuor di Gesù. Da quando suor Margherita Maria ebbe il privilegio di essere scelta da Gesù stesso perché le fosse rivelato il grande amore che Dio ha per le sue creature. Nel 1673 mentre suor Margherita si trovava in preghiera davanti al Santissimo, le apparve Gesù, che la invitò a riposare, come Giovanni Evangelista, sul suo petto. Dopo di che aprì un po’ di lato la sua veste all’altezza del petto e le mostrò il suo Cuore trafitto, dicendole: «Questo Cuore brucia di tanto amore per te e per tutti gli uomini che non posso più contenerlo. È necessario perciò che, per mezzo tuo, sia fatto conoscere a tutti, sicché tutti siano ricolmi dei benefici del mio Cuore e siano preservati dagli eterni supplizi». Poi le chiese di avere il suo cuore ed ella glielo offrì, e Gesù lo immerse nella fiamma del suo Cuore divino: per tutta la vita suor Margherita conservò la sensazione di quell’attimo divino in cui tutta si infiammò con la stessa fiamma che ardeva sul Cuore di Gesù. Non molto tempo dopo le apparve di nuovo Gesù e questa volta le mostrò il Cuore così come spesso siamo abituati a vederlo rappresentato: cinto da una corona di spine, sormontato da una croce, mentre uscivano bagliori di luce dalla ferita della lancia. Promise ogni grazia e benedizione a chi avesse onorato nella propria casa l’immagine del Cuor di Gesù, e poi aggiunse: «Ho una sete ardente di essere onorato dagli uomini nel Santissimo Sacramento: ma non trovo quasi nessuno che si adoperi ad estinguere la mia sete e corrisponda al mio amore». In un’altra apparizione la invitò ad accostarsi alla santa Comunione ben confessata il primo venerdì di ogni mese, per nove mesi di seguito, per riparare alle dimenticanze, all’ingratitudine e bestemmie degli uomini. Aggiunse che gli era gradito passare almeno un’ora in preghiera prima di mezzanotte tra il giovedì e il venerdì, in ricordo dell’orazione dolorosa di Gesù nell’orto, per supplire alla mancanza fatta dagli apostoli. Ma la Rivelazione più conosciuta e ripresa in assoluto, è quella del 1675: «Ecco quel Cuore che tanto ha amato gli uomini da non risparmiare nulla fino al sacrificio supremo senza limiti e senza riserve, per dimostrare il suo amore. La maggior parte di essi però mi ricambia con l’ingratitudine, che manifestano con irriverenze, sacrilegi e con l’indifferenza e il disprezzo verso di me in questo Sacramento d’amore. Ma ciò che maggiormente mi affligge è il vedermi trattato così anche da cuori a me consacrati. Perciò ti chiedo che il venerdì dopo il Corpus L’immagine del Sacro Cuore di Gesù del Duomo di Bolzano, davanti al quale il Tirolo intero si consacrò per avere salvezza dai nemici visibili e dal Nemico invisibile. Domini, sia celebrata la festa per rendere culto al mio Cuore. In quel giorno i fedeli si accosteranno alla Comunione e insieme faranno una riparazione per onorare il mio Cuore e compensare gli oltraggi recati al Santissimo Sacramento nei giorni in cui era esposto all’adorazione del popolo. Ti prometto che il mio Cuore effonderà abbondanza di grazie divine su coloro che gli renderanno quest’onore e faranno sì che anche altri glielo rendano». La festa, e la devozione verso il Cuore di Gesù, era tenuta in altissima considerazione nelle nostre famiglie, nelle nostre case e in paese. Basti pensare che non esiste stua in Fodom che non custodisca un’immagine del Cuor di Gesù. Solo le case moderne non possiedono questo grande tesoro di grazie! Davanti all’immagine del Cuor di Gesù e del Cuore Immacolato di Maria (di solito uno per parte del grande crocifisso della stua) la famiglia si raccoglieva in preghiera e lì si chiedeva aiuto e consiglio a Dio per le decisioni importanti della vita. Moltissime erano le famiglie al completo che si accostavano alla confessione e alla Comunione il primo venerdì del Mese, obbedienti alla volontà di Gesù, e desiderosi di arrivare un giorno in Cielo. Esistono Nazioni e terre consacrate al Cuore di Gesù. Tra queste non possiamo dimenticare la Terra del Tirolo, che con voto solenne più di due secoli orsono, nel Duomo di Bolzano si consacrò per sempre al Cuore di Gesù per essere liberato dai nemici presenti e futuri. A quella consacrazione erano comprese anche le nostre vallate ladine, che del Tirolo han sempre fatto parte. Per questa ragione l’immagine del Cuor di Gesù è tanto diffusa, nelle case, nei fienili, sulle tombe in cimitero. Per questo si accedono i fuochi in suo onore la sera della festa del Sacro Cuore. Si tiene la processione col Santissimo Sacramento e la statua del Cuor di Gesù, otto giorni dopo quella del Corpus Domini... ma, per adempiere alla promessa e al voto, manca la parte più importante: confessione, devozione, pentimento, consacrazione e Comunione. Altrimenti la devozione e le usanze legate al Cuor di Gesù diventeranno solo vuote abitudini, zoppe rappresentazioni di falsa devozione e sottomissione al Salvatore, che chiede ancora, anche oggi: «Convertitevi, e credete al Vangelo!» s. Vito Tipografia Piave: MD nl: PIEVEL2--0026 nome: GIUGNO 2009 data: 24-07-09 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,10 del 24-07-09 base: B2 col: CMYK 26 «Le nuove del Pais» Il Catechismo La foto di gruppo dei ragazzi del catechismo - quasi al completo - alla fine della ricca merenda preparata dall’Eugenia a Cherz: grazie! La Parrocchia di Arabba, con Soraruaz e Ornella, ha concluso anche quest’anno gli incontri di catechesi per i bambini e i ragazzi di elementari e medie. Per l’esiguità dei numeri, c’erano solamente quattro classi. La prima elementare con 5 bambini affidata a suor Francesca. La seconda - con due - e la terza - con cinque - affidata Dagnara aprezada da chi de temp, la festa organisada per lori N sabeda 16 de mèi nte gliejia da Rèba le stè fat na mëssa per duc i noni da Fodom dai 75 agn n su co la maràna co nen cin de fèsta al Furgler. Se podava i cugnàse duc dal bel pontapeto fat a màn da le suore e da le volontarie del paisc per recordè sto moment de bela ncontada. L’aministrazion del Comun che là spenù per la marana, leva prejente con Capocomun Gianni Baiol, l assesor Grones e l VizeCapocomun Jaco del Picio. La messa concelebrada da don Vito preve da Rèba e Sior Plevan Murer la bu l bel contorno del coro de gliejia da Rèba. Se recordè de chi che à laorè con struscie e fadie, che à fat na fëta de storia de la val de Fodom, che à metù auna fadie e cruzi perciè n quoi se pobe vive n cin plù saurì, chëst lè n gran valor per la preparazione ai sacramenti della confessione e comunione al Parroco. La quarta con cinque - e la quinta - con uno - seguita ancora dal Parroco. Infine la prima e la seconda media - tre per classe - seguiti da suor Lara. I numeri sono piccoli, ma Arabba ha più bambini di quelli che frequentano il catechismo, poiché quasi altrettanti frequentano le scuole in Val Badia, e lì poi di conseguenza seguono le lezioni di catechismo, e giustamente con i loro piccoli amici ricevono la Prima Comunione, la confessione e la Cresima. Questo non ha impedito ai nostri 24 bambini che frequentano qui il catechismo, di fare un buon cammino, di vive- re le tappe della fede (Natale, Pasqua, sacramenti) nella nostra Comunità. Certo non c’è quell’omogeneità che possono avere altre parrocchie, in cui il territorio parrocchiale coincide anche con quello di attrazione delle famiglie e della frequenza alla Messa. Le Curazie funzionano ancora come poli di attrazione per le Messe domenicali, ma le grandi feste, o per le funzioni dei Santi e dei Morti, il Corpus Domini, il Rosario, Santa Maria Maiou, si recano alla Pieve, di cui territorialmente e tradizionalmente fanno da sempre parte. Arabba soffre per i piccoli numeri, e per l’alta incidenza di frequentanti fuori parrocchia. Difficile far sentire come “propria” una chiesa che non si conosce, poiché i piccoli sono abituati ad andare a Messa prima di scuola a Corvara, o La Villa, e anche le esperienze di Prima Comunione, Confessione e Cresima sono vissute in quelle Chiese e Comunità. Ma noi teniamo duro e continuiamo ad offrire cammini di catechesi ed esperienze di fede ai nostri bambini. E anche a far festa con loro, così come abbiamo fatto quest’anno a Cherz, per la conclusione del Catechismo. Noni n fèsta per duc e podon ringrazie l Signour a dit don Vito ntànt la predica, no volësse mei che i jovegn i se desmentie de chële fadie e i no se recorde plù che l benstè danquoi le stè costruì su le fadie de chësta jent. L’aministrazion de Comun a fin maràna là volù ie de a duc na pèna n record de la fe- sta. L davomesdì le passe via coscì co na bela ncontada e duc a podù se contè fora chël da n viade e da nquoi. La foto di gruppo con gli anziani al termine della Santa Messa il 16 maggio 2009. Tipografia Piave: MD nl: PIEVEL2--0027 nome: GIUGNO 2009 data: 24-07-09 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,10 del 24-07-09 base: B2 col: CMYK «Le nuove del Pais» Il mese di Maria Il mese di maggio quest’anno non è stato molto caldo, e magari non ha incoraggiato molto a partecipare alla devozione di maggio in onore di Maria. La partecipazione è stata buona e devota, qualche volta con il rimpianto per qualche posto vuoto che avrebbe potuto con facilità essere riempito con la buona volontà e il desiderio. Ma coloro che pregano sanno che non lo fanno solo per se stessi, ma si prendono cura anche di coloro che non hanno voluto essere presenti a questo atto gratuito e disinteressato verso la Vergine Maria. I bambini che sono venuti, hanno ricevuto una piccola statuina della Madonna di Fatima e una corona del Rosario per ricordare quanto importante sia la preghiera e la devozione alla Madonna per crescere buoni e spiritualmente sani. Con l’augurio che questi bei appuntamenti non cadano in disuso per negligenza o pigrizia. In fondo gli adulti sono sempre stati l’esempio per i piccoli... e non viceversa. 27 Una festa ben riuscita La festa della mamma, quest’anno a Cherz, si è tenuta la terza domenica del mese di maggio, in una giornata splendida e calda, davvero primaverile. Tanta gente, la chiesa strapiena, numerosi bambini, suor Lara con la chitarra, l’atto di affidamento a Maria dei bambini battezzati nel 2008, hanno reso il pomeriggio una vera festa di famiglia. Poi all’esterno, la benedizione del rinnovato crocifisso con la Trinità, sulla strada che dalla piazza porta giù alla Cappella. Il restauro lo si deve all’iniziativa dei Donatori di Sangue volontari di Fodom, che con il loro avanzo di cassa, hanno voluto pensare al povero Gesù, che per noi ha versato tutto il, suo sangue redentore. L’opera è davvero ben riuscita e splende nei suoi rinnovati colori. Ma se credete sia finita qui, vi sbagliate: le donne della Frazione, infatti, avevano pensato a un rinfresco davvero eccezionale, con crafons, tartine, torte, dolci di ogni tipo. Tutti ci siamo fermati tanto volentieri e a lungo godendo di quella bella giornata e del panorama meraviglioso che si ha dalla terrazza di Cherz sul Pelmo e il Civetta! Così ci siamo dati appuntamento per la siegra dela Cruosc in settembre! Vi aspettiamo tutti! I bambini con il Parroco nel giorno della Prima Comunione il 24 maggio 2009. Tipografia Piave: MD nl: PIEVEL2--0028 nome: GIUGNO 2009 data: 24-07-09 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,10 del 24-07-09 base: B2 col: CMYK 28 «Le nuove del Pais» Il vescovo Golser incontra i Ladini a Oies 3 maggio 2009 il vescovo Karl Golser a Oies. Da sinistra s. Paul Campei (San Martin), s. Heinrich Perathoner (Al Plan y la Pli), dietro s. Heinrich Ellecosta (San Ciascian), il decano s. Franz Sottara (Badia), il Vescovo, il superiore dei Verbiti, s. Pire Irsara (Oies). Domenica 3 maggio 2009, il nuovo vescovo di Bolzano-Bressanone ha incontrato i fedeli delle vallate ladine a Oies, presso la casa natale del Santo missionario Giuseppe Freinademetz. Due erano le processioni che si sono recate fino alle pendici della Sass dla Crusc in questa piccola vila della Parrocchia di San Leonardo. “È stato per me un grande desiderio incontrare i fedeli di lingua ladina, solamente poche settimane dopo l’ordinazione episcopale3. È con queste parole che il vescovo Karl Golser ha esordito durante la celebrazione eucaristica, a cui hanno partecipato numerosi fedeli, soprattutto provenienti dalle valli ladine. “Voi ladini, vi ho particolarmente nel cuore”, ha detto il Il vescovo Karl Golser celebra la Messa con i sacerdoti della Val Badia sul pont de majon della nuova chiesa dedicata a San Giuseppe Freinademetz, il 3 maggio 2009. vescovo Karl Golser e ha pregato insieme ai fedeli in occasione della Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, dicendo: “Che da questo luogo possa essere benedetta la nostra terra e ci vengano donate molte vocazioni spirituali”. Nel corso dell’omelia il Vescovo Golser ha parlato, tra l’altro, dell’impegno esemplare di padre Giuseppe Freinademetz, ma anche delle sfide pastorali della Diocesi, tra cui le unità pastorali. A questo proposito il vescovo ha sottolineato che esse non rappresentano una soluzione necessaria a livello organizzativo, ma sono una sfida per tutti i fedeli. Infatti, ognuno è chiamato a vivere la propria vocazione e a mettere a disposizione i propri talenti per la costruzione della Chiesa. Anno sacerdotale Quest’anno la Diocesi di Belluno-Feltre ha avuto la grazia da parte di Dio di avere tre Primizianti. Don Simone Ballis di Rocca Pietore, don Fabiano del Favero da Nebbiù di Cadore (Pieve), don Giorgio Aresi da Treviglio (BG). Non poteva così concludersi in modo migliore l’anno dedicato ai 2000 anni della nascita di San Paolo, e aprirsi in maniera più propizia l’anno sacerdotale. Il papa Benedetto XVI ha manifestato l’intenzione di dedicare un anno alla figura del sacerdote. Precisamente esso avrà inizio nella solennità del Sacro Cuore di Gesù (quest’anno il 19 giugno). Ma perché proprio quest’anno? Perché in quest’anno ricorrono i 150 anni della morte di un grande santo. Sicuramente più conosciuto dai parroci che non dai semplici fedeli. Si tratta di un francese: San Giovanni Battista Vianney. Egli è patrono in maniera particolare dei parroci. Fu curato in una piccola curazia della Francia, Ars, che contava poco più di 400 abitanti. Con la penitenza, la parola e l’esempio egli riuscì, con la grazia di Dio, a non far lavorare più nessuno alla Domenica, far chiudere tutte le osterie per combattere l’abuso di alcool, far intervenire quasi tutti gli uomini alle funzioni e alla Messa domenicale. Ma viene ricordato soprattutto per le ore interminabili di confessionale e i suoi commoventi catechismi, che ogni domenica predicava dal pulpito e anche per l’opera di carità per le orfanelle e per istruire i bambini chiamata “La Provvidenza”. E per una cosa poco conosciuta: egli impiegava ogni soldo che gli arrivava dai fedeli rivolti alla sua persona (non quelli della parrocchia) per pagare dei sacerdoti incaricati in Francia a predicare le Missioni popolari (in questo modo anche le parrocchie Il Santo Curato di Ars, don Giovanni Batpiù povere di tista Maria Vianney (1786-1859), patrono Francia poterono dei parroci e da quest’anno patrono di tutti beneficiare di i preti. buoni predicatori che portarono a conversione masse di gente, che aveva ricevuto il “lavaggio del cervello” dalla Rivoluzione francese). Al Santo Curato di Ars, accorrevano da tutta la Francia (basti pensare che per i pellegrini che si recavano al suo confessionale era stata messa su una linea di corriere che partiva da Lione e che percorreva la tratta Lione-Ars andata e ritorno ogni giorno!). Chi lo vedeva passare diceva ad alta voce: “Ecco il Santo” e tutti si inginocchiavano per ricevere una benedizione o uno sguardo. Egli innamorato dell’Eucaristia e della Vergine Maria, dormiva un paio d’ore per notte, e all’una dopo la mezzanotte era già al confessionale per ascoltare i penitenti: tutti dicevano che egli leggeva nei cuori delle persone. Mangiava pochissimo e si sottoponeva a rigide penitenze, fino al sangue, per espiare le colpe e i peccati dei suoi parrocchiani. Nella sua parrocchia si arrivò a non ballare più in nessuna casa, e nessuno mai andò a ballare nei paesi vicini. Il demonio lo tormentava e una volta gli ebbe a dire con rabbia: “Se in Francia ci fossero altri tre come te io non avrei più niente da fare...” e scomparve rabbioso. Una volta diede fuoco anche al suo letto, ma niente poteva spaventare il Santo Curato. La sua immagine compare anche nella Chiesa di Pieve, sopra il confessionale dalla parte dell’altare di San Giuseppe. Il papa ha reso noto che la lettera che scriverà sarà intitolata: “Fedeltà di Cristo, fedeltà del sacerdote” e che nel corso dell’anno sacerdotale, estenderà il patrocinio del Curato d’Ars non solo ai parroci, ma a tutti i sacerdoti. Un anno quindi, non solo per i vostri parroci, ma anche per tutte le nostre Comunità che amano e stimano i sacerdoti e prestano la loro opera a diversi livelli per la vita delle Parrocchie. Tipografia Piave: MD nl: PIEVEL2--0029 nome: GIUGNO 2009 data: 24-07-09 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,10 del 24-07-09 base: B2 col: CMYK «Le nuove del Pais» Rubrica I GESTI NELLA LITURGIA: STARE SEDUTI Continuiamo la terza puntata sui gesti che compiamo nella Liturgia. Dopo lo stare in piedi, il Segno della Croce, vediamo oggi lo stare seduti. Passiamo molte ore della nostra vita seduti. Seduti a tavola, per mangiare e per scrivere, seduti a scuola, seduti a una conferenza, seduti anche quando non abbiamo più forze per stare in piedi. Anche se parliamo con qualche persona a lungo cerchiamo un posto per stare seduti, per poter stare più comodi. Anche in treno, in aereo, in corriera, in auto, viaggiamo, guidiamo seduti. Stare seduti quindi già in se stesso ci dice comodità, tranquillità, disponibilità all’ascolto. Quando incontriamo una persona più importante, o entriamo in qualche ufficio in cui abbiamo bisogno di qualcosa, il padrone di casa, o la persona che ci riceve, ci dice spesso, mostrandoci una sedia o una poltrona: “Prego, si sieda!”. Non solo per gentilezza, ma anche per poter stare meglio a nostro agio. Anche quando siamo invitati a nozze, o a una cena importante, cerchiamo il “nostro” posto, un posto in cui possiamo stare vicini a persone che conosciamo, o almeno divertenti. E anche per non sentirci in imbarazzo troppo vicini ai festeggiati, con il rischio di portar via il posto a qualcuno di più importante di noi. Gesù ha usato ancora l’immagine del posto a sedere, parlando del paradiso: “Nella casa del padre mio ci sono molti posti...”. “Alla fine dei tempi il Figlio dell’Uomo tornerà nella gloria coi suoi angeli, seduto sul trono per giudicare le genti...”, “Non sta a me dire di sedersi alla mia destra o alla mia sinistra, ma è per coloro per i quali il Padre mio li ha preparati...”. In chiesa abbiamo banchi che oltre a permetterci di stare in ginocchio ci offrono anche la possibilità di metterci a sedere. In chiesa ci sediamo SOLO quando stiamo ascoltando. Altrimenti si resta o in PIEDI o in GINOCCHIO. Ci si siede mentre i lettori leggono le prime due letture col salmo, ma ci si alza in piedi al Vangelo. Ci si siede un’altra volta per ascoltare la riflessione del sacerdote sul Vangelo della Domenica. Ma poi ci si alza ancora per il Credo e la preghiera dei fedeli. Si sta seduti anche mentre ci sono l’offertorio e la raccolta La Chiesa Curaziale di San Giovanni di Soraruaz prima del bombardamento del 1915. 29 dell’elemosina. Ma dal momento in cui ci si alza per il prefazio (il Signore sia con voi) fino alla fine della Messa non ci si siede più. Si resta in ginocchio dal termine del canto del “Santo” fino al “Mistero della fede”. In ginocchio e non seduti. O peggio con le scarpe sugli inginocchiatoi... Stare seduti durante la consacrazione è un atto di irriverenza verso il Santissimo Sacramento e verso la celebrazione del Sacrificio di Gesù nell’ultima Cena e sul Golgota. In quel momento dovremmo aiutarci col pensiero di essere nel Cenacolo anche noi con gli apostoli, ma mentre essi erano seduti e non comprendevano fino in fondo quello che accadeva, non così noi, che invece al catechismo abbiamo imparato che in quel momento Gesù si offre per noi nel Pane e nel Vino, ma che diventa vivo, vero e reale nella sua Morte in Croce sul Golgota. Questo ci aiuta di più a stare in silenzio, con gli occhi fissi sull’Ostia e sul Calice, inginocchiati con devozione estrema, chiedendo a Gesù che perdoni i nostri peccati e ci dia le grazie necessarie per poter accostarci alla Santa Comunione in grazia di Dio. Non possiamo farlo bene se stiamo seduti comodamente... Il sacrificio della Messa non è una trasmissione in televisione. Non è uno spettacolo o un passatempo. Lì si misura il nostro interesse per la nostra eterna salvezza, il nostro grado di amore per l’Eucaristia, per le cose sante. In ginocchio e non seduti ci si mette all’“Agnello di Dio”. Fino non molti anni fa si rimaneva in ginocchio fino alla fine della Santa Messa, anche per ricevere la benedizione finale. Ora è concesso (quindi non è obbligatorio...) potersi sedere mentre viene distribuita la Comunione e anche fare il ringraziamento alla Comunione. È un modo per stare intimamente con Gesù. Capire e comprendere che anche il nostro corpo prega con noi è importante. Capire che in Chiesa stare seduti o stare in ginocchio fa la stessa differenza che c’è tra il giorno e la notte, è fondamentale. Parla della nostra vita interiore. Da cosa si riconosce se un popolo è devoto e crede nell’Eucaristia? Dal modo in cui sta in chiesa. Da come sta in ginocchio o seduto a seconda dei momenti della Messa. Provare a guardarsi intorno ed esaminare se stessi per credere... Tipografia Piave: MD nl: PIEVEL2--0030 nome: GIUGNO 2009 data: 24-07-09 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,10 del 24-07-09 base: B2 col: CMYK 30 Franz Joseph Haydn nasce a Rohrau il 31 marzo 1732 e muore a Vienna il 31 maggio 1809: è stato uno dei grandi compositori austriaci, di cui quest’anno si ricordano i duecento anni dalla morte. Haydn nacque da famiglia di modeste condizioni nel villaggio austriaco di Rohrau, vicino al confine ungherese. Suo padre, Mathias, era mastro carraio e per qualche tempo ricoprì l’incarico di Marktrichter (sindaco del villaggio), sua madre era cuoca nel castello dei Conti di Harrach. Mathias Haydn si dilettava a cantare ed a suonare (a orecchio) l’arpa; la famiglia - secondo i ricordi dello stesso Haydn - era “molto musicale”. Le capacità musicali di Joseph furono presto riconosciute e a sei anni gli venne data la possibilità di studiare a Hainburg an der Donau, presso Johann Matthias Franck, un parente maestro di coro. Così Joseph Haydn lasciò per sempre la casa paterna. Infanzia difficile ma proficua Hainburg an der Donau Haydn soffrì non di rado la fame, ma imparò a suonare il clavicembalo e il violino, e cominciò a cantare le parti soliste di soprano nel coro della chiesa. Appena due anni più tardi, Georg von Reutter, direttore musicale dello Stephansdom (Duomo) di Vienna in viaggio in cerca di talenti, fu impressionato dalle doti canore di Haydn, che trovò un posto nella capitale come corista per i nove anni seguenti. A servizio della cattedrale Haydn continuò a patire occasionalmente la fame e non imparò molto poiché Reutter trascurava i propri compiti di insegnante. La cattedrale di Vienna era comunque un importante centro musicale, e così Haydn poté apprendere e lavorare sulle opere dei maggiori compositori contemporanei. «Le nuove del Pais» FRANZ JOSEPH HAYDN pagnatore al clavicembalo (Porpora dava lezioni di canto) e come servitore dandogli in cambio lezioni gratuite. Haydn scrive: “non componevo in modo corretto fino a che non ebbi la fortuna di apprendere i principi fondamentali della composizione dal signor Nicola Porpora, che era allora a Vienna. Non mancavano certo gli “asino”, “imbecille”, “birbante”, o le gomitate nelle reni, ma non me la prendevo, perché da Porpora appresi molto di canto, di composizione e di italiano”. La fama del giovane musicista andava gradualmente accrescendosi e poté ottenere la protezione di alcune famiglie aristocratiche, che all’epoca era decisiva per la carriera di un compositore. Kapellmeister Nel 1760, con la sicurezza che gli derivava da un lavoro fisso, Haydn sposò Maria Anna Keller (1729-1800). A causa di improvvise ristrettezze finanziarie del suo datore di lavoro, Haydn venne licenziato ma trovò subito una nuova siste- musica, che apprezzavano il suo lavoro e gli mettevano a disposizione tutto ciò di cui aveva bisogno. Durante i quasi trent’anni passati al servizio della famiglia, Haydn compose una mole impressionante di opere, e andò via via affinando il proprio stile. La sua popolarità andava crescendo e cominciò a scrivere anche indipendentemente dall’ambiente di corte. Attorno al 1781, Haydn strinse amicizia con Wolfgang Amadeus Mozart. Quest’ultimo, ancora giovane, era stato molto influenzato dal collega più anziano. Nel 1790, con la morte di Nikolaus I Esterházy, l’orchestra di corte venne licenziata e Haydn messo in pensione. Il compositore, ormai non più giovane, si trovò così libero di accettare un’offerta economicamente vantaggiosa in Inghilterra e dirigere sinfonie con una grande orchestra. La musica di Haydn era già conosciuta dal pubblico inglese. Il pubblico accorreva entusiasta ai suoi concerti. Haydn poté ot- Giovinezza A 17 anni, Haydn dovette abbandonare, dopo la muta della voce, il coro della cattedrale. Rimase a Vienna, ma iniziò per lui un periodo difficile, di grandi ristrettezze economiche, che seppe però affrontare con ottimismo. Iniziò a mettere a frutto le sue capacità musicali, suonando a pagamento in feste e serenate, dando alcune lezioni, scrivendo le sue prime composizioni. Haydn cercava anche, in tutti i modi, di ampliare le sue basi teoriche e pratiche. Fu fondamentale, in proposito la conoscenza del vecchio e illustre compositore napoletano Nicola Porpora, che lo prese al proprio servizio come accom- mazione come assistente maestro di cappella degli Esterházy, una delle famiglie più ricche e importanti dell’Impero d’Austria. Alla morte del maestro di cappella, Haydn rilevò il suo posto, seguendo gli Esterházy nelle loro varie residenze. Tra le sue mansioni: scrivere nuove composizioni, dirigere l’orchestra di corte, suonare musica da camera per e con i suoi protettori e allestire rappresentazioni liriche. In ogni caso, nonostante l’impegno notevole, Haydn si considerava fortunato, dato che i principi Paul Anton e Nikolaus I erano raffinati intenditori di tenere introiti consistenti, ma anche numerose amicizie e conoscenze. Ritorno a Vienna A Vienna si fece costruire una grande casa e si dedicò alla composizione di grandi opere sacre per coro e orchestra. E a dispetto della non più giovane età, esclamò in una lettera “quanto rimane ancora da fare in questa arte meravigliosa!”. Nel 1802, una malattia di cui soffriva da tempo si acutizzò improvvisamente: al dolore fisico si aggiungeva l’impossibilità di dedicarsi al lavoro di composizione, nonostante la creatività fosse sempre tumultuosa. Durante gli ultimi anni, fu assistito con cura dai suoi servitori, e ricevette abitualmente numerose visite e pubblici riconoscimenti. Morì nel 1809, durante l’occupazione di Vienna da parte delle odiose armate napoleoniche. Secondo la tradizione, le sue ultime parole sono state per tranquillizzare i suoi servitori durante il bombardamento su Vienna delle armate francesi. Napoleone mandò un picchetto d’onore a presenziare alle esequie. Ottimismo e religione Joseph Haydn, secondo le testimonianze dei contemporanei, fu un uomo gioviale e ottimista. I suoi datori di lavoro lo rispettavano particolarmente, e creò un clima di lavoro estremamente disteso, contribuendo anche a difendere gli interessi economici dei suoi colleghi. La caccia e la pesca erano i suoi passatempi preferiti. Cattolico fervente, usava vergare Laus Deo o espressioni simili alla fine dei manoscritti, e si dedicava sempre alla preghiera quando le idee musicali stentavano a prendere forma sulla carta. Perché ricordarlo sulle “Nùove del Paìs”? Lo abbiamo ricordato perché è sua una Messa che popolarmente si eseguiva in italiano e riportata già nei primi libretti: “Canti e preghiere per le vallate ladine” che si usava in chiesa, poi da don Angelo Frena, e che l’Union di Ladins dla Val Badia hanno tradotto anni fa in ladino badioto. Forse qualcuno ricorderà bene la facile melodia per l’ingresso con le parole: O Sommo Dio e gran Signor, Sovrano e solo re, s’inchina umil il peccator e trema innanzi a Te. Dal Trono eccelso volgi a noi propizio ognor gli occhi tuoi. La tua tremenda maestà conceda ai miseri pietà. Ma di certo invece tutti, sanno e cantano ancora il Santo: Cantate Santo, Santo è il nome del Signor. E con perenne vanto, cantate: Santo ognor! Risuoni in ogni lido, risuoni in ogni età, risuoni il lieto grido fin nell’eternità! O anche il meno usato, ma non meno orecchiabile canto per la Comunione: Signor io non son degno, d’avvicinarmi a Te. Oh non avermi a sdegno, perdona e vieni a me. O buon Gesù, t’aspetto, dell’alma ardente Amor: deh vieni, mio diletto, e infiamma questo cuor! Non potrebbe essere un bel modo di ricordare questo buon cristiano e ottimo musicista rispolverando anche per il popolo questi canti poco usati ma pur sempre validi? Tipografia Piave: MD nl: PIEVEL2--0031 nome: GIUGNO 2009 data: 24-07-09 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,10 del 24-07-09 base: B2 col: CMYK «Le nuove del Pais» Arabba = Réba COMITATO FRAZIONALE Riunione del comitato frazionale di Arabba e Varda al 16 aprile per il parere sull’affitto del terreno per pascolo a Delmonego Massimo. Il parere è stato favorevole con la prescrizione che vengano rispettate le quote di contributo comunale uguale per tutti coloro che usufruiscono dell’affitto. FESTA DEL RINGRAZIAMENTO Domenica 19 aprile si è svolta nella chiesa parrocchiale di Arabba, la festa del ringraziamento di fine stagione. Sindaco e amministratori comunali in prima fila con vari comandanti, Alpini, Vigili del fuoco Croce 31 Novité = News Bianca e molti presidenti di associazioni, impiantisti e commercianti della vallata. Un cubetto in legno con le varie preghiere prima del pranzo è stato il gradito dono che ognuno si è portato a casa a ricordo di questo momento di festa e di Grazie al Signore. DANNI DELLA NEVE Si contano e si ripristinano i danni della neve dell’inverno passato. Molti hanno avuto problemi sul tetto con tegole rotte, camini e paranevi da aggiustare. Alberi divelti un po’ dapertutto. Nei boschi e nelle valli il gran peso della neve ha provocato molte fessure nel terreno ed anche qualche Crocefisso ligneo ha dovuto sopportare l’ondata di sovraccarico. Anche i crocifissi non sono stati risparmiati dal peso della neve spazzata via dalle strade. Ora però è già raddrizzato e sistemato! Al termine della Messa del Ringraziamento. n cin de Fodom La natura se desciàda Davò n lonc inviern la nèi la se ne juda dut verdieia e dut floràsc e nten bis le ruè l’aisciuda. La sorpreja la na fat la natura col suo guànt col sorogle, e n cin de ploia lè dut na flou de marevoia. I lèrsc ià bele i pitoi rosc i uciei i se desciàda e i becoteia su la ponta de Portados lè l gial da mont che grocioleia. Lè de sot l gial zedron e co le plume de la coda l fèsc na roda grana e co la pita l fèsc coada. Duc doi ciànta e i grocioleia l fèsc l’arte de ucelè ma co i sent l pass del jagher de bota i mossa se fermè. Lè la olp che ven avisa a cherì n bocon de frija la fèsc pèrt de la natura che se desciàda da daisciuda Lè de sot la tiera aràda e dut lè plen de soroglins nsomeia na clapada de tei pichi fantolins. I sanjagn e i cucuc i fèsc a gara ai ciof de sita a contè le ciàne blànce auna ai ciof de biscia. Oh. saron almanco fortunei a vive ntè sti prei a se gode i ses da mont nànter naghene e tablei. Chëst i là mparè duc i tosac a la fèsta dei elbri sù al “Taulac” ie vignù spieghè ci che vol dì vive e rispetè la natura ogni dì. Pierina de Jàn - mei 2009 I larici piegati dalle slavine sono spettacolo consueto di questa primavera a Fodom. RUDI DETOMASO Grande impressione ha destato l’improvvisa scomparsa di Rudi Detomaso (Rudi Montol) nella sua abitazione di Arabba. Volontario nel Corpo dei Pompieri e della Croce Bianca, si è sempre fatto voler bene per le sue doti di grande lavoratore e servizievole specialmente nei lavori di volontariato. È stato per anni membro attivo del comitato frazionale dove si è distinto col suo modo schietto di valutare sempre obiettivamente ogni decisione. La sua dipartita ha lasciato un vuoto non solo alla moglie Agnese ma a tutto il paese di Arabba. EMMA CONRATER SORATROI La notizia della morte della parrocchiana Emma Conrater Soratroi (Emma del Ludwig) degente nella casa di riposo di S. Martino Val Badia ha lasciato sorpresi chi la conosceva ad Arabba. La ricordiamo come devota e assidua partecipante alle funzioni di chiesa. Dopo un periodo di sofferenza è deceduta anche Albina Dorigo (Alfauro) ed ha lasciato questo mondo con la serenità che solo lei sapeva elargire a chi la incontrava. PRIMA COMUNIONE Domenica 24 maggio, Matteo e Francesco Costa, Alessio Crepaz, Giorgia Demattia, Petra Crepaz, Romina Crepaz e Romina Dorigo sono stati festeggiati in una bella e toccante cerimonia di Prima Comunione. Il coro dei bambini diretto da Rita Rossi ha voluto partecipare con il canto alla cerimonia incrementando così il valore della festa. Tipografia Piave: MD nl: PIEVEL2--0032 nome: GIUGNO 2009 data: 24-07-09 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,10 del 24-07-09 base: B2 col: CMYK 32 «Le nuove del Pais» La Pierina de Jan spiega ai bambini e ai ragazzi delle scuole di Fodom le sue ricette su come cucinare la selvaggina nel giorno della presentazione del libro “Fauna e caccia a Fodom”. Trofei di caccia allineati e in mostra: vanto e onore dei cacciatori e degli appassionati. PICCOLE INVENZIONI ROGAZIONI E ROSARIO DI MAGGIO Tre giorni di Rogazioni al posto del rosario di maggio con processione nelle tre direzioni: Cleto, rio Boè e piazza, con la benedizione della campagna, delle acque e del paese, sono state seguite da alcuni giorni di caldo afoso che ha ridestato la natura dal freddo inverno. L’ultimo sabato di maggio con grande partecipazione si è svolta anche la processione alla Madona da la Court (Madonna di Corte) per ringraziare il Signore degli scampati pericoli. PRESENTAZIONE DEL LIBRO : “Fauna e caccia a Fodom” Il 27 maggio è stato presentato nella sala Taulac di Pieve il nuovo libro “Fauna e Caccia a Fodom”. Era una promessa fatta l’anno scorso ai bambini per la festa degli alberi, dice l’ideatore e presidente della riserva di Caccia Leandro Grones. Il libro raccoglie i temi e i disegni dei bambini, gli interventi di alcuni esperti sulla fauna e la Foto di gruppo al termine della presentazione del libro “Fauna e caccia a Fodom” su al Taulac a Pieve. flora di Fodom ed alcune ricette di selvaggina di Pierina de Jàn. Questa pubblicazione è stata fatta con il contributo del B.I.M.e della Cassa Raiffeisen. PATATE (sciansòni) È arrivato il tempo della semina e in qualche orto si possono ammirare varie qualità di patate seminate provenienti da tutto il mondo (vedi foto). Debitamente catalogate sanno indicare la provenienza e la proliferazione Campo di patate “catalogate”. dei tuberi (vedaron la regoiàsta da dautonn!). ELEZIONI Sala Congressi gremita al 29 maggio per il confronto dei 2 candidati sindaci per il Comune di Livinallongo: Leandro Grones (del Moler) e Ugo Ruaz (del Tin). Serata chiarificatrice per molti in vista delle elezioni comunali del 6 e 7 giugno e coordinata alla perfezione dal moderatore Mirco Mezzacasa - Radiopiù. Ha sempre avuto “l’ enjin” tipico di Fodom Adalberto Pellegrini (Berto de Toratia) nel confezionare vari oggetti pratici ed interessanti, ma quello di collegare il barometro fatto col ramo di un abete al segnatempo uomodonna (om e ëla) ha dell’ingegno non comune. Si è cimentato poi nella costruzione di alcune interessanti figure, come il tagliategna, l’arrotino, ecc., in movimento grazie all’azione del vento su delle eliche collegate ai personaggi di legno. Tutte piccole invenzioni che sono state coniugate con maestria ed esperienza. Non dimentichiamo anche il presepe fatto con le figure moventi, che realizza sempre in occasione del Natale. Goffredo Dander ROTATORIA DI ARABBA Il problema invernale della difficoltà di togliere la neve ha portato alla revisione della nuova rotatoria di Arabba. La variante è stata presentata al comitato Frazionale dal Vicesindaco Giacomo ➥ Il barometro segnatempo del Berto... Tipografia Piave: MD nl: PIEVEL2--0033 nome: GIUGNO 2009 data: 24-07-09 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,10 del 24-07-09 base: B2 col: CMYK «Le nuove del Pais» 33 Medjugorje Sto scrivendo ancora carica di mille emozioni vissute per la seconda volta durante la gita pellegrinaggio a Medjugorje. Il viaggio sembrava lungo coi suoi 700 km ma c’è stato il tempo per conoscere i compagni di viaggio, di raccontare e instaurare una bella amicizia, anche di fare un pisolino, di pregare insieme consapevoli che la Madre celeste ci accompagnava. Dopo Trieste la Slovenia ARABBA = RÉBA per un breve tratto, poi l’autostrada bella e comoda ci fa attraversare tutta la Croazia in un susseguirsi di scogli, di mare, di entroterra montuoso con folta vegetazione, grandi estensioni di praterie con ampie vallate e piccoli villaggi. Verso sera arriviamo al confine con la Bosnia Erzegovina stanchi ma felici. Scorgiamo in lontananza il tipico campanile del Santuario. Sale spontaneo il canto... Mira il tuo popolo... NOVITÉ = NEWS CONTINUA DA PAG. 32 Crepaz. Il progetto, riveduto dai tecnici della Veneto Strade e dai tecnici comunali, è stato ampliato e reso più funzionale. La frazione sostiene che la nuova versione dovrebbe essere rotonda (anziché ovale). L’allargamento dei marciapiedi e la migliore scorribilità dovrebbe sopperire alle imperfezioni della proposta precedente. La stagione estiva sarà il trampolino di lancio per testare lo scorrimento così modificato. MOSTRA TROFEI CACCIA E PREMIAZIONE Alla consueta mostra dei trofei di caccia svoltasi a Cencenighe, con la partecipazione di varie riserve del Agordino, sono stati premiati tra gli altri anche alcuni cacciatori Fodomi, si tratta di Lezuo Evaldo e Foppa Pietro per aver raggiunto rispettivamente 50 e 53 licenze di caccia e Ploner Antonio invece per abbattimento selettivo. FESTA DEI NONNI CORO FEMMINILE COL DI LANA Festa in maggio in sala congressi ad Arabba per ricordare i 10 anni del Coro Femminile Col di Lana. Ospite d’onore Bepi de Marzi che ha contribuito col suo intraprendente spirito a intrattenere una sala di intervenuti. Apprezzate le sue canzoni e la sua disinvoltura nel presentare. Sabato 16 maggio sono stati festeggiati gli ultra 75enni del Comune di Livinallongo con una Messa celebrata nella parrocchiale di Arabba da don Vito e da Sior Plevàn Alfredo Murer. Il Comune, come consuetudine, ha elargito il pranzo ed ha fatto gli onori di casa mentre tanti volontari hanno dato una mano per la buona riuscita della festa. Il Berto e la Frida sun solè de cèsa... ades on capì da ulà che l Berto el se a tout l’idea per suo segnatemp! La salita sassosa della collina delle apparizioni a Medjugorje. per salutare la Santa Vergine. Prodbrodo ovvero la collina delle apparizioni a 10 minuti di cammino dall’albergo: saliamo lungo il sentiero sassoso dove appoggiare un piede dopo l’altro è già un’impresa nelle belle giornate, figuriamoci sotto la pioggia che rendeva tutto viscido. A qualsiasi ora del giorno si trova gente di tutte le nazioni che sale la collina. S’inerpicano scalzi per voto o devozione da un sasso all’altro. In cima la statua della Madonna ti aspetta a braccia aperte, ti invita, ti sorride. Lì ti fermi, c’è sempre una pietra dove sederti e raccoglierti in preghiera. Tanta la gente, tantissimi provenienti da ogni angolo della terra, gente che prega in rigoroso silenzio. Lì senti veramente una presenza, un’energia, che ti abbraccia, ti senti ascoltato e la commozione è indescrivibile... L incontro con Vicka È stato un momento carico di emozione. Una donna piccola, minuta, che aspetta i fedeli sulle scale di casa sua, saluta, porge la mano a chi riesce ad avvicinarsi, vista la difficoltà ad incontrarla (io ho avuto questa fortuna). Le traspare un sorriso, la dolcezza del suo sguardo, la serenità con cui parla di Lei come fosse una cara amica: ti coinvolge, ti fa sentire la presenza ancor più vicina. C’è stato un momento durato 10 minuti durante il quale Vicka ha smesso di parlare, alzava gli occhi al cielo e sorrideva con le mani giunte. In un silenzio irreale tutti si guardano attorno per capire cosa succede. Lei, Vicka, non si muove, attorno vedo tante mani giunte, tante lacrime, tante preghiere sottovoce. Poi si volta e ci guarda con il suo bel sorriso e dice semplicemente “la Madre Celeste ha detto di pregare per la pace nelle vostre famiglie e per il mondo intero”. Nessuno ha saputo dire se Vicka ha avuto in quel momento una visione, ma la dolcezza, la serenità del suo animo lo faceva presagire. La via Crucis al Krizevac, la visita a varie comunità della zona,l’incontro grandioso con Elvira... e tanti tanti momenti di preghiera e di riflessione al santuario hanno coinvolto tutti senza accorgersi che era ormai giunta l’ora di tornare a casa. Da Mediogorje si ritorna carichi di spiritualià e di voglia di ritornare proprio per il mistero che avvolge tutto e tutti. Marilena Dander Tipografia Piave: MD nl: PIEVEL2--0034 nome: GIUGNO 2009 data: 24-07-09 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,10 del 24-07-09 base: B2 col: CMYK 34 «Le nuove del Pais» Ringraziamento La moglie Agnese non arrivando a farlo personalmente con tutti, invia due righe di ringraziamento che pubblichiamo: “Ringrazio di cuore tutte le persone che mi sono state vicine per l’improvvisa morte di mio marito, Rudi Detomaso. A coloro che hanno partecipato alle Corone di suffragio in chiesa e a casa, alla Messa di sepoltura, a chi ha preparato la fossa, ai Vigili del Fuoco volontari che lo hanno accompagnato da casa in chiesa, al Coro Parrocchiale, alla sacrestana, ai chierichetti, ai volontari della croce bianca, ai colleghi dell’ANAS, alla Schützenkompanie. Grazie al Parroco don Vito, al Decano mons. Murer, a don Luigi e a don Gabriele per la bella Santa Messa. Grazie a tutti i miei vicini e a quanti con una visita, una telefonata, si son fatti vicini in questo momento così difficile. Grazie per i bei fiori, per le offerte per la celebrazione di Messe e a fin di bene. Ricordando Daniel È passato un anno da quel giorno in cui ci hai lasciati. Ora noi ti sappiamo nella pace del Cielo, certi che da lì ci stai guardando e sorridi a tutti noi. Il primo sorriso di gratitudine e tenerezza lo fai ai tuoi genitori, a Marco e Alex, a loro che con tanto coraggio hanno saputo donarti perché qualcuno potesse ri-sorridere alla vita. Sorridi al tuo cuore che batte nel petto di un altro. Sorridi a tutte quelle persone che, ricevendo una parte di te, hanno migliorato il loro cammino. Sorridi a tutti noi. Sorridi ai tuoi amici. Sorridi a chi ha condiviso con te l’ultimo tratto di strada con la macchina. Sorridi a chi ha raccolto l’ultimo alito della tua vita. Certo il tuo distacco ci ha scosso... ma ti sappiamo nella pace del Cielo, e da lì ti chiediamo: Daniel, continua a sorridere per tutti noi! Daniel Crepaz * 10.8.1985 + 2.7.2008 L’organo Mascioni Agnese Delunardo Gruppo “Insieme si può - Fodom” Una parte sempre nascosta dell’organo MASCIONI di Pieve: il complesso sistema di tiranti tra tasti e apertura dei flussi d’aria nelle canne. En Diovelpaie ben tant al Walter e al Arturo Detomaso (Montol) che hanno voluto onorare la memoria del fratello Rudy con un’offerta al Gruppo “Insieme si può Fodom a favore dei missionari” fodomi. Per il Gruppo, Marilena Dander LA VOCE DEI REGISTRI PARROCCHIALI BATTESIMI 1. NICOLE DE CASSAN, di Luca e di Lara Della Lucia, da Arabba, nata il 21 ottobre 2008 a Feltre, battezzata ad Arabba il 28 maggio 2009. Tipografia Piave: MD nl: PIEVEL2--0035 nome: GIUGNO 2009 data: 24-07-09 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,10 del 24-07-09 base: B2 col: CMYK «Le nuove del Pais» OFFERTE di PIEVE Per la chiesa e le opere parrocchiali Nel battesimo di Leila Degasper: i genitori, i santoli, le nonne Vittoria e Ilda, la bisnonna Filomena; Vallazza Sabina, Grosseto; Crepaz Rosalba; in memoria Demichiel Florinda, Alberto e Anna Maria; in mem. Demattia Anna, i familiari; in mem. def. De BiasioPalla, fam. Tito De Biasio; Crepaz Paolina Palla; Daberto Berta; Vallazza Lorenzo; in mem. Veronica Crepaz, Rita; in occ. laurea di Ilaria Davare, i genitori; in mem. Zita Martini, i figli; in occ. 50o matrimonio Agostini Angelo e Sabina, figlia Adriana; nel battesimo di Dorigo Matteo, i genitori; Pezzei Guido; Grones Anna (risc.); Vallazza Corrado; in mem. Delunardo Michele, nipote Gabriele; nel batt. Manuel Detomaso, i nonni; nel batt. Rossini Vittoria, i genitori e nonni materni; Crepaz Paolino (Missioni); Soratroi Emma, Roilo Maria in mem. Giovanni Battista; Olga e Gino Soratroi nella Comunione della nipote Gaia; Sisto Rossi; Demarch Guglielmo ed Erminia. Per le chiese frazionali Andraz: Roncat Cecilia; Da Boit Cecilia, Legnano; Vallazza Maddalena; Costa Davide; fam. Deltedesco; Dalvit Anna e figli; varie famiglie in occasione benedizione famiglia. Digonera: Dellea Roberto e Fernanda in occ. 40o di Matrimonio; Nel matrimonio di Russotto Simone e Olivetti Rosa; Piaia Pierina, Rocca; N. N.; dal mercatino del Io maggio(700); Bernardi Aldo; De Cassan Celestino e Rosina; le famiglie in occasione Visita pastorale e benedizione; Corte: Pellegrini di Corvara; Pezzei Bruno; De Grandi Rosanna; varie famiglie con la benedizione delle case. Larzonei: Fratelli Gabrielli; fratelli Martini; Delunardo Hannelore; Delunardo Eugenio; fam. Quellacasa; fam. Degasper. Offerte per Diocesi: Pane per amor di Dio (1736); Terra Santa (200); per terremotati dell’Abruzzo (1641); Attività organizzative diocesane (100); Università Cattolica (170); offerte per Diocesi: Carità diocesana (100). Per il Bollettino Pianezze Dario, S. Tomaso; Vallazza Sabina, Grosseto; Casaril Margherita; Hitthaler Katharina, Pfalzen; Palla Maria Annunziata, TV; Delia Vigne, Mas; Dalvit Pio, Bolago; Migliorini Floriano, Riva del Garda; Dellavedova Maddalena e Elvira; Dellea Roberto; Delfauro Rosa Maria, Cortina; Demaldè Franco, San Secondo (PR); Mario e Erika, Alleghe; Elvio Maier, Zoldo; Baldissera Anna Rita, La Valle Agordina; Maria Luisa Icardi, Laives; Rudifeira Emma Trebo, San Cassiano; Da Pian Ada, Caprile; Enrich Alfredo, Listolade; Rosetta Termignoni, Ameno; Simonetta, Falcade; Roilo Limardo Lucia, Como; Dezulian Macchiavello Lucilla, S. Margherita Ligure; Testor Giovannina, Abano Terme; Ragnes Giovanni, Roma; Serafini Tarcisia, Falcade; De Battista Rina, Zoldo; Davare Bonifacio, BL; Delazer Maria Rosa, Alleghe; Guglielmina; Delazer Adele, Venas; Pellegrini Ida, Cortina; Demattia Attilio, Campo Tures; Dorigo Primo, BL; Sief Ivo, Londra; Sief Evelina, Agordo; Corrado Vallazza; Crepaz Pia, Agordo; Crepaz Antonietta, Cadore; Pezzei Guido; Zingerle Severino, Corvara; Lino Antonello, Genova; Loris e Marinella, Taibon; Dagai Virgilio; Costa Denis e Liana; Enrich Elisabetta, Agnese, Rita; Irma Delunardo; Piaia Pierina, Rocca; Sorelle Soratroi, BL; Pezzei Bruno, Bardonecchia; Dalvit Rita Talamini, S. Vito Cadore; Pellegrini Benigno; Rieder Leni, Bolzano; Dagai Angelo, Corvara; Testor Giorgio, Canazei; Dagai Antonio, BL; Bernardi Aldo; fam. Da Boi, Legnano; fam, Vallazza; fam. Deltedesco; Faber Loredana, Asiago; Demattia Olga, Pedraces; Sorarui Mirella e Silvia; Sorarui Osvaldo, Reggio Emilia; Nicolodi Carlo, BZ; Ivo Delunardo, MI; Davare Pietro; Crepaz Rita, Laives; Busin Nicoletta; Lang Severina, Laion (BZ); Morandi Giampiero, Marzio (VA); Pezzè Marco, Rocca; Rudatis Clementina, Alleghe; Crepaz Paolina; Demarch Guglielmo. NOTA: Un grosso grazie a chi aiuta la chiesa e le varie attività parrocchiali; segnalate eventuali dimenticanze. Uscite: per stampa e spedizione, totale euro 2.829,04 da dividere tra le tre parrocchie del decanato. 35 “LE MIE GUERRE” Presentato il 18 aprile, nella sala al Bersaglio, il libro di Valentino Daberto “Tato de Luca”. mondiale ma spazia pure al secondo conflitto al quale ha partecipato da richiamato: è un percorrere le proprie vicissitudini nel corso di due guerre combattute in eserciti differenti, indossando divise differenti. Scrive Moreno Kerer dell’Istituto Ladino “Cesa de Jan” nella presentazione del volume: “Le guerre sono fatte di scelte politiche, di grandi personaggi, di epiche battaglie, ma soprattutto sono fatte di grandi sofferenze La copertina del libro “Le mie guerre”. di tanti “piccoli” La pubblicazione, rea- uomini. Valentino è uno di essi e lizzata dall’Istituto Culturale nel suo diario ci presenta gli Ladino “Cesa de Jan” e eventi di guerra legati ai bisogni curato da Luciana Palla è del momento, ai piccoli fatti o stata resa possibile con il con- sensazioni che governano il tributo del Consorzio Bim vivere quotidiano, i pensieri, le Piave di Belluno e della Cassa angosce ma anche le gioie per le piccole cose, per un amico inconRaiffeisen della Val Badia. In questi ultimi anni sono trato e le speranze che danno la uscite numerosissime pub- forza di andare avanti giorno per blicazioni riguardanti la giorno con un unico obiettivo: Grande Guerra, segno evi- tornare a casa”. dente della voglia della gente Nato il 7 febbraio 1896, di informarsi, di conoscere e Tato de Luca ci ha lasciati il 7 approfondire quello che è dicembre 1976, ci ha lasciati stato un triste evento storico. ma la sua memoria rimarrà “Le mie guerre”: il diario viva per sempre a Fodom e di Valentino Daberto non si questo grazie al suo diario limita alla prima guerra “Le mie guerre” (Fr. Del.) Un messaggio di Daniel Il poter ritornare significa darvi rassicurazione che nulla va perso, tanto meno il mio amore unito al vostro, che forma un disegno perfetto nel regno di Dio. Mammina, tengo strette le tue mani e cerco in tutti i modi di portare dentro il cuore la consapevolezza della mia nuova vita; è importante dirti che il mio desiderio è sentire il tuo cuore nuovamente inserito dentro la mia adoratissima famiglia. Ti chiedo di essere la madre attenta, quella madre che accoglie, quella mamma che sa sempre spronare chi con amore si accosta aspettando una risposta affermativa. Ma voglio anche vederti unita a mio padre tenendogli teneramente la mano senza di- menticarti mai di essere per lui una moglie, sorella e amica. Saluta tutti i miei amici e ringraziali del caro pensiero, bacia i miei amori di casa e ricordali che mai li lascerò, nessuno di loro. Sento la tenerezza fiorire in me, che parla di vita, di luce, ma anche di voi, che con la schiena ricurva pensate di aver perso un amore, mentre quell’amore vive e splende nel cielo. Prego Dio perché voi possiate capire, Prego Dio perché voi possiate vedere oltre il velo umano, Prego Dio perché metta in voi la tenerezza mia. con amore... Daniel Tipografia Piave: MD nl: PIEVEL2--0036 nome: GIUGNO 2009 data: 24-07-09 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,10 del 24-07-09 base: B2 col: CMYK 36 «Le nuove del Pais» ANAGRAFE NATI 1) FANFER Ilaria (Feltre) nata a Feltre il 21/10/2008. 2) SORARUI Patrick (Alfauro) nato a Brunico (BZ) l’11.05.2009. 3) AMICONE Vanessa Paola (Sorarù) nata a Belluno il 14.05.2009. 4) CREPAZ Asia (Arabba) nata a Brunico (BZ) il 20.05.2009. 4) DEMATTIA Anna Maria “del Mès” (Salesei di Sopra) nata a Salesei di Sopra il 05.01.1933 e deceduta ad Agordo il 26.03.2009, nubile. 9) DETOMASO Rodolfo “Rudy Montol” (Arabba) nato a Varda il 18.12.1946 e deceduto ad Arabba il 07.05.2009, coniugato con Delunardo Agnese. 13) CONRATER Emma (Arabba) nata a San Martino in Badia (BZ) il 24.08.1922 e ivi deceduta il 16.05.2009, vedova di Soratroi Lodovico, madre di una figlia. 10) DORIGO Maria Albina (Alfauro) nata a Ornella il 05.05.1930 e deceduta ad Alfauro il 12.05.2009, vedova di Crepaz Luigi, madre di tre figli; 14) DELFAURO Igino (Andraz) nato ad Andraz il 02.07.1934 e deceduto a Belluno il 04.06.2009, coniugato con Pallua Renata, padre di due figli. MATRIMONI 1) RUSSOTTO Simone (Roma) con OLIVETTI Rosa (Roma) il 18.04.2009 a Pieve. 2) COLLESELLI Pietro (Varda) con MOLIN FOP Daniela (Fusine di Zoldo) il 16.05.2009 a Fusine di Zoldo. MORTI: 1) RADAELLI Maria Carla (Legnano - MI) nata a Legnano il 25.09.1950 e deceduta a Busto Arsizio (VA) il 26.02.2009, coniugata con Crepaz Carlo, madre di una figlia. 5) SIEF Felice (Arabba) nato a Corte il 12.11.1922 e deceduto a Belluno il 26.03.2009, coniugato con Hafner Geltrude, padre di due figli. 6) CREPAZ Maria Veronica (Sorarù/ Casa di Riposo) nata a Cherz il 13.01.1910 e deceduta a Sorarù il 03.04.2009, nubile. 11) PEZZEI Vittorio “Toio Baiòl” (Belluno) nato a Liviné il 21.09.1921 e deceduto a Belluno il 13.05.2009, coniugato con Pellegrini Paula, padre di quattro figli di cui uno morto. 2) VALLAZZA Paolo “Marin” (Laives - Contrin) nato a S. Giacomo di Laives (BZ) il 05.07.1960 e deceduto a Laives il 15.03.2009, coniugato con Passalini Anna, padre di due figli. 7) RASA Lidia (Cortina d’Ampezzo) nata a Digonera il 17.08.1945 e deceduta a Cortina d’Ampezzo l’11.04.2009, vedova di Sottsass Paolo, madre di cinque figli. 15) PESCOLLDERUNGG LUIGInato a Colfosco il 19.08.1941, morto a Brunico il 07.04.2009; coniugato con Lezuo Alma, padre di due figlie. 16) DELFAURO ERMELINDA nata ad Andraz il 23.05.1929, morta a Agordo l’08.06.2009, ved. di Crepaz Emilio, madre di cinque figli. 12) FONTANIVE Enrico Giovanni (Caviola) nato a Caviola il 13.10.1938 e deceduto ad Agordo il 04.05.2009, coniugato con Marmolada Luigina, padre di tre figlie. 3) DEMICHIEL Maria Florinda (Sorarù/Casa di Riposo) nata a Salesei di Sopra il 25.04.1926 e deceduta ad Agordo il 24.03.2009, nubile. 8) MARTINI Zita (Sorarù /Casa di Riposo) nata a Predoi di Val Aurina (BZ) il 21.03.1917 e deceduta a Sorarù il 29.04.2009, vedova di Testor Vincenzo, madre di sei figli di cui uno morto. Direttore don Alfredo Murer responsabile ai sensi di legge don Lorenzo Sperti Iscr. Tribunale di Belluno n. 4/82 Stampa Tipografia Piave Srl - Belluno STUFFER MATILDE, nata l’11 giugno 1946, morta il 22 maggio 2009, a Santa Cristina in Gardena, sposata con Pezzei Roberto, madre di un figlio.