Tipografia Piave: MD nl: PIEVEL2--0001 nome: GIUGNO 2009 data: 24-07-09 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,08 del 24-07-09 base: B2 col: CMYK
ANNO XLV - maggio - giugno 2009 - N. 3
Poste Italiane s.p.a. - Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 no 46) art. 1, comma 2, DCB BL - In caso di mancato recapito restituire al mittente che si impegna a pagare la relativa tariffa.
Estate: quali vacanze?
Quando si dice estate molti
pensano a vacanze. Soprattutto nel mondo della scuola;
ma - in forma più ridotta anche nel mondo del lavoro. E
pure nella pastorale parrocchiale, nell’attività catechistica in particolare.
Tutti si affrettano a precisare che “vacanze” vuol sì
dire riposo dopo un periodo
intenso di lavoro, di impegno,
di stress... ma non significa
tempo vuoto, dispersivo, distruttivo di quanto costruito
precedentemente.
E allora si sciorinano i consigli più utili: il tempo estivo
diventi tempo di turismo, di
immersione nella natura, di
incontri tra persone e popoli;
occasione di cultura, di
dialogo, di crescita umana.
Tempo anche di arricchimento spirituale: per letture
formative (quanto bisogno c’è
di conoscere i contenuti della
nostra fede cristiana!), per
maggior spazio alla preghiera, per eventuali esercizi
spirituali.
Con attenzione però durante le vacanze a non lasciarsi corrodere pian piano le
radici della nostra personalità, per poi veder crollare
quanto costruito con fatica e
buon profitto. Come successe
alla quercia del contadino.
Perché c’era un contadino,
che dopo aver lavorato tanto,
si era comperato un bel pezzo
di terreno, dove era piantata
una quercia. Essa stava superba e fiera della sua grande
chioma di verdi e fonde foglie,
in mezzo al prato; i suoi rami
possenti sfidavano il vento e
le bufere, gli uccellini vi trovavano riposo e protezione; e
alla sua ombra i contadini trovavano refrigerio e alla sera
danzavano.
Ma un giorno il contadino
trovò la quercia... a terra, con
le foglie ingiallite. Che cos’era
accaduto? Il contadino constatò che formiche, roditori,
topolini, piano piano,
avevano rosicchiato e distrutto le radici... fino a far
morire la pianta.
Per parlare dei ragazzi - ma
la cosa vale ugualmente per
giovani e adulti, fatte le debite
trasposizioni, - diciamo
questo: durante l’anno scolastico i genitori in casa, le
maestre a scuola, i catechisti
in parrocchia offrono tanti
sussidi per costruire la personalità dei figlioli su solide
basi, con mète ambite, correggendo deviazioni. Anche le
letture buone sono come le
radici sane di una pianta; la
fanno crescere rigogliosa;
fanno ricca una persona. Le
radici rovinate dai parassiti
fanno morire la pianta: le
letture pericolose sono la
morte della persona, come
pure certi spettacoli televisivi, certi sballi pericolosi,
divertimenti malsani, compagnie devianti, pigrizie stagnanti...
Vacanze sì, ma intelligenti
e costruttive. Il tempo è galantuomo e passa. L’orologio
ne segna i ritmi e il battito
delle ore ci interroga su che
cosa ne abbiamo fatto.
Un saggio teneva nel suo
studio un enorme orologio a
pendolo, che ad ogni ora suonava con solenne lentezza,
ma anche con gran rimbombo.
«Ma non la disturba?»
chiese uno studente. «No» rispose il saggio. «Perché così
ad ogni ora sono costretto a
chiedermi: che cosa ho fatto
dell’ora appena trascorsa?».
Alla fine dell’estate il Signore ti chiederà: «E tu, che
cosa hai fatto delle vacanze
appena trascorse?».
Colle S. Lucia, don Sergio
Tipografia Piave: MD nl: PIEVEL2--0002 nome: GIUGNO 2009 data: 24-07-09 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,08 del 24-07-09 base: B2 col: CMYK
2
«Le nuove del Pais»
CCP 39808548
ESTATE:
VACANZA E..
NON SOLO!
Vi sto scrivendo mentre le
scuole e il catechismo stanno
chiudendo.
Abbiamo vissuto due mesi
ricchi di feste e attività: le feste di
Pasqua con la solenne Via Crucis
del Venerdì santo a Cherz; la benedizione e la visita pastorale alle
famiglie; i Battesimi, i Funerali, i
Matrimoni, la prima Confessione
e la prima Comunione, infine il
pellegrinaggio di ringraziamento
alla Madonna della neve di Corte.
Si conclude così un anno pastorale per iniziare il periodo dell’estate che non è sinonimo solo
di vacanze e di ferie.
Per le nostre famiglie con i
bambini ci sarà la vacanza al
mare, ma per molti altri ci sarà il
lavoro intenso nell’edilizia, nell’agricoltura e nel turismo.
Si ferma l’attività pastorale
con il catechismo e i vari incontri,
ma per tutti continua il rapporto
con Dio, fatto di preghiera, di
pratica di vita cristiana e di riflessione.
Durante l’estate noi celebreremo la festa patronale di S.
GIACOMO MAGGIORE con
tanti sposi che ricorderanno l’anniversario del loro matrimonio; ci
sarà la tradizionale Pesca-Lotteria, sempre più ricca di premi il
cui ricavato andrà per i nostri
Missionari sparsi per il mondo. Il
Coro Fodom organizzerà la parte
esterna e ricreativa della
“Siègra”.
A metà agosto ci sarà la solennità della Madonna Assunta
“Santa Maria Maiou” con costumi e tradizioni ladine. Anche
nel campo civile il Comune e l’azienda di Turismo ricorderanno il
centenario della strada delle Dolomiti e altre iniziative: il castello
di Andraz sarà un luogo importante di incontri.
Quindi è un tempo di feste, ma
anche di impegni e di vitalità che
diventerà più proficuo se verrà
vissuto nel dialogo con Dio; se
vissuto in un tuffo nel creato per
contemplare le meraviglie del Signore; se vissuto come apertura al
dialogo con i turisti e le varie
persone che verranno a Fodom;
allora aprirà nuovi orizzonti, darà
un significato più profondo alla
vita e farà sentire a tutti i benefici
spirituali e fisici.
Auguro a tutti di vivere così le
vacanze e le ferie per ritornare, a
settembre, a riprendere l’attività
ritemprati e con tanta voglia di
fare!
Don Alfredo
Parrocchia di Pieve
cell. 333 2030597
tel. 0436 7176
In 200 a Corte per ringraziare la Madonna
Monsignor Luigi Del Favero benedice “l’Unimoc”, importante
mezzo per sgomberare le strade
dalla neve.
Oltre 200 fedeli sono saliti in
processione, sabato 30 maggio,
al santuario della Madonna
della Neve di Corte. Il pellegrinaggio era stato organizzato dal
Decanato di Livinallongo in
segno di ringraziamento verso la
Madonna per la protezione dai
pericoli, in primis le molte
slavine, che hanno messo a dura
prova la vallata nel corso di
questo inverno caratterizzato
da eccezionali precipitazioni
nevose.
La processione ha avuto
d’onore il Vicario Generale
della Diocesi, don Luigi del
Favero, particolarmente legato
a Fodom per essere stato
parroco di Arabba.
La statua della Madonna della Neve è stata portata a spalle da
8 pompieri volontari di Livinallongo, che si sono alternati
lungo i quasi due chilometri di
strada che porta al santuario. A
farle da degna corona due ragazze nel costume ladino di
Fodom. Il lungo serpentone di
gente in devota preghiera si è
snodato lento tra i prati in fiore,
che risaltavano nei loro sgargianti colori, grazie alla giornata
particolarmente soleggiata,
anche se battuta da qualche
sferzante folata di vento gelido.
Lungo il tragitto è stato recitato il
rosario e ringraziato la Madonna
per i tanti pericoli scampati dalla
popolazione, chi ha lavorato
per la sicurezza dei residenti e
chi ha garantito l’assistenza ad
anziani e malati.
Una devozione sincera e
sentita, perché al termine di
questo inverno lungo e difficile,
La bella tovaglia dell’altare di
Corte lavorata a mano e offerta
da Vallazza Pierina e Nives
Faber alla chiesa della Madonna
della neve.
inizio alle 9 dal bivio
sulla sr 48 delle Dolomiti con la comunale
che si inerpica fino alla
caratteristica frazione
ai piedi del Col di Lana.
In testa la croce ed i
gonfaloni. A seguire
tanti fedeli, provenienti anche da Colle S.
Lucia e dalla Val Badia.
Erano presenti anche i
bambini delle scuole
elementari e medie
della vallata, accompagnati dagli insegnanti. E
poi le autorità comunali ed i celebranti:
il decano mons. Alfredo Murer, il parroco
di Arabba don Vito De
Vido e quello di
Corvara don Andreas
Perathoner. Ospite
che in quella splendida giornata
primaverile sembrava solo un ricordo lontano, in tutti c’è la convinzione di un intervento materno e Divino della madre di
Gesù. “Regina del cielo rallegrati perché oggi i tuoi figli sono
tornati ad abbracciarti” ha detto
don Luigi durante l’omelia
celebrata nella piccola chiesa
che non ce l’ha fatta a contenere
tutti i fedeli. “Oggi - ha detto ancora - hanno fatto qualcosa di
grande che resterà scritto nella
storia di questa comunità”.
Al termine della celebrazione
è stato benedetto il nuovo Unimog, appena acquistato dal Comune.
I frazionisti (in quel giorno
ricorreva la sagra della frazione)
hanno infine offerto un abbondante rinfresco a tutti.
Tipografia Piave: MD nl: PIEVEL2--0003 nome: GIUGNO 2009 data: 24-07-09 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,08 del 24-07-09 base: B2 col: CMYK
«Le nuove del Pais»
San Giuseppe Lavoratore
Il “Piccolo Coro Col di Lana” al completo, dopo aver cantato la
Messa a Digonera in onore del patrono S. Giuseppe lavoratore. Con
loro ci sono i celebranti: Padre Romeo Simonetti e don Alfredo. Non
mancano le direttrici: M.a Dorigo Luigina e Rita Rossi.
Il primo maggio Digonera è
in festa per il patrono S. Giuseppe Lavoratore. È una festa
che viene sentita e partecipata
sempre di più dal 2006
quando è stato inaugurato il
nuovo campanile e sono state
benedette le campane; è una
festa che coinvolge tutti gli
abitanti di Digonera e dei
paesi vicini.
Le famiglie del paese si
sono mobilitate per S. Giuseppe: chi ha pensato alla pulizia della chiesa e delle adiacenze; chi ha riparato e
verniciato la piccola ringhiera
che circonda la chiesa, rovinata dalla neve; e chi ha preparato confezioni di dolci, biscotti e “crafons” da offrire e
in parte da vendere per le necessità della chiesa.
Da Pieve è sceso il Piccolo
Coro, composto di oltre trenta
bambine e ragazze, per
cantare la Messa, meritandosi
gli applausi dei fedeli presenti. Ognuno indossava il
“guant da bele feste”, in gran
parte nuovo con il “gurmèl”
verde o rosso. Come è già
stato ricordato, è stata la
Signora Maria Bottari da
Roma che ha finanziato la
spesa per rinnovare i vestiti
per ricordare il marito Rolando Stievano oriundo di
Fodom.
Con don Alfredo è venuto a
presiedere la Messa Padre
Romeo Simonetti, attualmente Amministratore parrocchiale di Laste che commentando la Liturgia della
parola ha parlato dell’importanza del lavoro.
La bella giornata di sole ha
favorito la partecipazione alla
festa. Dopo la Messa tutti si
sono fermati sul sagrato per
parlare, per gustare e/o acquistare le leccornie che erano
state preparate. Le musiche di
Max e Mario hanno portato
una nota di allegria e di festa
paesana.
Un grazie vivissimo a chi si
è prodigato per la riuscita
della “siègra”!
3
AL SANTUARIO DI CORTE
percorrendo l’antico sentiero
L’antica chiesa di Corte,
consacrata il 5 agosto 1607 era
considerata la più bella della
valle di Livinallongo prima che
il 19 maggio 1915 fosse distrutta su ordine del Comandante del Forte.
Assieme alla chiesa furono
incenerite le decine e decine di
ex voto su tavole, in argento,
quadretti, stampelle... lasciati
dai devoti della Val Badia,
Colle Santa Lucia... e Fodom
per grazia ricevuta.
Al Santuario, oltre ai fodomi
si recavano annualmente, e a
piedi, i Badioti che giungevano
attraverso il Passo Incisa e le
praterie di Sommamont e i
fedeli dell’Alta Val di Fassa che,
sempre a piedi, giungevano attraverso il Passo Pordoi; al Santuario arrivavano da Colle
Santa Lucia, da Selva di
Cadore, dalla val di Zoldo e dal
Basso Agordino.
Per recuperare la tradizione:
una VIA CRUCIS.
Un’idea potrebbe essere
quella di ripristinare l’antico
sentiero che dalla val dell’Hotel porta a Plàn de Brenta
e, con una pendenza molto
dolce raggiunge Corte, passando a monte di Liviné.
Oggi questa antica strada
che per alcuni tratti è ridotta ad
un sentiero potrebbe essere ripristinata e proposta come passeggiata a locali e turisti.
E perché non sistemare, lungo
il percorso che si snoda fra pascoli e bosco una semplice/
bella VIA CRUCIS?
Questa, collegando la chiesa
parrocchiale di Pieve al Santuario di Corte avrebbe un
senso storico, oltre che religioso. Potrebbe essere un’idea
per ridare al Santuario la giusta
centralità che aveva un tempo.
(Fr. Del.)
GITA-PELLEGRINAGGIO
INTERPARROCCHIALE
Meta: Assisi, Cascia, Norcia, le città che hanno dato i
natali a S. Francesco, S. Rita e S. Benedetto. Naturalmente
nel viaggio in Umbria saranno visitate altre città come
Gubbio, Spello, La Verna, città ricche di storia, di arte e di
fede.
Il viaggio verrà effettuato dal 3 al 6 novembre.
La quota individuale sarà di 345 euro; dalla quota
saranno esclusi alcuni servizi come eventuali ingressi per chi
non beneficia dell’esenzione, la camera singola con supplemento, extra in genere.
All’iscrizione (che è già aperta) si verserà l’acconto di 100
euro; il saldo invece entro il 28 ottobre. Posti disponibili: 50.
Per informazioni e iscrizioni presso don Alfredo, parroco di
Livinallongo (tel. 04367176) oppure all’Agenzia Plavis
viaggi di Belluno (0437 940450).
NB. Il programma più dettagliato si può trovare sul n. 2 de
“Le nuove del Pais” di marzo-aprile.
LE NOSTRE FESTE
26 LUGLIO:
Siègra di San Jaco, patrono di Pieve.
Ore 9.30 S. Messa presieduta dal Sacerdote novello DON
SIMONE BALLIS.
Pesca-Lotteria missionaria.
Festeggiati anniversari di matrimonio: 25-40 e 50 anni.
Il Coro Fodom organizzerà la festa esterna.
15 AGOSTO:
Santa Maria Maiou
ore 9.00 S. Messa solenne in onore della Madonna-benedizione dei fiori-donne col “guant da fodoma”.
Sfilata dei carri delle vijinanze-festa in piazza nuova-premiazioni.
Sagra di Digonera: donne in costume e fisarmonicisti.
Tipografia Piave: MD nl: PIEVEL2--0004 nome: GIUGNO 2009 data: 24-07-09 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,08 del 24-07-09 base: B2 col: CMYK
4
«Le nuove del Pais»
CORO FEMMINILE “COL di LANA”
Momento di festa per il Coro diretto dalla maestra Anna
Devich, sabato 9 maggio, in Sala Congressi ad Arabba. Il
Coro celebra il decennale e presenta il CD “Cënabona”.
Il Maestro Bepi De Marzi, nel
presentare il Coro Femminile
“Col di Lana”, elogia le coriste
per il livello di preparazione raggiunto e si congratula per la realizzazione del CD “Cënabona”.
Familiari, amici, amanti della
musica e del canto hanno
riempito la Sala Congressi per
applaudire il Coro Femminile
“Col di Lana” che ha raggiunto i
primi 10 anni di attività canora.
Nel corso della serata il Coro ha
presentato al pubblico il suo
primo CD. Serata intensa anche
per la presenza, in qualità di
presentatore, dell’amico e
grande maestro Bepi De Marzi
che, per Fodom, ha avuto da
sempre una particolare predilezione; per l’occasione ha infatti
composto “Col di Lana” una
delle 14 canzoni inserite nel CD.
“Per noi è stato proprio come
un padre Bepi De Marzi, un
padre che ci ha incoraggiate e
spinte avanti - dice la maestra
Anna - e, a me in particolare, ha
infuso tanta fiducia”.
La stessa Direttrice, con l’ausilio della Presidente, ha consegnato ufficialmente il CD alle
coriste, alle autorità, ai collaboratori, non dimenticando Sisto e
Franco che avevano sostenuto il
Coro nei primi momenti. La
serata si è conclusa con la consegna al maestro De Marzi e
alla maestra Anna Devich di un
pregiato lavoro in argento
opera dell’artista Mastro 7.
(Fr. Del.)
Messa solenne
nella parrocchiale di Pieve
Solenne cerimonia religiosa a Pieve
domenica 10 maggio Il Coro Parrocchiale
al gran completo entusiasma i fedeli cantando
la Messa composta dal Maestro Bepi De Marzi.
Sarà stato per la presenza
del M.o De Marzi che accompagnava i canti all’organo,
sarà perché le composizioni
del Maestro toccano il cuore,
sarà per la bravura di Denni
che il coro lo dirige, sarà per
l’elevato grado di preparazione dei coristi, sarà ...
La realtà è che coro e canti
che hanno accompagnato la
celebrazione religiosa hanno
entusiasmato tutti.
Un’eccezionale fusione di
voci, di piani e forti alternati,
con dei forti che hanno fatto
vibrare le stesse mura della
parrocchiale: insomma, se mi
è concesso, il celebrante per
una volta è rimasto un po’
nella penombra!
E dopo la celebrazione religiosa, nella Sala Parrocchiale, uno spuntino offerto
dal coro, preparato con altrettanta cura ed inventiva.
Possiamo veramente affermare che Fodom è la “terra
del bel canto”, basti pensare
che su una popolazione residente che non raggiunge le
1450 unità, sono effettivi ben
5 cori e un corpo bandistico.
(Fr. Del.)
Il Coro Femminile “Col di Lana” mostra con entusiasmo il CD “Cënabona”.
Il Maestro Bepi De Marzi accompagna all’organo i canti eseguiti dal
Coro Parrocchiale.
LAUREA
ILARIA DAVARE di
Massimo e di Vallazza Ada,
da Pian di Salesei, il 10 ottobre 2008, si è laureata brillantemente in Assistenza
Sanitaria, presso l’Università degli Studi di
Padova, Facoltà di Medicina e Chirurgia, polo didattico di Conegliano.
Il titolo della tesi: “Ricerca del titolo anticorporale
Anti-Tbe: confronto tra vaccinati e immuno protetti”. ReAlla neo laureata le nostre
latore il Dott. Vincenzo vivissime felicitazioni con
Baldo; correlatrice la dotto- l’augurio di un pronto inseriressa Graziella Carpanè.
mento nel mondo del lavoro!
LAVORI IN VISTA
Il Coro Parrocchiale di Pieve con il Maestro Bepi De Marzi - il
Parroco Mons. Alfredo Murer - il Sindaco prof. Gianni Pezzei - l’Assessore Leandro Grones, il M.o Direttore Denni Dorigo, l’organista
Oscar Nagler e il M.o emerito Benigno Pellegrini.
● Il Consiglio degli affari economici
della parrocchia nell’ultima seduta ha
dato parere favorevole al restauro dell’organo Mascioni da parte della stessa
omonima ditta che lo ha costruito 79
anni fa e lo ha poi restaurato nel 1982. Il
preventivo che hanno inviato al
CAAEE è di 33.000 euro esclusi Iva,
vitto e alloggio. Nel frattempo verrà richiesta l’autorizzazione alla Soprintendenza di Venezia e alla Commissione di arte sacra della diocesi.
● È stato affidato allo studio BDL di
Belluno il progetto e il preventivo per
costruire una bussola in cristallo per riparare la chiesa dal freddo, all’entrata
principale della chiesa di Pieve.
● L’arch. Marino Baldin sta preparando il progetto e preventivo del restauro interno della chiesa della SS.
Trinità di Andraz.
● La falegnameria “Demattia Damiano e Leo” di Renaz si è impegnata a
sistemare il portico esterno alla porta
principale della chiesa decanale.
Tipografia Piave: MD nl: PIEVEL2--0005 nome: GIUGNO 2009 data: 24-07-09 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,08 del 24-07-09 base: B2 col: CMYK
«Le nuove del Pais»
5
La Prima Comunione
cordo con i genitori e le catechiste e il parroco; una fatta
all’esterno della chiesa con il
lancio dei palloncini con un
messaggio.
Da sottolineare il bel gesto di
solidarietà dei bambini che
hanno voluto ricordarsi generosamente dei loro coetanei del-
l’Abruzzo, colpiti dal terremoto.
Alla sera, a Corte, davanti alla
venerata immagine della Madonna della neve, portata in
processione il giorno prima,
hanno recitato coralmente il
santo rosario ed hanno fatto la
loro consacrazione a Maria.
Il cartellone, all’ingresso della chiesa, con le foto dei neocomunicati.
Domenica 31 maggio, solennità di Pentecoste, la parrocchia di S. Giacomo Maggiore
ha vissuto un bella giornata di
festa per la prima Comunione di
ben 11 bambini della classe terza.
Dopo aver celebrato la festa
della prima Confessione,
guidati da Suor Flavia Santi e da
Roncat Agnese si sono preparati
a conoscere meglio Gesù per
poi riceverlo degnamente. Sono
stati presentati alla Comunità
che a sua volta si è impegnata ad
accompagnarli nel loro cammino di fede con la preghiera e
con l’esempio della vita cristiana.
Qualche giorno prima sono
scesi a S.Maria delle Grazie per
un Ritiro spirituale guidato da
don Paolino; con loro c’erano
pure i genitori i quali, seguendo
l’esempio dei loro figli, hanno
approfittato di confessarsi dai
Padri Francescani del Santuario.
Oscar Crepaz aveva preparato un bel cartellone (vedi
foto): un calice con tanti raggi sui
quali i bambini hanno messo la
propria fotografia; mentre Piertomaso Denicolò ha pensato a
un elegante libretto a colori con
le preghiere, le intenzioni e le
foto dei bambini.
Il coro parrocchiale “S.
Giacomo Maggiore” ha cantato
la bella Messa di Bepi De Marzi e
altri canti durante la celebrazione.
La Messa ha avuto alcuni momenti significativi come il rinnovo delle promesse battesimali tenendo in mano la candela del proprio battesimo,
accesa dal proprio papà; le intenzioni delle preghiere dei
fedeli composte dagli stessi
bambini; la partecipazione accanto al parroco durante la consacrazione. Il momento però
più atteso ed emozionante è
stato l’incontro con Gesù con la
Comunione. Suor Flavia così
commentava: “Adesso Gesù è
qui, nel tuo cuore a parlarti e a
riempirlo di gioia con la sua presenza...”.
Al termine della solenne celebrazione sono seguite le foto ri-
Il gruppo dei bambini della Prima Comunione con le due catechiste
Suor Flavia e Agnese e con il parroco. Nella prima fila, da sinistra:
Denicolò Francesco, Sorarui Davide, De Riva Samuele e Crepaz
Alessia; seconda fila: Crepaz Milly, Foppa Alice, Rudatis Naim, Denicolò Claudia, Foppa Denis, Dorigo Linda e Denicolò Gaia.
Il gruppo dei comunicati con i loro genitori e familiari sulla scalinata
esterna della chiesa, dopo aver lanciato in aria i palloncini colorati
con un messaggio.
Prima Confessione
Undici bambini della classe terza elementare preparati bene da Suor Flavia Santi e da Agnese Roncat
,il 29 marzo, hanno vissuto la prima esperienza del
perdono del Signore col Sacramento della Confessione.
Con loro c’erano i genitori e tanti familiari che
hanno partecipato alla gioia di questi bambini.
Con grande impegno e attenzione hanno seguito la
liturgia penitenziale arricchita da alcune cerimonie
che hanno reso più bella la confessione: la veste
bianca, la candela accesa, la consegna della croce e il
dono del vangelo.
Da Colle Santa Lucia è venuto ad aiutare don Alfredo il nuovo parroco, don Sergio Pellizzari.
È seguito infine un gradito rinfresco preparato sapientemente e con abbondanza dalle mamme dei
bambini.
Tipografia Piave: MD nl: PIEVEL2--0006 nome: GIUGNO 2009 data: 24-07-09 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,08 del 24-07-09 base: B2 col: CMYK
6
«Le nuove del Pais»
L’ANGOLO DEI RICORDI
di F. Deltedesco
LA FOTO CONOSCIUTA
Una bella immagine di Dolores Roilo (nata
nel 1966) - figlia di Lucia Crepaz di Cherz e
di Livio Roilo “Galister”.
LA FOTO SCONOSCIUTA
Foto recante la scritta “Al mio piccolo
Tonino (Tòne del Zenz- Crepaz Antonio)
perché si ricordi della sua maestra Annalisa Tonello”.
Sera d’inverno
Il sole scompare all’orizzonte.
Stanchi, affamati
dal lavoro fan ritorno gli operai
per andare alla loro parca cena.
Nella casa un’anziana
accende il fuoco:
comincia a scendere la notte.
Le luci si accendono
le case si riscaldano per sfidare
il gelido inverno.
La strada è buia e deserta
solo si sente il miagolio di un gatto;
meditano i vecchi
i bambini dormono ....
e il giorno dopo sarà ancora inverno.
Leo Crepaz - classe 3a media.
Ricordi del tempo che fu
IN BREVE
❏ Padre Romeo Simonetti,
nativo di Zoppè di Cadore,
è il nuovo “parroco”-amministratore parrocchiale
di Laste. Proviene dall’Ordine religioso dei
Trappisti di Roma, dove è
vissuto per vent’anni.
❏ Nell’elenco degli anniversari di matrimonio dei
precedenti bollettini è stato
dimenticato involontariamente il 50o di matrimonio
di Bradariolo Egidio e
Ragnes Fernanda; si erano
sposati a Bologna il 10
giugno 1959. Anche a loro i
nostri migliori auguri di
salute e di serenità.
❏ A Rocca Pietore, nel mese
di maggio, sono state
tenute tre conversazioni da
vari oratori: mons. De
Vido, mons. Del Favero e
mons. Antoniol, per preparare i partecipanti all’Ordinazione sacerdotale
e Prima Messa di don
Simone Ballis. Nella sala
del ”teaz”, sempre gremita, si è parlato di: ”Il sacerdote nel nostro tempo;
Famiglia e vocazioni; La seconda vocazione di S.
Paolo: quella pastorale. Il 6
giugno, nel Duomo di
Belluno, è stato consacrato
sacerdote don Simone.
Una grande grazia per la
famiglia e per la parrocchia.
❏ Il mese di maggio è stato
particolarmente frequentato dai ragazzi e dagli
adulti, a Pieve. Quasi ogni
sera la Cappella era piena:
circa venti ragazzi scandivano le Ave Maria della
corona.
❏ In occasione della festa e
del pellegrinaggio della
Madonna della neve di
Corte, Pierina e Nives
Faber hanno regalato una
splendida tovaglia di lino
tutta lavorata a mano.
Grazie del bel dono!
❏ La gente sta già portando i
primi premi e oggetti per la
pesca di S. Giacomo. Questo incoraggia e fa piacere
agli organizzatori perché
così possono per tempo
smistarli e sistemarli.
Inverno 2009 sulla montagna di Castello
(scatto di Cristina Crepaz).
❏ Suor Francesca Daminato
delle Discepole del Vangelo (S. Giovanni), giovedì
santo, ha ricevuto dal Vescovo il Mandato di Ministro Straordinario dell’Eucarestia. Così tutte le
suore potranno portare la
comunione ai malati, aiutando i parroci.
Tipografia Piave: MD nl: PIEVEL2--0007 nome: GIUGNO 2009 data: 24-07-09 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,08 del 24-07-09 base: B2 col: CMYK
«Le nuove del Pais»
7
50o DI MATRIMONIO CON IL CORO FODOM
Giornata particolarmente significativa quella di sabato 6 giugno,
sia per il Coro Fodom che per i coniugi Fernanda ed Egidio Bradariolo
Monica e Simone, i figli di
Fernanda Ragnes e Egidio
Bradariolo desiderano che il
50o di matrimonio dei loro genitori sia un giorno particolare: vogliono fare loro una
sorpresa invitando il Coro
Fodom che porterà nel rione
di San Lazzaro i canti della
montagna, quindi accompagnerà la S. Messa rendendola
in tal modo più solenne.
Non è una scelta fatta a
caso: la signora Fernanda è
una fodoma e il marito
Egidio è stato un grande
amico del Coro.
Lo ricordiamo come organizzatore della trasferta del
Gruppo canoro a Roma nel
1980 con l’udienza dal S.
Padre Giovani Paolo IIo ; ricordiamo la sua totale disponibilità nel fare da cicerone portando i fodomi a visitare gli angolo più belli
della capitale; ricordiamo la
sua allegria e le barzellette
che ravvivavano la compagnia. Ed ancora, due anni dopo quando nel 1982 ha
organizzato per la seconda volta la trasferta a Roma
del Coro. E che dire dell’accoglienza, per ben 10 anni e
per un’intera settimana, in
collaborazione con il Comm. Bertini, degli scolari e studenti vincitori del Concorso “Il Pennino d’Argento”?
Tanti e tanti momenti superbi che rimarranno nella memoria non solo del
Coro ma di tanti fodomi.
Purtroppo la vita, a volte,
Fernando Ragnes - la figlia Monica Bradariolo e il Parroco della
Chiesa del rione di San Lazzaro posano con il Coro Fodom per una
foto ricordo.
riserva anche momenti amari. “Un autobus - un ostacolo
improvviso - una frenata
brusca - la testa che picchia in
un modo imprevisto: Egidio
non si riprenderà più e sarà
condannato a giacere in un
letto”.
Come avrebbe potuto, il
Coro Fodom, quando è stato
invitato dalla figlia Monica,
come avrebbe potuto non
correre a Treviso per cercare
di portare un po’ di gioia a
chi, da quel giorno ha conosciuto la sofferenza?
Certo, tutti i coristi, in particolare coloro che avevano
conosciuto Egidio allegro, intraprendente e disponibile
avrebbero voluto vederlo
ancora scattante, avrebbero
La cosa più bella del mondo?
L’amore
Il giorno più bello? Oggi!
La felicità più grande? Essere utile a qualcuno, comunicare
gioia e gioire della felicità altrui.
La sensazione più piacevole? La pace interiore, che nasce
dal dovere compiuto.
La migliore medicina? L’ottimismo, che sa vedere
il lato positivo di ogni persona e di ogni cosa.
La compagnia migliore? Quella di coloro che ci aiutano a crescere.
Le persone più necessarie?
I Sacerdoti, che sono “la luce e il sale della terra”.
Il primo bisogno? Comunicare con qualcuno, con altri,
con tutti gli altri.
La cosa più facile? Cadere in errore: nei giudizi,
nelle scelte, nell’amare.
La cosa più difficile? Perdonare senza riserve,
dimenticando, contraccambiando il male col bene.
voluto sentire dalla sua bocca
un’ennesima barzelletta,
avrebbero voluto vederlo
nella chiesa di San Lazzaro di
Treviso a cantare assieme a
loro. Lo avrebbero desiderato, in primo luogo la
moglie e i figli, ma questo è rimasto solamente un desiderio.
Il Coro Fodom non è attrezzato per fare miracoli,
pertanto ha solamente potuto offrire i suoi canti sia in
casa che in chiesa. Ma, se il
canto è preghiera, chissà che,
giungendo all’orecchio di
Colui che sta in alto, non
riesca a fare in modo che “un
piccolo miracolo” avvenga.
Forse è sperare troppo...
forse!
(Fr. Del.)
Il Parroco don Giovanni Salvalaggio consegna alla Signora Fernanda Ragnes Bradariolo la pergamena inviatale dal Pontefice.
La radice di tutti i mali? L’orgoglio che ci trattiene
dal chiedere scusa e dall’ammettere di aver bisogno degli altri.
Il male peggiore? Il peccato e l’abbandono della preghiera.
La maggiore sconfitta? La mancata crescita umana e spirituale.
Il maggiore calcolo? La sfiducia in se stessi; la tentazione
di lasciarsi andare.
La strada più sicura? Quella tracciata dai 10 comandamenti.
La forza più grande? La Fede, vissuta con semplicità
e professata con umiltà.
Il modo più semplice per farsi amare?
Portare a tutti il rispetto dovuto.
Il regalo più bello? Il sorriso carico di dolcezza e di simpatia.
La persona più pericolosa? Quella che abitualmente mente
e non sa tenere i segreti.
L’evento più temuto? La morte, quando non è illuminata dalla
fede.
La persona più povera? Quella che non ha ancora incontrato
Gesù, e non cammina con Lui, considerandolo l’aiuto,
la guida, l’amico migliore.
dagli scritti di Madre Teresa di Calcutta
Tipografia Piave: MD nl: PIEVEL2--0008 nome: GIUGNO 2009 data: 24-07-09 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,09 del 24-07-09 base: B2 col: CMYK
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«Le nuove del Pais»
ATTIVITÀ POMPIERI A FODOM
L’operato dei Pompieri Volontari di Arabba-Livinallongo
nella passata stagione invernale
2008/09 ha avuto una notevole
mole di lavoro, ben 58 interventi
tra dicembre e febbraio, considerando che in un anno in media ne
vengono effettuati una quarantina.
Tutto è iniziato con l’abbondante nevicata nella prima settimana di dicembre intervenendo a Liviné per la slavina di
“Livinadac”, proseguendo poi
con vari sopraluoghi alle abita-
zioni e in qualche caso veniva effettuata la spalatura del tetto.
Il maggior numero di interventi
veniva eseguito su edifici pubblici causa la pericolosità di
caduta neve o ghiaccio in prossimità di strade e marciapiedi, il
restante su abitazioni private
abitate da persone anziane e non
autosufficienti.
Tutto il personale in forza al distaccamento è stato impiegato in
base alla necessità dell’intervento, il problema sorgeva durante il giorno, perché tanti Vo-
lontari erano occupati nel
proprio lavoro, meno problematica la sera o la notte.
In alcuni interventi veniva
chiesto l’ausilio dei Pompieri
Permanenti con i vari mezzi quali
autoscala, pala gommata,
camion, ecc...
La chiamata di soccorso in
alcuni casi giungeva direttamente al nostro numero di reperibilità, però la normale richiesta
del cittadino, per un qualsiasi intervento, deve essere effettuata
alla Centrale Operativa di
Belluno con il numero fisso di
soccorso 115.
Il nostro distaccamento è composto da 27 pompieri, al comando di Igor Masarei attualmente Capo Distaccamento.
Dopo aver frequentato nel
2006 un corso Online (Internet)
con annessi esami, 8 pompieri
sono diventati Capi Squadra.
Questo corso, aperto a circa
1000 Volontari in tutta Italia, è
stato il primo realizzato su una
piattaforma internet così da consentire di poterlo frequentare da
casa ed ha avuto una durata di
circa 14 settimane. Il corso era
strutturato in classi virtuali con un
responsabile a cui fare riferimento. Il percorso di studio era
suddiviso in 5 moduli di lezioni
con relativo test. L’esame finale
del corso è stato eseguito presso il
Comando di Belluno collegato in
videoconferenza con il Ministero
dell’Interno a Roma.
Ogni anno inoltre durante la
primavera e l’autunno vengono
svolte esercitazioni di vario tipo
quali ad esempio lo stendimento
di tubazioni partendo da un torrente e con una pompa portando
acqua alla zona interessata,
oppure simulazioni di incidenti
stradali, o ancora addestramento
con scale e teoria sulla varia attrezzatura in dotazione.
Un’importante e costruttiva
prova di Maxi Emergenza è stata
svolta il 14 settembre 2008 sul
Passo Pordoi fra i Pompieri delle
4 Valli Ladine in collaborazione
con il soccorso sanitario 118 e
soccorso pubblico 112. Si sono
simulati due incidenti stradali e
un incendio di un albergo. Spettacolare il numero delle presenze, circa 130 pompieri, 60 sanitari e 2 pattuglie di carabinieri.
A nome mio un sincero ringraziamento a tutti i Pompieri e tutti i
volontari che si sono prestati
nelle operazioni di soccorso, in
particolare a Pezzei Marco che è
stato un punto di riferimento importante nella gestione e nel
coordinamento degli interventi
dell’inverno scorso.
Palla Igor
IGOR E ANDREA PALLA, POMPIERI FODOMI IN ABRUZZO
Il 6 aprile 2009 alle ore
03.32 del mattino una violenta scossa di terremoto ha
sconvolto la città dell’Aquila e periferia... Subito si è
attivata la macchina dei soccorsi e alcuni giorni dopo
veniva richiesta la disponibilità di personale volontario dei Vigili del Fuoco del
comando di Belluno i quali
avrebbero avuto il compito
di gestire la cucina mobile
da campo. Subito io e
Andrea Palla ci siamo messi
a disposizione e siamo
partiti con un turno di dieci
giorni dal 22 aprile al 1o
maggio.
La nostra destinazione
era il campo base 3 (colonna
mobile Veneto) nel comune
di Pizzoli (più o meno 3000
abitanti), a circa 15 km da
l’Aquila. Il paese ha subito
pochi danni, nonostante ciò
molti sfollati del comune e
anche della città dell’Aquila
erano alloggiati in questa
tendopoli, già allestita dalla
Protezione Civile, nel
campo da calcio situato
nella periferia del paese.
Il ns. gruppo era composto da 17 vigili, e come
siamo arrivati ci hanno
subito suddiviso i vari
compiti. Sul luogo erano già
presenti un Vigile permanente del Comando di
Belluno e due Vigili Volontari che ci hanno istruito
sul da farsi.
Io con altri 3 facevo parte
di una squadra di manutenzione, Andrea invece era assegnato al settore cucina insieme ad altri 6 compagni.
Gli altri componenti erano
addetti alla pulizia delle
cucine e alla gestione del
magazzino viveri.
La giornata della mia
squadra iniziava il mattino
alle 5.00 con la preparazione
della colazione per tutto il
personale volontario, VVF e
per i civili fino alle 9.30, poi
si iniziavano i vari lavori di
costruzione di tettoie, sistemazione impianti elettrici,
costruzione di scaffali per la
cucina e piccoli mobili per le
tende dei civili e risoluzione
di vari problemi che emergevano durante le giornate.
La sera si terminava verso
19.30.
Andrea e il suo gruppo iniziavano alle 8.00 con la preparazione del pasti (un
primo, un secondo e un con-
torno) e terminavano la sera
alle 22.00 circa. La media dei
numeri dei pasti si aggirava
sui 1800 al giorno. Molto apprezzato è stato l’aiuto delle
donne del luogo che aiutavano nella preparazione
dei cibi..
Per dormire ci sono state assegnate delle tende da
campo da 8 posti con brande
e sacco a pelo, con due container per bagni e docce. Il
nostro campo non era nella
tendopoli dei civili ma a
circa 200 metri. La notte la
temperatura scendeva a 6/7
gradi sopra lo zero, e per
questo ogni tenda era dotata
di termosifone.
Nel campo erano presenti
anche dei Vigili Permanenti. Alcuni si recavano
ogni giorno nella città dell’Aquila per effettuare puntellamenti, verifiche statiche ecc. e altri rimanevano
a Pizzoli per preparare la
successiva costruzione di
prefabbricati da adibire ad
asilo, abitazioni ecc.
Abbiamo anche avuto la
possibilità di visitare le città
CONTINUA A PAG. 9
Tipografia Piave: MD nl: PIEVEL2--0009 nome: GIUGNO 2009 data: 24-07-09 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,09 del 24-07-09 base: B2 col: CMYK
«Le nuove del Pais»
più colpite come Onna e l’Aquila, dove i danni sono
stati tanti e ingenti, e abbiamo potuto constatare
che la realtà è diversa da
quello che si vede in televisione... la desolazione... le
case vuote (o quel che ne
rimane)... solo personale di
soccorso... e considerato che
l’Aquila è (era) un capoluogo che attira molti giovani universitari... ora sembra una “città fantasma”.
Le persone del luogo sentivano ogni minima scossa,
mentre noi, lavorando, non
ci accorgevamo quasi di
nulla. Un episodio che mi ha
particolarmente colpito è
stato quando una giorno si
era sparsa la voce che
avevano dovuto evacuare
l’Aquila per una forte
scossa, e una signora che
aiutava in cucina e scoppiata a piangere perché era
molto preoccupata per il
marito che lavorava proprio
nelle vicinanze. Per fortuna
non era vero, ma questo
conferma la gran paura che
avevano e che hanno tutt’ora...
Al termine dei 10 giorni
giungeva in sostituzione un
nuovo gruppo di Volontari
VVF, e vista la necessità
questa situazione si protrarrà sicuramente fino a
settembre.
È stato emozionante alla
nostra partenza, vedere la
commozione dei Pizzolani,
visto il rapporto che si era
creato, cercando di sdrammatizzare ridendo e scherzando..
Tutto è andato bene, si è
creata un ottima sintonia e
collaborazione di gruppo...
abbiamo conosciuto tanta
gente simpatica, abbiamo
imparato a lavorare con
persone nuove... un’espe-
A scuola in caserma
grandicelli, “perché”
come spiega il maresciallo Cantamessa che
li ha seguiti personalmente, “è proprio a
questa età che i ragazzi
cominciano ad avere a
che fare con motorini e
quindi con i pericoli
legati alla strada.” La
prima parte della spiegazione è stata pertanto
dedicata proprio agli articoli del codice della
strada che riguardano la
circolazione di motoFoto di gruppo con i carabinieri della stazione di Arabba.
cicli e delle biciclette. A
Scolari in caserma. Anche quest’anno il co- questa ha fatto seguito una dimostrazione di
mando della caserma dei carabinieri di Arabba come viene effettuato un posto di blocco. “Il fine
ha organizzato un incontro con gli alunni delle - spiega ancora il comandante - era di far capire
scuole elementari e medie della vallata fodoma. ai ragazzi perché viene effettuato questo serIniziativa che aveva il duplice scopo: far cono- vizio e soprattutto quale comportamento deve
scere da vicino l’attività dell’arma, ma soprat- tenere l’automobilista controllato. Ad esempio
tutto informare i ragazzi e parlare con loro di te- abbiamo quindi spiegato loro quali sono i documatiche di stretta attualità come i rischi legati menti da esibire in questi casi”.
alla guida in stato di ebbrezza e le principali
La lezione è proseguita poi toccando il tema
norme del codice della strada.
“alcool e guida”, argomento di stretta attualità,
La visita è stata animata da alcune dimostra- che ormai quotidianamente riempie le pagine
zioni pratiche, come quella di un finto insegui- dei giornali con cronache di morti nelle stragi del
mento e da una prova di conoscenza dei segnali sabato sera, ma non solo. Ai ragazzi sono state
stradali su un percorso da effettuare con la bici- spiegate le varie sanzioni previste dalla legge per
cletta. Accompagnati dal comandante mare- chi si mette alla guida ubriaco, il concetto di
sciallo Jan Cantamessa e da alcuni carabinieri in “ubriachezza molesta” ed è stato chiarito a
servizio, i ragazzi hanno potuto visitare i locali quale età un ragazzo può consumare bevande
della caserma e vedere da vicino l’attrezzatura alcoliche in un locale pubblico. “Argomento
in dotazione ai carabinieri, come il giubbotto questo - spiegano i carabinieri - sul quale tra i raanti proiettile, l’alta uniforme ed il materiale ne- gazzi c’era molta confusione”. Dopo la teoria si
cessario nei rilievi di incidenti ed in operazioni di è passati alla pratica, con una prova di rilievo,
ordine pubblico.
ovviamente risultata per tutti negativa, con l’etiIl programma della visita è stato poi suddiviso lometro. Infine è seguita la proiezioni di un
tra alunni delle medie e delle elementari. Per video, molto toccante, tratto dal racconto di
questi ultimi è stata prevista un’attività più una giornalista di vari incidenti stradali. Grande
leggera, seguita da due carabinieri, terminata entusiasmo infine tra i ragazzi per la dimostracon il percorso, appositamente preparato per zione finale da parte di una pattuglia della radiol’occasione sul piazzale antistante la caserma, mobile di Cortina, che ha simulato un’inseguiper verificare la conoscenza dei segnali stradali. mento, con sgommate ed arresto finale del
Maggiormente impegnativa la lezione per i più fuggiasco.
(SoLo)
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rienza sicuramente indimenticabile. Se dovessimo
ritornare....? Lo farei...
Palla Igor
Una nuova
e bella
esperienza
Quando, circa un anno fa,
s’iniziò a parlare di “Università’ degli adulti/anziani” Rita ed io, durante
una delle nostre camminate
quotidiane, decidemmo che
si poteva provare. Alleghe
non era distante, una volta al
mese non era un grande impegno e ci piaceva l’idea di
poter approfondire cose
delle quali avevamo sentito
parlare, ma che avevamo
ascoltato in maniera superficiale.
Di stimolo era anche il
pensiero di incontrarci con
persone delle altre vallate,
fare nuove conoscenze. Il
primo giorno credo che
fossimo tutti un po’ emozionati, però sul viso di tutti
c’era allegria e curiosità.
Don Menia ci ha spiegato
il funzionamento dell’anno
accademico e poi... si inizia.
Nel corso dell’anno si sono
trattati vari argomenti tutti
interessanti, qualche volta
in maniera un po’ troppo
tecnica che sono stati, per
alcuni di noi, difficili da seguire, con altri invece quelle
due ore sono volate!
È stata una bella esperienza che continueremo
quest’autunno.
Per ora da Fodom siamo
pochi, ma io spero che qualcun’altro si unisca a noi, per
formare un bel gruppo che
ha ancora voglia di iniziare
un nuovo percorso.
LORE
Tipografia Piave: MD nl: PIEVEL2--0010 nome: GIUGNO 2009 data: 24-07-09 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,09 del 24-07-09 base: B2 col: CMYK
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«Le nuove del Pais»
Conclusione anno catechistico
Mercoledì 3 giugno si è concluso l’anno catechistico.
Tutti i ragazzi, dalla prima
elementare alla terza media, insieme con le catechiste e alcuni
genitori, si sono raccolti nella
chiesa parrocchiale per un momento di incontro durante il
quale ogni classe ha illustrato
con cartelloni, letture e canti un
momento della vita di San Paolo.
L’obiettivo è stato quello di
imparare qualcosa di più di
questo “apostolo delle genti”, al
quale è stato dedicato l’anno liturgico che si sta per concludere.
Hanno iniziato i bambini di
prima elementare guidati dalla
catechista Giuliana; con la loro
voce squillante hanno presentato
le varie classi evidenziando in
maniera sommaria quanto ci
avrebbero esposto di lì a poco.
Subito dopo, Paola e Rosanna
hanno aiutato i loro bambini di
classe seconda, a leggere un riassunto della vita di San Paolo, evidenziandone gli episodi più significativi con un bel cartellone.
Fulcro della vita di San Paolo
è stata sicuramente la sua conversione, raccontata dai bambini
della classe quarta. La catechista
Francesca ha insegnato ai suoi
ragazzi come l’esempio di San
Paolo, che si è lasciato rapire
dalla chiamata di Gesù, sia la via
giusta per arrivare alla meta:
Cristo.
Il lavoro di Chiara e dei ragazzi di quinta elementare è stato
quello di evidenziare nella vita di
San Paolo il suo carisma di predicatore, di porre l’accento sul
Paolo missionario, il quale, dopo
l’incontro con Gesù che gli stravolge la vita, sente forte la necessità di portare il messaggio di
salvezza a tutti i popoli.
Convinto della sua vocazione,
Paolo vuole portare il Vangelo a
tutte le genti. Egli giungeva in
una città, fondava la Chiesa, lasciava dei responsabili locali e si
dirigeva verso un’altra località. I
ragazzi di prima media, con Tiziana e Bruna, hanno raccontato
ed illustrato nel dettaglio i suoi
primi due viaggi, il primo in Asia
Minore da Tarso ad Antiochia e
da lì, con Barnaba nell’isola di
Cipro; il secondo in Grecia con
Sila.
Il cartellone coloratissimo dei
ragazzi di seconda media, che si
stanno preparando alla Santa
Cresima, ha illustrato il terzo
viaggio di Paolo, di nuovo in
Grecia e in Asia Minore. Giovannina e i suoi ragazzi hanno
poi parlato dell’ultimo viaggio,
il cosiddetto viaggio della prigionia. Dopo essere stato arrestato Paolo venne portato a
Roma per essere giudicato.
Il gruppo di terza media, con la
catechista Anna, ha raccontato
brevemente quanto si sa della
morte di Paolo, soffermandosi
però soprattutto sugli esempi di
vita cristiana che ha lasciato a
tutti noi. Dalle numerose lettere
che il Santo scrisse alle varie comunità da lui stesso fondate, i ragazzi hanno tratto dei forti insegnamenti: la logica della
condivisione, la Parola di Dio
come unica guida, il Cristo come
meta della vita.
In conclusione è stato
ascoltato l’Inno alla Carità, un
brano tratto dal musical “Fino al
Terzo Cielo” scritto proprio in
occasione dell’anno Paolino e
dedicato a tutti i vescovi italiani:
al posto della vanità e del piacere
materiale San Paolo propone una
via nuova da seguire: quella appunto della carità. Il testo è particolarmente intenso e ricco di
spunti da mettere in pratica.
Perché non approfittare proprio
del periodo delle vacanze, per
iniziare tutti a seguire San Paolo
sulla via della Carità?
INNO ALLA CARITÀ
Io senza te sarei inutile,
uno strumento che
un suono opaco ha.
Io senza te non è possibile,
sarei un bimbo che
parlare ancora non sa.
Rit.La carità è paziente e pura bontà,
non si vanta di sé stessa
perché ha rispetto e cerca il giusto,
non si arrabbia proprio mai,
la gelosia non la sfiora mai.
La carità sopporta tutto, è verità,
tutto copre e tutto spera
perché è amore e vince il male
dona grazia e una mano che
tutto accarezza e fine non avrà.
Insieme a te tutto è più facile,
sei il senso dei giorni miei,
la vita che scorre in me.
Ora che ho te tutto è possibile,
paura non ne ho.
Amica e guida sei.
Tutto è più vero se nel cuore ho:
Fede, Speranza e Carità
Anna
Anna
Da Fodom a Roma
per conoscere le istituzioni
Si è concluso con la visita a
Roma, il progetto scolastico “Interroghiamo le istituzioni”, avviato tre anni fa nella scuola elementare di Pieve di Livinallongo e che ha visto protagonisti
gli alunni che quest’anno frequentano le classi quarta e
quinta. Il progetto, condotto
sotto la direzione delle insegnanti Antonella De Toffol e
Manuela Gabrieli, aveva lo
scopo di insegnare ai ragazzi a
conoscere i vari gradi delle istituzioni. Una lezione di educazione civica “sul campo” che ha
portato gli alunni a visitare
prima il Comune, poi la Provincia ed infine la Regione, con
altrettante visite alla Cèsa de
Comun, a Palazzo Piloni ed a
Palazzo Ferrofini. Non poteva
mancare quindi la visita alla capitale, dove risiedono le più alte
cariche dello Stato.
Ragazzi ed insegnanti sono
giunti a Roma in aereo da
Treviso lo scorso 16 aprile e
subito sono stati impegnati nella
visita al Quirinale, sede del
Capo dello Stato. Grande la loro
emozione nel visitare la famosa
Sala degli Specchi ed alla vista
dei preziosi arredamenti.
In particolare, ciò che ha
colpito di più la loro curiosità, la
vista del tappeto più grande
d’Europa (trecento metri quadrati), che si trova nel Salone
delle Feste.
Non poteva mancare ovviamente una visita alla città
eterna, con i suoi monumenti
ed i luoghi più conosciuti, come
Piazza di Spagna, la fontana di
Trevi, il Colosseo. Immancabile
la tappa in Vaticano, con la
salita sulla cupola e la visita alle
tombe dei Papi. E poi le Catacombe di S. Callisto, il Foro
Romano ed il Pantheon.
L’ultimo giorno è stato dedicato
alla visita a Palazzo Madama,
sede del Senato, accompagnati
dal senatore Gianvittore
Vaccari. Una promessa che il
sindaco di Feltre aveva fatto alle
insegnanti l’anno scorso
quando fu ospite alla sagra di “S.
Iaco” a Pieve. Un’esperienza
positiva ed apprezzata, che è
stata realizzata anche grazie all’aiuto finanziario del Consiglio
d’Istituto, del Comune di Livinallongo, la Cassa Raiffeisen
della Val Badia, il senatore
Vaccari, che ovviamente ragazzi ed insegnanti ringraziano.
(SoLo)
Gli alunni di quarta e quinta nella Sala degli Specchi al Quirinale.
Tipografia Piave: MD nl: PIEVEL2--0011 nome: GIUGNO 2009 data: 24-07-09 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,09 del 24-07-09 base: B2 col: CMYK
«Le nuove del Pais»
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NOTIZIE DAI DONATORI DI SANGUE
Ci siamo riuniti, ancora anticipatamente a novembre 2008 c/o
la sala “Taulac” per il rinnovo del direttivo, scaduto a marzo 2009.
Il nuovo direttivo è così costituito:
Segretario
Vice Segretario
Cassiere
Consiglieri
Rev. Conti
Fabio Denicolò
Massaro Patrizia
Vallazza Marisa
Dorigo Sabina, Federa Renato, Costa Roberta
Delfauro Pierina, Denicolò Giacinta
Sabato 18 aprile, come consuetudine, ci siamo ritrovati presso
la Cèsa Padon per la cena annuale di gruppo. Dopo aver mangiato benissimo - un grazie di cuore alla famiglia Crepaz per
l’ottima cena e l’eccellente servizio - abbiamo fatto la premiazione dei nostri donatori:
Devich Anna
8 donazioni
diploma
Gliera Nicoletta
9 donazioni
diploma
Gnech Raffaele
9 donazioni
diploma
Crepaz Gemma
16 donazioni
medaglia di bronzo
Lezuo Bruno
16 donazioni
medaglia di bronzo
La serata si è conclusa con la lettura e l’approvazione del bilancio.
● Il giorno 9 maggio ci siamo recati presso le scuole medie di Livinallongo per un incontro con i ragazzi sul tema “donare il
sangue”. Abbiamo illustrato loro tutte le procedure legate alla
donazione: dal prelievo fino all’infusione del sangue al paziente
bisognoso; abbiamo inoltre riassunto la storia della nostra associazione, dalla sua nascita fino ad oggi ricordando che l’anno
prossimo compirà 40 anni!
● Il giorno 10 maggio, come ogni anno, la nostra Rosalba Crepaz
ha organizzato, per conto dei donatori, la GIORNATA DELL’AZALEA sia a Pieve che ad Arabba. Ricordo che questa giornata
viene coordinata, sì dai donatori, ma i fondi raccolti sono interamente destinati all’AIRC - (Associazione Italiana Ricerca sul
Cancro)
● Il giorno 17 maggio, nel pomeriggio, ci siamo recati a Cherz per
una S. Messa, ma soprattutto per la benedizione del Crocifisso
restaurato - su commissione dei donatori - dalla mano esperta
dell’artista Nagler Valerio che ringraziamo vivamente.
●
I donatori di sangue riuniti per la cena all’Hotel “Césa Padon”, dopo
aver partecipato alla Messa in suffragio dei donatori defunti.
Pieve, 10 maggio 2009: “Festa della mamma”. I Donatori di Sangue
offrono le azalee: l’incasso sarà devoluto alla Ricerca sul Cancro.
Ringraziando chi ha collaborato e collaborerà alle varie attività
dell’associazione, tutti i donatori, attivi e non e augurandoci un
buon lavoro di proseguimento per il bene dell’associazione,
saluto e ringrazio.
Il Segretario
Fabio Denicolò
P.S. per i giovani dai 18 anni in su.
Mi permetto di farvi un appello per provare a diventare dei donatori potenziali.
- Non costa nulla
- Farete un gesto di solidarietà non indifferente
- Siete sempre sotto controllo per la vostra salute
- Il centro trasfusionale dopo la donazione spedisce a domicilio le
vostre analisi
COSÌ SI DIVENTA VOLONTARI ANONIMI
PER LA VITA ALTRUI - PENSATECI
La benedizione
del crocifisso
di Cherz.
Tipografia Piave: MD nl: PIEVEL2--0012 nome: GIUGNO 2009 data: 24-07-09 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,09 del 24-07-09 base: B2 col: CMYK
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«Le nuove del Pais»
Gara sociale sul Pordoi
Davide Crepaz “vola” sul
Pordoi e si aggiudica la gara sociale dello Sci Club Arabba.
Dopo il terzo posto, conquistato
in Valzoldana nello slalom
valido per il titolo italiano
giovani, l’atleta fodom che
corre per la Forestale ha dominato anche sulle nevi di casa,
lasciando il vuoto dietro di lui.
Solo Alex Martini è riuscito a
tenere il passo, mantenendo il
distacco sotto il secondo. Tra le
donne miglior tempo per Irene
Demattia.
Come da consuetudine
l’ultimo giorno della stagione
invernale, che quest’anno è
coinciso con domenica 19
aprile, atleti, genitori ed i tanti
appassionati di sci, si sono ritrovati sul Pordoi per approfittare dell’ultimo giorno di
apertura degli impianti, e trascorrere una giornata di festa.
Un’occasione per ritrovarsi al
termine della stagione invernale e lanciarsi le immancabili sfide tra amici. Non è
mancata qualche nota di goliardia, come i tre o quattro concorrenti che hanno percorso il
tracciato sciando all’indietro.
Una citazione particolare
merita l’atleta più anziano
Carlo Lezuo “de Guerino”, che
ha sfidato i suoi 83 anni appena
compiuti riuscendo a battere
nella sua categoria, un “giovanotto” appena sessantaseienne. La concorrente più
giovane al via è stata invece Eva
Dragicevich, classe 2003.
Dopo le premiazioni la festa è
continuata con la musica dello
“special guest”, direttamente
da Radio M20, il dj Alberto Remondini, organizzata dal Rifugio Fodom e la scuola sci
Arabba. Queste le classifiche.
Baby F. 1.Valentina Savorgnani 1.02.31; 2. Milly Crepaz
1.11.63; 3. Sofia Zorz 1.28.49.
Baby M. 1. Francesco Costa
1.04.25; 2. Matteo Costa
1.04.45, 3. Matteo Crepaz
1.13.03. Cuccioli F. 1. Nicole
Petri 56.94; 2. Lisa Soratroi
1.02.81; 3. Federica Denicolò
1.05.41. Cuccioli M. 1.Kevin
Crepaz 59.42; 2. Giorgio Meneghin 1.03.08; 3. Stefano Savorgnani 1.03.65. Superbaby
F. 1. Isabel Cominetti 1.39.00;
2. Eva Dragicevich 1.57.93.
Ragazzi F. 1. Bianca Meneghin
1.00.44. Ragazzi M. 1. Davide
Pellegrini 54.93, 2. Kevin Fersuoch 58.07, 3. Stefano Pallabazzer 1.01.12. Allievi M. 1.
Ivan Pellegrini 54.44. Giovani
F. 1. Irene Demattia 54.43; 2.
Silvia Delmonego 55.70; 3.
Jessica Del Negro 58.23.
Giovani M. 1.Davide Crepaz
49.78, 2. Gianluca Soratroi
1.01.69, 3. Alex Crepaz
1.05.69. Dame C3/C4 1.
Enrica Dorigo 1.37.29. Dame
C1/C2 1. Enrica Pivetta
1.06.08. Pionieri B3/B4 1. Michele Pellegrini 1.13.96; 2.
Carlo Lezuo 1.18.05; 3.
Manrico Biagini 1.20.78.
Master B1/B2 1. Sisto Antonio
Crepaz 1.04.05; 2. Marino
Sal Bersaglio di Pieve, domenica 10 maggio 2009: mostra
dei Trofei di Caccia della Sezione di Livinallongo. Con il
maggior punteggio si è classificato il cervo di 7 anni di
Germano Dorigo.
Gli atleti dello Sci Club Arabba
Dorigo 1.04.81; 3. Roberto
Crepaz 1.05.61. Master A4 1.
Bruno Crepaz 57.22; 2. Sisto
Crepaz 1.00.09; 3. Clemente
Roberto 1.01.88. Master A3. 1.
Mario Delmonego 54.14; 2. Rinaldo Costa; 3. Lorenzo Pellegrini 58.26. Master A2. 1. Roberto Delazzer 56.11; 2.
Massimo Crepaz 58.12; 3. Doriano Fersuoch 1.05.74.
Master A1. 1. Gianni Crepaz
1.00.37. Senior F. 1. Tania
Crepaz 59.04; Daniela Crepaz
1.11.71. Senior M. 1. Alex
Martini 50.41; 2. Giuliano Palla
51.69; 3. Fabio Palla 53.14.
Snowboards F. 1. Crepaz
Miriam 1.36.34. Snowboards
M. 1. Piertomaso Denicolò
1.02.68; 2. Mattias Rossi
1.05.79; 3. Loris Federa
1.09.46.
(SoLo)
SCI CLUB ARABBA
Petri nuovo presidente
È Ivan Petri il nuovo presidente dello Sci Club Arabba. Questo
l’esito della votazione in seno al consiglio direttivo appena insediatosi dopo le dimissioni dell’ex presidente Doriano Fersuoch e
di alcuni consiglieri e le polemiche sorte intorno alla nascita in
valle di un altro sci club su iniziativa della Scuola Sci Arabba, il
Centro Agonistico Arabba Fodom. Una brutta pagina che il neo
presidente, e consigliere uscente, vuole lasciarsi in fretta alle
spalle.” Lo Sci Club va avanti con l’attività di sempre. La nostra
parola d’ordine dovrà essere sempre, “dialogo.” Nel nuovo
consiglio siederanno quattro “riconferme”, alcuni “ex” ma
anche nomi nuovi. Tra questi Andrea Crepaz (vicepresidente),
Sandro Soratroi e Lorenzo Pellegrini. Inoltre Maurizio Denicolò
(cassiere), Flavio Crepaz (segretario), Damiano Demattia, Nicoletta Busin e Luciana Selle.
Nei giorni scorsi i consiglieri rimasti in carica dell’ormai
vecchio direttivo, hanno indetto una riunione con i genitori degli
atleti attualmente iscritti allo sci club e di quelli “potenziali”,
proprio per parlare della situazione venutasi a creare dopo il
“patatrac” delle ultime settimane. L’intento era ovviamente
quello di capire se ci sono ancora i numeri, ovvero ragazzi iscritti,
per far continuare l’attività del sodalizio. “Lo Sci Club Arabba ha spiegato l’ex vicepresidente Roberto Delazzer - sarà sempre
portato avanti da genitori e volontari interessati al bene dei
nostri ragazzi, perché così è stato da 70 anni in qua, ovvero dalla
sua fondazione. Soprattutto - ha poi sottolineato - sarà sempre
un’attività senza scopo di lucro”.
“L’attuale consiglio - ha proseguito - non ha mai chiuso le
porte alla scuola sci. Cosa che invece i maestri hanno usato
come alibi per fondare un nuovo sci club. Ma i timori che ci potesse essere un’emorragia di atleti verso questa nuova realtà
sono stati ben presto spazzati via. Gran parte dei 36 atleti in
forza allo Sci Club Arabba durante l’ultima stagione hanno riconfermato, almeno verbalmente, la loro iscrizione. L’impegno
per il nuovo direttivo sarà perciò quello di trovare nuove adesioni
tra i giovanissimi, le nuove leve da avviare all’attività agonistica.
Sulle cause e le possibili conseguenze della situazione venutasi a
creare tra lo sci club, i consiglieri “dissidenti” e la scuola di sci si è
sviluppata tra i genitori un’ampia discussione. Intanto però Petri
guarda avanti”. “Garantiremo l’attività fatta finora, come ad
esempio le uscite in ghiacciaio e la preparazione presciistica autunnale, con lo stesso numero di allenatori. L’auspicio è che nel
nuovo direttivo i consiglieri lavorino tutti nello stesso senso.
Perché, purtroppo, in quello uscente non è stato così”.
(SoLo)
Tipografia Piave: MD nl: PIEVEL2--0013 nome: GIUGNO 2009 data: 24-07-09 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,09 del 24-07-09 base: B2 col: CMYK
«Le nuove del Pais»
DIARIO DEL Dr. ALOIS VITTUR
a cura dei dr. PAOLO DALLA TORRE e
FRANCO DELTEDESCO
QUINTA PUNTATA
17.V
Ritirata generale dei
“Pelze” con abbandono di
grandi quantità di viveri e munizioni nei boschi vicino all’Hotel Marmolata; Tra i Sassi,
Castello, Franza, Cernadoi,
Andraz - sono di nuovo liberi
da nemici.- una colonna di
muli è stata dispersa da
schrapnell sparati da Corte.Oberleutnant Romagnoli
(ital.) che avanzava con una
pattuglia da Andraz verso
Agai e che si era preso come
guida fino davanti alla nostra
linea Peter Palla di Andraz e
che lo uccise - perché lo aveva
portato dai nostri - è stato
fatto prigioniero, portato a
Corte e poi a Corvara (alle 4-5
del mattino nella cantina del
(Placia?). A Corte stuzzicato
dalle osservazioni ironiche del
Oblt.Zeyer dichiarò: “Non mi
piace qui; voglio andar fuori”.
Colcuc è scomparso come
deposito e punto di raccolta
per il nemico - è stato cannoneggiato e incendiato (6 di
sera).
18.VI.
I 4 abitanti di Davedino
vengono portati a forza in
Italia assieme al loro bestiame. Intenso fuoco di artiglieria su Fedaia.
Molto fuoco di artiglieria
dalla sella del Sief e da Tra i
Sassi contro Falzarego e
Andraz. Verso le 6 del pomeriggio - stavo seduto nel posto
di medicazione assorto sulla
grammatica italiana - improvvisamente ho udito due forti
colpi nella gola del forte e sono
corso immediatamente fuori;
nel corridoio mi venne incontro agitatissimo Oblt.Zeyer dicendo: “Adesso
gliele ho ben date a quella canaglia che istiga quei bravi
ladini!”. Uscii in fretta dal
portone e a circa 20 passi al di
là delle gabbie sulla strada per
gli armamenti vidi in mezzo a
un gruppo di militari il Prof.
Ldsch Claudio Sperandio da
Primiero gravemente ferito e
pieno di sangue per una ferita
trapassante la VIa vertebra
cervicale da dietro verso il lato
sinistro del collo (triangolo
superiore), che giaceva a terra
muto e con le braccia paralizzate. Inoltre presentava una
ferita trapassante le parti
molli al gomito destro e una
ferita di striscio della muscolatura addominale a destra.
Subito dopo aver praticato
una medicazione di emergenza a tutte sei le ferite, vista
la modica perdita di sangue, lo
trasferii al posto per feriti
leggeri a Contrin. Oblt. Zeyer
si informava vivacemente e
più volte sulle condizioni dell’uomo e voleva ordinarmi di
non trasferirlo perché morisse. Durante la notte tutti gli
italiani furono dislocati a
Corvara. - Notizie che la
piccola Else si è ammalata (già
il 24.V)
20.VI.
Gli abitanti di Davedino,
Sotil e Sott in Ghiera vanno
da Livinè, dove si erano trattenuti fino a quel momento,
fuori passando da Corte
Contrin. Schrapnell da Corte
disperdono una colonna di
muli a Campei.
21.VI.
Contemporaneamente al
fuoco di artiglieria verso il
Monte Foppa, Poure e Fedaia
- tiro al contrassegno e esercitazioni con la mitragliatrice
vicino a Ruaz e Laste durate
alcuni giorni. Per il resto solo
reparti di informazione sulla
zona del Falzarego e sulla raccolta del 82o Reg.Fanteria a
Valiate.
23.VI.
Ispezione del Obst. von
Sparber - Brigade 51 Corvara:
soddisfatto del posto per feriti
leggeri.
27.VI.
Dispersa una colonna di
muli vicino a Colcuc,
Ciampeie disturbo della costruzione di postazioni nemiche nella zona di
Campei-Col Toron di giorno e
di notte.
24.VI.
Alle 6 1⁄2 del mattino messa
da campo in una conca a
destra di Laste celebrata da
cappellano militare Alverà e
alle 9 a Contrin nel fienile di
Peter Ronc. Fuoco di artiglieria sulle postazioni nemiche sul Col Toron e sul
Padon.
28.VI.
Una pattuglia di alpini ha
saccheggiato negozi e case di
Pieve.- Mentre il decano
Alois Soppla celebrava la
messa nella cappella dell’ospedale i “Pelze” sparavano
attraverso una finestra e la
porta causando un foro nel
corridoio, senza ferire
nessuno. Una pattuglia della
postazione Agai comandata
dal Wmst. Dragoschitz ha seguito i loro movimenti e uno è
stato ferito a morte, uno è riuscito a scappare. Pertichetti
Remo del 59. reg. fant. 8.
comp.è stato ferito al torace
destro e fatto prigioniero
portato a Corte-Contrin. Trasferito il 3 Luglio. Molto diffidente, non disse niente e parlò
solo con la signora Amann.
Aveva in tasca due chiavi dei
nostri armadi e alcune piccolezze del negozio di Martini.
13
29.VI.
Tempo: pioggia invernale neve sulle alture. Su ordine
del Obst.v.Sparber una pattuglia smonta il monumento
della ragazza di Spinges a
Pieve e lo porta a Corvara
dove viene posto nell’angolo
inferiore destro del cimitero.
Avvicendamento dei 81. e
82. reggimenti di fanteria
(Roma) comandati dal colonnello Papa con i 58. e 59. reggimenti di fanteria Calabria
sotto il generale De Bernardi.
Nuovo accampamento sotto
il Nuvolau. Fuoco di artiglieria su Mesola e Monte
Padon. Stdsch.Zf. Devalier
Felix della 4. comp. Stsch.
(batteria S. Leonardo) si allontana senza permesso dal
suo plotone Laste e insegue
Rudolf e Clementina Pellegrini che attraverso gli avamposti andavano a far visita al
loro padre gravemente ammalato. Devalier e le due
persone civili sono arrestate
vicino a Livinè e inviate al tribunale della comb. Divisione
delle truppe Punteria. Devalier viene disarmato e degradato.
30.VI.
Genie Hptm. Schneck, imprudentemente di mattina,
ordina al suo reparto operai di
portare su delle assi per costruire delle postazioni sul Col
di Lana - e le batteria di Moè e
Vagliate
sparano
35
schrapnell e granate - ma
nessuno è stato colpito, solo
un uomo ha subito delle contusioni per caduta sassi. Molta attività di artiglieria e
fanteria a Fedaia. Corte
prende di mira le postazioni
attorno a Mesola, Col Toron e
Davedino. Anche nei giorni
seguenti.
Col di Lana: una
trincea coperta lungo il
Percorso Storico, ottimamente recuperato e
attrezzato, che dalla
cima porta al Dente del
Sief, quindi al Monte
Sief.
Tipografia Piave: MD nl: PIEVEL2--0014 nome: GIUGNO 2009 data: 24-07-09 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,09 del 24-07-09 base: B2 col: CMYK
14
«Le nuove del Pais»
STATISTICA PARROCCHIALE
BATTESIMI
DORIGO MATTEO di Gianpaolo e di Vallazza Marisa, Lasta,
nato a Brunico il 06.12.2008 e battezzato a Pieve il 19.04.2009.
MATRIMONIO
RUSSOTTO Simone e OLIVETTI Rosa, Roma, sposati a
Pieve il 18. 04. 2009.
NOZZE D’ORO
DETOMASO MANUEL di Ezio e di Pezzei Sonia, Brenta, nato ad
Agordo il 02.01.2009 e battezzato a Pieve 26.04.2009.
AGOSTINI ANGELO e FRENA SABINA da Colle S. Lucia hanno
celebrato le nozze d’oro a Villa S. Giuseppe, dove Sabina è ospite.
Auguri vivissimi!
NOZZE DI RUBINO
Fuori Parrocchia
ROSSINI VITTORIA di Andrea e di Trebo Raffaella, Salesei di
sotto, nata a Brunico il 02. 01. 2009 e battezzata a Pieve il 03.05.2009.
LIMARDO LUCA di Claudio e Roilo Lucia, nato a
Como il 25/12/08 e battezzato nella chiesa di Portichetto (CO) il 04/04/09.
DELLEA ROBERTO e GABRIELI FERNANDA, domenica 17
maggio, nella chiesa Decanale di S. Giacomo Maggiore hanno festeggiato i 40 anni di vita matrimoniale. Con loro c’erano i tre figli:
Fabrizio, Simonetta e Anna Maria con le loro famiglie e altri familiari. Non sono mancati gli auguri da parte del parroco e dei partecipanti alla Messa parrocchiale che conoscevano bene gli sposi per
il loro impegno per la chiesa di S. Giuseppe di Digonera. Auguri
rinnovati!
Tipografia Piave: MD nl: PIEVEL2--0015 nome: GIUGNO 2009 data: 24-07-09 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,09 del 24-07-09 base: B2 col: CMYK
«Le nuove del Pais»
15
Quantità di neve caduta
nella stagione invernale 2008-2009
Dati forniti dal Dirigente responsabile del Centro Neve e
Valanghe della Regione Veneto di Arabba, Dr. Francesco
Sommavilla.
Dall’inizio della stagione
fino al 30 aprile cadono complessivamente 726 cm di neve
fresca ad Arabba. Tale sommatoria deriva da tutte le singole
nevicate osservate nel corso
della stagione, certi di questi
episodi sono stati di notevole
importanza, come i due primi
eventi che hanno portato rispettivamente 161 cm e 155
cm. Si tratta di quantità di neve
piuttosto notevoli e addirittura
eccezionali, specie per un
inizio di stagione. Nel resto
della stagione 2008-2009,
senza considerare le singole e
deboli nevicate, si verificano
altri tre episodi di rilievo come
si può vedere sul grafico seguente.
A gennaio una nuova nevicata riesce a depositare 62
cm e nella prima settimana di
febbraio si accumulano altri
119 cm. Ma la stagione nevosa
non finisce lì, riserva infatti altri
due eventi significativi con 68
cm di neve ai primi di marzo e
39 cm a fine mese. In aprile
nevica altre due volte, ma si
tratta di nevicate di minore
entità che chiudono la stagione.
Le condizione nivologiche
osservate ai Monti Alti di Ornella per quanto riguarda la
sommatoria nivale è pressoché
identica a quella esaminata
sulla stazione di Col di Baldi,
anche se la quantità complessiva di neve misurata è un
po’ inferiore (le misure sono a
volte alterate dal vento che
erode il manto nevoso, il che
non consente di valutare realmente le altezze di neve
fresca). Come per il resto del
territorio dell’alta montagna
Fodom, si registrano numerose
nevicate, di cui 7 di notevole rilievo.
Gli eventi maggiori apportano 136 cm (primo), 118
cm (secondo), ancora 62 cm a
gennaio, 91cm ai primi di febbraio, altri 65 cm a inizio marzo
ai quali si aggiungano 70 cm
alla fine dello stesso mese ed
infine l’ultimo episodio significativo deposita altri 58 cm.
Queste copiose nevicate si aggiungono a numerosi altri
deboli eventi per un totale
complessivo di 819 cm.
SFOGLIANDO
IL LIBRO SINODALE
82. Gesù discende dal
monte e incontra un lebbroso
(Mt. 8,1-5). Toccando un
uomo ritenuto impuro e guarendolo con una sua parola,
Gesù chiede a ciascuno di noi
di uscire dalla propria situazione di paura, di solitudine e
di impotenza per aprirsi al
dono della salvezza che oggi
passa attraverso le mani
della Chiesa.
“Venuta la sera portarono
a Gesù molti indemoniati ed
egli scacciò gli spiriti immondi e guarì tutti i malati
(Mt. 8, 16).
Amati e guariti siamo noi.
Accolti e amati dal Salvatore così come siamo, sentiamo la forza del comandamento nuovo che ci tocca
come battezzati e come comunità: “Su questo abbiamo
conosciuto l’amore: Egli ha
dato la sua vita per noi;
quindi anche noi dobbiamo
dare la vita per i fratelli” (1
Gv. 3,16).
Questa parte comprende
indicazioni e norme che riguardano la vita di comunione, la carità, l’accoglienza,
l’impegno per la giustizia, il
lavoro, la promozione della
nostra terra di montagna con
il rispetto per il creato, la
pace.
EVANGELIZZIONE
E CARITÀ
83. Si testimonia la fede vivendo nell’unità della
Chiesa. La Chiesa vive la
carità come dono di Dio in
Cristo: per annunciare il
Vangelo vanno praticate da
parte di tutti i suoi membri la
fraternità e le opere di carità.
La qualità della vita quotidiana dei cristiani sta nei rapporti fraterni; si evangelizza
Grafici, gentilmente concessi dal Centro Neve e Valanghe della Regione Veneto di Arabba, che rappresentano lo spessore della neve al
suolo: raffronto fra il 1950/1951 e il 2008/2009 ad Andraz e a Cortina.
con la comunione reciproca e
quindi con il servizio, la solidarietà e la condivisione. Abbiamo gli uni verso gli altri e
nei confronti dei più deboli
un unico debito: quello di un
amore vicendevole (Rom.
13,8).
Non sarebbe, questo stile,
la più grande ed efficace presentazione della buona novella del Regno? Ogni attività evangelizzatrice è per
sua natura indirizzata verso
una concreta testimonianza
della carità e in ogni azione di
carità resa evidente la sua
identità profonda di manifestazione dell’amore stesso di
Dio: il Vangelo di Gesù è servizio di carità e la vera carità è
il dono del Vangelo.
LA CARITÀ ANIMA
LA PASTORALE
84. L’unione fraterna riguarda anche la relazione tra
le diverse realtà ecclesiali: la
pastorale sinodale non è un
accorgimento organizzativo,
ma costituisce l’esigenza necessaria della carità. Spetta ai
pastori avere chiarezza e sol-
lecitudine nel comporre la diversità delle presenze e delle
collaborazioni, servendosi
dei consigli pastorali, ma soprattutto della formazione
alla carità e della promozione
di scambi personali.
CENTRALITÀ DELLA
PERSONA E SERVIZIO
DEI PASTORI
85. Nel promuovere accoglienza e carità-anche secondo la sintesi tradizionale
che il Catechismo della
Chiesa cattolica ripropone
nelle “opere di misericordia
spirituale e corporale” - la comunità cristiana anzitutto
pone al centro la persona umana nella sua dignità
di figlio di Dio e cerca una
sapiente lettura delle esigenze di famiglie e persone.
I pastori hanno la possibilità di conoscere le concrete
forme di povertà anche nascoste e di incontrarle con discrezione e delicatezza. Il
loro ministero li porta a presiedere la carità all’interno
della Chiesa.
Tipografia Piave: MD nl: PIEVEL2--0016 nome: GIUGNO 2009 data: 24-07-09 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,09 del 24-07-09 base: B2 col: CMYK
16
«Le nuove del Pais»
Le guerre di “Tato de Luca”
Sabato 18 aprile, nella sala
Taulac a Pieve di Livinallongo, è
stata presentata la nuova pubblicazione edita dall’Istitut Cultural
Ladin Cèsa de Jan dal titolo “Le
mie guerre 1915 - 1918; 1940 1945”. Il libro, curato dalla studiosa Luciana Palla, è il terzo
della collana “Ladins da Souramont”, curata dall’Istituto
ladino dei tre comuni ladini di Livinallongo. Cortina e Colle S.
Lucia.
Si tratta del diario di guerra di
Valentino Daberto, a Fodom conosciuto come “Tato de Luca”.
Un diario particolare, forse
unico, perché raccoglie ricordi,
sensazioni ed emozioni di un
ladino che ha combattuto ben
due guerre vestendo le divise di
tre diversi eserciti. “I soldati
scrivono molto durante la
guerra”, ha spiegato Luciana
Palla durante la presentazione.“Soprattutto con i famigliari.
Scrivono con un lapis su un
piccolo quaderno a quadri che gli
viene fornito sotto le armi. È un
modo per rimanere lucidi nella
follia degli eventi che stanno vivendo e mantenere un contatto
con la realtà del mondo
“normale”. Molti soldati furono
infatti reclutati poco più che adolescenti ed in molti di loro, quelle
esperienze segneranno per
sempre la vita. “Tato de Luca”,
continua la Palla, ”scrive perché
queste sue memorie vengano un
giorno lette, specialmente dai
suoi paesani. No si firma mai con
il soprannome che aveva in valle,
ma sempre con il suo nome di
battesimo”. Dai manoscritti originali, si capisce che Valentino ha
elaborato in seguito, forse già in
avanzata età, i suoi scritti.
Nella pubblicazione sono stati
mantenuti i testi originali, anche
quando la forma o la sintassi non
erano corretti. Un modo per
rendere ancora più viva, vera e
sentita la lettura.
Durante la presentazione, la
curatrice della pubblicazione ha
percorso brevemente, leggendo
brani tratti dal diario e con l’ausilio della proiezione di foto storiche, le varie vicende ed il percorso “bellico” di Valentino
Daberto, sballottato su più fronti,
dal Carso a quello “di casa” sulle
montagne sopra Arabba. E poi il
Pasubio, Caporetto ed infine la
malattia che gli permette di trascorrere gli ultimi mesi di guerra
in un ospedale militare in Austria.
Nella primavera del 1918 Valentino ritorna alla sua frazione di
Castello, dove trova il paese distrutto. Vorrebbe andare via, ma
alla fine rimane insieme alla sua
famiglia. I primi mesi furono duri.
I soldati ex austro - ungarici
erano considerati prigionieri e
come tali venivano trattati dalla
subentrata autorità italiana,
nonché derisi e sbeffeggiati dai
“vicini di casa” dei limitrofi
comuni agordini. Il 6 giugno
1940, con suo gran stupore, (“al
primo momento mi pareva cosa
ridicola, essendo che avevo 44
anni” scriverà lui stesso nel
diario) viene richiamato sotto le
armi ed inviato nell’isola croata di
Creso. Da lì inizierà un nuovo
pellegrinare tra vari fronti, prima
con la divisa italiana e poi con
quella nazista.
Alla fine della guerra si troverà
in Ucraina, da dove ritornerà
dopo un viaggio avventuroso.
“Valentino, ha concluso Luciana Palla dopo aver ringraziato i
parenti dell’autore per gli scritti
ed il materiale fotografico messo
a disposizione, visse di persona la
condizione dei Ladini nella
La numerosa cerchia di familiari e parenti presenti nella sala al Bersaglio in occasione della presentazione del libro “Le mie guerre”.
prima metà del novecento. Popolazione di confine, asservita di
volta in volta a potenze diverse,
senza considerazione della sua
identità”.
(SoLo)
SAN PAOLO 2000 ANNI DOPO:
LUCE DELLE GENTI
L’eredità di S. Paolo: “la
buona battaglia” adesso tocca a
noi.
La storia ormai bi-millenaria
della presenza del cristianesimo ci porta a volte a dimenticare le vicende della sua
prima diffusione, quel prodigioso dilatarsi della buona notizia del Signore Gesù morto e
risorto, a partire da Gerusalemme e dalla Galilea fino al
cuore dell’impero romano.
Così diamo per scontate le
radici cristiane del nostro continente e riconosciamo senza
eccessiva fatica il contributo
determinante che la fede cristiana e il comportamento quotidiano dei discepoli di Gesù di
Nazareth hanno offerto nel
corso dei secoli all’edificarsi e
al definirsi del continente europeo. Ma siamo tentati di dimenticare i primi passi di
questa “corsa della Parola di
Dio”, rimuoviamo più o meno
inconsciamente il dato che
intere regioni del bacino mediterraneo, che avevano conosciuto e abbracciato la fede cri-
stiana nell’età apostolica, si
ritrovano oggi con sparute presenze cristiane, legate a rare vestigia di un passato che appare
non più riproponibile ai nostri
giorni. Che ne è delle sette
Chiese dell’Apocalisse o della
Tarso nativa di Paolo, cosa
resta di Antiochia, sede della
prima cattedra petrina o dei
luoghi dei primi concili ecumenici come Nicea e Calcedonia; dov’è il pullulare di
fervore cristiano, di dibattito
teologico, di presenze monastiche che caratterizzavano la
Cappadocia?
E ancora: come vivono oggi
le più o meno esigue minoranze cristiane nella regione di
Damasco, testimone della rivelazione del Signore Gesù al fariseo Saulo, o nelle agostiniane
Ippona e Tagaste, o in quella
prodigiosa Alessandria dove la
sapienza di Origene si era innestata...?
Nella ricchezza culturale di
una città che aveva dato la versione greca dell’Antico Testamento e custodito il patrimonio di una biblioteca
ineguagliabile? Sì, in quella a
volte stanca consuetudine con
cui ci diciamo e sentiamo appartenenti a una terra “cristiana”, finiamo per scordarci
che nulla di tutto ciò è scontato,
che non vi è nessuna garanzia
che le vicende storiche che
hanno segnato quanti ci hanno
preceduti nel cammino della
fede possano ripetersi anche ai
giorni nostri o in quelli delle generazioni che verranno. Davvero la trasmissione della fede
riposa sulla fragile testimonianza, di uomini e donne semplici, guidati dall Spirito e ali-
mentati dal cibo della Parola e
dell’Eucarestia, ma anche
esposti ai rovesci di eventi più
grandi di loro: l’esile filo rosso
tessuto da quanti hanno camminato dietro a Gesù sulle
strade di Galilea e poi dipanatosi negli scritti neotestamentari e giunto fino a noi è affidato alle mani e al cuore di
generazioni di cristiani “ordinari”, di eroi del quotidiano,
di oscuri testimoni della speranza.
Ripercorrere il cammino
apostolico compito dall’infaticabile san Paolo, nell’anno a
lui dedicato che sta per finire,
può significare allora riandare
ai fondamenti della nostra fede e fare memoria non solo di
questo “gigante” del pensiero e
del vissuto cristiano, ma anche
di quella miriade di battezzati
che ci ha preceduto e ora ci attendono, di quanti hanno
saputo mostrare anche fino al
martirio che vale la pena vivere
e morire per Cristo.
Commemorare, allora, non
sarà banale nostalgia di una
mitica stagione delle origini, né
curiosità archeologica, ma autentica esperienza di fede,
azione di grazie per quanto il
Signore ci ha dato di vivere e di
sperimentare: “la corsa della
Parola” avviata da Paolo: La
”buona battaglia”, la conservazione e la trasmissione della
fede dipende anche da noi, qui
e oggi, e dal nostro agire quotidiano teso a una conformità
sempre maggiore al vivere e all’agire di Gesù, passato in
mezzo agli uomini facendo del
bene.
Enzo Bianchi
(priore della
comunità di Bose)
Tipografia Piave: MD nl: PIEVEL2--0017 nome: GIUGNO 2009 data: 24-07-09 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,09 del 24-07-09 base: B2 col: CMYK
«Le nuove del Pais»
La Bánda da Fodom regoi
batimáns sul Lièch Maiou
L’à tout pèrt a n’encontada co le Filarmoniche de Gemonio, Laveno e Caravate
(Bánda da Fodom) Suzess e
gragn batimán per la Bánda da
Fodom, mpegnada dal 24 al 26 de
auril nte na trasferta, la pruma coscita dalonc, a Caravate sul Lièch
Maiou. L’ocajion de chëst viade
l’é stada chëla de contracambié
la vijita fata da la bánda del luoch,
la Filarmonica Caravatese, ntel
2005, cánche l’ava soné sa na
Rèba l di davánt de tò pèrt a la
“Festa de Ra Bandes” a Cortina.
Ntel grop sona l Francesco e l
Luca Pellegrini, fioi del prescident de la Bánda da Fodom,
Nani. E l è ste proprio grazie al
gran laour organizatif del Luca
che per nuosc jovegn sonadous à
podù se realizé sta bela ocajion de
jì a soné fòravia. A la Bánda s’à
njonté ence nvalgugn genitori.
La bela clapada l’é piada via l
vender davòmesdì a la outa de
Caravate, ulàche l’é ruada ntourn
sëra per ciapé albièrch ntel
convent dei Frati Passionisc. L di
davò dadomán, co l ciel che lasciáva passé chèlche ona de sorogle davò na not de ploia, dut l
grop l à podù jì a vijitè l bel e carateristich eremo de S.Caterina del
Sasso, fat su a pingolón ntra le
crëpe soura la ièga, ntel pòst
ulàche l liech l è plu sot (l fonz l
rua a 400 metri). Davò na vijita a
la bela picola capela, ulàche se
veiga sul tët l busc del sass tomé
jù ntánt na Mëssa, e che demè per
miracol no l à fat mòrc (da chilò l
inom del eremo), l è ste ora de se
mbarché, passé via le chiete
ièghe del lièch e e rué su la bela
picola “Isola dei pescatori”. L
temp de na marëna fòra de
rucsòch e po’ su ndavò su na
barca per na picola traversada fin
a “L’isola bella”, na picola pièra
de belëza, de proprieté del
prinzipe Borromeo. Chilò no
podëva mancé na vijita al palaz e
ai giardini, ntel plen de la floridura. N spetacol de la natura,
con animèi e plánte de ògni sòrt.
Nuova traversada del lièch per
rué a Laveno e via a cëna ntel oratorio de Leggiuno. Da le nuof l
étoché a la Filarmonica Caravatese, giourì con cater tòc l
conzèrt che l è ste tignù ntel sèlf
“Domus Pacis”. La Bánda da
Fodom, sot la bachëta de la
maestra Laura Argenta, la s’à
prejenté co nen valgune sonade
de chële plu mpegnative de suo
repertòr che à ncanté l publico,
scialdi trop, prejent nte sala. L
conzèrt l s’à fenì via co la
“Marcia del Lago Maggiore”,
sonada auna da dute doi le bánde.
L aprezament per nuosc sonadous l é ste confermé ence da le
parole del prejentadou e del Capocomun de Leggiuno, Adriano
Costantini, che al prescident de la
Bánda da Fodom l à consigné
ence n bel ricordo de la sëra. La
domënia l temp no l à plu daidé e
coscita l é sauté l pico conzèrt
pervedù davò Mëssa e la sfilada
davòmesdì, mpruma del conzèrt
auna co le Filarmoniche de Gemonio, Laveno e Caravate. La
manifestazion l’é stada tignuda
coscita nte la strutura curida
soura i ciámp da tennis. L’é stada
na bela rassegna de mujica per
bánde, ulàche ogni grop à prejenté n repertòr scialdi desferent
un dal auter, che à spazié dai tòc
plu classizi a chi de mujica rock e
da film. Ma i batimáns plu gragn
e l “standig ovations” i è stèi resservei duc per la Bánda da
Fodom, che l’à prejenté, tra l
auter, nvalgune bele marce de la
17
tradizion tiroleje, come “Mein
Heimatland” (melodia de Ulà
che che la Marmolada), che duc i
genitori dei tosac à cianté ntánt
che l publico acompagnáva co le
mán. L final, ncora nviade, co la
Marcia del Lago Maggiore, soné
da dute le bánde auna. Come da
tradizion a la fin del conzèrt l é ste
consigné i ricordi de la manifestazion a ogni grop a la prejenza,
tra l auter, del Capocomun de Caravate Daniela Carla Mendozza,
che l’à bu parole de aprezament
per la preparazion dei jovegn sonadous da Fodom. La Bánda l’à
scinché nveze nvalgugn bièi
codèi depenc e fac su con ciòf,
trop aprezèi come simbol de
nòsta cultura e tradizion. L diretif
e i tosac de la muijica da Fodom i
disc suo bel Diovelpaie al Luca
Pellegrini, a duc i volontars che à
laoré per l’organizazion, a chi
che lavìa à njigné marëne e cëne e
a l’Union dei Ladins per l contribut conzedù per chësta trasferta.
(SoLo)
Duc auna al santuar de S. Caterina del Sasso.
TESTIMONIANZA
Da duro razzista
a cristiano
Joseph Pearce, 47 anni, inglese, trapiantato in Florida,
dove insegna all’Università,
autore di diversi saggi e libri
su grandi scrittori cristiani.
Ora racconta il suo iter esistenziale che l’ha trasformato
da violento estremista di
destra a cantore della fede cristiana e della sua bellezza.
Così scrive: “Sono cresciuto
in un quartiere povero a est di
Londra... A 15 anni mi sono
iscritto al Nazional Front per
combattere gli immigrati indiani e pakistani e rimpatriarli. La mia vita era vuota e
violenta; mi sono riempito la
testa con una ideologia razzista. Disprezzavo anche il
cattolicesimo che sembrava
complice di questa immigrazione. Nel 1978, avevo 17
anni, partecipai alle violenze
contro i cattolici dell’Ulster.
Nel 1982, per la pubblicazione
Joseph Pearce.
di materiale che incitava all’odio razziale, fui condannato
a 6 mesi di prigionia e poi
ancora 20 mesi di prigione. Ho
compiuto i 22 e 23 anni dietro
le sbarre. Facevo parte della
“Gioventù sventurata...”
quando incontrai un prete che
mi aiutò a ragionare ed entrare in me stesso. Mi consigliò di leggere qualche libro
del grande scrittore Chesterton. Mi misi a leggerli...
Che sorpresa per me scoprire
che si trattava di un libro di un
uomo saggio, logico, cattolico!
A poco a poco, i miei pregiudizi
sulla Chiesa sono scomparsi.
Da allora ho capito la Chiesa
come è, e non come i suoi
nemici affermano che sia. Cominciai a divorare tutto
quello che mi capitava in
mano di Chesterton... Lessi
anche “Il Signore degli Anelli”
e mi resi conto della sua bontà,
della sua oggettiva morale e
della bellezza di cui era intessuto. Così ho capito che ero
un uomo ormai cambiato...
avevo altre idee, altre logiche
e un’altra visione della vita:
ero diventato cristiano.
D. È facile” convertirsi”
al cristianesimo oggi?
R. No, perché bisogna saper
pensare e confrontarsi, leggere molto...Ci troviamo a
vivere un’epoca ignorante dal
punto di vista teologico e filosofico. In questo contesto
simile, il cammino verso Cri-
sto mediante la ragione è difficile, perché, detto francamente, non è stato insegnato
loro come pensare. Oggi il
cammino della ragione è
bloccato da una ignoranza insormontabile e da tanti pregiudizi. Solo la bellezza, l’arte,
la musica possono salvare
l’uomo...
D. È pessimista o ottimista sul
futuro del cristianesimo?
R. Il cristianesimo sopravvivrà di certo alla fine del
mondo, ma non sono sicuro se
ciò avverrà anche in Europa,
secolarizzata com’è. Mi sembra che troppi europei siano
diventati dei “narcisisti”, ossessionati di se stessi: pensano solo al proprio interesse e
non sono aperti alla vita, ai
bambini, ai valori che sono
racchiusi nel Vangelo. Una
cultura simile non può sopravvivere...fino a quando
non faccia mea culpa e ritorni
a Cristo e alla sua Chiesa.
Tipografia Piave: MD nl: PIEVEL2--0018 nome: GIUGNO 2009 data: 24-07-09 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,09 del 24-07-09 base: B2 col: CMYK
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«Le nuove del Pais»
Un’esperienza “antartica”
Un bel giorno mi chiedono:
andresti in Antartide per proseguire parte di un progetto di ricerca iniziato qualche anno fa?
Ho un tuffo al cuore... anche a
piedi dico a me stesso... sempre
che mia moglie sia d’accordo...
si tratta di 40 giorni... Lei comprende l’importanza dell’esperienza, accetta. Detto, fatto,
dopo le approfondite visite mediche a Milano, due settimane di
corso di addestramento sull’Appennino emiliano e sul Monte
Bianco, il 10 novembre si parte.
Venezia, Francoforte, dove incontro il mio compagno di
viaggio e capo progetto Giovanni Macelloni, del CNR, scalo
tecnico a Singapore, Sidney,
Christchurch (Nuova Zelanda).
Dopo 20 ore di volo scopro
che, oltre a non esserci tutto il
mio equipaggiamento antartico, che mi sarebbe giunto
via nave in ritardo, hanno
smarrito il bagaglio personale:
qui inizia veramente male... A
tarda notte lo recupero in aeroporto, un colpo di fortuna; una
giornata di riposo visitando
Christchurch e all’alba seguente
imbarco su un aereo militare
americano, destinazione base
americana di Mc Murdo.
Sceso dall’aereo, percepisco
immediatamente l’attrazione
fatale del continente antartico.
Lì attendo 4 ore e nuovo imbarco su un DC3 canadese verso
la mèta finale, base italofrancese di Concordia-Dome C,
3200 m s.l.m., dove arrivo, accolto calorosamente, il 14 Novembre. Finalmente vedo con i
miei occhi la duplice torre, calpesto il plateau antartico, scruto
l’orizzonte,... il nulla,... L’altitudine causa insonnia e un po’
di mal di testa, ma dopo un
giorno tutto è passato, pronto a
lavorare: comincio ad osservare la neve e installare lo
strumento che dovrà restare lì
per un anno.
L’influenza, arrivata con noi
in aereo, colpisce più di metà
della popolazione della base,
per fortuna i miei anticorpi sono
più forti, la scampo e continuo
nel mio lavoro. Il freddo si fa a
tratti sentire, siamo attorno a
-40o C, quando va bene a -30o C,
ma il vento la fa da padrone aumentando la sensazione di
freddo; stupidamente rimango
10 minuti senza maschera facciale, fatta artigianalmente con
pelliccia di opossum, mammifero marsupiale, il naso inizia
a congelare.
Il clima umano a Concordia è
speciale, la cucina ottima, conosco nuove persone, si lavora
insieme, si scambiano idee, si
guarda qualche film in DVD, le
giornate passano rapidamente,
ma la sera, prima di addormentarmi, altri pensieri più profondi
percorrono la mente: la desolazione del plateau antartico,
sconcertante e affascinante allo
stesso tempo, l’incredibile potenza dell’intelligenza e capacità umana e la contemporanea
pochezza,
se
commisurata alla vastità dei
ghiacci e all’ineluttabilità degli
eventi, il timore del giorno dopo
e il ricorso alla preghiera, ma soprattutto l’immagine di Elsa,
Matte e Ale.
Lo scrivere e il telefono mi
aiuta a farli sentire più vicini e
anche i ragazzi delle scuole
medie, con cui interloquisco via
mail, avvicinano Fodom a
Dome C. Il lavoro continua, pur
ritardato a causa del vento, si
avvicina il momento di iniziare i
rilievi estensivi del manto
nevoso; con il gatto delle nevi ci
allontaniamo sette chilometri
dalla base, circondati da neve e
dal nulla...
In collaborazione con un
gruppo di francesi, io e Giovanni scaviamo una trincea
profonda 5 metri, lì sotto la neve
ha una temperatura di -57o C;
nella buca gli occhiali si appannano, l’aria umida esalata
dai miei polmoni congela sulla
barba, le mani e i piedi si lamentano, ma ancora una volta
mi stupisco di come la mente
umana sia forte: volere è potere,
nulla di più vero in condizioni
estreme. Oramai è giunto il 13
dicembre, giorno della partenza
verso la base costiera francese di
Dumont D’Urville; so che lì
dovrò aspettare il ritardato
arrivo della nave che mi condurrà in Tasmania.
Le temperature sulla costa
sono attorno a 0o C, si gira in maglietta. La nave partirà da lì il 23
dicembre; il tempo non passa
mai, ma tutto ciò è ripagato
dalla più incredibile delle esperienze: 4 ore ad osservare la colonia di pinguini imperatore
nella Baia degli Imperatori, una
cosa mai vista, indescrivibile,
indimenticabile. È il 23 dicembre, alle 17.00 si parte;
alcune ore di mare calmo, di andatura lenta fra gli iceberg e poi
via nel mare antartico.
La piccola nave Astrolabe è
minuscola, sballottata su e giù, a
destra e sinistra dal sempre
maggiore moto ondoso. Alcuni
miei compagni di viaggio non ci
fanno caso, mangiano e bevono
normalmente, altri stanno male, non riescono né a bere né a
mangiare, devono ricorrere alle
flebo, io qualche cosa mangio,
non posso lamentarmi, poteva
andare peggio... Dopo 5 giorni
di navigazione si intravede una
luce, è il porto di Hobart; siamo
arrivati, finalmente...
Il mattino seguente sbarchiamo, ho molta fame, a mezzogiorno divoro una bistecca gigantesca, ci voleva,... la sera
faccio il bis. Andiamo a dormire,
il giorno dopo ci aspetta il
viaggio di ritorno; dopo 26 ore, è
il 31 dicembre, posso riabbracciare Elsa, Matte e Ale.
Andrea Crepaz
Gita catechistica 2009
Il 2 giugno si è svolta la tradizionale gita catechistica organizzata a don Vito di Arabba. La meta era il
Santuario di santa Maria Luggau in Austria seguita poi dalla visita al Wildpark “parco faunistico” con
animali di montagna. Nella foto vediamo l’intero gruppo dei cento gitanti.
È la foto di un cartellone
riempito dai ragazzi del catechismo durante la Quaresima. Rappresenta una
spiga con cinque piccole
spighe per indicare le cinque
domeniche di Quaresima, che
sono state riempite con tanti
piccoli semi dai ragazzi ogni
volta che partecipavano alla
Messa festiva. Le catechiste,
oltre all’impegno nel fare catechismo, ci mettono un po’ di
fantasia per portare i bambini
e ragazzi a vivere la vita cristiana.
Tipografia Piave: MD nl: PIEVEL2--0019 nome: GIUGNO 2009 data: 24-07-09 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,09 del 24-07-09 base: B2 col: CMYK
«Le nuove del Pais»
Fotocronaca di una giornata splendida
Corte, Madonna della Neve
Il Santuario della Madonna della neve, consacrato il 5 agosto 1607, poi distrutto il 19 maggio 1915
e successivamente ricostruito come è oggi.
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Tipografia Piave: MD nl: PIEVEL2--0020 nome: GIUGNO 2009 data: 24-07-09 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,09 del 24-07-09 base: B2 col: CMYK
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«Le nuove del Pais»
Parrocchia di Colle S. Lucia
Il Sacramento della Riconciliazione
Ci presentiamo: siamo i 6
bambini di Colle S. Lucia che
quest’anno ci siamo preparati
per la prima confessione.
● Io mi chiamo Emanuele, la
prima lezione che ho fatto
con don Sergio per la preparazione ero molto emozionato; e ho pensato che
dopo la confessione, il mio
cuore sarebbe stato più
pulito.
● Mi chiamo Tommaso, il percorso alla preparazione mi è
piaciuto molto con don
Sergio perché è un tipo allegro e scherzoso.
● Mi chiamo Marianna, nel periodo della Quaresima abbiamo iniziato la preparazione alla prima confessione
ed è stato molto bello. Il 28
marzo siamo stati invitati
dalle suore a S. Giovanni, per
il ritiro spirituale ed è stato
●
●
piacevole perché oltre alla
preghiera abbiamo cantato e
alla fine abbiamo fatto merenda con la torta fatta dalla
nostra catechista. E il giorno
della prima confessione ero
molto emozionata.
Mi chiamo Michela, il giorno
della mia prima confessione è
stato un giorno molto bello
perché finalmente dopo
tanto tempo ho potuto confessare a Gesù tutti i miei
peccati.
Mi chiamo Riccardo, mi è piaciuta molto la preparazione
per la prima confessione, in
particolare il ritiro a S. Giovanni con le suore, perché
oltre a noi c’erano i compagni
di classe di Selva e abbiamo
cantato tutti assieme. E la domenica delle Palme di pomeriggio abbiamo fatto la prima
confessione quando sono
Dal mondo della scuola...
Mercoledì 3 giugno si è svolta la nostra festa di fine
anno.
In questa occasione è stato presentato il libretto “La mia
amica acqua” per la realizzazione del quale abbiamo lavorato per due anni, affrontando vari temi e con l’aiuto di
tanti esperti che vogliamo ringraziare da queste pagine.
Abbiamo imparato molto sul lungo viaggio dell’acqua:
dalle prese, alle vasche di raccolta, all’acquedotto, fino ad
arrivare al depuratore. Abbiamo capito che l’acqua ci dà
energia e che è un bene prezioso che non dobbiamo
sprecare.
Nella festa abbiamo ricordato anche la figura di don Talamini a cui è dedicata la nostra scuola e del quale ricorreva il bicentenario della nascita.
Abbiamo infine salutato il nostro pubblico con alcuni
canti, poesie e brani musicali che abbiamo imparato durante l’anno.
Buone
vacanze
a tutti
e arrivederci
a settembre!
Riccardo nei panni di don Natale Talamini.
Il sacramento della Riconciliazione.
●
salito da don Sergio ero molto
emozionato.
Mi chiamo Giacomo, mi è
piaciuto molto fare la preparazione con don Sergio,
perché ci dava dei compiti da
svolgere. Tutti assieme vogliamo ringraziare don Sergio
e le suoredi S. Giovanni di Livinallongo.
Quale futuro per le
Regole di Colle?
Molti di noi sanno quanti avvicendamenti più o meno positivi si
sono succeduti in questi ultimi anni
nella gestione delle Regole di
Colle e di tutto questo ben poco è
apparso su questo giornale ma se
troverò la giusta ispirazione in
altra occasione proverò a fare un
riassunto informativo di tutti questi
fatti.
In fondo queste sarebbero “Le
nuove del Pais” ma capisco anche
che è più semplice scrivere del
passato che affrontare i problemi
del presente.
Quello che vorrei fare in queste
poche righe è far riflettere su
alcuni aspetti che potrebbero
essere determinanti nel futuro di
questi enti e pertanto è corretto e
opportuno che tutti pensino e riflettano serenamente, per il bene
di tutti, su quale scopo e futuro
possano ancora avere per noi le
Regole.
Che questi Enti riescano a sopravvivere con grandi difficoltà è
opinione di molti e così già diversi
anni fa si è pensato di trovare una
soluzione che potesse migliorare
tale situazione anche perché il vigente Laudo in alcuni aspetti non è
più né attuale né applicabile.
La prima idea è stata quella di
unificare le tre Regole in un unico
Ente per rendere burocraticamente più semplice la gestione
anche perché l’impegno e la professionalità nella gestione diventano sempre maggiori.
La prima cosa su cui dobbiamo
riflettere e trovare una soluzione:
quale scopo hanno oggi di esistere le “Regole” quando la stragrande maggioranza dei Regolieri non beneficia più del territorio
a uso agricolo come nel passato?
Come sfruttare oggi le Regole per
il bene di TUTTI i Regolieri?
Secondo: il purtroppo continuo
invecchiamento e spopolamento
del nostro Paese giustifica ancora
il sostenere in qualsiasi modo l’autonomia delle tre Regole o è più
costruttivo un atto di coraggio
dove l’unione potrebbe essere
l’unica forza per sopravvivere?
Terzo: sia nel primo progetto di
unificazione delle tre Regole che
nella seconda proposta di costituire un Consorzio fra le Regole si è
pensato che le Regole non sono
più beni delle comunioni famigliari ma delle singole persone. È
un cambiamento radicale, sarà
veramente la strada giusta?
Per ora la bozza del Consorzio
delle tre Regole è in esame della
Regione, è un argomento che non
hanno mai affrontato, non conoscono e non hanno esperienza
pertanto speriamo che in qualsiasi
caso ci sia spazio di dialogo.
Concludo dicendo che se anche
le soluzioni non saranno facili e se
è vero che nei nostri Paesi abbiamo poco prima di non avere
più niente qualcosa possiamo
provare a fare e possibilmente
prima che sia troppo tardi.
Roberto Masarei
Tipografia Piave: MD nl: PIEVEL2--0021 nome: GIUGNO 2009 data: 24-07-09 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,09 del 24-07-09 base: B2 col: CMYK
«Le nuove del Pais»
21
Dai Vigili del Fuoco
Volontari
Come tanti altri nostri colleghi anche i Vigili del Fuoco
Volontari di Colle si sono dati
da fare in occasione del terremoto che ha colpito l’Abruzzo.
Alcuni di noi infatti si sono
resi disponibili da subito a recarsi in Abruzzo per dare una
mano.
Dopo soli due giorni dal
terremoto sono partiti Pezzei
Alessandro e Agostini Alberto che hanno lavorato alacremente per posizionare e
mettere in funzionamento la
cucina della colonna mobile
del Comando Provinciale dei
Vigili del Fuoco di Belluno,
gestita, in caso di calamità,
proprio dai Vigili Volontari.
Successivamente sono stati
impegnati Fridolino ed
Enrico Masarei, per dodici
giorni hanno gestito ed organizzato la cucina e la mensa di
tutto il campo sfollati di
Pizzoli, località a 14 km dall’Aquila.
Venivano serviti circa
1.000/1.200 pasti e colazioni
ai terremotati, al personale
della Protezione Civile e ai
Vigili del Fuoco impegnati in
altre attività.
I turni di lavoro erano abbastanza pesanti, si iniziava alle
6 di mattina e si andava avanti
fino alle 24,00 e poi, come tutti
gli sfollati, a dormire in tenda.
Poi Pezzei Alessandro è
stato nuovamente chiamato
alla gestione della cucina da
campo per un altro turno di
due settimane.
Esperienza umana stupenda, per la prima volta ci
trovavamo a lavorare insieme
a tanti altri colleghi per un
unico scopo: rendere meno faticosa possibile la convivenza
della popolazione nella tendopoli che ospitava gente di
tutte le età, dai bambini di un
mese alle perone di 80 anni...
italiani e moltissimi stranieri
che lavoravano ed abitavano
in Abruzzo.
La popolazione sempre
molto cordiale e paziente,
vista la triste situazione in cui
erano costretti a vivere senza
casa e magari anche con il
dolore della perdita di familiari.
Per tutti eravamo “Angeli”
e difatti sono iniziate molte
amicizie e simpatie che continuano tuttora, alcuni di
questi terremotati saranno
presenti nelle nostre località
per qualche giorno a giugno.
Il Sindaco del Comune di
Pizzoli ha inviato al nostro distaccamento una lettera di
ringraziamento che riportiamo di seguito:
Sono onorato di esprimere,
anche a nome dell’Amministrazione Comunale, l’affetto ed il
ringraziamento nei confronti del
personale dei Vigili del Fuoco per
il valore e la professionalità dimostrati meritoriamente nella
tutela dei cittadini e delle infrastrutture del paese.
Un particolare pensiero grato
intendo rivolgerlo a tuti i collaboratori che in maniera encomiabile si sono impegnati nel
fronteggiare l’emergenza conseguente al terremoto che ha colpito
Zizzoli, terra a me particolarmente cara.
Il Sindaco
Geom. Giovannino Anastasio
Sabato 6 giugno, i Vigili del
Fuoco Volontari dei distaccamenti di Colle Santa Lucia e
Selva di Cadore, intervenuti
sulle zone del terremoto in
Abruzzo, sono stati invitati
dalle maestre della scuola primaria di Santa Fosca a raccontare la propria esperienza
vissuta nelle zone terremotate.
Per l’occasione sono state
raccolte e proiettate una serie
I Vigili del Fuoco Volontari in Abruzzo.
I Vigili del Fuoco in visita alla scuola primaria.
di fotografie che documentavano le zone colpite dall’evento, il nostro lavoro svolto
presso le strutture del campo
dove erano accolti i terremotati.
Per i Vigili del Fuoco Volontari
Fridolino e Enrico
Dai Vigili del Fuoco Volontari
Partecipanti alla gita annuale dei Vigili del FuocoVolontari.
Meta della gita annuale dei
Vigili del Fuoco Volontari di
quest’anno è stato il Parco Natura Viva di Bussolengo.
Domenica 10 maggio, di
buon mattino alle 5.30 una nutrita schiera di gitanti, una sessantina tra adulti e bambini, si
è presentata puntuale alla partenza in piazza a Colle con meta,
appunto, Bussolengo, nelle vicinanza del Lago di Garda.
La mattinata passata a passeggio per il Parco Faunistico,il Parco dei Dinosauri e il
Percorso Botanico ha messo a
tutti un certo appetito!
Purtroppo la ricerca del ristorante è stata piuttosto lunga
e difficoltosa fra vicoli,
stradine di campagna e sensi
vietati, ma alla fine il lauto pasto ha ampiamente ricompensato tutti della lunga attesa.
Non contenti, ci siamo di
nuovo spostati al parco per una
visita allo Zoo Safari, impresa
dimostratasi ardua per il
numero enorme di veicoli in
coda all’entrata e lungo il percorso.
Alla fine della giornata, per
chiudere in bellezza, c’è stata
la visita, con degustazione alla
cantina vinicola Costadoro
con stuzzichini e assaggi di
buon vino.
Con la speranza che tutti i
partecipanti si siano divertiti
vi diamo l’appuntamento all’anno prossimo...
Per i Vigili del Fuoco Volontari
Moreno
Tipografia Piave: MD nl: PIEVEL2--0022 nome: GIUGNO 2009 data: 24-07-09 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,09 del 24-07-09 base: B2 col: CMYK
22
«Le nuove del Pais»
Puntuale, anche quest’anno, è
arrivato il mese di giugno con le sue
scadenze che, più o meno, da un
secolo si ripetono per noi: chiusura
dell’anno scolastico, esami accompagnati dalle relative preoccupazioni e tardivi ripensamenti di
certi studenti che durante il corso
dell’anno scolastico non hanno
dato il “top” della loro applicazione allo studio... la gioia della
promozione, la soddisfazione per
le vacanze che sono arrivate... finalmente!!
A proposito di queste, molte
prospettive sono mutate con
l’andare del tempo: chi, tra i più
avanti negli anni, non ricorda le fatiche estive che formavano la variante dell’attività scolastica
durata da ottobre a giugno?
Della scuola tutti abbiamo
portato con noi il fardello di tanti ricordi, per lo più piacevoli, rivisitati
nel trascorrere degli anni e la conquista della maturità.
Abbiamo vivi in noi anche i ricordi che ci hanno trasmesso i
nostri genitori, i nonni di un tempo
lontano che ci affascinavano, ci incuriosivano e ci facevano confrontare le nostre alle loro vicende
scolastiche tanto mutate.
La storia della scuola a Colle ha
origini lontane: nel 1680 il Vescovo di Bressanone affidava ai
Beneficiati l’istruzione dei
bambini con l’obbligo a detti sacerdoti d’impegnarsi ad istruirli
nel leggere e scrivere.
Una volta alla settimana da S.
Martino (11 novembre) a S.
Giorgio (23 aprile) dovevano insegnare la dottrina cristiana.
Ma il faticoso cammino del progredire dell’istituzione scolastica,
anche da noi, prese l’avvio dalla riforma introdotta nel 1774 dall’Imperatrice Maria Teresa d’Austria
che istituì la scuola obbligatoria in
tutto l’Impero, di cui anche noi
eravamo parte (tramite il principato Vescovile di Bressanone).
L’applicazione della legge ebbe
un iter lungo e difficoltoso per
essere attuata e non è competenza
Giugno
mia entrare nei particolari assai
complicati e lunghi che portarono
al raggiungimento di una e vera e
propria organizzazione scolastica
che per Colle fosse considerata
“valida” ed “efficiente”.
Difficoltà? Tante: la dislocazione delle varie frazioni che comporta disagi infiniti per i bambini,
la neve, i pericoli vari delle strade
disagiate, difficoltà delle famiglie
che nella stagione in cui iniziavano
i lavori agricoli avevano necessità
dell’aiuto dei figli più grandecelli...
C’era poi il problema del reperimento dei fondi necessari per dotare i bambini di libri e materiale
necessario alla scuola...
Gli insegnanti avevano una preparazione sommaria dal lato didattico... venivano pagati con cifre
irrisorie (nel 1811 con uno stupendio annuo di 30 fiorini, insegnava a
Colle Giacomo Palla di anni 40 e
assistente, con 16 fiorini all’anno
era Pietro Gaspari di anni 47).
Le materie scolastiche di insegnamento erano: leggere, scrivere,
far di conto, istruzione religiosa.
Da un prospetto dell’epoca sono
riportati i numeri, anno per anno
scolastico dal 1816 - 1817 al 1853
degli alunni.
Numero massimo a Colle:
118 negli anni 1822/1823 e
1836/1837, numero minimo di
alunni nel 1849/1850 con 55.
È del 1837 un documento che riporta un lusinghiero giudizio sul
progresso notevole della situazione scolastica di Colle espresso
da un Ispettore che aveva compiuto
una visita di controllo.
Il nuovo edificio scolastico,
quello che per noi più anziani è
stata la scuola frequentata fino al
1959, fu edificato nel 1831 (non
senza sacrifici e peripezie).
Fu definito, all’epoca, “unico in
tutto il distretto” con due aule, il
migliore nell’intero giudizio.
Ai nostri tempi era divenuto tut-
A SOSTEGNO DELLE
OPERE PARROCCHIALI
Per la PARROCCHIA
Occ. fun. Agostini Caterina,
ff. Luigi e Rita; occ. fun. Crepaz
Giovanni Battista, i familiari;
fam. Dell’Andrea; fam. Kiza di
Agostini Giovanni; Lezuo
Frida; Masarei Lucia; Troi Rita;
Lezuo Marina; Monico Paola;
Colcuc Beniamino, Emilia e fratelli; Barth Erich; Sommavilla
Tita; occ. fun. Piai Giuseppe:
sor. Luigia, sor. Lodovina;
Dariz Filomena (A); occ. Batt.
Moscatelli Riccardo; Colcuc
Maria; Codalonga Guido;
Chizzali Gioconda; fam. Sief
Luigi e Franca; altri...
Per il BOLLETTINO
Lezuo Teresina; Chizzali Aurelio, Battistella Sergio, Chizzali Daniele; Bernardi Pierina;
Agostini Aldo (Augsburg - D);
Pezzei Angelo; Pezzei Barbara;
Barth Erich; Frena Anna Maria
(Cortina); Frena Andrea; Sr. Loretta Frena (BZ); Brancaleone
Renzo e Cecilia; Dariz Albina
(A); Piai Luigia; Piai Lodovina
(D); Piai Lucia; fam. Sief Luigi e
Franca.
Riconoscenti per ogni forma di
collaborazione, beneauguriamo e benediciamo.
Vecchio documento scolastico: pagella del 1918; i voti erano 1, il
massimo, e poi 2, 3, 4, 5 in ordine decrescente. È firmato dal maestro
Giuseppe Colleselli, ricordato dai suoi vecchi scolari come modello
di efficienza, autorità istituzionale, rigore.
t’altra cosa, ... e si rese urgente la
sua sostituzione.
Nel 1960 fu inaugurata la nuova
scuola sorta sul terreno del Parroco
(un orto) mentre il fienile che era
accanto era già stato demolito nel
1916 al tempo della costruzione
della strada (stradone) che congiunge Rucavà a Colle, Selva,
Pescul, ecc...
La demolizione della vecchia
scuola lasciò un ampio spazio
libero che oggi forma la piazza del
paese, movimentata d’estate, vuota durante tanti periodi dell’anno.
La scuola nuova mostra tutt’ora
la sua bella faciata, rinfrescata di
recente da nuovo intonaco, che
Ci ha lasciato
Eravamo abituati a vederlo
quasi tutte le domeniche anche
dopo la partenza di don Riccardo.
Era particolarmente legato
alla nostra comunità e alle
nostre tradizioni che menzionava in ogni suo discorso.
Moltissime le persone che
hanno potuto apprezzare la sua
laboriosità, la sua grande disponibilità e la sua bontà d’animo.
Caro Franco te ne sei andato
troppo in fretta lasciando tutti
noi nello sgomento. Ti ricorderemo con sentimento di gratitudine per il bene che hai voluto
al nostro paese e per l’aiuto prezioso che hai dato in molte occasioni alla nostra parrocchia.
ostenta la bella scritta “Le Scole”,
ma dal 1996 è vuota di scolari che,
da allora, si vedono partire ogni
mattina con lo scuolabus per recarsi a scuola a S. Fosca.
È tristezza, è nostalgia, per
Colle, per noi che ancora abitiamo
qui vedere i bambini che già in
tenera età vengono divelti dalle
vecchie radici Collesi che sono la
base dell’amore per la nostra
Piccola Patria.
In fondo all’anima di chi questa
Piccola Patria ha sempre riconosciuto, sentito e amato rimane un
lumino acceso di speranza: tornerà
la nostra piccola scuola elementare
a dar vita a Colle S. Lucia?
Tipografia Piave: MD nl: PIEVEL2--0023 nome: GIUGNO 2009 data: 24-07-09 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,09 del 24-07-09 base: B2 col: CMYK
«Le nuove del Pais»
Filosofia come back
Nell’ambito della terza edizione del concorso “Il mondo
a colori” ideato da Martina
dell’Osbel e indetto da Radio
Più e “Il Gazzettino”, a
Martino Pezzei, frequentante
il quinto anno del Liceo, è
stato assegnato il primo
premio: una borsa di studio.
La giuria ha giustificato con
la seguente motivazione la
scelta del tema di Martino tra i
nove partecipanti: “Ben costruito, solido nell’argomentazione, presenta delle citazioni appropriate. Lo sguardo
dell’autore si muove in modo
attento tra passato e presente”.
PENSARE.
Un’attività caratteristica
dell’uomo, che lo distingue da
tutte le altre forme di vita (o
perlomeno questa è la nostra
convinzione) e che ne ha delineato il progresso scientifico e
morale attraverso la critica o
l’appoggio al presente o al
passato. PENSARE. Un’attività che sboccia magari contemporaneamente in luoghi
lontani e con scopi diversi, ma
che si pone sempre le stesse fatidiche domande, chi siamo? Da
dove veniamo? La nostra vita
ha uno scopo? Perché esiste il
mondo? C’è qualcosa di fisso
nell’eterno avvicendarsi degli
eventi? Esiste un Principio superiore, più o meno conoscibile?
PENSARE. Una “nuova”
attività vitale che ha avuto nei
Greci i primi estimatori, i cui sapienti parlavano e tenevano le
loro lezioni nelle piazze e sotto i
portici ariosi (da uno di essi, lo
Stoà poikile o portico dipinto,
ebbe origine la filosofia stoica);
non un sapere prettamente riservato a pochi eletti, ma
aperto al dialogo con i cittadini,
con lo scopo di diffondere l’abitudine a pensare.
In seguito, a causa della trasformazione dell’insegnamento da pubblico e peripatetico a privato e rinchiuso
nelle aule e nelle biblioteche, e
quindi da accessibile a tutti a riservato ai ricchi e ai religiosi,
l’abitudine del pensare è
andata scemando.
Non c’era più bisogno di ragionare, ma solo di lavorare; o
per sopravvivere, o per arricchirsi. Un pensare a volte
vivido, ma a volte solo di commento e rilettura dei filosofi
precedenti (Aristotele in
primis) sopravvisse
nelle accademie e più
tardi nelle università,
con qualche leggera
modifica: e Schopenhauer è considerato il
maggior detrattore di
questa filosofia ridotta a
“pensiero a pagamento”, alla prostituzione dell’attività intellettuale. Nei suoi “Pa
rerga e paralipomena” il
filosofo tedesco inserisce un capitolo dal
titolo “Pensare da sé”
nel quale dice che “Soltanto i pensieri fondamentali possiedono Complimenti Martino da tutta la tua
verità e vita poiché sono comunità collese! Ad maiora semper!
Angela
gli unici che possiamo
comprendere a fondo,
realmente e completamente”. qualcosa: essa serve proprio ad
Non ci si deve quindi nutrire di evitare che si facciano dopensieri altrui, ma coltivare i mande come questa. Essa è
amore puro, come dice la
propri.
parola stessa, della conoscenza
Mai come in un XX secolo
in sé e dell’essenza delle cose:
segnato da totalitarismi, guerecco perché tra i vari corsi unire, colonialismo economico e
versitari troviamo filosofia
politico e condizionamenti
della storia, del diritto, della fiideologici con effetti più o
losofia, ecc...
meno deleteri, c’è stato un tale
Ma sono soprattutto i
bisogno di pensare.
giovani ad avere bisogno della
Pensare per capire quello
filosofia: nati in un’epoca di
che è successo, depurando i
crisi mai vista prima dei valori
racconti di parte dalle rimorali (ora sì che si potrebbe
spettive ideologie, per capire
dire “Dio è morto!”), molti
come porsi di fronte ai temi
giovani hanno preferito dedidella bioetica, della politica,
carsi alla dolce vita per poter
per tentare di anticipare gli avgodere al massimo di quei
venimenti (l’antica mantica
“pochi” anni di giovinezza e
degli Stoici). E in un momento
bruciare cervelli ed esistenza
di grave crisi come questo,
con l’alcool, le droghe e il diverpensare per poter vivere
timento sfrenato.
meglio; non per vivere come se
Sono LORO che hanno più
la crisi non esistesse, ma per
bisogno
di imparare a pensare,
vivere riducendo i nostri biper
poter
decidere coscientesogni ed eliminando il sumente
su
quale
strada incamperfluo. Non è importante la
ricchezza materiale, ma la ric- minarsi; da una parte il silenzioso richiamo della coscienza,
chezza del pensiero.
dall’altra le urlanti sirene delPensare per filosofare e filo- l’ambulanza che viaggia verso il
sofare per pensare. Nessuno Pronto Soccorso.
può fare a meno di pensare, ma
per migliorare la qualità (e non
la quantità) del nostro pensiero
Una nuova speranza per
bisogna pensare. Sembra un
Colle: ci dobbiamo concircolo vizioso, ma la filosofia
gratulare con Chiara
non è un vizio: è la più nobile atPezzei che domenica 22
tività umana, consacrata da
marzo ha vinto un premio
Socrate come arte di pensare e
di acconciatura. Il consoprattutto di far pensare (la
corso si è svolto a Sedico e
maieutica tanto cara all’Atevi partecipavano ben tre
niese, per questo bersagliato da
scuole. Lei è riuscita ad otAristofane nella sua commedia
tenere il secondo posto.
“Le nuvole”).
Questa è una buona speLa filosofia è pensiero puro,
ranza per la qualificazione
al di là del tempo e dello spazio.
giovanile del nostro paese.
Se vogliamo iniziare a penComplimenti ancora a
sare seriamente non dobbiamo
Chiara.
chiederci se la filosofia serva a
23
Cari giovani,
nel momento in cui mi accingo a scrivere queste righe, sto
pensando a Voi con un sentimento di grande preoccupazione.
Preoccupazione nel vedervi
non tanto presenti e propositivi
nelle poche, per la verità, forme
di partecipazione democratica
che offre questa nostra comunità.
In maniera forse un po’
troppo provocatoria come generalmente è nel mio stile, vorrei
cercare di capire come negli
spazi vuoti, tanti o pochi che
siano della vostra giornata, possiate trovare il tempo per riflettere e cercare di costruire
nelle forme e nei modi che ritenete più idonei, dei sistemi di
partecipazione attiva alla vita
sociale, culturale e perché no
anche politica della nostra comunità.
Questo invito nasce dalla
consapevolezza che la qualità
della vita in una comunità dipende in primo luogo da chi la
governa, ma anche dal grado di
partecipazione attiva e democratica dei singoli componenti
nelle forme che riteniamo più
adatte per una sua crescita “armoniosa”.
Spesso confrontandomi con i
giovani impegnati nella esperienza amministrativa nella
nostra comunità, ci soffermiamo a ragionare su questi
temi, però ho la netta sensazione
che non sia maturata ancora in
loro questa consapevolezza.
Tanti sono i fattori che
possono ostacolare un costruttivo dialogo e collaborazione:
● le aspettative diverse delle
nuove generazioni;
● i servizi che una comunità fa
fatica a garantirVi;
● la cultura dell’individualismo
che caratterizza la società
moderna;
● la scarsa scolarizzazione che
indebolisce per certi aspetti le
nostre realtà di fronte alla globalizzazione;
● il venir meno di certi valori
fondamentali che nei secoli
hanno caratterizzato la
nostra piccola comunità.
Pensare che questi siano problemi che non Vi toccano, vuol
dire camminare con gli occhi
chiusi e non voler vedere e
prendere coscienza di questo
prima che sia troppo tardi. Basterebbe solo saper coltivare un
➥
Tipografia Piave: MD nl: PIEVEL2--0024 nome: GIUGNO 2009 data: 24-07-09 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,09 del 24-07-09 base: B2 col: CMYK
24
«Le nuove del Pais»
RELAZIONE ATTIVITÀ SVOLTA
ANNO SOCIALE 2008
Signori Soci
Durante l’anno 2008, la nostra
associazione ha svolto la propria
attività nell’ambito dei compiti istituzionali prefissati dallo Statuto al
momento della sua fondazione.
L’Associazione è un punto di riferimento attivo sul territorio comunale di Colle Santa Lucia, per
quanti avessero bisogno, per infortunio o malattia e necessitano
di essere soccorsi e/o trasportati
nella struttura medica di pronto
soccorso più vicina.
In tema di operatività sono stati
eseguiti viaggi a carico dell’ulss 1
per il 63,68% del chilometraggio
totale, ed il restante per i viaggi
extra convenzione a carico di
provati cittadini o d’associazioni
che hanno richiesto il nostro servizio.
Il personale volontario è stato
impegnato in corsi d’aggiornamento tenuti dal personale di
pronto soccorso per fornire a tutti
le nozioni necessarie di primo soccorso e dal personale suem 118
quelle nozioni necessarie per il rilascio annuale della certificazione
per l’uso del defibrillatore semiautomatico.
I volontari sono stati accompagnati alla fiera di Montichiari (BS)
per la fiera del soccorso.
La nostra Associazione continua a far parte del Coordinamento Agordino e Zoldano.
Nel corso del 2008:
1) è stata rinnovata la convenzione con l’ulss 1 Belluno;
2) abbiamo incassato dallo Stato
l’importo di 3.433,46 riguardante il 5 per mille destinato dai
cittadini nelle proprie dichiarazioni. Un risultato soddisfacente
che mette in evidenza la stima dei
cittadini nei confronti dell’Associazione per l’attività svolta;
3) con i soldi ricevuti dal 5 per
mille, abbiamo provveduto all’acContinua dalla pag. 23 /
po’ di quel “sano orgoglio” di
essere appartenente ad una comunità che ha bisogno di voi e
per la quale vi viene chiesto di
dedicargli un po’ del vostro
tempo per aiutarla a progredire.
Il maturare un ideale politico
non è uno scandalo, anzi è il
primo passo verso un impegno
sociale ed un aiuto concreto per
una vera partecipazione democratica alla vita civile.
Quindi partecipazione attiva
in forme diverse per concorrere
a migliorare secondo il vostro
ideale la vita della Vostra comunità di appartenenza.
Non aspettare che qualcuno
ti chiami o ti convochi, in un
piccolo paese come il nostro
nessuno può permettersi di ti-
quisto di un kit di primo soccorso
che è stato consegnato alle famiglie di Colle per un importo pari
ad 5.105,20;
4) abbiamo ricevuto un contributo
da parte di Dolomity Emergency
pari ad 5.000,00;
5) in base alle nuove normative di
sicurezza abbiamo dotato tutti i
volontari di nuove divise a norma
per una spesa parziale di
3.537,52;
6) durante le vacanze di Natale in
concomitanza dell’apertura dei
tesseramenti per il 2009 abbiamo
anche provveduto alla consegna
dei calendari stampati per l’occasione;
7) con l’anno in corso l’Associazione dovrà modificare la gestione amministrativa per la redazione del Bilancio consuntivo, in
quanto la Regione Veneto con delibera n.605 del 10 marzo 2009
ha predisposto e fornito uno
schema di bilancio e la nota introduttiva per l’adozione obbligatoria da parte delle Organizzazioni di Volontariato iscritte al
registro regionale. Lo scopo è
quello di favorire la necessaria trasparenza nella redazione del Bilancio d’esercizio, quale elemento
qualificante per la permanenza
dell’Organizzazione nel registro
regionale.
Passando all’esame del Bilancio consuntivo anno 2008 lo
stesso presenta, sotto l’aspetto finanziario, un avanzo di gestione
pari a 28.606,95 di cui
10.000,00 sono stati depositati in
buoni postali, in c/c 18.125,69
intestato all’Associazione ed i residui 49,89 in cassa contanti
mentre i restanti 431,37 sono disponibili in una carta di credito
prepagata.
Segue il Bilancio Consuntivo
2008.
Il Presidente
Paolino Pezzei
Lettera Sindaco
rarsi indietro o restare indifferente di fronte a queste necessità.
Chiedi tu se qualcuno è disposto a condividere un percorso con te e magari allargarlo
ad altri. Prendi tu concretamente l’iniziativa con coraggio e
quella determinazione di chi ha
deciso di stare a Colle e condividere in pieno senza mezze
misure le difficoltà, i sacrifici
che comporta vivere la quotidianità in questo luogo, ma
anche il piacere e la gioia di esserti fatto parte attiva nel
provare a migliorare queste
condizioni, portando con te per
sempre il ricordo di questa meravigliosa esperienza.
Il vostro Sindaco
Croce Bianca Colle S. Lucia
BILANCIO CONSUNTIVO – ANNO 2008
CONTO CONSUNTIVO ANNO 2008
Fondo Cassa al 31.12.2007
Tesseramenti 2008
Tesseramenti 2009
Contributi volontari
Contributi da enti
Rimborsi km ulss 2007
Rimborsi km ulss 2008
Viaggi extra convenzione
Incassi vari
Interessi attivi c/c banca
A) TOTALE ENTRATE
B) A dedurre uscite
ENTRATE
20.796,87
1.745,00
800,00
118,16
8.433,46
3.500,85
7.918,80
5.411,25
1.098,77
150,88
49.974,04
21.367,09
C) Avanzo di gestione (A-B) di cui
Buoni postali
Cassa
Conto corrente
Carta prepagata
28.606,95
10.000,00
49,89
18.125,69
431,37
28.606,95
USCITE
1.270,00
1.400,00
483,00
1.441,88
37,30
272,98
545,05
12.813,69
783,50
688,80
54,94
102,80
381,84
155,00
936,00
0,31
21.367,09
CONTO CONSUNTIVO ANNO 2008
Assicurazioni
Manut. ordinaria e straordinaria
Assicurazioni RC auto
Acquisto carburante
Spese postali
Cancelleria
Spese amministrative
Spese varie
Bollette telefono e spese telefonino
Attrezzatura ambulanza
Spese gestione c/c bancario e carta
Interessi debitori c/c
Assistenza ambulanza
Quota coordinamento
Rimborso a volontari per trasporto provette
Abbuono passivo su ft. Vallazza Rinaldo
B) TOTALE USCITE
COMUNITÀ IN CAMMINO
BATTESIMI
I tre bambini
battezzati
si presentano
alla comunita.
o
Il 1 giugno 2009 hanno ricevuto il sacramento del Battesimo:
Moscatelli Riccardo, di Walter e Pezzei Cristina, resid. ad Armeno
(NO), n. il 20 marzo.
Manera Gaia, di Marco e Colcuc Sabrina, da Via Varazza, n. il 25
marzo.
Ganz Alessandro Luigi, di Francesco e Gabriela Bakotova, n. a
Oderzo il 31 marzo.
ESEQUIE CRISTIANE
4) Bonata Filomena ved. Bel- 5) Piai Giuseppe, di anni 83, da
lenzier, di anni 93, deceduta a
Costalta, m. a Belluno il 31
Agordo il 22 maggio e sep. a
maggio e sep. a Colle S. Lucia il
Colle S. Lucia il 26.
2 giugno.
Fuori parrocchia:
Suor Lucia Costadedoi, or. da Colle S. Lucia, deceduta il 9 maggio a
Blackburn (UK), dove da più di 40 anni esercitava la sua missione.
Tipografia Piave: MD nl: PIEVEL2--0025 nome: GIUGNO 2009 data: 24-07-09 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,10 del 24-07-09 base: B2 col: CMYK
«Le nuove del Pais»
25
Parrocchia di Arabba
Cuor di Gesù
Il mese di giugno è dedicato
da diversi secoli alla devozione
verso il Cuor di Gesù. Da
quando suor Margherita Maria
ebbe il privilegio di essere scelta
da Gesù stesso perché le fosse
rivelato il grande amore che
Dio ha per le sue creature.
Nel 1673 mentre suor Margherita si trovava in preghiera
davanti al Santissimo, le apparve Gesù, che la invitò a riposare, come Giovanni Evangelista, sul suo petto. Dopo di
che aprì un po’ di lato la sua
veste all’altezza del petto e le
mostrò il suo Cuore trafitto, dicendole: «Questo Cuore
brucia di tanto amore per te e
per tutti gli uomini che non
posso più contenerlo. È necessario perciò che, per mezzo tuo,
sia fatto conoscere a tutti,
sicché tutti siano ricolmi dei
benefici del mio Cuore e siano
preservati dagli eterni supplizi». Poi le chiese di avere il
suo cuore ed ella glielo offrì, e
Gesù lo immerse nella fiamma
del suo Cuore divino: per tutta
la vita suor Margherita conservò la sensazione di quell’attimo divino in cui tutta si infiammò con la stessa fiamma
che ardeva sul Cuore di Gesù.
Non molto tempo dopo le
apparve di nuovo Gesù e questa
volta le mostrò il Cuore così
come spesso siamo abituati a
vederlo rappresentato: cinto
da una corona di spine, sormontato da una croce, mentre
uscivano bagliori di luce dalla
ferita della lancia. Promise ogni
grazia e benedizione a chi
avesse onorato nella propria
casa l’immagine del Cuor di
Gesù, e poi aggiunse: «Ho una
sete ardente di essere onorato
dagli uomini nel Santissimo Sacramento: ma non trovo quasi
nessuno che si adoperi ad estinguere la mia sete e corrisponda
al mio amore».
In un’altra apparizione la
invitò ad accostarsi alla santa
Comunione ben confessata il
primo venerdì di ogni mese, per
nove mesi di seguito, per riparare alle dimenticanze, all’ingratitudine e bestemmie
degli uomini. Aggiunse che gli
era gradito passare almeno
un’ora in preghiera prima di
mezzanotte tra il giovedì e il venerdì, in ricordo dell’orazione
dolorosa di Gesù nell’orto, per
supplire alla mancanza fatta
dagli apostoli.
Ma la Rivelazione più conosciuta e ripresa in assoluto, è
quella del 1675: «Ecco quel
Cuore che tanto ha amato gli
uomini da non risparmiare
nulla fino al sacrificio supremo
senza limiti e senza riserve, per
dimostrare il suo amore.
La maggior parte di essi però
mi ricambia con l’ingratitudine, che manifestano con irriverenze, sacrilegi e con l’indifferenza e il disprezzo verso di
me in questo Sacramento
d’amore. Ma ciò che maggiormente mi affligge è il vedermi
trattato così anche da cuori a
me consacrati. Perciò ti chiedo
che il venerdì dopo il Corpus
L’immagine
del Sacro
Cuore di Gesù
del Duomo di
Bolzano,
davanti al
quale il Tirolo
intero si
consacrò per
avere salvezza
dai nemici
visibili e dal
Nemico
invisibile.
Domini, sia celebrata la festa
per rendere culto al mio Cuore.
In quel giorno i fedeli si accosteranno alla Comunione e insieme faranno una riparazione
per onorare il mio Cuore e compensare gli oltraggi recati al
Santissimo Sacramento nei
giorni in cui era esposto all’adorazione del popolo. Ti prometto che il mio Cuore effonderà abbondanza di grazie
divine su coloro che gli renderanno quest’onore e faranno sì
che anche altri glielo
rendano».
La festa, e la devozione verso
il Cuore di Gesù, era tenuta in
altissima considerazione nelle
nostre famiglie, nelle nostre
case e in paese. Basti pensare
che non esiste stua in Fodom
che non custodisca un’immagine del Cuor di Gesù. Solo
le case moderne non possiedono questo grande tesoro
di grazie! Davanti all’immagine
del Cuor di Gesù e del Cuore
Immacolato di Maria (di solito
uno per parte del grande crocifisso della stua) la famiglia si
raccoglieva in preghiera e lì si
chiedeva aiuto e consiglio a Dio
per le decisioni importanti
della vita.
Moltissime erano le famiglie
al completo che si accostavano
alla confessione e alla Comunione il primo venerdì del
Mese, obbedienti alla volontà
di Gesù, e desiderosi di arrivare
un giorno in Cielo.
Esistono Nazioni e terre consacrate al Cuore di Gesù. Tra
queste non possiamo dimenticare la Terra del Tirolo, che
con voto solenne più di due
secoli orsono, nel Duomo di
Bolzano si consacrò per sempre
al Cuore di Gesù per essere liberato dai nemici presenti e
futuri.
A quella consacrazione erano comprese anche le nostre
vallate ladine, che del Tirolo
han sempre fatto parte. Per
questa ragione l’immagine del
Cuor di Gesù è tanto diffusa,
nelle case, nei fienili, sulle
tombe in cimitero. Per questo si
accedono i fuochi in suo onore
la sera della festa del Sacro
Cuore. Si tiene la processione
col Santissimo Sacramento e la
statua del Cuor di Gesù, otto
giorni dopo quella del Corpus
Domini... ma, per adempiere
alla promessa e al voto, manca
la parte più importante: confessione, devozione, pentimento,
consacrazione e Comunione.
Altrimenti la devozione e le
usanze legate al Cuor di Gesù
diventeranno solo vuote abitudini, zoppe rappresentazioni
di falsa devozione e sottomissione al Salvatore, che chiede
ancora, anche oggi: «Convertitevi, e credete al Vangelo!»
s. Vito
Tipografia Piave: MD nl: PIEVEL2--0026 nome: GIUGNO 2009 data: 24-07-09 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,10 del 24-07-09 base: B2 col: CMYK
26
«Le nuove del Pais»
Il Catechismo
La foto di gruppo dei ragazzi del catechismo - quasi al completo - alla fine della ricca merenda preparata
dall’Eugenia a Cherz: grazie!
La Parrocchia di Arabba, con
Soraruaz e Ornella, ha concluso
anche quest’anno gli incontri di
catechesi per i bambini e i ragazzi di elementari e medie.
Per l’esiguità dei numeri,
c’erano solamente quattro
classi. La prima elementare con
5 bambini affidata a suor Francesca. La seconda - con due - e
la terza - con cinque - affidata
Dagnara aprezada
da chi de temp,
la festa organisada
per lori
N sabeda 16 de mèi nte
gliejia da Rèba le stè fat na
mëssa per duc i noni da Fodom dai 75 agn n su co la
maràna co nen cin de fèsta al
Furgler.
Se podava i cugnàse duc
dal bel pontapeto fat a màn
da le suore e da le volontarie
del paisc per recordè sto
moment de bela ncontada.
L’aministrazion del Comun
che là spenù per la marana,
leva prejente con Capocomun Gianni Baiol, l assesor
Grones e l VizeCapocomun
Jaco del Picio. La messa concelebrada da don Vito preve
da Rèba e Sior Plevan Murer
la bu l bel contorno del coro
de gliejia da Rèba.
Se recordè de chi che à laorè
con struscie e fadie, che à fat na
fëta de storia de la val de Fodom,
che à metù auna fadie e cruzi
perciè n quoi se pobe vive n cin
plù saurì, chëst lè n gran valor
per la preparazione ai sacramenti della confessione e comunione al Parroco. La quarta con cinque - e la quinta - con
uno - seguita ancora dal
Parroco. Infine la prima e la seconda media - tre per classe - seguiti da suor Lara. I numeri sono
piccoli, ma Arabba ha più
bambini di quelli che frequentano il catechismo, poiché
quasi altrettanti frequentano le
scuole in Val Badia, e lì poi di
conseguenza seguono le lezioni
di catechismo, e giustamente
con i loro piccoli amici ricevono
la Prima Comunione, la confessione e la Cresima.
Questo non ha impedito ai
nostri 24 bambini che frequentano qui il catechismo, di
fare un buon cammino, di vive-
re le tappe della fede (Natale,
Pasqua, sacramenti) nella nostra Comunità.
Certo non c’è quell’omogeneità che possono avere altre
parrocchie, in cui il territorio
parrocchiale coincide anche
con quello di attrazione delle
famiglie e della frequenza alla
Messa.
Le Curazie funzionano ancora come poli di attrazione per
le Messe domenicali, ma le
grandi feste, o per le funzioni
dei Santi e dei Morti, il Corpus
Domini, il Rosario, Santa Maria
Maiou, si recano alla Pieve, di cui territorialmente e tradizionalmente fanno da sempre
parte.
Arabba soffre per i piccoli
numeri, e per l’alta incidenza di
frequentanti fuori parrocchia.
Difficile far sentire come
“propria” una chiesa che non si
conosce, poiché i piccoli sono abituati ad andare a Messa
prima di scuola a Corvara, o
La Villa, e anche le esperienze
di Prima Comunione, Confessione e Cresima sono vissute in quelle Chiese e Comunità.
Ma noi teniamo duro e continuiamo ad offrire cammini di
catechesi ed esperienze di fede
ai nostri bambini. E anche a far
festa con loro, così come abbiamo fatto quest’anno a
Cherz, per la conclusione del
Catechismo.
Noni n fèsta
per duc e podon ringrazie l Signour a dit don Vito ntànt la
predica, no volësse mei che i
jovegn i se desmentie de chële
fadie e i no se recorde plù che l
benstè danquoi le stè costruì su
le fadie de chësta jent.
L’aministrazion de Comun a fin maràna là volù ie de a
duc na pèna n record de la fe-
sta. L davomesdì le passe
via coscì co na bela ncontada e duc a podù se contè fora chël da n viade e da nquoi.
La foto di gruppo con gli anziani al termine della Santa Messa il 16 maggio 2009.
Tipografia Piave: MD nl: PIEVEL2--0027 nome: GIUGNO 2009 data: 24-07-09 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,10 del 24-07-09 base: B2 col: CMYK
«Le nuove del Pais»
Il mese
di Maria
Il mese di maggio quest’anno
non è stato molto caldo, e magari
non ha incoraggiato molto a partecipare alla devozione di maggio
in onore di Maria.
La partecipazione è stata
buona e devota, qualche volta con
il rimpianto per qualche posto
vuoto che avrebbe potuto con facilità essere riempito con la buona
volontà e il desiderio.
Ma coloro che pregano sanno
che non lo fanno solo per se stessi,
ma si prendono cura anche di
coloro che non hanno voluto
essere presenti a questo atto gratuito e disinteressato verso la
Vergine Maria.
I bambini che sono venuti,
hanno ricevuto una piccola statuina della Madonna di Fatima e
una corona del Rosario per ricordare quanto importante sia la
preghiera e la devozione alla Madonna per crescere buoni e spiritualmente sani.
Con l’augurio che questi bei
appuntamenti non cadano in
disuso per negligenza o pigrizia.
In fondo gli adulti sono sempre
stati l’esempio per i piccoli... e non
viceversa.
27
Una festa ben riuscita
La festa della mamma, quest’anno a Cherz, si è tenuta la
terza domenica del mese di
maggio, in una giornata
splendida e calda, davvero primaverile.
Tanta gente, la chiesa strapiena, numerosi bambini, suor
Lara con la chitarra, l’atto di affidamento a Maria dei bambini
battezzati nel 2008, hanno reso
il pomeriggio una vera festa di
famiglia.
Poi all’esterno, la benedizione del rinnovato crocifisso
con la Trinità, sulla strada che
dalla piazza porta giù alla Cappella. Il restauro lo si deve all’iniziativa dei Donatori di
Sangue volontari di Fodom,
che con il loro avanzo di cassa,
hanno voluto pensare al
povero Gesù, che per noi ha
versato tutto il, suo sangue redentore.
L’opera è davvero ben riuscita e splende nei suoi rinnovati colori. Ma se credete sia
finita qui, vi sbagliate: le donne
della Frazione, infatti,
avevano pensato a un rinfresco davvero eccezionale,
con crafons, tartine, torte,
dolci di ogni tipo. Tutti ci
siamo fermati tanto volentieri
e a lungo godendo di quella
bella giornata e del panorama
meraviglioso che si ha dalla
terrazza di Cherz sul Pelmo e il
Civetta!
Così ci siamo dati appuntamento per la siegra dela
Cruosc in settembre!
Vi aspettiamo tutti!
I bambini con
il Parroco nel giorno
della Prima Comunione
il 24 maggio 2009.
Tipografia Piave: MD nl: PIEVEL2--0028 nome: GIUGNO 2009 data: 24-07-09 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,10 del 24-07-09 base: B2 col: CMYK
28
«Le nuove del Pais»
Il vescovo Golser
incontra i Ladini a Oies
3 maggio 2009 il vescovo Karl Golser a Oies. Da sinistra s. Paul
Campei (San Martin), s. Heinrich Perathoner (Al Plan y la Pli),
dietro s. Heinrich Ellecosta (San Ciascian), il decano s. Franz Sottara
(Badia), il Vescovo, il superiore dei Verbiti, s. Pire Irsara (Oies).
Domenica 3 maggio 2009, il
nuovo vescovo di Bolzano-Bressanone ha incontrato i fedeli
delle vallate ladine a Oies,
presso la casa natale del Santo
missionario Giuseppe Freinademetz.
Due erano le processioni che
si sono recate fino alle pendici
della Sass dla Crusc in questa
piccola vila della Parrocchia di
San Leonardo.
“È stato per me un grande desiderio incontrare i fedeli di
lingua ladina, solamente poche
settimane dopo l’ordinazione
episcopale3. È con queste parole
che il vescovo Karl Golser ha
esordito durante la celebrazione
eucaristica, a cui hanno partecipato numerosi fedeli, soprattutto provenienti dalle valli
ladine. “Voi ladini, vi ho particolarmente nel cuore”, ha detto il
Il vescovo Karl
Golser celebra la
Messa con i
sacerdoti della
Val Badia sul
pont de majon
della nuova
chiesa dedicata a
San Giuseppe
Freinademetz, il
3 maggio 2009.
vescovo Karl Golser e ha pregato
insieme ai fedeli in occasione
della Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, dicendo:
“Che da questo luogo possa
essere benedetta la nostra terra e
ci vengano donate molte vocazioni spirituali”.
Nel corso dell’omelia il Vescovo Golser ha parlato, tra
l’altro, dell’impegno esemplare
di padre Giuseppe Freinademetz, ma anche delle sfide pastorali della Diocesi, tra cui le
unità pastorali. A questo proposito il vescovo ha sottolineato
che esse non rappresentano una
soluzione necessaria a livello organizzativo, ma sono una sfida
per tutti i fedeli. Infatti, ognuno è
chiamato a vivere la propria vocazione e a mettere a disposizione i propri talenti per la costruzione della Chiesa.
Anno sacerdotale
Quest’anno la Diocesi di Belluno-Feltre ha avuto la grazia da
parte di Dio di avere tre Primizianti.
Don Simone Ballis di Rocca Pietore, don Fabiano del Favero da
Nebbiù di Cadore (Pieve), don Giorgio Aresi da Treviglio (BG). Non
poteva così concludersi in modo migliore l’anno dedicato ai 2000
anni della nascita di San Paolo, e aprirsi in maniera più propizia
l’anno sacerdotale.
Il papa Benedetto XVI ha manifestato l’intenzione di dedicare un
anno alla figura del sacerdote. Precisamente esso avrà inizio nella
solennità del Sacro Cuore di Gesù (quest’anno il 19 giugno).
Ma perché proprio quest’anno?
Perché in quest’anno ricorrono i 150 anni della morte di un
grande santo.
Sicuramente più conosciuto dai parroci che non dai semplici
fedeli. Si tratta di un francese: San Giovanni Battista Vianney. Egli è
patrono in maniera particolare dei parroci. Fu curato in una piccola
curazia della Francia, Ars, che contava poco più di 400 abitanti. Con
la penitenza, la parola e l’esempio egli riuscì, con la grazia di Dio, a
non far lavorare più nessuno alla Domenica, far chiudere tutte le
osterie per combattere l’abuso di alcool, far intervenire quasi tutti gli
uomini alle funzioni e alla Messa domenicale. Ma viene ricordato
soprattutto per le ore interminabili di confessionale e i suoi commoventi catechismi,
che ogni domenica
predicava
dal
pulpito e anche per
l’opera di carità per
le orfanelle e per
istruire i bambini
chiamata “La Provvidenza”. E per una
cosa poco conosciuta: egli impiegava ogni soldo
che gli arrivava dai
fedeli rivolti alla sua
persona (non quelli
della parrocchia)
per pagare dei sacerdoti incaricati in
Francia a predicare
le Missioni popolari
(in questo modo
anche le parrocchie Il Santo Curato di Ars, don Giovanni Batpiù povere di tista Maria Vianney (1786-1859), patrono
Francia poterono dei parroci e da quest’anno patrono di tutti
beneficiare
di i preti.
buoni predicatori
che portarono a conversione masse di gente, che aveva ricevuto il
“lavaggio del cervello” dalla Rivoluzione francese).
Al Santo Curato di Ars, accorrevano da tutta la Francia (basti
pensare che per i pellegrini che si recavano al suo confessionale era
stata messa su una linea di corriere che partiva da Lione e che percorreva la tratta Lione-Ars andata e ritorno ogni giorno!). Chi lo
vedeva passare diceva ad alta voce: “Ecco il Santo” e tutti si inginocchiavano per ricevere una benedizione o uno sguardo. Egli innamorato dell’Eucaristia e della Vergine Maria, dormiva un paio d’ore
per notte, e all’una dopo la mezzanotte era già al confessionale per
ascoltare i penitenti: tutti dicevano che egli leggeva nei cuori delle
persone. Mangiava pochissimo e si sottoponeva a rigide penitenze,
fino al sangue, per espiare le colpe e i peccati dei suoi parrocchiani.
Nella sua parrocchia si arrivò a non ballare più in nessuna casa, e
nessuno mai andò a ballare nei paesi vicini.
Il demonio lo tormentava e una volta gli ebbe a dire con rabbia:
“Se in Francia ci fossero altri tre come te io non avrei più niente da
fare...” e scomparve rabbioso. Una volta diede fuoco anche al suo
letto, ma niente poteva spaventare il Santo Curato.
La sua immagine compare anche nella Chiesa di Pieve, sopra il
confessionale dalla parte dell’altare di San Giuseppe.
Il papa ha reso noto che la lettera che scriverà sarà intitolata: “Fedeltà di Cristo, fedeltà del sacerdote” e che nel corso dell’anno sacerdotale, estenderà il patrocinio del Curato d’Ars non solo ai
parroci, ma a tutti i sacerdoti.
Un anno quindi, non solo per i vostri parroci, ma anche per tutte le
nostre Comunità che amano e stimano i sacerdoti e prestano la loro
opera a diversi livelli per la vita delle Parrocchie.
Tipografia Piave: MD nl: PIEVEL2--0029 nome: GIUGNO 2009 data: 24-07-09 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,10 del 24-07-09 base: B2 col: CMYK
«Le nuove del Pais»
Rubrica
I GESTI NELLA LITURGIA: STARE SEDUTI
Continuiamo la terza puntata sui gesti che compiamo
nella Liturgia.
Dopo lo stare in piedi, il
Segno della Croce, vediamo
oggi lo stare seduti.
Passiamo molte ore della
nostra vita seduti.
Seduti a tavola, per mangiare e per scrivere, seduti a
scuola, seduti a una conferenza, seduti anche quando
non abbiamo più forze per
stare in piedi. Anche se parliamo con qualche persona a
lungo cerchiamo un posto per
stare seduti, per poter stare
più comodi. Anche in treno, in
aereo, in corriera, in auto,
viaggiamo, guidiamo seduti.
Stare seduti quindi già in se
stesso ci dice comodità, tranquillità, disponibilità all’ascolto.
Quando incontriamo una
persona più importante, o entriamo in qualche ufficio in cui
abbiamo bisogno di qualcosa,
il padrone di casa, o la persona
che ci riceve, ci dice spesso,
mostrandoci una sedia o una
poltrona: “Prego, si sieda!”.
Non solo per gentilezza, ma
anche per poter stare meglio a
nostro agio.
Anche quando siamo invitati a nozze, o a una cena importante, cerchiamo il “nostro” posto, un posto in cui
possiamo stare vicini a
persone che conosciamo, o
almeno divertenti. E anche
per non sentirci in imbarazzo
troppo vicini ai festeggiati, con
il rischio di portar via il posto a
qualcuno di più importante di
noi.
Gesù ha usato ancora l’immagine del posto a sedere, parlando del paradiso: “Nella
casa del padre mio ci sono
molti posti...”. “Alla fine dei
tempi il Figlio dell’Uomo
tornerà nella gloria coi suoi
angeli, seduto sul trono per
giudicare le genti...”, “Non sta
a me dire di sedersi alla mia
destra o alla mia sinistra, ma è
per coloro per i quali il Padre
mio li ha preparati...”.
In chiesa abbiamo banchi
che oltre a permetterci di stare
in ginocchio ci offrono anche la
possibilità di metterci a
sedere. In chiesa ci sediamo
SOLO quando stiamo ascoltando. Altrimenti si resta o in
PIEDI o in GINOCCHIO. Ci si
siede mentre i lettori leggono
le prime due letture col salmo,
ma ci si alza in piedi al
Vangelo. Ci si siede un’altra
volta per ascoltare la riflessione del sacerdote sul
Vangelo della Domenica. Ma
poi ci si alza ancora per il
Credo e la preghiera dei fedeli.
Si sta seduti anche mentre
ci sono l’offertorio e la raccolta
La Chiesa Curaziale di San Giovanni di Soraruaz prima del bombardamento del 1915.
29
dell’elemosina. Ma dal momento in cui ci si alza per il prefazio (il Signore sia con voi)
fino alla fine della Messa non
ci si siede più.
Si resta in ginocchio dal
termine del canto del “Santo”
fino al “Mistero della fede”. In
ginocchio e non seduti. O
peggio con le scarpe sugli inginocchiatoi...
Stare seduti durante la consacrazione è un atto di irriverenza verso il Santissimo Sacramento e verso la
celebrazione del Sacrificio di
Gesù nell’ultima Cena e sul
Golgota.
In quel momento dovremmo
aiutarci col pensiero di essere
nel Cenacolo anche noi con gli
apostoli, ma mentre essi erano
seduti e non comprendevano
fino in fondo quello che accadeva, non così noi, che
invece al catechismo abbiamo
imparato che in quel momento
Gesù si offre per noi nel Pane e
nel Vino, ma che diventa vivo,
vero e reale nella sua Morte in
Croce sul Golgota.
Questo ci aiuta di più a stare
in silenzio, con gli occhi fissi
sull’Ostia e sul Calice, inginocchiati con devozione
estrema, chiedendo a Gesù
che perdoni i nostri peccati e ci
dia le grazie necessarie per
poter accostarci alla Santa Comunione in grazia di Dio. Non
possiamo farlo bene se stiamo
seduti comodamente...
Il sacrificio della Messa non
è una trasmissione in televisione. Non è uno spettacolo o
un passatempo. Lì si misura il
nostro interesse per la nostra
eterna salvezza, il nostro
grado di amore per l’Eucaristia, per le cose sante.
In ginocchio e non seduti ci
si mette all’“Agnello di Dio”.
Fino non molti anni fa si rimaneva in ginocchio fino alla
fine della Santa Messa, anche
per ricevere la benedizione
finale. Ora è concesso (quindi
non è obbligatorio...) potersi
sedere mentre viene distribuita la Comunione e anche
fare il ringraziamento alla Comunione. È un modo per stare
intimamente con Gesù.
Capire e comprendere che
anche il nostro corpo prega con
noi è importante. Capire che in
Chiesa stare seduti o stare in
ginocchio fa la stessa differenza che c’è tra il giorno e la
notte, è fondamentale.
Parla della nostra vita interiore. Da cosa si riconosce se
un popolo è devoto e crede nell’Eucaristia?
Dal modo in cui sta in chiesa. Da come sta in ginocchio o
seduto a seconda dei momenti
della Messa. Provare a guardarsi intorno ed esaminare se
stessi per credere...
Tipografia Piave: MD nl: PIEVEL2--0030 nome: GIUGNO 2009 data: 24-07-09 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,10 del 24-07-09 base: B2 col: CMYK
30
Franz Joseph Haydn nasce a
Rohrau il 31 marzo 1732 e muore
a Vienna il 31 maggio 1809: è
stato uno dei grandi compositori
austriaci, di cui quest’anno si ricordano i duecento anni dalla
morte. Haydn nacque da famiglia di modeste condizioni nel
villaggio austriaco di Rohrau,
vicino al confine ungherese. Suo
padre, Mathias, era mastro
carraio e per qualche tempo ricoprì l’incarico di Marktrichter
(sindaco del villaggio), sua madre
era cuoca nel castello dei Conti di
Harrach. Mathias Haydn si dilettava a cantare ed a suonare (a
orecchio) l’arpa; la famiglia - secondo i ricordi dello stesso
Haydn - era “molto musicale”. Le
capacità musicali di Joseph
furono presto riconosciute e a sei
anni gli venne data la possibilità
di studiare a Hainburg an der
Donau, presso Johann Matthias
Franck, un parente maestro di
coro. Così Joseph Haydn lasciò
per sempre la casa paterna.
Infanzia difficile
ma proficua
Hainburg an der Donau
Haydn soffrì non di rado la
fame, ma imparò a suonare il
clavicembalo e il violino, e cominciò a cantare le parti soliste
di soprano nel coro della
chiesa. Appena due anni più
tardi, Georg von Reutter, direttore musicale dello Stephansdom (Duomo) di Vienna
in viaggio in cerca di talenti, fu
impressionato dalle doti
canore di Haydn, che trovò un
posto nella capitale come corista per i nove anni seguenti. A
servizio della cattedrale Haydn
continuò a patire occasionalmente la fame e non imparò
molto poiché Reutter trascurava i propri compiti di insegnante. La cattedrale di Vienna
era comunque un importante
centro musicale, e così Haydn
poté apprendere e lavorare
sulle opere dei maggiori compositori contemporanei.
«Le nuove del Pais»
FRANZ JOSEPH HAYDN
pagnatore al clavicembalo
(Porpora dava lezioni di canto)
e come servitore dandogli in
cambio lezioni gratuite. Haydn
scrive: “non componevo in
modo corretto fino a che non
ebbi la fortuna di apprendere i
principi fondamentali della
composizione dal signor Nicola Porpora, che era allora a
Vienna. Non mancavano certo
gli “asino”, “imbecille”, “birbante”, o le gomitate nelle reni,
ma non me la prendevo, perché da Porpora appresi molto
di canto, di composizione e di
italiano”. La fama del giovane
musicista andava gradualmente accrescendosi e poté ottenere la protezione di alcune
famiglie aristocratiche, che all’epoca era decisiva per la carriera di un compositore.
Kapellmeister
Nel 1760, con la sicurezza
che gli derivava da un lavoro
fisso, Haydn sposò Maria Anna
Keller (1729-1800). A causa di
improvvise ristrettezze finanziarie del suo datore di lavoro,
Haydn venne licenziato ma
trovò subito una nuova siste-
musica, che apprezzavano il
suo lavoro e gli mettevano a disposizione tutto ciò di cui
aveva bisogno.
Durante i quasi trent’anni
passati al servizio della famiglia, Haydn compose una
mole impressionante di opere,
e andò via via affinando il
proprio stile. La sua popolarità
andava crescendo e cominciò
a scrivere anche indipendentemente dall’ambiente di corte.
Attorno al 1781, Haydn strinse
amicizia con Wolfgang Amadeus Mozart. Quest’ultimo,
ancora giovane, era stato molto
influenzato dal collega più anziano.
Nel 1790, con la morte di Nikolaus I Esterházy, l’orchestra
di corte venne licenziata e
Haydn messo in pensione. Il
compositore, ormai non più
giovane, si trovò così libero di
accettare un’offerta economicamente vantaggiosa in Inghilterra e dirigere sinfonie con
una grande orchestra. La
musica di Haydn era già conosciuta dal pubblico inglese. Il
pubblico accorreva entusiasta
ai suoi concerti. Haydn poté ot-
Giovinezza
A 17 anni, Haydn dovette
abbandonare, dopo la muta
della voce, il coro della cattedrale. Rimase a Vienna, ma
iniziò per lui un periodo difficile, di grandi ristrettezze economiche, che seppe però affrontare con ottimismo. Iniziò a
mettere a frutto le sue capacità
musicali, suonando a pagamento in feste e serenate,
dando alcune lezioni, scrivendo le sue prime composizioni. Haydn cercava anche, in
tutti i modi, di ampliare le sue
basi teoriche e pratiche. Fu
fondamentale, in proposito la
conoscenza del vecchio e illustre compositore napoletano
Nicola Porpora, che lo prese al
proprio servizio come accom-
mazione come assistente
maestro di cappella degli
Esterházy, una delle famiglie
più ricche e importanti dell’Impero d’Austria. Alla morte
del maestro di cappella, Haydn
rilevò il suo posto, seguendo gli
Esterházy nelle loro varie residenze. Tra le sue mansioni:
scrivere nuove composizioni,
dirigere l’orchestra di corte,
suonare musica da camera per
e con i suoi protettori e allestire
rappresentazioni liriche. In
ogni caso, nonostante l’impegno notevole, Haydn si considerava fortunato, dato che i
principi Paul Anton e Nikolaus I
erano raffinati intenditori di
tenere introiti consistenti, ma
anche numerose amicizie e conoscenze.
Ritorno a Vienna
A Vienna si fece costruire
una grande casa e si dedicò alla
composizione di grandi opere
sacre per coro e orchestra. E a
dispetto della non più giovane
età, esclamò in una lettera
“quanto rimane ancora da fare
in questa arte meravigliosa!”.
Nel 1802, una malattia di cui
soffriva da tempo si acutizzò
improvvisamente: al dolore
fisico si aggiungeva l’impossibilità di dedicarsi al lavoro di
composizione, nonostante la
creatività fosse sempre tumultuosa. Durante gli ultimi anni,
fu assistito con cura dai suoi servitori, e ricevette abitualmente
numerose visite e pubblici riconoscimenti. Morì nel 1809, durante l’occupazione di Vienna
da parte delle odiose armate
napoleoniche. Secondo la tradizione, le sue ultime parole
sono state per tranquillizzare i
suoi servitori durante il bombardamento su Vienna delle
armate francesi. Napoleone
mandò un picchetto d’onore a
presenziare alle esequie.
Ottimismo e religione
Joseph Haydn, secondo le
testimonianze dei contemporanei, fu un uomo gioviale e ottimista. I suoi datori di lavoro lo
rispettavano particolarmente,
e creò un clima di lavoro estremamente disteso, contribuendo anche a difendere gli
interessi economici dei suoi
colleghi. La caccia e la pesca
erano i suoi passatempi preferiti. Cattolico fervente, usava
vergare Laus Deo o espressioni
simili alla fine dei manoscritti, e
si dedicava sempre alla preghiera quando le idee musicali
stentavano a prendere forma
sulla carta.
Perché ricordarlo
sulle “Nùove del Paìs”?
Lo abbiamo ricordato perché è sua una Messa che popolarmente si eseguiva in italiano
e riportata già nei primi libretti:
“Canti e preghiere per le vallate
ladine” che si usava in chiesa,
poi da don Angelo Frena, e che
l’Union di Ladins dla Val Badia
hanno tradotto anni fa in ladino
badioto.
Forse qualcuno ricorderà
bene la facile melodia per l’ingresso con le parole: O Sommo
Dio e gran Signor, Sovrano e
solo re, s’inchina umil il peccator e trema innanzi a Te. Dal
Trono eccelso volgi a noi propizio ognor gli occhi tuoi. La tua
tremenda maestà conceda ai
miseri pietà. Ma di certo invece
tutti, sanno e cantano ancora il
Santo: Cantate Santo, Santo è il
nome del Signor. E con perenne
vanto, cantate: Santo ognor! Risuoni in ogni lido, risuoni in ogni
età, risuoni il lieto grido fin nell’eternità! O anche il meno
usato, ma non meno orecchiabile canto per la Comunione: Signor io non son degno,
d’avvicinarmi a Te. Oh non
avermi a sdegno, perdona e
vieni a me. O buon Gesù, t’aspetto, dell’alma ardente
Amor: deh vieni, mio diletto, e
infiamma questo cuor!
Non potrebbe essere un bel
modo di ricordare questo buon
cristiano e ottimo musicista rispolverando anche per il
popolo questi canti poco usati
ma pur sempre validi?
Tipografia Piave: MD nl: PIEVEL2--0031 nome: GIUGNO 2009 data: 24-07-09 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,10 del 24-07-09 base: B2 col: CMYK
«Le nuove del Pais»
Arabba = Réba
COMITATO FRAZIONALE
Riunione del comitato frazionale di Arabba e Varda al
16 aprile per il parere sull’affitto del terreno per pascolo a
Delmonego Massimo. Il parere è stato favorevole con la
prescrizione che vengano rispettate le quote di contributo comunale uguale per
tutti coloro che usufruiscono
dell’affitto.
FESTA DEL
RINGRAZIAMENTO
Domenica 19 aprile si è
svolta nella chiesa parrocchiale di Arabba, la festa del
ringraziamento di fine stagione. Sindaco e amministratori comunali in prima
fila con vari comandanti,
Alpini, Vigili del fuoco Croce
31
Novité = News
Bianca e molti presidenti di
associazioni, impiantisti e
commercianti della vallata.
Un cubetto in legno con le
varie preghiere prima del
pranzo è stato il gradito dono
che ognuno si è portato a casa
a ricordo di questo momento
di festa e di Grazie al Signore.
DANNI DELLA NEVE
Si contano e si ripristinano
i danni della neve dell’inverno passato. Molti hanno
avuto problemi sul tetto con
tegole rotte, camini e paranevi da aggiustare. Alberi
divelti un po’ dapertutto. Nei
boschi e nelle valli il gran
peso della neve ha provocato
molte fessure nel terreno ed
anche qualche Crocefisso
ligneo ha dovuto sopportare
l’ondata di sovraccarico.
Anche i crocifissi non sono stati risparmiati dal peso della neve
spazzata via dalle strade. Ora però è già raddrizzato e sistemato!
Al termine della Messa del Ringraziamento.
n cin de Fodom
La natura
se desciàda
Davò n lonc inviern
la nèi la se ne juda
dut verdieia e dut floràsc
e nten bis le ruè l’aisciuda.
La sorpreja la na fat
la natura col suo guànt
col sorogle, e n cin de ploia
lè dut na flou de marevoia.
I lèrsc ià bele i pitoi rosc
i uciei i se desciàda e
i becoteia
su la ponta de Portados
lè l gial da mont
che grocioleia.
Lè de sot l gial zedron
e co le plume de la coda
l fèsc na roda grana
e co la pita l fèsc coada.
Duc doi ciànta e i grocioleia
l fèsc l’arte de ucelè
ma co i sent l pass del jagher
de bota i mossa se fermè.
Lè la olp che ven avisa
a cherì n bocon de frija
la fèsc pèrt de la natura
che se desciàda da daisciuda
Lè de sot la tiera aràda
e dut lè plen de soroglins
nsomeia na clapada
de tei pichi fantolins.
I sanjagn e i cucuc
i fèsc a gara ai ciof de sita
a contè le ciàne blànce
auna ai ciof de biscia.
Oh. saron almanco fortunei
a vive ntè sti prei
a se gode i ses da mont
nànter naghene e tablei.
Chëst i là mparè duc i tosac
a la fèsta dei elbri sù al
“Taulac”
ie vignù spieghè ci che vol dì
vive e rispetè la natura ogni dì.
Pierina de Jàn - mei 2009
I larici piegati dalle slavine sono spettacolo consueto di questa primavera a Fodom.
RUDI DETOMASO
Grande impressione ha
destato l’improvvisa scomparsa di Rudi Detomaso
(Rudi Montol) nella sua abitazione di Arabba. Volontario nel Corpo dei Pompieri
e della Croce Bianca, si è
sempre fatto voler bene per le
sue doti di grande lavoratore
e servizievole specialmente
nei lavori di volontariato. È
stato per anni membro attivo
del comitato frazionale dove
si è distinto col suo modo
schietto di valutare sempre
obiettivamente ogni decisione. La sua dipartita ha lasciato un vuoto non solo alla
moglie Agnese ma a tutto il
paese di Arabba.
EMMA CONRATER
SORATROI
La notizia della morte
della parrocchiana Emma
Conrater Soratroi (Emma del
Ludwig) degente nella casa
di riposo di S. Martino Val
Badia ha lasciato sorpresi chi
la conosceva ad Arabba. La
ricordiamo come devota e assidua partecipante alle funzioni di chiesa.
Dopo un periodo di sofferenza è deceduta anche
Albina Dorigo (Alfauro) ed ha
lasciato questo mondo con la
serenità che solo lei sapeva
elargire a chi la incontrava.
PRIMA COMUNIONE
Domenica 24 maggio, Matteo e Francesco Costa, Alessio Crepaz, Giorgia Demattia, Petra Crepaz, Romina
Crepaz e Romina Dorigo
sono stati festeggiati in una
bella e toccante cerimonia di
Prima Comunione. Il coro dei
bambini diretto da Rita Rossi
ha voluto partecipare con il
canto alla cerimonia incrementando così il valore della
festa.
Tipografia Piave: MD nl: PIEVEL2--0032 nome: GIUGNO 2009 data: 24-07-09 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,10 del 24-07-09 base: B2 col: CMYK
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«Le nuove del Pais»
La Pierina de Jan spiega ai bambini e ai ragazzi delle scuole di Fodom
le sue ricette su come cucinare la selvaggina nel giorno della presentazione del libro “Fauna e caccia a Fodom”.
Trofei di caccia allineati e in mostra: vanto e onore dei cacciatori e
degli appassionati.
PICCOLE INVENZIONI
ROGAZIONI E
ROSARIO DI MAGGIO
Tre giorni di Rogazioni al
posto del rosario di maggio
con processione nelle tre direzioni: Cleto, rio Boè e piazza,
con la benedizione della campagna, delle acque e del paese,
sono state seguite da alcuni
giorni di caldo afoso che ha ridestato la natura dal freddo
inverno.
L’ultimo sabato di maggio
con grande partecipazione si è
svolta anche la processione
alla Madona da la Court (Madonna di Corte) per ringraziare il Signore degli scampati
pericoli.
PRESENTAZIONE
DEL LIBRO :
“Fauna e caccia a Fodom”
Il 27 maggio è stato presentato nella sala Taulac di
Pieve il nuovo libro “Fauna e
Caccia a Fodom”. Era una promessa fatta l’anno scorso ai
bambini per la festa degli
alberi, dice l’ideatore e presidente della riserva di Caccia
Leandro Grones. Il libro raccoglie i temi e i disegni dei
bambini, gli interventi di
alcuni esperti sulla fauna e la
Foto di gruppo al termine della presentazione del libro “Fauna e
caccia a Fodom” su al Taulac a Pieve.
flora di Fodom ed alcune ricette di selvaggina di Pierina
de Jàn. Questa pubblicazione
è stata fatta con il contributo
del B.I.M.e della Cassa Raiffeisen.
PATATE (sciansòni)
È arrivato il tempo della
semina e in qualche orto si
possono ammirare varie
qualità di patate seminate
provenienti da tutto il mondo
(vedi foto). Debitamente catalogate sanno indicare la provenienza e la proliferazione
Campo di patate “catalogate”.
dei tuberi (vedaron la regoiàsta
da dautonn!).
ELEZIONI
Sala Congressi gremita al 29
maggio per il confronto dei 2
candidati sindaci per il
Comune di Livinallongo:
Leandro Grones (del Moler) e
Ugo Ruaz (del Tin). Serata
chiarificatrice per molti in
vista delle elezioni comunali
del 6 e 7 giugno e coordinata
alla perfezione dal moderatore Mirco Mezzacasa - Radiopiù.
Ha sempre avuto “l’ enjin”
tipico di Fodom Adalberto
Pellegrini (Berto de Toratia)
nel confezionare vari oggetti
pratici ed interessanti, ma
quello di collegare il barometro fatto col ramo di un
abete al segnatempo uomodonna (om e ëla) ha dell’ingegno non comune. Si è cimentato poi nella costruzione
di alcune interessanti figure,
come il tagliategna, l’arrotino,
ecc., in movimento grazie all’azione del vento su delle
eliche collegate ai personaggi
di legno. Tutte piccole invenzioni che sono state coniugate
con maestria ed esperienza.
Non dimentichiamo anche il
presepe fatto con le figure moventi, che realizza sempre in
occasione del Natale.
Goffredo Dander
ROTATORIA DI ARABBA
Il problema invernale della
difficoltà di togliere la neve ha
portato alla revisione della
nuova rotatoria di Arabba.
La variante è stata presentata al comitato Frazionale
dal Vicesindaco Giacomo
➥
Il barometro segnatempo del Berto...
Tipografia Piave: MD nl: PIEVEL2--0033 nome: GIUGNO 2009 data: 24-07-09 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,10 del 24-07-09 base: B2 col: CMYK
«Le nuove del Pais»
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Medjugorje
Sto scrivendo ancora carica
di mille emozioni vissute per la
seconda volta durante la gita
pellegrinaggio a Medjugorje.
Il viaggio sembrava lungo
coi suoi 700 km ma c’è stato il
tempo per conoscere i compagni di viaggio, di raccontare
e instaurare una bella amicizia,
anche di fare un pisolino, di
pregare insieme consapevoli
che la Madre celeste ci accompagnava.
Dopo Trieste la Slovenia
ARABBA = RÉBA
per un breve tratto, poi l’autostrada bella e comoda ci fa attraversare tutta la Croazia in
un susseguirsi di scogli, di
mare, di entroterra montuoso
con folta vegetazione, grandi
estensioni di praterie con
ampie vallate e piccoli villaggi.
Verso sera arriviamo al confine
con la Bosnia Erzegovina
stanchi ma felici. Scorgiamo in
lontananza il tipico campanile
del Santuario. Sale spontaneo
il canto... Mira il tuo popolo...
NOVITÉ = NEWS
CONTINUA DA PAG. 32
Crepaz. Il progetto, riveduto
dai tecnici della Veneto Strade
e dai tecnici comunali, è stato
ampliato e reso più funzionale.
La frazione sostiene che la
nuova versione dovrebbe
essere rotonda (anziché
ovale).
L’allargamento dei marciapiedi e la migliore scorribilità
dovrebbe sopperire alle imperfezioni della proposta precedente.
La stagione estiva sarà il
trampolino di lancio per testare lo scorrimento così modificato.
MOSTRA TROFEI
CACCIA E
PREMIAZIONE
Alla consueta mostra dei
trofei di caccia svoltasi a Cencenighe, con la partecipazione di varie riserve del
Agordino, sono stati premiati tra gli altri anche alcuni
cacciatori Fodomi, si tratta di
Lezuo Evaldo e Foppa Pietro
per aver raggiunto rispettivamente 50 e 53 licenze di
caccia e Ploner Antonio invece per abbattimento selettivo.
FESTA DEI NONNI
CORO FEMMINILE
COL DI LANA
Festa in maggio in sala congressi ad Arabba per ricordare
i 10 anni del Coro Femminile
Col di Lana.
Ospite d’onore Bepi de
Marzi che ha contribuito col
suo intraprendente spirito a
intrattenere una sala di intervenuti. Apprezzate le sue
canzoni e la sua disinvoltura
nel presentare.
Sabato 16 maggio sono stati
festeggiati gli ultra 75enni del
Comune di Livinallongo con
una Messa celebrata nella parrocchiale di Arabba da don
Vito e da Sior Plevàn Alfredo
Murer.
Il Comune, come consuetudine, ha elargito il pranzo ed
ha fatto gli onori di casa
mentre tanti volontari hanno
dato una mano per la buona
riuscita della festa.
Il Berto e la Frida sun solè de cèsa... ades on capì da ulà che l Berto el se
a tout l’idea per suo segnatemp!
La salita sassosa della collina delle apparizioni a Medjugorje.
per salutare la Santa Vergine.
Prodbrodo ovvero la
collina delle apparizioni a 10
minuti di cammino dall’albergo: saliamo lungo il sentiero
sassoso dove appoggiare un
piede dopo l’altro è già un’impresa nelle belle giornate, figuriamoci sotto la pioggia che
rendeva tutto viscido. A qualsiasi ora del giorno si trova
gente di tutte le nazioni che
sale la collina. S’inerpicano
scalzi per voto o devozione da
un sasso all’altro. In cima la
statua della Madonna ti aspetta
a braccia aperte, ti invita, ti
sorride. Lì ti fermi, c’è sempre
una pietra dove sederti e raccoglierti in preghiera.
Tanta la gente, tantissimi
provenienti da ogni angolo
della terra, gente che prega in
rigoroso silenzio. Lì senti veramente una presenza, un’energia, che ti abbraccia, ti senti
ascoltato e la commozione è
indescrivibile...
L incontro con Vicka
È stato un momento carico
di emozione. Una donna
piccola, minuta, che aspetta i
fedeli sulle scale di casa sua,
saluta, porge la mano a chi
riesce ad avvicinarsi, vista la
difficoltà ad incontrarla (io ho
avuto questa fortuna). Le traspare un sorriso, la dolcezza
del suo sguardo, la serenità con
cui parla di Lei come fosse una
cara amica: ti coinvolge, ti fa
sentire la presenza ancor più
vicina. C’è stato un momento
durato 10 minuti durante il
quale Vicka ha smesso di
parlare, alzava gli occhi al cielo
e sorrideva con le mani giunte.
In un silenzio irreale tutti si
guardano attorno per capire
cosa succede. Lei, Vicka, non
si muove, attorno vedo tante
mani giunte, tante lacrime,
tante preghiere sottovoce. Poi
si volta e ci guarda con il suo bel
sorriso e dice semplicemente
“la Madre Celeste ha detto di
pregare per la pace nelle vostre
famiglie e per il mondo intero”.
Nessuno ha saputo dire se
Vicka ha avuto in quel momento una visione, ma la dolcezza, la serenità del suo
animo lo faceva presagire.
La via Crucis al Krizevac, la
visita a varie comunità della zona,l’incontro grandioso con
Elvira... e tanti tanti momenti di
preghiera e di riflessione al santuario hanno coinvolto tutti
senza accorgersi che era ormai
giunta l’ora di tornare a casa.
Da Mediogorje si ritorna carichi di spiritualià e di voglia di
ritornare proprio per il mistero
che avvolge tutto e tutti.
Marilena Dander
Tipografia Piave: MD nl: PIEVEL2--0034 nome: GIUGNO 2009 data: 24-07-09 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,10 del 24-07-09 base: B2 col: CMYK
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«Le nuove del Pais»
Ringraziamento
La moglie Agnese non arrivando a farlo personalmente con tutti, invia due
righe di ringraziamento che
pubblichiamo:
“Ringrazio di cuore tutte le
persone che mi sono state
vicine per l’improvvisa morte
di mio marito, Rudi Detomaso. A coloro che hanno
partecipato alle Corone di
suffragio in chiesa e a casa,
alla Messa di sepoltura, a chi
ha preparato la fossa, ai Vigili
del Fuoco volontari che lo
hanno accompagnato da
casa in chiesa, al Coro Parrocchiale, alla sacrestana, ai
chierichetti, ai volontari
della croce bianca, ai colleghi dell’ANAS, alla Schützenkompanie.
Grazie al Parroco don Vito,
al Decano mons. Murer, a
don Luigi e a don Gabriele
per la bella Santa Messa.
Grazie a tutti i miei vicini e
a quanti con una visita, una
telefonata, si son fatti vicini in
questo momento così difficile.
Grazie per i bei fiori, per le
offerte per la celebrazione di
Messe e a fin di bene.
Ricordando Daniel
È passato un anno da quel giorno in cui ci hai lasciati.
Ora noi ti sappiamo nella pace del Cielo,
certi che da lì ci stai guardando
e sorridi a tutti noi.
Il primo sorriso di gratitudine e tenerezza
lo fai ai tuoi genitori, a Marco e Alex,
a loro che con tanto coraggio hanno saputo donarti
perché qualcuno potesse ri-sorridere alla vita.
Sorridi al tuo cuore che batte nel petto di un altro.
Sorridi a tutte quelle persone che, ricevendo una parte di te,
hanno migliorato il loro cammino.
Sorridi a tutti noi.
Sorridi ai tuoi amici.
Sorridi a chi ha condiviso con te
l’ultimo tratto di strada con la macchina.
Sorridi a chi ha raccolto l’ultimo alito della tua vita.
Certo il tuo distacco ci ha scosso...
ma ti sappiamo nella pace del Cielo, e da lì ti chiediamo:
Daniel, continua a sorridere per tutti noi!
Daniel Crepaz
* 10.8.1985
+ 2.7.2008
L’organo
Mascioni
Agnese Delunardo
Gruppo “Insieme
si può - Fodom”
Una parte sempre
nascosta
dell’organo
MASCIONI
di Pieve:
il complesso
sistema di tiranti
tra tasti e apertura
dei flussi d’aria
nelle canne.
En Diovelpaie ben tant al
Walter e al Arturo Detomaso
(Montol) che hanno voluto
onorare la memoria del fratello Rudy con un’offerta al
Gruppo “Insieme si può Fodom a favore dei missionari” fodomi.
Per il Gruppo,
Marilena Dander
LA VOCE DEI REGISTRI PARROCCHIALI
BATTESIMI
1. NICOLE DE CASSAN,
di Luca e di Lara Della Lucia,
da Arabba, nata il
21 ottobre 2008
a Feltre, battezzata
ad Arabba il
28 maggio 2009.
Tipografia Piave: MD nl: PIEVEL2--0035 nome: GIUGNO 2009 data: 24-07-09 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,10 del 24-07-09 base: B2 col: CMYK
«Le nuove del Pais»
OFFERTE di PIEVE
Per la chiesa e
le opere parrocchiali
Nel battesimo di Leila Degasper: i genitori, i santoli, le
nonne Vittoria e Ilda, la bisnonna Filomena; Vallazza
Sabina, Grosseto; Crepaz Rosalba; in memoria Demichiel
Florinda, Alberto e Anna Maria;
in mem. Demattia Anna, i familiari; in mem. def. De BiasioPalla, fam. Tito De Biasio;
Crepaz Paolina Palla; Daberto
Berta; Vallazza Lorenzo; in
mem. Veronica Crepaz, Rita; in
occ. laurea di Ilaria Davare, i genitori; in mem. Zita Martini, i
figli; in occ. 50o matrimonio
Agostini Angelo e Sabina, figlia
Adriana; nel battesimo di
Dorigo Matteo, i genitori;
Pezzei Guido; Grones Anna
(risc.); Vallazza Corrado; in
mem. Delunardo Michele,
nipote Gabriele; nel batt.
Manuel Detomaso, i nonni; nel
batt. Rossini Vittoria, i genitori e
nonni materni; Crepaz Paolino
(Missioni); Soratroi Emma,
Roilo Maria in mem. Giovanni
Battista; Olga e Gino Soratroi
nella Comunione della nipote
Gaia; Sisto Rossi; Demarch Guglielmo ed Erminia.
Per le chiese frazionali
Andraz:
Roncat Cecilia; Da Boit Cecilia, Legnano; Vallazza Maddalena; Costa Davide; fam. Deltedesco; Dalvit Anna e figli;
varie famiglie in occasione benedizione famiglia.
Digonera:
Dellea Roberto e Fernanda in
occ. 40o di Matrimonio; Nel matrimonio di Russotto Simone e
Olivetti Rosa; Piaia Pierina,
Rocca; N. N.; dal mercatino del
Io maggio(700); Bernardi Aldo;
De Cassan Celestino e Rosina; le
famiglie in occasione Visita pastorale e benedizione;
Corte:
Pellegrini di Corvara; Pezzei
Bruno; De Grandi Rosanna;
varie famiglie con la benedizione delle case.
Larzonei:
Fratelli Gabrielli; fratelli
Martini; Delunardo Hannelore;
Delunardo Eugenio; fam. Quellacasa; fam. Degasper.
Offerte per Diocesi:
Pane per amor di Dio (1736);
Terra Santa (200); per terremotati dell’Abruzzo (1641); Attività organizzative diocesane
(100); Università Cattolica
(170); offerte per Diocesi:
Carità diocesana (100).
Per il Bollettino
Pianezze Dario, S. Tomaso;
Vallazza Sabina, Grosseto; Casaril Margherita; Hitthaler Katharina, Pfalzen; Palla Maria
Annunziata, TV; Delia Vigne,
Mas; Dalvit Pio, Bolago; Migliorini Floriano, Riva del
Garda; Dellavedova Maddalena
e Elvira; Dellea Roberto; Delfauro Rosa Maria, Cortina; Demaldè Franco, San Secondo
(PR); Mario e Erika, Alleghe;
Elvio Maier, Zoldo; Baldissera
Anna Rita, La Valle Agordina;
Maria Luisa Icardi, Laives; Rudifeira Emma Trebo, San Cassiano; Da Pian Ada, Caprile;
Enrich Alfredo, Listolade; Rosetta Termignoni, Ameno; Simonetta, Falcade; Roilo Limardo Lucia, Como; Dezulian
Macchiavello Lucilla, S. Margherita Ligure; Testor Giovannina, Abano Terme; Ragnes
Giovanni, Roma; Serafini Tarcisia, Falcade; De Battista Rina,
Zoldo; Davare Bonifacio, BL;
Delazer Maria Rosa, Alleghe;
Guglielmina; Delazer Adele,
Venas; Pellegrini Ida, Cortina;
Demattia Attilio, Campo Tures;
Dorigo Primo, BL; Sief Ivo,
Londra; Sief Evelina, Agordo;
Corrado Vallazza; Crepaz Pia,
Agordo; Crepaz Antonietta,
Cadore; Pezzei Guido; Zingerle
Severino, Corvara; Lino Antonello, Genova; Loris e Marinella, Taibon; Dagai Virgilio;
Costa Denis e Liana; Enrich Elisabetta, Agnese, Rita; Irma Delunardo; Piaia Pierina, Rocca;
Sorelle Soratroi, BL; Pezzei
Bruno, Bardonecchia; Dalvit
Rita Talamini, S. Vito Cadore;
Pellegrini Benigno; Rieder
Leni, Bolzano; Dagai Angelo,
Corvara; Testor Giorgio, Canazei; Dagai Antonio, BL; Bernardi Aldo; fam. Da Boi, Legnano; fam, Vallazza; fam.
Deltedesco; Faber Loredana,
Asiago; Demattia Olga, Pedraces; Sorarui Mirella e Silvia;
Sorarui Osvaldo, Reggio
Emilia; Nicolodi Carlo, BZ; Ivo
Delunardo, MI; Davare Pietro;
Crepaz Rita, Laives; Busin Nicoletta; Lang Severina, Laion
(BZ); Morandi Giampiero,
Marzio (VA); Pezzè Marco,
Rocca; Rudatis Clementina, Alleghe; Crepaz Paolina; Demarch Guglielmo.
NOTA: Un grosso grazie a chi
aiuta la chiesa e le varie attività
parrocchiali; segnalate eventuali dimenticanze.
Uscite: per stampa e spedizione, totale euro 2.829,04 da
dividere tra le tre parrocchie
del decanato.
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“LE MIE GUERRE”
Presentato il 18 aprile, nella sala al Bersaglio,
il libro di Valentino Daberto “Tato de Luca”.
mondiale ma spazia pure al secondo conflitto al
quale ha partecipato da richiamato: è un percorrere le proprie
vicissitudini nel
corso di due guerre combattute in
eserciti differenti,
indossando
divise differenti.
Scrive Moreno
Kerer dell’Istituto
Ladino “Cesa de
Jan” nella presentazione del volume:
“Le guerre sono
fatte di scelte politiche, di grandi personaggi, di epiche
battaglie, ma soprattutto sono fatte
di grandi sofferenze
La copertina del libro “Le mie guerre”.
di tanti “piccoli”
La pubblicazione, rea- uomini. Valentino è uno di essi e
lizzata dall’Istituto Culturale nel suo diario ci presenta gli
Ladino “Cesa de Jan” e eventi di guerra legati ai bisogni
curato da Luciana Palla è del momento, ai piccoli fatti o
stata resa possibile con il con- sensazioni che governano il
tributo del Consorzio Bim vivere quotidiano, i pensieri, le
Piave di Belluno e della Cassa angosce ma anche le gioie per le
piccole cose, per un amico inconRaiffeisen della Val Badia.
In questi ultimi anni sono trato e le speranze che danno la
uscite numerosissime pub- forza di andare avanti giorno per
blicazioni riguardanti la giorno con un unico obiettivo:
Grande Guerra, segno evi- tornare a casa”.
dente della voglia della gente
Nato il 7 febbraio 1896,
di informarsi, di conoscere e Tato de Luca ci ha lasciati il 7
approfondire quello che è dicembre 1976, ci ha lasciati
stato un triste evento storico. ma la sua memoria rimarrà
“Le mie guerre”: il diario viva per sempre a Fodom e
di Valentino Daberto non si questo grazie al suo diario
limita alla prima guerra “Le mie guerre”
(Fr. Del.)
Un messaggio di Daniel
Il poter ritornare significa
darvi rassicurazione che nulla
va perso, tanto meno il mio
amore unito al vostro, che
forma un disegno perfetto nel
regno di Dio.
Mammina, tengo strette le
tue mani e cerco in tutti i modi
di portare dentro il cuore la
consapevolezza della mia
nuova vita; è importante dirti
che il mio desiderio è sentire il
tuo cuore nuovamente inserito
dentro la mia adoratissima famiglia. Ti chiedo di essere la
madre attenta, quella madre
che accoglie, quella mamma
che sa sempre spronare chi con
amore si accosta aspettando
una risposta affermativa.
Ma voglio anche vederti
unita a mio padre tenendogli
teneramente la mano senza di-
menticarti mai di essere per lui
una moglie, sorella e amica.
Saluta tutti i miei amici e
ringraziali del caro pensiero,
bacia i miei amori di casa e ricordali che mai li lascerò,
nessuno di loro.
Sento la tenerezza fiorire in
me, che parla di vita, di luce,
ma anche di voi, che con la
schiena ricurva pensate di aver
perso un amore, mentre quell’amore vive e splende nel
cielo.
Prego Dio perché voi possiate capire,
Prego Dio perché voi possiate vedere oltre il velo
umano,
Prego Dio perché metta in
voi la tenerezza mia.
con amore...
Daniel
Tipografia Piave: MD nl: PIEVEL2--0036 nome: GIUGNO 2009 data: 24-07-09 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,10 del 24-07-09 base: B2 col: CMYK
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«Le nuove del Pais»
ANAGRAFE
NATI
1) FANFER Ilaria (Feltre) nata
a Feltre il 21/10/2008.
2) SORARUI Patrick (Alfauro)
nato a Brunico (BZ)
l’11.05.2009.
3) AMICONE Vanessa Paola
(Sorarù) nata a Belluno il
14.05.2009.
4) CREPAZ Asia (Arabba)
nata a Brunico (BZ) il
20.05.2009.
4) DEMATTIA Anna Maria
“del Mès” (Salesei di Sopra)
nata a Salesei di Sopra il
05.01.1933 e deceduta ad
Agordo il 26.03.2009, nubile.
9) DETOMASO Rodolfo
“Rudy Montol” (Arabba) nato a
Varda il 18.12.1946 e deceduto
ad Arabba il 07.05.2009, coniugato con Delunardo Agnese.
13) CONRATER
Emma
(Arabba) nata a San Martino in
Badia (BZ) il 24.08.1922 e ivi deceduta il 16.05.2009, vedova di
Soratroi Lodovico, madre di
una figlia.
10) DORIGO Maria Albina
(Alfauro) nata a Ornella il
05.05.1930 e deceduta ad Alfauro il 12.05.2009, vedova di
Crepaz Luigi, madre di tre figli;
14) DELFAURO Igino (Andraz) nato ad Andraz il
02.07.1934 e deceduto a Belluno il 04.06.2009, coniugato con
Pallua Renata, padre di due
figli.
MATRIMONI
1) RUSSOTTO Simone (Roma) con OLIVETTI Rosa
(Roma) il 18.04.2009 a Pieve.
2) COLLESELLI Pietro (Varda) con MOLIN FOP Daniela (Fusine di Zoldo) il
16.05.2009 a Fusine di
Zoldo.
MORTI:
1) RADAELLI Maria Carla
(Legnano - MI) nata a Legnano
il 25.09.1950 e deceduta a Busto
Arsizio (VA) il 26.02.2009, coniugata con Crepaz Carlo,
madre di una figlia.
5) SIEF Felice (Arabba) nato
a Corte il 12.11.1922 e deceduto
a Belluno il 26.03.2009, coniugato con Hafner Geltrude,
padre di due figli.
6) CREPAZ Maria Veronica
(Sorarù/ Casa di Riposo) nata a
Cherz il 13.01.1910 e deceduta a
Sorarù il 03.04.2009, nubile.
11) PEZZEI Vittorio “Toio
Baiòl” (Belluno) nato a Liviné il
21.09.1921 e deceduto a
Belluno il 13.05.2009, coniugato con Pellegrini Paula,
padre di quattro figli di cui uno
morto.
2) VALLAZZA Paolo “Marin” (Laives - Contrin) nato a S.
Giacomo di Laives (BZ) il
05.07.1960 e deceduto a Laives
il 15.03.2009, coniugato con
Passalini Anna, padre di due
figli.
7) RASA Lidia (Cortina
d’Ampezzo) nata a Digonera il
17.08.1945 e deceduta a Cortina
d’Ampezzo l’11.04.2009, vedova di Sottsass Paolo, madre
di cinque figli.
15) PESCOLLDERUNGG
LUIGInato a Colfosco il
19.08.1941, morto a Brunico il
07.04.2009; coniugato con
Lezuo Alma, padre di due
figlie.
16) DELFAURO
ERMELINDA nata ad Andraz il
23.05.1929, morta a Agordo
l’08.06.2009, ved. di Crepaz
Emilio, madre di cinque figli.
12) FONTANIVE Enrico Giovanni (Caviola) nato a Caviola
il 13.10.1938 e deceduto ad
Agordo il 04.05.2009, coniugato con Marmolada
Luigina, padre di tre figlie.
3) DEMICHIEL Maria Florinda (Sorarù/Casa di Riposo)
nata a Salesei di Sopra il
25.04.1926 e deceduta ad
Agordo il 24.03.2009, nubile.
8) MARTINI Zita (Sorarù
/Casa di Riposo) nata a Predoi
di Val Aurina (BZ) il 21.03.1917
e deceduta a Sorarù il
29.04.2009, vedova di Testor
Vincenzo, madre di sei figli di
cui uno morto.
Direttore don Alfredo Murer
responsabile ai sensi di legge
don Lorenzo Sperti
Iscr. Tribunale di Belluno n. 4/82
Stampa Tipografia Piave Srl - Belluno
STUFFER MATILDE, nata
l’11 giugno 1946, morta il 22
maggio 2009, a Santa Cristina
in Gardena, sposata con Pezzei
Roberto, madre di un figlio.
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