T1 T2 PR CV LA STAMPA MERCOLEDÌ 31 MARZO 2010 La storia ANDREA ROSSI Contributi di Boglione e Giugiaro N on è una moto, ma le somiglia molto. Non è una macchina, ma ha mutuato le tecnologie più raffinate oggi in circolazione. Ed è stata pensata per essere una via di mezzo: un veicolo pensato specificatamente per le esigenze di mobilità personale urbana e suburbana. Tre ruote e due posti in linea, una cella di sicurezza a prova d’urto, un sistema di guida semplice e innovativo che al contempo piega e sterza il veicolo, una propulsione elettrica ibrida in grado di fornire a discrezione dell’utente elevate prestazioni o di funzionare soltanto con la corrente e elettrica. Bastano pochi dettagli per capire che K-Way Motus sarà qualcosa di innovativo. Un progetto partito nel 2006 nei Laboratori di Meccatronica del Politecnico e poi sviluppato da due aziende dell’incubatore d’imprese dell’ateneo tecnologico di Torino, Actua e Ttw. Il progetto ideato dal ricercatore Stefano Carabelli ora è realtà, sospinto dall’imprenditore torinese Marco Boglione, che lo sponsorizza con il marchio KWay e dall’estro di Fabrizio Giugiaro che, alla guida di Giugiaro Design, ne ha curato lo stile e si è occupato della pelle che riveste il veicolo. Cronaca di Torino 79 Metà auto metà moto in viaggio negli Usa Prototipo realizzato dal Poli, ha tre ruote 2006 il progetto In quattro anni le due aziende l’hanno fabbricato 44 chilometri Il veicolo potrà percorrere 44 Km con un litro di carburante Il veicolo K-Way Motus e a fianco Marco Boglione e Fabrizio Giugiaro Il progetto dev’essere rilevante se K-Way Motus tra qualche giorno prenderà il volo per Detroit dove sarà esposto al Sae World Congress, il meeting della società degli ingegneri dell’automotive. E non è finita: dopo l’esposizione nella Motown sarà l’unico veicolo italiano a partecipare al Progressive Automotive X Prize, la competizione organizzata dall’X Prize Foundation riservata a veicoli sicuri, in grado di essere prodotti, omologati e consumare meno di un gallone di carburante per percorrere cento miglia (secondo i nostri parametri, si tratta di un consumo di un litro ogni 44 chilometri). Il veicolo ibrido creato al Politecnico è un condensato d’innovazione e materiali all’avanguardia. Come la fibra di carbonio, usata per i profili strutturali, particolare che rende il mezzo leggero e capace di elevate prestazioni. E ancora: la ricerca in campo aerodinamico ha prodotto risultati di rilievo e una linea a freccia, tratto pecu- liare del veicolo che, anche grazie al particolare sistema di controllo dello sterzo e della piega, sembra volare sulla strada. Nella parte superiore, inoltre, K-Way Motus adotta un’unica cupola per coprire pilota e passeggero e ottimizzare la visibilità in generale. Anche il processo di costruzione adottato nei laboratori del «Poli» è originale: un unico guscio in tessuto, un unico involucro che si solleva completamente per agevolare l’ingresso dei due passeggeri. m Specchio dei tempi m «A proposito di scrutatori» - «Granata vincenti sul campo ma indisciplinati in aereo» - «Messer Tulipano ... senza tulipani» - «Riscopriamo il valore dell’igiene» - «La Posta non riesce ad aprire i conti correnti» m Un lettore scrive: «Sono un piccolo imprenditore che come tutti sente la crisi. Ho dovuto, mio malgrado, mettere 12 persone in cassa integrazione. Trovo allucinante che una parte dei miei collaboratori, non in cassa integrazione, accetti di fare lo scrutatore e che lo Stato lo permetta. Alla classe governante, sempre così solerte nei grandi progetti, suggerisco di pensare di utilizzare come scrutatori persone in mobilità, in cassa integrazione ed eventualmente disoccupati. Questo darebbe subito origine a qualche significativo risparmio». I LEONIO ALLEGRETTI seduti abbastanza sparsi, dando modo a qualche emozionato tifoso di chiacchierare con qualcuno dei suoi idoli. E molti continuano ad ascoltare musica e a giocare con i cellulari per tutto il tragitto. Alcuni lo fanno anche nella fase dell’atterraggio, indifferenti alla richiesta di spegnere tutti i dispositivi elettronici e anche alle – timide a dire la verità – proteste del personale di bordo, che sembra preferire non vedere la palese violazione, con messa a rischio dell’incolumità di tutti e con la totale inerzia di dirigenti accompagnatori e allenatore». MARCO GUASTAVIGNA BARBARA MURER Una lettrice scrive: «Vorrei esprimere la mia delusione e anche un po’ il fastidio di esser stati presi in giro domenica alla visita della mostra di Messer Tulipano al castello di Pralormo! Siamo andati per vedere i tulipani e gli unici che abbiamo visto erano quelli in stoffa perché vuoi per il tempo freddo vuoi per la stagione non propizia dei tulipani a malapena c’erano le foglie. Per carità posso capire che non è prevedibile quando fiorisce un fiore se la stagione è indietro ma non trovo corretto far pagare un biglietto intero (6,50 euro) per una mostra di tulipani dove non ce n’è neanche l’ombra! L’organizzazione avrebbe I Un lettore scrive: «Domenica 28 marzo, Fiumicino, in attesa del volo delle 21,40 per Torino: il corridoio è pieno di maglie granata. Non sono tifosi, è proprio la squadra del Torino, di ritorno dalla vittoria di Reggio Calabria. Quanto sono giovani! Ascoltano musica con le cuffie; si connettono a Internet con le chiavette UMTS, giocano con i cellulari, qualcuno ha perfino il Mac, anziché i soliti computer con Windows. Finalmente saliamo sull’aereo. Loro passano per primi, anche se poi in cabina saranno I fatto più bella figura a far pagare un biglietto ridotto e far visitare almeno gratis il castello (costo 5 euro a testa) visto che a parte qualche violetta in vaso e qualche narciso (ma allora non sarebbe Messer Tulipano) lo scopo della mostra non esisteva! Così tutto si è risolto con le solite bancarelle di agro-paccottiglia! «Non so se tornerò perché il rischio di prendere un’altra fregatura è troppo alto e non ne vale la pena, però peccato perché poteva essere una bella occasione di sfoggio di “noblesse” e invece come al solito davanti si soldi facili non c’è nobiltà (d’animo!) che tenga!». Una lettrice scrive: «Davanti al civico 6 di corso Giulio Cesare ci sono almeno due banchi di pane e nell’angolo di Porta Palazzo proprio prima dell’inizio del corso stazionano 2-3 signore marocchine con carrellini tipo spesa pieni del loro pane. La situazione è ormai istituzionalizzata: vorrei però sapere come si concilia con le più elementari regole del commercio di alimentari, dall’igiene alla licenza, passando per gli orari, l'agibilità dei locali, l'etichettatura ecc. «Qualche aneddoto: proprio ieri sera dal tram fermo al semaforo vedo il "gestore" di uno dei ban- I chetti che si mette le dita nel naso e poi provvede a imbustare il pane per un cliente. Si notano spesso macchine di polizia, guardia di finanza o vigili appostate nelle vicinanze, ma in modo da avere la visuale coperta, così come gli agenti addetti al Presidio di Porta Palazzo si guardano bene dal camminare fino all'imbocco di Corso Giulio Cesare...». ANNA Un lettore scrive: «Al lettore che vuole aprire un conto in posta e nessuno lo chiama, chiedo se è proprio sicurodi volerlofare... «A mia figlia, in procinto di recarsi all’estero per studi, la pratica è stata fatta subito (una mattinata intera!) nell'agenzia 1 di Nichelino con la promessa che sarebbe stato attivo in tre o quattro giorni. Contemporaneamente vi è stata una cortese insistenza aprire un libretto al portatore affinché i soldi fossero nel frattempo al sicuro. E passato più di un mese, più volte abbiamo sollecitato: del conto non si sa più nulla e i soldi glieli ho portati di persona. Ci pensi ancora prima di insistere...». I SANDRO MANFRINATI [email protected] www.specchiodeitempi.org Commenti alle lettere su www.lastampa.it/specchiotempi