Settembre 2008 - Anno 10 (n° 118) Mensile della Comunità Parrocchiale di Torri del Benaco IL GR E S T PARROCCHIALE 2008 L'esperienza dello scorso anno, ci ha fatto scoprire potenzialità e risorse, che la parrocchia anche nel settore giovanile possiede. Con il Consiglio Pastorale, il Circolo NOI, e i Giovani, che da anni prestano servizio in parrocchia, abbiamo pensato bene di investire tutta l'estate a servizio delle famiglie e dei ragazzi. Non tanto come parcheggio, ma come luogo privilegiato educativo. Ci sembrava giusto dare continuità a quello che avevamo costruito in tutto l'anno scolastico. Così siamo stati felici di dare inizio alle diverse attività che hanno visto coinvolti i nostri ragazzi dalla prima elementare fino alla Maturità. Alla fine posso dire che è stata un'esperienza gioiosa, con sintonia perfetta, un lavoro costruttivo con taglio educativo. Tutto centrato sull'incontro settimanale nell'Eucaristia domenicale che dava la nota a tutta la settimana del GREST, attualizzando la Parola che Dio ci spezza ogni domenica, a vita pratica per i bambini. La gioia dello stare insieme si respirava con la preghiera ritmata da chitarra e bongo, alle urla gioiose durante i corsi sportivi nel campetto calcio e basket, alla vivacità delle danze, dalla piazza a sala Comboni, alla serietà durante i laboratori e compiti. All'impegno assiduo nella squadra, in riflessioni, inni o tornei. Abbiamo respirato la gioia dello stare insieme, tanto da sentirmi atteso alla solita ora pomeridiana per le confessioni o una seria chiacchierata al Parco di Villa Melisa. Esperienza che definirei positiva in quanto ci ha permesso di scoprire che ogni ragazzo è prezioso, non solo agli occhi di Dio ma anche nel cuore di tutta la comunità parrocchiale. Convinti che l'educazione, è la carta vincente per dare speranza e futuro alla nostra società. Ringrazio sentitamente tutti coloro che hanno creduto e permesso questa esperienza educativa-cristiana e soprattutto formativa in modo simpatico e pregnante per la crescita non solo dei ragazzi ma di tutti coloro che in qualche modo ne sono stati coinvolti. Don Giuseppe Cacciatori scelta, per paura di essere uc cisi come apostati. La cerimonia pubblica ha destato ovviamente grande stupore e meraviglia per il coraggio di Magdi Allam e ha provocato, proprio in Italia, la critica dei soliti intellettuali, che vogliono insegnare al Papa a fare il Papa. Scontate le reazioni del mondo islamico, dove però non mancano espressioni positive e di tolleranza. Il Corriere della Sera pubblicherà dopo la grande Cerimonia l’articolo di Magdi Allam con il titolo: GRAZIE GESÙ! ”Il Papa difenderà la libertà dei mussulmani convertiti “. Grazie Gesù è il titolo del libro di Magdi Cristiano Allam, nel quale egli racconta la sua conversione dall’islam al cattolicesimo, percorso che è culminato con la Veglia pasquale del 22 marzo scorso in San Pietro a Roma, dove ha ricevuto i sacramenti del battesimo, cresima ed eucaristia, dalle mani del Papa, Benedetto XVI. Magdi Allam è nato al Cairo nel 1952. Una ricca famiglia italiana residente in quella città, dove la madre Safeya lavorava come baby sitter, gli ha pagato il collegio delle suore comboniane. Egli ha poi continuato gli studi presso il locale collegio salesiano, quindi è venuto in Italia, dove si è laureato presso l’Università La Sapienza di Roma. E’ stato giornalista per i quotidiani Il Manifesto e La Repubblica ed ora collabora con il Corriere della Sera. E’ il mussulmano che più di ogni altro si è speso per far affermare un islam moderato. Ma già in questa fase è stato oggetto di minacce. Poi l’adesione totale e decisa al cattolicesimo gli ha procurato la condanna a morte, pronunciata da estremisti islamici, tanto che oggi è costretto a spostarsi sotto scorta. Con la sua scelta egli si è posto come simbolo della libertà di fede dei mussulmani convertiti al cristianesimo e che persino in Italia e in Europa sono costretti a vivere segretamente la loro Un Prelato, che ha seguito il giornalista egiziano nel suo cammino di conversione, gli ha sottolineato che il suo gesto coraggioso diventava una straordinaria testimonianza soprattutto per tanti cristiani, che hanno smarrito la loro fede. Con tutto l’entusiasmo del neofita e con il vigore battagliero e polemico, di chi ha fatto una scelta convinta, così egli parlerà della sua conversione: “Io sono orgoglioso della mia conversione al cattolicesimo, sono orgoglioso che sia avvenuta in modo pubblico e che sia stata pubblicizzata, sono orgoglioso di poterla affermare a viva voce, sono orgoglioso di poter testimoniare la mia nuova fede ovunque nel mondo e considero il mio battesimo dalle mani del Papa come il dono più grande, che la vita potesse accordarmi “. Chissà…., forse un giorno saranno proprio i mussulmani convertiti, provenienti dall’Africa, dal Medio Oriente o dall’Oriente, che riproporranno a noi occidentali, smarriti, confusi, rassegnati e incartapecoriti, l’autentico messaggio evangelico di Gesù. William 2 “AVRETE FORZA DALLO SPIRITO SANTO” VEGLIA IN COLLEGAMENTO CON I GIOVANI DELLA GMG DI SIDNEY diversi anni, siamo arrivati a quella che si stava svolgendo a Sidney in quei giorni: la XXIII! Da qui la musica si è abbassata e abbiamo iniziato il vero e proprio momento di veglia, cominciando con le parole dette dal Papa e slogan di questa GMG: “Avrete forza dallo Spirito Santo…”. A tutti noi è stato distribuito un libretto sul quale poter seguire ciò che veniva letto dal celebrante e dai lettori sul palchetto posizionato davanti a noi. Con questo è stata consegnata anche una candela che ci hanno poi fatto accendere durante la celebrazione e fatto portare nelle nostre diverse parrocchie. Questo simbolo ha invitato noi giovani ad essere “dentro le nostre città e nel nostro mondo fermento di unità, di carità, di pace”. Altro momento molto significativo che ci ha permesso di sentirci ancor più vicini ai giovani di Sidney è stato il collegamento in diretta, via cellulare, con uno dei parroci partiti per l’Australia che, un po’ assonnato per il fuso orario, ci ha raccontato il loro programma e le loro grandi emozioni di quelle giornate. La veglia si è conclusa, infine, con la visione dell’omelia del Papa registrata durante la 23esima GMG. Benedetto XVI, come ha ribadito più volte, ha cercato di inviare a tutti noi ragazzi il messaggio di essere forti e vivi per portare avanti la nostra fede con l’aiuto di una grande guida: lo Spirito Santo. Conclusa la veglia, stanchi fisicamente ma rafforzati nello spirito e speranzosi di poter partecipare alla prossima giornata mondiale della gioventù a Madrid, siamo tornati a casa pronti a ripartire la mattina dopo con una carica in più del solito. Erika Dopo aver parlato e letto tanto di questa GMG è partita una proposta: Perché non partecipare anche noi? Forse andare a Sidney era un po’ troppo…impensabile! Ma noi non ci siamo arresi: anche da Verona, siamo riusciti a sentirci vicini ai ragazzi che sono realmente partiti. Durante i giorni nei quali si svolgeva la “festa dei giovani” è stata infatti organizzata una veglia per permettere a tutti di sentirsi partecipi a questo momento. Sabato 19 luglio, ore 14.30: fornito di maglietta del Grest, il nostro gruppo animatori, anche se un po’ ristretto causa forze maggiori, si prepara a partire. Destinazione? Verona. Tutti pronti, saliamo in macchina e, dopo un viaggio lungo e faticoso per colpa del traffico e di qualche piccola incomprensioni fra i nostri “autisti”, arriviamo in città. Più precisamente in centro: Piazza Mercato Vecchio. Quando siamo arrivati noi, l’animazione era già iniziata. Un gruppo di Bovolone di adolescenti e non, infatti, stava cantando, suonando e ballando per animare l’intera piazza. Alternando momenti di divertimento ad attimi di preghiera e di riflessione, hanno invitato tutti i presenti a partecipare. Dopo qualche esitazione ci siamo fatti coinvolgere anche noi e così è passato velocemente il nostro pomeriggio. Ore 19.00 circa ci siamo spostati dalla piazza e abbiamo preso un’ora di pausa per riposarci e cenare tutti assieme. E dopo la pizza, in macchina, siamo andati a San Massimo, dove era prevista una veglia nel parco del seminario. Abbiamo steso la nostra coperta e ci siamo seduti aspettando l’inizio della serata di animazione. Prima del momento di preghiera, il gruppo musicale del CPG (Centro Pastorale Giovanile; un bravissimo gruppo di ragazzi che suonano insieme in occasioni di questo genere) si è esibito per circa un’ora in attesa che si creasse l’atmosfera giusta e che arrivassero tutti i giovani invitati a questa serata. Ripercorrendo e ricordando i momenti più salienti delle passate giornate mondiali della gioventù attraverso le canzoni che hanno fatto da colonna sonora per i 3 Nuova Era, fondata sull'amore, in cui l'amore non sia avido ed egoista ma puro, fedele e sinceramente libero, aperto agli altri, rispettoso della loro dignità, un amore che promuova il loro bene e irradi gioia e bellezza. Il mondo necessita di un rinnovamento perché in molte società, dice Benedetto XVI, accanto alla prosperità materiale, si sta allargando il deserto spirituale, un vuoto interiore, una paura indefinibile, un nascosto senso di disperazione. Soltanto l'amore è in grado di colmare questo vuoto e a noi giovani, presente e futuro di questo mondo, è affidato il compito di diffondere il messaggio cristiano di speranza e di pace. In queste giornate il Papa ha rinnovato a tutti i giovani cristiani - presenti e non presenti - l'invito di Gesù ad essere testimoni fedeli e coraggiosi del suo vangelo. Questa Giornata Mondiale della Gioventù è stata un'esperienza bellissima che mi ha fatto crescere e maturare. La sfida ora che ci si pone davanti e che desidero rivolgere anche a tutti voi è quella di saper essere testimoni concreti nelle nostre vite di tutti i giorni, a scuola, a casa, tra gli amici, nella squadra di calcio, di ciò che abbiamo sentito. Invito infine coloro che ne avranno la possibilità a partecipare alla prossima GMG, che si terrà a Madrid nel 2011. Sarà un'altra grande occasione di crescita nel nostro rapporto personale con Dio e di comunione e unità di tutta la nostra santa Chiesa Cattolica. Grazie Giacomo Migliarese GMG SYDNEY 2008 Sono tornato da pochi giorni dalla lontana Australia, precisamente da Sidney, dove si è tenuta la XXIII Giornata Mondiale della Gioventù. Dal 15 al 20 Luglio si sono riuniti centinaia di migliaia di giovani (si parla di circa 350.000 persone) provenienti da tutto il mondo, tutte diverse ma accomunate e unite dalla fede in Gesù e nella Chiesa. Il tema che il Papa ha proposto in queste giornate è una frase di Gesù Risorto rivolta ai discepoli, che troviamo negli Atti degli apostoli: "Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni". Il Papa, nell'omelia conclusiva della domenica, ha invitato tutti noi ad aprirci ai doni dello Spirito Santo, a dargli la nostra disponibilità, a permettergli di cambiarci dal di dentro. Per farlo l'unico modo è perseverare quotidianamente nella preghiera, che è secondo le parole del Papa pura ricettività della Grazia di Dio, comunione con lo Spirito che dimora in noi e ci conduce, attraverso Gesù, al suo Padre celeste. Il Papa ci ha fatto notare che le prossime generazioni cresceranno sulle basi che noi giovani di oggi diamo alla società. Per questo dobbiamo diventare profeti di una ESPERIENZE Veglia nelle tende dell’adorazione: la luce dell’eucaristia «scalda» la notte d’attesa all’ippodromo. Matteo è in ginocchio sulla moquette della grande tenda bianca, ha un quadernino e una penna in mano, è molto stanco e ha freddo, ma il suo sguardo attento è rivolto tutto verso l’Eucaristia. Siamo nella notte della Gmg 4 APPUNTI australiana nel grande ippodromo di Sydney, tra la veglia con il Papa sabato sera e la Messa di domenica mattina. A illuminare le fredde ore notturne rimangono accese le cappelle di adorazione e preghiera. Ordinatamente affollate nelle prime ore della sera, non hanno smesso di essere frequentate dalle migliaia di pellegrini durante tutta la nottata Matteo è di Roma e nelle ore di veglia ha scritto una preghiera affidando la sua vocazione al Signore. Come lui tanti altri giovani hanno scelto di vegliare l’Eucaristia: c’è chi legge la Bibbia, chi anima la preghiera con i canti, chi prega lottando con la stanchezza, chi si rifugia nella tenda dell’adorazione anche per trovare un luogo caldo, chi infine cerca un sacerdote tra i tantissimi rimasti svegli ad accogliere confessioni. Da fuori filtrano i suoni attutiti dei ragazzi che instancabili danno voce alla gioia fra le stradine ancora gremite e che allacciano relazioni internazionali dando vita allo scambio di qualsiasi tipo di gadget, come accade in ogni Gmg: spillette, bandiere, giacche a vento, felpe, il ricercatissimo poncho azzurro dei nostri... Gruppi di ragazzi continuano a parlare e cantare mentre tutto intorno è una distesa immensa di sacchi a pelo. Lunghe le file nella notte per una cioccolata calda. « Siamo felici – dice Giuseppe, un giovane abruzzese – nonostante il freddo, la stanchezza, il sonno » . Finalmente, alle 6, un’alba tutta arancione saluta la lunga notte che sembrava non finire mai, e l’aria comincia piano piano a scaldarsi. Nella cappella dell’adorazione si intonano dolcemente le lodi mattutine, dentro la grande area dell’ippodromo di Sydney le preghiere dei giovani si intrecciano in tutte le lingue del mondo. Stanno preparandosi ad accogliere Pietro che viene, una volta ancora, a prenderli per mano. «Noi a Sydney, formazione a tempo pieno» di LORENZO FAZZINI Non solo evento da 'grandi numeri', in cui l’elemento dell’emozione spesso finisce per surclassare quello della riflessione e dell’approccio educativo. La Giornata mondiale della gioventù di Sydney ha svelato un volto inedito per un incontro mondiale: la possibilità, cioè, di un risvolto 'personalizzato' dal punto di vista spirituale e formativo per i partecipanti al grande happening australiano. Lo attestano diversi preti ed educatori italiani che, ricordando l’andamento della 'loro' Gmg, notano una maggior dimensione 'educativa' in un appuntamento che sempre fa crescere chi vi partecipa nella propria dimensione umana e spirituale. «Dalla nostra diocesi eravamo in 25 con 2 sacerdoti e il vescovo Alberto Tanasini, e Sydney ha davvero permesso una maggior sottolineatura educativa rispetto ad altre Gmg», spiega don Alberto Gastaldi, responsabile della Pastorale giovanile di Chiavari. «Abbiamo potuto avere più momenti 'nostri', sia durante il periodo del gemellaggio a Brisbane sia a Sydney. È stata davvero una cosa straordinaria rispetto alle altre Giornate: ogni giorno, dalle 8.30 alle 9 di mattina, facevamo insieme il punto della situazione e alla sera concludevamo sempre con un incontro di preghiera. Non solo: nel primo pomeriggio, dopo le catechesi, ci fermavamo in gruppo per comunicarci quello che di più importante ci era stato detto, oppure negli altri giorni per sottolineare ciò che dalle parole del Papa E. M. da Avvenire del 22 luglio 2008 5 ci era risultato più significativo». Insomma, pare quasi che il numero più contenuto di partecipanti dato l’'impegno' economico (e non solo) della trasferta di Sydney che ha trattenuto a sacerdote-giovani più vivo e significativo: «Tutto questo ha permesso di dar vita a colloqui spirituali che partivano dal vissuto dei ragazzi e che abbracciavano tutta la loro vita. Durante i viaggi da dove alloggiavamo ai posti della catechesi o dei grandi raduni c’è stato molto più dialogo e scambio». Anche don Renato Mazzuia, direttore dell’ufficio di Pastorale giovanile del Patriarcato di Venezia, conferma: «La Giornata mondiale della gioventù di Sydney ha f-vorito le relazioni interpersonali: se a Colonia c’erano i grandi numeri, e anzi era quasi impossibile spostarsi con una certa facilità, in Australia siamo sempre rimasti insieme come gruppo e c’è stata una maggior possibilità per conoscerci». Con conseguenze anche piacevoli, ad esempio, per il gruppo di 22 pellegrini veneziani: «A Melbourne avevo una zia immigrata là da decenni – rievoca don Mazzuia –. Ci siamo andati tutti insieme a fare il barbecue: se avessi avuto un gruppo più numeroso sarebbe stato impossibile!». Ma non sono stati solo questi momenti organizzativo-vacanzieri quelli che hanno beneficiato di una dimensione più 'umana' della Giornata oceanica: «Ogni sera potevamo tenere un incontro di spiritualità come gruppo e già la stessa preparazione alla Gmg era stata più personalizzata». casa molti - abbia avuto come positivo corollario una maggior cura spirituale ed educativa dell’evento: «C’era una maggiore disponibilità anche per celebrare la confessione – sottolinea don Gastaldi –. Anche durante gli spostamenti, in treno o in autobus, era più facile intavolare un dialogo con i ragazzi». Sulla stessa lunghezza d’onda don Giovanni Maria Chessa, responsabile diocesano di Nuoro; era in Oceania con 'appena' 14 ragazzi, accompagnati da 3 sacerdoti: «Di certo è stata un’esperienza spiritualmente più sentita delle altre, e che ha spinto chi vi partecipava a tornare a casa e farsi personalmente testimone di quanto vissuto a Sydney. Tantissimi di quelli rimasti a casa chiedevano a chi c’era un giudizio, un racconto, un’esperienza su quanto vissuto là: e così ciascuno è stato chiamato in causa». Inoltre, proprio in Australia, il numero più ridotto di partecipanti ha favorito un contatto «QUELLA CONOSCENZA SPECIALE CON LO SPIRITO» È possibile decidere di partire da casa, farsi circa 24 ore di viaggio solo perché qualcuno ti ha chiamato? All’inizio pensavo: assolutamente no! Quello che 6 dimenticare gli sguardi commossi dinanzi all’Eucaristia, sotto la meravigliosa volta celeste australe. La Gmg non si è conclusa: si compie ora. Edoardo mi si chiede è un sacrificio troppo grande! Eppure l’ho fatto, ho preparato la mia valigia e sono partita! La fatica del viaggio e del doversi adattare all’inizio si sono fatte sentire, ma poi tutto è scomparso di fronte alla bellezza di quanto ci veniva offerto. Cesare Pavese scrisse: «Non c’è cosa più amara che l’alba di un giorno in cui nulla accadrà». Nei giorni della Giornata mondiale della gioventù qualunque amarezza è stata messa da parte tante erano le cose da fare e da scoprire. La nostra curiosità era grandissima: abbiamo visto posti meravigliosi con panorami mozzafiato, ma cosa ancora più importante c’è stata la concreta possibilità di 'conoscere' lo Spirito Santo, «il principio della conoscenza senza il quale c’è solo ignoranza». Una conoscenza speciale che auguro a tutti di poter fare! Ci vediamo a Madrid! Angela «IL MIO ZAINO PIENO DI SCOPERTE E SORPRESE» Al ritorno da Sydney ho augurato ad alcune persone «buona estate», e qualcuno mi ha risposto che l’estate è quasi finita... A pensarci sembra incredibile come sia volato tutto così in fretta! Prima della trasferta australiana ci sono stati i Grest estivi e gli incontri di condivisione. Spesso si è trattato di correre, perché tempo ed energie sembravano non essere sufficienti. E ora sono qui con un po’ di nostalgia, ma tanta gioia e ricchezza, ancora frastornata, con poche parole e tanta voglia di lasciarmi sorprendere da quello che succederà. Se dovessi sintetizzare tutto in una parola, direi 'sorpresa': di fronte alle meraviglie del Mondo Nuovissimo, la natura, gli animali, le città belle e vivibili, l’organizzazione ben studiata. Ma lo stupore è stato grande per l’accoglienza fantastica della gente e le folle multicolori provenienti da tutto il mondo riunite con gioia; gente che risponde con un sorriso anche alle fatiche di lunghi spostamenti e giornate interminabili, ai piccoli e grandi contrattempi. Le famiglie che ci hanno accolto hanno aperto casa a perfetti sconosciuti regalandoci con affetto ciò di cui avevamo bisogno: gente che non si incontrerà mai più probabilmente. Tra gli stessi ragazzi ho visto tanta voglia di fare, di condividere, di ascoltare e pregare. È l’immagine dei semi che mi ritorna in mente in questi giorni: quante cose che non si vedono in apparenza sono in realtà nascoste e pronte a sbocciare! Spesso ci sono cose meravigliose che aspettano solo un’occasione per potersi manifestare. Alba Da Avvenire del 19 agosto 2008 «GESÙ DA OGGI AL CENTRO DELLA MIA VITA» La decisione di andare a Sydney è stata ardua e meditata. Inizialmente, conscio dei sacrifici che chiedevo ai miei genitori, non diedi peso all’iniziativa. Poi la curiosità, la passione di chi mi circondava e l’esigenza di una svolta nel frenetico e indifferente trascorrere delle giornate, mi spinsero a rivalutare la mia scelta. Mi lasciavo alle spalle un periodo vissuto all’insegna dell’inerzia e dell’indecisione. Si faceva largo il bisogno di un’esperienza in grado di donare nuovo slancio e pienezza alla mia vita. Decisi quindi di partire. Le intense celebrazioni, le parole del Papa si sono rivelate inesauribili fonti d’ispirazione. In una catechesi il vescovo di Palestrina, Domenico Sigalini, ha detto: «Senza Gesù nella vita c’è il vuoto, manca il centro, non c’è un punto di appoggio». Questa frase sembrava descrivere l’anno appena trascorso, privo di uno scopo apparente per le numerose fatiche e i risultati conseguiti. Non potrò 7 rispettose della dignità di ogni essere umano! Una delle grandi conquiste dell’umanità è infatti proprio il superamento del razzismo. Purtroppo, però, di esso si registrano in diversi Paesi nuove manifestazioni preoccupanti, legate spesso a problemi sociali ed economici, che tuttavia mai possono giustificare il disprezzo e la discriminazione razziale. Preghiamo perché dovunque cresca il rispetto per ogni persona, insieme alla responsabile consapevolezza che solo nella reciproca accoglienza di tutti è possibile costruire un mondo segnato da autentica giustizia e pace vera. Vorrei oggi proporre un’altra intenzione per cui pregare, date le notizie che giungono, specialmente in questo periodo, di numerosi e gravi incidenti stradali. Non dobbiamo abituarci a questa triste realtà! Troppo prezioso infatti è il bene della vita umana e troppo indegno dell’uomo è morire o ritrovarsi invalido per cause che, nella maggior parte dei casi, si potrebbero evitare. Occorre certo maggiore senso di responsabilità. Anzitutto da parte degli automobilisti, perché gli incidenti sono dovuti spesso all’eccessiva velocità e a comportamenti imprudenti. Condurre un veicolo sulle pubbliche strade richiede senso morale e senso civico. A promozione di quest’ultimo è indispensabile la costante opera di prevenzione, vigilanza e repressione da parte delle autorità preposte. Come Chiesa, invece, ci sentiamo direttamente interpellati sul piano etico: i cristiani devono prima di tutto fare un esame di coscienza personale sulla propria condotta di automobilisti; le comunità inoltre educhino tutti a considerare anche la guida un campo in cui difendere la vita ed esercitare concretamente l’amore del prossimo. Affidiamo le problematiche sociali che ho ricordato alla materna intercessione di Maria, che ora invochiamo insieme con la recita dell’Angelus. ANGELUS PALAZZO APOSTOLICO DI CASTEL GANDOLFO DOMENICA, 17 AGOSTO 2008 Cari fratelli e sorelle, Nell’odierna XX Domenica del tempo ordinario, la liturgia propone alla nostra riflessione le parole del profeta Isaia: "Gli stranieri, che hanno aderito al Signore per servirlo / … li condurrò sul mio monte santo / e li colmerò di gioia nella mia casa di preghiera. / … perché il mio tempio si chiamerà / casa di preghiera per tutti i popoli" (Is 56,6-7). All’universalità della salvezza fa riferimento anche l’apostolo Paolo nella seconda lettura, come pure la pagina evangelica che narra l’episodio della donna Cananea, una straniera rispetto ai Giudei, esaudita da Gesù per la sua grande fede. La Parola di Dio ci offre così l’opportunità di riflettere sull’universalità della missione della Chiesa, costituita da popoli di ogni razza e cultura. Proprio da qui proviene la grande responsabilità della comunità ecclesiale, chiamata ad essere casa ospitale per tutti, segno e strumento di comunione per l’intera famiglia umana. Quanto è importante, soprattutto nel nostro tempo, che ogni comunità cristiana approfondisca sempre più questa sua consapevolezza, al fine di aiutare anche la società civile a superare ogni possibile tentazione di razzismo, di intolleranza e di esclusione e ad organizzarsi con scelte Benedetto XVI 8 quelli che lo invocano. Infatti: “Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato”. San Paolo afferma: “O profondità della ricchezza, della sapienza e della scienza di Dio! Quanto sono imperscrutabili i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie! Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio. Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto. Per la grazia che mi è stata concessa, io dico a ciascuno di voi: non valutatevi più di quanto è conveniente, ma valutatevi in maniera da avere di voi un giusto concetto, ciascuno secondo la misura di fede che Dio gli ha dato. Abbiamo pertanto doni diversi secondo la grazia data a ciascuno di noi. Chi da, lo faccia con semplicità; chi presiede, lo faccia con diligenza; chi fa opere di misericordia, le compia con gioia. Amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda. Siate lieti nella speranza, forti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera. Benedite e non maledite. Rallegratevi con quelli che sono nella gioia, piangete con quelli che piangono. Non rendete a nessuno male per male, vivete in pace con tutti. Osserva il comandamento che dice ‘Ama il prossimo tuo come te stesso’. Quindi ciascuno di noi renderà conto a Dio di se stesso. Il regno di Dio infatti è questione di giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo. San Paolo chiude la sua lunghissima lettera (sedici capitoli) con saluti a molti cristiani presenti a Roma e con una raccomandazione: “Mi raccomando poi, fratelli, di ben guardarvi da coloro che provocano divisioni e ostacoli contro la dottrina che avete appreso: tenetevi lontani da loro. Costoro, infatti, non servono Cristo nostro Signore”. A noi il compito di meditare su questa lettera, magari leggendola per intero. ANNO PASTORALE 2008-2009 ANNO PAOLINO Il Santo Padre ha dedicato questo Anno Pastorale alla predicazione dell’Apostolo Paolo che noi conosciamo attraverso le sue lettere, che vengono lette quasi tutte durante l’anno, nelle Sante Messe della domenica. San Paolo ha scritto quattordici lettere, alcune molto lunghe, che attraverso queste pagine cercheremo di approfondire. Cominciamo dalla prima: la Lettera ai Romani: Paolo, dopo l’inizio della lettera, con un saluto affettuoso ai Romani elenca una serie di peccati a cui gli uomini si abbandonano quando perdono la strada che conduce a Dio: “…colmi come sono di ogni sorta di ingiustizia, malvagità, cupidigia, malizia; pieni di invidia, di omicidio, di rivalità, di frodi, di malignità; diffamatori, maledicenti, nemici di Dio, oltraggiosi, superbi, fanfaroni, ingegnosi nel male, ribelli ai genitori, insensati, sleali, senza cuore, senza misericordia”. È un elenco di azioni che mette in guardia il seguace di Cristo dal non praticare. È un giudizio severo che dopo duemila anni è attuale anche per noi. Ma per l’uomo che fa ammenda dei suoi errori Dio è bontà, tollerante e paziente, dandogli così modo di salvarsi per mezzo della Fede in Gesù Cristo. A causa di Adamo entrò nel mondo il peccato, ma in virtù di un solo uomo, Gesù Cristo, la grazia si è riversata abbondantemente su tutti gli uomini. Infatti tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, costoro sono figli di Dio. E se siamo suoi figli siamo anche suoi eredi. Chi ci separerà dunque dell’amore di Cristo? Le nostre paure, le nostre tribolazioni, la nostra angoscia? Ma noi siamo vincitori su queste cose in virtù di Colui che ci ha amato. La salvezza è dono di Dio che usa misericordia con tutti i suoi figli. Con il cuore dunque dobbiamo credere perché lui stesso è il Signore di tutti, ricco verso Rosanna 9 mia, il Signore vi vuole Fondatrice di un Istituto di Sorelle della Misericordia, nessuna difficoltà vi atterrisca o arresti, a Dio nulla è impossibile", Luigia, certa che la sua strada ormai segnata da una carità insonne, è finalizzata a un disegno che solo Dio conosce, con semplicità e confidenza filiale nel Padre misericordioso, risponderà: "Io sono la più inetta delle creature, ma il Signore si serve alle volte di strumenti debolissimi per le opere sue: sia fatta dunque la sua volontà". Il 2 novembre 1840, Luigia Poloni, sostenuta e accompagnata da don Carlo Steeb, da inizio all'Istituto Sorelle della Misericordia. Il suo servizio umile e prezioso, presso le persone anziane e gli orfani abbandonati, trova la sua più alta espressione in quello di Madre e Maestra di numerose giovani che alla sua scuola, imparano a donare in umiltà, semplicità e carità la loro vita a Dio come sorelle della Misericordia. Luigia Poloni, che con la professione religiosa assume il nome di suor Vincenza Maria, muore l'11 novembre 1855, lasciando come ultimo testamento del suo affetto per le sorelle una sola cosa: la carità. Luigia Poloni nasce a Verona il 26 gennaio 1802. La sua casa è in Piazza delle Erbe, all'attuale numero 8, dove i genitori gestiscono una drogheria-farmacia. La famiglia, ispirata a profondi principi cristiani e provata da parecchi eventi dolorosi, è per Luigia l'ambiente più stimolante e formativo. L'intelligenza pratica e concreta, la riservatezza e la cortesia, doti che le sono proprie, favoriscono in lei l'attitudine al servizio serio e gratuito. Negli anni più belli della sua giovinezza essa lo offre ai fratelli in seria necessità e ai numerosi nipoti che la considerano come mamma. Dopo la morte del padre, gravi problemi economici scuotono l'equilibrio della famiglia, per cui Luigia sviluppa e mette in atto come una vera manager anche le sue capacità amministrative e direttive, senza tralasciare la frequenza, come volontaria, della Pia Casa di Ricovero. Quando don Carlo Steeb, suo confessore, ponendo in lei tutta la sua stima le dirà: "Figlia 10 richiamo chiaro e pressante. Gesù le chiedeva di donarsi ai più poveri dei poveri. Lascia quindi il convento con cinque rupie in tasca ed il sari orlato di azzurro delle indiane più povere: è il 168-1948. Dopo un breve corso con le Suore Mediche Missionarie a Patna trova alloggio temporaneo presso le Piccole Sorelle dei Poveri. Il 21 dicembre va per la prima volta nei sobborghi: inizia così la sua grande opera. Alcuni mesi più tardi si uniscono a lei alcune sue ex allieve. Da questo momento le stesse, in aggiunta ai tre voti d i " p o v e r t à , c a s t i t à e obbedienza", ne fanno un quarto di "dedito e gratuito servizio ai più poveri tra i poveri" riconoscendo nella Madonna l'icona del servizio della carità più autentica. (la professione religiosa delle sue suore cade sempre in una festività della Madonna). Nascono così le Missionarie della Carità. Dal 1952 l'ordine apre cliniche e ospizi per lebbrosi ed orfani e al 1996 sono operative 517 missioni in oltre 100 paesi. La "piccola matita di Dio" riceve il premio per la pace Giovanni XXIII nel 1971 e il Nobel per la pace nel 1979. La figura di Madre Teresa di Calcutta, fisico fragile e volto solcato da rughe, è conosciuta in tutto il mondo e chi l'ha incontrata ha detto che essere guardati da lei, dai suoi occhi profondi e amorevoli dava la sensazione di essere guardati dagli occhi stessi di Dio. Lascia la vita terrena il 5 settembre 1997. Aveva 87 anni. Il processo di beatificazione si apre nel luglio 1999 con ben tre anni di anticipo sui cinque previsti dalla chiesa. Per la gente, però, Madre Teresa è già santa! Liliana RICORDANDO MADRE TERESA DI CALCUTTA - La cosa più bella del mondo: L'AMORE - La forza più grande: LA FEDE - La vita è un inno: CANTALO - Se giudichi le persone non hai tempo di amarle. - Quello che sorprende gli altri non è tanto quello che facciamo, ma il vedere che ci sentiamo felici di farlo e sorridiamo facendolo. - Non capiremo mai abbastanza quanto bene è capace di fare un sorriso. Sono solo alcune fra le moltissime frasi e/o poesie attribuite a Madre Teresa dì Calcutta che, per molti, è il volto femminile della moderna Chiesa Cattolica. Vorrei ora ricordare, anche se la maggior parte dei noi le conosce, poche notizie che la riguardano. Nasce Agnes Gonxha Bojaxhiu il 26-8-1910 a Skopje da genitori albanesi e a 18 anni abbandona la famiglia per entrare in un ordine irlandese di suore che lavora prevalentemente in India. P r e n d e i v o t i n e l 1 9 3 1 diventando suor Mary Teresa del Bambin Gesù e per circa 20 anni insegnerà storia e geografia nel collegio delle suore di Loreto (zona orientale di Calcutta) dove, appena al di fuori del muro di cinta, vi è uno dei posti più miserabili della megalopoli indiana. Suor Teresa non lo conosceva almeno fino a quando - il 10 sett. 1946 avvertì la "seconda chiamata" durante un viaggio in treno. Si trattava di un 11 andava benissimo: in breve tempo indossò il saio francescano e divenne monaco. Era piuttosto cagionevole di salute e trascorreva la sua vita un po’ a casa, un po’ in convento. Lì all’età di 32 anni circa, ricevette le stimmate e la ferita del costato proprio davanti ad un grandissimo e meraviglioso Crocifisso nella Cantoria della Cappella del Convento che ho visto per bene. Da quel momento iniziò per Padre Pio una vera e propria Via Crucis. Spesso i suoi occhi arrossati indicavano che egli aveva pianto e sofferto molto. Pregando davanti al meraviglioso Crocifisso si sentì spesso che diceva: - Signore Gesù, ti offro S. PADRE PIO DA PIETRALCINA tutto questo dolore per salvare il numero più alto possibile di anime. Fu visitato da molti medici con l’accusa che le stimmate erano come procurate da lui stesso; l’autorità ecclesiastica stessa si dimostrò incredula e lo costrinse per anni a non avere contatto col pubblico. Che strano! In questo periodo, solo il carissimo papa Giovanni Paolo II, allora Vescovo di Cracovia, scriveva a lui (le sue lettere sono un ritrovamento di qualche anno fa!) per chiedergli preghiere di guarigione, per una grande polacca docente universitaria di Fisica, a livello Premio Nobel, e cattolica convinta, ammalata di cancro diffuso. Il miracolo avvenne; lei andò personalmente da Padre Pio per ringraziarlo, con tutte le difficoltà esercitate dal Partito Comunista. Per Padre Pio la vita incominciò a cambiare. Fisicamente sempre molto, molto sofferente, ma lasciato in pace. Trascorreva dalle dieci-dodici ore di confessionale al giorno. Si recavano da lui personalità politiche, attori in crisi, industriali “disonesti” e tutti li ha ricondotti a Dio. Diceva: -In Paradiso non potrò star Premetto di avere avuto la fortuna di andare in Pellegrinaggio a San Giovanni Rotondo (Foggia) dove c’è il convento di Padre Pio, per ben due volte. Non l’ho visto vivo, però ho avuto modo di rilevare “l’intensità” della vita spirituale che laggiù si vive. E pur cercando di essere breve, scriverò ciò che più colpisce. Padre Pio si chiamava Francesco Forgiane ed era nato a Pietralcina, piccolo borgo in provincia di Benevento il 25 maggio 1887. la sua casa rimasta intatta come ho visto denota la loro dignitosa povertà; eppure togliendosi quasi le cose di bocca, riuscivano a fare la “carità” a chi era più povero di loro. Da lì passava molto spesso un frate “questuante” che aveva la barba folta e si chiamava frà Pio. Rimase talmente nel ricordo di Francesco che volle poi chiamarsi Padre Pio. Cresceva pregando molto la Madonna e l’Angelo Custode e già da piccolo diceva che voleva farsi monaco. Alle scuole Elementari andava proprio male e l’insegnante lo consigliò di andare a pascolare le pecore. In Seminario, invece, bene, se non avrò ricondotto tutti i miei amici con me! Moriva il 23 settembre 1968. fu canonizzato da Giovanni Paolo II nel 2003. Laggiù io ho contato 15 confessionali tutti in fila in una cappella. Ho visto e partecipato a tante, tante ore di adorazione. Padre Pio ci insegna che siamo qui per guadagnarci la vita eterna: imitiamolo! Raffaella 12 Settembre 2008 INTENZIONI PARTICOLARI IN COMUNIONE CON IL SANTO PADRE • Perché i profughi siano sostenuti nella difesa e nella tutela dei loro diritti. • Perché ogni famiglia cristiana sia una piccola comunità evangelizzatrice. IN COMUNIONE CON I VESCOVI ITALIANI • Perché il lavoro sia adeguatamente tutelato e remunerato. - INTENZIONI DI PREGHIERA Cuore divino di Gesù, io ti offro per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, madre della Chiesa, in unione al Sacrificio Eucaristico, le preghiere e le azioni, le gioie e le sofferenze di questo giorno: in riparazione dei peccati, per la salvezza di tutti gli uomini, nella grazia dello Spirito Santo, a gloria del divin Padre. Cuore di Gesù, attrai a te i presbiteri che in tuo nome agiscono in mezzo al tuo popolo. FRASI GUIDA PER I VANGELI DELLA DOMENICA Domenica 7 Settembre, 23ª del Tempo Ordinario: “Pieno compimento della legge è l’amore” (Rm. 13,10) Domenica 14 Settembre, Esaltazione della S. Croce: “Obbediente fino alla morte e alla morte di croce” (Fil. 2,8) Domenica 21 Settembre, 25ª del Tempo Ordinario: “Andate anche voi nella mia vigna!” (Mt. 20,7) Domenica 28 Settembre, 26ª del Tempo Ordinario: “(…) ciascuno (…) consideri gli altri superiori a se stesso” (Fil. 2,3) 13 CONVEGNO DIOCESANO DI PASTORALE GIOVANILE Seminario di S. Massimo GIOVEDÌ 11 SETTEMBRE Ore 20.45: introduzione al convegno LINEE DI PASTORALE GIOVANILE Lettura delle linee del progetto pastorale diocesano, (a cura dell'equipe del Centro di Pastorale Adolescenti-Giovani) TAVOLA ROTONDA ENERGIE E FRAGILITÀ DEL MONDO GIOVANILE Con il contributo video del dott. Vittorino Andreoli, psichiatra. Saranno presenti giovani, educatori e psicologi che lavorano quotidianamente a contatto col mondo giovanile. VENERDÌ 12 SETTEMBRE 20.00 - 21.00 WORKSHOP (esperienze e sperimentazioni di pastorale giovanile) 21.00 - 22.00: relazione «CREDONO ANCORA?» dott. Riccardo Grassi, sociologo dell'istituto IARD di Milano 22.00 - 24.00 WORKSHOP (esperienze e sperimentazioni di pastorale giovanile) QUESTE LE ESPERIENZE CHE SARANNO PRESENTATE NEI DIVERSI WORKSHOP: 1) 2) 3) 4) 5) Nuovi itinerari alla fede con gli adolescentie giovani in parrocchia (parrocchia di Bovolone) Primo annuncio ai giovani: il progetto Sentinelle del mattino (associazione Sentinelle del Mattino) "Amori in corso": itinerari di accompagnamento di innamorati (AC diocesana) "Video parrocchia"pastorale giovanile e nuove tecnologie (past.giovanile della diocesi di Trento) Pastorale giovanile e comunicazione: l'esperienza radio vigiova (past.giovanile della diocesi di Vicenza) 6) Esperienze di vita comune dei giovani: Punto giovane Riccione (Punto giovane Riccione) 7) "Domenica Young": una attenzione particolare alla domenica (parrocchia di Porto di Legnago) 8) "Io sono con voi tutti i giorni": la gioia di adorarlo, parrocchia di Legnago) 9)Pastorale giovanile in rete: tra parrocchie, nel territorio (past.giovanile della diocesi di Udine) 10) "Un ponte tra la strada e la chiesa": l'oratorio oggi (NOI Associazione Dossobuono) 14 + CELEBRAZIONI DELLA LITURGIA + ORARIO FESTIVO – DOMENICALE (fino a Domenica 14/09) Sabato o Vigilia: ore 17.00 - 19.30 - S. Messa Domenica o Festa: ore 7.00 - 8.30 – 10.00 – 11.15 – 19.30 - S. Messa ORARIO FESTIVO – DOMENICALE (da Domenica 21/09) Sabato o Vigilia: ore 17.00 – Vespero / 18.00 - S. Messa Domenica o Festa: ore 8.30 – 10.00 - 11.15 – S. Messa 17.00 - Vespero 18.00 - S. Messa ORARIO FERIALE SETTIMANALE (dal 9 Settembre) ore 7.00 - Lodi / ore 17.00 – Vespero / ore 18.00 - S. Messa Ogni Sabato: ore 7.30 - S. Messa IL SOLENNE RITO DI BEATIFICAZIONE DELLA VENERABILE SERVA DI DIO VINCENZA M. POLONI AVRÀ LUOGO A VERONA DOMENICA 21 SETTEMBRE 2008 ALLE ORE 15.30 NEL PALAZZETTO DELLO SPORT PRESIEDERÀ L’EUCARISTIA S. EM.ZA IL CARD. JOSÉ SARAIVA MARTINS PREFETTO DELLA CONGREGAZIONE PER LE CAUSE DEI SANTI AVVISO È nato Matteo. Congratulazioni a Dopo la sosta estiva il Piccolo Coro riprende la sua attività annuale. Da venerdì 19 settembre ore 16.00 riprendono le prove. mamma Sofia e a papà Antonello. È nato Lorenzo. Congratulazioni a mamma Cinzia e a papà Dario. È nata Rachele. Congratulazioni a mamma Lorena e a papà Stefano. Fino alla fine di ottobre si accettano nuovi bambini dai 6 anni in poi, dotati di una bella voce e con tanta buona volontà. È nato Andrea. Congratulazioni a mamma Federica e a papà Alessandro. 15