Il vulcanismo in Alvernia
L’Alvernia è una regione della Francia centro-meridionale, nella zona
del Massiccio Centrale.
È il complesso vulcanico più esteso d’Europa.
Terra scolpita dal fuoco, con i suoi quattro massicci vulcanici è una
vera esposizione geologica all’aperto.
Confina con le Regioni:
Centro a nord-ovest
Borgogna a nord-est
Rodano-Alpi a est
Linguadoca-Rossiglione a
sud
Midi-Pirenei a sud-ovest
Limosino a ovest
L’Alvergna è famosa per i suoi numerosi
vulcani, 80 nel raggio di 80 km, detti Puys
(dal latino podium), per le catene montuose,
le fonti termali e per il Parco Europeo del
Vulcanismo.
Superficie: 26.013 km2
Capoluogo: Clermont-Ferrand
Laghi e vulcani occupano la parte ovest dell’Alvernia.
Il Parco Naturale regionale dei Vulcani, il più grande di
Francia, protegge i cinque grandi insiemi che formano
questa insolita terra, che hanno avuto origine nel
Cenozoico (nello stesso periodo si formarono le Alpi ed i
Pirenei) e trasformati poi dall’azione della glaciazione nel
Quaternario:
• la catena dei Puys (o Mont Dômes)
• il massiccio del Sancy (o Mont Dore)
• gli altipiani dell’Artense
• gli altipiani del Cézallier
• i monti del Cantal
I crateri più antichi hanno tredici milioni di anni e si trovano soprattutto nel
dipartimento del Cantal, i più giovani hanno solo 5000 anni e circondano la
cima del Puy de Dôme.
La Regione dei monti d’Alvernia
ha svelato le proprie origini
vulcaniche solamente nel 1700,
quando si comprese per la prima
volta che alcuni di questi monti si
sono formati a partire da
emissioni di magma viscoso che
solidificandosi durante la
fuoriuscita, ha creato una
sommità priva di cratere.
Il Puy de Dôme ne è il tipico
esempio.
Ed è proprio da questa
montagna che nel 1648 che
Blaise Pascal dimostrò la
fondatezza della teoria della
pesantezza dell’aria, utilizzando
un barometro e comparando i
dati con un analogo strumento
lasciato a Clermont – Ferrand.
Ad ovest di Clermont – Ferrant si innalzano per quaranta chilometri i
vulcani spenti della catena dei Puys, inattivi ormai da migliaia di anni.
L’ultimo fenomeno eruttivo risale a circa 6.000 anni fa.
Dalla vetta del Puy de Dôme, il più alto con i suoi 1465 metri, la catena
rivela tutta la sua maestà e mistero.
Più a sud si innalza il massiccio del Sancy (1886 m), che è uno dei
quattro massicci vulcanici del centro della Francia.
È anche il punto più elevato del centro del Paese.
Il vulcano è la via attraverso la quale il magma, cioè il materiale fuso,
dall’interno della Terra arriva in superficie, trabocca all’esterno e si raffredda
formando le rocce effusive.
Parte del magma può rimanere intrappolato all’interno della crosta terrestre e
non raggiungere mai la superficie.
In questo caso il magma si raffredda all’interno dando origine alle rocce
intrusive.
Il tipo di eruzione vulcanica dipende molto dalla composizione chimica
del magma, dalla quantità di gas disciolto, dalla temperatura e dalla
viscosità.
La viscosità di un magma dipende a sua volta dal contenuto in silice
(SiO2);
Le molecole di silice hanno la tendenza a legarsi fra loro, formando
lunghe strutture dette catene polimeriche. È per questa caratteristica
che un magma con molta silice tende ad essere più viscoso e quindi
meno fluido di un magma che contiene poca silice.
A seconda del contenuto in silice si distinguono:
- magmi acidi, ricchi di silice, presentano una elevata viscosità che
rende difficile la loro risalita dal profondo
- magmi basici, poveri di silice, hanno una bassa viscosità e quindi
riescono a salire più facilmente.
acidi, contengono oltre il 63% di silice
intermedi, contengono tra il 52 e il 63 % di silice
basici, contengono tra il 52 e il 45% di silice
ultrabasici, contengono meno del 45% di silice
Tipo di magma
acido
contenuto in SiO2
viscosità
+
+
-
-
temperatura
-
Intermedio
basico
+
magma
basico
molto fluido
attività
tipo di edificio vulcanico
effusiva
vulcano a scudo
mista
vulcano – strato
cono di ceneri
acido
molto viscoso
esplosiva
protrusione solida
Il magma emesso in superficie viene chiamato lava.
La differenza tra magma e lava risiede nel fatto che la lava ha
quasi perso completamente i gas contenuti nel magma.
A temperature uguali, più una lava è acida, più è viscosa e
più si oppone alla fuoriuscita dei gas che contiene e quindi più
è grande l’energia accumulata dalla fase gassosa e
maggiormente violente sono le esplosioni.
Per le ragioni opposte le lave basiche, molto calde, lasciano
sfuggire facilmente i gas e non provocano esplosioni.
Inoltre quando le lave sono acide e poco fluide, lo
svolgimento dei gas non è continuo ma intermittente, perché
deve accumularsi una tensione di vapore sufficiente per
vincere la tensione superficiale della lava.
I gas contenuti nel magma sono di diversi tipi, ma in genere il più
abbondante è il vapore acqueo che si forma insieme al magma
per la fusione di minerali che contengono acqua.
Inoltre vapore acqueo di origine esterna può aggiungersi al
magma nel percorso di risalita, quando incontra falde acquifere
sotterranee.
Possono apportare vapore acqueo anche la vegetazione
presente ed eventuali corsi d'acqua che si trovano sui terreni
interessati dal fenomeno eruttivo.
Inoltre grandi quantità di vapore acqueo provengono dalla
eventuale copertura di neve o di ghiaccio, per la presenza di
ghiacciai, o quando l’eruzione avviene sotto la superficie
dell’acqua.
Il contatto tra magma e acqua esterna provoca reazioni diverse
che dipendono dalla quantità di acqua; se poca provoca
esplosioni, se abbondante può raffreddare il magma stesso.
Ogni vulcano possiede un fascino particolare: alcuni si
distinguono per la forma che ricorda una campana, altri
presentano profondi crateri, testimoni delle violenti
collere di un tempo.
Il tipo di vulcano più frequente nella catena dei Puys è quello a
proietto o di tipo stromboliano.
L’attività dei vulcani di tipo stromboliano (dal nome del vulcano
Stromboli nelle isole Eolie) è continua.
Il cratere contiene lava fluida in continua ebollizione e, di tanto in tanto,
il vulcano proietta una colonna di gas e pietre.
Poiché le lave sono meno dense mancano le ceneri e il pino vulcanico
non è facilmente visibile.
Se un vulcano di questo tipo è attivo, le eruzioni sono molto
frequenti.
Possono verificarsi anche diverse eruzioni in un’ora, separate da
intervalli di tempo anche lunghi.
Durante le esplosioni i brandelli di magma incandescente vengono
lanciati in aria e ricadono nelle vicinanze del cratere.
Nelle fasi più intense, i lanci di materiale possono raggiungere
altezze di qualche chilometro.
All’esterno del cratere, i materiali come lava e scorie, scivolano
lungo un pendio di ghiaione.
A volte, nei periodi di parossismo, cioè nella fase di più violenta
attività di una eruzione, generalmente esplosiva, con lancio di
materiale piroclastico (solido), roccioso o lavico, la lava può
fiumarsi per fuoriuscita da un condotto sopra la superficie
terrestre.
La più rilevante eruzione vulcanica avvenuta in tempi storici è
quella del vulcano Tambora che si trova in Indonesia, che nel
1815 ha eruttato in pochi giorni un volume stimato in circa 160
chilometri cubi di ceneri.
Il 1816 fu un momento molto critico per il gelo e l’umidità, per
tutto il pianeta perché sotto la spinta di venti in quota, le
particelle leggere hanno reso torbida l’atmosfera intercettando
anche la radiazione solare.
Giugno, luglio e agosto portarono ovunque freddo, neve e
ghiaccio: fu definito l’anno senza estate.
Confronto tra le quantità di materiali eruttati, espresse in km3, durante alcune delle più
importanti eruzioni della storia.
Vulcano
Data eruzione
Km3 materiali eruttati
Mazama
4600 a.C.
42
St. Helens
1900 a.C.
4
Vesuvio
79 d.C.
3
St. Helens
1500
1
Tambora
1815
160
Krakatoa
1883
18
Katmai
1912
12
St. Helens
1980
1
Nonostante la catena dei Puys sia considerata dagli specialisti un
museo delle forme pure, vi si trovano talvolta, come al Puy di
Côme, dei crateri a strati che sono frutto di esplosioni multiple o
sbrecciati, come il Puy della Vâche e di Lassolas.
In quest’ultimo il cono è aperto da un lato da una svasatura del
cratere.
Puy di Côme
Puy della Vâche
Il Puy de Dôme, che domina la catena dei Puys, rappresenta un
esempio magnifico di vulcano di tipo peleano, che prende il nome dal
tristemente noto monte Pelée, in Martinica nelle Antille.
Una importante eruzione direzionale sul monte Pelée è avvenuta nel
1902 e una eruzione simile sullo stesso vulcano nel 1930.
Puy de Dôme
Nel tipo peleano, la lava, anche se prodotta ad alta temperatura, è
molto vischiosa.
Sono lave molto dense che si consolidano nel cammino provocando
rotture marginali nel cratere.
Le eruzioni sono intercalate da lunghi intervalli ed iniziano con una
fase preliminare caratterizzata da emissioni di fumo e ceneri seguita
da una violenta esplosione.
Esplosioni che si dicono direzionali perché esplodono con una
direzione in prevalenza orizzontale o inclinata di qualche grado
rispetto all’orizzonte.
Le esplosioni direzionali possono verificarsi sia al cratere sommitale
sia sul fianco del vulcano.
I monti del Cantal si presentano invece come un insieme di platee
separate da valli glaciali a raggiera.
I vulcani del tipo a platea, sono grandi vulcani complessi, formati
essenzialmente da colate di lava lungo dei pendii a raggiera, la cui
erosione inverte il rilievo.
La colata diventa allora un piano dolcemente inclinato: la platea.
Le zone eruttive si concentrano per la maggior parte su poche
decine di chilometri quadrati, mentre tutto l’insieme copre un’area di
2700 chilometri quadrati.
Vulcano a platea
I monti Dore, meno vasti e meno
simmetrici possiedono quattro zone
eruttive.
Monti Dore
In Alvernia sono presenti laghi di cratere (maar) e laghi di sbarramento
da colate di lava.
I primi sono laghi che si formano quando, in cima al cono vulcanico, o
sulla superficie di una platea, crolla una parte di terreno all’interno del
bacino magmatico, creando dei crateri di sfondamento o caldera.
Le caldere sono crateri vulcanici di grandi dimensioni (da qualche
chilometro ad oltre 50 chilometri di diametro), originati in seguito ad una
esplosione violenta, con conseguente sprofondamento di una parte
dell’edificio vulcanico.
Le caldere di collasso o di
sprofondamento si formano
quando si ha una fuoriuscita
improvvisa di grandi quantità di
magma da una camera magmatica
poco profonda; ci può essere lo
svuotamento del serbatoio
magmatico con il conseguente
sprofondamento di una parte
dell’edificio vulcanico e la
formazione di una vasta
depressione, la caldera, in
superficie.
Se il fondo è impermeabile, un
lago può occupare il cratere.
È il caso del lago Pavin e del Gour
di Tazenat.
Lago Pavin
L’altro tipo di lago, è un lago di sbarramento vulcanico, si può
originare dall’attività vulcanica se una colata di lava viene a sbarrare
un fiume.
Dietro alla lava raffreddata, si forma il lago.
È il caso del lago d’Aydat e del lago di Guéry.
Lago d’Aidat
Lago di Guéry
A pochi chilometri da Clermont – Ferrand si
trova il Parco Naturale Regionale dei Vulcani
d’Alvernia, il primo parco di esplorazione
scientifica, per scoprire l’universo dei vulcani e
delle scienze della Terra.
Il Parco si estende su un’area di 395 000 ettari,
ed è il più grande dei quaranta parchi naturali
regionali di Francia.
Offre la possibilità di viaggiare in un territorio
protetto, scolpito dal ghiaccio e dal fuoco, un
immenso territorio verde disseminato di laghi e
torbiere, scavato da gole e crateri, una vera
lezione di geologia; un enorme parco scientifico
costruito per tre quarti nel sottosuolo.
Si trovano immagini satellitari, modellini
animati, spettacoli audiovisivi su schermo
gigante, film in rilievo, varie simulazioni; tutto
per la scoperta dei vulcani adatto per grandi e
piccoli.
Ad Aurillac, antica capitale dell’Alvernia, in un’ala del
castello di St. Etienne si trova il Museo dei Vulcani, con
una interessante collezione di minerali e diverse sale di
esposizione sul fenomeno del vulcanesimo.
Il museo è dedicato alle scienze della vita e della Terra e
presenta il vulcanismo nel suo insieme.
Lava tesoro dell’Alvernia
La pietra di Volvic o
trachiandesite è stata utilizzata
fin dall’epoca galloromana.
Si riconosce facilmente per il
suo colore scuro.
Riveste ad esempio la
Cattedrale di Notre – Dame de
l’Assomption a Clermont –
Ferrand.
BIBLIOGRAFIA
P. Landini, A. Fabris “La Terra e l’Universo – mineralogia, geologia, geografia
generale” Ed. Lattes
L. Masini “I moduli di Terra Duemila” Ed. Bruno Mondatori
“Le Scienze” Volume unico Ed. Garzanti
it.wikipedia.org/wiki/Alvernia
www.auvergne-tourisme.info/upload/VIAGGIARENEIGRANDISPAZI
www.auvergne-tourisme.info/it/decouvrir/volcans/volc16.php
conoscereilmondo.blogspot.com/2007/05/in-alvernia-80-vulcani-in-80km.html
www.mondointasca.org/reportage/articolo.php
kappaemme.leonardo.it/blog/andataeritorno/alvernia_un_viaggio_tra_i_vulca
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www.bananiele.it/alvernia/alv10.htm
www.regione.piemonte.it/parchi/ppweb/rivista/157/vulcani.htm
it.wikipedia.org/wiki/Categoria:Vulcani_dell'Europa
www.auvergne-tourisme.info/upload/LALVERNIADEIGRANDISPAZI
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Il vulcanismo in Alvernia - Scuola Media di Piancavallo