FONDAZIONE TEATRO LA FENICE \GNEZIA. CONSERVATORIO DI ]\{USICA BENEDETTO ]\{ARCEILO WNEZIA Progetto formativo 2007 -2008 Il Matrimonio sesreto dramma giocoso pa. *rai.t-* in due atti librefio oi Giovanni Bertati musica oi Domenico Cimarosa riduzione d Emanuele Gamba e Andrea Palmacci Venezia - Teatro Malibran mercoledì 14 maggio 2008, ore 10.00 giovedì 15 maggio 2008, ore 10.00 venerdì 16 maggio 2008, ore 20.00 CONSERVATORIO BENEDETTO MARCELLO DI VENEZIA (Anno Accode nico 2OO7 -2OOB\ Componenti dell'Orchestrq Violini Dovide Gibelloto, Louro Brunello, Corlotto Rossi, Doniele Zonto, Volerio Pozzo, Adriono H. Romero, Froncesco Goggioto, Sobrino Evelyn Gionnì, Erico Polini, Eleno Nicoletli, Cotolino Spotoru, Colzovorq Luigi*, Dol Logo Gionlucon, Gorzo Poolo*, Moro Anno*, Morco Toso*, vlo/e Morgherilo Murgio, Stefono De Morzi, Zeno Scottolin, Morco Spolodore, Froncesco Conovo*, Androo Moro*, violoncellt Volerio Cossu, Giocomo Grespon, M Eleno Flondoco, Esior Vionello, controbbossi Alessondro Pin*, Piero Gionolli*, f/ouli Tommoso Pllostro, Giulio Coso, oboi Coro Bottocchio, Mossimo Bottiglieri *, clorinettl Sorq Sonnlno, Uglileso Moidevoc, fo.goffi Noro H. Romero, Annolisq Morolto, Irombe Wolter Colle, Veronico Chesini, Corni Mlchele Moro, Doniele Bolzonello, llnpanlMotteo Modolo, groncosso Andreo Dol Bionco Personoggi e interpreti Corolino, Totiono Corpenedo(o), Òzlem Nozlioslon Ùnsol(b), Paollno, Moiteo Mezzoro*, Ftdolna, Orsolo Bollettini(c), Roberto Guldl*, Geron/rno, Devis Fugolo*, Eltselto, Liso Koltenmeì rlcl, ll conte Robinson Alberto Zonettl * Mimi, Soro De Angelis(f), Eleno De Simone(f), Luigi Guerrieri*, Yonlk Punlln*, Luclo Sorlori(f), Gigi Scoglione*, Velthur Tognonì([), Fernondo Zomumer* FONDAZIONE TEATRO LA FENICE CONSERVATORIO BENEDETIO MARCELLO DI VENEZIA CITTA Dl VENEZIA - Assessoroto olle Politiche Educotive - ltinerori Educotivi Progetto formotivo 2OO7 2OOB ll Motrimonio segreto drommo giocoso per musiàin due otti Giovqnni Bertqti Domenico Cimorosq libretto di musico di riduzione di Emonuele Gombo e Andreo pqlmqcci personooei ed interpreti Cctrolino, Tofiono Corpenedo (14), Òzlem Nozlioslon"lnsol (15; l6) Pooli no, Molteo Mezzoro Fidolno, Orsolo Bollettini 14,16), Roberro Guidi lì5) Geronimo, Devis Fugolo ll conte E/isetlo, Liso Koltenmeir Robinson Alberto Zonetti Mimi, Soro De Angeis, Eleno De Simone, Luigi Guenierì, yonik puntin, Lucio Sortori, Gigi Scog ione, Vellhur Tognoni, Fernondo Zomumer moeslro concertolore e direftore Andreq Polmocci regio Emonuele Gombo ORCHESTRA DEL CONSERVATORIO BENEDETTO MARCELLO DI VENEZIA Arlestimento del Teotro Lo Fenice ossislenli olla regia e progetto drommoturgico Morco Mlchlelon*, ollievi moeslri colloborotort Song A Youn(d), Cloudio Micconi{d), o//ievi osslslenti o//e /ucl, Song A Youn(e), direttore di polcoscenico Cloudìo Micconi(e) Scuole di contro Silvio Do Ros(o), Stello Silvo(b), Stefono Gibelloto(c),Scuolo di orgono e composizione orgonislico Roberto Podoin(e), Scuolo di pionoforb Anno Borulti(d), Moestro concertolore e direttore Andreo Polmoccì docente di esercttaziont orchestralt, Regio Emonuele Gombo(f), docenle di ole scenica * col oborolori eslerni Direttore ollestimentitcentci MASSIMO CHECCHETTO, direttore di polcoscenico LORENZO ZANONI, ohro direttore di polcoscenico VALTER MARCANZIN, coposortorio e vestizione cARLos TlEppo, copo mocch is/o vlTALlANo BoNlcELLl, copoeleffricisto VIU\ O FURIAN , cop ottrezzislo ROBERTO FlORl, responsobile dello folegnonerio PAOLO DE MARCHI Scenogrofio TABORATORT DEL TEATRO LA FENICE CostumiATEL|ER DEL TEATRO lA FENICE Conservotorio Benedefio Morcello di Venezio: osslslenle ollo regio e ol progeÌto drommoturgico MARCO MICHIELON allievo moestro colloborotore e ossislenfe olle luciSONG A yOUN ollievo moestro colloborotore e ohro direftore di polcoscenico cLAUDlo MlccoNl Lo ricco produzione ortislico che il Conservolorio Benedetto Morcello presento ol pubblico comprende, do quolche onno, l'olleslimenfo di un'opero, divenuto così un oppunlomento kodizionole di primovero Dopo le fortunote esperienze di Lo conterino di Hoydn nel 2003, Che originolidi Moyr nel 2004, Bostiono e Eosliono del dodicenne Mozort nel 2005, le celebrozioni mozorlione che conlinuovono nel 2006 con un doppio ollestimenlo, l'opéro-postiche L'impresorio in ongustie owero Der Schouspieldirektor con musiche di Cimoroso e di Mozort e il Don Giovonni che ho roppresentoto sicuromente il progetio piÙ ombizioso di questi ultimi onni, l'onno scorso dominovo owiomente il rilerimento o Corlo Groppo, svoltosi nel 2OO7 e che ho coslituito un'ulteriore esperienzo di "formozione lovoro" per gli studenti del Conservotorio e uno confermo del grodo di preporozìone roggiunto giò ldoneo per esprimersi o livello professionole Uno testimonionzo prezioso dell'olto volore formotivo dello colloborozione lro Conservotorio e Teotro Lo Fenice, o cui vo ìl nosko sentilo ringroziomenfo. Giovonni Umberto Boitel Direllore del Conservotorio Benedelto Morcello Goldoni con l'opero Lo Cecchino con musico di Niccolo Piccinni, mentre quesl'onno lo scelto è coduto su ll Molrimonio segrelo,libreno di Giovonni Bertoti e musico di Domenico Cimoroso ll luogo privilegioto dello produzione ortistico del Conservolorio dl Venezio è lo bellissimo Solo Concerli di Polozzo Pìsoni mo gli ollestimenti operistlci, necossllondo dl spozi diversi, si svolgono in olko sede. Tutte le produzioni citoie, negli onnl scorsl, grozle ollo colloborozìone dello Biennole, si sono svolte presso il Teoko Plccolo Arsenole; l'onno scorso, per lo primo volto è stolo olilizzoto come sede il Teotro Mollbron, ln ossequio ollo destinozione complemenlore, rispetto ollo rinoto Fenice, di queslo Teotro, spozlo ideole per tutto uno serie di oltivitò ortistiche che si possono oggiungere olle grondl siogioni liricù sinfoniche Lo risposto del pubblico è stoto lole do indurre le ripelizlonc dl tolc fellce scelto. c ll Conservotorio, Si onicchisce così lo colloborozìone lro lo Fondozione Teotro Lo Fcnlcc che giò vede do otto onni l'oppunlomento di morzo con i migliorl studentl del Conservotorio Froniespizio del librello occompognoti doll'orchestro del Teotro per concerli solistici che sl sono svolll presso Polozzo Pisoni fino ol 2OO7 e per lo primo volto ol Molibron proprio quesl'onno, ln tole ombito il Teolro e il Conservolorio propongono ollo cltlò uno porlicolore per lo primo roppresenlozione operozione culturole che ho uno doppio volenzo: roppreseniore un momento di collegomento lro formozione didottico e mondo del lovoro, per gli studenti, e conkibuire ollo diffusione Venezio, Fondozione Giorgio Cini dello'culturo musicole presso le giovoni generozioni, con due recite oggiunlive ol moilino espressomenle dedicote olle scuole del nostro tenitorio, Lo reole opportenenzo di un Conservotorio ol mondo dell'Alto Formozione, soncito dollo Legge di Riformo, è testimonioto proprio do quesle produzioni ortistiche che conducono lo studente verso esperienze professionoli: il leotro d'opero, fro lutte le possibili produzioni di un Conservotorio, roppresento uno sinlesi nolurole fro le molte molerie - strumentoli, vocoli, teolroli e storiche - seguite dogli studenti, e coslituisce un modello di lovoro e di orgonizzozione che ho il suo preciso corrispondente nel mondo delle professioni. Di porticolore inleresse, sollo quesio profilo, il progetlo di circuilozione regionole dell'ollestimento con cinque roppresentozioni in Regione, o Rovigo, Lonigo e Bossono del veneztono (S Moisè, ì794) (Roccolto Rolondt) Bilanci e ringraziamenti Lo colloborozìone lro lo Fondozione Teoko Lo Fenice e l'Assessoroto olle l'onno scolostico 2007 2008. I corsì di formozione per docenti sono stotì offioncoti do proposte di spettocolo odotte o bombini e rogozzi Dopo l'omoggio o Corlo Goldoni nel terzo centenorio dello noscilo,uno porte del progetto di questo onno scolostico si è incenlroto su:"ll Motrimonio Segreto" di Domenico Cimoroso lo cui messo in sceno ho vìsto onche lo foitivo colloborozione del Conservotorio Benedetto Morcello di Venezio È l'rlti.o oppuntomento ol Teotro Molibron e corono il lovoro di tutto l'onno meltendo o dìsposizione dello scuolo un'occosione per conoscere un'opero del genere gìocoso che vo od orricchire il percorso sullo commedio musicole. Con lo speronzo che le giovonì generozìoni siono stimolote o conoscere tonte oltre opere musicoli e teokoli, ouguro buon divertimenlo o tutti, Anno Mcrlq Olonnuzzl Miroglio As.sessore Politiche Educotive Con questo messo in sceno de ll motrimonio segreto di Domenico Cimoroso Politlche Educotive,/ ltinerori Educotivi del Comune di Venezio ho permesso dì progettore e reolizzore un nutrito progrommo di teotro musicole per le scuole di ogni ordine e grodo onche per del Comune di Venezio possibile grozie ollo colloborozione del Conservotorio Benedelto Morcello di reso Venezio che ho messo ho disposizione i migliori ollievi di strumento e conto (integroti do colloborolori esierni, giò professionisti, che ringrozìomo sentilomente), si conclude un Progetto formolivo complesso e ricco di proposte che Fondozione Teoho Lo Fenice e Assessorolo olle Politiche educotive - ltinerori educotivi dello Cinò di Venezio honno dedicoio ogli studenti più giovoniì lmportonte è stoto lo portecipozione: quosi l50 docenti (dollo Scuolo d'in[onzio ol primo biennio delle Superiori) ol Corso di formozione metodologico tenuto porollelomente sio o Venezio che o Meshe e I I OOO sludenti coinvolÌi nelle proposte didottìche e nei quollro spetiocoli, differenzioti per foscio di etò, collegoti oi femi kofioti; olkettonto olto è stoto lo quolitò dell'indogine interdisciplinore condoilo do esperti, che ho portoto od owenturorci nello culturo norrolivo, nelle orti espressive di riscritturo e di messo in sceno, con lo finolilò di fornire piocevolmenle e inÌelligentemente od olunnì e sludenli idee e competenze per podroneggiore e offinore linguoggi e skumenlì comunicotivi, fuggendo dogli stereotlpi ll Corso è sioto onche prezìoso occosione per selezionore esempì do numerosi documenti mullimediolì che, come sussidio eletkonico digitole contenuto su diversi supporti dvd o cd, vengono messi o disposizìone per lo didottico degli insegnonti iscritti ottroverso i servizì innovotivi di on'EduMedÌoleco di recente coslituilo doll'Areo Formozione'. toli collone editorìoli, giunte ol piottoformo cognilivo ventesimo prototipo prodotto, debitomente testoti costituironno do di potenzioli corsi telemolici veìcolobili nel prossimo luturo oitroverso le linee di Ìrosmissione od olio velocitò. lnoltre do quest'onno, grozie o un primo contributo dello Fondozione di Venezio - Giovoni o Teolro, si mefteronno o disposizione dei docenti iscrittì le rìprese video dell'intero corso {in [ormoto compresso, usufruibile do postozione informotico) come utile memorìo del suo percorso complessivo Code quest'onno ìl trentennole di sperimentozione metodologico di quello protico [ormotivo, denominoto 'epìslemico' per lo-relcoloritò ìntertestuole e lo kosversolitò tronsdisciplinore che lo corotterizzo, ormoi moturo per ottenere uno diffusione che olkepossi iconfini cifiodini e veneti e per conkibuire o un concrelo rinnovomento dello nosko scuolo, Congli onni si èformotounovolidocomunilòdi interlocutori (denominoto CESPEME-Centro di Sperimenlozione metodologlco, con 500 docenti iesseroti e mensilmenle informoÌi do uno Newsleffer) composto di docenti dì lufte le dìscìplìne o oree, sempre più consci che le nuove sfide lormotive richiedono tronsiìsciplinorietò per evilore che le nozioni oppoiono do contesti e do concrele opplicozioni; si tento perlonto, utilìzzondo in primis l'opero lìrico come 'rocconto ipermediole' e come occosione dì intersezione ko 'soperi', di porre scisse e prodotti dell'olto creotivitò umono ol cenko di un ìnsegnomento globole, copoce di incentivore negli ollievi lo comprensione e lo coskuzione di sistemi relozionoliche consentono loro di kosformore l'opprendimento di "cose" in eloborozione produttivo di 'beni' (scoprendone testi Locondino per lo primo roppreseniozione viennese 17 lebbroio 1792) L MATRIMOIVIO SIGRffO IN BREVE- o curo di GIANNI volori ontichi mo onche ofiuolì, e usi rieloborotivi e hosformotivi idonei professioni che innovino servizi e monufotti) o trodursl in luture Percio il metodo messo o punto richìede che i formolori, od ogni toppo cognitivo, si focciono corico di proporre (A.) procedimenti di studio ed esperienze onoliiiche ossieme o esperienze e procedimenii (8.) di progettozione, (C.) di comunicozione (oiutondo o podroneggiore i linguoggi "roppresentotivl" non solo verboli mo onche grofici, logicoe infine, il più possibile, (D ) concretomente fobrili (giochi di composizione simulotivo in cui si meilo o verifico lo destrezzo menlole e corporeo, lo copocilò onche orligionole nello confezione di prototipi etc,) Uscire dol proprio ombito motemolici, eurislici e cosÌ vio) speciolistico per ricercore relozioni inÌertestuoli e funzionoli con oltri ombiti norrotivi permetie dì scoprire {cio che è propriomente 'culturo') come rientrorvi o livelll di opprofondimento e roffinoii, sio che si giochi il ruolo del lellore o dello spettotore sìo che ruoli dell'outore o dell'interpreie, comunque moi possivomente (owero sempre moggiori si giochino i , Gronde stimo l'opero ottenne in porlicolore doll'imperotore in persono, che l'ovevo commissionoto. Secondo un oneddoro forse non veritiero mo significolivo, dopo over festeggioto con tutti gli ortefici dello primo, Leopoldo ll ne ovrebbe regqlmente preteso un bÈ iniegrole, congedondo gli oppesontiti ortisti solo o notte fondo. crilicomenle). Aliro corotteristico rilevonte e lo polenziolitò del metodo di inceniivore il lovoro di gruppo, sio ko insegnonlì che ko ollievi, in quonto lo reticoloritò enciclopedico consente od ognuno di irovore o costruire un proprio modulo operotivo (con percorsl e volutozioni però onche individuolizzoti offinché non ci si noscondo nello mossol) denlroll più generole sistemo cognitivo, oltivondo ozioni cooperotive e di scombio nei nodl relozlonoli, ln olki termini: se quolcuno si impegno di meno impoverisce il risultoto dl tuttl, qulndi occorre [ore quolcoso, ondore in soccorso, rìdefinire compiti ecc. Un porticolore ringroziomento vo o tutti insegnonli che ci honno doto flducio e, quonto o quesl'ullimo sforzo produttivo, ol registo Emonuele Gombo e ol dlretlore d'orchesho Andreo Polmocci che, con i loro colleghi, il diretiore del conservotorlo e gll lnlerpretl tutli (o cui si un'eloquente effigie sonoro. , poeto per outore di Gozzonigo nte. ll testo ouguro uno felice corriero), honno consentito di consolidore ll percorso sullo 'commedio in musìco' owioto lo scorso onno in occosione del Terzo cenlenorio delh nosclto di Corlo Goldoni, ìmpegnondosì in primo persono musicole quosi integrole o ricovore uno lunzionole e dldottlco rlduzione (in versione e in formo non inlonoto soltonto rlspello ol 'recltotlvi') del mossimo copolovoro del genere 'giocoso', umoristico e sentimenlole, moi prodoio dol Settecento itoliono Domcnico Cordone (curotore del progello, Fondozìone Teolro Lo Fenice) Volcrio Frigo (responsobile dei servizì I di progetlozione educotivo del Comune di Venezio) Per gli sludenti dello Scuolo Secondorio di ll grodo, Universilò, Accodemio, Conservolorio l'Areo Formozione, Ricerco, Progelti innovolivi del Teotro [o Fenice reolizzo onnuolmenle un uheriore progetlo {ormotivo [operto od odulti in educozione permonente e obbonoti), intitoloto Senfieri esplorotivi 4 Risorse di studio sullo Stogione Lirico e Sinfonico, che regisko circo 12,000 presenze oi seminori e ogli spettocoli, morrioge 11766lrdi Colmon e Gorrick e due successivi opéros-comique, il secondo dei quoli lLe Morioge clondestin di de Ségur e Devienne, ìz9ol fu probobilmenle il modello cui Bertoti qttinse. RUFFIN 10 più spesso ottribuite o merito di Bertoti è stoio quello d'over soputo, insieme, ossorbire e contemperore toli ospelti, ommorbidendoli: ol registro grottesco 11 sono ossimilobili toluni ospetti del ruolo di Geronimo, che con ogni evidenzo opportiene ollo tipologio del vecchio vonoglorioso ed ovoro, immoncobilmente gobboto, inseriio nello tipico sotiro settecenlesco e potrizio contro gli orrompicotori socioli, mo senzo trotti coricoturoli, e in uno prospettivo benevolmente giocoso. Evidenli sono onche le trocce dello corolterizzozione lormoyonte in Corolino, mo bosto un confronto con lo Cecchinq di Goldoni/Piccinni o lo Ninq di Morsollier/Poisiello per comprendere come, onche ìn questo coso, il 'tipo' del personoggio vengo diluito in uno corotteri zzozione per mezze tinte. Trottenere iconflitti entro uno medieto rogionevole nei toni e nei modi: questo sembro esser stolo il motto di Bertoti; in tol senso non meno che geniole oppore lo suo personole oggiunto del motivo dell'omore di Fidolmo per Poolino (non rinvenibile nelle fonti leiterorie citole), che conkibuisce od inquodrore le vicende rico e il quole, in uno certo poten se mi conflittuole dei temi kottoti. indlviduoli roppresentoti nell d I d cl , che ocioli 11723-17921, vid Gorrick con lo moglie gle, )728-182 Olio su teo, Londro, rlroit Gollery non meno che decisivo sio soprottutto l'ideozione musicole: nello fluiditò, nel 'gorbo e nello edonisiico piocevolezzo dello melodio cimorosiono risiede, in ultimo onolisi, lo 'cifro' che per l'immoginorio otto-novecentesco ho fotlo di quest'opero un emblemo del Settecento. * do: ll molrimonio segreto, "lo Fenice primo dell'Opero 2OO4 7' , Progrommo di solo, Edizioni del Teotro lo Fenice di Venezio o curo dell'Ufficio stompo Trotto illiom Hogorth 11697-1764), The Modage ttlement lll canfrotta di molrimonio). Cico ll not'rimonio ollo modo Olio su telo Londro, Noiionol Golery Wi ìom Hogorth 11697 17641, Eorly afrer rhe Modoge lSubito dopo il motrinoniol. Ciclo ll motrinonio alla nodo su telo Londro, Notiono Golery Olio TORCHESTRA, LE VOCI, I PRIMI INTERPREII' lorchestro de ll matrtmoilo segreto presento uno compogine tipico dell'opero itoliono dl flne Settecento, owero: {Fioti) 2 Flouti troversi, 2 Oboi, 2 Clorinelli, 2 Fogotti, 2 Cornt,2 Trombe; (Archi) Vtolino l, Violino ll, Violo, Bosso (vìoloncelli e controbbossi); (Percussioni) Timponi e Groncosso; Groncosso; Bosso continuo [Clovicembolo] per i recitotivi (nello spettocolo odierno recitoti e non contoti, e perciò non utilizzoto ndd. 12 quont mozortio voci moschil Per del Williom Hogorrh 11697'1764J, The lnspection lLo visilo medicol. Ciclo // motimonia ollo modo Olio su lelo Londro, Notionol Gollery Williom Hogorth 11697-1764|1, Tha toilette ([o sposo ol moltinol. Ciclo ll motimonio ollo modo. Olio su telo, Londro, Notlonol Gollery le voci, ritroviomo il medesimo schemo geometrico n tutte'. seì personoggi distribuiti equomenle tro lre si e un tenore) e tre femminili (due soproni e un mezzosoprono). Lo vero «primo donno, è Corolino (delle tre porti femminili, duello plù ocuto spingendosi fino ol Do) il cui ruolo fu cucilo oddosso o lrene Tomeoni, prìmo interprete. Proveniente do uno fomiglio di musicislì, lo Tomeoni si speclolizzò in personoggi di coroltere sentimentole che, stondo oi commentotori dell'epoco, sopevo endere con efficocio grozie od uno certq noturolezzo lanlo vocole qu nlo scenico; invece, non brillovo per virtuosismo. E Cimoroso seppe certo melterlo in volore nel concepire per lei il ruolo dl Corolino: (finto) semplige*obbqstonzo modestq e certo non ombizioso come lo sorello Elisetto. Dello primo interprete di quesi'ultimo, Giuseppino Nettelet, non soppiomo purtroppo gronché. Cimoroso non le riservò un rondò; comunque, l'orio uSe son vendicoto» le permettevo di sfoggiore lo tecnico grozie oi rigogliosi vocolizzi. lo zio nom Cherubino con ìl Williom Hogorth l1 697-1 7 64]r, The Bognio lll luogo d' oppunfonenlol. Ciclo ll molimonio ollo modo Olio su Londro, Nolionol Golery telo Williom Hogorlh 11697-1764), The lody's Deorh lLo norle dello sposo). Ciclo ll nolrimonio ollo modo OlÌo su telo Londro, Notionol Gollery terpretoto .o Vienn Bussoni. E per lei più noio ruolo di Figarol e quello di ). Scoltre e smoliziote, Despino e Fidolmo condividono il medesimo universo vocole; in entrombi i cosi, lo Bussoni dovette owolersi di un'interpretozione corico di ironio, quolitò sottolineoto doi conlemporonei. Froncesco Bussoni, il 13 14 morito di Dorotheo, non figurovo nel cost dello 'primo' di Vienno; invece, ritroviomo il suo direlto rivole, il bosso Froncesco Benucci nei ponni del conte Robinson. lnfotti, fu proprio Benucci, senzo dubbio il bosso itoliono più fomoso o Vienno in quegli onni, od offuscore lo corriero di Bussoni. Mozort, che lo opprezzovo porticolormente (si vedo lo lettero del Z moggio 17831, ovevo composto per lui le porti dt Figoro lLe nozze di Figorol e di Guglielmo (CosÌ fon tuffe); Cimoroso opprofitto ompiomente delle sue doti vocoli, o cominciore doll'ossoi ompio estensione. Voce meno opporiscente e personqggio scenicomenle meno presente ol bosso romono Giombottisto Serofino Blosi, di cui soppiomo ben poco: debufio o Nopoli nel 1751 ne [/permestro di Gluck, dedicondosi od uno coniero consocroto o ruoli buffi, essenziolmente condotto nei teoki di Romo e Nopoli. lnterprete di vori ruoli di opere di Poisiello e di Guglielmi, Blosi si ero certo fomiliorizzoto con l'idiomo buffo resto Geronimo, offidoto di oscendenzo 'nopoletono', di cui il personoggio di Geronimo è uno filiozione diretlo. Centrole nell'orgonlzzozione musicole dell'opero, il ruolo di Poolino fu conferito ol tenore Sonti Nencini, di cui non si honno oltre trocce. A differenzo del tenore 'buffo' in ouge o Vienno sul finire del Settecento in porticolore grozie olle interpretozioni di Michoel Kelly, lo porte di Poolino è spinto verso un chioro registro serio, in cui gli interpreli ottocenteschi dovettero, molto probobilmente, kovore soddìsfozione. r Trotto do: ll motrimonio segrelo, "Lo Fenice primo dell'Opero 2OO4 7', Progrommo di solo, Edizioni del Teotro lo Fenice dì Venezio o curo dell'Ufficio stompo 15 ARGOM ENTO Atto 16 ! 1t interesse per le due figlie che possiede, conlo perciò quolcuno dototo di di imporeniorsi con un bel litolo nobiliore. tonto per il sottile sullo scelto del portner purché sio oristocrotico: uno volto ondote o buon fine le nozze, il vecchio Geronimo ne sorebbe sloto tolmenre sposore un oristocrotlco. Morio Ronchese, figurini ,ì996: per ll motrimonio segreto ol Teoho lo Fenice dì Venezìo, I 960 Perduti nell'incendio del l. Pooliro, 2 Corolino, 3 Robinson, 4 Fidolmo 5 Geronimo 18 Giunge frottonto il conte Robinson, occolto con goffo cortesio do Geronimo che gli presento le ke donne di coso (N 6 - Covotino: "Senzo, senzo cerimonie"). Tro lo sconcerto generole egli subito loscio intendere di essere ottrotlo più do Corolino che non dollo sorello promessogli in sposo (N. Z - Quorietlo: "Sento in petlo un freddo gelo"). Apporiolosi con il Conte che gli fo do benevolo protettore, Poolino cerco di rimediore ol posticcio ricordondogli coutomente gli obblighi do gentiluomo che si è ossunto (N B - Duetto: "Signor, deh, concedete") mo l'ohro, dowero offoscinoto do Corolino, si irrito e lo scoccìq. ll Conle riesce poi o rimonere per quolche tempo solo con lo predìletto fro le due sorelle e ne opprofitto per ovonzore proposte di moirimonio. Nell'intento di scoroggiorlo, Corolino gli dlce di essere uno rogozzo semplice, per nullo odotto ollo mondonito e olle belle moniere che devono conlroddislinguere uno vero contesso (N I - Ario: "Perdonote, signor mio"). Elisetto, spolleggioto do Fidolmo, esprime ol podre lo proprio indignozione per il comportomento irriverente del Conte mo egli minimizzo, soslenendo che i nobili sono sirovogonti. ll Conte intonlo non si è perso d'onimo e rinnovo poco dopo le oyonces mo questo volto viene sorpreso do Elisetto, che grido ol trodimenio e chiomo o soccorso tutto lo genle di coso (N. lO - Finole l: "Tu mi dici che del Conle"). Ne scoturisce lo più gronde confusione. Giunge corolino, chiede spiegozioni: Fidolmo le onnuncio felice che il giovone è innomoroto di lei e non ho refio ollo gioio. corolino si infurio con il morito, che intonto e rinvenuio e cerco di èolmorlo mentre Fidolmo torno o corteggiorlo: si rioccende lo confusione {N. l2 - Terzetto: "Sento, oimé, che mi vien mole"). doi suoi offori riprendendosi il proprio denoro, insiste offinché corolino vengo mondoto per quolche lempo in un luogo loniono ed egli ripropongo ol conte di montenere il primo impegno (N. l5 - Teizetto: "Coio forete?"). Atto ll ln un colloquio privoio con Ger nimo che, compreso lo situozione e finolrirente irriioto, ordino ql Conte di ispettore l'impegno preso, quest'ultimo si dice pronto o rinunciore o metò dello dote se In combio di Elisetto potrò sposore Corolino. lideo di un così consislente rispormio colmo lo furio del vecchio e spiono lo strodo o un nuovo occordo {N. I I - Duetto: "Se fioto in corpo ovete"). Lo novitò viene oppreso con sgomento do Poolino o cui il Conte confido felice lo notizio; il giovone, disperoto, penso olloro di correre o chiedere oiuto o Fidolmo e ne nosce invece un'ulteriore, grove complicozione perché Fidolmo ho messo gli occhi proprio su di lui ed equivocondo le sue porole si è convinto che egli ricombi il suo interesse e 1o... voglio sposore! ll troumo è tole che Poolino borcollo e sviene. citto (N. I Z - Quintetto: 'Dehl losciote ch'io respiri"). Eltsetto gode dello proprio rivincilo sullq sorello e si ripromette di perdonore il Conte non oppeno egli, senzo più tentozioni, tornerò ollo rogione (N. l8 - Ario: 21 "Se.son vendicoto"). E giunto intonlo lo notte, ognuno fo per ondore o ritirorsi nello proprio stonzo; Poolino, non visto, entro nello comero di Corolino, pronto o forlo fuggire con lui, e onche il Conle, intenzionoto o richiedere o Corolino quole sio il segreto che ello non ho fqtto in tempo o confidorgli, tento di roggiungerlo mo deve precipilosomente rientrore nello proprio comero incontrondo uno sospettosq Eliselto che ho ritordolo o suo voho o ritirorsi nello proprio per vigilore sullo siluozione (N. I 9 - Duetto: "ll porlor di Corolino"). Poolino e Corolino si opprestono o fuggire focendosi coroggio l'uno con l'oltro (N. 20 - Flnole ll: "Deh, ti conforto, o coro") mo, Ààllo Conte che finolmente vede tutlo più chioro, cercono di plocorlo. lnfine il con'te, "uomo di mondo", dichioro che per omore di Corolino(l) deve pensore ol suo bene e percìò... occetto di sposore Elisetto. ll Conte percio otterrò lo dote, Elisetto otterrò un morito che non lo omo mo "ollo modo", Geronimo otterrò il lustro di un litolo nobiliore, Fidolmo, restoto con un pugno di no, hq oncoro tempo di trovorsi un pretendente, lo coppio ... perciò lo commedio non può che chiudersi nell'ollegri (Donenico Cordone) Emonuele Luz-oti, figurìni per l. Poolìno, // ohimonio segrefo ol Teolro Regio di Torino, l98O-l98 l 2. Corolìno, 3. Fid mo. 4. Ge,ònrmo ll 22 libretto lL Mntntuotrtto SEGREIo rrzgzt Drommo giocoso per musico in due olti libretto di Giovqnni Bertqti musica di Domenico Cimorosq riduzione di Emonuele Gombo Emonuele Polmocci e PAOTINO Coro, non dubitor, Moskoti pur sereno. Presio ovro fin lo peno Che vo o turborti il cor, CAROUNA Coro, mi foi speror. Mi mosherò più lieio. Mo sposo fuo segreio Nosconderò il dolor. PAOT.TNO [il testo non in grosseHo si rilerisce olle porti Forse ne sei pentito? omesse nello roppresentozione] CAROtiNA No, sposo mio, mio vilo. Personoggi Geronimo, ricco mercante Elisetto, figlio di Geronimo PAOTINO Dunque perché non moslri ll tuo primier conlrenlro? Corolino, sorello di ElÌsetto Poolino, giovine di negozio del signor Geronimo Fidolmo, sorello del Signor Geronimo, vedovo ricco ll conte Robinson Lo sceno è in cittò, nello coso del sÌgnor Geronimo CAROTINA Perché vieppiù povenio Quello che può orrivor. Se m'omi, dehl t offrefio (orcono o polesor. PAOTINO Si, sposo mio diletb, Ti voglio consolor. o2 AITO ISln Fon Se omor si gode in poce I Non y'è moggior contento; Mo non r'è eguo! iormenlo Se ognor s'ho do tremon io] Sceno primo Solo che corlsponde Poolino e Corolino IN. ] ntroduzione] o vori opportomenlr IRecitotivo] CAROTINA lusingo, no, non c'è. Lo noslro unione lungo lrempo segrelro Non può reslror. E se si scopre ovonlì Di quel che ho do scoprirsi, Quole schiomozzo ìn coso, Quol bisbiglio dì fuori, o sposo omotol Né un kosporlo d'omor sorò scusoto mio proieltore, Tuo sorello moggiore Con cenlromilo scudi. Or io d'enhombi Avendo gl'intreressi moneggioti, Spero cosi d'overmeli obbligoti. PAOTINO Dici il ver; vedo tuilo. CAROLINA 11 podre mio E un uom rigido ò ver; mo [inolmenle è d'un ottimo cor ln sulle furie Monterò ol primo istonte Che soper gliel foroi; Mo dopo quolche dì certo poi sono, Che pien d'omor ci occorderò il perdono PAOLINO Sì; questo sicurezzo Lo solo [u che o stringere c'indusse ll nodo clondestino Mo senti: oggi lo sorie Occosion propizio o me presenb CAROTINA Bene, si, bene ossoi ll conte impegneroi Perché sveli o mio podre il nostro orcono Mo quondo egli verrò? PAOTINO Non e lontono. [o spero in queslro giorno, onzi o momenli. Ecco quo lo suo letiero Che ol signore Geronimo lo devo presentron Mo pormi oppunto Di sentir lo suo voce. A coso è rilornoio. Di svelor il segretro Con meno di timore. CAROUNA È vero, è vero. D'esser dunque tronquillo io prestro spero. CAROTINA [N. 2 - Duello] Dimmi, sù, presto. Ah!, mi consoli il core. lo ti loscio perché uniti Che ci trovi non sio bene.,. PAOTINO Mi è riuscito ollo fine Di polrer soddisfore oll'ombizione Del signor Geronimo, Che fonotico ognor s'è dimosholro D'imporeniorsi con un tiioloio. CAROUNA E così? 4per porfire, poi rilornoJ Ah, tu soi ch'io vivo in pene Se non son vicino o ie! PAOIINO Vonne, si, non è prudenzo Di losciorci hovor soli... (per porlire, poi ritornol Ah, tu soi che il cor m'involi Quondo voi lonion do me. PAOLINO Soro sposo Del conle Robinson, CAROUNA No non viene... 23 24 PAOTINO Sì, si, odesso. PAOTINO GERONIMO [N. 3 -Ario] lfone) Che? GERONIMO ll conb Robinsone. o2 PAOLINO Dommi, dommi un oltro omplesso. Ah! pietrode hoveremo §e il ciel borboro non è. lCorolino portel Sceno secondo Poolino. poi il Signor Geronimo GERONIMO ll conte Robinson: si, si, ho copito, Lo leggo volentieri. llegge sollovocel Ah, oh... comincio bene... Oh, oh... seguito meglio... Ch'io mi owezzi o porlore in fuon sonoro Per formi inbnder bene. Di sorditò potisce ossoi sovenb; Mo dice di sentir s'onche non senle. GERONIMO lod olcuni servi) Non dovetre sboglior, genle ignoronie. Che cos'è questo "lei signor Geronimo" ln liolio i merconti Che hon dei contonti, hon tiùol d'illushissimo; E illustrissimo io sono; e vo benissimo. (Ad ogni costo Se Voglio overe un diplomo, Che dello nobiltò mi metio ol rongo, Ché'chi ho dell'oro ho do sortìr dol fongo) Oh! Poolino coro. poì PAOI!NO Ecco GERONIMO Bene. Andob dunque A sùore in otienzione Dell'orrivo del conte; ed ordinote Tutlro quel che vi por che vodo bene PAOTINO Per pol,erlo holior come conviene. lPooltno portel Ah oh, oh oh, ih ih, cosi ho giò letto? GERONIMO Venib, Poolino, Venic ch'io vi obbrocci. E vosko merito. Lo buono riuscito. lo vi sono obbligoto dello vito. PAOTINO (Questro mi dò conforto.! GERONIMO Fro poco il conie genero Sorò qui o solloscrivere il conholio. Eliseflo è conbsso: il tutio è fofio. Con Corolìno or poi se mì riesce Di for un motrimonio eguole o quesfo, Collo primorio nobiltò m'ìnnesto PAOLINO (Questo poi mi dò of{onno Sceno lerzq ll Signor Geronimo, indi Corolino, Elisetto, Fidolmo e Servilori GERONIMO Orsù più non si iordi A dor si lieio nuovo ollo fomiglio. Elisetùol Fidolmo! Corolino! Figlie, sorello, omici, serviiori, Quonti in còso vi son vengono fuori. CAROTINA Signor podre... EI.ISETTA Signor... GERONIMO Che ovete voi? Siete di tristo umore? GERONIMO Si, son venuio odesso. E quesio letiero Di chi è? Chi lo mondo? ?+Pane) FIDAI.A,IA Sceno quorlo Frohllo omoio... Eliset'to, Corolino e Fidolmo CAROTINA Che owenne? IRecilolivo] ETISETTA PAOLINO lo? Sìgnor no Un oltro titoloto Suo sposo fi forò. E sloi col ciglio bosso? Non movi oncor lo bocco? Che sciocco! Oimé, che sciocco! Foi robbio in veritò. lnvidio foi conoscere Che denho il cor ti sto. ) uno letero Del conle Robinson, che per espresso lncluso in uno mio, venuio è odesso, Per quesle nozze lh ih! lh ih...l Di gioio Mi bolzo i! cor nel peitro! IRecilotivo] PAOTINO Ecco che qui sen vien. Bisogno inlronto Allegro onzi son io Udite, tutti udic, lre orecchie spoloncole, Di giubilo soltote, Un mokimonio nobile Per lei concluso è giò Signoro conlressino Quest/oggi ello sorò, Vio bocio, mio corino Lo mono ol tuo popo, Che soltino i denori, Lo fesb si prepori, Godeb tutti quonti Di mio felicitò. Sorello mio, che dite? Che dici tu, Elisetto? lo Corolinol Con quello bocco stretto Per coso sloi tu lò? Vio, vio, che per b oncoro Tuo podre ho giò pensotro. Coso c'è? FlDAl.rltA Che coso è slotro? EtISEITA Signoro sorellino, Ch'io le rommenti un poco ello permetto Ch'io sono lo moggior, lei lo codeno: Che perciò le disdice Quell'invidio che mosho; E che in quesio occosion meglio forio 25 26 §e mi pregosse dello grozio mio. FIDAL^,lA No, nienle, no, non foe un CAROTINA tl CAROI.INA Suo servo non sono. schiomozzo. Ah, ohl dello suo grozio, Quonfunque singolore, ln veritò non ne soprei che fure. EtISETTA Sentirc lo insolenle? lo son conlesso, e sieie voi un nienie. Sol mi dispioce che in quesio occosione Ho di se siesso hoppo presunzione. CAROUNA Enkombe siom figlie ETISETIA D'un sol genitrore Del vostro? ETISETTA Si, podrono di me stesso, Ricco pel lestomento del mio primo morito, E in elò giovonil, non crederei Che mi diceste stolto Se voglìo moritormi un'oltro vollo lper portirel FIDAU\AA ll voliormi le spolle o questo Chi per un po'di fumo, Chi per voler for troppo lo vivoce, Un solo giorno qui non si sio in poce. E CAROTINA Perdoni se ho moncob o suo Eccell€nzo. Quol fumo ho io? Porlote. IN.4 CAROTINA [e foccio un inchino, Conlesso gorboto. Per essere domo Si vede ch'è noh, Per ollro, per oltro l-ei rider mi fo. EUSEIA Non ho fors'io rogione? mdo un'olko imperlinenzo. ETISETTA Quol io vivociÉ che condonnob? Stizzoso... ETISETTA Tro sorello e sorello, - Terzetio] FIDAI.MA CAROTINA Fumoso. FIDAI.MA ELISETTA Finiom quesio coso, Tocetrevi lò. CAROTINA - ETISETTA Non posso soffrire [o suo incivihù. FIDA1MA Codesto gorrire Fro voi ben non slo. 5i, deve rispetlurvi. ETISETTA lCorolino pote) CAROTINA Strilloe, cr€pob, Son domo e conbsso. Sceno quinio Beffor se voleb, Fidolmo FlDAt vtA Beffoh voi siesso. Per olFo, per olho, IRecÌtolivo] No; non deve inciiorvi. Creonzo non ho. Ho dunque trortro io? EUSETTA FIDAI.MA Che? Forse io lo incito? Quel frlmo, mio coro È CAROT!NA Che? fors'io !o stropozzo? roppo eccedente. Voi sieie, corino, Un poco insolenb. Vergogno! Vergogno! Finitelo giò. FIDA1MA Ve ne consolerete oncor del mio. FIDAI.MA quo: noi siomo sempre o quello. Fidotevi, fidotevi Che segrelo son io EtISETTA Son voslro moggiore. CAROT!NA lo di lei non ho invidio; Non ho rincrescimenlro Del di lei ingrondimenio, Eccoci ELISETTA No, coro lo mio zio: Anzi fote benissimo, e vi lodo Mo un dispiocer ben gronde Ne senlìrò mio podre, Che vi dobbiote ollontonor do lui, Eì che v'opprezzo ol por degli occhi suoi FIDAL/\AA quonto o questo poi, potrebbe dorsi e non m'ollonlonossì. ETISETTA ed lesco soper chi sio? Elisetto FIDAI.MA FIDAIA4A Cheiotevi e scusoielo. Tro poco Voi giò ondob o morito, ello qui resùo; Cosi non vi sorò moi più molesb. lo mi consolo intonto Del vostro mohimonio; e voi fro poco... Mo zitto... o voi il confido... Ahl Nol diceste, Per coritò No, è troppo preslro. Ancor con chi vogl,io Non mi sono spiegoùo. EtISEITA Ditemi questo olmeno: è giovinottro? FIDAI.A4A Giovone offotto offoto. 2t 28 ETISETTA Èuemr FlDAlIvtA Di Cupido egli è un ritrotto. ETISETTA È nobile? Bisogno soffrire Quolcoso, si so... Mo con un moril,o Vio meglio si sto. Mio coro rcgozlzq Che ondob o provorlo, Non voglio Spiegormi d'owontoggio. vi i porlo, dopo direte, Son certo di giò: Che con un morilo Vio meglio si ricco...? Rispondetre. FIDA1MA Troppo curioso, o coro mio, voi sielre. (Se mi sfuzzico oncoro un pocolino, Vodo or oro o scoprir ch'è Poolino.l [N. 5 - Ario] vero che in coso lo son lo signoro, Che m'omo il froiello, Che ognuno mi onoro; E vero ch'io godo [o mio liberrò... Mo con un moriio Vio meglio si sto. È Sto fuori di coso? Nessun mi dò peno; All'oro ch'io voglio Vo o pronzo, vo o ceno; A leH,o men vodo Se n'ho volonlù... Mo con un morib Vio meglio si slo. Un quolche fostidio E ver che si provo: Non sempre lo donno Coniento si trovo, lod CAROLINA Ho dolore di testo GERONIMO S'egli è un signor di testo? È un Covoliere, E non vuoi che sìo un uom ch'obbio tolento? CAROLINA (potono) (Ahl Sceno seslro Nobile opporfomenfo ll Stgnor Geronino e Corolino Mi monco ìl consiglio in lol momento Sceno seltimo Poolrno e delli; poi il Conle, Elrseffo e Fidalmo Fidolmo) 29 Eliseftol Dol dover non n'olloniono, Bocio o lei lo bello mono... lo Corolinol Vengo o lei, sì vengo o lei, Che ho quegli occhi cosi bei... Poolino, omico mio, Regno sol qui grozio e brio. Brovo podre! Brove figlie! Sieie inconti, meroviglie, stro. ETISETTA È lo Servilore o lei mi foccio. Fro poco soprete Se il vero E FIDA1MA GERONIMO E perché mò non rìdi, e te ne stoi Con quello foccio tosto? ) Sieie gioie... Mo xusole,.. Ch'io respiri olmen losciote, O il polmon si creperò. EUSEIA - CAROLINA - FIDAI^,IA Prendo pure, prendo fiob, Seguitrore poi pohò. IRecitotivo] GERONIMO Primo che orrivi il Conb lo voglio rollegrorti. Vuol do tutte le porti Oggi felicitormi lo mio sorte. Senti... Mo ridi primo, e ridi forb. CAROTINA PAOTINO lfonel Signore, ecco quo il Conte. GERONIMO Sicuro ci ovroi gusio. Sposo d'un covolier fu pur soroi: Oro mi venne lo proposizione, E ìn oggi esser vì dee lo conclusione Ridi, ridi, rogozzo. (Che fo troppo il coricoio Non s'owede, e non lo so.) GERONIMO ll Conlre? Oh! Presio, presto... Rimettiomo il discorso.., Scendiomo od inconirorlo fin obbosso. GERONIMO PAOTINO Ecco che ho più GERONIMO - PAOTINO - Non forei, s'io ridessi, Che uno coso sforzoio, e senzo gusto. PAOTINO di noi veloce il posso. (ljho sentito l'ho oscoltoto Mo copilo non l'ho giò.f -X[i lN. 6 ETISETTA - CAROTINA - FIDAI.MA (Che un lomburo obbio suonoio è sembroto in veritò.f Covolino] CONTE ldo dentro) CONTE (Senzo essere of{ettoto Mi distinguo in civihù.) Senzo, senzo cerimonie, CAROUNA (Oh, me meschino! Qui nosce uno rovino Se Poolin non fo presto.| ollo buono vengo ovonli. IRecilotivo] Riverisco tutli quonti Orsù senzo [qr punio cerimonie, Ch'io le obborrisco gìò, suocero coro, Non s'incomodin, non voglio Complimenri for non soglio. 5ol dò ol suocero un obbroccio, Questo sio che permesso Mi e di veder l'omobile mio sposo lfuori) Benché lo prìmo volto 30 Pur dicendomì il core Quole [ro le ke Dive §boglioie. lo non son quello; Quello che ho ionto onore è mio sorello. Lo mio Venere sio, Con vosko permissione ollegro e fronco, lo me le vodo o situore o fionco. CONTE Sboglio ? GERONIMO FlDALrylA Cerio soreb slonco, io ve lo credo, Conie genero omotro. Ehi! Do sedere. Sicuromenb. CAROTINA CONTE No, no, non dico queslo. Non vo'seder: Son fresco e son robusio, E il correr per le posie o me non nuoce. PAOTINO Convien che olzioie un poco più lo voce. Di lò, di lò convien che vi voltioie. FIDAI.MA Di quo, di quo. CONTE lo Fidolmo) Voi dunque... CONTE Con vosho permissione Vodo oppresso ollo sposo Per forle un convenienie complimenl,o. FIDAI.MA GERONIMO CONTE Oh, serviievi pure, Che questo, Conb mio, ci vo de iure. Ed io che so che in loli inconhi il podre lmportuno divenio, Me ne ondrò con Poolino A for quolche olko coso. lo sorello e lo zio slion con lo sposo. Sboglio oncoro? lpote con Poolino) Sceno otlqvq ll Conte, Corolino, Fidolmo ed Elìsefto No Signor sbogliote oncoro. Un poco di commedio Or vio vi prego Di non voler tiror più o lungo io gioco (o Corolino) M'ingonno, o non m'ingonno? Siete voi lo mio sposo o non lo siete? CAROTINA No, signor, ve l'ho detto: è mio sorello Sento in petio un rio veleno Che mi viene o loceror.t CAROUNA (Freddo freddo egli è restroto: lrei confuso se ne sio, cosi un poco costigob ll suo orgoglio restrero.l FIDAU\AA FlDALrr4A È questo, è questo ln silenzio ognun qui resio, ETISEITA so ben quel che wd dir Uno trorbido bmpesto, Giò mi sembro di xoprir.l E lo si, signor, son quello. E vi por lorse ch'io... o4 CONTE (Un orgosmo ho dentuo il seno, No... mo... scusobmi,.. Polpitondo il cor mi vo. Più non vedo il ciel sereno, Più non so quel che sorò.| lpononol Voi dunque cerlromenle? ETISETTA Cerlo, EI.ISETTA Sicuro. Mo che il foccio do scherzo io mi figuro. Quello son io che il ciel vi diede in sorb: Quello son io che merih l'onore Di skingervi lo mon di dorvi il core. CONTE (Diominell Voi lo sposo? Sceno nono FlDAlrr4A Sicuro. Gobinello Poolino, poi Corolino CAROUNA IRecitoiivo] lndubibhmenne. PAOLINO Più o lungo lo scoperlo CONTE Non deggio differir. ll Conte olfine ll core m'ho ingonnolro E rimongo dolenb e sconsoloio. F-un uom di mondo, un uomo di espeflenzo/ Mi vuol del bene, e mi dorò [N. Z - Guorretto] CAROTINA CONIE ELISETTA loccostondosi o Corolino) Permetielremi dunque, Che vuol dir lol sorpreso? Coro lo mio sposino... CONIE CAROTINA Eh nienÌe nienle Perdonotemi: io credo Che vogliote quì Ior mie signorine, Oh, no Signore. 31 (Sento in pello un freddo gel Che cercondo mi vo il cor Sol quell'olho, giusio cielo Può ispirormi un dolce ordon) Ah, Poolino mio... EI-ISEITA CAROTINA [Tol sorpreso Coso inbndo oppieno wol significor: PAOTiNO Sposo mio coro... Di poierti over solo lo non vedevo l'oro. ossistenzo 32 che ogni dimoro omoi precipitoso: Mio podre o un covolier vo o formi PAOLINO SÌ, coroggio mi foccio Giocché solo qui viene CONTE PAOTINO (Misero me, che controliempo è questroll CONTE Amico mio, io vo di te cercondo Smonioso, onsioso, ch'e di giò mezz'oro Ho di te gron b(sogno Sentiiemi dunque. Sio com'esser si voglio, O per l'uno o per l'oltro Delle rogioni che non si comprendono, O sio come si sio, Perché fore gron chiocchiere non soglio, Lo sposo non mi pioce e non lo voglio. subito Vodo o roccomondormi. PAOLINO Ed io di voi Che coso dite moi ? [o civilÉ, l'onore, Di tuili lo stupore... CAROLINA Mo se sdegnosse il Conte D'enlror in questo impegno? CONTE Sì, quello che tu vuoi: per le son io, Mo primo dir mi loscìo il lotto mio. CONTE (Ah! Che mi vò o confondere, Ah! Più non so che dir.) PAOLINO PAOLINO Sì signore, porlote PAOTINO Fppi E sPoso. PAOTINO Ci moncovo oncor queslo Per più inosprirlo ol coso! Mo non perdo il coroggio. AI Conb PAOI!NO [N. 8 - Dueito] Signor, deh, concedeie... Sdegnorvi io non vorrei. Pensoie, rif lefieie... ll dispiocer di Iei, Dico ossoluiomenie Che non lo voglio. CONTE Di lui punlo non dubito Mo ol coso disperoto, o co,o mio A pie' mi mellerei dello tuo zio: So esso cos'è omore E del frolello suo possiede il core CAROTINA E le ne fìderestì? PAOLINO Sì, con boniò mi trotto e con dolcezzo, Anzì, quosi direi che m'occorezzo CONTE All'omor, Poolino, Che sempre ti ho portolo Sempre tu losti groto. Però non serve qui di for preomboli; Mo veniomo ollo breve, Che senzo fore un giro di porole Cioscheduno puo dir quello che vuole PAOLINO Benissimo Venìomo dunque ol fotto CAROTINA ln quolunque moniero Non devi differir. Vedi lò il Conte. Cogli questo momenio Dotti coroggio. lo mi riliro inionio Iutlu tutlo ogitoto. T'ossislro omor, che lo cogion n'è sioio. (portel Sceno decimo Poolino, poi il Conte CONTE soi che ho giò disposlo Di richiomorti o coso Fro pochi mesi, e dorti del contonle Perché lu pur divengo un buon merconle Sì, gio lo soi: non serve un tol rocconto: Mo ollo breve, ollo breve, Quello che si vuol dir, dire si deve. Tu Tu coso CONTE fomobile codetto Focilissimo. lnvece di sposore lo moggiore Sposerò lo codeto: Dei cennomilo invece per lo doie, Mi stimolo, m'offretio, Non posso più resisiere Mi senio incenerir! 5ol di cinquoniomilo io mi coniento: Ecco tutio oggiustoto in un momenlo. Quello, quello mi pioce, Quello m'ho innomorqb. Oro, do brovo: Vonne, fo' preslo, ol podre ciò proponi Sciogli, concludi, e poi di me disponi. PAOT.TNO Quel foco che y'occende Un oltro forse offende, (Ah, senio proprio il core Che in sen mi vo o longuirll CONTE PAOTINO (Me infelice!l Quel foco che mi occende Do me più non dipende. Non sposo lo moggiore Se credo di morin lporlonol CONTE Cos'hoi? PAOTINO Sceno undicesimo Solo Corolino, poi il Conte Nienb, signore. PAOLINO Ebbene, signor mio. Lo sbrigorvi sto o voi voi dicendo? voi seccondo? Non slor più discorrendo. A lre mi roccomondo: Tu coso come moi polreste Oggi disimpegnorvene? E CONIE Vo dunque, vo, fo' IRecitotivo] preslro. 33 34 CAROTINA CONTE E quelle debolezze Che vengono do omor, se oncor son CAROTINA E nel momenlro islesso Di dover odempiere o un sogro impegno Monchereste di fede? lo scuso bene Non ho lingue, non so nienb; S'honno do compolir lro genti umone Chiunque si loscio lrosporior d'omore, Mo non uno che monco ol proprio onore. CONTE Che il discorso è fìnìto Ed eì qui viene senzo mio morito CAROLINA lo sono cerfomenle Del vostro sentimenlo Or seguìtofe, Ditemi tullo il resto Se conoscele omor mì bosto questo Forei torlro veromenle Allo vosho nobihù. Se un mi porlo ollo froncese, Che volei,e ch'io rispondo? Non so dire che Monsiù. Se quolcuno mi porlo inglese, Ben convien ch'io mi confondo, Oh, ohl Voi doie in serio Ed io tutt'olko Mi ospettovo do voi. Non intrendo che oddidù. Se poi vien quolche iedexo, CONTE CONTE (Non koscuro il momenlo ) Oh, Corolinol Lo sorie è o me propizio, Perché lontoni doll'oltrui presenzo lo vi posso porlor con confidenzo... Quond'è così, slringiomo l'orgomento CAROLINA Tutt'oltro onch'io Vuol stror fresco, oh, wol sior fresco! Non inbndo uno porolo. Sono infotti uno figliuolo Di buon fondo, e nienle più. Mi credeo dì lponel CAROTINA CONTE Ahl Questo è quello oppunto Che bromovo oncor io. lo son venulo Per sposor Elisetlo. Mo che serve Che venuio io ci sio Quondo non ho per lei che ontipotio? Poolino ritordo Con lo risposto, ed io l'ospetto onsioso; E ollor che quolche coso Con onsietò si ospetfo Ogni minulo vi dìvento un'oro Mo coso fo che non ritorno oncoro? Quel pur che vedo e il Conte Un segno è questo CONTE Lo bromovolre, sì? (Ciò mi consolo.l Veromenle Poo ino Ve lo doveo dir lui; Mo pronfo l'occosìon trovondo odesso, Quello ch'ei vi dirio vel dico ìo slesso CAROLINA Dite, dile, porlote; e voglio il cielo Che le'vostre porole Diono ol mio cuore di speronzo un roggio skone, CAROLINA Veniomo pure ol punto quondo o primo vislro M'ovete fotto voi vosko conquisio? E CAROI.INA lo! Coso ovete detto? Voi coso ovete inlreso? CAROTINA (Quesio gìò m'omo onch'esso Orsù, coroggio ) CONTE Amor ho un gron poterl Voi che ne dite? Queslo, sì, queslo Compotir l'omore, CAROLINA Scusondo il mio lrosporlo, Dorete oll'omor mìo quolche conforlo Ahl mio coto togozzo, Quello che dite voi CONIE Scenq dodicesimo Di sentir coso? ll Confe solo CAROLINA lo non ve l'ho do dire CONTE CONTE lo resto oncoro otlonito Ho equìvocoto lei? All'onor si rimedio Sposondo voi per lei. Un gronchio tutti e due qui obbìom E vol che ben sopeie IReciloiivo] Ho equivocolo io? Che coso è stoto? piglioto CAROTINA Quesio coso Mo io son uom di mondo; e ben copisco occodor moi non pokei. [N 9-Ario] CONTE È questo solo Quel che ovete do dirmi? CONTE sentire Perdonoie, signor mio, S'io vi loxio, e fo porienzo. lo per essere Eccellenzo Non mi senio volonlù, Tonlro onore è riservoio A chi ho un merio singolore, A chi in circolo so slrore Do quel suo dir sogoce e simulot Ch'ello giò iiene quolche innomoroto Mo voglio seguitorlo, Mo il vo soper do lei. FJpoter pensor meglio oi cosi miei (portel Scenq hedicesimo ll Stgnor Geronimo, Elisetto, Fidolmo, poi Poolino Con sussiego e grovitò. GERONIMO lo, meschino, vo ollo buono. lo commino ollo corlono, Son piccino di figuro, lo non ho disinvolturo, [N. lO - Fìnole l] Tu mi dici che del Conc 35 36 Molconiento sei del ttotto, Quello è un uomo molio oslrotlo, Lo conosco, e ben lo so. Lo gron iovolo e il dessere Che onor gronde mi/vi forò. EtISETTA Sceno quotiordicesimo Corolino ed il Conte lponono) Con esso fo oll'omore, Ed io li ho colti quo. CONTE Per lei non senio omo!: S'io sposo voi per quello Non monco giò ol mio onon Mo un'occhioto olmen grozioso Oiienuio pur non ho. Sceno quindicesimo Eliselto che si ovonzo e defli, CAROUNA FlDAtlvtA Veromenie collo sposo Trotior peggio non si può. losciolemi, signore, Non siote o infostidirmi. CONTE GERONIMO Voi credeie che i signori Foccion come li plebei: Voi credeb che gli sposi Foccion come i cicisbei, Nossignore, tonie cose, Che si dicon smorfiose, Non le fonno, signornò. 5e libero è quel core Vi prego sol di dirmi. CAROTINA Che non ho omonle olcuno Vi posso ossicuror. FIDAI.MA Uh! uh! Che moncomenlrol Non credo o quel che senio. poi Fìdolmo o4 Et!SETTA Elisetlo No, indegno, koditore. No onimo molnolo! No, trisb disgrozioto, Moi questro non sorò. lo voglio sussurrore Lo coso e lo citl'ò. Per quesio trodimenlro Che mi si viene o fore. lo voglio sussurnore e lo citio. Lo coso FIDAIMA lo voglio esominore ll fofiro come sto. CAROTINA lo Fidolnol Srillote, non mi curo. Deh, fotelo occheiore Che il vero ello non so, CONTE CONTE PAOTINO Voi dunque lo mio bromo CAROTINA CONTE Mio signore, se vi pioce Di vedere l'opporoto, Tullro quontro è preporotro con gron lusko e proprietò. Polrelre conlrenion 5entic... lrosciomolo strillore: Non me ne importo giò. GERONIMO Come? Come? Cos'hoi defi,o? PAOtlNO lporolo per porolo, forfel Tutio,.. quonto... è preporoto... Nello... solo... del bonchetlo... Con gron lusho... e proprieÉ. CAROTINA ETISETTA losciolremi, vi prego, Losciobmi, deh! ondon No froschetio. Sceno sedicesimo CAROTINA ll Signor Geronimo che soproggiunge e defti, poi Poolino CONTE Mo primo... Non losciovi, mio bello, Sortir do quesio slronzo Se un roggio di speronzo Non dob o queslo col: lin questo, Elisello in disporte) CAROTINA FIDA1MA E[!SETTA Vo'vendefl,o. Che nero infudelrò! Che vien mio frotello. CAROTINA - CONTE ln me/in lei non c'è reitù. foffore delicotro È roppo do sé. F!DAI,A4A GERONIMO Sentire mi porve Un shepiio, un chiosso. Che fotre? Gridole? Owero è per sposso? Che coso è occoduio? GERONlMO Tornole, deh!, in voi siesso. Vonne ol diovolo, bolordo! Forse credi ch'io sio sordo? CONTE Non potisco sorditò. Mio ben, v'omo oll'eccesso. Che coso è quesb srÌepilo? Che coso è questo chiosso? o4 CAROLINA EtISETTA Andiom subito o vedere Pensolre o mio sorello. Jilenzio, silenzio Di fede il moncoiore Non s'ho per prudenzo Do fore un bordello. 37 3B FlDAI.MA Ognun qui slro mutro? Di dirmi vi pioccio Che diovolo c'è. Soppiolre, frotel mio, Che qui ci sio un imbroglio; PAOTINO Mo odesso dir nol voglio, Che bene oncor nol so. ([o coro mio sposo Dol copo olle pionte Mi sembro kemonie. O povero me!| Che confusione è quesio. Copiùe, se potete, Quol sio lo veritò. lportono) GERONIMO lo non copisco offoil,o. CONTE o6 CONTE - CAROTINA. FIDAI.MA ETISETIA (Che kisr,o silenzio! Cosi non vo bene. Porlore conviene: Porlor si dé.) GERONIMO. PAOTINO Itirondolo do uno pote) Soppiote, con suo poce, Lo sposo non mi pioce [o suo minor sorello Mi sembro lo più bello. Mo poi, mo poi con comodo ll tutto vi dirò. (Che tristo silenzio! GERONIMO Eh! Andotre tutti ol diovolo, §ospetto mi viene. Vi son delle scene: Soperlo si dé.! Bo, bo, ci, ci, chiò, chiò... Un bolbettore è questo, Chi inlendere lo può? IRecitolìvo] GERONlMO PAOTINO Mo che misl,ero è questo, lo Chi intendere lo può? Corolrno) Orsù, soper conviene Che fu? Che coso è stoto. CAROTINA ll fotto sol proviene D'overe mol inteso loddrtondo Eltsettaì Equivoco ho lei preso, E il Conle il motivò ETISETTA Ciò non è vero nienlre. ll foito è differente. Porloie con mio zio, Che onch'io poi porlerò. CAROTINA - CONTE FIDAI.MA . Morio Ronchese,lozzelto scenico per il I A[o de ll mofrimonio segrelo ol Teotro Lo Fenìce di Venezio, 1960. Perduto nel 'incendio del tÒqO EIISETTA - [e orecchie non stoncoie, Affonno non vi dob. Do me, do me soprelre Quol sio lo verilù. GERONIMO [o tesio m'imbroglioh. [o testo mi fendete. Tocete, deh, trocete! Andote vio di quo. PAOTINO Per imbroglior lo testo ll mofrimonio segrefo (Atto l) ol Teotro Lo Fenice di Venezio, 1949; ollestimento di Giuseppe Morchioro. Archivio Storico del Teoko lo Fenice 39 40 AITO II GERONIMO Che? Coso qveie detto? Sceno primo Gobtnelto ll Signor Geronimo, poi rl Conle lRecilotivol GERONIMO Quesio invero è curioso! Sembron d'occordo tn moslicor porole Perché io non iniendo Mo voglio ben copir quesio foccendo, Venile, si, veniie o Conie omoio, Mi volete oro dir quello ch'è slrotro? CONTE Anzi, men vengo opposlro, E dico il tutro Senzo riguordo olcuno. CONTE Ho detto che non trovo Coso in lei che mi pioccio, E che più non lo voglio. Anch'io mi oslinerò. CONTE Ebben, signore? M'oscollereb? GERONIMO Lo sposerele, omico. o2 ll mio dixorso vi può colmor. CONTE lo non lo sposerò. GERONIMO Vio, dite pure quel che vi por. GERONIMO Non lo volete piùl Mio figlio? Quello Per cui sieso è il conhotb? Non lo volete più? Voi sieb un mollro. Lo vorrelre benissimo. Lo sposerele, signorsi, A Geronimo Non se ne fon di quesie. E non è un uomo Geronimo do prendersi Per un quolche bobbeo. E Geronimo dice e vi ripeb, Che lo vorrete, e che lo sposerete. GERONlMO Si, si, si, si io dico. CONTE CONTE Mi dote lo codeilo, lo dico no, no, no. Cinquonlromilo scudi Vi voglio riloscior. Se invece o2 Con quesio uom frenelico GERONIMO Sfioiore io non mi vò. Quesfè per que! ch'io sentro (Si mellono o sedere, uno do uno porte e l'oltro doll'altro ) GERONIMO GERONIMO No, non c'è olcuno. CONTE Alcun riguordo, ho defl,o. Non ho di dirvi il tufto, e porlo schietio. Vi diro in primo luogo in slil loconico, Che pel mio gusto ormonico Coso non ho Elisetlo Che posso, quol vorreì, Accendere il mio cor, gli offetti miei; E che moncondo in me l'inclìnozione, lmpossibil divien fro noi l'unione GERONIMO Che ormonico? Che offetti ? Che unìone? E coso odesso Mì ondote voì dicendo? COME Ed ol signor Geronimo lo pur dico e ripeto Che non lo sposerò: mo che lo prego Di moslrorsi conbnio Che fro noi seguo un occomodomenl,o. GERONlMO Ed io vi torno o dire in brevi occenli Che non si porli d'occomodomenti. lN. ll-Duettoì Se fior,o in corpo oveb Si, sì, lo sposereb. Un bombolo non sono. Veder ve lo foro. (Oro vedeie che bricconoto! Chi se l'ovrebbe moi immoginotro? Queslro è un'ozione do moscolzone, Ed ol suo impegno non dee moncor.l Che Eliseno sposor più non inlendo. Quell'occomodomenio Che voi vorresie for...? lvo di nuovo o sedere) Loscioiemi, mio coro Losciolemi pensor. CONTE Vi loscio, si, pensor (vo di nuovo o sedere) CONTE (Oro vedeie che uom bilioso! Come s'occende! Com'è impefuoso! Non vuol sentire quel che vo'dire, D'oggiusiomenti non wol porlor!) GERONIMO (Quo rispormio del bell'oro, Quo si solvo onche il decoro Cottorotto che vien foilo. Signorsi, che bene ondrò.| GERONIMO (Vediomo un poco se ci ho pensoio.f CONTE lsi olzo) CONTE [Vo l'omico ruminondo, Al rispormio vo pensondo. E il boccone do ghiotione (Proviomo un poco se si è colmoto.l Né scoppor sel loscerò.} (si olza) CONTE CONTE di Elisetto 5e mi oscoltote un poco, Si colmerò quel foco. Mo poi se v'oslinole, GERONIMO GERONIMO Ebben, signore? Lo sposereie? Ci ho pensoio, ci ho pensoio. (Si olzo.) 41 42 Vo o dorle questo nuovo Dille che ogni riguordo è omoi finìto; E che dispongo il core Ad ubbidir con gioio ol genitore (pone) CONTE Sentiremo, senliremo. lSi olzo ) GERONIMO PAOTINO (Orsù coroggio. ll tempo presso; ed io me le owicino.l Se mi è permesso... Dol più menomo indizio oncor s'owede Di quel che non si penso e non si crede, PAOLINO (Che se ne sio oweduto?) FIDA1MA ll borotio, si, foremo. Addio, coro Poolino. FIDATMA Mo con Potlo Non mi ovele vedub olho che odesso? Vio non vi confondete Porolemi con tutlo confìdenzo Sceno lrerzo Poolino, poi Fidolmo ch'Elisetlo Ancor esso occordeÉ. CONTE IRecilotivol 5'è per queslo, vodo in fretto A for si che m'odierò' PAOLINO Ecco che or oro scoppio Do sé lo coso. lo sono rovinoto, Scoccioio collo sposo e disperoio. Mo no. Mi resio oncoro uno sPeronzo Nel buon cor di Fidolmo' A lei men volo o2 Siomo, siomo occomodofi, Rilorniom di buon'umore. Abbrocciomoci di core, E speriom hlicitò. lGeronimo porte.) Benché tutto lremonùe... lRecitolivoì CONTE Per fore ch'Élisetlo mi ricusi ll modo è [ocilissimo Oh, Poolino, Poolinol CONTE Do me stesso Ho fotto tulto ll podre è contentissimo Ch'io sposì Corolino stesso Mi ovreie FIDA1MA Pielroso e non crudel. FIDAT'ÉA (Egli è quo solo; e questo gobinelto [fermondosì in disporte) È un luogo odottissimo Per porlor di segreti ) FlDAL,lA Poolino? Mo con vostro frotello? Signoro? ll frotel mio Deve ben occordor quel che vogl'io PAOLINO (Ello mi sembro FlDAll,tA PAOLINO I pensier noshi Do un'isbsso cogion per cwenfuro Sorebbero prodoni? E non forò rumore? FIDAIMA (Mi ho guordoto sofl'occhio, e ho sospiroto?l PAOLINO (È turboto senz'oltro- ll cor mi monco) di nuovol Anl fosse moi Che onch'ei per me senlìsse Quel ch'io senio per lui?) (E sospiro CONTE Certomente Consoloti, e lu FIDAI.'VIA Voi non mi disturbote. Pensieroso, però, se non m'ingonno, Erovote onche voi? [o bonÉ vosko ll mio merito eccede, e mi consolo. FIDAMA . Lo dite dowero? ) PAOTINO PAOTINO Mo (Se n'è occorto senz'ohro Ahl Signoro PAOTINO Che volgo in sé quolche pensier molesio. Ah, che son disgroziob oncoro in questroll PAOLINO In che posso servirvi? PAOLINO Questo è ben vero. Mo Fidolmo qui giunge... Ecco l'islronie' Sceno secondo ll Conte, poi Poolino PAOTINO Vi vidi pensieroso, e non mi porve Di dover disturborvi. FIDAI.MA PAOTINO FIDAU\^A Qr[lJrumor? Contento ei dee mostrorsene PAOTINO È Quondo oncor non lo fosse. ciò impossibile. PAOTINO FIDAIMA Non pesovole o me? Oh mio conforlo! PAOTINO FIDAI.AAA Non so negorlo. Preslissimo. FIDAI.MA Ed io pensovo o voi. Femmino esperlo Anzi senzo dimoro. Dunque quondo? PAO!.rNO 43 44 Sceno quorlo FIDAIMA Ebbene: in quesio punb Corolino e detti Vi do lo mio porolo Che sorele mio sposo. FlDAl,rvlA PAOTINO Sposo? lo Corolino) [omore e il conienlro Vedete che fo. FIDAIMA Si, coro mio. PAOTINO lo? Mo cos'è? Coso è occoduto? t{o oddiol Che cos'è sbio? PAOTINO Non mi prendo 5i, mio bene. Consolofi, consololi... }1o di color ti congi? E che cos'hoi? Per gioio in deliquio Vedeie che sio. (Quol nuovo controilempo è queslro moi!) lN. l2 - Terzettol Sento, oimé: che mi vien mole, Giò mi monco quosi il fioio. FIDA]AltA Non è nienie, sPoso omoio: Quest/è effetto del piocer. FIDAT'$A Son quo pronio, son quo lesio... CAROTINA FlDAlrvtA PAOUNO Ci moncovo quesb oncoro Per più formi deliror! Mo giò in piedi ti ritrovo. Per lo gioio che ne provo Queslu mon ti do o bocior. FIDA]MA ll povero giovine Di me innomorolro lo vodo o pigliore Un cerio elisire; Non siole o porlire, Reslolevi quo. (porte, poi ritorno) CAROTINA (Che creder, che dire Do me non si so.! Giusio cielo! Quol'offonno! Quol sospetto mi moriello! Su, li scuoli. §u, fovello, Ch'io mi senio loceror. PAOTINO Pei pietò, che in svenimenl,o lo mi senùo giò coden PAOTINO (siede) Corolino...! Deh, vo vio. FIDAIMA CAROUNA Quesfè effero del conbnlo: Tu (s olzo) Quonte pensi sposorne? Oro comprendo Perché o svelor non pensi ll nodo clondestin che ci ho legoti. [o foi per il piocere Di hodire due donne o un solo islronle, Me come sposo, e I olho come omonb, CAROTINA tronlro PAOLINO No, Corolino. no: chetoti, e oscoltomi CAROLINA E che deggìo oscoltor? Non ti ho trovoto Svenuto per omore Al fionco di mio zio? Non l'ho senlito Vonlorsi del tuo offeito? E che l'hoi do sposor non ho giò detto? ordire. CAROTINA Mio signoro, pion pionino. FlDALi[A Bocio, bocio Poolino. (o Corolinof Non ci oveie voi do enlron PAOLINO Questo è un ingonno, o coro o3 CAROLINA Eh sì un ingonno Che do te si commette Se tu omovi mio zto, Perché non sposor lei? Perché sedurre Uno fonciullo onesto Privo d'ogni esperienzo e d'occorlezzo CAROIINA. PAOTINO Queslro cerio confidenzo Di fonciulle ollo presenzo Che stio bene non mi por: FIDAl^,lA Di quolunque ollo presenzo Posso dor ùo! confidenzo A colui che ho do sposol: (Fidolmo, porte). (Corolino e Poolino mostrono Per forlo poi crepor doll'omorezzo? PAOLINO rfiìGr.olro, per pietò di porfire, mo CAROLINA Possero: no, non lemer... invoghito di mio zio E mi vieni od ingonnor. Mio coro Poolino... Mo cerio è svenuio. o2 lRecitotivoì Che vuoi ch'io oscolti? Comprendo ln questo istonte ll peso del mio follo Mi senti: ìo corro odesso A piedi di mìo podre; Svelerò quel che ho fofio, PAOTINO Toci, ioci, che per oro Non mi posso qui sPiegon CAROTINA A quolunque costigo Vonne, vonne: lo seguitu,.. No, orresioli. Dimmi, hisio, su, dimmi: Mi Porgiomogli oiuto. C'è olcun di lò? poi si orrestono.) Sceno quinio Corolino e Poolino. renderò soggetto Di te poi, seduttol kisto, spergiuro, 45 46 Seguo quel che si voglio, io non mi curo CAROLINA Coso potresti dir? lper porlire) PAOTINO Fermo, fermo, PAOTINO Dir che tuo zio ti prego... CAROTINA Oibò Mi losc : PAOLINO No, ti dico Soltunlo in quell'istonb Mi si xoperse omonie; E Io sorpreso mio fu che mi tolse (uso dei sensi, Or vonne o pubblìcormr Quol sedutto' Rovinomi Mo primo Prendì queslo coltello; E poiche seì impozzito, CAROLINA Questo do te ospeltorsil l3 Prio che spunli in ciel l'ouroro Cheti cheti, o lenio posso, Scenderemo fin obbosso Che nessun ci sentirò. Sortiremo pion pionino Dollo porto del giordino: Tuttro pronto uno corrozzo CAROLINA Guordo ch'io te lo do PAOTINO Non mi ritiro do noi si koverò. I covolli di goloppo Senzo poso coccerò. Do uno vecchio mio porenlre Buono donno, e ossoi pieloso, Ce n'ondremo, coro sposo, CAROLINA Mo non disse ello stesso Che tu l'omovi? PAOLINO Equivocò Fidolmo E storemo cheri lò. Come poi s'ovrò do fore Penseremo o mente cheb. Sposo coro, sto pur lieio, Che l'omor ne ossislerò. CAROLINA Confesso, o fo dowero Sceno seslro Corolino solo. PAOLINO Se un bugiordo mì credi, Spingi senzo pielode lRecitoiivol CAROTINA (piongendo) Cosi resleroi libero; Così lo sposeroi. CAROLINA Ahl Mi vien freddo, ed il coltel mi code PAOTINO PAOLINO Ah, no, che tu cosi morir mi foi. Nell'ingonno tu sei, rogion non senti Or soppi, sposo mio, che più moneggio Non lrovo ol scoprimenlo Per solvor il decoro; e o noi non resio Che di fuggir Co'buoni uffizi il podre li scordì in un punto dì furore Chi sei tu, chi son io, tulto l'omore E do uno porte, indi il Conte ELISETTA Ouo nullo si conclude, Quo ognuno slo in sìlenzio; Ed io mostico intonlo omoro ossenzio. CONTE {Oui lo trovo olfin Voglio provormì Se lo posso ridurre o ricusormì Servo, servo umilissimo ) ELISETTA Venìte come sposo o moncotore? CONTE Vengo quol mi volele Conoscitor del vosko Merìto singolor degno d'un soglio, Sol dol vostro piocer dipender voglio ELISETTA Voi porlote d'inconto CONTE E piu v'incontero Se mì oscoliole FI IAETTA PAOTINO Colmoti un poco. Elisetto lporte) CAROLINA lo mi senlro morir! 47 Apportomenti Ariol Lò PAOTINO Ascolt io dico. lN. Sceno sellimo doll'oltro Chiusi in quello il velturino Per schivor quolunque introppo, CAROLINA Ah! Chì potevo moi d Qui dommi primo uno mortol ferito Vo'ondor PAOTINO Senlimi, e poi Subito te ne ondroi, se ondor tu vuoi Forem poi che si plochi. ollo fine Quel ch'è forb è giò fotto; Preslro o turdi lo sdegno ho il suo confine. CAROLINA Fuggir? Polese ol mondo Render il nostro follo? E [or di noi Porlor con disonor? Questo sorebbe Render pìù ocerbo oncoro lo ferilo Al seno di mio podre. . No, no Prio di risolvermì A così duro posso, Che costerebbe o me troppo dolore, Voglio tentor quel che mi dice il core (porte) Benissimo Porlote CONTE ln primo luogo Crede. voi mi dovete ;l più sìncero, ll più ingenuo di tuttì: Che ho il core sulle lobbro: e che son lole Che di me pur io dico il bene e il mole 4B ELISETTA Vediomone uno provo Per esempio: Quel di for oll'omor con mio sorello, Essendo o me promesso, o bene? Lo dite mole CONTE Mole, mole, molissimo Ecco ch'io lo confesso ln certi inconlri Sorò dìfficilissimo Ve ne sono dì fìsici Ve ne son di moroli lnsommo io porlo lngenuomente: e locco o vgi, signoro, Di for poi rìflessione o questi detti, Ch'io vi owerto di over deì gron difetfi ELISETTA Questo è un vìzio koppo brulto Mo il potrete un dì loscior FIDA1MA CONIE Mo ospeltote, mio signoro: Tutto detto non ho oncoro ELISETTA Convien togliergli offotto ognl speronzo Di poterlo sposor Son vizioso giocotore, Cropulone, bevitore: Mì ubrioco spesso spesso, Che vo fuori di me stesso, Dite benissimo. Mo se voi lo credeE lnvoghib del Conl,e, io poi vi dico. Che forse, forse con rogion fondoio [o credo di Poolino innomorolo. Sono di un noturole Focìle o sdrucciolor Mo meglio udite S'è ver ch'io son sincero ln me sicuro Che c'e del buon; mo primo Che i locci d'lmeneo tro noi sion sketlì, lo vì owerlo di over dei gron difetti {A mettermi comincio un poco in opprensione ) Orsù, signore, Giocché siete sirìcero, onche vi pìoccio Di dirmì quoli sono Per poter regolormì (Allo flne non vorrei sogrificormi I ELISETTA CONTE Oro poi non credo nienle, Quondo li conoscete, è coso focile Sentite: io ve lo dico Voi lo dite per scherzor ETISETTA Che possiote emendorvi Perché CONTE Dunque focciom che debbo Possor in un riliro Acciò non ci disturbi. Cosco in terro oppur kobollo, Son pìù slrombo di un covollo Vodo tuttì o molkofior. ETISETTA voi lo volete, e vi ubbidisco; Per oltro in veritò che ne orrossisco CONTE Oh! Lo credo ìmpossibile Sempre ho Quondo poi non 1o credele, lN. lO-Arioì sentilo o dire Che collo vìlo si monlìene e duro Quel vizio che nell'uom posso ìn noluro Son lunotico bilioso Son soggello oll'emicronio: Ho sovente certo smonio ETISETTA Che in delirio mi [o ondor Voi mi sgomentereste Se vi credessi in tullo Son sonnombulo perfetto CONTE Bosto credete pure Quello sol che vi pioce lo con voi kolto Do golonluomo e in termini ossoì schieili lo vi owerlo di over dei gron difefti Che dormendo vo o giror Sogno poi se sono o lello Di dor colci, e di pugnor Dico queslo, e ve lo giuro: Che o me nullo voi piocete, Che non v'omo, e non vi curo, Non vi posso lolleror Di quello non mi curo. FIDA]MA Me ne curo ben io: né più mi senio Di tenerlo celoto. FIDA1MA Ollimomente. Questo è il pensier che onch'ìo volgevo in (porle) mente Scenq oltrovq Eltsetlo poi Fidolmo Mondotu vi sorò domon motlino. Losciole lor lRecitotivol o me: lo froschettìno Sceno nonq ll§ignor Geronimo e dellt ELISETTA Poteo porlor quell'onìmo incivile Con più di scondescenzol ELISETTA Tuilo questo? Bogotelle! ) ELISETTA Elisetlo mio coro, ETISETTA Vi trovo ben turboto! ETISETTA Non soro vero moi ch'io vi rinunzi Perché poi mio sorello Debbo sposor il Conte. dogli occhi del Conb Non si toglie od un irotio Corolino, Qui nosce uno rovino. GERONlMO Si può fore un borotlo CONTE Obbligoto vi son Mo non iemete Cercherò di odofformi Piono piono Non e fullo, Per gli omorì ho un gron trosporto Per le donne cosco morto Se di questo che vi por? Ebben? Sei persuoso FIDAI.MA Poiché me lo owertite E GERONIMO Di rinunzior o questo motrimonio? {Qui ci vo dello mio pelle Mo soprommi riguordor CONTE Ohl Ouesto poi ETISETTA 49 50 Per te vonloggiosissimo. ETISETTA Vio, risolvete; vio non lordote FIDAI,\^A Non si {onno borotti Anzi mi meroviglio, Che un uomo come voi prudenle e soggio Propongo od esso un ohro moritoggio GERONIMO Sì, un oltro moriloggio Ecco, luo zio È o2 Presto, onzi, subilo si deve for GERONIMO Mo non strillote lutte due unite Senio che il timpono voi mi ferile Porlote piono senzo gridor dello mio opinione. ELISETTA - FIDALMA FlDALlvlA Anzi, dico di no. Si deve togliere Lo couso del disordine. Corolino fomento Lo possione del Conie; onde si deve Forlo sporir, mondorlo in un ritiro; E occheÈti cl'e sion rulri i 'umori, A'loro S', otor verirò fuori po; ELISETTA Diremo dunque, diremo piono, Che ìn un ritiro di quo lontono Per metter ordìne ol gron disordine Lo Corolino si dee mondor (piono GERONIMO Che coso dite? (forle, oll'orecchio) ELISETTA Abbiom porloto (come sopra) FIDALMA fole, il mio decoro Non vuol che in questo coso lo me ne resli più Voi mi forete De' copiloli miei restituzione, E se questo non Ah, §ignore! Ai pie'voshi scco uno figlio... o3 GERON!MO Che cos'hoi? Che cos'è? Cos'è occoduio? Alzoti, e porlo in piedi... FIDAIMA. ELISABETTA O che frocosso di Sotonosso Tutto lo coso forò tremor. CAROUNA GERONIMO Senzo for chìosso, senzo frocosso Si puo ben dire, si può porlor. (Fidolmo ed Elisetlo portono ) Sceno decimo ll Signor Geronimo solo ) Voi ci senlite? Avete ben copito? GERONIMO Sì, sì, porlole pure GERONIMO Giò v'ho copito ch'è un quorto d'oro FIDAU\AA Vi obbiomo detto E così finiremo ogni questione GERONIMO Sio moledelto queslo skillorl ETISETTA ELISETTA Avetre inleso bene? ln un ritiro o Corollno GERONIMO lRecilolivol GERONIMO In un ritiro? E perché in un riliro Lo devo for possor, se il mio ìnleresse Anzi vuol ch'io permetto Che il Conte se lo sposi! No Piono, E mìo sorello Se sdegnoio perciò, dol mio negozio Levo i suoi copitoli? Ello è uno scosso Ch'oggi io non so se soslener lo posso Dunque ondÉ in un riliro. Pensiomo or dunque in quol miglior moniero Devo dorle lo nuovo innonzi sero. Ah, no signore... GERONIMO Alzoti ed ubbidisci ol genitore. lo però li prevengo ln quello che woi dirmi. Tuo sorello e tuo zio /honno giò deito Che devi in un riliro Possor domon mollino: e fu ten vieni Tremonb e sbigottiio, Quosi ci ovessi do resbr in viio, CAROTINA lo in un ritiro? Ah! mio signor:.. GERONIMO Tu devi For lo mio Yolontò. CAROUNA Fuori di bmpo E un ritiro per me. GEF6NIMO Soli due mesi Ci 3toroi, e non più Scenq undicesimq Corolino in disporte, e dello CAROLINA Dehl Podre mio GERONIMO Giò v'ho copito, coro signoro CAROTINA (Son risoluh io sbsso Di vincere il rossor. lo sudo.,. io gelo,., Altro è quel che mi offonno FIDAL\AA FIDAI.^AA lN. Mondor dovele domon mollino lvlo forlo, oddio!, convien... M'oiulo, o Cielo...!l Sordo non son. Forò quonto conviene. l5 Terzettol Coso loreie? Vio, su, porlote GERONIMO ll mio interesse ll vuole, e lo mio poce 52 CAROLINA Sceno kedicesimo Ahl Permeltele Che oi voslri pie' mi gelli; e che Conle, Corolino CONTE Si, è ver: mo mì pioceste; ed il mio core Or non vorrio che voi Còlti vi obbiom. Còlti vi obbiom sul fottro. ETISEITA implorondo lRecilotivol Lo pietode poterno CONTE CAROLINA Mo pero Signoro froschefiino. Nel ritiro onderoi domon motlino. Dove, dove mio coro Con lronlo ogiiozione? Oimé! Porloie, Che oveb? Che chiedete? lo son per voi Col cor, col songue, collo vito isiesso; Più di voi nullo ol mondo or m'inieresso. lporte) CAROTINA E quello diffidenzo CAROLINA Dunque se l'ottenermi lmpossibile fosse, oh! sìgnor mio. Perché coltivereste un lol desio? Perché se voi m'omole Mi vorreste infelice, Quondo polreste invece Rendermi voi, con uro eroico ozione, Oggi lo vìto, e lo consolozione? Che deggio over nel coso mio imporionle D'uno che giò mi si è scoperto omonte CONTE Mo signor,.. In orgosmo mi mette Quesio vostro porlor che por d'inconto Pero non mi confondo Si, y'omo; e queslo omor, se o voi ciò GERONIMO Toci lò. GERONIMO Orsù, mi secchi FIDA1MA tutto quel che il cor vorrebbe Non è sempre possibile ETISEITA CONIE (o Geronimo) Vedeie lo sguoioto? Ve l'occordo onche questo FIDAI.A,IA Ah, potessi porlor! Sceno dodicesimo Corolino solo CONIE Chi vi trolliene? CAROLINA E possono moi noscere CAROLINA Mi trottiene il decoro, Conkollempi peggiori! ll podre mio sedotto, Mio sorello e mio zio con me ollerote, Tulti ìn orgosmo: e come moì poss'io Svelore in lol momenli il lollo mio? IN. l6 - Recilotivo occomooqnolol lsegue con strumenti) Come locerlo poi, se in un riliro Ad enhor son coslrelb...? Misero...! ln quol confiosio Di pensieri mi hovo! lo son smorrilo... Cielo, deh, tu m'oddito ll consiglio miglior. Quolche speronzo Rendi ol cor mio.,. Mo il core, oddiol mi dice: Corolino infelice, Pietò di rc non senle il ciel tironno... Ah! Disperoio io vo o morir d'offonno... (per portire disperolomenle, s'inconho nel Confe che lo trolliene) CONTE Diffidor d'un che v'omo! Oh, queslo coso Esser non può che quello Di scoprirgli un rivol Mo udite, o coro. Un uom di mondo io sono: S'egli è primo di me, ve lo perdono D'esser tordi orrivolo lncolperò lo sorte mio rubello CAROLINA E doresle lo mono o mio sorello? CONTE Ouesto poi no CAROLINA Sposoto pur l'ovreste Senzo controddizion, s'io più di lei, Per un gioco del coso in quel momento, Non vi fossì piocìuto? Vedete lo froschefl,o'? Tutti gli uomini olleilo: E lo mono si loscio Bocior do ognun che omore o lei protesto. GERONIMO Oro do dubitor più non mi reslo. CAROTINA pioce, CONTE d'ogni più bello ozion sorò copoce. Mo non sopeie... CAROTINA Giurolremelo, Conie. Tqeere CONTE lo ve lo giuro (in questo Elisello, Fidolmo ed il Signor Geronimo che osservono) Sull'onor mio, su queslo bello mono Ch'io vo' bocior. Senliomo oro l'orcono. EI.ISETTA voi, che ben vi slo. FIDA1MA Toceie. GERONIMO Sceno quottordicesimo Domoni nel rifiro. E voi. signore, O domon sposenele Quello cui prometlresie, o dell'offronto Noi lo vedrem se mi forò dor conl,o. tidolno, e deffi. CONTE Eliseno, il Signor Geronimo Mo se... 53 54 GERONIMO Non vi do oscoho. FIDAI.MA ELISETTA Ad uno pronto [ugo No: il ritiro è destinoto. Forse oncor lorderò lo sposo mio? CAROTINA ETISETTA Mo io... No: il ritiro è preporoto, Se son vendicoto Contento giò sono Al conte perdono Lo suo infedeltò Se tolto è l'oggetto EIISEfiA Voi in un ritiro, GERONIMO FIDAI.MA CAROTINA Mo voi siete lonlro coni No: il ritiro è pronlo giò. ln un riliro. CAROTINA (Ah, ch'io pozzo divento! lo giò deliro!) lN. lZ EIISETTA. FIDAI.MA - GERONIMO Se codesse oncoro il mondo Deve ondorci, e ci onderò. - Quintettol Deh, losciolre ch'io respiri, Disgrozioto, meschinello! lo rivol di mio sorello No, non sono, ed il Ciel lo so. lncolpotro son o (ol Conlrel Senz'omor né corilùl lo mi perdo, mi confondo, ll cervel do me sen vo! lorlo. CONTE lo divengo furibondo S'onche un poco resto quo. (Corolino, tl Conle ed il Signor Geronimo porfono per diverse porli) Che il cor gl'incoleno, Con foccìo sereno Lo mon mi dorò (porlono) Scenq sedicesimo Forse oncor potrio, ln queste circostonze, Lusingorsi e speror fovore o oiuto? Do chi? Come? ln quol modo. ? lo son perduto! No, si risolverò Per offretlornelo, Vodo nello suo sÌonzo Non v'è più tempo: non v'è'pìù speronzo (prende un ohro lume ed entro nello stonzo di Corolino) So/o Tovoltno con quotlro lumi occesi ll Signor Geronimo e Poolino Sceno diciotiesimo ll Conte, poi Elisefto l8 lRecitotivol [N. GERONIMO CONTE Venile quo, Poolino Questo lettero Spedìte per espresso A Modomo lntendente del ritiro Che vedete qui scritto, occio le orrivi Domoni di buon'oro. Sio curo vostro oncoro, ll porlor di Corolino Duettol Penehoio m'è nel seno. Ah, soper polessi olmeno ll segreio del suo cor! Per si omobile rogozzo lo non so quel che forei: di ondor o letto, D'owerlire lo posto, occio non monchi Di qui mondormi oll'olbo Quotko buoni covolli. . Eh? Coso dite? E solvorlo ben vorrei PAOLINO E lo Sorele or persuoso lo non porlo, signor. - FIDA!.MA uno sguoiolro. Siele porte inlreressolo. Ch'e il Conie, e non Poolino Quello di cui è invoghito? Mo non vi penso or più: sorò finito Un saggellro sFovogonte Mi fu noscere nel sen.l GERONIMO GERONIMO - ETISETTA - FIDAIAAA Nel ritiro ondor dovrò. FIDAIMA Ed io credo benissimo Che sio uno civellino: o che piuttoslo Uno di que le sio Che s'innomoron sol per debolezzo Di cioscun che le guordo o le occc:rez.zo Primo Deh, porlote voi, signore: Sincerote il genitore, Che o voi più si crederò. Sceno quindicesimo Elisello e Fidalma CONTE IRecitotivoi Quest'omobile togozzo... ETISETTA È un'osfulro, è CAROTINA Sol tre giorni ollo portenzo lo vi chiedo per pieÉ. Polesor lo mio innocenzo Quolche coso vi potrò. ELISETTA lN. l8 -Arioì Dol domestico livor. ELISETTA (R.itiroio io lo credevo Bene Eseguile lo mi rìtiro odesso Andote pure. Sionco oggì son di tonte seccoture lprende un lume ed enlro nello suo slonzo) trovo or qui vogonb CONTE (A trovorlo me ne ondrei di for ben.l Se credessi EtISETTA Sceno diciossetiesimo Poolino solo, PAOLINO E o risolversi odesso Signor Conle, servo o lei Che wd dir che qui lo rovo? CONTE Vuol dir quesio, ch'io mi movo. 55 56 ETISETTA o2 Che stio solo non conviene. Oh, che momento è queslro D'offonno e di timore! Mo qui dobbiom for core, Ch'oltro per noi non c'è. CONTE Grozie, grozie, mio signoro: Vodo pur, ch'io vodo oncoro. Tempo è giò di riposor. lSi prendono un lume per codouno) EtISETTA Chi picchio si forb? Chi fo io! rumore? ELI§ETTA ls'owiono per portire) Veniie quo fuori: Si (Sortono Fidolmo ed Si, sentro un uscio oprir. con lume in mono,) (Finché vengo domofiino ETISETTA ln sospello devo (con lume) Solto voce quo vicino Cerio iniesi o fovellor. Uno porio pion pionino Ho sentiio poi serror... Ho sospetto.., Vo' scoprire. (Vo od oscolfore ollo porto di Corolino A porlor pion pion si senb... Vi sio il Conlre cerhmenb.. lo li voglio svergognor: (Vo o boÌlere ollo porfo di Fidolmo ) Sortile, sortilre. Venite qui in fretio CONTE {Questo furbo soproffino Non vo' forlo sospettor) (Si ritirono nelle propile slonze, resfo lo sceno oscuro ) Sceno dicionnovesimo Poolino e Corolino dollo suo stonzo, indi Elisetlo, poi Fidolno, poi il signor Geronimo ed infine il Conte, tutti dolle rispettive loro sfonze lN. 20 - Finole llì il Signor Geronimo GERONIMO - FIDA1MA (indtcondo Elisetto) lo no cerio: sorò lei. FIDAI.'IAA Potrebbe olcun venire: Si tordi un po' o portir: (rientrono nello slonzo) Che coso è occodub? GERONIMO Che coso è moi ETISETTA slror.) Ubriochi voi soreie. Zitlo... Mi por senlire... o2 Dormo bene. Modomino. CONTE hotio d'onor: PAOUNO Buono notle ol signor Conle. CONTE EUSEITA - FIDAI,VIA - GERONIMO Quole sboglio! Quol errore! Quesb coso come vo? Perdonob, mio signore; Qui un equivoco ci sh. GERONIMO ldi dentro) FlDAlrr4A ldi dentro) PAOTINO Deh, ti conforio, o coro. Chi botb? Chi chiomo? Seguimi piono piono. ETISETTA ETISETTA No signor: lo giurerei: Quolcun olho vi sorò. nob? CONTE - GERONIMO Sbndo in piedi questu sogno. FIDA1A4A lo sono lremonh FIDAI'VIA GERONIMO Quo confonderlo bisogno E rossor ne proverà. lo son sconcerioio. ) . . GERON]MO ETISETTA ETISETTA ll Conb sio chiuso Con mio sorellino. Si foccio rovino Di quel troditor. Corolino, fuori, fuori... Anche quesb si vedro. EIISETTA. FIDA1MA - GERONIMO lgridondo ollo porto FIDA1A4A (oll'uscio di Corolino, lo quole sorle con Poolino, e vonno od inginocchiorsi oi piedi defSgnor Geronimo) di Corolino) Conb perfido, molnobl CAROIIM. Conle indegno, scellcrcto Fuori, fuori vi vogliomo, Ah, signore, oi voshi piedi A imploror veniom pietò! PAOTINO Che scoperb sieb giò. Son io, Elisetlo,.. o bollere ollo porto del Signor CAROTINA (Vo SEndimi pur lo mono Che mi vocillo il pie'. Geronimo) Aprib, deh, oprite, Sortite signore (esce il Conle dollo suo slonzo) CONTE. CAROTINA Or che vedo io resio esiotico! - FIDAI.MA CONTE ELISETTA Qui dol Conte che si wolc? Quoi indegnissime porolc? Ecco il Conie: eccolo quo. Quesl'è un'olho noviÉ. 57 5B 5g M'inleresso o suo fovore. CAROTINA Coso s'inlende? Perdonolre o lor di core. Ch'io Elisetlro vo o sposor. FIDAI.MA Coso vuol dire? ELISETTA CAROTINA - PAOTINO M'interesso onch'io signore, Deh! Losciotrevi plocor. Vi supplichiomo di compotire, Che d'omor presi... Son giò due mesi... ll mohimonio fro noi seguì Morio Ronchese, \ozzello scenico per ìl ll Atto de // molrtmonio segrelo ol Teoko ,l960 o Fenice di Venezio, Perduio nell'incendio del CAROTINA (o Fidolmo) Voi che dite? I 996 CAROTINA - FIDAI.A/IA ll mohimonio! FIDAIMA Voi che foe? CAROTINA - PAOI.INO Signori si. CONTE. PAOTINO - CAROTINA - CAROTINA (tutti tngtnocchtoti) Perdonole, perdonolre. Ah, disgrozioti! Quol trodimenio! Andoie, o tristi: pielu non senlo. Più non son podre: vi son nemico. lo vi discoccio, vi moledico, Rominghi ondoie lonton do me. CAROTINA - PAOI.INO Pieio, perdono. Colpo è d'omore. ELISETTA FIDAI.MA Giò che il coso è disperoto, Ci dobbiomo conlenlon ll motimonio segreto (Atto l') or ìeotro Lo Ferice di Verezio, ìQÒ2; scere 6. 665iun d; Morio orchese. reqio di Giovonn; Pi Foro Giocomeli. Arcnivio Sto'ico del Teo'ro Lo Ferice GERONIMO Bricconocci! Furfoniocci...! Son offeso, son sdegnolro... Mo... vi voglio perdonor: FIDAL^,lA Pielù non s'obbio d'un hoditore. CONTE - EIISETTA Deh'.Vi colmoie. Deh! Vi plocote, Rimedio ol fotto più già non c'è. PAOTINO - CAROTINA - CONTE - ETISETTA Che kosporto d'ollegrezzo! Che conlrento! Che dolcezzol lo mi senlro giubilor! TUTTI FIDA1MA Sion discoccioti. Sion costigoti. Azion si nero punir si de'. CONTE fucoltote un uom di mondo, Qui il gridor non fo olcun frufio: Mo prudenzo vuol che tutto Anzi s'obbio d'oggiusior, ll mio omor per Corolino Oh che gioio! Oh che piocere! Giò conienti tutti siomo! Queslre nozze noi vogliomo Con gron fesio celebror. Che si chiomino i porenli, Che s'invitino gli omici, Che vi siono gli strumenti. Che si suoni, che si conti. Tutti quonti hon do brillon F/NE ll mafrimonio segrefo (A[o l) ol Teoiro lo Fenice di Venezta, 1949., ol eslimenlo dl Giuseppe Morchìoro Archivio Storlco del Teoko lo Fenice GIOVANNI BERTATI- DOMENICO CIMAROSA o curo di MIRKO 60 morì ll librettisto iloliono del Motrimonio Segreto o Venezio nel l8l5. Ero flglio di un mod Servi. ll nobile Antonio Grimoni lò lece studìore SCHlPlLLlTl. di Coserto, il lZ il ìO luglio 1735 e gno dei Grimoni de' 1749 - Domenico Nicolo Cimoroso nosce od Averso, in provincio dicembre, figlio di Gennoro, murotore, e di Anno ò, mo Bertoti si volse 1756 -Lo fomiglio si troslerisce o Nopolì, dove odre lovoro ollo costruzìone dello reggio di Copodimonte, e risiede in un'obitozione onn so ol convento di Son Severo dei podri conveniuoli ol Pendino, presso cui lo modre lovoro come lovondoio il 1757 '?erde ìl podre, rimonendo in miserio. lnizio o {requentore lo libero scuolo convenluole, dove riceve le prime lezioni di musico do un frole o Son Severo, che lo istruisce onche nelle leHere I 26 I - Viene ommesso groluitomenle ol Conservotorio dello Modonno di Loreto, dove frequento i corsi di composizione, conto (do Anlonio Socchini), ormonio e controppunto, violino, studiondo onche clovicembolo e orgono. 1772 - Conclusi gli studi in Conservotorio, riceve probobilmente lezioni do Piccinni, cercondo di entrore nello suo cerchìo; successìvomente si perfezìonerò in conto col costrolo le. Duronle il cornevole, ol Teotro dei Fiorenlini di Nopoli debutto come slrovogonze del conle. Nei successìvi dodici onni comporrò prevolentemente Gi op pe * Cfr Enciclopedio dello speÌocolo, tirenze, Coso Edikice Sonsoni l960 omo. 1777 -Per il Teotro Volle di Romo compone l'intermezzo I lre omonti Sposo Costonzo, figlio di Cecilio Pollonte, che muore dì porto l'onno successivo: prende quindi ìn moglie l'oltro fiolio dello Pollonle. Goetono ll Teotro Volle ollestisce l'intermezzo ll ritorno di Don Colondino. 1779 - Si oflermo ol Volle con il primo importonie successo in compo comico, l'inlermezzo L'itoliono in Londro. Divenlo orgonisto sopronnumerorio dello corte di Nopoli, senzo stipendio, e inouguro il Teoko del Fondo con lo commedio L'infedelto fedele. 1780 - A Romo vo in sceno commedio per musico ll folignome. di noscilo di Bertoti (il nome di lìo compore Atto formo Bertoto) e lopide commemorotivo nello solo consilìore del iv\unrcrpro dt Morlellogo Do: Giovonni Bertoti, lZ35-ì 815, Cosso ed Artigìono S. Stefono, Rurole MortellogoVenezio, I 985 ì78 I lo suo primo opero serio, Coio Morio, o Nopolì lo - Lo primo opero su teslo di Melostosio è A/essondro nelle lndie, in sceno ol Teotro Argentino di Romo. 1782- A Progo ve l'onno seouenie Gionni fonciulle [resso il Cons Giovonni e Poolo, per Giuditto. Per il cornevo ll convilo (Cimoroso olloggerò in un'obilozione presso ìl Ponte dello Verono, S Fontin). ll debutto ol Teotro Son Corlo di Nopoli owiene con il drommo pe clnese (libretio di Metoslosio). Al Teoho dei Fiorentini si roppresenlo lo comme Lo bollerino omonte. 1783 - Primo opero scrilto oppositomente per lo Scolo di Milono è il drommo Lo Circe. Duronte il cornevole, ol Teoko Volle di Romo vo in sceno I'inlermezzo I due boroni di Rocco Azzurro, o cui Mozorldestinerò l'orio nAlmo gronde, K.578, per uno ripreso viennese del 1789 1784 Al Teolro dello Pergolo dì Firenze viene olleslilo il drommo gìocoso Lo vonilò deluso o ll mercoto di Molmontile, primo lovoro di Cimoroso su libretlo dì Goldoni Al Teotro Eretenio di Vicenzo viene roppresentoto il drommo serio L'Olimprode, enorme successo in 61 62 tuilo Per lo Scolo scrive il drommo gìocoso I due suppostt conti Al Teotro Regio di vo ìn sceno con gronde successo il drommo serio Arloserse su leslo di Metostosìo ltolio Torino 63 lZ85 Al Teotro dei Fìorentini vo in sceno il drommo giocoso ll mollo disperolo 1786 Al Teotro Nuovo di Nopoli vengono roppresenlote Le frome deluse e lo forso L'impresorio in ongusfie. Insieme od oltri outori porlecipo ollo stesuro del drommo socro socriftzio dr Abrono // I 800 Esilioto, obbondono Nop dirigere il coro dell'Ospedoletto e lovo lrogico Ademisio, che rimorrò lncompi i o Podovo e Venezio, do continuo ntole le opere serie Lo figl edificoto. Nosce il opere odottole in ver 'Trollo do: ll motinonlo EdÌzÌonÌ del Teoko lo Fenlce segrotr:, "lo lorrlc:o primo dell'Opero dl Venozl,r o r rrro 20047', Progrommo di solo, doll'Ufliclo slompo. Froncesco Soverio Condido Domenico Cimoroso ol cenbalo l17B5l Olio su telo Nopoli, Museo di Son Mortino rinnovoto successo 1794 Al Teoko dei Fiorentìnì si roppresento lo commedio per musico Le osluzie femminili 1796 Al Teolro Lo Fenice di Venezio vo ìn sceno l'opero serio Gli Orozi e Curiozi, Coslonzo 1797 Al Son Corlo di Nopoli sì roppresento Artemisio, regino di Corio o ssione dello Fenice per ìl n vo drommo to successivomenie do mo ignoto). Si ringrozio lo FONDAZIONE Dl VENEZIA'GIOVANI A TEAIRO per il contribulo equivolente o 450 progrommi dì solo che verronno donoti olle clossi iscrifie oll'iniziotivo I ESPERTEilZE prm:*:" ldeozione e coordinomento del progetto formotivo: DOMENICO CARDONE Areo Formozìone, Ricerco, Progetti innovotivi dello Fondozione Teotro Lo Fenice di Venezio 5 32Q 4 \ 7 86520, lox O41 7 86 57 1, e-moil: edu I @teotrolofenice.org Edumedioleco : edumed ioteco.leotrolofenice@gmoil rel.O4 \ 7 86 com Coproduzione dello speitocolo: Conservoiorio di Musico Benedetto Morcello di Venezio lO tel. 0415225604/041523656ì' lox Son Morco 28 : segrelerio@conseve. il - hnp: / / v,rww.conseve. il enoil O415239268