SEMINARIO DI INGEGNERIA NATURALISTICA
E CANTIERE DIDATTICO
RELAZIONE DELLE ATTIVITÀ SVOLTE
Dicembre 2011
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Premessa
Dopo la positiva esperienza del Seminario di Ingegneria Naturalistica e
cantiere didattico svolto nel mese di settembre 2010, anche per l’anno
scolastico 2011/2012 alcuni allievi dell’Istituto Tecnico per Geometri “B. Tallini”
di Formia hanno preso parte ad un’attività di indubbia valenza didatticoformativa.
Diciotto studenti del quarto anno della sezione tecnica hanno aderito
volontariamente, insieme a quattro operatori tecnici dipendenti degli Ente
parco coinvolti, al “Seminario di ingegneria naturalistica e cantiere didattico”,
organizzato dal Parco Riviera di Ulisse e dal Parco dei Monti Aurunci e
finanziato dall’Assessorato all’Ambiente, Area Difesa del suolo della Regione
Lazio.
Un’iniziativa, questa, sicuramente innovativa per l’Istituto, probabilmente
fra le poche realizzate nell’ambito dell’istruzione secondaria superiore italiana.
Tra gli aspetti rilevanti che la caratterizzano, si segnalano:
 la concretizzazione di una intesa che ha coinvolto quattro istituzioni, la
Regione Lazio, il Parco regionale “Riviera di Ulisse”, il Parco regionale dei
Monti Aurunci e l’I.I.S. “E. Fermi” sez. Geometri “B. Tallini” di Formia, su
uno stesso progetto formativo di tipo tecnico-professionale;
 il tema dell’iniziativa: l’ingegneria naturalistica, ossia tecniche alternative
di ingegneria, potremmo definirle “sostenibili”, volte a prevenire
l’erosione, a consolidare e a stabilizzare il territorio mediante l’utilizzo di
materiale vegetale vivo, anche in abbinamento con materiali morti
naturali o artificiali;
 le modalità di attuazione che, al seminario tradizionale con le lezioni
frontali in aula, hanno affiancato escursioni, rilievi tecnici e topografici e,
esperienza davvero inedita, l’esecuzione del cantiere, realizzando tutte le
fasi del processo d’apprendimento, dallo studio delle problematiche e
delle possibili soluzioni alla progettazione degli interventi per giungere
alla fase esecutiva, vale a dire dalla teoria alla prassi;
 il lavoro di gruppo collaborativo e cooperativo come metodo efficace per
valorizzare le capacità di ogni singolo partecipante e come scambio di
esperienze, ancor più significativo in considerazione della provenienza
degli studenti da quattro classi diverse e dell’interazione con adulti
dipendenti del Parco;
 la presenza di una pluralità di competenze: i docenti del seminariocantiere sono due esperti dell’IN (ingegneria naturalistica), l’ing. dr nat.
Paolo Cornelini, docente universitario e socio esperto AIPIN (Associazione
italiana per l’ingegneria naturalistica), il geom. Roberto Ferrari, anch’egli
socio esperto AIPIN, i quali sono stati affiancati dai tutor degli enti parco,
il dr naturalista Nicola Marrone per il Parco Riviera di Ulisse e il dr
geologo Lucio De Filippis per il Parco dei Monti Aurunci, dai tutor della
scuola, prof. Giuseppe Tomao e prof.ssa Anna Ruggieri, oltre che dal
prof. Antonello Carollo, per i rilievi topografici.
L’esperienza si è conclusa con l’elaborazione da parte degli studenti
dell’Istituto Tecnico di questa relazione che riassume e descrive tutte le fasi in
cui l’attività si è articolata.
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1. Inquadramento territoriale
L’area dove si è svolto il cantiere didattico è ubicata lungo il percorso che
dalla strada statale Civita Farnese conduce alla Foresta demaniale di Campello
in Comune di Itri (LT).
L’area dove è stata realizzata l’opera è assoggettata ai seguenti vincoli:
 vincolo Ente Parco Naturale dei Monti Aurunci;
 vincolo Zona di Protezione Speciale (Z.P.S.) IT6040043 denominata “Monti
Aurunci”;
 vincolo Idrogeologico;
 vincolo Paesistico-Ambientale.
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Inquadramento geomorfologico
I Monti Aurunci si presentano come dorsali e profondi valloni che formano
una sorta di altopiano dal quale emergono numerose vette in posizione
dominante sulla costa tirrenica con versanti che scendono bruscamente verso
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Formia, Spigno Saturnia ed Ausonia e degradano morbidamente verso
Pontecorvo, Pico, Lenola e Fondi.
I Monti Aurunci, insieme ai Monti Lepini e ai Monti Ausoni, costituiscono la
porzione sud-occidentale della piattaforma carbonatica “Laziale-Abruzzese”,
una struttura geologica che si estende per circa 1.230 kmq con le medesime
caratteristiche litologiche e morfologiche. L’assetto geologico attuale di questo
territorio è il risultato di una lunga serie di eventi che si sviluppano lungo un
arco temporale di 150 milioni di anni, dal Giurassico al Paleocene. L’uniformità
degli Aurunci è interrotta dalla Valle dell’Ausente che smembra il corpo
centrale dando origine all’estrema propaggine orientale di tutto il gruppo
montuoso costituita dai rilievi di Monte Maio (910 m).
In generale i monti Aurunci sono costituiti da grossi banchi di calcare
Cretacico di spessore anche maggiore di 1000 m, all'interno dei quali è
possibile osservare fossili di rudiste.
Stralcio del Foglio geologico N°160 “CASSINO” scala 1:100000
(in rosso l’area d’intervento)
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Legenda della carta geologica
Il paesaggio carsico, è uno degli aspetti più suggestivi e singolari dei
monti Aurunci. Esso è la risultanza di un insieme di fenomeni che determinano
un processo di lenta erosione delle rocce (carsismo), sia sui versanti superficiali
che nelle zone sotterranee.
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1Paesaggio carsico epigeo presso la località Le Crocette tra il Comune di Campodimele e Fondi
2Paesaggio carsico ipogeo della grotta Trelle a Lenola
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In particolare, il fenomeno è dovuto all'azione corrosiva esercitata nel
tempo dall'anidride carbonica, presente nella pioggia, sulla roccia solubile.
L'anidride carbonica (CO2 ) trasforma il carbonato di calcio CaCO3,
contenuto nella roccia, in carbonato acido (bicarbonato) Ca(HCO3)2 che,
essendo solubile, viene lentamente asportato dall' acqua piovana:
CO2 (g) +H2O + CaCO3 (s) ---->Ca(HCO3 )2
Così, sulle rocce si vengono a creare scanalature, inghiottitoi, superfici
solcate, forme bucherellate e irregolari che rappresentano alcune delle
formazioni tipiche del carsismo superficiale. Mentre, penetrando nel sottosuolo,
attraverso rocce fessurate ed allargate, le acque meteoriche col tempo danno
luogo alla morfologia carsica ipogea, creando cunicoli, grotte, abissi, canali,
gronde e valli, spesso percorsi da fiumi, che conferiscono alla catena montuosa
(in particolare in località S. Nicola) anche un rilevante interesse speleologico.
Rilievi carsificati, monti e altipiani composti da rocce carbonatiche
presentano caratteristiche di elevata permeabilità e con la presenza di
numerose microfessurazioni nelle rocce stesse - rocce-serbatoio - consentono
alle acque meteoriche di penetrare nel sottosuolo, andando ad alimentare le
falde acquifere. Lo sviluppo del carsismo caratterizza intensamente il
paesaggio degli Aurunci sia per l'aspetto superficiale che per quello
sotterraneo.
2. Inquadramento fitoclimatico e vegetazionale
Il clima presente nell'area del Parco degli Aurunci presenta le seguenti
caratteristiche.
È di tipo mediterraneo pluviostagionale-oceanico, nel versante sudoccidentale fino a mare, e temperato oceanico nel versante nord-orientale, con
escursioni termiche diverse a seconda della fascia altimetrica e
dell'esposizione.
L'azione mitigatrice del mare tende a limitare le escursioni termiche e ad
assicurare un continuo apporto di umidità che i venti occidentali spingono
verso l'interno. In tutta la regione mediterranea infatti il mare influenza il clima
e lo si legge nell'andamento delle precipitazioni e dei valori di temperatura
media mensile, che subiscono oscillazioni più contenute nel corso dell'anno.
Procedendo verso l'interno le caratteristiche del clima tipicamente
mediterraneo della costa evolvono verso forme a carattere più temperato con
differenze stagionali leggermente più ampie, maggiori precipitazioni, minimi
invernali abbastanza bassi e temperature estive non elevate.
Dal punto di vista fitoclimatico il territorio è ascrivibile al Termotipo
mesomediterraneo medio o collinare inferiore; Ombrotipo subumido superiore;
Regione
xeroterica/mesaxerica
(sottoregione
mesomediterranea/ipomesaxerica), corrispondente all’Unità Fitoclimatica 9, della classificazione
redatta da Carlo Blasi (1994 ) per il Lazio.
In questa regione le precipitazioni risultano comprese tra 810 e 940 mm
annui, con pochi episodi estivi caratterizzati da apporti meteorici contenuti (75
- 123 mm). La temperatura media è piuttosto elevata. L’aridità raggiunge una
intensità pronunciata nei mesi estivi. Il freddo è piuttosto prolungato ma non
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intenso da novembre ad aprile. La temperatura media delle minime del mese
più freddo oscilla da 2,3 a 4 °C.
La vegetazione arborea di questa regione fitoclimatica è costituita
prevalentemente da cerrete e querceti misti con cerro (Quercus cerris L.) e
roverella (Quercus pubescens L.) con elementi del bosco di leccio e di sughera.
Vi è la potenzialità per boschi mesofili (forre) e macchia mediterranea (dossi).
Le associazioni vegetali tipiche di questa regione sono ascrivibili (Blasi,
1994) alle serie del carpino bianco (Aquifolio-Fagion fragm.), alla serie del cerro
(Teucrio siculi-Quercion cerridis), alla serie della roverella e del cerro (LoniceroQuercion pubescentis; Ostro-Carpinion orientalis fragm.) e alla serie del leccio e
della sughera (Quercion ilicis fragm.).
Localizzazione dell’area in studio. Non in scala. L'area è inserita nell'unità fitoclimatica
9 (colore rosa). Nei dintorni dell'area sono presenti le unità 4 (colore marrone),
l'unità 2 (colore verde) e l'unità 14a (viola tratteggiato).
3. Introduzione all'ingegneria naturalistica
Cos’è l’ingegneria naturalistica?
L’ingegneria naturalistica è una disciplina tecnica che utilizza le piante
vive negli interventi antierosivi, di consolidamento e di rinaturazione, da sole, o
in abbinamento con altri materiali (paglia, legno, pietrame, reti metalliche,
biostuoie, geotessuti, etc).
I campi di applicazione dell’IN sono vari e spaziano dai problemi classici
di erosione dei versanti,delle frane,delle sistemazione idrauliche,a quelli delle
infrastrutture lineari (scarpate stradali e ferroviarie, condotte interrate), delle
cave e discariche, degli insediamenti industriali e di altre infrastrutture
puntuali, delle sistemazioni costiere, fino agli interventi di rinaturalizzazione e
ricostruzione di habitat e reti ecologiche.
Quali sono le principali finalità dell’ingegneria naturalistica?
Le principali finalità riconosciute degli interventi di ingegneria naturalistica
sono:
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 tecnico-funzionali: con riferimento,ad esempio,all’efficacia antierosiva e di
consolidamento di un versante franoso,di una sponda o di una scarpata
stradale;
 naturalistiche: in quanto non semplice copertura a verde, ma
ricostruzione o innesco di ecosistemi mediante impiego di specie
autoctone degli stadi delle serie dinamiche della vegetazione potenziale
dei siti di interventi;
 paesaggistiche: di “ricucitura” del paesaggio naturale circostante, effetto
strettamente collegato all’impiego di specie autoctone;
 economiche:in quanto strutture competitive e alternative ad opere
tradizionali (ad esempio muri in cemento armato sostituite da palificate
vive o da terre verdi rinforzate).
Principi di deontologia applicati all’IN
La deontologia viene definita nel vocabolario della lingua italiana come la
trattazione dei doveri inerenti a particolari categorie di persone; oggi se ne
parla soprattutto nel campo della medicina, ma anche le altre categorie
professionali si rifanno a codici etici che indicano il corretto comportamento.
Come in tutte le discipline, anche nell’ingegneria naturalistica si sono
affermate alcune regole comportamentali di riferimento per i professionisti, i
funzionari e gli imprenditori che si occupano degli interventi di IN.
Si riporta in tal senso, in estratto, un articolo del Codice Deontologico
dell’Associazione Italiana per l’ingegneria Naturalistica (AIPIN).
Art.4.Il socio AIPIN si adopera in tutte le sedi e in particolare in quella
progettuale per la priorità delle finalità naturalistiche degli interventi. L’impiego
di tecnologia e materiali non naturali è possibile nei casi di necessità
strutturale e/o funzionali normalmente in abbinamento con materiale vivente.
Deve comunque essere adottata la tecnologia meno complessa a pari risultato,
considerando anche l’ipotesi del non intervento.
4. Analisi stazionali
Si riportano le principali analisi effettuate ai fini della progettazione
dell’intervento.
Rilievo topografico
E' stato effettuato il rilevo topografico dell'area di intervento con l’ausilio di
Stazione Totale computerizzata e prisma.
Di seguito si riportano il Libretto delle Misure, la Planimetria del sito oggetto
dell’intervento comprensiva delle sezioni (Ante operam).
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11
12
Fotogrammetria
Lineamenti botanici
In un intervento di IN la capacità antierosiva e di consolidamento viene
affidata, in ultima analisi, alle piante vive, per cui è essenziale individuare le
specie e le tipologie vegetazionali da inserire nelle opere.
Nel caso della palificata viva, ad esempio, l’opera ha lo scopo di garantire
il consolidamento del piede di una scarpata in alternativa ad un muro di
sostegno; a causa della pendenza, in tale situazione, le piante vive non sono in
grado, da subito, di garantire il consolidamento, per cui unitamente ad esse,
vengono utilizzati tronchi in legno chiodati tra loro. Con il tempo il legno si
decomporrà e gli arbusti cresciuti sia nella parte aerea che nell’apparato
radicale, formeranno un cespuglieto con il raggiungimento dell’obiettivo
progettuale del consolidamento unitamente alle finalità ecologiche e
paesaggistiche tipiche delle tecniche di ingegneria naturalistica.
La scelta delle specie floristiche e delle tipologie vegetazionali richiede un
accurato studio ecologico della zona di intervento (analisi stazionale botanica).
Tale studio ha il compito di individuare, tramite l’analisi floristica, le specie e le
tipologie vegetazionali di progetto, anche con l'obiettivo di incrementare la
biodiversità dell’area.
Nel caso del nostro cantiere didattico si è condotta l’analisi a livello
microstazionale, riferita cioè, alla particolare scarpata in erosione in località
Campello di Itri, ad altitudine 665 m slm, su substrato calcareo.
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Progetto botanico
Il progetto botanico deve individuare, a seguito delle analisi stazionali e
con riferimento ai parametri ecologici microstazionali, la lista con le quantità
delle specie di progetto.
La specie sono state scelte tra quelle:
 coerenti con la flora autoctona del parco dei Monti Aurunci;
 ecologicamente compatibili con i caratteri microstazionali (microclima,
substrato, morfologia, etc.) dell’area di intervento tenendo conto in
particolare della scarsità di luce;
 appartenenti allo stadio dinamico della serie della vegetazione
potenziale, il più evoluto possibile in funzione delle caratteristiche
ecologiche della stazione;
 con la massima biodiversità;
 con le necessarie caratteristiche biotecniche
e sono riportate nella tabella seguente:
SPECIE
Crataegus monogyna
Rosa canina
Ligustrum vulgare
Cornus sanguinea
Euonymus europaeus
Prunus spinosa
Fraxinus ornus
NOME COMUNE
Biancospino
Rosa selvatica
Ligustro
Sanguinello
Berretta del prete
Prugnolo
Orniello
OMBRA
+
+
+
+
+
+
5.Descrizione del Cantiere Didattico
a)
Elenco dei materiali impiegati:
1.
Tronchi di legno (castagno)
Lunghezza media = 4.10m
Diametro = 12/18cm
Lunghezza = 2.95-3.06m
Diametro = 10-13cm
2.
Tondini d’acciaio ad aderenza migliorata
Diametro =12mm
Lunghezza = 25/50cm
3.
Terreno di riempimento
Tipologia = Terreno Vegetale
Quantità = 8-9m3
4.
Piantine con pane di terra
Quantità = circa n° 120
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5.
Pietrame
Specie = Pietrame calcareo di varie pezzature rinvenuto in loco
Quantità = circa 1.5 m. cubi
b)
1)
2)
3)
4)
5)
6)
7)
8)
Elenco dalle attrezzature utilizzate
Pala
Picco
Mazzola
Zappetta
Forbici da pota
Carriola
Martello
Cardarella
c)
1)
2)
3)
4)
5)
6)
Elenco dei macchinari
escavatore
Trapano 600watt
Motoseghe
Camion
Smeriglia
Punta per legno
d)
1)
2)
3)
4)
5)
D.P.I.(Dispositivi di Protezione Individuale)
Guanti
Caschi
Occhiali
Scarpe antinfortunistica
Cuffie
FASI LAVORATIVE DELLA PALIFICATA LATINA
1° fase
Misurazione
con
rullina
(picchettamento dell’area)
metrica
dell’area
oggetto
dell’intervento
2° fase
pulizia dell’area dell’intervento con escavatore a formare il piano d’appoggio
per la palificata
3° fase
trasporto dei tronchi sull’area d’oggetto dell’intervento
4° fase
pulizia dell’erbacce dell’area da contenere
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5° fase
allineamenti dei tronchi rispetto ai picchetti prima posizionati
6° fase
tra un picchetto e l’altro viene effettuato una piccola trincea profondità circa
10cm per alloggiare il primo tronco
7° fase
misurazione del palo posizionato in precedenza
8° fase
in corrispondenza del tronco precedentemente posizionata viene scavata una
trincea di forma triangolare (triangolo isoscele) che servirà per il
posizionamento dei due spezzoni per il contenimento della spinta .
9° fase
scavata una trincea parallela alla precedente per alloggiare un ulteriore tronco
da 12mm
10° fase
posizionati 2 pali trasversi sui 2 correnti posizionati precedentemente vengono
fissati i pali per bloccaggio con i pali sottostanti tramite tondini d’acciaio
lunghezza 25 cm
11° fase
viene posizionato il primo tronco sopra il primo sistema appena realizzato (il
tronco superiore viene allineato con l’intradosso del tronco sottostante e si
prosegue come nella fase 10 fino alla fine della struttura
12° fase
riempimento della palificata con terreno vegetale con escavatore
13° fase
arrivo sul posto degli arbusti dal vivaio del Parco di Itri per il complemento
delle opere
14° fase
classificazione piante totale 120
15° fase
le talee vengono piantate
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6. Analisi dei costi
La presente analisi dei costi è stata effettuata a misura, vista la natura
del cantiere, tenendo conto dell’apporto lavorativo di n° due operai
(specializzato e manovale) per un’intera giornata lavorativa, dei materiali
utilizzati e delle attrezzature impiegate viste nel capitolo precedente
(Descrizione del Cantiere Didattico) .
1) Noleggio di miniescavatore, comprensivo di operatore specializzato per n° 1
gg. Lavorativa ( 8 ore/gg.):
n° 8 h x €/h 40,00 =
€.
320,00 ;
2) Manodopera fornita da operaio specializzato (muratore) in regola con il
regime contributivo e inquadrato nel vigente C.C.N.L.
N° 8 h x €/h 35,00 =
€.
280,00 ;
3) Manodopera fornita da operaio (manovale) in regola con il regime
contributivo e inquadrato nel vigente C.C.N.L.
N° 8 h x €/h 25,00 =
€.
200,00 ;
4) Preparazione dell’Area di Cantiere mediante livellamento dell’area oggetto
dell’intervento eseguita con mezzo meccanico e manualmente :
Conteggiato a corpo nel nolo del miniescavatore ;
5) Scavo a sezione obbligata effettuato a mano (ml 4.00 x L. 0.30 x H. 0.30)
per alloggio prima palificata :
Conteggiato a corpo nella manodopera fornita dagli operai ;
6) Fornitura e posa in opera di n° 9 pali di castagno ml. 4.00 (diam. mm.
120/180) :
n° 9 x €/cad.20,00
=
€.
180,00 ;
7) Fornitura e posa in opera di n° 9 Pali di castagno ml. 3.00 (diam. mm.
100/130) :
n° 9 x €/cad.8,00
=
€.
72,00 ;
8) Fornitura di n° 2 barre in acciaio a.m. lunghezza ml. 6.00 (diam. mm. 12) :
n° 2 barre x €. 18,00
=
€.
36,00 ;
9) Fornitura di terreno vegetale sciolto, comprensivo di trasporto presso il
cantiere, per il reinterro delle palificate e la formazione di idoneo supporto per
alloggio essenze arboree:
mc. 8.00 x €/mc. 18,75 =
€.
150,00;
10) Fornitura di n° 120 essenze arboree (talee) :
n° 120 x €/cad. 1,00
=
€.
120,00.
Sulla base dei correnti prezzi di mercato delle singole categorie di lavori e
forniture rapportati alla zona in cui si è operato si stima un costo pari ad €.
1.678,00 (I.V.A. esclusa) .
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7. Documentazione fotografica
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Partecipanti: Abbatista Michele, Agresti Andrea, Bianchini Stefano,
Buttaro Raf- faele, Cassetta Giuseppe, Celano Marco, Ciccolella
Davide, Colombo Giulia, Di Nardo Alfonso, Faedda Roberto, Filosa
Pasquale, Gagliardi Alessandro, Gargiu- lo Giuseppina, Maddalena
Giovanni, Marzella Remo, Mauro Julio C., Pantalei Atonia, Puleo
Mario, Saccoccio Simone, Treglia Massimiliano, Tuccillo Vincenzo,
Valerio Gabriele.
Docenti: Paolo Cornellini, Roberto Ferrari.
Organizzazione: Nicola Marrone (Parco Riviera di Ulisse), Lucio De
Filippis, (Parco dei Monti Aurunci) Anna Ruggieri, Giuseppe Tomao
(Istituto Tecnico B. Tallini), Francesco Gubernale, Simona De Bartoli
(Regione Lazio).
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Relazione delle attività (2011)