Giuseppe Busnardo Città di Valdagno Assessorato alla Cultura ScopriValdagno Museo Civico Paleontologico Dott D. Dal Lago Istruzioni per l’uso Nel Parco di Villa Serena a Valdagno sono stati istituiti due itinerari didattici permanenti rivolti alla conoscenza degli alberi. Questo quaderno di lavoro è lo strumento per utilizzarli al meglio. Il Parco si trova sul lato ovest di Piazza Dante ed è adiacente all’edificio di Villa Serena che attualmente è destinata a Casa di Riposo per anziani. Il Parco è pubblico e l’ingresso è libero con il seguente orario: Estivo dalle ore 7.30 alle 21.00 Invernale dalle ore 7.30 alle 19.30 Gli itinerari didattici si svolgono lungo i sentieri del Parco. Il tempo medio per una passeggiata che permetta di visitarlo nei suoi aspetti essenziali (vedi l’itinerario alle pagine 10-17) può essere calcolato in 5060 minuti. Ti consiglio calzature adatte per sentieri e viottoli. Porta con te carta e penna, una lente d’ingrandimento ed un doppiodecimetro. Attenzione. Si viene al Parco per imparare a conoscere e rispettare la natura. Evita tutti quei comportamenti che possono arrecare danno ai vegetali e ai manufatti (cartellini, panchine ed altro). Evita schiamazzi e rumori inutili. Potrai trovare questo libretto gratuito ed altre informazioni presso: - il Museo Civico Paleontologico con sede in Palazzo Festari Tel. 0445/424507 - L’Ufficio Relazioni con il Pubblico con sede in Palazzo Festari Tel. 0445/428260 - la Biblioteca Civica Villa Valle con sede in Viale Reg. Margherita, 1 Tel. 0445/401887 - l’Informagiovani con sede in Palazzo Festari Tel. 0445/405308 Questa guida è frutto della collaborazione con: Nico Lorenzon, che ha appositamente realizzato i disegni; Giuseppe Toniolo e Dario Savi, che hanno realizzato e il posizionato le targhette; la Biblioteca Civica Villa Valle, che ha realizzato questa guida e il materiale pubblicitario; il Museo Civico Paleontologico Dott. D. Dal Lago; la Provincia di Vicenza; l’Assessore alla Cultura del Comune di Valdagno Giorgio Trivelli, Marta Penzo e Barbara Borriero. Presentazione Questa piccola guida è preziosa come il gioiello verde che viene illustrato nelle sue pagine. Perché il parco di Villa Serena è davvero una delle cose belle, e ricche di un fascino tutto da scoprire, che Valdagno possiede e che vogliamo far conoscere e gustare a quanti, piccoli e grandi, amano addentrarsi nel cuore della natura e nel magico scrigno dei suoi segreti. Perché qui impariamo a coltivarlo, questo amore, accostandoci con animo giocoso – e una voglia un po’ nuova di “sapere” - alle meraviglie di quegli alberi che tante volte abbiamo visto ma forse non abbastanza “guardato”, vegetali figli della nostra terra oppure esotici esemplari portati dall’uomo e radunati in questo luogo da remote provenienze. ScopriValdagno è anche questo. Indossare nuovi occhi per vedere le bellezze nascoste che stanno intorno a noi. Giorgio Trivelli Assessore alla Cultura del Comune di Valdagno Un luogo da scoprire, una palestra per la mente Natura virtuale? No grazie. Nell’era degli strumenti multimediali (peraltro utilissimi) noi crediamo ci debba essere ancora posto per l’esperienza diretta a contatto con la natura. Non c’è altro modo se si vuole conoscerla per davvero e poi, di conseguenza, tutelarla. Questa è l’idea che ha fatto nascere questa piccola guida al Parco di Villa Serena e che ha suggerito di attrezzare questo spazio verde con alcuni itinerari didattici permanenti. E’ un grande giardino in centro alla città, comodo a visitarsi, bello a percorrersi, ricco di tante piante da scoprire. Non è una bella opportunità? Vorremmo che questa piccola guida servisse a due scopi. Innanzitutto a conoscere meglio questo parco e i suoi alberi. E’ un peccato possedere in città un bene prezioso e ignorarne il valore. Ma poi vorremmo servisse anche ad utilizzarlo come un laboratorio a cielo aperto nel quale apprendere alcune di quelle piccole abilità che sono necessarie per riconoscere gli alberi in qualsiasi luogo, poi, li si possa reincontrare. In altre parole, venire al Parco di Villa Serena per imparare a distinguere, ad esempio, un Pino da un Abete e poi guardarsi attorno vicino a casa per vedere se si riesce a trovarli e a riconoscerli. Questa piccola guida comprende perciò due itinerari. Il primo (a pag. 10) invita a percorrere i sentieri e ad osservare alcuni grandi alberi meritevoli d’interesse. Questi sono stati contrassegnati con cartellini che ne indicano il nome e che rimandano a brevi appunti conoscitivi contenuti in questo stesso libretto. Il secondo (a pag. 18) è invece un invito a giocare con gli alberi per imparare non solo qualche nome ma soprattutto per acquisire le capacità per riconoscerli. In questo caso gli alberi sono solamente numerati per essere individuati e per essere collegati alle schede che ti diranno cosa fare e come ragionare. Ricorda il vecchio detto “se ascolto dimen- tico, se vedo ricordo, se faccio capisco”. Nel Parco di Villa Serena ci sono quasi settanta tipi di alberi ma non tutti sono oggetto degli itinerari. Sono stati scelti i più significativi e si sono preferiti quelli nei pressi del sentiero e quelli che, coinvolti nei giochi, possedessero rami bassi per essere ben osservati e toccati. Una parte di quelli scelti sono Conifere, poiché questi alberi si prestano bene per imparare ad osservare e perché sono diffusi in tanti giardini. Un’altra parte è invece formata da alberi dei nostri ambienti naturali, poiché a loro va dedicata un’attenzione privilegiata. Per integrare le possibilità già offerte dal Parco, si è provveduto anche a nuove piantumazioni che potessero arricchire al meglio questi itinerari didattici. E’ facile a capirsi che questa guida non può trasformare d’un colpo il lettore in un provetto botanico. Ma potrebbe essere un piccolo seme che può far nascere la voglia di conoscere. I giochi didattici non sono altro che un piccolo segmento di un percorso più grande. Ma possono far imboccare la strada giusta. E poi il Parco riserva tante altre piccole opportunità per imparare dal vero. A volte si mandano a memoria tanti nomi da un libro (ovata, lanceolata, semplice, composta...) che forse è meglio apprenderli osservando foglie vere. E qui ce ne sono di tutti i tipi e per ogni osservazione. In primavera ci sono molte belle fioriture nel sottobosco, in autunno c’è da curiosare tra i tanti frutti selvatici, in tutti i mesi dell’anno ci sono alcune belle felci da ammirare. Insomma, il Parco è qui che vi aspetta. Giuseppe Busnardo QUALI SPECIE CI S SONO ONO NASCITA Il Parco di Villa Serena Il Parco di Villa Serena nasce nel 1934 come giardino della villa dell’ing. Filippo Masci, un dirigente della Marzotto. Sulle pendici del colle Miravalle, secondo la ricostruzione fatta da Antonio Fabris nel suo ottimo volume Alberi secolari, parchi e giardini nella Valle dell’Agno, stampato da Opificio Grafico Veneto di Alte di Montecchio Maggiore, 1996, vennero messi a dimora molti alberi cercando, con tutta probabilità, di realizzare un’armonia tra una porzione inferiore di stampo più ornamentale e formale ed una porzione superiore di impronta più romantica e compenetrata con la vegetazione naturale del rilievo. L’edificio divenne successivamente una casa per anziani ed il giardino divenne un parco aperto al pubblico. Le molte vecchie ceppaie che s’incontrano lungo i sentieri sono testimoni del trascorrere del tempo in questo giardino. Molti individui sono morti per vecchiaia, per malattia o per qualche bufera. Accanto a loro, favoriti anche dalla presenza del bosco vicino, sono nati però spontaneamente diversi nuovi alberi. Il patrimonio verde del giardino, in questi decenni, si è perciò rimescolato. Una catalogazione, effettuata nell’ottobre 1999 ai fini di questa guida e dell’istituzione degli itinerari, ha portato all’identificazione di 63 tipi di alberi (esattamente 61 specie più 2 varietà diverse dalla specie nominale). A loro vanno aggiunti altri 11 alberi messi a dimora nella primavera 2000 corrispondenti a 11 specie (ma delle quali 3 erano già presenti) per integrare al meglio le opportunità offerte dai percorsi didattici. Nell’insieme, perciò, l’attuale campionario di 69 specie d’alberi (61 già presenti + 8 aggiunte nuove) è di tutto rispetto (si veda l’elenco allegato a pag. 34). Percorrendo i sentieri, si noterà che esiste una certa logica nella disposizione degli alberi (ancora riconoscibile, nonostante i cambiamenti nel tempo). Nella parte inferiore del Parco sono stati messi, soprattutto sul bordo del lato opposto all’edificio, alcuni individui ornamentali capaci di grande sviluppo. Si riconoscono bene le mas- DISPOSIZIONE DEGLI ALBERI se verdi dei Cedri accanto ad un poderoso Tiglio (stupendo in autunno il contrasto di colore). Lungo il pendio del colle, invece, altri grandi alberi avevano il compito di sottolineare lo sviluppo sinuoso della stradina e di preludere al contatto con il bosco. Quest’ultimo è stato caratterizzato con Abeti rossi sul lato destro (salendo) e maggiormente lasciato eterogeneo nella parte sinistra. Come accade sempre nei giardini antichi, vi è un certo squilibrio nella presenza quantitativa delle specie. L’Abete rosso è presente con moltissimi individui. A lui ed altri (il Lauroceraso, ad esempio, per bordare il sentiero) era richiesto di fare “massa”. Ad altri, invece, era riservato un posto spesso solitario, magari in bella vista per essere ammirati. E’ il caso del grande Platano oppure del Tiglio tomentoso, entrambi disposti presso lo slargo nella parte alta del sentiero. Il contatto con la vegetazione naturale del colle è fortissimo, accentuato e reso manifesto anche dal fatto che gli attuali interventi di pulizia sono concentrati solo nella parte bassa e lasciano perciò la parte superiore in balia della forza della natura. C’è un rinnovamento di entità naturali che tendono a proliferare (Aceri, Noccioli ...) e c’è una bella diffusione di flora spontanea nel sottobosco. Tutto ciò, se ben pilotato, potrebbe dare ancora più interesse al Parco. Non mancano però alcuni problemi. Alcune specie invecchiano, altre abbisognano di potature, altre di cure fitosanitarie. Soprattutto sarebbe opportuno condurre una bonifica nella porzione più direttamente soprastante gli edifici dove è in atto una aggressiva invasione della Robinia che tende a soffocare e a banalizzare il giardino. Una passeggiata tra grandi alberi Questo primo itinerario propone di compiere una passeggiata lungo i sentieri del Parco andando a scoprirne alcuni tra gli alberi più interessanti. Sono stati scelti 15 alberi appartenenti ad altrettante specie diverse e sono state poste, di fronte a ciascuno, le targhette che permettono di identificarli con il loro nome. In questo testo, a seguire, sono riportate alcune notizie sintetiche relative a questi stessi alberi. Itinerario n. 1 Ippocastano (Aesculus hippocastanum L. - Hippocastaneceae) I 15 alberi segnalati nel percorso sono stati scelti per appagare criteri diversi. Alcuni sono alberi appariscenti per le grandi dimensioni raggiunte (il Platano, ad esempio), altri sono alberi insoliti e non facili a vedersi (la Tsuga canadese), alberi tipici del giardino antico (la Paulownia) oppure di largo uso oggigiorno (il Lauroceraso) ed alberi legati alle nostre tradizioni (l’Agrifoglio, il Noce comune) o alle simbologie cristiane (l’Albero di Giuda) o pagane (il Tasso). Vengono poi segnalati anche i tre tipi di Tigli che, assieme al quarto presente nella parte bassa del Parco, potranno dare un’idea della ricchezza di forme di vita esistente dietro un nome comunemente usato (Tiglio, appunto). TASSO Taxus baccata Esempio di targhetta che troverai in questo itinerario Criptomeria (Cryptomeria japonica (L.f.) Don. - Taxodiaceae) E’ una Conifera dalle forme e dalle foglie un po’ insolite. Gli aghetti sono curvati ad arco e disposti ad uno ad uno sui rametti. Il frutto è una strobilo sferico (diametro di poco inferiore a 2 cm) con le placche provviste di aculei e uncini. E’ una pianta che vive spontanea in Giappone (qui forma veri boschi da legna) e che venne importata in Europa a scopo ornamentale nel secolo XIX. Albero di Giuda (Cercis siliquastrum L. - Leguminosae) E’ un albero facilmente riconoscibile per la sua foglia di forma rotondeggiante dal margine intero. Il fiore è rosso-porporino, tipicamente foggiato come quelli delle Leguminose (si pensi al fagiolo), e sboccia a piccoli grappoli dai rametti e a volte anche dal tronco. Il frutto è un legume lungo 12-14 cm. E’ un albero legato alla tradizione cristiana poiché alcuni ritengono che su di un individuo analogo si sia impiccato Giuda disperato per il suo tradimento. E’ largamente diffuso nei paesi mediterranei e comunissimo nei luoghi caldo-aridi di Israele e Palestina al punto che più d’uno pensa sia meglio chiamarlo “Albero dei Giudei”. Tiglio nostrano (Tilia platyphyllos Scop. - Tiliaceae) E’ un Tiglio poderoso quando raggiunge età ragguardevoli e perciò largamente coltivato, in genere con individui isolati, negli antichi giardini. La sua foglia raggiunge dimensioni superiori (arriva anche a 30 cm) rispetto a quella del Tiglio minore e si può distinguere anche per il verde più uniforme sopra e sotto e per una maggiore pelosità che si concentra in ciuffi biancastri nelle biforcazioni delle nervature principali. E’ anche assai noto per le proprietà calmanti dei suoi fiori, adatti per tisane e infusi. E’ un albero assai noto per il suo largo uso in viali e giardini. Possiede una foglia composta di segmenti raggiati dalla forma inconfondibile. Il suo frutto (“i maroni mati”) è una pseudocastagna che un tempo si usava macerata contro la bolsaggine dei cavalli. E’ coltivato nei paesi dell’Europa centrale da circa 4 secoli ma si ritiene che la sue zone d’origine siano l’Asia minore e le catene del Caucaso. E’ conosciuto da noi anche per la tradizionale consuetudine di mettere un paio di “maroni mati” nella tasca della giacca quale antidoto all’insorgere delle malattie da raffreddamento. Lauroceraso (Prunus laurocerasus L. - Rosaceae) E’ un alberello assai noto per il suo larghissimo uso quale pianta da siepe nei nostri giardini. Sempreverde, assai rustico e adattabile, si lascia potare con facilità ed è rapido nel crescere e nell’infoltirsi. La sua terra d’origine è controversa ma sembra che le prime pianticelle siano arrivate in Europa nel 1500 dall’Asia occidentale. A volte vengono messe le bacche sottograppa ma è pianta da usare con cautela poiché tossica in molte parti (esclusa la polpa dei frutti, della quale comunque non si deve abusare). Tiglio minore (Tilia cordata Mill. - Tiliaceae) Assieme al Tiglio nostrano, è uno dei due Tigli che vivono spontanei nelle nostre regioni e che fu oggetto di coltivazione da tempi antichissimi. Venne anche ritenuto sacro da molti popoli e piantato come pianta simbolica nelle piazze e nei cortili. La foglia cuoriforme seghettata ed il caratteristico frutto dotato di brattea lo fanno facilmente identificare come Tiglio. Più difficile è distinguerlo dagli altri tipi di Tigli. Si può tenere presente che la foglia del Tiglio minore è di modeste dimensioni (raramente supera i 10 cm) e che si distingue anche per il colore chiaro della pagina inferiore e per la presenza di ciuffi di peli rossastri nelle biforcazioni delle nervature principali. Agrifoglio (Ilex aquifolium L. - Aquifoliaceae) E’ un alberello assai noto sia per il suo interesse ornamentale che per l’uso simbolico collegato, soprattutto, alle festività natalizie. Già gli antichi romani lo portavano nelle case nei giorni del solstizio d’inverno (21 dicembre) come auspicio di serenità e fertilità per il nuovo anno. E’ un sempreverde, diffuso nei boschi mediterranei ma del tutto saltuario o fortemente localizzato negli ambienti prealpini. E’ ben noto per le foglie (soprattutto le inferiori) con i margini aculeati e spinosi. Noce comune (Juglans regia L. - Juglandaceae) Si può riconoscere, oltre che per il frutto ben conosciuto, per le foglie composte formate sempre da foglioline in numero dispari (di solito 7), ciascuna delle quali è ovale a margine intero, e per il fatto che la fogliolina terminale è generalmente più grande delle altre. E’ un albero spontaneo in forma selvatica nei nostri ambienti collinari e vallivi ed ampiamente coltivato per il frutto e per il legname (usato per i mobili). Noce nero (Juglans nigra L. - Juglandaceae) E’ un albero che si può riconoscere, oltre che per il frutto che è una no- ce generalmente un po’ più grande di quella del Noce comune, per le foglie composte che possono essere formate da foglioline sia in numero pari che dispari (in media tra 15 e 22 per singola foglia composta), ciascuna delle quali è di grandezza simile alle altre e di forma lanceolata seghettata. E’ un albero originario dell’America del Nord, utilizzato in Italia come pianta ornamentale oppure per alberature stradali. Non è facile a vedersi nei giardini delle Valle dell’Agno. Platano comune (Platanus hybrida Brot - Platanaceae) E’ un altro albero assai noto per il suo largo uso in viali e giardini. Si ritiene sia una entità ibrida ottenuta nel 1600 in Inghilterra incrociando due diversi tipi di Platani, il Platanus occidentalis ed il Platanus orientalis. Questi due progenitori sono oggi difficili a vedersi: nei nostri giardini e ovunque, anche lungo i fossi e le rogge, si incontra il Platano comune (o ibrido). Albero di S.Andrea (Diospyros lotus L. - Ebenaceae) E’ un bell’albero a foglia caduca che produce un frutto del tutto simile ad un Kako ma in dimensioni molto ridotte (non superano i 2 cm). La foglia è di forma ellittica e acuminata, a margine intero, di color verdelucido. Importato a scopo ornamentale dai paesi dell’Estremo Oriente oltre due secoli fa, nelle nostre regioni mostra una certa facilità all’attecchimento spontaneo, soprattutto in boschetti e vallette ombrose. Nella Valle del’Agno è conosciuto con il nome dialettale di “papolara”. Tiglio tomentoso (Tilia tomentosa Moench - Tiliaceae) Questo è un Tiglio di provenienza nordamericana, facilmente distinguibile dal Tiglio nostrano e dal Tiglio minore per la sua foglia che possiede una pagina inferiore fittamente pelosa e marcatamente biancastra. Osservata con una buona lente (almeno 10-12 ingrandimenti) questa peluria si rivela formata da curiosi peli a forma di stella. E’ un albero molto bello, assai ornamentale, frequente ma non comune nei nostri giardini. NB. Si tenga presente che nel giardino c’è anche un quarto tipo di Tiglio (Tilia x europea, un grande esemplare piantato assieme ai Cedri nel prato a fianco dell’edificio) e che al margine del bosco si possono rinvenire plantule di forme ibride nate spontaneamente. Tsuga canadese (Tsuga canadensis (L.) Carr - Pinaceae) E’ una Conifera dal portamento molto bello ma poco usata nei nostri giardini. Nel Parco di Villa Serena ne esiste un unico esemplare che per di più trovasi un po’ nascosto a fianco d’un Tasso (albero con il quale potrebbe anche essere confusa). I suoi aghetti, infatti, sono piatti ed inseriti ad uno ad uno sul rametto ma un evidente carattere distintivo è dato dalla pignetta legnosa di dimensioni assai ridotte (non supera 2 cm, il Tasso invece reca il caratteristico frutto carnoso di colore rosso). E’ un albero nativo del Nord America, portato in Europa a scopo ornamentale a metà del 1700. Paulownia (Paulownia tomentosa (Sprengel) Steud. - Scrophulariaceae) Classico albero ornamentale degli antichi giardini, ebbe una rapida fortuna dopo che venne importato dalla Cina in Europa attorno al 1830. Possiede una foglia cuoriforme di grandi dimensioni (arriva anche a 35-40 cm) e si fa apprezzare per i fiori a grappoli azzurro-violetto e poi, in autunno, per il persistere sui rami dei gruppi di frutti vagamente paragonabili a delle noci. E’ pianta molto frugale, di rapido accrescimento e capace di assumere stupende forme contorte quando arriva a maturità. Tasso (Taxus baccata L. - Taxaceae) E’ un albero assai usato a scopo ornamentale nei giardini ma che nelle nostre regioni si può anche rinvenire spontaneo in boschi di forra di ambiente prealpino. Le sue foglie sono aghetti verdi, un po’ schiacciati e inseriti ad uno ad uno su rametti verdi. Si tenga presente che è pianta dioica (ovvero a sessi separati, c’è la pianta maschile e quella femminile) e che perciò il tipico frutto carnoso e rosso è portato solo dal Tasso femmina. E’ albero carico di significati simbolici, da sempre considerato “albero della morte” perché velenoso in quasi tutte le sue parti. Alcune informazioni prima di cominciare Questo itinerario è molto diverso dal precedente e si compone di tre giochi didattici da farsi in ordine successivo (seguono una sequenza logica). Qui non c’è da leggere una targhetta ma da curiosare e ragionare. Dovrai eseguire dei comportamenti (osservare la foglia, toccarla...), collegarli a dei ragionamenti (decidere se la foglia è simile o diversa dalla precedente ...) e compilare la scheda relativa. Imparare giocando Tutti i tre giochi didattici si basano sul medesimo principio: cercare un albero numerato ed eseguire comportamenti indicati dalla scheda. Tieni presente che gli alberi sono così numerati in modo progressivo: gioco 1: numeri dal n. 1 al n. 15 (la scheda è a pag. 23); gioco 2: numeri dal n. 16 al n. 23 (la scheda è a pag. 27) gioco 3: numeri dal n. 24 al n. 31 (la scheda è a pag. 31) In questo libretto, per ogni gioco, troverai delle istruzioni e delle cose da sapere. Attenzione: non devi risolvere tutto nella caccia agli alberi ma cercare di riflettere su ciò che fai e sui comportamenti e concetti da apprendere (riassunti nelle “cose da sapere”). Alla fine di ogni gioco, dovrai riunirti con i tuoi compagni e l’insegnante (e/o l’accompagnatore) e controllare i risultati. 11 NB. Ricorda che a pag. 36-37 è riportato l’elenco con i nomi di tutti gli alberi numerati per questi tre giochi. Potrai usarlo per un controllo o per sapere i nomi degli alberi che, nel gioco n. 1, vengono solo classificati e non riconosciuti. Alcune cose da sapere prima di cominciare Foglie aghiformi (o aghetti). E’ il nome usato per indicare tutte le foglie la cui forma somiglia ad un aghetto. Possono essere strette e sottili come un vero ago oppure anche un po’ schiacciate, ma sempre però molto strette e lunghe. Foglie squamiformi (o squamette). E’ il nome usato per indicare una serie di foglie, generalmente minuscole, che si uniscono e in parte si sovrappongono tra loro ricoprendo in modo caratteristico un rametto. Somigliano alle tegole del tetto o alle squame di un serpente. Un esempio facile a vedersi è dato dalle squamette dei r a metti del Cipresso. Per vederle bene, devi usare una lente. Latifoglie. E’ il nome utilizzato per indicare, invece, tutte quelle foglie che possiedono una lamina vera e propria, più o meno larga e lunga. Possono essere di forma molto varia (lanceolate, ovali...) e possono essere caduche (l’albero le perde in autunno) o sempreverdi. Si distinguono anche in semplici (una sola fogliolina sul picciolo che si stacca da una gemma ascellante - pensate al Nocciolo) e composte (più di una fogliolina su un analogo picciolo - pensate al Noce). Tipo. E’ un termine che viene usato nel linguaggio comune quando si vuole far capire che di una cosa ci sono diverse possibilità ma che non si vuole (o non si sa) essere troppo precisi. “E’ un tipo di macchina, un tipo di giocattolo, un tipo di musica, un tipo di scarpe ...”. In questo libretto il termine “tipo” è usato con significati a diversi livelli: “è un tipo di albero, un tipo di Pino, un tipo di Conifera...” . Si è preferito, per cominciare a riconoscere, non affrontare il complesso problema del concetto di specie (e della altre categorie tassonomiche come il genere o la famiglia). Impadronirsi del concetto di specie (per quanto oggi ancora in parte controverso) sarà però un passaggio fondamentale per chi vorrà continuare sul cammino del riconoscimento di alberi ed erbe. Gioco 1 - Classifichiamo le Conifere del Parco Istruzioni Nel Parco di Villa Serena ci sono molti alberi e, tra questi, ci sono molte Conifere. Alcune di loro sono state numerate dal n. 1 al n. 15 e tu ora, in un primo gioco didattico, proverai a classificarle, cioè proverai a raggrupparle in base a certe caratteristiche che hanno in comune. Per farlo userai la scheda n. 1 che non è altro che una tabella a doppia entrata che avrai già usato o che userai in matematica. Dovrai andare a cercare, lungo i sentieri, tutti gli alberi contrassegnati con i numeri dal n. 1 al n. 15. Di fronte a ciascuno di loro, dovrai fare due cose: 1°. osservare le caratteristiche delle foglie e, scegliendo tra le diverse possibilità indicate, compilare la tabella; 2°. riportare il numero dell’albero, volta per volta, anche in uno degli insiemi disegnati vicino alla tabella scegliendolo in base alle caratteristiche osservate NB. 1: Per capire meglio, controlla quanto fatto nella scheda per l’albero n. 1 che è già stato registrato per servire da esempio. NB. 2: Se i rami sono troppo alti, cerca di trovare gli aghetti o le squamette per terra alla base dell’albero. Cose da sapere Classificare significa raggruppare tra loro oggetti o cose varie (alberi, rocce, figure geometriche...) cercando di stabilire delle rassomiglianze e delle differenze, cercando cioè di unire ciò che è simile e di separare ciò che è diverso. Classificare le figure geometriche vuol dire, ad esempio, raggrupparle in base al numero di lati e angoli (triangoli, quadrilateri...). In questo gioco didattico ti viene proposto di classificare (utilizzando la tabella) alcune Conifere sulla base delle caratteristiche delle loro foglie (aghetti e/o squamette). Il risultato della classificazione è il formarsi di alcuni insiemi ognuno dei quali è contraddistinto da una determinata proprietà. L’albero n. 1 che possiede aghetti riuniti in fascetti con più di cinque aghi ciascuno andrà a far parte dell’insieme che viene individuato da questa caratteristica. Attenzione. Lo scopo di questo gioco è perciò solo quello di imparare a classificare. Il riconoscimento (ovvero saper dare il nome ad una pianta) verrà dopo. SCHEDA 1 1 2 Aghetti singoli Aghetti a2a2 Aghetti a5a5 Aghetti a gruppi>5 x squamette 1 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 Dalla classificazione al riconoscimento In matematica, se vedi che una certa figura appartiene all’insieme “possedere 4 lati”, la puoi chiamare quadrilatero. L’identificazione (dare il nome corretto ad una cosa) è perciò il riconoscimento di una appartenenza. Chi fa parte di un insieme, prende il nome di quell’insieme. Questo ragionamento vale anche per gli alberi? Gli insiemi ottenuti con il gioco n. 1 ci servono a dare un nome agli alberi? Il modo di ragionare (se possiede .... allora appartiene a .....) è proprio quello giusto, ma con gli alberi le cose sono un po’ più complicate (anche perchè sono molto più numerosi dei tipi di figure geometriche). E’ bene perciò osservare gli insiemi ottenuti nella scheda n. 1. L’insieme “possedere aghetti a due a due” comprende 3 alberi, diversi tra loro, ma accomunati da questa caratteristica. In altri giardini potresti trovarne altri tipi con aghetti fissati a due a due, anche se potranno avere pigne più grandi o più piccole ed aghetti più lunghi o più corti. I botanici hanno deciso di chiamarlo “insieme dei Pini”. Analogamente, per non creare troppi nomi diversi, hanno deciso di chiamare Pini anche tutti gli alberi con aghetti attaccati a 3 a 3, a 4 a 4, a 5 a 5. Perciò, quando vedrai un albero con aghetti attaccati a 2 a 2, potrai dire: “se possiede aghetti a 2 a 2, allora appartiene ai Pini”, oppure più semplicemente, “è un Pino”. L’insieme “possedere ciuffetti con più di 5 aghi” comprende due tipi di alberi, i Cedri ed i Larici. Diremo perciò “se possiede aghetti a ciuffetti, potrebbe appartenere ai Cedri o ai Larici”. Per distinguerli, bisognerà osservare come sono fatti i singoli aghi e come sono fatte le pigne. L’insieme “possedere foglie squamiformi” è molto preciso ed omoge- neo: tutte le Conifere che hai inserito in questo insieme sono simili tra loro e fanno parte della famiglia dei Cipressi. Sono accomunate dalle foglie squamiformi e distinte dal tipo di pignetta. Di fronte ad ognuna di loro potrai dire: “se possiede foglie squamiformi, allora è un albero della famiglia dei Cipressi”. Al contrario, l’insieme “possedere aghetti ad 1 ad 1” è molto eterogeneo e contiene piante molto diverse tra loro. Osservare questa caratteristica ci permette di distinguerle dalle precedenti (non appartiene ai Pini, ai Cedri, ai Larici e ai Cipressi) ma non ancora di dare loro un nome. Gioco 2 - Riconosciamo alcune Conifere Istruzioni Tutte le Conifere del Parco di Villa Serena hanno un nome. Ci sono Abeti rossi, Pini neri, Pini silvestri, Tassi e tante altre. Con il prossimo gioco proverai a riconoscerne qualcuna, cioè proverai ad assegnare a ciascuna il nome che tanti anni fa qualcuno ha usato per “battezzarli”. Per farlo, utilizzerai la scheda n. 2 che non è altro che un diagramma di flusso che avrai usato o che userai in matematica. Dovrai cercare, all’interno del Parco, tutti gli alberi contrassegnati con i numeri dal n. 16 al n. 23. Di fronte a ciascuno di loro, dovrai osservarne le caratteristiche che ti vengono di volta in volta indicate e scegliendo tra l’una e l’altra (sarà aghiforme o squamiforme...) arriverai un po’ alla volta a scoprirne il nome. Ad ogni albero riconosciuto, dovrai riportare la soluzione nella parte bassa della scheda (il n. 16 è già stato fatto per servire da esempio). NB. Attenzione! Questa scheda è uno strumento di lavoro da usare solo per gli alberi contrassegnati al Parco di Villa Serena. Poiché tipi di alberi ce ne sono tantissimi, è meglio iniziare con “pochi ma bene”. Alle pagine 28-29 troverai altre informazioni per fissare meglio queste conoscenze. Cose da sapere Riconoscere significa identificare un oggetto o un qualcosa, assegnargli il suo nome e allo stesso tempo distinguerlo da altri. Si riconosce che una figura è un quadrilatero perché si osserva che ha quattro lati. In questo modo la si distingue, ad esempio, dai triangoli e da pentagoni. Attenzione però. A possedere 4 lati sono tante figure: quadrati, rombi, trapezi, rettangoli .....Sono diversi tra loro ma accomunati dalla medesima caratteristica: possedere 4 lati. Se teniamo presente questo, potremo allora capire che una figura si può riconoscere con diversi livelli di precisione e che potremo dire: * è un quadrilatero, se ci accontentiamo di osservare solo che possiede 4 lati; * è un trapezio, se notiamo anche che possiede 2 soli lati paralleli; * è un trapezio isoscele, se notiamo anche che i due lati obliqui sono uguali. Un ragionamento analogo vale per gli alberi. Noi possiamo riconoscere anche il nostro albero a diversi livelli di precisione e perciò potremo dire: * è una Conifera, se osserviamo solo che sui rami porta delle pigne (attenzione, vere pigne!); * è un tipo di Pino, se osserviamo che porta aghetti a 2 a 2; * è il Pino nero, se notiamo anche che gli aghetti sono lunghi 10-15 cm, che sono rigidi e di color verde scuro e che la pigna è ovale con dimensioni cm 3x5 (Attenzione: ci sono oltre 90 tipi di Pini diversi tra loro). SCHEDA 2 Se la foglia è: aghiforme squamiforme La pignetta è maggiore di 1 cm. è un: CIPRESSO COMUNE Inserita una ad una La pignetta è minore di 1 cm. è una: CHAMAECYPARIS Aghetti schiacciati attaccati ad un rametto dello stesso colore verde, è un: TASSO Non inserita ad una ad una Aghetti 2 a 2, è un: PINO Aghetti non schiacciati attaccati ad un rametto color mattone, è un: ABETE ROSSO 16 è un Tasso 20 17 21 18 22 19 23 Aghetti riuniti in fascetti con più di 5 aghi, è un: CEDRO Alcuni punti fermi pino cipresso cedro abete rosso Ti proponiamo di fissare la tua attenzione su quattro tipi di Conifere. Saranno quelli che dovrai saper riconoscere bene anche quando le incontrerai al di fuori del Parco di Villa Serena. Tramite loro dovrai anche apprendere un’idea più generale sul come vanno riconosciuti tutti gli alberi. E’ un tipo di Pino. Lo potrai dire quando noterai gli aghetti inseriti sul rametto da 2 a 2 fino a 5 a 5. Confusione? Non ci sono altre Conifere con queste caratteristiche. Ricorda però che sulla terra ci sono oltre 90 tipi di Pini. Impara a riconoscerne bene uno (ad esempio il Pino nero) e poi potrai esercitarti a osservare se i prossimi che incontrerai saranno dello stesso tipo oppure no. E’ un tipo di Cedro Lo potrai dire quando noterai che gli aghetti sono inseriti a ciuffetti formati da più di 5 aghi (osserva tutto un rametto, non solo la punta). Confusione? Posseggono questa caratteristica anche i Larici, ma i loro aghetti sono verde chiaro, molto teneri e cadono in autunno. La loro pignetta è più piccola di una noce (nei Cedri è grande come un pugno). NB. Osserva un Cedro nel parco (è il n.1 oppure il n.2) e impara a distinguerlo dal Larice (è il n. 9). E’ un tipo di Cipresso Lo potrai dire quando noterai che l’albero possiede le foglie fatte a squamette ed una pignetta ovale o rotondeggiante più grande di 1 centimetro. Ricorda però che non esiste solo il normale Cipresso comune ma che ce ne sono molti altri tipi. Perciò, se la Conifera da riconoscere possiede squamette ma non è il Cipresso comune, dovrai dire in modo generico ma prudente “appartiene alla famiglia dei Cipressi”. Nel Parco potrai vedere, di questa famiglia, anche la Tuja (è il n. 13) e la Chamaecyparis (è il n. 3). E’ un Abete rosso Lo potrai dire quando l’albero possiede aghetti verdi inseriti ad 1 ad 1 su un rametto color mattone e quando la pigna è allungata (circa 12-14 cm) e penzolante. Confusione? Fai attenzione che esistono molte altre Conifere con aghetti inseriti ad 1 ad 1 (l’Abete bianco, molti altri Abeti, il Tasso, le Tsughe, le Sequoie...). Osserva bene nel parco un Abete rosso (è il n. 7 oppure il n. 12) e impara bene le sue caratteristiche. Di fronte alla prossima Conifera dovrai saper dire se appartiene allo stesso tipo oppure no. Gioco 3 - Riconosciamo alcuni alberi dei nostri ambienti Istruzioni Il 3° gioco vuole insegnarti a riconoscere alcuni alberi a foglia caduca che sono tipici dei nostri ambienti. Proverai a farlo utilizzando la scheda 3 che non è altro che un diagramma di flusso analogo al precedente. Gli alberi da cercare sono contrassegnati con i numeri dal n. 24 al n. 31. Dovrai cercarli ed usare la scheda come nel gioco precedente. NB. Attenzione. Anche questa scheda è uno strumento di lavoro preparato appositamente solo per gli alberi contrassegnati al Parco di Villa Serena. Poiché esistono tantissimi tipi di alberi, se la usi altrove, potresti fare qualche errore di riconoscimento. Cose da sapere Con i giochi 1 e 2 abbiamo posto la tua attenzione sulle Conifere che, tutto sommato, sono un gruppo di alberi poco numeroso e abbastanza omogeneo. Le piante a foglie caduche sono invece moltissime e appartenenti a famiglie molto diverse tra loro. La loro classificazione (e perciò poi il riconoscimento) andrebbe fatta su fiori e frutti. Noi, per comodità di osservazione e poiché miriamo solo a pochi alberi, ti proponiamo di cominciare a riconoscerle osservandone le foglie. Tieni però presente che questo è solo un inizio e che, in natura o nei giardini, ci sono tanti altri alberi con foglie simili a quelle che vedrai oggi. Se vorrai imparare bene a riconoscerle, dovrai compiere altre passeggiate in altri luoghi e approfondire le tue osservazioni. SCHEDA 3 Se la foglia è: palmata non palmata margini interi, è un: ACERO CAMPESTRE non lanceolata lanceolata, è un: CASTAGNO margini non interi denti del margine ben sviluppati, è un: ACERO RICCIO non ovata denti del margine poco evidenti, è un: ACERO DI MONTE ovata intera sul margine, è un: FAGGIO seghettata sul margine, è un: CARPINO NERO 24 28 25 29 26 30 27 31 Cuoriforme, è un: TIGLIO lobata, è una: QUERCIA E ora guardati intorno Se vuoi mettere a frutto ciò che hai imparato oggi, puoi farlo così. Una prima cosa da fare sarà consolidare il riconoscimento di Pini, Cedri, Cipressi e Abete rosso. Guarda nel verde attorno a te (nella tua via, nel cortile della tua scuola ...) e cerca di trovare e di riconoscere questi tipi di alberi. Fai attenzione. Non dovranno essere identici a quelli che hai visto al Parco, ma possedere le stesse caratteristiche distintive e di appartenenza al loro insieme. Una seconda cosa da fare potrà essere provare a distinguere tra i tipi di Pini, di Cedri e di Cipressi. Ma questo è un passo difficile e dovrai farti aiutare da un buon libro o da un esperto. Ricorda che esistono tantissimi tipi di alberi e che quindi la prudenza nel decidere di che tipo di albero si tratti è un segno di saggezza. Chissà! Forse vedrai con occhi nuovi quello che hai sempre visto distrattamente. Per saperne di più Altre notizie sul Parco di Villa Serena e più in generale su alberi e giardini antichi della zona si possono trovare nell’ottimo lavoro di “Alberi secolari, parchi e giardini nella Valle dell’Agno” di Antonio Fabris, stampato da Opificio Grafico Veneto, Alte di Montecchio Maggiore, 1996. Per trovare materiale informativo sugli alberi, ci si può dotare di uno dei vari manuali reperibili in libreria. Abbastanza completo, ben illustrato e con formato adatto alle passeggiate è “Alberi d’Europa” di M.Goldstein, G.Simonetti e M. Watschinger, edizioni Guide pratiche Mondadori, 1995. Per approfondire invece la metodologia ludico-didattica e per trovare altre informazioni essenziali per cominciare, si può utilizzare “Un’erba per amica” di G.Busnardo, edizioni Moro Cassola (VI), 1995. NB. Tutti questi testi e molti altri sono reperibili presso la Biblioteca Civica Villa Valle di Valdagno. Appendice 1 Elenco degli alberi del Parco di Villa Serena (Gli alberi contrassegnati con asterisco * corrispondono a quelli messi a dimora nella primavera 2000) Abies alba L.* Abies cephalonica Loudon Acer campestre L. Acer negundo L. Acer platanoides L. * Aesculus hippocastanum L. Ailanthus altissima (Mill.) Swingle Betula pendula Roth. Buxus sempervirens L. Calycanthus Floridus L. Carpinus betulus L. * Castanea sativa Miller * Catalpa bignonioides Walt. Cedrus atlantica (Endl) Carr. Cedrus atlantica (Endl) Carr. “glauca” Cedrus deodara G.Don Celtis australis L. Cercis siliquastrum L. Chamaecyparis lawsoniana (Murray) Parl. Chimonanthus praecox Link Cornus mas L. Cornus sanguinea L. Corylus avellana L. Crataegus monogyna Jacq. Cryptomeria japonica (L.f.)Don. Cupressus arizonica Greene Abete bianco Abete greco Acero campestre Acero canadese Acero riccio Ippocastano Ailanto Betulla Bosso comune Calicanto Carpino bianco Castagno Catalpa Cedro dell’Atlante Cedro dell’Atlante ar gentato Cedro dell’Himalaja Bagolaro Albero di Giuda Cipresso di Lawson Calicantus Cornolaro Sanguinella Nocciolo Biancospino Criptomeria Cipresso dell’Arizona Cupressus sempervirens L. Diopyros lotus L. Euonymus europaeus L. Fagus sylvatica L. Ficus carica L. Fraxinus excelsior L. Fraxinus ornus L. Gleditsia triacanthos L. Hybiscus syriacus L. Ilex aquifolium L. Juglans nigra L. Juglans regia L. Lagerstroemia indica L. Larix decidua Miller * Laurus nobilis L. Ligustrum lucidum Ait. Ligustrum ovalifolium Hassk. Magnolia cfr. x soulangiana Soul. Bod. Magnolia grandiflora L. Malus sylvestris (L.) Hill Ostrya carpinifolia Scop. Paulownia Tomentosa (Sprengel) Steud. Picea excelsa (Lam.) Link. Pinus mugo Turra * Pinus nigra Arnold Pinus sylvestris L. Pinus wallichiana Jackson Platanus hybrida Brot. Prunus avium L. Prunus cerasifera Ehrh “pissardii” Prunus laurocerasus L. Quercus robur L. * Robinia pseudoacacia L. Salix Capraea L. Sambucus nigra L. Taxus baccata L. Cipresso comune Albero di S.Andrea Fusaggine Faggio Fico Frassino Orniello Spina di Cristo Ibisco Agrifoglio Noce americano Noce comune Lagerstremia Larice Alloro Ligustro giapponese Ligustrello Magnolia Magnolia Melo Carpino nero Paulownia Abete rosso Pino mugo Pino nero Pino silvestre Pino himalaiano Platano Ciliegio Ciliegio pissardii Lauroceraso Farnia Robinia Salicone Sambuco Tasso Taxus baccata L. “fastigiata” Thuja orientalis L. Tilia cordata Miller Tilia x europaea Hayne Tilia plathyphyllos Scop. Tilia tomentosa Moench Ulmus minor Miller Varietà fastigiata del Tasso Tuia Tiglio minore Tiglio ibrido Tiglio comune Tiglio tomentoso Olmo campestre Appendice 2 Ele Elenco nco degli alberi dotati di targhetta numerata 1 Cedro dell’Atlante (Cedrus atlantica) 2 Cedro dell’Himalaja (cedrus deodara) 3 Chamaecyparis (Chamaecyparis lawsoniana) 4 Tasso (Taxus baccata) 5 Cipresso comune (Cupressus sempervirens) 6 Pino nero (Pinus nigra) 7 Abete rosso (Picea excelsa) 8 Abete bianco (Abies alba) 9 Larice (Larx decidua) 10 Tasso (Taxus baccata) 11 Pino silvestre (Pinus sylvestris) 12 Abete rosso (Picea excelsa) 13 Tuia (Thuja orientalis) 14 Pino mugo (Pinus mugo) 15 Pino himalaiano (Pinus wallichiana) 16 Tasso (Taxus baccata) 17 Cipresso Comune (Cupressus sempervirens) 18 Tasso (Taxus baccata) 19 Chamaecyparis (Chamaecypars lawsoniana) 20 Abete rosso (Picea excelsa) 21 Cedro dell’Himalaja (Cedrus deodara) 22 Abete rosso (Picea excelsa) 23 Pino nero (Pinus nigra) 24 Acero campestre (Acer campestre) 25 Faggio (Fagus sylvatica) 26 Acero di monte (Acer pseudoplatanus) 27 Carpino nero (Ostrya carpinifolia) 28 Castagno (Castanea sativa) 29 Acero riccio (Acer platanoides) 30 Tiglio (Tilia x europaea) 31 Quercia (Quercus robur) Indice Istruzioni per l’uso Presentazione Un luogo da scoprire, una palestra per la mente 6 Il Parco di Villa Serena Una passeggiata tra grandi alberi Imparare giocando Gioco 1 – Classifichiamo le Conifere del Parco 21 Scheda 1 Dalla classifiazione al riconoscimento Gioco 2 – Riconosciamo alcune Conifere Scheda 2 Alcuni punti fermi Gioco 3 – Riconosciamo alcuni alberi dei nostri ambienti Sceda 3 E ora guardati intorno Per saperne di più Appendice 1 Appendice 2 pag. 3 pag. 5 pag. pag. 8 pag. 10 pag. 18 pag. pag. 23 pag. 24 pag. 25 pag. 27 pag. 28 pag. 30 pag. 31 pag. 32 pag. 33 pag. 34 pag. 36 Giuseppe Busnardo è nato a Vicenza nel 1949, ma vive da sempre a Bassano del Grappa. E’ laureato in Scienze Naturali presso l’Università di Padova e fa parte di diverse società scientifiche fra le quali la Società Botanica Italiana. Si occupa di ricerche su flora e vegetazione delle Prealpi Venete, di indagini scritte e di conservazione e studio di raccolte naturalistiche. In ognuno di questi campi ha curato numerose pubblicazioni tra cui Un’erba per amica, Editore Moro, 1995. Nel settore della divulgazione, organizza corsi d’aggiornamento per insegnanti e incontri formativi per gruppi di diversa natura. Noi crediamo ci debba essere ancora posto per l’esperienza diretta a contatto con la natura. Non c’è altro modo se si vuole conoscerla per davvero. Questa è l’idea che ha fatto nascere questa piccola guida al Parco di Villa Serena. Chissà! Forse vedrai con occhi nuovi quello che hai sempre visto distrattamente.