La mappa
Come orientarsi
La “Sezione Ragazzi” è organizzata in due tappe:
Ho osservato
la miseria del mio popolo
Es 3,7
Io sarò con te
Es 3,12
In ogni tappa vengono proposti:
- approfondimenti per il catechista al brano biblico di riferimento;
- schede con le attività per i ragazzi,
- incontri di preghiera in riferimento al tempo liturgico.
Mappa concettuale del percorso
Le tabelle che seguono presentano, in sintesi, il percorso con il numero della scheda, l’argomento
che tratta, l’attività, i riferimenti biblici e catechistici e gli obiettivi educativi, in modo tale che
l’educatore possa orientarsi e scegliere l’itinerario che ritiene migliore per il suo gruppo.
I catechismi di riferimento sono quelli editi dalla CEI: Venite con me, Sarete miei testimoni, Vi ho
chiamato amici.
Per progettare il percorso vi consigliamo di consultare questa tabella; per ogni area vi sono più
scheda-proposta, potete leggere l’attività e scegliere la scheda che intendete proporre.
Sul cd troverete materiale integrativo o alternativo, immagini e video utili all’attività,
materiale stampabile necessario per gli incontri.
Ho osservato la miseria
del mio popolo
Prima tappa Es 3,7
SCHEDA
ATTIVITÀ
Scheda A
Introduzione “l’Esodo nella
riflessione biblica”
Scheda B
commento al brano biblico di
riferimento PER L’ANIMATORE
Scheda 1
Es 3,7-14
Incontro con la Parola di Dio,
approfondimento per i ragazzi.
• comprendere attraverso il
testo biblico che Dio osserva
la “miseria” del suo popolo e
ascolta il suo “lamento”
VENITE CON ME
• introdurre il percorso
Capitolo 4:
Grandi sono le opere del Signore pag. 54
• approfondire il brano di
riferimento aiutando i ragazzi
a comprendere che Dio
presta attenzione da sempre
al mondo e ad ogni uomo
• far cogliere che la Parola di
Dio interpella “proprio oggi”
ciascuno di noi.
• comprendere che molti
ragazzi, nei paesi del Terzo
Mondo, vivono ancora in
condizione di “schiavitù”
Il gioco del sacchetto di carta
Scheda 2
Esercizio per sperimentare
concretamente le attuali
situazioni di schiavitù e
degrado.
SchiaVIZIati
Scheda 3
Gioco per scoprire l’esistenza
di “vizi” che ci rendono schiavi.
Riferimenti Biblici e catechistici
• introdurre il percorso
Testo biblico di riferimento
Davanti al roveto come Mosè
Scheda 1a
OBIETTIVI
Capitolo 10:
Perdonaci Signore pag. 158
SARETE MIEI TESTIMONI
Capitolo 1:
Il Dio della promessa pag. 7
Capitolo 3:
Battezzati nello Spirito pag. 49
Capitolo 4:
Lasciatevi riconciliare con Dio pag. 74 e ss.
• sperimentare le situazioni di
schiavitù-degrado tutt’oggi
esistenti, attraverso un gioco
di ruolo e di simulazione
VI HO CHIAMATO AMICI
• prendere coscienza
dell’ingiustizia nelle relazioni
tra il Nord e il Sud del mondo
e sviluppare degli
atteggiamenti di solidarietà.
Capitolo 5:
Amatevi come io vi ho amato pag. 162
prendere coscienza, attraverso i
“vizi capitali”, delle proprie
situazioni di schiavitù
Capitolo 1:
A tutti sei venuto incontro pag. 24
AbitUdini
Scheda 3a
Esercizio per comprendere
quanto il nostro agire sia
condizionato dalle abitudini
Faraone per un giorno
Scheda 4
Scheda 4a
Scheda 5
Attività per cogliere in modo
esperienziale che anche noi
possiamo talvolta, come il
faraone, essere causa di
schiavitù.
Gesù Re differente dai re
della terra
• Sperimentare cosa significa
avere il potere di dare ordini
rischiando di provocare
situazioni di schiavitù.
• Cogliere l’importanza di
saper gestire correttamente
il proprio “potere”, a servizio
degli altri
• comprendere che Gesù è un
Re che esercita il Suo potere
in modo differente dai re
della Terra
Attività per confrontare i diversi • Comprendere che anche noi,
modi di esprimere la regalità.
se vogliamo essere cristiani,
dobbiamo esercitare il potere
come Lui.
La famiglia mi sta stretta
Un film per riflettere sulle
dinamiche familiari.
Rispetto
Scheda 6
Prendere coscienza, attraverso i
“vizi capitali”, delle proprie
situazioni di schiavitù e dei
comportamenti che ci
permettono di sconfiggerle.
Attività per far comprendere ai
ragazzi i luoghi dove è
opportuno “togliersi i sandali”.
Riconoscere che la famiglia è un
grande valore, anche quando le
“regole” date dai genitori
sembrano limitare la libertà dei
ragazzi.
Aiutare i ragazzi a comprendere
che ogni luogo richiede un
atteggiamento corporeo
adeguato e verificare se il nostro
comportamento è espressione
del rispetto e della
considerazione che il luogo e le
persone che incontriamo
meritano.
Eccomi
Scheda 7
Scheda 8
Proposta per un incontro di
preghiera in preparazione
all’Avvento.
Celebrazione del
Sacramento della
Riconciliazione per
accogliere Gesù con gli
stessi atteggiamenti di
Maria.
.
VENITE CON ME
Capitolo 4:
Grandi sono le opere del Signore pag. 54
Capitolo 10:
Perdonaci Signore pag. 158
SARETE MIEI TESTIMONI
Capitolo 1:
Il Dio della promessa pag. 7
Capitolo 3:
Battezzati nello Spirito pag. 49
Capitolo 4:
Lasciatevi riconciliare con Dio pag. 74 e ss.
VI HO CHIAMATO AMICI
Capitolo 1:
A tutti sei venuto incontro pag. 24
Capitolo 5:
Amatevi come io vi ho amato pag. 162
Io sarò con te
Seconda tappa Es 3,12
SCHEDA
ATTIVITÀ
OBIETTIVI
Scheda A
commento al brano biblico di
riferimento PER L’ANIMATORE.
• introdurre il percorso
Scheda 1
Es 3,11-15
Testo biblico di riferimento.
Riferimenti Biblici e
catechistici
• comprendere attraverso
il testo biblico che Dio
osserva la “miseria” del
suo popolo e ascolta il
suo “lamento”
• introdurre il percorso
Io sono… Io sarò…
Scheda 1a
Incontro con la Parola di Dio,
approfondimento per i ragazzi.
Io non c’ero e se c’ero dormivo
Scheda 2
Esercizio per sperimentare che nelle
nostre giornate troviamo tante scuse
per non compiere il nostro dovere.
Gli amici si fidano!
Scheda 3
Scheda 3a
Un film per riflettere sulle dinamiche
che ci portano a costruire rapporti di
fiducia.
Fidarsi è bene…
Attività e giochi sul tema della fiducia.
Mi fido di te
Scheda 4
Attività per cogliere le qualità che ci
fanno guadagnare la fiducia.
Ti fidi…mi affido
Scheda 5
Attività per far cogliere ai ragazzi la
fiducia che Dio ha nell’uomo e la Sua
costante presenza.
• approfondire il brano di
riferimento aiutando i
ragazzi a comprendere
che Dio è una presenza
fedele nella vita
dell’uomo e che questa
fedeltà è resa visibile in
modo “tangibile” in Gesù.
Rendersi conto che molto
spesso evitiamo di
assumerci responsabilità
utilizzando varie scuse
Introdurre il tema della
fiducia; comprendere che la
compagnia di un amico
fidato aiuta a compiere
grandi imprese
Aiutare i ragazzi a riflettere
sulle situazioni e condizioni
in cui dare fiducia.
Comprendere che, nei
rapporti umani, per ricevere
fiducia è necessario
dimostrarsi affidabili.
Comprendere che Dio per
primo si fida dell’uomo
(Mosé) e gli affida grandi
imprese; a maggior ragione
l’uomo deve imparare ad
avere fiducia in Dio e nella
Sua fedele presenza.
VENITE CON ME
Capitolo 5:
Maestro che devo fare? pag. 70
Capitolo 6:
Non c’è amore più grande pag. 92
SARETE MIEI TESTIMONI
Capitolo 2:
Sulla via di Gesù pag. 27
VI HO CHIAMATO AMICI
Capitolo 2:
Gesù è il Cristo il Figlio di Dio pag. 58
Capitolo 3:
Farò nuove tutte le cose pag. 72
Capitolo 4:
Protagonisti e responsabili pag. 112
Scheda 6
Dal seder di Pesach
all’ultima cena di Gesù
Comprendere che
“celebrando l'ultima Cena
con i suoi Apostoli durante
un banchetto pasquale,
Gesù ha dato alla Pasqua
ebraica il suo significato
definitivo. Infatti, la nuova
Pasqua, il passaggio di
Gesù al Padre attraverso la
sua morte e la sua
risurrezione, è anticipata
nella Cena e celebrata
nell'Eucaristia” (Catechismo
della Chiesa Cattolica
n.1340)
Gonfi d’orgoglio
Scheda 7
Scheda 8
Scheda 9
Scheda 10
Adorazione eucaristica.
Fate questo in memoria di me
Lo spettacolo dell’amore di Dio
Celebrazione della via Crucis.
Capitolo 5:
Maestro che devo fare? pag. 70
Capitolo 6:
Non c’è amore più grande pag. 92
SARETE MIEI TESTIMONI
Capitolo 2:
Sulla via di Gesù pag. 27
Celebrazione del Sacramento della
Riconciliazione in preparazione alla
celebrazione della Pasqua.
Una memoria scritta nel cuore
VENITE CON ME
VI HO CHIAMATO AMICI
Rivivere nella preghiera i
temi trattati nella tappa
Coinvolgere i ragazzi nella
preparazione dell’altare delle
reposizione per
comprendere il dono
d’amore che Gesù,
nell’Eucarestia, fa a tutti gli
uomini.
Rivivere i temi trattati nella
seconda tappa nella
celebrazione della Via
Crucis.
Capitolo 2:
Gesù è il Cristo il Figlio di Dio pag. 58
Capitolo 3:
Farò nuove tutte le cose pag. 72
Capitolo 4:
Protagonisti e responsabili pag. 112
SCHEDA A
L'ESODO NELLA RIFLESSIONE BIBLICA
(I seguenti testi sono tratti da un corso biblico parrocchiale tenuto da Don Pierino Ongaretti – Parrocchia San
Giacomo Maggiore – Ospitaletto (Bs) e riportati nella loro originale versione dialogata)
Prima di leggere e commentare alcuni brani, è importante ricordarci questo: l'Esodo non soltanto è un fatto
storico che sta all'origine della fede biblica ebraica, ma è il meccanismo di tutta la storia della salvezza.
Gli ebrei questo, pian piano, l'han capito e per più di mille anni non han fatto che riflettere sul 'senso'
dell'Esodo. E sulle varie implicazioni e conseguenze che questo fatto storico, concreto ha avuto per loro.
Infatti, sul piano storico, in cosa è consistito?
Una piccola minoranza etnica è riuscita a sganciarsi dal potere centrale che la dominava e ad arrivare a una certa
autonomia nel giro di una generazione.
L' "Esodo, sul piano storico, è tutto qui. Non è un miliardo di persone che si spostano e creano un nuovo
impero meraviglioso. No. Non a caso gli annali egiziani dell'epoca non accennano nemmeno al fatto. Talmente
la cosa era marginale, sul piano strategico imperiale egiziano.
Come, d'altra parte, quale storico (o analista) romano, 2.000 anni fa, ha preso nota che in una stalla vicino a
Betlemme è nato un bambino che nessuno voleva, o che una trentina di anni dopo un ebreo di nome
Yeshuha, che veniva da Nazareth, è stato ammazzato a Gerusalemme, insieme ad altri delinquenti, la vigilia
di Pasqua? Chi s'è preso la briga di ricordare quisquiglie come queste...?!
I fatti sui quali è basata la nostra fede non sono fatti straordinari perché hanno coinvolto molte persone, o
perché han fatto storia al momento. Sono quelli che son venuti dopo che, riflettendo sul senso di quei fatti, che
riconoscevano attuali per loro, ne hanno riconosciuto l'importanza.
II 'fatto' dell'Esodo è cosi importante perché tutta la storia della salvezza è imperniata sul 'concetto' di
esodo.
Lo stesso cristianesimo su cosa è fondato?
Sulla Pasqua di Cristo.
E la Pasqua di Cristo cosa è?
Il 'suo esodo'.
La vita cristiana cosa è?
Il 'nostro esodo'.
Esser cristiani non è vivere, far diventare vita nostra la morte e risurrezione di Cristo?
Vivere la sua Pasqua nella nostra vita?
Far diventa nostro il suo esodo?
Ecco perché l'esodo è cosi importante.
Perché diventa il paradigma, la griglia, che servirà ai credenti che verranno dopo, per verificare il proprio
cammino di fede.
Questo ci aiuta a capire che quello che è scritto in questo libro ha a che fare con la nostra vita.
Le stesse persone concrete che vivono il primo esodo: Mosè, il faraone, il popolo... per noi diventano
'simboli'.
Il fatto storico è stato quel che è stato. Ma quando il libro viene scritto, circa 800 anni dopo, quelle persone non
sono ricordate in quanto 'persone'. Diventano 'personaggi', simboli di qualcosa.
Se questo era vero per coloro che hanno scritto il libro, lo è ancor più per noi, 2.400 anni dopo.
Per noi oggi, per esempio, il faraone, chi e? Chi rappresenta? Chi assume quello stile di vita che è imperniato
su una scelta di egoismo, orgoglio, utilitarismo..., e che rimane chiuso in questa logica comunque vadano le
cose. Non accetta di uscirne. Vi si ostina.
E se facciamo l'esame di coscienza ognuno di noi vi si ritrova, per qualche aspetto...
Il voler restare in certe scelte, cocciuti, pur comprendendo, quando ci si guarda allo specchio, che stiamo
facendo il nostro male giorno per giorno.
Ma incapaci di riconoscerlo davanti agli altri. E incapaci di volerci tirar fuori per davvero. E convinti che,
nonostante tutto, è il nostro vero bene. E che se le cose van male... è per colpa di qualcun altro!
I'Egitto, per noi, cos'è?
quella struttura sociale in cui questa scelta egotistica diventa possibile. Quella struttura sociale che crea il
faraone, e che da lui è continuamente rivitalizzata.
Quelle forze che fanno in modo che noi viviamo in una certa situazione che ci rende facile far scelte di
orgoglio, violenza, oppressione..., di ricerca di quel che è utile nell'immediato e che, nello stesso tempo,
noi rendiamo più forti per il fatto che le perseguiamo
E Mose, chi è?
Mosè è ciascuno di noi. Chiamato da Dio per fare, cosa? A liberarsi. A tirarsi fuori da questa realtà che lo
opprime, che vorrebbe chiuderlo.
a riconoscere che non può farlo da solo.
Perché Mosè è chiamato a far popolo. E' mandato a Israele. E con Israele è mandato dal faraone a dirgli:
'Lascia libero il mio popolo’. Lo fa per il popolo. Lo fa con il popolo.
E' nella chiesa, e con la chiesa, che possiamo trovare la forza di tirarci fuori da questa mentalità di chiusura.
le 10 piaghe per noi, oggi, cosa sono?
tutti quei fatti della vita che ci capitano e di cui Dio si serve per farci ragionare: 'Ma è possibile...? Non hai
ancora capito...? Ma guarda qui... guarda là... Fermati... Muoviti...'. Davanti ai quali possiamo far 'orecchie
da mercante'. o utilizzarli per far esodo. Per cambiare.
Cosi pure il deserto. Oggi, cos'e?
Penso che per noi c'è stato un giorno in cui abbiamo fatto passaggio... 'Ho proprio avuto la prova che ne
valeva la pena... perché le cose che cercavo a modo mio, lasciando Dio da parte, non è che mi han portato
molto lontano... Invece lui….
Eppure, quante volte ancora ci troviamo a dire: 'Però... quando non pensavo a Dio ero più tranquillo... avevo
meno problemi... certe volte è impossibile... nessuno mi scocciava.., nessuno mi derideva...'.
Le mormorazioni del deserto son tutte nostre, è sempre facile rimpiangere le 'cipolle d'Egitto'...
E la nostra vita... Tutti questi fatti sono 'simboli'.
Però, se leggiamo bene, troviamo anche qualcosa d'altro.
La manna.
Quel popolo che mormora, Dio non lo lascia da solo. Non dice: 'Dopo tutto quello che ho fatto, ancora mi state
rompendo...? Basta. Arrangiatevi!'. No. Gli da la manna tutti i giorni.
Cos'è questa manna, per noi?
Gesù dice: 'Io sono la manna, il vero pane disceso dal cielo'. Quindi noi, nella nostra vita, riviviamo tutte le
realtà negative dell'esodo, ma anche possiamo rivivere tutte le realtà positive.
E abbiamo a disposizione non solo degli esempi, dei simboli, ma Cristo stesso.
SCHEDA B
“HO OSSERVATO LA MISERIA DEL MIO POPOLO”
commento al brano biblico di riferimento
OBIETTIVI:
• introdurre il percorso
• comprendere attraverso il testo biblico che Dio osserva la “miseria” del suo popolo e ascolta il suo “lamento”
(I seguenti testi sono tratti da un corso biblico parrocchiale tenuto da Don Pierino Ongaretti – Parrocchia San Giacomo
Maggiore – Ospitaletto (Bs) e riportati nella loro originale versione dialogata)
“DIO RICORDA LA SUA PROMESSA”: Cap. 2, 23-25.
“23Dopo molto tempo il re d'Egitto morì. Gli Israeliti gemettero per la loro schiavitù,
alzarono grida di lamento e il loro grido dalla schiavitù salì a Dio. 24Dio ascoltò il loro
lamento, Dio si ricordò della sua alleanza con Abramo, Isacco e Giacobbe. 25Dio guardò
la condizione degli Israeliti, Dio se ne diede pensiero”
La motivazione dell'intervento di Dio.
Questo episodio si colloca mentre Mosè è ormai in esilio. Ha rinunciato al suo progetto di liberare il popolo. Come capo
rivoluzionario, carismatico, non ce l'ha fatta. È fuggito nella zona del Sinai. Si è stabilito là. Ha rinunciato a qualsiasi
progetto.
Questo brano è importante perché contiene alcune cose particolari.
'Dio ascoltò il loro lamento. Volle mostrarsi fedele'. Per questo interviene.
Cos'è che spinge Dio a intervenire?
Il bisogno di essere fedele a se stesso.
Cos'è che ha spinto Dio a diventare uomo, e salvare l'uomo?
II bisogno di essere fedele a se stesso.
È la molla di ogni azione di Dio.
Aver chiaro questo, cosa vuol dire per noi? Far cadere ogni idea farisaica di aver diritti davanti a Lui. Non sono questi
che provocano l'intervento di Dio.
'Dio deve ricordarsi di me, perché io ho fatto...', è un atteggiamento che non ha niente a che fare con la Bibbia.
Può scocciarci, ma è importante averlo chiaro dentro di noi. Dio interviene perché sente il bisogno di essere fedele alla
sua parola.
(…)
Dio guarda e 'prende a cuore'. E' molto bella questa espressione.
Il Dio della Bibbia non è il Dio dei filosofi. Quell'essere neutrale e imperturbabile, 'motore immobile' come diceva
Aritstotele, che fa dell'indifferenza una sua qualità fondamentale. No. E' un Dio che fa una scelta di campo. E vi si
impegna.
“VOCAZIONE E MISSIONE DI MOSE’”: Cap. 3, 1-10.
1
Mentre Mosè stava pascolando il gregge di Ietro, suo suocero, sacerdote di Madian,
condusse il bestiame oltre il deserto e arrivò al monte di Dio, l'Oreb. 2 L'angelo del
Signore gli apparve in una fiamma di fuoco dal mezzo di un roveto. Egli guardò ed ecco:
il roveto ardeva per il fuoco, ma quel roveto non si consumava. 3Mosè pensò: "Voglio
avvicinarmi a osservare questo grande spettacolo: perché il roveto non brucia?". 4Il
Signore vide che si era avvicinato per guardare; Dio gridò a lui dal roveto: "Mosè,
Mosè!". Rispose: "Eccomi!". 5Riprese: "Non avvicinarti oltre! Togliti i sandali dai piedi,
perché il luogo sul quale tu stai è suolo santo!". 6 E disse: "Io sono il Dio di tuo padre, il
Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe". Mosè allora si coprì il volto, perché
aveva paura di guardare verso Dio.
7
Il Signore disse: "Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo
grido a causa dei suoi sovrintendenti: conosco le sue sofferenze. 8 Sono sceso per
liberarlo dal potere dell'Egitto e per farlo salire da questa terra verso una terra bella
e spaziosa, verso una terra dove scorrono latte e miele, verso il luogo dove si trovano
il Cananeo, l'Ittita, l'Amorreo, il Perizzita, l'Eveo, il Gebuseo. 9Ecco, il grido degli
Israeliti è arrivato fino a me e io stesso ho visto come gli Egiziani li opprimono.
10
Perciò va'! Io ti mando dal faraone. Fa' uscire dall'Egitto il mio popolo, gli Israeliti!".
3,1 Notate. Per dire come Mosè si sentiva finito... Cos' è che fa? Il pastore. Ma questo non sarebbe niente.
Dopo molti anni, cos'è che porta al pascolo? Il gregge di Ietro, il suocero. Non si è nemmeno preoccupato di costruirsi
qualcosa di suo... Sì, lavora, perché bisogna pur fare qualcosa per vivere... ma lasciando ad altri prospettive, progetti,
preoccupazioni... Un suo gregge non ce l'ha.
L'Oreb è una delle cime del gruppo del Sinai.
3,3 'Voleva capire perché il cespuglio non veniva consumato dal fuoco'.
Se non gli fosse rimasto un minimo di curiosità, la storia sarebbe stata un'altra. Dio avrebbe dovuto trovare un altro
modo per contattarlo, o avrebbe dovuto cercarsi qualcun altro. Questo ci ricorda che quando diciamo: 'Lì non c'è più
niente da fare', e rinunciamo a qualsiasi contatto... siamo sicuri di essere nel giusto?
Mosè è uno che si poteva catalogare tra quelli: 'Per costui non c'è più niente da fare'. Dio prende uno così, per metterlo
a capo di un'avventura straordinaria... Forse è l'invito a non giudicare mai in modo definitivo nessuno.
3,4 Prima si parla di un angelo. Qui si dice 'Il Signore'. E' sempre un contatto con la divinità.
3,5 'Togliti i sandali perché questa è terra santa'.
Molto facilmente per Mosè questa è la prima esperienza con il Dio del suo popolo.
Notate una cosa. E' molto importante quel 'togliti i sandali'. Voi sapete che ancora oggi gli arabi non entrano nella
moschea senza togliersi le scarpe. E' un comando che deriva da questo ordine che Dio dà a Mosè. 'E terra santa. Togliti
i sandali'.
Per Mosè togliersi i sandali, cosa voleva dire? Rinunciare a ciò che ti difende e che ti permette di sopravvivere. Nel
terreno pietroso del Sinai, pieno di scorpioni, cosa poteva difendere i piedi dell'uomo che ci camminava, dal pericolo
continuo di venire morso? I sandali.
3,7 Notate i verbi. Nella Bibbia i verbi sono sempre importanti. I verbi indicano azioni.
Quali sono i verbi che denotano la azione di Dio in favore del popolo?
'Ho visto... le sue disgrazie
ho ascoltato... il suo lamento
ho preso a cuore... la sua sofferenza
son venuto... a liberarlo
lo farò uscire... da quel paese
lo condurrò... verso una terra.
Se rileggete questo brano, scrivetevi questi verbi su un pezzo di carta, l'uno sotto l'altro. È lo schema dell'azione di Dio.
PREGHIERE DA POTER UTILIZZARE NEGLI INCONTRI CON I CATECHISTI-ANIMATORI
BEATITUDINI DEL CATECHISTA
Beato il catechista che si toglie i sandali e
appoggia il bastone a terra per trarre forza da
momenti di “cuore a cuore” con “Colui che
è sempre vicino”: vivrà secondo il cuore di Dio!
Beato il catechista che alza il bastone della
fede contro i faraoni di ogni tempo, per
Indicare a tanti un cammino di libertà.
Beato il catechista che eleva il bastone della
speranza e spazza via le acque del
pessimismo e della sfiducia.
Beato il catechista che solleva il bastone
della carità, così da far scaturire acqua fresca
dalla dura pietra dei cuori.
Beato il catechista che fa uso del bastone
della testimonianza, per camminare davanti e
Indicare la terra promessa ai suoi ragazzi.
Beato il catechista che alza le mani al cielo,
certo che, con l’implorazione all’unico Dio, si
può vincere un intero esercito di nemici:
il suo nome è scritto nei cieli.
Beato il catechista che fa capire
che “il vitello d’oro” è la vera schiavitù di oggi,
mentre la Legge di Dio
dà una direzione alla vita e la rende bella.
Beato il catechista che fa scorgere
come molte autostrade della modernità
portino nel deserto,
mentre la mulattiera del deserto
avvicina alla terra con latte e miele.
Beato il catechista che non offre
un annuncio di aglio e cipolle,
ma sa indicare come vero nutrimento
la Parola e il Pane di vita.
Beato il catechista che non crea un gruppo
di consumatori ma di pellegrini,
così che nessuno tratti più la Chiesa
come un ristorante.
Beato il catechista che sa perseverare
e si irrobustisce anche nelle prove:
saprà vivere, pur nel deserto della quotidianità,
il meraviglioso mistero della fecondità divina.
DIO DEI NOSTRI PADRI,
Dio dell’esodo e della promessa,
che ci chiami ogni istante a partire dal presente
per andare verso il futuro
e ci inviti alla libertà creatrice dell’avvenire,
fa’ che come Abramo, Mosé e i profeti
siamo pronti a lasciare le nostre certezze
per la tua Parola,
i nostri possessi per la tua povertà,
il nostro culto inefficace per l’adorazione vera,
i nostri sogni per la tua speranza.
Venga così nei nostri giorni
Il tuo Cristo:
Messia di parola e di giudizio,
di sovranità e di gloria,
compimento della tua promessa,
promessa del nuovo
e definitivo compimento.
Bruno Forte
SAPERE UNA SOLA VOLTA
che Tu esisti, o Dio!
Avere incontrato una sola volta
il roveto che brucia senza consumarsi,
che instauri in noi e per sempre
la solitudine.
Mosé, quando ha incontrato una volta sola
il roveto carico di mistero,
è potuto tornare tra gli uomini
portando in sé un deserto inalterabile.
Così per noi.
Non dobbiamo rimproverare
al mondo o alla vita
di velare per noi il tuo volto, o Signore.
Quando noi incontriamo il tuo volto
esso assorbe ogni cosa.
Dacci da abitare
In questo braciere prodigioso!
Madeleine Delbrèl
Dal libro dell’Esodo (3,1-10)
1 Mentre
Mosè stava pascolando il gregge di Ietro, suo suocero, sacerdote di Madian, condusse il bestiame oltre
il deserto e arrivò al monte di Dio, l'Oreb. 2
L'angelo del Signore gli apparve in una fiamma di fuoco dal
mezzo di un roveto. Egli guardò ed ecco: il roveto ardeva per il
fuoco, ma quel roveto non si consumava. 3Mosè pensò: "Voglio
avvicinarmi a osservare questo grande spettacolo: perché il roveto
non brucia?". 4Il Signore vide che si era avvicinato per guardare;
Dio gridò a lui dal roveto: "Mosè, Mosè!". Rispose: "Eccomi!".
5Riprese: "Non avvicinarti oltre! Togliti i sandali dai piedi, perché
il luogo sul quale tu stai è suolo santo!". 6
E disse: "Io sono il Dio di tuo padre, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe". Mosè allora si coprì il volto, perché aveva paura di guardare verso Dio.
7Il Signore disse: "Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi sovrintendenti: conosco le sue sofferenze. 8
Sono sceso per liberarlo dal potere dell'Egitto e per farlo salire da questa terra verso una terra bella e spaziosa,
verso una terra dove scorrono latte e miele, verso il luogo dove si trovano il Cananeo, l'Ittita, l'Amorreo, il Perizzita, l'Eveo, il Gebuseo. 9Ecco, il grido degli Israeliti è arrivato fino a me e io stesso ho visto come gli Egiziani li
opprimono. 10Perciò va'! Io ti mando dal faraone. Fa' uscire dall'Egitto il mio popolo, gli Israeliti!".
Ho osservato
la miseria
del mio popolo
Es 3,7
1
Davanti al roveto come Mosè
OBIETTIVO:
•
introdurre il percorso
•
approfondire il brano di riferimento aiutando i ragazzi a comprendere
che Dio presta attenzione da sempre al mondo e ad ogni uomo
•
far cogliere che la Parola di Dio interpella “proprio oggi” ciascuno di
noi.
TEMPO: un incontro
MATERIALE: fotocopie del foglietto guida dell’incontro, supporto per la
proiezione di immagini.
SUGGERIMENTI: prima di iniziare il percorso si potrebbe vedere con i ragazzi
il film o il cartone animato su Mosè o lo spezzone che trovate sul Cd.
CD: il brano biblico in forma dialogata (Esodo 3, 1-14), immagini, preghiera,
spezzone film su Mosè.
DESCRIZIONE ATTIVITÀ
•
•
•
Consegnare ai ragazzi la fotocopia con le indicazioni per vivere l’incontro in modo adeguato.
Aiutare i ragazzi ad interiorizzare la Parola e a calarla nella propria vita leggendo il commento riportato di seguito; tra un paragrafo e l’altro fare qualche minuto di silenzio invitando i ragazzi a riflettere, anche con l’aiuto delle domande proposte.
Alla fine di ogni punto di riflessione, può essere disposto attorno alla Bibbia un segno che attualizzi il messaggio, come suggerito dopo ogni domanda.
Commento (Daniela De Simeis)
“Mosè stava pascolando il gregge di Ietro”
Mosè è un uomo ormai maturo, che si è lasciato alle spalle la sua vita da principe alla corte del Faraone ed ora vive come pastore, occupandosi delle greggi di Ietro, suo suocero. Per Mosè è lavoro di tutti i giorni portare al pascolo, non c’è niente di speciale. Come ogni alba si mette in cammino per cercare luoghi ricchi di erba dove fermarsi con le
pecore. Quel giorno, si ferma sul monte Oreb deciso a riposarsi, mentre le pecore brucano l’erba verde.
Ripensa per un attimo a come vivi la tua quotidianità; quali sono le persone e le attività che riempiono le tue giornate?
(Segno: bastone da pastore)
“L’angelo del Signore gli apparve in una fiamma di fuoco dal mezzo di un roveto.”
Proprio in una giornata come tante si ritrova ad assistere a qualcosa che lo incuriosisce e lo riempie di stupore. Davvero strano! Il fuoco, se attacca del legno ben asciutto, non
ci mette molto ad avvolgerlo e consumarlo. Invece Mosè vede la fiamma che arde, ma scorge distintamente la presenza del cespuglio spinoso al centro del fuoco, che non viene minimamente bruciato. Ovvio che si avvicini per andare a vedere meglio, per controllare che i suoi occhi non lo stiano ingannando, che non si ratti di un trucco…
Nella tua giornata cosa suscita stupore?
(Segno: dei rametti che rappresentino un roveto e una pila che rappresenti il fuoco)
Continua…
Ho osservato
la miseria
del mio popolo
Es 3,7
1a
Continua…
“Mosè!Mosè!”
Diciamo che in questo caso il Signore Dio si serve della spontanea curiosità di ogni essere umano per richiamare l'attenzione di Mosè. Lo fa avvicinare al roveto, così da potergli rivolgere
il suo invito. Il pastore infatti se ne sta lì, a fissare il rovo, frastornato da ciò che ha davanti agli occhi e che non riesce a spiegarsi, quando sente una voce che gli si rivolge e lo chiama, in
tono autorevole.
Quali sono le chiamate che ricevi durante la giornata? Pensi mai che il Signore possa chiamarti attraverso le persone che incontri?
(Segno: un minuto di silenzio per “ascoltare” la voce di Dio che ci chiama)
“Togliti i sandali dai piedi…”
La voce lo invita persino a togliersi le scarpe, in segno di rispetto per il luogo reso sacro dalla presenza del Signore. Togliersi i sandali era il gesto abituale che ogni persona ben educata
compiva entrando in casa propria e ancora di più andando in visita da qualcuno. Era abituale dormire e mangiare su stuoie posate sul pavimento, perciò si stava scalzi in casa, per non
portare all'interno la terra, la polvere, il fango delle strade, della campagna o dei pascoli.
La Terra su cui Mosè cammina è sacra perché Dio è presente; quali sono i luoghi che oggi consideri sacri, in quanto vi puoi incontrare il Signore?
Sai riconoscere la Sua presenza anche in te stesso e negli altri?
Per Mosè togliersi i sandali era quindi un segno di rispetto; quali sono i tuoi gesti di rispetto verso te, le altre persone e i luoghi che frequenti?
(Segno: un paio di sandali)
“Ho osservato la miseria del mio popolo…”
Il Signore ha qualcosa da dire a Mosè, qualcosa di importante. E’ bellissimo fare attenzione ai verbi che il Signore usa, perché sono verbi che ci parlano del Suo amore per noi. Israele è
schiavo in Egitto e vive grandi sofferenze; forse pensa che Dio si sia dimenticato di lui. Invece il Signore dice chiaramente “Ho osservato”, cioè ho guardato con attenzione, ho visto bene
quello che sta capitando al Mio popolo. Poi aggiunge “ho udito”; non solo ho visto, ma ho ascoltato il grido di dolore del popolo schiavo, il suo pianto, la sua disperazione e conosco
tutta la sofferenza che vive. Cioè mi preoccupo per quello che accade e ho compassione di questa situazione.
Quali sono le mie sofferenze? E quelle del mondo? Il Signore mi sta dicendo che le vede, le ascolta e le conosce; cosa provo pensando a questo?
(Segno: un lucchetto chiuso)
“Sono sceso per liberarlo”
Non è un Dio che resta indifferente, no! Vede, ascolta e interviene, si fa vicino per cambiare la situazione e liberare il popolo dalla schiavitù. Il Signore Dio ha in mente un progetto
d’amore per Israele, per il Suo popolo eletto che sta tanto soffrendo: vuole condurlo verso la libertà…
Quali sono le schiavitù da cui vorrei essere liberato?
(Segno: la chiave che aprirà il lucchetto)
Il gioco del sacchetto di carta
OBIETTIVI
•
comprendere che molti ragazzi, nei paesi poveri del mondo, vivono
ancora in condizione di “schiavitù”
•
sperimentare le situazioni di schiavitù-degrado tutt’oggi esistenti,
attraverso un gioco di ruolo e di simulazione
•
prendere coscienza dell’ingiustizia nelle relazioni tra il Nord e il Sud
del mondo e sviluppare degli atteggiamenti di solidarietà.
TEMPO: tre incontri o un pomeriggio.
MATERIALE: un certo quantitativo di piccole monete o “fiches” per pagare i
gruppi per i sacchetti prodotti, molta carta (vecchi giornali o
riviste – 30x40 cm).
CD: istruzioni per lo svolgimento dell’attività, fogli lavoro, schema costruzione
sacchetti, traccia rilettura attività, informazioni Calcutta.
SUGGERIMENTI: l’attività va preparata con cura; il locale in cui svolgere l’esperienza dovrà essere ampio, in modo che ogni gruppo possa lavorare senza disturbarsi.
DESCRIZIONE ATTIVITÀ
1 Ambientare brevemente il gioco nella realtà di una grande città dell’India e presentare il problema del lavoro minorile
2 Distribuire ad ogni gruppo il materiale necessario
3 Spiegare il contenuto del gioco: Ogni gruppo vive nel “bustees” di Calcutta. I bustees sono abitazioni a basso prezzo, malsane e terribilmente affollate; nessuno di loro ha un
lavoro stabile e non esiste previdenza sociale, ma si guadagnano da vivere facendo sacchetti di carta da rivendere ai bottegai. Molte famiglie vivono sul commercio dei sacchetti di carta e la concorrenza è forte.
4 Spiegare quindi come costruire i sacchetti di carta che verranno pagati 10 “paisa” l’uno. Per guadagnare 1 rupia si dovranno quindi fare 10 sacchetti. I sacchetti difettosi non
verranno pagati.
5 Dimostrare velocemente come costruire un sacchetto
6 Dare inizio al gioco. Lasciando un tempo di 20’-30’.
7 Scaduto il tempo chiedere ai ragazzi di valutare, in base al numero dei sacchetti prodotti e alla tabella prezzi, quali e quante merci possono acquistare e se queste sono necessarie a soddisfare i loro bisogni giornalieri. Per vivere a Calcutta , a grandi linee, ogni giorno bisogna acquistare:
½ kg di riso
1.00
½ kg di vegetali 1.50
olio per friggere 1.00
------3.50
Continua...
Ho osservato
la miseria
del mio popolo
Es 3,7
2
...Continua
Questo è il necessario per 2 pasti; ma c’è bisogno anche di pagare l’affitto (1.50 al giorno), e alcuni extra: una tazza di tè (50 paisa) o qualche frutto (1.00). Questo è solo il minimo per
sopravvivere, ma ci sono altre possibili spese per la famiglia:
Quante ore i ragazzi dovrebbero lavorare per permettersi questi extra?
- una nuova camicia o un paio di scarpe
- medicine
- un biglietto ferroviario per visitare parenti
- un orologio
- un’offerta al tempio
- soldi per la scuola o il college dei figli
- regali a genitori e parenti
- una bicicletta
- la dote per le figlie
Possibili sviluppi del gioco: storie, dialoghi, drammatizzazioni
Ogni gruppo di 4-5 ragazzi potrebbe rappresentare una famiglia e immaginarsi una concreta situazione di vita con tutti i problemi conseguenti. Ad esempio:
•
Una famiglia che vive sul marciapiede sta cercando di mettere da parte 50 rupie per affittare una stanza in un bustee
•
Un bimbo si è bruciato gravemente sulla stufa, può permettersi la famiglia le medicine e l’onorario per il medico?
•
La figlia maggiore ha progettato di andare al college. La famiglia può permettersi di acquistare i libri?
•
Una famiglia con i parenti in campagna dovrebbe mettere da parte abbastanza rupie per il biglietto del treno
•
…
PARLIAMONE INSIEME
Il gioco di ruolo stimola l’interesse in modo più vivace e permette una maggior motivazione alla scoperta. Il clima che si viene a creare contribuisce allo sviluppo di idee nuove, senza
preconcetti, perché il meccanismo ludico si configura come spazio di sperimentazione, in cui l’errore non è un fallimento, ma è accettato e costituisce un elemento di informazione per
migliorare la strategia.
È essenziale rileggere l’esperienza fatta e approfondire il tema della schiavitù minorile attraverso una discussione guidata (vedi allegati 1 e 2 nel CD).
Sarebbe bene aiutare i ragazzi a comprendere che uno stile di vita sobrio e solidale non va lasciato alla spontaneità, ma corrisponde ad una precisa richiesta evangelica. Vi suggeriamo di utilizzare a questo proposito la parabola del povero Lazzaro e dell’uomo ricco (Lc 16, 19-31), che trovate, commentata, nell’allegato 3.
PREGHIAMO INSIEME
Signore,
mettici al servizio dei nostri fratelli
che vivono e muoiono nella povertà
e nella fame di tutto il mondo.
Affidali a noi oggi;
dà loro il pane quotidiano
insieme al nostro amore
pieno di comprensione,
di pace, di gioia.
Signore,
fa di me uno strumento della tua pace,
affinché io possa portare
l'amore dove c'è l'odio,
lo spirito del perdono dove c'è l'ingiustizia,
l'armonia dove c'è la discordia,
la verità dove c'è l'errore,
la fede dove c'è il dubbio,
la speranza dove c'è la disperazione,
la luce dove ci sono ombre,
e la gioia dove c'è la tristezza.
Signore,
fa' che io cerchi di confortare
e di non essere confortata,
di capire, e non di essere capita,
e di amare e non di essere amata,
perché dimenticando se stessi ci si ritrova,
perdonando si viene perdonati
e morendo ci si risveglia alla vita eterna.
Beata Teresa di Calcutta
SchiaVIZIati
OBIETTIVO: prendere coscienza, attraverso i “vizi capitali”, delle proprie situazioni di schiavitù.
MATERIALE: tabellone del gioco,carte vizio e libretto delle istruzioni, dado.
TEMPO: un incontro.
CD: libretto delle istruzioni allegato 1- 2-3.
DESCRIZIONE ATTIVITÀ
1. Prendere il libretto delle istruzioni e leggere le regole
2. Dare il via al gioco.
3. Questa attività, principalmente ludica, va riletta e approfondita nel successivo incontro (scheda 3a) .
SUGGERIMENTI: per poter condurre il gioco al meglio è indispensabile che l’animatore legga attentamente le regole e prepari il materiale necessario in base alle esigenze del
proprio gruppo.
Si consiglia inoltre la lettura dell’allegato 3 per approfondire l’argomento sui vizi capitali.
Ho osservato
la miseria
del mio popolo
Es 3,7
3
AbitUdini
OBIETTIVO: prendere coscienza, attraverso i “vizi capitali”, delle proprie situazioni di schiavitù e dei comportamenti che ci permettono di
sconfiggerle.
MATERIALE: schemi allegati
TEMPO: un incontro.
CD: schemi allegati 1 e 2
DESCRIZIONE ATTIVITÀ
1. Con un veloce brainstorming delineare con i ragazzi gli elementi caratteristici di ogni vizio, emersi durante il gioco.
2. Distribuire ad ogni ragazzo lo schema su vizi per approfondire e chiarire eventuali dubbi.
3. Chiedere ai ragazzi cosa significhi per loro “abitudine”, aiutandoli a riflettere in profondità su questo termine:
•
L’abitudine è qualcosa di automatico, che faccio senza pensare, che fa parte della mia personalità, che si è inscritto, “scavato” in me.
•
La parola abitudine deriva dalla parola latina habitus: modo di essere, disposizione dell’animo; tutto ciò che siamo soliti avere con noi, portarci dietro continuamente.
•
Quello che ci portiamo dietro, però, può essere sia positivo che negativo; ad esempio ringraziare o salutare automaticamente sono abitudini positive, che qualcuno
mi ha insegnato e che ho consolidato nel tempo. Rispondere male o dire le parolacce regolarmente, invece, costituiscono un “abito” che si dovrebbe gettare via.
•
Se l’abitudine al peccato diventa un vizio, è anche vero che l’abitudine al bene, al buono e al bello è virtù.
4. Distribuire ai ragazzi la scheda armadio (allegato 2). Questa scheda raffigura due armadi: uno con gli abiti dei vizi e uno con quelli delle virtù. Ogni ragazzo deve riflettere e
scegliere dall’armadio dei vizi gli abiti che più spesso indossa, indicando anche le situazioni in cui li usa. Deve poi individuare dall’armadio delle virtù gli abiti che possono
contrastare validamente i propri vizi.
SUGGERIMENTI: Se il gruppo è particolarmente creativo si consiglia di interpretare la scelta del proprio “abito” in modo fantasioso: mimando, disegnando…
Ho osservato
la miseria
del mio popolo
Es 3,7
3a
PREGHIAMO INSIEME
Dalla Lettera di San Paolo apostolo ai Colossesi (3, 12-13a)
Carissimi, RIVESTITEVI dunque, come amati di Dio, santi e diletti, di sentimenti di misericordia, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza, sopportandovi a vicenda e perdonandovi scambievolmente se qualcuno abbia di che lamentarsi nei confronti degli altri.
Invitare quindi i ragazzi ad esprimere una preghiera personale:
“Nella mia vita indosso troppo spesso l’abito…”
Ad ogni preghiera rispondere tutti insieme
“Rivestimi Signore”
PREGHIERA
Le mani giunte
Padre, mi metto davanti a te
con le mani giunte.
Voglio assicurarti così
che sono disarmato.
Ho deposto l’orgoglio
che spesso mi fa illudere
di potermi mettere al posto tuo.
Ho deposto la superbia
che mi spinge a guardare gli altri
dall’alto in basso.
Ho deposto la pretesa
di bastare a me stesso
e di poter fare a meno
di te e degli altri.
Ho deposto l’invidia e la gelosia
che mi impediscono di ringraziarti
per tutto quello che hai donato a me.
Ho deposto la tentazione
di risponderti: “Sono forse il custode
dei miei fratelli?”,
quando mi chiedi conto
di quelli che mi vivono vicino.
Ho deposto la presunzione
di cercare il tuo perdono
senza concederlo agli altri.
Padre, sono con le mani giunte
davanti a Te.
Mi fido di Te, mi affido a Te.
Perché tu sei forte,
non per schiacciarmi:
ma per aiutarmi.
Perché tu sei grande,
ma grande nell’amore.
Tonino Lasconi – Amico Dio
Faraone per un giorno
OBIETTIVO:
• Sperimentare la schiavitù e le sensazione che essa provoca in noi;
• sperimentare cosa significa avere il potere di dare ordini agli altri;
• cogliere l’importanza di saper gestire correttamente il proprio “potere”, a
servizio degli altri.
TEMPO: un incontro.
MATERIALE: corona.
CD: istruzioni per costruire la corona.
DESCRIZIONE ATTIVITÀ
1. Scegliere un ragazzo che dia inizio al gioco diventando il faraone.
2. Il faraone avrà a disposizione 3 ordini da poter far eseguire ai suoi sudditi (gli altri compagni). Gli ordini possono essere diversi: può essere ordinato di stare in silenzio,
come di fare confusione, può essere ordinato di saltare su un piede, di fare un giro su se stessi, di portare qualcosa al faraone…
3. Una volta che tutti e 3 gli ordini sono stati eseguiti si dichiara la fine del regno del faraone e si procede all’elezione democratica del suo successore e il gioco ricomincia.
4. Il numero di faraoni e quindi il numero di turni è lasciata a discrizione dell’animatore in base al tempo a disposizione e alla volontà dei ragazzi di partecipare al gioco.
5. Una volta terminato il gioco vero e proprio, gli animatori rielaborano l’attività assieme al gruppo seguendo gli spunti di riflessione forniti.
SUGGERIMENTI: il gioco offre ai partecipanti la possibilità di osservare e analizzare il proprio comportamento e quello degli altri nell’attribuzione e nella gestione del potere.
Questa attività costituisce l’introduzione ludica a quella proposta nella successiva scheda 4a.
Ho osservato
la miseria
del mio popolo
Es 3,7
4
PARLIAMONE INSIEME
Sarà importante rileggere l’attività, in modo da permettere ai ragazzi di esprimere come si sono sentiti nei diversi ruoli, cosa hanno fatto e pensato e di quali possibilità potevano
disporre.
•
•
•
•
•
•
Cosa hai provato ad essere faraone e a dare ordini ai tuoi compagni?
Cosa hai provato ad essere suddito e ad essere quindi costretto ad eseguire gli ordini?
Con che criterio hai scelto gli ordini da far eseguire? (Per prendere in giro i tuoi compagni facendo loro fare cose stupide, per vendicarti degli ordini subiti prima…?)
Con quale criterio hai scelto il nuovo faraone da eleggere? La scelta fatta ti ha soddisfatto?
Se non ti è capitato di essere faraone, avresti voluto esserlo? Perché?
Tra i sovrani avuti durante il gioco quale hai preferito? Perché?
Gesù Re differente dai re della Terra
OBIETTIVO: comprendere che Gesù è un Re che esercita il Suo potere in modo
differente dai re della Terra. Comprendere che anche noi, se vogliamo
essere cristiani, dobbiamo esercitare il potere come Lui.
MATERIALE: videoproiettore, CD con spezzoni film, fotocopie brano Vangelo.
CD: allegato di approfondimento tema regalità PER L’ANIMATORE
TEMPO: due incontri.
Brano Vangelo Mc 15, 16-20. Video spezzoni film.
SUGGERIMENTI: questa attività va collegata con la precedente, per aiutare i ragazzi a comprendere che nella vita di ogni giorno ciascuno di noi è chiamato a scegliere se esercitare il “potere
del faraone” o mettersi alla sequela di Cristo Re.
DESCRIZIONE ATTIVITÀ
1. Dividere i ragazzi in piccoli gruppi
2. Chiedere loro di descrivere i tratti caratteristici di un re (corona, abbigliamento, scettro, trono, guardie, sguardo, portamento, armi…)
3. Vedere i video con gli spezzoni di cartoni e film che mostrino diverse figure di re e chiedere ai ragazzi come i vari personaggi esprimono la loro regalità: saggezza, giustizia, forza, capacità di
guida oppure sopruso, crudeltà…
4. Proporre la lettura di Mc 15,16-20, per aiutare i ragazzi a cogliere che anche Gesù è Re, ma il Vangelo lo presenta in maniera molto particolare. Chiedere di elencare le differenze tra le diverse concezioni di regalità.
5. Dopo aver svolto queste due attività (scheda 4 e 4a) è importante condurre i ragazzi a comprendere che quanto emerso ha a che fare, in modo molto concreto, con la nostra vita e con lo stile
che assumiamo nelle relazioni con gli altri. Si può guidare la riflessione con questa traccia:
•
I grandi, i potenti, i forti di questo mondo, per cercare la “pace” fanno spesso la guerra!
A volte capita anche a noi.
Per esempio in quelle piccole discussioni che avvengono in casa, tra fratelli. Si inizia con qualche parolina offensiva, poi parte qualche parolaccia e infine qualche spintone.
Arrivano mamma e papà ( a sirene spiegate) con la classica domanda “chi ha iniziato?”
E parte la solita risposta: “è stato lui” elevato al quadrato…
Qualche volta capita anche a scuola, con quell’amico che sembra così strafottente, che è prepotente…
Arriva un giorno che non lo “reggo più” e vai con le sberle, o con il parlar male…
Poi, dopo questo scambio di “cortesie”, viene il periodo in cui non ci rivolgiamo più la parola, non ci guardiamo più in faccia…. Nasce il rancore.
Quando ci comportiamo così seguiamo i “re” di questo mondo… Faccio i miei esempi:
_________________________________________________________________________________________________________________________________________________
Continua...
Ho osservato
la miseria
del mio popolo
Es 3,7
4a
...continua
•
Allora chiediamoci, Cristo Re come si comporta?
“ma il mio regno non è di quaggiù”.
Gesù nei confronti di chi sbaglia non usa le sberle… Gesù non usa le armi; Gesù non usa la violenza; Gesù non alza la voce ; Gesù non mette in prigione; Gesù non odia i nemici… Gesù
vince tutti i mali del mondo amando, donando la Propria Vita per tutti gli uomini.
Quando Gesù viene offeso che fa? Perdona.
Quando Gesù viene calunniato che fa? Perdona.
Quando Gesù viene schiaffeggiato che fa? Perdona.
Quando un cristiano viene offeso, umiliato e preso in giro, schiaffeggiato, che fa?
Io cosa faccio?
___________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
•
Probabilmente faccio questa esperienza: mi piacerebbe voler bene come Gesù, ma… è molto difficile… non ci riesco… sono fatto così… mi arrendo. Per forza! Se mi fido solo della mia buona
volontà, vado poco lontano! L’unico modo è coltivare l’amicizia con il Signore, attaccarsi a Lui e permetterGli piano piano di cambiare il nostro modo di essere.
Come coltivo l’amicizia con Gesù?
____________________________________________________________________________________________________________________________
PARLIAMONE INSIEME
Questi incontri possono essere un’ottima occasione per suggerire ai ragazzi l’importanza
di alcune buone abitudini, per curare l’amicizia con il Signore e verificare lo stile delle proprie relazioni, ad esempio: il sacramento della Riconciliazione celebrato (con una certa
frequenza :-)) non come “una cosa da fare” ma come un importante momento in cui mettersi veramente “a nudo” davanti a Gesù, per permetterGli di cambiarci il cuore.
PREGHIAMO INSIEME
Nel segreto del cuore, proviamo per una volta, almeno per oggi, a rivolgerci a Gesù chiamandolo re:
"Sì, Signore, tu sei il mio re.
Sei l'unico di cui mi posso fidare completamente.
Tu, mio Gesù e mio re,
mi guidi nel cammino di ogni giorno
e sono certo che seguendo i tuoi passi
non potrà accadermi nulla di male.
Tu, mio re, sei forte,
perché porti in te la forza straordinaria dello Spirito Santo:
nessuna cattiveria potrà mai vincerti,
persino la morte si arrende di fronte a te.
Tu sei pieno di sapienza:
mi insegni come vivere secondo il cuore del Padre,
mi parli attraverso la Scrittura Sacra
e mi sveli il progetto di amore che tu sogni per tutta l'umanità.
Tu, o mio re, hai dato la vita sulla croce per amore di tutti noi:
per questo, più che per ogni altro motivo,
tu sei il Signore del mio cuore e della mia vita.
Tu sei re, Maestro Gesù.
L'unico al mondo a potersi chiamare così, nella piena verità.
Tu, Signore Dio, sei il mio re:
mio, perché ti voglio bene
e perché so di essere amato da te, infinitamente."
La famiglia mi sta stretta
OBIETTIVO: riconoscere che la famiglia è un grande valore, anche quando le
“regole” date dai genitori sembrano limitare la libertà dei ragazzi.
MATERIALE: CD del film “Coraline e la porta magica” oppure “Labyrinth”;
scheda di approfondimento; fotocopie dell’allegato 2.
TEMPO: almeno due incontri o un pomeriggio.
CD: articoli di approfondimento sui film per l’animatore e allegato 2.
DESCRIZIONE ATTIVITÀ
1. Vedere, con i ragazzi, il film scelto.
2. Dopo averlo visto chiedere ai ragazzi le loro impressioni “a caldo”: cosa li ha colpiti maggiormente? Quali temi emergono dal film, secondo loro? Che sensazioni hanno provato e perché? Si sono immedesimati nei personaggi? Per quali ragioni?
3. Approfondire il tema del rapporto con la famiglia attraverso le domande di seguito riportate:
Quali situazioni o richieste familiari vengono percepite come un limite dalla protagonista? Perché? Come cambia il suo modo di vedere la famiglia nel corso della storia?
Quali fattori determinano questo cambiamento?
Quali punti in comune trovi fra la famiglia della protagonista e la tua? Illustra le eventuali coincidenze e le differenze.
Come vivi le regole che ti danno in famiglia?
Davanti a quali richieste dei tuoi genitori vorresti fuggire?
In quali momenti hai percepito l’importanza e il valore della tua famiglia? Perché?
4. Proporre ai ragazzi l’attività dell’allegato 2 e confrontare in gruppo le risposte emerse.
5. Concludere l’attività con il confronto con la Parola di Dio: Lc 2, 51-52, vedi preghiamo insieme.
SUGGERIMENTI: Prima di proporre l’attività ai ragazzi, è consigliabile vedere con attenzione i film, in modo da scegliere quello più adatto alla sensibilità del proprio gruppo.
Ho osservato
la miseria
del mio popolo
Es 3,7
5
PARLIAMONE INSIEME
Questa attività aiuta i ragazzi ad affrontare in modo simpatico il delicato tema dei
rapporti familiari. Spesso la famiglia è percepita dai ragazzi di questa età come un
contesto che limita e ne vengono evidenziati solo gli aspetti negativi. Può essere
importante aiutarli a riflettere sul proprio modo di stare in famiglia, sull’inadeguatezza
di certi loro atteggiamenti nei confronti dei genitori (le pretese, la mancanza di gratitudine e di gentilezza, la poca disponibilità…).
PREGHIAMO INSIEME
Lc 2,51-52
Gesù scese dunque con Maria e Giuseppe e venne a Nazareth e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in
sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.
Gesù non si lamenta con Maria e Giuseppe, non comincia a dire: voi non mi capite…
voi non sapete… voi, voi, voi…
Si comporta da figlio, che si affida ai suoi genitori e infatti torna indietro con loro,
senza capricci, senza lagne: "Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava
loro sottomesso."
Lui che è Dio, si pone in maniera molto rispettosa dei suoi genitori: lascia il Tempio e
riprende la vita di sempre, obbediente, sorridente, disponibile.
E noi, siamo capaci di prendere esempio da Gesù?
Impegniamoci a compiere qualche gesto di servizio che parta da noi; per tenere in
ordine le nostre cose, senza che ce lo chiedano; per eliminare i capricci e il tono
piagnucoloso dalla nostra voce…
Sarà bello vedere la gioia dei nostri genitori e cresceremo assomigliando sempre di
più a Gesù.
Invitiamo ogni ragazzo ad assumere un impegno da vivere in famiglia durante la
settimana.
Rispetto
OBIETTIVO:
•
aiutare i ragazzi a comprendere che ogni luogo richiede un atteggiamento corporeo adeguato
•
verificare se il nostro comportamento è espressione del rispetto e della
considerazione che il luogo e le persone che incontriamo meritano.
TEMPO: un incontro.
MATERIALE: vedi allegati (cartelli vari)
CD: schede per lo svolgimento dell’attività
DESCRIZIONE ATTIVITÀ
Per i più piccoli:
1. Consegnare ad ogni ragazzo il materiale allegato nel CD.
2. Chiedere di abbinare i cartelli con le indicazioni ad ogni luogo presente sulla mappa.
3. Dividere i ragazzi in piccoli gruppi (non più di 4), invitarli ad un confronto al fine di ottenere una mappa comune.
4. I vari gruppi presentano il proprio elaborato motivando le scelte fatte.
Per i più grandi:
1. Dividere i ragazzi in piccoli gruppi (non più di 4) e consegnare ad ogni gruppo le mappe con gli abbinamenti.
2. Confrontarsi all’interno del gruppo sul significato che i diversi cartelli possono avere e sul perché siano posti in un determinato luogo.
3. Il gruppo potrà, quindi apportare le modifiche che ritiene opportune (aggiungere, togliere o modificare cartelli).
4. I vari gruppi presentano il proprio elaborato motivando le scelte fatte.
SUGGERIMENTI: È luogo comune dire che i ragazzi di oggi non hanno più rispetto per niente e per nessuno. Questa attività vuole quindi aiutarli a riflettere sul significato del
termine rispetto, associato ai vari comportamenti e luoghi. Perché questa attività risulti veramente credibile, è giusto che anche l’animatore si interroghi sul
proprio modo di porsi nelle varie situazioni e sulla propria concezione di rispetto, evitando di cadere nel moralismo.
Ho osservato
la miseria
del mio popolo
Es 3,7
6
PARLIAMONE INSIEME
PREGHIAMO INSIEME
“Non avvicinarti oltre! Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale tu stai è
suolo santo”. (Es 3, 5).
Dio chiede a Mosè di togliersi i sandali quando si avvicina al roveto ardente, che
brucia e non si consuma, perché si trova in un luogo sacro. Questa esperienza determina in Mosè un atteggiamento di umiltà e rispetto. Nella rilettura dell’attività svolta è importante far notare che il luogo su cui Mosè si trova è un deserto: luogo inospitale e desolato. Ciò che lo rende Terra Sacra è la presenza di Dio; allo stesso
modo i luoghi che noi frequentiamo e le persone che incontriamo meritano il nostro
“togliersi i sandali”, il nostro rispetto, in quanto “abitati” da Dio.
Signore, aiutami sempre
a dare valore alle cose che faccio,
aiutami a dare valore alla mia vita,
a dare valore alle persone che incontro
e i luoghi che frequento.
Quando voglio stupire con la mia prepotenza,
aiutami a fare un passo indietro
e a gustare l’altissima dignità di essere
Tuo servo per amore.
Eccomi
OBIETTIVO: meditare nella preghiera sulla capacità di ascolto di Maria e la
sua adesione alla chiamata di Dio.
MATERIALE: poster con l’immagine de “L’Annunciazione a Maria” o videoproiettore. Schema del momento di preghiera.
TEMPO: un incontro.
CD: immagine e testo completo del momento di preghiera.
DESCRIZIONE ATTIVITÀ
1. Porre i ragazzi di fronte all’opera d’arte e guidarli alla sua scoperta, invitandoli a guardare con attenzione tutti gli elementi presenti nel quadro e ad elencarli …. Le domande
guida potrebbero essere : Cosa vedi nell’immagine ? Quali sono i personaggi ? Quali sono i loro gesti ? Dove si trovano? Quali altri particolari noti ? Facilmente i ragazzi
riconosceranno in esso la rappresentazione del racconto evangelico dell’Annunciazione.
2. Leggiamo il brano di Luca (Lc 1,26-38):
[26] Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, [27] a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di
Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. [28]
Entrando da lei, disse: "Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te".
[29] A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. [30] L'angelo le disse: "Non temere, Maria, perchè hai trovato grazia presso
Dio. [31] Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. [32] Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo
padre [33] e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine".
[34] Allora Maria disse all'angelo: "Come è possibile? Non conosco uomo".
[35] Le rispose l'angelo: "Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato
Figlio di Dio. [36] Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: [37] nulla è
impossibile a Dio ". [38] Allora Maria disse: "Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto". E l'angelo partì da lei.
3. Il brano può essere commentato seguendo le tracce proposte nell’allegato 1 contenuto nel CD, scelte in base al tema che volete approfondire e al gruppo di ragazzi che avete di fronte. È possibile utilizzarle anche in più momenti di preghiera, ad es. per animare delle novene.
SUGGERIMENTI: questo momento di preghiera può essere utilizzato durante il periodo di Avvento.
Ho osservato
la miseria
del mio popolo
Es 3,7
7
Confessione - Festa del perdono
OBIETTIVO: vivere il sacramento della riconciliazione in Avvento o in preparazione al Natale, confrontandosi con gli atteggiamenti di Maria
MATERIALE: fotocopie per ogni ragazzo della traccia completa
TEMPO: un incontro.
CD: traccia completa della Festa del Perdono.
DESCRIZIONE ATTIVITÀ
Alla chiamata del Signore Maria ha risposto prontamente “Eccomi” e ha continuato a vivere con disponibilità, umiltà, capacità di ascolto, fedeltà, preghiera…
Mettiamo a confronto i nostri comportamenti con quelli di Maria per scoprire quali sono i nostri limiti, le nostre mancanze, il lungo cammino che dobbiamo ancora fare per rispondere come lei “Eccomi”.
Ho osservato
la miseria
del mio popolo
Es 3,7
8
SCHEDA A
“IO SARÒ CON TE”
commento al brano biblico di riferimento
OBIETTIVI:
• introdurre il percorso
• comprendere attraverso il testo biblico che, nonostante le nostre reticenze e i nostri limiti, Dio non ci abbandona
e “fa storia” con noi.
(I seguenti testi sono tratti da un corso biblico parrocchiale tenuto da Don Pierino Ongaretti – Parrocchia San Giacomo
Maggiore – Ospitaletto (Bs) e riportati nella loro originale versione dialogata)
“VOCAZIONE E MISSIONE DI MOSE’”: Cap. 3, 11-15
11
Mosè disse a Dio: "Chi sono io per andare dal faraone e far uscire gli Israeliti
dall'Egitto?". 12Rispose: "Io sarò con te. Questo sarà per te il segno che io ti ho
mandato: quando tu avrai fatto uscire il popolo dall'Egitto, servirete Dio su
questo monte".
13
Mosè disse a Dio: "Ecco, io vado dagli Israeliti e dico loro: "Il Dio dei vostri
padri mi ha mandato a voi". Mi diranno: "Qual è il suo nome?". E io che cosa
risponderò loro?". 14 Dio disse a Mosè: "Io sono colui che sono!". E aggiunse:
"Così dirai agli Israeliti: "Io-Sono mi ha mandato a voi"". 15 Dio disse ancora a
Mosè: "Dirai agli Israeliti: "Il Signore, Dio dei vostri padri, Dio di Abramo, Dio
di Isacco, Dio di Giacobbe, mi ha mandato a voi". Questo è il mio nome per
sempre; questo è il titolo con cui sarò ricordato di generazione in generazione.
3,11 Dio dice a Mosè: “Và! Io ti mando dal faraone. Fa' uscire dall'Egitto il mio popolo, gli Israeliti!".
E qual è la risposta che si trova davanti?...
Mosè ci rappresenta tutti. Mosè è ciascuno di noi... Cosa risponde Mosè a Dio che gli dice: 'Ho deciso di far questo e ho
scelto te per farlo'? 'Chi, io?! Chi sono, io...?'.
Mosè tira in ballo tutte le scuse possibili per dir di no: “Cosa faccio… e cosa gli dico… e come faccio a dirglielo se
non son capace di parlare… e io ho paura… e la gente non mi ascolterà… io lo so perché ho già provato… è
impossibile…”
Lui ha già tentato. E non c'e riuscito...
3,12 Allora Dio gli disse: “Io sarò con te”.
Quell'“Io sarò con te”, dovremmo sottolinearlo cento volte. Perché è quella garanzia che Dio dà a chi si fida di lui, che dà
davvero la forza di andare avanti.
'Questo sarà per te il segno... voi verrete ad adorarmi su questo monte'.
Tu ritieni la cosa impossibile, perché hai provato e hai fallito. Tu andrai e non solo tenterai, ma libererai il popolo. La
prova sarà che ci incontreremo di nuovo tutti qui. Quel monte che tu ritenevi terra di esilio, che è terra sacra,
diventerà terra di culto.
Ma Mosè non è ancora convinto.
Quand'è che ci fidiamo di Dio, noi? Al primo annuncio...? .Saremmo tutti santissimi.
No. Ci vuole tempo...
3, 13-14. Mosè chiede a Dio di rivelargli il suo nome.
Arriviamo al 'nome di Dio', che non è una cosa da poco.
Voi sapete che per gli ebrei, dare il nome a qualcosa voleva dire coglierne l'essenza profonda. Poterla dominare. Poterla
controllare. Sapere dove comincia e dove finisce. Averne un'idea completa.
Per cui, poter 'dare il nome' a Dio vuol dire: 'avere in mano Dio'. Capire dove comincia e dove finisce. Quindi,
limitarlo...
Anche per noi è cosi. Però ne siamo meno coscienti. Per loro è una delle caratteristiche della loro cultura. Ecco
perchè gli idoli han tutti un nome. Sono creature dell'uomo. Li crea per scopi precisi. Quindi, conoscendoli per nome
li può usare a suo piacimento.
Quando Mosè fa questa domanda a Dio: 'Qual è il tuo nome?', non è cosi stupido come sembra. Gli dice: 'Vorrei
esser sicuro di poter disporre di te per ogni evenienza'.
E Dio gli risponde col famoso tetragramma. È così detto perché è formato di 4 lettere: IHUH.
Sapete che gli ebrei scrivevano solo le consonanti. E una forma del verbo essere.
Le traduzioni possibili di queste quattro lettere sono diverse.
– Prima. (È la più comune). 'Io sono quello che sono'. Esprime in particolare la misteriosità di Dio. “Cosa vuoi sapere di
me? Non puoi ingabbiarmi in uno schema, in un'immagine, in una definizione”. “Io sono Io. 0 mi accetti per come sono,
o son affari tuoi'. E la cosidetta 'teologia negativa'. Il sapere di non sapere chi è Dio.
– Seconda. “Io sono colui che è”.
È preferita da vari autori. Dice l'essere stabile di Dio. E reso anche con “Eterno”. “Io sono colui che esiste da sempre e
per sempre”.
– Terza. “Io sono colui che sarò”.
Dice una caratteristica di Dio. 'E inutile che tu mi chieda chi sono. Guarda quello che farò Da quello che farò capirai chi
sono. Se io libererò il popolo, sono il Dio che libera. Se sono fedele alla mia parola, sono il Dio che mantiene le
promesse. Se io riuscirò a dimostrare la nullità degli dèi egiziani, capirai che sono davvero il Dio vivente.ecc.
-Quarta. 'Io sarò quello che sono'.
Vuol dire la fedeltà. 'Io non potrb mai cambiare. Sono il Dio di Abramo... e lo sarò per sempre'. 'Io sono fedele alla mia
Parola'.
– Quinta. 'Io sono colui che fa essere'.
Dice: il creatore. Colui che crea e mantiene in vita, in esistenza le sue creature. Colui che rinnova continuamente. Ci
sono teologi che definiscono cosi lo Spirito Santo: il 'leting be' di Dio. 'Colui che fa essere' di Dio. Lo Spirito, colui
che rinnova dentro, continuamente.
– E ce n'è una sesta. 'Io sono qui'.
Dice la vicinanza di Dio. Il suo 'farsi presente' nella storia dell’ uomo.
Tutte queste interpretazioni sono valide. Ognuno può prenderne una, oppure confrontarsi contemporaneamente
con tutte insieme.
Provate a chiedervi: cosa ho a che fare io, con questo Dio?. Lo riconosco come il creatore?.. Come il fondamento
della mia esistenza?... Come colui che mi rinnova continuamente...? Colui che si rivela fedele?... Colui che devo
riconoscere nella storia?... Colui che, nonostante tutto, resta sempre qualcuno che non conosciamo...?
Dovremmo tener sempre presenti tutte queste sfaccettature, anche per non illuderci mai di aver Dio in tasca... Infatti
questo per un credente è uno degli atteggiamenti peggiori. Una risposta divina come questa, quale
atteggiamento vuol suscitare? Umiltà. Ricerca. Disponibilitá.
Una annotazione. Gli ebrei erano talmente coscienti dell’importanza e sacralità di queste 4 lettere che formano il nome di
Dio, che non le pronunciavano mai, se non nella preghiera. Esprimevano cosi il loro rispetto.
Quando, nella lettura, le incontravano, le sostituivano con altre parole, in particolare 'Adonai', che significa 'Signore'.
PREGHIERE DA POTER UTILIZZARE NEGLI INCONTRI CON I CATECHISTI-ANIMATORI
IL DIO DI TUTTI I SETTE GIORNI
Non cercavo più i segni miracolosi
o mitici della presenza di Dio.
Non volevo più ragionare su di Lui,
volevo conoscerlo.
Cercavo il Dio di tutti i sette giorni della settimana,
non il Dio della domenica.
Non è stato difficile trovarlo, no!
Non è stato difficile perché Lui
era già là ad attendermi.
E l'ho trovato.
Sento la sua Presenza.
La sento nella storia.
La sento nel silenzio.
La godo nella speranza.
L'afferro nell'amore.
Mi è così vicina.
Mi conforta.
Mi rimprovera.
E' il cuscino della mia intimità.
Il mio tutto.
Carlo Carretto
SENZA DI TE POSSO SOLO SECCARE
Io non capisco come non ti stanchi di me.
Tu sei continuamente alla mia presenza
ed io ti guardo solo per qualche tratto,
poi scappo e riprendo la mia libertà,
perché credo che solo così sono me stesso.
Io non capisco perché tu non ti stanchi di me
e non mi lasci al mio destino,
ma poi so che solo tu sei il mio destino,
solo in te mi posso rispecchiare,
solo in te sono me stesso.
Solo in te posso riposare,
solo in te posso crescere.
Senza di te posso solo seccare.
Ernesto Olivero
Dal libro dell’Esodo (3,11-15)
11Mosè
disse a Dio: "Chi sono io per andare dal faraone e far uscire gli Israeliti dall'Egitto?". 12Rispose: "Io sarò con te. Questo
sarà per te il segno che io ti ho mandato: quando tu avrai fatto
uscire il popolo dall'Egitto, servirete Dio su questo monte".
13Mosè disse a Dio: "Ecco, io vado dagli Israeliti e dico loro: "Il
Dio dei vostri padri mi ha mandato a voi". Mi diranno: "Qual è
il suo nome?". E io che cosa risponderò loro?".
14 Dio
disse a Mosè: "Io sono colui che sono!". E aggiunse: "Così
dirai agli Israeliti: "Io-Sono mi ha mandato a voi"".
Io
sar‘
con te
15 Dio
disse ancora a Mosè: "Dirai agli Israeliti: "Il Signore, Dio
dei vostri padri, Dio di Abramo, Dio di Isacco, Dio di Giacobbe,
mi ha mandato a voi". Questo è il mio nome per sempre; questo
è il titolo con cui sarò ricordato di generazione in generazione.
Io sarò con te
Es 3,12
1
Io sono… Io sarò...
OBIETTIVO: introdurre il percorso e approfondire il brano di riferimento aiutando i ragazzi a comprendere che Dio è una presenza fedele
nella vita dell’uomo e che questa fedeltà è resa visibile in modo
“tangibile” in Gesù.
MATERIALE: foglio con i versetti evangelici
TEMPO: un incontro.
CD: allegato 1.
DESCRIZIONE ATTIVITÀ
•
•
•
•
Leggere con i ragazzi il brano biblico di riferimento.
Spiegare brevemente che l’espressione “Io sono colui che sono” può essere tradotta in modi diversi, che sottolineano i vari aspetti di Dio (vedi allegato 1)
Consegnare ai ragazzi la fotocopia (allegato 1) in cui sono riportati molti versetti evangelici in cui Gesù, attraverso la stessa espressione “Io sono”, utilizzata da Dio nel
presentarsi a Mosè, si manifesta agli uomini
Chiedere quindi ai ragazzi di caratterizzare, attraverso degli aggettivi, i contenuti delle diverse immagini evocate nei versetti.
Aiutarli a far emergere l’identità di Dio, rivelata da Gesù.
SUGGERIMENTI: questa attività consente ai ragazzi di familiarizzare con alcune immagini che rappresentano la fedeltà e la vicinanza di Dio e di comprendere più facilmente il
messaggio evangelico.
Il lavoro può essere arricchito proponendo ai ragazzi di tradurre i concetti emersi con immagini tratte dalla loro quotidianità.
Io sarò con te
Es 3,12
1a
PREGHIAMO INSIEME
Si può concludere l’incontro con questo testo conosciuto ma molto bello, che suggerisce un’ulteriore immagine della costante presenza di Dio accanto all’uomo.
Messaggio di tenerezza
Questa notte ho fatto un sogno,
ho sognato che ho camminato
sulla sabbia accompagnato dal Signore
e sullo schermo della notte
erano proiettati tutti i giorni della mia vita.
Ho guardato indietro
e ho visto che ad ogni giorno della mia vita,
apparivano due orme sulla sabbia:
una mia e una del Signore.
Così sono andato avanti,
finché tutti i miei giorni si esaurirono.
Allora mi fermai guardando indietro,
notando che in certi punti c'era solo un'orma...
Questi posti coincidevano con i giorni
più difficili della mia vita;
i giorni di maggior angustia,
di maggiore paura e di maggior dolore.
Ho domandato, allora: "Signore,
Tu avevi detto che saresti stato con me
in tutti i giorni della mia vita,
ed io ho accettato di vivere con te,
perché mi hai lasciato solo proprio
nei momenti più difficili?".
Ed il Signore rispose: "Figlio mio,
Io ti amo e ti dissi che sarei stato con te
e che non ti avrei lasciato solo
neppure per un attimo:
i giorni in cui tu hai visto
solo un'orma sulla sabbia,
sono stati i giorni
in cui ti ho portato in braccio".
Margaret Fishback Powers
Io non c’ero e se c’ero dormivo
OBIETTIVO: rendersi conto di quante volte ci sembra più comodo inventare
una scusa piuttosto che assumerci le nostre responsabilità.
MATERIALE: fogli stampati con i file che trovate sul cd.
TEMPO: un incontro.
CD: 3 situazioni con relativi parametri per le risposte e le carte occhiatacce.
DESCRIZIONE ATTIVITÀ
1. L’animatore sceglie una situazione (può essere scelta a estrazione, fatta scegliere ai ragazzi, oppure a discrezione dell’animatore) e la spiega.
2. Ogni giocatore deve trovare una scusa plausibile in risposta alla situazione data e deve stare attento a rispettare i parametri dati nel formulare la propria scusa.
3. Scopo del gioco è quello di scaricare la colpa su qualcun altro.
ATTENZIONE: se le scuse fossero traballanti o non rispettassero i parametri dati all’inizio del gioco, l’animatore ha a disposizione 3 carte occhiataccia da poter mostrare a ciascun giocatore. Ogni giocatore può ricevere tutte e tre le carte occhiataccia, se questo avviene, il giocatore che ne ha ricevute 3 perde, mettendo fine al gioco.
SUGGERIMENTI: se il gruppo è troppo numeroso è meglio suddividerlo in modo che tutti abbiano la possibilità di partecipare attivamente al gioco. Se vengono in mente altre
situazioni o parametri di risposta da usare fate pure….non servono scusanti.
Io sarò con te
Es 3,12
2
PARLIAMONE INSIEME
PREGHIAMO INSIEME
Dopo aver fatto il gioco rileggere l’esperienza aiutati da queste o altre domande:
Quando accampiamo scuse
• Ti capita mai di inventare scuse, assurde o meno, pur di scappare dai tuoi
Quant’è facile, Gesù, dire:
“Ci penseranno gli altri: i genitori,
i professori, i preti, le suore …”.
Quant’è facile dire: “Passo oltre”,
e limitarsi a guardare gli altri.
Ma, se vogliamo essere tuoi discepoli,
comportarsi così non è possibile,
perché tu non sei mai rimasto a guardare
non sei mai passato oltre.
E non possiamo nemmeno cavarcela
col fatto che siamo ragazzi,
perché tu chiedi a tutti, grandi e piccoli,
la responsabilità delle proprie scelte.
Tu, Gesù, non guardi né all’età, né al sesso,
né ai diplomi, né al colore della pelle.
Gesù, non è facile dire sempre: “Eccomi!”,
come hai fatto tu. Però deve essere bellissimo.
Noi vogliamo provarci. Tu, aiutaci.
•
compiti/doveri? In quali occasioni? Perché ricorri a questo espediente?
Cosa succede quando la scusa non regge più?
È veramente più facile inventarsi una scusa piuttosto che assumersi le proprie
responsabilità?
Questa attività potrebbe far emergere che, se molto spesso si inventano scuse per
pigrizia, a volte si tratta di pretesti che nascondono un senso di inadeguatezza o di
paura/timidezza verso situazioni nuove o impegnative. Sarà importante aiutare i ragazzi a riflettere sulla reali motivazioni delle proprie affermazioni.
(Amico Dio, Tonino Lasconi)
Gli amici si fidano
OBIETTIVO: introdurre il tema della fiducia; comprendere che la compagnia di
un amico fidato aiuta a compiere grandi imprese
MATERIALE: videoproiettore, DVD del film Nemo.
TEMPO: 2 incontri da un'ora o un pomeriggio.
CD: approfondimento per l’animatore.
DESCRIZIONE ATTIVITÀ
1. Vedere, con i ragazzi, il film Nemo.
2. Dopo averlo visto chiedere ai ragazzi le loro impressioni “a caldo”: cosa li ha colpiti maggiormente? Quali temi emergono dal film, secondo loro? Che sensazioni hanno provato e perché? Si sono immedesimati nei personaggi? Per quali ragioni?
3. Chiedere quindi che individuino tutte le situazioni in cui i protagonisti si sono fidati di qualcuno. È stato facile o difficile? Che cosa li ha spinti a fidarsi? Che conseguenze ha
portato nella vita dei personaggi l’atto di fiducia compiuto?
SUGGERIMENTI: l’attività va completata ed approfondita con quella della Scheda 3 a
Io sarò con te
Es 3,12
3
PARLIAMONE INSIEME
PREGHIAMO INSIEME
Il film consente di iniziare con i ragazzi un discorso sulla fiducia, perché permette di
esplorare le dinamiche su cui si fonda la capacità di affidarsi agli altri.
Dal libro del Siracide (6, 14-17)
Un amico fedele è rifugio sicuro:
chi lo trova, trova un tesoro.
Per un amico fedele non c'è prezzo,
non c'è misura per il suo valore.
Un amico fedele è medicina che dà vita:
lo troveranno quelli che temono il Signore.
Chi teme il Signore sa scegliere gli amici:
come è lui, tali saranno i suoi amici.
Preghiera
Signore, mio Dio,
Tu sei grande e buono
e ricolmi dei Tuoi doni la mia vita.
Ecco, davanti a me un nuovo giorno
e, io lo so già, sarà pieno
della Tua tenerezza per me.
Fammi pronto ad accogliere i Tuoi doni,
fammi pronto ad essere dono,
fammi pronto ad essere dono per gli altri,
cominciando da chi mi sta vicino.
Un giorno ancora, Signore…
Questo mi dicembre che Tu hai fiducia in me.
Farò del mio meglio, Signore.
Prendo il mio zaino, ti do la mano e partiamo insieme…
Solo così mi sento sicuro e so che arriverò dove Tu vuoi.
Grazie, Padre mio! Amen.
Piera Sala
Fidarsi è bene...
OBIETTIVO: aiutare i ragazzi a riflettere sulle situazioni e condizioni in cui dare fiducia.
CD: giochi di fiducia.
TEMPO: un incontro.
DESCRIZIONE ATTIVITÀ
•
•
•
•
•
•
Introdurre l’attività presentando il famosissimo proverbio: “Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio” e chiedere ai ragazzi di commentarlo, dicendo se e in quali casi ritengono valida l’affermazione.
Proporre un piccolo “gioco” di fiducia: ad es. bendare un ragazzo e chiedergli di bere da un bicchiere, senza fargli sapere che il bicchiere contiene semplicemente
acqua. Analizzare le reazioni di fiducia o sfiducia (perché hai accettato di bere oppure non hai accettato? Ti aspettavi di bere qualcosa di diverso? che cosa? Eri
incuriosito dall’esperienza o impaurito?) A conclusione del gioco si può riflettere sulla difficoltà di fidarsi di un altro, anche conosciuto, oppure sulla certezza di non
essere ingannati.
Chiedere di descrivere le caratteristiche delle persone in cui ripongono la propria fiducia (mi fido di … perché è …).
Invitare i ragazzi a pensare e a riferire una loro esperienza di fiducia ben riposta e di fiducia tradita.
Alla fine dell’incontro elencare gli aspetti positivi e negativi della fiducia, per stabilire a quali condizioni è ragionevole fidarsi di qualcuno.
Per sperimentare la capacità e la gioia di fidarsi proporre ai ragazzi “la settimana della fiducia”, durante la quale cercare di far capire ad un amico, attraverso un
gesto o un’attenzione, che ci si fida di lui e si tiene davvero alla sua amicizia.
SUGGERIMENTI: a discrezione degli animatori, l’attività iniziale può essere modificata o ampliata con altri classici giochi di fiducia (es. “il ponte” v. CD, oppure la passeggiata
del cieco, in cui un ragazzo viene bendato con qualcosa che non lasci passare la luce e viene guidato da un aiutante, che prevenga le situazioni di rischio, in
percorsi non complicati).
Io sarò con te
Es 3,12
3a
PARLIAMONE INSIEME
La fede è affidare la propria vita a Qualcuno che non vediamo con gli occhi. Può
essere utile aiutare i ragazzi a prendere consapevolezza delle situazioni in cui si
fidano di un altro e dei motivi che li spingono a fidarsi. Queste riflessioni possono
aiutare a comprendere che quando ci sono dei validi motivi per fidarsi di qualcuno è
bene farlo (e viceversa).
PREGHIAMO INSIEME
Signore,
ti chiedo scusa
se tante volte non ho fiducia in Te
e dubito della Tua presenza.
Aiutami a fidarmi anche
delle persone che mi stanno accanto
così che in loro io possa scorgere
la stessa Tua presenza.
Amen.
Mi fido di te
OBIETTIVO: comprendere che, nei rapporti umani, per ricevere fiducia è necessario dimostrarsi affidabili.
MATERIALE: mp3 e testo della canzone, colori a tempera, fogli di carta da
pacco o altro materiale necessario per la tecnica scelta.
TEMPO: uno o due incontri.
CD: testi e musiche della canzone, un “modello” di quadro astratto.
DESCRIZIONE ATTIVITÀ
•
•
•
•
•
Ascoltare con i ragazzi il testo della canzone di Jovanotti “Mi fido di te” (vedi CD)
Consegnare la fotocopia con il testo del ritornello, eventualmente farlo riascoltare e chiedere che cosa li ha colpiti.
Chiedere ai ragazzi di elencare cinque loro qualità, che li rendono persone affidabili. È importante invitarli ad argomentare con serietà queste affermazioni, perché
questo li aiuta a essere concreti e profondi (Es. Credo che gli altri si possano fidare di me perché sono sincero: infatti cerco sempre di dire quello che penso, anche
se gli altri sostengono tutti un’opinione diversa…; credo che gli altri si possano fidare di me perché so mantenere i segreti, ma so anche chiedere aiuto ad un adulto,
se il segreto è troppo grande e problematico)
I ragazzi possono abbinare un colore ad ogni qualità e dipingere il loro “quadro della fiducia”, combinando i colori nella quantità e nelle forme che ritengono adeguate a rappresentare la propria affidabilità.
Con le “opere d’arte” si può allestire una mostra. Ogni quadro avrà un titolo e un pannello esplicativo, compilato dall’autore. In seguito ognuno potrà portare a casa il
proprio quadro, per ricordare ogni giorno quanto può dare agli altri, oppure potrà donarlo a chi vorrebbe che si fidasse di lui.
SUGGERIMENTI: per i gruppi di ragazzi più piccoli si può far ascoltare direttamente solo il ritornello, dato che il testo della canzone è complicato e potrebbe confondere.
Se il gruppo dispone di spazi all’esterno, i quadri possono essere realizzati con tecniche “pasticcione” (es. lancio del colore tramite “cucchiai catapulta” o impronte di mani e piedi, spugne…). Sarebbe interessante invitare alla mostra i genitori dei ragazzi.
Io sarò con te
Es 3,12
4
PARLIAMONE INSIEME
L’attività è composta di due parti, una introspettiva e una creativa, in modo da consentire a tutti, anche ai più timidi ed introversi, di esprimersi.
È importante far riflettere i ragazzi sulla necessità di “perdere” qualcosa di sé per
guadagnare la fiducia degli altri.
PREGHIAMO INSIEME
Signore, a volte mi sento scoraggiato
a causa del giudizio degli altri.
Guardando Te,
trovo il coraggio di cercare la libertà,
intuisco che stando con Te
conoscerò sempre più chi sono veramente.
Aiutami a mostrarmi agli altri
Per quello che sono, in ogni situazione,
senza lasciarmi prendere dalla paura,
ma mosso dalla gioia e dalla fiducia
di chi sta scoprendo la propria vera identità:
essere figlio amato da Dio.
Ti fidi…mi affido
OBIETTIVO: comprendere che Dio per primo si fida dell’uomo (Mosé) e gli affida
grandi imprese; a maggior ragione l’uomo deve imparare ad avere
fiducia in Dio e nella Sua fedele presenza.
TEMPO: un incontro.
MATERIALE: videoproiettore, testo del bans.
CD: bans di Gigi Cotichella “E tocca a te”; canto “Mani”.
DESCRIZIONE ATTIVITÀ
•
Riproporre ai ragazzi la lettura del brano biblico di riferimento per la seconda tappa. Far notare come Dio metta nel cuore di Mosé non un’impresa disperata, ma un’impresa
bella. Infatti il Signore non si lascia fermare dalla sua sfiducia, ma continua a descrivergli la missione che ha intenzione di affidargli, fino al punto di mettersi nelle sue mani.
•
Suggerire quindi ai ragazzi l’idea che Dio si fida di ogni essere umano, come si è fidato di Mosé: infatti ha posto il mondo intero nelle mani dell’uomo e ha dato a ciascuno delle
qualità da “amministrare” a Suo nome. Se anche non chiede di liberare un popolo dalla schiavitù, chiama ognuno, in molti modi diversi, all’importantissimo incarico di affrontare
la vita come una “missione”.
•
Far ascoltare (e possibilmente ballare) ai ragazzi il bans di Gigi Cotichella “E tocca a te” (vedi CD). Consegnare ad ogni ragazzo copia del testo e confrontarsi in gruppo sul suo
significato. Chiedere a ciascuno di scoprire quale piccola “missione segreta” può affrontare nella sua quotidianità (famiglia, scuola, sport, oratorio…) per allenarsi e poter un
giorno, come Mosé, compiere “missioni” grandi e belle.
SUGGERIMENTI: l’incontro può essere completato ed arricchito invitando persone significative sotto il profilo delle scelte vocazionali (religiosi, sposi, volontari…). Si può chiedere in quali occasioni e contesti hanno percepito che il Signore si stava fidando di loro e quali passi li hanno portati ad affidarsi a Lui e a rispondere alla Sua chiamata.
Io sarò con te
Es 3,12
5
PARLIAMONE INSIEME
PREGHIAMO INSIEME
“Nella trasmissione della fede, educare alla fiducia è vitale. Si tratta di imparare a poco a
poco ad avere fiducia in Qualcuno: si deve rischiare di avere fiducia in Dio, come in tutti quelli
che gli rendono testimonianza. La fiducia che accordiamo a Dio si fonda sulla fiducia che Dio
ci accorda per primo: Egli crede in noi. La fiducia in sé, negli altri, in Dio è, in fondo, la spina
dorsale dell’esistenza”. (Bruno Ferrero sdb)
Concludere l'incontro con il canto "Mani" (vedi Cd).
LA
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on
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Dal seder di Pesach
all’ultima cena di Gesù
OBIETTIVO: comprendere che “celebrando l'ultima Cena con i suoi Apostoli
durante un banchetto pasquale, Gesù ha dato alla Pasqua ebraica il suo significato definitivo. Infatti, la nuova Pasqua, il
passaggio di Gesù al Padre attraverso la sua morte e la sua
risurrezione, è anticipata nella Cena e celebrata nell'Eucaristia” (Catechismo della Chiesa Cattolica n.1340).
TEMPO: un incontro.
MATERIALE: schema celebrazione (allegato 1).
CD: scheda celebrazione, materiale di approfondimento per gli animatori.
DESCRIZIONE ATTIVITÀ e SUGGERIMENTI
Questo momento di preghiera può essere proposto in una delle settimane precedenti la Settimana Santa: è pensato come celebrazione in preparazione alla messa in Coena
Domini, per aiutare i ragazzi a viverne con maggior consapevolezza i segni. L'Eucaristia infatti è fonte e culmine di tutta la vita cristiana. Infatti, nella santissima Eucaristia è
racchiuso tutto il bene spirituale della Chiesa, cioè lo stesso Cristo, nostra Pasqua.
I ragazzi sono chiamati a partecipare attivamente leggendo, cantando, preparando l’altare…
In allegato nel CD si possono trovare diversi materiali per approfondire ed ampliare questo fondamentale tema.
Io sarò con te
Es 3,12
6
GONFI D’ORGOGLIO
Festa del perdono
OBIETTIVO: vivere il sacramento della Riconciliazione in preparazione alla
celebrazione della Pasqua.
MATERIALE: fotocopie per ogni ragazzo della traccia completa.
TEMPO: un incontro.
CD: traccia completa della festa del perdono.
DESCRIZIONE ATTIVITÀ
Il pane azzimo è un elemento simbolo della cena pasquale, che segna l’inizio del passaggio dalla schiavitù alla libertà. Anche noi siamo stati liberati da Gesù, che con la Sua
passione, morte e risurrezione ha sconfitto la schiavitù del peccato. Oggi, siamo chiamati a fare esperienza di questa libertà, accostandoci al Sacramento della Riconciliazione…
...continua
Io sarò con te
Es 3,12
7
SUGGERIMENTI
Prima della celebrazione si possono preparare delle striscioline di carta colorate su cui sono riportate le frasi della Bibbia proposte di seguito o altre similari. Ognuna
viene poi arrotolata e chiusa con un nastrino.
•
“Prima della rovina viene l’orgoglio e prima della caduta lo spirito altero” (Proverbi 16,18)
“Il superbo sarà umiliato, ma l’umile sarà onorato.” (Proverbi 29,23)
“Chi pertanto si farà piccolo come questo bambino, sarà lui il più grande nel regno dei cieli.” (Matteo 18,4)
“Chiunque si innalzerà sarà abbassato e chiunque si abbasserà sarà innalzato.” (Matteo 23,12)
“Non fate nulla per spirito di rivalità o per vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà,
consideri gli altri superiori a se stesso, senza cercare il proprio interesse, ma anche quello degli altri.” (Fil. 2,3-4)
“L'anima mia magnifica il Signore … ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili.” (Lc 1,52)
“L'orgoglio infatti è causa di rovina e di grande inquietudine.” (Tobia 4,13)
“Dell'orgoglio si fanno una collana e la violenza è il loro vestito” (Salmi 73,6)
“…chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato”. (Lc 18,14)
“Beati i miti, perché avranno in eredità la terra”. (Mt 5, 5)
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Si può preparare il pane azzimo seguendo la ricetta sotto indicata o comprarlo pronto ( è facile reperirlo nei supermercati più forniti).
Confezionarlo in piccoli sacchetti trasparenti e, prima di chiuderli, inserire dentro il rotolo della Parola.
I sacchetti saranno sistemati in un cestino da presentare in chiesa al momento della liturgia penitenziale. Al termine delle confessioni individuali, ogni ragazzo può prendere un sacchetto, per ricordare la bellezza di una vita liberata dall’orgoglio.
Ingredienti (per il pane azzimo):
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160 gr. di farina 00
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80 gr. di farina integrale
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Acqua
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Sale
Tempo di preparazione: 1 ora e mezzo.
Preparazione: mescolate le farine con il sale e l'acqua tiepida (ce ne vorrà circa 100 ml.) fino ad ottenere un impasto elastico, abbastanza morbido; fatelo riposare circa un'ora
tenendolo coperto con un panno. Stendete l'impasto formando delle pagnotte rotonde e molto schiacciate e infornatele a 220° fino a quando le pagnotte non
avranno assunto una bella colorazione dorata (ci vorranno circa 20 minuti).
Note: le dosi sono per 4 pagnotte.
Una memoria scritta nel cuore
Come gli Ebrei, oggi, vogliamo ripercorrere la strada che fino ad ora abbiamo percorso;
Mosè chiede loro di "ricordare", fare memoria, in questo tempo davanti a Gesù Eucaristia siamo un po' come il popolo d'Israele,
vogliamo fare memoria del nostro cammino e portarlo davanti al Signore.
OBIETTIVO: rivivere nella preghiera i temi trattati nella tappa
MATERIALE: fotocopia del testo dell’Adorazione, foglietti, penne.
TEMPO: un incontro.
DESCRIZIONE ATTIVITÀ
CD: testo completo Adorazione (allegato 1).
Adorazione Eucaristica a cura delle Suore Adoratrici del SS. Sacramento di
Rivolta D’Adda, nostre amiche e da anni collaboratrici dell’Ufficio.
Io sarò con te
Es 3,12
8
«Fate questo in memoria di me»
OBIETTIVO: coinvolgere i ragazzi nella preparazione dell’altare della reposizione, per comprendere il dono d’amore che Gesù, nell’Eucaristia, fa a tutti gli uomini.
TEMPO: un incontro.
CD: immagini esemplificative (allegato 1).
DESCRIZIONE ATTIVITÀ
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Fedeli alla consegna di Gesù, le prime comunità cristiane fin da subito hanno rivissuto il gesto del Suo dono nell'ultima cena. Proporre ai ragazzi il testo di San Paolo che probabilmente contiene la più antica testimonianza della celebrazione dell'Eucaristia:
Prima Lettera di San Paolo Apostolo ai Corinzi (11,23-26)
Fratelli, io ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e
disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me». Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me». Ogni volta infatti che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore finché egli venga.
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Spiegare che nei primi anni della vita della chiesa la frazione del pane non avveniva ancora nelle chiese, ma spesso i primi cristiani si ritrovavano in casa con uno
degli apostoli o qualcuno incaricato da loro.
Proporre quindi il seguente brano degli Atti degli Apostoli:
Dagli Atti degli Apostoli (Atti 20,7-12)
Il primo giorno della settimana ci eravamo riuniti a spezzare il pane e Paolo conversava con loro; e poiché doveva partire il giorno dopo, prolungò la conversazione fino a mezzanotte. C'era un buon numero di lampade nella stanza al piano superiore, dove eravamo riuniti; un ragazzo chiamato Eutico, che stava seduto sulla finestra, fu preso da un
sonno profondo mentre Paolo continuava a conversare e, sopraffatto dal sonno, cadde dal terzo piano e venne raccolto morto. Paolo allora scese giù, si gettò su di lui, lo abbracciò e disse: «Non vi turbate; è ancora in vita!». Poi risalì, spezzò il pane e ne mangiò e dopo aver parlato ancora molto fino all'alba, partì. Intanto avevano ricondotto il ragazzo vivo, e si sentirono molto consolati.
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Far notare che tanti indizi di questo racconto fanno pensare a una veglia pasquale: le lampade (la liturgia della luce), il lungo discorso di Paolo (la liturgia della Parola), la morte e risurrezione di Eutico (la liturgia battesimale), la sala alta e lo spezzare del pane (la liturgia eucaristica), il passaggio dalla notte all'alba.
Coinvolgere i ragazzi nell’allestimento dell’altare della reposizione, rifacendosi a questi brani (idee e suggerimenti nell’allegato 1).
Io sarò con te
Es 3,12
9
Lo spettacolo dell’amore di Dio - Via Crucis
OBIETTIVO: rivivere i temi trattati nella seconda tappa nella celebrazione della Via Crucis.
TEMPO: un incontro.
CD: testo della Via Crucis
DESCRIZIONE ATTIVITÀ
Il Vangelo di Luca presenta la crocifissione di Gesù come “uno spettacolo da contemplare”. Di spettacolo si parla pure nell’A.T. quando Mosè si avvicina al roveto ardente.
Questa Via Crucis partirà proprio da questo momento della vita di Mosè dove Dio si presenta a Mosè nel roveto ardente facendo capire così il Suo amore ardente.
SUGGERIMENTI: nel luogo di partenza della Via Crucis dove si vivrà la scena del roveto ardente sarà opportuno accendere un vero e proprio fuoco attorno al quale mettersi.
Io sarò con te
Es 3,12
10
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Sezione Ragazzi - Arcidiocesi di Udine