Stefano Boscolo
Stefano è il Bibliotecario del Dipartimento Iberoamericano, un punto di riferimento per Alvise in
quanto si occupava appunto della Biblioteca del Dipartimento che lui frequentava
quotidianamente per motivi di studio, ma anche perché sapevo che Alvise con Stefano ed Anna
aveva un bellissimo rapporto e stava bene lì in quelle stanze silenziose, piene di libri dove
poteva coltivare le letture dei suoi autori preferiti. La mattina di mercoledì 20 marzo del 2002, due giorni prima di salire in cielo, è stata l’’ultima
volta che Alvise è passato in biblioteca.
Poi nel primo pomeriggio, si è presentato a sostenere l’ultimo esame: glottologia e verso le 14 e
trenta è venuto a trovarmi in ufficio. L’ho visto uscire dall’ascensore con la sciarpa rossa intorno
al collo ed in mano il suo libretto universitario e avvicinandosi dirmi a voce un po’ più alta del
suo solito, con un volto contento ma velato da un po’ di tristezza: “È finità! L’ultimo esame è
fatto!”
L’ho abbracciato e mi è parso sereno e ha voluto fermarsi per partecipare ad un seminario che
stavo per coordinare sul tema delle community foundations.
È per questo motivo che i libri di Alvise di Spagnolo non possono trovare allora migliore
collocazione di quella Biblioteca in un apposito Fondo.
Nel frattempo la Borsa dedicata ad Alvise, e finalizzata a favorire gli studi di un giovane laureato
del dipartimento di Iberistica di Ca’ Foscari, è giunta alla quarta edizione.
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Stefano Boscolo
Il Fondo AlMa
Caro Umberto,
Anna ha sempre avuto un bel rapporto con Alvise, ad essere sinceri non ricordo nessuna
lamentela di Anna e su di ella di nessuno. Ma con Alvise era scattato qualcosa che differenzia il
rapporto di lavoro, che caratterizza le attività di front-office con l’utenza. Tuttora Anna conserva
le cartoline che Alvise le spediva da ovunque andasse, insieme alle sue ultime richieste di
prestito esterno. Sì, ha ragione, Alvise venne da noi alcuni giorni prima di lasciarci, il mercoledì
o il martedì. Quella sua visita è impressa nella mia mente e resterà indelebile nei miei ricordi.
Bussò, ed entrò nel mio ufficio, cosa che faceva di rado; infatti anche quando frequentava di
passaggio la nostra biblioteca, preferiva soffermarsi con Anna, anche per motivi tecnici. Per
arrivare al mio ufficio, infatti, bisognava attraversare tutta la sala lettura, e questo in persone
rispettose delle regole bibliotecarie è un deterrente, appunto, per non disturbare i lettori.
Quel giorno mi fece una visita. Dopo i tradizionali saluti, si soffermò sulle foto che ho appese
alle mie spalle. Mi fece i complimenti per Giulia che all’epoca non aveva che un paio di mesi, mi
chiese anche se era dura adesso che ne avevo due. Lo ringraziai e confermai il fatto che due
figli ti danno gioie straordinarie ma anche fatiche enormi. Vidi nel suo sguardo una tranquillità
ed una serenità che mai prima mi aveva trasmesso, continuò a soffermarsi sulle foto, dopo
alcuni minuti mi salutò, chiuse la porta dietro a sé…
Non ho un lavoro di grosse responsabilità, al massimo stavo catalogando, cosa che faccio ogni
dannato giorno. Perché non mi sono accorto di nulla? Perché non ho chiesto nulla, a parte le
solite frasi del tipo “e a te come butta?” Perché non l’ho fatto accomodare? Perché non ho
smesso di catalogare e non siamo andati fuori a farci un caffè? Perché non mi sono accorto di
nulla?… Si parlava egoisticamente dei miei figli, mentre Alvise mi stava salutando per l’ultima
volta?
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Lo so, con il senno di poi è facile pensare tutto e il contrario di tutto, è facile assolversi quanto
frettolosamente condannarsi. L’unica realtà è che è successo quello che è successo ed io non
ho potuto fare niente, anzi ancora peggio intuire nulla, nulla di un malessere che stava
dilaniando Alvise.
Anch’io conservo una “cosa” di Alvise, l’agenda del 2002, che come ogni anno Alvise ci portava
e non solo a me ed Anna, ma anche a tutti i colleghi tecnici ed amministratori del dipartimento.
Mi creda, non è stato facile scrivere questa lettera, e sinceramente non riesco a trovare un
motivo valido, perché le abbia raccontato in dettaglio quello che ha poi significato l’ultimo
incontro con Alvise.
Quando ricevo dei doni o fondi librari storco il naso, visto che si trasforma in una plusvalenza
lavorativa. In questo caso sarò onorato se Lei sceglierà di implementare il “Fondo Alma” della
nostra biblioteca.
E penso che il nostro Dipartimento sarà orgoglioso di essere inserito come fruitore di una
iniziativa della Fondazione Alma, come sarà entusiasta di avere una borsa di studio.
Non ci deve ringraziare, siamo noi che dobbiamo ringraziare Lei e la Fondazione Alma per
quello che state facendo e per quello che farete.
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Stefano Boscolo - Fondazione Alvise Marotta