inventario n°08
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inventario
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ciò cui ero abituato e quell’esplosione di ogni dogma fu così
estremo che rimasi a lungo come tramortito, chiedendomi
cosa avrei potuto fare. Memphis fu per me un vero shock.
Era l’esatto contrario di quanto pensavo dovesse essere
il design, ma allo stesso tempo aveva fatto saltare proprio
le regole che odiavo.
MR Alcuni anni dopo hai dichiarato che l’opera di Sottsass
e anche quella di Branzi erano state importanti per te.
JM Proprio il lavoro di Branzi, e non quello di Alchimia o
Marco Romanelli È curioso, ma sono un po’ agitato all’idea
di Memphis, stava per me dalla parte giusta. Era poetico,
di farti delle domande, in fondo in questi anni abbiamo
ma contemporaneamente razionalista. Ad esempio la chaise
condiviso molte cose, parlando però pochissimo! Comunque,
longue che aveva fatto Branzi mi coinvolgeva molto, mentre
per cominciare, vorrei tornare indietro, all’inizio di questa
gli altri pezzi di Memphis non mi sembravano destinati alla
nostra storia, che è un po’ anche l’inizio della tua storia.
vita reale e il design per me, già allora, era fatto per la vita,
Credo sia necessario perché, in un certo senso, non si sa
non per i musei o le esposizioni. Solamente per viverci
molto di te, ma quello che si sa viene troppo ripetuto: è
assieme, per nient’altro. L’approccio di Memphis era un
divenuto una sorta di “mitologia di Morrison”. Non vorrei
ricadere lì. Nel  lavoravo da un anno appena a “Domus”, approccio chiaramente elitario: un abominio quindi, ma non
potevo fare a meno di esserne attratto proprio per la libertà
quando Zeev Aram mandò a Mario Bellini, il direttore,
che concedeva.
alcune immagini dell’ultima mostra da lui organizzata, si
MR Non per tutti l’impressione
chiamava “AD ”. Nella lettera di
fu analoga: per noi, allora giovani
accompagnamento Zeev diceva anche
designer italiani che vivevamo a
che c’era, nel gruppo, un giovane che
Milano, il Post Modern divenne
dovevamo assolutamente conoscere.
rapidamente una sorta di “scelta
Pubblicammo un articolo sulla mostra
obbligata”. O disegnavi in quel modo,
(il tuo pezzo era la “Thinking Man’s
o non ci sarebbe stata per te alcuna
Chair”) e poi Manolo De Giorgi e
possibilità. Quindi quella di libertà era
io partimmo per Londra: un lungo
solo una bandiera: non si era affatto
articolo su di te uscì infine nel numero
liberi! Ma andiamo avanti: un paio
di maggio del .
d’anni dopo, ciò per cui avevamo
Jasper Morrison Corretto: fu fantastico!
combattuto, ovvero il Minimal,
Nel settembre  avevo appena
non solo si era imposto, ma era
Thinking Man’s Chair ⁄ Cappellini, 
finito il Royal College of Art, la
photo: james mortimer
divenuto uno stile.
poltrona presentata da Zeev e i pezzi
Un altro stile. Fu un passaggio
che pubblicaste nell’articolo li avevo
veramente subdolo e soprattutto repentino: prendendo come
pensati in quel periodo. Anche i primi mobili che produsse
indicatore di tempo il Salone del Mobile di Milano, possiamo
Sheridan Coakley venivano dal lì.
dire che se l’anno prima lo “stile ufficiale” era ancora il Post
MR Al di là dell’immediato apprezzamento per il tuo lavoro,
Modern, l’anno dopo era già il Minimal!
devo però confessarti quale fu l’uso “strumentale” che
JM Il Post Modern in realtà non aveva uno zoccolo duro,
facemmo allora delle tue cose. Volemmo vedere da subito in
specialmente per quanto concerneva il design. Non aveva veri
te una sorta di cavaliere armato contro il Post Modern e che
argomenti. Fu assai facile “mandarlo al tappeto”.
combatteva per un mondo minimale. Ne avevamo bisogno!
MR In Italia questo fu meno evidente: ogni qual volta nel
Come ricorderai l’Italia era allora totalmente in preda al Post
nostro paese attecchisce una tendenza che si rifà al passato,
Modernismo, il nostro stesso ingresso nella redazione di
non è poi così facile venirne fuori.
“Domus”, con Mario Bellini, si poneva in opposizione alla
JM Ma lascia che ti racconti come ho scoperto il design
direzione di Alessandro Mendini. La battaglia era appena
cominciata, e in realtà fu, per quanto pacifica, una vera guerra! italiano: durante la scuola d’arte, un po’ perché mi interessava,
un po’ per racimolare qualche soldo, facevo il mercante
JM Anche per me fu una guerra! Durante gli studi ero
di libri vecchi. Un giorno mi passò tra le mani un volume
realmente compresso. Da un lato c’era il vecchio metodo
su Franco Albini, e lì scoprii l’incredibile bilanciamento di
anglosassone, tipico delle scuole di design: ti davano un foglio
poesia e razionalità che caratterizzava il progetto italiano di
di carta trasparente e dovevi cominciare a copiare un qualche
quel periodo. Grazie ad Albini vidi realizzato un sistema di
dettaglio di un qualche mobile, poi dovevi sovrapporre un
coerenza espressiva che dall’architettura arrivava agli oggetti
altro foglio e andare avanti aggiungendo nuovi particolari
quotidiani. Non so davvero cosa avrei fatto se non avessi
e così via. Dall’altra parte invece c’era stata l’inaugurazione
incontrato la foto di quella stanza di Albini con la rete sospesa
di Memphis, a Milano: e io c’ero (per caso)! Il contrasto tra
 — 117.
Nuovi Maestri ⁄ New Masters
 — 117. Nuovi Maestri ⁄ New Masters
Jasper Morrison
di ⁄ by Marco Romanelli
Due amici si incontrano a Parigi, uno arriva da Milano, l’altro da Tokyo. Praticamente coetanei, si conoscono da 26 anni,
ma negli ultimi tempi non hanno avuto molte occasioni per discutere. Vi sono quindi cose da ricordare,
cose da chiarire, cose in cui sperare. ⁄ Two friends meet in Paris, one arriving from Milan, the other from Tokyo.
They are virtually the same age and have known each other for  years, but recently they have not had many opportunities
to talk. There are things to be remembered, things to be clarified and things to be hoped for.
photo: suki Dhanda
Nuovi Maestri ⁄ New Masters – Jasper Morrison
Jasper Morrison
attenzione, grazie al vostro articolo su “Domus”, e di poter
a modi di voliera e il pavimento in vetro, era alla Triennale,
cominciare a lavorare con alcuni produttori. Non c’era tempo
credo. Parallelamente l’intuizione per la “Thinking Man’s
per immaginare dei “movimenti”. Per me era semplicemente
Chair” è sorta in me vedendo l’immagine di una seduta
il mio lavoro, e il mio mondo. Proprio per questo non mi è
spagnola. Non una vera poltrona, piuttosto una poltrona in
piaciuto affatto quando hanno cominciato a dire che facevo
riparazione: avevano rimosso il sedile ed era restata soltanto
parte di un movimento minimalista. Mi infuriavo e dicevo tra
la struttura, ma le linee erano così seducenti che pensai “devo
me e me: “Ma non ho firmato qualcosa per essere coinvolto
disegnare una poltrona che sia solo una linea”. Ridurla alla
in questa faccenda!”.
struttura, eliminando ogni elemento consueto, ad esempio
MR Infatti non è esistito da parte tua un manifesto!
l’imbottitura. In quel momento ero sospeso tra una visione
JM Per la verità ho scritto qualche manifesto, ma non certo
romantica delle cose e un approccio che conducesse a
uno che dicesse: “Dai, mettiamoci tutti insieme e facciamo
qualcosa di nuovo, di concettuale, di atmosferico. Un aspetto
qualcosa di minimale!”.
però mi fu chiaro, da subito: doveva trattarsi di produzione
MR Torniamo allora al problema di “ridisegnare” qualcosa
industriale. L’industria sarebbe stata il percorso corretto
che già esiste. Nel  hai dichiarato a “L’Architecture
per me. Niente di manuale, si doveva trattare di macchine,
d’Aujourd’hui”: “La quête de simplicité est un état d’esprit,
macchine adatte a eseguire degli oggetti. Insomma volevo
c’est une philosophie de vie et de choses. Je ne suis pas
lavorare con l’industria, non essere un artigiano. Pensa che
intéressé par la recherche de formes
in Inghilterra, a quel tempo, se avessi
nouvelles, ou de formes tout court”.
incontrato qualcuno a una cena e ti
Ridisegnare qualcosa può essere considerato
avesse chiesto “Che fai nella vita?” e tu
una particolare accezione della filosofia
gli avessi risposto “Il furniture designer”,
dell’objet trouvé?
immediatamente quello avrebbe replicato
JM Per me è molto semplice: se ad esempio
“Ah, e dove si trova il tuo laboratorio?”.
vedo un vecchio bicchiere da vino, veramente
“Furniture design” significava, allora,
bello, questo diventa ai miei occhi una
unicamente prodotti fatti a mano! Invece
sorta di “oggetto eroico”. E, se non è più in
io vedevo intorno a me esempi di bellissimi
produzione, ecco la possibilità di riportarlo
oggetti realizzati industrialmente ed erano così
in vita. Per il suo valore estetico, ma anche
seducenti che riuscivo a fatica a trattenermi
perché ha un potere atmosferico: la capacità
e aspettare l’occasione di poter lavorare su
di aumentare le qualità di un ambiente.
qualcosa che fosse poi prodotto in serie.
Oltre a questo, mi interessa dimostrare che
MR Quindi, se capisco bene, la tua attitudine
non sono un artista… “Jasper Morrison,
a guardare agli oggetti esistenti precede il tuo
Jasper Morrison &
il grande creatore”: non è veramente il mio
approccio minimalistico?
Naoto Fukasawa, Super Normal
ruolo! La mia passione sono le cose comuni,
JM Non me ne frega niente del minimalismo!
⁄ Lars Müller Publishers, 
fatte dall’uomo, che ci circondano e che
Non sono mai stato coinvolto nel Minimal.
rendono bello il nostro ambiente. Voglio solo
Ho sempre avuto un solo modo di pensare
cercare di migliorarlo ancora. Questo è quello che mi eccita,
e un solo modo di fare le cose. A quel tempo non cercavo
affatto di essere minimalista, cercavo unicamente di fare le mie non certo provare ad assomigliare a Marcel Duchamp. Anche
cose! La gente continuava a dirmi che ero minimalista, ma per se, molti anni fa, ho fatto qualche vero ready-made, nello
spirito dei Castiglioni, ma è tutta un’altra cosa. Era divertente
me non contava assolutamente nulla.
prendere pezzi di provenienza diversa e metterli insieme:
MR Quindi non ti senti e non ti sei mai sentito parte di una
questo, però, è un altro tipo di esercizio.
tendenza?
MR Quindi attraverso il ridisegno vuoi comprendere meglio un
JM No, assolutamente no. Ho buttato via un sacco di tempo
oggetto? Lo vuoi “promuovere”? Perdonami, ma vorrei capire
per cercare di spiegare a tutti che non sono minimalista, anzi
davvero cosa significa “memoria” per te. Personalmente
che ho sempre voluto essere massimalista! D’accordo, posso
concordare sul fatto che tendo a ridurre i materiali, ma guarda cito spesso una bellissima frase di Vincenzo Agnetti che ho
le curve, l’espressione, l’atmosfera: è un’atmosfera ricca, come imparato da Lisa Ponti e che dice “Dimenticare a memoria”.
Mi sembra geniale! Se penso ad esempio a tutti quei libri che
nella “Thinking Man’s Chair”.
ti sono passati tra le mani… tra l’altro devo dire che fu per
MR Per cui non è cambiato nulla per te nel passaggio dal Post
me una grande sorpresa scoprire quante cose tu conoscessi
Modern al Minimal e dal Minimal alla situazione attuale, per
sulla storia del design italiano… ho studiato tutta la vita
altro non facile da definire, forse “nuova decorazione”?
quell’argomento e alla fine tu conoscevi esattamente le stesse
JM Vorrei dirti di più, non solo non è cambiato nulla, ma
cose. Mentre molti nostri colleghi, anche dotatissimi, non
non sono neanche stato in grado di analizzare la situazione
sanno assolutamente niente di storia del design. Comunque
in questo modo preciso e consequenziale. All’inizio,
credo che nel nostro mondo contemporaneo non si possa più
semplicemente, sono stato felice di catturare un po’ di
inventario
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oak taBles, cappellini
2006
photo: Walter gumiero
Nuovi Maestri ⁄ New Masters – Jasper Morrison
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photo: inga knölke
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l’artigianato. Di colpo mi sento insicuro, direi infelice.
dire “non conosco”. Ecco quindi, come diceva Agnetti, che
C’è qualcosa che non funziona per me. Voglio raccontarti a
bisogna conoscere, ma poi dimenticare. Questo processo mi
questo proposito un aneddoto: ho passato due settimane al
sembra simile al tuo: conoscere, dimenticare, ridisegnare.
CIRVA, il centro per la ricerca sul vetro a Marsiglia.
JM Ogni pagina che ho sfogliato quando vendevo libri vecchi,
Lì avevo a mia disposizione un soffiatore di vetro bravissimo,
ogni pagina che ho sfogliato da studente entusiasta è ancora
che era solito lavorare con Bo ek Šípek. Avevo disegnato un
qui, con me. Forse non posso rievocare la pagina nella sua
precisione, ma senz’altro essa può tornare sotto un’altra
bicchiere (disegno sempre bicchieri!), era molto semplice e,
forma. Potrei provare a spiegarti questo fenomeno come una
ingenuamente, gli avevo chiesto di realizzarlo, consegnandogli
sorta di inconscia “enciclopedia delle forme”. Questa è la mia
un disegno, fatto a mano ma preciso, con tutte le misure e le
fonte. Una fonte materiale che va avanti, sempre avanti.
indicazioni necessarie. Dopo una prima giornata di lavoro quel
Ogni tanto forse deve essere rinfrescata, ma comunque
giovanotto aveva soffiato qualcosa di completamente diverso,
qualcosa può sempre tornare a galla, anche da un passato
e così dopo la seconda giornata. Alla fine della settimana era
ormai remoto. Tutto nasce per me dall’allenamento a
riuscito a farlo, ma eravamo tutti molto tristi: io ero triste,
guardare le cose e poi a richiamarle in un modo inconscio.
e anche lui era triste. Non gli interessava affatto realizzare un
Ecco il motivo per cui faccio sempre un sacco di foto. È il mio simile bicchiere. Si sentiva un artista e io cercavo di utilizzarlo
procedimento: guardare le cose e imparare a vederle!
come una macchina. Ovviamente non era mia intenzione
MR Imparare a guardare, quindi. Pensa che curioso, che un
offendere nessuno, ma era una situazione senza vie d’uscita.
libro che è stato veramente importante nella mia formazione
Non ero in grado di fornirgli un’idea che gli permettesse
si chiamava “Saper vedere” [Matteo Marangoni, , ndr],
di esprimere la sua creatività.
in quel caso di trattava di arte, ma
MR La perfezione c’entra in qualche
il principio era il medesimo: bisogna
modo con quello che mi hai
imparare a vedere.
raccontato? Forse l’artigianato non
JM Esattamente. È come una sorta
consente di raggiungere quel grado
di training. Il primo step è senz’altro
di perfezione cui miri? Anche se una
interessarsi alla fotografia. Ogni volta
volta hai dichiarato che non ami la
che mi trovo a insegnare, comincio
perfezione.
spiegando ai miei studenti che devono
JM Sono due cose differenti: amo
applicare questo metodo: guardare e
la perfezione della produzione,
valutare. In ogni situazione: se sono
ma non la perfezione della forma.
in coda all’ufficio postale, devono
Naturalmente enfatizzo un po’ questa
guardare e valutare come sono
dicotomia perché ci sono volte in cui
Pepé le Moko ⁄ Alessi, 
organizzati gli spazi, che valore ha la
amo anche la perfezione della forma,
photo: riccardo Bianchi
luce… Per me è un meccanismo che
ma in generale posso sinceramente
non ha fine: mentre guardo la TV,
dirti che preferisco gli oggetti
un dettaglio di un film mi cattura
leggermente imperfetti. È come con
e mi allontana dal film stesso.
gli esseri umani, nessuno è in realtà perfetto, ma, se lo fosse,
MR Mi pare di capire che il tuo sguardo si concentri
siamo certi che l’apprezzeremmo? L’imperfezione è più
maggiormente sugli oggetti quotidiani piuttosto che,
umana e, almeno credo, più intrigante.
ad esempio, sull’arte.
MR Molti anni fa hai dichiarato a Federica Zanco che
JM Amo l’arte, ma è una faccenda totalmente diversa.
“la perfezione non è sexy”. Credo non stessi parlando solo
MR Quindi non ti è mai capitato di trarre ispirazione, per
di donne?
uno dei tuoi progetti, da un quadro?
JM La personalità, per quanto concerne un essere umano,
JM Mai. Anzi, a dir la verità, una volta ho provato: ho
o la “oggettualità”, per quel che riguarda una cosa, non
proposto a Baccarat un bicchiere che avevo visto in un quadro discendono necessariamente dalla perfezione. Ci arrivano,
di Chardin. Era perfetto, mi sarebbe piaciuto che fosse
da una persona o da un oggetto, indipendentemente dal loro
rimesso in produzione: non se ne fece nulla.
aspetto. La bellezza in se stessa in fondo non è poi così sexy,
MR In ogni caso si trattava di un oggetto all’interno di un
o almeno non così sexy come una magnifica imperfezione.
quadro, non del quadro stesso. Ma tornando al “guardare”,
Non basta che un bicchiere da vino sia bello, deve avere
ho l’impressione che solo una parte del reale sia interessante
carattere, introdurre una quota di potere ambientale, ovvero
per te. Sto pensando alla tua esperienza con la ceramica a
restituire all’ambiente in cui si trova e all’atto quotidiano
Vallauris: non mi sembra che tu abbia trovato interesse in
dell’usarlo un’emozione positiva. Curiosamente questo tipo di
quelle antiche tradizioni.
carattere si trova assai raramente negli oggetti belli. Per andare
JM Effettivamente, era qualcosa di troppo vago. Mi succede
più a fondo nel progetto degli oggetti, se vogliamo raggiungere
ogniqualvolta cerco di confrontarmi, come designer, con
qualcosa di superiore rispetto alle qualità estetiche, dobbiamo
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spiegare qual è la differenza tra “supernormale”, “normale”
dare meno importanza alla forma e considerare altre qualità,
e “banale”? Ti confesso che c’era qualcosa, nella mostra e nel
quelle qualità che rendano un oggetto esattamente se stesso.
libro, che non mi è mai stato chiaro (e a volte mi capita anche
MR Mettiamoci però, per un momento, nei panni di qualcuno
che guardi un tuo progetto, non io che conosco bene sia te che con il lavoro di Fukasawa): qual è il punto di svolta tra fare
un oggetto “Super Normal” e non fare nulla di nuovo?
i tuoi oggetti, qualcuno “vergine”: che cosa rileverebbe?
JM Il “Super Normal” per quanto approssimativo possa essere
La bellezza è evidente, la funzione è chiara, tutto è
un concetto del genere, è per me un punto di riferimento
giustamente tarato, ma forse è difficile dire che il tuo oggetto
molto importante. Intanto, considerando che il dibattito
è sexy. Forse calvinista, piuttosto?
nel mondo del design è oggi praticamente assente, “Super
JM Beh, dipende da cosa intendi per sexy! Se pensi che sia
Normal” è stato visto come una provocazione e questo è
sexy un oggetto di Fabio Novembre oppure una donna in
avvenuto semplicemente perché proponeva un ribaltamento
bikini su una spiaggia, certo apparentemente lo sono, nessuno
può negarlo. Ma, in realtà, il coefficiente di attrazione dipende dello status quo. Ma in realtà il significato era ben più
importante. “Super Normal” è stato pensato per suggerire
dalla cultura di chi guarda. Insomma credo che esistano modi
nuove priorità nel progetto, quindi come antitesi rispetto a
diversi di essere seducenti! Forse è una forma di perversione,
ciò che il design è diventato nei media e, a grandi linee, come
ma per me l’attrattiva di un oggetto va oltre la sua apparenza.
antitesi rispetto a ciò che annualmente vediamo passeggiando
Per farti un esempio, se sono invitato in un ristorante alla
negli spazi del Salone del Mobile di Milano.
moda, con una apparecchiatura eccessiva
Sono convinto che il design, finché non
– cinque piatti, tre diversi bicchieri, in scale
riuscirà a colmare il baratro che ha scavato
e con forme differenti, e poi cinque o sei
tra sé e la vita quotidiana, sarà sempre
posate – non mi interessa più valutare se
inteso più come intrattenimento che come
i singoli pezzi siano belli o brutti, l’atmosfera
situazione reale. Se l’obiettivo primario
nel suo insieme diventa poco sexy. Come
del nostro lavoro si riduce a consentire
potrebbe accadere qualcosa di realmente
una conversazione frivola su un nuovo
stimolante attorno a una simile tavola?
candeliere durante una cena, allora tanto
Ogni possibilità viene esclusa fin dall’inizio.
vale ripiegare i nostri tavoli da disegno e
MR Quindi per te è importante che si
andarcene tutti a casa! Il design si merita di
preservi una sorta di sospensione? Sei in
essere considerato più seriamente di quel che
attesa di qualcosa di segreto da parte degli
avviene oggi, più seriamente che non come
oggetti?
specchietto per le allodole, come rincorsa
JM Gli oggetti devono creare una buona
alle copertine dei giornali. Se i nostri progetti
atmosfera. L’ho capito abitando con oggetti
Jasper Morrison, A world without
non funzionano in modo adeguato, se non
“scarsamente significanti” che in realtà, nel
words ⁄ Lars Müller Publishers,
sono capaci di durare nel tempo, allora a chi
tempo, si sono mostrati molto più giusti
 (first edition, )
serviranno? Ecco perché mi va benissimo
dei loro alter-ego iper-progettati. A quel
che l’oggetto “Super Normal” sia in realtà
punto sono rimasto stregato da questa
scelto soggettivamente, a condizione che funzioni meglio e per
loro capacità, realmente surclassavano i loro “colleghi”
un periodo più lungo che non le sue alternative. Credo che gli
professionali. Ne ho parlato con Naoto Fukasawa ed ecco
oggetti necessitino una valutazione su un periodo lungo, cosa
nascere l’idea del “Super Normal”. So che parecchia gente
che può verificarsi solo vivendo con essi.
pensa che questo mio atteggiamento sia eccessivo, e forse
MR Per cui, se ti è possibile, cerchi di fare simili esperimenti
hanno ragione, ma non posso farci nulla, l’attenzione
con i tuoi progetti? Testarli, aspettando e vivendo con essi?
parossistica per l’ambiente è una peculiarità con cui sono
JM Certo, metto in pratica questa operazione di test a casa.
nato. Da bambino riuscivo a sentirmi assolutamente infelice
E credo si tratti di un esperimento veramente positivo.
in qualsiasi luogo che avesse un’atmosfera negativa. La mia
sensibilità era eccessivamente sviluppata rispetto agli ambienti: Osservare le cose, sedersi su di una poltrona che si è disegnata
dieci anni prima, guardarla ogni giorno e chiedersi: lavora
stando in un posto sbagliato, arrivavo a percepire la mia
personalità che si disintegrava. E non riuscivo assolutamente a meglio o peggio del primo giorno? Ti assicuro che di certi
oggetti di cui all’apertura del Salone ero veramente sicuro,
difendermi o a recitare adattandomi all’ambiente in cui ero.
dopo un anno soltanto mi trovavo a pensare: “ma questa è
MR Arrivavi a sentirti male fisicamente?
una porcheria!”.
JM Mi sentivo insicuro. Ma, per tornare al nocciolo del
MR Ma fai riferimento anche a oggetti disegnati da te?
problema, questo malessere mi ha permesso di sviluppare
una sensibilità agli effetti degli oggetti sul loro contesto molto JM Certo! Mentre altri oggetti di cui il primo giorno mi
trovavo a dire: “Boh?!”, in realtà nel tempo potevano
superiore alla media. È per questo che sono diventato un
trasformarsi in qualcosa di più sicuro, di più forte. Penso che
designer.
questa sia la caratteristica più significativa di tutta la questione
MR Tornando al concetto di “Super Normal”, mi potresti
Nuovi Maestri ⁄ New Masters – Jasper Morrison
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Dp01 telephone, punkt
2010
inventario
everything is a project
su quel fronte, le tue idee avrebbero potuto diffondersi nel
“Super Normal” perché racchiude aspetti del design molto
mondo. Invece è come se, a un certo punto, esse avessero
importanti, che sono e sono stati completamente ignorati,
perso il loro migliore testimone, ovvero tu stesso. Ma forse
anche se i giovani designer mi sembrano più vicini a questo
non ti importava nulla che avessero successo? Forse preferivi
approccio nel loro puntare sulla creazione di un’atmosfera
positiva e nel rinunciare a una eccessiva esposizione mediatica. restare un testimone inconsapevole? Ti posso assicurare
che per molti di noi lo sei stato! Non ti sentivi un testimone,
MR Ti ricordi il “Compasso d’Oro a Ignoti”, quel premio
non volevi vivere quel ruolo?
che Bruno Munari aveva immaginato di dare ai progettisti,
JM Non mi sentivo a mio agio in quel ruolo, sebbene
sconosciuti, degli oggetti anonimi più belli? In quella selezione
naturalmente mi preoccupi del successo e della diffusione
però gli oggetti erano realmente tutti anonimi, mentre nella
delle cose che disegno, e poi c’erano altri molto più bravi
vostra selezione esiste uno strano mix di pezzi anonimi di
di me nell’interpretare “il ruolo del designer”. Io avevo
fianco a cose conosciutissime di Jasper Morrison, di Marc
deciso di lavorare più sul progetto che sulla comunicazione,
Newson o di Konstantin Grcic!
avevo deciso di lasciar parlare da soli i miei oggetti, il
JM Proprio questo è per me il test più importante: verificare se
un oggetto “di design” può stare, senza complessi, al fianco di che è stato anche un modo per obbligarmi a lavorare più
duramente. Ancora oggi credo che sia stata assolutamente la
un oggetto anonimo! È il risultato più alto cui si può arrivare.
decisione giusta. Il mio obiettivo quotidiano è ora molto più
In realtà però gli oggetti anonimi partono sempre in vantaggio
chiaro: fare cose migliori di quelle che già esistono! Certo,
proprio perché non portano il peso della firma, dell’essere
magari non sempre funziona, ma almeno non devo pormi
creazione di questo o di quell’altro designer… Naturalmente
quotidianamente il problema se andare a un congresso
ci sono poi alcune, poche, eccezioni: la libreria di Dieter
sul design oppure nel mio studio
Rams, la caffettiera di Richard
a lavorare.
Sapper… Tuttavia, se avessimo
MR Ma invece quando l’oggetto ha
escluso a priori dalla scelta dei “Super
qualità, magari molte qualità? Anche
Normal” i pezzi autoriali, saremmo in
in questo caso non ti sentivi di essere
fondo ricaduti nell’ennesima mostra
l’eroe di un oggetto con qualità?
sul design anonimo. Viceversa, nella
JM Se l’oggetto ha qualità, a quel
nostra scelta c’è una maggioranza di
punto non servo più io: esso stesso
oggetti anonimi (in fondo è più facile
può essere l’eroe! Non mi interessa
trovarli con caratteristiche congruenti
essere l’eroe dietro all’oggetto. Forse
ai principi “Super Normal”), ma
è un difetto, ma non voglio pormi
non sono esclusi quelli dalla paternità
al centro dell’attenzione.
riconosciuta.
Cast Iron Kitchenware ⁄ Oigen, 
MR Torniamo per un momento a
MR “Super Normal” è stato una sorta
photo: morrison studio
“A world without words”, un libro,
di manifesto, ma prima, per lunghi
o meglio un messaggio, che ho amato
anni, hai portato avanti una battaglia
molto. Mi ha sempre incuriosito il
senza manifesti e soprattutto senza
fatto che tu abbia “inventato” quel libro senza parole in un
mettere te stesso, come personaggio, in prima linea. Era una
momento in cui viceversa i tuoi oggetti “parlavano ancora”,
battaglia combattuta dai tuoi oggetti, ma priva di una vera e
in un momento di forte espressività. Quando hai deciso che
propria dichiarazione di guerra. C’era solo la loro esistenza e
gli oggetti avrebbero dovuto essere più silenziosi?
l’esempio silenzioso del tuo comportamento. Perché? È una
JM “A world without words” è nato come una conferenza per
questione di carattere?
immagini, in realtà quindi per evitare di parlare in pubblico,
JM In realtà c’è stato qualche manifesto, quando ero molto
ma era anche una canzone d’amore per un mondo eroico
giovane. È strano rileggerli ora. Ricorderai “Utilism”, e prima
di manufatti e di bellezza che avevo scoperto nei libri che
uno scritto intitolato “The unimportance of form”, e prima
collezionavo o che sfogliavo nella biblioteca del Royal College.
ancora, da studente, un testo folle, romantico, che raccontava
La mia resistenza rispetto all’espressione è cominciata dopo
di un tizio che una sera aveva bevuto parecchio e la mattina
che avevo progettato la “Thinking Man’s Chair”: avvertivo
dopo si svegliava, contemplava le gambe di una ragazza e,
vedendo alcuni vasi da fiori impilati nella vetrina di un negozio che si trattava di un oggetto troppo artistico e mi sentivo in
qualche modo contrario a quel tipo di formalismo. Non mi
progettava un tavolino tipo “Flower Pot Table”. Ma un
era chiaro perché, ma era chiaro un bisogno di rifiutarlo: non
manifesto è stato per me anche il libretto “A world without
volevo essere quel tipo di designer, altamente espressivo!
words”. Detto questo, ho sempre preferito essere soltanto
MR La “Thinking Man’s Chair” era già troppo?
un designer, che fa il lavoro del designer.
JM Non so se fosse troppo, anche perché in realtà amo molto
MR Non pensi che la tua faccia, la tua persona, avrebbero
quella poltrona, sono stato felice di quel progetto e poi mi ha
potuto garantire più successo alla tua teoria? Ho come
regalato una grande attenzione e l’articolo su “Domus” che,
l’impressione che se ti fossi impegnato con tutto te stesso
Nuovi Maestri ⁄ New Masters – Jasper Morrison
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JM Beh, pensaci un po’… Stai lavorando per certe aziende
a sua volta, mi ha portato a lavorare per Cappellini e FSB.
che si aspettano dei prodotti… e poi speri sempre che le cose
Insomma è stato un inizio straordinario, non avrei potuto
possano alla fine funzionare, solo dopo ti accorgi di quanto
desiderare di più, ma forse ero alla ricerca di qualcosa di
fossero deboli.
diverso, di più asciutto, di più industriale. Probabilmente
MR Come sai amo molto il tuo lavoro, e forse è questo il
avvertivo la sensazione che in quei primi pezzi ci fosse troppa
motivo che mi impedisce di vedere progetti che non entrino
poesia, troppa espressività e che alla fine essi stessi fossero
in una coerente continuità…
eccessivi per l’atmosfera che volevo raggiungere. Ancora
JM È qualcosa di molto personale, ognuno di noi sa
oggi quando sto disegnando un oggetto lo immagino inserito
intimamente cosa sta facendo e se questo qualcosa è buono
in una stanza ideale, che mi consente di selezionare le idee
o no. Ci sono stati periodi in cui non amavo nemmeno più
e di valutare quale effetto atmosferico avranno le diverse
il mio lavoro. Mi ricordo una volta che stavo aspettando un
soluzioni. In un certo senso quella stanza non è cambiata
aereo e poco più in là c’era Vico Magistretti che mi disse
così tanto negli anni, l’atmosfera base è sempre la stessa,
più o meno “Come siamo fortunati noi che possiamo fare
anche se tutto si è evoluto nel tempo. Se guardo ad esempio
quello che veramente amiamo fare! Abbiamo un lavoro così
il disegno dell’ambiente ideale pubblicato in “Domus” nel
bello: cosa potrebbe essere meglio che fare il designer?”. Per
, certamente il tappeto e forse anche qualcos’altro non
me fu un vero shock, perché in quel momento non mi stavo
sarebbero più lì, ma il principio rimane: è un mio modo di
divertendo proprio per niente, ma mi aiutò moltissimo: capii
verificare le scelte mentre progetto.
che doveva esserci qualcosa di molto sbagliato nella mia
MR È un esercizio che compi davvero? Esiste realmente nella
situazione se Magistretti, alla sua età, riusciva a essere così
tua testa una stanza da riempire di oggetti?
felice, mentre io mi sentivo totalmente
JM Così suona un po’ troppo
infelice. Per questo decisi che dovevo
pittoresco, nella realtà lo è meno,
cambiare. Tra l’altro in quello stesso
ma il principio è molto semplice:
periodo le vendite dei miei prodotti
ad esempio se stai pensando a una
al Salone non andavano tanto bene,
sedia è sufficiente immaginare che
anche le reazioni della critica non
tipo di effetto avrà sull’atmosfera della
erano così entusiastiche e in fondo
tua stanza di riferimento. Troppa
certi pezzi non piacevano neppure a
espressività? Troppa discrezione?
me. Certo c’erano le eccezioni, ma ero
Questo mi aiuta a raggiungere il
molto scoraggiato.
corretto equilibrio.
MR Riesci a ricostruire il momento
MR Nel , dopo aver prodotto la
iniziale e quello finale di questa fase?
tua “Plywood Chair”, Rolf Fehlbaum
Hannover Tram ⁄ Üstra, 
JM La fine del problema fu l’incarico
ha affermato che si trattava di una
photo: miro Zagnoli
per il tram di Hannover, un lavoro
sedia talmente perfetta che era difficile
che mi portò in un’altra dimensione
immaginare come avresti potuto
andare avanti. Condivido in pieno questa posizione: gli oggetti e mi aiutò moltissimo. Era una cosa così vera, con uno scopo
così reale, che quando tornai al furniture design avevo capito
del tuo primo periodo erano così perfetti che per forza, per
quello che volevo davvero, come avrebbero dovuto girare le
poter procedere oltre, avresti dovuto cambiare.
cose. Tutto doveva essere più reale, più quotidiano!
JM Ma se non era nemmeno una sedia! Certo puoi tenertela
MR Un altro punto di svolta mi pare sia riscontrabile nella
intorno, ma se dovessi realmente usarla ti provocherebbe
“Air Chair”: dopo questo progetto del  per Magis mi
sofferenza per il resto dei tuoi giorni! È stato proprio
pare sia aumentata la tua attenzione verso tipologie molto
dopo quell’esperienza che mi sono sentito maggiormente
semplici, in un certo senso povere, a cui potevi applicarti
coinvolto nel discorso ergonomico: se vuoi essere un buon
pienamente in termini progettuali. Per arrivare a situazioni
designer, necessariamente una tua sedia deve essere comoda!
quali la “Basel Chair” o la “Trattoria Chair” in cui non mi è
Pretendere che una sedia di bell’aspetto, ma scomoda,
chiaro dove si fermi l’ispirazione e dove inizi il progetto.
sia comunque un buon progetto è veramente scorretto.
Tra l’altro, delle due sedie citate è ancora piuttosto facile
Assodato questo principio non nego che a quel tempo ho
trovare in commercio, quanto meno in Italia, il modello
vissuto un pessimo periodo, ho perso più volte la strada.
“originale”, la cosiddetta sedia “da chiesa” o sedia “Milano”,
Non sapevo che fare o peggio facevo cose di cui non ero
assai meno costosa delle sue versioni “design”.
convinto, anche cose profondamente sbagliate. Le puoi
JM Intanto la “Air Chair” per me è stata una versione in
trovare alla fine della mia monografia, in un regesto in cui
plastica della “Plywood Chair”. Se ci pensi, se elimini quella
esilio le cose che non mi piacciono, ma alcune, quelle di cui
pelle sottile che costruisce lo schienale e il sedile, ti ritroverai
mi vergogno veramente, non sono nemmeno lì!
nuovamente davanti alla nuda struttura di una sedia: uno
MR E quale sarebbe la ragione per produrre cose di cui non
scheletro riempito con due superfici.
sei convinto?
inventario
everything is a project
l’investimento. E per quanto riguarda la stampa, sia a me che a
La “Air Chair” è stato il primo progetto derivato dalla mia
loro, non interessa particolarmente perdere un paio di articoli:
nuova consapevolezza sul cosa fare. Dopo vennero la “Basel
non è certo quello l’obiettivo da raggiungere! Viceversa, ogni
Chair” e la “Trattoria Chair”. Delle due quella che credo
volta che ho avuto un lavoro nel campo dell’elettronica o
abbia diritto ad almeno un po’ di considerazione è la “Basel”.
della telefonia, la faccenda si è rivelata molto più complessa.
Non importa nulla che tu possa acquistare “l’originale” per
In alcuni casi, finito di presentare il progetto, i clienti mi
meno, quell’originale giaceva, ai tempi, “addormentato”, per
guardavano come per chiedermi “Ma è questo quello per cui
non dire totalmente dimenticato. Ecco, io volevo richiamarlo
in vita e contemporaneamente aggiornarlo. Sostituire il sedile e ti abbiamo pagato?”, e allora io replicavo “Mi avete cercato
lo schienale tradizionali, in legno, con la plastica rappresentava perché volevate un progetto che desse qualità alla vostra
produzione oppure volevate un’ennesima porcheria come ne
non solo una decisione coerente dal punto di vista produttivo,
avete già molte?”. L’ultima volta è successo con Lenovo, la
ma anche una scelta interessante: a quel punto il legno
compagnia di computer cinese: finita la mia presentazione, mi
naturale andava a combinarsi con la plastica colorata in un
hanno mostrato, spiegandomi che la vendevano benissimo,
modo allora assolutamente inedito ma, in seguito, molto
la loro invenzione più recente, una sorta di finitura perlata,
copiato. Quindi, in sostanza, credo di aver condotto il
in un colore più o meno bordeaux, con finti diamanti inseriti
pubblico a guardare nuovamente a quella tipologia di sedia e
nella plastica. E allora gli ho chiesto “Ma perché avete cercato
ad apprezzarne l’importanza.
proprio me?”.
MR L’abitudine di riferirsi a tipologie esistenti è stata una
MR Però quando presentasti “The Crate”, nel ,
scelta cosciente o, piuttosto, inconsapevole?
la polemica fu feroce.
JM L’analisi dei disagi che stava manifestando il design
JM Non ho mai fatto un progetto
d’autore mi aveva portato alla
che sia stato così discusso. Rimasi
consapevolezza che il problema
veramente impressionato dalle
stesse nell’“ego creativo”. In fondo
reazioni. A mio giudizio “The Crate”
gli oggetti anonimi non hanno
rientrava perfettamente nello spirito
bisogno di bilanciare la firma del
di Established & Sons, produttore
designer con la questione primaria
eccentrico e molto British, e poi per
di creare un progetto gradito al
me era anche “Super Normal”.
pubblico: semplicemente fanno il
In quel momento ero particolarmente
loro lavoro! Per questo ho deciso
agguerrito contro l’idea dell’ego
di trovare delle strade alternative
creativo. Non sto cercando delle
che mi permettessero di trovare
giustificazioni, è stato comunque
ispirazione fuori dalla mia testa, e
Vitra Bus Stop ⁄ Vitra, 
un progetto molto sincero: quando
quindi ho pensato di esaminare il
mi sono trasferito nella mia casa di
mondo degli oggetti per verificare
Parigi, gli operai avevano lasciato una
quali tra loro svolgessero al meglio
vecchia cassetta da vino che era servita per trasportare delle
una funzione quotidiana. Non si tratta di un procedimento
tegole. L’ho pulita e l’ho usata come comodino! Dopo due
particolarmente difficile, e comunque, in generale, preferisco
anni ho cominciato a rendermi conto che era un comodino
lasciare che le idee vengano a me, piuttosto che andarle a
perfetto: un contenitore per i libri in basso, a dare stabilità al
cercare. Raggiunta l’ispirazione, rimaneva comunque l’altra
piccolo ripiano superiore per la sveglia, un bicchier d’acqua e
parte del lavoro, ovvero permettere alle idee di svilupparsi in
quant’altro può servire di notte. Così ho deciso di trasformare
prodotti realizzabili e che garantissero una performance valida
quella cassetta in un progetto, senza pensare che la gente
e duratura nel tempo.
l’avrebbe trovata un’idea offensiva.
MR Hai mai avuto problemi con i produttori proponendo
MR Forse la polemica era più riferita al prezzo cui
queste cose non così “disegnate”, non così “Jasper”?
“The Crate” era venduta? Perché l’idea è senz’altro molto
JM Spero che siano comunque “abbastanza Jasper”!
forte, ma magari più per una mostra che per il mercato…
MR Ma certo che sono “abbastanza Jasper”, cerco
semplicemente di mettermi nei panni di certi produttori, cerco JM Naturalmente ognuno è libero di andarsi a prendere
una vera cassetta per il vino e usarla come avevo fatto io,
di immaginare la loro faccia nel momento in cui gli presentavi
come potrei oppormi a questa possibilità? Anzi, in un certo
un oggetto che volutamente non era “fashion”, ma che loro
senso preferirei che facessero così piuttosto che comprare la
avrebbero comunque dovuto portare al Salone del Mobile di
cassetta disegnata da me. Forse quelli che hanno protestato
Milano e presentare alla stampa “a caccia di novità”…
hanno visto in “Crate” un progetto pigro o cinico, ma non
JM Con i produttori con cui sono solito lavorare non c’è mai
stato alcun problema, non solo perché ci conosciamo da molto dimentichiamoci che mi ci sono voluti due anni per capire che
era sì una cassetta per il vino ma anche un progetto in nuce.
tempo, ma anche perché i miei pezzi hanno ormai, dal punto
di vista economico, dei risultati più che sufficienti a giustificare MR Sbaglio oppure un punto intermedio tra il momento
Nuovi Maestri ⁄ New Masters – Jasper Morrison
inventario n°08
078 -079
Mi avevano invitato a fare una mostra da loro e così sono
iniziale “di disegno” e questo del “non disegno” è
andato a dare un’occhiata. Mi sono appassionato alla
rappresentato dalla “chaise” per il Convento della Tourette?
parte del museo dedicata agli oggetti del XVII e XVIII
In essa vedo i due aspetti congiunti: l’osservazione e il
secolo, mentre lo spazio per le esposizioni temporanee era
progetto.
veramente molto meno interessante. Sulla strada del ritorno,
JM È vero, prima di cominciare il progetto per la Tourette
sfogliando il librone sul museo che mi avevano regalato, ho
naturalmente ero stato invitato a visitare il convento ed ero
di colpo immaginato quelle stanze sostanzialmente inalterate,
rimasto a dormire una notte in una delle celle, conservata
ma abitate da uno o due intrusi, da uno o due oggetti
esattamente come era stata progettata da Le Corbusier.
contemporanei. Così ho scritto alla direttrice, Bernardette de
Uno spazio basico eppure piacevole. Il giorno dopo feci un
sopralluogo e scattai numerose fotografie di cui una dei banchi Boysson, proponendo l’idea, convinto che avrebbe rifiutato,
all’interno della cappella. I supporti anteriori e quelli posteriori e invece accettò! È stata un’esperienza molto forte scegliere
i pezzi che avrebbero dovuto inserirsi, in un modo discreto,
del banco erano collegati con un traverso di legno che
ma comunque forte, in ciascun ambiente. Un gioco efficace
poggiava a terra. Guardando tempo dopo la foto mi sembrò
di taratura dell’atmosfera: penso che, alla fine, sia gli oggetti
di scorgere la sagoma di un fedele inginocchiato in preghiera.
antichi che quelli nuovi abbiano beneficiato dalla loro inedita
Cominciai il progetto da quella suggestione. In realtà la fase di
interrelazione.
osservazione è diventata un elemento cardine nel mio lavoro.
MR Torniamo al tema degli oggetti più o
Faccio un sacco di foto, di solito quando
meno disegnati: è una mia impressione
viaggio, ma sovente anche nella realtà
o qualcosa è di nuovo cambiato per te?
quotidiana. Puoi vederne alcune, su cui ho
Negli ultimi due anni mi è sembrato che tu
scritto dei brevi commenti, nel mio sito,
cominciassi ad allontanarti dalla realtà degli
basta che clicchi sulla polaroid appoggiata
oggetti di riferimento per ricominciare a
alla mensola [“photo of the month”]. È una
progettare di più.
faccenda che è nata leggendo La Vie mode
JM E perché no? Ma sì, è vero.
d’emploi di Georges Perec. Anche se non
Ho ricominciato a guardare indietro, alla
sono mai riuscito a finirlo, credo proprio
“Thinking Man’s Chair”e a chiedermi se
che sia un buon libro. Perec parla di tutti
non potessi permettermi un po’ più
gli oggetti che si possono trovare in un
di libertà, semplicemente dicendomi
condominio parigino, racconta la loro storia
“Ok, proviamo a fare qualcosa di bello”…
e la storia delle persone che li possiedono,
Con i miei figli intorno sono diventato più
arrivando a tracciare un variegato ritratto
morbido!
della vita quotidiana. Ho capito così che
Basel Chair ⁄ Vitra, 
MR Ero certo che si trattasse di un
tutta la faccenda di conservare il passato,
photo: marc eggimann/vitra
cambiamento che era partito dalla tua vita
inteso solo come testimonianza eccezionale,
privata, e ti assicuro che, nei tuoi oggetti,
all’interno dei musei è un madornale errore
i segni di questa nuova attitudine sono già molto chiari.
commesso da miopi.
JM Sono felice di sentirtelo dire! Credo di avere oggi un
È sufficiente visitare le collezioni di arte popolare del Museo
atteggiamento più disteso rispetto al mio lavoro di quello
Etnografico di Lisbona per capire che la vita quotidiana non
che avevo un tempo. Sono più rilassato e mi diverto di più.
solo è più interessante, ma anche più utile per interpretare
Forse era semplicemente l’essere arrivato a una certa età
il passato. Mi interessa capire che tipo di qualità siano
che permetteva a Magistretti di divertirsi così tanto con
necessarie per una vita migliore e i luoghi che mi ispirano
il suo lavoro!
maggiormente si pongono di solito banalmente alla fine dello
spettro che va dallo “speciale al normale”! Credo che queste
situazioni costituiscano uno straordinario antidoto potenziale
contro il concetto di perfezione dell’oggetto e contro la fasulla
seduzione del circo del design come è presentato dai media.
Insomma, in sintesi, sono interessato a trovare altri tipi di
bellezza nel mondo.
Per me è un modo di comunicare, di pensare, di apprezzare
le cose e alla fine anche di trarre ispirazione.
MR Ti è mai successo qualcosa di analogo anziché con un
oggetto anonimo con un pezzo di antiquariato, ad esempio
con una commode del XVII secolo?
JM Lascia che ti mostri il catalogo di un’esposizione che ho
fatto a Bordeaux, al Musée des Arts Décoratifs, nel .
inventario
everything is a project
 — 117.
Nuovi Maestri ⁄ New Masters
Jasper Morrison
Marco Romanelli It is strange but I’m a bit anxious at the idea
of asking you questions, after all we have shared plenty of
experiences over the years but we have never spoken very
much! In any case, to begin with, I would like to go back to
the start of our story, which coincides, more or less, with the
start of your story. I think this needs to be done because, in
a certain sense, not much is known about you, but what is
known has been said too often: it has turned into a sort of
“Morrison mythology”. I do not want to lapse into that.
In  I had only been working for “Domus” for about
a year, when Zeev Aram sent Mario Bellini, the editor-inchief, some pictures from the latest exhibition he had just
organised called “A.D. ”. In the accompanying letter Zeev
said that the group included a young man we absolutely
had to meet. We published an article about the exhibition
(your piece was entitled “Thinking Man’s Chair”) and then
Manolo De Giorgi and I set off for London: another article
about you was then published in the May  issue.
Jasper Morrison That’s right: it was wonderful! In September
 I had just finished studying at the Royal College of
Art, I had designed the armchair presented by Zeev and the
various pieces referred to in the article during that period.
The first pieces of furniture produced by Sheridan Coakley
also dated back to then.
MR Apart from my immediate admiration for your work,
I must tell you how we “used” your things back then. We
immediately wanted to see in you a sort of knight-in-armour
battling against the Postmodern, fighting for a minimal
world. We needed that! As you will remember, at the time
Italy was totally in the clutches of Postmodernism, our
joining the editorial staff of “Domus” together with Mario
Bellini clashed with Alessandro Mendini’s editorial line.
The battle had just begun and, in actual fact, although it was
peaceful, it was a real war!
JM It was a war for me too! While I was studying I felt I was
being squashed. On one hand there was the old-fashioned
Anglo-Saxon method, typical of design schools: they would
give you a transparent sheet of paper and you would start
copying details from some piece of furniture or other, then
you would superimpose another sheet and carry on adding
new details and so on and so forth. On the other hand
Memphis was just opening up in Milan: and I happened to
be there (by chance)! The contrast between what I was used
to and that exploding of all dogmas was so extreme that I felt
almost shell-shocked for a long time, asking myself what I
could do. Memphis was a real shock for me. It was the exact
opposite of what I thought design ought to be, but, at the
same time, it had broken all those rules that I hated so much.
MR A few years later you stated that Sottsass’ and Branzi’s
work had been important for you.
JM I thought Branzi’s work, and not Alchimia’s or Memphis’,
was on the right track. It was poetic but at the same time
rationalist in a very contemporary way. For example, I
was extremely intrigued by the chaise longue he did for
Memphis. Other Memphis pieces did not seem to me to be
destined for everyday life, and even back then I believed that
design was intended for everyday life and not art museums
or exhibitions. Just for living with and nothing more.
Memphis’ approach was clearly an elitist approach.
An abomination, but I could not help being drawn to
it by the freedom it allowed itself.
MR That was not the case for us as young Italian designers
living in Milan back then: the Postmodern had quickly
become an “enforced choice”. Either you designed that way
or you had no chance whatsoever. So that kind of freedom
was just an idea: we were not free at all! But let’s move
on: a couple of years later, what we had fought for, i.e. the
Minimal movement, had not just made an impression,
it had turned into a style. An alternative style. This was
a very subtle transition and, above all, a very quick one:
if we take the Milan Furniture Show as our timeframe, then
we can say that, although one year earlier the “official style”
was still the Postmodern, the next year it was already the
Minimal movement!
JM In actual fact the Postmodern had no real hard-core,
particularly as far as design was concerned. It did not really
stand for anything, so it was easy to “knock it down”.
MR This was less obvious in Italy: whenever a trend evoking
the past takes root in our country, it is hard to uproot it.
JM But let me tell you how I discovered Italian Design: I
used to sell old books while I was at art school, a bit because
it was something I was interested in but also to make a bit
of money. One day I got my hands on a book about Franco
Albini: and that’s how I discovered the balance of poetry and
rational thought in Italian Design of that period. Thanks to
Franco Albini I discovered an incredible world of expressive
coherence that encompassed architecture and objects made
for everyday life. I don’t know what I would have done if
I hadn’t come across the photo of the room designed by
Albini with a net suspended like a sail and the glass floor,
it was at the Triennale, I think. At the same time the idea
for “Thinking Man’s Chair” struck me after I saw a certain
picture of a Spanish armchair. It was not a proper armchair
but rather an armchair being repaired: the seat cushion had
been removed and all that was left was the frame, but its
lines were so seductive that I thought “I should design an
armchair that is nothing but a structure”. Reducing it to a
mere frame, getting rid of all the usual features, for example
the upholstery. At the time I was torn between a romantic
vision of things and an approach that led to something
Nuovi Maestri ⁄ New Masters – Jasper Morrison
inventario n°08
080 -081
Flower Pot Table ⁄ Cappellini, 
Coat Stand ⁄ Aram Designs, 
photo: morrison studio
photo: james mortimer
inventario
Three Green Bottles ⁄ Cappellini,

Universal System ⁄ Cappellini, 
photo: santi caleca
photo: morrison studio
1144 Serie ⁄ Series ⁄ FSB, 
photo: morrison studio
Three Sofa De Luxe ⁄ Cappellini,

everything is a project
ATM scaffali mobili ⁄ mobile
shelves ⁄ Vitra, 
Mobiles ⁄ Samsung, 
photo: hans hansen/vitra
photo: Douglas Fisher
Folding Air Chair ⁄ Magis, 
(non in produzione ⁄ not in production)
Atlas System ⁄ Alias, 
Vitra Sofa ⁄ Vitra, 
Simplon ⁄ Cappellini, 
Kettle ⁄ Rowenta, 
photo: Walter gumiero
photo: vitra
photo: andré huber
photo: christoph kicherer
a, b, c… ⁄ Magis, 
XX ⁄ Magis, 
Knife Fork Spoon ⁄ Alessi, 
Park ⁄ Vitra, 
photo: andré huber
photo: andreas sütterlin
Morrison Stools ⁄ Cappellini, 
photo: andré huber
Superoblong ⁄ Cappellini, 
Cork Family ⁄ Vitra, 
photo: andré huber
photo: santi caleca
Bottle ⁄ Magis, 
photo: andré huber
Moon Serie ⁄ Series ⁄ Rosenthal,

Socrates ⁄ Alessi, 
photo: riccardo Bianchi
Low Pad ⁄ Cappellini, 
Luxmaster ⁄ Flos, 
photo: Walter gumiero
photo: jean-Baptiste mondino
Linea ⁄ Olivetti, 
photo: nicola tree
photo: alex Wilson
photo: morrison studio
Tin Family ⁄ Alessi, 
Jasper Morrison Range ⁄ Ideal
Standard, 
Po-La Table ⁄ Alessi, 
Glo Ball ⁄ Flos, 
Monopod ⁄ Vitra, 
photo: stefan kirchner
photo: andré huber
photo: marc eggimann/vitra
Tate Chair ⁄ Cappellini, 
ATM (Advanced Table Module)
⁄ Vitra, 
Tagliatelle ⁄ Alias, 
photo: hans hansen/vitra
Wall Clock ⁄ Muji, 
Pipe Chair ⁄ Magis, 
The Country Trainer ⁄ Camper, 
Perpignan ⁄ Marsotto, 
Bonola ⁄ Flaminia, 
Village ⁄ Kettal, 
photo: miro Zagnoli
photo: miro Zagnoli
Nuovi Maestri ⁄ New Masters – Jasper Morrison
inventario n°08
082 -083
d’Aujourd’hui”: “La quête de simplicité est un état d’esprit,
new, conceptual and atmospheric. But one aspect was
c’est une philosophie de vie et de choses. Je ne suis pas
immediately clear to me: it had to be industrial production.
intéressé par la recherche de formes nouvelles, ou de formes
Industry was the right way ahead for me. Nothing manual,
tout court”. Could redesigning something be seen as a
just machines, machines suitable for creating objects.
peculiar approach to the objet trouvé philosophy?
In a nutshell, I wanted to work with industry and not as a
JM For me it is very simple: if, for example, I see a really
craftsman. If you met somebody at a dinner during that
beautiful old wine glass, in my eyes it becomes a sort of
period in England and they asked you “What’s your job?”
“heroic object”. But if it is no longer in production I might
and you told them “I’m a furniture designer”, they would
have immediately replied “Ah, so where is your workshop?”. decide to bring it back to life. Due to its aesthetic value, and
also because of its atmospheric power, its ability to improve
“Furniture design” meant exclusively handmade products
atmosphere. Apart from that, I am interested in proving that
back then, but I was seeing images of beautiful industrially
I am not an artist… “Jasper Morrison, the great creator”:
made things and they were so inspiring I could hardly wait
that is not really my role! I have a passion for the ordinary
to have the opportunity of working something that would be
man-made things all around us that make our environment
produced in numbers.
so beautiful. I just want to try and improve on them even
MR So, if I understand you rightly, your method of studying
more. That is what excites me, not trying to be like Marcel
existing objects preceded your minimalist approach?
Duchamp. Although, many years ago, I did design some real
JM I could not care less about minimalism! I have never been
ready-mades in the spirit of the Castiglioni
involved in the Minimal movement. I have
brothers, but that is an entirely different
always had just one way of thinking and one
matter. It was fun to take things from different
way of doing things. At the time I certainly
realms and put them together: but that was
was not trying to be minimalist, I was simply
a different kind of exercise.
trying to create my own stuff! People kept on
MR So are you trying to understand an object
telling me I was minimalist, but that meant
better by redesigning it? Do you want to
absolutely nothing to me.
“promote it”? Forgive me, but I would like
MR So you do not feel, and have never felt,
to try and understand what “memory” means
like you belong to a current or trend?
to you? Personally speaking, I often quote
JM No, absolutely not. I have wasted a lot of
something wonderful Vincenzo Agnetti once
time trying to tell everybody that I am not a
said that Lisa Ponti told me, which goes as
minimalist and that, on the contrary, I have
follows “Memorise forgetting”. I think that
always wanted to be a maximalist! Alright,
is brilliant! If I think, for example, about all
I can accept the fact that I tend to use less
those books that have passed between your
material, but look at the curves, the expression
Plywood Chair ⁄ Vitra, 
photo: studio Frei
hands… Incidentally I should point out that
and atmosphere: it is a rich atmosphere, as in
I was surprised to find out how much you
the “Thinking Man’s Chair”.
knew about the history of Italian design… I have studied
MR So nothing has changed for you in the transition from
this subject all my life and in the end you knew all the same
the Postmodern to the Minimal and from the Minimal to the
things. Whereas lots of our (often very talented) colleagues
current situation, which, incidentally, is not easy to define,
know absolutely nothing about the history of design.
perhaps we could call it “new decoration”?
Anyway, I do not think you can say “I do not know” any
JM I would go even further and say that not only has
more in the world in which we live. So, as Agnetti said, you
nothing changed, but I have not even been able to analyse
need to know things and then forget about them. This seems
the situation in such a precise and consequential way.
In the beginning I was just happy to attract a bit of attention, to be similar to your own process: understanding, forgetting,
redesigning.
thanks to your article in “Domus”, and be able to start
JM Every page I flicked through while I was selling those
working with certain manufacturers. There was no time to
old books, every page I flicked through as an enthusiastic
envisage “movements”. For me it was just my job and my
student, is still very much here with me. I probably cannot
world. That is why I disliked it when they started claiming
remember every detail of those pages, but they can certainly
I was part of a minimalist movement. It made me angry and
come back to me in a different guise. I could try and explain
I said to myself: “I never signed up for anything like this!”.
this phenomenon as a sort of subconscious “Encyclopaedia
MR Indeed there never was any manifesto from you!
of forms”. That is my source. A material source that just
JM To tell the truth I have written a few manifestos, but
keeps on going and going. Though it does occasionally need
certainly not one that said: “Come on, let’s get together and
to be refreshed, there is always the chance that something
do something minimal!”.
from the distant past could re-surface. For me everything
MR So let’s go back to the issue of “redesigning” something
comes from learning to look at things and then conjure them
that already exists. In  you stated in “L’Architecture
inventario
everything is a project
FionDa, mattiaZZi
2013
photo: gerhardt kellerman
Nuovi Maestri ⁄ New Masters – Jasper Morrison
inventario n°08
everything is a project
Nuovi Maestri ⁄ New Masters – Jasper Morrison
MR Does perfection have anything to do with what you
up subconsciously. That is why I always take lots of photos.
have just said? Perhaps craft cannot reach that degree of
That is the way I work, looking at things and learning how
perfection you aim for? Although you once said that you
to see them!
do not like perfection.
MR In other words, learning how to look. It is curious that
JM They are two quite different things: I love perfection in
one book that was really important in my education was
manufacturing, but I do not like perfection in terms of form.
called “Saper vedere” [Matteo Marangoni, , editor’s
Of course I am exaggerating this dichotomy slightly, because
note], it was actually concerned with art but the principle
sometimes I love perfection in form but, generally speaking,
was exactly the same: you need to learn how to see.
I can sincerely say that I prefer slightly imperfect objects.
JM Exactly. It is like a sort of training. The first step for
And the same goes for people: nobody’s perfect anyway,
me was to get interested in photography. If I’m teaching,
but if they were would we admire them? Imperfections are
I begin by explaining to my students that they need to
more human and more intriguing I think.
apply the following method: look and evaluate. Wherever
MR Many years ago you told Federica Zanco that “perfection
they find themselves: if they are queuing up at the post
is not sexy”. You were not just talking about women,
office they should watch and see how the spaces are set out,
were you?
the importance of the lighting… For me this is an endless
JM Personality in people and “objectality” in things are not
procedure: when I watch television, a detail from a film
the result of perfection in either. They come from within
catches my eye and I get distracted from the film itself.
a person or a thing, independent of looks.
MR I get the feeling you mainly focus your
Beauty on its own isn’t very sexy, not as sexy
attention on ordinary objects rather than,
as beautiful imperfection. It’s not enough
for example, art.
for a wine glass to be beautiful, it needs to
JM I love art but it’s a different subject.
have a character, a quota of atmospheric
MR So you have never been inspired by a
power which will give something positive
painting when designing one of your projects?
to its surroundings and to its everyday use.
JM Never. Actually, to tell the truth, I tried
Strangely enough that kind of character
once: I proposed a glass to Baccarat that I had
is very rarely found in beautiful objects.
seen in a painting by Chardin. It was perfect,
To get deeper into designing objects, if we
I would have liked it to be brought back into
want to achieve something more important
production: but nothing came of it.
than aesthetic quality we need to give
MR In any case, it was actually an object in
less importance to form and look at other
a painting, not the painting itself. But getting
qualities which make things good at being
back to “looking”, I get the impression that
what they are.
only part of what is real is interesting to you.
Air Chair ⁄ Magis, 
photo: Walter gumiero
MR Let’s imagine for a moment that we are
I’m referring to your experience with ceramics
somebody studying one of your projects, not
in Vallauris: I do not think you really got
me because I am familiar with both you and your objects,
interested in those old-fashioned traditions.
some “virgin” so to speak: what will they notice? Their
JM You’re right, it was too vague. That happens whenever I,
beauty is obvious, their function is clear: everything is
as a designer, try to approach craft. I suddenly feel insecure,
in order, but perhaps it is hard to claim that your objects
I would say unhappy. Something does not work for me.
are sexy. Maybe Calvinist, rather?
In relation to this I would like to tell you a story: I spent
JM Well, that depends what you mean by sexy! Maybe you
two weeks at CIRVA, the centre for research into glass in
Marseille. I got the chance to work with an extremely talented think an object of Fabio Novembre is sexy or a woman
wearing a bikini on a beach; they certainly seem to be sexy,
glassblower, who usually worked with Bo ek Šípek.
nobody can deny that. But the pulling power of a thing
I had designed a glass (I always design glasses!), it was very
depends on the culture of the onlooker. There are different
simple and, rather naïvely, I asked him to make it from a very
ways of being seductive. It might be a little perverse, but
precise drawing I had made, including all the measurements
for me the appeal of an object goes beyond the way it looks.
and other information required. After one day’s work the
To give you an example if I get invited to a fancy restaurant
young man had blown something completely different, and
where the table setting consists of five plates, three wine
nothing changed on the second day. At the end of the week
glasses in different shapes and sizes, and six or seven pieces
he had done it but we were all very sad: I was sad, and he
was sad too. He wasn’t interested in making this kind of glass. of cutlery, no matter if they are beautiful or not, I find the
whole atmosphere very unsexy. How could anything really
He felt he was an artist and I was trying to use him as a
stimulating happen around a table like that? Any chance
machine. Of course I did not mean to offend anybody,
but there was no way out of this situation. I could not provide of that has been blown from the start.
MR So it is important for you that there is some kind of
him with an idea that allowed him to express his creativity.
inventario
courtesy galerie kreo
photo: morgane le gall
084 -085
caBinet B - vases noirs, 2006
inventario n°08
086 -087
hiatus? You are waiting for something secret to emerge
from the objects, perhaps?
JM Objects must make good atmosphere. That’s what
I finally understood after years of having relatively
unnoticeable objects around my house which I realised
performed better than any of the designed alternatives.
At that point I became fascinated by the ability of these
things to outclass their professional “colleagues”. I talked
about it with Naoto Fukasawa at the time and that’s when
we came up with the idea of “Super Normal”. I know
people think it’s too subjective and they have a point, the
sensitivity to atmosphere was something I was born with.
As a child I managed to feel completely unhappy in a place
that seemed to me to have bad atmosphere. My sensibility
was excessively fine-tuned in relation to situations: when I was
in the wrong place, I could feel my personality disintegrating.
And there was no way I could protect myself or pretend
to adapt to the environment in which I found myself.
MR Did you even feel physically ill?
JM I felt insecure, but back to the point, this weakness
allowed me to develop a better than average sensibility for
the atmospheric effects of things on their surroundings.
That’s why I became a designer.
MR Getting back to the concept of “Super Normal”, could
you explain to me the difference between “supernormal”,
“normal” and “bland”? I must admit there was something
about the exhibition and book that was never clear to me
(and sometimes the same thing happens with Fukasawa’s
work): what makes the difference between creating a “Super
Normal” object and doing nothing new?
JM For me “Super Normal”, as imperfect a thesis as it may
be, is an extremely important idea. For a start, consider
the lack of discourse in the design world, “Super Normal”
was supposed to be provocative and it was seen that way
because it upset the status quo. But it had a more important
intention, it was meant to suggest a new way of prioritising
the components of design, the antithesis of what design
has become in the media, and to a great extent in the aisles
of the Milan Furniture Fair; to try and think about the
qualities in objects which make them long term performers
rather than front cover material. I am convinced that until
design reconciles itself with the chasm which has opened
up between it and everyday life, that it will remain more of
an entertainment than a reality. If the sum objective of our
work is to provide small talk around unusual candlesticks
at the dinner table then let’s fold up our drawing tables and
go home! Design deserves to be taken more seriously than
the attention seeking, magazine coverage game that it has
become. If our designs don’t perform well enough and for
long enough, who needs them? I am happy for the “Super
Normal” object to be a subjective one, so long as it performs
better than its alternatives and for a long time. I think objects
need to be assessed over longer periods and this can only
happen by living with the objects themselves.
inventario
MR So, if you can, do you try to carry out similar
experiments on your projects? Testing them, waiting and
living with them?
JM Of course, I carry out this kind of testing operation
at home. And I believe this is a really positive kind of
experiment. Studying things, sitting on an armchair you
designed ten years earlier, looking at it every day and
wondering whether it works better or worse than on the first
day. I can assure you that, as regards certain objects I was
very sure about at the beginning of the Show, just one year
later I ended up thinking: “this is a piece of rubbish!”.
MR Do you also refer to objects you yourself have designed?
JM Of course! Then there are other objects I designed which
left me feeling rather perplexed on the first day, which
gradually turned into something more definite and more
powerful with time. This is the most important aspect of the
“Super Normal” issue. It encompasses extremely important
aspects of design, which have been, and still are largely
ignored – although a younger generation of designers are
closer to this way of thinking in their emphasis of making
good atmosphere and looking for less attention.
MR Do you remember the “Compasso d’Oro a Ignoti”, the
prize that Bruno Munari imagined giving to the unknown
designers of the most beautiful anonymous objects? In that
selection all the objects were genuinely anonymous, while
your selection contains a strange mixture of anonymous
pieces alongside some extremely well-known pieces designed
by Jasper Morrison, Marc Newson or Konstantin Grcic!
JM For me that is the most important test of all: assessing
whether a “design” object can stand alongside an
anonymous object without any complexes! It is the greatest
result you can attain. In actual fact, though, anonymous
objects always start off with an advantage, because they do
not carry the burden of a name, of being created by this or
that designer… Of course there are a few exceptions: Dieter
Rams’ bookcase, Richard Sapper’s coffee-maker… to have
excluded authored works of design which we felt qualified as
“Super Normal” would have made it just another exhibition
of anonymous objects. There are a majority of un-authored
objects in our choice because they are easier to find, but they
don’t preclude authored ones.
MR “Super Normal” was a sort of manifesto, but before that,
for many years, you waged a sort of war without manifestoes
and, above all, without placing yourself to the fore as a
leading figure. It was a battle fought by your objects, but
without any proper declaration of war. There was just the
fact they existed and the silent example of how you behaved.
Why was that? Is it just a matter of your personality?
JM In actual fact there were some manifestoes when I was
very young. It is strange to re-read them again now. You
might remember “Utilism” and before that a piece of writing
entitled “The unimportance of form” and even earlier still,
when I was a student, a crazy romantic story about a guy
who had drunk a lot and the following morning wakes up,
everything is a project
JM I do not know whether it was too much, because I actually
admires a girl’s legs and seeing some flower pots stacked up
really love that armchair, I was pleased with the project and
in a shop window designs a table rather like the “Flower Pot
it got me plenty of attention and even an article in “Domus”,
Table”. And, finally, a small book entitled “A world without
which, in turn, lead to me working for Cappellini and FSB.
words” was also a manifesto for me. But to tell the truth
So it was an incredible start, I couldn’t have asked for
I have always preferred to just be a designer, who does the
more, but perhaps I was looking for something different,
work of a designer.
something more clean-cut, more industrial. I probably felt
MR Don’t you think that your face and your personality
that there was too much poetry in those pieces, too much
could have guaranteed greater success than your theorising?
I get the impression that if you had really committed yourself expressiveness and that, in the end, they were actually rather
excessive for the kind of atmosphere I wanted to create.
on that front, your ideas would have spread around the
Even today, when I am designing an object, I envisage it in
world. On the contrary, it is as if, at a certain point, they lost
an imaginary room set, which allows me to check ideas and
their best testimonial, i.e. yourself. But maybe you weren’t
evaluate the atmospheric effect certain solutions will have
in any way concerned about them being successful? Perhaps
in some sense the room hasn’t changed much over the years,
you prefer to be an accidental testimonial? I can assure you
the basic atmosphere of it is the same, even though things
that you certainly were for many of us! Didn’t you feel like
have evolved over time. If, for example, I look at the design
a testimonial, didn’t you want to play that role?
for an ideal environment published in “Domus” in ,
JM I didn’t feel comfortable with that role, though I do
most definitely the carpet and perhaps some
care about the products themselves being
other things would no longer be there, but
successful there were others doing the designer
the principle is the same: it is my way of
personality game much better than I could and
making the right choices while designing.
I decided anyway it would be better to work
MR Do you really carry out this exercise?
on the designs more than the communication,
Do you really have a room in your head
to let them speak for themselves, which was a
to be filled with objects?
way of forcing myself to try harder and I still
JM That sounds a bit too picturesque, it is a
think I made the right decision. My everyday
lot less so in actual fact, but the principle is
purpose is much clearer to me now, to make
very simple: for example, if you are thinking
things better than what’s already there.
about a chair, you just need to imagine what
It doesn’t always work out but I don’t have
effect it will have on the atmosphere of your
to think about whether to attend a design
model room. Too much expressiveness?
seminar or go to the studio.
Too discrete? It helps me achieve the correct
MR But what about when an object does have
balance.
qualities? Even then didn’t you feel you were
La Tourette Chair ⁄ 
photo: morrison studio
MR In , after manufacturing your
the hero behind a quality object?
“Plywood Chair”, Rolf Fehlbaum claimed
JM If an object has many qualities, then I’m
no longer needed, it can be a hero by itself! No, I don’t mind that it was such a perfect chair that it was hard to imagine
how you could have improved on it. I totally agree with this
being the hero behind the design, it’s a good feeling, though
view: the objects from your early period were so perfect that
perhaps it is a fault of mine, that I do not want to be the
you had to change in order to progress further.
centre of attention.
MR Let’s go back for a moment to “A world without words”, JM But it was not even a chair! You can, of course, have it
lying around, but if you really used it you would be in pain
a book or rather a message that I really liked. I have always
for the rest of your life! It was after that experiment that
been intrigued by the fact that you “invented” that book
I became more interested in ergonomics: if you want to
without words at a time when, vice versa, your objects “still
be a good designer, then your chairs must be comfortable.
spoke”, during a period of great expressiveness. When did
It is really wrong to pretend a good-looking but
you decide that your objects needed to be more silent?
uncomfortable chair is a good project.
JM “A world without words” began as a visual lecture, to
Having established this principle, I cannot deny I went
avoid public speaking, but it was also a love song to a heroic
through a very bad patch back then, I lost my way several
world of construction and beauty that I had discovered in
times. I did not know what to do or, worse still, I did things
the books I had collected and in the Royal College library.
I was not sure about, even things that were completely
My resistance to expression began after I’d designed the
“Thinking Man’s Chair”, I felt at the time, it was too artistic, wrong. You can see them at the end of my monograph
in a list of the things I do not like, but some of them, those
I somehow felt opposed to that kind of formalism. I wasn’t
I am really ashamed of, aren’t even on the list!
sure why, but I felt the need to reject it. I did not want to
MR Why would you make things you weren’t sure about?
be that kind of highly expressive designer!
JM Well, think about it… you’re working for certain
MR Was it already too much?
Nuovi Maestri ⁄ New Masters – Jasper Morrison
inventario n°08
088 -089
trattoria chair, magis
2009
inventario
Free
port, that
BD Barcelona
companies
expect products…
2011
everything is a project
and then you always hope
things will work out in the end, it is only afterwards that you
realise how poor they were.
MR As you know, I really love your work, which is perhaps
why I cannot see any projects that do not fit in with the
rest…
JM It is a very personal matter, each of us knows exactly what
they’re doing and whether it is good or not. For me there
were periods when I didn’t even like the job. I remember
once I was waiting for a plane and Vico Magistretti
happened to be around and he said to me, more or less,
“How lucky we are that we can do what we really love to do!
We have such a wonderful job, what could be better than
being a designer?”. That was a real shock to me, because I
was not having any fun at all at the time. But it really helped
me: I realised that there had to be something seriously wrong
with what I was doing if a man of Magistretti’s age could
be so happy, and me so miserable. That’s why I decided I
needed to change. Incidentally, my products were not selling
very well at the Furniture Show during that same period,
neither were the critics very enthusiastic about them and,
all said and done, I did not even like certain pieces. Of
course there were exceptions, but I was very downhearted.
MR Can you reconstruct the beginning and end of this
phase?
JM The phase ended when I was commissioned to design
a tram for Hanover, a job that took me to a different
dimension and really helped me a lot. It was something
real, serving such a real purpose that when I went back to
furniture design I realised what I really wanted, how things
ought to be. Everything had to be more real, more everyday!
MR I think the “Air Chair” might have been another turning
point: following this  project for Magis I believe you
began focusing more on very simple (in some sense poor)
typologies that you could really apply yourself to in design
terms. Eventually creating the likes of the “Basel Chair”
or “Trattoria Chair” in which it is unclear to me where
inspiration ends and the project begins. Incidentally it is
still fairly easy, at least in Italy, to get hold of the “original”
model of the two aforementioned chairs that are still in
production, the so-called “Church” chair or “Milano” chair,
which are much cheaper than the two “design” versions.
JM For me “Air Chair” was a plastic version of the “Plywood
Chair”. If you think about it, if you get rid of that thin skin
forming the back seat, you find yourself once again with
the frame of a chair. A skeleton covered with two surfaces.
The “Air Chair” was the first project to come out of my
new found understanding of what to do. “Basel Chair” and
“Trattoria” came later. Of the two the one which I think
deserves a little respect is “Basel”. It’s not important that
you can get the original for less. The original was asleep and
widely ignored at the time. I wanted to refresh the typology
and give it new life. By changing the typical wooden seat
and back to plastic, a logical industrial decision but also an
interesting one as the natural wood could be combined with
coloured plastic which was something new then and widely
copied after, I think I made people look at it again and
understand the importance of that kind of chair.
MR Was this use of existing typologies a conscious decision?
JM My analysis of the trouble with authored design led me
to believe that the creative ego was the problem. After all
objects without author didn’t need to balance the signature
of the designer with the basic problem of making a successful
object, they just got on with the job! So I decided to find
ways to look for inspiration outside my head, to examine
the world of objects which performed best in the context of
everyday life. That’s not a hard rule of course but generally
I try to let ideas come to me rather than look for them.
Then I could get on with the job of resolving their
development from idea into reliable “products” which would
give long term service and performance.
MR Have you ever had any problems with manufacturers
when you proposed these not-so-designed things, these not
so “Jasper” things?
JM I hope they are still “quite Jasper”!
MR Of course they are “quite Jasper”! I am just trying to
imagine how certain manufacturers might feel, I am trying to
imagine the expression on their faces when you show them
a deliberately unfashionable object that they have to take off
to the Milan Furniture Show and present to the press always,
who are always “in search of something new”…
JM There haven’t been any problems with the manufacturers
I am used to working with, not just because we have known
each other for so long, but also because for a while now
my pieces have been successful enough from an economic
viewpoint to justify their investment. And, as far as the
press is concerned, we don’t really care about a couple of
lost articles, that’s not what we are aiming for. On the other
hand, whenever I have been commissioned to work in the
field of electronics or telephone communications it has
been more difficult. After presenting the project, the clients
sometimes look at me as if to ask “But is this why we pay
you?”, and I reply “So did you commission me because
you wanted a project to give extra quality to your objects
or because you wanted another piece of rubbish to add to
all those you already have?”. The last time it happened was
with the Chinese computer company Lenovo: after finishing
my presentation, they showed me their latest invention
explaining that it was a really good seller. It had some sort
of pearly finish in a more or less burgundy colour with fake
diamonds inserted in the plastic. And so I asked them “Well
why did you come to me then?”.
MR But there were some ferocious arguments when you
presented “The Crate” in .
JM I have never designed a project that was so hotly debated.
I was truly astounded by the reactions. In my opinion “The
Crate” fitted in perfectly with the spirit of Established &
Sons, eccentric and extremely British, and for me it was also
Nuovi Maestri ⁄ New Masters – Jasper Morrison
inventario n°08
inventario n°08
090 -091
inventario
Nuovi Maestri ⁄ New Masters – Jasper Morrison
understanding of history. I am interested in understanding
“Super Normal”, I was particularly opposed to the idea of a
creative ego at that time. I am not making excuses: but it was the kind of qualities which make for a better way of life, and
a very sincere project. When I moved in to my home in Paris the places I find most inspiring are usually at the ordinary
end of the special-normal spectrum! And which I believe
the builders left behind an old wine crate they’d been using
constitute an incredible potential antidote to the concept of
to store tiles. I cleaned it up and used it as a bedside table.
object perfection and the fake seductive force of the world of
Two years later I started to understand that it was a very
design presented by the media. In a nutshell: I’m interested
good bedside table, a bookcase below, which gave stability
in discovering different types of beauty around the world.
to a small table for a glass of water, an alarm clock and any
For me it is a way of communicating, thinking, appreciating
other nighttime essentials. I decided to make it a project, not
things and, ultimately, gaining inspiration
thinking people would find it such an outrageous idea!
MR Has anything similar ever happened to you in the case
MR But perhaps the polemics were really aimed at the price
of an antique rather than an anonymous object, for example
for which “The Crate” was sold? Because it is certainly an
a th-century commode?
extremely powerful idea, but perhaps more for an exhibition
for the market…
JM Let me get you a copy of a catalogue of an exhibition I
JM Of course anyone could go and find their own wine crate
did in Bordeaux. It was at the Musée des Arts Décoratifs in
and use it as I did, how could I object to that? In some ways
. They invited me to do a show there and I went to have
I even prefer the idea that they do that to buying the crate
a look. I loved the museum of th and th-century items but
I designed. Perhaps it seemed lazy or cynical
was less impressed by the exhibition space.
to those that complained. They don’t
On the way back I looked through the book
remember it took me two years of using it
they had given me and suddenly imagined
before I understood it was a design as well
the same rooms sets with one or two modern
as being a wine crate.
pieces in them. I wrote to the director
MR Am I right to say that the “chaise”
Bernadette de Boysson, suggesting this idea,
designed for La Tourette Convent was a
but not very hopeful it would be accepted,
sort of intermediate point between the early
but she agreed. It was a great experience
period of design and this latter period of “nonchoosing the pieces which would fit in each
design”? I can see the two aspects together in
setting in a discrete but effective way.
this project: observing and designing.
A great game of atmosphere adjustment,
JM Yes, I was invited to visit the monastery
and I really think both the old and the new
before the project began, and slept the night
items benefited from the exchange!
in one of the cells, still as it had been designed
MR But let’s get back to the issue of more or
by Le Corbusier. It was a basic but pleasing
less designed objects: is it just an impression
The Crate
⁄ Established & Sons, 
space. The next day I looked around and took
I get or has something really changed again
photo: peter guenzel
some photos including one of some benches
for you? Over the last two years it seems to
in the chapel. The front and back legs of the bench were
me that you have begun to distance yourself from the reality
connected by a wooden slat which sat on the floor. Looking
of basic objects in order to design more again.
at the photo later on it seemed to resemble someone kneeling JM And why not? Well yes, it is true. I have begun looking
to pray. I started the design with that idea. Observation
back at the “Thinking Man’s Chair” and asking myself
has become a key element in my work. I take a lot of
whether I could have allowed myself a little bit more
photographs, usually while travelling but anyway on a more
freedom, simply saying to myself “OK, let’s try and make
or less daily basis. You can see some on my website which
something beautiful”… With my children around I have
I have written about by clicking on the polaroid image on
become softer!
the shelf [“photo of the month”]. This began after I started
MR I knew it was a change connected with your private life
reading Georges Perec’s Life, a user’s manual which I think is
but, I can assure you, the signs are already very clear in your
a great book even though I may never finish it. In the book
objects.
he writes about all the objects in a Parisian apartment block,
JM That’s good to hear! I think I’m more easy about my work
their histories and the histories of the people that owned
than I used to be, I’ve become more relaxed and I’m having
them and succeeds in painting a rich picture of everyday life. more fun. Perhaps it was after all his age which allowed
I also understood that the whole strategy of preserving the
Magistretti to enjoy the work so much!
past in terms of the exceptional objects in grand museums
is a big, short sighted mistake. You only have to visit the
Ethnographic Museum in Lisbon to see their collection of
folk craft objects to understand that the everyday life of the
past is not only more interesting but more relevant to our
everything is a project
photo: morrison studio, 2010
Scarica

Untitled - Mattiazzi