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DALLA PREVENZIONE ALLA RICERCA PER VINCERE LA SOFFERENZA
Supplemento al n° 2 del 2012 di Obiettivo Salute - Periodico di informazione sulla salute della LILT Sezione Provinciale di Cuneo - Direttore responsabile: Gianpaolo Marro - Redazione: Sergio Giraudo,
Emma Mana, Elvio Russi - Segreteria: Via Meucci 34 - 12100 Cuneo - Tel. 0171.697057 - Poste italiane Spa - Sped. in Abb. Post. - DL 353/2003 (conv. in Legge 27/02/2004 n. 46) Art. 1, comma 2, DCB/CN
Questo numero è stato stampato in 6.000 copie inviate gratuitamente ai soci ed amici della LILT - NOI CON VOI - DONNA PER DONNA
Autorizzazione del Tribunale di Cuneo n. 532 del 18.07.2000 - Grafica e stampa: Nuova Edify Srl (Cuneo) - NON COMMERCIABILE
La presente copia del giornale è distribuita gratuitamente in virtù del sostegno fornito dal Centro Servizi per il Volontariato Società Solidale di Cuneo.
Le idee ivi espresse, i testi, le immagini qui pubblicati, sono sotto l’esclusiva responsabilità del Direttore responsabile e dell’Editore del giornale.
Il TUMORE AL SENO
e l’importanza della
a Campagna Nastro Rosa, ideata nel
1989 negli Stati Uniti da Evelyn Lauder
e promossa in 90 Nazioni, ha come
obiettivo sensibilizzare un numero sempre più ampio di donne sull’importanza
della prevenzione e della diagnosi precoce
dei tumori della mammella, informando il pubblico femminile anche sugli stili di vita correttamente sani da adottare e sui necessari controlli diagnostici.
Il cancro al seno colpisce 1 donna su 10. È il tumore più frequente nel sesso femminile e rappresenta il 25% di tutti i
tumori che colpiscono le donne. Ha un’influenza più elevata sui soggetti che superano i 50 anni e si manifesta più
raramente nelle donne under 30.
Sebbene negli ultimi anni si sia registrata una costante riduzione dei decessi, il cancro al seno resta la prima causa
di mortalità per tumore fra le donne, con un tasso di mortalità del 17% di tutti i decessi per causa oncologica.
La sua incidenza purtroppo è in costante crescita, tanto che
si prevede che quest’anno verranno diagnosticati solo in
Italia oltre 41.000 nuovi casi. Tra le cause si registra l’allungamento dell’età media della popolazione femminile e
l’aumento dei fattori di rischio.
Vincere la malattia è però possibile nella grande maggioranza dei casi, grazie soprattutto alla prevenzione e all’anticipazione diagnostica. Non è però ancora diffusa su tutto
il territorio nazionale un’adeguata cultura dell’informazione preventiva in grado di permettere di abbassare i numeri delle persone colpite dalla malattia.
La sfida è proprio quella di sensibilizzare le donne sull’importanza della prevenzione come primo passo per sconfiggere la malattia. È per questa ragione che da diversi anni è
stato scelto il mese di ottobre come simbolo alla lotta contro
il cancro al seno, grazie a una campagna di informazione
SOTTO L’ALTO PATRONATO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Sconfiggiamo il tumore al seno.
SIAMO
PIÙ FORTI
INSIEME.
Margherita Buy per LILT
RTI
ME.
ideata dalla Lilt, Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori.
Per ogni donna la prevenzione deve essere sinonimo di promozione del proprio benessere, della propria salute, ma
anche della propria bellezza. Tante le iniziative che saranno
realizzate, in provincia di Cuneo, durante il mese di ottobre:
i 4 ambulatori (Cuneo, Alba, Mondovì e Saluzzo) della LILT,
saranno a disposizione per visite senologiche.
Per conoscere giorni e orari di apertura dell’ambulatorio LILT più vicino, dove fare anche visite di controllo
chiamare: Cuneo 0171697057, Alba 0173/290720, Mondovì 0174/41624, Saluzzo 0175/42344 o consultare il
sito www.legatumoricuneo.it
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LILT
Sede provinciale: Via Meucci 34 - Cuneo
www.legatumoricuneo.it - [email protected]
Tel/Fax 0171.697057
Delegazioni:
Alba: Via Bertero 3/b – Tel/Fax 0173.290720
Bra: Sportello informativo - Tel 388.4803445 - Lunedì e giovedì dalle 15.00 alle 18.00
Mondovi: C.so Italia 21 - Tel/Fax 0174.41624
Saluzzo: Via Martiri Liberazione 66 - Tel. 0175.42344
Presidente: Prof. Sergio Giraudo - Vicepresidente: Elvio Russi
Consiglieri: Daniela Bianco, Gianfranco Boetti, Armando Grosso, Piero La Ciura,
Oreste Maniscalco, Marco Merlano, Genny Siviero. Segretaria: Emma Mana.
I volontari LILT sono presenti tutti i giorni in Day Hospital oncologico,
radioterapia, Hospice di Busca
LILT INFORMA - SPORTELLO ONCOLOGICO:
fornisce indicazione rispetto ai diritti acquisiti.
Tesseramento anno 2013: Socio Ordinario € 20
Simpatizzante € 25 - Benemerito € 50 - Sostenitore € 150
Coordinate bancarie per offerte / tesseramento
BRE BANCA IT 21N0690610200000000007273
CONTO CORRENTE POSTALE NUMERO 10763126
DONNA PER DONNA
Sede: presso LILT - Via Meucci 34 - Cuneo
Tel. 0171.697057 366 2832102 - 333 8488593 - 333 7582556
[email protected] - www.donnaperdonnacuneo.it
Presidente: Adelina Zavattaro - Vice presidente: Renata Barberis
Segretaria: Ivana Pane - Tesoriere: Ramonda Dina - Consiglieri: Graziella Racca
Le volontarie prestano servizio all’ospedale S. Croce:
tutti i venerdì pomeriggio reparto di ginecologia
e il sabato mattina reparto di chirurgia
Tesseramento anno 2013: Socio Ordinario € 20
Simpatizzante € 25 - Benemerito € 50
Sostenitore € 100
Coordinate bancarie per offerte / tesseramento
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NOI CON VOI
Sede Operativa: Caraglio - Via Cesare Battisti, 20/b
Mercoledì e Venerdì ore 8.30 - 11.30 - Tel. e Fax 0171.618411
Tel. 340.3002584 - e-mail: [email protected]
Presidente Onorario: Elisa Isoardi
Presidente: Silvana Beccaria
Vicepresidente: Beccaria Irma - Segretaria: Laura Spinelli
Consiglieri: Paolo Ferrione, Angela Galante, Zaira Mureddu,
Elvio Russi, Irma Sarale
Consulente: Sergio Giraudo
Tesseramento anno 2013:
Socio aderente: € 10 - Socio ordinario: € 25
Socio benemerito: € 50 - Socio sostenitore: € 100
Socio onorario: grandi collaborazioni a titolo gratuito ed erogazioni liberali
Coordinate bancarie per offerte / tesseramento
BRE BANCA IBAN IT 14X0690610200000000024027
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PROGETTO “STAR BENE/BIEN ETRE”
IL NASTRO ROSA
di OCTOBRE ROSE
Un’iniziativa transfrontaliera Italia-Francia
per la lotta al tumore al seno
l 2013 sarà per la provincia di Cuneo il secondo
anno di una serie di manifestazioni che ci auguriamo possano
continuare negli anni futuri.
Nel 2012 è iniziata una collaborazione tra il Consorzio Monviso Solidale, l’ASL CN1, la LILT – Lega
Italiana Lotta ai Tumori di Cuneo e
Adoc 05 ( Association Dépistage Organisé des Cancers), analoga associazione francese di Gap.
Lo scorso anno, oltre alle consuete
iniziative sul territorio provinciale
nell’ambito del mese internazionale
di lotta al tumore del seno, sono
stati organizzati due eventi di particolare rilevanza: il 7 ottobre una
camminata non competitiva che dal
Colle dell’Agnello a 2744 m., dal
confine con Il Queyras, è arrivata
fino alla borgata Chianale in alta
Valle Varaita e il 13 ottobre la partecipazione alla manifestazione di Octobre Rose a Gap, quale sede
nazionale degli eventi francesi; una
giornata di sensibilizzazione e convivialità tra le persone già colpite dal
tumore al seno, i loro familiari, gli
amici e le persone con loro solidali
(le ruban de l’espoir – il nastro della
speranza) .
Le manifestazioni, come già in anni
precedenti, sono accompagnate dalla
richiesta alle Amministrazioni comunali della Granda di illuminare di rosa
i monumenti più significativi per suscitare curiosità e nuove occasioeni
per questa sensibilizzazione.
Quest’anno, per valorizzare le diverse azioni (cibo e salute, movimento e salute, inclusione sociale)
del progetto transfrontaliero Alcotra
“Star bene – Bien etre”, che il Consorzio Monviso Solidale e l’ASL CN1
stanno realizzando con i partner
francesi di Codes 05 e Adoc 05 del
Dipartimento delle Hautes Alpes
(Gap), si è scelto di sostenere ed essere presenti ad iniziative sportive e
sociali con partecipazione di giovani,
famiglie e tante persone, per raggiungere l’obiettivo che il progetto
si propone: incentivare la promozione della salute nella popolazione
e creare forti legami di solidarietà attraverso azioni che, a partire da una
corretta alimentazione, buone pratiche sportive e iniziative di inclusione
sociale, facciano crescere l’esempio
positivo di persone responsabili del
loro benessere e di comunità partecipate e attive nei confronti di tutte
le proprie componenti.
In particolare si è riscontrato l’interesse e la fattiva collaborazione
degli organizzatori della “Strafossan” e della “Straconi”, eventi in
grado di mobilitare migliaia di adesioni verso una pratica sportiva
(corsa e camminata) che fa bene
alla salute e alle relazioni interper-
Programma ALCOTRA
Italia – Francia 2007 – 2013
sonali (come ad esempio per i
gruppi di cammino).
Per la Strafossan 2013 il progetto
“Star Bene” mette a disposizione
delle donne che partecipano alla
camminata un foulard rosa e un depliant illustrativo (che ricordi loro
l’importanza della prevenzione), alcune t-shirt preparate da un gruppo
di giovani sui temi progettuali destinate agli atleti e alle atlete della
corsa insieme ad alcune coppe per la
premiazione.
Alla Straconi 2013 tutti i partecipanti
partiranno con il pettorale con il nastro
rosa simbolo della prevenzione al tumore al seno. Inoltre la LILT di Cuneo si
presenterà ai nastri di partenza con un
proprio gruppo e il progetto, come per
Fossano, fornirà alcuni gadget, depliant, t shirt e premi.
Una rappresentazione teatrale verrà
proposta Venerdì 11 ottobre alla
conclusione del convegno “Teatro e
Salute” che si terrà al Teatro Toselli
di Cuneo: si tratta della pièce in italiano “C’era una volta…Mammo e
Intestino” presentata dalla Compagnia francese CT3i di Gattieres
(Nizza) attraverso una modalità interattiva e partecipata come quella
del “teatro-forum”, incentrata sul
tema della prevenzione e delle relazioni che intercorrono tra le persone
rispetto alle problematiche delle
malattie tumorali.
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SALUTE E PREVENZIONE
Dopo 3 anni nelle scuole con il “Percorso della salute”
nasce un nuovo progetto
una
tiepida
giornata di primavera, il cielo di
un blu intenso incornicia il profilo delle
montagne dove si erge
maestosa la piramide innevata del Monviso. Siamo al secondo
piano di una scuola primaria di una
vivace cittadina della Granda: davanti a noi una ventina di bimbi
della classe 3a accompagnati dalla
loro insegnante ci guardano con curiosità. Dietro a noi la lavagna luminosa è già accesa e di fianco un
manifesto illustra titolo e scene dei
personaggi di un DVD che andremo
presto a proiettare.
Siamo due volontari della LILT (Lega
Italiana per la Lotta contro i Tumori),
ci presentiamo e spieghiamo loro il
perché della nostra presenza. L’associazione ha nei primi indirizzi dello
statuto la missione di svolgere l’attività di promozione della salute e di
prevenzione primaria delle malattie
I volontari Lilt durante una lezione su “Il percorso della salute”.
oncologiche, provocate anche e soprattutto da inquinamento ambientale ed errati stili di vita.
Un breve filmato, “Il Percorso della Salute” mostra, sullo stile dei cartoni animati, dei personaggi che fanno parte
del nostro corpo; fegato (Felice), intestino (Tino), mammella (Donatella),
Percorso della salute
pelle (Chiara), polmoni (Pino e Toni),
che esercitano attività e i comportamenti positivi per crescere in buona salute e che bisogna imitare, ed altre
abitudini da evitare perché sono porta
di ingresso delle malattie degenerative. Il cartone animato mostra i nostri personaggi impegnati nello sport:
corsa, bicicletta, nuoto, scalata di
montagne, lanciando messaggi “Lo
sport fa bene, lo sport è bello” poi li
si vede impegnati in un pic-nic all’aria
aperta con cesti di invitante frutta
“Mangia sano” poi il messaggio “No
Alcool” che vede coinvolto il nostro
fegato Felice dopo una sorsata imprudente di liquore. Altro importante messaggio è rivolto alla
protezione della nostra pelle e dei
nostri occhi dai raggi solari, con
creme ed occhiali “Proteggi la tua
pelle”; infine l’ultimo importante
messaggio “No Fumo”, vede coinvolti i nostri polmoni Pino e Toni, tentati dal fumo attivo o costretti
dall’ambiente e dai fumatori accaniti
a respirare quello passivo.
Il filmato cattura l’attenzione dei ragazzi strappando anche molte risate,
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ma il racconto è la premessa per sentire le loro esperienze, il loro rapporto con questi stili di vita. Ed allora
ecco decine di mani alzate che vogliono raccontare, spiegare, testimoniare
episodi,
comportamenti,
convinzioni, alcune molto appropriate altre molto meno. Siamo lì per
cogliere e rafforzare gli aspetti virtuosi, correggere quelli sbagliati, proporre comportamenti nuovi per
camminare insieme sul “Il Percorso
della salute” e crescere sani, nel rispetto della natura e dell’ambiente.
Salutiamo i ragazzi e lasciamo a ciascuno un libretto, che ricorda la storia
dei cinque personaggi, con cruciverba, disegni da completare, indovinelli ecc… in cambio chiediamo loro,
con la collaborazione degli insegnanti, di prepararci una loro testi-
monianza attraverso disegni, racconti, plastici, dei personaggi e le attività che più li hanno appassionati.
In questo anno scolastico più di quattromila ragazzi della scuola primaria
e dell’ultimo anno della scuola dell’infanzia della Granda, hanno partecipato al progetto “Il Percorso della
salute” che la LILT sezione Provinciale
di Cuneo, con le sue delegazioni territoriali (Saluzzo, Alba, Mondovì e
Cuneo) ha proposto, in collaborazione con gli insegnanti ed i dirigenti
scolastici, mettendo a disposizione
un gruppo di volontari specificamente formati; se consideriamo che
nel precedente anno scolastico l’iniziativa aveva coinvolto oltre 3.000
alunni e nel 2010 (anno sperimentale) circa 1600 bambini possiamo affermare che i quasi 9.000 alunni
presenti ai 472 incontri rappresentano un risultato di grande soddisfazione e gratificazione intrinseca per
noi volontari.
I ragazzi, hanno risposto efficacemente, tanto da realizzare numerosissimi disegni dei loro personaggi
preferiti con il prezioso aiuto degli
insegnanti. Questi disegni, frutto
della prevenzione svolta nelle
scuole del territorio provinciale,
sono stati e saranno tra i protagonisti degli eventi-mostre che la LILT
organizza a supporto delle campagne istituzionali.
Grazie al Provveditorato agli Studi,
ai referenti per la Salute e soprattutto agli insegnanti delle scuole interessate per l’accoglienza nel
progetto formativo, assistenza e sostegno ai Volontari LILT coinvolti.
Ragazzi protagonisti
a
nuova
attività
sarà svolta
dai volontari LILT e
delle associazioni
partner
“Noi con Voi” e “Donna per
Donna”, formati dalla psicologa
LILT responsabile del progetto
dott.sa Emanuela Pignata. Daniela Bianco e Gianni Audisio ( Il
lupo Alberto) ci aiuteranno per la
comunicazione e la grafica.
L’obiettivo è consentire ai ragazzi
della Scuola Primaria, che hanno
aderito al “Percorso della salute”,
di esprimere attraverso il mondo
fantastico delle favole, gli stili
utili a prevenire le malattie, vivere in salute, e ed evitare i comportamenti negativi che possono
costituire rischio di malattia.
“Inventa la tua favola” perché la nostra Terra si trasformi nel Pianeta Salute dove crescere bene e vivere in
armonia con l’ambiente che ci circonda.
Il progetto è rivolto ai ragazzi della
Scuola Primaria della provincia che
partecipano al progetto “Il Percorso
della Salute” nell’anno scolastico
2013/2014.
La favola deve esprimere i concetti
di prevenzione delle malattie in sintonia con i messaggi che i personaggi del DVD, protagonisti del
“Percorso della Salute”, e i volon-
tari, in collaborazione con gli insegnanti, sviluppano negli incontri
scolastici. L’elaborato in forma
scritta e grafica, non deve superare le due pagine e può essere un
racconto individuale, di classe o di
pluriclasse a giudizio degli insegnanti.
Tutti gli elaborati saranno raccolti
dai volontari entro la fine dell’anno scolastico 2014.
Conclusione del Progetto:
Una commissione, costituita con il
coinvolgimento del CSV, scuola, volontari LILT, Donna per Donna e Noi
con Voi provvederà all’esame e
scelta degli elaborati più meritevoli che saranno raccolti in un libro
di favole. Il volume “INVENTA LA
TUA FAVOLA” verrà presentato in
una manifestazione provinciale per
far conoscere i sogni dei nostri ragazzi per realizzare il Pianeta Salute e prevenire le malattie attraverso
corretti stili di vita.
Verranno pubblicate le favole migliori. Augurandoci un altrettanto
buon risultato di “INVENTA LA TUA
FAVOLA” non ci resta che raccogliere le adesioni dei colleghi VOLONTARI ai progetti!!!
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Il cancro
sul grande schermo,
tra lacrime,
speranze
e miracoli
(e qualche risata)
l cinema è svago, divertimento, evasione. Ma
non solo. La potenza delle
immagini, l’attrattiva delle
trame e l’alto tasso di coinvolgimento dell’esperienza nel buio della
sala incidono profondamente sulla
formazione del nostro immaginario.
Anche lo spettatore più distratto,
che predilige un approccio “leggero”
al film, dopo ogni visione, ha un
piccolo cambiamento di conoscenza,
sentimenti, punti di vista.
Per questo, riflettere sulle rappresentazioni del cancro nel cinema significa non solo indagare la fedeltà
del racconto ai dati reali, ma anche
e soprattutto comprendere le relazioni tra la percezione della malattia
-da parte degli operatori sanitari,
del paziente e di chi lo circonda - e
la rappresentazione che ne è data
sullo schermo.
Il nostro bagaglio di conoscenze
sulla patologia oncologica (afflitta
più di altre da ignoranze e tabù nonostante i progressi della medicina e
alla diffusione delle informazioni),
attinge in modo significativo a ciò
che ci è raccontato dal cinema o
dalla televisione. Le immagini del
cancro possono modificare non solo
gli atteggiamenti mentali, ma anche
e soprattutto i comportamenti: l’approccio con la malattia, la fiducia
nelle terapie, la capacità di offrire o
richiedere supporto, l’attenzione
alla prevenzione, l’abitudine ai controlli per una diagnosi precoce.
Nell’ultimo ventennio, i film sull’argomento si sono moltiplicati. Oggi,
al cinema si parla di tumori almeno
quanto si parla di cardiopatie o di
AIDS. È un segnale importante, che
indica la graduale uscita della patologia oncologica da quella zona
d’ombra fatta di terrore, negazione
e immotivata vergogna (pensiamo
alle perifrasi usate nel parlare comune e spesso anche dai media:
brutto male, male incurabile, malattia che non perdona ecc.) in cui è
stata relegata per decenni. Da tragedia individuale e innominabile, il
cancro sta lentamente acquistando
caratteristiche di problema sociale,
collettivo, sempre drammatico ma
più affrontabile e più raccontabile.
Ciò nonostante, gli stereotipi e le immagini distorte sono ancora piuttosto frequenti.
L’elemento più evidente, come nota
Luciano de Fiore nella sua interes-
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sante ricerca “Cinema e Oncologia”
(Il Pensiero Scientifico editore, 2012)
è che “sono troppe le morti per tumore a fronte delle remissioni: al cinema, il malato di tumore muore
quasi sempre”.
Sullo schermo, dunque, si muore più
spesso che nella realtà. E’ il contrario
di quanto accade quando il male
raccontato è, ad esempio, un infarto: una ricerca inglese di qualche
anno fa ha rilevato come nei film in
questi casi ci si salva molto più rispetto ai numeri reali.
Nonostante gli oggettivi passi avanti
della ricerca, le cure meno tossiche,
le più lunghe sopravvivenze e le
sempre più frequenti guarigioni, il
momento della diagnosi, dunque,
oltre a rappresentare un “punto di
non ritorno” (ogni malato oncologico conosce bene la sensazione, al
momento del colloquio decisivo con
i dottori, che niente sarà mai più
come prima) coincide con una vera e
propria sentenza di condanna.
E se un malato sopravvive, difficilmente ciò accade grazie alle cure
mediche. È assai più frequente che la
guarigione assuma aspetti di un miracolo, al quale i medici stessi assistono con muta meraviglia.
In Miracolo a Le Havre, per esempio,
il tumore della moglie del protagonista, ricoverata in ospedale senza
possibilità di guarigione, sparisce
magicamente in conseguenza alle
buone azioni operate dal marito. Il
finale del film, poetico e dalla forte
valenza metaforica (non si deve mai
perdere la speranza, un altro mondo
è possibile) rischia di rafforzare
l’idea del cancro come punizione o
esito di condotte sbagliate (proprie
o altrui), sempre meno esplicitata razionalmente ma ancora radicata nel
sentire comune (pensiamo a quanto
spesso possiamo ancora cogliere nei
discorsi frasi quali “se l’è cercata”,
“se mi sono ammalato è colpa mia”,
“i dispiaceri l’hanno fatto ammalare” ecc.).
In assenza di interventi ultraterreni,
il personaggio - paziente oncologico è quasi sempre destinato ad
andarsene molto presto. Non solo.
Spesso il tempo a disposizione è
Filmografia
Film citati:
Love Story (USA 1970) di Arthur Hiller
Ultima neve di primavera (ITALIA 1973) di Raimondo Del Balzo
Space Cowboys (USA 2005) di Clint Eastwood
Non è mai troppo tardi (USA 2007) di Rob Reiner
P.S. I love you (USA 2007) di Richard LaGravenese
Gran Torino (USA 2008) di Clint Eastwood
La prima cosa bella (ITALIA 2010) di Paolo Virzì
50/50 (USA 2011) di Jonathan Levine
Miracolo a Le Havre (FRANCIA, GERMANIA 2011) di Aki Kaurismäki
Restless (USA 2011) di Gus Van Sant
quantificato dai medici con precisione millimetrica: sei mesi, tre
mesi, pochi giorni.
Al protagonista è assegnata una
deadline (letteralmente) che lo pone
nella posizione tremenda ma anche,
per certi versi, privilegiata di chi conosce la data della propria morte.
Nei giorni che gli restano da vivere,
si trova ad affrontare una missione,
che può essere d’azione in senso
stretto (esempi: in Space Cowboys,
Tommy Lee Jones ha un tumore al
pancreas e si sacrifica per il bene dell’umanità. In Gran Torino Clint Eastwood, cancro ai polmoni, si fa
uccidere da una gang per riportare
la pace nel suo quartiere) oppure
(caso più frequente) emozionale,
connessa ai rapporti sentimentali,
amicali, familiari (in La prima cosa
bella, la protagonista, madre imperfetta, vitale e scapestrata, poche ore
prima di morire sposa l’ultimo fedele
amore e si riconcilia coi figli).
In alcuni casi, il malato oncologico,
messo di fronte all’ineluttabilità
della fine, riceve un’iniezione di vitalità, diventa avventuroso, spericolato e vuole togliersi tutti gli sfizi. In
Non è mai troppo tardi, Jack Nicholson e Morgan Freeman intraprendono un viaggio accompagnati da
una “lista delle cose da fare prima di
morire”che comprende, tra l’altro,
guidare una motocicletta sulla muraglia cinese, volare sul Polo Nord e
partecipare a un Safari. Illuminante
a riguardo il commento di un critico
americano sopravvissuto al tumore,
riportato da De Fiore nel suo lavoro:
“...L’elenco del film sarebbe stato
più plausibile se avesse contemplato
digerire un pasto completo, poter
vantare una buona motilità intestinale, mantenere un po’ di energia
anche nel pomeriggio, esser capaci
di comunicare amore ai vostri cari...”
Con forzature più o meno evidenti,
spesso inevitabili in quanto a servizio del plot (non dimentichiamo che
il compito primo di un film non è
documentare frequentemente la
realtà, bensì accendere la fantasia
e mantenere vivo l’interesse dello
spettatore), i protagonisti delle storie citate sono accomunati da un
processo di trasformazione interiore, che porta con sé consapevolezza, saggezza, rinnovato senso
delle priorità e una certa elevazione spirituale destinata a contagiare chi li circonda.
Nella maggioranza dei casi, il malato
abbandona più o meno in fretta
egoismi e meschinità e si dedica
quasi totalmente al benessere altrui,
facendo tutto ciò che è in suo potere
per risolvere i problemi dei suoi cari.
La malattia, in questa accezione, appare come un veicolo di miglioramento per le persone “sane” che,
pur nel dolore, imparano a vivere
con l’aiuto di chi se ne è appena an-
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dato (è il caso di P.S. I
love you, in cui il marito
della protagonista, falciato da un tumore al
cervello, lascia alla moglie lettere da leggersi
postume, che la accompagneranno in tutti i
momenti importanti).
E forse è proprio in quest’ottica di abnegazione,
sacrificio e bontà può essere letto un altro dato
sorprendente e di segno
opposto rispetto ai dati
scientifici: al contrario di
quanto accade nella realtà, nei film si ammalano di più le femmine.
I risultati della ricerca di
De Fiore mostrano come,
ben sette volte su dieci, il
malato sia donna.
In molte pellicole si
tratta di donne giovani,
belle e innamorate: pensiamo a Love Story, in
cui la bellezza della venticinquenne
malata di leucemia sembra accrescersi man mano che la fine si avvicina, oppure a Restless, con una
splendida adolescente che, sempre
più simile a un angelo, salva l’amato
dalla depressione insegnandogli ad
aprirsi all’amore e alla vita.
Nonostante la grande presenza fem-
minile nei cosiddetti cancer movies,
il tumore al seno, che da solo costituisce circa un terzo di tutti i tumori
che colpiscono le donne, è ancora
poco rappresentato. Predominano
invece i tumori cerebrali e al polmone, i linfomi e la leucemia.
Quest’ultima è protagonista anche
della maggior parte dei cancer mo-
Altri film sull’argomento:
Le invasioni barbariche (CANADA 2003) di Denys Arcand
Gli ultimi giorni di Remy, intellettuale cinquantenne circondato in ospedale
da familiari e amici, raccontati con attenzione particolare ai temi dell’eutanasia e del controllo del dolore.
Voglia di tenerezza (USA 1983)di James L. Brooks.
La malattia irrompe nel rapporto viscerale e complicato tra una madre e
una figlia.
Un medico, un uomo (USA, 1991) di Randa Haines.
Da medico a paziente. Una trasformazione professionale e umana.
Caro diario (ITALIA 1993) di Nanni Moretti.
L’episodio “Medici” è la cronistoria reale di una malattia, tra diagnosi sbagliate e dottori poco disposti ad ascoltare.
vies pediatrici, “quei
film che parlano di piccoli pazienti oncologici
e che purtroppo si segnalano spesso per toccare le corde più
superficiali dell’emotività” (cfr. De Fiore). Un
esempio famoso, in Italia, è quello di Ultima
neve di primavera, che
ha commosso molti
spettatori negli anni
Settanta.
Gran parte delle questioni centrali e dei sentimenti che caratterizzano l’esperienza del
malato oncologico non
compaiono nei film sull’argomento: la rabbia,
l’esigenza di conciliare
malattia e vita quotidiana (lavoro, famiglia,
figli, hobbies e passioni...), il dolore e le
cure palliative, i problemi economici, gli effetti indesiderati delle terapie, la sessualità.
Il cancro continua ad apparire come
un drago cattivo, che uccide se non
è ucciso a sua volta, e non come un
indesiderato “compagno di viaggio”, con il quale, sempre più spesso,
si riesce a convivere a lungo.
Qualche eccezione rilevante si riscontra in alcune pellicole degli ultimi anni, soprattutto in quelle di
matrice autobiografica. È il caso del
film indipendente 50/50, che riesce
nel difficile intento di raccontare in
toni di commedia la storia drammatica di un ragazzo a cui viene diagnosticato un carcinoma raro. Il
percorso di cura, le difficoltà di relazione, l’alternarsi di rabbia e accettazione passiva vengono rese con
naturalezza e verità e, per una volta,
alla fine, non ci sono vinti né vincitori, e la domanda del protagonista
(“E adesso?”) è ciò che descrive al
meglio l’alchimia di paura, speranza
e incertezza che è parte non solo
della malattia, ma della vita intera.
Maria Daniela Raineri
Associazione Donna per Donna
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a Sarcoidosi
è una malattia
infiammatoria
che può colpire
diversi organi,
ma principalmente
i polmoni e le ghiandole linfatiche (dette linfonodi).
Nei pazienti con sarcoidosi si formano
dei noduli anomali, detti granulomi,
che consistono in tessuto infiammatorio caratteristico della malattia presente in varia misura negli organi
colpiti e si può manifestare in modi e
gravità molto diverse.
La Sarcoidosi si presenta principalmente nei soggetti adulti, essendo
molto rara nei bambini e negli anziani, e colpisce entrambi i sessi,
forse un po’ di più le femmine dei
maschi. Alcune etnie (es. afro-americani) sono più colpite di altre, a dimostrazione di una probabile
predisposizione su base genetica che
però non è ancora stata dimostrata.
In Italia esistono pochi centri specializzati nello studio e nel trattamento
della sarcoidosi e la situazione è gravemente eterogenea da regione a
regione, sia sul piano clinico, sia sul
piano socio-assistenziale. In Italia il
numero di persone affette da sarcoidosi non è mai stato stimato con certezza e sicuramente la malattia è
molto più diffusa di quanto si pensi.
In alcuni casi non si riesce a diagnosticarla correttamente e in altri si
esegue una diagnosi tardiva, consentendo in tal modo alla malattia
di progredire indisturbata.
Una persona colpita da sarcoidosi
può giungere ad avere una qualità
della vita sensibilmente compromessa dalla malattia, fino a perdere
il proprio lavoro, la propria stabilità
economica, la serenità personale e
familiare.
Con l’obiettivo di promuovere la conoscenza della malattia presso il personale sanitario, i pazienti, le
famiglie coinvolte, le strutture sanitarie, la pubblica amministrazione e
più in generale il pubblico, il 24 no-
vembre 2011, a Bologna, è stata costituita l’associazione “Amici contro
la Sarcoidosi Italia ONLUS”.
E’ un’associazione che non ha scopo
di lucro e persegue esclusivamente
finalità di solidarietà sociale.
L’ACSI è nata da un gruppo di persone, in tutta Italia, che condivide,
direttamente o indirettamente, la
convivenza con una malattia ancora
tutta da capire.
Queste persone, malate e non, le loro
famiglie, medici e cittadini di forte
determinazione, si sono costituite in
associazione nazionale, ferme nel
proposito di voler fare qualcosa di
nuovo e concreto per chi è colpito
dalla sarcoidosi, attivandosi per
creare opportunità di dialogo con le
istituzioni e con le sanità regionali,
predisponendo servizi di assistenza
sociale, medica e infermieristica.
A circa due anni dalla sua costituzione, ACSI ha già avviato progetti
di collaborazione con alcune regioni
italiane (con particolare attenzione
ai centri di riferimento medico-scientifici, nonché con le istituzioni dei
governi regionali e provinciali) e sta
lavorando, in Emilia Romagna, dove
c’è la sede centrale, ad un percorso
ospedaliero per il cittadino malato
di sarcoidosi.
ACSI - Amici contro la Sarcoidosi Italia
ONLUS sarà presente al XIV Congresso Nazionale UIP - XLII Congresso
Nazionale AIPO - “Clinica, Ricerca, Organizzazione: la centralità della persona
in
Pneumologia”
che
quest’anno si svolgerà a Verona dal
27 al 30 novembre 2013, come associazione patrocinante l’evento e avrà
a disposizione uno spazio espositivo
nell’area ‘Village’ del Congresso.
Per informazioni:
Associazione Amici Contro
la Sarcoidosi Italia
www.sarcoidosi.org
o 393.33.277.62
(Presidente dr. Filippo Martone
[email protected]),
3932433357
(Segretario Amelia Carlucci
[email protected])
o [email protected].
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ono delusa, tanto
che mi è faticoso per l’ennesima volta scrivere, ma è necessario per denunciare la
carenza di servizi alle
persone autistiche nonostante la presenza sul territorio di
strutture “idonee” come il Centro
Autismo di Mondovì.
L’Asl è carente o forse legata da
troppa burocrazia … solo una cooperativa lavora direttamente anche
quotidianamente sulla persona autistica ma la famiglia deve accollarsi
il notevole costo degli interventi.
Vorrei di cuore che fossero riorganizzati i servizi sanitari, i progetti di recupero, che fossero favoriti i luoghi
e i centri specializzati dove fare terapia ( l’autismo non va confuso con
altro tipo di disabilità), promuovere
reali attività occupazionali per i giovani adulti, insomma offrire maggiore dignità a queste persone.
L’autismo necessita di personale formato sugli interventi da attuarsi e gli
esperti dicono che è possibile ottenere tutto questo. Esiste anche una
Carta Europea dei diritti delle persone autistiche – all’estero vi è una
maggiore organizzazione e gli autistici ad alto funzionamento possono
essere impegnati in attività lavorative ( naturalmente in contesti protetti)-; per quanto ci riguarda, si
tratta di cambiare il modo di pensare e di progettare gli interventi sul
profilo etico piuttosto che economico. I nostri figli a causa della loro
disorganizzazione unita spesso a
problemi di natura sensoriale, richiedono di essere sostenuti in rapporto
di uno ad uno nello svolgimento
delle loro autonomie e dei loro
compiti sociali. Favoriamo ed investiamo su questo obiettivo affinchè
agendo bene possano diminuire i
costi sociali nel tempo. Sono una
mamma tanto arrabbiata! Ho un
sogno per Cuneo (che si è avverato
a Torino e prossimamente anche ad
Asti) e spero possa davvero realizzarsi e cioè: poter ascoltare la lunga
e profonda esperienza del Prof.
Lucio Moderato, Direttore Scientifico dell’Associazione “Autismo &
Società” di Torino, Direttore dei Servizi Diurni e Territoriali Fondazione
“ Sacra Famiglia Onlus”, Prof. di Psicologia e Disabilità presso l’Università Cattolica di Milano, ideatore del
modello “Superability” (approccio
globale alle disabilità intellettive, ai
disturbi pervasivi dello sviluppo e
dell’autismo) Il Prof. Moderato è in
grado di realizzare mediante i suoi
corsi la reale formazione per gli
educatori e per tutti coloro che desiderano lavorare e volere davvero
il bene delle persone autistiche.
Cuneo deve uscire dal torpore e
dall’indifferenza, è un diritto costituzionale e di giustizia.
Alida
mamma di Pietro 20 anni
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Centro Servizi
per il Volontariato
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SOLIDALE
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loro elaborazione e presentazione.
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Collaborazione a progetti di Associazioni di volontariato
per l’avvio e la realizzazione di specifiche attività. Analisi
delle esigenze del territorio e promozione di progetti
che ad esse sappiano rispondere, in collaborazione con
le istituzioni pubbliche e private. Monitoraggio dei progetti sul territorio.
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Attività formative e di approfondimento organizzate e
proposte da Società Solidale su temi e problematiche di
interesse per il volontariato al fine di qualificarne l’attività e di diffondere la cultura della solidarietà. Attività
formative di settore in collaborazione con una o più associazioni di volontariato.
Per informazioni: [email protected].
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Favorire la crescita del volontariato attraverso iniziative
di coordinamento, eventi solidali, campagne promozionali per reclutare volontari. Organizzazione della Fiera
del Volontariato a carattere provinciale.
Sito Web www.csvsocsolidale.it con realizzazione di pagine nell’apposita sezione “Associazioni”.
Per informazioni [email protected].
PROGETTO SCUOLA-VOLONTARIATO
Promuovere l’incontro e la collaborazione tra mondo
della scuola e mondo del volontariato.
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DOCUMENTAZIONE
Diffusione di informazioni utili e di notizie sul volontariato mediante l’invio di News ogni quindici giorni dal
sito www.csvsocsolidale.it, spedizione della Newsletter
mensile “Società Solidale News” e della rivista periodica
“Società Solidale”.
Per informazioni: [email protected].
Aggiornamento costante del Data Base delle associazioni
presenti in provincia di Cuneo. Centro di documentazione presso la sede di Cuneo con Biblioteca ed Emeroteca del Volontariato.
COMUNICAZIONE
Sostegno alla comunicazione e alla promozione d’immagine delle associazioni di volontariato mediante lo studio, l’ideazione e la stampa di depliant, locandine,
volantini. Realizzazione di video sul volontariato. Ufficio
stampa solidale: stesura e invio di comunicati stampa,
servizi televisivi da proporre alle tv locali per le Associazioni di Volontariato. Video e filmati di promozione del
Volontariato.
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LOGISTICA
Concessione in comodato d’uso gratuito di attrezzature
per la formazione e la promozione del Volontariato alle
Associazioni di Volontariato (videoproiettore, telo per
proiezione, lavagna luminosa, griglie...).
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MONDI Paralleli in PDF - LILT Cuneo – Lega Tumori Cuneo