Dalla Comune e Provincia di Milano - Diocesi di Milano - Zona Pastorale Prima - Prefettura Nord - Decanato di Niguarda via Giuseppe La Farina 15 - 20126 Milano - telefono e fax 02.66117340 (segreteria parrocchiale) sito web: www.parrocchiabicocca.it - indirizzo di posta elettronica: [email protected] Parroco-Prevosto don Giuseppe Buraglio: 02.6425220 – 328.4788286 – [email protected] Vicario Parrocchiale don Alberto Carbonari: 02.66116474 – 380.1959699 – [email protected] Collaboratore Pastorale don Nando Bertoli: 338.5957883 – [email protected] Suore Ancelle di Gesù Bambino: 02.6431521 – viale Fulvio Testi 190 – [email protected] Foglio informativo ad uso interno C’era una volta il West Immagino una famigliola americana stretta nella morsa della povertà, economica e sociale, in un tempo sufficientemente lontano dal nostro. Penso al suo capofamiglia che guarda verso ovest e dice: mettiamoci in cammino e raggiungiamo terre lontane, larghe, estese, verdi, ospitali, che possano diventare la nostra casa. In mezzo al nulla. Vedo montagne attorno a distese a perdita d’occhio. Vedo, nel mezzo, una casa di legno piuttosto malandata, più baracca che casa. È circondata da un approssimativo steccato. La terra adiacente è sommariamente coltivata, qualche animale pascola lì attorno. C’è una donna, qualche bambino. L’uomo di casa sta lavorando il campo appena più lontano dalla casa, ma sempre con lo sguardo a portata di casa. Mi viene da chiamarlo ranch, ma il nome mi sembra eccessivamente lussuoso per quello che vedo. Sì, sono dentro uno dei vecchi film che raccontano l’epopea del Lontano Ovest. In ogni caso, fiction o realtà, mi prende un senso di essenzialità che mi è suggerito non solo dal paesaggio ma anche e soprattutto dallo stile di vita dei suoi pochi abitanti. L’ora del pasto è un momento di grande significato famigliare: poche, pochissime cose maneggiate con stoviglie assolutamente essenziali. In mezzo alla tavolaccia di legno c’è un grande piatto, sempre di legno, con dentro una pietanza che è la somma di ingredienti che noi, oggi, non metteremmo insieme. Eppure sembra buona. Una vecchia e sbeccata brocca al centro tavola dice che la bevanda per il pasto è l’acqua. Tutti si radunano attorno a questo desco essenziale, il papà si leva il cappello, i figli si raccolgono in silenzio, la mamma, stando in piedi affaccendata, si ferma un attimo, il papà inizia la preghiera di ringraziamento al Signore per quel provvidenziale cibo. Tutti mangiano sereni, i bambini scherzano, gli adulti esprimono anche le loro preoccupazioni per quella vita così precaria. Ma tutto ha tanto il sapore del bello essenziale, della pace ritrovata, della scomparsa del male sociale. Mi accorgo che è poesia. Parecchio. Sì, perché quella vita è tanto dura, c’è meno del necessario, si è esposti ai mille pericoli provenienti dalla natura, dalle malattie, dai pochi umani che rischi di incontrare comunque. È una vita dove il rischio significa morte, dove la morte è sempre alla tua porta e non ha pudore nel portarti via persone care anche in giovane età. È però una poesia che mi piace, che mi fa pensare. Una poesia che mi permette, pur considerando la realtà in tutta la sua interezza, di riportare all’essenziale il mio modo di vivere di uomo del ventunesimo secolo. Don Giuseppe Sante Messe festive: ore 8,30 - 10 - 11,30 - 18 * (sabato e prefestivi: ore 18 [e ore 15 al CTO]) Sante Messe feriali: ore 8,30 – 18 * Rosario tutti i giorni alle ore 17,35 (al suono delle campane) Confessioni: Giorni feriali: ore 7,00-8,30 e 17,30-18,00; Sabato: ore 16-18; Domenica: prima e dopo le Messe Apertura della chiesa: dalle ore 7 alle ore 19 (Sabato e festivi: apertura ore 7,30 * Domenica e festivi: chiusura tra le 12,30 e le 15) Segreteria Parrocchiale con Centro d’Ascolto: dalle ore 9 alle ore 12 (dal lunedì al venerdì) Nel 1984 lo Stato Italiano e la Chiesa Cattolica stipularono un nuovo Concordato che aggiornava il precedente del 1929. Tra le varie novità intervenute, si è cambiato di comune accordo il sistema di aiuto alla Chiesa da parte dello Stato italiano, un aiuto che di fatto nel 1929 era stato introdotto come parziale risarcimento di tutte le confische dei beni della Chiesa intervenute nel 1870 con la legge delle Guarentigie. Nel 1984 si stabilì che l’8 per mille di tutto il gettito Irpef incassato annualmente dallo Stato italiano andasse a sostegno di opere di rilevanza religiosa e/o sociale, in una percentuale stabilita ogni anno a partire dalla scelta che gli stessi contribuenti operano al momento della dichiarazione dei redditi. A quel tempo la CEI (Conferenza Episcopale Italiana, ovvero l’organismo che raggruppa tutti i vescovi italiani) diede vita ad un nuovo organismo denominato Istituto Centrale per il Sostentamento del Clero (ICSC), deputato ad incassare la cifra annuale spettante alla Chiesa Cattolica dall’8 per mille e a gestire questa somma, ripartendola tra il sostengo alle opere di culto, gli interventi caritativi, il sostegno delle missioni e il mantenimento dei preti. Poiché la cifra che l’ICSC deve gestire, pur essendo di una certa entità, non è sufficiente a garantire uno stipendio pieno a tutti i preti italiani, è stato studiato un meccanismo che ora verrà qui descritto e che mira a garantire ai preti almeno una parte del loro stipendio attingendo ad altre fonti che non siano l’8 per mille, come ad es. le parrocchie in cui i preti prestano servizio, le scuole o altre istituzioni dove eventualmente i preti lavorano, ecc. Ed ecco come funziona. L’ICSC stabilisce per ogni prete un punteggio. Ogni prete ha diritto ad un punteggio base di 80 punti, cui possono essere aggiunti altri punti per svariate ragioni: anzianità (2 punti ad ogni scadere di quinquennio di sacerdozio), ministero particolarmente oneroso (punti a discrezione del vescovo), incarichi plurimi (parroco di più parrocchie, decano, ecc. con punti aggiuntivi sempre fissati dal vescovo), e altro. Ogni anno poi, la CEI fissa un valore monetario del punto. Per es., per il 2012 il valore è di € 12,36. Per ogni prete si moltiplica dunque il suo punteggio personale per il valore del punto per quell’anno e si ottiene la retribuzione lorda mensile (12 mensilità) spettante a quel prete. Facciamo un esempio: il parroco della Bicocca ha diritto a 80 punti base + 14 di anzianità (essendo prete da 36 anni) + 10 perché è parroco di una parrocchia con più di quattromila abitanti, quindi 104 punti totali che moltiplicati per € 12,36 danno uno stipendio lordo di € 1.285. L’ICSC provvede a versare all’Erario italiano per conto del prete l’Irpef su tutta la quota. Il parroco della Bicocca, visto che il suo Irpef è calcolato in € 190, ha perciò diritto ad uno stipendio netto di € 1.095. Domanda: chi dà al parroco della Bicocca questi € 1.095? L’ICSC fa un ragionamento: la parrocchia di cui don Giuseppe è parroco deve dargli almeno una parte di questa quota, e questa parte l’ICSC la calcola in base agli abitanti. E il calcolo è il seguente: per le statistiche ufficiali la parrocchia della Bicocca ha 8.362 abitanti. L’ICSC ha deciso che ogni parrocchia deve garantire al proprio parroco una cifra pari al numero degli abitanti per € 0,073 (al viceparroco invece si fa per 0,0365 se non ha altri redditi, per 0,01825 se per es. ha uno stipendio come insegnante di religione o altro). Perciò la parrocchia della Bicocca garantisce al proprio parroco uno stipendio mensile di € 0,073 x 8.362, ovvero € 610; mentre al viceparroco (don Alberto) € 0,0365 x 8.362, ovvero € 305. Nota: per don Nando, che non ha la nomina ufficiale di viceparroco, il conteggio è diverso ed è forfaitario. Torniamo al parroco e riassumiamo. Ha diritto a € 1.285 lordi che diventano € 1.095 netti; € 610 glieli dà la parrocchia, gli altri € 485 (per arrivare a 1.095) gli vengono dati dall’ICSC, che provvede ad accreditarglieli mensilmente sul suo conto corrente bancario. Non è finita. La CEI ha stabilito inoltre che ad ogni prete sia garantita una quota ulteriore legata alla celebrazione della santa Messa quotidiana; perciò ogni prete, mediamente, percepisce ulteriori € 300 mensili (la Curia arcivescovile milanese ha stabilito € 10 per ogni Messa celebrata, moltiplicata per 30 giorni). Infine è stabilito, sempre dalla CEI, che il prete non debba sostenere le spese di affitto e generali (luce, gas, acqua e telefono) che devono essere a carico della parrocchia. Detto questo, per inciso, diciamo che noi preti siamo più che soddisfatti del trattamento economico che ci viene riservato! Diciamo però anche che molto spesso parte di questi soldi se ne vanno in aiuto ai poveri, sostenuti non solo dalla caritas parrocchiale ma anche dai preti personalmente, o in spese “pastorali” che i preti sostengono e che non vengono poi rifuse dalle casse parrocchiali (per scelta di noi preti, non per “pidocchieria” della parrocchia, sia chiaro!). Esiste, infine, un sistema di previdenza sociale speciale per il clero. Presso l’INPS è costituito un fondo speciale per il clero, costituito da contributi versati regolarmente dall’ICSC a nome dei singoli preti (quindi per noi preti è come se per un operaio i contributi pensione li pagasse tutti il datore di lavoro, mentre per l’operaio non è così, perché una percentuale dei contributi versati gli viene trattenuta sullo stipendio). Perciò il prete ha una sua mutua (che gli paga le spese della salute) e una sua futura pensione (a 65 anni, o 68, a seconda degli anni di contribuzione). Le Suore sono invece a totale servizio della parrocchia e a carico di essa. Se una o più suore non sono ancora in età da pensione, possono venire assunte dalla parrocchia come dipendenti, con contratto particolare, stipendio adeguato, contributi mutualistici e pensionistici, tutto a carico della parrocchia. Evidentemente tutto viene studiato e deciso insieme da parroco e istituto delle suore, anche in relazione al tipo e alla quantità di servizio pastorale che le suore possono garantire alla parrocchia. Se invece le suore sono in età da pensione, ricevendo le mensilità INPS, dalla parrocchia hanno un rimborso spese in quantità decisa sempre di comune accordo tra parroco e istituto delle suore. Anche le suore, come i preti, non pagano affitto e spese generali. Gli altri eventuali dipendenti, da noi per es. Wilson, sono assunti con contratto regolare e adeguato al tipo di servizio richiesto e vengono pagati secondo le tabelle previste dallo stesso contratto, con tanto di contributi mutualistici e pensionistici e, in questo caso, pagamento di tredicesima come per tutti i dipendenti della categoria. Questi dipendenti vengono regolarmente assunti e pagati a tempo pieno o parziale, a seconda delle necessità della parrocchia. Per la gestione di questi dipendenti, la parrocchia deve avvalersi dell’opera dello studio di un commercialista per garantire la regolarità di tutte le operazioni. Don Giuseppe Domenica 25 marzo Quinta di QUARESIMA ore 16,30 Incontro per le famiglie all’ospedale di Niguarda 26 marzo ore 12 ore 21 Battesimo (Donato De Censo) Coro Martedì ore 21 Equipe decanale di A.C. ore 15 Celebrazione penitenziale ore 8,15 ore 9,30 ore 13,15 ore 21 Omelia Consiglio dei presbiteri e delle suore Lettura del Vangelo (in chiesa) Celebrazione penitenziale ore 8,30 ore 13,15 ore 16,45 ore 18 ore 21 Via Crucis Via Crucis Preghiera oratorio Via Crucis Preghiera quaresimale per tutti ore 15 Mo.Chi. (Chierichetti) Lunedì 27 marzo Mercoledì 28 marzo Giovedì 29 marzo Venerdì 30 marzo Sabato 31 marzo Domenica 1° aprile Domenica delle Palme ore 9,50 dall’oratorio: Processione con gli ulivi domenica 25 marzo ritiro quarta elementare Ogni giorno: ore 8,15 Lodi in chiesa e ore 19 Vespero in oratorio Anche per il Tempo Pasquale sarà disponibile il Libretto per la preghiera quotidiana Ricordati dello Scambio della cena ovvero del Riso quaresimale BUONUMORE – 16 Un devoto sta pregando: - Signore, per te l’eternità è un attimo! Dieci milioni sono per te 10 centesimi! Ti prego, fammi avere dieci milioni! E Dio risponde: - Ok! Fra un attimo….! Il CIRCOLO ACLI ha finalmente un proprio numero civico: VIA NOTA 19 non c’è rosa senza spina, non c’è vita senza croce