P A G I N A
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RIFLESSIONI
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 30 OTTOBRE 2010
BRUNO MAGGIONI
NOVITÀ IN LIBRERIA
IL PRETE UOMO
DELLA PAROLA
L
e riflessioni che l’Autore
propone sono nuove e
provocanti; nuove, non
perché si addentrano in
ricerche o discussioni
teologiche ma perché attingono
alla freschezza delle pagine
bibliche. E sono provocanti: il
lettore attento noterà come
anche sui problemi dibattuti
oggi (identità, specificità, spiritualità… del prete) la lettura
proposta solleva domande, invita alla riflessione, chiede il coraggio di riflettere attentamente e serenamente prima di agire. Nella prefazione l’Autore
dichiara di voler sottolineare
solo due aspetti: il rapporto del
prete con la Parola e la profonda umanità della sua figura.
Due chiavi di lettura che ci sembrano non limitare la riflessione ma collocarla nella sua giusta prospettiva. E’ difficile parlare di Dio - sottolinea l’Autore
- se non si è uomini veri. E l’uomo vero “non si mostra soltanto in chiesa, nelle assemblee,
nelle conferenze, ma sulla strada, a piedi, camminando con
tutti, salutando, accorgendosi
dei problemi quotidiani della
gente normale”. Ancora: “Occorre incontrare la gente in luoghi comuni, ascoltare e parlare
con loro senza l’impegno diretto di chissà quale testimonianza. Parlare del più e del meno
non è tempo sprecato. Perché
incontrando la gente comune si
imparano tante cose. Per conoscere gli uomini in modo più diretto e il loro modo diretto di
pensare, gli incontri professionali, ripeto, non bastano. In
questi luoghi professionali non
siamo del tutto normali, né chi
ascolta né chi parla. Tutti un po’
diversi: loro e noi”.
Sulla specificità della figura
del prete, l’Autore precisa, fin
dall’inizio, che “ciò che specifica il prete è senza dubbio essenziale, ma non basta. Ciò che lo
specifica deve scaturire da ciò
che è comune, cioè dalla sequela di ogni cristiano. La specificità del prete, se vuole essere vera
ed evangelica, deve nascere dalla radice della sequela, come
tutte le altre forme di vita cristiana. Per capire il pastore non
basta identificare i tratti che gli
sono propri, le funzioni che gli
appartengono, le cose che solo
lui può fare. Nessuno viene completamente identificato dalla
funzione che svolge. La figura
del pastore, come ogni altra figura, viene da una radice comune, ed evidenziare questa radice comune è essenziale”. Ed è
appunto in questa prospettiva e secondo queste premesse - che
l’Autore delinea la figura del
prete quale: uomo affascinato
dalla Parola; uomo di profonda
umanità; uomo capace di ascolto; seminatore instancabile e
attento della Parola; uomo senza confini; il custode della memoria.
Un itinerario suggestivo del
quale evidenziamo solo qualche
provocazione. Innanzitutto, la
nuova evangelizzazione non
può ridursi ad un qualsiasi
ripensamento del vangelo per
inculturarlo nel mondo d’oggi,
ma deve - prima di tutto e sopra
tutto - concretizzarsi in una
riscoperta della novità del vangelo stesso per evitare di proporre il Dio di Gesù in modo ovvio
o come la semplice risposta alle
attese umane. La Parola propone un Dio per nulla ovvio e che
va ben oltre le attese umane.
Una non ovvietà e un superamento che vanno mantenuti
vivi e costantemente proposti.
Poi, la necessità dell’ascolto:
ascolto della Parola di Dio e
ascolto delle persone. “Anche
questa - annota l’Autore - è una
lamentazione generale. E’ difficile trovare un sacerdote - è un
semplice esempio - con cui parlare. Più in generale capita alle
nostre comunità quello che capita a molte famiglie: tanto lavoro, tante cose,tanti impegni,
e non c’è più tempo per parlare
e ascoltare”. Quindi, rapportarsi al tema della nuova evangelizzazione in una precisa prospettiva: “I problemi della nuo-
a cura di AGOSTINO CLERICI
OLTRE LA VITA
BRUNO MAGGIONI,
Il prete uomo della
Parola, Cittadella,
pagine 100, euro 9,50
va evangelizzazione sono due:
come evangelizzare una cultura che sembra indifferente alla
domanda religiosa; e come evangelizzare una domanda religiosa, che tuttavia rimane lontana dal vangelo”.
Con una sottolineatura che ci
sembra essenziale: “siamo convinti che oggi abbiamo anzitutto - nei confronti dei problemi
essenziali e complessi - bisogno
di conoscerli a fondo, individuandone la radice e le motivazioni. Dare per scontato che conosciamo problemi e situazioni e che, perciò, ci occorrono
soltanto decisioni e direttive
pratiche sarebbe l’errore più
grave che possiamo commettere”. Infine, la convinzione, forse mai profondamente interiorizzata, della natura della proposta evangelica: “Il cristianesimo
è una proposta di sua natura
popolare: per uomini quotidiani,uomini seri e pensosi questo
sì, ma non necessariamente
eccezionali”.
Il prete è chiamato ad essere
segno di queste priorità. Segno
perché le visibilizza. Non da
solo, ma assieme a tutti: credenti e non credenti. Con modi e
tempi diversi, ma sempre e comunque a tutti per tutti. Come
le pagine di questo volumetto
che delinea i tratti del prete,
uomo della Parola, uomo tra gli
uomini. Custode di una memoria che è proposta a tutti.
Ecco alcuni testi che ci aiutano a riflettere
sul tema della morte e dell’escatologia cristiana. Dapprima un volume a più mani che
raccoglie alcune voci di dizionari teologici,
scandito da un’attenta riflessione biblicoteologica sull’esperienza della morte, sui
temi dell’immortalità e della vita eterna,
della risurrezione, del paradiso e dell’inferno. Vi è raccolto il contributo di tre importanti autori, scandito secondo la successione logica delle fasi che il pensiero tradizionale - quello dei Novissimi - ha inteso codificare. A un primo momento, dedicato alla riflessione teologica
sulla morte proposta da Antonio Nitrola, segue un approfondimento in chiave biblica dei temi dell’immortalità e della vita
eterna, a cura di Klaus Berger, e della risurrezione, a firma di
Bruno Maggioni. KLAUS BERGER - BRUNO MAGGIONI ANTONIO NITROLA, Oltre la vita. Un mistero di pienezza,
San Paolo, pagine 94, euro 9,00.
Ecco due agili fascicoli curati da Luigi Guglielmoni e da Fausto Negri. Il primo è dedicato alle domande sull’aldilà. Perché il giorno della morte è chiamato dai cristiani “dies
natalis” (giorno della nascita)? Davanti al
dramma e all’assurdità della morte, a cosa
serve la fede? Siamo certi che esiste un
aldilà? Cielo, Paradiso, Inferno dove si trovano? La fine del mondo è prossima?... Questo libretto illustrato si propone di rispondere a queste e altre fra le domande più comuni sull’aldilà: una catechesi semplice, fatta di riflessioni, poesie e testimonianze.
LUIGI GUGLIELMONI - FAUSTO NEGRI, Come sarà dopo?, Elledici, pagine 32, euro 3,90.
Il secondo sussidio, attraverso riflessioni,
poesie, immagini e meditazioni, intende presentare i “Novissimi”, cioè le “realtà ultime”, ed aiutare a riflettere su alcune domande che ciascun credente si pone. A chiusura
del volume viene riportato quanto scritto da
sant’Agostino e che risuona come risposta
alla domanda del titolo: «Riposeremo e vedremo; vedremo e ameremo; ameremo e loderemo, nella fine che non avrà fine». LUIGI
GUGLIELMONI - FAUSTO NEGRI, Cosa
ci attende?, Elledici, pagine 32, euro 3,90.
Il fondamento della fede nell’aldilà sta nella risurrezione di Gesù. Una delle domande
a cui cerca di rispondere il volume di Carsten
Peter Thiede (scomparso improvvisamente
sei anni fa, proprio nell’atto di concludere
l’edizione tedesca del libro ora tradotto in
italiano da Elledici) riguarda proprio la
storicità della risurrezione di Cristo. Il volume tenta di dare una risposta alla domanda: il Gesù della storia e il Cristo della fede
sono un’unica e medesima persona o due persone differenti? L’ampia trattazione, svolta
con stile avvincente e scientificamente documentata, giunge alla conclusione che “il Gesù
della storia e il Cristo della fede sono due
facce inseparabili della stessa moneta. Se
guardiamo al Gesù della storia, sappiamo
che l’altra faccia, il Cristo della fede, è pure presente anche se
non possiamo vederla... Il messaggio di Gesù Cristo è indivisibile.
E’ un messaggio sia di storia che di fede”. CARSTEN PETER
THIEDE, Gesù: mito o realtà?, Elledici, pagine 136, euro 11,00.
ARCANGELO BAGNI
TRENTUNESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO C
Parola
FRA
noi
SAP 11,22-12,2
SAL 144
2TS 1,11-2,2
LC 19,1-10
Se cambi il cuore,
riacquisti la vista
e riconosci Gesù
di ANGELO SCEPPACERCA
TERZA SETTIMANA
del Salterio
ZACCHEO VUOLE VEDERE GESÙ
G
esù sta andando a
Gerusalemme. Oggi
è a Gerico. Alle sue
porte aveva incontrato un cieco che, affermando la sua fede, recupera la
vista. Due città messe dinanzi
alla scelta se accogliere o respingere, nella visita del Figlio di
Davide, la salvezza. A Gerico
entra in scena Zaccheo, un personaggio strepitoso, ben diverso dal cieco e dagli altri incontrati sulla strada verso Gerusalemme. Zaccheo non è virtuoso,
non gli interessa né la Legge di
Dio né la vita eterna. È il ricco
capo dei pubblicani e, per vedere
questo Gesù, gli basta salire sui
rami di un sicomoro, a debita distanza. Da questo balcone, invece, è lui stesso visto da Gesù che
gli fa fretta di scendere “perché
oggi devo fermarmi a casa tua”.
Dinanzi alla fede del cieco, il
miracolo pare scivolare nella
semplicità di una dichiarazione:
“Abbi di nuovo la vista! La tua
fede ti ha salvato”. Per ridare
sangue al cuore del ricco, è necessario che Gesù si fermi a casa
sua. Zaccheo è toccato: scende
in fretta e pieno di gioia dal suo
albero. Gesù, passando, alza lo
sguardo perché “ha sentito”
Zaccheo. Non nella voce, ma nel
desiderio. E gli si offre ospite a
casa, familiare, intimo, amico.
Zaccheo scende ed è già cambiato. Fa i conti in modo nuovo: dà
invece di ricevere e guadagna
perdendo.
Sale la mormorazione della
folla contro l’incauto gesto del
Signore che ha scelto di entrare in casa di un peccatore. Zaccheo non si mette soggezione e
appiana ogni polemica con una
grande restituzione, non solo
verso i tartassati, ma anche verso i colpiti da una povertà di cui
lui stesso si sente responsabile
perché peccatore.
La dichiarazione di Gesù è il
succo del Vangelo: se cambi il
cuore, riacquisti la vista e rico-
nosci in ogni uomo il
fratello figlio dello
stesso Padre. Questa
è l’antica promessa
depositata nella storia dell’umanità fin da
Abramo, custodita
dai padri ebrei fino ad
oggi quando, a Gerico, sotto un sicomoro,
passa il Messia di Dio
e si ferma e chiede di
entrare in casa di chi
si sente perduto.
Ho conosciuto anch’io “Zaccheo”, un
negoziante di elettrodomestici, già quattro volte in Sri Lanka, a costruire casette per i pescatori spogliati dallo
tsunami. Come Zaccheo, sente
parlare in giro, raccontare, ma
vuole vedere di persona. L’ho
visto dare, più volte e senza enfasi. Fa tante domande solo per
sapere di più di Gesù e del suo
Vangelo. Non gli manca nulla di
Zaccheo, a cominciare dalla statura. A Zaccheo manca qualcosa di M. il travolgente umorismo
napoletano. E manca la caffettiera di M., nuova ad ogni viaggio perché alla fine, puntualmente, resta in altre mani.
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