Seduta consiliare del 24 gennaio 2004 SEDUTA DEL CONSIGLIO COMUNALE DEL 24 GENNAIO 2005 Presiede Vincenzo Giudice - Presidente del Consiglio Partecipa il Vicesegretario Generale Maria Giuliana Ferrari ------Il Presidente dispone si proceda all’appello nominale. Sono presenti i consigl ieri: ADAMO, ALBERTINI CAPUTO, CARUGO, RICCARDO, CICCIONI, ANTONIAZZI, CORMIO, DE BALDASSARRE, ALBERTIS, DE PASQUALE, DI MAURO, FARINA, FERRARA, FIANO, GAMBITTA, GAROCCHIO, GILARDELLI, GIOBBI MARTINI, GIUDICE, LUCINI, MAIO, MASCARETTI, MASSARI, MASSEROLI, PALMERI, PANTALEO, PARLANTI, PENNISI, PILLITTERI, RICCI, RIZZI, SANTOMAURO, TENCONI, TERZI, TESTORI TRISCARI, VAGLIATI. Sono assenti il Sindaco GABRIELE ALBERTINI e i consiglieri: BARUFFI, BASSI, BERETTA, BIANCO, BOSSI EMILIA MORATTI, CARLINO, CIABO’, COLOMBO, DALLA CHIESA, DI MARTINO, FANZAGO, LIVA, MARTINELLI, MATTIOLI, MOLINARO, MOLTENI, OCCHI, OTTOLENGHI, RIZZO SALVINI, SPIROLAZZI UGLIANO, in numero di 23. E’ presente altresì l’assessore Verga. Ha giustificato l’assenza il consigliere Bassi. 1 TINELLI, Seduta consiliare del 24 gennaio 2004 Essendo, pertanto, presenti 37 Consiglieri, alle ore 16.35, il Presidente dichiara valida la seduta. Nomina scrutatori i consiglieri Di Mauro, Ferrara, Pantaleo. Indi dispone si proceda con interventi ai sensi dell’art. 21 del Regolamento di Organizzazione e funzionamento del Consiglio comunale. Dà quindi la parola al consigliere De Albertis. Il consigliere De Albertis così interviene: “Grazie, Presidente. Io volevo dire che ho presentato una interrogazione in merito ad una delibera della Giunta che riguarda la concessione in comodato gratuito di un immobile all’associazione Al Kudz che è legata all’OLP ed alla ANP. Quindi ho presentato una interrogazione e vorrei esprimere il mio totale dissenso da questa decisione della Giunta visto anche che su alcuni giornali era apparso che c’era un consenso trasversale, io invece vorrei sottolineare il disappunto totale e la totale contrarietà, per vari generi di motivi: innanzitutto si dice che questa associazione, tra l’altro, è morosa, è stata morosa per anni, e questo non mi sembra un bell’esempio perché allora tutti i morosi di Milano dovrebbero chiedere le stesse condizioni, cioè dire: ‘allora adesso anche noi usiamo il comodato gratuito di sedi, appartamenti’, eccetera perché 2 Seduta consiliare del 24 gennaio 2004 così sembra che noi premiamo chi è stato moroso; invece, per me, chi è stato moroso non deve essere premiato. E questa è una prima cosa. Secondariamente si tratta di un’associazione vicina o che rappresenta addirittura l’OLP e l’ANP, ancorché riconosciuta internazionalmente, però anche internazionalmente risaputi essere comunque filoterroristi, quindi io mi domando anche questo. Ancora: negli stessi stabili c’è un Centro Culturale Ebraico il quale paga un affitto di circa 35.000 euro all’anno, i quali sono 35.000 soltanto perché il Cent ro Ebraico ha pagato circa 400.000 per la ristrutturazione e tra pochi anni quindi l’affitto diventerà 70.000 euro all’anno. Allora, siccome le motivazioni di questa delibera dicono: ‘per motivi di equilibri politici, per motivi di pace’, io dico che questo non è un equilibrio, anzi, è un portare disequilibrio attuare diversi trattamenti al di là del fatto che i morosi non si devono premiare. In più, leggo, la delibera era stata predisposta dall’assessore Pagliarini, peraltro, quindi solo portata dall’assessore Talamona ma predisposta dall’assessore Pagliarini su consiglio dell’Ufficio Affari Internazionali del Comune, per cui mi chiedo: questo Ufficio Affari Internazionali che cosa fa? Quali soldi ha? Come li dà? Che potere ha? A chi risponde? Una volta avevo chiesto che fosse sottoposto al vaglio della Commissione Cultura, 3 Seduta consiliare del 24 gennaio 2004 dal momento che comunque fa capo anche all’assessore Carruba, invece pare che agisca indipendente e che i funzionari od i consulenti di questo Ufficio addirittura facciano da diplomatici. Allora io chiedo un controllo ed una revisione sulle attività di questo Ufficio, che credo dipenda dal Sindaco, ed in più esprimo la mia totale contrarietà ed il mio disappunto per questa concessione a questa associazione e, addirittura, io penso che per motivi proprio di equilibrio tra palestinesi e lo Stato di Israele, tra Centri che stanno negli stessi stabili ed hanno trattamenti diversi e, in più, per non premiare chi è moroso, credo che il Comune non dovrebbe assolutamente farlo e sarebbe il caso anche di pensare ad una revoca di questa delibera e cercare di rivedere la situazione di questa concessione di spazi”. Entrano in aula i consiglieri Di Martino, Rizzo, Bianco: i presenti sono, pertanto, 40. Entra altresì in aula il Vicesindaco De Corato. Il Presidente dà la parola al consigliere Ciccioni. Il consigliere Ciccioni così interviene: “Tre giorni or sono, un cittadino milanese ha scelto la via del suicidio per liberarsi dalla “cravatta” dell’usura che gli era stata 4 Seduta consiliare del 24 gennaio 2004 stretta attorno al collo. Questo è un caso ancora “caldo” (tanto per dire), che ha innescato reazioni e polemiche. Addirittura il Prefetto Ferrante ha detto: ‘L’usura è un fenomeno strisciante, spesso sommerso, che è difficile far emergere senza la collaborazione della vittima; sarebbe un grosso errore, anche a Milano, sottovalutarlo od ignorarlo’. E per il sottoscritto, che ha già fatto, Presidente, altri due interventi su questa questione, chiedendo che il Comune ampliasse il suo intervento su questo tema, è davvero una cosa importantissima. Addirittura c’è un presidente di un’Associazione di Commercianti, quella di Viale Monza, che ha commentato in questo modo il fatto accaduto: ‘Il suicidio è figlio delle scelte della politica degli Enti Locali, l’apertura dei grandi centri commerciali ha fatto crollare gli affari nei piccoli negozi, ma anche nel mercato comunale di Viale Monza’. E poi prosegue, dati alla mano: ‘Tra Viale Monza e Viale Padova ci sono 13 supermercati, mille ambulanti, oltre un migliaio di negozi…’. Dice il presidente di questa associazione: ‘Conosco tanti colleghi costretti a comperare da altri commercianti pur di rifornire il proprio negozio per i troppi debiti con i fornitori’. Le Associazioni Antiusura sparano una cifra di 20.000 vittime degli usurai a Milano, 5 Seduta consiliare del 24 gennaio 2004 40.000 nella regione Lombardia. Il 4 gennaio, se non ricordo male, ‘Repubblica’ informava che sono aumentati del 9% coloro che si rivolgono al Monte di Pietà: in un anno quasi 10.000 pensionati, precari, impiegati ed anche cosiddette ‘ragazze di vita’ lasciano un braccialetto, un orologio, un anello, qualsiasi cosa in cambio di denaro da spendere subito; quando il pegno non viene riscattato dopo un mese dalla scadenza viene messo all’asta. Secondo il Movimento Consumatori i milanesi fanno sempre più debiti: oltre 16.000 euro a famiglia, quasi il 14% in più nell’ultimo anno (sempre ‘Repubblica’ del 6 gennaio). Negli ultimi 4 mesi i decreti di ingiunzione per mancato pagamento delle rate sono cresciuti del 40%: dal 2005 i decreti ingiuntivi contro i debitori insolventi sono aumentati del 225%, tra gennaio e settembre 2004 sarebbero 4 miliardi e 300 milioni gli euro che i lombardi hanno speso prima di averli nelle proprie tasche; dopo le automobili e le moto, il settore che spinge verso l’alto indebitamento è il settore hi -tech con più di 500 milioni di euro. In più il fenomeno interessante da tener presente è quello delle finanziarie fasulle: sarebbero in Lombardia 5.700, di cui 3.700 a Milano e provincia; non sono registrate a norma di legge, ma pubblicizzano prestiti a tutti, anche ai protestati. 6 Seduta consiliare del 24 gennaio 2004 Chi è l’usuraio a Milano? Il Giudice Spina lo definisce ‘lo strozzino della porta accanto’: può essere l’impiegato, il funzionario, il commerciante, il piccolo imprenditore che dalla sua attività pulita parte per diventare un ‘cravattaro’. Presidente, il tempo è tiranno. Io avevo chiesto tempo addietro proprio in quest’aula che, attraverso il Comune di Milano, attraverso il portale del Comune di Milano si desse spazio alle Associazioni che stanno facendo su questo lavoro quello che non fa il Comune di Milano, perché il cittadino si senta almeno nella possibilità di adire - prima di quelli che sono i Tribunali - una persona, una voce amica all’interno del Comune di Milano”. Il Presidente dà la parola al consigliere Pillitteri. Il consigliere Pillitteri così interviene: “Nel mio intervento vorrei fare presente due problematiche specifiche su cui chiedo la sensibilità, soprattutto, del Settore Sicurezza. Sappiamo bene che per quanto riguarda, appunto, l’Assessorato alla Sicurezza, oltre alla moral suasion (per così dire) ed il sollecitare quelli che poi sono gli organismi istituzionalmente preposti a garantire l’ordine pubblico, c’è lo strumento tecnologico che in qualche maniera ci offre un qualcosa in più per dare una risposta dal punto di vista dell’Amministrazione a quelle che sono le 7 Seduta consiliare del 24 gennaio 2004 esigenze presenti in diverse aree della nostra Città. E’ uno strumento che evidentemente non è sempre efficace, è efficace laddove abbiamo a che fare con delle aree di un certo tipo, con una zona di un certo tipo, penso alle piazze, ad esempio, e ad una certa tipologia di via, però fatto sta che esistono situazioni invece in cui la capacità deterrente (soprattutto in relazione al fatto che, mi pare, da marzo sarà realizzato un collegamento con la Centrale Operativa delle Forze dell’Ordine e soprattutto si sarà effettivamente in grado di controllarle 24 ore su 24, oltre ad averle come prova per quanto riguarda la registrazione) assume un certo valore. Mi viene segnalata in tal senso una situazione di particolare disagio che va ad investire una zona ricompresa tra due vie, dalle parti di via Meda, cioè la via Maderno e la via Borromini: mi viene segnalata una situazione di degrado con il solito corollario di rumori, risse, schiamazzi, insomma una situazione che si ripresenta in diverse aree della Città. Penso solamente a che cos’è via Padova dove, purtroppo, le telecamere evidentemente sarebbero uno strumento non particolarmente adeguato, anche se ci sarebbe da riflettere se, dove e come installarle anche in quella zona. Comunque in queste due vie, quindi in un ambito piuttosto 8 Seduta consiliare del 24 gennaio 2004 ristretto, io credo che l’intervento delle telecamere potrebbe esercitare una prima deterrenza importante per andare ad alleviare quella che è una situazione - mi dicono - particolarmente pesante, su cui non sto a dilungarmi, ma insomma presenta quelle che sono le caratteristiche diffuse in diverse zone della Città. Un’altra situazione invece in cui ci può essere un intervento addirittura preventivo rispetto alle telecamere, su cui forse è il caso di intervenire prima che una certa situazione si verifichi, riguarda la via Cadolini, in Zona 4: è una delle vie che si irradiano da Piazza Salgari che, basta passarci, è una via (ancorché una via residenziale, tranquilla) caratterizzata da un buio particolarmente accentuato, cioè c’è una illuminazione particolarmente scarsa e scadente. Ecco, se le telecamere sono una risposta tecnologica, c’è anche una risposta meno tecnologica ma, per così dire, efficace, che è quella dell’illuminare le vie prima che l’oscurità possa essere un veicolo di traffici di un certo tipo a cui quella zona per un certo tempo si è prestata. E’ un po’ oscillatante la situazione in quella zona: attualmente non ci sono particolari problemi, però questa situazione di scarsa illuminazione, appunto, potrebbe presentarli, quindi visto che prevenire è meglio che poi intervenire, in questo 9 Seduta consiliare del 24 gennaio 2004 senso solleciterei a verificare la situazione e, se è del caso, incrementare l’illuminazione di quella via”. Entrano in aula i consiglieri Fanzago, Baruffi, Dalla Chiesa: i presenti, sono, pertanto, 43. Il Presidente dà la parola al consigliere Massari. Il consigliere Massari così interviene: “Consiglieri, io sono leggermente a disagio perché se l’OLP ultimamente è il punto di riferimento per le questioni di pace fra la Palestina ed Israele, io penso sinceramente che noi non siamo incaricati di questo, noi dobbiamo guardare quello che è il nostro campo: l’OLP è moroso nei confronti del Comune di Milano e noi gli diamo una sede, nuova, senza avere le garanzie? Mi dispiace, no, mi sembra che l’OLP si comporti a Milano come si è comportato per tanto tempo in Palestina ed in Israele: si è comportato male. Io spero che sia vero che adesso, con questa nuova posizione politica, con questo nuovo leader, ci possa essere veramente un cammino di pace, ma il cammino di pace precedentemente non c’era stato, come ha dimostrato Arafat. E non è tutto partito dal ’67 per l’invasione da parte di Israele, no, perché l’OLP è nato nel 1960 e già allora aveva cominciato con attacchi terroristici. 10 Seduta consiliare del 24 gennaio 2004 M i auguro, che veramente ci sia tra Israele e Palestina un vero cammino di pace; questo cammino di pace però deve essere dimostrato in tutti i suoi aspetti. E’ un cliente moroso nei nostri confronti, e non si capisce perché noi dobbiamo derogare davanti a un rappresentante che non si è comportato bene con noi”. Il Presidente dà la parola al consigliere Fiano Il consigliere Fiano così interviene: “Ho ricevuto un riassunto dei conti riguardanti i costi della mostra ‘Milano ’54’ che si è svolta in questo palazzo qualche settimana fa e trovo, personalmente, che il costo finale di questa operazione sia ingiustificatamente esorbitante. Non credo – sono in attesa ovviamente di avere, tramite il lavoro attento che sta facendo l’Ufficio di Presidenza, altra documentazione – che noi si debba far passare sotto silenzio il costo che questa mostra ha avuto. Io leggo qui che la progettazione della mostra è costata 75.000 euro, che la grafica e la stampa della mostra sono costati circa 75.000 euro, di cui 43.000 da sponsor; che i servizi di fornitura di questa mostra sono costati circa 44.000 euro, di cui 8.500 da sponsor; per un totale di 194.000 euro (di cui circa 50.000 da sponsor), a cui vanno sommati ancora 80–90.000 euro per l’allestimento, che non trovo - diciamo - in un elenco ordinario 11 Seduta consiliare del 24 gennaio 2004 di spese, è una nota straordinaria. Se non vado errato, mi si corregga se sbaglio, a questo devo aggiungere ancora 50.000 euro per la realizzazione del catalogo (che ci è stato gentilmente inviato) ed altri 35.000 euro di stampa del medesimo catalogo. Per un totale, per questa mostra più catalogo, di circa 350.000 euro. Presidente, questo costo è troppo. E’ al di fuori del mercato, è al di fuori di un’etica che, secondo me, va tenuta in queste sale, per cui noi siamo al servizio dei cittadini, ed anche per le attività culturali che promuoviamo (seppur con uno scopo ed un contenuto che io ho condiviso e condivido, la ricorrenza che si è voluta celebrare) 100 milioni al giorno per una mostra di una settimana sono troppi! Anche perché la realizzazione di quel catalogo che contiene la documentazione della mostra ha un costo molto alto molto alto! -, fuori dal mercato. Siccome noi non siamo l’unico organismo di questo Comune che realizza mostre e cataloghi, ovviamente, c’è il Settore Cultura, ci sono dei paragoni che noi Consiglieri possiamo fare avendo avuto una documentazione ufficiale che è stata fornita dall’Ufficio di Presidenza (io non avrei parlato se non fosse stata fornita). Io penso che si debba fare una riflessione: la mia riflessione guarda ai “macronumeri”, questa spesa è troppo forte! Non credo 12 Seduta consiliare del 24 gennaio 2004 che ci siano precedenti di una spesa del genere; ripeto, siamo arrivati a circa 350.000 euro, non mi risulta che ci siano precedenti di una somma del genere spesa dal Consiglio Comunale, dalla Presidenza del Consiglio Comunale e quindi oggi, senza aver potuto ancora visionare le fatture che determinano il rapporto, diciamo, di causa–effetto tra prestazioni professionali e nostri pagamenti, non sono ancora in grado di giudicare, diciamo così, della corrispondenza tra l’apporto professionale ed i costi che ci sono stati imputati come Comune. Peraltro, anche questi conti, per il momento, non mi pare siano completi perché credo che a tre mesi dalla mostra dover vedere scritto che 80-90.000 euro per l’allestimento sono legati alla sponsorizzazione di un ente importante, credo serio, come la Fiera di Milano, che non ha ancora formalizzato questa sponsorizzazione, devo dire – non so chi abbia scritto questo foglio – non è un termine che mi piace. Il Comune di Milano è un Ente pubblico, io conosco la precisione del dottor Troian, e quindi immagino che non capiti molto spesso che noi esponiamo spese di 80-90.000 euro fiduciosi di una sponsorizzazione che si dice qui, nel ‘Nota Bene’, non è ancora stata formalizzata. Che cosa vogliono dire 80-90.000 euro per cui un fornitore evidentemente non è ancora stato 13 Seduta consiliare del 24 gennaio 2004 pagato? Dove sono questi 80-90.000 euro? Dove sono questi 8090.000 euro e chi li pagherà, visto che questa sponsorizzazione non è stata formalizzata? Io mi auguro di poter verificare, nei prossimi giorni, anche il dettaglio delle fatturazioni che sono state richieste. Intanto lancio un messaggio: credo che si debba fare una riflessione generale sul costo esorbitante, troppo esorbitante, che ha avuto questa mostra”. Entrano in aula i consiglieri Occhi, Ugliano, Mattioli e Ciabò; ne escono i consiglieri Triscari, Santomauro, Parlanti: i presenti sono, pertanto, 44. Il Presidente dà la parola al consigliere Rizzo. Il consigliere Rizzo così interviene: “Signor Presidente, io volevo toccare varie questioni per tornare, alla fine, anche su questa sulla quale si è dilungato il consigliere Fiano. La prima questione è che mi è stato segnalato - io non credo che l’ATM voglia fare la “cresta” – che ai dipendenti comunali quest’anno è stato aumentato l’abbonamento di 5 euro, mi pare, perché comprensivo dell’acquisto di una tesserina. La cosa curiosa è che qualcuno di questi dipendenti comunali, forse gran parte, 14 Seduta consiliare del 24 gennaio 2004 avevano già pagato in passato la tessera che accompagna il biglietto mensile a valere fino alla scadenza del 2006. Questa cosa non funziona. Cioè se io in passato ho già pagato una tesserina che doveva valere fino al 2006, non è che adesso me ne possa essere imposta un’altra perché l’ATM modifica la sua struttura; è come se io mi abbono ad un giornale per un certo numero di anni, poi il giornale decide che quello di un certo anno lo devo pagare di più: non funziona così. Allora, siccome questo riguarda parecchi dipendenti comunali, io vorrei che ci fosse un approfondimento ed un’indagine per capire come mai l’ATM si è approfittata di questa situazione nei confronti dei nostri dipendenti. Sull’OLP mi pare che abbiano già detto altri colleghi. Io penso che noi non avremmo mai fatto i conti in tasca a nessuna Ambasciata, infatti l’unica volta che sono stato denunciato per una vicenda urbanistica è stato perché avevo votato a favore di alcuni interventi particolari nei confronti dell’Ambasciata Sovietica; naturalmente poi, come spesso mi accade, vengo assolto in questi procedimenti. Ma credo che l’OLP noi dobbiamo trattarla come un Consolato, cioè come una rappresentanza nazionale. Per cui io credo che abbiamo diritto di chiedere che paghino fino in fondo se abbiamo stipulato questo affitto (me è stato assicurato che così 15 Seduta consiliare del 24 gennaio 2004 accadrà alla luce dei nuovi accordi che sono stati presi), però non è che possiamo considerarla (permettetemi di dirlo, con tutto il rispetto che ho) come il pizzicagnolo dell’angolo. Non è così. Bisogna capire le ragioni, rispettarle, e non creare delle polemiche stupide - perché sono stupide, dal punto di vista politico – per vie traverse. Se si vuole attaccare l’OLP lo si faccia in termini politici, non tirando fuori piccole storie che, credo, non aiutino a vedere che abbiamo un livello di dibattito politico di un certo tipo. L’ultima questione che volevo trattare è sulla mostra, la prendo alla lontana. Ho appreso in occasione delle vicende di questa mostra che nella nostra rassegna stampa esiste una censura, un diktat nei confronti di un giornale che viene stampato a Milano, non solo a livello nazionale, che è ‘Libero’. Secondo me questa cosa è incredibile! Io me ne sono accorto adesso, non so come possa essere accettata questa cosa, cioè che esiste la direttiva secondo la quale nella nostra rassegna stampa non ci possono essere articoli che provengono da ‘Libero’. Io posso avere la distanza più totale, anzi, proprio perché la mia distanza è totale nei confronti delle cose che vengono scritte, spesso, su quel giornale, sono il primo però a ribellarmi ad una situazione di censura che è intollerabile. Perché si comincia così e poi non si sa 16 Seduta consiliare del 24 gennaio 2004 dove si va a finire. Non credo che possa essere accettata una cosa di questa natura e prego la Presidenza del Consiglio, se lo deve fare nei confronti della Giunta questo… Io ricevo questa rassegna stampa, non voglio avere una rassegna stampa monca! Veniamo alla mostra (dicevo che io mi sono interessato anche di questo) sulla quale il consigliere Fiano ha detto molte cose. Io ringrazio per i dati che mi sono stati forniti, ma ringrazierò di più quando mi saranno dati tutti i calcoli definitivi. Per esempio, l’idea di non avere inserito in questo elenco il libro che è stato distribuito ai Consiglieri, fra cui io, che è evidentemente legato a questa vicenda, non mi è sembrata un’idea particolarmente brillante. Quindi io vorrei che tutto ciò che è connesso a questa mostra venga rendicontato in un ambito preciso, con tutte le precisazioni che ho chiesto e, siccome conosco la solerzia del dottor Troian, sono sicuro mi verranno date. Speravo di averli oggi questi dati, ma se li avrò domani non cambia nulla. In sede di Capigruppo – e lo dico qui in Consiglio – ho correlato questo ad una e-mail che mi è arrivata (come è arrivata ad altri Consiglieri), che vorrei venisse in qualche modo risolta perché, incuriosito da questo, questi nomi (indicati in questa email) sono stati protagonisti non di una mostra, ma di più mostre 17 Seduta consiliare del 24 gennaio 2004 del Comune di Milano. Allora se mi devo preoccupare di una cosa, mi preoccuperò anche della prossima. L’ultima che mi è stata citata, di cui mi ero occupato: vi ricordate quando nell’Ottagono della Galleria c’era un aereo della mostra ‘Volare’? Pare che sia riconducibile ad uno dei nomi che sono comparsi in questa e-mail. Per cui, per sgomberare il campo da tutte le questioni anonime, non firmate, vediamo di fare (se è necessario anche a porte chiuse, dove decideremo) un approfondimento di queste questioni, in maniera tale che si sgombera il campo da qualunque dubbio e a qualunque critica perché credo che questo sia nell’interesse in primo luogo di quelli che vengono accusati”. Il Presidente dà la parola al consigliere Tenconi. Il consigliere Tenconi così interviene: “Gli interventi che mi hanno preceduto mi vedono in buona parte d’accordo; infatti parto dall’ultimo intervento del consigliere Rizzo. Anch’io sono rimasto stupito nel vedere che un giornale pungente, tagliente, che a differenza del consigliere Rizzo io apprezzo, venga escluso sistematicamente dalla rassegna stampa, e gradirei che quello che è stato scritto su ‘Libero’, per quell’articolo correlato poi alle e-mail che circolano presso i Consiglieri Comunali, 18 Seduta consiliare del 24 gennaio 2004 venisse discusso e chiarito in Consiglio Comunale. Non sarebbe male. Passo all’intervento del consigliere Fiano. Il consigliere Fiano ha messo in evidenza il cui costo eccessivo delle manifestazioni di ‘Milano ’54’, il costo è sui 700 milioni, se ho ben capito. Bene, al di là del, forse, vantato valore di certe parti di questa mostra, ritengo che, siccome abbiamo appena votato un Bilancio, un Bilancio che è risicato, noi siamo amministratori, dovremmo amministrare il Bilancio della Città di Milano, delle Municipalità di Milano con il buon senso del padre di famiglia e spendere 700 milioni per una mostra ‘Milano ’54’ - mi sembra (posso dirlo tranquillamente) che siano soldi buttati dalla finestra, cosa che se la Città di Milano fosse la famiglia Tenconi le posso garantire che la famiglia Tenconi non avrebbe mai buttato i soldi dalla finestra come, mi pare, siano stati buttati per la mostra. Perché 700 milioni per una singola mostra, con i problemi che abbiamo, mi sembra che si possano tradurre in questo termine lapidario che ho appena detto. Concludo con l’intervento accennato dalla consigliera De Albertis e dal consigliere Massari sulla inopportunità di concedere uno spazio all’OLP. Lo traduco così: non è tanto per la questione che l’OLP sia moroso, potrebbe anche aver preso l’impegno di 19 Seduta consiliare del 24 gennaio 2004 saldare i suoi debiti pregressi, ma prima di tutto l’OLP e la Palestina non sono uno Stato riconosciuto dallo Stato Italiano, quindi non dobbiamo aprire un Consolato a Milano per una nazione che non è stata ancora riconosciuta. In secondo luogo, ancora più importante, gli interventi che mi hanno preceduto sull’argomento della concessione all’OLP di questo spazio, che va controcorrente alle decisioni prese dalla Giunta che vuole espellere dal centro di Milano tutte le associazioni e, in particolare, le associazioni che non pagano, mi fa sorgere il problema: non sarebbe il caso che il Consiglio Comunale si occupasse di tutti i finanziamenti che, a vario titolo, vengono dati regolarmente, anno dopo anno, in mille rivoli alle varie associazioni palestinesi, che non sono delle associazioni per la protezione della madre e del fanciullo, sono delle associazioni che vengono imputate di fare del terrorismo? Ma non del terrorismo nei confronti di un esercito che occupa, anche in quel caso, ma si sono specializzate in terrorismo contro i civili, contro i ragazzini che vanno a scuola, contro gente che va a fare la spesa al supermercato, contro giovani che vanno a divertirsi il sabato sera nei pub o nelle balere, e questa mi sembra sia una cosa disgustosa! Per cui il mio parere è che il Comune di Milano, visto che finanzia sistematicamente varie associazioni di marca palestinese, 20 Seduta consiliare del 24 gennaio 2004 debba assicurarsi sulla fine di questi finanziamenti: si sa che i soldi arrivano lì, ma quale fine fanno questi finanziamenti? Non vorrei che, con le migliori intenzioni di questo mondo, la Municipalità di Milano contribuisse al finanziamento del terrorismo palestinese che si è caratterizzato per l’atrocità, per l’indegnità, quando fa terrorismo, non contro gli uomini in uniforme, ma contro i civili. Non vorrei che noi finanziassimo – o forse abbiamo già finanziato, quindi vorrei che non venisse più finanziata - questa forma di terrorismo in maniera indiretta. Non ritengo che sia degno avere una rappresentanza dell’OLP visto che l’OLP è stata accreditata per aver dirottato una nave italiana… o forse non era l’OLP quello che hanno fatto le operazioni di assassinio di militari della Guardia di Finanza Italiana nel 1970… Queste cose, che sembrano passate nel dimenticatoio, non è bene che ce le dimentichiamo e non è bene, soprattutto, che noi finanziamo una parte in lotta. Noi siamo un popolo – ritengo - civile, in pace, non vogliamo finanziare la guerra altrui, quindi invito la Giunta ed il Consiglio ad affrontare l’insieme dei finanziamenti che vengono indirizzati in Palestina per sapere realmente che fine fanno. E guai se si venisse a sapere che almeno una parte dei nostri soldi sono stati dirottati per finanziare il terrorismo palestinese!”. 21 Seduta consiliare del 24 gennaio 2004 Entra in aula il consigliere Tinelli: i presenti sono, pertanto, 45. Il Presidente dà la parola al consigliere Albertini Riccardo. Il consigliere Albertini Riccardo così interviene: “Brevemente, prima di toccare l’argomento che mi ha indotto ad intervenire, vorrei dire, sbrigativamente, che anch’io concordo sulla richiesta già fatta da alcuni colleghi perché la nostra rassegna stampa non faccia censure preventive, non escluda voci libere come può essere, appunto, la testata ‘Libero’. Questo lo dico forte del fatto che più volte abbiamo visto che notizie importanti riportate solo da questo quotidiano, non venivano riprese da altri, e quindi mi pare giusto, per quella polivalenza di voci dell’informazione cittadina, che debba arrivare fino al responsabile la richiesta che fa il Consiglio Comunale, se questa può essere interpretata. Relativamente alla questione della concessione in uso gratuito dei locali in via Foscolo numero 3, che altri colleghi hanno trattato, io ovviamente prendo le distanze dall’affermazione fatta dal collega Tenconi sulla rappresentanza politica dell’organizzazione per la liberazione della Palestina; diverso invece è dire e pretendere – ed io mi associo ai colleghi che chiedono e pretendono – che lo stesso 22 Seduta consiliare del 24 gennaio 2004 trattamento in uso per tutte le associazioni sia riservato o sia adottato anche nei confronti di questa associazione, ma non fosse altro (per chiudere sbrigativamente questa questione) che mi sembra poco dignitoso, per la stessa causa che viene portata avanti dai rappresentanti palestinesi, pensare di avere in uso gratuito una sede non mi sembra il modo più corretto per dare dignità ad una causa che invece è, credo, fortemente sentita e condivisa da tutti, proprio perché la pace in Palestina ed in Israele credo che sia indiscutibilmente una cosa a cui tutti mirano e debbano mirare. L’argomento oggetto del mio intervento si vuole riferire al divieto di circolazione che c’è stato ieri nella Città di Milano. Parto da un episodio avvenuto ieri, che vale la pena (non tanto perché è un fatto straordinario) riportare all’attenzione del Consiglio per cui, Presidente, lei possa provvedere poi ad inoltrare questo tipo di osservazione che faccio io a chi di dovere e capire fino in fondo l’utilità di queste iniziative, cioè di fermare la circolazione nelle giornate di domenica, dove il traffico automobilistico è indiscutibilmente così ridotto da non potere provocare problemi d’inquinamento come invece viene descritto. Al punto tale che bisognerebbe capire bene questo problema delle polveri fini, se 23 Seduta consiliare del 24 gennaio 2004 sono veramente fini, quelle sotto ai 2 micron, e non tutta una cosa in generale, se ieri in effetti questa giornata ha prodotto il risultato che ci si prefiggeva e se un provvedimento così drastico, come quello di ieri, che non ammetteva eccezioni, può essere applicato fino al punto che alcuni cittadini milanesi partiti da Roma la mattina alle 10.00 - ricordo che anche Roma era esattamente interessata al provvedimento di divieto di circolazione, come Milano, dalle ore 08.00 alle ore 20.00 -, autorizzati dalla Polizia Municipale di quella Città per uscire dalla Città di Roma e tornare a Milano, arrivano a Milano alle ore 16.00 circa, vengono fermati, multati con questo tipo di motivazione: ‘Dovevate fermarvi ai confini della Città di Milano, scendere dalla macchina, prendere un taxi, tornare a casa, oppure aspettare le ore 20.00’ – erano le ore 16.00 – ‘prima di utilizzare la macchina’. Io ovviamente non contesto la fiscalità, la rigidità dell’Agente di Polizia Municipale che ha applicato, secondo me con poco buon senso, la disposizione regionale, ma ritengo importante invece sottolineare al Presidente, perché il Presidente possa far correre questa osservazione, il fatto che la disposizione regionale non ammetteva deroghe. Ed allora siamo sempre di fronte a chi la disposizione la può capire e quindi usa, cum granu salis, così come dev’essere, e chi invece si nasconde dietro una 24 Seduta consiliare del 24 gennaio 2004 disposizione in modo rigido e crea danno e quindi anche disaffezione verso il rispetto delle regole”. Entrano in aula i consiglieri Carlino e Molinaro: i presenti sono, pertanto, 47. Entra altresì in aula l’assessore Martella. Il Presidente così interviene: “Abbiamo terminato gli interventi in articolo 21. Prima di iniziare il programma dei lavori, comunico all’Aula che il consigliere Rosario Pantaleo entra a far parte della Commissione Urbanistica”. N/357 – INTERVENTO ADOZIONE AI SENSI DEL E PROGRAMMA PER GLI EFFETTI INTEGRATO DELLA DI LEGGE REGIONALE 12.04.1999, N. 9 RELATIVO ALL’AREA SITA IN VIA OROBONI, VIA SENIGALLIA E VIA DELLA CROCE, IN VARIANTE AL P.R.G. AI SENSI DELL’ART. 6, COMMA 2, DELLA LEGGE REGIONALE 23.06.1997, N. 23. Il Presidente invita il Consiglio a procedere alla trattazione dell’argomento in oggetto, di cui alla proposta di deliberazione che si allega e già notificata ai Consiglieri comunali, illustrata e discussa nella seduta del 10 dicembre 2004. Indi così interviene: 25 Seduta consiliare del 24 gennaio 2004 “Credo sia opportuno ricordare all’Aula che questa delibera era già stata trattata il 10 di dicembre e si era già aperto il dibattito …. Poi, se ricordate, questa delibera fu rinviata perché non era completa per quanto riguardava gli allegati. Credo che sia stata distribuita (comunque, se non è stata distribuita è qui, in Segreteria Generale) la parte mancante. Io ricordo all’Aula – perché me l’hanno ricordato, ovviamente, non perché io riesca a ricordarmi quello che è accaduto quasi due mesi fa – che era iscritta a parlare su questa delibera la consigliera Martini Giobbi, Presidente della Commissione Urbanistica; il dibattito era sostanzialmente concluso, fermo restando che se c’è qualche collega che vuole intervenire può farlo tranquillamente: dopodiché c’è la replica dell’Assessore”. Dà quindi la parola al consigliere Giobbi Martini, Il consigliere Giobbi Martini così interviene: “Come si suol dire, ripartiamo daccapo. Grazie”. Il Presidente, non essendoci altri iscritti a parlare, dà la parola all’assessore Verga per la replica. L’assessore Verga così interviene: “Grazie, Presidente. Innanzitutto mi scuso con lei e con i Consiglieri per alcuni inconvenienti che vi ho creato nella settimana 26 Seduta consiliare del 24 gennaio 2004 passata, ma era per motivi di salute, quindi credo che mi vorrete scusare e, naturalmente, non essendoci stata ancora occasione per incontrarvi, faccio gli auguri per l’anno nuovo. Rispetto a questo provvedimento, volevo aggiornare sul fatto che per quanto riguarda lo schizzo fatto a mano, quindi il disegno molto improvvisato che faceva parte del provvedimento, è stato depositato e distribuito un emendamento che, più che emendamento, è una correzione tecnica, formale, una integrazione della delibera in modo tale che non ci siano dubbi sugli aspetti di completezza della documentazione. Già che sto rispondendo a questo aspetto, voglio segnalare, come del resto è stato rammentato a tutti i Capigruppo, che questo è un intervento che di fatto è da considerarsi un intervento di edilizia cooperativistica: è stata mandata una comunicazione da parte della cooperativa a tutti i Capigruppo per rappresentare come siano i soci di questa cooperativa, tutti i destinatari degli questi alloggi; in questo senso si può, in qualche modo, configurare come un intervento complessivamente di edilizia convenzionata. A questo riguardo, al consigliere Fiano, che era intervenuto l’altra volta proponendo anche degli emendamenti, mi permetterei di rivolgere una proposta in questo senso, a lui e naturalmente al 27 Seduta consiliare del 24 gennaio 2004 Consiglio, che essendo noi in una fase di adozione del provvedimento, adottandolo così come è arrivato in aula con l’emendamento solo tecnico che ho detto prima, possiamo usare, insieme con le strutture che metto assolutamente, in modo totale a disposizione anche del Consiglio, in modo tale che si faccia una verifica sulle condizioni, diciamo, di convenzionamento di fatto dell’area con la cooperativa, in modo che se si raggiunge un orientamento condiviso da tutti non ci siano assolutamente obiezioni. In caso contrario, se la delibera dovesse essere corretta, e c’è anche la disponibilità della cooperativa in questo senso, lo si faccia altrettanto in un modo condiviso da tutti, in modo tale che non ci siano avanti ed indietro o rinvii della delibera stessa. Ecco, se viene condiviso quindi di adottarla con l’impegno di verificare anche da parte dei Gruppi Consiliari che i contenuti di fatto del provvedimento siano nella linea convenzionale e che, condiviso l’orientamento generale, anche in un confronto con il soggetto proponente, tutti questi elementi siano condivisi, allora noi possiamo - questa delibera - eventualmente, e se ci fossero le condizioni, andarla a modificare in fase approvativa lasciandola, per il momento, nelle condizioni in cui si trova. 28 Seduta consiliare del 24 gennaio 2004 Questo è il punto di riflessione che proponevo al Consiglio nel suo complesso, ma innanzitutto al consigliere Fiano che è il presentatore degli emendamenti all’Aula”. Durante l’intervento dell’assessore Verga sono entrati in aula il Sindaco Gabriele Albertini ed il consigliere Spirolazzi; ne è uscito il consigliere Ugliano: i presenti sono, pertanto, 48. Il Presidente dà la parola al consigliere Fiano per mozione d’ordine. Il consigliere Fiano così interviene: “Per quello che riguarda il primo punto, qui c’è un emendamento che propone di allegare una nuova risoluzione grafica, io sono favorevole, cioè voto a favore di questo emendamento. Ma sull’ordine dei lavori, siccome l’assessore Verga ha fatto un ragionamento che prende spunto dal contenuto di alcuni emendamenti e da una lettera che la cooperativa ha scritto al Consiglio Comunale, vorrei fare ancora, un attimo, una riflessione fuori dibattito, quindi chiedo se possiamo passare alla delibera successiva e sospendere per un secondo questa perché, diciamo, l’Assessore chiede (cosa di cui mi aveva parlato poc’anzi, prima che iniziassimo il dibattito) di prendere il contenuto degli 29 Seduta consiliare del 24 gennaio 2004 emendamenti, in un certo senso, come una raccomandazione da verificare tra l’approvazione e l’adozione finale. Io volevo un attimo ancora verificare una questione, quindi chiedo un secondo al Presidente, di soprassedere, e di avviare il dibattito della delibera successiva”. Il Presidente così interviene: “Il dibattito sulla 357 è stato già fatto, consigliere Fiano. Comunque, comunico all’Aula che c’è una richiesta di rinviare la delibera 357, per poi riprenderla nel corso della seduta, e passare ad una delibera successiva: ci sono obiezioni?”. (Intervento fuori microfono della consigliera Martini Giobbi: “Compreso l’esame degli emendamenti?”). Il Presidente così interviene: “Sì, ovviamente, compreso l’esame degli emendamenti”. (Intervento fuori microfono della consigliera Martini Giobbi) Il Presidente dà la parola al consigliere Giobbi Martini. Il consigliere Giobbi Martini così interviene: “Scusi, ma io ho presentato un emendamento proprio per la modifica di quel disegno che era stato richiesto in Commissione…”. (Intervento fuori microfono del consigliere Fiano: “Su quello siamo d’accordo”) 30 Seduta consiliare del 24 gennaio 2004 Il consigliere Giobbi Martini così riprende: “…e su quello siamo d’accordo. Quindi, siccome su questo siamo d’accordo, io penso che almeno l’emendamento… Non lo so, anche per non prolungare i tempi, a meno che non vogliamo…”. (Intervento fuori microfono del consigliere Fiano: “Ma quello possiamo votarlo, siamo d’accordo”) Il consigliere Giobbi Martini così riprende: “Lo votiamo? Bene, almeno questo votiamolo e poi vedremo cosa fare”. Entra in aula il Segretario Generale Dr. Giuseppe Albanese. Il Presidente così interviene: “Allora, fatemi capire: sono stati presentati alla delibera 357 quattro emendamenti, il quarto viene messo in discussione e votato subito, gli altri tre, insieme alla votazione finale della delibera, vengono rinviati ad un altro momento durante la seduta di questa sera”. Indi sottopone all’esame del Consiglio l’emendamento, a firma del consigliere Giobbi Martini, contrassegnato con il n. 4, che si allega. 31 Seduta consiliare del 24 gennaio 2004 Dà quindi la parola al consigliere Giobbi Martini affinché lo illustri. Il consigliere Giobbi Martini così interviene: “Si illustra da sé, praticamente è un chiarimento che era stato richiesto alla delibera, un disegno tecnico più esplicativo della parte commerciale. Quindi, mi pare che, essendo solo un chiarimento, possiamo esprimere sicuramente parere favorevole”. Il Presidente dà la parola all’assessore Verga per il parere della Giunta. L’assessore Verga così interviene: “Sicuramente il parere è favorevole; serve a chiarire i contenuti del provvedimento”. Il Presidente pone in votazione l’emendamento, a firma del consigliere Giobbi Martini, contrassegnato con il n. 4, precedentemente indicato. Dal sistema di votazione elettronico risulta che hanno partecipato alla votazione n. 39 Consiglieri, come da documento n. 1, che si allega. Al riscontro dei voti la votazione dà il seguente esito: Presenti n. 39 32 Seduta consiliare del 24 gennaio 2004 Astenuti n. 1 Votanti n. 38 Voti favorevoli n. 38 (Ciccioni) Il Presidente ne fa la proclamazione. --Il Presidente così interviene: “Allora gli emendamenti numeri 1, 2 e 3 e la votazione della delibera 357 sono rinviati”. N/412 – ADOZIONE DEL PIANO DI RECUPERO DI INIZIATIVA PRIVATA, AI SENSI DELL’ART. 30 DELLA LEGGE 5.8.1978 N. 457, RELATIVO ALLE AREE POSTE IN VIA BASILEA, CON ALLEGATO SCHEMA DI CONVENZIONE CONCORDATO CON LE PROPRIETA’. Il Presidente invita il Consilio a procedere alla trattazione dell’argomento in oggetto, di cui alla proposta di deliberazione che si allega e già notificata ai Consiglieri comunali. Indi dà la parola all’assessore Verga affinché illustri il provvedimento. L’assessore Verga così interviene: “Grazie, Signor Presidente. In data 26 ottobre 2000 è stato acquisito al Protocollo il Progetto di Piano di Recupero di iniziativa privata, ai sensi della Legge 457, relativo alle aree poste in via 33 Seduta consiliare del 24 gennaio 2004 Basilea. Il Piano di Recupero riguarda un’area della superficie complessiva di 8.000 e rotti metri quadri, in parte libera e in parte occupata da edifici in condizioni di degrado, prevedendone la riqualificazione urbanistica complessiva attraverso l’individuazione di tre ambiti d’intervento, di cui due di proprietà privata (lotti A e B) ed il restante di proprietà comunale (lotto B1). Il progetto prevede, sull’area compresa nel lotto A, la realizzazione di due corpi di fabbrica aventi una superficie lorda di pavimento complessiva di 2.000 e rotti metri quadri, di cui 1.472 destinati a residenza, 431 ad attività produttive e 107 a commercio. Per il soddisfacimento dello standard indotto dall’insediamento, pari a 1.364 metri, il progetto prevede la cessione di un’area…”. (Interventi fuori microfono) L’assessore Verga così riprende: “Per l’area oggetto dell’intervento vige la disciplina urbanistica che prevede una zona omogenea B2, la 18.7, e un P.I.O. (Bisceglie–Forze Armate) che ha individuato un ambito territoriale più esteso. I tre ambiti di intervento individuati dal P.I.O. comprendono aree di proprietà privata, nonché aree di proprietà del Comune 34 Seduta consiliare del 24 gennaio 2004 pervenute all’Amministrazione mediante esproprio nell’ambito dell’attuazione di due Piani di Zona, numero 33 e numero 77. Il progetto è coerente con l’obiettivo di procedere ad un’organica ridefinizione e riqualificazione dell’ambito urbano in esame secondo gli indirizzi della predetta programmazione. Non essendo stato possibile pervenire ad un accordo tra tutti i proprietari del comparto, il signor Braganti, proprietario del lotto A, e la società Amedil, proprietaria del lotto B), hanno proposto un Piano di Recupero di iniziativa privata limitatamente alle aree di loro proprietà della superficie di metri quadri 4.227, includendo la contigua area di proprietà del Comune di Milano, della superficie di 3.953 metri quadri, per una sistemazione a verde pubblico. Con i privati, proprietari e proponenti, sono stati definiti gli accordi convenzionali di attuazione del progetto di Piano, secondo lo schema allegato alla proposta di delibera, che disciplinano l’intervento edilizio, il reperimento dello standard indotto dall’intervento, l’esecuzione delle opere di urbanizzazione richieste dal Piano di Recupero, nonché gli accordi convenzionali all’alienazione o cessazione in locazione delle unità abitative secondo quanto previsto dal Piano Finanziario. 35 Seduta consiliare del 24 gennaio 2004 Il Consiglio di Zona 7, competente per territorio, ha dichiarato di non essersi espresso nei termini, decorsi i quali il parere è da intendersi favorevole. La Commissione Edilizia ha espresso parere favorevole ancora nel 2003, con la condizione che il progetto preliminare tenga conto di alcuni aspetti: la composizione delle facciate, l’altezza del basamento, la riquadratura dei balconi, ponendo altresì particolare attenzione alla percorribilità dei percorsi per gli utenti ipovendenti e alle persone anziane. Per questi aspetti sottopongo all’approvazione del Consiglio questo provvedimento”. Entrano in aula i consiglieri Martinelli e Molteni: i presenti sono, pertanto, 50. Il Presidente dà la parola al consigliere Giobbi Martini. Il consigliere Giobbi Martini così interviene: “Per l’adozione di questo Piano, mi pare di dover sottolineare che la cosa più importante è che il Consiglio di Zona, pur non essendosi espresso in tempo, quindi nei 30 giorni, ha inteso sottolineare che la risposta non pervenuta debba comunque intendersi favorevole. Quindi, essendo stati rispettati tutti i limiti imposti e non solo, ma anche i limiti proposti dalla Commissione 36 Seduta consiliare del 24 gennaio 2004 Urbanistica, mi pare che non vi sia altro che approvarla. Pertanto esprimiamo parere favorevole”. Il Presidente pone in votazione la proposta di deliberazione in oggetto. Dal sistema di votazione elettronico risulta che hanno partecipato alla votazione n. 40 Consiglieri, come da documento n. 2, che si allega. Al riscontro dei voti, la votazione dà il seguente esito: Presenti n. 40 Astenuti n. 12 (Adamo, Baruffi, Carlino, Ciccioni, Dalla Chiesa, Gilardelli, Martinelli, Molinaro, Occhi, Pantaleo, Rizzo, Spirolazzi) Votanti n. 28 Voti favorevoli n. 28 Il Presidente ne fa la proclamazione. --N/415 – APPROVAZIONE DEL PIANO DI RECUPERO DI INIZIATIVA PRIVATA COMPRESO NELLA ZONA DI RECUPERO N.7.3, AI SENSI DEGLI ARTT. 27 E 30 DELLA L. 5.8.1978 N. 457, DI ATTUAZIONE DEL P.R.G. VIGENTE APPROVATO CON DELIBERAZIONE DELLA 37 Seduta consiliare del 24 gennaio 2004 G.R.L. N. 29471 IN DATA 26.02.1980, RELATIVO ALL’AREA SITA IN VIA LIVIGNO N. 1 (ZONA OMOGENEA B2 7.3), CON ALLEGATO SCHEMA DI CONVENZIONE CONCORDATO CON LA PROPRIETA’. Il Presidente invita il Consiglio a procedere alla trattazione dell’argomento in oggetto, di cui alla proposta di deliberazione che si allega e già notificata ai Consiglieri comunali. Indi dà la parla all’assessore Verga affinché illustri il provvedimento. L’assessore Verga così int erviene: “Il provvedimento riguarda l’approvazione di un Piano di Recupero d’iniziativa privata. Il Consiglio Comunale in data 14 aprile del 2003 ha adottato il Piano di Recupero d’iniziativa privata, numero 7.3, relativo all’area sita in via Livigno 1. Il Piano riguarda un’area identificata nel Catasto con una superficie di 700 e rotti metri quadri. Il Piano prevede la realizzazione di un intervento di nuova edificazione con la superficie lorda di pavimento di 724 metri quadri ed il ricorso alla monetizzazione per il soddisfacimento dello standard indotto dall’intervento di un’area della superficie pari a 585 mediante la corresponsione da parte dell’operatore di 71.000 e rotti euro. Per l’area oggetto dell’intervento vige la disciplina urbanistica che prevede nella 38 zona omogenea B2, 7.3, Seduta consiliare del 24 gennaio 2004 corrispondente, appunto, alla zona di recupero 7.3 e il P.I.O. con previsione di un Piano di Recupero, appunto. Sono stati definiti gli accordi convenzionali di attuazione del progetto di Piano, ai sensi della Legge 457, secondo lo schema allegato alla delibera che disciplina l’attuazione delle previsioni del Piano urbanistico, nonché l’obbligo dell’operatore, per un periodo di 15 anni, con decorrenza dalla data di ultimazione dei lavori, a dare in locazione una quota di superficie lorda di pavimento residenziale di 144 metri quadri. La delibera di adozione, con gli allegati, è stata depositata secondo le norme di rito; si è data diffusione attraverso manifesti e pubblicazioni sui giornali ed entro il termine previsto per le osservazioni non sono pervenute osservazioni di sorta né risultano pervenute in data successiva. Il Piano è stato inoltrato anche all’ARPA ed al Dipartimento dell’ASL per acquisire i pareri di competenza: l’ARPA ha espresso parere favorevole in data 30 luglio del 2003. Per queste considerazioni sottopongo all’approvazione del Consiglio il provvedimento”. Il Presidente dà la parola al consigliere Giobbi Martini. Il consigliere Giobbi Martini così interviene: 39 Seduta consiliare del 24 gennaio 2004 “Ricordo che si tratta, appunto, di un’approvazione di un Piano di Recupero; ricordo inoltre che è una superficie totale di 710 metri quadrati; ricordo altresì che tutti i pareri sono stati positivi, per cui ci esprimiamo per un voto favorevole”. Il Presidente pone in votazione la proposta di deliberazione in oggetto. Dal sistema di votazione elettronico risulta che hanno partecipato alla votazione n. 38 Consiglieri, come da documento n. 3, che si allega. Al riscontro dei voti la votazione dà il seguente esito: Presenti n. 38 Astenuti n. 14 (Adamo, Baruffi, Carlino, Ciccioni, Cormio, Dalla Chiesa, Fanzago, Gilardelli, Molinaro, Spirolazzi) Votanti n. 24 Voti favorevoli n. 24 Il Presidente ne fa la proclamazione. --- 40 Martinelli, Occhi, Mattioli, Pantaleo, Seduta consiliare del 24 gennaio 2004 N/374 – RETTIFICAZIONE DEL P.R.G. VIGENTE CONCERNENTE UNA PORZIONE DI AREA POSTA TRA VIA CALABIANA E VIA BALDUCCIO DA PISA. ADOZIONE DI PIANO DI LOTTIZZAZIONE – CON RELATIVO SCHEMA DI CONVENZIONE - RIGUARDANTE UNA PIU’ VASTA AREA COMPRESA TRA VIA CALABIANA E VIA BALDUCCIO DA PISA, IN VARIANTE AL P.R.G. VIGENTE, AI SENSI DEGLI ARTT. 3 E 6 DELLA L.R. 23.06.1997, N. 23. Il Presidente invita il Consiglio a procedere alla trattazione dell’argomento in oggetto, di cui alla proposta di deliberazione che si allega e già notificata ai Consiglieri comunali. Indi dà la parola all’assessore Verga affinché illustri il provvedimento. L’assessore Verga così interviene: “In data febbraio 2001 la società proponente ha presentato un progetto di Piano di Lottizzazione riguardante aree di sua proprietà per complessivi 12.600 metri quadri. La proposta di variante urbanistica da Industria a Residenza assume come obiettivo prioritario quello di riqualificare la zona prevedendo, con ciò stesso, una funzione integrata al tessuto urbanistico circostante cui è 41 Seduta consiliare del 24 gennaio 2004 funzionalmente collegata, qual è la parte residenziale di via Calabiana lato est e via Balduccio da Pisa. L’area oggetto della proposta d’intervento ricade all’interno del perimetro del centro edificato ed è soggetta al vincolo aeroportuale di Linate, la stessa è ad oggi compresa nel Piano Regolatore in zona omogenea B1 con destinazione ‘I’, per una porzione pari a 8.215 metri quadri, laddove insistono capannoni industriali di scarsa rilevanza, e con una destinazione ‘SC’ per un’altra porzione pari a 4.400 metri quadri. Invero, su questa ultima porzione, che si presenta prevalentemente a prato, insiste un ulteriore capannone industriale costruito in forza di una licenza edilizia del 1962. L’obiettivo della riqualificazione esiste sul recupero del degrado dell’area attraverso la previsione di residenza e di un considerevole ambito da destinare a servizi comunali, in quanto verranno complessivamente recuperati in luogo 8.200 metri quadri di aree compatte da sistemare a verde pubblico attrezzato. A soddisfacimento degli standard del Piano esecutivo vengono, infatti, cedute dalla lottizzante area per una superficie complessiva di 4.600 metri quadri, mentre invece del convenzionamento ad uso residenziale del 25% della SLP vengono ceduti all’Amministrazione ulteriori 3.500 metri quadri limitrofi all’area di trasformazione ma 42 Seduta consiliare del 24 gennaio 2004 ricompresi nell’ambito d’intervento, che consentiranno un organico riassetto del contesto urbano generale. L’atto di rettificazione del Piano Regolatore e la proposta di Piano di Lottizzazione, così come è stata predisposta e presentata a questo Consiglio, prevede quindi che il beneficio dell’amministrazione della Città sia quello di compattare una importante area a verde ed attrezzature ricreative che saranno quindi di servizio complessivo di tutta la comunità. L’indice di utilizzazione territoriale previsto è pari a 0,65 metri quadri a metro quadro, che è stato applicato sulle aree, così come previste; le aree di cessione a standard vengono recuperate all’interno dell’area di trasformazione e corrispondono a 26,5 metri quadri per complessivi 4.664 metri quadri, come detto. La lottizzante si impegna, inoltre, a progettare a propria cura e spese ed a realizzare la sistemazione a verde attrezzato di tutte le aree di cessione, consistenti nelle opere di urbanizzazione secondaria i cui costi, in questa fase, sono stati stimati in 491.000 euro circa. Il parere del Consiglio di Zona è stato favorevole e così pure la Commissione Edilizia. Per queste ragioni propongo l’approvazione al Consiglio”. Il Presidente dà la parola al consigliere Occhi. 43 Seduta consiliare del 24 gennaio 2004 Il consigliere Occhi così interviene: “La questione che si pone è la solita, io ricordo di aver discusso in questo Consiglio Comunale la famosa delibera per le aree dismesse sotto 35.000 metri quadrati, quindi ho ben presente quale fu lo scontro, anche politico, che avvenne in questo Consiglio in quella famosa divisione fra le piccole aree dismesse e le grandi aree dismesse: si considerano piccola area dismessa le aree inferiori ai 35.000 metri quadrati, que sta è fra quelle, e sono, mi pare, 13.500, se non vado errato. Quella delibera di Consiglio, che dava gli indirizzi generali per l’approvazione di Piani di Lottizzazione relativamente alle aree interessate, poneva una serie di condizioni perché questi Piani di Lottizzazione venissero accettati da parte del Comune, a parte l’indicazione molto chiara degli indici e quant’altro: fra le varie condizioni che poneva c’era, per esempio, l’approvazione della dismissione reale in data antecedente al 1994, cioè data di approvazione di quella delibera d’inquadramento generale. La prima considerazione che faccio è che spero che siano state controllate le date di dismissione, cioè l’effettiva dismissione dell’attività industriale a quella data perché, appunto, nella delibera, l’applicazione di questi parametri stabiliti in quella 44 Seduta consiliare del 24 gennaio 2004 delibera, vale alla condizione che siano rispettati alcuni elementi fondamentali. Fra i vincoli che la delibera poneva vi era il vincolo che la proprietà, che intendeva usare questo strumento urbanistico in quelle condizioni, doveva, fra le varie cose, ottemperare ad un obbligo di quota minima di convenzionamento del 25% da destinare alla edilizia convenzionata per la durata di 16 anni. Non mi pare che l’Assessore abbia detto il perché della sua introduzione, e questa delibera non contiene quello che secondo noi è un obbligo previsto dalla delibera del Consiglio Comunale, cioè chi interviene con questo strumento urbanistico su aree di quel tipo ha l’obbligo di dare in edilizia convenzionata, alla locazione di 25% per la durata non inferiore a 16 anni. Mentre nel caso di cooperative il convenzionamento potrà riguardare, in alternativa, i prezzi di vendita ed i canoni di locazione per l’intera SLP residenziale; per le cooperative si stabiliva anche un indice superiore, ma qui non c’è, l’avevo sottolineato, qui addirittura si dice che non c’è perché l’operatore ha dichiarato chiaramente che non gli conviene e, siccome non gli conviene, allora non la fa, non la dà. Allora, qui dobbiamo capirci, cioè le regole che stabilisce questo Consiglio hanno potere vincolante per tutti, soprattutto per 45 Seduta consiliare del 24 gennaio 2004 chi le regole se l’è date. Se abbiamo votato, a suo tempo, la delibera d’inquadramento di Consiglio che diceva che vi era l’obbligo del convenzionamento, non è che prendiamo in cambio qualcos’altro e siccome la proprietà dice non gli conviene fare la convenzionata allora noi la facciamo, perché questo significa disattendere quanto approvato dal Consiglio Comunale, proposto tra l’altro dall’Amministrazione Comunale di allora, che è la stessa di oggi da un punto di vista dei numeri, come dire, da un punto di vista della Maggioranza politica, intendo dire. Quindi non ci siamo, Assessore: questa delibera è da ritirare. Ed io chiedo veramente anche alla Segreteria Generale come abbia potuto dare parere di legittimità ad una deliberazione che va contro, secondo il mio modo di vedere, una deliberazione del Consiglio che stabiliva alcuni parametri precisissimi rispetto a questi Piani di Lottizzazione. Quindi credo che nel bene anche della Amministrazione questa delibera dovrebbe essere ritirata perché contraddice palesemente quanto stabilito da questo Consiglio Comunale. Io non ho molto da aggiungere a questa cosa, oltre ad una ragione di carattere politico… Insomma ormai riempiamo i giornali e le televisioni di servizi sul ‘caro-casa’ a Milano, il ‘caro-casa’ dipende anche dal fatto che questa Città ha una carenza di case 46 Seduta consiliare del 24 gennaio 2004 popolari e di alloggi di Edilizia Convenzionata, sia per la vendita, ma soprattutto per l’affitto, che è sotto gli occhi di tutti. Se quando ci si presenta l’occasione di applicare una legge ed un documento d’inquadramento è una delibera che lo stesso Consiglio e la stessa Amministrazione si è data, facciamo finta che non l’abbiamo fatta, allora qui stiamo toccando il fondo, diciamo che voi volete essere complici del ‘caro-affitto’ di questa Città, del fatto che questa Città sta raggiungendo livelli improponibili per chiunque abbia anche un salario decoroso, parlo sia dell’affitto sia della possibilità di comprare e di accedere al mercato dell’acquisto della casa. Quindi vi è un problema di legittimità. Secondo me questa delibera è illegittima, non può essere portata alla discussione del Consiglio, vi è un problema di opportunità politica che avrebbe dovuto far fare a questa Amministrazione una scelta diversa se voleva tener conto degli interessi reali della gente di questa Città. E non mi riferisco, come al solito, agli strati più poveri della Città, ma ormai stiamo parlando di ceti anche sociali, ceti medi come si suol dire, coloro che hanno anche un buon reddito, ma che non si possono più permettere affitti ai livelli che hanno raggiunto e tanto meno di acquistare casa. Quindi chiedo di ripensare e per ragioni di 47 Seduta consiliare del 24 gennaio 2004 carattere politico e per ragioni di carattere di legittimità; chiedo che questa delibera venga ritirata e riformulata completamente”. Il Presidente dà la parola al consigliere Rizzo. Il consigliere Rizzo così interviene: “Io ho poche cose da aggiungere a quelle che ha detto il consigliere Occhi e mi permetto di riproporle in termini sintetici per consentire una risposta netta e chiara. Cioè qui si deroga da una disposizione: quando, nel prendere una delibera, si ritiene di poter derogare, si spiegano le condizioni nelle quali si deroga. Io non le ho viste queste condizioni. Cioè le condizioni di deroga sono scritte da qualche parte in maniera tale che si sappia? Quando si fanno delle disposizioni e, qualora si volesse permettere in casi straordinari la deroga, si dice: ‘si può derogare sulla base di’. Io qui non ho trovato scritto dove si può derogare. Cioè non si può proporre una deroga ad una disposizione fatta in un modo… e, aggiungo una cosa non bella, non c’è scritto nel titolo, di solito quando si è in deroga si scrive, perché se qualcuno poi guarda solo il titolo! La seconda questione che voglio dire, pur tuttavia positiva, e la voglio sottolineare perché resti nel verbale del Consiglio, è che in previsione di questa deroga si fa il calcolo di come si deve fare 48 Seduta consiliare del 24 gennaio 2004 quando non si dà la convenzionata. Vi ricordate che avevamo proposto questo per la delibera della zona di Garibaldi-Repubblica che ancora non è venuta in votazione? Abbiamo detto, ricordando Viale Corsica: ‘Se non si vuol dare la convenzionata, si deve fare il calcolo del vantaggio economico che deriva alla proprietà da questo e questo deve essere riconosciuto all’Amministrazione’, non altri ragionamenti. Qui infatti c’è scritto ed è fatto così. Quindi io sottolineo in positivo questo aspetto che però in questo caso non mi pare si possa applicare perché non è derogabile, a meno che non esista qualcosa che noi non conosciamo e che sarebbe bene inserire comunque nella delibera in maniera che si dica: “ai sensi dell’articolo e del comma tal dei tali, in deroga, noi facciamo questo”. Ma io non ho visto che si possa derogare, e se non si può derogare, in una partita di così grande rilievo, si parla della differenza di vantaggi che sono 800.000 euro, per favore la proprietà si adegui! Non credo che si possa fare diversamente! Quindi, il collega Occhi ha detto molto chiaramente che sarebbe bene ritirarla questa delibera, per cui o ci convincete del fatto che si può fare o sennò non la possiamo votare questa delibera. E, senza tanti giri di parole perché mi sono ripromesso di 49 Seduta consiliare del 24 gennaio 2004 non richiedere più interventi alla Segreteria Generale, però qui c’è un parere di congruità che mi auguro, diciamo, per autonoma decisione venga messo in discussione, perché non è ammissibile se non c’è il richiamo alla deroga”. Entra in aula il consigliere Colombo: i presenti sono, pertanto, 51. Entrano altresì in aula gli assessori Gallera e Brandirali. Il Presidente dà la parola all’assessore Verga per la replica. L’assessore Verga così interviene: “La replica sta nella precisazione delle questioni che sono state chieste dai Consiglieri Occhi e Rizzo e il provvedimento in esame riprende proprio questo aspetto, lo dico per serenità di riflessione. La delibera dice proprio: ‘Stante la limitata consistenza dell’intervento (che prevede una certa SLP), la quota da destinarsi a locazione a canoni convenzionati sarebbe modesta (una dozzina di appartamenti) e questo elemento, che potrebbe essere o, meglio, che è non conveniente per il proponente, lo è anche - ed è il secondo punto ripreso nella delibera – non interessante per l’Amministrazione sia per questioni d’ordine gestionale (viene detto) rispetto ai vantaggi complessivamente ottenuti tramite il recupero, dell’intera area industriale dimessa”. 50 Seduta consiliare del 24 gennaio 2004 Si fa quindi come terzo punto di ricaduta, la proposta di deroga ai punti precedenti, considerando che nell’operazione rientra l’acquisizione da parte del Comune dell’area ‘SC’ (quindi Servizi Comunali) collocata a sud del lotto di 3.500 e rotti metri quadri. Questo poi, con gli elementi di valutazione economica che sono stati ricordati anche un attimo fa, consente – ed è l’ultimo punto riportato in delibera – la dotazione di aree pubbliche in una zona carente di spazi a verde, quindi la dotazione che ne verrebbe al contesto territoriale di una significativa quota di spazi a verde che, 4.664 più 3.587, porta un totale di 8.200 e rotti metri quadri che verrebbero unitariamente sistemati a verde. Ecco, allora, colgo il senso delle riflessioni del Consiglio, però il provvedimento richiama le condizioni della delibera di Consiglio Comunale del ’95, spiega le motivazioni che portano a discostarsi da quella previsione, in virtù dei vantaggi per l’Amministrazione, che sono qui riscritti, che sono quelli di una trasformazione complessiva del comparto industriale ed anche della messa a disposizione di un’area verde di dimensioni importanti, non solo per l’intervento ma per tutta la zona, oltre agli elementi di realizzazione concreta del verde, cioè di attuazione della previsione, ed agli aspetti gestionali. 51 Seduta consiliare del 24 gennaio 2004 Ecco, questo mi sembra fosse dovuto in termini di risposta agli interventi”. Il Presidente dà la parola al consigliere Rizzo per dichiarazione di voto. Il consigliere Rizzo così interviene: “Presidente, nella mia dichiarazione di voto voglio dire che ho colto le risposte dell’Assessore, però non ha risposto alla mia osservazione, cioè: la deroga è ammissibile? Sennò dura lex sed lex. Non mi dovete convincere del fatto che si deroghi! E’ spiegato che si deroga? Io sto ponendo il problema se si può derogare, io penso di no, altrimenti ci sarebbe scritto nella disposizione della delibera: ‘In deroga si potrà fare in questi casi: A, B, C, D, E, F, G…’ e così via. Se non c’è scritto, non si può derogare, come si fa ad accettare questa cosa? Mi può dispiacere, io non ho fatto considerazioni di merito, ho fatto considerazioni sulla possibilità di farsi, perché secondo me non si può. Se fossi intervenuto nel merito, avrei detto un’altra cosa, avrei detto che non mi va bene giudicare come un problema avere 12 o 15 alloggi, anzi, stiamo dicendo che ne va bene anche uno o due. Io spero di prendere lo stipendio fra un po’ e di dire: ‘Anche poco è comunque meglio che niente’. Allora, 10 alloggi sono meglio che nessun alloggio di fronte 52 Seduta consiliare del 24 gennaio 2004 ad un certo problema. Quindi se non si può derogare, non si deve derogare. I chiarimenti che l’Assessore ha dato a me, mi auguro che siano convincenti, perché deve dare parere di legittimità sul provvedimento. Secondo me non lo sono. Io da questo punto di vista voterò contro il provvedimento per sottolineare che ritengo che non si può fare! Quindi, indipendentemente da ogni altra considerazione, mi auguro che sia risolto, ad uso di tutti i Consiglieri, il richiamo sulla delibera in forza della quale viene preso questo provvedimento, che autorizzi, in casi, le deroghe! Se non c’è scritto, non si può fare! Per cui non capisco perché lo dobbiate portare in questo modo. Revochiamo allora la precedente delibera e dopo si fa quel che si vuole, ma finché vale quella delibera che non ammette deroghe perché specifica le modalità con le quali si opera, e questo provvedimento agisce in forza di quella delibera, altrimenti si sarebbero dovute fare altre cose, non dovrebbe essere ammissibile”. Entra in aula il consigliere Salvini; ne escono i consiglieri De Albertis e Gilardelli: i presenti sono, pertanto, 50. 53 Seduta consiliare del 24 gennaio 2004 Il Presidente dà la parola al consigliere Occhi per dichiarazione di voto. Il consigliere Occhi così interviene: “Anch’io voterò contro questa delibera, Presidente e colleghi, ed invito anche i colleghi a farlo se l’Assessore non ritiene di dover ritirare o sospendere, come minimo, la votazione su questa delibera. Vorrei leggere il passaggio (che non trovavo prima) a pagina 6, che dice: ‘Come da relazione del Consiglio Comunale 150/95 corrisponderebbe a soli metri quadri 1.468,18 pari a 12/15 appartamenti’, come se fosse poca cosa. Assessore, io ho guardato un po’ le delibere che verranno in discussione, ce ne sono da 8, convenzionati, da 10 e via di questo passo, per cui, voglio dire, considerare ‘12/15’ poca cosa, con la penuria di convenzionate che c’è in questo momento, è un problema di giudizi, però quando verrà con i 10 che invece ha approvato, e ce li porterà lei, le dirò: ‘E questi cosa sono, allora? Perché non glieli regaliamo?’. Ma quello che più stupisce è che al secondo paragrafo si dice: ‘Tale clausola renderebbe, infatti, l’operazione non remunerativa remunerativa. 54 per la ditta A&S Srl’. Non Seduta consiliare del 24 gennaio 2004 Allora, come si fa poi a sostenere che semplicemente si fa il calcolo invece di quanto renderebbe la convenzionata e ci si viene dire che il conto che ha fatto è equo? Due sono le cose: o per la ditta è remunerativa o non lo è. Allora, il conto che abbiamo fatto vuol dire che, se lo hanno accettato, è più conveniente rispetto a questa, alla questione della convenzionata. Quindi raccontiamo le frottole in questa delibera perché, delle due l’una: se l’azienda ha ritenuto remunerativa e quando si dice ‘remunerativa’ ci pare da un punto di vista economico, non stiamo parlando di altro perché il significato di remunerare è molto chiaro, non significa un’altra considerazione, l’italiano – qualcosina io parlo, anche se non sono un esperto perché parlo molto dialetto – credo che sia chiaro. Allora se la stessa azienda invece ha accettato il corrispettivo di carattere economico e non l’ha ritenuto remunerativo, vuol dire che i conti che gli abbiamo fatto non sono neanche (come dire) congrui, mi sia consentito dirlo! Ma se la ditta da una parte dice di no e dall’altra dice di sì, vuol dire che i suoi conti li ha fatti ed è capace di farli evidentemente. Quindi questa è l’ulteriore ragione per cui io credo che questa delibera come minimo vada sospesa e valutata in maniera più attenta”. 55 Seduta consiliare del 24 gennaio 2004 Il Presidente dà la parola al consigliere Fiano per dichiarazione di voto. Il consigliere Fiano così interviene: “Presidente, io prima di esprimere il mio parere, che concorda con i due che ho appena ascoltato dei colleghi Rizzo ed Occhi, chiederei al Segretario di verificare la legittimità. Anche se lei mi dirà che ovviamente il Segretario l’ha già fatto, abbiamo esperienze che non è esattamente così, nel senso che il Segretario certifica, giustamente, la legittimità di tutti i passaggi interni, stante, diciamo, la legittimità tecnica declamata dal responsabile dell’Ufficio Urbanistico. Alla luce delle cose che abbiamo sentito, cioè alla luce del fatto che noi deroghiamo da una disposizione senza che vi sia un’altra disposizione interna o di legge o di Regolamento che preveda una deroga per gli elementi che qui vengono posti a favore della deroga dalla parte, io chiedo al Segretario Generale di sapere – chiedo al Presidente di farmi dire dal Segretario Generale cortesemente – se sia accettabile di derogare dalla norma che prevede una certa quota prestabilita, percentuale, di edilizia convenzionata da realizzare e che quella stessa norma non prevede l’istituto della 56 Seduta consiliare del 24 gennaio 2004 deroga, non lo prevede. Tant’è vero che questa delibera riporta una specie di verbale di dibattito tra noi e la parte. Come lei vedrà, nel terzo paragrafo dice: ‘La Edes propone quindi all’Amministrazione’, cioè si entra all’interno di un dibattito, ma non è così la norma, la norma non dice: ‘Il Comune proponga agli operatori di realizzare il 25% di edilizia convenzionata e verifichi se c’è una risposta positiva da parte dell’operatore’. Non è così. La norma dice che si realizzi quella determinata quota, per cui non vedo perché noi dovremmo… Anche perché in un caso che abbiamo in sospeso, diciamo così, io tengo molto a sottolineare il ruolo di un’Aula. Cioè, per com’è la disciplina urbanistica fino ad oggi, sia l’attuazione dei Piani Regolatori, sia le modifiche dei Piani Regolatori, sia i Piani Attuativi, sia le varianti, e qui siamo nell’adozione di un PL, quindi noi stiamo applicando il Piano Regolatore, attuandolo come suol dirsi, con lo strumento che ci viene dallo stesso P.R.G., ma è un compito del Consiglio Comunale. Cioè l’operatore può dire quello che gli pare, di tutti i diritti che sancisce la nostra Costituzione può esprimere il proprio parere, pur tuttavia lo strumento del Piano Regolatore è lo strumento che regola anche il mercato perché, sennò, come dire, i valori che 57 Seduta consiliare del 24 gennaio 2004 assumono i territori, i valori immobiliari ed i valori delle rendite immobiliari, sono determinati dal fatto che esiste una carta comune. È come se qualcuno, non so, a Roma decidesse che, a seconda della convenienze, la Costituzione può essere cambiata. Cioè io ho una proprietà, so, quando la compro, perché mi informo, perché il notaio mi assicura che il rogito è regolare, che io avrò determinati diritti stanti dalla destinazione della zona omogenea risultante in quel Piano Regolatore, decido di attuare il Piano Regolatore, non di chiedere una variante, e se chiedo la variante poi magari considero… comunque decido di attuarlo, quindi ho idea che attuerò quella volumetria, quella tipologia di residenza e che quindi quel valore di rendita fondiaria è insito in quel terreno. Se poi, a seguito di una trattativa si deroga, quindi si produce anche una modificazione economica del valore, oltre che una modificazione dell’impatto sociale, io sto contravvenendo alle regole del mercato, lo dico nel tempio del liberismo, lo dico poi come Consigliere Comunale: io non penso, visto che l’Urbanistica prevede tante possibilità di derogare che si chiamano varianti e strumenti vari, non penso che noi Consiglieri si debba accettare una regola di questo tipo. 58 Seduta consiliare del 24 gennaio 2004 Infine, Signor Presidente, io vorrei sapere dal Signor Segretario Generale se la firma di legittimità, che è posta in calce a questa delibera, comprendeva il fatto che secondo lui questa deroga – non so se l’avete vista in maniera esplicita – è accettabile ai sensi della norma”. Il Presidente dà la parola al Segretario Generale Dr. Giuseppe Albanese. Il Segretario Generale Dr. Albanese così interviene: “Premesso che l’istruttoria di questa proposta di deliberazione risale a parecchio tempo fa, per cui al momento mi sfuggono eventualmente dettagli che avevamo considerato a quel momento, ricordo, peraltro, che questa delibera ha avuto una istruttoria particolarmente complessa e sofferta – questo me lo ricordo perfettamente possibilità che provvedimento -, rispondo in maniera di stretto diritto alla il che Consiglio è Comunale sostanzialmente possa in adottare deroga – non un è esattamente questa la fattispecie, ma chiamiamola così – che si discosta (per meglio dire) da un proprio precedente provvedimento. In termini assolutamente teorici io ho ritenuto - e sono convinto - che la cosa si possa fare perché è lo stesso organo che 59 Seduta consiliare del 24 gennaio 2004 ritiene, nel caso, sussistano gli elementi che giustificano un ripensamento rispetto ad una fattispecie assolutamente particolare, che viene considerata come assistita dalla esistenza dei presupposti che giustificano la non applicazione di una norma che esso stesso Consiglio si era dato, in via generale ed astratta, con un proprio precedente provvedimento. Questo in termini di teoria stretta del diritto. La possibilità che uno stesso organo si discosti da un proprio precedente provvedimento è assolutamente pacifica, per quanto è a mia conoscenza, salvo che, ma non è questo il caso, nel precedente provvedimento non fosse stato espressamente puntualizzato che sarebbe stato non ammesso un qualunque provvedimento in deroga. Ecco, nel silenzio della norma io ritengo che il Consiglio legittimamente si può autodeterminare in presenza di presupposti che giustificano il non rispetto di quella norma che esso stesso si era dato; evidentemente la deroga in questi termini non potrebbe essere consentita se la norma fosse di provenienza di altro organo (regolamentare o legislativo, ovviamente), se in quella sede non fosse stato già detto che la deroga era ammissibile. Quindi, per quanto è a mia conoscenza, ribadisco, il Consiglio Comunale è abilitato a discostarsi 60 da un suo precedente Seduta consiliare del 24 gennaio 2004 provvedimento purché, ovviamente, motivi le ragioni per le quali ritiene che si possa fare questa…”. (Intervento fuori microfono) Il Presidente pone in votazione la proposta di deliberazione in oggetto. Dal sistema di votazione elettronico risulta che hanno partecipato alla votazione n. 28 Consiglieri, come da documento n. 4, che si allega. Al riscontro dei voti, la votazione dà il seguente esito: Presenti n. 28 Votanti n. 28 Voti favorevoli n. 28 Il Presidente dichiara che la votazione è infruttuosa. --Il Presidente dispone si proceda all’appello per la verifica del numero legale. Rispondono all’appello il Sindaco Gabriele Albertini ed i seguenti consiglieri in numero di 30: Adamo, Albertini Riccardo, Baruffi, Bianco, Caputo, Carlino, Carugo, Ciccioni, Colombo, Cormio, Dalla Chiesa, De Pasquale, Di Mauro, Fanzago, Farina, Ferrara, Fiano, Giudice, Martinelli, Mascaretti, 61 Seduta consiliare del 24 gennaio 2004 Molinaro, Molteni, Occhi, Palmeri, Pantaleo, Rizzo, Salvini, Spirolazzi, Tenconi, Tinelli. Assume la presidenza della seduta il Vicepresidente del Consiglio Riccardo Albertini. Il Presidente dichiara che la seduta può validamente proseguire. N/382 – APPROVAZIONE DEL PIANO DI RECUPERO DI INIZIATIVA PRIVATA, AI SENSI E PER GLI EFFETTI DELL’ART. 30 DELLA L. 05.08.1978 N. 457 E DELL’ART. 6 DELLA LEGGE REGIONALE 23.06.1997, N. 23, IN ATTUAZIONE DEL P.R.G. VIGENTE APPROVATO CON DELIBERAZIONE DELLA G.R.L. N. 29471 IN DATA 26.02.1980, RELATIVO ALL’AREA SITA IN VIALE CERTOSA N. 92 ANG. MARCANTONIO DAL RE (ZONA OMOGENEA B2 20.6), CON ALLEGATO SCHEMA DI CONVENZIONE CONCORDATO CON LA PROPRIETA’. Il Presidente invita il Consiglio a procedere alla trattazione dell’argomento in oggetto, di cui alla proposta di deliberazione che si allega e già notificata ai Consiglieri comunali. Indi dà la parola all’assessore Verga affinché illustri il provvedimento. L’assessore Verga così interviene: 62 Seduta consiliare del 24 gennaio 2004 “Il provvedimento in esame riprende una delibera consiliare dell’ottobre 2003 nella quale è stato adottato il Piano di Recupero di iniziativa privata ai sensi della Legge 457 relativa all’area sita in Viale Certosa angolo Via Marcantonio Dal Re. Il Piano prevede la realizzazione, nell’area della superficie di circa 583 metri quadri, di un intervento di nuova edificazione avente una superficie lorda di pavimento di 1.558 metri quadri circa, residenziale, con parcheggi pertinenziali nel sottosuolo per mille metri quadri, oltre a locali cantina. Il ricorso alla monetizzazione per lo standard indotto dall’intervento mediante la concessione…”. Il Presidente così interviene: “Assessore Verga, chiedo scusa. Chiedo ai colleghi ovviamente di non parlare quando c’è l’illustrazione della deliberazione o almeno eventualmente di tenere il tono della voce bassissimo perché c’è un brusio molto disturbante. Mi scusi, Assessore, prego, può proseguire”. L’assessore Verga così riprende: “Grazie, Presidente. L’intervento insiste su un’area inedificata, di proprietà di privati, e questo provvedimento riguarda una zona di Piano Regolatore, una zona B2, la 20.6, per la quale è stato 63 Seduta consiliare del 24 gennaio 2004 studiato il P.I.O. (Varesina/Marcantonio Dal Re) con la previsione, appunto, di un Piano di Recupero per l’area in oggetto. Il progetto è conforme alle previsioni di cui all’articolo 26 che ammette la possibilità del ricorso al Piano d’iniziativa privata in luogo della prevista programmazione pubblica ed è coerente con l’obiettivo di procedere al recupero dell’ambito urbano in esame secondo gli indirizzi di questa programmazione. Sono stati definiti anche con la proprietà gli accordi convenzionali nel rispetto, sempre, della legge 457. Ai sensi della Legge Regionale del ’97 numero 23, la delibera di adozione è stata depositata per 30 giorni; il termine di osservazione e di opposizione è scaduto ancora nel febbraio del 2004, ma non sono pervenute osservazioni. Il Piano è stato inoltrato all’ARPA per l’acquisizione dei pareri e l’ARPA ha chiesto solo di acquisire alcune osservazioni che sono state successivamente fornite, consegnando tutta la documentazione richiesta. Alla luce di queste considerazioni e di questa illustrazione, chiedo al Consiglio l’approvazione della delibera”. Il Presidente dà la parola al consigliere Occhi. Il consigliere Occhi così interviene: 64 Seduta consiliare del 24 gennaio 2004 “Anche questo mi pare che sia uno di quei Piani che abbiamo visto in Commissione molto tempo fa e faccio fatica a trovarlo sul mio libretto nero, ma credo di ricordare di cosa si tratta e, pur essendo di piccolissime dimensioni, mi sembra che si presti a qualche valutazione per non passare fra quelli che si fanno prendere in giro dalle proprietà dei terreni di questa nostra Città. L’area di cui si tratta è un’area piccola, peraltro ricordo che ci sono dentro anche dei platani che verranno tagliati, abbastanza robusti, adesso non so l’età dei platani, ma parliamo di tronchi di un certo rilievo. Ma a parte questa considerazione di carattere ambientale, vi è un problema di questa natura: abbiamo visto in Commissione, credo, a suo tempo, il disegno di quella edificazione che dovrebbe essere una abitazione, e dire che quella che abbiamo visto non sarà un’abitazione ma diventerà un albergo è tutt’uno, basta vederla! Siccome peraltro è di fianco ad una costruzione che è già parzialmente un albergo, se uno vuol fare un albergo lo dica! Non si capisce perché si spaccia per abitazione privata quella che, secondo la mia opinione (magari sono un po’ malizioso, però la penso così e lo devo dire), diventerà altra cosa. Quindi, per ragioni proprio di serietà che l’Amministrazione dovrebbe pretendere da parte di chi propone gli interventi, credo 65 Seduta consiliare del 24 gennaio 2004 che andrebbe valutata in maniera più attenta questa possibilità di approvare questa delibera. Cioè poteva essere gestita in maniera diversa anche da parte della proprietà. Ripeto, io non faccio il processo alle intenzioni, non voglio farlo, però mi pare che anche in questo caso c’è poi la solita questione della monetizzazione dello standard. Mi si dice: ‘Ma l’area è così piccola, se non facciamo la monetizzazione lì non si può far niente’. A noi non sembrava così brutto quell’angolo fra Viale Certosa e Marcantonio Dal Re anche se restava così com’era, credo che se andiamo a chiedere agli abitanti della corte, che verrà chiusa con questo intervento, nell’angolo, tutte le case che stanno dietro non vedranno mai più il sole (come si dice), credo che appunto probabilmente esprimerebbero un’opinione diversa da quella che noi qui rischiamo di prendere stasera. Quindi, insomma, per queste ragioni io credo che dal mio punto di vista non sia da approvare questo tipo di intervento”. Il Presidente dà la parola al consigliere Ciccioni. Il consigliere Ciccioni così interviene: “Io avevo fatto queste considerazioni anche al momento dell’adozione, ma non hanno portato a nulla, però ci tengo nuovamente a segnalare perché proprio su un’area così contenuta, che è catastale di 590, ma in realtà è di 583, io mi chiedo come 66 Seduta consiliare del 24 gennaio 2004 possano venir fuori 4.674 metri cubi con un indice di edificabilità di circa 8 metri cubi a metro quadro. Io non ho mai visto fino ad oggi dei valori così alti, mi chiedo in ragione di che cosa l’Amministrazione li ha concessi, visto che non è obbligatorio concederli, si possono concedere con deroga, diciamo, degli indici superiori, ma non è un obbligo, quindi mi chiedo a che pro concedere indici così alti se poi gli stessi proponenti non hanno gli spazi per dare gli standard e quindi sono costretti a monetizzarli. È inutile che vado a ricordare all’assessore Verga, che al momento non è nemmeno in aula, anche se, Presidente, io credo che un minimo di rispetto nei confronti del Consiglio, visto che la Maggioranza se n’è andata, almeno l’Assessore…”. Il Presidente così interviene: “È qui l’Assessore, ecco, la stava ascoltando”. Il consigliere Ciccioni così riprende: “Dicevo, Assessore, io non vorrei ripetermi, ma le avevo già chiesto in Commissione, come anche in Consiglio - e lei si era impegnato a farmi avere l’elenco – di poter conoscere una volta per tutte quali erano stati gli acquisti effettuati dall’Amministrazione con i quattrini delle monetizzazioni per arrivare a capire come, in che modo, avevamo portato a casa spazi, vincolandoli a verde, 67 Seduta consiliare del 24 gennaio 2004 proprio per contrastare gli effetti negativi che erano state le decisioni di costruire in precedenza. Qui passano i mesi, passano gli anni, Assessore, e non si vedono i dati. Assessore, io sto parlando con lei, ma lei sta parlando con i suoi collaboratori, quindi si presume che non riesca ad ascoltare il sottoscritto”. (Intervento fuori microfono dell’assessore Verga) Il consigliere Ciccioni così riprende: “Ma se lei riesce ad avere doppia attenzione, va bene, anche se il problema è che poi lei non mi risponde. Cioè lei mi ha detto in aula e in Commissione che mi avrebbe fatto avere questo elenco, ma non si riesce ad averlo, ecco perché penso che qualche volta lei non riesca ad ascoltare convenientemente le cose che si dicono. Ora io con questa specifica delibera che concede un indice così alto, mi chiedo come facciate a non rendervi conto di quello che i cittadini vi chiedono ogni giorno sui giornali, quando vi ricordano che è necessario lasciare spazi vuoti e verdi per questa Città nella quale si muore grazie allo smog indotto dal traffico e inquinamento. Io di fronte a queste cose – e non ricevendo l’elenco che le ho chiesto - comincio a pensare che probabilmente ancora ad oggi non siano stati usati quei quattrini per cui sono stati pagati e magari 68 Seduta consiliare del 24 gennaio 2004 siano stati invece usati per fare strade, rifare mantelli stradali, cose che naturalmente non sono esattamente quelle per cui i quattrini delle monetizzazioni sono stati pagati. Assessore, io spero che dopo questa ultima volta lei abbia la voglia, il desiderio, la faccia di farmi avere questo elenco, dietro il quale naturalmente io spero non ci sia invece una carenza di acquisti di aree con tutte le conseguenze negative che si potranno avere”. Esce dall’aula il Segretario Generale Dr. Giuseppe Generale Dr.ssa Albanese. Partecipa il Vicesegretario Maria Giuliana Ferrari. Il Presidente dà la parola al consigliere Martinelli per mozione d’ordine. Il consigliere Martinelli così interviene: “Presidente, volevo chiederle di sospendere la seduta perché sono presenti in tutto tre – quattro Consiglieri di Maggioranza. Stiamo discutendo una delibera della Giunta e trovo poco serio che si continui soltanto con la presenza dell’Opposizione. Francamente chiedo di sospendere la seduta”. Il Presidente così interviene: 69 Seduta consiliare del 24 gennaio 2004 “E’ stata presentata questa richiesta di sospensione della seduta, per cui la metto in votazione se non ci sono…”. (Intervento fuori microfono del consigliere Fiano: “Se ‘non ci sono’ cosa, Presidente? Se non c’è la Maggioranza”) Il Presidente così interviene: “Dicevo: se non ci sono obiezioni palesi alla richiesta presentata dal consigliere Martinelli, la do per accolta e quindi…”. (Interventi fuori microfono) Il Presidente così interviene: “Ci sono pareri contrari alla richiesta del consigliere Martinelli di sospendere la seduta?”. (Intervento fuori microfono del consigliere Palmeri: “Parere contrario”) Il Presidente così interviene: “Il consigliere Palmeri esprime parere contrario…”. Indi dà la parola al consigliere Occhi. Il consigliere Occhi così interviene: “Presidente, se almeno il consigliere Palmeri vuole dirci perché esprime parere contrario, lo ascoltiamo ben volentieri”. Il Presidente dà la parola al consigliere Palmeri. 70 Seduta consiliare del 24 gennaio 2004 Il consigliere Palmeri così interviene: “Presidente, il parere è contrario perché la richiesta proviene – non mi riferisco alla persona con cui c’è amicizia – da chi mi è parso fosse uscito prima dall’aula, quindi non è convincente la richiesta di andare via adesso”. Entrano in aula i consiglieri Ottolenghi e Bossi Emilia Moratti: i presenti sono, pertanto, 52. Il Presidente così interviene: “È stata presentata una richiesta per cui ci sono due possibilità: dichiarare chiusa la discussione generale sulla deliberazione 382 e, in questo caso, porre in votazione la richiesta, diversamente – io prego i Consiglieri di ascoltarmi attentamente, specialmente il consigliere Martinelli che ha fatto la proposta – la richiesta deve essere sostenuta da almeno 5 Consiglieri Comunali. Mi pare di capire così, per cui dichiaro chiusa la discussione sulla deliberazione 382 e pongo in votazione la richiesta del consigliere Martinelli di interrompere la seduta”. Indi pone in votazione la richiesta di sospensiva avanzata oralmente dal consigliere Martinelli. 71 Seduta consiliare del 24 gennaio 2004 Dal sistema di votazione elettronico risulta che hanno partecipato alla votazione n. 30 Consiglieri, come da documento n. 5, che si allega. Al riscontro dei voti, la votazione dà il seguente esito: Presenti n. 30 Astenuti n. 4 (Molteni, Salvini, Tenconi, Testori) Votanti n. 26 Voti favorevoli n. 20 Voti contrari n. 6 Il Presidente dichiara che la votazione è infruttuosa. --Il Presidente dispone si proceda all’appello per la verifica del numero legale. Rispondono all’appello i seguenti consiglieri in numero di 22: Adamo, Albertini Riccardo, Baruffi, Bossi Emilia Moratti, Carlino, Ciccioni, Cormio, Farina, Fiano, Giudice, Martinelli, Mascaretti, Massari, Molinaro, Molteni, Occhi, Ottolenghi, Pantaleo, Rizzo, Salvini, Spirolazzi, Tinelli. Il Presidente, non risultando presente il quorum necessario per poter validamente deliberare, ai sensi dell’art. 48 comma 1, del 72 Seduta consiliare del 24 gennaio 2004 Regolamento di Organizzazione e Funzionamento del Consiglio comunale, dichiara chiusa la seduta. Indi così interviene: “Il Consiglio è riconvocato domani, in seconda convocazione, con gli argomenti residuati da questa seduta. Ricordo l’orario del Consiglio di domani: alle ore 16.00 c’è la convocazione con appello alle 16.30, la seduta avrà termine alle ore 20.00”. 73