Anteprima Estratta dall' Appunto di
Seminario di Criminologia
Università : Università degli studi di Bologna
Facoltà : Psicologia
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L' Appunto
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L’omicidio a Bologna nella seconda metà del XX secolo (Raffaella Sette)
Nelle società sviluppate di oggi il tasso di omicidio è più alto che in quelle preindustriali, anche se il rischio di restare uccisi varia
nelle varie regioni del mondo e nel corso dell’umanità.
Le statistiche penali ufficiali, specialmente sul lungo periodo, non forniscono informazioni sufficientemente dettagliate.
Ho condotto una ricerca relativa alla città di Bologna e alla sua provincia, partendo dai dati riguardanti le vittime di omicidio.
Metodologia: presi in considerazione i verbali delle autopsie effettuate nel cinquantennio 1954 - 2003 e riguardanti le vittime di
omicidi non colposi, quindi di omicidi volontari, quelli del consenziente, gli infanticidi e gli omicidi preterintenzionali. Escluso i
casi di strage. La ricerca non è condotta tramite campionamento ma sull’intera popolazione. Fonti:
1. relazioni inaugurali degli anni giudiziari pronunciate dai Procuratori Generali della Corte di Appello di Bologna dal 1954 al
2003 (n° 50; fino al 1999 in formato cartaceo e reperibili presso la Procura Generale della Repubblica presso il Tribunale di
Bologna, dal 1999 disponibili sul sito del Ministero della Giustizia); utili per ricavare informazioni su temi di politica criminale
e notizie circa l’andamento della criminalità riguardanti l’Emilia Romagna. Lo studio è partito dal 1954 perché in quest’anno,
dopo la sospensione avvenuta nel 1938, il Ministero di Grazia e Giustizia ripristinò la cerimonia di inaugurazione dell’anno
giudiziario. In quell’occasione il Sostituto Procuratore pronunciò parole piene di fiducia, quasi a indicare che il 1954 segnava
un “ritorno alla normalità”.
2. cartelle necroscopiche provenienti dal Settorato dell’Istituto di Medicina Legale dell’Università di Bologna, effettuate dal 1
om
gennaio 1954 al 30 aprile 1998, quando cessò la convenzione tra Università e comune di Bologna per il deposito e
l’osservazione delle salme; sono stati esaminati 295 fascicoli e da ognuno estrapolati dati sulle vittime (anche se non sempre
e.c
tutti presenti): sesso, data e luogo di nascita, stato civile, professione, residenza, data e luogo di morte, tipo di omicidio
(singolo, plurimo, seguito da suicidio), mezzo lesivo;
rib
3. registri (database elettronico costruito con Microsoft Access) dei deceduti di Bologna e provincia forniti dal Dipartimento di
Sanità Pubblica dell’Azienda USL di Bologna, dal 1 maggio 1998 al 31 dicembre 2003; contengono dati più precisi sulla vittima
Ct
(stato civile e residenza sempre presenti) ma l’età era indicata solo in anni compiuti (per cui si è dovuto rendere omogenei i
AB
dati ricavati dalle cartelle necroscopiche) e come luogo del decesso, se non si trattava di una struttura sanitaria, era indicato
solo il comune (e non, ad es., la zona della città).
4. articoli di cronaca nera pubblicati su “Il Resto del Carlino” dal 1987 al 2003; questi sono stati utili per reperire alcuni
particolari (luogo del delitto, scenari o ambiente, relazione autore-vittima, possibili motivi). Partendo dal giorno in cui era
stato commesso il crimine, si guardavano i numeri pubblicati fino a una settimana dopo tale data e si raccoglievano tutti gli
articoli editi finché il giornale non interrompeva il racconto dell’accaduto. In totale, sono stati esaminati 610 articoli, che
trattavano di 162 omicidi dei 179 realmente accaduti.
Si sono intrecciati, così, dati quantitativi e qualitativi. Fasi, interconnesse tra loro: nella prima, si sono consultate le 1. per
delineare l’andamento generale e l’evoluzione del fenomeno dell’omicidio nel cinquantennio in esame grazie all’analisi di
contenuto eseguita per ogni relazione, in particolare per i paragrafi relativi alle caratteristiche e all’andamento della criminalità
nel distretto della Corte d’Appello (=Emilia Romagna); nella seconda, attraverso 2. e 3. si è tracciato un profilo quantitativo dei
soggetti uccisi dal punto di vista dei trend demografici (sesso, età, nazionalità) e di quelli relativi ai mezzi lesivi; nella terza, i 4.
utili per conoscere scenari o ambienti di vittimizzazione, rapporti autore-vittima e possibili motivi alla base dell’omicidio.
Per codificare e archiviare le informazioni ho costruito un database SPSS (Statistical Package for Social Sciences) in cui ogni riga
rappresenta una vittima “descritta” tramite gli item: data del decesso, sesso, età, nazionalità, provincia di nascita, comune di
residenza, stato civile, tipo di omicidio, mezzo lesivo. Grazie alla ricerca sugli articoli di giornali, sono stati aggiunti: scenario o
ambiente in cui si è consumato il delitto, legame autore-vittima (tranne in 17 casi su 162), possibile movente del gesto (tranne in
20 casi su 162).
Fino al 1967 il quadro è abbastanza rassicurante: i delitti contro la vita non sono causa di particolare allarme. Nel 1963 si
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