DELLA V enti anni: é questa l’età del Sir, il Servizio informazione religiosa, nato, appunto, il 13 gennaio 1989. Un percorso,tutto sommato breve, dentro l’esperienza assai più antica dei settimanali cattolici locali e in quella della loro Federazione, la Fisc, che li riunisce da oltre quaranta anni. Insieme nella storia della Chiesa italiana, insieme nella storia del Paese, insieme nella storia e nella vita di piccole e grandi città, di paesi disseminati sulle montagne, nelle pianure, lungo le coste. La cultura del territorio, che ha caratterizzato e caratterizza la stampa cattolica locale, ha conosciuto, soprattutto in tempi recenti, grandi e rapidi cambiamenti che ne hanno stimolato nuove letture pur sempre in fedeltà a un valore incommensurabile quale è quello di un popolo che pensa, crede e lavora. Questa stampa, per la sua appartenenza a una realtà che è insieme particolare e universale, ha contribuito e contribuisce a fare della cultura del territorio una cultura che ha posto e pone al proprio centro un’identità che tanto più diventa visibile, significativa e robusta quanto più è capace di comunicare, cioè di ascoltare e raccontare. Una stampa che nel leggere il territorio come ricchezza per il Paese e per il mondo legge il Paese e il mondo come ricchezza per il territorio. In questa palestra di pensiero, di fede e di professionalità é nata e si è sviluppata l’intelligenza dei settimanali cattolici locali anche davanti agli eventi e alle questioni nazionali e internazionali. Nessuna delega in bianco ai “grandi” media pur riconoscendo ad essi un ruolo insostituibile. L’amore di questi “piccoli” giornali al territorio è esigente nel chiedere ai loro lettori di pensare in grande anche quando affrontano i problemi della quotidianità. Una richiesta che parte dalla consapevolezza che ogni persona ha il dono e la responsabilità del pensiero. In questa prospettiva si colloca il Sir, agenzia dei settimanali Fisc. Con oltre 170 testate unite nella Federazione, con Avvenire, Sat2000 e Inblu, il Servizio informazione religiosa é uno dei media che la Chiesa italiana ha pensato, realizzato e messo a disposizione dell’opinione pubblica, non solo di quella cattolica. Sir è l’agenzia dei settimanali cattolici perché è al loro servizio, perché si costruisce giorno per giorno con loro, ma ancor più perché è una espressione di sintesi della loro volontà e capacità di interpretare e valutare quanto, nei diversi ambiti del pensare e dell’agire dell’uomo, accade in Italia, in Europa, nel mondo. I servizi quotidiani, i servizi europei, i servizi regionali del DI COMO 2 La strada e l’arcobaleno D PERIODICO SETTIMANALE - POSTE ITALIANE S.P.A. SPED. IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1, COMMA 1, DCB COMO COMO LE ACLI TRA LAVORO E FAMIGLIA A PAGINA 5 a sempre attenta a queste tematiche l’associazione cercherà, anche nel corso del 2009, di mantenerne alta l’attenzione, in particolar modo in questo periodo di gravi difficoltà economiche. A PAGINA 12 COMO MIGLIORA L’ARIA COMASCA? A PAGINA 13 COMO LOUIS BRAILLE: L’UOMO CHE VINSE IL BUIO Serie di inziative, anche a Como, a 200 anni dalla nascita di colui che inventò la scrittura per ciechi. A PAGINA 15 COMO ARTETERAPIA E ALZHEIMER A PAGINA 16 COMO BULLISMO: CHE FARE? A PAGINA 18 TREMEZZO UN CONVEGNO SU TERESIO OLIVELLI A PAGINA 24 GEMONIO RESTAURI PER LA CHIESA DI SAN PIETRO A PAGINA 27 SONDRIO FONDI PER FAMIGLIE, MINORI E DISABILI Sir sono l’espressione di un territorio che pensa e opera con diverse sensibilità e tonalità ma con il desiderio forte di una voce comune, significativa ed efficace. Un esercizio a più voci, mai imposto, mai omologante. Così Sir porta a misura nazionale il patrimonio del territorio, in particolare la realtà di una Chiesa popolare che ha i segni della fatica, della gioia e della speranza della gente. E questo avviene anche in Europa dove in otto anni di paziente lavoro si è tessuta una rete, unica nel suo genere, per dire di una Chiesa che nelle sue espressioni nazionali ed europee, condivide il progetto di un’unione tra popoli alimentata dalle radici vive della fede cristiana. A costruire questa “casa comune” contribuisce anche quando leva la voce critica su scelte politiche ed economiche che portano lontano da un futuro di dignità per la persona umana e dall’incontro con la verità e la bellezza a cui, in particolare, aspirano e hanno diritto le nuove generazioni. PAOLO BUSTAFFA ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ SIR, VENTI ANNI INSIEME AI SETTIMANALI DIOCESANI ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ANNO XXXIV 17 GENNAIO 2009 E 1,00 DIOCESI Primo Piano RICORDANDO DON RENZO BERETT A BERETTA Nel decennale della sua morte tre giorni di iniziative per ricordare una figura che diede grandi testimonianze di fede e carità A PAGINA 3 a fondazione per la comunità locale ProValtellina ha messo a disposizione un fondo di 290 mila euro per la realizzazione di progetti a favore delle categorie più deboli. Le domande vanno presentate entro il 16 febbraio. L A PAGINA 28 SONDRIO QUALE FUTURO PER GLI IMPIANTI SPORTIVI? A PAGINA 30 P A G I N A 2 RIFLESSIONI IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 GENNAIO 2009 RIVISTE - PER I RAGAZZI DAGLI 11 AI 14 ANNI MONDO ERRE SI RINNOVA C Diretto dal salesiano Valerio Bocci, Mondo Erre è la rivista per i ragazzi e le ragazze dagli 11 ai 14 anni pubblicata dall’Editrice salesiana Elledici a partire dal 1975 on il numero di gennaio 2009 il mensile per ragazzi Mondo Erre, edito dalla Elledici e diretto da don Valerio Bocci, si rinnova nella grafica e lancia nuovi contenuti. Nel primo numero dell’anno, l’inserto centrale “Sulla pelle dei ragazzi”, dedicato ai baby soldato, prende il formato di un’unica pagina Web ampia e attraente, grazie all’orientamento di stampa verticale e a una grafica che adotta lo standard dei siti Internet. Arriva inoltre “Il mitico Ignatius”, un romanzo fantasy a puntate sui misteri, gli intrighi, le magie e i personaggi curiosi del reame di MondoR. Sono le novità con le quali Mondo Erre continua a rispondere, con creatività e passione, alle curiosità, agli interessi e allo “stile” dei ragazzi e delle ragazze di oggi, senza dimenticare i problemi della vita e del mondo. Oltre che di “bambini soldato”, infatti, nel numero di gennaio 2009 si parla anche di alcool, di razzismo, di cibi a rischio. Mentre non può mancare, con la sua gioiosa spiritualità, la nuova puntata della sezione “La Buona Notizia”. Nel mondo che cambia, sottolinea don Bocci, «è cambiato anche il nostro “mondo” di carta, di colori, di foto e soprattutto di idee. In meglio, crediamo. È un piccolo sogno che si aggiunge ai tanti realizzati da quel lontano 1975 in cui è nato Mondo Erre. E, ne siamo convinti, è il sogno dei suoi giovani lettori, che continuano a scegliere questa rivista nonostante la concorrenza della Tv, dei computer e dei cellulari». Nel 2007 Mondo Erre ha vinto (ex aequo con Il Messaggero dei ragazzi) il Premio Nazionale Città di Chiavari come “miglior giornale per ragazzi” di 12-14 anni. Il sito Internet della rivista è: www.mondoerre.it RIVISTE - PER I BAMBINI DAI 3 AI 6 ANNI GBABY: NUOVI PERSONAGGI G GBaby è diffuso soprattutto in abbonamento e nelle parrocchie. Si trova nelle principali edicole ogni mese al prezzo di euro 2,00. L’abbonamento annuale costa euro 19,00, il biennale 33,00 Baby, il mensile dei Periodici San Paolo rivolto ai piccoli in età prescolare, si rinnova totalmente con il nuovo anno. Pur mantenendo le sue caratteristiche di leggerezza e fruibilità adatte a questa delicata fascia di lettori, ha deciso nuovi “ingressi” di personaggi e argomenti che ne facciano sempre più strumento di un serio ma divertente “progetto educativo” utile ai genitori, agli insegnanti, a quanti operano a contatto con i bimbi dai 3 ai 6 anni. Arrivano i CUCCIOLI! Il coniglio Cilindro, la papera Diva, Olly la gattina, il pulcino Senzanome, Pio il ranocchio e il cane Portatile, protagonisti della serie di successo del gruppo Alcuni, compaiono per la prima volta a fumetti, disegnati appositamente per GBaby. Nuovi fumetti, poi, con Kino la talpa, Camilla la gallina viaggiatrice che girando il mondo scopre diversi animali e li presenta ai lettori, cui seguiranno l’asino Gaetano e Bruno il maialino vietnamita. Proseguiranno le storie di Topo Gigio disegnate da Clod e torneranno i sempre amati Puffi. Torna, allegato ogni mese a G Baby in un librettino di nuovo formato l’amato topolino Topazio presente in tante storie delle Edizioni San Paolo. Poi: TI RACCONTO UNA STORIA e TI RACCONTO UNA FIABA, testi che gli adulti possono leggere ai piccoli. IO PENSO è invece una nuova pagina dedicata alle domande di valore da parte dei bambini ideata da Lodovica Cima. CON MAMMA E PAPA’ è una nuova rubrica informativa per i genitori in cui sono selezionate alcune offerte del mercato del consumo culturale ed educativo per i bambini. Per abbonarsi tel. 02/48027575 o [email protected]. NOVITÀ IN LIBRERIA a cura di AGOSTINO CLERICI ECCO, PASSA GESÙ... Ecco un libro di grande effetto, illustrato in modo magistrale, destinato ai ragazzi per un primo incontro con l’arte sacra e con la storia di Gesù. Il libro (curato da Gruppo il Sicomoro), di grande formato, ruota attorno agli incontri di Gesù lungo la sua vita, offrendo differenti approcci: la lettura delle opere d’arte in parallelo alla storia dei vangeli, i segreti e le simbologie delle opere spiegate nel dettaglio. Le opere d’arte presentate, accostate agli episodi evangelici, sono: Lorenzo e Jacopo Salimbeni, Battesimo di Cristo; Marco Basaiti, La vocazione dei figli di Zebedeo; Caravaggio, La vocazione di san Matteo; Annibale Carracci, Cristo e la Samaritana; Tintoretto, Cristo che cammina sulle acque; B. Angelico, Trasfigurazione; Duccio, Guarigione del cieco; Giotto, Resurrezione di Lazzaro; Moretto da Brescia, Cena a casa del fariseo; Pietro Lorenzetti, Lavanda dei piedi; Giovanni di Paolo, Orazione nell’orto; Jacopo da Empoli, Cena in Emmaus; Duccio, L’incredulità di Tommaso. GRUPPO IL SICOMORO, Passa Gesù, San Paolo, pagine 64, euro 14,00. Ecco, invece, una simpatica valigetta di cartone, contenente: quattro libretti illustrati di storie bibliche (La storia di Noè - Segui Mosè - Seguiamo la stella Segui Gesù); per ogni libretto, un poster da completare con gli adesivi acclusi; quattro pennarelli che serviranno per colorare i poster. Uno splendido sussidio per la catechesi dei bambini, da utilizzare anche in casa con mamma e papà. AA.VV., Pronto Bibbia. Giochi e attività, Elledici - Isg, euro 13,00. Questo libro, invece, è un libro interattivo, da vedere insieme, adulti e bambini, a casa e a scuola. Magnificamente illustrato, educa i bambini alla creatività e li interessa alla Bibbia, raccontando sei noti episodi biblici con poche parole e disegni accattivanti. Ogni storia chiede di abbinare personaggi e animali. Con la parte destra del sussidio, i bambini possono divertirsi a “creare” 40 personaggi di cui parlano gli episodi, mescolando e componendo le giuste “tessere”. DAVID JULIET – illustrazioni di HELEN PROLE, A modo mio. Giochi creativi con le storie bibliche, Elledici - Isg, pagine 12, euro 11,50. Infine, ecco un originale sussidio che ha una doppia veste e funzione: è un calendario murale per la cameretta dei bambini. Le simpatiche etichette adesive allegate permettono di personalizzarlo segnando le date importanti da ricordare: compleanni, onomastici, feste, vacanze, gite, incontri di catechismo... Ma è anche un album illustrato, che con semplici testi e simpatici disegni spiega e illustra i vari momenti della Messa. RENZO AGASSO - illustrazioni di CINZIA GHIGLIANO, calendalbun 2009. La Messa dei bambini, Elledici – Edizioni Agami, pagine 24, euro 4,90. SECONDA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO B Parola FRA noi 1 SAM 3,3-10.19 SAL 39 1 COR 6,13-15.17-20 GV 1,35-42 La fede, comunicandosi e contagiando, si approfondisce di ANGELO SCEPPACERCA SECONDA SETTIMANA del Salterio SEGUENDOLO, SI SCOPRE CHI È... I l dovere che la Chiesa ha di evangelizzare (ossia l’annuncio di Gesù Cristo e del suo Vangelo) ha riempito intere biblioteche. Documenti, libri teologici e pastorali, ma anche (per fortuna) biografie e testimonianze di santi, martiri e missionari, senza alcun confine di età, di sesso, di condizione sociale, di tempo o di spazio. Eppure ritrovare la sorgente, la polla d’acqua fresca dell’esperienza dell’annuncio, della testimonianza e dell’efficacia del mandato missionario in soli cinque versetti del Vangelo, è sempre impressionante. È il Vangelo di questa domenica: un resoconto quasi stenografico di un incontro, di un annuncio, di un nuovo incontro, di una vita cambiata. Il Battista indica Gesù, due suoi discepoli gli vanno dietro e lo interrogano. Uno è Andrea il quale, dopo aver incontrato Gesù, lo racconta al fratello Simone e lo conduce da Lui; Gesù lo guarda profondamente (uno sguardo che entra fin nelle pieghe dell’anima), lo invita a stare con lui e gli cambia il nome, la vita. Non c’è altra missione, altro annuncio, altra testimonianza, al di fuori di questo schema. E questo vale anche oggi, per ognuno di noi. Il Vangelo – la fede – è una vita e si trasmette come la vita, da padre a figlio, da persona a persona. E la testimonianza di questa esperienza personale è come una catena ininterrotta che giunge fino a noi. I verbi di questo brano mostrano il dinamismo interiore dell’uomo che conduce a trovare la méta di ogni desiderio profondo: dire, parlare, rispondere, chiamare, ascoltare, trovare, dimorare, seguire, incontrare, cercare. Per riempire una vita e darle senso e felicità baste- rebbe porsi, ogni giorno, domande come queste: oggi cosa devo dire? Chi incontrare? Cosa ascoltare? Chi cercare? Chi seguire? E vedremo non solo prolungarsi la catena della testimonianza, ma espandersi il contagio della gioia, come fuoco che si propaga dall’uno all’altro, accendendo tutti della stessa luce. E senza interruzione. Basta proseguire, anche per conto nostro, in una lettura ininterrotta dello stesso Vangelo: dopo il Battista, i discepoli, quindi Andrea e Simone; il giorno dopo c’è l’incontro con Filippo il quale, a sua volta, porta l’incredulo Natanaele a “venire a vedere” Gesù. Chi incontra Gesù porta un altro all’incontro con lui ed è spettatore sorpreso di una nuova e ulteriore rivelazione. Già, perché la fede, comunicandosi e contagiando, si accresce, si approfondisce. I discepoli di Giovanni chie- dono a Gesù: dove abiti? È come dire: chi sei? La risposta di Gesù è in due parole: seguitemi e vedrete. Solo seguendolo si scopre chi è Gesù, Figlio di Dio e Figlio dell’uomo, mistero di Dio e dell’uomo. Simone, dopo l’incontro, sarà Cefa, Pietro. L’incontro con la fede svela anche la nostra identità profonda, la nostra vocazione che è anche la nostra missione. E forse neppure tutta la vita potrà bastare per realizzare il compito che è scritto nel proprio nome. CHIESA P A G I N A 3 PRIMOPIANO IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 GENNAIO 2009 TRE APPUNTAMENTI PER RICORDARE DON RENZO BERETTA FU PRETE FINO IN FONDO: INCONTRÒ DIO LUNGO LA SUA STRADA, SE NE INNAMORÒ E NON LO LASCIÒ PIÙ D ieci anni sono passati da quel pomeriggio freddo del 20 gennaio 1999 quando don Renzo è stato accoltellato. Sono passati veloci, come tutto del resto, presi come siamo da una vita frenetica, ma il ricordo è vivo e se mi soffermo un momento mi sembra di rivedere tutto, attimo dopo attimo come se fosse successo ieri. Dieci anni sono passati un po’ in sordina e forse di questo don Renzo sarebbe contento, lui che era schivo, che badava al sodo e non era certamente amante dei media o dei riflettori. Le poche volte che si era fatto intervistare era per richiamare l’attenzione non su di lui, ma sui profughi, su chi aveva abbandonato tutto. Dieci anni sono passati e forse il ricordo si è purificato, la memoria ha deposto l’emozione concitata del momento e rimane quello che si è sedimentato dentro di noi, quello che di prezioso uno ha ricevuto. Otto anni vissuti insieme gomito a gomito non sono pochi e permettono, se si ha la voglia di creare delle relazioni vere, di conoscere un po’ l’altro. Chi era don Renzo, cosa aveva di speciale? Don Renzo era un prete, uno che aveva incontrato Dio sulla sua strada, se ne era innamorato e non l’aveva più lasciato. Era un uomo che si interrogava sulle grandi questioni della vita, che condivideva la vita con gli altri, sentendosi uno strumento nelle mani del Signore, per rendere visibile il suo amore per gli uomini, e lo faceva col suo carattere a volte un po’ burbero a volte tenerissimo. La mia vita ha incrociato la sua quando, ormai superata la maturità, si arricchiva della saggezza degli anziani, una saggezza terra-terra, un’umanità vera non sdolcinata. Don Renzo esprimeva la paternità di Dio, una paternità esigente, ma sempre rispettosa della libertà altrui, una paternità entusiasta, che non si lasciava scoraggiare dalle difficol- ha ospitato e aiutato tanti giovani e uomini immigrati. Ci si è arrivati gradualmente aiutando i parrocchiani a cambiare mentalità, a capire che non ci si può definire cristiani e poi voltare le spalle al fratello nel bisogno. Con pazienza e tenacia don Renzo è riuscito a trasformare una comunità, anche se resistenze e opposizioni ci sono state fino all’ultimo, anche da parte di alcuni collaboratori, e penso che questa sia stata una sofferenza che ha sempre cercato di celare. C’è poi il don Renzo delle relazioni personali e qui credo che ognuno sia geloso della propria intimità. Io ringrazio il Signore per averlo messo sulla mia strada: è stato un segno stupendo del suo amore di padre per me. L’amicizia sincera, vera e franca fino a volte ad essere brutale, mi ha aiutato a crescere, la tenerezza e l’affetto sincero mi hanno accompagnato nei primi anni di sacerdozio. tà, ma al contrario si sentiva stimolata da esse, un padre che voleva che i suoi figli fossero uomini e donne convinti, non superficiali, che non si accontentassero della mediocrità, ma che aspirassero a dare il massimo per onorare Dio che era stato generoso con loro. Don Renzo sapeva essere tenero coi bambini come un nonno, consolante e allegro con gli anziani, serio ed esigente coi giovani e gli adulti. Dalla sua vita traspariva un grandissimo amore per Dio e la sua Parola, la studiava, la sminuzzava, la condivideva, trasmettendo la gioia che dava a lui l’averla letta e meditata. Era un uomo preciso, ordinato e meticoloso. Basta guardare un suo libro per capire come leggeva e studiava. Era talmente rispettoso delle persone, che preparava ogni giorno un pensiero per la Messa, non un pensiero improvvisato, ma meditato, e su un foglietto scri- veva lo schema di quello che avrebbe detto la mattina seguente. Don Renzo aveva vissuto ogni attimo della sua vita con intensità e passione. L’educazione ricevuta dalla famiglia, religiosa dalla madre, che aveva una fede semplice ma vera, umana dal padre, uomo di sani principi e tutto d’un pezzo, avevano forgiato in lui un carattere volitivo e battagliero, ma sempre obbediente ai superiori. In lui ho sempre visto la sintesi di due grandi preti: don Mazzolari e don Milani. Del primo aveva la presenza, la parola chiara e forte, una predicazione incisiva che non ti lasciava indifferente ma ti scuoteva con la forza del vangelo predicato e vissuto. Di don Milani aveva la passione per la scuola, la formazione dei giovani, per i quali aveva dato tutto se stesso e si rammaricava di averli lasciati giocare poco. Chi l’ha conosciuto anche solo per pochi minuti o poche ore ne rimaneva affascinato. Un altro aspetto della sua vita era l’attenzione alle persone, che fosse la vecchietta, o l’immigrato, o la persona in crisi, per tutti aveva tempo e attenzione. La carità pastorale, che l’ha reso noto negli ultimi anni per la sua dedizione agli immigrati e profughi, l’aveva vissuta sempre dagli anni giovanili di Livigno e Mandello, alla maturità di Solzago e Ponte Chiasso. Don Renzo era un uomo incarnato nella storia e nel territorio: sapeva cogliere le problematiche, si lasciava interpellare e rispondeva con creatività e coraggio. Non era l’impallinato degli immigrati, era l’impallinato di Gesù e se Gesù a Ponte Chiasso si presentava tante volte sotto le spoglie di un rifugiato, lui lo accoglieva e si domandava cosa potesse fare per lui. È così che è nato il centro di accoglienza che per anni Dopo dieci anni forse è giunto il momento di ripensare la figura di don Renzo e di capire quale dono sia stato alla nostra Chiesa locale. La sua morte tragica (come quella di suor Maria Laura, nel 2000, a Chiavenna) non è stato un caso, un banale incidente: nella logica della croce è stato il segno della predilezione di Dio, che l’ha voluto unire al sacrificio di suo figlio. Quale amore più grande che dare la vita per i propri amici? E allo stesso tempo indicarlo a noi come un suo servo buono e fedele. Don Renzo non aveva paura di morire, spesso scherzava, soprattutto il giorno dei Santi prima di andare al cimitero di Monteolimpino; era convinto come Paolo che la morte l’avrebbe unito al suo Dio. Il suo testamento spirituale parla chiaro “per grazia sino ad oggi, non sento di temere la morte; attraverso di lei mi è dato di vedere Lui tanto desiderato. Spero di aver servito, così come sono stato capace…avrei dovuto “ardere di più” per le anime, chiedo umilmente perdono a Te, mio Salvatore e Dio... Voglio che la mia morte sia un atto di adorazione, fiducia, amore per il mio Dio, Signore, Salvatore”. E così è stato. don TIZIANO RAFFAINI 10° ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI DON RENZO BERETTA PARROCO DI PONTE CHIASSO DAL 1984 AL 1999 SABATO 17 GENNAIO Ponte Chiasso, chiesa parrocchiale, ore 21.00 Recital: Uomo di Dio, uomo della Chiesa DOMENICA 18 GENNAIO Ponte Chiasso, chiesa parrocchiale, ore 10.30 • Santa Messa nel decimo anniversario della morte di don Renzo presieduta dal Vescovo e concelebrata dal presbiterio diocesano, alla presenza delle autorità ; • deposizione corona in largo Beretta: intervento delle autorità presenti • inaugurazione della mostra fotografica: Don Renzo ha camminato con noi SABATO 24 GENNAIO Sala Bianca del Teatro Sociale di Como, ore 10.00 Tavola rotonda: La carità non avrà mai fine Lo stile della carità è l’eredità più preziosa che don Beretta ci ha lasciato. Se lui fosse vivo oggi, quale sarebbe il volto e il tratto della sua carità? Intervengono: • don Carlo Puricelli - parroco di Ponte Chiasso: saluto; • Stefano Bruni - sindaco di Como: saluto; • Marco Guggiari - giornalista: don Renzo, la figura e l’opera; • Laura D’Incalci - giornalista: presentazione della pub- blicazione degli scritti di don Renzo; • Chiara Amirante - fondatrice “Nuovi Orizzonti” onlus: Per portare Cristo: testimonianza • mons. Diego Coletti- Vescovo di Como: La carità più grande è educare • moderatore: don Agostino Clerici - direttore de “Il Settimanale della diocesi di Como” Le iniziative hanno il patrocinio dell’Amministrazione Comunale di Como P A G I N A 4 SOCIETÀ INTERNIESTERI IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 GENNAIO 2009 RUSSIA E GAS C osa rappresenta, in fin dei conti, la disputa sul gas tra Russia e Ucraina, che tiene in sospeso l’intera Europa e che costringe alcuni paesi dell’est a chiudere le scuole per il freddo o a immaginare di riaprire vecchie centrali nucleari dismesse per aumentare la capacità energetica nazionale? Si tratta ancora una volta della prova che la “globalizzazione” è un dato reale, che ha a che fare con la geopolitica, con le dinamiche mondiali dell’economia, della demografia o della cultura, ma che al contempo ricade sulla vita quotidiana di ciascuno di noi. Nelle steppe russe si estrae il combustibile, fra le incolte distese ucraine transitano i gasdotti, e nelle nostre case - Mosca e Kiev permettendo - possiamo accendere i termosifoni oppure far bollire l’acqua per la pasta. In mezzo, però, ci sono la dipendenza energetica dell’Ue, le relazioni internazionali, gli interessi dei giganti che pompano e vendono l’“oro blu”. Se in politica estera l’Unione europea sta ancora cercando una propria strategia, sul versante della politica energetica l’Europa è ancora più lontana da una linea unitaria ed efficace. E anche i grandi progetti annunciati tempo fa dalla Commissione Barroso e da vari summit a Bruxelles restano, per il momento, sulla carta. In realtà l’Europa occidentale e centro-orientale consuma tanta, troppa energia e non ha maturato una propria strategia produttiva e commerciale che la renda il meno possibile dipendente dalla Russia, dall’Algeria, dai Paesi arabi e da altre fonti di approvvigionamento “oltre frontiera”. Questo è il primo punto che emerge in questi giorni e che, superata la nuova emergenza, andrà posto in cima all’agenda dei Ventisette. Una seconda certezza che si evidenzia dall’ultima disputa che vede protagonista la Russia di Putin e di Medvedev, è che il grande paese euroasiatico non può essere considerato un partner pienamente affidabile, né sul piano politico né su quello militare e neppure dal lato economico. La Russia, che pure ha ragioni plausibili nella vertenza con l’Ucraina, ha troppe cause aperte e altre maturano a ogni pie’ sospinto. Così gioca a poker con le repubbliche baltiche per vecchie ruggini legate alla storia e all’eredità comunista; attua un braccio di ferro con Polonia e Repubblica ceca per via dei missili americani; protegge il regime di Minsk a scapito della libertà dei bielorussi; invade la Georgia per difendere regioni che invocano l’indipendenza; litiga costantemente con le repubbliche ex sovietiche dell’Asia centrale; tiene la Cecenia sotto tiro… E gli esempi potrebbero continuare. Si può immaginare che le motivazioni di tanti contenziosi risiedano negli interessi e nei “giochi” internazionali. Ma parimenti andrebbero considerate le condizioni “interne” della democrazia russa. Perché se un paese, anzi un grande paese, non accetta pienamente in casa propria le regole della disputa democratica, è poi tentato di agire sulla scena mondiale come un battitore libero, allergico a quelle regole di convivenza internazionale più che mai necessarie nell’era globale. È un problema, questo, che riguarda molti Stati. E la Russia non fa eccezione. GIANNI BORSA ITALIA ALTRA OCCASIONE MANCATA PER RILANCIARE LE POLITICHE FAMILIARI Bonus famiglia: una bussola persa I l quoziente familiare era staro promesso da Berlusconi in campagna elettorale. Non divenne nero su bianco nel programma del nuovo governo, ma si può dire che faceva parte delle sue “idee regolative”, ampiamente propagandate. Il ministro Sacconi, infatti, ha sostenuto a più riprese che il quoziente familiare non è applicabile nell’immediato per carenza di risorse, ma che è un punto di arrivo cui mira il governo. Un punto di arrivo di fine legislatura, quindi, e che come tale dovrebbe essere un faro, un criterio per avanzare, seppure passino per passino, nel campo della politiche familiari. Il quoziente famigliare è prima di tutto una prospettiva nuova sul rapporto fisco-famiglia. E’ un modo diverso di guardare ai problemi fiscali della famiglia o alla dimensione familiare del fisco. Significa, in pratica, far pagare le tasse tenendo conto dell’intero nucleo familiare anziché tararle sui singoli individui. Vuoi pagare meno tasse? Divorzia, dice il fisco. Infatti i single, i conviventi o le coppie senza figli sono avvantaggiati dal punto di vista fiscale. Tenuto conto che il quoziente familiare è un obiettivo, il Forum delle associazioni familiari aveva indicato – anche a seguito di una cospicua raccolta di firme – diversi modi per arrivarci, fondati sulle detrazioni. Indicazioni e proposte non solo finora disattese ma perfino contraddette dalle disposi- zioni sul “bonus famiglie” contenute nel decreto anticrisi del governo. La famiglia di una coppia sposata è penalizzata rispetto a due conviventi, che presentano due dichiarazioni distinte e quindi rimangono sotto le soglie previste dalla legge per avere il bonus. Costoro possono ottenere il bonus mentre la famiglia tradizionale viene esclusa, oppure possono ottenerne due quando la famiglia sposata ne ottiene uno. Il giornale “Avvenire” ha portato le prove di tutto questo e, non si sa se per amore della famiglia o per disamore del governo, perfino il “Corriere della Sera” del 12 gennaio ha denunciato la cosa. Il governo intendeva detassare le tredicesime, ma in mancanza delle risorse relative, ha dovuto optare per un intervento a favore delle famiglie di circa 2,3 miliardi. L’intento in linea di principio è positivo, ma nel concreto rivela molte deficienze. La detrazione delle tredicesime avrebbe sì agevolato i cittadini e quindi anche le famiglie, ma con i criteri di sem- pre, ossia quelli di un fisco fondamentalmente individualista. E’ come aver tolto l’Ici: è vero che ne beneficiano le famiglie, ma in modo indifferenziato tra coppie sposate, single, conviventi, coppie senza figli, famiglie numerose eccetera. Ne beneficiano le famiglie ma non secondo modalità family friendly, non in modo promotivo della famiglia. Lo spostamento dell’accento dalla riduzione fiscale delle tredicesime al bonus famiglie si è portato dietro il criterio individualistico del primo ambito e lo ha scaricato sul secondo. Inoltre una considerazione dovremmo anche farla a proposito dell’origine di questo provvedimento. Il bonus famiglie nasce dalla crisi finanziaria, ha un motivo contingente, ed infatti è previsto “una tantum”, poi si vedrà. Ma la famiglia ha bisogno di molto più che misure dettate dalla contingenza e che si esauriscono in un intervento solitario. Sarebbe stato meglio non fare niente? Diciamo che si sono spesi male dei soldi, che si poteva fare un bene maggiore, che per alleviare le pene di alcune famiglie si sono allargate le ingiustizie. Ma soprattutto che non si è tenuto conto dell’idea regolativa del quoziente familiare, una bussola che il governo ha perso per strada. Così facendo, però, sarà impossibile raggiungere questo obiettivo per la fine della legislatura, anche se ci manca ancora molto tempo. STEFANO FONTANA NOTA ECONOMICA Le tre ragioni del deragliamento I l messaggio che proviene dal mondo della politica e dell’economia è univoco: la crisi nel corrente 2009 rincrudirà, e la disoccupazione è destinata ad aumentare. Dette notizie non dovrebbero meravigliare i cristiani, perché è loro noto che “chi promette il mondo migliore che durerebbe irrevocabilmente per sempre, fa una promessa falsa” (Spe salvi, 24). Il comunismo, con la sua implosione, lo ha di recente dimostrato. Il capitalismo liberista, con le sue crisi ricorrenti, documenta la necessità di operare continue correzioni e interventi innovativi sui risultati delle cosiddette leggi dell’economia e sulla declinazione delle stesse. Alle corte, l’economia di mercato avanza attraverso il superamento di ricorrenti ampie crisi. In parole semplici, “la sempre nuova faticosa ricerca di retti ordinamenti per le cose umane è compito di ogni generazione; non è compito semplicemente concluso” (Spe salvi 25). Non è tuttavia facile la progettazione e la realizzazione, di modelli nuovi e alternativi, in grado di assicurare una rappresentazione di bene comune, capace di permettere una vita dignitosa a tutte le famiglie. Su questa premessa inizio a riflettere sulla grave crisi che incombe anche sul nostro Paese, ovvero mi porrò la classica domanda: “che fare?”. Prima, però, mi soffermo sul preconcetto, sulla non/conoscenza dell’uomo, dell’economia e della politica, che accomuna una parte dei cittadini italiani. Intendo riferirmi al convincimento, presente nella base dei partiti di sinistra, fra i cattolici e fra componenti del governo e dell’opposizione: la ricchezza esiste e va ripartita tenendo conto delle fasce deboli. La ricchezza, a loro dire, è demoniaca, i ricchi sono ladri, truffatori e sfruttatori. Il che con frequenza è vero, ma il fatto non ha nulla a che vedere con la ricchezza in sé, ma piuttosto con l’uso o l’abuso che se ne fa. Gli infantilismi è opportuno metterli al bando e rientrare, con urgenza, nella dura realtà. Diverrebbe così possibile capire come e cosa produce ricchezza. Ricchezza indispensabile per corrispondere alla domanda di investimenti, rinnovamento e potenziamento del processo economico, di modernizzazione continua dell’università e della scuola. La ricchezza a cui mi riferisco è ricchezza in danaro, da investire e non da consumare, come purtroppo, da almeno quarant’anni, avviene in Italia. La ricchezza non è una manna che piove dal cielo, è frutto di operosità, fatica, risparmio, intraprendenza imprenditoriale, competenze tecniche e scienti- fiche, quindi quando non ne viene creata, non si può dare la colpa alla malasorte, o alla mal distribuzione della stessa, bensì all’insipienza, alla pigrizia, all’ignoranza che domina un determinato Paese. L’economia deraglia solitamente per tre ragioni. La prima è la mancanza di norme, l’inadeguatezza delle stesse e l’errore di dimenticare “che l’uomo rimane sempre uomo” e “la libertà rimane sempre libertà anche per il male” (Spe salvi, 21). La seconda, è la pseudocultura sindacale, il populismo cattolico, il demagogismo della sinistra, che affonda le sue radici nella non conoscenza delle leggi dell’economia. Costoro vorrebbero far precedere la distribuzione della ricchezza - il che avviene con frequenza in modo iniquo - alla creazione della stessa, il che è un nonsenso. La terza ragione è il rifiuto dei valori della morale cattolica, la quale statuisce la responsabilità personale (attiva o per omissione) degli atti compiuti e quella della partecipazione attiva, o in qualità di spettatore passivo, agli eventi storici. Detti atti ed eventi, come una volta veniva insegnato, hanno ripercussioni nella comunione dei santi, quindi danno origine a sanzioni, o al premio della vita eterna. Nella vita terrena, il giudizio in ordine ai richia- mati atti od eventi, spetta alla Magistratura, la quale in ossequio allo spirito e alla forma dei codici, assolverà o condannerà. Prendo ora in esame alcune possibili vie di uscita dalla recessione. Come e quando ne usciremo non so dire, perché viviamo in un mondo globalizzato, pertanto i fattori interni ed esterni, che concorreranno alla ripresa sono molteplici e molti proverranno da altri continenti. A mio giudizio, l’uscita dalla crisi inizierà il prossimo anno, in quanto gli Stati Uniti, la Cina e la Russia, per tutelare i loro equilibri sociali interni, dovranno, in tempi brevi, concordare interventi a sostegno e rilancio dell’economia, la quale trainerà la ripresa mondiale su nuovi equilibri geopolitici e geoeconomici. È necessario iniziare a lavorare di più e meglio, aumentare gli investimenti, pagare virtuosamente le imposte, far proprio il principio di legalità. Bisogna pertanto avere idee chiare e concrete e smettere di confondere il desiderabile con il possibile. Il cristiano dovrebbe essere in primo piano nell’opera di rinnovamento perché sa che può “sempre ancora sperare, anche se per la sua vita o per il momento storico che sta vivendo apparentemente non ha più niente da sperare” (Spe salvi, 35). GIANNI MUNARINI SOCIETÀ FATTIePROBLEMI IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 GENNAIO 2009 P A G I N A 5 LA PAROLA DI BENEDETTO XVI La strada e l’arcobaleno U G Quando si dice autonomia... n bambino è l’essere più indifeso, più bisognoso di affetto e di attenzioni. Il Creatore ha voluto assumere in Gesù, le dimensioni di un bambino per essere uomo tra gli uomini, per farsi vedere e toccare. Ma è proprio in questo farsi piccolo la sua grandezza. Nel giorno in cui la Chiesa fa memoria del battesimo di Gesù – domenica che conclude il tempo natalizio e apre a quello ordinario – ci troviamo, dopo averlo lasciato nel presepio visitato dai Magi, ad ammirare un adulto alla sua prima manifestazione pubblica, in quell’acqua rigeneratrice che da senso alla vicenda del cristiano. È in quell’acqua, e tramite quell’acqua, che avviene il cambiamento, gesto simbolico che porta con se l’elemento della purificazione: ci si immerge per rinascere, per dare spazio a un altro uomo. La riflessione natalizia di papa Benedetto ha qui, dunque, una nuova tessera del mosaico: se Natale e Epifania ci devono rendere capaci di vedere, di aprirci al mistero di un Dio che si china sull’uomo, fino a punto di nascere in povertà per essere uomo in mezzo a tutti gli uomini, il battesimo di Gesù, dice papa Benedetto, ci introduce “alla quotidianità di un rapporto personale con lui”. Il battesimo “per così dire il ponte che Egli ha costruito tra sé e noi, la strada per la quale si rende a noi accessibile; è l’arcobaleno divino sulla nostra vita, la promessa del grande sì di Dio, la porta della speranza e, nello stesso tempo, il segno che ci indica il cammino da percorrere in modo attivo e gioioso per incontrarlo e sentirci da Lui amati”. Nella Cappella Sistina, com’è ormai tradizione, Benedetto XVI amministra il sacramento del battesimo a 13 bambini, per nulla intimoriti dalla meraviglia michelangiolesca del Giudizio universale. Celebra ancora una volta con le spalle rivolte ai fedeli, sull’antico altare posto ai piedi della parete affrescata da Michelangelo. Celebra con il messale riformato da papa Paolo VI. All’offertorio sono dei bambini che trotterellano verso la cattedra. Ricorda il Papa che il battesimo significa affidare ogni nuova vita a colui che “è più potente dei poteri oscuri del male”, restituire a Dio ciò che da lui è venuto. Già perché “il bambino non è proprietà dei genitori, ma è affidato dal Creatore alla loro responsabilità, liberamente e in modo sempre nuovo, affinché essi lo aiutino ad essere un libero figlio di Dio. Solo se i genitori maturano tale consapevolezza riescono a trovare il giusto equilibrio tra la pretesa di poter disporre dei propri figli come se fossero un privato possesso plasmandoli in base alle proprie idee e desideri, e l’atteggiamento libertario che si esprime nel lasciarli crescere in piena autonomia soddisfacendo ogni loro desiderio e aspirazione, ritenendo ciò un modo giusto di coltivare la loro personalità”. Né genitori possessivi, né permissivi, dunque. La strada che il Papa indica ai papà e mamma è quella di una libertà consapevole; libertà che viene dal- l’essere “figlio adottivo di Dio, oggetto del suo amore infinito che lo tutela e difende dalle forze oscure del maligno”. Ma proprio per questo, afferma ancora Benedetto XVI, “occorre insegnargli a riconoscere Dio come suo Padre ed a sapersi rapportare a Lui con atteggiamento di figlio”. Il battesimo è l’atto che introduce il bambino “nella luce di Dio e dei suoi insegnamenti”; e battezzando i bambini “non si fa loro violenza, ma si dona loro la ricchezza della vita divina in cui si radica la vera libertà che è propria dei figli di Dio; una libertà che dovrà essere educata e formata con il maturare degli anni, perché diventi capace di responsabili scelte personali”. Con il battesimo, afferma infine il Papa, “non ci immergiamo semplicemente nelle acque del Giordano per proclamare il nostro impegno di conversione, ma si effonde su di noi il sangue redentore del Cristo che ci purifica e ci salva. È l’amato Figlio del Padre, nel quale egli ha posto il suo compiacimento, che ci riacquista la dignità e la gioia di chiamarci ed essere realmente figli di Dio”. Un sacramento, il battesimo, dice ai genitori, che introduce i bambini in una nuova famiglia “più grande e stabile, più aperta e numerosa”, la famiglia dei credenti, che ha Dio per padre e tutti si riconoscono fratelli in Cristo; per questo “pur tra le difficoltà della vita, non si sentiranno mai abbandonati”. Ai genitori, alle famiglie, papa Benedetto si rivolge anche all’Angelus non solo per ricordare il grande dono del battesimo, una vita che rinasce nella luce di Cristo; ma anche per sottolineare che la famiglia ha un ruolo formativo ai valori umani e cristiani. E lo fa ricordando l’appuntamento di Città del Messico dove avrà luogo il sesto incontro mondiale delle famiglie. In questo giorno il Papa sem- bra dunque dire ai genitori: l’acqua della fonte battesimale disseta davvero, fa rinascere attraverso gesti e parole, e ci dice che le nostre vie non sono quelle di Dio, ma sono quelle che lui ha scelto per noi, per far crescere e maturare la nostra esistenza irrigata dall’acqua del battesimo. li studenti sardi, nelle prove Ocse Pisa, si sono classificati agli ultimi posti. Ecco allora che la Regione Sardegna decide di investire sul “capitale umano” degli studenti affinché possano guadagnare alcune posizioni in classifica. Dalle parole ai fatti: vengono finanziati, per tale finalità, 35 milioni di euro. La regione poteva muoversi secondo una logica “statalista” o una “sussidiaria”. Nella prima prospettiva, la Regione ci mette i soldi, ma dice anche come spenderli. Nella seconda, la Regione ci mette i soldi, dice quali risultati si aspetta, chi e come li controllerà e dichiara in anticipo le eventuali penali per gli irresponsabili che pensano di scappare con il malloppo, nonché gli eventuali premi per i responsabili che faranno un buon lavoro; mentre viene lasciato alla professionalità dei decenti e delle scuole il come raggiungere questi risultati con i ragazzi, e quali mezzi e interventi formativi utilizzare. Una prospettiva interessante, valida e stimolante: ciò che attiene alla scuola viene lasciato alla intelligenza, alla libertà e responsabilità dei docenti. Essi, infatti, dovrebbero - dalle istituzioni - essere considerati intelligenti, liberi e responsabili. Questa avrebbe dovuto essere la scelta ovvia, scontata. Ma non è stato così. FABIO ZAVATTARO Puntualmente la Regione ha scelto la prima prospettiva dimenticando ogni reale autonomia e sottomettendo la libertà delle scuole all’arbitrio del politico di turno. Di autonomia si parla in modo inversamente proporzionale a quanto la si attua. Fa davvero pena vedere tanti politici e uomini di cultura stracciarsi (apparentemente?) le vesti per le cattive sorti nelle quali si trova la scuola italiana. La via statalista è stata seguita per oltre mezzo secolo e ci ha consegnato una scuola davvero problematica: essa è di tutto e di nessuno; stracolma di direttive ministeriali, ma senza una linea; capace di tantissime proposte opzionali, ma incapace di essere autorevole sull’essenziale; i docenti obbligati a riempire migliaia di moduli e costretti a ridurre l’attività didattica. Il tutto con i costi più alti in prospettiva europea. Che qualcuno abbia interesse a mantenere la scuola in questa prospettiva? QUALE ? scuola ARCANGELO BAGNI CORSIVO di AGOSTINO CLERICI SE DIO È RIDOTTO A UNO SPOT «La cattiva notizia è che dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno». Questa frase apparirà su due autobus pubblici che, dal 4 febbraio prossimo, circoleranno per le vie di Genova. A pagare lo spot è l’Unione atei e agnostici razionalisti (Uaar). Il quotidiano on-line repubblica.it annuncia che si tratta di una pubblicità che promuove l’inesistenza di dio (sì, scritto così, con la lettera iniziale minuscola). I promotori dell’iniziativa hanno scelto Genova, ammettendo di voler sfidare il presidente dei vescovi italiani, card. Angelo Bagnasco, che della città ligure è arcivescovo. L’iniziativa arriva in Italia dopo essere già stata realizzata a Londra, Washington e Barcellona. E bisogna ammettere che lo spot peggiore è proprio quello genovese. In Gran Bretagna e in Spagna lo slogan è: «Probabilmente dio non esiste. Smettila di preoccuparti e goditi la vita». Nella capitale statunitense, invece, sui bus c’è scritto: «Perché credere in dio? Sii buono per amore della bontà». Che dire? Intanto che si tratta di un’evidente caduta di stile nel discorso su Dio, banalizzato in un messaggio pubblicitario sul retro degli autobus, invece che affrontato nei luoghi in cui è giusto dialogare e confrontarsi tra credenti e non credenti. L’iniziativa, poi, denota un certo nervosismo da parte di persone che si dichiarano agnostiche, atee e razionaliste. Per definizione un agnostico è uno che ammette di non sapere, ed è dunque assai strano che si metta ad affermare dogmaticamente che «dio non esiste» e lo faccia scrivere - a pagamento - sulla fiancata di un autobus. Per un ateo il fatto che non esista dio dovrebbe essere una buona notizia... e non una notizia cattiva. E da un razionalista ci si aspetterebbe un ragionamento e non uno spot così semplicisticamente illogico. Insomma, abbiamo a che fare con dei dilettanti allo sbaraglio! Circa, poi, l’efficacia dell’iniziativa, nutrirei dei dubbi. Per fortuna non si può promuovere né l’esistenza né l’inesistenza di Dio. Se ne può parlare, se ne può discutere, e per secoli questo è avvenuto in confronti, dibattiti, libri dedicati al tema, che è oltremodo serio e riguarda miliardi di essere umani (non solo cristiani). Il teismo o l’ateismo non funzionano come spot, perché Dio non è un prodotto che si vende al mercato. A meno che Dio non sia ridotto ad un qualunque dio, che possa esistere o non esistere a telecomando dell’uomo. E se questo è il dio che non esiste, ebbene è una buona notizia. E se di questo dio minuscolo si può farne a meno, ebbene è una seconda buona notizia. Di un dio a cui decido io di dare o negare l’esistenza, sì, è vero, non ne ho proprio bisogno. I dogmatici dell’Uaar - siano essi atei, agnostici o razionalisti - negano qualcosa, ma non possono far nulla per negare Qualcuno. La buona notizia è che, non solo Dio esiste, ma si è fatto carne. La cattiva notizia è che c’è chi ha deciso di farne a meno. È una storia che dura da due millenni, ormai. CHIESA P A G I N A 6 CHIESA LOCALE ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 GENNAIO 2009 AGENDA del VESCOVO GIOVEDÌ 15 A Como, in Curia, al mattino, Consiglio Episcopale. VENERDÌ 16 A Talamona (So), presso la chiesa parrocchiale, alle ore 20.45, lectio per i giovani su San Paolo. SABATO 17 A Como, presso Villa Olmo, alle ore 10.30, S. Messa per la Polizia Locale nel 140° anniversario della fondazione del Corpo; a Nuova Olonio (So), nel pomeriggio, Consiglio Pastorale Diocesano. DOMENICA 18 A Como, alle ore 10.30, presso la chiesa parrocchiale di Ponte Chiasso, S. Messa nel decimo anniversario della morte di don Renzo Beretta. LUNEDÌ 19 A Como, alle ore 18.00, presso la Libreria Paoline di viale Cesare Battisti 10, presentazione del libro su san Paolo Le catene della speranza. MERCOLEDÌ 21 A Valmorea (Co), in mattinata, incontro presso il Sim-patia; nel pomeriggio, a Bergamo, Consulta CEL per le sette e le nuove religioni. GIOVEDÌ 22 A Como, in mattinata, Consiglio Episcopale; a Como, alle ore 12.00, S. Messa per la Guardia di Finanza; a Como, alle ore 20.45, Commissione per il Diaconato Permanente. CORSO DI FORMAZIONE SULL’EDUCAZIONE SESSUALE Il corso è tenuto dal prof. Fabio Veglia e dai suoi collaboratori del Centro Clinico Crocetta di Torino. COMO Le lezioni si svolgeranno a Como, presso la sede della Circoscrizione n.6, in via Achille Grandi n. 21. Il corso prevede circa 50 ore di lezione suddivise secondo il seguente calendario: sabato 17 gennaio - sabato 14 febbraio sabato 7 e domenica 8 marzo - domenica 19 aprile - domenica 10 maggio. Le lezioni avranno inizio alle ore 8.30 e termine alle ore18.00. Per ulteriori informazioni consultare il sito www. fondazionemelazzini.it; e-mail: info@ fondazionemelazzini.it o contattare direttamente: Gibotti Annalisa (348.2386686) - Lazzeri Rinello (349.1718005). SONDRIO Le lezioni si svolgeranno presso il Centro di formazione del Credito Valtellinese, sito a Tresivio in via Lago n. 33. Il corso prevede circa 50 ore di lezione suddivise in sei giornate secondo il seguente calendario: domenica 18 gennaio - domenica 15 febbraio - sabato 28 e domenica 29 marzo - sabato 18 aprile - sabato 9 maggio. Le lezioni hanno inizio alle ore 8.30 e termine alle ore 18.00. Per ulteriori informazioni: email: info@fondazionemelazzini. it; Paola (333.1270134), Cristina (0342.214830) - Maria Luisa (0342.210951). UCID COMO L’U.C.I.D. di Como, comunica che il secondo incontro di riflessione e preghiera tenuto da mons. Isidoro Malinverno si terrà sabato 17 gennaio alle ore 8.55 presso il Seminario vescovile in via Baserga, 81 Muggiò. Si invitano i partecipanti a prepararsi su Lc 2, Tito 2,11-3,7 e Galati 4,4-9. UFFICIO PER LA LITURGIA CRESIMA IN S. GIACOMO Per quanto riguarda la celebrazione della Cresima per gli adulti nella chiesa di S. Giacomo in Como, si ricorda che il prossimo appuntamento è fissato per sabato 7 febbraio alle ore 16.30; sarà preceduto dall’incontro preparatorio di sabato 31 gennaio dalle ore 16.00 alle 18 presso la sala di via Maestri Comacini 4 (a fianco del duomo). La successiva celebrazione si terrà sabato 18 aprile. La prenotazione è ob- VENERDÌ 23 A Roma, incontro del Consiglio Nazionale per la Scuola cattolica. SABATO 24 A Como, alle ore 10.00, presso la Sala Bianca del Teatro Sociale, tavola rotonda sul tema “La carità non avrà mai fine”, nel decennale della morte di don Renzo Beretta; a Como, a partire dalle ore 12.00, in Curia, incontro con i giornalisti in occasione del patrono san Francesco di Sales; a Gaggino (Co), alle ore 18.00, S. Messa per la festa patronale della Conversione di san Paolo. DOMENICA 25 A Lanzo Intelvi (Co), alle ore 10.15, S. Messa; sempre a Lanzo, alle ore 14.00, processione mariana. NOTA BENE Una prima ipotesi di organizzazione della visita pastorale (finalità, modalità, calendario) è stata messa a punto durante questa settimana in un ampio confronto con il Consiglio Presbiterale (martedì 13 gennaio) e il Consiglio Pastorale Diocesano (sabato 17 gennaio). Ne verrà data notizia sui prossimi numeri del Settimanale. SALESIANI COOPERATORI SECONDA CONFERENZA ANNUALE “Il volontariato mi permette di recuperare quei valori che non si riducono solo ai soldi e al conto in banca; ci sono persone che pensano non sia giusto commercializzare tutto. Molte volte i giovani fanno volontariato con questa motivazione: visto che il mondo fa schifo, faccio almeno qualcosa di diverso. La Chiesa sostiene tutto il volontariato, in particolare quello meno egoistico che lavora veramente per amore di Dio: io amo Dio e quindi amo la Sua immagine che è l’uomo”. Sono alcuni dei pensieri che don Paolo Borroni sdb ha proposto ai Salesiani Cooperatori ed amici riuniti domenica 14 dicembre al “Salesianum” di Tavernola per la seconda Conferenza annuale e Giornata di spiritualità. Nella riflessione sul tema “Missioni e volontariato: solo all’estero o anche in Italia?” don Borroni ha sottolineato la netta differenza tra missione e volontariato; quest’ultimo, però, è legato in parte al Vangelo specialmente se si considera la descrizione del giudizio universale e le altre occasioni dove il Signore ci dice chiaramente che dietro il povero e il bisognoso c’è Lui. Approfondendo il significato della parola “missione” il relatore ha detto che essere cristiani non vuol dire prendere il Signore e tenerselo stretto, come garanzia; vuol dire trasmettere agli altri la ricchezza del Signore. Il cristiano è missionario come Gesù è missionario di Dio. Ha ricordato, inoltre, che non bisogna fermarsi alla virtualità delle parole; per aiutare il prossimo, a volte, basta solo incontrare le persone, specialmente gli ultimi, con un atteggiamento di accoglienza, un saluto cordiale, un sorriso. La mattinata si è chiusa con la celebrazione eucaristica, presieduta da don Antonio Simion sdb, durante la quale si è pregato per i defunti cooperatori, parenti, amici e per don Antonio Brambilla, salesiano della Casa di Tavernola, recentemente mancato. Nel pomeriggio, dopo il pranzo e la lotteria a favore dell’Associazione, la giornata è proseguita con la recita del S. Rosario e poi con la proiezione di un Dvd sulle missioni salesiane in Darfur (Sudan) e sulla situazione, purtroppo drammatica a causa delle continue guerre e violenze, delle popolazioni di quella regione. La giornata si è conclusa con un rinfresco per lo scambio degli auguri natalizi ed un arrivederci al prossimo incontro. ANTONIO NEGRINI bligatoria e deve avvenire – dopo la preparazione svolta in parrocchia – con almeno 15 giorni di anticipo sulla data della Cresima, telefonando in Curia dal lunedì al venerdì dalle ore 10.00 alle 12.00, al numero. 0313312252 CHIESA UNITÀ deiCRISTIANI UNITÀdeiCRISTIANI IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 GENNAIO 2009 P A G I N A 7 SETTIMANA DI PREGHIERA PER L’UNITÀ DEI CRISTIANI «ESSERE RIUNITI NELLA TUA MANO» all’insegna della tenerezza il versetto che guida la riflessione e la preghiera di quest’anno per la settimana dell’unità dei cristiani. Esprime il sogno del profeta Ezechiele in occasione dell’esilio di Israele: essere riuniti in modo di formare un solo bastone nelle mani di Dio. Il profeta fa riferimento alla situazione del popolo diviso in due (il nome delle dodici tribù sono scritti su due pezzi di legno, su uno le dieci del nord e sull’altro le due del sud. Ez 37, 15-23) a motivo del suo allontanamento da Dio. Ma tale situazione può cambiare: il popolo si converte a Dio e Dio realizza una nuova creazione, un nuovo popolo che possa essere segno e speranza per gli altri popoli e per tutta l’umanità. Il testo è stato scelto e preparato dalle comunità della Chiesa coreana che hanno vissuto un’esperienza in questi anni, in cui hanno ravvisato l’esperienza di Israele. Ma quanto ne abbiamo bisogno tutti, nella nostra situazione, di questa ‘nuova creazione’. Viviamo un momento, nella Chiesa, in cui il cammino ecumenico sembra ristagnare. Perché qualcuno non lo condivide, perché altri sono sfiduciati, perché altri ancora lo ritengono troppo impacciato. Eppure bisogna continuare a credere e a pregare perché questa ‘mano di Dio’ - qui sta la tenerezza! - ci raccolga tutti nelle nostre diversità, con il massimo rispetto per le originalità altrui. Ancora una volta va affermato con forza che l’ecumenismo è momento essenziale e necessario al nostro essere Chiesa. Non il pallino, un ‘optional’, di qualcuno che, nella Chiesa, strizza l’occhio ai ‘nemici’. Il dialogo ecumenico è l’accettazione cordiale e la relativizzazione (al contempo) di tutte le Chiese sorelle nel loro rapporto con la Chiesa madre voluta da Cristo. La loro molteplicità e diversità non deve essere vissuta come insidia, ma come ricchezza: è a gloria dell’unico Padre, forma l’unico Corpo del Figlio, è opera del medesimo Spirito. Eliminare la diversità tra fratelli è andare contro il Padre, vuol dire distruggere in noi il Figlio, significa sottrarsi al suo Spirito che, nella diversità di ciascuno, opera tutto in tutti (1Cor 12,6). Per questo anche nella nostra Diocesi continueremo con qualche altro timido passo su questo cammino - già iniziato con profondo senso ecclesiale negli anni scorsi soprattutto dai gruppi di laici di Azione Cattolica - secondo il calendario che è pubblicato. A Como il percorso è più articolato, coinvolge diverse comunità parrocchiali della città e periferia con proposte diverse di preghiera e di confronto anche con i fratelli Valdesi, presenti in città; a Sondrio per ora solo un incontro di preghiera lunedì 19 gennaio 2009 alle ore 20.45 presso la chiesa del sacro Cuore, cui aderisce anche la Sig. pastora di Brusio e responsabile del Centro Evangelico di Cultura, a cui invitiamo però tutti quelli che possono delle altre zone pastorali. È LE COMUNITÀ CRISTIANE DI FRONTE A VECCHIE E NUOVE DIVISIONI Ezechiele 37, 15-19.22-24a - Salmo 103(102), 8-13 (o 818) - 1 Corinzi 3, 3-7.21-23 - Giovanni 17, 17-21 Ez 37,17 ESSERE RIUNITI NELLA TUA MANO don BATTISTA RINALDI PRIMO GIORNO SECONDO GIORNO Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani I CRISTIANI DI FRONTE ALLA GUERRA E ALLA VIOLENZA Isaia 2, 1-4 - Salmo 74(73), 18-23 - 1 Pietro 2, 21-25 Matteo 5, 38-48 TERZO GIORNO 18 - 25 gennaio 2008 Momenti di preghiera x Domenica 18 gennaio ore 15.45 presso la parrocchia di Sant’Agata x Lunedì 19 gennaio ore 21.00 presso la parrocchia di San Bartolomeo x Martedì 20 gennaio ore 21.00 presso la parrocchia dell’Annunciata (Crocifisso) x Mercoledì 21 gennaio ore 21.00 presso il Centro Pastorale Cardinal Ferrari Giovedì 22 gennaio ore 21.00 presso il Centro Pastorale Cardinal Ferrari Incontro di conoscenza e scambio con i fratelli Valdesi x Venerdì 23 gennaio ore 20.30 presso Santuario Sacro Cuore via T. Grossi x Sabato 24 gennaio ore 21.00 presso la parrocchia di San Zenone (Monteolimpino) x Domenica 25 gennaio ore 21.00 presso la parrocchia di San Fedele I CRISTIANI DI FRONTE ALL’INGIUSTIZIA ECONOMICA E ALLA POVERTÀ Levitico 25, 8-14 - Salmo 146(145), 1-10 - 1 Timoteo 6, 910 - Luca 4, 16-21 QUARTO GIORNO I CRISTIANI DI FRONTE ALLA CRISI ECOLOGICA Genesi 1, 31 - 2, 3 - Salmo 148, 1-5 - Romani 8, 18-23 Matteo 13, 31-32 QUINTO GIORNO I CRISTIANI DI FRONTE ALLA DISCRIMINAZIONE E AL PREGIUDIZIO SOCIALE Isaia 58, 6-12 - Salmo 133(132), 1-4 - Galati 3, 26-29 Luca 18, 9-14 SESTO GIORNO I CRISTIANI DI FRONTE ALLA MALATTIA E ALLA SOFFERENZA 2 Re 20, 1-6 - Salmo 22(21), 1-12 - Giacomo 5, 13-15 Marco 10, 46-52 SETTIMO GIORNO I CRISTIANI DI FRONTE ALLA PLURALITÀ DELLE RELIGIONI Isaia 25, 6-9 - Salmo 117(116), 1-2 - Romani 2, 12-16 Marco 7, 24-30 Venerdì 23 gennaio ore 20.30 presso l’auditorium del don Guanella Seminario dal titolo “Paolo VI: un uomo che ha lasciato il segno” Rel.: prof. Alberto Monticone e prof. Mario Mascetti OTTAVO GIORNO PROCLAMAZIONE CRISTIANA DELLA SPERANZA IN UN MONDO DI SEPARAZIONE Ezechiele 37, 1-14 - Salmo 104(103), 24-34 - Apocalisse 21, 1-5a - Matteo 5, 1-12 P A G I N A 8 CHIESA RIFLESSIONI IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 GENNAIO 2009 FRANCO FESTORAZZI LA VOCE DELLA SAPIENZA FRANCO FESTORAZZI, La Voce della Sapienza. Saggi di teologia biblica, Editrice Glossa, Milano 2008, pagine 172, euro 18,00 L editrice Glossa pubblica in un volume - LA VOCE DELLA SAPIENZA alcuni dei più significativi studi biblici di argomento sapienziale di Mons. Franco Festorazzi. I temi affrontati: il rapporto sapienza/ storia della salvezza; il valore dell’esperienza e la morale sapienziale; l’incidenza della Sapienza di Israele su Gen 1-3; una speciale attenzione al Qohelet, sapiente di Israele alla ricerca di Dio; l’appello all’umano nell’Antico Testamento. ’ UN INCONTRO Non ho un’approfondita conoscenza del mondo sapienziale biblico per esprimere una valutazione del percorso svolto da mons. Festorazzi nel suo lavoro di insigne biblista. Altri, e a ragion veduta, lo fanno in questa pagina. Tuttavia, credo di poter dire qualcosa sul come ho avvicinato la riflessione dell’Autore e sul come i suoi scritti mi abbiano provocato e invitato a percorrere certe piste di riflessione piuttosto che altre. La memoria ritorna agli anni nei quali a Tavernola – con don Franco e don Bruno - ci si trovava per il gruppo biblico. Una o due volte l’anno, per diversi giorni, persone provenienti da tutta Italia si incontravano per Il volume propone il percorso della riflessione di mons. Franco Festorazzi e delinea il cammino del suo pensiero sulla Sapienza biblica pagina a cura di ARCANGELO BAGNI approfondire o una tematica o un libro della Bibbia. Incontri che mettevano certamente a tema i contenuti, ma che intendevano privilegiare soprattutto il metodo di lettura dei testi biblici. Diversi incontri ebbero come tema i libri sapienziali. Conservo ancora le schede e gli appunti di quegli incontri. Memorabili le giornate dedicate al libro di Giobbe. E’ stato in quei contesti che ho avuto modo di incontrare il “don Franco” biblista, studioso e animatore di gruppi biblici. Le schede che egli preparava, gli punti di lettura offerti, le provocazioni per una successiva riflessione e approfondimento rivelavano un’attenzione che potrei definire “sapienziale”. Seguendo,poi, alcuni corsi alla Facoltà Teologica di Milano, salivo sulle Nord a Grandate e molte volte ho avuto la fortuna di incontrare don Franco. Il viaggio diventava per me occasione di un costante aggiornamento tanto bibliografico quanto tematico. Conversazioni piacevoli,serene, sempre puntuali e provocatorie unite ad una saggezza che ti invitava a soppesare le parole, ad ascoltare, a comprendere, a cogliere i diversi punti di vista. Viaggi che si trasformavano in “lezioni” e discussioni che invi- tavano ad andare oltre. Poi, don Franco diventa, nel 1991, Sua Eccellenza mons. Franco Festorazzi, Vescovo dell’Arcidiocesi di Ancona-Osimo. I contatti vengono meno, ma il ricordo di incontri e delle parole resta più che mai vivo. Credo di dover dire - da parte mia e a nome di tanti - un grazie grande a monsignor Franco Festorazzi per aver trasmesso la voglia di leggere il testo biblico, la passione per la ricerca, l’insistenza nel volere andare avanti, nel non accontentarsi di un primo approccio. E di averci soprattutto fatto conoscere e penetrare nel mondo sapienziale: un mondo affascinante, dove le domande dell’uomo sono prese sul serio in una ricerca religiosa che, da una parte, non può ignorare gli interrogativi nei quali l’uomo inciampa e, dall’altra, non rinuncia a pensare a Dio, un pensare che non chiude la ricerca ma la colloca su di un altro versante. Un grazie a monsignor Festorazzi per queste preziose pagine de La Voce della Sapienza. Un invito a ripercorrere la sua riflessione per comprendere la grande provocazione di queste pagine che ancora oggi interpellano tanto l’uomo quanto la sua ricerca di Dio. IL FILO ROSSO DI UNA RICERCA Monsignor Maggioni delinea il filo rosso che unifica e specifica la ricerca dell’Autore I l volume – ricorda nella presentazione monsignor Maggioni- propone “saggi certamente diversi, che però manifestano una grande unità di metodo e di intenzione: quella di cogliere il senso profondo, al tempo stesso religioso e umano, della riflessione sapienziale di Israele. Una riflessione apparentemente occasionale e varia, ma che - in realtà - svela, in filigrana, la traccia di un cammino coerente, certo faticoso ma molto affascinante, per rispondere alle domande che l’uomo sempre si pone. Mi permetto qualche accenno, che possa chiarire quanto sto dicendo. Festorazzi afferma che le molte analisi particolari sono necessarie, ma possono correre il rischio della frammentarietà e anche quello di smarrire il centro del discorso. C’è sempre il pericolo di non cogliere l’originalità complessiva della Sapienza di Israele nella sua essenza più profonda. Per questo non si devono giustapporre i diversi libri, come se fossero un dialogo a puntate, ma piuttosto considerarli come tessere, magari lontane e asimmetriche, di un mosaico, la cui bellezza e chiarezza si manifestano solo ad opera interamente compiuta. Ma, a parte l’ostinata intenzione di tendere sempre al centro (il che non è di tutti!), non può non sorprendere l’attualità, una vivissima attualità, che queste pagine di Festorazzi continuano ad avere, Un solo esempio, ricavabile dalla sua affermazione per cui l’importanza della Sapienza “sta nel metodo persuasivo e non imperativo del proporre la condotta morale”. Il problema del rapporto fede e ragione - oggi rimarcato da molte parti - può qui trovare uno spunto attualissimo”. BRUNO MAGGIONI (dalla Presentazione) UNA SINTESI E LE NUOVE PROSPETTIVE Don Roberto Vignolo ripercorre la riflessione dell’Autore cogliendone le provocazioni e le aperture “Il presente volume – scrive don Roberto Vignolo - risponde a un duplice scopo. Mentre per un verso, infatti, raccoglie dalla dispersione contributi significativi per lo sviluppo della teologia biblica più specificamente sapienziale della seconda metà del secolo scorso, assolve altresì un fin doveroso debito di gratitudine verso un illustre docente della scienza biblica, e in seguito un pastore sollecito quanto alla cura animarum”. I sette contributi che compongono il volume abbracciano l’arco di un quindicennio (tra il 1967 e il 1981): collocati, dunque, in preciso contesto ecclesiale ed esegetico; eppure essi - è ancora Vignolo a ricordarlo - mantengono un interesse e una attualità a motivo delle linee portanti che li ispirano, sia quelle tematizzate più a fondo, sia quelle ancora in abbozzo, o anche solo virtualmente implicite. Ecco perché queste linee portanti e queste tematizzazioni, riconsiderate a debita distanza, “risultano decisamente perspicaci nell’intuire alcune tra le più feconde e promettenti tendenze assunte dalla ricerca successiva nei decenni a cavallo tra secondo e terzo millennio, per quanto concerne in modo particolare la teologia biblica dei libri e delle tradizioni sapienziali dell’Antico Testamento. In merito mons. Festorazzi ha infatti saputo investire acutamente la propria ricerca, fiutandone il cospicuo rilievo teologico, morale, spirituale e pastorale, per cui possiamo ritrovare qui dei segnavia tuttora validi, funzionali a rendere ragione di un cammino acquisito e a dare sostegno incentivo alla ricerca attuale e ulteriore”. Monsignor Festorazzi ha il merito di essere “tra quanti ci restituiscono l’idea - fecondissima e verace - di sapienza biblica come teologia dell’esperienza e delle sue buone intrinseche ragioni, espressione di una fede intelligente, storicizzata e inculturata nel quotidiano, con l’occhio capace di farsi sempre più attento all’orizzonte escatologico. Ci schiude un sentiero che speriamo poter percorrere e vedere ulteriormente frequentato con analoga fecondità”. ROBERTO VIGNOLO (dalla Prefazione) CHIESA MIGRAZIONI IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 GENNAIO 2009 P A G I N A 9 18 GENNAIO 2009 GIORNATA MONDIALE DELLE MIGRAZIONI Il tema ruota attorno alla figura di san Paolo. Ecco una presentazione a cura del presidente Cemi-Migrantes, il vescovo ausiliare di Bergamo mons. Lino Bortolo Belotti S an Paolo suscita ammirazione e fascino in chiunque lo accosta attraverso gli Atti degli Apostoli e le sue Lettere. Ne è conferma anche il fatto che nelle librerie cattoliche è esposta tutta una biblioteca di libri e sussidi vari, pubblicati in occasione dell’Anno Paolino. Sarebbe meschino attribuire questo successo librario ad un’operazione di mercato indovinata; è il caso di vedervi la risposta a una forte richiesta di conoscere più da vicino questo gigante del cristianesimo: fame e sete di quella verità che per Paolo è condensata in un nome, Cristo, da lui proclamata a voce alta, vissuta in profondità e testimoniata in forme convincenti. Siamo grati al Santo Padre che nel suo Messaggio per la prossima Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato ha aggiunto un’altra qualifica piuttosto inedita all’Apostolo delle genti, presentandolo “migrante per vocazione”, “autentico missionario dei migranti”, “migrante lui stesso e itinerante ambasciatore di Gesù Cristo”. Egli pertanto, se costituisce, come afferma il Santo Padre, “un significativo punto di riferimento… per quelli che sono coinvolti nel movimento migratorio contemporaneo”, lo è in modo del tutto particolare per quanti sono chiamati nella Chiesa a coltivare questo settore particolare della vigna del Signore, siano essi stranieri come i cappellani e i coordinatori etnici con i loro collaboratori, sia italiani, come i direttori diocesani e regionali della pastorale migratoria e tutta quella moltitudine di volontari che, nella vasta rete di attività caritative, assistenziali e di promozione umana, continuano l’opera del Buon Samaritano, nello stile e in nome del Vangelo. Proprio a tutti costoro vorrei rivolgere ora in modo speciale la mia parola. Benedetto XVI a conclusione del suo Messaggio invoca una particolare “benedizione divina su quanti sono impegnati ad aiutare i migranti”. Ed è singolare che anche nei suoi precedenti messaggi per le giornate mondiali delle migrazioni sia immancabile questo riferimento a quanti “spendono le loro energie nel campo della pastorale a servizio della mo- bilità umana” (2006), ed auguri loro che “la parola dell’Apostolo Paolo, Caritas Christi urget nos (2 Cor 5, 14), li spinga a donarsi preferenzialmente ai fratelli e alle sorelle che più sono nel bisogno” (2007); nel messaggio del 2008 dedicato ai giovani, il pensiero va agli “operatori pastorali che vi affiancano con la loro disponibilità e il loro sostegno amichevole”. Se ci domandiamo in che cosa soprattutto S. Paolo possa costituire esempio e stimolo a chi, italiano o di altro Paese, opera nel mondo della mobilità, sulla scia del messaggio pontificio e in base all’esperienza che la Chiesa italiana ha accumulato nel suo secolare servizio alle migrazioni, mi permetto di mettere in evidenza, fra i tanti spunti che potrebbero essere suggeriti, quelli che mi sembrano i più praticabili ed efficaci. 1° - Si dice che il sangue non è acqua. Lo dice anche S. Paolo con la sua attenzione, direi di più, con la sua passione verso i connazionali ebrei, tanto che nei suoi viaggi apostolici è la sinagoga la sua prima tappa obbligata; e non solo in base a un gusto, a una scelta personale, ma per preciso mandato divino: “Era necessario che fosse annunziata a voi per primi la parola di Dio” (At 13, 46). è nobile e ammirevole anche oggi l’amore appassionato con cui il cappellano etnico non limita il suo lavoro ad accogliere gli abituali frequentatori della sua chiesa, ma va instancabilmente a ricercare anche fuori chiesa i lontani, quelli che la vicenda migratoria spesso riduce “pecore senza pastore”. 2° - Però l’operatore pastorale tra i migranti non si riduce a curare i “suoi” come fa la chioccia che tiene stretti sotto le ali i suoi pulcini: egli allarga come Paolo lo sguardo sull’universalità del Regno e con lui freme quando sente dire “Io sono di Paolo, io di Cefa, io di Cristo” e paventa il rischio che la Chiesa di Dio si frammenti in gruppuscoli, in Chiese parallele, emarginate ed emarginanti. 3° - Questo sguardo universale oltrepassa la frontiera fra cristiani e non cristiani, credenti e non credenti: chi si è lasciato “conquistare da Cristo” (Fil 3, 12) si sente necessariamen- La chiave a forma di croce è di tutti. Nessuno è il padrone di casa: nessuno è ospite e nessuno è straniero. Le targhette portachiavi portano nomi di diverse persone in tante lingue. I molti colori possono essere interpretati come la ricchezza di una umanità variopinta, la ricchezza di mondi e continenti… comunque come armonia di diversità. Michele Bozzetti te “Apostolo delle genti”; non consente frontiere ad una evangelizzazione che può prendere forma anche di primo annuncio, dal momento che il 50% dei migranti presenti in Italia non ha ancora beneficiato di questo diretto annuncio. Per lui non è frase fatta, parola convenzionale dire che le migrazioni sono areopago di evangelizzazione. 4° - Paolo è modello esemplare di inculturazione, di questa capacità ammirevole di farsi tutto a tutti, adattandosi a tutto secondo le esigenze del Vangelo: egli parla di Mosè nelle sinagoghe, di filosofia ad Atene, usa immagini sportive in una città “moderna” come Corinto, tocca le fibre del cuore quando si tratta di raccomandare lo schiavo Onesimo. Nel mondo migrante non può esserci stile diverso da questo: vanno superati gli ostacoli che potrebbero derivare da diversità di lingua, di mentalità, di costu- mi e devo sentirmi libero da ogni vincolo che trattiene, disponibile a tutto perché il Cristo venga predicato. 5° - Per chi sta tra i migranti, se c’è una preferenza, questa è per i più bisognosi, per gli ultimi e di questi ultimi le migrazioni ne producono a gettito continuo: gente in condizione di irregolarità per il soggiorno e il lavoro, gente in stato di permanente precarietà e insicurezza. San Paolo avverte che proprio verso questo scarto di umanità il Signore mostra in tanti modi le sue preferenze (cf. I Cor 1, 2729). 6° - Egli infine è modello e maestro di quella regola d’oro per ogni cristiano che è quell’accoglienza che in riferimento agli stranieri si chiama ospitalità: “Siate premurosi nell’ospitalità” (Rm 12, 13). A questa parola oggi balzano in primo piano le case di accoglienza, i centri di ascolto, i dormitori improv- visati per le tante emergenze ed anche i tanti gesti di accoglienza e di ospitalità che sono a portata di mano di tutti noi e dei nostri fedeli. Non deve mai mancare però quell’accoglienza che è apertura del cuore, prima che delle braccia e della porta di casa propria. Si assume quello stato d’animo e quella effettiva disponibilità che consenta di enunciare, senza venature di convenzionalità e tanto più di ipocrisia, che “nella Chiesa nessuno è straniero”, parole tanto simili, per non dire identiche a quelle tratte dalla Lettera agli Efesini, alle quali si ispira la Giornata Mondiale delle Migrazioni 2009: “Non più stranieri né ospiti, ma della famiglia di Dio”. Ci affidiamo a questo grande apostolo perché qualcosa della sua affascinante personalità apostolica, anche a seguito di questa Giornata Mondiale, traspaia sempre di più nella nostra vita. P A G I N A 10 CHIESA CARIT AS CARITAS IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 GENNAIO 2008 GLI INCONTRI CON I SENZA FISSA DIMORA Caritas organizza, già da diverso tempo, alcune serate aperte ai giovani nella città di Como per andare a incontrare persone senza fissa dimora là dove dormono: “Ciò che si fa è semplicemente scambiare due parole con persone sole, che hanno girato le spalle alla vita o forse è stata la vita a girar loro le spalle” GIOVANI ACCANTO ALLE POVERTÀ I prossimi appuntamenti I prossimi due appuntamenti sono presso la chiesa di Santa Cecilia in Como (chiesa dell’adorazione) il 24 gennaio e il 21 febbraio 2009. L’esperienza inizia alle ore 20.45 e si conclude intorno alle 24.00. E’ aperta a tutti, in modo particolare ai giovani. pagina a cura della CARITAS DIOCESANA H a tutta l’aria di un sabato sera alternativo quello che stiamo per vivere. L’appuntamento è presso la chiesa dell’adorazione, accanto al più noto Liceo Classico A.Volta alle 21.00. Con un primo momento di adorazione in chiesa, con la lettura della Parola e l’esposizione del Santissimo, ci si prepara a vivere l’incontro con i senza fissa dimora: l’adorazione di strada. Ci dividiamo in gruppi non molto numerosi, ciò è molto importante: immaginate se una ventina di persone sconosciute entrassero in casa vostra… sì perché per molte, per troppe persone alcuni cartoni e un sacco a pelo sono una casa. Una volta che ciascun gruppo ha un zona di riferimento, si parte armati di coperte, bottiglie di tè e un po’ di viveri. I luoghi da andare a visitare e le persone che ci abitano sono oramai conosciuti; non solo stranieri, molti sono italiani e di tutte le età. Certo sono luoghi conosciuti da ognuno di noi, luoghi che ogni giorno vediamo e osserviamo distratti, luoghi in cui sembra impensabile abitarci, eppure… Come ad esempio l’area della ex Ticosa. Abbattuta la struttura non si sono eliminate le persone che ci abitavano. Infatti, proprio nelle vicinanze, in uno spazio ristrettissimo sotto la strada, ecco che troviamo sei persone. Le sere d’inverno per loro sono ancor più che gelide. Offriamo loro coperte e da bere. Chiediamo da dove vengono e cosa fanno per vivere: uno di loro ha una fisarmonica e inizia a suonare, ma le sue musiche sono tristi e, a guardarlo nel suo viso scavato mi pare ovvio. Torniamo nel centro storico e troviamo altre persone che dormono sotto i portici di chiese, si lamentano del freddo e ci raccontano un po’ la loro storia. Mi accorgo che di giorno queste persone quasi non le vedo, eppure ci sono. Spostandoci fuori città andiamo a trovare un ragazzo di 25 anni che abita in una stanza di una fabbrica abbandonata con vista stazione. Ama i treni, il suo sogno è di lavorare nelle ferrovie, ma non ha finito nep- pure le superiori, quindi vorrebbe tornare a studiare. A guardarlo sembra un giovane ribelle, un po’ gioca della sua vita da barbone e fa il gradasso; ma quando ci racconta della sua infanzia torna serio, rabbioso e vuoto nello stesso tempo. In questa stanza non dorme solo, ma con altri ragazzi, fa freddo ma lui non ci pensa così si convince di non sentirlo. Ci offre una tazza di caffé ma purtroppo si è fatto tardi, dobbiamo riunirci con gli altri e concludere la serata. Lo salutiamo non con un addio, bensì con un arrivederci. Tornati in chiesa, c’è un momento in cui è possibile condividere un incontro vissuto o un pensiero, si conclude con un ultima preghiera e poi tutti a casa. Vado a letto ma è dura riaddormentarsi. Penso alla mia vita, cosa mi manca? L’intento dell’esperienza non è certo di salvare il mondo e neppure di salvare la propria anima. Ciò che si fa è semplicemente scambiare due parole con persone sole, che hanno girato le spalle alla vita o forse è stata la vita a girar loro le spalle. L’invito è rivolto a tutti e come disse padre Pino Puglisi: “E se ognuno fa qualche cosa, allora si può fare molto…”. EMANUELA D’AGOSTINI VEGLIA DI PREGHIERA IN MEDIA VALTELLINA IN MARCIA PER LA PACE È una serata fredda ma limpida. La chiesa parrocchiale di Berbenno è illuminata e appare come un richiamo per chi vuole raccogliersi a pregare per la pace. Si ritrovano (nella serata di sabato 10 gennaio), più di cento persone, tra cui molti giovani, sul sagrato della chiesa ricoperta da croste nevose. Comincia così la tradizionale veglia della Pace, organizzata dalla Commissione Caritas Zonale, Pax Christi e l’Azione Cattolica. Contrariamente alla tradizione, quest’anno non si è tenuta a Sondrio. L’intenzione è quella di sottolineare il valore di raduno zonale che l’iniziativa deve assumere. Rischiava, infatti, di apparire come un annuale evento cittadino. Come l’anno scorso, l’incontro è interreligioso e vede la partecipazione della comunità isla-mica e di quella protestante. Il tema è quello dell’incontro delle fedi unito al problema della povertà per costruire la pace. I partecipanti vengono accolti dal parroco di Berbenno, che apre la veglia con un caloroso saluto e pensiero di benvenuto. La prima tappa, quella di partenza, è affidata a Katarina Kindler, pastora di Brusio e re- sponsabile della Chiesa Evangelica di Sondrio. Legge un racconto (lei lo chiama parabola) imperniato sull’autentica scoperta dell’altro come fonte di ricchezza e quindi di pace. A cammino avviato, si levano i canti che accompagnano le persone alla seconda tappa, dove il giovane Zouhaid, figlio del vice presidente del Centro Islamico di Sondrio, legge un lungo commento che illustra la prassi islamica riguardo la fratellanza tra gli uomini, la povertà e la condivisione.. La terza tappa è affidata a Pax Christi. Aurelia legge la testimonianza di un parroco della striscia di Gaza, che illustra in modo veritiero i contorni della tragedia che si sta consumando in quella terra martoriata. L’appello del sacerdote, oltre che un invito alla concordia nel nome dell’amore, appare anche come un grido di sdegno contro l’ingiustizia e la violenza. Quest’ultima, quando viene dal più forte, è sempre più spietata e più grande. Vengono ricordati anche i continui appelli di Benedetto XVI per la pacificazione in quella terra martoriata. L’incontro si conclude nella cappella della Casa di Riposo di Berbenno, che si riempie delle persone che hanno compiuto la breve ma intensa marcia della Pace. Si svolge, nel tepore del luogo sacro, un rito della Parola, con la testimonianza di padre Cossali, che ci parla di condivisione, di amore fraterno e di ricerca della pace in Cristo. Alla fine dell’incontro, viene distribuito il testo della Giornata Mondiale sulla Pace di Benedetto XVI. Quella di sabato 10 gennaio 2009, è stata un’esperienza di preghiera davvero importante. Esprime l’esigenza di un impegno autentico, riconoscendo che la pace è comunque un dono del cielo che si costruisce sulla terra. P A G I N A 12 Como CRONACA DI E P R O V I N C I A ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 GENNAIO 2008 DUE PUNTI CARDINE DEL MOVIMENTO Le Acli, tra lavoro e famiglia U n 2009 che inizia con due appuntamenti di rilievo per la Acli di Como. Sabato 17 gennaio, alle ore 16.30, la Biblioteca comunale di Como ospita “Il filo della memoria. Letture e immagini della Shoah”, un pomeriggio di approfondimento su brani tratti da figure che hanno legato la propria vita all’olocausto (Anna Franck, Primo Levi, Mary Berg, Fausto Coen, Elie Wiesel etc.), con la proiezione di immagini tratte dall’archivio dello Yad Vashem di Gerusalemme. Voci narranti saranno Elisabetta Lombi, Loredana Bianchi, Cristina Meroni, Bruno Tortoreto, Davide Casartelli, Francesco Orlando, Sandor Lukacs. L’iniziativa è promossa, d’intesa, dall’associazione “In Dialogo”, la Biblioteca comunale, le Acli Provinciali e il Circolo culturale “Libero Fumagalli”. Sempre in occasione del 17 gennaio le Acli nazionali si mobilitano per la tradizionale marcia della Pace di Assisi, promossa dalla Tavola della Pace «per non assistere con indifferenza alla guerra» che dall’inizio del 2009 sta segnando tragicamente i territori della Striscia di Gaza. «Non possiamo rassegnarci alla logica della guerra come se fosse inevitabile - afferma, nel merito della manifestazione, il presidente nazionale Andrea Olivero - abbiamo il dovere di manifestare per testimoniare che è possibile una strada diversa. Solo una Da sempre attenta a queste tematiche l’associazione cercherà anche nel 2009 di mantenerne alta l’attenzione, in particolar modo in questo periodo di gravi difficoltà. Intanto tutto è pronto per vivere due appuntamenti strettamente legati al conflitto israelopalestinese di MARCO GATTI [email protected] società civile matura può oggi spingere gli Stati ad adottare soluzioni di pace che garantiscano la sicurezza di tutti i soggetti e le popolazioni coinvolte. La politica appare tutta presa da logiche interne che ne rallentano o paralizzano l’azione». Per la manifestazione nazionale del 17 ad Assisi le Acli hanno invitato alla mobilitazione i propri iscritti e le sedi territoriali in tutta Italia. Como si aggregherà a Milano. Per chi fosse interessato un pullman partirà da Milano alle 24 del 16 gennaio (il prezzo è di 15 euro cad.) Per informazioni tel. 02-7723285. “Si tratta di due momenti - ci spiega Luisa Seveso, presidente della Acli provinciali di Como cui, come Acli siamo profondamente legati. Le iniziative legate alla Giornata della memoria e alla marcia di Assisi assumono, quest’anno, una valenza doppia in virtù delle dolorose testimonianze di guerra che ci giungono dalla Terra Santa. Occasioni per riflettere insieme sulle difficoltà del convivere tra persone diverse. Se guardo alla nostra realtà e scruto nel profondo la parola straniero ne leggo tutta la sua curiosità etimologica. Straniero perché strano, in quanto diverso da me? Guardiamo all’esempio di Cantù e alla scelta di attivare un numero verde per denunciare stranieri irregolari… Mi domando se questa sia la strada per aprire spazi di convivenza. Oggi troppo spesso tendiamo a frapporre tra noi barriere anziché costruire ponti. La convivenza è una scelta difficile, sia chiaro. Non siamo qui a raccontarci storie di rose e fiori. Eppure, da cristiani, non possiamo dimenticarci il valore della fratellanza soltanto perché qualcuno è differente da noi. La Giornata della memoria sarà occasione per fare tesoro delle brutture del passato ed evitare di ricadere negli stessi errori. E andare ad Assisi significherà rimarcare l’importanza di un dialogo che è stato interrotto. Pensando alla Terra Santa il nostro intento vuole essere quello di ribadire come la guerra non rappresenti mai la soluzione ideale dei conflitti, a prescindere da di chi sia la colpa». «Due appuntamenti prosegue la presidente che inaugurano un anno di impegno per il movimento aclista. Un anno che, nel contesto della grave crisi che stiamo attraversando, si prefigge di concentrare la sua attenzione su due cardini fondanti della nostra società: famiglia e lavoro. Non mi sembra un caso che il card. Dionigi Tettamanzi abbia deciso di attivare un fondo destinato a sostegno di chi perde il suo impiego a causa della crisi economica. Un fondo destinato proprio a sostenere famiglia e lavoro. Rafforzare gli interventi a beneficio della famiglia significa, di rimando, offrire sostegno anche al mondo del lavoro. Per quanto ci riguarda queste sono due tematiche cui le Acli non hanno mai mancato di dedicare particolare impegno. La nostra attenzione al tema della famiglia è stata sempre molto alta, proprio perché crediamo sia partendo dalla famiglia che si possono gettare le basi per la costruzione di nuovi stili di vita. Il lavoro, d’altro canto, fa parte del nostro stesso Dna, essendo, le Acli, un’associazione cattolica di lavoratori italiani. Dunque questi saranno i due filoni portanti cui concentreremo l’attenzione nei prossimi mesi. Non dimentichiamo, inoltre che a fine febbraio, il 28 per la precisione, festeggeremo i 50 anni di vita dell’Associazione frontalieri delle Acli, realtà che prese vita proprio a Como, e si estese poi alle altre province confinarie del Varesotto, del Sondriese, della Val d’Ossola. Credo che a queste persone, che vivono il loro impegno lavorativo da “stranieri di giorno”, le Acli negli anni abbiamo dato non poco. Eppure c’è ancora molto da lavorare per assicurarne la piena tutela e il totale rispetto dei diritti. Nei mesi a venire continueremo a occuparci di lavoro anche in termini di sistema. Le Acli si fanno carico, infatti, anche di formazione professionale, accompagnamento dei giovani “ARTE PALEOCRISTIANA. LA RIVOLUZIONE DELL’IMMAGINE”. CORSO CON IUBILANTES L’Associazione culturale Iubilantes organizza da giovedì 5 febbraio prossimo un ciclo di tre incontri di formazione dal titolo “Arte Paleocristiana. La rivoluzione dell’immagine”, un interessante percorso tra arti figurative e architettura alle radici dell’iconografia cristiana, alla riscoperta di un’autentica rivoluzione dei linguaggi artistici. Gli incontri si terranno a Como, presso la sede AVIS di via Fornace 1 (parcheggio interno), con inizio alle ore 20.45. Relatore sarà il prof. Alberto Rovi, storico dell’arte. Il calendario degli incontri è il seguente: Giovedì 5 febbraio 2009: Iconografia paleocristiana: dalla clandestinità all’ufficialità. Giovedì 12 febbraio 2009: Dai modelli imperiali alle immagini cristiane. Giovedì 19 febbraio 2009: Cicli figurativi e contesti iconografici. Il contributo di partecipazione per intero corso è di 15 euro per i soci, 20 euro per i non soci e 10 euro per gli studenti. Verrà rilasciato un attestato di partecipazione agli interessati. Le iscrizioni dovranno pervenire entro il 31 gennaio 2009 a Iubilantes, via Vittorio Emanuele 45, Como; tel. 031.279684; fax 031.265545; e-mail [email protected]; sito internet: www.iubilantes.eu. Iubilantes Sarcofago paleocristiano con l'immagine dei Magi dentro il mondo del lavoro, reinserimento per chi ne è uscito, sostegno alle figure che ne vivono ai margini, tutela dei diritti dei lavoratori». Le Acli come realtà di sistema che guarda al territorio e cerca di leggerne i bisogni. Proprio questo filone assorbirà un’altra importante fetta di lavoro del movimento nei prossimi mesi. «D’intesa con la nostra fondazione regionale degli anziani continua Luisa - cercheremo di definire un progetto che ci permetta di effettuare, a livello regionale, con la collaborazione di tutte le sezioni, un monitoraggio dei bisogni e delle domande espresse dai territori. Un lavoro che dovrebbe consentirci di leggere il presente di ogni provincia, in questo particolare momento di difficoltà, e definire, insieme, a livello regionale, adeguate strategie di risposta». Un anno ricco di impegni, sempre sul filo dell’attenzione al prossimo. CRONACA P A G I N A 13 Como IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 GENNAIO 2009 I DATI DELL’ARPA Migliora l’aria comasca? Sulla base delle informazioni fornite dall’Agenzia regionale per l’ambiente il raffronto dei dati sul Pm10 del 2008 si presentano migliori rispetto al 2007. Un’inversione di tendenza? In ogni caso meglio non abbassare la guardia visto il livello delle polveri di questi primi giorni di gennaio 2009 di LUIGI CLERICI M inuscole, spesso incolori, inodori e impalpabili: le sostanze nocive nell’aria che respiriamo e che ci assicura la vita, sono talvolta difficilmente percepibili e i loro effetti sottovalutati. Gli inquinanti atmosferici rappresentano però un rischio accertato per la salute umana e hanno ripercussioni dirette e indirette su animali, piante, ed interi ecosistemi. Per questo, da diversi anni, grazie alle centraline dell’Arpa, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, vengono quotidianamente rilevate le diverse quantità di sostanze presenti nell’aria che respiriamo e, secondo i dati relativi al 2008, la situazione sembra essere migliorata. Infatti, statistiche alla mano, a Como è stata riscontrata una diminuzione media di 5 microgrammi di Pm10 nell’aria cittadina e ben 15 giorni in meno di superamento del limite fissato dalla legge (pari a 50 µg): nel 2007 tali giornate erano 85, l’anno scorso sono scese a 70. Un bel passo in avanti, non c’è che dire, anche se, per la verità, non dobbiamo sorridere perché i parametri europei fisserebbero in 35 il numero massimo di giorni in cui il livello del Pm 10 potrebbe superare la soglia di allarme. E pensare poi che a Chiasso, e quindi anche nella frazione cittadina di Ponte Chiasso, visto che gli inquinanti non conoscono confini, la situazione è stata decisamente peggiore rispetto alla convalle. A ridosso della dogana, infatti, sono stati 79 i giorni in cui tale soglia è stata superata. In ogni caso, nel 2008, l’aria a Como è migliorata anche considerando che l’anno scorso era bisestile e quindi con un giorno in più rispetto al 2007. In quest’analisi ci siamo occupati quasi esclusivamente delle polveri sottili, il termine con cui viene definita la miscela di particelle solide e liquide (particolato) di diverse caratteristiche chimico-fisiche e diverse dimensioni che si trovano in sospensione nell’aria. Tali sostanze possono avere origine sia da fenomeni naturali (processi di erosione al suolo, incendi boschivi, dispersione di pollini etc.) sia, in gran parte, da attività antropiche, in particolar modo da traffico veicolare e proces- Un’immagine aerea di piazza Camerlata si di combustione. Al fine di valutare l’impatto del particolato sulla salute umana si possono distinguere: una frazione in grado di penetrare nelle prime vie respiratorie (naso, faringe, laringe) e una frazione in grado di giungere fino alle parti inferiori dell’apparato respiratorio (trachea, bronchi, alveoli polmonari). La prima corrisponde a particelle con diametro aerodinamico inferiore a 10 µm (Pm10), la seconda a particelle con diametro aerodinamico inferiore a 2.5 µm (Pm2.5). Attualmente la legislazione europea e nazionale ha definito valori limite sulle concentrazioni giornaliere e sulle medie annuali per il solo Pm10. Spulciando tra le statistiche fornite dall’Arpa e confrontandole anche con il rapporto sulla “Qualità dell’aria” pubblicato dal Dipartimento per l’Ambiente del Canton Ticino, emerge che in città è stata riscontrata anche una tendenza alla diminuzione per le concentrazioni dei tipici inquinanti da traffico. Soprattutto le famigerate polveri sottili (monitorate dal 1998), che nell’ultimo triennio presentavano un trend in leggero aumento, hanno invece mostrato una netta situazione di controtendenza che dimostra come la qualità dell’aria a Como sia andata gradualmente migliorando anche se, spostandoci nelle vicinanze del confine di Stato, ovvero a Ponte Chiasso, gli inquinanti che continuano a superare abbondantemente i limiti, sia per le medie annue che per le medie giornaliere (si tratta soprattutto di diossido di azoto, l’ozono e le stesse polveri sottili). Una città, quindi, a due facce. Il centro di Como sorride. A Ponte Chiasso, invece, la qualità dell’aria risulta ancora insufficiente ed il dito accusatorio viene puntato sui gas di scarico provenienti dai mezzi pesanti in transito per la dogana e molto spesso incolonnati per chilometri prima del valico di confine. Per contro, gli inquinanti “classici” gassosi come il diossido di zolfo, il monossido di carbonio, ma anche il piombo e il cadmio nelle polveri, sono ovunque ampiamente sotto controllo. Nel corso del 2008 l’ozono e le polveri sottili hanno mostrato un andamento stagionale caratteristico, dando origine al cosiddetto smog fotochimico estivo (del quale l’ozono è il principale indicatore) e allo smog invernale, caratterizzato da elevate concentrazioni di Pm10, dovuto soprattutto al fenomeno del ristagno atmosferico che causa un progressivo accumulo degli inquinanti emessi dal traffico autoveicolare e dagli impianti di riscaldamento. Fenomeni, quelli estivi e invernali, che, ricordiamo sono determinati anche dalle condizioni atmosferiche e dall’influsso dell’aria su scala regionale e continentale, oltre che dalle emissioni locali. Sul fatto che il 2008 abbia ottenuto risultati migliori rispetto al 2007 bisogna anche considerare che l’anno appena trascorso non ha presentato le eccezionali condizioni meteorologiche miti, con temperature molto elevate per la stagione. Ciò ha evitato la formazione di quelle inversioni termiche persistenti che hanno caratterizzato gli anni precedenti. In ogni caso già il 2007 era stato migliore del 2006. Infatti all’attuale miglioramento della concentrazione media di Pm 10 nell’aria comasca, stimato al 12,19%, bisogna infatti considerare il precedente miglioramento, sempre del 12%, fatto registrare tra due e tre anni fa anche se, in questo caso, a Como ci sarebbe da preoccuparsi visto che la concentrazione media è pari a 36 µg/m3 mentre in Canton Ticino si attesta a 29. In generale non è facile, dunque, tracciare una tendenza precisa per questa sostanza inquinante: a Chiasso, infatti, a partire dal 2002, è stato osservato un incremento notevole delle immissioni, che non risulta tuttavia riconducibile solo all’aumento delle emissioni locali. Dopo un picco massimo nel 2003 di 48 µg/m3, nel 2007 la media annua si è attestata a 40 µg/m3. (a Como nel 2007 tale concentrazione era pari a 41 µg/m3). In ogni caso questi ultimi dati evidenziano come, negli ultimi 15 anni, si siano osservati costanti progressi per quel che concerne la qualità dell’aria nel Comasco. CONSEGNATE 4500 FIRME LA SCORSA SETTIMANA Referendum comunali. Raggiunto il quorum S ono state consegnate giovedì 15 gennaio a Palazzo Cernezzi le oltre 4.500 firme raccolte dal Comitato referendario “Sant’Anna ai comaschi e un tetto per tutti” e, se tutto andrà come si augurano i promotori, la prossima primavera i cittadini comaschi saranno chiamati ad esprimersi sui quesiti dei due referendum cittadini dedicati alla realizzazione di una cittadella sanitaria nel sedime, ora occupato dall’Ospedale Sant’Anna, una volta che il nosocomio cittadino si sarà trasferito a cavallo tra San Fermo della Battaglia e Montano Lucino, e sull’individuazione di una struttura dignitosa, accogliente, solidale e aperta tutto l’anno per i senza fissa dimora. I risultati della raccolta firme sono stati illustrati dai proponenti nel corso di un incontro che si è svolto a Palazzo Cernezzi. «A Como sono 70.000 le persone con diritto di voto e per presentare il referendum era necessario raccogliere firme per almeno il 6% di questa quota - ha sottolineato Ermanno Pizzotti di Paco -. E’ quanto abbiamo fatto perché il quorum era pari a 4.209 firme: ne sono state raccolte oltre 4.500». Nel dettaglio i firmatari, al 9 gennaio, erano 4.545 per il quesito sul dormitorio e 4.588 sulla cittadella sanitaria. «Ma il 90% di coloro che abbiamo avvicinato hanno firmato per ambedue i quesiti - ha ribadito il capogruppo di Paco in Consiglio Comunale, Bruno Magatti -. L’auspicio è che il referendum comunale si possa tenere la prossima primavera. I tempi tecnici ci sono. Magari nella prossima tornata elettorale di giugno (il 6 e il 7 giugno ci si dovrà esprimere per il rinnovo del Parlamento Europeo) così da ridurre le spese di carattere amministrativo». Le firme sono state raccolte nel corso degli ultimi due mesi, a partire dalla fine del mese di ottobre. I due quesiti referendari toccano argomenti molto sentiti dai comaschi e sono stati di immediata comprensione, anche per quanto riguarda gli aspetti più tecnici. Curiosità: hanno firmato in numero maggiore le donne. «Questo atteggiamento dei cittadini comaschi che hanno creduto nel valore democratico dei referendum cittadini ci conferma la bontà della scelta di promuovere i quesiti e ci dà fiducia nel successo della nostra iniziativa - ha invece sottolineato Luciano Forni, già senatore nelle file della DC -. I referendum, infatti, potranno svolgersi tranquillamente in occasione delle prossime elezioni europee perché il Regolamento comunale in materia prevede che debbano essere indetti il 15 gennaio, giorno in cui noi abbiamo consegnato le firme. Non c’è, quindi, incompatibilità con gli appuntamenti elettorali basta che si voti nella sola giornata di domenica. Questo perché quando venne votato il regolamento comunale in materia, la legge elettorale allora in vigore prevedeva che le tornate elettorali si svolgessero in un solo giorno». Raccolte e presentate le firme, i compiti del comitato referenda rio, coordinato da Fiam- metta Lang, non sono certo concluse. La campagna informativa, infatti, è destinata ad entrare nel vivo attraverso una serie di incontri partecipati dove si illustreranno gli scenari in caso di vittoria dei sì. «Vogliamo progettare insieme ai cittadini comaschi quali servizi pubblici conservare a Camerlata e come realizzare la struttura per i senza tetto - ha sottolineato Magatti -. Noi abbiamo presentato le firme con ampio margine sul quorum. Tocca ora alla Giunta assumersi le sue responsabilità in proposito». L.CL. CRONACA P A G I N A 14 Prealpi IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 GENNAIO 2009 UNA PROPOSTA DI LEGGE REGIONALE La vetta del monte Bisbino. Potrebbe entrare a far parte del parco della Spina Verde Spina Verde: un unico grande parco da Drezzo a Carate? La proposta, illustrata lo scorso lunedì a Como presso il Pirellino, prevede infatti la tutela della collina di Cardina e del monte Bisbino mediante la loro inclusione nei confini del già costituito Parco Regionale della Spina Verde di SILVIA FASANA n unico grande parco per salvaguardare le aree naturali di confine, da Drezzo a Carate Urio: è il progetto di legge regionale avanzato dai consiglieri del centrosinistra in Regione Lombardia su iniziativa del comasco Luca Gaffuri (PD) e di Marcello Saponaro (Verdi). La proposta, illustrata lo scorso lunedì a Como presso il Pirellino, prevede infatti la tutela della collina di Cardina e del monte Bisbino mediante la loro inclusione nei confini del già costituito Parco Regionale della Spina Verde. «Si è dibattuto molto sulla tutela del lago di Como e delle sue sponde. Ora è tempo di prendere in considerazione il territorio U nel suo complesso» ha esordito Luca Gaffuri durante la conferenza stampa, spiegando il progetto di legge: «Si tratta di una proposta di modifica del “Testo Unico delle leggi regionali in materia di istituzione di Parchi” (L.R. 16/2007) che prevede l’ampliamento del Parco della Spina Verde di Como, includendovi la collina di Cardina (in comune di Como), il monte Bisbino (nei Comuni di Cernobbio, Moltrasio, Carate Urio) e una parte del territorio comunale di Maslianico in quanto “corridoio ecologico” tra gli attuali confini del Parco e il Bisbino. Di conseguenza, verrebbe ad essere modificata anche la composizione del Consorzio cui è affidata la gestio- ne del Parco, con l’inserimento degli altri Comuni interessati; inoltre entro due anni il Parco deve prevedere una variante al proprio strumento di gestione del territorio, il “Piano Territoriale di Coordinamento” per tenere conto dell’ampliamento». Con questa variante verrebbero dunque ad essere tutelate due aree prossime alla città di Como particolarmente importanti dal punto di vista ambientale, paesaggistico e storico. Una di queste è l’amena collina di Cardina, con la villa PisaniDossi che domina severa il lago e la città; nel dicembre 2003 una delibera del Consiglio Comunale aveva già espresso parere favorevole al suo inserimento nel Parco Spina Verde. L’altra è il Bisbino, lambito dal torrente Breggia, una delle montagne più care ai comaschi ed uno dei “bal- GUIDERÀ ARGEGNO E SCHIGNANO Caslino saluta don Renzo Gabuzzi La comunità parrocchiale S. Anna di Caslino al Piano si appresta a salutare il suo parroco don Renzo Gabuzzi che da oltre 8 anni è stato alla sua guida. È stato chiamato infatti ora a svolgere la sua attività pastorale ad Argegno e Schignano dove rispettivamente sabato 31 gennaio e domenica 1° febbraio le due comunità lo accoglieranno come loro nuovo pastore. Caslino ringrazia con affetto don Renzo per tutto l’impegno profuso e per quanto ha fatto e lo affida sotto la protezione della cara patrona S. Anna. Intanto sabato 17 gennaio alle ore 21, verrà dedicato a don Renzo un concerto, offerto da circolo Acli ed eseguito dall’Orchestra da camera “…In Armonia” di Uboldo (VA),unitamente alle corali di Caslino al P.- Cadorago- Fino M. e Lomazzo. Domenica 18 gennaio solenne concelebrazione eucaristica con i saluti e i ringraziamenti da parte dell’intera comunità. Seguirà il pranzo conviviale nella sala della nuova struttura polifunzionale dell’oratorio fortemente voluta da don Renzo e appena inaugurata lo scorso settembre alla presenza del vescovo Diego Coletti. coni” paesaggistici più belli della Lombardia. Un’oasi verde a pochi passi della città, un luogo rilassante per amanti della natura e delle passeggiate, un paradiso per i geologi, gli speleologi, i botanici. L’importanza strategica di questo monte, al confine tra Italia e Svizzera, nei secoli lo hanno reso un luogo di interesse storico, anche per la presenza dei resti delle trincee e delle fortificazioni della “Occupazione Avanzata Frontiera Nord (O.A.F.N.)”, impropriamente conosciuta come “Linea Cadorna”, realizzate durante la Prima Guerra Mondiale. Da segnalare pure il celebre Santuario della Madonna del Bisbino sulla vetta, meta da secoli di pellegrinaggi e il complesso delle storie e leggende legate alle lotte tra i “burlanda” (finanzieri) e gli “sfusadur” (contrabbandieri). L’ampliamento del Parco della Spina Verde a comprendere il monte Bisbino porterebbe inoltre a creare una vasta area protetta connessa idealmente al Parco delle Gole della Breggia, in territorio svizzero e ad un’altra zona di estremo interesse naturalistico ed etnografico quale il massiccio del Generoso, creando così una vera e propria “rete ecologica” transfrontaliera. «Auspichiamo un sostegno bipartisan di tutte le forze politiche locali, della Provincia, dei Comuni interessati» ha spiegato Marcello Saponaro, primo firmatario del Progetto di legge. «Nel prossimo futuro si cercherà di coinvolgere le associazioni e i cittadini, proponendo anche raccolte di firme e cercando anche testimonial eccellenti, magari chiamando in causa pure George Clooney». Luigi Bedetti, “CANTA E ….LAÙRA ! “, UNA SERATA BENEFICA A CAMNAGO VOLTA Sabato 17 gennaio, alle ore 21 presso l’Auditorium “A. Volta” di Camnago Volta, la Commissione Cultura e Spettacolo della Circoscrizione 4, con il sostegno della Banca di Credito Cooperativo di Cantù e di Alzate Brianza, organizza “Canta e ….laùra !”, una serata benefica a favore dell’Associazione “I Bambini di Ornella”. Il Gruppo di Folklore Popolare “I Paisan” di Corogna e Carcano (Albavilla) proporrà canti popolari legati ad antichi mestieri, accompagnati dalla fisarmonica di Giorgio Camporini e il Coro Voltiano di Camnago Volta diretto dal maestro Emilio Tettamanti eseguirà brani scelti dal suo vasto repertorio; presenterà Adriana Carnini. All’incontro sarà presente il fondatore dell’Associazione, Severino Proserpio, insignito dell’ “Abbondino d’oro” 2007. L’ingresso è libero: i fondi raccolti serviranno a sostenere il progetto dell’Associazione in favore dei bambini della Comunità Rurale di Yenne (Senegal), per accompagnarli verso una vita “normale”, perché possano conoscere l’infanzia, perché possano frequentare la scuola ed accedere alle attività formative, perché possano sperare in un futuro migliore. L’Associazione si propone infatti di completare la struttura che sta costruendo per l’accoglienza di 30 bambini e bambine, attrezzata con servizi di aggregazione per gli anziani e spazi aperti per attività di sostegno scolastico e iniziative culturali, dando anche vita a laboratori per lo svolgimento di attività consone al tessuto economico del territorio. Per informazioni sull’evento: 347-8452378; per informazioni sui progetti [email protected]; sito internet www.ibam binidiornella.org. responsabile ambiente dei Verdi della Provincia di Como ha ribadito come la tutela del patrimonio storico, ambientale, paesaggistico debba diventare una vera occasione per nuove opportunità di sviluppo sostenibile e ha chiarito come «il concetto di conservazione non significa “non uso”, bensì un uso diverso, più consapevole e rispettoso del territorio e delle sue risorse». All’incontro erano presenti inoltre i rappresentanti di numerose Associazioni attive sul territorio e amministratori dei comuni interessati. Anche Angelo Naj Oleari, noto imprenditore nel settore della produzione e distribuzione di prodotti tessili, molto legato al Bisbino (la madre era originaria di Moltrasio) ha sottolineato l’urgenza di un intervento per salvaguardare questo bellissimo territorio e le sue valenze. VOLONTARIATO CARCERI. I BIGLIETTI VINCENTI Sono stati resi noti i biglietti vincenti della tradizionale sottoscrizione a premi della Casa Circondariale di Como. Di seguito pubblichiamo i numeri vincenti. 1 Buono viaggio weekend per 2 persone (1212); 2 Computer portatile (2831); 3 Ovale in ceramica (1352); 4 Paravento a tre ante (7222); 5 Litografia Laura Fiume (2198); 6 Zuppiera Limage (6868); 7 Pizzo di Cantù (0517); 8 Collana in quarzo e argento (2998); 9 Set da viaggio (7267); 10 Scatola portagioielli (1858); 11 Stampante (7231); 12 Ceppo coltelli da cucina (1091); 13 Frullatore (3470); 14 Telefonino Motorola (4910); 15 Penna a stilo (2323); 16 Cellulare Nokia (5760); 17 Quadro “gocce di colore” (0379); 18 Orologio in acciaio (5886); 19 Cornice (0078); 20 Collezione 12 minerali (2275); 21 Cesto generi alimentari (0246); 22 Borsa sportiva (6692); 23 Orologio Casio (7255); 24 Buono pizza per due persone (7389); 25 Buono acquisto banco frutta Zanardi (7331); 26 Buono taglio e piega (6132); 27 Foulard seta (1582). CRONACA P A G I N A 15 Como IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 GENNAIO 2009 200 ANNI FA LA NASCITA Louis Braille l’uomo che vinse il buio... 2 009, un anno speciale per l’Unione Italiane Ciechi e Ipovedenti. Quest’anno si celebrano, infatti, i 200 anni dalla nascita di Louis Braille, l’uomo che più di tutti “vinse il buio indicando le vie della cultura” ai non vedenti. Il 2009 sarà, infatti, anche l’occasione per celebrare in forma particolare la sua grande e rivoluzionaria invenzione. Era il 1829 quando Louis Braille, allora ventenne, ideò il particolare tipo di scrittura oggi universalmente utilizzato da persone non vedenti. Dal 1952 (cento anni dopo la sua morte) la salma riposa nel Pantheon di Parigi, a riconoscimento della sua opera a favore dell’umanità. Molte le iniziative programmate per quest’anno, a livello nazionale, per celebrare questa ricorrenza. Su tutte la decisione di condurre una raccolta fondi presso i soci e il pubblico per acquistare circa 10mila tavolette Braille da donare ad alcune scuole non vedenti nei paesi in via di sviluppo. Alla raccolta, condotta in collaborazione con il Club Italiano del Braille, contribuiranno le 106 sezioni Uici distribuite sull’intero territorio nazionale. «Si trat- Il ricordo dell’Unione Italiana Ciechi a colui che, a soli 20 anni, ideò questo straordinario metodo di scrittura che aprì le porte della società e della cultura a milioni di non vedenti nel mondo. Molte le iniziative, a livello nazionale, per celebrare la ricorrenza. Su tutte una raccolta fondi per finanziare l’acquisto di 10mila tavolette da inviare in Africa di MARCO GATTI ta di una lodevole iniziativa - spiega Mario Mazzoleni, presidente dell’Unione Italiana Ciechi di Como - per aiutare persone la cui condizione di cecità ha relegato, purtroppo, ai margini della società, limitandone, in maniera significativa, l’accesso a possibili forme di alfabetizzazione. Per questo anche l’Unione Ciechi di Como parteciperà alla raccolta fondi. L’invito è rivolto alla popolazione perché comprenda l’importanza di questa operazione. Il ricavato servirà per acquistare tavolette e punteruoli del valore stimato (cadauno) di 13 euro, che permettono di scrivere utilizzando il sistema Braille. Per ottenere informazioni circa le modalità di donazione basta rivolgersi all’Unione Italiana Ciechi di Como, tel. 031-570565 o effettuare un versamento sul conto corrente postale nr. 279018, intestato a ‘Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti – Presidenza Nazionale”’, con la causale ‘contributo per l’acquisto di 10.000 tavolette braille’”. Tra le altre iniziative che caratterizzeranno, a livello nazionale, questo 2009 vi saranno anche le seguenti: - predisporre la pubblicazione di una raccolta di temi vincitori delle edizioni 2007 e 2008 del concorso dell’Unione Europea dei Ciechi intitolato “La conoscenza del Braille cambia la mia maniera di vivere”. Si tratta di una raccolta di 25 temi di non vedenti di 16 Paesi; - assicurarsi l’attuazione dell’impegno preso dal Governo di coniare, nel 2009, una moneta commemorativa da 2 euro con il profilo di Louise Braille (Governo che ha garantito il conio di 2 milioni di pezzi); LA SEDE DI COMO L’unione italiana ciechi di Como a sede in via Raschi 6, 22100, telefono 031570565, fax 031571540, posta elettronica [email protected]. Orari d’ufficio: tutte le mattine (escluso il sabato) 8.30-12.30, mercoledì e giovedì 15 - 18. - organizzare per il 21 febbraio, Giornata Nazionale del Braille, specifici eventi di sensibilizzazione dedicati alla figura di Louis Braille. Questa Giornata è stata istituita dal Parlamento italiano nel 2007 quale prezioso momento di sensibilizzazione dell’opinione pubblica nei confronti delle persone non vedenti. FINESTRA SUL CAMPIONATO «Si tratta di un anno importante - continua Mazzoleni - che richiederà l’impegno di tutti nel rinnovare la memoria di un uomo cui va il merito di aver regalato un’opportunità preziosa a milioni di non vedenti nel mondo». L’Unione Italiana Ciechi di Como ha celebrato, lo scorso anno, i 62 anni di vita con una pubblicazione dal titolo “Nella notte ci sono anche le stelle” di cui prossimamente descriveremo i contenuti. Oggi l’Uici lariana raduna circa 300 soci ed è impegnata in molteplici attività si sostegno, accompagnamento e svago verso persone non vedenti e ipovedenti. «300 soci sono ancora un numero troppo risicato - ci spiega Mazzoleni - che speriamo possa crescere nel tempo. Devo confessare di aver nutrito una speranza di incremento lo scorso anno, con l’istituzione del Centro di Riabilitazione Visiva presso il reparto di oculistica dell’ospedale S. Anna di Como. Si tratta di un centro presso cui dovrebbero transitare tutti quei soggetti, dichiarati ciechi parziali, che necessitano di particolari ausili per risolvere i loro problemi. L’auspicio era che si creasse un filo diretto tra questo Centro e l’Unione Ciechi, così da avvicinare molti non vedenti alla nostra realtà, in grado di fornire risposte pratiche alle esigenze di un minorato della vista (ausili, documentazione, etc.). Così non è stato e il numero di nostri iscritti e rimasto pressoché lo stesso. La ragione è imputabile anche alla scarsa conoscenza che gli oculisti hanno dell’esistenza del Centro stesso. Una lacuna da colmare attraverso una informazione più capillare». ASCOLTO: “PAOLO, EBREO DA EBREI”, LUNEDÌ 19 GENNAIO PRESSO IL COLLEGIO GALLIO Il Como non sta in piedi e perde per 3-0 stata veramente una bella lezione quella che il Rodengo Saiano ha inflitto al Como domenica scorsa al Sinigaglia. Un rotondo 3-0 che avrebbe potuto avere connotati ben più consistenti per la compagine bresciana (che ha, dunque, raccolto sei punti contro i lariani tra andata e ritorno) se Oscar Brevi non fosse riuscito a salvare sulla linea a portiere battuto verso la fine del primo tempo quando ancora il punteggio era inchiodato sullo 0-0. Un primo tempo che aveva mostrato una squadra ospite chiusa in difesa ma un Como, con in campo i nuovi arrivi Minetti e Maggioni, già incapace di stare in piedi a causa del terreno ghiacciato dello stadio amico. Eppure il Rodengo correva, scambiava, tirava. Poi, nella ripresa, quando il terzino di destra (Balleri) decideva di compiere le sue sgroppate fin quasi all’area avversaria, vista l’inconsistenza del centrocampo, la compagine bresciana ringraziava perché su questi spazi trovava tre contropiedi trasformatisi in altrettanti gol, due dei quali messi a segno dall’ex Sinato. Colpiti, i giocatori lariani hanno accennato ad una alquanto timida risposta solo dopo il primo gol (su calcio d’angolo, Luca Facchetti, autore di una pessima prova, non è stato in grado di deviare in porta il gol del pareggio a pochi passi dalla linea), e poi più nulla perché chi indossava la maglia azzurra in campo era impegnato in ben altro obiettivo: doveva innanzitutto cercare di non cadere. E qui il primo nodo della questione. Che il campo fosse gelato lo si sapeva. Perché, dunque, il Como non stava in piedi? E veniamo agli aspetti tecnici: visto che alcuni giocatori non riuscivano a combinare alcunché (ogni riferimento a Facchetti è puramente voluto), se non a far danni ovvero arrivando anche involontariamente a danneggiare loro compagni (Guazzo e Sehic), perché non si è deciso prima di operare alcune sostituzioni invece di effettuarle quando i buoi (ovvero il risultato) era ormai scappati dalla stalla? Qui, ovviamente, non si vuole accusare nessuno soprattutto dopo alcune dichiarazioni della sosta natalizia, che evidentemente ha fatto più male che bene all’attuale, le quali evidenziavano come l’obiettivo dichiarato del 2009 fosse la I Divisione, ovvero l’ex C1. Certo, il clima ed i campi rigidi non vengono certo incontro alle caratteristiche tecniche di un collettivo come quello azzurro che lavora più sul fioretto che sulla spada, ma se così fosse bisogna aspettare almeno un mese e mezzo prima che i campi siano in condizioni più ottimali e consoni al Como. Ipotesi che certo non può essere presa in alcuna considerazione anche perché i giocatori del Rodengo Saiano stavano in piedi, giocavano, scambiavano il pallone ed arrivavano alla conclusione. Se domenica è stata solo una brutta domenica per giocatori, allenatore e addetti ai materiali lo vedremo subito perché domani il Como sarà in Trentino, per affrontare il Mezzocorona, ed il campo sarà certo ancora più gelato del Sinigaglia. Se anche in quel caso i giocatori non dovessero stare in piede è certo che, nonostante i proclami e le belle parole, qualche cosa cambierà nel collettivo azzurro. È L.CL. “Ascolto” gruppo di cultura presenta, lunedì 19 gennaio, alle ore 21, nell’Aula Magna del Collegio Gallio (ingresso da via Barelli), la quarta lezione del corso di lettura biblica dedicato alla figura di Paolo di Tarso in occasione dell’Anno Paolino. Il tema “Paolo, ebreo da ebrei” sarà svolto dal prof. Paolo De Benedetti, docente di Antico Testamento e Giudaismo alla Università Cattolica di Milano, cui farà seguito mons. Bruno Maggioni con considerazioni e sottolineature finali. PROBLEMI DI FINE VITA CON L’A.M.C.I L’A.M.C.I. – Associazione Medici Cattolici Italiani – Sezione di Como organizza un incontro per venerdì 16 gennaio alle ore 20.45 sul tema “Problematiche di fine vita”. Relatori: prof. mons. Angelo Riva, docente di Teologia Morale presso il Seminario Vescovile di Como; dott. Corrado Taiana, anestesista rianimatore presso l’Ospedale Valduce di Como. L’appuntamento è presso il Centro Pastorale “Cardinal Ferrari”, viale Cesare Battisti 8 a Como, tel. 031-262371. CRONACA P A G I N A 16 Como IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 GENNAIO 2009 UN CORSO PROMOSSO DAL CENTRO DONATORI DEL TEMPO Arteterapia e Alzheimer Il percorso si svilupperà su un progetto di Chiara Salza, arteterapeuta. L’iscrizione è gratuita grazie al contributo degli amici della classe 1945 e di alcuni sostenitori del CDT l morbo di Alzheimer è una demenza degenerativa invalidante ad esordio prevalentemente senile. Una malattia oggi inguaribile, ma i cui effetti devastanti sulla personalità possono essere, quantomeno, arginati attraverso adeguate pratiche e stimolazioni. Proprio nella direzione di offrire uno stimolo e un’opportunità in più ai malati va il percorso di arteterapia sviluppato su un progetto di Chiara Salza, arte terapeuta, d’intesa con il Centro Donatori del Tempo, realtà che da tempo si occupa della malattia dell’Alzheimer sul territorio comasco. A illustrarci i contenuti del progetto, che si svilupperà da fine gennaio a maggio, intitolato: “Io ci sono, io ho ancora qualcosa da dire”! è la stessa responsabile. «Il progetto - spiega Chiara Salza - pone le basi sulla mia profonda convinzione che creare, per lasciare una traccia di sé su questa terra, sia un bisogno ancestrale d’ogni uomo. Un’affermazione come questa trova maggior conferma nell’incontro con l’anziano malato d’Alzheimer. Tutti sappiamo che l’Alzheimer è una malattia, ad oggi, inguaribile, ma ciò non significa incurabile; poiché la parola cura non è rivolta I CONTENUTI Questi i contenuti del progetto: “Io ci sono, io ho ancora qualcosa da dire”! Finalità - Realizzazione, presso il Centro diurno comunale di via Volta, 83 (sede dei corsi dell’Università Popolare) di uno spazio-atelier condotto secondo i principi dell’arteterapia dall’arteterapeuta Chiara Salza. - Sensibilizzare la cittadinanza sulla malattia di Alzheimer dando la parola agli stessi malati attraverso un percorso artistico. I Obiettivi La realizzazione dell’atelier d’arteterapia con i malati di Alzheimer si prefigge: - sul piano psicologico e comportamentale di creare situazioni che stimolino l’autonomia, l’autostima, la gratificazione e la comunicazione attenuando stati depressivi. - sul piano cognitivo di mantenere la coordinazione visuo-motoria e la motricità grafica, di stimolare la memoria remota con il conseguente effetto catartico dei ricordi, di scoprire nuovi codici di comunicazione elaborando immagini personali. - sul piano creativo di facilitare la promozione e la messa in gioco di diverse abilità finalizzate alla realizzazione di installazioni da presentare alla comunità; - sul piano simbolico di incoraggiare i processi di simbolizzazione e rappresentazione delle emozioni che si vivono durante il progredire della malattia; - sul piano delle relazioni di permettere all’utente di far parte di un contesto all’interno del quale ci si sente capiti, rassicurati, valorizzati e liberi di esprimersi. Immagini scattate durante il laboratorio fatto dal Centro Donatori del Tempo nel 2008 I TEMPI alla malattia, ma al malato in quanto essere umano. Utilizzare l’arte, in un percorso di terapia riabilitativa con anziani malati d’Alzheimer, vuol dire accompagnare l’animo di queste persone (soprattutto agli esordi della malattia) dalla rasse- gnazione alla resilienza, per mantenere il più a lungo possibile alcune competenze o risvegliare risorse che si credevano perse. Non si dimentichi che in taluni casi la malattia stessa ha permesso di rompere quelle resistenze che per tutta la vita hanno impedito alla persona di esprimersi artisticamente. L’Arteterapia non punta alla tecnica, al prodotto, alla bravura estetica quanto ad accogliere la necessità di lasciare una traccia del proprio passaggio esistenziale: “Io ci Il corso avrà inizio venerdi 30 gennaio e terminerà con la fine di maggio. Il laboratorio di arteterapia si svolgerà sempre al venerdì , a cadenza settimanale: dalle ore 14.30 alle 16.00 circa. Per ovvie ragioni organizzative il Centro Donatori del Tempo chiede agli interessati di mettersi subito in contatto per le iscrizioni con il C.D.T. in piazza Mazzini, 9 a Como tel. e fax 031-270231, e-mail: [email protected]. sono, io ho ancora qualcosa da dire”». Il progetto si svilupperà presso il Centro diurno comunale di via Volta, 83 a Como, con incontri a cadenza settimanale, dal- le 14.30 alle 16 circa. L’iscrizione al corso è gratuita grazie al contributo degli amici della classe 1945 e di alcuni sostenitori del Centro Donatori del Tempo. LA PROPOSTA DI DUE SERATE Anfaa: i bambini in primo piano nfaa: i bambini in primo piano. Ci sono due nuovi appuntamenti, nel mese di febbraio, ad arricchire il calendario delle iniziative promosse dalla sezione comasca dell’Associazione nazionale famiglie adottive e affidatarie. Due serate rivolte alle coppie in attesa di accogliere un bambino, che avranno luogo presso il salone Ina, via fratelli Recchi, a Como. Due momenti che inaugurano l’attività per il nuovo anno. Come noto l’Anfaa opera da diversi anni, anche sul territorio della provincia di Como, per offrire ad ogni bambino il caldo abbraccio di una famiglia. A Del resto, come recita la stessa legge istitutiva degli strumenti dell’affido e dell’adozione, ogni minore ha diritto di crescere in una famiglia, la sua prima di tutto. E se ciò non è possibile, anche in una famiglia affidataria o adottiva, secondo le sue necessità. Particolarmente denso il calendario degli impegni che ha scandito l’attività dell’associazione nel corso del 2008. Si è proseguito nell’attività di sostegno alle famiglie adottive e affidatarie. Si sono svolti incontri di informazione e formazione per le coppie che fanno domanda di adozione nazionale e internazionale o che hanno intenzione di presentarla. Il 13 aprile si è svolta la consueta “Festa delle famiglie”, celebrata, per quest’occasione, sull’Alpe del Vicerè. L’associazione ha, inoltre, preso parte al Tavolo Operativo di Coordinamento sull’adozione istituito dall’Asl di Como e alla campagna affidi “Casa mia casa nostra” promossa da diversi enti del territorio, finalizzata a diffondere in maniera capillare la conoscenza dell’affido. Tre serate informative sul tema dell’adozione, dal titolo “Quale adozione oggi?” sono inoltre state realizzate in aprile/ maggio, in collaborazione con il Centro di Terapia dell’Adolescenza di Mila- no. Le due serate di febbraio avranno come filo conduttore il tema: “Il tempo dell’attesa”. Questo il calendario e le tematiche affrontate: lunedì 2 febbraio, dalle 20.45 alle 23.00, “Adozione internazionale: approfondimenti sulla situazione attuale e sulle prospettive. Un figlio venuto da lontano: cerchiamo di conoscerlo”. Relatori: Cinzia Bernicchi e sig. Brambilla, rappresentanti di enti autorizzati all’adozione internazionale; lunedì 9 febbraio, dalle 20.45 alle 23.00, “Il futuro dell’adozione nazionale: quali sono le possibilità di adottare in Italia”. Relatore: dr. Maria Carla Dulla, giudice ono- rario del Tribunale per i Minorenni di Milano. Entrambe le serate saranno ad ingresso libero. È necessario però iscriversi telefonando al numero 031-526587, o una mail a [email protected]. A seguire, nei programmi dell’associazione, vi sono altri quattro incontri, con data da definire, che approfondiranno, con la presenza di esperti, le seguenti tematiche: “Acco- gliere con il cuore e con la mente”, “Adozione: nuova fecondità di coppia”, “L’importanza dell’attaccamento alle figure genitoriali”, “Il bambini fantasticato e il bambino reale”. Per ulteriori informazioni sull’attività dell’associazione si ricorda che l’Anfaa, sezione provinciale di Como, ha sede in via S. Antonino 4, Albate, tel. 031-526587, e-mail: [email protected]. CRONACA P A G I N A 18 Como IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 GENNAIO 2009 BULLISMO UNA PIAGA DA VINCERE Prepotenze tra i banchi: che fare? Come si fa ad aiutare i figli a non diventare vittime, ma nemmeno carnefici? Se ne è parlato in un interessante percorso promosso dall’Assessorato alla Famiglia e Politiche Educative del Comune di Como lo scorso mese di dicembre di MANUELA GIANI ome si può aiutare i figli a non diventare né prepotenti né vittime del bullismo? Come si gestiscono in modo costruttivo i conflitti in famiglia? Come si risponde alle curiosità dei bambini che ci mettono in difficoltà? Per rispondere a queste domande si è tenuta, lo scorso dicembre, la quinta edizione del Progetto Aurora, organizzata dall’Assessorato Famiglia e Politiche Educative del Comune di Como. Gli incontri, tenuti dalla psicopedagogista Valerie Moretti e rivolti ai genitori, hanno registrato una forte presenza di pubblico che ha gremito l’Aula Magna del Polo Regionale di Como del Politecnico di Milano. “La partecipazione al Progetto - ha detto il sindaco Stefano Bruni, in apertura del corso - sta diventando un appuntamento importante e una occasione preziosa di confronto per imparare come genitori ad essere più attenti al comportamento dei nostri figli e capaci di affrontare il loro percorso di crescita. Non possiamo permetterci distrazioni perché la società di domani sarà fatta dai bambini e dai ragazzi di oggi”. Parallelamente al corso per genitori, nello stesso periodo si sono tenuti altri due corsi: uno ha coinvolto in modo sperimentale i ragazzi di terza media degli Istituti Comprensivi Fogazzaro di Rebbio e Leopardi di Como, e l’altro una cinquantina di insegnanti. Vi proponiamo una sintesi del primo incontro del corso per genitori sul tema “ Bulli? No grazie. Come aiutare i figli a non diventare né prepotenti né vittime”. C Alcuni dati … Il fenomeno del bullismo non è una novità del nostro tempo. Episodi di prevaricazione e vittimizzazione erano presenti anche in passato, come ci documenta a metà Ottocento il libro Cuore. Le modalità, a volte sottovalutate e scambiate per “bravate”, non sono più le stesse, ma la base è iden- tica. Certo è che, oggi, il fenomeno è diffuso e frequente tra i banchi di scuola e nei quartieri. Lo confermano i dati di uno studio condotto nel 2007 dalla Società Italiana di Pediatria. Su 1200 studenti, maschi e femmine, di età compresa tra i 12 e i 14 anni, il 66% ha affermato di aver assistito a prepotenze subite da un amico o amica; il 47,3% nel caso di violenze si difenderebbe da solo; il 29% chiederebbe l’aiuto dei genitori; 10% ne parlerebbe con un amico; 4,6% subirebbe, se non eccessiva, la prepotenza. Prevaricazioni tra i banchi di scuola Benché sia un fenomeno conosciuto, non è sempre facile affrontarlo sul campo in modo adeguato. A volte gli atti di prevaricazione e di sopruso, perpetrati dal bullo e dai gregari su uno o più compagni, sfuggono all’attenzione degli adulti. Non solo perché vengono compiuti in loro assenza, ma anche perché avvengono con il supporto omertoso degli spettatori neutrali che, pur senza partecipare attivamente alle prepotenze, li sostengono senza dire o fare nulla. “Ricordo il caso di una ragazzina che è finita in ospedale perché in classe le sono stati bruciati i capelli - ha detto Valerie Moretti -. Prima di questo atto estremo, c’erano stati altri episodi che, con il silenzio dei compagni, hanno determinato un’escalation”. La violenza non è solo fisica A volte il bullismo si perpetra in modo persistente nel corso del tempo con violenze verbali (insulti pesanti, canzonature, prese in giro, epiteti oltraggiosi, umiliazioni, minacce e intimidazioni) e psicologiche (esclusione, maledicenze). Una forma, questa, che è prevalentemente femminile, a differenza del bullismo fisico (aggressioni, tormenti), più diffuso tra i maschi. Rientrano in questa categoria anche il danneggiamento di oggetti personali, i furti, i ricatti e le estorsioni. ALCUNI SUGGERIMENTI PER I GENITORI - Mai sottovalutare un comportamento da bullo/a - Raccogliere più elementi possibili - Essere fermi nel condannare la violenza - Chiedersi se le varie forme di violenza ( fisica, psicologica, verbale) sono scoraggiate in famiglia - Valutare la modalità di comunicazione in casa - Esercitare maggior controllo, se non ci possiamo fidare di come si comporta fuori casa. Il bullismo tra le femmine Se in passato il bullismo era un fenomeno maschile, oggi è in aumento tra le femmine. Le forme di aggressività femminile si esprimono più a livello verbale e psicologico (insulti, battute, bugie e pettegolezzi), che non fisico. Sono modalità meno eclatanti e visibili, ma non per questo meno dolorose per la vittima: si tende a emarginarla o a ridicolizzarla, colpendo i punti deboli della sua personalità. Se formano con i maschi una banda, le ragazze partecipano alle prepotenze meno dei ragazzi, ma li spronano e li aizzano, mostrando ammirazione per le loro imprese fino a convincerli a compiere atti violenti per loro. Quali sono i motivi che spingono a fare i bulli? “L’83% - ha spiegato Valerie Moretti - lo fa per essere ammirato; il 78,9 per diventare leader del grup- po; il 69,9 per essere attraente agli occhi delle ragazze/i; il 60,8 per non rischiare di essere emarginato dal gruppo; il 58,3 per essere temuto; il 45,2 per divertirsi un po’ e per noia interiore”. Le radici del comportamento prepotente Le ricerche evidenziano come la personalità dei bulli sia caratterizzata da aggressività e impulsività, scarsa empatia, tendenza al “contagio emotivo” (a farsi trascinare dagli impulsi degli altri) e alla “rottura emotiva” (a soffocare inconsciamente le emozioni che possono far soffrire). Sono ragazzi emotivamente immaturi con scarse capacità relazionali e sociali che li rendono ‘analfabeti’ nella gestione dei conflitti. Gli studi mostrano inoltre come le vittime, molto insicure, abbiano scarsa autostima e carenze nella capacità di rispondere alle provocazioni affermando i propri diritti e bisogni (assertività). Le famiglie dei bulli Gli studi a nostra disposizione evidenziano che i bulli provengono da famiglie dove vige un sistema educativo o troppo permissivo o troppo autoritario, o con uno stile educativo contraddittorio. Sono ragazzi con genitori poco presenti, incapaci di autorevolezza, lassisti nel concedere tutto e inefficaci nel limitare il comportamento dei figli con dei ‘no’ che invece aiutano a crescere. Spesso sono genitori eccessivamente protettivi che arrivano a spalleggiarli, difendendo le loro prepotenze. Quali sanzioni? Se è vero che il bullismo prolifera dove non ci sono regole e dove è possibile infrangerle, le sanzioni ci devono essere. Ma, per essere efficaci, devono avere il carattere di certezza e non essere irrilevanti. La loro “funzione riparativa” consente di rimediare al danno commesso, assumendosene la responsabilità. “Ricordo un caso di bullismo da parte di due ragazzi nei confronti di un compagno disabile - ha detto Valerie Moretti -. Un atto grave e ignobile che è stato giustamente sanzionato. Oltre a far studiare loro il codice di Istituto e sottoporli a lezioni aggiuntive di Edu- cazione Civica, la scuola ha applicato sanzioni efficaci e alternative, chiedendo loro di fare qualcosa ‘con’ e ‘per’ il compagno vittima delle loro prepotenze. Ogni mattina, per l’intero anno scolastico, andavano a prenderlo alla macchina, lo prendevano in braccio per sistemarlo sulla carrozzina e lo accompagnavano in classe”. “Se si compie un atto grave, come in questo caso - ha aggiunto la psicopedagogista -, ci devono essere sanzioni riparative rilevanti. E’ così che si impara che non tutto è concesso. Come educatori sbagliamo se gliela lasciamo passare. Al contrario, li aiutiamo se li sanzioniamo”. “Stabilire un limite all’impunità” è molto importante dal punto di vista educativo perché “solo nel confronto con il limite è possibile crescere”. Come contrastare il bullismo a scuola “Oltre a informare tutti gli attori della scuola sul bullismo e su come difendersi, nei modi opportuni - ha precisato la psicopedagogista -, occorre promuovere programmi antibullismo in classe con la partecipazione di tutti gli alunni. E’ necessario coinvolgere anche le famiglie, incentivando la loro collaborazione”. La sfida dell’educazione: una sinergia di forze Il potere della sopraffazione non si vince da soli, ma insieme. Coltivando tutti i terreni aridi in cui esso si annida. Ridando all’educazione valori forti come il rispetto di sé e dell’altro. Rafforzando l’empatia e l’assertività. Scoraggiando ogni forma di violenza. Potenziando la capacità di ascolto e di osservazione. Costruendo relazioni sane, dentro e fuori la famiglia. Restituendo le parole alla vittima, che spesso subisce in silenzio sentendosi impotente. Aiutando il bullo a scoprire nella parola un’arma più potente della violenza. Riscoprendo, come adulti, il valore enorme dell’educazione. Como IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 GENNAIO 2008 E’ AMBIENTATA IN TICINO L’ULTIMA OPERA DEL DISEGNATORE COMASCO RENATO FRASCOLI P A G I N A 19 Un fumetto dal sapore antico ell’epoca di internet, degli strumenti multimediali e di tecnologie sempre nuove c’è ancora chi ha il coraggio o forse semplicemente la voglia di raccontare storie utilizzando un linguaggio dal sapore antico, come i personaggi dipinti nelle sue pagine: il fumetto. E’ così che è nato “Lucio e il mistero della cintura” un racconto scritto dal ticinese Maurizio Cattaneo che guida i lettori allo scoperta di una terra vicina nello spazio, la Val Verzasca, ma lontana nel tempo. Un cammino su queste strade polverose attraversate dagli sciarabàn (i vecchi carri), accompagnati dai disegni del comasco Renato Frascoli, per quarant’anni illustratore del “Corriere della Sera” e de “La domenica del Corriere”. Un volume, edito da edizioni Fontana, realizzato con il contributo della Fondazione del Ceresio di Lugano. “Caro lettore - scrive nella prefazione del volume Bernardino Croci Maspoli - oggi per te è un giorno fortunato. Hai in mano un libro che racconta una storia che potrebbe essere vera e lo fa con dei disegni meravigliosi, che ti porteranno in un N “Lucio e il mistero della cintura” scritto dal ticinese, Maurizio Cattaneo, guida a scoprire la Verzasca che fu. Un libro arricchito da splendidi disegni e rivolto alle nuove generazioni. di MICHELE LUPPI mondo tanto lontano quanto vicino. Lontano nel tempo ma vicino nello spazio. Ti ritroverai nel Ticino povero di una volta, quando nelle piazze dei villaggi risuonavano i richiami dei magnani della Val Colla e gli uomini della Verzasca emigravano quasi tutti per fare gli spazzacamini. Un mondo lontano di cui si sta quasi perdendo il ricordo”. La Verzasca è una valle del Canton Ticino, nel distretto di Locarno, attraversata da una lunga strada che da Gordola sale con lunghi tornanti fino alla diga di Vogorno, proseguendo poi fino a Sonogno. Un tempo gli abitanti di questa terra facevano vita da nomadi: d’inverno vivevano nei paesi della valle, d’estate si recavano sui monti e sulle alpi, in primavera e in autunno trascorrevano vari periodi sul piano di Magadino dove coltivavano la terra. Una terra abitata da gente religiosa, come testimoniano le numerose pitture e cappelle che ancora oggi si trovano lungo i sentieri della valle. I disegni di Frascoli accompagnano il protagonista, il piccolo Lucio, e suo padre, di professione magnano, lungo la Valle dove vivrà una piccola grande avventura. “Nelle illustrazioni - si legge nella prefazione troverai dei posti che forse conosci e se non li hai mai visti potrai andarli a scoprire. Sono qui, vicini a noi, riconoscibili anche se oggi le strade sono larghe e asfaltate per farci passare le automobili, anche se i contadini sono pochi e non vivono più di fatiche inimmaginabili, anche se il pane lo si compera in negozio e non lo si cuoce più nel forno comune”. Un libro adatto ai più piccoli, magari da leggere insieme ai propri nonni seduti accanto al camino in una serata d’inverno. Proprio come si faceva una volta. Un modo per trasmettere alle nuove generazioni un pezzo della nostra storia, far rivivere mestieri antichi e ricordare un passato che non c’è più. CRONACA P A G I N A 20 Como&territorio IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 GENNAIO 2009 LIMIDO COMASCO Amici per il Centrafrica una solida realtà S ette anni di attività per ‘Amici per il Centrafrica’, una Onlus che gestisce pro getti di sviluppo nella Repubblica Centrafricana ma anche in Ciad, Uganda, Kenya, Burundi, Mozambico ed Eritrea. Fondatrice e presidente è Carla Pagani, manager di successo (è direttore amministrativo del personale del Grand Hotel Villa d’Este), mamma (vedova da molti anni, ha tre figli) e missionaria quasi a tempo pieno, dividendosi tra le visite ai progetti africani e le iniziative di sensibilizzazione e raccolta fondi portate avanti in Italia. Una carriera dunque di tutto rispetto, che non a caso l’anno scorso ha ricevuto il Premio per l’eccellenza Lido Vanni assegnato da Cfmt, Confcommercio e Manageritalia a chi faccia dell’eccellenza “non un atto ma un’abitudine”, secondo la definizione di Aristotele. Ma perché, le chiediamo, fondare un altro organismo di solidarietà per il Terzo Mondo? “Nel 2000 mia zia suor Beniamina Pagani, missionaria comboniana, mi invitò a visitare la sua missione; donna eccezionale che si batteva per i diritti dei pigmei ed è stata insignita nel 2003 del Premio per la Pace della Regione Lombardia, forse già intuiva e voleva far capire quanto fosse importante che i laici cominciassero a lavorare a fianco dei missionari. Fui colpita dalla diversità, rispetto al nostro mondo, di una situazione dove c’è bisogno di tutto. E incontrai un capomastro veneto che avrebbe dovuto effettuare qualche riparazione all’ospedale… Era una tettoia con i malati stesi per terra, separati da bassi Kaga Bandoro - Bambini della scuola primaria con le nuove divise inviate dall’Italia. Nella foto sotto: Carla Pagani Conosciamo da vicino questa onlus che gestisce progetti di sviluppo nella Repubblica Centrafricana ma anche in Ciad, Uganda, Kenya, Burundi, Mozambico ed Eritrea. Fondatrice e presidente è Carla Pagani, direttore amministrativo del personale del Grand Hotel Villa d’Este di GIGLIOLA FOGLIA muriccioli: il primo pensiero fu raccogliere fondi per costruire un ‘vero’ ospedale. Quando vari amici si presentarono chiedendo se potessero fare qualcosa, divenne una necessità creare qualcosa allo scopo: la nostra associazione nasce ufficialmente nel novembre 2001. A differenza di altre, sceglie di concentrarsi su un solo luogo, per non disperdere le forze e per approfondire la cultura del Paese, impararne il modo di vivere: per vivere con loro, non imporre il modo nostro, comprendendo che si dà ma anche si riceve. ‘Per essere in cammino con loro’ è il nostro slogan”. Raffaele, trentenne, è un esperto di informatica ed è tornato da poco dalla sua prima esperienza africana. Come hai conosciuto “Amici per il Centrafrica”? “Carla è un motore che ha trascinato altri; io sono amico di lunga data con le sue figlie, che hanno diffuso il loro entusiasmo tra gli amici: così è nato il Gruppo Giovani che ha sostenuto in particolare la realizzazione di una scuola materna in Centrafrica, organizzando feste e altre attività per la raccolta fondi, tra cui un gruppo teatrale a Limido Comasco. Come si rende utile un informatico in missione?! Si può fare di tutto, basta volerlo: dall’animazione all’asilo alla tinteggiatura delle pare- ti… E poi, è gente che ha voglia di comunicare se tu hai voglia di ascoltare; in mezzo a loro è una festa, e allo stesso tempo è difficile ascoltare le storie terribili di alcuni bambini (la vita li rende adulti in un corpo da piccoli) che tuttavia non perdono mai la voglia di divertirsi”. L’associazione conta decine di volontari da Lombardia, Veneto e Trentino e gestisce attualmente progetti per complessivamente un milione di euro: come mai questo successo? “Caparbietà, entusiasmo, amore, spirito di sacrificio” è la ricetta di Carla, che aggiunge: “Certo, impegnandosi sul serio non hai più una vita privata… o meglio, la tua vita privata diventa questo. Gestire economicamente è semplice, è il mio lavoro; il problema è semmai il tempo che manca (ora infatti un’altra persona si occupa del lato amministrativo); il difficile è ‘far sentire bene tutti’ nell’ambito associativo, è dare lo spazio giusto a ciascuno. Mai avuto problemi a raccogliere fondi, perché la gente si fida, avendo garanzie che i loro soldi sono spesi bene; un progetto difatti viene scelto se ci sono le componenti giuste: persone, necessità, obiettivi. Per cui importante è la scelta dei missionari con cui collaborare, ad esempio alcune realizzazioni sono in collaborazione con una congregazione francese che ha per carisma l’educazione e le cui suore sono quasi tutte africane (da Ruanda e Madagascar). Dopodiché… fare del bene facendolo bene è contagioso”. Altri volontari mi dicono che la parte più difficile dei viaggi in terra di missione è… il ritorno: per te, Raffaele, è stato la stessa cosa? “Incontri un modo diverso di vivere, e tornando a casa cominci a fare paragoni: ti confronti con lo spreco, col tuo piatto pieno quando c’è chi non può permettersi di dire ‘questo non mi piace’… Di Africa poi si parla tanto in Tv, ma occorre conoscere la realtà per non perdersi in luoghi comuni: Africa non è solo guerre e bambini denutriti. E’ ‘gente del sorriso’, felice pur avendo poco, grande nell’ospitalità, pronta a dare tutto non avendo niente”. “Noi diciamo un no deciso all’assistenzialismo: occorre trovare insieme una soluzione ai bisogni” aggiunge Carla. “Le nostre priorità sono forma- SABATO E DOMENICA 17 E 18 GENNAIO Punto Famiglia al Don Guanella Sabato e domenica 17 e 18 gennaio, il Centro Guanelliano di Pastorale Giovanile di Como propone il secondo appuntamento di “Punto Famiglia”, l’interessante proposta di incontro e formazione per le famiglie. Il tema di questo incontro sarà la “Vocazione”, come secondo passo dopo la missione nel cammino verso la santità. Il sabato pomeriggio vede impegnati gli animatori, mentre alla domenica si aggiungono i ragazzi (11-13 anni), i bambini (6-10 anni), i piccoli (di età inferiore ai 6 anni) e le famiglie. I ragazzi e i bambini saranno seguiti dagli animatori, con proposte differenziate a seconda dell’età, mentre i genitori da religiosi guanelliani. Per i più piccoli è previsto un servizio di animazione. Fondamentali saranno poi i momenti di condivisione e di scambio. Gli incontri si tengono a Como, in Via Tommaso Grossi, 18, presso la Casa “Divina Provvidenza”. Per informazioni e prenotazioni ci si può rivolgere alla segreteria del Centro Guanelliano di Pastorale Giovanile, tel. 031-296783; e-mail: [email protected]. zione (specialmente per le donne che sono la speranza dell’Africa) e sanità: da lì può nascere lo sviluppo”. Trentacinquenni impiegati di Bergamo, anche i coniugi Gigi e Romina sono reduci dalla loro prima esperienza africana. “Ci siamo iscritti a gennaio 2008 lavorando per organizzare cene, aperitivi e altre iniziative, ma non avevamo la percezione esatta di come venissero impiegati i fondi e chi fossero i beneficiari; così abbiamo fatto un tour fra i vari progetti, sperimentando la differenza minima e massima col nostro modo di vivere. Il primo impatto è stato con la capitale Bangoa, per passare ad altre realtà via via più difficili fino alla foresta. Dallo scoprire che non è normale come da noi avere erogazione di acqua e luce ventiquattr’ore al giorno, fino a toccare la difficoltà del vivere al di fuori da ogni tipologia di condizioni di vita. E nonostante tutto… il loro sorriso: non lo si spiega”. Come avete conosciuto “Amici per il Centrafrica”? “Da anni collaboravamo con il Banco Alimentare e altre Onlus che si occupano di tossicodipendenza, ma l’Africa mi ha sempre appassionato” racconta Gigi. “E’ un orizzonte differente, un continente tuttora schiacciato dal piede dell’Occidente. Amici mi hanno messo in contatto con una suora missionaria, che ha capito il mio modo di essere, l’impossibilità di venire inquadrato in un’iniziativa strettamente religiosa, e mi ha segnalato questa associazione per laici. Dopodichè, con Carla basta guardarla negli occhi”. Qualche evento organizzato da voi nel Comasco che è ormai diventato una piacevole tradizione? “La cena autunnale a Villa d’Este, e la camminata non competitiva a Mozzate (1.300 gli iscritti!) con il gruppo Marciatori Mozzatesi Avis, che ha come testimonial d’eccezione il campione Alberto Cova”. Le prossime iniziative sociali? “Una sottoscrizione a premi a febbraio, e le giornate dell’amicizia con le scuole materne, che vedono scambi di disegni con i coetanei africani”. Per chi volesse mettersi in contatto: Amici per il Centrafrica Onlus, viale Rimembranze, 3, Limido Comasco (CO); tel. 031.787188; e-mail: centr [email protected]. ...hai l'ALCOLISMO in casa? ...VUOI saperne di più? ...hai bisogno di AIUTO? I GRUPPI FAMILIARI AL-ANON condividono le loro esperienze in modo anonimo e gratuito e possono offrirti le informazioni che cerchi. telefona al numero verde 800-087897 CRONACA Como IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 GENNAIO 2009 ALLA SCOPERTA DELLA COOPERAZIONE/195 Un convegno, programmato per venerdì 23 gennaio, presso l’Ottagono Comunale di Fino Mornasco, promosso dalla Cooperativa Il Mosaico, dalla Azienda Sociale Comuni Insieme di Lomazzo e dal Consorzio Servizi Sociali di Olgiate per mettere a fuoco il tema della disabilità La mano nel cappello Handicap e soggettività pagina a cura del Consorzio Eureka Ser vizi alla Cooperazione e al Terzo Settore www.eurekacomo.it S timolata dai cambiamenti in atto nel settore e sollecitata dai contenuti del libro “La mano nel cappello” di Angelo Villa, la Società Cooperativa Sociale “Il Mosaico” ha organizzato un incontro per aprire il dibattito su alcune problematiche che vedranno impegnati gli operatori di settore nel prossimo futuro. Si è pensato ad un convegno caratterizzato dal valore della territorialità: per questo saremo affiancati dalle aziende che per competenza istituzionale pianificano gli interventi di politica socio-assistenziale e rappresentano gli interlocutori privilegiati di organizzazioni come la nostra. Si vorrebbe inoltre che il convegno non fosse un evento fine a se stesso, ma rappresentasse l’avvio di un virtuoso circolo culturale di incontri e di incroci di esperienze e conoscenze. I promotori sono il Consorzio dei Servizi Sociali dell’Olgiatese e l’A.S.C.I. di Lomazzo. Per far sì che il Convegno rappresenti l’avvio di un virtuoso circolo culturale di esperienze abbiamo ottenuto l’adesione di quattro patrocinanti: la rivista “Pedagogika”, casa editrice Stripes, Ledha e Comune di Fino Mornasco, che ospiterà l’evento presso la Sala “Ottagono”. Il convegno è programmato per il prossimo 23 gennaio, presso la palazzina “L’Ottagono” del Comune di Fino Mornasco, a partire dalle ore 9.30 sono previsti gli interven- ti del dottor Angelo Villa, centrato sul valore delle individualità del soggetto disabile e dell’operatore, e uno del dottor Giovanni Merlo, direttore della Associazione Ledha, sul significato di progetti individualizzati di inclusione sociale. Nel pomeriggio verranno organizzati sottogruppi di lavoro mirati, che permetteranno di raccogliere esperienze, idee e domande nel dibattito di fine lavori. Per iscrizioni e visione programma visitate il sito: www.cooperativamosa ico.it, telefonate allo 031890752, oppure scrivete a: segreteria@cooperativamo saico.it. Dalla prefazione di Silvia Vegetti Finzi: Tra gli elementi che rendono rilevante questo libro vi è l’abilità di sostanziare la riflessione teorica con opportuni, circostanziati richiami a esperienze istituzionali di educazione e di cura presentate, non in modo generico ed impersonale, ma attraverso un’istantanea che coglie l’individuo malato nel momento in cui s’impone alla nostra attenzione con un’espressione sintomatica. Interiorizzato dalla mente al lavoro dell’interlocutore, un comportamento apparentemente insignificante, acquista senso e valore conferendo all’emittente dignità di soggetto. E’ con un sentimento di gratitudine che mi sono congedata da una lettura che non solo insegna ma educa nel senso che conduce più in alto e più in là rispetto al punto di partenza. L’autore: Angelo Villa, psicoanalista, membro della scuola Lacaniana di psicoanalisi. P A G I N A 21 Il convegno CRONACA P A G I N A 22 Prealpi IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 GENNAIO 2009 DAL 2 AL 6 GENNAIO Johnny Abu Khalil per cinque giorni a Camnago Il sacerdote, ordinato a Gerusalemme il 27 settembre scorso, ha celebrato la S. Messa il giorno dell’Epifania per ringraziare la parrocchia dell’attento e solerte accompagnamento, fatto nei suoi confronti, negli ultimi due anni della sua preparazione al sacerdozio Nelle Foto William alcune immagini della visita del sacerdote a Camnago Faloppio di GIUSEPPE CORTI ce dei festeggiamenti è stato, ovviamente, la solenne celebrazione della Santa Messa, nel giorno dell’Epifania, presieduta da Abuna Johnny, attorniato, come concelebranti, dal vice rettore del seminario di Beit Jala, Abuna Ibrahim Georges Shomaly, dal padre spirituale ed economo del seminario, Abuna Hanna Ghaleb Mass’ad, dal parroco di Gaggino, don Giovanni Quadrio e dal parroco di Camnago Faloppio, don Giuseppe Corti. Per meglio sottolineare la fraternità con la comunità cristiana della Palestina, alcune parti della Santa Messa sono state cantate in lingua araba, come il Vangelo, cantato da Abuna Hanna, e le parole della consacrazione. Nell’omelia Abuna Ibrahim ha tratteggiato il percorso spirituale, piuttosto complesso, compiuto da Johnny, che lo ha portato, a 38 anni, a diventare sacerdote e, nello stesso tempo, ha parlato anche delle difficoltà che le comunità cristiane di Palestina stanno vivendo, in modo particolare, in questo momento. Questo è stato anche approfondito da don Johnny nell’incontro con la comunità, durante il quale ha parlato della sua esperienza di sacerdote in Terra Santa e ha raccontato alcuni episodi, che aiutano a comprendere meglio la situazione attuale di questa terra, episodi che, sicuramente, non vengono riportati nelle cronache. Ad esempio, al parroco di Gaza, che si trova lì da dieci anni, è vietato uscire da quel territorio e, proprio per questo, non ha potuto nemmeno recarsi nel suo paese d’origine per partecipare ai funerali dei propri genitori. Anche adesso che, a 75 anni, ha raggiunto l’età in cui un sacerdote rimette il suo incarico nelle mani del Vescovo, ha avuto un permesso di soli 3 giorni, per poter organizzare il suo trasferimento. Pure al Patriarca di Gerusalemme, che voleva celebrare una Santa Messa, A PARÈ VIVERE E CONDIVIDERE L’AVVENTURA DI CRESCERE UN FIGLIO Genitori: missione possibile? apire il mondo giovanile, le problematiche e le potenzialità, comprendere la responsabilità degli adulti nei confronti degli adolescenti, riunire diverse realtà per portare avanti un importante obiettivo sono elementi alla base di questo progetto. Sei incontri dedicati al mondo degli adolescenti, al rapporto genitori-figli; un percorso di formazione e dialogo, di aiuto e confronto, nato da un bisogno percepito e dalla volontà di realizzare il pieno Ben-Essere delle famiglie dei nostri paesi. Il progetto qui sintetizzato è un percorso ambizioso, importante e impegnativo, soprattutto dal punto di vista delle risorse umane coinvolte. Per la prima volta i nostri tre Comuni (Parè, Gironico e Drezzo) propongono insieme un’azione di sostegno e di cambiamento rivolta alle fa- C miglie che vivono nelle nostre comunità: lo facciamo mettendo insieme tutte le agenzie educative sullo stesso tavolo di lavoro in un processo di confronto e di crescita reciproca. (Il progetto è stato realizzato attraverso tavole rotonde con esponenti provenienti da parrocchie di Gironico, Parè, Drezzo, Istituto comprensivo di Faloppio, gruppi sportivi di Parè, Drezzo, Gironico, Sci club Parè, Servizi sociali Olgiatese, Asl di Olgiate Comasco) Il gruppo di lavoro intercomunale formato da rappresentanti di diverse commissioni dei tre comuni si è avvalso del contributo dell’associazione “Non pioverà per sempre” che ha alle spalle una lunga esperienza educativa ed è stata promotrice di un percorso simile presso la scuola secondaria di primo grado di Faloppio. Il bisogno sociale dell’azione che andiamo a proporre è elevatissimo, ba- sti pensare alla dimensione delle dipendenze: solo il consumo di cocaina è esploso tra gli under 34; l’abuso d’alcool tra i giovani è una triste realtà consolidata sul nostro territorio. A questo si associano la dipendenza da videogiochi, internet e telefonini e i problemi alimentari e anche quando non si è presenza di situazioni così gravi, un vortice di disagio o più in generale male di vivere colpisce lo stesso moltissimi giovani. Dall’altra parte, le famiglie, per svariati motivi, sembrano soccombere e non farcela di fronte al loro ruolo genitoriale e alle responsabilità che derivano dall’educare i propri figli. Occorre comprendere che, queste, sono questioni che oggi interessano tutte le famiglie e non solo quelle a rischio d’emarginazione sociale come forse poteva essere fino a qualche anno fa. Abbiamo quindi deciso con il suono festoso delle campane, con i lumini accesi ad accompagnare il suo percorso verso la chiesa e con addobbi lungo le strade. Domenica 4 gennaio la comunità di Camnago ha voluto festeggiare il suo sacerdote adottivo con un pranzo comunitario, a cui ha fatto seguito un pomeriggio, allietato dai canti dei bambini e della corale e da una presentazione delle varie attività dei ragazzi, fatte durante il periodo estivo. La vigilia dell’Epifania, Abuna Johnny ha adorato con i bambini e ragazzi Gesù Bambino e ha risposto alle loro domande e curiosità. La neve, caduta nel giorno dell’Epifania ha scombussolato il programma previsto per il pomeriggio, ma la comunità era comunque presente numerosa per il momento di preghiera e di commiato da Abuna Johnny: un arrivederci presto in Terra Santa. a Gaza durante le festività natalizie, è stato negato il permesso di entrare e, nonostante abbia atteso diverse ore al check point, ha dovuto rinunciare, di fronte all’irremovibilità dei funzionari. La permanenza di Abuna Johnny a Camnago ha visto altri momenti intensi, vissuti con la comunità parrocchiale. Innanzitutto, al suo arrivo il 2 gennaio, il novello sacerdote è stato accolto in modo festoso dalla comunità, che lo ha atteso fino all’una di notte, per dargli il benvenuto, IL PROGRAMMA di ascoltare attivamente i bisogni e i problemi delle famiglie promuovendo positività e fiducia. Vogliamo agire non a posteriori, come spesso accade, con politiche di pura repressione o d’assistenzialismo sociale ma con un programma culturale ed educativo teso ad avviare azioni di cambiamento reali. L’appello è ad un’ampia partecipazione affinché si colga appieno questa occasione Il primo incontro si terrà il 19 gennaio presso il comune di Parè alle ore 21.00. Tutte le informazioni necessarie comprese le locandine del progetto sono disponibili su www. comune.pare.co.it o scrivendo all’indirizzo mail genitorimissionepossibile @yahoo.it. lunedì 19 gennaio Affetto e relazione nel cammino educativo 1° parte: “Legami di attaccamento, crescita e trasformazioni”, dott. Paolo Piccinelli lunedì 26 gennaio Comunicazione nella relazione 1° parte: ‘Communis, “rendere comune’”, dott. Sergio Rota lunedì 2 febbraio Comunicazione nella relazione 2° parte: “L’arte di ascoltare”, dott. Sergio Rota lunedì 9 febbraio Affetto e relazione nel cammino educativo 2° parte: “I cambiamenti dell’adolescente e dei genitori”, dott. Paolo Piccinelli lunedì 16 febbraio Disagio e dipendenza 1° parte: “Uso occasionale, abuso… dipendenza”, dott. Sergio Rota lunedì 23 febbraio Disagio e dipendenza 2° parte: “Quale risposta alle tecno dipendenze (internet, videogiochi, telefonini)”, dott. Edoardo Colombo. ALESSIO FIONDA assessore alla Cultura e alle Politiche giovanili nel Comune di Parè Gli incontri si terranno presso il Palazzo Municipale di Parè, piazza della Chiesa ore 20.45. ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ P er cinque giorni, dal 2 fino al 6 gennaio, la comunità parrocchiale di Camnago Faloppio ha vissuto un intenso e gioioso clima di fraternità con la Terra Santa, in modo particolare con il seminario di Beit Jala. L’occasione per questo incontro di fraternità è stata la volontà di Abuna Johnny Abu Khalil, ordinato sacerdote il 27 settembre a Gerusalemme, di celebrare solennemente una Santa Messa, nel giorno dell’Epifania a Camnago Faloppio, per ringraziare la parrocchia dell’attento e solerte accompagnamento, fatto nei suoi confronti, negli ultimi due anni della sua preparazione al sacerdozio e per ringraziare anche per la partecipazione di alcuni membri della comunità stessa alla sua ordinazione diaconale, prima e sacerdotale, poi. Un po’ di cronaca. L’api- ALBIOLO IN FESTA La parrocchia di S. Antonio di Albiolo festeggerà il proprio patrono sabato 17 e domenica 18 gennaio con il seguente programma: sabato 17 gennaio: dalle ore 17.30 trippa (buseca) e porchetta da asporto; dalle ore 19.00 possibilità di cenare all’oratorio (senza prenotazione) sempre con trippa, porchetta e patatine; domenica 18 gennaio: dalle ore 11.15, benedizione di auto, moto e animali domestici in piazza della chiesa; dalle ore 15.00, super tombola di S. Antonio! 6 giri con fantastici premi e poi …estrazione della lotteria! (i biglietti della lotteria saranno in vendita fino all’ultimo minuto prima dell’estrazione); 1° premio: week end per due persone presso una località termale (soggiorno 3 giorni/2 notti in località termale a mezza pensione e trattamenti esclusi. Nel corso del pomeriggio si procederà alla premiazione dei vincitori del “Concorso presepi”. CRONACA P A G I N A Como&territorio 23 IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 GENNAIO 2009 UN CORSO A FINO MORNASCO Regalare un sorriso IL CLOWN SOCIALE CHI È La storia recente ci ha fatto conoscere, con l’appellativo “clown dottore”, una nuova figura entrata nella nostra società da oltre un decennio in modo un po’ garibaldino. Si tratta di una maschera comica che si è clownescamente intrufolata a mettere un po’ di scompiglio nelle strutture socio-sanitarie per inserire all’ordine del giorno il tema delle emozioni e delle relazioni nel complesso mondo della cura. Il “Clown sociale” è una nuova opportunità di protagonismo per i giovani, che esce dai ristretti confini sanitari per entrare nella società, intesa nel suo complesso. Il “Clown sociale”, in sintesi, sa usare l’arte della clownerie per stimolare le persone a cercare le risorse necessarie in grado di contrastare le emozioni distruttive e di favorire un approccio positivo alla vita. Dal 31 gennaio presso l’Ottagono. A proporlo l’associazione Stringhe colorate R egalare un sorriso a chi è meno fortunato. Un bell’impegno. Ma come si fa? A spiegarlo è l’associazione “Stringhe colorate” di Como che, d’intesa con la Fondazione Provinciale della Comunità Comasca, la Cooperativa Prospettive e il Consorzio Sol.Co., ha deciso di proporre un corso per volontari del sorriso e aspiranti clown sociali. Chi sono le “Stringhe colorate”? Lo spiegano loro stessi nel volantino che introduce il corso: “Ci chiamiamo “Stringhe colorate” perché desideriamo creare e allacciare legami di amicizia con spirito di libertà e perché crediamo nel valore della comunità. Ci immaginiamo e ci dipingiamo di tanti colori perché ci piace la varietà e per stimolare ogni giorno il contagio del buon umore mediante le risate. Ci piace dare spazio alla fantasia volando appena possibile, ma ci piace anche stare coi piedi per terra allacciati idealmente alle scarpe di chi sa accogliere la magia dei sorrisi. “Stringhe colorate” è un’associazione di volontariato nata a Como nel 2001 da un gruppo di soci della cooperativa sociale Prospettive che diedero vita alla onlus Ridere per vivere-Lombardia. Il nuovo nome, scelto nel 2007, ne eredita il patrimonio di conoscenze ed esperienze. “Stringhe colorate” ha iniziato un suo cammino autonomo, ampliando l’ambito di competenza, di azione e di ricerca”. Il corso si lega al progetto “Il battello dei nasi rossi”, ideato dal consor- zio Solco, in collaborazione con alcune associazioni, per arricchire di umanità i luoghi di cura della salute e, in particolare, per portare il sorriso e il buonumore ai bambini negli ospedali e agli anziani nelle residenze sanitarie. L’attività prevede interventi di animazione, musica, laboratori artistici e, parallelamente, corsi di formazione sulla comunicazione con le persone ospedalizzate, rivolta agli operatori socio-sanitari e ai volontari. L’obiettivo è promuovere la relazione, l’arte e il ridere come strumenti integrativi che possono favorire una migliore efficacia della terapia nel rispetto di una visione più completa della salute. Nello specifico il corso per volontari del sorriso è rivolto a chiunque voglia acquisire competenze e sensibilità proprie della figura del clown sociale. Dopo la serata di presentazione, prevista per gio- vedì 15 gennaio alle ore 20.45 presso la sede di Confcooperative, in via Martino Anzi 8, a Como, il percorso formativo Il percorso formativo si terrà presso l’Ottagono di Fino Mornasco, via Brera 1, e avrà una durata di 60 ore suddivise in 5 weekend di lavoro intensivo: sabato 31/01/09 - domenica 01/02/09; sabato 7/ 02/09 - domenica 8/02/09; sabato 21/02/09 - domenica 22/02/09; sabato 7/03/ 09 - domenica 8/03/09; sabato 21/03/09 - domenica 22/03/09. Sabato 14.00 18.30 - domenica 9.00 13.00 e 14.00 - 17.30. Al termine del corso ci sarà la possibilità di effettuare un tirocinio presso le strutture del territorio. La quota di partecipazione al corso è di 50 euro comprendente la quota di iscrizione all’associazione “Stringhe colorate” e il libro “Siamo seri!” Per informazioni: tel. 031-303366 (al mattino), oppure 348.4765852. A DONGO UN NATALE SEMPRE SPECIALE Sovrastante il maestoso portale della Plebana di Santo Stefano di Dongo, troneggiava, quasi sospesa tra terra e cielo, la grande stella, novella “cometa” che invitava gli abitanti della Zona Pastorale Tre Pievi a partecipare a “Natale in canto” di lunedì 5 gennaio scorso. E da ogni parrocchia alto lariana sono accorsi numerosi i fedeli, occupando ogni angolo della grande cattedrale, come dal programma della “Caritas Tre Pievi” e che ha assunto oramai il carattere di incontro annuale tradizionale tanto atteso per ascoltare le varie corali ed applaudire i propri ‘artisti’ che con fatica, impegno, sacrifici non hanno deluso i tanti appassionati ed ammiratori. Abbiamo detto ‘artisti’ perché in ogni corale c’è sempre qualcuno che riesce a dare un ‘tono’ particolare e che viene poi sottolineato da un prolungato e scrosciante applauso che coinvolge le ampie navate del grandioso tempio del Signore. Ogni gruppo viene presentato da un proprio speaker che anticipa i contenuti dei vari canti. Quest’anno sono state 10 le corali presenti all’appuntamento natalizio e per primi si sono esibiti i ‘piccoli’ dell’Istituto Civico Musicale di Dongo e via via gli altri gruppi fino alla corale “Aurora surgens” ed ognuno ha ricevuto il meritato riconoscimento di applausi sinceri e coinvolgenti. Significativi e commoventi poi alcuni particolari: a) la corale di Dosso del Liro, pur nella sua esiguità, ha voluto aprire il proprio momento con un ‘inedito’ canto: “SS. Annunziata”, composto da padre Valerio Rusconi, francescano, già loro parroco e per lunghi anni missionario in Libia e Somalia, il cui periodo ha condensato in un suo libro “I Coloni Italiani” che è uno ‘spaccato’ di vita avventurosa in mezzo a enormi difficoltà e che merita di essere conosciuto e divulgato; b) la corale di Trezzone, la più piccola tra le parrocchie, ma che in ogni giorno del Signore è presente alla liturgia eucaristica, voce viva del popolo di Dio verso il Signore-Bambino. Tutte, ma proprio tutte, le corali meriterebbero una sottolineatura, ma ci limitiamo alla “Aurora surgens” che, iniziata a Milano da padre Marcellino Ripamonti nel 1968 (auguri per il suo 40° di attività), è continuata a Dongo presso il Convento francescano dove si venera la Madonna delle Lacrime, eletta a patrona delle Tre Pievi da mons. Alessandro Maggiolini, il 1° novembre 2004, su proposta della Conferenza Aziedale di San Vincenzo de’ Paoli - Ferriera di Dongo - nel 150° anniversario del dogma dell’Immacolata Concezione, corale che è composta da elementi delle varie comunità e che rappresenta quindi un po’ tutta la Zona Pastorale e che ha ricevuto un caloroso, prolungato, interminabile applauso finale. Buon Anno a tutti. GIANNI MORALLI ASNAGO DI CERMENATE SI È SPENTA LA VIGILIA DELL’EPIFANIA In memoria di nonna Maddalena Toppi entodue anni portati bene, di cui una novantina, o poco meno, a servizio della Chiesa, del mondo contemporaneo, cioè del prossimo, sono il prezioso bilancio esistenziale di Maddalena Toppi di Asnago-Cermenate, spentasi la vigilia dell’Epifania. Autentica donna di Azione Cattolica, non tanto perché era “socia” fin dall’infanzia, facendone tutto il percorso formativo nelle varie fasi, anche con qualche responsabilità organizzativa, ma perché ha incarnato con la sua vita lo spirito missionario, il compito di evangelizzazione che l’Associazione comporta. Gradualmente ha maturato la forte spiritualità ecclesiale attraverso la preghiera, la costante meditazione del Vangelo, il catechismo, la liturgia, i testi conciliari, ricchezze a cui lei attingeva incessantemente, per viverle in C Aveva centodue anni portati bene, di cui una novantina, o poco meno, spesi a servizio della Chiesa di CIA MARAZZI profondità. Ma il suo ambito privilegiato, per una schietta testimonianza cristiana, è stato il mondo del lavoro, il suo “campo di apostolato” perché lì ha giocato la forza della sua fede cristiana. Alla Fisac, la grossa fabbrica di seta comasca, dove ha lavorato da giovane fino alla pensione, con ammirevole attitudine sindacale, ha difeso i diritti della persona, delle persone; ha speso il suo tempo faticoso per il bene di tutti, ha guadagnato fiducia e simpatia: niente di più! A lei interessava “lavorare per il regno di Dio in mezzo alla gente” - diceva -, come aveva imparato in Azione Cattolica ai tempi di mons. Induni. Tanto che, cessato il lavoro in fabbrica, ha continuato gratuitamente, anche attraverso le Acli che l’avevano avuta fra le prime aderenti nel difficile dopoguerra comasco, ad aiutare i pensionati, i bisognosi a sbrigare pratiche, a sostene- re diritti, ad osservare doveri. Intanto le è sempre piaciuto dipingere: autodidatta, fissava acutamente i colori dei foulards della Fisac, li stampava nei suoi occhi azzurri, li ritrasmetteva nei suoi disegni. Perché il suo animo fine aveva bisogno anche di quello, magari dopo lunghe riunioni per rinnovo contratti, cassa integrazione, revisione turni, che sentiva non fastidiosi problemi, ma segni dei tempi, anzi richiami di aiuto ai fratelli. Si impegnava a “pregarci su”, come diceva lei, poi andava, partecipava, discuteva, insieme “agli altri” che non erano poi tutti del suo parere. Eppure, se non sempre condivisa, era stimata. Maddalena Toppi resta, nella storia del laicato diocesano, una figura di donna completa nella spiritualità, nella attività, nella sapienza femminile. Pur datata nel suo tempo, con i suoi tipici modi, lascia un valido messaggio all’Azione Cattolica, anche a chiunque crede all’urgenza di testimoniare chiaramente la fede: val la pena di donare se stessi a servizio degli altri, sicuri che il Signore, pregato e amato davvero, conduce a buon fine tutti i progetti. Pensare questo, alla luce del suo esempio, può essere un dono che lei ci fa. CHIUDE IL PRESEPE A GUANZATE Chiude al Santuario mariano di Guanzate, domenica 25 gennaio, il grande presepe dedicato a padre Pio, che per numero di visitatori ha superato ampiamente quello degli scorsi anni. Ma già da lunedì 2 febbraio, festa della presentazione del Signore e della Madonna Candelora, inizia la novena della Madonna di Lourdes con un incontro di preghiera, ogni giorno, alle 16.30 fino al 10 febbraio. Mercoledì 11 febbraio, giorno della prima apparizione della Madonna a S. Bernardetta nella grotta di Massabielle, apertura del Santuario alle 14.30 per le seguenti celebrazioni: S. Rosario, celebrazione mariana, benedizione e distribuzione ai presenti dell’acqua di Lourdes, benedizione e bacio della reliquia di S. Bernardetta fino alle ore 18.00. Per l’occasione verrà allestita in Santuario una riproduzione della grotta di Lourdes per ricreare l’atmosfera della città mariana dei Pirenei. CRONACA P A G I N A 24 Lago&Valli IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 GENNAIO 2009 TREMEZZO SABATO 17 GENNAIO Teresio Olivelli: resistenza, pluralismo, unità Un convegno dedicato al “martire della libertà” nell’anniversario della morte esistenza, pluralismo, unità. Teresio Olivelli, ribelle per amore”. Si presenta con questo titolo il convegno, organizzato da diversi enti e associazioni del territorio comasco, dedicato al martire della libertà, e in programma sabato 17 gennaio presso il cinema teatro “Teresio Olivelli”. “Con il trascorrere del tempo - scrive Antonio Borrelli sul sito: www.san tiebeati.it - ci si rende conto come oltre la grande strage programmata ed operata dai tedeschi di Hitler contro gli ebrei, gli zingari, i malati di mente, vi sono state tante belle figure di vescovi, sacerdoti, religiosi, laici impegnati e dissidenti politici, che spesero la loro vita, nell’affermazione dei principi cristiani e nell’aiuto concreto ai perseguitati, di quel triste periodo della storia d’Europa. Alcuni sono stati già proclamati santi e beati R “ della Chiesa, come ad esempio san Massimiliano Maria Kolbe conventuale francescano, la beata Edith Stein suora carmelitana, il beato Bernardo Lichtenberg sacerdote diocesano, ecc., ma tanti altri sono avviati al riconoscimento ufficiale della loro santità e del loro martirio avvenuto nello stesso contesto e fra questi vi è la luminosa figura del Servo di Dio Teresio Olivelli, laico cat- tolico, soldato, partigiano, martire della carità». La storia di Teresio è ormai nota ai più. Nato a Bellagio il 7 gennaio 1916, a 10 anni la famiglia si trasferisce a Mortara (Pavia) dove vive la sua adolescenza, accompagnata da una profonda passione cristiana. A 18 anni si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza presso l’Università di Pavia distinguendosi per la sua dedizione, generosità IL PROGRAMMA DEL CONVEGNO Il convegno si svolgerà presso il Cinema Teatro “Teresio Olivelli” di Tremezzo sabato 17 gennaio. Ecco il programma della giornata: Chiesa parrocchiale di Tremezzo ore 8.30 Celebrazione S. Messa di suffragio e deposizione corone. Cinema Teatro “Teresio Olivelli” Presiede i lavori il senatore Antonio Pizzinato, presidente regionale Anpi Lombardia; ore 9.30 relazione introduttiva “Resistenza, pluralismo, unità” del già senatore Luciano Forni; ore 10.15 intervento di Marco Cipriano, vice presidente del Consiglio Regionale della Lombardia; saluti dei sindaci e delle autorità presenti; ore 10.45 testimonianze e contributi di Gigliola Foglia, Gabriele Fontana, Ermes Gatti, mons. Giovanni Barbareschi; ore 12.30 interruzione dei lavori. Ricordiamo che, nel corso della sessione mattutina, una delegazione raggiungerà Bellagio, città natale di Teresio Olivelli, dove insieme alle autorità locali verrà celebrato un momento di ricordo. ore 14.30 relazione del professor Arturo Colombo, Università di Pavia; ore 15.00 testimonianze e contributi di Carla Bianchi Iacono, Venanzio Gibillini, mons. Paolo Rizzi, Giuseppe Valota; ore 17.00 conclusioni a cura del già onorevole Virginio Rognoni. e spirito di sacrificio. Nel 1936 scoppia la Guerra Civile Spagnola. Teresio, ventenne, si propone come volontario, a difesa dei più deboli. I suoi familiari gli impedirono di partire. Teresio, pur continuando gli studi, si votò alla preghiera e all’offerta di sé, affinché Cristo trionfasse non solo in Spagna ma anche in Russia in preda al bolscevismo ateo. Quasi subito dopo la laurea, ebbe l’incarico di assistente alla cattedra di Diritto Amministrativo nell’Università di Torino. “Fu per lui un periodo di intenso lavoro - scrive Antonio Borrelli - , di studi e di ricerca su temi giuridici e sociali; partecipò alla vita culturale ispirata dal regime imperante, ma del fascismo non accettò mai la violenza, la sopraffazione, il culto della razza; il suo ideale era lo stare dentro alla società e alle Istituzioni dell’epoca, per cristianizzarle. Era il momento in cui credeva, come del resto gran parte del mondo cattolico, fosse possibile applicare i principi cristiani al fascismo e quindi operò con lo scopo ambizioso, di staccare il più possibile il regime dal nazionalsocialismo tedesco”. Ma il fascismo tradirà ampiamente le sue aspettative. Nel 1940, con lo scoppio della guerra Teresio viene chiamato alle armi, raggiungendo il grado di sottotenente degli Alpini e nel febbraio 1941, come tanti altri giovani, si arruola volontario e parte per la Russia. Con l’armistizio Teresio Olivelli, che amava profondamente la Patria, rifiuta di consegnarsi alle truppe di Hitler e il 9 settembre 1943, viene catturato con l’intera batteria e rinchiuso in un campo di prigionia a Innsbruck. Fuggito, vivo diviene il suo impegno per un’Italia libera in cui ardano i valori cristiani. Viene nuovamente catturato il 27 aprile del 1944 dalla polizia fascista. Verrà trasferito a S. Vittore, quindi nel lager di Grise (Bolzano), poi a Flossenburg in Baviera e infine al campo satellite di Hersbruck. Nonostante le torture e le vessazioni subite seppe sempre distinguersi per la sua fede e generosità. Morì per le ferite subite dopo aver difeso un giovane ucraino percosso ingiustamente, il 17 gennaio 1945. La diocesi di Vigevano ha aperto il 29 marzo 1987 il processo per la sua beatificazione, chiuso poi il 16 settembre 1989, gli atti sono attualmente presso la competente Congregazione Vaticana. DOMENICA 18 GENNAIO Tradizionale festa della Confraternita di Lanzo C ome da secolare tradizione a Lanzo d’Intelvi la terza domenica di gennaio ricordare la solennità del SS. Sacramento, festa della locale Confraternita; meglio conosciuta in tutta la Valle come festa della “Terza”. La costituzione della Confraternita del Santissimo Sacramento eretta presso la parrocchia di San Siro vescovo, risale al XVII secolo e si richiama in linea generale alla impostazione del proprio ultimo regolamento riformato in data 16 gennaio 1887. Con il tempo essa ha però perso lo spirito di vita comunitaria, di assistenza e di promozione del culto, e mantiene come elemento fondante il decoro delle processioni e di particolari rilevanti celebrazioni religiose (come in occasione della santa Cresima), la collaborazione alla gestione parrocchiale e l’impegno nelle ore di adorazione. I confratelli e le consorelle - tenuti al versamento della tassa annuale partecipano (con la propria divisa, gli uomini) ad ormai poche, ma significative, funzioni religiose, e cioè: - terza domenica di gennaio, festa propria della Confraternita - ultima domenica di gennaio, solennità della B.V. di Loreto - prima domenica di maggio, festa di Santa Croce - domenica del Corpus Domini, da alcuni anni celebrato con processione unica a livello zonale. L’Adunanza Generale si svolge annualmente il 6 gennaio durante la quale, tra l’altro, vi è l’elezione dei priori. Il programma prevede alle 10.15 la celebrazione, presso la parrocchiale di San Siro, della solenne S. Messa, animata dalla locale corale, preceduta dalla esposizione del Santissimo Sacramento. Quest’anno non ci sarà l’entrata di alcun ‘Novizio’, in quanto l’anno scorso non c’è stata la festa della Prima S. Comunione. Nel primo pomeriggio al termine della solenne adorazione eucaristica canto dei Vespri, quindi processione per le vie del paese (adornate dalle sandaline bianche e rosse) con la partecipazione del locale Corpo Musicale. Al termine benedizione eucaristica ed ‘Entrata’ dei nuovi priori con incensazione. La giornata si chiude con le note della Banda di Lanzo che omaggiano il parroco, i priori e la Confraternita tutta. Il giorno seguente vie- ne poi celebrata una S. Messa a suffragio di tutti i confratelli e le consorelle defunti. Per La Cancelleria della Confr. C. CANEVALI E G. LOMBARDO CRONACA P A G I N A 25 Lago&Valli IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 GENNAIO 2009 GLI ABBONDANTI FIOCCHI CHE HANNO COPERTO LA VAL D’INTELVI La neve, disagi e... fascino Caduta copiosa ha creato non poche difficoltà anche alla popolazione attrezzata dei luoghi montani. E la memoria va agli anni lontani, quando in caso di difficoltà ci si serrava in casa con la dispensa ben fornita Una foto scattata in Val d’Intelvi agli inizi del Novecento di RINA CARMINATI FRANCHI S Antoni dala barba bianca - se l’è minga rivada nun la manca” dice un vecchio proverbio a proposito della neve invernale, ma quest’anno è il caso di ricordare un altro adagio dialettale Tropa grazia, S.Antoni ! Come si può scrivere un articolo che, a dire il vero, è diventato quasi una chiacchierata settimanale, senza parlare della neve di metà gennaio? Dobbiamo dare atto che non è possibile perché, mentre scrivo, fuori volteggiano grandi farfalle bianche che ricoprono ancora il già abbondante manto nevoso che staziona sui nostri paesi da un mese abbondante. Fortunatamente è piovuto, così la neve si è abbassata, generando però un ghiaccio insidioso che, a ogni nuova nevicata, si nasconde rendendo le strade più pericolose, tanto per i pedoni quanto per gli automobilisti. Occorre dare atto che la neve ci offre molte cose originali, belle, poetiche, però anche tanti disagi. Penso ai cittadini che non sono attrezzati e abituati come noi di montagna a questo regalo. Che “ disastro aprire la porta di casa e trovarsi quasi prigionieri da un bel manto di neve sui trenta centimetri. Li capisco. Anche se ho a portata di mano il badile, la pala, la scopa grossa, e poi dove è più alta la piccola turbina che non ha mai lavorato come quest’anno, la neve spesso soffoca anche me. Ecco a infastidire, più d’ogni altra cosa, è il senso di limitazione, di fatica nel fare le cose più naturali, come camminare spediti, adoperare l’auto, fare la spesa... È vero che un po’ di prudenza facilita molto le cose: gomme da neve e catene a bordo, i para-neve sui tetti, il sacchetto del sale a portata di mano… Ma i nostri vecchi erano molto più attrezzati di noi e affrontavano l’inverno con accorgimenti tramandati da una generazione all’altra. Quando la neve perdeva la fantasia, quindi verso i trenta centimetri e incominciava a essere un’ospite indesiderata e scomoda, loro, invece di affannarsi come noi, chiudevano la porta di casa e si accomodavano accanto al fuoco. La preparazione a questo “letargo” era lunga e minuziosa. Pochi animali mantenuti, quelli indispensabili per il latte e per la carne, cascina e legnaia strapiene, cantine colme di patate e dispense piene di marmellate e sottaceti. In quasi la totalità delle vecchie case troviamo anche il forno per cuocere quelle belle pagnotte grosse e gustose che forse ci sembravano più buone condite con la fame che era sempre pre- IL PRESEPE VIVENTE DI ARGEGNO Nel contesto dei festeggiamenti di Natale è rientrato anche il presepe vi vente preparato con cura dal Comitato di “Capell” in collaborazione col Comune di Argegno. Da più giorni alcuni volenterosi hanno lavorato alacremente trascinando alloro e rami di ulivo e così dopo un anno di pausa è stato possibile tornare ad ammirare il presepe vivente. Preceduti dai tre Re Magi a cavallo ed accompagnati dalla banda del paese con altri simpatizzanti una folla numerosa ha seguito la statua del Bambin Gesù portato dai confratelli per le vie del centro storico ove le cappelle facevano bella mostra di sé. Sgargianti costumi rivestivano gente di buona volontà che si sono prestati a rappresentare le varie sequele della vita di Gesù. Un sentimento di dolcezza riempiva i nostri cuori alla vista dei pastorelli che facevano da contorno alla capanna della Natività ove Maria e Giuseppe vegliavano il Bambin Gesù nella mangiatoia a cui un angelo statuario indirizzava i partecipanti. La strage degli innocenti meriterebbe un capitolo a parte, sia per i costumi sia per i personaggi a partire da Re Erode, sempre presente (l’attuale interprete) a tutte le manifestazioni importanti ed una lode agli attori che rappresentavano i feroci esecutori della strage. Fra le tante cappelle lodevole l’interpretazione della Samaritana al pozzo, ricca in costumi e colori. Ammirevole la pesca miracolosa in mezzo al fiume Telo che richiama alla memoria gente nostra di tempi non tanto lontani. Per finire un plauso ai figuranti della Crocifissione di Gesù, ai due esecutori crudeli di Santo Stefano, ai dottori della presentazione di Gesù al tempio, ai partecipanti all’ultima cena e a tutti quanti i figuranti che hanno partecipato con convinzione alla rappresentazione del Presepio Vivente. VALENTINO FAZZINI sente. Le torte e i castagnacci erano le specialità delle nostre nonne. Il fuoco ardeva tutto il giorno, la polenta, le minestre, la tola dal purcell, stazionavano attaccati alla catena del camino, e in giro si sentiva palpabile la soddisfazione di aver preparato tutto per bene. Così c’era un vivo ottimismo come se quello fosse un premio guadagnato con tanto lavoro. Anche la neve fungeva da frigorifero. Era tradizione che per l’ultimo dell’anno e per carnevale si mangiassero in compagnia le castagne lesse o arrostite e la panna montata. Per preparare la panna le donne prendevano una grossa conga di rame e la mettevano su un mucchio di neve fresca, poi versavano la panna giusto il tempo di farla raffreddare bene e la montavano con uno scopino fatto appositamente di rami secchi di faggio. Anche oggi, quando c’è tanta neve, è possibile ammirare tante situazioni che capitano molto di rado: come ogni anno allestisco un piccolo presepe nella grotta appositamente costruita per la statuina della Madonna di Lourdes. E così ho fatto anche quest’anno. La grotta non è molto grande, incastonata in un muro di sassi, ma non è neanche piccola. Eppure ha la particolarità di essere rivestita di tufo che, disposto ad arte, forma a sua volta dei piccoli atri interni. Quest’anno, come di consueto ho sostituito la statuetta della Vergine con la capanna e i pasto- ri, ma proprio in questi giorni di neve mi sono resa conto che la capanna era girata a testa in giù, cosa piuttosto strana... La spiegazione l’ho trovata quando dalla grotta ho visto volare via una coppia di pettirossi che vi avevano trovato un riparo, molto sicuro direi, dalla neve e dal freddo. Chissà perché ne sono stata felice, così ho ritirato la capanna e lasciato i pastori e i re Magi a far compagnia ai pettirossi. Una mattina della scorsa settimana presto, saranno state le cinque, mi ha svegliato lo stridio delle lame degli spartineve. Non volevo perdere lo spettacolo, così ho sbirciato da dietro i vetri il loro lavoro. Uno spettacolo da far rimanere a bocca aperta . La neve che cadeva ancora copiosa, i lampeggianti che rompevano ancora la nebbia soffice causata dalla nevicata e questi mastodontici mezzi muniti di una grossa lama che fendevano la neve provocandone minuscole valanghe. Dall’altra strada più piccola, però ecco sbucare inaspettato un piccolo trattore che faceva la figura, messo vicino agli spartineve, di un topo vicino a un elefante. Era verde bandiera, una macchia di colore gioioso in mezzo a tutto quel bianco, e mentre io mi domandavo cosa ci facesse in quel contesto, ho visto che trainava uno slittone di legno: la vecchia cala che tante volte avevo visto girare per il paese trainata dai cavalli e dai buoi, guidata da uomini e ragazzi vocianti. Una vecchia amica risuscitata per bisogno che ho rivisto volentieri. MUSICA IN COLLINA Musica in Collina. Ecco i prossimi appuntamenti ad ingresso gratuito in programma nell’ambito della tradizionale rassegna: 16 gennaio, ore 21 - Jazz e World music con Antonio Calogero ensemble featuring paul mccandless - Montano Lucino Teatro Smeraldo - via San Giorgio. Paul McCandless, il polistrumentista americano degli Oregon incontra la chitarra multiculturale di Antonio Calogero, le percussioni mediterranee di Andrea Piccioni e i colori latini di Davide Bernaro. 7 febbraio, ore 20 - musica popolare russa con Terem Quartet - Olgiate Comasco Auditorium medioevo - piazza Volta Il Terem Quartet è un insolito ed unico fenomeno nella cultura musicale moderna. I musicisti superano in modo convincente le barriere dei generi musicali, si esibiscono indifferentemente nelle più famose sale da concerto così come nel festival jazz o di world music, catturano l’attenzione dello spettatore di tutte le nazionalità e provocano immancabili ovazioni alla fine di ogni loro performance. 7 marzo, ore 20 - World music con Jacqueline Perkins & The exotique band - Albiolo - Centro Civico via Indipendenza. Jacqueline Perkins cantante americana molto ispirata dal jazz e dalle raffinate ballate di Joni Mitchell sarà in tour in Italia presentando il suo nuovo CD. 14 marzo, ore 20 - Blues music con Tom Principato & Powerhouse – opening: ginsberg’s dream - Lurate Caccivio - Teatro Pax - Lurate. Cantante e chitarrista proveniente dalla Virginia, Tom Principato, è considerato uno dei protagonisti del blues internazionale, influenzato dal grande B.B. King e da Danny Gatton, con il quale ha inciso un eccellente disco: un autentico summit blues in cui i due chitarristi suonano tra loro come se stessero conversando tra cari vecchi amici. CRONACA P A G I N A 27 ValliVaresine IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 GENNAIO 2009 GEMONIO INTERVENTI DI PULITURA PER GLI AFFRESCHI Restauri a san Pietro I n tanti si sono sicuramente recati, nelle settimane scorse, nell’antica chiesa romanica di San Pietro in Gemonio per vedere il presepio che anche quest’anno – come succede ormai da tempo – è stato realizzato da un bel gruppetto di volontari “artisti” della Pro Loco, all’interno del monumento. L’occasione data dalla visita al presepio (visitabile ancora sino a fine mese), ha dato l’opportunità di prendere visione anche dei lavori di restauro che tra agosto e settembre 2008 hanno interessato l’abside laterale destra della chiesa di San Pietro. A darcene notizia è Monica Campanerut che sulle pagine del “Campanile di Gemonio” – il periodico parrocchiale – descrive in un suo articolo l’importante lavoro svolto dal restauratore Giorgio Baruta di Chiuro (So). “L’intervento – spiega l’autrice è consistito nella pulitura della superficie pittorica per eliminare le parti “sovrammesse” nei restauri precedenti e i depositi di “sporco” atmosferico insieme alle tracce di efflorescenze saline, allo scopo di riportare all’antico splendore la scena della Vergine con il Bambino, San Rocco e San Pie- tro”. Un pannello posto a fianco dell’abside illustra il lavoro svolto e le modalità di intervento che il restauratore ha utilizzato per consolidare la muratura, integrare le lacune e dare continuità all’affresco sfruttando la tecnica del “rigatino” ad acquerello. “ Nel corso dei lavori – ci ricorda ancora Monica Campanerut nel suo articolo - la pulitura del vestito della Madonna ha fatto riscoprire la figura di un “astante” o “offerente”, inginocchiato ai suoi piedi. […] immagine che era stata occultata dai vari rifacimenti, inoltre, sulla destra è riapparsa anche l’immagine del cane di San Rocco che era quasi scomparsa”. Ovviamente tutto il restauro è stato eseguito sotto la sorveglianza dell’architetto Stolfi della Soprintendenza ai Beni Architettonici e paesaggistici di Milano. Unico rammarico, non essere riusciti a trovare, con il restauro, tracce sull’autore del dipinto e sulla data di esecuzione dell’opera. Poco male! “… il compito di scoprirlo – conclude Monica Campanerut – spetterà agli studiosi che in futuro vorranno interessarsi a quest’opera!”. A.C. CITTIGLIO MINISTRANTI SULLA NEVE DI CABIAGLIO AFRICALENDARIO/9 SE VIAGGIARE IN CAMP AGNA CAMPAGNA FA CAPIRE LA CITTÀ Nairobi è in preda a un’inarrestabile espansione. Le statistiche dicono che ogni anno la popolazione cresce di circa 200.000 persone: la metà di queste arriva dalla campagna. In media significa quindi che quotidianamente più di 250 persone si trasferiscono in città, per la maggioranza andando a ingrossare le già immense baraccopoli. Le cause di una tale spinta migratoria, che può apparire insensata se si considerano le difficoltà dell’ambiente degli slum e la scarsità di posti di lavoro salariati, mi sono apparse più chiare facendo, la scorsa settimana, un viaggio nelle zone rurali dell’Ovest del Kenya. La gente abita in villaggi composti da case sparse, di solito senza acqua ed elettricità. Tutti i servizi (innanzitutto scuole e sanità) tendono ad essere concentrati nei centri urbani, i migliori tutti a Nairobi. I contadini praticano un’agricoltura che, almeno in queste regioni, permette di sfamarsi senza troppe difficoltà ma non consente mai un accumulo anche minimo di denaro. Realizzare qualsiasi investimento è quindi un’impresa a dir poco ardua, possibile solo con l’aiuto di partenti che abitano in città, o istituzioni e ONG che anch’esse abbondano soprattutto a Nairobi. La decisione di lasciare il proprio luogo di origine diventa allora più comprensibile, anche se, allo stesso tempo, il legame con la campagna rimane molto presente. Tutti cercano di passare i momenti di festa in campagna con i propri parenti e, soprattutto, seppelliscono i propri defunti nella terra di origine della propria famiglia. Osservando queste pratiche ho compreso meglio il senso di sradicamento che accomuna gran parte degli abitanti di questa enorme, insensata, metropoli. MARTINO GHIELMI e vacanze natalizie, unite alla neve che ancora abbondante è presente sui prati della Valle, hanno invogliato ad organizzare un bel pomeriggio di slittate con il gruppo chierichetti di Cittiglio. L AFRICALENDARIO/10 IL SOGNO DI UN FUTURO MIGLIORE V A... VA... DI CORSA! È così che una ventina di ministranti, assieme ad alcuni genitori e a don Gian Battista Binda hanno raggiunto nei giorni scorsi le piste di Cabiaglio per sfidarsi in allegre discese con bob e slitte. Ecco il gruppo nella foto. FESTE D’INVERNO Tante celebrazioni in onore di Sant’Antonio questo fine settimana. Uno dei più popolari santi della tradizione cristiana nelle Valli Varesine viene ricordato e festeggiato nelle comunità di Zuigno, Bedero, Cuveglio e Orino, con celebrazioni e processioni ad esso dedicate, che vedono sempre una grande e devota affluenza di fedeli. A Cuveglio la festa di S. Antonio avrà una prosecuzione la sera di lunedì 19 con la Tradizionale cena di S. Antunin, organizzata dal Circolo di Cuveglio. Anticipazione della festa ci sarà – come consuetudine – la sera di venerdì 16 gennaio a Viconago con la S. Messa alle 20.30, al termine, il grande falò e, in chiusura, lo spettacolo pirotecnico che richiama sempre numerosissimi turisti anche dalla vicina Svizzera. S. Antonio sarà ricordato anche la sera del 18 gennaio anche dalla piccola comunità di Avigno che si ritroverà per festeggiare il santo nella S. Messa delle ore 18.00. FESTA DI SAN GIULIO A CITTIGLIO In preparazione della festa patronale di San Giulio Prete che cade il 31 gennaio, la comunità parrocchiale di Cittiglio ha organizzato un concerto gospel per sabato prossimo, 24 gennaio con inizio alle ore 21.00, in chiesa parrocchiale. Interverrà il gruppo gospel “Greensleeves” di Varese che proporrà il proprio repertorio di canti. All’organizzazione della serata collaborano anche la banda musicale “Amici della Musica” di Cittiglio e l’amministrazione comunale. FESTA DI SAN GIULIO A CUGLIATE Anche Cugliate festeggia come suo patrono S. Giulio Prete e in preparazione della ricorrenza liturgica del santo, fin dalla prossima settimana, sono state programmate varie iniziative: • sabato 24 gennaio, ore 20.30 in chiesa: Coro da Camera del civico Liceo Musicale di Varese, diretto dal maestro Gabriele Conti; • giovedì 29 gennaio, ore 16.30: S. Messa e adorazione eucaristica sino alle 20.30 poi adorazione comunitaria e benedizione finale; • venerdì 30 gennaio, ore 9.30: S. Messa e adorazione eucaristica libera sino alle 15.00, poi adorazione guidata per i ragazzi delle medie e alle 15.30 benedizione. Ore 20.15 preghiera per la Pace con camminata a partire dalla località Taverna sino alla chiesa parrocchiale e conclusione con il Gran Falò in oratorio. A.C. Sport in Kenya significa prima di tutto atletica, corsa su lunghe distanze. Chi mi conosce sa che sono un appassionato, e non si stupirà che arrivato a Nairobi sia stato particolarmente contento di trovare a Kivuli (il centro dove abito) una squadra di atletica con una ventina di componenti. La loro giornata tipo inizia ancora col buio alle 6 di mattina, con un tre quarti d’ora di jogging al quale ho iniziato a partecipare due o tre volte la settimana. Alle 10 c’è il secondo allenamento, di solito il più pesante, molto rapido oppure lungo anche 35 km. Alle 5 di pomeriggio il terzo, meno intenso. Paul, David, Andrew, Edith, John sono giovani dai 18 ai 25 anni che per la maggior parte sono già riusciti a fare qualche stagione in giro per il mondo, dalla Germania alla Scozia, dagli USA alla Malesia (molto gettonata nonostante il clima tropicale perché dal Kenya non serve il visto d’ingresso). Riuscire a finire diverse volte tra i primi dieci in manifestazioni internazionali può essere sufficiente per poter sostenere un investimento in grado di cambiare il futuro. Da quando ho iniziato a correre con loro, ne ho ammirato ancora di più l’immensa tenacia e ho deciso di spendere insieme un pomeriggio alla settimana per cercare contatti di gare all’estero. 22 marzo, maratona di Roma: la scommessa è riuscire a far correre due atleti di Kivuli. Per seguire Martino e dialogare con lui: http:// martinkenya.splinder.com MARTINO GHIELMI P A G I N A 28 Sondrio CRONACA DI E P R O V I N C I A ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 GENNAIO 2009 PROVALTELLINA PRESENTATO IL SECONDO BANDO 2008: LE RICHIESTE VANNO PRESENTATE ENTRO IL 16 FEBBRAIO Fondi a famiglia, minori, disabili I l Consiglio di Amministrazione della Fondazione Pro Valtellina ha approvato il secondo bando 2008, che mette a disposizione la somma di 290.000 euro per il sostegno alla famiglia, la tutela dei minori e la partecipazione dei soggetti disabili alla vita sociale. Non è un errore: si tratta realmente del secondo bando dello scorso anno, perché, come ha spiegato il neo presidente della Fondazione Marco Dell’Acqua nell’incontro con la stampa e con i rappresentanti delle associazioni, la necessità di dover rinnovare le cariche e gran parte del Consiglio ha comportato gravi ritardi. A questo punto è stata esaminata anche la possibilità di annullare il tradizionale secondo bando e convogliare i fondi sulle attività del 2009, ma il Consiglio ha preferito mantene- re la cadenza che prevede l’emanazione annuale di due bandi, allo scopo di «diffondere la cultura della donazione», in linea con lo scopo primario della Fondazione. Il bando è rivolto a tutte «le organizzazioni operanti nel territorio della provincia di Sondrio con struttura associativa e scopo sociale assimilabile a quella di una Onlus, associazioni di promozione sociale e culturale, parrocchie, enti religiosi, enti pubblici territoriali, centri sportivi per giovani dilettanti comprendenti soggetti svantaggiati» e prevede il finanziamento di progetti che abbiano un importo compreso tra i 10.000 e i 50.000 euro. La Fondazione, però, non copre interamente le spese previste, ma solo il 50% e pone come condizione l’impegno, da parte dei richiedenti, a raccogliere il 20% dell’importo che rice- vono, attraverso le donazioni. Tutto ciò ha il preciso scopo di stimolare l’iniziativa delle varie associazioni e di promuovere solo quei progetti che riscuotano un effettivo interesse presso le comunità e che quindi possano ottenere tangibili aiuti. La stessa logica è attuata da alcuni anni anche dalla grande Fondazione Cariplo, che ha stipulato con la Pro Valtellina questo interessante patto: se quest’ultima, entro il 2012, riuscirà a raccogliere, attraverso le donazioni e i contributi, la somma di 5 milioni di euro, la Fondazione Cariplo raddoppierà tale cifra e porterà il patrimonio della Pro Valtellina a 15 milioni di euro. Si tratta di una somma considerevole, che permetterà di finanziare numerose attività assistenziali. La nostra Fondazione sembra sulla buona strada verso il con- INCONTRO A SONDRIO SUL TESTAMENTO BIOLOGICO L’associazione “Siro Mauro” per le Cure Palliative in provincia di Sondrio organizza per il pomeriggio di mercoledì 21 gennaio alle ore 17.00 a Sondrio, presso la sala conferenze dell’Unione Artigiani (in largo dell’Artigianato, 1), un incontro pubblico sul tema “Testamento biologico: pro e contro”. Interverranno: • il dottor Carlo Alberto Defanti, primario neurologo emerito all’ospedale Niguarda di Milano e membro della Consulta di Bioetica di Milano; • il dottor Amedeo Santosuosso, consigliere alla Corte d’Appello di Milano e presidente del Centro interdipartimentale di ricerca ECLS dell’Università degli Studi di Pavia; (entrambi i relatori, per le loro diverse competenze, hanno seguito la vicenda medico e giuridica di Eluana Englaro) • don Angelo Riva, docente di teologia morale al seminario diocesano di Como. Moderatore della serata sarà il dottor Donato Valenti, responsabile dell’Unità di Cure Palliative dell’Azienda ospedaliera di Valtellina e Valchiavenna e vice presidente dell’associazione “Siro Mauro”. L’iniziativa ha ottenuto il patrocinio di Azienda ospedaliera Valtellina e Valchiavenna, Azienda sanitaria locale, Comune di Sondrio, Comunità Montana di Sondrio e Provincia di Sondrio. Si ringrazia l’Unione Artigiani per la concessione della sala. Possibilità di parcheggio sotterraneo ingresso Sertorelli. Il testamento biologico è l’espressione della volontà da parte di una persona, fornita in condizioni di lucidità mentale, in merito alle terapie che intende o non intende accettare nell’eventualità in cui dovesse trovarsi nella condizione di incapacità di esprimere il proprio diritto di acconsentire o non acconsentire alle cure proposte (consenso informato) per malattie o lesioni traumatiche cerebrali irreversibili o invalidanti, malattie che costringano a trattamenti permanenti con macchine o sistemi artificiali che impediscano una normale vita di relazione. Un’associazione di volontariato come la “Siro Mauro” che quotidianamente opera per lenire il dolore delle persone affette da malattie inguaribili, nelle fasi finali della vita, non può esimersi dallo stimolare al proprio interno, ma anche verso tutta la popolazione, un dibattito culturale sulle tematiche etiche della fine della vita, in particolare sul testamento biologico, fornendo gli strumenti per accrescere le conoscenze e poter esprimere così motivati pareri al riguardo. È noto il dibattito in corso, anche a livello parlamentare in merito a diverse proposte di legge sul Testamento biologico o analoghi, come possibile strumento per salvaguardare o regolare la volontà di cura di chi si trovasse in condizioni di non intendere o non poter comunicare la propria volontà. «Tale dibattito – afferma Furio Zucco, presidente della SICP (Società Italiana di Cure Palliative) – anche in Italia, è prepotentemente uscito dagli ambiti dei mondi della scienza e della bioetica, coinvolgendo trasversalmente tutta la società civile. Come spesso accade, il dibattito intorno a temi che coinvolgono la vita umana rischia di trasformarsi da un civile confronto tra opinioni differenti in una rigida contrapposizione tra schieramenti ideologici. Eppure, alla base di tutto vi è il desiderio comune di contribuire ad evitare, laddove possibile, la sofferenza, soprattutto quando essa è correlata alle fasi conclusive della vita». Per favorire la partecipazione, è stato organizzato un servizio pullman da Bormio e da Chiavenna (compreso Morbegno). È necessaria la prenotazione del posto entro lunedì 19 gennaio telefonando ai numeri: • per l’Alta Valtellina: Barbara Silvestri, al 347-3096772; Angela Castelli, al 339-5951590; Bianca Panizza, al 338-6435603; • per Chiavenna e Morbegno: Cristina Bettega, al 348-7422743 seguimento di tale obiettivo, in quanto ha già raggiunto la somma di circa 3.500.000 euro. Nel recente bando, come ha illustrato bene la vice presidente Anna Pola Orio, il Consiglio ha preferito non finanziare indiscriminatamente tutti i progetti, ma focalizzare gli interventi su due ambiti sociali che oggi in provincia presentano le problematiche maggiori: la famiglia, con particolare attenzione alla tutela dei minori, in quanto rappresentano il futuro della nostra società e i percorsi di aggregazione e di partecipazione alla vita sociale di soggetti disabili. Si tratta di scelte operate a ragion veduta e in base a precise indagini, come ha sottolineato la vice presidente, ma ciò non ha mancato di suscitare qualche osservazione critica da parte dei rappresentanti delle associazioni, in quanto risulta esclusa la categoria degli anziani. È stato osservato, però, che particolari forme di assistenza agli anziani sono già previste negli interventi della Fondazione Cariplo. A questo proposito, è stato annunciato che giovedì 5 febbraio, presso la Fio- rida di Mantello, dalle ore 10.00 alle ore 12.00 la Fondazione Cariplo terrà la presentazione dei suoi bandi per il 2009; prossimamente il suo presidente Giuseppe Guzzetti farà visita a Sondrio. Per ogni ulteriore informazione sul bando ci si può rivolgere alla sede della Pro Valtellina in via Trieste 10/B a Sondrio oppure si può consultare il sito internet all’indirizzo www.provaltellina. org . Il termine per la presentazione delle domande è il 16 febbraio 2009. CIRILLO RUFFONI PSICOLOGI STUDIATI GLI EFFETTI DELL’ESTATE 1987 Una ricerca sull’alluvione U n testo dedicato a: “1987 Valtellina vent’anni dopo. Ricordi ed emozioni”. Sullo sfondo, la frana della Val Pola. Sono il titolo e l’immagine di copertina della ricerca psicosociale realizzata dai volontari della onlus sui ricordi e le emozioni delle persone coinvolte negli eventi alluvionali che hanno colpito la provincia di Sondrio nella calda e piovosa estate di quel famigerato 1987. L’indagine inizia con la cronaca di quelle giornate, dal 17 luglio al 27 agosto. time, la “rappresentazione” attualmente presente dell’esperienza traumatica. La ricerca è stata realizzata mediante interviste semi-strutturate alla popolazione più colpita con l’obiettivo, a vent’anni di distanza, di recuperare i ricordi e di far esprimere le emozioni del vissuto remoto ed attuale delle persone coinvolte. Lo scopo principale è dunque quello di indagare, attraverso i racconti delle vit- Sono stati coinvolti 96 soggetti, 42 maschi e 54 femmine, residenti all’epoca nelle quattro aree geografiche fra le maggiormente colpite dagli eventi calamitosi: 24 in Valmalenco, 35 in alta Valle, 24 ad Ardenno e 13 a Tartano. 22 di queste persone avevano, all’epoca dell’evento, tra i 10 e i 25 anni; 561 tra i 26 ed i 45 anni e 23 più di 45 anni. ZONA PASTORALE MEDIA VALTELLINA RITIRO DI QUARESIMA domenica 22 febbraio 2009 a Poschiavo con mons. Andrea Caelli, rettore del seminario di Como La giornata prevede un primo incontro alle ore 9.00, l’Eucaristia alle ore 11.30, la ripresa con il secondo incontro alle ore 15.00, seguito dal Vespro. Partenza col pullman da piazzale Bertacchi (davanti alla stazione ferroviaria di Sondrio) alle ore 8.00. Il rientro è previsto per le ore 18.30. Portare carta d’identità valida per l’espatrio. Quota: 15 euro (viaggio e pranzo). Iscrizioni fino ad esaurimento posti, telefonando a don Ferruccio (0342-514716, oppure 333-4211260). Il ritiro è aperto anche ai catechisti di altre zone pastorali. L’intervista effettuata era strutturata in 21 domande raggruppate in 4 aree: • esperienza psicologica vissuta (la percezione del pericolo, l’esperienza di separazione, il senso di comunità, la perdita di beni personali, i cambiamenti vissuti, le emozioni provate); • percezione del supporto psicologico ricevuto; • percezione della qualità dell’intervento dei soccorritori e della sua efficacia; • percezione della qualità della comunicazione. L’ultima parte è dedicata ad un approfondimento del tema del lutto, inteso come “perdita” in senso generale, nel contesto di emergenza. La ricerca è arricchita da grafici, tabelle, immagini e bibliografia. CRONACA P A G I N A 29 Valchiavenna IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 GENNAIO 2009 MESE L’ASSEMBLEA ANNUALE DELL’ASSOCIAZIONE CULTURALE “AMICI DELLA SACRA FAMIGLIA” Ricordando sempre don Primo... A ll’assemblea annuale della associazione culturale “Amici Casa Sacra Famiglia don Primo Lucchinetti”, tenuta a Mese, era presente domenica un folto numero di soci. Presiedeva i lavori la superiora generale suor Fedele. Lei e i collaboratori Marino Balatti e Marco Sartori hanno ricordato le attività svolte durante lo scorso anno. Il bollettino “Primo con tutti” è giunto al tredicesimo numero. In occasione dell’anniversario dell’apparizione della Madonna a Gallivaggio si è andati al santuario in pellegrinaggio, pregando, lungo il sentiero storico della Val San Giacomo. Un particolare impegno ha comportato l’allestimento della mostra “Primo Lucchinetti. Un uomo di Dio in mezzo al suo popolo” che è stata curata da Patrizia Lodigiani e Paolo Rotticci. Aperta al pubblico in un ambiente della Casa della Sacra Famiglia Mese in primavera, fu riproposta in agosto a Montespluga e a Madesimo, poi in autunno a Sondrio e a Somaggia. Duran- te l’anno il socio Marino Balatti ha portato a termine la schedatura dei volumi della biblioteca di don Primo Lucchinetti. Saranno ricollocati nell’ampio locale che servì da studio a don Tarcisio Sa- lice, ambiente tanto famigliare ai suoi amici, agli studenti laureandi che ricorrevano al suo aiuto per elaborare le loro tesi, agli studiosi di storia locale che non mancavano mai di fargli visita per averne suggerimenti e per confrontarsi su problemi aperti della storia della Valtellina e della Valchiavenna. Si sono ricordati poi le collaborazioni offerte dai giovani, in varie manifestazioni, in particolare dai membri della banda di Mese. Di grande soddisfazione per tutti è stata la notizia che, finalmente, è arrivata in porto la pubblicazione “Prete di parola. Don Primo Lucchinetti 1864-1935”, edita dalla cooperativa Nuove edizioni Duomo. Un libro che, negli intenti dell’associazione, vuole ricordare la straordinaria figura di un prete attento conoscitore della sua comunità, della sua storia civile e religiosa. Era presente anche l’autore Pier Luigi Boracco che, sinteticamente, ma in modo efficace, ha illustrato il contenuto del suo lavoro. In un prossimo articolo ci torneremo sopra. GIARDINO DELLA VALCAVA INCONTRO DELL’ASSOCIAZIONE Piante che fanno bene alla salute del secolo scorso attestanti la presenza di un giardino alpino (il secondo sulle Alpi italiane) sugli Andossi di Madesimo. Uno dei bollettini editi dall’Associazione Italiana Pro piante medicinali, aromatiche ed altre utili è datato 31 luglio 1925 e racconta dell’inaugurazione del giardino alpino di Madesimo con il saluto del poeta Giovanni Bertacchi. I soci dell’associazione erano già a conoscenza della presenza a Madesimo di un giardino botanico, curato da erboristi di Milano, risalente agli inizi del Novecento, ma certamente la scoperta dei bollettini, parte di un più ampio archivio storico, sono un’importante e significativa conferma che il lavoro intrapre- L o scorso 28 dicembre si è tenuto a Madesimo, presso la sala convegni della Palazzina Servizi, un incontro organizzato dall’Associazione Giardino Alpino Valcava Madesimo. L’incontro verteva sul tema dell’uso delle piante officinali per curare i malanni dell’inverno e prevedeva una prima parte didattica e, a seguire, una degustazione di tisane di erbe alpine. L’erborista Andrea Azzetti ha illustrato ad un nutrito gruppo di presenti le proprietà curative e il corretto utilizzo di alcune delle erbe che comunemente si possono trovare sulle nostre montagne e che da sempre sono utilizzate per curare raffreddori, influenze e mal di gola. Azzetti ha fornito indicazioni molto concrete sul come utilizza- re le diverse piante per curarsi in casa con metodi semplici e naturali. Oltre a questo momento con il botanico, l’incontro è stato l’occasione per presentare ai soci e simpatizzanti del Giardino Alpino il bollettino annuale dell’associazione e la programmazione per l’anno 2009. Il programma di attività del giardino, da maggio a ottobre, prevede una visita al mese accompagnati dall’erborista (ricordiamo però che il giardino è sempre aperto e chiunque può visitarlo aiutandosi con i pannelli esplicativi presenti lungo i diversi percorsi) più una giornata legata alla campagna di Legambiente “Carovana delle Alpi” nel periodo tra fine luglio e i primi d’agosto, la quale punterà la sua attenzione sullo stato delle Alpi in genere e su quel- lo che si può fare per preservare ambienti meravigliosi ma molto fragili. La tappa della Carovana delle Alpi prevederà la consueta visita al giardino più un momento con gli alpeggiatori dell’alpe Andossi che, con la loro attività, tengono viva una tradizionale economia alpina importante ma purtroppo in fase d’abbandono. A queste u-scite, pensate per i residenti e i turisti, si aggiunge il proseguimento dell’attività didattico-scientifica che il giardino ha di recente avviato con l’università degli studi di Milano. Infine l’incontro natalizio è stato l’occasione per presentare al pubblico una documentazione interessante e preziosa, donata ad un socio dell’associazione, rappresentata da bollettini risalenti agli anni Venti INGRESSO DEL NUOVO PARROCO A VERCEIA Sabato 17 gennaio, alle ore 15.00, si terrà la S. Messa con l’ingresso del nuovo parroco di Verceia, don Giovanni Dolci. Nativo di Chiavenna, classe 1945, dal novembre 2000 era parroco della comunità di Sondrio-Mossini. A VILLA DI CHIAVENNA PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI SEVERINO GIORGETTA Lunedì 19 gennaio, alle ore 21.00, il Comune di Villa di Chiavenna presenterà presso la chiesa parrocchiale di San Sebastiano la pubblicazione del volume illustrato “E non vi riuscirono. Diario di guerra di Severino Giorgetta e altre testimonianze”, edito dallo stesso Comune. Il volume riporta il diario di guerra redatto dall’alpino villese Severino Giorgetta sull’isola di Rodi tra il maggio e il settembre 1943, la sua esperienza di prigionia sino al termine del secondo conflitto mondiale. NUOVA BIBLIOTECA A S. GIACOMO Don Armando Pedrini, è stato per 30 anni parroco di S. Giacomo Filippo e si è dedicato col suo stile discreto, familiare e grande fedeltà alla sua missione fino alla prematura scomparsa tre anni fa nei primi giorni del 2006. Il suo impegno pastorale comportava anche di raggiungere i paesi di Olmo, S. Bernardo, Dalò per la Messa. Don Armando coltivava anche tante passioni, quali quelle del radioamatore, del volontario del soccorso “Valle Spluga” di Campodolcino e della lettura. Raccolse così una cospicua biblioteca con quasi tremila volumi che nel suo testamento lasciò a degli amici. Proprio Silva Capelli e la figlia Elisa Nesossi, laureata in Lingue e civiltà orientali a Venezia, hanno pensato di donare il patrimonio librario alla comunità e alla parrocchia di S. Giacomo Filippo, che con l’interessamento del Comune, hanno allestito la biblioteca presso l’accogliente salone della casa parrocchiale vicino alla chiesa. L’inaugurazione della nuova struttura si è tenuta sabato 3 gennaio dopo la Messa delle ore 17.00 con la benedizione di monsignor Ambrogio Balatti. La biblioteca, che sarà a disposizione degli abitanti, sarà aperta con l’intervento di volontari, alcuni dei quali si sono dedicati con molta passione al riordino e alla catalogazione con il coordinamento importante delle stesse persone che avevano ricevuto i testi da don Armando. Con l’uso di un computer, anche questo lascito dal parroco, sarà possibile andare alla ricerca dei volumi che vanno dalle monografie alle enciclopedie a testi di carattere storico, geografico, religioso. Non manca la sezione della letteratura e narrativa, della storia locale, sono presenti libri antichi e molti vocabolari anche di lingue come il polacco e il cinese. Una bella iniziativa che permetterà a S. Giacomo e agli amici di ricordare in modo vivo un sacerdote molto stimato e disponibile. G.Z. so in questi anni ha un profondo significato storico culturale oltre che scientifico. L’incontro è terminato con un assaggio di tisane della cooperativa Erba Dorada di Morbegno. E.M. GRUPPO CULTURALE BIBLIOTECA DI SAMOLACO Presso la elegante sede della Biblioteca di Samolaco a San Pietro, il giorno 5 gennaio si è tenuta l’annuale assemblea della associazione che conta un nutrito numero di iscritti. Il presidente Sergio Scuffi ha illustrato l’attività del gruppo nell’anno trascorso che ha visto diversi soci impegnati in attività di ricerca storica e di pubblicazione. È uscito infatti il libro concernente la antica chiesa di S. Andrea Al Mot che ha avuto una ottima diffusione, ma anche il numero della rassegna di storia e costume “Al lavatoi - Samolaco racconta” con articoli di diversi autori e che da quest’anno è stato stampato a colori. Alcuni soci si sono dati da fare nell’allestire la medioevale torre del Culumbée come museo etnografico aperto ai visitatori negli scorsi mesi. Illustrati anche i programmi della associazione che ha in itinere altre ricerche e pubblicazioni. Impegno c’è ad esempio nel raccogliere foto di alcuni anni fa da digitalizzare e poi archiviare per ricostruire abitudini, ambienti e tradizioni oltre che gruppi di persone, o mantenere rapporti con molti emigranti legati al paese e che spesso elargiscono donazioni proprio nel settore culturale. Annunciati anche acquisti di libri e computer più moderni per tenere aggiornata la biblioteca. Presente il Sindaco Bianchi che ha ringraziato il gruppo per le attività promosse ed ha assicurato la volontà del comune di Samolaco di lavorare insieme per altre iniziative dopo il restauro e l’allestimento della torre Culumbée. Ha preannunciato a questo proposito la volontà congiunta dei comuni di Gordona e Samolaco di procedere al restauro e all’allestimento della caratteristica Cà Pipeta, recentemente donato al comune di Gordona dalla proprietà. Si tratterà di acquisire anche un pezzo di bosco circostante la casa. Da parte di alcuni soci è stato ricordato anche il caratteristico nucleo della Cuéta a Era, che insieme al Culumbèe e alla Cà Pipeta potrebbero essere punti di un itinerario turistico-ambientale e culturale. G.Z. P A G I N A 30 CRONACA Sondrio&provincia IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 GENNAIO 2009 PROVINCIA E COMUNE DI SONDRIO DA PALAZZO PRETORIO UN INVITO A COLLABORARE Impianti sportivi: che cosa fare? In un periodo di difficoltà e ristrettezze economiche le istituzioni cercano possibili percorsi per realizzare strutture utilizzabili da tutti di ALBERTO GIANOLI L ufficio tecnico dell’amministrazione provinciale di Sondrio ha disposto il progetto esecutivo per la realizzazione di una nuova palestra da realizzarsi nelle adiacenze degli istituti “Besta” e “Fossati” presso il campus scolastico del capoluogo valtellinese. L’annuncio non è giunto da Palazzo Muzio, sede dell’amministrazione provinciale, ma da Palazzo Pretorio, ove l’assessore ’ con delega allo sport del comune di Sondrio Omobono Meneghini ha incontrato i giornalisti. Da alcuni anni ormai si avvertiva l’esigenza dell’edificazione di una nuova struttura sportiva presso il campus di via Tonale, ora il progetto ha raggiunto la fase esecutiva. «Una nuova palestra realizzata sul territorio comunale non è solo una necessità, ma un’occasione di avere una nuova struttura che vada Omobono Meneghini incontro alle sempre maggiori richieste non solo del- INCONTRI PER LE FAMIGLIE ADOTTIVE Il Centro Adozioni dell’Asl della Provincia di Sondrio organizza, presso la sede di Sondrio, in via Nazario Sauro, 38, degli incontri rivolti alle famiglie che hanno avuto figli in adozione sino all’anno 2003. Nel corso degli incontri verranno trattate tematiche riguardanti il bambino in età compresa tra i 6 e gli 11 anni. Il percorso prevede 4 incontri a cadenza mensile di 3 ore ciascuno. Il primo si terrà: martedì 20 gennaio dalle ore 14.00 alle 17.00 e avrà come tema: “I cambiamenti nella vita del bambino e della famiglia” (evoluzione della esperienza adottiva, lo sviluppo del bambino). Per eventuali informazioni ed iscrizioni è possibile contattare direttamente il Centro Adozioni al numero 0342-555745, anche lasciando un messaggio in segreteria telefonica. LE CLASSIFICHE DEL SOLE24ORE Il presidente della Provincia di Sondrio, Fiorello Provera, e il sindaco del capoluogo, Alcide Molteni, escono decisamente a testa alta dall’ultima classifica del “Sole24Ore” di Governance Poll relative al gradimento dei cittadini nei confronti di presidenti di provincia e sindaci dei capoluoghi. Provera si piazza al 7° posto assoluto in Italia e Alcide Molteni al 42° fra i primi cittadini dei capoluoghi di provincia. Oltretutto entrambi sono in crescita: il primo passa da un indice del 64,5% del 2007 al 66% del 2008 passando per il lieve calo al 63,5 % del 2007. Per Molteni, al 1° da sindaco in questa sua seconda tranche, non ci possono essere confronti con gli anni scorsi. Il 55% del quale è accreditato, però, è superiore al 54,2% con il quale ha vinto le elezioni. ALLA «PICCOLA OPERA» DI TRAONA UNA SERATA SPECIALE CON MARCO CONFORTOLA Un appuntamento speciale con un grande dello sport estremo, il gigante dell’alpinismo valtellinese Marco Confortola e i piccoli ospiti del centro “Rita Tonoli” di Traona. La serata sarà presentata da una volontaria della “Piccola Opera”: Annarita, speaker di Radio Bellagio 103, l’emittente lariana che ha seguito l’impresa sul K2 dell’alpinista in diretta satellitare. Marco Confortola parlerà della sua impresa sul K2 e mostrerà sue foto e filmati. Racconterà come è riuscito a portare a casa dal K2, il valore più prezioso: la vita! Parlerà, ai bimbi e ai giovani e tutti coloro che vorranno partecipare alla serata, con la sua grande semplicità e credibilità. Educare con i valori degli 8000. La serata, aperta al pubblico, sarà anche l’occasione per conoscere da vicino la splendida realtà della Piccola Opera di Traona, i bambini e mamme ospitati e le Sorelle che, grazie al loro impegno e alla grande umanità ed amore, tengono viva la Piccola Opera, assieme ai volontari. Per l’occasione i monaci cistercensi dell’Abbazia di Piona, con la loro eccezionale partecipazione, terranno un suggestivo momento di preghiera, regalando così una felice coda natalizia. Una serata in “ famiglia Piccola Opera”, che regalerà grandi e personalissime emozioni. Appuntamento a mercoledì 21 gennaio, alle ore 20.30 a Traona (So), presso la Piccola Opera, in via Castagna 3. IL SITO INTERNET PER GLI STUDENTI DI VALTELLINA E VALCHIAVENNA È nato da poco il sito internet www.studenti valtellinavalchiavenna.it, «rigorosamente apolitico e apartitico» si legge sulla homepage, luogo di incontro in cui tutti gli studenti della provincia di Sondrio possono ritrovarsi, discutere tra loro, promuovere idee, iniziative. Il sito contiene inoltre una sezione dedicata alle foto della nostra provincia, oltre che un collegamento al portale Informagiovani e al sito della Provincia. Per informazioni e suggerimenti si può contattare il presidente del comitato degli studenti di Valtellina e Valchiavenna all’indirizzo mail daniele.pizzoca [email protected] o al numero di cellulare 340-67367 23 o la segreteria del comitato: mail mirko.paga [email protected], cellulare 340-4174018. le scuole, ma anche delle numerose società sportive» ha dichiarato l’assessore Meneghini che lo scorso ottobre, quando è venuto a conoscenza del progetto per la nuova palestra, si è messo in contatto con la sua omologa in amministrazione provinciale, l’assessore Elisabetta Ferro Tradati. «Quando mi è stato mostrato il progetto - ha spiegato Meneghini - ho rilevato che la palestra che si intende realizzare presenta diverse carenze funzionali quali l’assenza di spazi per il pubblico, gli spogliatoi sottodimensionati secondo i parametri del CONI e un’accessibilità limitata poiché consentita solo dall’interno del campus scolastico». Le obiezioni dell’assessore, motivate anche dal fatto che nelle note tecniche del progetto si prevede per la nuova palestra una possibile fruizione non solamente scolastica dell’impianto, sono state prontamente rivolte all’amministrazione provinciale che si è detta disponibile a perfezionare il progetto purché il Comune di Sondrio si faccia carico del conseguente necessario aumento delle spese. Condizione che però non trova d’accordo l’assessore sondriese che solleva pacatamente il problema: «Non voglio fare polemiche o strumentalizzazioni perché non mi interessano e non sono nel mio stile». «Sapendo che nessuna amministrazione naviga nell’oro - ha proseguito Meneghini -, voglio rivolgermi alla signora Ferro Tradati, non nella sua veste di assessore provinciale, ma in quella di sindaco di Bormio che certamente sa quanto sono importanti i finanziamenti sovra comunali e la vicinanza al territorio». «Ritengo che la costruzione di una palestra a queste condizioni - ha aggiunto l’assessore sondriese per lo sport - non sia un modo oculato di spendere i finanziamenti pubblici. Non metterò i bastoni tra le ruote a nessuno ma, se effettivamente la scuola necessita di una palestra, valutiamo bene come farla e quando farla». Meneghini chiede di poter sedere ad un tavolo con l’amministrazione provinciale e rivalutare il progetto, inserendo la re- alizzazione di spogliatoi adeguati, uscite di sicurezza, accessibilità dall’esterno del campus e magari un’area parcheggio per rendere possibile, oltre all’attività curricolare scolastica, lo svolgimento di manifestazioni sportive con l’accesso di pubblico. «Inoltre - ha segnalato l’assessore - il progetto attuale non include la prevenzione incendi poiché si considera la palestra utilizzabile solo per le ore scolastiche di educazione fisica con un afflusso inferiore alle cento persone. Ma già nascerebbero delle difficoltà se si dovesse utilizzare per un’assemblea studentesca o un’altra iniziativa che raccoglierebbe un numero elevato di presenze». La spesa prevista per la realizzazione dell’attuale progetto esecutivo è di 1 milione e 250mila euro. Secondo una stima non ufficiale per approntare le modifiche suggerite dall’assessore Meneghini sarebbero necessari ulteriori 600mila euro. Se il tavolo delle trattative tra comune e provincia proseguirà sarà forse possibile avere un’evoluzione dell’attuale soluzione con l’accoglimento delle proposte di Meneghini. Al contrario, se nessuna delle due parti modificherà la propria posizione, si giungerà ad un punto morto che porterà alla realizzazione della struttura secondo il progetto esecutivo già definito. PROVINCIA OPERAZIONE ANTI FRODE n’operazione avviata lo scorso settembre e che ha permesso di portare alla luce un sistema di false fatturazioni per un valore che supera i 15 milioni di euro, con un’evasione IVA che sfiora i 400mila euro e un imponibile mai riscosso pari a 6 milioni di euro. A scoprire la frode nel settore del commercio degli autoveicoli, il Comando provinciale della Guardia di finanza di Sondrio. Nel mirino delle Fiamme Gialle è finito un operatore commerciale valtellinese che ha permesso a società del Nord Italia di godere di indebiti benefici IVA e crearsi costi inesistenti, falsando il mercato delle automobili e sbaragliando la concorrenza. I finanzieri hanno individuato un operatore commerciale inesistente: la sede delle società compreso un autosalone fantasma - risultava domiciliata in un appartamento morbegnese. Le macchine venivano acquistate da fornitori nazionali: dichiarazioni d’intento attestavano che la loro destinazione era all’estero, ma in realtà le vetture finivano nella disponibilità di concessionarie italiane, una anche nel sondriese, che potevano così abbattere la base imponibile e vantare crediti d’imposta illeciti. Due le persone attualmente denunciate a piede libero. U CRONACA Sondrio&provincia IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 GENNAIO 2009 P A G I N A 31 SONDRIO SI È APERTO CON IL DIRIGENTE NICOLA MONTRONE IL CICLO DI MINICONFERENZE DEL CAPOLUOGO Prospettive per la nostra scuola « L a Valtellina 2009 nella scuola, panoramica sulla situazione vista da un osservatorio privilegiato”. Questo il tema trattato dal dirigente scolastico provinciale Nicola Montrone nel primo incontro dell’iniziativa “Miniconferenze del Vittoria”, svoltosi nel tardo pomeriggio dello scorso giovedì 8 gennaio presso la sala congressi dell’Hotel Vittoria di Sondrio. Alla mini-conferenza, avviata puntualmente alle ore 18, secondo il proposito di puntualità degli organizzatori, tra il numeroso pubblico erano presenti anche il prefetto Chiara Marolla, il consigliere regionale Gian Maria Bordoni e l’assessore alla cultura della Comunità Montana Daniele Broggini. «Prima dalla cronaca e poi dagli atti normativi – ha esordito Montrone – sappiamo che dallo scorso giugno 2008 sono partiti degli interventi nel mondo della scuola. È positivo pensare che il legislatore abbia avviato tali interventi a partire da metà anno: per la prima volta non si è atteso dicembre per porre mano alla scuola». Il relatore ha spiegato che l’intento del legislatore è quello di «razionalizzare la spesa pubblica per migliorare il servizio scolastico». In quest’ottica il modello scolastico valtellinese è pienamente funzionale. Il dirigente scolastico ha spiegato che in provincia i 43 centri scolastici presenti rispondono alle richieste della riforma scolastica in atto e che il recente accorpamento degli istituti Liceo Socio-psicopedagogico e Liceo Classico è stato già un anticipo della riforma. Inoltre – ha spiegato Montrone - «disponiamo di un Convitto, fiore all’occhiello nel sistema scolastico provinciale, che dà la possibilità a molti giovani di essere presenti dove è concentrato il maggior numero di istituti scolastici». Ampliando poi l’orizzonte al mondo scolastico nazionale e riferendosi al decreto Gelmini, il dirigente scolastico ha quindi posto un quesito: «si tratta di una riforma oppure di una riorganizzazione, una razionalizzazione della spesa?». «Io non vedo distinti i due momenti – ha spiegato Montrone – poiché se si razionalizza meglio la spesa c’è la possibilità di reinvestire ed intervenire per migliorare, guadagnando in qualità. Ritengo che questa sia la filosofia che segue il ministro nell’ambito dell’istruzione». «L’attuale ministro dell’istruzione – ha spiegato il relatore – ha preso un impegno con il precedente ministro per non demolire quello che era già stato legiferato dal UNA SERIE DI MINICONFERENZE SU TEMI DI ATTUALITÀ La Gazzetta di Sondrio ed il Comitato Cittadini Consumatori Valtellina di Sondrio (CCCVa) nelle scorse settimane hanno promosso un comitato cui è stato affidato il compito di predisporre alcune proposte per realizzare un ciclo di mini-conferenze. L’iniziativa è stata presa con l’auspicio di creare occasioni di incontro, informazione e discussione che «oggi – a detta dei promotori –, almeno in parte, mancano a Sondrio». Al termine dello scorso mese di dicembre la segreteria provvisoria del Comitato, composta da Nello Colombo, Antonio Del Felice, Alberto Frizziero e Nicola Montrone, ha reso noto il tema generale delle mini-conferenze che si terranno presso l’Hotel Vittoria di Sondrio: “Valtellina 2009” è il riferimento centrale da cui si apre la focalizzazione verso i nove argomenti già definiti, mentre altri sono ancora in fase di definizione. «Le miniconferenze – si legge nel comunicato diffuso dalla segreteria del Comitato – di norma avranno un carattere informativo e in ogni caso non tratteranno temi di carattere politico-partitico». Altra caratteristica degli incontri – prosegue il comunicato – sarà «l’innovazione per modalità, organizzazione, scelte, costo zero». Alle ore 18.00 dei giorni che verranno di volta in volta comunicati è fissato l’inizio degli incontri. «L’orario previsto – aggiunge la segreteria del Comitato –, la puntualità d’inizio e di conclusione, nonché la durata di un’ora, rigorosamente garantita per la relazione e il dibattito, oltre ad argomenti e qualificazione dei relatori, sono tali da facilitare la presenza di un pubblico numeroso». L’intento degli organizzatori è quello di proporre argomenti di rilevanza attuale in tempi contenuti per lanciare una proposta che è poi possibile approfondire maggiormente in altri tempi e in altri luoghi. I gestori dell’Hotel Vittoria approvano le proposte di incontro e forniscono gli spazi, mentre gli inviti agli incontri vengono inviati esclusivamente attraverso la posta elettronica. Chiunque fosse interessato a riceverli può segnalare il proprio indirizzo e-mail a [email protected]. FESTA DELLA PACE DELL’AC MEDIA E ALTA VALTELLINA A GROSIO L’Azione cattolica Media e Alta Valtellina con la parrocchia di Grosio organizzano per domenica 18 gennaio a Grosio la Festa della Pace. Programma della giornata: • ore 9.30: accoglienza • ore 10.30: S. Messa • ore 11.30: Pace, facciamo festa • ore 12.30: pranzo comunitario • ore 14.00: Combattere la povertà, costruire la pace • ore 15.45: preghiera conclusiva • ore 16.30: saluti È previsto un servizio pullman con partenza da Lanzada alle ore 8.00; da Sondrio stazione FS alle ore 8.30. Per l’Acr e Giovanissimi sono previsti momenti specifici. Per il pranzo e per il pullman sono gradite le prenotazioni presso presidenti parrocchiali (quota pranzo 10 euro per gli adulti e 5 euro per l’Acr - quota pullman adulti 8 euro, quota Acr 4 euro). Ecco i primi temi stabiliti: • La Valtellina 2009 con la Legge Valtellina verso la conclusione; • Dalla Valtellina 2009 un’occhiata sul mondo 2009. Non ci sono solo Irak e Afghanistan ma… • La Valtellina 2009 e la sua Cultura; • La Valtellina 2009 rivivendo il passato; • La Valtellina 2009 vista attraverso i suoi dialetti; • La Valtellina secolo XIX dalla Via Imperiale alla Milano-Vienna; • La Valtellina 2009 e un suo modello di riferimento: la sua industria ali- mentare; • La Valtellina 2009 vista da un osservatorio economico privilegiato. A.G. ZONA PASTORALE MEDIA VALTELLINA SABATO 17 GENNAIO 2009 alle ore 7.00, a Sondrio (Sassella), Pellegrinaggio vocazionale LUNEDÌ 19 GENNAIO 2009 alle ore 20.45, a Sondrio (chiesa del Sacro Cuore), Preghiera per l’unità dei cristiani governo precedente. Negli ultimi anni, nel mondo della scuola si è andato creando uno zoccolo duro, costituito da due pilastri che sono l’autonomia scolastica, ormai ampiamente sperimentata da dieci anni, e le indicazioni nazionali fornite agli istituti scolastici. La scuola assume continuamente connotazioni diverse rispetto al passato: al tempo della riforma Gentile si poteva ipotizzare una suddivisione degli indirizzi scolastici secondo le qualifiche che il mercato richiedeva, mentre ora è impossibile immaginare le richieste del mercato poiché la realtà in cui viviamo è in continua evoluzione. L’attuale riforma definisce delle macroaree all’interno delle quali gli istituti operano in autonomia». Secondo Montrone, altra importante novità della riforma scolastica sarà l’introduzione, già a partire dal prossimo anno scolastico, della nuova disciplina incentrata su cittadinanza e costituzione che verrà inserita nell’ambito storico-geografico-letterario. «Costituzione e norme legislative – ha affermato il dirigente provinciale – possono ispirare i nostri giovani a comportamenti più chiari, migliori, prevenendo i fenomeni atipici di violenza e bullismo». Importante anche il passaggio dai giudizi analitici a quelli espressi in voti: «I giudizi basati sui voti – ha spiegato Montrone – non lasceranno molti margini per largheggiare come coi giudizi analitici. La valutazione in decimi è più oggettiva perché frutto di medie». Da segnalare l’assicurazione rivolta dal relatore ad un convenuto che, durante il dibattito, gli aveva posto una domanda. Secondo Montrone la Valtellina può stare tranquilla anche per quanto riguarda l’articolo 3 del Decreto Legislativo 154 riguardante le scuole di montagna. «La chiusura di piccoli istituti – ha affermato il dirigente scolastico – è una richiesta difficile in un territorio completamente montuoso come quello della nostra provincia, tanto più in quei paesi dove, lasciando il servizio scolastico, le famiglie persistono e non abbandonano il territorio. Ritengo che la riforma andrà a riorganizzare i numerosi istituti di piccole dimensioni presenti in territori pianeggianti e meno aspri del nostro». Al termine dell’incontro è stato annunciato che la prossima mini-conferenza dal tema “La Valtellina 2009 con la Legge Valtellina verso la conclusione” si terrà giovedì 22 gennaio, sempre alle ore 18.00, presso l’Hotel Vittoria, con la presenza di Gian Maria Bordoni. ALBERTO GIANOLI MARTEDÌ 20 GENNAIO 2009 alle ore 20.45, a Sondrio (oratorio “Sacro Cuore”), La figura di san Paolo nell’arte – prof. don Andrea Straffi MERCOLEDÌ 21 GENNAIO 2009 alle ore 20.45, a Sondrio (via Carducci, 16), Commissione zonale della Caritas SABATO 24 GENNAIO 2009 alle ore 19.15, a Sondrio (oratorio “Sacro Cuore”), Corso animatori SABATO 24 GENNAIO 2009 alle ore 20.45, a Sondrio, in Collegiata, il coro “Russia Cristiana” propone canti della liturgia bizantina LUNEDÌ 26 GENNAIO 2009 alle ore 21.00, a Sondrio (Collegiata), Lectio continua su San Paolo – Galati MARTEDÌ 27 GENNAIO 2009 alle ore 9.45, a Tresivio, incontro del clero di Zona MARTEDÌ 27 GENNAIO 2009 alle ore 20.45, a Sondrio (oratorio “Angelo Custode”), Commissione zonale della famiglia GIOVEDÌ 29 GENNAIO 2009 alle ore 20.45, a Sondrio (oratorio “Sacro Cuore”), Riunione dei catechisti della Zona per preparare il “Molo 14” SABATO 31 GENNAIO 2009 alle ore 20.45, a Ponte in Valtellina, chiesa di San Maurizio, Veglia per la Vita LUNEDÌ 2 FEBBRAIO 2009 alle ore 10.00, a Sondrio, in Collegiata, S. Messa presieduta da monsignor Diego Coletti per tutti i religiosi e le religiose della provincia di Sondrio in occasione della XIII Giornata della Vita Consacrata CRONACA P A G I N A 32 SondrioCultura IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 GENNAIO 2009 PUBBLICAZIONE L’ULTIMA FATICA, EDITA DA ANCORA, A CURA DI MONSIGNOR SAVERIO XERES In un libro la storia della Chiesa Il testo offre una lettura che, partendo dagli albori fino ai giorni nostri, mette in primo piano l’importante dimensione della missione di ANGELO REPI « L a Chiesa è bella come la luna, poiché viene illuminata dal chiarore del suo Sposo”. Con questo aforisma di un monaco del IX secolo si apre il libro Chiaro di luna – Tempi e fasi della missione nella storia della Chiesa di don Saverio Xeres (ed. Àncora, euro 22,50), libro in cui il lettore è invitato a ripercorrere la storia della Chiesa dal suo nascere ai nostri giorni leggendola attraverso la dimensione della missione, senza della quale la Chiesa non avrebbe ragion d’essere. Quattro le grandi periodizzazioni, o fasi rimanendo nella metafora, individuate dall’autore in relazione ad eventi che ne hanno scandito la storia. La prima, Luna crescente – La Chiesa nell’orizzonte umano, va dal I al IV secolo e vede la Chiesa nascere nel mondo giudaico e greco-romano, gradualmente penetrare la società del tempo fino a raggiungere addirittura la “conversione dell’Impero al cristianesimo”. Tuttavia, questa non fu una vittoria autentica, perché ottenuta al prezzo del rinnegamento della propria natura: “nel momento in cui [la Chiesa] iniziò a non essere più orientata all’assorbimento della luce, ossia del modello, di Cristo, ma a riprendere piuttosto mentalità e metodi mondani, o generiche visuali religiose, rischiò di oscurare, anziché riflettere, la luminosa novità del Vangelo”. La seconda fase, Da luna a sole – La cristianità medievale (dal VI al XIV secolo), fu il periodo in cui cominciò ad ap- parire la figura del “missionario di vocazione” inviato “al fine di ottenere la conversione di interi popoli” (come in Russia il battesimo del principe Wladimir e di tutti i suoi sudditi), ma fu anche quello in cui la Chiesa divenne “l’unica potenza, fonte di qualunque altro potere di questo mondo”. Al punto che Bonifacio VIII nella bolla Unam Sanctam arrivò ad affermare che Extra Ecclesiam… nihil!, cioè “fuori dall’ordine soprannaturale da essa rappresentato e gestito nella storia, non [può] esistere alcuna fonte di diritto, di legalità, forse neppure di umanità”. Questi furono anche i secoli delle crociate, tese a riconquistare alla “cristianità” i luoghi resi santi dalla vita e dalla morte di Gesù, dei movimenti pauperistici, di san Francesco e di san Domenico, degli ordini mendicanti, che diedero impulso alla ripresa missionaria “di carattere genuinamente cristiano: quella della missione mediante la predicazione del Vangelo e la testimonianza della vita, finanche, se necessario, nella forma suprema del martirio”. Infine, prima dell’immane tragedia della peste nera narrata dal Boccaccio, si era iniziato anche a riflettere teologicamente sulla missione. Nella terza fase, intitolata Volgendosi ad Oriente – Le nuove frontiere della Chiesa moderna (sec. XV-XVIII), in seguito alle grandi scoperte geografiche, il cristianesimo uscì dai confini europei per diffondersi in tutto il mondo attraverso una nuova missione evangelizzatrice, dove la paro- UNITRE SONDRIO E TIRANO L’Unitre di Sondrio propone: lunedì 19 un incontro con Domenico Ligari, dirigente medico della Divisione di Ortopedia e Traumatologia dell’ospedale di Sondrio, che, avvalendosi di proiezioni in power-point, parlerà di Sofferenze nervose periferiche: dalla diagnosi alla terapia; martedì 20, presso la sede di Unitre alla Garberia, Emilio Pozzi terrà la conversazione aperta a tutti, Parliamo di erbe, preliminare al laboratorio di erboristeria; mercoledì 21, Luigi Bettoni, direttore della Banca D’Italia a Sondrio, parlerà de Le banconote in euro: la circolazione e le caratteristiche di sicurezza, informazioni sui biglietti sospetti di falsità; venerdì 23, Alessandro Rosina, docente di demografia all’Università Cattolica di Milano, terrà una lezione sulla Qualità della formazione delle nuove generazioni: il ruolo della famiglia?; infine il concerto sinfonico di sabato 24 all’auditorium di Morbegno con l’Orchestra sinfonica della Svizzera Italiana (prenotazioni entro mercoledì 21). Questi, invece, gli incontri all’Unitre di Tirano: presso la sala della sede del Credito Valtellinese in piazza Marinoni, venerdì 16 alle 15.00, Franco Clementi presenterà e guiderà l’ascolto della prima parte de L’Italiana in Algeri di Gioacchino Rossini, mentre martedì 20 alle 15, l’avvocato Donato Lucini descriverà un Viaggio in paesi misteriosi; presso la sede di via Lungo Adda Ortigara 10, venerdì 23, Giovanna Balsarini Incardona curerà il “biblio caffè”. la aveva ormai acquisito il significato con cui ancor oggi la usiamo: “Il termine, impiegato nella teologia medievale per definire i rapporti tra le Persone della Trinità, veniva ora a indicare l’invio di evangelizzatori in terre pagane...”. Tuttavia, continuava a permanere lo schema di una Chiesa quale “istituzione, per molti versi ancora strettamente saldata ad una circoscritta identità sociopolitica, che doveva affermarsi, difendersi, ampliarsi”. Infine, l’impatto col nuovo mondo fece prendere alla Chiesa coscienza che “carenze di adesione al Vangelo sussistevano in larghi strati dello stesso mondo cristianizzato ormai da secoli”. Da qui, le missioni al popolo, “vere e proprie campagne sistematiche di predicazione e conversione delle masse, soprattutto rurali”. La quarta fase, significativamente intitolata Lumen gentium – Prove di Chiesa a dimensione mondiale, è quella che, attraverso Ottocento e Novecento, giunge ai nostri giorni. In questo periodo, le condizioni storiche “fecero sì che... iniziasse a porsi [anche] qualche esperienza di missione piuttosto orientata alla mitezza dell’evangelizzazione anziché alla potenza della conquista... si ebbe lo sviluppo di una missione di carattere e di iniziativa più propriamente ecclesiale, nel senso di una partecipazione diretta e progressivamente condivisa da tutta la comunità dei credenti, dai papi ai religiosi..., fino allo stesso clero secolare e al laicato...”. E, mentre da una parte la crescente, inarrestabile secolarizzazione e i due conflitti mondiali inducevano “un ripensamento della presenza, della funzione e, progressivamente, della stessa identità della Chiesa”, dall’altra “l’imponente evoluzione demografica a favore dei continenti extraeuropei, il crescente interscambio tra i diversi luoghi e popoli del mondo..., proiettavano ormai le Chiese cristiane in una prospettiva realmente e irreversibilmente universale”. Il susseguirsi degli eventi, che portarono a una “condizione di marginalità dell’istituzione ecclesiastica nella società europea”, indusse la Chiesa a riflettere sulla propria “originaria identità... [e] sul senso proprio della missione ecclesiale”. Tutto questo, e molto altro, confluì nel concilio Vaticano II, che pose quale punto fermo “la riscoperta del senso originario della missione affidata da Cristo alla Chiesa. Che è quella di dire l’Altro ad ogni nuovo altro; di essere tramite di Cristo a tutti gli uomini, di ogni tempo e di ogni luogo. È Cristo, infatti, quella luce delle genti (Lumen gentium) che costituisce l’unico motivo e fondamento dell’esistenza e dell’azione della Chiesa, luna splendente di riflesso da Colui che sorge dall’alto”. A questo punto, senza voler abusare della pazienza né del lettore, né del- l’autore, vorrei esprimere alcune riflessioni personali. È indubbio che il libro ha il merito di aver divulgato e, quindi, reso accessibile a tutti attraverso un linguaggio chiaro e un’esposizione limpida, seppur densa, una storia non apologetica, né preconcetta della Chiesa cattolica, indicando senza remore gli errori del passato e i problemi e i limiti del presente. Ciò detto, mi sento di aggiungere che la storia della Chiesa, e in particolare della sua missione, può tuttavia essere anche letta accentuando sensibilità differenti. Inoltre, a me è rimasta l’impressione di una storia della Chiesa dove protagonisti sono sì, giustamente, gli uomini ma dove, nonostante il ripetuto richiamo alla vera missio, appare sminuita l’infinita potenza della Grazia. E, se mi è consentito, vorrei esprimere anche il rammarico, certamente dovuto alla mia sensibilità, per il fatto che nelle ultime pagine, proprio là dove sono posti in evidenza alcuni degli aspetti attualmente più controversi, l’autore scelga di farvi solo un breve cenno, trascurando qualche indispensabile chiarimento. Si tratta, infatti di argomenti che potrebbero risultare anche ambigui, come nel caso della considerazione che finora è mancato il riconoscimento della “legittimità di un pluralismo... di dottrina morale”. Quanto poi al ruolo del papato, se si afferma che “Esso è diventato di fatto un portavoce ascoltato del pensiero cristiano, senza peraltro fondare tale ruolo su un’effettiva condivisione di intenti né all’interno della Chiesa cattolica né, tantomeno, tra le diverse Chiese cristiane”, ci si attenderebbe quantomeno qualche indicazione bibliografica essenziale. INTERNET IL PRIMO PASSO PER LA VALORIZZAZIONE DEI SUOI SCRITTI Aperto il sito dedicato a don Levi È stato ufficialmente costituito il sito dell’associazione “Archivio Abramo Levi”. Un sito in divenire, ma che presenta, da subito, una grossa novità, in quanto Francesco e Maria Racchetti si sono impegnati a pubblicare ogni settimana il testo dell’omelia di don Abramo corrispondente alla domenica veniente. Il ciclo triennale di tali omelie, conclusosi praticamente alla sua morte, è stato raccolto proprio dai coniugi Racchetti e fu loro affidato da don Levi stesso in vista di una futura pubblicazione. Tale materiale è inedito e molto interessante. Il sito si trova all’indirizzo internet: wwww.abramolevi.it. Le omelie di don Abramo si trovano all’interno del menù letture. Nel menù “le nostre attività” si trova invece poi l’intervento introduttivo al pomerig- gio dedicato alla parola di don Abramo in occasione del suo compleanno, il 29 novembre scorso. Giornata che ha visto una sentita e numerosa partecipazione e che si è rivelata, nella semplicità della formula, molto efficace. Positiva è stata anche la partecipazione e il coinvolgimento delle autorità cittadine che hanno riconfermato il loro impegno a costituire il pubblico “Archivio Abramo Levi”, e a favorire la valorizzazione del suo pensiero e della sua opera. L’associazione Archivio don Abramo Levi si è costituita per conservare il patrimonio di scritti personali e opere in volume che don Abramo affidò, ancora in vita, alle cure di don Battista Ri- naldi, che si è fatto promotore dell’iniziativa di costituzione associativa. Il fondo archivistico Abramo Levi è ora opportunamente sistemato presso la biblioteca civica Pio Rajna di Sondrio. La mission dell’associazione è anche quella di raccogliere i molti scritti sparsi su riviste e periodici, sistemando il catalogo delle sue pubblicazioni e, all’occorrenza, completandolo con scritti inediti o poco conosciuti. Oltre alla raccolta di documenti scritti, registrazioni audio e video, immagini fotografiche, l’associazione intende promuovere le opportune iniziative per divulgare le opere di don Abramo e farne una rilettura critica. CRONACA MediaAltaValle IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 GENNAIO 2009 P A G I N A 33 SONDALO NEL TRIGESIMO DELLA SUA MORTE, IL RICORDO DELLA RELIGIOSA, PUNTO DI RIFERIMENTO PER TUTTI Suor Laura, una presenza vivace I n ogni paese, in ogni comunità, ci sono degli elementi che uno pensa ci siano sempre stati, che facciano parte del panorama: le montagne, il fiume, la scuola, il campanile, la casa comunale… Sono le certezze con cui si cresce, i punti di riferimento che - tra tanti cambiamenti che si susseguono - ti danno la sensazione che, per fortuna, almeno qualcosa di stabile esista. A Sondalo, tra le rocce che uno poteva star certo essere lì da sempre - insieme a Piata Grenda e Piata Picena c’era suor Laura: l’avevi incontrata da bambino, all’asilo o al catechismo. Iniziavi a farti domande sulla sua età quando scoprivi che era stata la suora dell’asilo anche dei tuoi genitori. Lo stupore cresceva quando scoprivi che nei primi anni di insegnamento della tua nonna maestra, suor Laura era già sua collega. Quando sono diventato prete - due anni e mezzo fa - e la comunità dei sondalini mi ha fatto una gran festa, suor Laura mi ha detto che una giornata così a Sondalo non l’aveva mai vista, da 55 anni a questa parte, e ha iniziato a raccontarmi di com’erano stati accolti e festeggiati i figli di questo paese diventati sacerdoti, risalendo fino a don Raffaele, mio prozio. A Turate don Gianni, parroco di Sondalo da oltre 30 anni (che sembrano molti, ma quando è arrivato in paese insieme a campanile, ospedale, casa comunale e scuola materna si è trovato suor Laura che da qualche decennio era lì all’asilo…) ha riflettuto - tra le altre cose - sul fatto che «suor Laura, per un verso o per l’altro, è entrata nella vita di tutti noi; ognuno di noi, volendo rifare la storia della propria vita, con suor Laura si incontra quasi necessariamente. Pertanto sarebbe un peccato non raccogliere gli esempi e gli insegnamenti che ci ha lasciato». C’era da sempre, suor Laura, con il suo sguardo, il suo sorriso, i suoi benevoli richiami ai bambini troppo agitati (guarda che se fai così, la faccenda si fa un po’ spessina), la sua presenza immancabile - fino a quando la salute glielo ha consentito - in parrocchia, i suoi confettini di cui ogni ragazzo di Sondalo si è riempito le tasche, la bocca e il dolce ricordo. Durante i funerali, celebrati prima a Como, nella casa madre delle Figlie della Presentazione, dove aveva celebrato la sua professione religiosa, e poi a Turate, suo paese natale, non sono mancati i ricordi personali pieni di tenerezza e gratitudine dei sacerdoti che l’hanno avuta accanto nel ministero a Sondalo. A Como don Feliciano (vicario a Sondalo dal 2001 al 2007) ha aperto così la sua omelia: «Alcuni anni fa avevo già pensato che prima o poi sarebbe arrivato questo giorno, ma lo ritenevo lontano, speravo fosse il più lontano possibile. È quello che ciascuno si augura quando pensa ad una persona cara. Sì, suor Laura per me era una persona cara: una suora, una madre e maestra spirituale, una cara nonnina». Entrambi i sacerdoti hanno ricordato un tratto della spiritualità di suor Laura che oggi può apparire un po’ vecchio, superato. In attesa che qualcuno dimostri con la vita che ne esistano di più moderni e di migliori, lo ricordiamo come l’insegnamento che ci ha voluto trasmettere con la sua semplice testimonianza. Ancora don Feliciano lo ricordava: «Diceva che non sapeva accettare la sofferenza e quello che il Signore le mandava, che aveva troppo amor proprio e sapeva che non bisognava fare così: era sempre colpa sua e Gesù - diceva - non è contento di me. Oggi per molti è una spiritualità superata. IN MEMORIA UN UOMO MOLTO ATTIVO NELLA VITA PARROCCHIALE Grosio ricorda il caro amico «Giga» aro “Ciga”, a Grosio ti hanno sempre chiamato così… Non era il soprannome (scotum) della tua famiglia paterna, ma di quella materna; non sono andato a cercare l’origine di quella parola; per me, personalmente, ho sempre visto in essa il significato di gigante: gigante, non tanto per la tua prestanza fisica, ma per la tua personalità morale. La traduco quindi con “passione”, perché con passione hai vissuto la tua vita di famiglia, con passione hai svolto il tuo lavoro e le tue varie attività, con passione hai dato la tua collaborazione in parrocchia. C Ti ho conosciuto nel 1978, agli inizi del mio ministero in parrocchia, dove eri membro del Consiglio per gli Affari Economici della parrocchia. Ti era stato dato, al battesimo, il nome di Giovanni, dai tuoi genitori, ma la tua abitazione nella contrada della Vernuga ti ha aiutato a entrare in particolare rapporto con la figura di Giovanni Battista, titolare della chiesa di quella contrada. A quella chiesa tu hai dedi- cato la tua attenzione e la tua “passione”. Dai tempi di don Agostino che aveva voluto sul campanile una croce “splendente”, ai vari interventi di restauro delle pareti contro l’umidità, fino all’elettrificazione delle campane, che ha segnato in modo prestigioso la festa del terzo centenario della chiesa di San Giovanni Battista. In questi ultimi anni hai - a tue spese - dotato la chiesa dello strumento musicale per l’accompagnamento dei canti liturgici e quel “coretto”, sorto col tuo entusiasmo, ha portato una particolare vivacità alla Messa domenicale della Vernuga. Hai svolto anche il servizio di lettore, ma in questo sei stato preceduto dal tuo figlio Enrico, che è stato uno dei primi lettori nella Messa rinnovata. Nell’amministrazione parrocchiale hai sempre collaborato, manifestando talvolta il tuo carattere di “ostinato” nelle tue vedute, però particolarmente attento alle tradizioni, ma anche aperto alle novità del tempo. Nella storia della Compagnia filodrammatica dei giovani chi non ricorda le tue papere in quella scenetta nella quale rivestivi il ruolo di vescovo di Como, con un portamento del tutto episcopale? Hai reagito da gigante alla prima prova che ti ha colpito nel cuore, minando la tua salute, mentre hai perso un po’ della tua “grinta” in quel male che ha consumato la tua fibra. Per il 50° di matrimonio avevi sognato e preparato tutto e bene a suo tempo, invece hai dovuto accettare, in quel sabato 8 novembre, una festa in edizione ridotta, in casa, ma con una Messa in “terza”, come si diceva una volta, cioè celebrata da tre preti. In quella cornice casalinga e famigliare eri un gigante commosso che ringraziava e rinnovava la sua fedeltà alla tua Marietta... A uno dei tuoi figli è scappata questa frase: “Il papà ha voluto essere protagonista anche nella morte”. Alludeva alla tua morte, avvenuta all’antivigilia del Natale e al tuo funerale celebrato il giorno di S. Stefano, con grandissima partecipazione. Sei stato accolto nella chiesa parrocchiale con un canto natalizio, dal tuo coretto della Vernuga; sei stato accompagnato, alla comunione, dal canto alla Madonna di Valdisacco, a te tanto caro: “Io già mi parto…”. Don Natalino poi ha interpretato la tua fede “profonda e semplice”, invitando tutta l’assemblea a recitare, cantando il Padre Nostro, facendo una catena di mani che si stringevano, come piaceva a te. Il quel momento, ti assicuro, i nostri occhi si sono velati di lacrime. Avevi partecipato ai pellegrinaggi a Lourdes e a Fatima, ma il pellegrinaggio in Terra Santa del 2006 con il gruppo di Grosio e il parroco ti ha entusiasmato: credo di averti comunicato un poco della mia passione. Ti rimaneva un piccolo lavoro: sistemare le foto e apporre le varie didascalie. Ti avevo promesso un aiuto. Ora non serve più, perché tu sei arrivato nella Gerusalemme celeste, dove tutto è più bello e gioioso, nella luce e nella pace di Dio. Addio “Giga”! don GIANFRANCO PESENTI Ma se avessimo la faccia di chiedere: Gesù, sei contento di me? Sei contento di quello che dico, scelgo, faccio? Gesù è misericordioso, certo. Ma lui che è amore infinito, dovrà forse essere riamato di meno?». Insieme a suor Roberta - e ad altre suore che sono state a Sondalo per un periodo più breve, come ora suor Itala - suor Laura ci ha lasciato un esempio di servizio e di dedizione: nella premura verso i bambini in asilo, nella presenza alla liturgia in parrocchia, nella collaborazione attiva alla vita dell’oratorio, nella carità nascosta che ha permesso a bambini e famiglie di vivere dignitosamente in momenti di povertà, nell’accoglienza di chi arriva- va in paese in condizioni difficili. Ora che non fai più parte fisicamente delle cose belle che uno era certo di ritrovare ritornando al suo paese, cara suor Laura, continua a volerci bene da dove sei. Nella fede sappiamo che la tua presenza è ancora più forte e preziosa ora di quanto non lo fosse prima: preghiamo perché il Signore riesca a convincerti (non eri molto propensa a lasciarti convincere di qualcosa…) che è davvero contento di te. Tu prega, perché possiamo sempre chiederci se il Signore è contento di noi. E perché possiamo sforzarci ogni giorno di piacergli un po’ di più. don ALESSANDRO ZUBIANI UN CALENDARIO SULLA «BANDA VALTELLINA» IN CINA Fra i vari calendari stampati in questo periodo nella nostra provincia è certamente singolare quello realizzato dal “Gruppo don Braga” degli ex allievi salesiani di Tirano con le immagini della “Banda Valtellina” fondata nel 1923 e animata in Cina dal missionario tiranese don Carlo Braga. Il sacerdote aveva imparato in gioventù a suonare il trombone nella banda dell’Oratorio San Rocco di Sondrio e gli strumenti musicali erano stati comperati con le offerte raccolte nel 1922 a Sondrio, Tirano e Bormio dal vescovo salesiano monsignor Luigi Versiglia, morto martire in Cina nel 1930 e proclamato santo nel 2000. La “Banda Valtellina”, diretta da don Braga e composta da orfani e allievi delle opere salesiane della missione di Shiucow, suonò per i massimi esponenti politici cinesi, da Sun Yat Sen, il fondatore della Repubblica Cinese a Chiang Kai Shek e per l’esploratore Umberto Nobile di passaggio dalla missione. Inoltre i servizi musicali prestati ai militari evitarono l’occupazione armata dell’istituto e assicurarono la protezione di un alto comandate militare e una certa tranquillità alla missione fino alla chiusura e all’espulsione dei missionari. Anche per don Braga si è recentemente aperta a Manila la causa diocesana di beatificazione. L’iniziativa era stata annunciata a Tirano lo scorso 6 luglio dal cardinale Joseph Zen, vescovo di Hong Kong e dal neo vescovo di Gizo, il tiranese mons. Luciano Capelli (il primo fu un allievo di don Carlo e il secondo ebbe da lui l’invito a farsi missionario). Alla storica tradizione bandistica delle valli dell’Adda della Mera potrebbe ora prospettarsi la candidatura del futuro beato conterraneo a patrono delle bande musicali. La preziosa documentazione fotografica riprodotta nel calendario è stata fornita dall’Archivio Ispettoria Cina dell’Opera Salesiana di Hong Kong. Il calendario è disponibile a Tirano presso le Figlie di Maria Ausiliatrice e a Sondrio presso l’ufficio Ex allievi dell’Istituto Salesiano di via don Bosco. CONTROLLI SULLE PISTE DA SCI Interventi raddoppiati, rispetto allo stesso periodo della scorso anno, per le forze dell’ordine in servizio sulle piste da sci di Valtellina e Valchiavenna. Dal momento di apertura degli impianti sono stati 360 gli interventi effettuati dagli agenti a Chiesa Valmalenco, Aprica, Livigno, Bormio e Madesimo. Un dato che dimostra quanto sia cresciuto il numero degli infortuni e dei reati commessi sulle piste. In aumento gli incidenti con gravi conseguenze, soprattutto a causa di scontri. Anche un agente in servizio è stato ricoverato dopo essere stato travolto mentre soccorreva un ferito. Non mancano le denunce penali: sono stati eseguiti sequestri di stupefacenti per quasi 40 grammi di hashish e un grammo e mezzo di eroina. Alcuni sciatori sono stati sorpresi mentre fumavano spinelli sugli impianti o prima di iniziare una discesa. A questo si aggiungono le denunce per furto e resistenza a pubblico ufficiale. E non manca chi, prima di inforcare gli sci, indulge un po’ troppo al consumo di alcol. I poliziotti hanno infine accertato molte violazioni per condotta pericolosa, assenza del casco di protezione nei bambini sotto i 14 anni e sorpassi azzardati. In un solo mese la Polizia ha effettuato 114 interventi a Bormio, 130 a Madesimo, 62 in Aprica, 54 a Chiesa Valmalenco e 40 a Livigno. P A G I N A 34 MASSMEDIA IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 GENNAIO 2009 SAT2000 E RAI TRE A CONFRONTO DUE TRASMISSIONI DEDICATE A ELUANA ENGLARO STESSO ARGOMENTO, DUE MODI MOLTO DIVERSI DI FARE INFORMAZIONE D ue trasmissioni sulla stessa persona: Eluana Englaro; due modi diversi di fare informazione e, quindi, di formare la coscienza. Sabato sera su RAI 3 Fabio Fazio intervista Beppino Englaro. Lo fa timidamente senza contraddittorio, offrendo solo un supporto alla tesi di fondo; alla fine uno scrosciante applauso corona la testimonianza. Quale è la tesi? La vita è libertà! Nessuno può impedire questo esercizio. Per questo l’Italia sarebbe un Paese incivile, perché non si permette ancora ad una sentenza, passata in giudicato, di essere applicata. La sentenza è quella di morte per Eluana. Ecco, allora, che alla luce della tesi di fondo si piega tutto: l’alimentazione e l’idratazione sarebbero forzate e, quindi, sarebbero un presidio terapeutico. Compito dei giudici è quello di garantire a ciascuno di porre fine alla propria esistenza, senza discriminazioni. Sì, perché sarebbe una discriminazione il fatto che una persona sana può togliersi la vita, mentre una in stato vegetativo persistente non può farlo. Si parla di Eluana, che oggi ha 38 anni, al passato: chi era, cosa diceva da più giovane, etc. È evidente che chi ha seguito la trasmissione senza senso critico si è convinto che, ormai, Eluana non c’è più, che la vita è degna di essere vissuta solo se in salute, che la libertà è il diritto fondamentale. Un po’ più tardi, è andata in onda su SAT 2000 una trasmissione dal titolo “Eluana: la parola, la storia, le speranze”. Tutto altro clima. La vicenda è stata presentata nella sua oggettività scientifica: hanno parlato primari, medici, infermieri, volontari per spiegare e raccontare. Spiegare che Eluana Charpentier Te Deum: H. 146 I l Te Deum H. 146 in re maggiore per soli coro e orchestra è stato composto a Parigi fra il 1688 e il 1698 da Marc-Antoine Charpentier (1634 o 1636-1704) quando il compositore era maestro di musica del collegio dei gesuiti della chiesa di Saint Louisle Grand in rue Antoine. E’ fra le composizioni maggiormente conosciute di questo autore. E’ noto, in particolare, l’incipit del “preludio” utilizzato come sigla dell’Eurovisione. Il Te Deum venne probabilmente eseguito per la prima volta per celebrare la vittoria francese ottenuta il 3 agosto 1692 nella battaglia di Steinkerque, contestuale alla guerra della Grande Alleanza che vedeva, di fatto, il re Luigi XIV di Francia (il celebre “Re Sole”) opposto al resto d’Europa. Dei quattro Te Deum di Charpentier pervenutici, sui sei probabilmente composti, quello contrassegnato H. 146 è l’unico a prevedere un organico strumentale comprendente trombe, timpani, flauti, oboi, archi e basso continuo. Con ogni probabilità Charpentier, per questa composizione, si era ispirato al Te Deum di Jean-Baptiste Lully (1632-1687), come è facilmente intuibile dal solenne uso delle trombe nel brano d’apertura. Nel Te Deum a brani sfarzosi eseguiti dal coro e dall’orchestra se ne alternano altri più raccolti e intimistici in cui intervengono i solisti (da soli o in svariate formazioni) e pochi altri strumenti. Dopo il Preludio iniziale, dal tono trionfale (del quale si è già accennato), strutturato sulla base di una fanfara in forma di rondò, interviene il basso (Te Deum laudamus) con uno stile essenzialmente declamatorio, cui rispondono successivamente il coro e l’orchestra (Te aeternum Patrem omnis terra veneratur). Poi emerge un’intonazione dall’andamento marziale introdotta dal Pleni ALL'ASCOLTO sunt coeli che conduce all’epilogo culminante del GRAMMA Te laudat exercitum. Dopo questo episodio segue Te per orbem terrarum Sancta confitetur Ecclesia, dal tono più contenuto, a cui succede il Tu devicto che sembra voler esaltare divinamente la salvezza dei credenti. Il movimento successivo è caratterizzato dall’alternanza fra un’atmosfera marziale, sostenuta dall’orchestra, e una più declamatoria, supportata dal basso, che inneggia alla futura venuta di Dio per giungere con il Te ergo quaesumus, nella tonalità di mi minore, a un clima di intensa tenerezza e di supplica. A questo momento risponde il coro con l’Aeterna fac, un’invocazione profonda e solenne, senza l’utilizzo delle trombe. Con il Te Deum, Domine, speravi, non confundar in aeternum si giunge alla conclusione. Il coro, l’orchestra e i solisti danno vita a una pagina di grande solennità, quasi a voler sottolineare la grandezza e la potenza di Dio. Il Te Deum (Noi ti lodiamo, o Dio) è un inno cristiano; nella Chiesa cattolica è legato alle cerimonie di ringraziamento ed è tradizionalmente cantato la sera del 31 dicembre. GUIDA PEN TA a cura di ALBERTO CIMA non subisce alcuna violenza, in quanto il sondino la alimenta con cibi normali e non con medicine! Non c’è alcuna spina da staccare, perché non è attaccata a nessuna macchina. Raccontare che ha una sua vita: dorme e si sveglia; è visitata, è aiutata nelle cose di cui ha bisogno, è seguita nei movimenti; nelle belle giornate è accompagnata in giardino. Le tante persone che le stanno vicino non sono arrabbiate, sono contente di prendersi cura di lei e non pensano minimamente di porre fine alla sua esistenza. Sanno benissimo che, procurarle la morte, comporterebbe farla morire di sete e di fame. Quale è la tesi di questo secondo programma? Che la vita è responsabilità. Vivere, cioè, è prendersi cura dell’altro con tutti i mezzi umani, oggi a disposizione. La responsabilità si estende alle tante e ai tanti “Eluana”: che ne sarà di loro se in Italia si giungesse all’eutanasia? Diviene, la responsabilità, coscienza critica nei confronti di una sentenza, l’unica, che si espressa, dopo tante di segno opposte, a favore della morte di Eluana. A queste persone occorre dare voce. Preoccupa, al contrario, come l’informazione dominante trascuri queste voci e faccia parlare sempre gli stessi. Non è un segnale positivo, perché, oltre ad andare contro il dovere dell’oggettività nell’informazione, crea un’opinione pubblica favorevole alla cultura di morte. Ai media cattolici è chiesto oggi uno sforzo notevolissimo per dare un’informazione contro corrente. Forse si prepara uno scenario nuovo di intervento. Negli anni addietro, si guardava con fiducia tutti i mezzi di informa- zione, a motivo della capacità di raggiungere la gente; si cercava di essere presenti lì come credenti. In questo momento, bisogna registrare una sorta di censura attraverso i media del pensiero di ispirazione cristiana Sì, i mezzi di comunicazione possono davvero “censurare”, cioè escludere dall’informazione, UN NON VEDENTE AL GRANDE FRATELLO... “La presenza di un non vedente al Gf (Grande fratello) 9 è solo un modo per fare più ascolti. La produzione avrebbe fatto bene ad evitare questo espediente pur di guadagnare qualche telespettatore in piu”. Lo afferma Luca Borgomeo, presidente dell’associazione di telespettatori Aiart, a proposito del “Grande fratello”, il reality show che ha iniziato la sua nuova stagione su Canale 5. “Non siamo d’accordo e ribadiamo che i reality non rappresentano certo il futuro della tv, semmai ci rimandano a vecchi e logori schemi”, conclude Borgomeo. “Da parte nostra - assicura il presidente a nome dell’Aiart - pubblicheremo sul nostro sito l’elenco degli inserzionisti che interverranno durante le pause pubblicitarie del Gf 9”. chi vede le cose in modo diverso. Allora, chi su temi etici oggi fondamentali, non si ritrova in quello che giornali e televisioni dicono, può attingere con fiducia all’informazione cattolica. È di qualità, perché - si è visto sabato - presenta dati oggettivi e dà voce a tanti. Occorre investire, ancora di più, sull’informazione, di modo che le televisioni siano accessibili il più possibile, i giornali diffusi capillarmente e i siti internet aggiornati un tempo reale. I media cattolici possono creare tra le persone una rete, che si costituisce come vera e propria cultura della vita, alternativa a quella di morte. Sicuramente, in questa rete si troveranno a casa anche quelle persone che non professano la fede cristiana, ma hanno a cuore la sorte dell’uomo. MARCO DOLDI AMARCORD EMOZIONI DA UN FILM RIUSCIRANNO I NOSTRI EROI A RITROVARE L’AMICO MISTERIOSAMENTE SCOMPARSO IN AFRICA? Nel 1968 il regista Ettore Scola va in Angola, a girare il film Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa? Era il 1968, appunto. Contestazioni studentesche a Berkeley, il maggio francese e Valle Giulia a Roma… Con tutto ciò il film ha ben poco a che vedere. Ogni viaggio porta con sé l’idea della fuga, piccola o grande che sia. Nel caso di Riusciranno i nostri eroi... la fuga cela una sparizione, quella di Titino (Nino Manfredi), e il viaggio, intrapreso dall’affermato editore romano (Alberto Sordi), suona sintomatico del desiderio di evadere da una certa realtà. Più che per accontentare la sorella, o per ritrovare il cognato, di cui, francamente, non gli importa nulla, Fausto Di Salvio si muove alla volta dell’Africa in cerca di avventura, lasciando a Roma gli affari e gli affanni: una vacanza da vivere con entusiasmo, nel ricordo di mirabolanti avventure vissute sui libri di Salgari e Verne. Un film come Riusciranno i nostri eroi..., pur senza affrontare il “tema del giorno”, acutizza la rappresentazione di una società in crisi che, vedendo sgonfiarsi i miti in cui è cresciuta, cerca soluzioni altrove, in qualche rasserenante vacanza (o impossibile fuga). La comicità del film nasce dal senso di crescente disagio che attanaglia Sordi-Di Salvio, emblematico rappresentante di un modus vivendi prossimo, si immaginava allora, alla resa dei conti. Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa? Sabato 17 gennaio; ore 21.10; La7 DANIELA GIUNCO P A G I N A 35 LETTEREeCONTRIBUTI IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 GENNAIO 2009 UNA RIFLESSIONE DOPO LE FESTE DI NATALE UN PRETE PER AMICO (25) COMBATTERE CONTRO LA POVERTÀ UN AMORE PER CHI STA VICINO N S el Messaggio per la celebrazione della Giornata Mondiale della Pace di inizio anno il Papa ci ricorda che combattere la povertà è una delle urgenze più gravi e ineludibili del nostro tempo che la coscienza dell’umanità non può ignorare, se ha a cuore la pace. La povertà è un male da contrastare con impegno e senso di giustizia, quando è miseria umiliante, mancanza del necessario per vivere, ostacolo per lo sviluppo umano, negazione della “nativa” e “trascendente” dignità della persona, violazione dei diritti umani, causa di conflitti e di guerre, minaccia per la pace. Nella sua ampia e articolata analisi del problema, Benedetto XVI ci ricorda che la povertà non è solo materiale. “Esistono povertà immateriali, che non sono diretta e automatica conseguenza di carenze materiali”. Esse riguardano le società ricche e progredite dove esistono “fenomeni di emarginazione, povertà relazionale, morale e spirituale: si tratta di persone interiormente disorientate, che vivono diverse forme di disagio nonostante il benessere economico”. Ma come si contrastano le conseguenze negative del “supersviluppo” materiale” e del “sottosviluppo morale”? Finché ogni uomo non “si sentirà personalmente ferito dalle ingiustizie esistenti nel mondo e dalle violazioni dei diritti umani ad esse connesse” e avvertirà nell’intimo della coscienza l’appello a recare il proprio contributo al bene comune, nessuna lotta alla povertà sarà efficace. I problemi dello sviluppo non si affrontano con misure esclusivamente tecniche, che si esauriscono “nella predisposizione di strutture, nella messa a punto di accordi tariffari, nello stanziamento di anonimi finanziamenti”. La via maestra prospettata dal Santo Padre ha il nome di “solidarietà globale”. Essa necessita di un “codice etico comune” le cui norme non abbiano solo un carattere convenzionale, ma siano radicate nella legge naturale inscritta dal Creatore nella coscienza di ogni essere umano (cfr Rm 2,14-15). Tra queste il valore della dignità umana. “Ogni forma di povertà imposta - ha sottolineato il Papa - ha alla propria radice il mancato rispetto della trascendente dignità della persona umana”. La lotta alla povertà ha bisogno di soluzioni in campo non solo economico-finanziario, politico-giuridico, ma anche culturale ed educativo poiché “lo sviluppo è essenzialmente un fenomeno culturale”. Per cambiare il mondo fuori sembra voglia dirci il Papa - occorre cominciare da noi stessi. Ogni grande riforma ha inizio nella mente e nel cuore umano. Lì alberga “l’avidità”, una delle cause profonde della povertà, particolarmente pericolosa per la sua capacità di radicarsi nella comunità umana. Dal cuore umano, dunque, bisogna partire per rivedere il modello di sviluppo dominante e per contrastare alla radice le ingiuste contraddizioni del mondo globalizzato, i vergognosi e perversi squilibri tra chi ha in sovrabbondanza e spreca il superfluo e chi non ha neppure il necessario per vivere e muore di fame. Un divario, quello tra ricchi e poveri, che ha allargato la forbice delle disuguaglianze. Solo se si sarà disposti a ri- muovere le cause profonde della povertà, senza arrestarsi a quelle “superficiali e strumentali”, ci ha ricordato il Papa, la lotta contro questa piaga dell’umanità sarà efficace e duratura. Altrimenti sarà come “porre rattoppi nuovi su vestiti vecchi”. Una cosa è incontestabilmente certa: “combattere la povertà è costruire la pace”. Solo la stoltezza può quindi indurre a ignorarla e a “costruire una casa dorata, ma con attorno il deserto o il degrado”. Questa stoltezza non riguarda solo i grandi responsabili della politica, della finanza o dell’economia internazionale. Riguarda tutti e da tutti può essere contrastata. Tra le vie prospettate dal Papa quella della sobrietà e della solidarietà coinvolge ogni uomo in prima persona. Ci chiede di modificare i nostri stili di vita e i modelli di consumo per ricercare l’essenziale, rinunciare al superfluo, rifiutare lo spreco. Tra le malattie del nostro tempo, la frenesia consumistica è una delle più pericolose. E’ una sorta di ossessione che alimenta in modo quasi compulsivo la smania di cose, rendendoci avidi di materia, ingordi di mondo, sempre famelici e mai sazi. Obesi di roba ma vuoti di interiorità e di spiritualità. Ricchi di cose ma poveri di felicità. Se è vero che la mancanza del necessario è causa di dolore e sofferenza, l’eccesso e la sovrabbondanza di cose ci nauseano e ci annoiano, allontanandoci dal vero senso della vita. L’attaccamento esagerato ed egoistico ai beni terreni, oltre a seppellire la nostra anima sotto le macerie del vizio e delle passioni negative, causa crisi profonde di infelicità nella vita non solo degli individui, ma della società. Come una lupa, la fiera famelica del capolavoro dantesco, la cupidigia con l’insaziabilità della sua fame è causa di ingiustizia e ostacolo all’attuazione della pace e della giustizia. Non a caso san Paolo la ritiene “radix … omnium malorum”, “radice di tutti i mali” (1 Tim. 6,10). Ma come si sradica questa pericolosa radice dalla comunità umana? La risposta ci viene dall’umile grotta di Betlemme che in questi giorni abbiamo contemplato davanti al presepe. Dio si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi, non nelle magnificenze dorate di un palazzo regale, ma tra la paglia di una mangiatoia. Povero tra i poveri, ultimo tra gli ultimi della terra. E’ in mezzo a costoro che Lo dobbiamo cercare e trovare. Ogni gesto di amore e di giustizia nei loro confronti è fatto a Dio stesso, come ci ricorda Gesù nella sua descrizione del giudizio finale ( Matteo 25) La vita dei santi, come san Francesco o madre Teresa di Calcutta, testimonia questo amore per la povertà e per i poveri, l’unico capace di costruire oasi di solidarietà nei deserti dell’umanità di ieri e di oggi. Non a tutti Dio chiede di indossare l’abito nuziale dei grandi santi, la povertà come rinuncia radicale di ogni bene materiale. Alla libertà di ogni uomo affida però la scelta della sobrietà. Una veste, questa, che ben si adatta a tutti, se impariamo a conoscerla e ad apprezzarla fin da piccoli, in famiglia, a scuola, in parrocchia, attraverso l’esempio, i comportamenti e gli stili di vita di chi ci aiuta a crescere. La lotta alla povertà non si combatte solo con la revisione delle logiche dominanti nei macrosistemi mondiali, ma richiede un ripensamento serio anche dei nostri valori educativi. Ci sono squilibri e scandali non solo nei circuiti internazionali, ma anche nei microsistemi dei nostri mondi vitali. Dentro le mura delle nostre case, spesso troppo piene di cose. Dentro le stanze dei nostri bambini, stracolme di giocattoli accantonati appena comprati. L’umile grotta di Betlemme ci aiuta a ricordare una verità che spesso anche noi cristiani dimentichiamo. La sobrietà non è un vestito per tirchi da recuperare un po’ forzatamente, per necessità, in tempi di ristrettezze e di crisi, o da buttare tra gli stracci vecchi nei periodi di euforia economica. E’ un vestito prezioso, per la sua semplicità, da indossare sempre. MANUELA GIANI PAROLE, PAROLE, PAROLE (29) Eresia an Giovanni (1 Gv 2,10) ci dice: “Chi ama il fratello vive nella luce e fa luce agli altri”. Questo calore di amore lo desiderano cattolici e “laici”, liberali e marxisti, gente di destra e di sinistra. E’ la luce e il calore di quel fuoco che Gesù ha portato in terra: “Sono venuto a portare fuoco sulla terra e come vorrei che già divampasse” (Lc. 12,49). E’ un calore che riscalda e disgela e agita e muove a fare qualcosa. Ecco perché sogno che nelle nostre parrocchie ci si occupi con amore degli anziani, dei bambini, degli ammalati, degli handicappati. Non è facile e nemmeno necessario suggerire in concreto cosa si deve fare in parrocchia. Sono i bisogni e le necessità urgenti che ci fanno telefonare ad una casa “guanelliana” o ad un centro de “La Nostra Famiglia” e che dovrebbero anche stimolarci a pensare: “E noi, in parrocchia, qui, cosa possiamo e dobbiamo fare? Per questa persona che è una di noi, per questa famiglia che conosciamo, abita nella casa vicina, sotto lo stesso campanile?” Ci sono tante necessità, bisogni, per i vicini e i lontani, per la nostra gente e per il terzo mondo, che non vale la pena di soffocare la fantasia, l’iniziativa e l’impegno. mons. AUGUSTO PEDUZZI AUGURI PER IL NUOVO ANNO BISOGNO DI RITROVARE LA PACE C aro direttore, è con immenso piacere che porgo a lei i migliori auguri per il nuovo anno; che sia il 2009 un periodo di ripresa collettiva su ogni settore del sociale per il nostro futuro, senza tralasciare tuttavia gli impegni presi nel campo internazionale come la presidenza del G8 e il tanto atteso avvio delle riforme che costituiscono una tappa fondamentale per le nostre istituzioni. Ma la nostra ferma attenzione è rivolta in modo particolare a diverse zone dove continuano ad esserci dei conflitti, dove vi sono i nostri giovani soldati che combattono ogni giorno per ottenere la pace; a loro vada il nostro affetto e la nostra riconoscenza. Anche se in queste settimane non è possibile evitare di buttare gli occhi sul conflitto medio-orientale tra Israele e Palestina sulla striscia di Gaza. In queste terre martoriate giunga la nostra profonda solidarietà, auspicando che la diplomazia internazionale ponga fine a queste assurde ostilità. Mai come oggi gli uomini del mondo hanno bisogno di ritrovare la pace e la giustizia sociale per contribuire ad un diverso ed equo benessere e amare forse di più la vita. GIANNI NOLI, Fino Mornasco LETTERE AL DIRETTORE FAX: 031.3109325 POSTA: V.le Cesare Battisti 8 22100 COMO ✉ E-MAIL: [email protected] INFORMATIVA PER GLI ABBONATI La società Editrice de Il Settimanale della Diocesi di Como, titolare del trattamento, tratta i dati, liberamente conferiti per ricevere il ns. periodico in abbonamento, in ottemperanza al D.Lgs. 196/2003. Per i diritti di cui all’art. 7 (aggiornamento, cancellazione, ecc.) e per l’elenco di tutti i responsabili del trattamento, rivolgersi al Titolare del Trattamento presso la sede di viale Cesare Battisti 8, 22100 Como, tel. 031-263533. I dati potranno essere trattati da incaricati preposti agli abbonamenti, al marketing, all’amministrazione e potranno essere comunicati a società esterne per la spedizione del periodico e per l’invio di materiale promozionale. DELLA DIOCESI DI COMO Dal greco airesis, latino haeresis, che significa “scelta”, ovvero scegliere un particolare di una teoria, una legge, una religione, per erigerlo al posto del tutto, che viene oscurato o stravolto. Tale è stata la eresia luterana, che ha “scelto” il particolare della “caduta” di Eva ed Adamo, per farne la base della sua teologia radicalmente pessimista. Oppure la “scelta” fatta da Calvino del particolare della “prescienza” di Dio rispetto all’uso che ciascuno di noi avrebbe fatto della libertà anche di scegliere il male anziché il bene, associandola alla “predestinazione”. In tal modo si nega il “libero arbitrio”, che diventa “servo arbitrio”. Viene meno, quindi, la responsabilità di ciascuno per la salvezza o la dannazione. Pensare che su questa base sarebbe nato il “capitalismo”, secondo la celebre tesi di Max Weber. Probabilmente la grave crisi finanziaria che attanaglia il mondo intero ha origine proprio nel calvinismo che ha improntato largamente la cultura economica e finanziaria negli U.S.A. L’imperativo cui adeguarsi, quindi, è quello di “arricchirsi” per essere sicuri di appartenere alla “massa” di quelli che sono predestinati alla “salvezza”. Le remore morali, che pure erano presenti nell’originario calvinismo, sono cadute con la “secolarizzazione” che ha colpito pure il calvinismo ed ha chiuso nell’orizzonte di questa vita il significato della “salvezza”. Quindi l’imperativo assoluto è diventato “diventa ricco o muori tentandoci” ( be rich or die traing it). In realtà Weber ha descritto il capitalismo americano, che è stato confuso con il “libero mercato di concorrenza, entro regole chiare e forti”, che, invece, è nato proprio in Italia nel Medio Evo dei Comuni. ATTILIO SANGIANI il settimanale Direttore responsabile: A GOSTINO CLERICI Editrice de Il Settimanale della Diocesi Coop.r .l. Coop.r.l. • Sede (direzione, redazione e amministrazione): V.le Cesare Battisti,8 - 22100 Como. T ELEFONO 031-26.35.33 FAX REDAZIONE 031-30.00.33 FAX SEGRETERIA 031-31.09.325 E-MAIL: [email protected] conto corrente postale n. 20059226 intestato a a: Il Settimanale della Diocesi di Como • Redazione di Sondrio: Via Gianoli, 18 - 23100 Sondrio. TELEFONO E FAX: 0342-21.00.43 E.MAIL: [email protected] Stampa: A. G. Bellavite S.r .l. - Missaglia (Lc) S.r.l. 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