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Notiziario Sindacale
n. 19 del 23 febbraio 2011
Ai Segretari Nazionali delle Federazioni-Confsal
Ai Segretari Regionali e Provinciali - Confsal
LORO SEDI
Sommario:
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Strategia Europa 2020 – Formazione e occupazione
Apprendistato e tirocini formativi
STRATEGIA EUROPA 2020 – FORMAZIONE E OCCUPAZIONE
A seguito di quanto già pubblicato, a favore dei nostri iscritti, si riportano di seguito in
estrema sintesi e per opportuna conoscenza, alcune ulteriori osservazioni di rilievo che
definiscono utilità e contenuti di azioni prospettate nel contesto di “Italia 2020 - Piano di azione
per l’occupabilitá dei giovani” proposto dai Ministri Gelmini e Sacconi.
Non ai percorsi formativi o alle sedi o procedure va rivolta l’attenzione, ma alle conoscenze,
abilità e competenze che la persona ha acquisito ed è in grado di dimostrare;
Occorre promuovere piani di studio personalizzati, rafforzare l’integrazione con il mercato
del lavoro, rendere trasparenti e mobili le qualifiche, consentire l’acquisizione di
professionalità realmente spendibili;
per l’ordinamento delle esperienze maturate, il libretto formativo è lo strumento per la
certificazione delle competenze che evidenzia le qualifiche, facilitando il dialogo tra sistemi
formativi e mercato del lavoro;
deve essere attivato un sistema di valutazione nazionale per compiere rilevazioni e
monitoraggi costanti, al fine di attivare interventi finanziari legati alle effettività dei contesti
occupazionali e settoriali;
progettare i percorsi educativi e formativi con il concorso delle parti sociali e delle imprese
con il concorso razionale dei fondi pubblici e privati disponibili. Anche Scuole e Università
come strumenti da utilizzare per corrispondere alle esigenze del mondo produttivo e del
territorio.
Rilanciare l’istruzione tecnico-professionale
“Il deficit di tecnici intermedi è stimato in Italia in 180mila unità. Si assiste così al
paradosso di imprese che non trovano la forza lavoro qualificata di cui hanno bisogno per
competere sui mercati internazionali e di giovani in condizioni di disoccupazione o sottooccupazione perché dotati di competenze che non servono al mercato del lavoro o
che, comunque, risultano spendibili unicamente in settori e ambiti a bassa crescita
occupazionale;
Bisogna costituire istituti tecnici superiori nelle aree tecnologiche più strategiche per
l’innovazione e la competitività, soprattutto delle piccole e medie imprese, anche mediante
il ricorso all’apprendistato di alta formazione e, soprattutto, la costruzione di percorsi
formativi e di istruzione tecnica e professionale nei luoghi di lavoro e in assetto
lavorativo;
La più ampia integrazione deve riguardare i percorsi di istruzione tecnica quinquennale, di
istruzione professionale statale quinquennale e di istruzione e formazione professionale
regionale previsti, in alcune Regioni, per una durata tra i tre e i sette anni, con percorsi di
aggiornamento innovativi per gli insegnanti, adeguamento dei programmi alle
innovazioni scientifiche e tecnologiche, adeguamento dei laboratori alle esigenze del
settore produttivo, rafforzamento stage – tirocinio – alternanza e raccordo scuola –
impresa;
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Istituire i comitati tecnico-scientifici previsti per una composizione paritetica di docenti ed
esperti del mondo del lavoro, delle professioni e della ricerca scientifica e tecnologica, con
funzioni consultive e di proposta per la organizzazione delle aree di indirizzo e l’utilizzazione
degli spazi di autonomia e flessibilità nella organizzazione della offerta didattica.”
La Confsal ritiene particolarmente importante l’azione prevista dalla Commissione europea che
prevede l’introduzone di un contratto unico a tempo indeterminato che preveda un periodo
di prova sufficientemente lungo e un aumento graduale dei diritti di protezione sociale. Si
dovrà, inoltre, includere l'apprendimento permanente servizi di orientamento professionale per
tutti i lavoratori. Secondo i principi di flessicurità (flexsecurity), si potrà quindi introdurre un
reddito minimo specifico per i giovani tale da rendere più interessante la contrattazione
accennata.
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APPRENDISTATO E TIROCINI FORMATIVI
L’Apprendistato, come finora svolto, non ha tenuto sufficientemente conto della componente
formativa, pure indicata dalla legge come elemento primario di questo modello contrattuale.
E’ quindi necessario che adeguate iniziative da parte delle università possano sviluppare
progetti di innovazione didattica che sappiano cogliere questa importante opportunità.
Il rilancio del contratto di apprendistato è determinante sia per il rafforzamento delle
competenze dei giovani che per il sostegno al sistema produttivo. Regioni, parti sociali e
bilateralità sono le componenti essenziali volte al coordinamento delle attività nella logica, in
particolare, della formazione in azienda. Questo tipo di contratto offre grandi opportunità in
ordine alla produttività del lavoro e alla qualità, volendo superare la vecchia logica di
formazione “interna - formazione esterna” e consentire ai giovani un rapido e stabile ingresso
nel mondo del lavoro.
Inoltre, l’apprendistato si rivolge anche a quei giovani che devono acquisire una qualifica
professionale –
cioè un titolo di studio – se si tiene conto, oltre alla funzione
professionalizzante (formazione sul lavoro e acquisizione di competenze di base), anche
dell'espletamento del diritto-dovere di istruzione e formazione, come previsto dalla legge
Biagi.
Una grande opportunità è poi rappresentata dall’apprendistato di terzo livello, finalizzato al
conseguimento di un diploma o di un titolo di alta formazione, compresi i dottorati di ricerca.
La Commissione Europea sostiene che è essenziale “che i giovani comincino
tempestivamente le proprie esperienze nel mondo del lavoro, al fine di acquisire le abilità e
le competenze richieste nella vita professionale. L'apprendimento sul luogo di lavoro sotto
forma di tirocinio o apprendistato è un mezzo efficace per integrare progressivamente i giovani
nel mondo del lavoro”. I programmi devono essere accessibili a tutti, di qualità elevata e avere
chiari obiettivi formativi e non devono sostituire né i normali posti di lavoro né i periodi di
prova.
Riguardo ai tirocini formativi e di orientamento è doveroso, da noi, escluderne l’uso come
canale di reclutamento di forza lavoro a basso costo, senza alcuna valenza formativa o
addirittura di vero e proprio orientamento.
L’introduzione dei contratti di inserimento al lavoro con la messa a disposizione del mondo
delle imprese di contratti a orario ridotto, modulato e flessibile (part-time, lavoro a coppia,
lavoro intermittente), deve recuperare la componente formativa e di orientamento, nell’ambito
di percorsi educativi - formativi.
Per avvicinare le aziende all’utilizzo di questo strumento assai utile sia per loro che per i
ragazzi, occorre rendere flessibili gli stage, modellandoli sia nei contenuti che nella durata.
L’Europa propone un quadro di qualità per i tirocini, finalizzato tra l'altro alla rimozione degli
ostacoli giuridici ed amministrativi ai tirocini transnazionali. Misure che favoriscano l'accesso
e la partecipazione a tirocini di alta qualità, anche stimolando le imprese ad offrire possibilità di
tirocini e un ambiente favorevole ai tirocinanti (ad esempio attraverso marchi di qualità o
riconoscimenti), ma anche attraverso accordi tra le parti sociali e una politica di responsabilità
sociale delle imprese (RSI). (Area Welfare – F.Cagnasso)
Cordiali saluti
Il Segretario Generale
Prof. Marco Paolo Nigi
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