UNAVOCE dalle due toryi InformatoredellaBasilicadi Sant'Ambrogioin Milano - Fax 8693839 PiazzaSant'Ambrogio,15 - Tel. 02/86450895 - E-mail:[email protected] - N. C.C.P.26958207 Sito:www.santambroeio-basilica.it \:: ORARI SS.MESSE Prefestive:S.Nicolao:ore 17.30 inBasilica:ore 18.30 Festive: Feriali: inBasilica:ore 8.00- 10.00- 11.00(Capitolare in lingualatina)- 12.15- 18.00- 19.00 ( l e m e s s ed e l l e 1 1 . 0 0e 1 8 . 0 0s o n o sospese in luglio e agosto) 17.15Vespri in Basilica:ore 8.00- 9.00- 18.30 (la messadelle8.00è sospesa il sabato) ORARI SS.CONT'ESSIONI Tuttii giornidalle7.30alle9.30e dalle17.30alle 19.00 INDIRIZZI E NUMERI DI TELEFONO DEI SACERDOTI Mons.ERMIMO DE SCALZI. AbateParroco Tel. 02.863866 PiazzaS. Ambrogio, 15 Mons. BIAGIO PIZZI. Arciprete PiazzaS. Ambrogio, 15 Tel.02.86451300 Don UMBERTO OLTOLINI PíazzaS. Ambrogio, 15 Tel. 02.72010716 Mons. GIOVANNI MARCANDALLI PrazzaS.Ambrogio,21 Te],.02.72095'730 Mons. ANTONIO PAGANINI residentein S. Bernardino alle Monache, Tel. 02.86451948 ViaLanzone,13 Don DAVIDE CARCANO P.za S. Ambrosio. 25 Ter. 3476969360 GIUGNO2OO8 9o, eziaVio... e asuoapaavna 50 nnruiBi incea&oxio Ho titolato così il mio intervento per questa felice ricorcenza, perché don Biagio, oggi sembra la stessapersona che 33 anni fa faceva il suo ingresso come coadiutore in sant'Ambrogio. Magro, quasi trasparente lo è sempre stato, e lui assicura che non tralascia di nutrirsi. Io credo, però, di attribuire questo al fatto che ha sempre lavorato molto in sant'Ambrogio. Don Biagio è un grande lavoratore: questo difetto (leggi pregio) di eccessivo lavorismo penso sia dovuto alle sue origini brianzole, dove un tempo "casa e bottega" erano una cosa sola. In questo, però, non corre il rischio di sfigurare davanti a sua sorella - Ia Pinuccia! - c];rein fatto di lavoro . supera tutti... come anche in velocità! Dopo questa introduzione - che don Biagio mi perdonerà - devo dire che egli è un vero prete, felice di esserlo per poter donare alla gente "la bella notizia" del vangelo del Signore. Il21 giugno prossimo festeggerài suoi 50 anni di sacerdozio e noi lo faremo comunitariamente domenica 22. nella celebrazione dei santi Gervaso e Protaso delle ore 11. 2 UNA VOCE dalle due torri Non so come lui leggerà questi suoi 50 anni di sacerdozio; penso che gli verranno alla mente nomi e volti precisi che hanno formato la sua personalità umana e sacerdotale, contribuendo a rassodare la sua vocazione al sacerdozio. Penso ai suoi genitori, ai preti e alle persone del suo paese natale, ma anche a tutti coloro che egli ha ar,vicinato nel suo lungo ministero, a cui molto ha dato, ma credo anche che molto abbia ricer,uto. È importante celebrare un anniversario di sacerdozio. Ci riporta a vivere i tempi dell'inizio della nostra vocazione, i giorrri del sì detto nella Ordinazione e gli anni della fedeltà nel ministero. È un po'come tornare alla freschezza originaria del "sì" detto a Dio, rivivere quella dedizione e temperie spirituale degli inizi, che la polvere della stanchezza e della abitudinarietà oossono intaccare. Celebrare un anniversario di vita sacerdotale r,rrol dire sentire più forte e viva la gioia di esserepreti, per sempre, al servizio del Signore. E questo non per nostro merito, perché noi abbiamo solo la fortuna di essere destinatari di un incredibile amore da parte del Signore. Festeggiando don Biagio vogliamo rinsraziare Dio del dono del suo sacerdozio e insieme del dono che è ogni sacerdote. Nessuno come chi aiuta ad incontrare Dio (e questo è il compito specifico di ogni prete) serve l'uomo. Non vi è maniera più forte, carità più alta per servire l'uomo che annunciargli Dio. Dio è infatti la difesa suprema della dignità dell'uomo, di ogni uomo. Lui, Dio è rimasto l'unico difensore vero della dignità di ogni persona. Auguro a don Biagio di riprendere in mano ogni giorno il suo ministero come dono di Dio e come dono concreto verso ogni uomo, rimanendo profondamente ancorato in quel rapporto personale con Gesù che motiva ogni vocazione. A lui, a nome dei sacerdoti che compongono il presbiterio di sant'Ambrogio, del Capitolo e di tutti i fedeli esprimo il grazie più sentito e l'augurio per l'inizio dei suoi secondi 50 anni di sacerdozio. + Enrtirtio de Scalzi RIPEAISAA/DOAI MIEI CI I{ QUAI{TAAIA//D I SACERDOZI O Il mio pensierocorre ineritabilmente,innanzitutto, alle origini del mio sacerdozio,a quel mattino del 21 giugno 1958,quando l'allora ArcivescovoMontini, poi Paolo VI, ha rivolto ai 37 nuoú Sacerdoti parole indimenticabili. Mi pare di risentire ancora la sua voce penetrante e incisiva. Ci diceva nella sua omelia: "Il Sacramento dell'Ordine sacro vi ha fatto sacerdoti, vi ha comunicato poteri divini, vi ha assimilato a Cristo, vi ha collocato nella Chiesa di Dio quali ministri del Vangelo e della Eucaristia, vi ha messi al nostro fianco quali collaboratori del nostri ministero, vi ha inseriti in questadiocesi dei Santi Ambrogio e Carlo, come continuatori e interpreti della loro missionee del loro spirito. Voi siete, come Cristo, i partecipi della sua missionedivina e umana, Sacerdotiin eterno". Si concludeva così il tempo della preparazione, lunga dodici anni, fatta di studio, di preghiera, di tensione dello spirito in attesa, di perplessitàe di umili abbandoni all'Amore che trascende ogni amore, ed incominciava un nuovo cammino, fatto di tappe successive,in cui ogni traguardo è punto dipartenza. LArcivescovo ci parlava della "coscienzasacerdotale", primo dovere che scaturisce dal Sacramento dell'Ordine. Citava le parole di S. Ambrogio, con cui inizia il suo trattato sui doveri dei Sacerdoti: "La tua rtcchezza è la tua coscienza:il tuo oro è il aNA VOCE dalle due torri z tuo cuore". E voleva dirci che ciò che siamo con il Sacerdozioè fonte di continua meditazione,è sempre oggetto di scoperta e di meraviglia, è sempre novità e bellezza, è riconoscimento dell'opera di Dio in noi ed è uno dei segreti per non invecchiare e per mantenere quella îreschezzadi spirito, di cui, ogni giorno, abbiamo bisogno di accostarci all'Altare: "al Dio che è mia gloria e mia esultanza". (Salmo 42,4). Ricordare il mio cinauantesimo di sacerdozio vuol dire, inoltre, ripensarè aila esperienzaecclesialepiù importante del novecento,da poco concluso: quello del Concilio Vaticano II. Indetto, per una intuizione mistica da Giovanni XX[I, fu portato avanti fino alla conclusione da Papa Montini, che ne prese le redini e lo guidò, da protagonista, verso le mete assegnatedalla Pror,videnza. Ne ho seguito con interesse lo svolgimento, ne ho studiato e meditato i documenti e mi sono sforzato di applicarne i principi e le indicazioni riformatrici. Mi aspettavo una fulgente primavera, r'enne, invece, una bufera, per diversi motivi. Innanzitutto, perché il dopo Concilio fu monopolizzato dagli intellettuali, piuttosto che da santi, come fu per il Concilio di Trento. Ricordiamo S. Carlo, S. nilippo Neri, fondatore dell'Oratorio, Agostino Giberti, vescovo di Verona, il venerabile Bartolomeo de Martiribus, vescovodi Braga, solo per citarne alcuni. Poi, perché fu intorbidato da "certi", teologi, la cui ansia principale era di accomodare la fede alle esigenze del mondo... e così finirono con aprire varchi al protestantesimo nell'interno del cattolicesimo. Di questo sfaldamento aveva ar,'utoun chiaro presagio Paolo \{I e lo espressecon profondatistezza. Infine, perché fu deforrnato dai mezzi della comunicazionesociale,i quali, come spessofanno, stralciando dal contestoespressioni,pr'nsir,'rir' parolc-. tradiscono la terità affennata dai drx'umcnti d.-lla C h i e s a .E o u e s t o r o f l o s t a n l c 'c h c . c o m c -D r l n ] o documento, il Vaticano II aveva emanato il decreto riguardante proprio i mez.zidella comunicazione soclare. Anche la Chiesa milanese fu flagellata, per usare una espressionecara a S. Ambrogio, dai marosi, ma non fu squassata,tanta era la resistenzadelle sue strutture poftanti, come il Seminario e la Parrocchia. Da ultimo, pensandoai miei cinquant'annidi sacerdozio, noto che sono stati contrassegnatida un particolare rapporto con la Madonna di Lourdes. Infatti, sono stato ordinato Sacerdotenell'anno centenario delle apparizioni della Madonna a Lourdes, 1958.Ho appreso,proprio a Lourdes,durante il pellegrinaggio con la Parrocchia di Paina, dall'allora Rettore Maggiore del Seminario, Mons. Giovanni Colombo, poi Arcivescovodi Milano, la mia prima destinazione alla Parrocchia di Triuggio, come rjcario parrocchiale.Ancora a Lourdes, nel 1983, in occasionedel 125" delle apparizioni,in pellegrinaggio con il Cardinal Martini, ho celebratoil25'anniversariodella mia Ordinazione.E quest'anno,2008, 150' anniversario delle apparizioni della Madonna a S. Bernardette,celebrola Messad'oro. La Madonna ha protetto il mio Sacerdozio,come quello degli altri 36 che sono stati ordinati con me. Nessuno ha lasciato il Sacerdozio e tutti lavorano ancora per la vigna del Signore che è in Milano, tranne tre, che sono entrati nella vita senzafine. Maria, che ha fatto dell'amore di Dio la ragione unica e suprema della sua esistenza,configurandosi perfettamente alla sua volontà, mi aiuti ancora a vivere questo autunno d'oro, perfettamente conformato, come Lei, alla volontà di Dio e docile alla grazia dello Spirito, che dona ia lucidita di saper discernere,tra le i'olubili opinioni mondan.'. la il verità che non muta, dà ìa forza di fr-onteggiar.mal.' .' rc'ndc'capaci di trasforrnarcla vita in r-rna iont.'di gL'ncrosita c di dcdizionc. ,i. Bide.io RtconDAl,{Do sant'Ambrogio già ho potuto rilevare ed ammirare le sue preclare doti di mente e di cuore nonché le sue benemerenze pastorali: la sobrietà di parola, I'inalterabile riservatezza, l'intensa spiritualità e la dedizione costante e generosa nelI'impegno parrocchiale. Per tutto questo mi sento profondamente affezionato a don Biagio, anche per il fraterno sostesno prestatomi nella mia sistemazionea Milano. La stima, l'affetto e la riconoscenza per la sua persona, nella fausta circostanza del suo giubileo sacerdotalesi traducono nelle felicitazioni piu cordiali e negli auguri piu fen'idi, col r,oto sincero che don Biagio possacontinuare a lungo U / SACERDOTEAMICO Sono lieto dell'opportunità che mi si offre di far sentire anche la mia voce nel coro delle sioiose espressioni di festa per il 50' di ordinazione sacerdotale di mons. BiagioPizzi. La nostra conoscenza lontana nel tempo, da un anno - da quando sono stato accolto nel presbiterio di S. Ambrogio - si è fatta prossima ed amicale; così mi riesce molto caro poter attestare a don Biagio la mia personale partecípazione ad una data tanto significativa del suo sacerdozio. Nel pur breve arco della mia residenza in a sen.irela chiesa.o"'T;;,"r: Î,:i#2";;eanini 4 UNA VOCE dalle due torri ,,ININIANZITUTTO HO SERVITOIL SIGI{ORE" Dox Bracto "cusroDEDELLA MEMzRIA" È impressionante il lavoro che Don Bia-eio è chiamato a svolgere nella Parrocchia di S. Amb-rogio. Come è noto, la situazione è anomala. Il Parroco e Abate è Sua Ecc. Mons. Erminio De Scalzi, il quale indubbiamente ama moltissimo la sua Parrocchia (e tale affetto è ugualmente contraccambiato). Anzi, sono convinto che il senizio di Parroco è ciò che più lo attira e lo gratifica. Di consegrter'za, cerca di dedicare molto tempo e notevoli ener-eie a questa Comunità Parrocchiale. Ma il suo impegno di Vicario Episcopale per tutta la città di Milano e di Vescovo ausiliare del Cardinale Arcivescovo lo costringe a trascorrere molte ore fuori parrocchia. Don Biagio lo sostituisce egregiamente come Arciprete con un impegno estremamente oneroso: tutti si rivol-qorro a lui, sia per le attività normali di ogni parrocchia, sia per altre specifiche richieste, legate alla singolarità di questa Basilica (la seconda nella città, dopo il Duomo). Però è ammirevoìe che, nonostante le "circumlatrantes curae pastorales" (S. Gregorio Magno), cioè le preoccupazioni pastorali che sono come "una banda di cani che abbaiano attorno", Don Biagio non perde la serenità dello spirito e la cordialità della accoglienza. Soprattutto, non si lascia travolgere da una vita frenetica e tumultuosa. Non è diventato un burocrate del sacro o un funzionario deì culto o Lln manageÌdella pastorale. È, e rinliììle senìpr-e, "prete", prete vcro, I'ino in fonclo, cioò u o m o d i p r e g h i c r a , i n n a n r o r u ì t oc ì e l S i g n o r e , t o t a l m e n t e d e c li t o a l s u o r - ì - r i n i s t e r - o pastorale. Può ripetere le parole di Paolo (nel suo testamento pastorale): "Innanzitutto, ho ser-vito il Signore in tutta un-rilra" (Atti 20, 19). Anzi, a lui possiamo applicare la descrizione del buon Pastore di S. Gregorio Magno: "il più vicino agli uomini con la compassione" perché "il piir vicino a Dio nella contemplazione". Or,'viamente, anche Don Biagio ha vissuto i 50 anni del suo sacerdozio con uno stile personale, con alcune specifiche accentuazioni. Mi piace ricordarne una, che sempre mi ha colpito. Don Biagio - pur "abitando il presente e sosnando il futuro" - è sempre stato soprattutto un "custode della memoria", cioè un -srande e convinto difensore della grande tradizione della Chiesa, sempre preoccupato di non tagliare le radici con la storia passata. Penso che non è stato mai sfiorato dalla tentazione di assecondare il rrento della "modernità". Certo, non rifiuta le novità, ma a condizione che non compromettano la continuità con il passato, per non cadere nel "relativismo dottrinale o morale" (denunciato più volte da Benedetto XVI). È disposto ad accettare anche una idea nubva, purché non contrasti con la co- aNAVOCE dalleduetoti t scienza di fede che la Chiesa ha acquisito lungo la storia. Soprattutto è sempre preoccupato di salvare la "totalità" della Rivelazione cristiana. Detesta ogni forma di unilateralità. E questo è molto bello, perché la ricerca della totalità è lo specifico della visione "cattolica della fede". E ag-eiungo che, come custode della memoria è particolarmente attento perché si mantenga vivo il ricordo di tutto quello che è peculiare di questa Basilica, ad esempio la memoria di alcuni santi e sante, qui sepolti, o comunque particolarmente legati alla vicenda umana di S. Ambrogio, o alla storia della Basilica. Rineraziarno il Sisno- re per il dono di Don Biagio, arciprete di questa Basilica, e ringraziamo anche lui per il suo lungo e fedele sen'izio alla nostra Comunità. Gli auguriamo che possa ripetere in occasione del suo 50" di sacerdozio le parole di una coppia di sposi, che celebravano un identico anniversario di matrimonio: "sono stati 50 anni di felicità". Soprattutto gli auguriamo che possa ripetere le parole di S. Paolo: "mi sono comportato tn rnezzo a voi, non come padrone della vostra fede, ma come collaboratore della vostra gioia". (2Cor. 1,24). dott Gioyartrti DON BIAGIO: PREGI E... DIFETTI "Vorrei sapereper LLnBattesirtto", chiede qualcuno in segreteria. "Aspetti don Biagio". "Dovrei fissare un Matrintonio". "Deve parlare con don Biagio". "Conte possiamo accordarci per un concerto?". "Con Mons. Pizzi". "Don Biagio c'è l'elettricista". Don Biagio, Mons. Pizzi: figura-chiave della Basilica: magro, tanto da stare bene con la veste che lo riempie un po', agile e minuto, passo velocissimo, sale come un ragazzino a due a due i gradini della sacrestia, per far presto...; in 33 anni di presenza a S. Ambrogio ha percorso senz'altro i chilometri del Cammino di Santiago, su e giùr per la Basilica: seguire i lar-ori, il banco dei libri, la cripta, il sacrestano, i turisti. Sempre disponibile all'ascolto, riservato, paziente, è il riferimento n. I per parrocchiani e non: è lì, in segreteria o in confessionale, o comunque in Basilica: il prete di un tempo, che tutti vorrebbero, lì che ti aspetta. Arrivato in Parrocchia nel I975, pochi mesi prima della morte di Mons. Oldani, quando questi era già ammalato, ha dovuto subito prendere il timone del grosso complesso (già allora il Parroco era Vicario della Città, e quindi occupato in Curia quasi a tempo pieno). Brianzolo di origine, stile sobrio, lavoratore instancabile, attivo ed efficiente, non si ferma mai. Il Gruppo Terza Età, ìe Missioni, le Suore; l'archivio parrocchiale, la biblioteca dei codici, il museo... I malati? Tutti suoi: li segue con zelo, sino alla fine. Se c'è una chiamata di notte, a chi suona il telefono? A don Biagio. Le prove del concerto fino alle tre del mattino... f consensi. i matrimoni: li prepara a uno a uno. Organizza i corsi hdanzati... Arciprete del Capitolo, deve pensare alla Messa Capitolare, ai Monsignori, al coro... Attento all'economia, specie della carta: niente sprechil La Basilica è la sua vita, a cui dà anima e corpo. Quando l'estate gli tocca un periodo di riposo, quasi bisogna "mandarlo via", perché forse gli dispiace... Allora in canonica par quasi ci sia "aria di yacartza" ... (!). (Ma, se c'è bisogno, ad esempio, la chiar e di S. S i g i s m o n d o ? c h i s a d o r ' ' è ?n o n s i t r o v a . . . Adesso poi senza lersignor-aCarla!). -\{ai si lantenta don Biagio: neanche quando deve celebrare un matr-imonio tt-a gc'nte disattenta,senza aiuti, e legge rutto lui... Il "self-control" in persona. Avendo vissuto l'epoca pre-conciliare, pur contento della riforma della Chiesa, per lui va tutto bene, anche se non perfetto. Si salva l'essenziale, tutto il resto è relativo. Un po' ermetico, distaccato, impenetrabile, difficile è a volte capire che cosa Mons. Pizzi pensi. Certo in una testa sola non può stare tutto: per cui può succedere che arrivi una concelebrazione, e non è scritta sull'agenda liturgica...; oppure capita di trovarsi lì un coro non programmato... Il Reverendo a volte si ricorda di chiedere le cose all'ultimo minuto ... (non sa che per noi "umani" esiste solo il giorno, non siamo come lui, all'erta giorno e notte!). Non sempre dice che cosa fa, e dove va: capita allora ogni tanto che sparisca, nessuno lo trovi, neanche la sollecita sorella. Sì] perché dietro tanto efîicienza c'è un 6 UNA VOCE dalle due toni segreto, uno sfondo: Ia signorina Pinuccia. Altro "personaggio" chiave della canonica, da 50 anni gli vive accanto: gli fa da scudo al telefono e 1o tiene "in riga"; gli cuce I'orlo della veste e gli fa trovare gli spicchi di mela sbucciati sul piatto la mattina per colazione: tutto è organizzato. La "pizzeria" (casa dei Pizzi) è sempre aperta, il caffè sul fuoco; nelle occasioni, una squisita cioccolata densa. La signorina Pinuccia non cammina, corre: "rotelle ai piedi", dice la gente: i fiori all'altare, le candele, le chiavi di S. Pietro in mano, ella fa da custode e sacrestana, supplisce ovunque occorra. Indispensabile, per don Biagio, per consentirgli uno spazio di tempo spirituale. Infatti iI nostro Arciprete non è soltanto attivo, anzi: serio e preciso, sicuramente la sua forza deriva da una profonda vita interiore: è il primo in basilica la mattina a pregare, in fondo alle panche o in confessionale; la sera, prima della chiusura, è là davanti al SS. Sacramento, che recita il breviario, in ginoc- chio. Le sue omelie - un po' iunghette, in verità - sempre preparate, ci richiamano la morale dimenticata e il sacrificio. È una necessità, per lui. Egli rappresenta la tradizione cristiana. Ma Mons. Pizzi è anche teologo e consigliere saggio. Nei 50 anni della sua vita sacerdotale, pur di corsa, c'è il cardine, il punto fermo del Signore. Mi ha colpito un giorno un suo discorso, stupito che i cristiani "aspettassero" nel mondo qualcosa: "il premio del cristiano - esclamò è Gesù Cristo". In sostanza: don Biagio: un sacerdote prezioso, un vero prete ambrosiano, di tutti. Un uomo di Dio, un operaio instancabile della vita del Signore. Un uomo sereno e tenace, che da una vita svolge contento a S. Ambrogio il lavoro "del n. 1", sempre restando - di nome e di fatto - "ll n.2". don Urnberto PROGRAMMA DEL MESE DI GIUGNO 2OO8 Domenica 8: I ragazzi del nostro Oratorio iniziano lavacanza in Valsavaranche. Martedì l0: Ore 18.30: in Basilica: S. Messa presieduta da Monsignor Abate per tutto il gruppo liturgico, con i seminaristi di Milano. Seguirà un incontro e la cena in Oratorio. Ore 2l: in Basilica esecuzioni del Coro femminile dell'Università di Riea e del Coro Monteverdi di Budapest. Mercoledì 18: In Basilica, Veglia Musicale nel 30" anniversario di fondazione del Coro dell'Università Cattolica con musiche di Pier Luigi da Palestrina: Meditabor e La Messa. Domenica 22: Solennità dei Santi Compatroni Gen,aso e Protaso.. Ore I 1.00:solennePontificaledi Mons. Erminio De Scalzi. Si ricordano: il 65" di Ordinazione sacerdotaìe di Mons. Libero Tresoldi, il 50' di Mons. Biagio Pizzi e di Mons. Ludor-ico Cen-i; il -t0'di \,Ions. Pierangelo Sequeri e il 30" di Mons. Pier FrancescoFumagalli.. 23-28 giugno: Pellegrinaggio diocesano a Lourdes con il Card. Dionigi Tettamanzi nel 150" anniversario delle apparizioni. Domenica 29: Giornata per la carità del Papa nella festa dei Santi Pietro e Paolo. LUGLIO 2OO8 Vengono sospese le Sante Messe festive delle ore 11 e delle ore 18. 1.3-20luglio: XXII giornata mondiale della gioventù a SyDNEy (iliA I'OCE hlk duc torri SORPRESEA DIR POCOPRODIGIOSE Diceva il Piccolo Principe: "norì si vede bene che col crlore" ed aveva ragione. E facile infatti osservare le esteriorità, le appaîenze, le superfici delle persone; è meno impegnativo e rischioso fermarsi a ciò che è immediato e istintivo, a ciò che l'altro ti presenta momentaneamente, anche se questo lascia il rapporto di amicizia ad un livello formale e consuero. Ma se lasciamo che il cuore si attivi, che i sentimenti entrino in gioco, sapremo cogliere in chi ci sta accanto, le sue emozioni e preoccupazioni, le pene e i dolori, le difficoltà che ha nell'esprimersi e nel condividere momenti di vita, e scopriremo delle sorprese a dir poco prodigiose, e in più il rapporto di amicizia si consolida in modo sincero e profondo. Abbiamo accompagnato all'incontro personale con Gesù 58 bambini per due anni, incontrandoci un'ora alla settimana per il catechismo e qualche volta Ia domenica in oratorio, condividendo con i loro genitori preoccup azioni e avvenimenti della vita quotidiana, scambiando consigli e suggerimenti e ampliando il cerchio delle amicizie; genitori che hanno collaborato e preso parte alle iniziative proposte, che hanno accettato i nostri limiti nell'essere catechiste dei loro figli, accettando con comprensione il passaggio dall'uno all'altro e all'altro ancora coadiutore dell'oratorio. Genitori consapevoli che "la grazia spirituale viene a permeare l'animo dei loro figli per conformarlo a quello del Signore Gesù"; genitori che hanno saputo "custodire e proteggere momenti di raccoglimento, di preghiera, di attesa" di un incontro da grandi, quale è la Prima Comunion e: grazie carissimi genitori ! Grazie a don Erminio che nell'incontro di giovedì sera ci ha fatto capire l'importanza di volerci bene noi genitori e ci ha ricordato che la fede - dono ereditato - r'a trasmessa con la testimonianza della vita e del nostro essere cristiani. col desiderio di "tendere alla perfezione e di vivere in pace". Ma la sorpresa prodigiosa, quale dono di Dio, che ho avuto, è stata quella di vedere i bambini - durante l'anno spesso distratti, irrequieti, disturbatori, seppur sempre vir i interiormente - impegnarsi durante la giornata di ritiro a Desio, nell'ora mattutina in assoluto silenzio, meditando singoiarmente, penna e libretto in mano, su cosa rrol dire presentarsi a Gesù "al piano superiore", Iasciando da parte tutto ciò che impedisce l'incontro con Lui, e prendendo un impegno preciso per rimanere in comunione con Gesù; e nell'ora pomeridiana di gioco in assoluta armonia, pur nella i'ir acità estrema, e nel poco spazio conscntit,,. causa la pioggia... nessun litigio, nc\\urì( ' sgarbo, nessun braccio rotto! Ancora, nel giorno della Prima Colnulti,,ne, la partecipazione viva in Lln d()rnnr()vente silenzio, faceva traspar-irc' rrn cu()rc pulsante di desiderio di Gesu. trn'enrozione dawero mai provata nella loro vita. che ha sicuramente contribuito a creare il clirira di tutta la comunita presente non 8 aNA VOCE dalle due torri meno attenta e silente che aiutava i piccoli nella concentrazione. La pioggia che imperterrita cadeva dal cielo ha scombinato l'organizzazione tecnica ma non oscurato il sole della gioia che tutti portavano nel cuore. Una gioia che è continuata la sera di martedì al Santuario mariano, dove passeggeri e pendolari si sono lasciati coinvolgere (o hanno amorevolmente sopportato) dall'entusiasmo e dai giochi impror,visati dei bambini. Nel tratto a piedi post treno, la pioggia, insistente e dispettosa, sorda alle nostre richieste di finire. sembrava divertita nel vederci sempre più bagnati ma sempre più contenti. Al Santuario della Madonna della Noce, dopo asciugature, gioco e cena, la chiesa risuonava di canti e di silenzi. Durante la messa don Erminio - aiutato dai comunicandi - ha predicato "col cuore in mano", come dicono i milanesi, elevandoci 1o spirito ai piani superiori della casa di Dio. Non si è dimenticato di precisare ai bambini la differenza tra "fare la Comunione" e "fare comunione"; rrra chi di noi grandi non ha bisogno di rinfrescare la seconda definizione? Consultiamo il Piccolo Principe, saprà sicuramente suggerirci come, quando e quanto fare comunione con tutti. Alberta RICORDANDOCARLA GALBIATI Celebriamo questa Eucaristia con la presenza del corpo di Carla. Eravamo abituati a vederla fedelmente presente a questa messa delle ore 9 da almeno 30 anni. Prima veniva per accompagnare la mamma novantenne. Se non la si vedeva era perché la febbre la tratteneva in casa. Qui si trovava a suo agio, perché si incontrava con Cristo, che ha vinto la morte. Mi ha lasciato una lettera con la clausola di aprirla soltanto dopo la sua morte. Questa lettera, molto personale , inizia dicendo: "Quando leggerà questo mio scritto io sarò con Cristo, tanto atteso e desiderato di raggiungerlo". Invidiava la cugina suora perché è morta in fretta, quasi improvvisamente, due giorni prima che Carla fosse ricoverata all'ospedale S. Luca. Il Signore, invece, le ha chiesto di softrire un poco con Lui, per tre settimane, prima di poterìo incontrare e stare per sempre con Lui. Carla è approdata alla riva di Dio, sulla sponda dell'Eterno, l'antivigilia della solennità della Trinità, celebrata ieri. La Trinità, che ha imparato a conoscere e che sapeva dimorare in lei, l'ha attesa. Carla si è preparata a questo incontro: appena ricoverata al S. Luca, ha voluto che le amministrassi I'unzione degli infermi e tutte le sere desiderava che passassi a darle una benedizione o I'assoluzione. Questa fede che ha professato e testimoniato ci richiama che anche noi siamo sulla strada del ritorno verso il Padre, in compagnia del Figlio suo Gesù e nell'unità dello Spirito Santo. La Trinità è l'oceano di pace verso cui scorre il piccolo ruscello della nostra vita. Con la Trinità sarà la nostra vita eterna "quando asciugata ogni lacrima i nostri occhi vedranno il suo volto". Noi pensiamo che ora gli occhi di Carla si spalancano nella luce della Trinità e comprendono come tutta la storia e tutto l'universo gravitino intorno a quel punto; come tùtto da lì procede e tutto lì ritorna. Beati UNA VOCEdalle due torri coloro che si preparano a questo incontro come Carla. Carla non è tra i morti, ma tra i vivi; si è fatta invisibile, ma non assente. Morire non è scomparire. P. Turoldo diceva: "i nostri morti sono più vicini dei vivi, sono più presenti di noi. Non ci separa da loro neppure un foglio di carta velina, perché non c'è un di qua e un di là del mistero, c'è semplicemente un diverso modo di vivere: dal modo di vivere terreno, precario, provvisorio. al modo di vivere eterno". Quello che di Carla soprar,vive non è nella tomba sigillata, ma in un altro luogo misterioso: nel cuore di Dio, (amante dell'uomo, geloso dell'uomo, che ha nostalgia dell'uomo) e nel cuore di coloro che I'hanno amata e hanno nostalgia di lei. È viva con il suo volto e il suo nome, con le sue parole più sagge e con i suoi gesti più significativi. E viva con le sue caratteristiche particolari che tutti noi abbiamo conosciuto e apprezzato. Carla è viva con il suo carattere deciso, volitivo, socievole. Non perdeva mai le occasioni per incontrare parenti in occasioni di feste. Sempre presente alle iniziative parrocchiali. Ma sapeva anche essere discreta. riservata. Non aÍnava la retorica né la volgarità. Aveva una grande ricchezza interiore, che le derivava da una fede genuina e profonda, da un grande rigore morale, dalla sua sensibilità e dalla sua onestà e rettitudine. Nei più che 25 anni di collaborazione nella segreteria parrocchiale amava la precisione, mi ricordava in anticipo gli appuntamenti e le iniziative da preparare. Aveva una particolare facilità a ricordare i numeri telefonici delle persone. La preghiera di suffragio di oggi è anche un vivo ringraziamento, non solo della Comunità parrocchiale, ma anche mio personale. E si appoggia, per così dire, sulla preghiera di Gesù stesso che abbiamo ascoltato nel brano di Vangelo: "Padre, voglio che anche quelli che mi hai dato, siano con me dove sono io" (Gv. 17,24). Gesù si riferisce ai suoi discepoli, in particolare agli Apostoli, che sono accanto a lui durante l'ultima cena. Ma la preghiera del Signore si esten- 9 de a tutti i discepoli di tutti i tempi. Poco prima, infatti, aveva detto: "Non prego solo per questi, ma anche per quelli che per la loro parola crederanno in me" (Gv. 17,20). E se là domandava che fossero "una cosa sola... perché il mondo creda" (v. 2l), qlui possiamo ugualmente intendere che Egli chieda al Padre di poter avere con Sé, nella dimora della sua gloria eterna, tutti i discepoli morti nel segno della fede. "Quelli che mi hai dato": è questa una bella definizione del cristiano come tale, e or,'viamente la si può applicare anche a Carla. Su questa parola si fonda la nostra speranza, anzi la nostra certezza. Oggi perciò pur nella comprensibile tristezza che genera la morte di una persona cara e amica, siamo confortati dalla fede in Colui che è Via. Verità e Vita. A lui ora affidiamo Carla nella preghiera e chiediamo che "mite e festoso le appaia il Volto di Cristo, e sia per sempre con lui nella pace". LA SIGNORA CARLA Non so perché ho sempre avuto un po' di soggezione della Signora Carla, soggezione nel senso più positivo di rispetto e deferenza. Questo non certo per iI suo cornportantetúo, sentpre di persona rrnlto disponibile, rtn forse per il rtùscuglio delle xte qualità: la serern sererítà irt segreteria, la conoscerr:a urtica della vita della Parrocchia in tutti i stroi antbiti, Ia precisione delle sue note e delle sue risposte, il sorriso non facilntente concesso, il suo insieme direi di dispensatice di ordine e di chiarezza. Ma ora in me, e in tutti noi penso, ci sia nel ricordo una grande tenerezza per la cara figura di Carla. Rivediamo Ia sua andatura agile, la sobria e composta eloquenza, I'atteggiamento dietro la scrivania, risentiamo la sua voce ferma e decisa di segretaria illuminat a. Anna Luini La sorella Angeîa con i nipoti e i parenti ringraziana per ln sentita paftecfuazione al loro dolore e ai funerali della cara CarLa e chiedono un continuo ricorda nella preghiera. r0 UNA VOCE dalle due toti .. (EDUCATIVA"! UNA PARTITA. Alcune riflessioniin occasionedellaconclusione delle attività sportive nel nostro Oratorio LOratorio della Parrocchia di S. Ambrogio, in queste ultime settimane, sta vivendo un particolare momento di aggregazione ma anche di "conclusione" delle differenti attività educative ivi promosse prima di entrare nel tempo estivo, tempo di vacartza e, ce lo auguriamo, anche di ricreazione umana e spirituale. Un appuntamento importante è avvenuto Giovedì 29 Maggio, in occasione della chiusura delle attività oratoriane: in Oratorio ci sono stati i giochi, la cena di condivisione coî ragazzi, adolescenti, scout, famiglie; la giornata si è poi conclusa con la Processione in Basilica che ha sfidato il maltempo presentando una comunità ben raccolta e ordinata nella preghiera di affidamento e di gratitudine. ::llÈ,,lì r,:, i9.:. Un'altra importante giornata è stata quella di Venerdì 23 Maggio, quando ci sono state le finalissime delle partite di calcio del Torneo Maserati, in memoria del giovane oratoriano Luciano Maserati. Mi è sembrato - anche in questa tradizionale occasione - di poter cogliere, pur nel rispettoso e sano gioco agonistico, un'affermazione della squadra, un incitamento corale, una gioia (o un dispiacere, nel caso della sconfitta) d'insieme. Lo sport, quando viene proposto e praticato in un oratorio non deve dare per scontato o supporre come un dato ovvio che è una espressione educativa, e questo lo si può manifestare se 1o sport viene vissuto in una comunità in cui Ia squadra vive con spirito di gruppo, se l'allenatore è uno dei responsabili della formazione dei ragazzí e insieme si condivide una formazione permanente; in virtù di questa riconoscenza rni piacerebbe ci possa essere sempre, nella nostra comunità oratoriana, una gratitudine non solo occasionale nei confronti di quanti, ordinariamente si prendono cura dei nostri ragazzi, anche attraverso gli allenamenti, Ie attività aggregative e sportive. Ma è proprio in questo luogo, nell'Oratorio, che la qualità dell'allenatore non può fermarsi alla precisione, alla puntualità, alla responsabilità e alla serietà della presenza. Per un oratorio è importante avere queste qualità, ma non possono bastare: aNAVOCE dalledue torrí occorre educarsi a pensarsi partecipi e corresponsabili alla vita e alle decisioni della comunità cristiana e completare il proprio programma con quello che le componenti spirituali, umane offrono. Non è automatico che lo sport educhi. Molte volte lo sport ha bisogno di essere educato perché possa diventare educativo. Così l'allenatore lo si può vedere non solo sul campo di calcio, ma anche nelle attività educative dell'Oratorio, come responsabile, come animatore, come presenza alla Messa o come presenza limpida e laboriosa nella scuola; provo a pensare e ad augurare agli allenatori quella costanza e quella fedeltà a far sì che in ogni allenamento, in ogni partita, in ogni sfida dentro e fuori dal campo ogni persona, ognuno dei ragazzi possa uscire più vero, più umano, più amato e più stimato: quindi un po'più felice. Ad accendere e arealizzare questo desiderio non bastano certo, da sole, le mie belle parole e le buone intenzioni. Occorrono idee chiare ed esempi trainanti, occorre uno stile pulito, onesto, non doppio, non utilitaristico, non individualistico; occon'ono parole nuove, non giudizi affretlati e destabilizzanti, non consensi a basso prezzo. Occorre uno stile buono, veritiero, accogliente, determinato, come è buona, veritiera e decisa la lieta notizia del Vangelo. Tutti possono intuire facilmente che pur piacendomi lo sport (mi pace seguire le r.icende e le partite delle squadre che mi hanno accompagnato nella mia adolescenz.a- e non solo!) non l'ho molto praticato; e più che campi sportivi, ho frequentato un po'di più i campi della Sacra Scrittura e IÌ ho incontrato esempi di vita autentica, campioni di umanità. Abramo con la sua speranza, Mosè con la sua fede, Giuditta con il suo coraggio, Davide con la sua tenacia e umiltà, Salomone con la sua saggezza, Giobbe con la sua îranchezza; e ancora Ia forza d'animo di Maria e Giuseppe, la generosità di Pietro, la passione ardente di Paolo, I'intuizione profonda di Giovanni... Tutte queste e altre qualità messe insieme e coltivate sono iI corredo più autentico di ogni vero uomo e perciò anche di ogni vero sportivo. Soprattutto oggi, anche nei nostri oratori, c'è bisogno di campioni così, che mostrino che lo sport non impedisce, anzi libera l'umanità che è in noi e ci fa più autenti- l1 camente persone. Ne verrà fuori uno sport che - come affermava Papa Giovanni Paolo II - "tuteli i deboli e non escluda nessuno, che liberi i giovani dalle insidie dell'apatia e dell'indifferenla, e susciti in loro un sano agonismo; uno sport che contribuisca a far aTnare Ia vita, educhi al sacrificio, aI rispetto e alla responsabilità, portando alla piena valorizzazione di ogni persona Llmana". Don Davide Desideriamo comunicare alla comunità Parrocchiale che nelle prossime settimane di Giugno siamo chiamati a sostenere l'impegnativo rifacimento del campetto di calcio del nostro Oratorio, ormai abbastanza consunto. Il nuovo manto in erba sintetica (Manto 42 MONOTURF: manto di tipo monofilo, prefabbricato, realizzato con un apposito filato per una maggiore somiglianza dei filamenti dall'erba naturale, composto da fibre altamente resistenti all'usura, antiabrasivo, di grande durevolezza)sarà accompagnato anche con alcune necessarie strutture di protezione. Chiediamo che anche questo segno di attenzione nella manutenzione straordinaria del nostro oratorio sia sostenuto dalla partecipazíone di tutte le famiglie della nostra Parrocchia, alle quali rivolgiamo anticipatamente il nostro ringraziamento e l'invito ad essere presenti Domenica 28 Settembre 2008 quando, in occasione della Festa dell'Oratorio saranno inaugurate le nuove strutture della Palestra e del Campo di calcio. Sarà inoltre possibile lasciare la propria offerta, o in Segreteria dell'Oratorio o in Segreteria Parrocchiale specificando la causale "per il rifacimento del Campo di calcio". d. D. 12 UNA VOCE dalle due torri Anagrafe parrocchiale di Aprile Sono diventati Figli di Dio Nardella Eleonora Della Porta Antonio Buscemi Diletta Maria Battaini Caterina Costantini Pietro Bartolomeo Zalonis Isabella Zalonis Vittoria Lanza Alessandra Livulla Radice Fossati Confalonieri Francesca Maria Radice Fossati Confalonieri Paolo Mariano Villa-Santa Mattia Filippo Zucca Matilde Laura Grasselli Giulia Costa Federico Conti Tommaso Alberto Yoza Arianna Martinez Sara flanno celebrato il Sacramento del Matrimonio Nahmias Emanuele con Teles Cocalves Alessandra Liverani Nicola con Moioli TeresaVittoria Micali Danilo con Raguso Teresa Crosti Carlo Felice con Bucci Federica Preziosa Alessandro con Guiducci TizianaAnna Toninelli Marco con Pomi Davina Romaniello Vito con Mura Silvana Rinaldi Pio Giuseppe con Pagliughi Cristina Melloni Matteo con Rolando Valentina Chiara Pedrazzini Federico Cesare con Senesi Valeria Sono entrati nella Casa del Padre Calcaterra Franca Galbiati Carla Frateili Mariella T Projectsocietàdi ingegneria srl - INGEGNERIA ARCHITETTURA CERTI FICAZIONI ENERG ETICHE ViaUgoFoscolo, 4 - 20121Milano - Fax0287302099 Tel.02 87392096 www.tproject.it [email protected] GRIPPIAANDREA Eh{trlcità& ldraullca P.t o!18519J0900 c.F. GRP|{0nt2AO2F205Q Vla Lrnzone, 16 20123HiLno Te|.02862306 UNDOVEROSO RINGRAZIAMENTO La Comunità parrocchiale di S. Ambrogio in Milano nngraziala FONDAZIONE CARIPLO che ha elargito un importante contributo per il restauro del p4vimento della Basilica Dom. Flscalo Via Savona, 127 Mllano - LA COLONNAANTICHITÀ MOBILI OGGETTISTICA CURIOSITÀ di Arsenre Lrva Arnoror Via G.G. Mora, 9 20123Milano Tel. 02.89403013 CeLl.3387784552