cultura
libri
Verso il sinodo sulla famiglia
LE NOSTRE SEGNALAZIONI
di S a b i n a F a d e l
È quasi
un grido il titolo
dell’ultimo
volume di
Aldo Maria Valli,
vaticanista
del Tg1, una
raccolta di storie
di «irregolari»
credenti
che si rivolgono
al sinodo.
«I
l cardinale Christo­
ph Schönborn, arci­
vescovo di Vienna,
ha detto una volta: “Il cri­
stianesimo è una comunità di
racconti, e penso che dobbia­
mo riscoprire il raccontarci
a vicenda ciò che Dio fa del­
la nostra vita”». Sta in que­
ste poche righe il senso pro­
fondo dell’interessante volu­
me di Aldo Maria Valli, vati­
canista del Tg1 e attento co­
noscitore, non solo «per la­
voro», dell’universo cattoli­
co. Un libro di storie che an­
drebbe letto da quanti parte­
ciperanno al prossimo sino­
do sulla famiglia, che si terrà
a ottobre, ma anche dai cre­
denti che lo seguiranno so­
lo da lontano. Perché propo­
ne le vicende – narrate dagli
stessi protagonisti che si met­
tono a nudo dinanzi all’in­
tervistatore o che scelgono
di raccontare la propria sto­
ria in prima persona – di al­
cune coppie di «irregolari»,
persone cioè che si sposano
una seconda volta, civilmen­
te, dopo il fallimento e il con­
seguente divorzio di un ma­
trimonio celebrato in chiesa
o che scelgono di convivere.
Ma a prendere la parola so­
no anche coppie omosessua­
Il libro del mese
Aldo Maria Valli
chiesa ascoltaci! Gli “irregolari”
credenti si rivolgono al sinodo
Àncora, pagine 158, € 15,00
Messaggero
82 |
di
sant
li e pure due sacerdoti, i qua­
li raccontano la loro persona­
le esperienza di vicinanza a
coppie «in situazione di fra­
gilità» come ora, nell’epoca
di papa Francesco e del suo
magistero della misericordia,
si preferisce chiamarle.
È il dolore la cifra esistenzia­
le, la costante, il comun de­
nominatore che lega tutte
queste storie: il dolore del fal­
limento, ma anche del sentir­
si rifiutati, giudicati con du­
rezza di cuore. Il «dolore del­
la diversità e della discrimi­
nazione». Delle umiliazio­
ni subite e che bruciano par­
ticolarmente in chi crede e
vuole sentirsi parte di una
comunità di fede.
Stupisce il tono pacato delle
risposte o dei racconti: nes­
suno dei protagonisti pre­
tende nulla, sbraita contro
il magistero della Chiesa, se
la prende con i preti o le co­
munità di fede che li hanno
apertamente emarginati. Si
limita a raccontare la propria
vicenda, cercando di far ca­
pire che cosa si prova a sta­
re «dall’altra parte», da quel­
la di chi non può accostarsi
all’eucaristia, di chi viene al­
lontanato da un gruppo ec­
clesiale, di chi si trova a fa­
re i conti con la presa di po­
sizione netta da parte di alcu­
ni che non vogliono lasciargli
nemmeno il diritto di paro­
la. Ed è un dolore sordo, che
si somma a quell’altro dolo­
re, quello esistenziale, dovu­
to al fallimento di un proget­
to di vita al quale aveva cre­
duto e sul quale aveva punta­
to tutto. Certo, nella quasi to­
talità dei casi c’è una richie­
sta forte e chiara: che la Chie­
sa possa aprirsi all’accoglien­
za, che sappia diventare sem­
pre di più «madre e maestra
senza rischiare di diventare
matrigna». Ma c’è anche chi
esprime «gratitudine perfino
per quelle che appaiono nor­
me più rigide, perché salva­
guardano il valore dell’indis­
solubilità del matrimonio».
«Qui – avverte l’autore nel­
la prefazione – non siamo
nel campo delle teorie, delle
dottrine, delle speculazioni
astratte. Qui non si parla di
“irregolari” senza volto, ma
di uomini e donne con i lo­
ro nomi e le loro storie». Ed è
proprio questo a gettare una
luce nuova che aiuta a com­
prendere quale sia davvero
la posta in gioco. Una posta
che chiede innanzitutto una
capacità di ascolto profon­
da, per non trovarsi a dover
«chiudere il cielo» a nessuno,
come racconta don Francesco
nel libro.
A concludere il volume è
un’interessante postfazione
dell’editore, nella quale si sot­
tolineano alcune parole chia­
ve che permeano le pagine
appena lette. L’ultima è «spe­
ranza»: «Tutte queste coppie
desiderano far giungere la lo­
ro voce al prossimo sinodo.
Chiedono di essere ascolta­
te e accolte. Sperano che, at­
traverso il sinodo, la Chiesa
possa annunciare loro parole
n
di speranza».
Da una citazione di Etty
Hillesum («Lasciate che io possa
essere il cuore pensante di
questa baracca») deriva il titolo
dell’ultimo libro della scrittrice
triestina Susanna Tamaro. Il
volume, autobiografico, si
snocciola attraverso tante
piccole meditazioni, in parte
già comparse sul quotidiano
«Avvenire». In questo «percorso
spirituale» sono tanti i temi
affrontati, tutti tasselli che
una volta ricomposti svelano
il percorso e la profondità
di un’autrice che non si è
mai lasciata condizionare
dalle mode o dalle «potenze
mondane». Un libro che alla
fine parla di un Dio che non è
un re, ma un «nido». (L.P.)
Marco D’Agostino, prete
cremonese che lavora
con gli adolescenti, sia
come insegnante che come
responsabile del Centro
vocazioni, dedica un libro al
pianeta giovani. Lo fa attraverso
un romanzo il cui protagonista
è appunto un ragazzo, Loris,
alle prese con la scoperta dei
sentimenti e di tutto ciò che
sperimenta. E se da un prete
arriva a Loris l’invito a essere
libero, a essere se stesso,
a scegliere il bene, diversi
moniti sono rivolti ai genitori
alle prese con le difficoltà
di comunicazione con i propri
figli. A fine lettura genitori
e figli saranno forse
più vicini. (L.P.)
Francesco s’imbarca assieme
a decine di connazionali e a
una folla invadente di camicie
nere sul Cesare Battisti, alla volta
dell’Eritrea. Il duce ha promesso
una nuova vita, al riparo dalla
povertà, in un continente
affascinante. Che cosa troverà
di là dal mare?
Il romanzo di Paola Pastacaldi,
giornalista e scrittrice nata
a Treviso, nipote di un
diplomatico in Etiopia ai primi
del Novecento, ha in filigrana
memorie autobiografiche
che rendono più vivo il
vissuto degli italiani durante
il periodo coloniale, con tutte
le sue amarezze, ma anche
con la passione per una terra
straordinaria. (G.C.)
Susanna Tamaro,
UN CUORE PENSANTE
Bompiani, pagine 214, € 14,00
Marco D’Agostino,
LASCIATEMI PROVARE
San Paolo - Paoline,
pagine 180, € 12,00
Paola Pastacaldi,
L’AFRICA NON È NERA
Mursia, pagine 212, € 17,00
N
on vorrei correre il rischio di venire fraintesa, ma nonposso esimermi dal dirlo: questo libro andrebbe letto
anche solo per l’introduzione, puntuale e ironica, di
don Antonio Torresin, presbitero della diocesi di Milano. Una
piccola perla preziosa, che contorna con sagacia un volume
piacevolissimo e arguto. Il numero esiguo di pagine del libro
di Paolo Cattorini (ordinario di Bioetica all’università degli
studi dell’Insubria) non tragga in inganno: siamo dinanzi a un
concentrato di intelligenza e perspicacia che solleva, senza
retorica alcuna, quel lembo del mantello che riveste spesso la
comunicazione in famiglia, mostrandone limiti, contraddizioni e punti di forza.
L’autore passa in rassegna una serie di atteggiamenti verbali più o meno ricorrenti in famiglia, capaci di innescare vere
e proprie crisi comunicative che possono minare la solidità
familiare («il fallimento di una relazione è quasi sempre un
fallimento di comunicazione», ha scritto il sociologo della società e dell’amore liquidi, Zygmunt Bauman). Qualche esempio? Il semplice, innocente e insospettabile «mi dispiace» che,
se detto a sproposito, fa imbestialire come poche altre cose.
Scrive Cattorini a proposito: «L’espressione indica che provi
selma - la strada
per la libertà
Regia di Ava DuVernay
Notorious - 01 Distribution
dispiacere per la condizione triste o disagiata in cui mi trovo. Mi sei al fianco, forse mi aiuterai. Ma io mi aspettavo altro.
Mi aspettavo che tu dicessi “Scusami”. Il
che è tutt’altra minestra. “Scusami” significa che tu sai di essere la causa vera
del mio malessere. Eri di fronte a un bivio: potevi fare l’azione buona e hai preferito quella cattiva.
Ne ho patito io». «Scusami», dunque, presuppone un’assunzione di responsabilità; «mi dispiace», un nascondersi dietro
quella che qualcuno definisce un’«etica delle intenzioni» (che
tradotto banalmente significa: «Ciò che ho fatto l’ho fatto in
modo inconsapevole, quindi, se tu ne hai sofferto è “colpa”
tua non mia…»). Insomma: leggiamolo questo libretto. Forse
eviteremo spiacevoli scivoloni.
Sabina Fadel
Paolo Cattorini
frasi di famiglia.
Il linguaggio della vita domestica
EDB, pagine 80, € 7,00
’Antonio
settembre 2015
Sul ponte
di Selma, nel
profondo sud
degli Stati Uniti, è
passata la Storia.
All’inizio degli
anni Sessanta,
nella cittadina
dell’Alabama
metà degli
abitanti era
di colore, ma soltanto
due su cento potevano
votare. Fu proprio a Selma
che Martin Luther King,
Nobel per la pace, nella
primavera 1965 diede
forza alla sua campagna
per i diritti civili: le marce
pacifiche furono represse
nella violenza, ma aprirono
la strada al Voting Rights
Act. Interpretato da David
Oyelowo, il reverendo
King viene ritratto nel suo
carisma politico, e tuttavia
senza retorica. Un film
potente: ha vinto un Oscar,
ne avrebbe meritati ben
di più.
Stefano Marchetti
Il linguaggio della vita domestica
IN VETRINA
Chiesa
ascoltaci!
DVD
Messaggero
di
sant
settembre 2015
’Antonio
| 83
Scarica

Chiesa ascoltaci!