Poste Italiane Spa - Sped. A.P. - D.L.335/2003 (conv. in L.27/02/04 n.46) art.1, comma 2, DCB - BL Anno LXXX - n. 3 - Ss. Pietro e Paolo 2014 www.agordo.diocesi.it Taxe perçue - Tassa riscossa 32100 BELLUNO - ITALIA BIMESTRALE DELLA PIEVE ARCIDIACONALE DI SANTA MARIA DI AGORDO ...questa volta vorrei parlarti dei nostri ragazzi, soprattutto di quelli che sembrano non volerne più sapere di Dio, Caro San Piero... della Chiesa, dei preti. Di quei ragazzi che assomigliano a te quando per paura hai rinnegato il tuo Signore, ma poi non sanno ritrovare la capacità di riconoscere lo sbaglio e di lavarlo con le lacrime, come invece hai saputo fare tu, che “piangesti amaramente”. Devo dire che mi sono interrogato (ma non solo io… chissà quanti genitori, nonni, amici lo fanno!) tante volte sul perché di questi “abbandoni” che sembrano essere ormai “di massa”. Di chi è la colpa? Perché lo fanno? Come aiutarli a non lasciarsi inquinare da un mondo adulto che li attira, ma che non si cura del loro vero bene, continuando ad offrire loro strumenti di morte come le droghe che annientano il fisico e lo spirito, i giochi d’azzardo che rovinano famiglie intere, miraggi di arricchimento facile e magari anche disonesto, esempi sconfortanti di corruzione e di malaffare? Alla fine concludo - ma dimmi tu se ho torto o ragione - che questi nostri ragazzi che dicono “basta” con la Chiesa e con Dio, sono figli arrabbiati, ma non necessariamente cattivi, e nemmeno persi per sempre! Vedi: mi viene in mente una delle più belle parabole di Gesù che tu hai sentito raccontare allora: quella del padre miseri- Sommario Settimana della famiglia Spigolando in Archivio Vita della comunità Da Macerata a Loreto Pastorale giovanile La pagina foraniale Dal mondo della scuola ...con tanti premi! Il racconto di Cielo Blu Solidarietà/Volontariato Cronachetta agordina Lo stato dei fiumi Omaggio alla “Gigia” Il paese del graffito 5° Il miracolo di S.Vincenzo Le elezioni ad Agordo La scoperta dell’uranio La pagina dei ricordi Sport ieri e oggi In memoria/anagrafe Il piccolo esploratore " 2 " 4 " 5 " 8 "10 "13 "14 "16 "20 “ 21 “ 27 "29 "30 " 32 " 33 "34 " 35 " 38 " 39 " 40 " 44 Sono le sei del mattino di mercoledì 11 giugno quando l'obbiettivo di Cesare Benvegnù, sempre alla ricerca di motivi particolari, si ferma a fissare in questa immagine il risveglio di Agordo dalla zona di Mozzach. Il primo spicchio di luce del nuovo giorno cade sulla vecchia e abbandonata Torresella: che sia un buon presagio anche per il... risveglio dei nostri giovani? Domenica 29 Giugno - Ss. PIETRO E PAOLO Patroni di Agordo e dell’Agordino ore 10,00 - Solenne pontificale presieduto dall’arcidiacono cordioso (o del figlio prodigo). Il padre permette che il figlio parta per un paese lontano, ma non chiude definitivamente la porta. Ecco: chi si allontana dalla vita cristiana è un po’ come quel figlio che si allontana non solo da un luogo fisico, ma da se stesso, dalla sua dignità. Ma, un giorno o l’altro, se saprà che la porta rimane aperta, ritroverà la via del ritorno a casa. Allora, caro San Piero, aiutami a far capire ai genitori, ai nonni, ai familiari di tanti nostri ragazzi che, se uno di loro li rattrista perché non partecipa più alla messa, non frequenta più la parrocchia, non ne vuole sapere di sposarsi in chiesa, non si arrabbino e non se la prendano, nemmeno con se stessi, pensando di avere sbagliato qualcosa nel loro impegno educativo… Al contrario, abbiano il coraggio di continuare ad accompagnare chi fa scelte che fanno soffrire, sapendo che, se accompagnare non significa condividere, vuol dire però essere vicini, presenti, o in altre parole significa “lasciare aperta la porta per il ritorno”. Caro San Pietro, nella tua prima Lettera ci hai chiesto di saper rendere ragione della speranza che è in noi, “con dolcezza e rispetto”. Aiutaci allora ad essere, anche nei confronti di questi ragazzi di cui ti ho parlato, uomini e donne che non perdano mai la speranza di un “ritorno”, perché sono assolutamente certi che se qualcuno abbandona il Signore, Lui però non abbandona mai nessuno e attende… il ritorno. E, di questo, tu sei buon testimone! Un caro, filiale saluto in attesa di onorarti e pregarti con tutta la Comunità. Tuo, Don Giorgio S. Pietro 2014 2 Il 17 maggio ad Agordo La IVa settimana del diritto alla famiglia Il capoluogo di vallata è stato uno dei 200 Comuni d’Italia (quattro del Veneto) che hanno aderito all’iniziativa promossa dalla Federazione progetto famiglia e dall’Editrice punto famiglia, in collaborazione con decine di enti fra scuole, parrocchie, comuni e organizzazioni no-profit, e che hanno ospitato la manifestazione dal 9 al 18 maggio sul tema «I bambini vinceranno la crisi. Generare e accogliere la vita al tempo della crisi globale». «200 eventi in 200 città»: sono momenti di incontro e occasioni di riflessione in cui i volti della solidarietà e la voce degli esperti ogni anno convergono attorno a un tema che afferma il valore ineguagliabile della famiglia. “I bambini vinceranno la crisi”; questo lo slogan della settimana della famiglia, un’iniziativa promossa a livello nazionale ed accolta da 200 comuni d’Italia, fra i quali Agordo. Sabato 17 maggio un nutrito gruppo di bambini ha invaso il Broi di Agordo per far sapere a tutti che il futuro è nelle loro mani e che le loro mani sanno essere giuste, buone, sensibili, dolci, equilibrate, ma anche severe e decise. Mani di cui potersi fidare con speranza e fiducia, insomma. Per iniziare il pomeriggio, i piccoli hanno spiegato agli astanti quali sono i loro diritti e doveri, aiutandosi con dei meravigliosi disegni realizzati a scuola e sistemati in un percorso allestito sotto il tendone montato per l’occasione. In seguito qualche breve sketch preparato assieme alle insegnanti ha approfondito meglio l’argomento. I Ricci ci hanno insegnato che è importante stare vicini gli uni agli altri ma occorre sempre rispettare lo spazio di chi ti è accanto. I cartelloni hanno messo a fuoco diritti e doveri dei bimbi (e degli adulti) nella loro complementarietà. A seguire, il gruppo giovani animatori della parrocchia si è adoperato per tradurre in pratica quanto appena appreso, aiutando i bambini ad esercitare uno dei loro diritti più importanti: il diritto al gioco, che sottintende il diritto/dovere alla condivisione, alla serenità, all’aiuto reciproco, alla crescita, allo stare insieme. Un paio d’ore che come sempre quando si è in buona compagnia sono volate, fra corse, salti con la corda, giochi di agilità e varie sfide tra le quattro squadre formate sul momento. Nel frattempo al centro parrocchiale «Monsignor Vincenzo Savio», i genitori, purtroppo pochi, hanno partecipato ad un incontro con l’arcidiacono mons. Giorgio Lise, l’assistente sociale Carmen Rossi e il professor Giulio Bianchi, introdotti da Sisto Da Roit in rappresentanza del comune di Agordo. Aprendo i lavori mons. Lise ha sviluppato il tema dirittidesideri dei bambini. Il diritto alla famiglia è già un innato desiderio, così il diritto al gioco, alla socializzazione e non da ultimo il diritto alla religione, quindi all’incontro con Dio. A seguire, Carmen Rossi, con un intervento molto pratico e concreto, ha evidenziato l’importanza di coltivare le relazioni con chi ci è più prossimo, famiglia, amici, vicini… questo ci permette di cogliere quei segnali di disagio, talvolta molto velati, che una persona lancia quando è in difficoltà e che solo una buona sensibilità permette di avvertire. Talvolta un gesto, una parola, Echi di Agordo Un Pomeriggio in Famiglia La gioiosa invasione del Brói da parte dei nostri bambini. la semplice vicinanza anche se non richiesti, ma per questo non meno graditi, possono essere significativi. Il professor Giulio Bianchi, commentando i dati demografici della provincia di Belluno, ha evidenziato la tendenza al ribasso della popolazione, ma ha anche spiegato concretamente quali conseguenze pratiche avrà sulla vita di tutti noi. Ci saranno squilibri sia sul piano economico sia su quello assistenziale con una popolazione sempre più vecchia senza il naturale ricambio se non quello, peraltro parziale, delle giovani famiglie di immigrati. Quando, al termine dell’incontro, i genitori sono tornati sul Broi, preoccupati per i loro figlioli e certi di trovarli stanchi e affamati, questi ultimi li hanno accolti con un “Possiamo rimanere ancora un po’?” e un sorriso colorato di nutella… La festa si è così prolungata fino ad esaurimento forze. In conclusione, la giornata ci ha dato veramente modo di comprendere una cosa fondamentale: è la famiglia che deve fornire al bambino i valori di base che sono i pilastri che poi loro condivideranno e metteranno insieme per costruire il mondo. E loro, come in un pomeriggio insieme hanno saputo vincere la timidezza iniziale, la stanchezza e la diffidenza, scoprendo che giocare con gli altri è meglio che da soli, così sapranno di certo vincere anche la crisi. Famiglia Schena L’incontro dei genitori con l’arcidiacono al Centro parrocchiale “Vincenzo Savio”. Echi di Agordo S. Pietro 2014 a cura di GABRIELE BERNARDI Il nobile Luigi de Manzoni In più occasioni abbiamo ricordato la presenza nella nostra chiesa arcidiaconale del ricco patrimonio di opere d’arte. Abbiamo avuto modo di esprimere il nostro plauso agli autori in modo del tutto particolare nei numeri speciali editi in occasione del 140° e 150° anno dalla sua inaugurazione dopo la radicale ricostruzione del 1852 (Echi n°4/1992 e n° 4/2002). Vorremmo ora riprendere l’argomento “Le sculture dell’arcidiaconale” (Echi n° 1/1993), non tanto per descrivere le opere che sono alla visione di tutti, bensì per tracciare una breve sintesi biografica dei loro autori. Iniziamo quindi prendendo in considerazione lo scultore Luigi Ferrari, autore del busto del nobile benefattore Luigi de Manzoni, collocato nella navata laterale, sopra la porta che conduce alla sacrestia. Come più volte detto, il busto in marmo è stato voluto dagli agordini, a spese del Comune, quale segno di riconoscenza per il generoso contributo dato dal de Manzoni nelle ingenti spese sostenute per il rinnovo del tempio. L’operazione “Busto de Manzoni” con iscrizione ha inizio con il Consiglio Comunale Straordinario del 19 gennaio 1852 che approva all’unanimità la proposta (votazione segreta, 21 voti favorevoli, nessuno contrario) con cui: viene accettato il progetto incaricando “...l’esimio scultore Sig.r Ferrari…”; è accettata pure e ritenuta congrua la spesa di 1200 £ austriache, come da offerta fatta dallo scultore Luigi Ferrari (contattato dall’amico architetto Segusini), “…tutta- Gli artisti nell’Arcidiaconale Lo scultore Luigi Ferrari Busto e collocazione in Chiesa (vedi Echi 8.9.2002 e Settembre 1992) via, se occoresse di spendere qualche centinaio di Lire dippiù ciò non debba essere di ostacolo all’impresa importando più d’ogni altra cosa che il lavoro venga bene eseguito...”; “...Che il pagamento si divida in due anni, e si allestisca il fondo caricandone i censiti mediante sovrimposta che se stante alcuni progetti in corso di vendita di boschi o stabili comunali, si potesse ricavarne un capitale sufficiente, il Consiglio determina di valersene in via di anticipazione; ed in questo caso i censiti rifonderebbe- ro la spesa invece che in due anni soli, in tre od in quattro a seconda de’ minori o maggiori aggravii a cui andranno in seguito sottoposti.”. Come avviene spesso, “…il professionista e celebre scultore Luigi Ferrari espone le condizioni alle quali si assumerebbe di erigere il busto in marmo di carrara… Diffatti il prezzo sarebbe di Austriache £ 240. superiore di quello ammesso dal Consiglio, somma che non dovrebbe destare opposizioni, qualora vengano maturamente calcolate le difficoltà che si 3 incontrerebbero nell’avere un’opera degna dello scopo, abbandonando il partito di valersene del sullodato Sig.r Ferrari”. Alla fine viene accettato l’aumento portando così il costo dell’opera a 1440 £ austriache. A questo punto la proposta Consigliare viene inoltrata all’Autorità Tutoria che però non rilascia subito l’autorizzazione ma pretende di verificare la contabilità per riconoscere la legittimità dell’atto e oltre a ciò richiede di valutare la consistenza delle somme elargite a tal proposito dal Nobile de Manzoni “… dovendo il Censo Comunale rispondere della spesa nel riguardo a questo busto, e perché poi questo Censo vi si presti, necessario divenendo l’assenso Superiore, non puossi prescindere da una cognizione esatta delle vere causali che impongono l’oneroso atto di riconoscenza in tempi che del pubblico denaro vuolsi fare la maggior economia…”. In merito a tale esigenza, l’11 giugno l’arcidiacono mons. Fullini invia una lettera al I.R Commissariato Distrettuale e così si esprime: “…essendo che sono solo 5 anni all’incirca che io mi trovo qui, così non posso avere giusta notizia… crederei non andar lungi dal vero asserendo che abbia sborsato del suo meglio che A. £ 200.000". Tra le tante perplessità suggerite dall’Autorità Superiore si prospetta pure la difficoltà di valutazione sull’opportunità di commemorare un vivente, costringendo la Deputazione Amministrativa di Agordo ad approfondire la delicata questione interpellando l’interessato. Quindi il 26 maggio 1852 tolta ogni perplessità la Deputazione agordina invia la seguente missiva: “…Al Nobile ed Illustre Signor De Manzoni primo Deputato Comunale, benemerito Patriotta di Agordo Il Comune di Agordo, testimonio delle beneficenze da Lei prodigategli, memore di tante elargizioni profuse e pella riedificazione di questa Chiesa Arcidiaconale, e delle altre innumeri prestazioni a comune vantaggio, col mezzo del Consiglio che si raccolse nel dì 19 genn.o pp, non sapeva meglio esternare i sensi della propria gratitudine, che (segue a pag. 5) S. Pietro 2014 4 Echi di Agordo (segue da pag.4) Lo scultore Luigi Ferrari coll’inaugurarle un busto in marmo, rappresentante la di Lei effige, per indi collocarlo nella Chiesa. Assoggettato il progetto all’Autorità Superiore, questa prima di impartire la sua approvazione incaricò la Deputazione di assicurarsi s’Ella, o benemerito Signore fosse per accettare l’offerta. Per ciò la Deputazione unitasi ai sottoscritti Consiglieri, si dà il pregio di farle l’inchiesta e si lusinga ch’Ella vorrà avere gradito questo tenue segno di riconoscenza e di gratitudine che consacra il Comune di Agordo al suo Patriota, al suo Benefattore. E per far constatare alla Superiorità ch’Ella accondiscese alla nostra preghiera, La si prega a voler apporre qui in calce la propria dichiarazione, e restituirla…”. In calce alla lettera la risposta del Sig. de Manzoni: “Non posso rifiutare il testimonio d’affetto sebbene troppo solenne che m’offrono i miei buoni compatrioti. Il timore di sembrare superbo, non accettandolo mi fà vincere quei riguardi che m’imporebbe la coscienza di sentirmene immeritevole. Luigi de Manzoni” Finalmente, con le accennate precisazioni, la Delegazione Provinciale il 3 luglio 1852, diede il suo parere favorevole e un anno dopo, il busto verrà collocato accompagnato dall’iscrizione che così recita: Luigi de Manzoni accetta l’omaggio degli agordini. L’artista Luigi Ferrari nacque a Venezia il 21 giugno 1810 da Bartolomeo, scultore. Alunno di L. Zandomeneghi presso l’Accademia delle belle arti di Venezia, all’età di undici anni espose il suo primo saggio scolastico raffigurante la Testa della Vergine in marmo. Allievo precoce e di talento, nel 1822, si aggiudicò il primo premio in accessit (cioè si è avvicinato al voto che indica l’ottimo) per la scuola di scultura col modello della testa e due anni dopo lo vinse di nuovo con una Testa del Redentore. Anche nel 1826 raggiunse tale grado con un nudo riunito in gruppo. Ben presto nelle sue opere si andava manifestando il gusto tardo neoclassico e già nel 1831 espose con grande successo il gruppo in scagliola Piramo e Tisbe (la storia di un amore disperato - Ovidio). Molte sono le sue opere in questo periodo giovanile, ma il maggior successo gli venne dal gruppo in gesso “Laocoonte”, presentato all’Esposizione di Brera del 1837 e a Venezia l’anno successivo. Piace qui ricordare l’alone di mistero che avvolge la scultura del “Laocooonte”, (I sec. a.C.) IL GIORNO IV SETTEMBRE MDCCCLIII LA PATRIA RICONOSCENTE QUI LOCAVA LA EFFIGIE DI LUIGI NOBILE DE MANZONI D’AGORDO OTTIMO BENIFICENTISSIMO ALLE CUI LARGIZIONI E CURE MASSIMAMENTE E’ DOVUTO SE IL TEMPIO ANGUSTO E DISADORNO FU DALLA PIETA’ DEGLI AGORDINI IN PIU’ SPLENDIDA FORMA AMPLIATO E D’IMMORTALI DIPINTI DI PREZIOSI ARREDI ABBELLITO capolavoro celebrato da Plinio, gruppo scultoreo disperso e ritrovato il 14 gennaio del 1506 (il centro della vicenda è la grave colpa commessa dal Sacerdote Laocoonte, figlio di Priamo re di Troia, nell’unirsi con la moglie Antiope davanti all’altare di Apollo e per questo sacrilegio punito con la morte data e con queste due opere si può affermare che l’artista abbandona l’accademismo neoclassico per sperimentare temi di gusto “romantico”. Ciò appare anche dai titoli delle sue opere che spesso sono monumenti funebri: Bambina che legge; Endimione accarezza il cane; Il marito che prega all’amata consorte; La Vergine; Angelo della Resurrezione; Angelo della Carità; molte altre, alcune delle quali risultano disperse. Del 1842 è da ricordare il monumento in memoria del medico e letterato Francesco Aglietti (amico fraterno e medico personale di Antonio Canova, lo assistì anche nel momento del trapasso) ora nella sala terrena dell’Ateneo Veneto a Venezia. Nel periodo dei moti rivo- Ateneo Veneto. Particolare. L’angelo incide il cognome Aglietti. assieme ai due figli Antifate e Timbreo, stritolati dai due serpenti Porcete e Caribea). In tale periodo molti artisti sentono il bisogno di confrontarsi con l’arte antica sviluppando nei loro lavori il mito. Anche Luigi presenta la sua inaspettata interpretazione. In essa l’autore vede quasi un dramma familiare, il tormento di Laocoonte non è più il proprio dolore fisico anzi, il sacerdote troiano, sembra quasi incurante del serpente che si avvinghia al suo braccio sinistro ed è invece inorridito alla vista di uno dei figli a terra già morto. Uguale successo ebbe un’altra opera, presentata a Brera nel 1838, raffigurante la “Malinconia”, ora dispersa; da questa luzionari del 1848 il Ferrari abbandonò l’attività artistica e venne eletto all’Assemblea dei deputati della provincia di Venezia e quindi membro dell’Assemblea legislativa. Nel 1850 riceve la supplenza alla cattedra di scultura dell’Accademia di belle arti di Venezia e l’anno successivo viene nominato professore effettivo, carica che tenne fino al 1890. Accettata la carica dal ministro Imperiale, dimostrando coerenza e attaccamento a Venezia rifiutò tuttavia di eseguire una statua in ricordo della vittoria Austriaca nell’assedio veneziano del 1849. Molto impegnati e produttivi gli anni successivi, vasta la sua (continua alla pag. seguente) S. Pietro 2014 Echi di Agordo Lo scultore Luigi Ferrari produzione: realizzò sculture per chiese, il nostro busto (1852-53), due angeli adoranti per la chiesa veneziana di S. Silvestro, S.S. Michele e Vito per la chiesa di s. Vito d’Asio, per cimiteri, la tomba Papadopoli per il cimitero di S. Michele, due statue con la Musica e la Drammatica per il teatro Imperiale di Vienna, figure allegoriche per la stazione ferroviaria di Padova e molto altro. Degno di particolare menzione, il gruppo scultoreo “Il doge Francesco Foscari inginocchiato dinnanzi al Leone andante” per la porta della Carta in palazzo Ducale, eseguito nel 1885. È la ricostruzione del gruppo scultoreo originale distrutto dai francesi al momento della loro occupazione della città e della contemporanea fine della Repubblica Serenissima avvenuta nel 1797, mille e cento anni esatti dopo la sua costituzione. È da ricordare che la Porta della Carta di palazzo Ducale era l’ingresso della sede del potere politico della Repubblica di Venezia e deve il suo nome all’usanza di affiggervi le nuove leggi e decreti, alla presenza degli scrivani pubblici o anche al fatto che vi fossero nei pressi gli archivi di documenti statali. Fu costruita in stile gotico dai fratelli veneziani Giovanni e Bartolomeo Bon, famosissimi 5 VITA DELLA COMUNITÀ La tradizionale Via Crucis al Cristo delle Pianizze Ateneo Veneto. Monumento a Francesco Aglietti. scultori e architetti. Al centro del gruppo scultoreo della porta, è rappresentato il doge Francesco Foscari (il potere politico, la Città) in ginocchio davanti al Leone marciano (la Chiesa, il potere teologico). Oltre alla cattedra di scultura all’Accademia di Venezia, Luigi Ferrari fu direttore dell’Istituto Accademico dal 1879 al 1886 e professore onorario dal 1879 al 1892. Fu socio di varie accademie e congregazioni ed anche Commendatore della Corona d’Italia. Morì a Venezia il 13 Maggio 1894. (Bibliografia: docum. Arch. St. Arcidiaconale - Internet, Dizion. Biografico Treccani) La stazione della Via Crucis in notturna, al Cimitero. Come da antica tradizione, si è svolta anche quest’anno, il venerdì che precede la settimana di passione, la via Crucis pubblica in notturna all’antico sacello del Cristo delle Pianizze lungo la regionale che da Agordo porta a Voltago. Formatosi in via Insurrezione, il corteo di fedeli, munito di fiaccole e torce, si è snodato in una suggestiva e raccolta processione, guidata dall’arcidiacono monsignor Lise, compiendo le 14 soste previste dalle stazioni, per concludersi al capitello. Qui è conservato un prezioso Crocifisso che la tradizione vuole sia stato miracolosamente recuperato da un contadino del luogo mentre arava un campo sul quale poi, a ricordo del fatto, la devozione popolare ha voluto erigere il piccolo edificio sacro. Al termine, si sono uniti anche i fedeli della parrocchia di Voltago accompagnati dal parroco don Stefano Pontil. L’Arcidiacono, concludendo la Via Crucis e riferendosi alle luci provenienti dal sottostante centro di Agordo, ha invitato i presenti a illuminare con la luce della fede le sofferenze quotidiane e a vivere la Settimana Santa con vera partecipazione per prepararsi degnamente alla festa di Pasqua accogliendo l’invito dell’Apostolo: “Svègliati dal sonno: Cristo ti illuminerà!”. La conclusione della via Crucis di venerdì 11 aprile al Cristo delle Pianizze. Venezia. Porta della Carta a Palazzo Ducale. Monumento al Doge Foscari. LA COMUNITA’ PARROCCHIALE DI AGORDO porge il più cordiale benvenuto ai graditi ospiti e augura loro buone vacanze! 6 S. Pietro 2014 Echi di Agordo VITA DELLA COMUNITÀ VITA DELLA COMUNITA’ Immagini della Settimana Santa 2014 Sequenza foto: la domenica delle Palme; sotto e a dx.: giovedì santo (lavanda dei piedi), venerdì santo (processione), sabato santo e domenica di Pasqua. (foto Federico Costa) Come sempre, numerosa e attenta la partecipazione al Triduo Sacro, culminato nella solenne Veglia Pasquale e nelle Messe di Pasqua. Nell’omelia pasquale, l’Arcidiacono, riferendosi alle imminenti elezioni europee e comunali, ha detto tra l’altro: “la novità pasquale non è qualcosa di intimistico, che tocca e rinnova solo la nostra vita spi- rituale, ma si innesta nella nostra esistenza dando nuova linfa; entra a pieno titolo nella società in cui viviamo e operiamo, può guidare le nostre scelte nelle concrete situazioni della vita sociale: prossimamente ci saranno elezioni amministrative e politiche che riguardano rispettivamente la nostra comunità cittadina e la grande casa comune europea: il cristiano non deve mai essere assente dalle responsabilità civili. Vi si deve immettere con competenza, con coerenza, con i propri principi morali irrinunciabili, con perseveranza nelle difficoltà, con spirito di servizio e non di tornaconto, con l’animo di chi si dispone sempre a collaborare per il bene comune. Il cristiano non sta alla finestra aspettando, non si accompagna acriticamente al lamento di tanti – fosse anche giustificato - ma partecipa corresponsabilizzandosi, offrendo la collaborazione delle idee e, se necessario, mettendosi in gioco in prima persona. Con una certezza: il mondo – che tutti vogliamo migliore, più buono e più sano – non migliora da se stesso, ma con la collaborazione fattiva di tutti e con l’azione decisa e carica di speranza di chi sa che la novità del Cristo Risorto può rivoluzionare anche la cosa pubblica”. Echi di Agordo S. Pietro 2014 7 VITA DELLA COMUNITÀ VITA DELLA COMUNITA’ Un grazie ai nostri Cori per il prezioso servizio liturgico Immancabile la foto-ricordo dei chierichetti con il Vescovo. Domenica 15 giugno: S. Cresima per 55 ragazzi Cresimati di prima media (27): Benvegnù Angela, Bondi Benedetta, Bressan Nicola, Campanini Francesco, Chissalè Elisa, Chissalè Tomas, Costa Irene, De Cassan Debora, De Martin Caterina, De Zaiacomo Lorenzo, Del Chin David, Fadigà Nicolò, Farenzena Valentino, Fontanive Giacomo, Fullin Stefano, Fusina Filippo, Galasso Patrick, Gavaz Simone, Guerrini Sofia, Masoch Alessandro, Mezzacasa Elisa, Momo Sara, Selle Susanna, Tibolla Lorenzo, Torriglia Nicolas, Zasso Alessandro, Zasso Enrico. *** I cresimandi di prima e seconda Media hanno ricevuto il sacramento della Confermazione dalle mani del Vescovo, mons. Giuseppe Andrich. Quindici giorni prima, assieme a molti genitori e padrini, si erano preparati con una giornata di ritiro spirituale al Centro Papa Luciani di Col Cumano. (Foto Luly Della Lucia) Cresimati di seconda media (28): Bernardi Giacomo, Bogo Giulia, Bressan Elisa, Cadorin Elisa, Cadorin Marianna, Candiani Marco, Carlin Nicola, Case Martina, Chenet Rebecca, Chenet Zoe, Colaiacomo Simone, Costa Giorgia, De Biasio Luca, De Nardin Arianna, Ferrara Dominique, Francavilla Lorenzo, Frena Martina, Giacomini Lorenzo, Lena Elisa, Marchioro Stephanie, Monni Gaia, Parissenti Anna, Sbardella Simone, Soppelsa Maurizio, Soppelsa Nicole, Tormen Jenny, Trevisan Angelica, Zasso Liam. S. Pietro 2014 8 Echi di Agordo VITA DELLA COMUNITÀ VITA DELLA COMUNITA’ Mancano ancora settimane ma già inizio a pensarci, a cercare di organizzare gli impegni in modo da essere libero. Poi il tempo scorre e come per tutte le cose piacevoli, man mano che si avvicinano, sembra rallentare. Il gruppo di amici con i quali condivido l’esperienza si va consolidando negli anni, quando ci incontriamo un accenno va spesso al pellegrinaggio, a ricordare qualche particolare dei precedenti, una battuta, o l’ultima previsione meteo sul fine settimana del cammino. E arriva il giorno, la maggior parte del gruppo si ritrova a Belluno, altri si uniscono strada facendo, alcuni sono veterani del pellegrinaggio, altri alla prima volta, si riconoscono gli amici con i quali abbiamo già camminato, ci si presenta a quelli che incontriamo per la prima volta, ma tutti ci diciamo semplicemente “ciao” come se questa esperienza ci rendesse tutti ugualmente e semplicemente amici, senza differenze. Il paesaggio scorre oltre i finestrini del pullman, lasciamo le montagne, le valli, corriamo nella pianura dove si allungano verso l’orizzonte distese di campi nei quali papaveri rossi occhieggiano qua e la in mezzo al verde e al giallo del mais e del grano. Poi le colline anch’esse coltivate, ancora grano, orzo, vigneti ma spesso anche girasoli, e su alcune sono cresciuti pure pannelli solari. Sulla sinistra cominciamo ad intravedere il mare, non manca molto, infatti poco dopo vediamo il colle dove sorge Loreto, la mèta che ci accoglierà domani mattina. E infine usciamo dall’autostrada, la poderosa organizzazione dell’evento si fa già vedere: volontari ci accolgono ed indicano la direzione da prendere. Percorriamo per un tratto a ritroso la strada lungo la quale cammineremo la notte, ci indichiamo a vicenda punti di riferimento che riconosciamo, l’incrocio, l’edificio, un tratto alberato, facciamo ipotesi sul colore del cappellino di quest’anno ed infine saliamo Gli agordini al 36° Pellegrinaggio Macerata-Loreto “di cosa abbiamo bisogno per vivere?” verso lo stadio dove si radunano tutti i pellegrini. L’esterno è già affollato ma l’esperta gestione degli organizzatori fa si che non si creino ingorghi o disagi, scendiamo velocemente dal pullman, e ritiriamo il materiale dei pellegrini: il cappellino (quest’anno rosso), il rosario e il libretto con canti e preghiere. Ci dirigiamo verso l’interno dello stadio tramite gli accessi che ci vengono indicati, quest’anno siamo sugli spalti nella zona centrale, di fronte all’altare. Iniziano i canti, alcuni noti, altri ci ci chiede di pregare perché questo obiettivo si possa concretizzare. Poi ancora rivolto a noi “...non abbiate paura di sognare un mondo più giusto, di domandare, di dubitare e di approfondire. Voi sapete che la fede non è un’eredità che riceviamo dagli altri, la fede non è un prodotto che si compri, ma è una risposta d’amore che diamo liberamente e costruiamo quotidianamente con pazienza, tra successi e fallimenti. Non temete di lanciarvi nelle braccia di Dio...” “...Non lasciatevi scoraggiare dai perdenti o dai paurosi che vogliono L’arrivo in piazza a Loreto. vengono insegnati al momento accompagnati da un bel coro, poi i discorsi di benvenuto del sindaco, del vescovo, ma la sorpresa più grande è una telefonata in diretta: è Papa Francesco che suscita l’entusiasmo di tutti noi! Ci saluta, scambia qualche battuta, poi scherzosamente chiede se può dire qualcosa: ci ricorda che cammineremo verso il giorno di Pentecoste e che vi sarà un importante incontro in Vaticano per invocare la pace in Terra Santa, in medio oriente e in tutto il mondo, Il gruppo degli agordini col cappellino rosso. togliere il sogno, che vi vogliono rinchiudere nelle loro mentalità buie invece di lasciarvi volare nella luce della speranza...” “...Sappiate che la negatività è contagiosa, ma anche la positività è contagiosa. La disperazione è contagiosa, ma anche la gioia è contagiosa. Non seguite persone negative, ma continuate ad irradiare intorno a voi luce e speranza...” poi un’ultima battuta quando ci chiede di pregare per lui, poi specifica “Ma pregate a favore, non contro!”. La forza nella semplicità. Poi, la Santa Messa, in alcuni momenti il silenzio è tale che sembra impossibile trovarsi in mezzo a oltre 100.000 persone. Alla fine della preghiera eucaristica si aprono centinaia di ombrelli bianchi che segnano i punti dove poter ricevere la Comunione ed infine ci prepariamo a partire. L’uscita dallo stadio per quanto ordinata trova un inevitabile collo di bottiglia all’inizio della discesa che ci porta fuori dalla città. Tutti i gruppetti cercano di rimanere uniti e subito gli occhi spaziano sopra la marea di cappellini rossi per cercare fra i cartelli ondeggianti che identificano il luoghi di provenienza, quelli più originali e simpatici strappando spesso qualche sorriso. La locandina del pellegrinaggio. Come sempre i tigli in fiore ci accolgono con il loro profumo intenso mentre la brezza piacevolmente tiepida ci accarezza e il crepuscolo cede definitivamente il posto alla notte. Uniamo le nostre voci nei canti, nelle preghiere, nella recita del rosario, ascoltiamo le testimonianze e le intenzioni mentre camminiamo nella notte, attraverso paesi dove la gente attende alzata per vederci passare. Veniamo accolti da una chiesa dove viene esposto il Santissimo Sacramento e passando tutti ci inchiniamo. Lungo tutto il percorso siamo rassicurati dalla presenza di punti di soccorso ben forniti di strumenti e personale che in più di un caso danno sollievo ad alcuni pellegrini. A metà cammino ci vengono consegnate le candele flambeaux e la strada, che prima era punteggiata solo dalla luce dei ledi che illuminano i cartelli, diviene un lungo festone colorato che si snoda nel buio della notte attraverso la campagna e la stanchezza lascia il posto all’emozione quando, giungendo in un punto più alto, si può osservare questa scia luminosa serpeggiare per chilometri. Poco dopo inizia lo spettacolo pirotecnico che illumina il cielo notturno e in certi momenti sembra quasi fondersi con le luci delle candele in lontananza davanti a noi. Il cammino prosegue e comincia ad albeggiare, venere è ancora un punto luminoso all’orizzonte mentre iniziano le prime salite che segnano la parte finale del pellegrinaggio, le candele si sono consumate e ci avviciniamo al punto di ristoro dove volontari operosi distribuiscono brioches, dolci, acqua, the caldo, caffè, quest’anno anche frutta, che cerchiamo di prendere in velocità per non ostacolare il cammino degli altri. Chi ha già fatto il pellegrinaggio sa che non manca molto alla mèta, gli ultimi colli, gli ultimi campi di grano e girasoli ci fiancheggiano mentre affrontiamo le salite finali, ed ecco, d’improvviso dopo una curva, illuminato dalle luci dell’alba, il Santuario che si staglia di fronte (continua alla pag. seguente) S. Pietro 2014 Echi di Agordo 9 VITA DELLA COMUNITÀ VITA DELLA COMUNITA’ (continua da pag. 8) Da Macerata a Loreto a noi al limite del colle. Gli ultimi tornanti lungo la salita bordeggiata da pini ci portano nella parte alta della città e, permettono un colpo d’occhio sul fiume di persone che scorre verso Loreto; ci addentriamo fra le case dove molti abitanti si affacciano per salutarci, e cantiamo gioiosamente per accompagnare l’entusiasmo e allontanare la stanchezza: “...pieni di forza, di grazia e di gloria...”, quello che è ormai diventato l’inno del pellegrinaggio. La Madonna di Loreto ci accoglie alla fine di una discesa poco prima della piazza in modo da poter essere vista da tutti i pellegrini, sarà riportata in chiesa alla fine della processione con l’arrivo degli ultimi in cammino. Chi riesce va a visitare il Santuario e la Santa Casa, poi ci si sposta nella zona parcheggi dove i volontari ci aiutano a trovare velocemente il nostro autobus fra le centinaia, in uno dei numerosi livelli. La soddisfazione lascia pian piano il posto alla stanchezza, chiedo trepidante ai miei amici come è andata, cerco conferme nei loro sguardi, nei loro sorrisi e spero sinceramente che l’anno prossimo cammineremo ancora assieme. Ma anche un altro pellegrinaggio si sta consolidando molto più vicino a noi, è quello che va da Agordo a Santa Maria delle Grazie (fra Alleghe e Caprile), l’appuntamento è per lunedì 11 agosto con partenza alle ore 5.00 di fronte alla Chiesa Arcidiaconale di Agordo. A. Una forte esperienza di fede Anche quest’anno alcuni componenti del Coro giovani hanno voluto partecipare al pellegrinaggio a piedi da Macerata a Loreto. L’iniziativa nasce nel 1978, anno dell’elezione di Giovanni Paolo II. Un insegnante di religione di Macerata, don Giancarlo Vecerrica (oggi monsignore), la propone agli studenti come gesto di ringraziamento alla Madonna a conclusione dell’anno scolastico. Al primo pellegrinaggio partecipano poco più di trecento persone, negli anni successivi si assiste ad una eccezionale progressione numerica, fino ad arrivare alle centomila di quest’anno provenienti da tutta Italia e anche dall’estero. Il 19 giugno 1993 il pellegrinaggio ha ricevuto un gran dono: la presenza del Santo Padre Giovanni Paolo II. Egli, dopo aver celebrato la S. Messa, consegnando la Croce, disse: “Ora affido a voi, cari giovani, la Croce che vi farà da guida al vostro pellegrinaggio al santuario di Loreto. Imparate dall’esperienza di questa notte a seguire, anche sulle strade del vostro quotidiano cammino, la Croce di Cristo, nella quale è salvezza, vita e resurrezione”. Quella Croce, da allora, apre il pellegrinaggio. Il percorso si snoda per circa 27 chilometri attraverso le campagne maceratesi. La marcia notturna è scandita da momenti di preghiera, canti, letture, testimonianze. Lungo il percorso i pellegrini ricevono le fiaccole che accompagneranno il cammino fino all’alba, formando un suggestivo “serpentone” luminoso. Verso il sorgere del sole si giunge a Chiarino dove è offerto a tutti i pellegrini un ristoro. Intorno alle 6-6.30 del mattino si scorge finalmente la basilica di Loreto, si recita l’Angelus e ci si scambia un gesto di pace. All’arrivo a Loreto, tutti insieme si compie l’Atto di Consacrazione alla Madonna. Ai suoi piedi viene collocato un braciere acceso: lì vengono posti migliaia di fogliettini con le intenzioni di preghiera e le richieste di grazie che, attraverso il fumo, salgono in cielo per essere esaudite. Sonia Al gruppo di agordini partecipanti al pellegrinaggio si è amichevolmente aggregata la mamma di don Fabiano. S. Pietro 2014 10 Echi di Agordo VITA DELLA COMUNITÀ VITA DELLA COMUNITA’ Attività di Pastorale Giovanile Buone vacanze! Durante tutto quest’anno il gruppo giovani si è impegnato a promuovere alcune attività rivolte soprattutto ai più piccoli abitanti della nostra comunità. va che abbiamo portato avanti è stata una serie di incontri rivolti ai bambini delle scuole elementari, ogni sabato da dicembre alla settimana prima della Santa Pasqua. Questi pomeriggi hanGiovanni XXIII di Belluno, seguita poi dalla celebrazione in Duomo presieduta dal Monsignor Andrich. Molto interessante è stata anche la partecipazione al video concerto “il mondo di Lucy” pensato per informare la gente riguardo alla terribile sindrome di Dandy-Walker. Ovviamente non potevano mancare all’interno di un gruppo di giovani i momenti di svago: dalle pizze (e i gelati!) ai film in compagnia, che non fanno altro che accrescere il nostro affiatamento! Con l’arrivo dell’estate il nostro impegno si concentrerà sulla gestione delle due settimane di campeggio, con l’intenzione di riprendere a settembre le abituali iniziative arricchite da tante novità. Marco De Bastiani La 29a Giornata della Gioventù Una pausa a casa Gaz. L’appuntamento più atteso è sicuramente il pomeriggio di giochi alla sagra del fanciullo, il giorno di San Vincenzo: nonostante le avverse condizioni meteorologiche si sono divertiti grandi e piccini, sotto alla tettoia “fai da te” abilmente posizionata durante la mattinata con l’aiuto del gruppo Scout. Un’altra interessante iniziati- no avuto un discreto successo: la partecipazione è un po’ calata negli ultimi incontri ma non la qualità del divertimento, nostro e soprattutto dei bambini! Il nostro gruppo ha avuto occasioni di crescita anche grazie ad alcune attività organizzate dalla Diocesi: prima su tutte la Giornata della Gioventù, la domenica delle Palme, al centro Il nostro carnevale. Domenica 13 aprile i gruppi giovani di Agordo e La Valle, in occasione della domenica delle Palme, si sono diretti a Belluno per la giornata della gioventù incentrata sul tema “Cosa mi manca per essere felice?”. L’incontro si è svolto al centro Giovanni XXIII. Qui i presenti sono stati allietati dai Fratelli Al, due comici giocolieri che hanno fatto piangere dal ridere! Molto emozionante dal punto di vista spirituale, invece, la testimonianza del cantautore bellunese Giorgio Fornasier che ha affascinato tutti con la sua passione per la musica e l’importanza che ha avuto nella sua vita: tant’è vero che non è conosciuto solo in Italia ma anche all’estero. Incontro molto toccante anche quello di un immigrato scappato dalle guerre del suo paese, la Costa d’Avorio, e arrivato in Italia da pochi anni, dove ha dovuto ripartire da capo con un nuovo lavoro e nuove abitudini di vita. La giornata è proseguita con la processione delle Palme e la S. Messa nel Duomo di Belluno presieduta dal Vescovo Giuseppe Andrich. La sera i gruppi sono rimpatriati stanchi ma felici, come ogni anno, della bella esperienza. Marika Farenzena Echi di Agordo S. Pietro 2014 11 VITA DELLA COMUNITÀ VITA DELLA COMUNITA’ Pastorale Giovanile Si lavora a preparare la sagra Durante il mese di marzo siamo stati occupati il sabato pomeriggio a intrattenere i bambini alla Casa della Gioventù con giochi e attività legati alla storia del Re Leone, mentre nel mese di aprile alcuni di questi bambini hanno ripopolato insieme a noi Casa Gaz e ci hanno aiutato nella preparazione del materiale per i giochi che abbiamo organizzato nel pomeriggio di San Vincenzo. Lunedì 21 aprile eccoci pronti per i giochi, svoltisi come di consueto su la Lòbia di Parech. Purtroppo anche quest’anno la pioggia non è mancata, ma di certo non sono state due gocce a fermarci: infatti, grazie all’aiuto degli scout, abbiamo ingegnato una soluzione degna di un architetto! Con dei teli abbiamo ricoperto un tratto di strada dove abbiamo fatto i giochi da poter svolgere in uno spazio limitato: conta i bottoni, il new entry soffia i ceci per i piccoli, il palo metrico, il pesa e magna, la pesca e sul palco il calcio balilla. Mentre sotto un gazebo a parte c’erano i conigli ad attendere i giocatori dietro alle caselle. Nonostante il brutto tempo il pubblico non è mancato e i soldi che abbiamo raccolto verranno devoluti in beneficienza alle suore Gianelline della missione di Hortas, in Palestina. Confidiamo nel bel tempo per il prossimo anno! A presto Flavia Favretto Il “pòp” al lavatoio. I chierichetti con don Giorgio alla Messa solenne delle 10. Il 21 aprile il nostro San Vincenzo Anche quest’anno a Prompicai si è rinnovato l’appuntamento con la tradizionale Sagra del Fanciullo. Molto sentiti sono stati i momenti delle funzioni religiose cui hanno partecipato numerosi bambini e ragazzi che hanno ricevuto la benedizione al termine della S. Messa delle ore 10. Messa un po’ diversa dal solito poiché, essendo solenne, per la prima volta è stato usato l’incenso anche nell’antica chiesetta di S. Vincenzo! Peccato solo che oltre ai bambini neanche la pioggia abbia voluto perdersi la festa! Questo piccolo intoppo però non ha certo scoraggiato i più temerari che si sono snodati lungo il sempre suggestivo percorso dei “pòp” realizzato dai membri del gruppo “Chéi da na òlta”. Come nel 2013 è stato dedicato un “pòp” a Tita Zasso rappresentato, vicino alla fotografia da cui il “pòp” ha preso spunto, mentre suona il corno delle Alpi. Altri due graffiti hanno arricchito Il “pòp” che ha raffigurato l’indimenticato Tita, artefice della rinascita e valorizzazione della Sagra del Fanciullo di Prompicai. Foto-ricordo del gruppo giovani impegnato nella festa di San Vincenzo. le frazioni di Paréch e Tóccol, il primo riguarda il diritto all’istruzione, il secondo, che non a caso è stato realizzato sulla facciata del “casèlo”, riguarda invece il lavoro che qui veniva svolto. Nel pomeriggio i ragazzi della parrocchia hanno intrattenuto i bambini con i tradizionali giochi svolti sulla Lòbia di Parech. Un sentito ringraziamento a tutti coloro che, direttamente o indirettamente, si sono adoperati per la riuscita della sagra, a tutte le associazioni presenti, alle volontarie e ai volontari che hanno pulito e addobbato la chiesa, al gruppo “Chéi da na òlta”, al gruppo “Campregana” e all’U.S. Le Ville, ai ragazzi del gruppo giovani, agli artisti per la realizzazione dei graffiti assieme ai bambini delle scuole elementari che hanno inoltre proposto il “mercatino dei giocattoli usati”, ai sempre bravi chierichetti che hanno servito con serietà la S. Messa e che tutti gli anni sono presenti per rendere la festa più bella e gioiosa. Sperando di non aver dimenticato nessuno rinnovo già da ora l’invito, non solo ai bambini ma anche agli adulti, a essere presenti il prossimo anno per passare ancora una giornata in allegria! Silvia Zasso S. Pietro 2014 12 Echi di Agordo VITA DELLA COMUNITÀ VITA DELLA COMUNITA’ Domenica 18 maggio La gioiosa giornata della scuola dell’infanzia Don Giorgio, all'omelia, ha chiesto ai genitori presenti di aiutare i loro figli a seguire Gesù, l’unico Maestro, mettendo in guardia da alcuni “lupi rapaci” ai quali in realtà non interessa il vero bene dei nostri ragazzi. Foto-ricordo della Giornata della Scuola dell’Infanzia, con i bambini e il parroco. Sabato 31 maggio Chiusura del mese mariano a Pian de Crós APPUNTAMENTI CON L’ESTATE Il Grest e... Nelle mattinate (ore 9.00 – 12.00) dal 1° al 31 luglio, con esclusione del sabato e della domenica, anche quest’anno, grazie all’impegno delle nostre Suore, viene organizzato il GREST estivo, che può essere frequentato in tutto o in parte da ragazzi e ragazze, sia delle elementari che delle medie. Nei volantini in distribuzione potrete trovare le indicazioni circa gli orari e le modalità di iscrizione, che va fatta direttamente presso le Suore, entro il 22 c.m. ...i Campeggi Le prime due settimane di luglio avranno luogo anche i campeggi programmati da tempo, a Malga “Copada”: - dal 30 giugno al 5 luglio per le elementari con 37 iscritti e dal 7 al 12 luglio per le medie con 41 iscritti. Saranno guidati da don Fabiano Del Favero, coadiuvato da una quindicina di educatori. Come da tradizione, la comunità parrocchiale ha concluso il mese di maggio con la processione partita dal Col di Foglia, proseguita con la recita del rosario e terminata con una Liturgia della Parola al capitello di Pian de Crós, uno dei quattro punti cardinali simbolo della devozione popolare agordina, che custodisce un prezioso dipinto murale di Giuliano De Rocco, raffigurante il trasporto della salma di san Lucano dalla omonima valle alla cattedrale di Belluno. Ha accompagnato la preghiera il coro dei giovani e alla fine c’è stata un po’ di festa insieme. L’iniziativa di concludere il mese di maggio e l’anno catechistico a Pian de Crós è resa possibile grazie alla collaborazione di tanti che preparano pulito e falciato il luogo della processione e della preghiera finale. Grazie a tutti, di cuore. E con l’occasione, è doveroso ringraziare alla fine dell’anno catechistico i tre autisti - Stefano Parissenti, Angelo Tomè e Valentino Da Ronch - che durante tutto l’anno si sono alternati nell’accompagnare i ragazzi dal luogo del doposcuola al centro parrocchiale e viceversa. Grazie anche a loro per la disponibilità! S. Pietro 2014 Echi di Agordo 13 la pagina foraniale la pagina foraniale la pagina foraniale Conclusi gli incontri di coppia” seguito quest’anno, è stato prezioso per gli approfondimenti ed anche per creare unità nel percorso. Anche se, bisogna dire, che il vero terreno fertile è stato l’impegno di ciascuno e l’unità d’intenti. Proponiamo due testimonianze che, meglio di tanti discorsi, parlano di questa esperienza. “Famiglie in Parrocchia” è stato un breve ma intenso cammino basato sullo scambio, il confronto e la condivisione di ricordi, emozioni ed esperienze. La partecipazione al Gruppo Famiglie si è rilevata per noi un interessante percorso di riflessione e di crescita individuale e di coppia”. (Imma, Sandro, Ginevra) “Ho creduto fin dall’inizio all’utilità di un cammino comune tra persone che sono in ricerca nella stessa fede. I fatti non mi hanno smentito. È stato per me, un prendere in mano il mio vissuto, riconoscerlo, a volte accettarlo, ma sicuramente capire meglio il significato che, finora, ha avuto per me la mia vita. È stato trovarmi tra persone che mi hanno accolto così come sono, senza giudicarmi. È stato riscoprire la grandezza della misericordia di Dio che opera in mezzo a noi. Sentirmi parte di una comunità” (Floriana) la società e a portare il loro “sentire” cristiano nella vita di ogni giorno. Al termine della Messa tutta l’Assem- blea ha rinnovato l’Atto di affidamento delle famiglie a Maria. Una pizza consumata in fraternità ha poi concluso per molti dei partecipanti la giornata, divenuta ormai una bella tradizione annuale per tutta la Forania. Famiglie in Parrocchia “Come si diventa coppia” Si è concluso domenica 22 giugno, in valle di San Lucano, il terzo anno di incontri programmati dalle famiglie della forania. Vi hanno aderito una quindicina di coppie di Agordo, Taibon, Frassenè, con una presenza costante di oltre venti persone. Il sussidio “Come si diventa Il 18 maggio Pellegrinaggio a santa Maria di Follina La forania di Agordo e il decanato di Livinallongo hanno organizzato l’annuale pellegrinaggio mariano all’Abbazia di santa Maria di Follina, che si è svolto domenica 18 maggio, con partenza dalle varie parrocchie e ritrovo in piazza ad Agordo da dove, alle 13.00, è partito il pullman. Dopo la celebrazione della S. Messa , alle 15.00, c’è stata la visita dell’Abbazia cistercense con la sua millenaria storia. All’omelia l’Arcidiacono che ha presieduto l’Eucaristia, ha invitato le famiglie ad essere consapevoli del loro ruolo insostituibile nel- S. Pietro 2014 14 Echi di Agordo dal mondo della scuola dal mondo della scuola dal mondo della Alla Scuola dell’Infanzia Emozioni di un anno... Alla scuola dell’infanzia «Monsignor Luigi Cappello» siamo giunti anche quest’anno alla fine di un meraviglioso viaggio insieme. È stato un anno scolastico ricco di sorprese e preziosi incontri. La progettazione didattica ha visto impegnati i bambini sulla tematica della casa con i suoi ambienti, come contesto vissuto da essi nelle diverse tipologie incontrate nella quotidianità: la propria abitazione famigliare, la scuola, la chiesa. Numerose anche in quest’occasione le uscite educative. I grandi di cinque anni, nell’ambito del “Progetto continuità”, sono stati accompagnati alla scuola primaria per visitare la nuova realtà che li vedrà coinvolti nel prossimo anno scolastico e avere una prima forma di familiarizzazione ad essa. Domenica 18 maggio si è all’unione della famiglia sul Broi di Agordo. È seguito un ricco rinfresco e la visione di un dvd, testimonianza di un anno trascorso insieme; infine le insegnanti hanno coinvolto genitori e figli in un piacevole momento di divertimento con dei giochi a premi. Non sono mancate poi alcune uscite a sorpresa, tra le quali la presenza all’arrivo della festosa “Carovana rosa” in centro ad Agordo e la visita guidata per osservare da vicino gli animali del circo, per conoscere specie che vivono in altri continenti. Il 3 giugno, tra gli applausi dei genitori, i piccoli alunni si sono L’uscita a sorpresa per l’arrivo della festosa “Carovana rosa” in centro ad Agordo. Alla giornata dedicata all’unione della famiglia sul Broi di Agordo, sabato 17 maggio e, il giorno dopo, la tradizionale giornata per la scuola dell’infanzia con la partecipazione alla S. Messa nella Chiesa arcidiaconale. svolta poi la tradizionale giornata per la scuola dell’infanzia con la partecipazione alla S. Messa nella Chiesa arcidiaconale, nella quale sono intervenuti anche i nostri bambini. La giornata è continuata nel bellissimo Centro Parrocchiale della comunità, allestito per l’occasione dalle insegnanti con una piccola mostra di disegni realizzati dai bambini sul tema della famiglia, lavoretti già precedentemente esposti alla giornata dedicata esibiti in alcuni canti per la festa di fine anno scolastico. Questo nostro viaggio insieme si è concluso con la partecipazione alla gita nel “Villaggio degli Gnomi” di Asiago cui anno aderito numerose famiglie della scuola. Un grazie a tutti coloro che hanno collaborato per rendere quest’anno prezioso per l’educazione dei nostri bambini. Arrivederci all’anno prossimo. ChebellalanostraScuolamaterna! Che bella la nostra Scuola Materna “mons. Luigi Cappello” Che bella la nostra Scuola. Un giorno di questa trascorsa imprevedibile primavera sono rimasto incantato ad osservare l’edificio immerso nel prato verde carico di fiori bianchi e gialli, forse ogni anno l’avrò visto così, ma questa volta mi è parso ancora più bello. Poi i pensieri mi hanno portato all’interno dove i bimbi stavano “lavorando” per la loro crescita e li ho visti carichi di voglia di fare, di apprendere, di relazionarsi, stimolati da un corpo insegnante sensibile, capace di interpretare nuove linee educative e desideroso di infondere quei valori di autonomia e di socialità e, ciò che conta di più, di solidarietà, necessari per prepararsi alla vita. Il tutto evidentemente non disgiunto dagli insegnamenti e dall’impegno della famiglia. (continua alla pag. seguente) S. Pietro 2014 Echi di Agordo 15 dal mondo della scuola dal mondo della scuola dal mondo della Roma: “La Chiesa per la Scuola” (altro articolo sull'argomento a pag. 37) Le nostre insegnanti incontrano Papa Francesco In una giornata di febbraio, tramite un comunicato rivolto alle insegnanti della Scuola dell’Infanzia “Mons. Luigi Cappello”, scoprimmo con gioia di avere la possibilità di recarci a Roma da Papa Francesco in occasione dell’incontro “la Chiesa per la Scuola”. Da subito entusiaste ci siamo organizzate e abbiamo atteso trepidanti l’arrivo di quel giorno… e finalmente, il 9 maggio, dopo il lavoro, siamo partite alla volta della capitale in compagnia di collaboratori e insegnanti di tutta la diocesi Belluno-Feltre, sotto la guida del nostro capogruppo don Graziano Della Caneva, responsabile dell’ufficio scolastico di Belluno. Le lunghe ore di viaggio che tanto ci spaventavano all’inizio sono passate in allegria e ci hanno dato la possibilità di conoscere nuove persone, di confrontarci con loro e di condividere questo momento entusiasmante e profondo. L’incontro era fissato per il sabato pomeriggio, così tutti insieme ci (continua da pag. 13) siamo recati in piazza san Pietro già dalla mattina per poter visitare la splendida basilica e prepararci all’arrivo dal Santo Padre. Tutta la piazza con via della Conciliazione e la viuzze laterali erano gremite di persone provenienti da tutta Italia e da varie parti del mondo, tutti riuniti lì per uno scopo, per un’idea comune, con uno spirito comune! L’energia che si respirava ci ha travolte. Tutta la manifestazione era stata organizzata nei minimi dettagli con una coinvolgente animazione che ci ha accompagnato durante l’attesa. Poi, finalmente, l’arrivo di Papa Francesco! Vederlo da vicino, ricevere il suo saluto e la sua benedizione ha scatenato dentro di noi i sentimenti più profondi, tra applausi, canti e lacrime di gioia; il pomeriggio è volato tra gli interventi di numerose autorità, comici, attori, cantanti e ministri, ognuno dei quali ha esposto la propria esperienza, il proprio significato di scuola, dando luce alle mille sfaccettature del mondo Che bella la nostra scuola! Che bella la nostra Scuola, anche per l’ordine e la pulizia che i nostri addetti, coadiuvati dal personale del Comune, riescono a mantenere. Ogni anno, quando mi appresto a raccogliere i vari elementi per fare un bilancio dell’anno scolastico appena concluso, trovo molta difficoltà: c’è all’attivo un così grande numero di belle attività che temo, elencandole, di commettere un peccato di “autoreferenzialità”. Ma è inutile negarlo, le cose fatte ci sono, sono tutte belle e posso, senza tema di smentita, sentirmi orgoglioso e onorato di poter collaborare in una Scuola dell’infanzia di così alto livello. Un improvviso impedimento non mi ha permesso di essere presente alla consegna dei diplomi, mi è dispiaciuto molto: è questo un momento che ogni anno aspetto con impazienza e commozione, perché ogni volta vedo quei piccoli amici, diventati grandi, pronti a incontrare il prossimo impegno, il primo passo tra i tanti che dovranno superare lungo il cammino della loro formazione morale, sociale e culturale. Rivolgo loro il più grande augurio per un futuro scolastico sereno e carico di soddisfazioni. Un caro saluto anche ai piccoli e ai mezzani, che attendiamo tra qualche mese, un po’ cresciuti, per iniziare un nuovo corso di vita insieme. Un affettuoso saluto anche ai nuovi piccoli e piccolissimi che il prossimo settembre saranno con noi a cominciare i primi passi lontani da mamma e papà. Termino queste poche righe di saluto con un pensiero riconoscente anzitutto alle insegnanti per il loro delicato compito che svolgono con amore, fantasia e professionalità; quindi al servizio di cucina per la preparazione di sani e ottimi menù, suggeriti e controllati dall’Usl, che sono sempre ben accetti dai piccoli utenti, e al servizio delle pulizie per il loro impeccabile lavoro. Grazie pure agli autisti dei pulmini che con sicurezza e armonia accompagnano i bimbi nel loro tragitto quotidiano, alla signora Tiziana che ci ha donato un servizio di assistenza encomiabile e al Comune con il suo personale per la costante presenza nelle varie necessità della nostra attività. Ringrazio inoltre tutti coloro che generosamente hanno offerto il loro contributo, particolarmente Luxottica e Bim-Consorzio. Grazie al Consiglio di Amministrazione che mi ha aiutato nel difficile compito gestionale. Ma non posso terminare senza aver ringraziato la insostituibile Segretaria signora Anna Maria Armellini per la sua preziosa, competente, rigorosa e assidua presenza nella Scuola Materna di Agordo, offrendo il suo tempo ormai da oltre cinquant’anni. Grazie di cuore. Che bella la nostra Scuola Materna “mons.Luigi Cappello”. Con questo sentimento di soddisfazione e di gratitudine auguro a tutti una serena estate. Gabriele Bernardi dell’educazione. Per ultimo il tanto atteso intervento di Papa Francesco, che con la sua stupenda semplicità ha esordito ringraziando tutti per aver realizzato “una cosa proprio bella!”; questo incontro mondiale PER la scuola, pensato, malgrado le conosciute lacune, i problemi, la mancanza di fondi, non per criticare, ma per festeggiare l’Istituzione Scuola, per testimoniare il fatto che malgrado le difficoltà, crediamo nell’istruzione e nell’importanza che essa ha per la società, che non da solo conoscenza e cultura, ma da valori, insegna a capire il senso della vita, aiuta a scoprire quello che siamo e quello che vogliamo diventare, “la vera educazione ci fa amare la vita, ci apre alla pienezza della vita”. Fondamentale a nostro parere la riflessione centrale del Papa sulla responsabilità dell’educazione che spesso nella vita reale viene messa da parte e vista come compito riservato alle istituzioni, e Francesco ce lo spiega con un simpatico detto africano: “Per educare un figlio ci vuole un villaggio”; l’educazione non deve essere una prerogativa della scuola e degli insegnanti, ma il frutto di una fiduciosa collaborazione tra essi, coinvolgendo non solo la famiglia, che svolge un ruolo fondamentale, ma l’intera comunità! Ed è proprio questo quello di cui la società di oggi ha bisogno “creare un incontro con obiettivi comuni”. L’intenso discorso del Papa ha concluso quella giornata ricca di travolgenti emozioni sulle quali, insieme ai nostri compagni di avventura, abbiamo potuto riflettere l’indomani durante il viaggio di ritorno, dopo aver visitato le bellezze della città. Un’esperienza breve ma intensa, ricca di sentimenti indescrivibili, che caldo, digiuno e stanchezza non hanno saputo intaccare. Il fatto che migliaia di persone provenienti da ogni angolo della terra si fossero mosse e riunite per festeggiare la scuola, per condividere insieme l’amore che proviamo per il nostro lavoro, ricordandone difficoltà, responsabilità e importanza, ci ha riempite di energia nuova che, come una ventata di aria fresca, ha risvegliato gli animi e rinnovato lo spirito e che siamo pronte a trasmettere ogni giorno nel nostro operato. Silvia, Mara, Laura e Luigia S. Pietro 2014 16 Echi di Agordo dal mondo della scuola dal mondo della scuola dal mondo della Primaria “T. L. Burattini” e Media “A. Pertile” A Sedico, Torino, S.Giorgio delle P. Medaglie e premi in concorsi nazionale di poesia Una fucina di piccoli «poeti in erba». È quella dell’Istituto comprensivo di Agordo, i cui giovani allievi ogni anno mietono allori in selezioni regionali e nazionali. Dopo aver vinto il primo premio al concorso «Versi liberi» di Sedico, la classe Prima A della scuola secondaria di primo grado (media «Antonio Pertile»), si è aggiudicata la prestigiosa medaglia del presidente della Repubblica, con la composizione «Profughi», al concorso nazionale di poesie e filastrocche «Non rubateci la luna» di Torino. A sua volta la classe Seconda B della scuola primaria «Tito Livio Burattini» di Agordo ha vinto il terzo premio, sempre al concorso di Torino, con la lirica «Magico viaggio», e le poesie scritte dalla Seconda A («Rime lunari», «L’amicizia» e «Giochi del vento»), sono state ritenute meritevoli di essere pubblicate, assieme a quelle della sezione B, nel volumetto «Non rubateci la luna» edito da «Il capitello». Per la cerimonia di premiazione si sono recati a Torino una rappresentanza delle classi seconde della scuola primaria e la maggior parte degli alunni della Prima A della media, accompagnati da genitori e insegnanti. Torino. La premiazione degli alunni della Media «Pertile» e della Primaria «T.L.Burattini» di Agordo al concorso di poesie e filastrocche «Non rubateci la luna». so Parco del Valentino dove il mago Marco Calandri, fratello di Claudio noto giocatore di basket che vive ad Agordo, ha offerto la graditissima sorpresa di uno spettacolino da tutti molto apprezzato. A completare l’incetta di successi, va segnalato ancora che un alunno della Prima A della scuola media, Samuel Tormen, ha vinto il primo premio alla sesta edizione del concorso di poesia È stata un’occasione propizia non solo per ritirare i premi ma anche per una proficua «gita d’istruzione». Infatti, all’arrivo nel capoluogo piemontese, nel pomeriggio, i bambini della primaria hanno visitato il Museo della Scuola e del libro per l’infanzia, e successivamente la mole Antonelliana potendo così ammirare dall’alto, in una splendida giornata di sole, la città e il paesaggio che la circonda. Gli alunni delle medie, invece, sono andati al Museo San Giorgio delle Pertiche (PD). L’alunno Samuel Tormen, della Prima A della Media «Pertile», vincitore del concorso di poesia «Fides Milani Finotti», a tema libero. Egizio, al Museo del Cinema e alla Mole. Qualche juventino ha approfittato per fare shopping in un negozio di articoli bianconeri. Il giorno seguente, le premiazione nella sala conferenze della Galleria D’Arte Moderna, gremita di bambini provenienti da molte regioni d’Italia: un momento di grande coinvolgimento specie nell’ascoltare grandi e piccini recitare con grande emozione, ma con impegno, i loro componimenti. La trasferta si è conclusa nel famo- «Fides Milani Finotti», a tema libero, bandito dal comune di San Giorgio delle Pertiche (Padova), consistente in mille euro divisi equamente fra lo studente e la scuola. La premiazione si è tenuta nella sala consiliare del municipio della località patavina, alla presenza del sindaco e di esperti nel campo letterario e giornalistico. Da ricordare, infine, che questi brillanti risultati sono frutto della collaborazione fra le insegnanti Francesca Verrastro, Ilaria Moretti e Giusi Zanchi. S. Pietro 2014 Echi di Agordo 17 dal mondo della scuola dal mondo della scuola dal mondo della Nel primo decennale dalla sua fondazione, e alla vigilia dell’atteso saggio che precede la conclusione delle lezioni, la Corale de I Musici è stata insignita di un nuovo e inatteso riconoscimento. Una comunicazione a firma di Luigi Berlinguer, già Ministro della Pubblica Istruzione dal 1996 al 2000 e tuttora instancabile presidente del Comitato nazionale per l’apprendimento pratico della musica a Scuola, ha attestato l’assegnazione del terzo posto al Concorso Nazionale Indicibili In (canti) 2014 indetto dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e Nuovo riconoscimento a “I Musici” al Concorso nazionale Indicibili In (canti) 2014 della Ricerca per valorizzare le buone pratiche musicali presenti nella Scuola italiana di ogni ordine e grado, per diffondere la cultura musicale attraverso l’apprendimento pratico della musica, per potenziare l’attività strumentale e corale nella scuola e per educare La poesia degli alunni di prima A della media, premiata a Torino: Profughi Abbiamo visto… la morte in divisa venirci incontro grappoli di bombe piovere dal cielo distese di cadaveri su strade insanguinate il terrore negli sguardi dei sopravvissuti adulti e bambini impugnare armi occhi svuotati di lacrime come aridi pozzi. “La luna è di tutti, la vita è di tutti”. all’incanto per la musica. La classifica è stata redatta in seguito alla selezione dei DVD inviati da centinaia di Scuole, contenenti la registrazione di 15 minuti di brani eseguiti dai cori in recenti esibizioni. La premiazione, con l’intervento del Ministro Stefania Giannini e di numerosi virtuosi del bel canto, è intervenuta mercoledì 4 giugno in occasione di una coinvolgente cerimonia organizzata nel cortile della Minerva del Palazzo dell’Istruzione in Viale Trastevere di stima a quanti riescono ad ottimizzare con riconfermato entusiasmo l’aiuto che ci viene dato dalle famiglie, in particolare alla professoressa Marina Nessenzia, alla maestra Daniela Lena, alla pianista Manuela Ben. La corale de I Musici è preziosa per più motivi, almeno tre dei quali meritano di essere sintetizzati di seguito; è decisiva: 1) perché concorre a migliorare l’assestamento dell’Istituto Comprensivo di Agordo, nato il primo settembre del 2009 e ancora bisognoso di molte attenzioni, e perché persegue questo obiettivo dimostrando che è possibile raggiungerlo in un modo allo stesso tempo efficace e gioioso; 2) perché agevola il collegamento tra Scuola e contesto territoriale favorendo il coinvolgimento dei genitori degli alunni mediante l’avvio Abbiamo udito… il rombo fulmineo di aerei killer avvicinarsi come rapaci, affamati di esistenze urla strazianti, disperate,di angoscia e di dolore di orfani e madri. “La luna è di tutti, le speranze son di tutti. Abbiamo conosciuto… macerie di paesi, ruderi di sogni continue guerriglie e carestie il ghigno spietato della dittatura indicibili violenze e torture i mercanti di morte, venditori di miraggi. “La luna è di tutti, i sogni son di tutti”. Senza identità, primo diritto ricchi di povertà avvolta in un fagotto siamo fuggiti, attraverso strade sterrate e tortuose negli occhi la polvere nelle orecchie il sibilo dei proiettili. Persone o cose? Non fa differenza! “La luna è di tutti, i diritti son di tutti”. Su carrette del mare solchiamo l’infinito deserto blu ammucchiati come sacchi senza respiro, senza intimità. Come tetto un cielo stellato o minaccioso onde e pensieri ci cullano o ci travolgono: baceremo la terra straniera? Sprofonderemo nei gelidi abissi? Ci accoglieranno l’odio o la pietà? “Fratelli, donateci il futuro, non rubateci la luna!” Motivazione: “Con immagini densamente e dolorosamente crude vengono fotografate l’attualità e la drammaticità dei profughi, coinvolgendo il pathos del lettore”. Roma. Il momento della consegna del riconoscimento attribuito a «I Musici» nel cortile della Minerva, al Palazzo dell’Istruzione in viale Trastevere. Da sn.: il ministro Stefania Giannini, l’ex ministro Luigi Berlinguer, oggi presidente del comitato nazionale per l’apprendimento pratico della musica a scuola, il dirigente scolastico Bernardino Chiocchetti, la direttrice del complesso Marina Nessenzia e la maestra Daniela Lena dell’Istituto comprensivo di Agordo. a Roma. La luminosa stella de I Musici, che il 19 maggio dello scorso anno aveva diffuso il suo bagliore dopo il conseguimento del premio speciale della Giuria e la fascia oro in occasione della XXXII edizione del severo concorso di Quartiano (Lodi), ha ora preso a brillare in modo ancora più acceso, dando una grandissima soddisfazione a tutto l’Istituto Comprensivo di Agordo con il quale vive in naturale simbiosi. I migliori complimenti quindi agli alunni del laboratorio musicale provenienti dalle scuole primarie di Agordo e di Taibon, ai ragazzi della scuola secondaria di primo grado iscritti alla corale e alle studentesse ed agli studenti delle Scuole superiori, quattro dei quali ormai prossimi all’esame di maturità, che hanno confermato l’apprezzato loro impegno nel complesso musicale. E poi una piena attestazione e il potenziamento di apprezzate forme di collaborazione; 3) perché riveste un insostituibile ruolo verso l’esterno: I Musici sono i nostri portavoce nei confronti delle altre Scuole della comunità agordina e del bellunese; sono i nostri rappresentanti nel rapporto con gli altri Istituti della Regione; sono i nostri ambasciatori nel confronto con le altre realtà regionali; sono la nostra delegazione diplomatica in una dimensione che a questo punto del loro percorso si configura a tutti gli effetti di livello nazionale. Lunga vita alla Corale quindi, descritta in uno dei numerosi attestati come felice espressione di un territorio così ricco di fermenti e di valori, ancora più importanti perché capaci di offrire alle generazioni più giovani modelli di crescita costruttivi. Bernardino Chiocchetti Dirigente scolastico Istituto Comprensivo di Agordo S. Pietro 2014 18 Echi di Agordo dal mondo della scuola dal mondo della scuola dal mondo della Splendida serata di addio alla Scuola Elementare delle classi quinte di Agordo all’Auditorium del Centro Parrocchiale «Monsignor Vincenzo Savio». Spettacolo emozionante e sapientemente imbastito dall’insegnante Daniela Lena, coadiuvata dalle sue colleghe Chiara Andrich, Lidia Zanin, Barbara Chenet, M.Giulia Mezzacasa, Enza Dagai, Mariella Pelosi. Serata all’insegna dei ricordi; segno indelebile di un percorso durato cinque anni e volato via, in un soffio... Ma niente passa mai del tutto; ciò che con cura, dedizione e sapienza è stato seminato porterà i suoi frutti in ogni nuova stagione. Un grazie davvero sentito va a tutte le insegnanti per aver accompagnato i nostri figli con dedizione e professionalità impagabili; per essersi sapute reinventare ogni giorno con creatività e flessibilità, esaltando le doti di ogni singolo Il Perito geotecnico minerario... «Tunneling, stato dell’arte», ovvero la scelta finale del metodo di scavo di una galleria. Questo il tema trattato nell’incontro svoltosi recentemente nel laboratorio di tecniche degli scavi e valorizzazione delle risorse al Polo scolastico «Follador» di Agordo. Un incontro aperto non solo agli studenti, ma anche al pubblico esterno, brillantemente tenuto dall’ingegner Silvio Schmalzbauer, amministratore e tecnico della società Timeco Srl di Gessate (Milano). Una società che fin dal 1976 opera in particolare nel settore «tunnelling» che comprende sia le macchine (scudi, TBM) per lo scavo di gallerie di grande diametro a piena sezione, che quelle per la realizzazione di gallerie di piccolo diametro, perforazioni orizzontali, attraversamenti con tecnologia «trenchless», cioè senza scavo a cielo aperto (microtunnelling guidato con smarino idraulico o a coclea; directional drilling HDD/TOC). Alla conferenza hanno partecipato, con grande interesse per l’argomento trattato, numerosi Ancora dalla Primaria “T.L.Burattini” L’addio delle 5e alle elementari Polo Scolastico “Umberto Follador” alunno. Le basi gettate oggi contribuiranno sicuramente a rendere migliore la società di domani. Grazie, davvero! Una mamma ...un diploma sempre attuale titolo di studio proposto (perito geotecnico minerario), da molti anni si presentano al Follador, per sostenere l’esame di stato, numerosi candidati privatisti provenienti da altre regioni anche se in possesso di laurea o di altri diplomi tecnici. I partecipanti all’incontro di studio al «Follador», con nel riquadro il relatore ingegner Silvio Schmalzbauer, e un’immagine della macchina di scavo a piena sezione che detiene attualmente il record mondiale di grandezza. docenti nonché tutti gli studenti del 4°e 5° anno della specializzazione mineraria che hanno così potuto sfruttare un’altra delle iniziative che da tempo la scuola intrattiene con il mondo del lavoro al fine dell’aggiornamento dei programmi di studio e del continuo miglioramento dell’offerta formativa che rappresenta il marchio distintivo della scuola di Agordo. A conferma dell’attualità del Echi di Agordo S. Pietro 2014 19 dal mondo della scuola dal mondo della scuola dal mondo della Università Adulti/Anziani L’Anno accademico 2013-14 e il IX Congresso provinciale L’autentico coronamento della vita si sviluppa in quattro processi: il primo, di liberazione dagli stereotipi fatui condizionanti; il secondo, la ricerca del senso, cioè la capacità di andare oltre le cose per coglierne il significato; il terzo, lo sviluppo della capacità relazionale, che caratterizza l’uomo, fonte per lui di continua innovazione nella continuità; il quarto consiste nel favorire una riprogettazione della intravedere nella scarsa partefelci, dal biotopo di Gares alle vita... Rigenerare quindi significa cipazione al concorso creatività Dolomiti, dalla etnoarcheologia favorire la crescita e lo sviluppo dove solo due iscritti volenterosi con i siti pastorali al fiume “la di ciò che è presente allo stato hanno rappresentato la nostra sePiave” nei suoi aspetti naturali latente come potenzialità in ogni zione sul giornale “Sempreverde”. ma anche storici, dall’analisi del persona, creando nella persona L’anno si è quindi concluso il malessere sociale dei contadini Alla fine di ogni anno si tenta autonomia e libertà nella scelta 24 maggio a Pedavena con il ottocenteschi, alle battaglie contro di fare un po’ di bilancio, di tirare dei mezzi con cui rispondere agli IX° Convegno provinciale, orgaNapoleone, che abbiamo inconle somme. A dire il vero anche stimoli esterni…”. nizzato dalla sezione di Cismon trato non solo a Polpet, ma anche quest’ultimo anno è stato veraUn ottimo pranzo e l’intratteBellunese, che ha compreso nella visita in battello alle ville della mente soddisfacente, la partecinimento musicale della Banda anche la celebrazione dei 30 anni riviera del Brenta, ville che sono pazione è stata buona e le lezioni Comunale di Arsiè hanno concluso dell’Università Adulti/Anziani di gioielli dell’architettura palladiana, di grande soddisfazione. la festa a Pedavena. Belluno e l’accoglienza della 13a spiegata esaurientemente dalla L’Anno Accademico è iniziato il Con i partecipanti della sezione Sezione, la “Conca del Piave”. prof,ssa Rui in una lezione ad hoc. 1° ottobre 2013 con il ricordo del di Alleghe (21 persone) e di Agordo Dopo l’apertura ufficiale da Abbiamo vissuto la severità Vajont, ricorrendo in quei giorni il (23), sia per contenere i costi ma parte del nostro presidente don della Pasqua nel mistero della 50° anno dalla catastrofe, grazie anche per approfittare e sfruttare Menia e i saluti delle autorità, tra Resurrezione attraverso la musica a un’interessante e puntuale la buona occasione di ritrovarsi cui il vescovo, è stato il professor di Haydn e, intrecciando le dita, lezione offerta dal prof. Maurizio assieme, siamo scesi a Pedavena Giuseppe Dal Ferro, presidente abbiamo appreso le direttive per la Reberschak, affermato studioso in gruppo e al termine e ricercatore storico, del convegno abbiamo che ha cercato di far avuto l’opportunità di comprendere cause e portare un saluto al concause che hanno nostro caro e indideterminato l’immane menticato mons. Lino tragedia. Mottes, che ci ha fatto Le lezioni successive dono, oltre che del suo ci hanno portato a covolume su “Il vescovo noscere meglio il nostro Muccin – Indimentiterritorio sulle carte, cabile presenza”, di con la toponomastica una approfondita visita antica, con i suoi fiori, dei vari reperti, pitture, con le biodiversità, con sculture, oggetti di l’acqua “bene comuelevato valore, esposti ne”. Abbiamo potuto nel Museo Diocesano ammirare le bellezze d’Arte Sacra, sofferdell’arte pittorica con mandosi in particolare il cammino di fede di sulle opere del territorio Tiziano ma anche con bellunese inserite nella i tesori dell’arte nelle mostra “Costantino chiese. Siamo stati con e Silvestro”, allestita le immagini nei luoghi per ricordare il 17° magici dei monasteri centenario dell’Editto della Romania, nell’indi Milano, con il quale cantata San Pietroburl’imperatore Costantino go e negli incredibili nel 313 garantiva – non Cremlini e monasteri dell’Anello d’oro e tutto Feltre, Museo diocesano, 24 maggio. Il felice incontro delle sezioni di Agordo e Alto soltanto per i cristiani – la libertà di culto, ciò accompagnati da Cordevole con monsignor Lino Mottes. inaugurando dopo sebelle musiche e dalla coli di persecuzioni un stesura del testamento biologico in nazionale della FEDERUNI a voce amica del caro periodo di tolleranza religiosa e vita. Conclusi felicemente anche i svolgere la relazione accademica, Claudio Mei, che non dimentichedi grande innovazione politica e laboratori di Arte e di Informatica. dal titolo “La Cultura rigenera la remo mai. culturale. Ottimo successo anche per le Vita”. Interessante ed esauriente Altre lezioni ci hanno coinvolto Don Lino ci ha accolto con gite organizzate per la visita alla disquisizione sul tema dell’apnella storia locale, nei 150 anni del particolare entusiasmo, felice per mostra di pittura “Verso Monet” e prendimento nella terza età. Lo CAI, nel giornalismo, nel diritto, l’affetto dei suoi “vecchi” parrocalla città di Verona e per la visita studioso è partito con una battuta nella medicina, nelle epigrafi latine chiani e studenti (aveva iniziato alle ville Pisani di Stra, Widmann dicendo che “l’UA/A di Belluno e nell’ascolto delle satire romanel 1996 e per 13 anni aveva e Malcontenta lungo la riviera del nonostante abbia compiuto 30 nesche che ci hanno strappato condotto la Sezione in qualità di Brenta. anni è giovane perché la cultura qualche gustosa e sonora risata. coordinatore). Insomma un insieme di elementi rigenera la vita”. Poi ha proseguito La seconda parte dell’anno è iniDon Lino ha ricevuto nell’ocche hanno coinvolto gli studenti spiegando che la Terza età è “… ziata il 4 febbraio con il presidente casione anche i complimenti e il con la loro attenzione e costante l’età in cui la libertà dalle pressioni prof. Don Attilio Menia che ha dato ringraziamento del coordinatore presenza. Dobbiamo a questo del lavoro e da molte responsaun senso chiaro alle domande di Alleghe, Celestino Vallazza, e punto ringraziare i docenti che bilità famigliari si accompagna a “Più Europa come? Perché?”. il compiacimento di tutti i presenti. hanno saputo dosare minuziocondizioni di salute fisica e mentaPoi si è passati a considerare la L’immancabile foto di gruppo, che samente le lezioni suscitando le ancora sufficientemente buone, tutela del consumatore con i suoi qui pubblichiamo, ha concluso il interesse e la giusta riflessione tali da permettere all’individuo di risvolti di responsabilità civile. Altri felice incontro. Grazie don Lino. culturale. Se dobbiamo evidenziafare di questi anni il periodo della argomenti sono stati gli aspetti re un aspetto negativo lo possiamo propria realizzazione personale... Gabriele Bernardi eco-ambientali, dalla patata alle 20 Questo racconto ha come protagonisti due dei nostri sensi, forse quelli meno considerati: l’olfatto e il gusto. Annusare, gustare, sentire l’odore e il sapore, ma non intendo tutti i sapori e gli odori, voglio soffermarmi e prendere in considerazione solo quelli antichi. Quelli che ci riportano indietro nel tempo, che spesso sono custoditi nella memoria e periodicamente tornano nella nostra vita per ricordarci quello che eravamo e quello che siamo. L’idea di questo viaggio attraverso odori e sapori mi è venuta da un colloquio con mia figlia. Una mattina tolgo dal frigo del pollo e le dico che lo avrei preparavo arrosto per mezzogiorno. Lei mi ha risposto: “No, non farlo arrosto, fallo come lo faceva la nonna Ida che a noi piace di più. Perché non mi racconti qualcosa di lei?” allora ho cominciato a parlarle di mia nonna, della sua vita, del suo essere e le ho spiegato che quel pollo alla Marengo lo aveva imparato a fare in Toscana quando era andata a servì come aiutante domestica. Il pollo l’ho cotto alla Marengo, con limone e noce moscata, ed è stato apprezzato da tutti. Ho pensato: “che bello ricordare mia nonna attraverso quello che mi aveva insegnato e sono sicura che lei sarebbe contenta di sapere che è nei nostri pensieri, anche se non c’è più e non ha mai conosciuto i miei bambini”. Molte volte alcuni sapori e odori, oltre che riportarci indietro nel tempo, fanno affiorare ricordi e conseguentemente emozioni, spesso celate dentro di noi, che vengono in superficie attraverso olfatto e gusto, trasformando questi momenti in attimi di benessere e di gioia. Da quando ho capito la grande potenzialità di questi due sensi, ho modificato il mio modo di cucinare, rendendolo più semplice, più naturale e con un occhio di riguardo a quello che vedevo fare dagli adulti quand’ero piccola. La mia cucina segue rigorosamente l’andamento delle stagioni, attingendo dalla Natura tutto quello che mi serve, ma con rispetto e gratitudine per quanto mi viene offerto. Siamo in primavera ed è tempo di asparagi selvatici che non hanno niente a che vedere con quelli coltivati. Il gusto forte rivela la loro natura, il territorio aspro e difficile in cui crescono. Io li ho sempre mangiati e sono abituata al loro sapore che ti piace o non ti piace. Primavera è tempo di ortiche e sgrìsoi ottimi per risotti e minestre. Da piccola, vedevo aggiungere le ortiche alla S. Pietro 2014 Il racconto di Cielo Blu Odori e sapori di un tempo minestra d’orzo che le conferivano un sapore particolare. Questo è il periodo dei radìci da levina, una prelibatezza che mi piace raccogliere, pulire, cucinare e invasare per consumarli durante tutto l’anno. Avere dei vasetti di cibo confezionati da me mi rende orgogliosa. La mia cucina predilige la qualità alla quantità, per questo uso materie prime buone e possibilmente locali. Ho iniziato a curare personalmente un campo, dove ho seminato vari ortaggi che mi permetteranno di non comprare più verdure per tutta l’estate. Se va ben oltre la coltivazione delle verdure. Con questo lavoro ho recuperato il contatto con la Terra. Nella semina ho coinvolto anche i miei figli affidandogli una pianta di zucchino ciascuno perché imparino ad amare, rispettare e capire la terra; questa è l’unica strada verso un futuro responsabile. Nel mio orto è comparso anche uno spaventapasseri, che non credo serva molto al suo ruolo, ma è stata un’occasione per condividere un lavoro con i miei bambini, stimolando la loro fantasia. Ci sono altre cose che la coltivazione di un orto ti insegna: si considerano il lavoro e il costo di tenere un campo, sicuramente conviene comperare le verdure, ma non c’è prezzo che sostituisca il sapore e l’odore della verdure prodotte da te, dove hai la certezza di non aver usato sostanze chimiche. Se le patate non sono belle grandi non importa, quello che conta è che hanno un altro gusto: quello della genuinità. Quest’anno mentre preparavo il campo e seminavo, cercavo di ricordare come faceva mia nonna e i suoi trucchi per rendere più produttive le piante. Pensavo soddisfatta che in ciò che stavo facendo, riviveva in me una parte di lei e contemporaneamente portavo avanti una tradizione. Il giorno che sono arrivata nel campo e ho visto che le patate e i fagioli erano nati mi sono emozionata e ho capito che tutto il mio lavoro ha un senso che ad avere pazienza, a rispettare i tempi della natura che spesso non sono i nostri, a prenderti cura di qualcosa che va a migliorare la qualità della tua vita e conseguentemente ad avere più rispetto e consapevolezza di te stesso. Un minestrone preparato con verdure proprie e cotto lentamente ha un gusto che mi riporta all’infanzia, quando mia nonna lo faceva e ce lo distribuiva fumante in scodelle colorate e ognuno aveva la sua. E il gusto della polenta cotta sul fuoco nel caldról per quasi un’ora, chi non se lo ricorda? Stavo seduta sulla sedia vicino alla stufa e aspettavo pazientemente che si formassero le croste della polenta per mangiarle in anteprima. Questo è uno dei ricordi più belli della mia infanzia che conservo gelosamente e ogni volta che vedo fare la polenta in quel modo rivivo quell’attimo magico del mio Echi di Agordo essere bambina. Al profumo e al gusto della polenta associo quello del coniglio cotto in técia con salvia e rosmarino che allietava le nostre domeniche. Quando ero piccola, mia nonna, per le feste, ci preparava una crostata davvero speciale con un gusto e un aroma unici. Da quando non c’è più, non ne ho mai mangiata una così buona e nonostante la ricetta, non sono mai riuscita a farla con quel gusto, Lei usava materie prime contadine e burro del casèlo, ma penso che il vero segreto per la riuscita fosse la cottura. La faceva cuocere a fuoco lento nell’unico forno che aveva: quello a legna. Un altro concetto chiave per recuperare i sapori di un tempo è proprio la lentezza, la cottura effettuata piano, preferibilmente sulla piastra di una stufa a legna. La cottura che rispetta gli alimenti che trattiamo. Mi rendo conto che i ritmi di vita di oggi non concordano con la lentezza e spesso siamo costretti a cucinare in modo differente. Io mi impongo, quando possibile, di prendermi quel pezzettino di tempo che mi aiuta a cucinare meglio e conseguentemente a vivere meglio. Anche il pranzo e la cena sono un’occasione di condivisione e un buon cibo aiuta a stare insieme in modo diverso, più appropriato. Voglio finire questo viaggio con due odori molto comuni, che non riguardano il cibo, ma che sicuramente conosciamo in molti e ci farà piacere ricordare, perché sono parte viva e integrante di noi: l’odore del fieno e l’odore della legna appena tagliata. Il profumo del fieno: l’odore dell’estate, del sole; ma anche l’aroma della nostra terra, delle nostre tradizioni, della nostra infanzia che ci inebria ci fa stare bene e ci porta nella dimensione della pace e del ricordo. Il profumo della legna: l’odore dell’autunno, l’aroma del bosco, del ciclo delle stagioni, dell’inverno alle porte che arriva. L’odore della fatica e del sudore, ma fatica e sudore costruttivi che servono all’uomo. Questi sono alcuni dei tanti odori e sapori che hanno caratterizzato la mia vita e che mi piace ricordare perché mi regalano attimi magici di gioia. Ora invito voi a scavare nei meandri del vostro essere usando sapori e odori per rievocare sensazioni ed emozioni nascoste. Buon viaggio! Blu sky Echi di Agordo S. Pietro 2014 21 solidarietà volontariato solidarietà volontariato solidarietà volontariato “Vi sono diversi carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversi ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diverse attività, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti. A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune” Credo che questa Parola di San Paolo rivolta ai Corinzi si sia realizzata anche Domenica 25 maggio quando, in occasione della Festa di beneficenza per una raccolta fondi pro-Centro Parrocchiale “Monsignor Vincenzo Savio” di Agordo, sono stata testimone del grande fervore con cui molte persone si sono prodigate affinché la festa fosse un successo, non solo materiale, ma anche di gioia e di unione fraterna della Parrocchia. Tutto è iniziato quando, a seguito di una richiesta di aiuto finanziario da parte del parroco, mons. Giorgio Lise rivolta ai Priori delle Confraternite, nacque l’idea di coinvolgere i Parrocchiani in una festa di beneficenza; in fondo il Centro Parrocchiale è stato realizzato proprio perché i parrocchiani tutti (che fossero bambini giovani adulti anziani e che si presentassero come singoli o come associazioni o famiglie o gruppi senza appartenenze particolari sia laiche che religiose) avessero la possibilità di avere un punto di ritrovo e di incontro, che fosse accogliente, dignitoso e versatile per tutte le necessità. La festa dicevo… certamente in una parrocchia la festa inizia dall’incontro che dà la Solidarietà al Centro parrocchiale La festa delle Confraternite L’ammirevole e insostituibile apporto dato anche in quest’occasione dal volontariato della nostra comunità Domenica 25 maggio. Un evento particolare e del tutto inedito, grazie alla sensibilità delle nostre storiche Confraternite. vera gioia e quindi con la partecipazione alla S. Messa, per poi trasferirsi tutti al Centro parrocchiale e partecipare al pranzo comunitario. Nell’intimo giardino dietro il Centro sono stati allestiti due tendoni con file ordinate di tavoli subito gremiti di allegri parrocchiani che di buon grado hanno comprato il biglietto per il pranzo e molti, coloratissimi biglietti della lotteria! Poi è stato un piacere servirli del pranzo e il loro chiacchiericcio che saliva man mano di tono è stato un ottimo indice di gradimento del cibo e della convivialità! Il mitico complesso del “Taca banda’ che ha allietato la festa con la sua generosità le sue note piene di buona musica e di tanta allegria. Dopo il dolce e perfino il caffè servito ai tavoli l’ensable dei “Taca Banda” ha riempito l’aria di note allegre e svolazzanti e sul bel patio liscio c’è chi non ha perso l’occasione per farsi rapire in un giro di valzer o di una mazurca! Nel pomeriggio poi sono stati premiati i vincitori di alcuni giochi allestiti dal Gruppo Giovani, i quali hanno dato tutto il ricavato pro-Centro parrocchiale e mi sono commossa pensando alla vedova che ha dato al tempio solo due monete ma era tutto quello che aveva… e proprio così hanno fatto i giovani, non che abbiamo donato poco ma hanno donato tutto… I riflettori si sono poi puntati sull’organizzatore capo e trascinatore di questa giornata, Luigino Da Ronch che con l’aiuto di un ragazzo volenteroso, ha dato fondo ai biglietti della lotteria abbinandoli ai premi, dispensando come un personaggio mitologico doni da una cornucopia! Il sole è stato un prezioso alleato nella riuscita di questa festa, peccato che mancassero molti bambini e le loro famiglie impegnati proprio nella stessa giornata ad un incontro foraniale per la chiusura dell’anno catechistico. E tutto questo è stato possibile grazie ad un grande, grandissimo lavoro di squadra e certamente non posso esimermi dal ringraziare per la logistica, per il cibo, per i dolci e i “stragoi”, per i regali… beh ognuno sa per che cosa…: il gruppo Alpini, il gruppo Scout che merita una menzione speciale per lo spirito di servizio, il gruppo giovani, l’U.S. Le Ville, i bòce da Rif, l’Auser Tiser, i mitici Taca Banda, la Cooperativa Agordino latteria di Vallata, Macelleria Corazza, Walber e Coop, vari commercianti di Agordo, e tutti coloro che in varie forme hanno donato il loro tempo e il loro lavoro per un bene comune, senza dimenticare Sandro Zasso e, ovviamente, Luigino Da Ronch, trascinatore delle Confraternite. Tutto il ricavato (2.450 euro al netto delle spese) è stato devoluto al pagamento di una piccola parte del mutuo del Centro Parrocchiale. Trovarsi assieme è stato certamente bello e incoraggiante ma mi permetto di invitare chi può, chi crede che il Centro possa essere un luogo importante per la crescita anche morale e spirituale delle nostre famiglie, a prendersi un impegno mensile, magari per un periodo limitato (6 mesi, un anno) anche per un importo piccolo (10, 20, 30 euro), attivando un Rid dal proprio conto corrente a quello della Parrocchia di Agordo. Si sa, tante gocce formano il mare e il fatto di avere un incasso continuo potrà dare un po’ più di tranquillità anche al nostro Parroco. E le Confraternite? Vi ricordiamo che in Agordo esistono: la Confraternita di S. Agostino, la confraternita di S. Giuseppe, la Confraternita di S. Lucia, la Confraternita della Madonna del Buonconsiglio e la Confraternita della Beata Vergine della Salute Anch’esse hanno raggiunto un importante obiettivo: la conferma che unire le forze porta risultati migliori, e se qualcuno avrà maturato il desiderio di iscriversi a una Confraternita per condividere il destino di queste secolari associazioni e sostenerle nei loro progetti di solidarietà, sarà il benvenuto! Adriana Alfonsi Priora della Confraternita della B.V. della Salute S. Pietro 2014 22 Echi di Agordo solidarietà volontariato solidarietà volontariato solidarietà volontariato La trasferta nel Cilento fra arte e natura Una trasferta in una terra molto bella e accogliente, il Cilento, tra storia arte natura e sapori, dal 14 al18 maggio. Partenza alle 6 del mattino da Agordo in pullman, un gruppo di 30 persone, con tempo incerto, ci aspetta una lunga giornata da trascorrere in viaggio: sono circa 900 i km che separano Agordo da Paestum, base della nostra permanenza nel parco nazionale del Cilento. Breve fermata in Valdichiana per il pranzo e poi ancora in viaggio lungo l’autostrada. Ad Ercolano ci attende la nostra guida, Luciano, nonché organizzatore del tour, da alcuni di noi conosciuto in occasione della gita a Napoli nel 2006, rimarrà con noi per tutto il tempo. Una breve sosta a Vietri sul mare per una fugace veduta della costiera amalfitana e finalmente arrivo in albergo a Paestum, cena e pernottamento. Giovedi 15 partenza alle 8 del mattino per trascorrere una giornata tra Palinuro e Velia. A Palinuro breve crociera, su imbarcazione attrezzata, con visita alle varie grotte della costiera e in particolare alla Grotta Azzurra bella quanto la più famosa di Capri. Trasferimento ad Ascea Marina per il pranzo e nel pomeriggio visita a Velia, antica colonia greca fondata nel VI secolo a.c. e nel I° a.c. municipio romano. Qui devo dire che, come accade in Italia per molti siti storico-archeoligici, si nota uno stato di abbandono dove sembra che la natura abbia il sopravvento su ciò che rimane, e questo dispiace perché è un patrimonio che andrebbe conservato e valorizzato in modo adeguato. Venerdi 16 trasferta a Padula per la visita alla Certosa più grande d’Europa, costruita da Tomaso Sanseverino, signore del Vallo di Diano, dove operarono i monaci certosini “Sancti Brunonis”. Ottimo pranzo in un ristorante locale e quindi partenza per la visita 17 maggio 2014. Visita al sito archeologico di Paestum. città romana sepolta dall’eruzione del Vesuvio assieme a Pompei. Ultimata la breve, ma significativa visita agli scavi, partenza per il rientro ad Agordo conservando un piacevole ricordo del Cilento con le sue perle e la cordialità della sua gente. Questa gradevole parentesi non fa certo dimenticare il quotidiano lavoro nella sede della nostra associazione, con i nostri volontari che ogni giorno, sopratutto in questi tempi di crisi, rispondono con aiuto e solidarietà ai primari bisogni delle persone in difficoltà, sempre pronti e disponibili. Si sta definendo il “Progetto Sollievo” voluto dalla Regione Veneto, coordinato dal Distretto Sociosanitario di Agordo, con l’adesione del GAV, gruppo di assistenza volontaria e l’Auser “el Broi” con i loro volontari. Il progetto è rivolto alle persone La festa di compleanno del 1° trimestre 2014. alle grotte carsiche di Pertosa, le più ampie del Sud Italia, quindi rientro in albergo non senza uno sguardo ai vari paesaggi lungo il percorso. Sabato 17, sempre con partenza alle 8, nella mattinata visita alla città di Salerno, il Duomo dove è sepolto S. Matteo uno dei dodici apostoli, il rinnovato centro storico, il porto in continuo aumento del traffico marittimo e il bellissimo lungomare. Ottimo pranzo e partenza per il sito archeologico di Paestum con la sua millenaria storia, i suoi templi e il museo con i suoi reperti greci. La sera in albergo scambio di auguri con Luciano e il suo staff e brindisi di un possibile arrivederci, anche se il mattino seguente, domenica, ci accompagnerà ancora per una breve visita agli scavi di Ercolano, la affette da demenza, nella cui definizione generica rientrano diverse malattie, per dare un aiuto in particolare alla famiglia che necessita di un sostegno nel carico assistenziale. È in preparazione il programma per il II° semestre 2014 che prevede, oltre ai consueti appuntamenti nella sede del circolo, una gita a Verona all’Arena per Madama Butterfly, a Marostica per la partita a scacchi, due giorni a Ravenna, Portogruaro con pranzo di pesce e pranzo sociale. Vorrei ricordare che le porte della nostra associazione sono sempre aperte a tutte le persone che si sentono di dare una mano, basta un poco del nostro tempo, senza obbligo alcuno, per avere un grazie da chi è meno fortunato. Alvio Peratoner Echi di Agordo S. Pietro 2014 23 solidarietà volontariato solidarietà volontariato solidarietà volontariato Il volo del pettirosso continua... con una impostazione filosofica, in cui si è evidenziato come la filosofia può aiutare “a vivere una vita che si accorge di vivere, a dare un senso alla vita, a dare un senso al tempo di vita”. L’ultima conferenza del corso è stata quella del dott. Luigi Colusso e di Gigi Zoldan. Tema affrontato: “Elaborazione del lutto”. Che cosa significa elaborare una perdita? Che cosa c’è da elaborare? Quando si può affermare che una perdita è stata elaborata? La dott.ssa Laura Miana il 15 maggio, in un clima di confronto, ha raccolto le riflessioni e i dubbi emersi durante il “forum” di discussione. Tutti I volontari hanno manifestato il loro apprezzamento per gli argomenti trattati e per la qualità dei relatori e la loro grande empatia rassicurante. È importante sottolineare come gli stessi volontari si siano impegnati in più direzioni, da un lato approfondendo le conoscenze e Un’altra meta è stata raggiunta: introduzione delle cure palliative si è concluso il 2°Corso di for- nelle attività di cura del Reparto di Medicina. mazione per volontari. Nell’incontro del 10 aprile, È un evento importante per l’Associazione che continua a invece, il dott. Spiridione Della crescere sul territorio e a raffor- Lucia , affrontando il tema “Etica e cure palliative”, ha sottolinezare gli obiettivi conquistati. Dopo un anteprima di orien- ato come ciò che definisce il tamento e di conoscenza, con successo delle cure di fine vita accenni alle cure palliative, il è riuscire a far morire “bene” il 6 marzo, presso la sala riunioni malato, è adoperarsi per lenire dell’ex Municipio di Taibon il dolore. Negli altri incontri sono stati Agordino, è iniziato il Corso vero e proprio. Gli aspiranti approfonditi diversi temi come volontari iscritti sono stati 16 e “Gli aspetti psicologici del tutti hanno concluso il percorso malato e la sua famiglia”, con di formazione il 22 maggio. Le la dott.ssa Lucia De Cosimo conferenze sono state seguite che, in toni pacati ma fermi, ha anche da persone interessate alle evidenziato i pericoli che corre tematiche trattate, dal Consiglio l’equilibrio familiare minacDirettivo e dai volontari già ciato dalla malattia. O come formati nel Corso precedente; nel complesso in sala erano presenti sempre 25-30 persone. Fin dal primo incontro è stato delineato l’aspetto complesso e delicato dei vari temi in discussione. Il relatore dott. Franco Pellegrino ha infatti parlato del malato grave e delle cure palliative che hanno come Foto di gruppo a conclusione del 2° Corso di formazione per volontari. obiettivo il raggiungimento della migliore qualità di vita “Il codice deontologico e Core gli aspetti scientifici, psicologici, possibile per i malati e per le Curriculum” illustrato dalla spirituali del malato e della faloro famiglie, il controllo del dott.ssa Laura Miana, psicologa miglia, dall’altro operando una dolore, il rispetto della dignità dell’associazione. O come “Il conoscenza intima del proprio e dei valori umani, spirituali e Volontario, il malato e la fami- essere di fronte alla malattia sociali. glia: la relazione d’aiuto”, tema terminale. Adesso sono pronti Nel secondo incontro il dott. affrontato dalla dott.ssa Cristina per promuovere e diffondere Agostino Mascanzoni ha portato Zaetta, che ha avuto forte im- la consapevolezza dei diritti all’attenzione della platea l’ar- patto sul “volontario” che ha del malato e della sua famiglia ticolo 3 dei doveri del medico: potuto riflettere sull’importanza nell’ambito delle cure palliative; “Dovere del medico è la tutela della “relazione” con il malato, e a breve inizieranno i colloqui della vita, della salute fisica e sulla capacità di costruirla con con la psicologa, dott.ssa Miana, psichica dell’uomo e il sollievo l’ascolto attivo e l’empatia e per capire la propria attitudine se dalla sofferenza nel rispetto della sulla capacità di affrontare il al volontariato diretto o a quello libertà e dignità…”; mentre la silenzio. O come “La dimen- indiretto. Il corso si è concluso il 22 dott.ssa Ileana Corazzin ha forni- sione esistenziale e spirituale di to informazioni sulla situazione fronte al morire”, tema trattato maggio con la presenza del Didell’Ospedale di Agordo e sulla dalla dott.ssa Laura Campanello rettore Generale dell’ULSS 1. Il dott. Pietro Paolo Faronato ha espresso le sue congratulazioni per l’evento e insieme alla presidente Nadia Dell’Agnola, che ha consegnato gli attestati di partecipazione, ha usato infine parole di incoraggiamento per i volontari. Sono stati graditi gli auguri per il nuovo cammino che verrà intrapreso. Nello stilare un bilancio finale dell’iniziativa è doveroso ringraziare l’Amministrazione comunale di Taibon Agordino, e in particolare il sindaco uscente Sig. ra Loretta Ben, che con generosità ha partecipato alla serata conclusiva e, gentilmente, ha concesso l’utilizzo della sala ex Municipio di Taibon Agordino. Un altro evento importante è stato “La GIORNATA del SOLLIEVO!”. Il 25 maggio, domenica mattina ad Alleghe e a Caviola, il 31 maggio e il 1° giugno ad Agordo, i Volontari sono stati presenti in piazza, come ogni anno, con i loro gazebo per celebrare la “Giornata del Sollievo”. Il panificio Da Roit di La Valle Agordina, la pasticceria Saint Honorè e il panificio Carlin di Agordo, hanno aderito all’iniziativa offrendo grissini e dolci confezionati. Le offerte raccolte sono andate all’Associazione e nei gazebo i volontari hanno anche distribuito volantini e fornito informazioni. Il 2 agosto è in previsione il concerto estivo a Taibon Agordino e nell’auspicio di poter concretizzare l’ormai consueto incontro invitiamo già fin da ora a partecipare... Il Pettirosso Agordino ringrazia tutti coloro che lo sostengono in volo... Tina Rotilio per il Consiglio Direttivo S. Pietro 2014 24 Echi di Agordo solidarietà volontariato solidarietà volontariato solidarietà volontariato Dall’Istituto comprensivo e US Le Ville «Cari studenti della scuola primaria di Agordo, G.S. Le Ville e cara Barbara, a nome del direttivo della IPWSO, Organizzazione Internazionale della Sindrome di PraderWilli, desidero esprimere la nostra immensa gratitudine per la vostra donazione, così generosa, per la nostra causa. Sappiamo del grande impegno che avete sostenuto nel raccogliere questa somma con la vendita dei vostri vecchi giocattoli che rende questo dono ancora più speciale per tutti noi. Grazie a questa donazione, abbiamo la possibilità di coprire le spese di alcuni tests genetici di laboratorio, per diagnosticare la sindrome di Prader-Willi nelle persone che vivono in paesi dove questo esame non è disponibile o è troppo costoso per le famiglie povere. Offriamo questo servizio a tutti coloro che ce lo richiedono, senza alcun onere per le famiglie. Una volta che i genitori conoscono per certo la malattia del loro figlio, noi provvediamo a informarli su come prendersi cura del loro bambino e li mettiamo in contatto con altre famiglie che hanno figli con la medesima sindrome. È molto importante e di grande aiuto per loro, sapere di non essere soli. La vostra donazione rende possibile tutto questo! Non è, dunque, solo un dono fatto alla IPWSO, ma a tutte queste famiglie. Vi ringraziamo tutti per la vostra gentilezza e generosità e vi auguriamo ogni bene. Tutti voi avete veramente un grande cuore. Io spero che ci siano ancora molte persone e gruppi nel mondo Solidarietà per la sindrome Prader-Willi Il cuore grande San Vincenzo: il mercatino dei giochi usati per Ipwso che si impegnano come avete fatto voi. Spero che abbiate gradito molto il canto del nostro Giorgio! Cordiali saluti, Dr. Suzanne Cassidy Presidente della IPWSO» Con queste parole di ringraziamento si è definitivamente concluso il progetto del “Mercatino dei giochi usati” della Sagra di San Vincenzo che ha avuto come protagonisti gli alunni e le insegnanti delle scuole Primarie e dell’Infanzia dell’Istituto Comprensivo di Agordo, coordinati dall’efficiente gruppo sportivo “Le Ville”. Nella mattinata del sei giugno, alla Scuola Primaria di Agordo, alla presenza del Dirigente sco- lastico, Bernardino Chiocchetti, dei rappresentanti di classe, del presidente e vicepresidente dell’U.S. Le Ville, Roberto Chissalè e Andrea Rumor, con la signora Cristina Dal Mas, degli alunni e delle insegnanti, è stato donato il ricavato di mille euro all’Associazione IPWSO, Organizzazione Internazionale della Sindrome di Prader-Willi, rappresentata dal signor Giorgio Fornasier e da Daniele, suo carissimo e simpaticissimo figlio. Quindi il cantautore bellunese si è esibito in un fantastico repertorio che ai presenti, non più giovanissimi, ha sicuramente fatto fare una sorta di “flashback”, un tuffo nel loro passato di bambini, quando “al posto della televisione a colori c’erano delle pazienti 6 giugno. Il presidente dell’U.S. Le Ville, Roberto Chissalè, con Andrea Rumor e Cristina Dal Mas, consegna il ricavato di mille euro del mercatino dei giochi usati all’Associazione IPWSO, Organizzazione Internazionale della Sindrome di Prader-Willi, rappresentata da Giorgio Fornasier e dal figlio Daniele. Grazie al papà Massimo Feltrin, che ha rinnovato l’aula di informatica con i computer seminuovi concessi dalla Ditta Invensis. e generoso dei bambini Giorgio Fornasier nonne in bianco e nero” che amavano raccontare ai loro nipotini delle semplicissime storie o delle filastrocche musicate, legate alla vita contadina del tempo. I nostri alunni, invece, trasportati dalle note della sua chitarra e della sua voce hanno avuto il piacere di ascoltare e cantare insieme a lui delle storie coinvolgenti che probabilmente nessuno ha mai raccontato loro e che porteranno sempre nel cuore. È stata una mattinata davvero fantastica e ricca di emozioni. Nella stessa occasione, il Preside ha ringraziato una mamma che gentilmente ha offerto un contributo alla scuola primaria di Agordo e un papà, il signor Massimo Feltrin, che ha rinnovato l’aula di informatica con i computer seminuovi concessi dalla Ditta Invensis, dedicando, in collaborazione con la maestra Enza, molto del suo tempo all’installazione dei programmi. Grazie a tutti! Barbara De Menech Il coinvolgente “flashback” del noto cantaurore bellunese che ha letteralmente ammaliato i bambini e non solo... Echi di Agordo S. Pietro 2014 25 solidarietà volontariato solidarietà volontariato solidarietà volontariato L’unione fa la forza: l’esempio della Cassa di solidarietà aziendale Lavoratori Luxottica La storia ci insegna che nei momenti di crisi ci si mette assieme, soprattutto fra più deboli, per affrontare meglio le avversità. È quello che hanno fatto a fine Ottocento gli operai costituendo le Società di mutuo soccorso e successivamente inventando il Sindacato. Con lo stesso spirito di mutualità e solidarietà nel 1996, nel corso di una importante crisi politico-economica i lavoratori Luxottica hanno fondato la Cassa Solidarietà Aziendale Lavoratori Luxottica (CSA), il primo esempio di welfare aziendale contrattato in Provincia di Belluno. Il motivo principale che ha fatto nascere una Cassa interna è stata l’esigenza di avere uno strumento strutturato in grado di aiutare tempestivamente i Soci in difficoltà economica a fronte di gravi ed imprevedibili eventi, senza dover ricorrere ad estemporanee raccolte fondi (era ancora recente l’esperienza di un collega deceduto nell’esplosione della sua abitazione). Fortunatamente i casi trattati nel tempo sono stati un numero limitato, ma l’intervento della CSA è stato spesso risolutivo e con cifre assai significative. Un esempio per tutti riguarda un Socio affetto da patologia degenerativa costretto a lavorare a part time; riceve da oltre 10 anni un’integrazione al reddito che nel tempo ha raggiunto l’ammontare di oltre 60.000 euro. Per fare fronte a questi interventi, lo Statuto dell’associazione ha previsto la costituzione di un fondo dedicato, che ad oggi ammonta a 210.000 euro. Possono sembrare tanti, ma l’onda lunga della crisi sta travolgendo anche svariate famiglie di nostri colleghi, non solo in pianura, ma persino nell’”isola felice” Agordina… Sin dall’inizio, a fronte di un evidente cedimento delle prestazioni erogate dal Servizio Sanitario Nazionale, abbiamo ravvisato la necessità di rimborsare parzialmente una serie di spese sostenute dai Soci e loro familiari fiscalmente a carico. Così, alle visite specialistiche, alle diagnostiche strumentali, agli articoli sanitari e alle cure dentarie, negli anni si sono aggiunte le lenti da vista, i trattamenti fisioterapici e la logopedia; sono state inoltre implementate le prestazioni al di fuori del campo sanitario con l’erogazione di un assegno di maternità per ogni figlio nato o adottato. Negli ultimi anni sono state introdotte nuove prestazioni che rappresentano un’evoluzione culturale della CSA, non contributi uguali per tutti, ma in misura inversamente proporzionale alla “ricchezza familiare” del Socio richiedente; in questo modo si applica concretamente il principio della solidarietà per dare di più a chi ha più bisogno! Questo principio viene applicato ai contributi per apparecchi ortodontici (fino all’81% della spesa!), agli ausili per disabilità e alle borse di studio per studenti universitari. Nel tempo, sotto forma di contributi sono tornati nelle tasche dei lavoratori Luxottica circa 1.5 milioni di euro. L’iscrizione alla CSA è volontaria e prevede il versamento di una quota associativa: ad oggi conta oltre 2.200 iscritti fra lavoratori attivi e pensionati; è presente negli stabilimenti di Agordo, Cencenighe, Sedico produzione, Sedico logistica, Pederobba (TV) e Lauriano (TO) dove si avvale di una rete di Soci collaboratori. La CSA è frutto di un accordo sindacale, dunque il ruolo dell’azienda è significativo; si estrinseca attraverso un contributo alla quota associativa dei singoli Soci e il diritto a nominare un Consigliere di Amministrazione e il Presidente del Collegio dei Sindaci oltre alla concessione di spazi interni agli stabilimenti per lo svolgimento dell’attività. Un importante aspetto positivo è che la CSA è stata ideata, costituita e gestita in toto dagli stessi lavoratori attraverso una loro rappresentanza eletta democraticamente che opera in forma volontaria e gratuita; questo è un merito che va reso a chi non aspetta supinamente aiuto da terzi, ma prende decisamente in mano il proprio destino. L’unico rammarico è che a goderne dei benefici possono essere solo le famiglie dei dipendenti Luxottica, (già avvantaggiati per molti aspetti rispetto ad altri) dove è stato possibile realizzare questa esperienza grazie alla lunga tradizione contrattuale e all’enorme bacino di utenza; infatti quale altra azienda locale avrebbe la massa critica sufficiente a replicare la CSA? Allora, sarebbe scandaloso immaginare la costituzione di un fondo territoriale con caratteristiche analoghe, a cui tutti i dipendenti (magari con il contributo delle proprie aziende/enti), le casalinghe e i pensionati possano aderire per parare i colpi di una crisi infinita e con la prospettiva tristemente concreta di un welfare pubblico sempre più in affanno? Paolo Chissalè Vècia Pòpa” solidale con il CEOD Anche quest’anno il Comitato Vècia Pòpa, archiviata la riuscita tradizionale manifestazione di metà quaresima, ha voluto continuare la festa con gli amici del locale gruppo Ceod. Come avviene ormai da parecchi anni, e come vediamo dalla foto, Giorgio Favero e i compagni del Comitato hanno trascorso alcune ore in allegra compagnia con i ragazzi del Centro presso la sede del Polifunzionale, per ringraziarli della loro preziosa disponibilità prestata ancora una volta nella decorazione dei “botói” della Vècia Pòpa, distribuiti e apprezzati sul Brói, domenica 30 marzo. 26 S. Pietro 2014 Echi di Agordo solidarietà volontariato solidarietà volontariato solidarietà volontariato Il 1° maggio a Rif Allegria nella Solidarietà Quest’anno abbiamo festeggiato i 50 anni della nostra Chiesetta, nel consueto clima di festa, allegria e sempre all’insegna della solidarietà. La chiesetta alpina dedicata a san Giuseppe lavoratore, bellissima già di suo, era tutta adornata per l’occasione con fiori freschi e confezionati dalle abili mani delle nostre mamme. Se dobbiamo essere sinceri, non si notava poi molto la differenza, tanto erano perfetti quelli di carta! Quest’anno la Messa, alle 11.00, è stata celebrata da padre Fortunato De Pellegrin, originario di Colvignas, oggi parroco di S. Maria delle Grazie, particolarmente lieto di ritornare nei luoghi della sua giovinezza. È quello inaugurato mercoledì 14 maggio nell’ospedale del capoluogo di vallata dal direttore generale della Ulss1, Pietro Paolo Faronato e dalla presidente provinciale dell’Associazione bellunese dei volontari del sangue, Gina Bortot. Si tratta di un punto di prelievo che all’inizio dell’anno, in seguito a un’ispezione, era stato considerato non idoneo, non conforme alle direttivo da determinare la necessità di un intervento adeguato e tale da consegnare ai donatori una struttura all’avanguardia e più funzionale. I lavori erano iniziati lo scorso 20 febbraio e sono stati completati entro i termini stabiliti di 90 giorni. Per Stefano Momenti della festa: la S.Messa celebrata da p. Fortunato De Pellegrin, la foto ricordo al termine del rito e i bambini alla caccia al tesoro. Nuovo centro di raccolta sangue all’avanguardia per l’Agordino Molte le persone che si sono cimentate nei vari giochi. I grandi hanno partecipato con allegria alla tombola guidata dal nostro amico Pino mentre i numerosi bambini hanno dato vita alla caccia al tesoro per le “canesèle” del villaggio, vinta quest’anno dal gruppo dei verdi che si sono cosi aggiudicati una bella pizza in compagnia. A fine gara, merenda speciale per tutti con la meravigliosa torta offerta dal nostro amico Toni, della pasticceria Fiabane di Belluno. Spazio, ovviamente anche alla pesca di beneficienza, al mercatino delle mamme (dalle mani d’oro), a quello agricolo e artigianale e alla frasca con polénta e valch a pède, al tiro al gòt e altri giochi. In serata, la cena con piatti tipici e con canti e balli all’aperto accompagnati da Eros e Oscar con tanta amicizia e allegria. Quest’anno il ricavato della manifestazione andrà alla Scuola superiore di secondo grado di Agordo per l’acquisto di materiale per il laboratorio di chimica. Na balìna de na òlta Capelli, direttore della struttura trasfusionale della Usl 1, «è un risultato importante per tutti, con piena gratificazione dei donatori bellunesi e agordini (che attendevano da tempo il necessrio intervento e le cui donazioni sono state in continua crescita anche nel 2013, ndr) che garantiscono sangue a sufficienza per gli ospedali della provincia con il 40% delle eccedenze inviato agli ospedali della Regione». Gina Bortot, presidente provinciale dell’Associazione bellunese dei volontari del sangue, taglia il nastro inaugurale del nuovo centro trasfusionale, assistita dal direttore generale Uls, Faronato e dall’allora sindaco di Agordo, Gavaz. Echi di Agordo S. Pietro 2014 27 cronachetta agordina - cronachetta agordina - cronachetta agordina Guido Poloniato, filatelico agordino Ambasciatore di cultura La filatelia, intesa come raccolta di francobolli, è una passione che da giovani ci ha coinvolto un po’ tutti. Ma sarebbe riduttivo fermarsi a tale semplice definizione perché il termine con cui si identifica questo tipo di collezionismo, coniato nel XIX secolo, è in effetti l’insieme delle attività connesse non solo con la raccolta, ma anche con lo studio, spesso approfondito, del francobollo, un vero e proprio fatto culturale. Ce ne dà conferma un filatelico agordino, Guido Poloniato, che dedica ormai da una vita il suo tempo libero dagli impegni (in passato di commerciante, oggi, in pensione, di nonno di diversi nipoti e di volontario nel sociale), a raccogliere e catalogare francobolli, specializzandosi nella particolare tematica della musica, che continua a dargli grosse soddisfazioni, ma anche nella storia dei Papi e nella Divina Commedia. Poloniato è stato uno dei fondatori, nel 1968, del Circolo filatelico numismatico agordino di cui è tuttora membro del direttivo. Persona peraltro discreta, silenziosa, meticolosa, dedita a una ricerca sempre rivolta a nuove mete, dopo aver raggiunto vari ambìti traguardi, fra cui il prestigioso «Premio Fenaroli» nel 2011, ne inseguiva un altro, che ancora mancava al suo ricco palmares, a coronamento di un’attività svolta sempre con rigorosa e seria applicazione. Si tratta del Premio internazionale Massari (musicista italiano, 1887-1970) nel quale aveva già colto la piazza d’onore nel 2010 a Saluzzo. Ha quindi riportato la sua tematica sugli Inni nazionali alla recente rassegna svoltasi a Lambesc (Francia), ma anche questa volta la vittoria è sfumata per un soffio ed è andata all’austriaco Zehenter, più che altro per il discutibile comportamento di un membro della giuria, una donna francese che ha palesemente penalizzato i concorrenti italiani, fra cui proprio Poloniato. Secondo l’unico giurato italiano, infatti, l’agordino in finale era considerato favorito, ma l’elevato punteggio attribuito dalla francese al filatelico austriaco, lo ha per un solo punto relegato al 2° posto. Svanito per poco il sogno dell’importante riconoscimento, Poloniato si è visto comunque assegnare il Premio «Illio Gasparri» (l’inventore del Premio Massari), quale titolare della collezione più votata dal pubblico: un’affermazione non meno importante a riconoscimento della sua passione, della sua tenacia e del suo incessante impegno culturale. Un’altra sua bella e significativa soddisfazione è poi quella di essere stato chiamato dal CIFT (Centro Italiano di Filatelia Tematica) a far parte del gruppo di lavoro, formato da 34 soci tematici qualificati, per lo sviluppo del «Progetto Dante – La Divina Commedia attraverso la filatelia tematica» all’interno del quale ciascuno dei tematici doveva commentare, con materiale esclusivamente postale (francobolli, buste, cartoline max, annulli ecc.), prima un canto dell’Inferno poi del Purgatorio e infine del Paradiso con un elaborato di 12 pagine per ogni canto. Guido Poloniato, con due nipotini che mostrano orgogliosi la targa del premio Fenaroli 2011. Sponsorizzato da Poste italiane il progetto è andato in porto, con la raccolta e la stampa dei lavori in tre eleganti volumi. A Poloniato erano stati assegnati il canto XIV dell’Inferno, il I° del Purgatorio e, infine, il primo anche del Paradiso del quale le sue dodici pagine aprono il corposo terzo volume edito dalle Poste. Da ricordare, infine, che continua a collaborare da anni con i bollettino nazionali di filatelia «Il Tematico» dell’ATFT e «Il Podio» del CIFT (sezione musica). Quale la prossima sfida di Poloniato? Al momento rimane ignota, ma è certo che la sua voglia di ricerca e del nuovo lo poterà verso nuovi prestigiosi successi filatelici. E, sfatando una buona volta il «Nemo propheta in patria», non sarebbe male se l’Agordino si ricordasse anche di lui, ambasciatore con i francobolli di Agordo e della vallata in Italia e all’estero. (ls) La Divina Commedia attraverso la filatelia tematica Una delle dodici pagine tematiche dedicate da Poloniato al primo canto del Paradiso riportate all’inizio del volume di Poste Italiane. Mondo Scout Uscita del Challenge 2014 È stata una grande emozione, quando il 17 maggio sono partito per il Challenge, una delle più importanti competizioni per il nostro Distretto. Se ne era parlato a lungo nel nostro Clan, tutti i preparativi erano stati fatti, ero pronto per questa nuova avventura. Così alle due di un sabato pomeriggio che non prometteva una bella giornata, sono partito alla volta del passo del Cimirlo, una zona molto bella non molto distante da Trento. Sono arrivato all’incirca alle quattro e mezza e, dopo le ultime direttive in loco, sono partito preceduto dagli altri Clan che erano lì per l’uscita. Il percorso della giornata seguiva un lungo sentiero costeggiante il monte Marzola da cui si può godere un panorama magnifico. Arrivati nei pressi di Chegùl, mi sono cimentato nelle prime sfide della competizione: il riconoscimento di spezie in base al tatto e al gusto; la misurazione di distanze, pesi e lunghezze basandomi sulle unità di misura del mio corpo e la mia capacità di approssimazione; infine sulle conoscenze infermieristiche riguardo al soccorso di una persona ferita. Dopo tutto questo era ormai sera e, dopo aver mangiato, mi sono diretto al punto di ritrovo stabilito per tutti i Clan, dove abbiamo passato la notte. È stata un’esperienza davvero suggestiva sentire durante la messa il richiamo della civetta in mezzo al bosco, e penso che se ci foste stati anche voi avreste pensato la stessa cosa. La mattina dopo, il 18 maggio, il tempo era decisamente migliorato: c’era un sole davvero gradevole e il vento aveva spazzato via le nuvole cariche di pioggia. Con la speranza di una nuova avventura sono ripartito dal luogo di pernottamento incamminandomi su nuovo percorso indicatomi la mattina stessa. Meta, la zona del monte Celva. Le prove erano ben diverse e stimolavano molto di più l’intuito e la capacità di adattamento: dalla cottura di un uovo con i materiali più diversi al riconoscimento sonoro degli animali che vivono nelle nostre regioni montane, alla capacità di lettura dei segnali MORSE e la costruzione di un percorso di resistenza fisica. Dopo tutte queste prove sono ritornato al passo, dove ho pranzato in mezzo ai boschi e dove è avvenuta la premiazione in base allo svolgimento delle prove fatte. Per me c’è stato un terzo posto in classifica, e non potete immaginare la gioia che ho provato per il traguardo. È stata un’esperienza che non dimenticherò facilmente e che ha messo sicuramente alla prova le mie capacità, ma anche la mia tenacia e la mia forza. Christian Luciani Clan “Nuovi Orizzonti” Agordo S. Pietro 2014 28 Echi di Agordo cronachetta agordina - cronachetta agordina - cronachetta agordina Circolo Culturale Agordino A Portobuffolè: Comune della bandiera arancione Sabato 17 maggio si è svolta l’annuale gita sociale del Circolo culturale agordino. Con la fortuna di avere una bella giornata di sole, ci siamo deliziate tra le stradine di Portobuffolè, uno dei nove comuni veneti insigniti della Bandiera Arancione destinata alle piccole località che si distinguono per la bellezza dell’ambiente. Portobuffolè si trova in provincia di Treviso e risale al IX secolo; era un importante scalo fluviale sulla Livenza già conosciuto ai tempi dei Romani. Accompagnate da una brava guida locale, abbiamo rivissuto anni di storia visitando la Torre Comunale, Casa Gaia e il Duomo. La Torre è l’ultima restante delle antiche sette torri del castello risalente al X secolo, è alta 28 metri e costruita in laterizio. Ora ospita un museo di arnesi del lavoro di un tempo che abbiamo potuto visitare. Gaia da Camino era una nobildonna bellissima, immortalata da Dante nel XVI canto del Purgatorio, e la sua Casa è una splendida dimora del Trecento con bifore e un bel portico e al suo interno ci sono degli affreschi ben conservati. Ospita anche un museo del ciclismo. Il Duomo si trova di fianco all’antico ghetto e ha una storia un po’ particolare essendo stato una Sinagoga ebraica prima di essere consacrato nel 1559 e restaurato più volte. Al suo interno c’è un organo Callido. Uscendo dal borgo attraverso Porta Friuli detta “Toresin” perché costruita sui resti di una delle torri medievali, abbiamo fatto una breve passeggiata per arrivare a Villa Giustinian dove abbiamo potuto visitare l’oratorio di Santa Teresa, una chiesetta annessa alla villa le cui finestre sono di vetro colorato e le statue dipinte danno l’impressione di essere vere. Dopo pranzo con l’aiuto di una guida molto preparata, abbiamo visitato la Chiesa dei Templari a Tempio di Ormelle. Costruita probabilmente nel XII secolo dall’Ordine dei Cavalieri Templari si trova all’interno di una “masòn”, ossia una enclave templare, oggi si erge quale unica testimonianza di tale periodo. È attorniata da pochi edifici di epoca giovannita, dal Lia un corso d’acqua navigabile (questo corso ha una particolarità, le sue acque scorrono al contrario cioè verso il monte per circa un chilometro) e da due importanti strade: la via Opitergium Tridentum e la via Postumia che ne facevano una zona di passaggio per i pellegrini diretti o di ritorno dalla Terra Santa o da Roma. Le arcate del portico della Chiesa sono impreziosite da affreschi dove si può notare la presenza del colore rosso simbolo dei Templari. L’interno è stato rimodernato senza tener troppo in considerazione ciò che il luogo rappresenta. Tornando verso casa ci siamo fermati a San Polo di Piave per visitare la chiesa di san Giorgio. La chiesa si trova lungo la strada che da Oderzo portava a Trento, percorso molto importante costruito in epoca pre-romana dai Paleoveneti, ed è famosa per un ciclo di affreschi del pittore Giovanni Di Francia. Molto belli sono i due quadri superstiti della storia di San Giorgio e l’Ultima Cena nella quale i commensali mangiano gamberi di fiume e bevono vino rosso, peculiarità tipiche di questa zona Dopo aver trascorso una giornata in serenità il nostro grazie va alle persone che hanno permesso che ciò accadesse: la nostra presidente che riesce a stupirci sempre facendoci apprezzare cose sconosciute che si trovano vicino a noi, e Leda che con la sua amica Gloria ha materialmente progettato la gita. Tanti altri posti belli e facili da raggiungere ci aspettano, se volete partecipare sarete i benvenuti. In biblioteca sono disponibili dei libri per chi volesse saperne di più sui luoghi visitati. Giovanna Ganz Da “Agordo Musica” MUSICA NELL’AGORDINO XXI edizione Estate 2014 domenica 3 agosto Rivamonte - Chiesa parrocchiale Rinaldo Padoin, flauto Roberto Padoin, organo lunedì 4 agosto Alleghe - Chiesa parrocchiale Roberta Bortolozzo, soprano Giovanni Feltrin, organo mercoledì 6 agosto San Tomaso Agordino - Chiesa parrocchiale Nicolò Sari, organo giovedì 7 agosto Canale d’Agordo - Chiesa arcipretale Claudio Caretta, organo sabato 9 agosto Falcade - Chiesa parrocchiale Thomas Gelain, organo domenica 10 agosto Agordo - Chiesa arcidiaconale Daniele Toffolo, organo sabato 23 agosto Falcade - Chiesa parrocchiale Orchestra mitteleuropea “Lorenzo Da Ponte” Direttore Roberto Zarpellon Violino solista Maristella Patuzzi M. Bruch Concerto per violino n.1 P. Ciaikowski Sinfonia n 5 Portobuffolè, 17 maggio. I gitanti per le vie del borgo antico. Inizio concerti ore 21 - ingresso libero S. Pietro 2014 Echi di Agordo 29 cronachetta agordina - cronachetta agordina - cronachetta agordina Un ciclo di incontri per rispondere alla domanda sulla «salute» dei nostri fiumi. Lo ha organizzato la Sezione agordina del Cai in collaborazione con la Cooperativa Mazaról, il Cirf (Centro italiano per la riqualificazione fluviale), il Bacino di pesca n° 5 e con il patrocinio dell’Unione montana agordina. Un’iniziativa che ha incontrato l’interesse e il favore non solo dei soci visto che sono state più di cinquanta le persone che hanno seguito la serie di incontri, svolti nella sede di piazzale Marconi, e aventi il titolo di «Conoscere i nostri fiumi. Habitat, processi ecologici, paesaggio fluviale». Questi gli altri temi trattati: «Come stanno e come funzionano i nostri fiumi? Aspetti idromorfologici, biologici e chimico-fisici», relatori Andrea Goltara e Bruno Boz del Cirf; «I corridoi fluviali, ambienti di transizione fra terra e acqua: la vegetazione e la fauna», a cura di Alberto Scariot, botanico, e Mauro Varaschin, guida naturalisticoambientale della Cooperativa Mazarol); «L’effetto sui fiumi delle attività umane. Dall’analisi degli impatti sugli ecosistemi fluviali agli interventi di riqualificazione fluviale», relatore: Bruno Boz del Cirf; l’ultimo, in programma il 29 maggio: «L’acqua ieri, oggi, domani. Gli usi storici dell’acqua e l’evoluzione del paesaggio fluviale. L’idroelettrico in provincia di Belluno», presentato da Yuri Casanova, guida naturalisticoambientale cooperativa Mazarol e Lucia Ruffato del Comitato Acqua Bene Comune. «Come stanno i nostri fiumi? Quali elementi vanno considerati per capirlo? Quali sono i principali impatti che ne degradano la qualità? Cosa si può fare per mitigarli ed evitarli?», queste alcune delle domande che hanno suggerito al socio della sezione, Carlo Sartor, di avanzare la proposta. «Da quando la direttiva quadro sulle acque, nel 2000, ha imposto che tutti i fiumi europei debbano essere in condizioni buone entro il 2015», dice Sartor, «queste domande sono divenute inevitabili e hanno innescato un importante percorso per migliorare la conoscenza e le informazioni sui processi che regolano il funzionamento dei corsi d’acqua. Tuttavia, i risultati di questo percorso faticano ancora a uscire dall’ambito ristretto degli addetti ai lavori». Ecco dunque il senso del corso: condividere con tutti i partecipanti quegli elementi di conoscenza di base che si rendono necessari per comprendere i problemi dei fiumi e per assumere una posizione informata in relazione alle possibili soluzioni. Infatti, nonostante i corsi d’acqua attraversino in modo CAI - Sezione Agordina Un corso sullo stato dei fiumi L’acqua dei nostri fiumi. Si è svolta, nella sede di viale Sommariva ad Agordo, l’annuale assemblea dell’Associazione Nazionale Carabinieri Sezione «Conca Agordina». Erano presenti numerosi soci e benemerite, l’assessore Urpi in rappresentanza dell’Amministrazione comunale di Agordo, il capitano Dario Di Iorio, comandante la Compagnia Carabinieri di Belluno, i coman- Foto di gruppo all’assemblea dei carabinieri della «Sezione Conca Agordina». capillare il nostro territorio, l’impressione è quella che essi siano ancora poco conosciuti. Se ne parla perlopiù in occasione di eventi negativi (dissesto, alluvioni...) o di conflitti locali per l’uso della risorsa (produzione idroelettrica, escavazioni...) e i giudizi sono spesso basati su argomentazioni preconcette e non al passo con i significativi progressi che sono stati fatti nella comprensione dei meccanismi che li regolano e dei servizi ambientali che possono offrire, anche nell’ottica di una fruizione turistica e del loro valore paesaggistico. Il corso, per il cui positivo esito si è detto molto soddisfatto il presidente della sezione, Antonella Cibien, ha previsto anche momenti pratici con due uscite in ambiente per l’osservazione delle forme fluviali, dei processi geomorfologici in atto e dei popolamenti vegetazionali in alveo e nei corridoi fluviali uscite: una effettuata il 24 maggio e l’altra, sabato 31 maggio, a conclusione degli incontri. Carabinieri in assemblea danti delle stazioni di Agordo e Cencenighe, il coordinatore provinciale e il capogruppo degli Alpini di Agordo, Taibon e Rivamonte, Lauro Gavaz. Il presidente Silvano Fossali ha illustrato le attività svolte nell’anno 2013 e sono stati approvati i bilanci consuntivo e preventivo. Si è quindi discusso in merito ai raduni regionale e nazionale in occasione del 200° anniversario di fondazione dell’Arma e al termine è stato consegnato al capitano Di Iorio un quadro raffigurante la Fiamma dell’Arma. 30 S. Pietro 2014 Echi di Agordo cronachetta agordina - cronachetta agordina - cronachetta agordina E’ nata “Meteoriti Italia” col marchio del “Follador” Grazie all’impegno e al comune interesse scientifico di cinque amici bellunesi, è stata fondata di recente «Meteoriti Italia», un’associazione di promozione socio-culturale che si propone principalmente di divulgare la conoscenza delle meteoriti, sensibilizzare il pubblico sull’importanza degli studi ad esse dedicati e pubblicizzare in Italia e all’estero il patrimonio meteoritico italiano. Il nuovo sodalizio ha sede a Feltre ed è guidato da un Consiglio direttivo formato da Umberto Repetti, presidente, Adriano Guerriero, segretario, Tomaso Avoscan, Danilo Giordano e Gianluca Nani, consiglieri. Singolare il fatto che, ad eccezione di Nani, per gli altri vi sia in comune l’Istituto «Follador» di Agordo dove Repetti, Guerriero e Avoscan si sono diplomati periti minerari e dove attualmente operano come insegnanti Giordano, geologo, e lo stesso Avoscan, ingegnere. Di sicuro interesse la materia. Le meteoriti, infatti, sono «sassi»staccatisi da asteroidi, pianeti, satelliti e comete del Sistema solare che concludono il loro viaggio spaziale atterrando sul nostro pianeta. Sono dette anche il «brutto anatroccolo» del regno minerale perché, causa l’attraversamento della fascia dell’atmosfera terrestre a velocità incredibile (anche più di 30Km al secondo), sono tozze, ricoperte da una crosta di fusione nerastra e poco attraenti per i visitatori dei musei ma, al loro interno, racchiudono informazioni così straordinarie da offuscare anche il campione mineralogico terrestre più spettacolare che un museo possa esibire. Provenendo da varie parti del Sistema solare, le meteoriti permettono di studiarne la formazione e l’evoluzione e alcune, in quanto parti di corpi cosmici simili alla Terra, danno informazioni fondamentali sulla struttura interna del nostro pianeta. «Sono i reperti più antichi che si possono trovare sulla terra», spiega il presidente Repetti, «la maggior parte delle meteoriti ha un’età di 4,56 miliardi di anni, età di formazione del Sistema solare, e alcune contengono addirittura granuli di polvere di stelle esplose prima della sua formazione. La cosa più straordinaria, però, è che alcune meteoriti contengono acqua e vari composti organici quali idrocarburi a catena lunga e amminoacidi, elementi fondamentali per la nostra esistenza. Proprio sulla base di questi ritrovamenti molti scienziati sono convinti che dallo studio delle meteoriti si troverà finalmente la risposta alla domanda che da sempre tutti si sono posti: dove, come e quando si è formata la materia di cui siamo fatti?». «Con la consapevolezza delle straordinarie informazioni che si possono ricavare dalle meteoriti», affermano i promotori dell’associazione, «è logico ipotizzare che un paese tecnologico come l’Italia dedichi fondi sufficienti alle istituzioni preposte per il loro studio, purtroppo, non è così. A differenza di molti altri stati, in Italia non esiste una rete di monitoraggio dei nostri cieli che permetta di identificare e registrare esplosioni di grosse meteore (bolidi) e determinarne il luogo di caduta. Le autorità locali coinvolte in eventuali cadute non hanno la preparazione adeguata per poter assicurare il massimo Il Consiglio direttivo della nuova associazione «Meteoriti Italia». e corretto recupero di meteoriti. I nostri pochi studiosi di meteoriti devono lavorare con fondi insufficienti e, quel che è peggio, non essendoci in Italia un laboratorio attrezzato per il loro studio completo, per le analisi più complesse sono costretti a rivolgersi a strutture straniere con grave perdita sia della nostra identità scientifica sia dei nostri campioni più importanti che, purtroppo, sono richiesti come indispensabile forma di pagamento aggiuntivo». «Meteoriti Italia» è sorta dunque con la convinzione che, con il sostegno di chi è interessato alle meteoriti o anche solo mosso dal senso civico per rimediare a queste mancanze, sia possibile riuscire a rendere popolari le meteoriti e, almeno in questo settore, riportare l’Italia al posto scientifico che le compete. Chi è interessato a partecipare a questo progetto può contattare Meteoriti Italia all’indirizzo e-mail: [email protected] o ai seguenti cellulari: 346-2347319 (presidente); 320-6208319 (segretario). Omaggio alla “Gigia” Gli scatti della Agordo di ieri per pensare al domani. A distanza di vent’anni dalla prematura scomparsa (2 aprile 1994), Agordo ha dimostrato che il ricordo di Luigina De Nardin, meglio nota come Gigia, è ancora vivo nella memoria di quanti l’hanno conosciuta. In sala “don Tamis”, infatti, di fronte a tanta gente è stata inaugurata sabato 3 maggio (v. foto in alto) la mostra fotografica intitolata «Agordo era così, negli scatti in b&n di Gigia De Nardin» ed è stato presentato il catalogo in cui sono riprodotte le foto della mostra stessa (foto a destra). Fotografa di professione, ma figura eclettica e carismatica nell’ambito della vita sociale e culturale della città, manifestata in un impegno personale e concreto di interesse e partecipazione volontaristica nel mondo della montagna, della musica, dell’arte, dello sport e del turismo, la Gigia si spense a soli 57 anni dopo aver strenuamente combattuto per due anni contro un male che non perdona. La manifestazione, voluta dal Circolo fotografico agordino (intitolato proprio a Gigia De Nardin), dal fratello Dario, da enti e amici, è stata presentata da Dino Bridda il quale ha prima rimarcato il carattere professionale della fotografia di Gigia De Nardin, quindi ha riflettuto sulla Agordo di ieri, per capire meglio la Agordo di oggi e immaginare quella di domani. Il centinaio di fotografie in bianco e nero in mostra nella sala rappresentano infatti uno spaccato della vita di Agordo degli anni ’60 e ’70. Per Bridda le foto della Gigia sono un dizionario per capire e conoscere la Agordo viva e pulsante di quel tempo in cui avevano un ruolo di primo piano le idee e il carisma di persone come Toni Guadagnini e Gigi Lise. “C’è ancora quella Agordo?”, ha chiesto Bridda. Per lui, il compito dei giovani, ma anche dei cinque candidati sindaci per le prossime elezioni comunali, è ora quello di saper leggere questo dizionario, di rispondere alla domanda e, in caso di risposta negativa, pensare a ciò che si debba fare per recuperare quella vitalità e per dire di nuovo con orgoglio che “ad Agordo è così”. La mostra rimasta aperta fino a domenica 11 maggio è stata visitata da tanti vecchi amici e anche da tanta gente non solo di Agordo. (gs) S. Pietro 2014 Echi di Agordo 31 cronachetta agordina - cronachetta agordina - cronachetta agordina Nuovo Direttivo per “Ad Agordo Proloco” Il nuovo consiglio direttivo di «Ad Agordo Proloco», eletto nell’assemblea dei soci del 31 marzo scorso, si è riunito in questi giorni per procedere alla designazione delle rispettive cariche alla guida dell’associazione. All’unanimità il consiglio ha nominato presidente Gianluca De Pra, che sarà affiancato da Gabriele Trento e Giuliana Facciotto in qualità di vicepresidenti e Andrea Savio come segretario e tesoriere. I due rappresentanti all’interno del consorzio Pro loco agordino saranno lo stesso presidente De Pra e Cinzia Baroni. Gli altri componenti del direttivo sono: Matteo Chissalè, Giada Conedera, Viviana De Rocco, Enrico Farenzena, Daniele Galligani, Alessandro Nessenzia, Stefano Parissenti, Roberto Schena, Paolo Selva Moretti e Roberto Soramaè; revisori dei conti: Maurizio D’Isep, Gian Pietro Guadagnini e Dino Preloran. Con l’occasione «Ad Agordo Proloco» rinnova l’impegno a promuovere e organizzare manifestazioni e attrattive nel comune di Agordo, segnalando in proposito i principali eventi dell’estate 2014, dopo aver collaborato il 10 maggio all’ottima riuscita della 9 a edizione di Sport in piazza: la tradizionale sagra di San Piero (28-29 giugno) e i mercoledì sera di AgordoBaleno (30 luglio, 6 e 13 agosto). Intanto, assieme al Circolo fotografico agordino «Gigia De Nardin», la Pro loco ha dato il via alla seconda edizione del corso di fotografia visto il buon successo riscosso dalla prima. Il corso si è tenuto ad Agordo in sala «don Tamis» nei giorni 20, 22, 27, 29 maggio e 3 giugno. Durante le lezioni sono stati presi in considerazione gli aspetti generali sulla fotografia, come ripasso per coloro che hanno già frequentato il primo corso, ma anche come nozioni necessarie per i nuovi iscritti. Quindi si si è entrati più nello specifico sulla fotografia del paesaggio, tema quest’ultimo affrontato da Roberto Favero, poi su un approfondimento sulla macchina fotografica, a cura di Valter Foto Ottica FB di Annone Veneto, e infine sulle nuove tecniche di fotografia con il circolo fotografico. É stata inoltre organizzata un’uscita sul campo in cui i partecipanti hanno potuto scattare delle fotografie che sono state poi commentate assieme ai docenti nelle successive lezioni. Per info su eventi, manifestazioni In nuovo presidente di Ad Agordo Proloco, Gianluca De Pra e Gabriele Trento, presidente uscente. Il Giro d’Italia ad Agordo e in Agordino Dopo essere partita da Belluno a mezzogiorno e un quarto la carovana del Giro d’Italia 2014 è passata anche in terra agordina, prima di raggiungere il Trentino attraverso il Passo San Pellegrino. Un momento di visibilità per la vallata, dunque, in particolare per Agordo e per la Valle del Bióis che hanno visto transitare i corridori nella primissima parte della 18a tappa. Poche emozioni, d’accordo, ma come sempre la corsa rosa ha il suo fascino e la gente che si è assiepata a bordo strada in particolare in alcuni punti del tracciato lo ha confermato. Lasciato il capoluogo il gruppo compatto ha raggiungo il Mas di Sedico, per poi salire lungo la regionale 203 che proprio in questi ultimi tempi è stata interessata da lavori di consolidamento delle pareti rocciose. Agordo è stata quindi la successiva tappa. In piazza Libertà, dalle 11 circa si è fermata la Carovana pubblicitaria del Giro d’Italia, con spettacoli e distribuzione di gadget e iniziative: www.agordo.net o pagina facebook Ad Agordo Proloco. per le scolaresche, le associazioni e i bambini. Una sosta concessa, ha spiegato l’assessore comunale allo sport, Angelo Ramazzina, a seguito degli ottimi rapporti tra gli organizzatori del Giro e il Comune di Agordo, iniziati nel 2007 con la partenza della 16^ tappa (Agordo–Lienz) e proseguiti con i passaggi degli anni successivi e con la sosta della carovana in occasione della 17^ tappa dell’edizione 2012. Qualche palloncino e nastro rosa (non molta roba a dire il vero) e due ali di gente hanno accolto il gruppone che è quindi proseguito verso l’alto, Cencenighe e poi verso la Valle del Bióis. Ed è poco dopo il bivio, lungo la 346 del San Pellegrino, che il gruppo si divide e in questa maniera, alle 13.10, arriva all’ingresso di Canale dove i ciclisti erano attesi dagli alunni delle scuole pronti a ricevere qualche gadget. Sulla prima salita di giornata, quella del San Pellegrino, si è registrata anche la prima fuga. (gs) Agordo, 29 maggio 2014. Il passaggio della carovana in piazza Libertà Proposte dall’Apim Quattro serate geo-minerarie «Maggio Agordino: quattro serate a tema Geo-minerario» è il titolo di un ciclo di incontri organizzato dall’Apim, l’Associazione dei periti minerari di Agordo, presieduta da Silvano Da Roit, e svoltosi nello scorso mese di maggio. Le conferenze si sono tenute nella sala don Tamis dell’Unione montana agordina di via 27 aprile, con questo programma: - giovedì 1 maggio: «Le miniere del Fursil di Colle S.Lucia (BL). Un significativo esempio di recupero in corso d’opera ai fini turistico-culturali», relatore Vittorio Fenti, geologo, già insegnante all’Istituto Follador; - venerdì 16: «Il diamante, dalla miniera al gioiello. Come si estrae, come si taglia, come si valuta», relatore Luigi Costantini, perito minerario, gemmologo; - venerdì 23: «Le pietre di colore, rubini, zaffiri, smeraldi. Da nostra madre terra all’oggetto prezioso», ancora a cura di Luigi Costantini. - Il ciclo si è concluso venerdì 30 maggio con una relazione su «Mine-rari, minerali poco conosciuti delle Dolomiti e dintorni» svolta da Danilo Giordano, geologo e docente alla sezione minerari del Follador. Buona la partecipazione agli incontri (ad ingresso libero), a conferma dell’interesse per gli argomenti e della bontà dell’iniziativa dell’Apim. 32 S. Pietro 2014 Echi di Agordo cronachetta agordina - cronachetta agordina - cronachetta agordina “Il paese del graffito”, atto 5° il progetto continua... Con le due opere realizzate quest’anno, il progetto “Agordo paese del graffito” ideato dall’artista Dunio Piccolin, ha raggiunto quota dieci. Tanti ormai sono, infatti, i graffiti che abbelliscono le pareti delle frazioni di Tóccol e Paréch e che richiamano l’occhio del visitatore attento e appassionato di arte e tradizione. Alla realizzazione del graffito sulla parete dell’abitazione dei signori Barison (foto sopra) hanno collaborato, con entusiasmo e impegno, gli alunni delle classi quinte della scuola Primaria di Agordo, coordinati dalle loro insegnanti. La soddisfazione per il lavoro eseguito è stata notevole, in particolare quando la signora Elsa Marchiori, presente al momento dell’inaugurazione, è intervenuta pronunciando le seguenti parole: «Questo graffito mi commuove profondamente! Nella parte destra io “leggo” la maestra che però è una maestra che non ha confini. Infatti la sedia va oltre il perimetro del graffito e dietro di essa, vi è una finestra aperta sul mondo. Sopra c’è la luce. La cultura ci illumina e ci unisce, tanto che l’ombra che avvolge le due bambine è unica e le tiene assieme. Poi arrivano le lettere. Le lettere sono quei simboli che noi usiamo per comunicare con gli altri e nel graffito sembrano arrivare dal cielo, con una luce azzurra come l’acqua che scorre. L’acqua che è tanto importante per noi, ma che non sempre ci rendiamo conto di quale valore abbia. Ed è proprio da lì che que- Al momento dello scoprimento del graffito realizzato dall’artista Manuela Sabatini sulla facciata del “casèlo” di Tóccol, invece, vi è stata, da parte del pubblico presente, una manifestazione collettiva di entusiastica approvazione. L’opera si integra perfettamente sulla parete di questo vecchio edificio che ha visto nascere nel 1892, sull’esempio di don Antonio Della Lucia, come ha spiegato Roberto Chissalè, la Cooperativa Sociale della Latteria di Toccol e che per ben cento anni, ha ospitato l’attività di lavorazione e trasformazione del latte. Ora l’edificio non ha più questa funzione, ma il casaro, la donna con il secchio del latte e il bambino che fa girare la zangola rappresentati sulla parete, hanno fatto “rivivere” per sempre questo luogo e riaffiorare nella mente di qualcuno un malinconico rimpianto, per quanto ormai trascorso e lontano. A Manuela (nella foto), dunque, un grazie di cuore per aver dato vita, attraverso l’arte, a una delle nostre più amate tradizioni, contribuendo inoltre con la sua opera a rendere più ricco e completo il progetto portato avanti dal direttore artistico Dunio Piccolin. A fine lavori è doveroso rivolgere un particolare ringraziamento a tutti coloro che, anche quest’anno, hanno collaborato e contribuito alla realizzazione sti bambini attingono le lettere per parlare agli altri. Molto bella è anche la parte a sinistra. - La matematica è musica! - diceva uno scienziato. Allora ecco la campanella che suona la musica per questi bambini e i numeri, che sono il linguaggio universale poiché si scrivono così in tutte le lingue, scendono verso di loro. Insomma, a me piace tantissimo!» Sono bastate queste parole della signora Elsa a gratificare alunni, insegnanti, artisti e organizzatori e a dare un ulteriore impulso a tutti, per la realizzazione dei lavori futuri. Immagini dell’inaugurazione del graffito realizzato con Dunio dagli alunni della scuola primaria sulla casa dei coniugi Barison a Paréch e del graffito eseguito da Manuela Sabatini sul vecchio «casèlo» di Tóccol. del progetto graffito, a cominciare dall’attivissimo gruppo dell’U.S. Le Ville, guidato da Roberto Chissalè, al Comune di Agordo, alla Pro Loco, alla Cassa Rurale Val di Fassa e Agordino, al Consorzio BIM Piave, nonché a due persone: Stefano Bristot che con grande dedizione ha coordinato e seguito assieme a Dunio gli alunni durante le “graffiature” e Italo Schena che, con la sua inseparabile videocamera, ha pazientemente documentato tutto il progetto che rimarrà per sempre memorizzato nel tempo. Barbara De Menech Echi di Agordo S. Pietro 2014 33 cronachetta agordina - cronachetta agordina - cronachetta agordina ...e continua anche Il miracolo di S.Vincenzo e del volontariato La «Sagra del fanciullo», autentica tradizione popolare, nella ricorrenza di San Vincenzo Ferrer continua a rivivere nel villaggio di Prompicai di Agordo, divenuto oggi anche il «paese del graffito». La festa del giorno di pasquetta è sempre un momento atteso di coinvolgente aggregazione, sia religiosa che sociale per la gente della vallata ma anche di fuori, con molteplici spunti culturali e di solidarietà, oltre naturalmente alle immancabili occasioni ludiche per la gioia soprattutto dei fanciulli, ma anche dei grandi. 1659) dedicato a San Vincenzo Ferrer, e si è proseguito poi fra gli immancabili divertimenti come il torneo «bati i vóf» e «i giochi dei bòce» organizzati dai giovani del gruppo parrocchiale su La Lòbia di Paréch. Non è mancato anche quest’anno il richiamo alla tradizione con i «pòp» (fantocci), frutto della Il ristoro, affidato ai collaudati chioschi dell’Us Le Ville, sulla piazzetta antistante la chiesetta, e al gruppo Campregana al Molìn de la Pìpi hanno funzionato alla grande e a chiusura della festa, nella serata, non sono mancati la musica e il ballo all’aperto e l’estrazione dei premi della lotteria di san Vincenzo. (International Prader-Willi Syndrome Organisation), una malattia genetica molto eterogenea, che si manifesta già alla nascita con una grave ipotonia, che comporta problemi alla deglutizione e all’allattamento. Non sono mancati infine la Il tutto grazie all’instancabile volontariato dell’Us Le Ville, dei giovani della parrocchia e di altri gruppi spontanei del luogo. Lunedì 21 aprile ha visto quindi riproposti gli eventi consolidati da anni. Si è iniziato con la celebrazione di due Messe, alle 8 e alle 10 (con benedizione dei fanciulli) nell’antico oratorio (risalente al fantasia dei soliti volontari del gruppo «Chéi de na òlta» capitanati da Renato Bien, disposti lungo il corso del torrente Campregana, raffiguranti la vita e le attività di un tempo, e la 10a edizione del concorso di disegno in memoria di Tita Zasso, riservato agli alunni delle classi quinte delle elementari, che ha come tema proprio «La sagra del fanciullo di San Vincenzo». Ma grande importanza e spazio sono stati riservati come sempre all’aspetto umanitario e solidale. E’ continuata anzitutto anche quest’anno (come riferiamo in altra parte) l’ammirevole iniziativa della raccolta e vendita di giochi usati da parte di tutti gli alunni delle Scuole Primarie e dell’Infanzia dell’Istituto Comprensivo di Agordo, il cui ricavato è stato devolute questa volta alla Ipwso pesca di beneficienza del Gruppo Insieme si Può di Agordo, rivolta quest’anno all’emergenza fame nel Sud Sudan sconvolto dalla guerra, lo stand di Emergency a favore dell’ospedale di Sulaimaniya in Iraq, quello del Ceod di Agordo e in beneficienza, nel ricordo di Tita Zasso, è andato pure il ricavato del pranzo al Molìn de la Pìpi. (Foto di Mario Scussel) S. Pietro 2014 34 Elezioni del 25 maggio Sisto Da Roit nuovo Sindaco di Agordo Buon lavoro! Echi di Agordo Un sincero augurio di buon lavoro al nuovo Sindaco, dottor Sisto Da Roit e ai suoi collaboratori, anche di minoranza, perché tutti insieme sono chiamati ad agire per il bene della comunità di Agordo. Vorrei riassumere l’augurio con uno slogan: che tutti i nostri Amministratori, di fronte a programmi, progetti, situazioni positive o negative, sappiano sempre “pensare in grande, agendo in piccolo”! Buon lavoro di cuore. L’Arcidiacono Il 25 maggio la nostra lista “Agordo bene comune: solidarietà responsabile” è stata scelta per amministrare il Comune. La soddisfazione di vedere premiata la nostra proposta è, evidentemente, grande. Ora è il momento di operare, di portare avanti quanto indicato nel programma con lo spirito di chi è consapevole che la vera “ricchezza” di una comunità non sta solo nelle risorse e tantomeno nel denaro a disposizione, ma bensì nella volontà di lavorare per gli altri, per il bene comune, senza calcolo e ritorno immediato. A nome di tutta la lista di “Agordo bene comune: solidarietà responsabile” esprimo un sentimento di gratitudine a quanti, con il loro voto, hanno voluto porre la fiducia in noi. Un grazie lo voglio pure estendere a tutte quelle persone che, con correttezza, hanno contribuito a far riscoprire il desiderio di partecipazione alla vita della nostra Comunità, agli aspiranti Sindaci, ai loro candidati e ai loro elettori. Desideriamo riuscire a essere l’Amministrazione di tutti e per tutti i Cittadini di Agordo! Siamo consapevoli del difficile compito che ci aspetta e delle difficoltà che incontreremo, ma siamo anche certi che le sapremo affrontare con coscienza, responsabilità e tanta umiltà. Proprio la responsabilità e l’umiltà ci aprono la strada verso la più ampia collaborazione con quanti vorranno contribuire, aiutandoci quotidianamente, a migliorare la qualità della vita della nostra Agordo. Grazie ancora a tutti. Sisto Da Roit Risultati delle europee Fonte dati: “Corriere delle Alpi” Echi di Agordo Era l’estate 1956 ed io, studente promosso al quarto anno dell’Istituto Minerario “U. Folaldor”, ero ritornato, come nelle vacanze dell’anno precedente, a lavorare a livello di apprendista presso la Impresa Del Favero & Caldart che stava costruendo, per conto della SADE, la centrale idroelettrica in caverna di Malga Ciapèla, sotto la Marmolada. I miei compiti erano vari, tra cui seguire il topografo, imparare a saldare in officina, aiutare il ragioniere a preparare le paghe degli operai e spesso ad accompagnare il Capo cantiere in galleria per controllare la buona esecuzione dei lavori di scavo e di getto. In pratica mi istruivano per una futura assunzione nell’impresa Del Favero, a studi completati. Mi piaceva molto quello che facevo, il sabato pomeriggio rientravo ad Agordo in bicicletta, vedevo gli amici e ritornavo il lunedì mattina, per essere in cantiere alle nove. Devo ammettere che la salita di Rocca Pietore e l’ultimo tratto dei Serrai di Sottoguda li facevo spingendo la bici. Erano salite S. Pietro 2014 Quando i tirocinanti del “Follador” scoprirono l’uranio Siamo negli anni ’50 del secolo scorso, quando i tirocinii estivi degli studenti del Minerario erano una cosa seria sia dal punto di vista della formazione umana che professionale. Come ci racconta in questa straordinaria esperienza del 1956 l’amico perito minerario agordino Pino Croce, che ringraziamo per aver voluto regalare a “Echi” questa sua coinvolgente memoria. Acceglio (Cuneo). Estate 1956. Da sn.: Andrea Apollonia, dottor Lorenzoni, Bruno Buttol, Enzo Pirastru e Achille Reolon. tremende e non ce la facevo proprio a pedalare. *** Un bel mattino venne a trovarmi in cantiere mio padre Acceglio (Cuneo). Estate 1956. Renato Case (davanti), Achille Reolon, Enzo Pirastru, Bruno Buttol, Pino Croce. informandomi che il Preside dell’Istituto, l’ingegner Carlo Piva, aveva ricevuto una richiesta da parte del CNRN (Comitato Nazionale per le Ricerche Nucleari) di voler inviare, per il restante periodo estivo delle vacanze scolastiche, tre studenti a Cuneo per collaborare alla ricerca mineraria di uranio in quella provincia, dove già operavano periti minerari e altri allievi di Agordo. *** Non valsero i tentativi interessati del Capo cantiere, geometra Toniut (che ricordo con affetto), a restare; avevano ipotecato il mio futuro a fine studi ma, dopo aver valutato il tutto decisi di intraprendere questa nuova avventura di cercatore di uranio - l’energia del futuro -, con la possibilità di incontrare un mondo diverso, di aggiungere una nuova esperienza e di viaggiare. Lasciai a malincuore il cantiere, però la scelta mi sembrò giustificata. *** Mio padre non seppe dirmi chi fossero gli altri due allievi selezionati dal Preside e grande fu la sorpresa quando il giorno stabilito della partenza ci trovammo alle ore 7.20 in piazza di Agordo , davanti all’ex asilo delle suore, valigia in mano, dove sostava la corriera di linea di Buzzatti, io, Renato Case e 35 Renzo Troi, affiatati compagni di classe. Fu molto bello fare il viaggio insieme, farneticando sul genere di lavoro, sui luoghi della destinazione, chi e cosa avremmo trovato. Ogni tanto Renato controllava preoccupato che la lettera di presentazione data dal Preside al più anziano dei tre, da consegnare al Direttore del Gruppo del CNRN quando saremmo arrivati a Cuneo, non si sgualcisse nella tasca della giacca. Eravamo emozionati, curiosi e carichi di entusiasmo. Dopo un lungo viaggio con il treno arrivammo accaldati in serata a Cuneo e fu una lieta sorpresa trovare ad aspettarci in stazione il perito minerario Enzo Pirastru che con la sua auto Moretti ci portò in albergo ai Galli Neri e poi, dopo esserci rifocillati, anche al cinema. *** La nostra destinazione, trasferiti con fuoristrada FIAT campagnola targato Roma - Servizio di Stato, fu il paese di Acceglio in Val Maira, una sessantina di chilometri da Cuneo vicino al confine con la Francia, che era la base delle operazioni di ricerca di uranio del CNRN in quel periodo. Lì trovammo, oltre al perito minerario Bruno Buttol e il direttore dott. Lorenzoni, gli altri studenti che ci avevano preceduto e cioè Andrea Apollonia e Achille Reolon. Con questa paesana compagnia fu facile ambientarci e apprendere il lavoro da svolgere e… come passare il tempo libero: il paese era luogo di villeggiatura, con molti giovani, bar con pista da ballo, ecc. e noi, “quelli dell’uranio”, godevamo di una certa curiosità e mistero e… di gelosie nei nostri confronti. *** Il lavoro: ognuno di noi fu dotato di uno strumento di rilevazione radioattiva, il cosiddetto contatore Geiger-Muller, pesante circa tre chili, che si porta a tracolla e dal quale esce un cavetto elettrico di un metro che termina in un tubo metallico (catodo) contenente un gas a bassa pressione. Lungo l’asse del tubo è teso un filo (anodo) isolato dal tubo stesso. Tra il tubo e il filo si stabilisce una differenza di potenziale, rile(continua alla pag. seguente) 36 S. Pietro 2014 Echi di Agordo 1956. Alla scoperta dell’uranio con i tirocinanti del Follador (continua da pag. 35) vata poi dal contatore in caso di radioattività. Il filo è assai fragile e facilmente si può rompere per urto, anche in seguito a mala caduta. Mi soffermo su questi particolari tecnici utili a capire l’importanza di questo “tubo” nella vicenda che sto raccontando. Negli itinerari assegnati a ciascuno di noi, lungo sentieri e terreni anche accidentati, bisognava prospettare tutti gli affioramenti rocciosi e i detriti di falda esistenti avvicinando il tubo Geiger ad essi e ascoltando in continuo con una cuffia gli impulsi radioattivi tenendo d’occhio anche il voltmetro situato sull’apparecchio… ma la radioattività che si riscontrava era da più giorni solo quella cosmica (10-14 impulsi/secondo), cioè nulla. Quel giorno, la campagnola ci aveva portati io, Renzo e Renato in Vallone di Preit, una località a 1540 m di quota, dopo il paese di Canosio, e ci incamminammo divisi verso le rocce del versante sinistro orografico, sotto il Bric Balacorda con l’intesa di ritrovarci verso le ore 14 lungo strada dove ci eravamo lasciati il mattino. Lì sarebbe venuta la campagnola per riportarci in albergo ad Acceglio. *** La giornata era calda e afosa e alla fine la fatica si faceva sentire dopo aver camminato per ore sul versante esposto al sole e senza acqua per l’aridità dei terreni. Eravamo spossati, ma avevamo finito la giornata. In attesa del sospirato arrivo della campagnola ci buttammo letteralmente distesi su un prato erboso un po’ sopra la strada, sul versante destro della valle, nei pressi del casolare isolato di Grange Serre per goderci un po’ di riposo e di fresco dell’erba, dopo esserci tolti gli scarponcini per far respirare i piedi e scaricato dalle spalle il pesante contatore Geiger. *** Nel silenzio estatico di quegli attimi di relax sento Renzo che mi dice: “Pino, hai lasciato acceso lo strumento, si sentono fin qui gracchiare le cuffie, anzi fanno un insolito rumore mai sentito”. Probabilmente, Acceglio (Cuneo). Estate 1956. Achille Reolon, Enzo Pirastru, Renzo Troi, Bruno Buttol, Pino Croce. Il contatore Geiger-Muller tipo R 40 E. pensammo, si sarà spezzato il delicato filo del tubo Geiger che, rotto, faceva corto circuito con il “tubo”. “Spegnilo”, disse, “anche perché si consumano inutilmente le batterie, per oggi basta!”. Mi avvicino per spegnerlo e anche Renato si alza per controllare che non fosse il suo strumento a gracchiare. Invece era spento, ma per scrupolo lo accende e si accorge che anche il suo si comportava come il mio contatore: cuffie urlanti a migliaia di impulsi e lancetta del voltmetro/contatore fuori scala. A quel punto anche Renzo accende il suo e la “musica” era al massimo. Gli strumenti erano quindi funzionanti ed efficienti, le temute rotture dei tubi Geiger non c’erano. Allarmati e increduli, giravamo attorno a misurare tutto, tutto segnava radioattività persino i muri del casolare Grange Serre che era stato costruito interamente con sassi radioattivi (micascisti quarzosi) tanti anni fa. Eravamo in mezzo e sopra a un probabile giacimento di uranio, forse autunite dal colore dei sassi del casolare e lo avevamo scoperto noi tre, compagni di scuola dell’Istituto Minerario di Agordo, nel modo casuale delle più classiche leggende metropolitane. Inutile raccontare l’euforia nostra e quella, in seguito, del capo gruppo e della squadra per la scoperta di questa importante anomalia radioattiva. Nei giorni seguenti furono fatte le misure radiometriche a maglie per capire l’estensione dell’anomalia e dopo questo rilievo terminava la competenza di ricerca del CNRN. In seguito furono dapprima effettuati lavori di scasso superficiali e vennero in luce due livelli fortemente mineralizzati ad uranio, oggetto poi di lavori minerari da parte della società Somirem del gruppo E.N.I. I lavori minerari hanno messo in evidenza concentrazioni uranifere di un certo rilievo e il giacimento è stato delimitato con lo scavo di ben 1.080 metri di gallerie a Grange Serre e altri 900 metri sopra Grange Serre, a Salabessa Dopo questi lavori durati pressapoco due anni, tutto si è fermato e la miniera è stata sigillata. L’uranio è ancora tutto lì sotto e il giacimento è diventato riserva strategica nazionale. Chi passa per il posto, ancor oggi può notare il segno dei lavori effettuati a quote diverse consistenti in un paio di discariche delle rocce scavate. Dopo quella fortunata estate del 1956 io, Renzo e Renato siamo tornati a scuola e, dopo il diploma conseguito nel 1958, abbiamo percorso strade diverse, ma per un incredibile destino ci siamo ritrovati dopo pochi anni a lavorare assieme, e per molti anni ancora, nella Società Italesplosivi di Milano tra cui, per un lungo tempo, proprio a Cuneo, nella costruzione dell’impianto idroelettrico del Chiotas a Entracque. Un caro ricordo a Renato e Renzo che purtroppo ci hanno lasciato prematuramente e ai quali dedico questa mia (nostra) memoria. Giuseppe Croce Pino per gli amici Echi di Agordo S. Pietro 2014 37 Da Agordo a papa Francesco, Le felicitazioni e gli auguri di “Echi” a... maestro di Scuola Nozze d’Oro Tutto comincia da un “sì” all’invito dell’Ufficio scuola formulato da don Graziano Dalla Caneva espresso da persone che vivono o lavorano ad Agordo: Patrizia De Nardin, Luigia Marcon, Mara Savio, Laura Agnibeni, Sivia Farenzena, Paola Rita Soccol, Barbara Tomaselli e Marta Bianchi (foto in basso). Le otto “agordine” salgono a Belluno sulla corriera predisposta dalla Diocesi e a metà mattina di sabato 10 maggio sono in piazza San Pietro, sedute vicino all’obelisco centrale. Tante le ore di attesa. Verso le 15.00 comincia l’animazione con simpatiche rappresentazioni dei tipici momenti della vita scolastica: la tragica sveglia della mattina, lo zaino pesante (anche quello dei professori non è uno scherzo!), la campanella che suona, la paura di essere interrogati, le tabelline, la ginnastica e l’intervallo. In piazza ci sono tanti, tanti studenti. Alle 16.00 arriva il papa. Passa due volte a pochi metri dal gruppo agordino. “La seconda volta - ci tiene a dire una partecipante con evidente entusiasmo - abbiamo potuto vedere uno splendido volto, di una persona proprio molto bella con cui ci saremmo fermati volentieri a parlare”. Il papa parla alle 18 circa. Tutti hanno aspettato con intensa attesa le sue parole (qualche gruppo, tra la folla, ogni tanto ha urlato “Francesco, Francesco”… trascurando perfino testimonianze sull’esperienza scolastica, pur significative, offerte prima dell’intervento papale). Il papa afferma innanzitutto che il senso e lo scopo dell’incontro non è il lamentarsi, ma il “fare festa”. “Questo - dice un’altra partecipante - ha dato un taglio positivo al nostro essere lì e al nostro modo di vedere la scuola: luogo in cui ci si incontra, in cui si legge la realtà, in cui si dialoga (il papa ha sottolineato l’importanza del dialogo tra scuola e famiglie), si incontra il vero, il bene, il bello”. Per tre volte papa Francesco fa ripetere un proverbio africano che recita: “Per educare un figlio ci vuole un villaggio”. Intende mettere in evidenza la necessità del coinvolgimento di tutti per far crescere al meglio i ragazzi di oggi, che saranno gli adulti del domani. Il papa conclude con la frase: “Non lasciamoci rubare l’amore per la scuola!”. E’ un invito che le “agordine” presenti a Roma vogliono accogliere, interiorizzare, comunicare. Dopo questa esperienza, esse danno volentieri un consiglio: vale la pena dire di sì a queste esperienze forti, che lasciano un segno nella vita e danno forza! Marta e Patrizia Paola Foppa e Giancarlo Scanavino, che il 30 marzo scorso a Marina di Ravenna hanno festeggiato il traguardo del mezzo secolo di unione, ricordando il giorno del loro “sì”, pronunciato il 30 marzo 1964 nella chiesa arcidiaconale di Agordo. Laurea Eleonora Matten, che il 12 marzo scorso ha conseguito, presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, la laurea triennale in Lingue e Civiltà Moderne e Contemporanee, discutendo con il relatore Flavio Gregori, la tesi dal titolo: "Hamlet in the silent era of the early Twentieth Century with a special reference to Hamlet directed by Eleuterio Rodolfi”. S. Pietro 2014 38 Echi di Agordo Sport oggi. Basket: il trionfo dei nostri esordienti La Valle 5 agosto 1946, Madòna de la Néif Davanti : Marcella Penasa e Anna Maria Facciotto Bulgheroni. Dietro: villeggiante, Emma Agnoli, villeggiante, Marcella Agnoli, Erminia De Menego. Dagli anni ’60 a oggi in Binatega con i “Gnòfi” da Farénzena Binatega primi anni ’60: Rosa Farenzena, classe ’46 e la mamma Giovanna Dorigo, moglie di Guerrino Farenzena (Gnòfo). Gli esordienti dell’Aba Agordo, campioni provinciali di basket, con l’allenatore Adriana Mezzacasa e il collaboratore Andrea Ronchi. Il quintetto dell’Aba di Agordo si è laureato campione provinciale di basket esordienti 2013-14. Questo il responso di un campionato che ha coinvolto le realtà cestistiche della nostra provincia e che ha messo in particolare luce una compagine, quella agordina, in grado non solo di primeggiare ma anche di conservare l’imbattibilità per l’intera stagione. La partita decisiva, che ha di fatto sancito il primato, si è disputata contro gli agguerritissimi ragazzi del Mas-Valbelluna ed è terminata con il punteggio di 44 a 38 a favore dei giovani dell’Aba. È stata una gara bellissima e avvincente, caratterizzata da alterni sorpassi, che ha evidenziato interessanti individualità e, fatto assai positivo, un gioco corale da parte di entrambe le squadre. Questa vittoria, che riporta un trofeo nella bacheca agordina, è motivo di grande soddisfazione per la società e in particolare per il suo infaticabile presidente, Dario Mezzacasa. Ma ha pure meritatamente appagato i giocatori perché questo alloro è giunto al termine di una stagione durante la quale tutti hanno dimostrato una grande passione per la pallacanestro e attaccamento ai colori sociali con un costante impegno negli allenamenti. Il brillante risultato finale li ha premiati e fa ben sperare per il ricambio generazionale di cui la prima squadra ha forte bisogno. Anche quest’anno, infatti, la prima squadra, impegnata nel campionato di promozione veneta, ha faticato tra molteplici difficoltà nell’inseguire la salvezza, conseguita al primo turno di play out, chiudendo la serie 2 a 1 contro il Motta di Livenza. Un sentito ringraziamento è stato espresso dalla dirigenza al coach, Adriana Mezzacasa, vero punto di riferimento e di forza della compagine per l’entusiasmo e la passione che la contraddistinguono, nonché ad Andrea Ronchi per la preziosa collaborazione. Lo sportivo Novità per Le Miglia di Agordo 2014 Estate 2013. Incontro tra cugini. Giuseppe Farenzena (Gnòfo) e la sorella Rosa, con al centro Padre Fortunato De Pellegrin (Tarùs). La 23a edizione della corsa podistica non avrà solo un anticipo dei tempi rispetto a quelli tradizionali, ma anche la variazione del giorno della settimana e del tracciato. Il calendario Fidal ha infatti ufficializzato che la manifestazione organizzata dal Team Le Miglia e dal Fiori Barp si correrà domenica 6 luglio 2014. Le novità riguardano anche il programma (in tutto saranno dodici le gare) che, con l'apporto di Gabriele De Nard, è stato reso più serrato e corto. L’inizio delle gare resta lo stesso, cioè alle 16.15, ma l’ultima, quella con i big, scatterà alle 20.30, vale a dire un'ora prima rispetto al passato. A tale gara parteciperanno anche i Master 40, 45 vista la cancellazione da parte della Fidal della categoria Amatori. Il Comitato Veneto della Fidal ha inoltre escluso dalle attività agonistiche la categoria Esordienti che a Le Miglia correrà sulla stessa distanza delle edizioni precedenti con la formula della “non competitiva”. Infine, un nuovo percorso di gara più agile e spettacolare, un giro di 1340 metri (il precedente era di 1108), con senso di corsa antiorario, che si sviluppa completamente nel “cuore” della città. Si partirà in piazza Libertà e si svolterà a destra su piazza Santa Maria, quindi il giro della chiesa arcidiaconale e poi a destra per via 27 aprile alla sede dell'Unione montana per imboccare via Insurrezione e viale Sommariva fino a Piazzale Marconi. Poi per Corso Patrioti, in piazza e al monumento ai Caduti e a sinistra per la salita di via Rova dove si potrebbe decidere la corsa. Da Piazzetta Vecchia si scenderà infine per via San Pietro e si giungerà al traguardo di Piazza Libertà. Echi di Agordo Le sfide calcistiche anni ’90 tra veterani agordini.. S. Pietro 2014 i ricordi dello sport a cura di Dario De Nardin APPUNTI PER UNA STORIA DELLO SPORT AGORDINO Falcade 1990. In piedi da sn.: Costa M., Peloso, Manfroi, Paganin, Costa P., Ben, Maschio, Pollazzon A., Decima, Crignola. Davanti: Savaris, De Biasio, Fiocco, Dorigo Ivano, De Dea, Mezzacasa, De Prà, Forcella. A sn.: La nazionale artisti TV di Falcade dell’estate 1990 e... agordini…). Per i nostri veterani segnarono due volte Paganin e C.Manfroi. La nazionale artisti era formata da: Bellavia, Milano, Kim, De Romedis, Maldera, Luca, Gian Pieretti, Victor, Daiano, Micheloni, Bresciani, Givaschi e Fontana. Arbitrò il nostro Attilio Moretti. Nell’estate del 1992 la nazionale artisti tv torna dalle nostre parti, questa volta su invito di Mirco Mezzacasa per incontrare la squadra di Radio Più. La partita si giocò allo stadio di Polane in Agordo, ma questa volta pochi erano i componenti della squadra agordina ad avere esperienza calcistica maturata in attività di un certo livello. Lo stesso Marino Maschio, presente nel 1990 nella formazione dei veterani, non poté scendere in campo qui da giocatore a causa di un infortunio subito nel precedente incontro, e sedette invece in panchina come allenatore. L’incontro finì con una pioggia di palloni tutti nella stessa rete agordina, 7-0 (o 7-1?), comunque per gli artisti tv. 39 ...e nazionale artisti TV, a Falcade e Agordo Nell’estate del 1990 il Comitato agordino per la TAC, tra le sue iniziative per aiutare l’ospedale di Agordo nella dotazione del tomografo assiale computerizzato, organizzava un particolare incontro di calcio tra una squadra di veterani agordini contrapposta alla nazionale artisti tv. L’idea di tale manifestazione sportiva era stata lanciata da Marco Resnati, mentre Angelo De Pra ebbe l’incarico di reclutare ex calciatori di varie squadre agordine. Come si legge in una cronaca del tempo di Mirko Mezzacasa, l’incontro ebbe luogo sul campo di Falcade, con grande entusiasmo sia dei calciatori agordini sia dei nazionali tv e con grande successo di pubblico che fruttò un incasso di quasi 5 milioni di lire da donare all’ospedale di Agordo. Grande emozione anche per il pubblico che vide entrare in rete sei palloni, tre per parte, in quanto la partita finì in pareggio: 3-3. (“Li abbiamo lasciati pareggiare”, afferma oggi uno dei giocatori ...quella di Agordo, a destra, del 1992, con Bonolis, Laurenti, De Romedis, Tedeschi, Milano, Bellavia, Mastrotta, Oppini ecc.. Agordo 1992. In piedi da sn.: Maschio, Dorigo, Davare A., De Nardin L., Favero W, Case D., Gaz Michele, Savio M., Gusatto F.,. Davanti: Fusina G., Tormen M., Riva M., Mezzacasa Mirko, Benvegnù M., Gaz Mirko. 40 In un’arcidiaconale gremita di gente il ricordo di Claudio Mei si è perpetuato, la sera del 29 maggio scorso, in un appuntamento musicale di grande afflato sia tecnico che spirituale. È sembrato a tutti, infatti, di vederlo ancora presente, il giovane insegnante del liceo «Dal Piaz» di Feltre, stroncato da improvviso infarto a soli 48 anni lo scorso 13 settembre, lì al microfono a presentare con la sua inconfondibile voce e competenza tanti bei concerti o accanto all’organo Cipriani a far emozionare con la sua splendida e curata voce tenorile durante tante cerimonie religiose. Il suo ricordo è rivissuto così nel suo paese d’origine, dove risiedono i famigliari (i genitori Bianca e Gabriele presenti con le sorelle) e dove ha lasciato un grande rimpianto, grazie al coinvolgente concerto, «Ricordando Claudio», proposto dal Gruppo Corale «Musicaliceo» del Liceo Dal Piaz di Feltre e dal prestigioso complesso polacco «Chor I LO im. B. Nowodworrskiego» di Cracovia, gemellato con il S. Pietro 2014 Echi di Agordo IN MEMORIA DI Voci, suoni, cuori italiani e polacchi per ricordare CLAUDIO MEI Il Gruppo Corale «Musicaliceo» del Liceo Dal Piaz di Feltre. Dal Piaz. Introdotto dal dirigente scolastico dell’Istituto feltrino, Il complesso polacco « Chor I LO im. B. Nowodworrskiego» di Cracovia, nell’applauditissimo concerto nell’arcidiaconale di Agordo. (AgordoFoto) Il saluto di don Giorgio. Il preside del liceo Dal Piaz di Feltre, Da Rugna, e i genitori di Claudio Bianca e Gabriele. Gianpietro Da Rugna, è stato un altro momento, carico di significati e di commozione, con cui «I Fedeli d’Amore» continuano a parlare con l’arte, questa volta attraverso il bel canto in un crescendo di appuntamenti in memoria del loro insegnante Claudio Mei. Il coro feltrino, che al completo oggi conta circa 80 elementi, diretto da Maria Canton, si è fatto apprezzare per un suo repertorio comprendente brani Fabio Vaccaro, morto a Trissino (VI), all’età di 86 anni (era nato a Este l’1.3.1926). Diplomato al Follador nel 1948, era orgoglioso di essere stato studente dell’ITIM e quindi Perito Minerario. Come affermano la moglie Regina e il figlio Nicola, in quegli anni (che ricordava sempre con affetto e nostalgia, come scrisse sovente a questo giornale), maturò un rapporto duraturo con Agordo, le sue montagne, la sua natura e la sua parrocchia e imparò ad amare i minerali e le rocce, a capirne l’intimo linguaggio; quelle rocce che utilizzerà poi nel suo lavoro. Nonostante la lontananza ritornò spesso nella Conca Agordina (come dimostra questa recente foto all’ITIM), rimanendo affezionatissimo a “Echi” con cui si teneva in contatto con la comunità locale. di musica classica, tradizionale e moderna. I giovani di Cracovia, sotto la guida del maestro Ryszard Zròbek, hanno a loro volta entusiasmato con alcuni brani sacri e altri della tradizione polacca, denotando l’inconfondibile preparazione e cultura musicale propria dei paesi dell’Est. Al termine dell’esecuzione, don Giorgio Lise ha messo in risalto l’aspetto simbolico dell’incontro: «…l’ascolto di questi splendidi canti», ha detto, «ci ha fatto sentire più che mai vivo e presente ancora in mezzo a noi Claudio e il suo indimenticabile esempio di appassionato cultore di cose belle, espresse attraverso l’arte in genere, con particolare ardore per la musica. Una passione che ha trasmesso, quale ottimo insegnante, ai giovani allievi che ne conservato affettuosa e concreta memoria, e che invitano anche noi, con queste loro espressioni artistiche, ad essere testimoni appassionati in tutte le manifestazioni della nostra vita». Echi di Agordo S. Pietro 2014 41 IN MEMORIA DI Salvatore Santomaso, nel 7° anniversario della prematura scomparsa (14 maggio 2007) è sempre vivo il suo ricordo nella sua famiglia, nei fratelli, nel “suo” Coro Agordo, nei tanti amici, ma anche con affettuosa riconoscenza nella nostra comunità per i lodevoli servizi generosamente offerti per tanti anni alla chiesa arcidiaconale. Don Carlo De Bernard, nel 32° anniversario della morte (23 giugno 1982), la nostra Comunità gli rivolge un costante grato pensiero, ricordando il suo generoso e prezioso ministero svolto per 25 anni quale arcidiacono di Agordo dal febbraio 1953 al giugno 1977. Sauro Santomaso, in prossimità della ricorrenza del quarto anniversario della morte (17 agosto 2010), è ricordato con immutato grande affetto dalla moglie Anna con i fligli, nipoti congiunti e parenti. Maria (Lina) Piccoli, ved. Zasso, nel 5° anniversario (7 giugno 2009) viene ricordata con immutato affetto e grande rimpianto dai figli Carla e Roberto, dai nipoti, congiunti e parenti tutti. Giovanni Miola, nel 19° anniversario della sua morte (in tragico incidente stradale il 19 luglio 1995). Il suo ricordo è sempre presente in coloro che l’hanno conosciuto e amato. Giuseppina Santomaso, ved. Scussel “Sono ormai due anni (3 luglio) che sei volata lassù, per andare a riposare le tue esili membra accanto a Gesù e al tuo Romano. Ci manchi tanto, ma il ricordo della tua bontà e del tuo amore sono e resteranno sempre vivi, con tanto affettuoso rimpianto, nel nostro cuore. Grazie mamma! I tuoi cari”. Nel decennale della morte (29 maggio 2004), Giuliana Cupidi resta viva nell’affettuoso ricordo dei figli, nipoti, congiunti e parenti assieme al marito Bruno Zanetti, scomparso il 6 settembre 2006. Emilia Mattarel, ved. Mattana, in prossimità del 2° anniversario della morte (2 agosto 2012), è ricordata con immenso affetto e nostalgia dalle figlie e dai congiunti che conservano salda memoria della sua intensa vicenda umana, segnata dalla povertà della vita di montagna, da tanti sacrifici e privazioni, da molte sofferenze, ma contraddistinta sempre da solida Fede, grande dignità dimostrata concretamente nel lavoro e nell’amore di una vita lunga e laboriosa interamente spesa per la famiglia. Antonio Maschio, nel 4° anniversario (8 maggio 2010). “Vogliamo ricordarti com’eri, pensare che ancora vivi. Vogliamo pensare che ancora ci ascolti, che come allora sorridi”. I tuoi cari con tanto affetto. Emanuele Zasso. “Il 1° giugno sono stati tre anni da quando ci hai lasciati, ma resti costantemente vivo nei nostri pensieri e nel nostro cuore con immutato amore. Tua moglie Bianca e i tuoi figli Claudio e Fulvio”. Rosa Maria Casagrande, ved. Farenzena, nell’ottavo anniversario della morte (16 marzo 2006), è stata ricordata con tanto affetto e nostalgia dai figli, unitamente ai nipoti, congiunti e parenti. S. Pietro 2014 42 IN MEMORIA DI Carla Rumor, a otto anni dalla sua prematura scomparsa (1° luglio 2006), rimane costantemente nel ricordo affettuoso del marito, dei figli, nipote e parenti. Elda Zanatta, ved. Talamini, nel 9° anniversario della morte (19 maggio 2005), i figli, i nipoti, i famigliari e i parenti tutti, la ricordano sempre con rimpianto e immenso affetto. Nel 18° anniversario della morte di Adele Fossen (9 febbraio 1996) e nel prossimo 33° di Noé De Pellegrin (5 agosto 1981), i figli, con le rispettive famiglie, li ricordano con immutato affetto e tanta nostalgia. Echi di Agordo Rinaldo Ganz, alpino medico condotto d’altri tempi Con la morte del dottor Rinaldo Ganz, 91 anni, avvenuta sabato 26 aprile all’ospedale di Agordo in seguito a una broncopolmonite, se ne è andata una delle ultime stimate figure storiche dei «medici condotti» di vecchio stampo, come voleva essere definito, di quelli presenti e disponibili 24 ore su 24, sia nei giorni feriali che festivi. Era nato il 10 novembre 1922 ad Agordo, dove il padre Celeste, originario di Falcade, è stato per anni segretario comunale, mentre la madre Giovanna Apollonia, una vita da ostetrica, è ricordata ancor oggi per la sua professionalità e grande umanità. Primo di tre fratelli (Renzo che fu chirurgo a Feltre e poi primario ad Agordo e Riccardo generale di corpo d’armata degli alpini a Bolzano, entrambi già deceduti), si era laureato in medicina e chirurgia all’Università di Padova alla fine degli anni ’40 del secolo scorso e aveva iniziato la professione di condotto prima a Cencenighe (1950-51), poi a Perarolo di Cadore per assumere quindi, il 1° gennaio 1958, quella di Taibon e La Valle, esercitata e apprezzata ininterrottamente fino al termine del 1986 con l’andata in pensione. Orgoglioso di essere stato alpino (l’8 settembre 1943 era a Merano al corso allievi ufficiali, partecipava sempre alle adunate nazionali ed aveva stretto profonda amicizia con Mario Buttol, reduce di Russia e già sindaco di Taibon, recentemente scomparso), re- Il dott. Ganz con il cappello alpino. criminava peraltro l’ingiustizia di essere stato chiamato alle armi, ancora minorenne, in periodo di guerra, nonostante fosse il primogenito di madre vedova già da due anni. Resta singolare la vicenda della sua carriera militare, iniziata nel 1943, frequentando il corso allievi ufficiali nel 5° Reggimento Alpini di Merano, con la qualifica di mitragliere, durato quasi cinquant’anni. Infatti, per le note vicissitudini e cause belliche, la nomina di ufficiale non gli fu più attribuita fino al 17 novembre del 2000 quando, dal Ministero della Difesa, arrivò il tanto atteso conferimento del grado di sottotenente. Gli sportivi anziani lo ricordano anche come forte terzino delle vecchie glorie dell’US Agordo degli anni ’40. Rimasto vedovo della moglie Olga Zanetti, morta nel 1973, il dottor Rinaldo ha lasciato le figlie Giovanna e Laura. I funerali si sono svolti nell’arcidiaconale di Agordo, con larga partecipazione di parenti, amici e pazienti, non solo della conca agordina, a testimonianza della stima che lo circondava e del generale cordoglio suscitato dalla sua scomparsa. Emilia Fossen e Angelo (Carletto) Benvegnù. “Il trascorrere degli anni non ci può separare da voi, il vostro ricordo ci accompagna ovunque, con tanta nostalgia siete sempre nei nostri cuori. Le vostre figlie”. “Accogli la sua anima nella tua pace. Aumenta la nostra fede! Noi sappiamo che chi non è più con noi non è lontano da noi perché ha creduto e sperato in te”. (Carlo Maria Martini) Il dottor Rinaldo Ganz, a sinistra, in una foto di qualche anno fa con il fratello Riccardo, generale di corpo d’armata degli alpini. S. Pietro 2014 Echi di Agordo Anagrafe parrocchiale 43 Ricordando con affetto... DEFUNTI Riposino in pace 14. De Nat Fioretta Emilia ved. Casagrande, di anni 80, l’11 aprile 15. Ganz Rinaldo, di anni 91, il 26 aprile. 19. Scola Gioconda ved. Strabelli, di anni 91, il 27 maggio. 20. Tomè Dino, di anni 63, il 30 maggio. Foto scattata il 21 maggio 1972 in occasione del matrimonio di Celeste e Nidia De Nardin, che desiderano rivolgere un pensiero grato alle quattro sorelle Da Barp: da sn. Ilaria (la minore unica vivente), Angela (la maggiore, mamma di Nidia, +2005), Giuseppina (la terza +2014), Lucia (la seconda +2008), al centro la mamma e nonna Giovanna Gaz (1898-1997). MATRIMONI Perché siano una cosa sola 1. Fontanive Alberto e Tomè Valentina, il 14 giugno. BATTEZZATI Rinati nell’acqua alla luce 16. Lena Bruna ved. Chierzi, di anni 83, il 6 maggio. 21. Tomè Danila, di anni 59, il 16 giugno. 17. Falchi Edda ved. Spanò, di anni 87, il 22 maggio. Fuori parrocchia 18. Gaz Beniamino, di anni 83, il 24 maggio. 17. De Nardin Bruna, di anni 93, il 18 maggio (morta a Milano e sepolta ad Agordo). 3. Milìa Davide, b. il 21 aprile (n. il 08.05.2012) 4. Mosca Alessandro, b. il 23 aprile (n. il 15.07.2013) 5. Dorigo Marisole, b. il 4 maggio (n. il 23.06.2013) 6. Paganin Arianna, b. il 1° giugno (n. il 10.12.2013) 7. Matten Nicola, b. l’8 giugno (n. 29.12.2013) “ECHI di AGORDO” Anno LXXX - n. 3 - 2014 registrazione del Tribunale di Belluno n. 12/90 dell’ 8/8/1990; col permesso dell'Autorità Ecclesiastica. Mons. Giorgio Lise, Arcidiacono - Direttore Responsabile 32021 Agordo (BL) - Dolomiti - tel. 0437/62143. Spedizione in abb. postale D.L.335/2003 (conv. in L.27.2.2004, n.46), art.1, c.2, DCB, BL. c.c.p. n. 10163327 Composizione e impaginazione computerizzate a cura di Loris Santomaso e Toni Pampanin e-mail:[email protected] - [email protected] www.agordo.diocesi.it Stampa: Tipografia Piave - Belluno 44 (Seconda parte) A questo punto avvenne un “miracolo”: in una piccola valletta, fra le pietre, trovai tre piccole pozze d’acqua piovana: in una mi lavai il viso, nella seconda mi rinfrescai i piedi e nella terza bevvi a volontà. Ho chiamato “miracolo” il ritrovamento dell’acqua perché ritengo che fu il motivo della mia sopravvivenza in quella avventura, tenendo presente che, in quella zona del deserto egiziano, piove una volta ogni dieci anni! Non potevo fermarmi, dovevo riprendere la via di casa. Poco dopo si fece buio e io trovai una piccola grotta dove mi coricai e mi addormentai. Ad un certo momento della notte venni svegliato da un forte rumore; pareva fosse passato un branco di animali, mi alzai ed emisi un grido, ma ritornò tutto silenzio. Nel deserto egiziano in quei luoghi non esistono bestie feroci, vi sono gazzelle, stambecchi, volpi del tipo Fennek, pernici e starne, vi sono, però, animali pericolosi: grossi scorpioni e vipere del tipo cornuto. Io, fortunatamente, non ho mai incontrato alcun animale durante quei giorni di smarrimento. Intanto era sorta la luna, era plenilunio e illuminava tutto il paesaggio. Non avevo più sonno, mi sono allora rivolto alla luna chiedendole perché non mi insegnava la strada... così, al chiaro di luna son partito..., deciso a riprendere il cammino verso casa; la luna mi illuminava la via da percorrere e io cavalcavo sempre le colline in linea retta. A questo punto mi accorsi che un’ombra mi stava inseguendo, quando ero in cima alla collina la vedevo ai piedi e quando ero ai piedi la vedevo in cima. Dopo un certo percorso continuavo a vedere l’ombra e decisi di tornare indietro a verificare, ma non trovai niente. Anche l’ombra era tornata indietro e non ci feci più caso e quando venne giorno l’ombra sparì. Non ho mai trovato spiegazione a questo fenomeno, qualcuno mi disse che era l’angelo custode e, probabilmente, aveva ragione. La giornata passava mentre io continuavo il cammino, secondo me, verso casa, purtroppo, invece, andavo nella direzione opposta. Ai piedi avevo delle pantofole confe- S. Pietro 2014 Ricordi d’infanzia Il piccolo esploratore del deserto Il racconto di Loris Conedera, bèca, pubblicato sul precedente numero di “Echi”, è stato accolto con grande interesse dai nostri lettori, suscitando in loro la curiosità di conoscere il seguito e la conclusione della singolare e avvincente avventura del “piccolo esploratore del deserto”, perito minerario da Le Fòche, che oggi vive a Matelica (Macerata): eccoli accontentati, mentre rinnoviamo il nostro grazie a Loris per questo suo apprezzato contributo. Le Montagne alte dove trovarono Loris (segnate con crocetta) e il padre Arcangelo nel deserto con il binocolo. Sotto, da sn: anno 1937. Mattio (Matteo) padre di Felice Da Costa, Emilio e Arcangelo Conedera e Bepi De Col. Davanti i fratellini Edda e Loris, figli di Arcangelo, e uno stambecco appena catturato. zionate da mia madre “i scarpét” e mi accorsi che si stavano consumando. In previsione di rimanere senza, e pensando al lavoro che avrebbe dovuto fare mia madre per ripararle, decisi di proseguire a piedi nudi. Dopo qualche tempo i piedi mi facevano male, allora cominciai a calzarne una sì e una no invertendo l’ordine quando il piede nudo mi faceva male. Per quest’ultimo fatto fui poi nominato “Loris dei scarpét”. Venne sera e l’ombra di casa non si vedeva. Dovetti cercare, per dormire, un altro rifugio come la sera precedente e lo trovai in una piccola grotta sotto una grossa pietra. Ero molto stanco e dormii tutta la notte e sognai di essere a casa e di andare a bere l’acqua dal rubinetto. Alla mattina ripresi il cammino ma le Gebel Duy 1952. Da sinistra: Ernesto Conedera “bèca”, il beduino Bescir e Loris. “Lavoravo allora alla miniera di Gebel Duy e mi venne a incontrare Bescir, che m’aveva trovato nel deserto nel 1936. Si rinsaldò così l’amicizia e ogni tanto veniva a casa mia”. forze incominciavano a calare. La sete infuocava la mia gola e i piedi bruciavano, ciononostante continuavo a camminare seppur lentamente. La sete! La sete! La sete! Non ne potevo più. A un certo punto provai a fare la pipì in un incavo di pietra e berla ma, bagnate le labbra, ne ebbi tanto schifo che non riuscii a bere. Tengo a precisare che durante tutta la mia odissea non ho mai avuto paura, bensì una grande angoscia e senso di impotenza per non essere capace di tornare a casa. Non ho mai avuto fame ma una terribile sete. Continuai a camminare, seppur lentamente, fino circa alle 4 del pomeriggio quando, a un certo punto, sentii un fischio; subito intuii che si stava avvicinando qualcuno, allora mi arrampicai sulla collina e mi nascosi tra le rocce dicendo a me stesso: “se vedo qualcuno che conosco mi faccio vivo altrimenti sto qui nascosto”. Dopo poco tempo vidi spuntare tre persone. Erano beduini (Abbadi) e uno dei tre era Bescir, quello del quale frequentavo casa, mangiavo i datteri secchi e la piadina Echi di Agordo cotta della moglie. Scesi dalla collina e mi avvicinai a loro e chiesi subito acqua ma non ne avevano. Mi diedero un’arancia ma non mi soddisfaceva, volevo acqua. Di lì a poco ci raggiunse un camioncino che mi portò a casa. L’ acqua però me la diedero a piccoli sorsi e ci volle tempo per soddisfare la mia arsura. Durante la mia assenza si erano fermati i lavori nella miniera e, al mio rientro in casa, operai e impiegati vennero tutti a trovarmi. Io ero a letto e tutti, uno a uno, entravano in casa, mi si avvicinavano, mi toccavano e se ne andavano; al momento non capivo bene il motivo di quell’andirivieni, facevano questo con spirito religioso perché io, secondo loro, ero un miracolato di Allah. Mio nonno Pietro alle Foche, intanto, mi aveva raccomandato a S. Antonio da Padova facendo un voto. L’estate successiva a questa storia i miei genitori mi rimandarono in Italia alle Foche con i nonni. A settembre, all’età di 7 anni, iniziai le scuole frequentando la prima elementare ad Agordo. Nel 1950 mi sono diplomato perito minerario e l’anno successivo fui assunto a Kosseir dalla società Fosfati dove rimasi a lavorare fino al 1956. Andai anch’io a caccia di gazzelle nei periodi dell’anno meno caldi e sempre di venerdì. Frequentai la zona di Abutundum dove avevo trascorso quegli anni della mia infanzia; sono tornato anche in quel famoso labirinto e mi sono reso conto delle difficoltà orientative che uno può avere ad entrarci, poi, però, presi come riferimento le montagne della formazione fosfatica che si vedevano in lontananza e che avevano un colore più chiaro di quelle del luogo. Ho ripercorso più volte tutta quella parte di deserto, ma non ho mai più trovato una pozza di acqua piovana... Spesso ho ripensato e ripenso ancora con commozione alla straordinaria avventura del mio smarrimento rendendomi conto di quanti rischi abbia corso e di quanto sia stato coraggioso e fortunato. I fatti di questo racconto sono veritieri, realmente accaduti e vissuti. Nessuna fantasia. Ho scritto questa storia per lasciare ai miei nipoti una memoria del loro nonno e a loro la dedico. Con i lettori mi scuso per l’imperfezione dello scritto e delle descrizioni frettolose. Perdonatemi: sono un bisnonno di 84 anni. (2 – fine) Loris Conedera