22 S ETTEMBRE 2005 N on succedeva dai tempi di Padre-padrone di Gavino Ledda, che apparve nel 1975 pubblicato da Feltrinelli. Dopo quell’opera che solo in Italia vendette più di un milione di copie, nessun narratore sardo entrò nelle classifiche dei libri più venduti. Ora l’impresa è riuscita al romanzo La leggenda di Redenta Tiria di Salvatore Niffoi, edito dalla casa editrice Adelphi di Milano. Nato a Orani nel 1950, l’autore insegna in una scuola media del suo paese. Con le edizioni dell Maestrale di Nuoro aveva pubblicato diversi romanzi (tra i quali Il viaggio degli inganni e Il postino di Piracherfa), bene accolti dai lettori e dai critici. Ma un successo superiore a ogni aspettativa lo sta ottenendo con La leggenda di Redenta Tiria. I maggiori giornali nazionali hanno dedicato intere pagine al caso Niffoi, mentre alcuni suoi racconti inediti sono apparsi nell’estate del 2005 sull’Espresso, Tuttolibri e Il Giornale. Perché si parla di un caso letterario? Per il fatto che Niffoi è uno scrittore molto originale, che nelle pagine dei suoi romanzi mescola l’italiano e il sardo, i racconti popolari e la cronaca, un crudo realismo e un’immaginazione sfrenata. Nel suo ultimo romanzo enuncia il tema centrale fin dall’inizio, quando scrive: “Ad Abacrasta, di vecchiaia non muore mai nessuno, l’agonia non ha fottuto mai un cristiano. Tutti gli uomini, arrivati a una certa età, fiutano la fine imminente, si slegano i calzoni come per andare a fare i bisogni, si slacciano la È unaccoppiata inedita, che sulla carta può sembrare alquanto eterogenea e che invece nella realtà ha dato vita a un cd originale e riuscitissimo dal titolo Cantos sonos e pensamentos. È questo il frutto dellincontro fra due formazioni, diverse per tradizione e genere musicale, che non parevano destinate ad essere accostate in maniera stilisticamente accettabile. E invece il Corpo Bandistico Luigi Canepa, vera e propria istituzione musicale sassarese fondata nel 1923 ma che affonda le sue radici nella prima metà dellOttocento, e il Coro di Usini, gloriosa formazione logudorese che ha festeggiato lanno scorso la sua trentennale attività, sono riusciti, pur mantenendo intatte le rispettive identità musicali, a dare vita a tre brani in cui lo stile bandistico e quello del coro si esaltano e si sostengono a vicenda. Il cd, pubblicato da Zentenoa e presentato lo scorso 14 luglio a Sassari nella sede del Corpo Bandistico L. Canepa, si apre con due composizioni, Celebration Suite e Contest Music, eseguite dalla sola Banda, mentre le tre seguenti Su Mazzone, Amigu meu, Eh! Si podia dal solo Coro di Usini. Sono i biglietti da visita del Canepa e del Coro in cui lascoltatore può già farsi unidea compiuta dello stile e del livello delle singole formazioni. Negli ultimi tre brani del disco, banda e coro si uniscono nellesperimento più audace e sorprendente, in una esecuzione che esalta le qualità di due impostazioni musicali certo differenti, ma che hanno trovato un valido punto dincontro. Il pri- Parliamo della Sardegna a cura di Manlio Brigaglia La leggenda di Redenta Tiria di Salvatore Niffoi avvenimento letterario dell’anno Clamoroso successo dello scrittore sardo - Il suo libro acclamato dalla critica e apprezzato dal pubblico balza in testa alle classifiche dei più venduti di Giovanni Mameli cinghia e se la legano al collo. Le donne usano la fune.” Tutto cambia quando in questo paese arriva una donna cieca che spezza la catena dei suicidi collettivi. Come interpreta- re questa leggenda che ha una chiara origine nella letteratura orale? Il messaggio del romanzo, i cui personaggi sono avvolti da un tragico alone di sconfitta, lascia intravedere una possibile salvezza. Rispetto al passato contrassegnato da un fatalismo cupo, per gli abitanti di Abacrasta (paese immaginario della Sardegna, ma anche metafora dell’intera isola) il futuro si presenta sotto una luce decisamente migliore. Comunque i personaggi di Niffoi, anche quelli più diseredati e falliti, hanno in sé un gusto per l’ironia che li rende simpatici. Il lettore si immedesima nel loro mondo, nella cultura popolare alla quale appartengono. Nel racconto Il bambino nato dal mare, pubblicato su L’Espresso dell’11 agosto 2005, l’inizio rivela questa con- taminazione fra il tragico e il comico: “Vuole sapere di Carmine Pullana? E chi la manda, il padreterno? Gli devo qualcosa per questa vita da cane arrajolato che mi ha fatto passa- La corale “Luigi Canepa” e il Coro di Usini insieme per un esperimento riuscito Hanno inciso il cd Cantos sonos e pensamentos di Eugenia Da Bove mo di questi tre brani, Vendetta, di Nanni Brundu, è un pezzo classico del repertorio del Coro di Usini ed è stato riadattato per loccasione dal maestro Raffaele Polcino, direttore del Corpo Bandistico Canepa, e da Mario Tedde succeduto alla direzione del Coro di Usini dopo Franco Torru, scomparso prematuramente nel settembre 1985. Il secondo brano, eseguito insieme dalle due formazioni, è A Nanni. Il testo è stato composto da un amico del Coro, Gavino Fadda di Osilo. Giovane dalla grande sensibilità che, in quello che è nato come testo poetico, celebra e piange la figura del suo più grande amico, nonché fratello della madre, scomparso improvvisamente nel periodo natalizio di qualche anno fa. Il brano è stato musicato da uno dei componenti del Coro, Nanni Brundu, e dai maestri Tedde e Polcino che sono riusciti a ot- tenere un risultato eccellente in cui le voci soliste vengono sostenute ed esaltate dalla potenza degli strumenti, dando luogo a effetti drammatici e struggenti. Il cd si chiude con un brano di grande effetto che sembra scritto apposta per lesecuzione bandistica e che altro non è che Dimonios, linno della Brigata Sassari, compo- sto dal colonnello Luciano Sechi e cantato dai fanti della Brigata nelle parate e in tutte le occasioni più solenni. «Abbiamo voluto interpretarlo sottolinea il maestro Polcino con uno stile da banda americana e il risultato è, a nostro parere, del tutto soddisfacente». E, in effetti, lascolto del brano regala momenti di autentica commozione. Un altro pregio del cd è nellottima realizzazione del libretto che lo accompagna, curato con particolare attenzione da un grande amico e socio onorario del Coro di Usini, Salvatore Patatu. I testi in limba e la traduzione in italiano a fronte, facilitano molto lascoltatore nella comprensione non solo musicale dellopera. Mentre la presentazione e le note sulle due formazioni danno ragguagli precisi sulla genesi del disco e sulla storia del Coro di Usini e del Corpo Bandistico L. Canepa. re? Vuole mandarmi in galera? Oooh! A lei sto dicendo! Commissa’ se continua a fissarmi così, invece di risponderle, la mando a futtirsi. Guardi che io già me lo sentivo che un giorno qualcuno sarebbe venuto a chiedermi conto di quella creatura. Chiesa o giustizia fa poca differenza. Si sieda, non rimanga appalonato!”. In ogni pagina di Niffoi la lingua sarda, il suo sardo parlato a Grani, ha uno spicco straordinario e una funzione espressiva di grande impatto sul lettore. Se vocaboli come “arrajolato”, “futtirsi” o “appalonato” fossero sostituiti dai corrispondenti termini italiani il risultato, sul piano dello stile, non sarebbe lo stesso. Tornando a La leggenda di Redenta Tiria, più che la società è la vita in sé che comporta sofferenza e inganni (“Chilleddu Maledadau era nato sordo, cieco e muto, tre disgrazie in una, come se già non bastasse quella di vivere”). Contro il “male di vivere” – per usare una formula cara ad Eugenio Montale – si può lottare con scarse possibilità di successo. In diverse interviste Salvatore Niffoi ha detto che uno dei suoi modelli, per questo e per i romanzi precedenti, è lo scrittore Francesco Masala. Le storie dei vinti che troviamo in Quelli dalle labbra bianche e nel Dio petrolio (entrambi tradotti in in Francia con successo) sono molto simili a quelle presenti ne La leggenda di Redenta Tiria. Ma Masala riconduce il male alla società, invece Niffoi ha un’ottica di tipo esistenziale. Il cd che ha un prezzo per il pubblico di 12 euro, può essere acquistato dai soci dei Circoli dei Sardi al prezzo speciale di 10 euro scrivendo allindirizzo di posta elettronica [email protected]. È inoltre possibile richiedere con il cd anche il libro di Salvatore Patatu Trentanni in... cantati col Coro di Usini e, per un certo numero di ordini, avere entrambi al prezzo complessivo di 15 euro. Nellopera di Tore Patatu, pubblicata dalla casa editrice ozierese il Torchietto, sono raccontate le vicende più importanti che hanno segnato i trentanni di vita del Coro. Vicende gioiose ma anche tristi, come la perdita di alcuni componenti del Coro che lautore ricorda e descrive con particolare affetto. Dal racconto emerge soprattutto il grande entusiasmo che questo gruppo di amici usinesi, appassionati al canto tradizionale sardo, ha messo nellimpresa. Unimpresa che nel tempo, con impegno e sacrificio, mai disgiunti peraltro da momenti di allegra convivialità, è cresciuta divenendo una realtà importante del piccolo centro del Logudoro. Il coro può vantare oggi centinaia di esibizioni tenute in tutta la Sardegna e nel resto dItalia dove, in svariate occasioni, ha fatto conoscere e apprezzare un aspetto importante della cultura popolare sarda. Lopera di Tore Patatu è completata dalla discografia e dalle esibizioni tenute dal Coro dal 1974 al 2003 nonché da una sezione fotografica che illustra i momenti salienti della vita della formazione usinese.