Tradotto e stampato dal comitato nazionale italiano
http://it.geocities.com/lidiaribet
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IL COMITATO NAZIONALE
Lidia Ribet Noffke (Valdese)
presidente
103 East State Street
PO box 247
Belmont WI 53510
tel 608 762 5992 - email: [email protected]
Dora Bognandi (Avventista)
vicepresidente
Lungotevere Michelangelo 7 00192 Roma
tel 06/3609591 - e-mail: [email protected]
Pina Miglio (Battista)
segretaria
Viale Grigoletti 5 33170 Pordenone
tel. 0434/362431 - e-mail: [email protected]
Greetje van der Veer (Metodista) cassiera
Località Toppito 67060 Villa San Sebastiano
tel. 0863/678473 - e-mail [email protected]
forbici,
pennarelli colorati,
colla.
Piegare il foglio bianco in cinque parti uguali,
ritagliare la sagoma di una silhouette, si otterranno così
cinque persone che si tengono per mano,
rifinire le silhouette (viso, vestiti, etc.),
scrivere i nomi dei cinque continenti sulle silhouette,
incollare le strisce di carta sopra la testa delle figurine
(cielo – tenda di Dio),
formare diverse coroncine e sistemarle sulla testa di ciascun bambino.
Animatore: Camminiamo in cerchio verso destra per rappresentare il movimento della terra. Pensiamo a tutti i bambini che vivono nelle diverse parti del mondo. Ricordiamoci
che Dio li conosce, li ama e che li protegge. (Mentre camminano cantano)
Animatore: Ora recitiamo insieme il Padre Nostro.
Anna Maria Raimondi (Cattolica romana) consigliera
Via del Pescherino 18 - 23852 Garlate (CO)
tel. 0341/681910 - e-mail: [email protected]
Jane Paone (Esercito della Salvezza) consigliera
Via degli Apuli 39 - 00189 Roma
tel. 06/4462614 - e-mail: [email protected]
Anne Rose Lier (Luterana) consigliera
Viale Druso 289/E int. 12
39100 Bolzano
tel. O471/918696 - e-mail: [email protected]
2
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andare a scuola. Frequento il secondo anno. Mio padre non
guadagna abbastanza per comprarmi i libri e le matite che
mi servono, ma la maestra mi aiuta. Quando sarò grande
voglio essere una maestra.
Animatore: Preghiamo per tutti i bambini che in Paraguay
e in altre parti del mondo non possono imparare a leggere e
a scrivere perché non hanno il necessario per la scuola.
Tutti: Ti ringraziamo, o Signore, per il tuo amore e perché proteggi i bambini di tutto il mondo.
Laura: Ciao, sono Laura, sono molto triste perché mio padre ci ha lasciati. Mi piaceva molto uscire con mio padre e
mia madre, spesso andavamo a trovare i nonni. Ora tutto è
diverso. Quando sarò grande vorrò sposarmi e avere una
famiglia per poter stare sempre insieme.
Animatore: Preghiamo per tutti i bambini che in Paraguay
e in altre parti del mondo, come Laura, non hanno ambedue
i genitori che possano aver cura di loro.
Tutti: Ti ringraziamo, o Signore, per il tuo amore e perché proteggi i bambini di tutto il mondo.
Animatore: Ti ringraziamo, o Signore, perché nel tuo
amore ascolti le nostre preghiere.
Dalla cassieraDalla cassiera
Abbiamo ricevute per il 2006 € 10.048,96
Costo delle pubblicazioni
Liturgia
Manifesti, cartoline, diapositive
Spedizioni
Cancelleria,telefono
Comitato it/int
Altro
Offerta progetto Sud Africa € 8500,00
Ringraziamo vivamente per le vostre offerte.
Il conto corrrente postale è:
Per GMP
van der Veer Grietje
Località Toppito Snc
67060 Villa San Sebastiano (AQ)
CCP N° 33588088
Canto
Quarta parte - Facciamo un girotondo
Abbiamo bisogno di:
un foglio di carta (o cartoncino) bianco di circa 50x15cm,
alcune strisce di carta,
38
€ 480,00
€ 87,60
€ 217,50
€ 62,32
€ 684,00
€ 74,04
3
Progetto 2008
Care sorelle,
Siamo in procinto di stampare questo libretto e ancora non possiamo dire quale sarà la destinazione delle collette, ce ne
scusiamo. Per lettera vi informeremo quale sarà la destinazione
della raccolta delle offerte.
Dalla Costa d’Avorio ci è arrivato un messaggio di ringraziamento dal gruppo di donne dell’Adjué , dove si legge tra altro: “Ci
mancano le parole per ringraziarvi, per il dono che ci ha permesso di
acquistare la frantumatrice per fare l’attieke… abbiamo già potuto
vendere l’attieke per venire incontro alle spese delle famiglie… “ È
sorprendente ogni volta vedere quanto poco ci vuole per
seminare la speranza per un cambiamento reale.
Ňanduti
Materiale liturgia Paraguay
Per i libretti della liturgia chiediamo un rimborso spese di un
euro ogni esemplare.
Si prega di prenotarsi in tempo per manifesti e cartoline .
Sono inoltre disponibili per chi è interessato un CD-audio con
canti dal Paragauy e delle diapositive , anche qui verrà chiesto un
rimborso spese.
Animatore: (invitando i bambini a tenersi per mano) Molte
volte nella nostra vita ci sentiamo come presi in una ragnatela, senza una via di scampo. Con l'aiuto di un fratello,
di una sorella o di un amico possiamo trovare una soluzione
al nostro problema. Tenendoci per mano non siamo più soli,
ma facciamo parte di un unico grande gruppo. È molto importante essere uniti, come fratelli e sorelle, nel nome di
Gesù Cristo nostro Signore.
Canto
Terza parte
Animatore: Ora ascolteremo alcune storie di bambini che
vivono in Paraguay. Dopo ogni racconto ripeterete queste
parole di preghiera insieme a me: “Ti ringraziamo, o Signore, per il tuo amore e perché proteggi i bambini di
tutto il mondo”.
Esteban: Ciao ragazzi. Mi chiamo Esteban e, oltre a mio
padre e mia madre, ho una sorella, Cristina, e tre fratelli,
Luis, Josè e il “piccolino”. Abitiamo in una piccola casa di
legno in riva al fiume Paraguay. I miei genitori sono pescatori. Quando fa molto caldo, e l'aria è appiccicosa, ci piace
nuotare nel fiume. Per aiutare i miei genitori, tutti i giorni,
vado ai semafori e, quando le macchine si fermano, chiedo
l'elemosina; poi torno a casa e do tutti i soldi che ho
guadagnato a mia madre e poi corro a giocare a football.
Animatore: Preghiamo per tutti i bambini che in Paraguay
e in altre parti del mondo non hanno cibo a sufficienza.
Tutti: Ti ringraziamo, o Signore, per il tuo amore e perché proteggi i bambini di tutto il mondo.
Zulma: Ciao. Mi chiamo Zulma, ho 9 anni, abito in un
paese che si chiama Romansito. Ho molti amici e mi piace
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chiedere al Signore di benedire il Paraguay.
Notizie sul Paraguay
L'apostolo Paolo, nei versetti di Efesini 4:1s, ci esorta a
comportarci con umiltà e pazienza, a sopportarci gli uni gli
altri con amore, a conservare l'unità dello spirito con il vincolo della pace. C'è un solo Dio Padre, un solo Spirito. Con
queste parole ci ricorda il comandamento sull'amore verso il
prossimo.
Il Paraguay è situato nel cuore del Sud America, tra il Brasile,
l'Argentina e la Bolivia. Il fiume Paraguay divide lo stato in due
parti distinte, a est una zona dal clima subtropicale e umido e a
ovest una zona conosciuta come il “Chaco”, una zona arida che si
estende per il 60% dello stato. Il turista che arriva in Paraguay
trova un paese collinoso, ricco di foreste, molti fiumi che formano stupende cascate, una vegetazione unica nel suo genere e
molte tradizioni ancora vive oggi, in particolar modo nelle zone
rurali.
In preghiera chiediamo al Signore di insegnarci ad amarci
gli uni gli altri, di saper pregare per il nostro prossimo. Attraverso la fede e con l'aiuto dello Spirito cerchiamo l'unità
e la pace tra i popoli. Cerchiamo protezione sotto la tenda
di Dio.
(I bambini lasciano la scena – sottofondo musicale)
Canto: He's got the whole wide world in His hands
Seconda parte
L'animatore invita i bambini a riflettere se sia possibile che
anche loro partecipino a un piano di riconciliazione e di
fratellanza tra i popoli.
Può essere inserito un gioco di animazione sul tema: suggeriamo il gioco della “ragnatela”.
Per questo gioco è necessario un gomitolo di lana. I ragazzi
sono seduti in cerchio. L'animatore, tenendo il capo del
gomitolo, lo lancia al bambino seduto di fronte, il quale lo
lancerà a un altro bambino e via di seguito, sempre tenendo
un capo di lana in mano, in modo da formare una
“ragnatela”. Quando anche l'ultimo bambino avrà ricevuto
il gomitolo, bisognerà riuscire a sbrogliare la ragnatela rilanciando il gomitolo in senso inverso.
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La storia del Paraguay è una storia di violenze e di violazioni
dei diritti umani che hanno inizio con la colonizzazione. Quando
gli spagnoli arrivarono il Paraguay era un paese coperto da foreste di legnami molto pregiati, Oggi molto poco è rimasto di
quelle foreste, ma costituiscono ancora una fonte di guadagno per
il paese.
La popolazione, composta da gruppi guarani, nomadi e da gruppi
che vivevano lungo le rive dei fiumi, accolsero gli spagnoli con
gioia, ma furono subito ridotti in schiavitù e la loro terra confiscata.
Con gli spagnoli arrivarono anche i missionari gesuiti che convertirono la popolazione al cristianesimo. Dal 1604 al 1767 i gesuiti organizzarono un governo teocratico per una popolazione di
oltre 250mila guarani. Nelle missioni si insegnavano: lavori artigianali, musica, architettura e i missionari iniziarono piccole
industrie.
Per ragioni politiche i missionari lasciarono il paese e i guarani
tornarono a vivere nella giungla. Ancora oggi è possibile visitare
le rovine dei villaggi costruiti dai missionari e i musei che ci
riportano al periodo dei missionari
Il paese conquistò l'indipendenza nel 1811. Da allora ha cambiato
50 governi diversi e ha vissuto due guerre (1865-70 e 1932-35)
contro la Bolivia per la supremazia del territorio Chaco, ed una
rivoluzione (1947). Nel 1954 è salito al potere il dittatore Alfredo
Stroessner che ha governato per 35 anni. Questo è stato un periodo molto triste per il paese che ha visto un impoverimento
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delle zone rurali, l’emigrazione verso le città, un degrado sociale
e politico. Sotto la dittatura vengono aboliti i diritti civili,
iniziano le torture e sono molti i desaparesidos e gli espulsi dal
paese in quegli anni.
Nel 1989 cade la dittatura e nasce la speranza. Il cammino verso
la democrazia sara' lungo e difficile.
Situazione sociale. Il Paraguay è il paese con il tasso di povertà
più alto del mondo causato dalla disparità nella divisione dei terreni. Uno su quattro paraguayani non ha la possibilità di procurarsi il cibo. Molti bambini nell'età compresa fra i 5 e i 17 anni
deve lavorare o mendica per le strade. Ancora oggi 130.000 bambini non hanno la possibilità di frequentare le scuole.
La mortalità infantile è ancora molto alta, il 26 per mille, anche
se negli ultimi anni ci sono stati dei miglioramenti nella prevenzione.
La fede. L'87% della popolazione è cattolica. Le chiese protestanti sono arrivate nel nostro paese solo nel 20° secolo e, anche
se con molte difficoltà, si sono inserite nella società. Un
movimento ecumenico sta lentamente nascendo, in particolar
modo per cercare di migliorare le condizioni di vita della popolazione indigente.
Le donne paraguayane hanno ottenuto il diritto di voto nel 1961,
ma solo dopo la caduta della dittatura le loro condizioni di vita
sono migliorate
Segno di speranza. Malgrado la nostra società soffra a causa
della povertà, della mancanza di educazione, dalla globalizzazione che ha accentuato il disagio, non abbandoniamo la speranza di un futuro migliore.
Il Paraguay ha una popolazione giovane e piena di entusiasmo, è
importante che il governo e le associazioni indirizzino tutte
queste forze in modo positivo.
Bolivia, il nostro paese può raggiungere il mare attraverso i
suoi fiumi.
Avere un accesso sul mare è indispensabile per il commercio, così, 75 anni fa, anche se il Paraguay non si era rimesso
completamente dalla guerra precedente, iniziò una nuova
guerra, contro la Bolivia, che durò tre anni, (i due “paesi”
iniziano una battaglia), per la supremazia del territorio
chiamato il “Chaco”, indispensabile per raggiungere la
costa.
Dopo due guerre il paese era stremato, molti uomini erano
morti, (i due “paesi” si accasciano) la presenza femminile
era di gran lunga superiore a quella maschile. In queste
condizioni è difficile far crescere una nazione. Ancora oggi
risentiamo di queste difficoltà.
Le guerre non sono mai una bella cosa, combattere non
aiuta nessuno, è molto meglio quando fra i popoli c'è fratellanza malgrado la differenza di abitudini, lingua e clima. È
bello quando esiste collaborazione fra i popoli. (I bambini si
prendono per mano e formano una catena).
Una cosa sola, molto importate, può aiutare il Paraguay e la
Bolivia, come tutte le nazioni che hanno sofferto per le
guerre: riconoscersi come fratelli attraverso la fede in
Gesù Cristo. Il suo amore e le preghiere possono condurci
alla riconciliazione.
Oggi, in Uruguay, Brasile, Argentina, Bolivia, Europa,
Asia, Africa e Australia in molti sono riuniti per pregare per
la popolazione del Paraguay. (Entrano altri bambini che
rappresentano le altre nazioni e si uniscono alla catena).
Tutte queste nazioni (i bambini tengono alzato, sopra la
testa, il cartello con il nome della nazione) sono, oggi,
riunite in preghiera, unite sotto la tenda di Dio, per
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Prima parte
Questa drammatizzazione è stata pensata per un gruppo di
circa 26-30 bambini. Se non ci sono abbastanza bambini,
possono essere coinvolti anche dei giovani o degli adulti.
Sarebbe bene avere un palcoscenico.
Suona una musica e dieci bambini, tutti vestiti dello stesso
colore, per esempio bianco; si fermano, in fila, al centro
della stanza o del palcoscenico. Hanno in mano un cartello
con il nome di uno stato dell'America del Sud, ad eccezione
del Paraguay. Se é possibile, cercare di farli mettere in
modo da rappresentare il Sud America.
Altri dieci bambini, che rappresentano gli oceani Pacifico e
Atlantico, si mettono ai due lati del primo gruppo. Con
delle strisce di carta blu formano le onde degli oceani.
Narratore: Oggi parleremo di un piccolo stato che é il
centro del Sud America. (Un bambino/a entra vestito/a di
colori differenti dagli altri, ha in mano un cartello con
scritto: Paraguay, e si mette tra la Bolivia, il Brasile e l’Argentina, come nelle mappe).
Molti anni fa il Paraguay occupava una vasta area di territorio; purtroppo, però, non andava d'accordo con gli abitanti
dei tre paesi limitrofi (i bambini che rappresentano l'Argentina, il Brasile, l'Uruguay e il Paraguay fanno finta di combattere).
Cinque anni durò la guerra tra questi paesi, alla fine il Paraguay vide il suo territorio molto ridotto.
Allora il territorio del Paraguay si estendeva, come la Bolivia, fino all'oceano. (Le altre “nazioni” si siedono,
l”oceano” forma delle onde, la Bolivia e il Paraguay tendono le braccia come per toccare l'oceano).
GIORNATA MONDIALE DI PREGHIERA
Liturgia preparata dalle sorelle del Paraguay
Uniti sotto la tenda di Dio
Mentre una musica paraguayana viene suonata, (se possibile con
un'arpa paraguayana) tre partecipanti camminano fino al centro
della sala portando un panno blu e un bastone. Con il bastone, e
tenendo due lati del panno, raffigurano l'entrata di una tenda.
Voce: È bello avere la certezza della presenza di Dio quando
siamo riuniti per pregare nel nome del Signore. Questa tenda accoglie tutti coloro che oggi sono riuniti per celebrare questa Giornata Mondiale di Preghiera preparata dalle sorelle del Paraguay.
(Le tre sorelle posano il bastone e si coprono le spalle con il
manto).
Voce: È bello sapere che quando chiniamo la testa in preghiera
possiamo sentire che il manto di Dio è sopra di noi. In questo
momento siamo sotto la sua protezione, uniti con tutti coloro che
stanno celebrando questa giornata.
(Le tre sorelle si inchinano in atteggiamento di preghiera.)
Oggi queste due nazioni sono le uniche del Sud America
che non hanno coste sull'oceano, però, a differenza della
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Voce: Celebriamo il Signore! Celebriamo in spirito e verità!
Che il nostro canto e la preghiera ci uniscano durante la celebrazione di questa liturgia.
Liturgia per bambini
Uniti sotto la tenda di Dio
Le sorelle del Paraguay danno il benvenuto
Canto
Lettrice: Dal Paraguay, nel centro del Sud America, diamo il
benvenuto a tutti voi, qui riuniti nel nome del Signore Gesù
Cristo.
Sotto il cielo blu del Paraguay si stendono colline e pianure, ricche di una vegetazione e una fauna uniche nel loro genere, attraversate da fiumi che creano belle cascate.
Vi suggeriamo alcune decorazioni per la sala in modo da
rendere l'ambiente più confortevole per i bambini. Sarebbe
importante avere una mappa, o un mappamondo, delle foto
di bambini di diversi paesi, una bandiera del Paraguay (tre
strisce orizzontali di uguali dimensioni: una rossa, una
bianca e una blu) foto del Paraguay, una Bibbia appoggiata
sopra un tavolo.
Benvenuto
Il clima subtropicale del paese favorisce una folta vegetazione
dalle diverse gradazioni di verde, gli alberi, ricchi di fiori dai
molti colori, rosa, giallo e bianco, danno un aspetto piacevole al
paesaggio.
Le strade, in terra rossa, dove ancora oggi possiamo vedere i
carri tirati da buoi dei contadini, formano un bel contrasto con il
verde della ricca vegetazione.
Le case dai tetti arancione danno protezione alle famiglie riunite
a bere il tradizionale tererè.
Il Paraguay è un paese ricco di arte e di artisti, di amore per la
danza e la musica; lo strumento più amato è l'arpa paraguayana.
Le donne paraguayane hanno iniziato una attività commerciale
per la creazione di pizzi ňanduti (pron. niunduti), che tradotto
significa “ragnatela”. Un complicato lavoro di intrecci di nastri
per formare disegni che rappresentano la vita e le tradizioni del
paese.
(Vedi il disegno di un pizzo ňanduti in IV di copertina).
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Entra un bambino che indossa il costume nazionale paraguayano: pantaloni blu scuro, camicia bianca, bandana nera
legata al collo, cappello di paglia a larghe tese, una cintura
in tessuto, con i colori della bandiera, legata ai fianchi,
piedi nudi. Può essere solo o accompagnato da una bambina, anche lei indossa il costume nazionale. Danno il benvenuto.
Dal cuore dell'America del Sud, dal Paraguay salutiamo
tutti i bambini del mondo che stanno celebrando questa
Giornata Mondiale di Preghiera, tutti uniti in Gesù Cristo.
Ricordiamoci dei bambini e delle bambine del Paraguay
mentre cantiamo quest'inno:
Inno: Gesù ama i bambini
ama tutti i bambini del mondo
rossi, gialli, neri o bianchi
per lui sono tutti importanti.
Gesù ama tutti i bambini del mondo.
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doni differenti, ma se ci sottomettiamo alla signoria di Cristo,
saremo uniti dal suo Spirito e ci ameremo gli uni gli altri, rispettandoci e incoraggiandoci a vicenda. Non si tratta solo di unità
esteriore di tipo organizzativo ma di unità nella fede, nello
Spirito, nell’amore e nel mutuo sostegno. Seguiamo la “verità
nell’amore” (v.15) e quando saremo uniti in Cristo, riconciliati
con Dio e con gli altri, saremo portatori di un potente messaggio
d’amore, di unità e riconciliazione tra i popoli e le nazioni.
Elfride Veron, mennonita
Judith Eleison, anglicana
Invocazione
Lettrice: Dal Paraguay vi invitiamo a unire i vostri cuori per
celebrare il Signore, nostro creatore, e a riconoscere la maestà di
Dio su tutta la creazione. Non dimentichiamo che siamo “tutti
figli di Dio per la fede in Gesù Cristo” (Galati 3:26), come fu
promesso ad Abramo e Sara. Non dimentichiamo che solo attraverso la potenza dello Spirito Santo possiamo essere un corpo
solo, nella diversità, un’unica Chiesa.
Come inizio della nostra giornata salutiamoci in guaranì: Ńandejára tanderovasà (nyundayjara tunderovasà) che significa Dio ti
benedica.
Canto: Hay un solo cuerpo, hay un solo espìritu
hay un solo Seňor, hay una sola fe
unidos estamos bajo el manto de Dios.
(C'è un solo corpo, un solo Spirito, un solo Signore, una sola
fede siamo uniti sotto il manto di Dio).
Preghiamo
1ª voce: Siamo riuniti nel nome di Dio Padre, del Figlio e dello
Spirito Santo.
2ª voce: Anima mia, benedici il Signore. Signore, mio Dio, tu sei
veramente grande.
Tutti: … Sei vestito di splendore e di maestà. Egli si avvolge
di luce come una veste....
2ª voce: Anima mia, benedici il Signore. Signore, mio Dio, tu sei
veramente grande.
Tutti: … stende i cieli come una tenda (Salmo 104: 1-2).
Lettrice: Preghiamo:
Dio, Padre celeste che ci hai creato e ci proteggi e stendi sopra di
noi il tuo manto celeste, che ci rendi uniti come fossimo fili per
un ricamo ňanduti. Ti chiediamo di aiutarci a celebrarti in spirito
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e verità.
Invochiamo la tua presenza in mezzo a noi, donaci spirito di
unità, mentre preghiamo e cantiamo, mentre leggiamo e predichiamo la tua Parola.
tuo rispetto il corpo di Cristo può funzionare in unità, armonia e
benessere.
Canto
L’apostolo Paolo ci esorta a crescere nell’unità “fino a che tutti
giungiamo all’unità della fede … allo stato di uomini fatti, all’altezza della statura perfetta di Cristo”. Abbiamo bisogno di
maturare e crescere fino al livello di Cristo, capo del corpo. Un
corpo che si lascia guidare dal suo capo è in grado di crescere in
modo sano.
Preghiera di ringraziamento
Lettrice: O Signore, ti ringraziamo per averci dato il tuo diletto
figlio che, attraverso la morte sulla croce e la resurrezione, ha
reso possibile riunire il popolo dei credenti in un solo corpo, riconciliato con te. Ora possiamo fare tutti parte della tua chiesa
anche se apparteniamo a culture e razze diverse.
Tutti: (cantato) Gracias, Señor, oh gracias Señor, gracias
Señor, amen.
1ª voce: Ti ringraziamo perché in tanti, oggi, riuniti per questa
Giornata Mondiale di Preghiera innalzano le loro voci e aprono i
loro cuori per pregarti, insieme al popolo del Paraguay.
Tutti: (cantato) Gracias, Señor, oh gracias Señor, gracias
Señor, amen.
2ª voce: Ti ringraziamo per tutti coloro, uomini o donne, che
hanno accettato di servirti ovunque li hai chiamati.
Tutti: (cantato) Gracias, Señor, oh gracias Señor, gracias
Señor, amen.
3ª voce: Ti ringraziamo perché in tutti i momenti oscuri della
storia del nostro paese la tua presenza ci ha protetto.
La maturità nell’unità – 4:13-16
La mancanza di unità e i disaccordi aggressivi fra i credenti sono
un chiaro segno di immaturità e comportamento infantile, quanto
di instabilità nella nostra fede. Se non cresciamo, saremo sballottati qua e là e saremo facile preda di false dottrine che possono
apparire come lusinghiere e attraenti, ma nulla hanno a che fare
con la Parola di Dio. Saremo ingannati e comprometteremo definitivamente l’unità del corpo. Le mode spirituali vanno e vengono, ma ciò che conta è rimanere saldi nelle Scritture per poter
discernere il bene e il male e ritenere il bene.
La crescita nell’unità si realizza per mezzo della conoscenza del
nostro Signore Gesù Cristo e nella fiducia che poniamo in lui.
Ognuno deve credere per permettere la crescita di tutti. La crescita del corpo non si può realizzare al di fuori di esso. Una mano
separata dal resto del corpo non può né funzionare né tanto meno
crescere, ma è destinata ad avvizzire.
Ẻ fondamentale, perciò, ricordare che come credenti abbiamo
bisogno dell’incoraggiamento continuo gli uni degli altri, dell’aiuto, della consolazione, dell’esortazione e della protezione
dell’altro. Quando l’amore di Dio è visibile tra fratelli e sorelle,
allora anche l’unità diventa qualcosa di visibile e comune.
Tutti: (cantato) Gracias, Señor, oh gracias Señor, gracias
Señor, amen.
Conclusione
4ª voce: Ti ringraziamo perché ci hai dato un paese dal terreno
fertile, Ti ringraziamo per la ricca vegetazione, per il sole e le
La nostra unità si basa sulla fede comune in Gesù Cristo, quando
accettiamo la sua signoria sulle nostre vite. Viviamo in paesi diversi, abbiamo culture e pratiche religiose diverse, personalità e
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pone ciascuno di noi all’interno del corpo, ci dona la vita e ci
tiene uniti. A volte, nella chiesa possono sorgere divisioni a
causa di diverse dottrine riguardanti lo Spirito Santo, ma tali divisioni sono frutto della nostra natura peccaminosa e non vengono
dallo Spirito. Il frutto dello Spirito è, invece, amore e pace, non
contese e divisioni.
abbondanti piogge che rendono il nostro raccolto abbondante in
modo che possiamo condividerlo senza che nessuno debba soffrire la fame.
Il primo credo della chiesa primitiva recitava: “Gesù Cristo è il
Signore”. Ẻ tale fede e fiducia nel Signore, la sottomissione al
suo dominio e alla sua potenza (Salmo 104:1c-2:“… sei vestito di
splendore e di maestà. Egli si avvolge di luce come d’una veste,
stende i cieli come una tenda”), che porta amore e unità nel corpo
di Cristo, la chiesa. Molte volte c’è confusione, disunione perché
non è Cristo a governare le nostre vite, bensì altri “signori” come
il denaro, il potere, il successo o il piacere.
5ª voce: Ti ringraziamo perché le diverse generazioni, bambini,
giovani, adulti e anziani possono vivere insieme confrontando le
diverse esperienze e affrontando le sfide di ogni giorno con
coraggio e creatività.
Tutti: (cantato) Gracias, Señor, oh gracias Señor, gracias
Señor, amen.
6ª voce: Ti ringraziamo per tutti coloro che ancora credono nel
valore della famiglia allargata, per il caloroso senso di ospitalità
che dimostrano verso tutti. Ti ringraziamo per i genitori che, in
tutto il mondo, educano i figli con fede e saggezza.
La varietà nell’unità – 4:7-12
Il Signore ha concesso molti doni ai suoi figli. Paolo qui menziona cinque ministeri, particolarmente importanti all’interno
della chiesa: apostolo, profeta, evangelista, pastore e dottore. Tali
doni sono stati elargiti alla chiesa per preparare ogni credente a
mettere a frutto i propri talenti e adempiere così quei particolari
ministeri. L’elenco dei doni e dei ministeri menzionati in questo
brano è incompleto. Confrontarlo con Romani 12 e 1 Corinzi 12.
Ogni credente ha ricevuto uno o più doni e questi doni sono stati
elargiti “per l’edificazione del corpo di Cristo”. Essi non vanno
ostentati o esibiti, né usati per ottenere privilegi economici, ma
vanno messi al servizio degli altri: per essere complementari, per
rafforzarci gli uni gli altri e per compiere ciò che uno non potrebbe fare da solo. Perciò, i vari doni devono essere espressi
all’interno della comunità e nel mondo in cui viviamo ed operiamo. Quando tutti i credenti si mettono al servizio gli uni degli
altri attraverso l’esercizio dei propri doni e lavorano con zelo in
quei particolari ministeri, allora l’unità del corpo diventa realtà.
Pertanto, è importante rispettare e valorizzare la varietà delle personalità e dei doni negli altri perché solo crescendo in questo mu-
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Tutti: (cantato) Gracias, Señor, oh gracias Señor, gracias
Señor, amen.
Tutti: Ti ringraziamo perché possiamo essere uniti sotto la
protezione della tua tenda. Amen.
Preghiera di confessione - Parole di perdono
Lettrice: “Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi
stessi, e la verità non è in noi. Se confessiamo i nostri peccati,
egli è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da
ogni iniquità” (1 Giovanni 1:8,9).
Lettrice: Preghiamo. Signore, confessiamo che la nostra fede è
debole malgrado tu abbia mantenuto le tue promesse dai tempi di
Abramo e Sara fino ad oggi.
Perdonaci, o Signore, perché abbiamo preferito altre priorità
.
Tutti: Signore, abbi pietà di noi.
1ª voce: Signore, confessiamo il nostro silenzio di fronte a sequestri, a vendette, a soprusi di potere, ad atti di sfruttamento e di
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corruzione. Azioni che vediamo tutti i giorni. Ci accorgiamo che
questi atti di violenza ci allontanano dal tuo progetto per l'umanità, ci rendono incapaci di lottare a favore dell'unità.
Perdonaci, o Signore, perché abbiamo preferito altre priorità.
Tutti: Signore, abbi pietà di noi.
2ª voce: Confessiamo la nostra responsabilità se nel paese pochi
hanno in abbondanza e molti non hanno di che sfamarsi. Perché
non lottiamo per l'eguaglianza nei rapporti interpersonali, per le
pari opportunità nell'educazione e nel lavoro e quando i diritti
degli indigeni sono violati.
Perdonaci, o Signore, perché abbiamo preferito altre priorità.
Tutti: Signore, abbi pietà di noi.
3ª voce: Signore, confessiamo la nostra incapacità di rispondere
adeguatamente al grido di quei molti bambini e giovani ai quali è
stata negata la possibilità di una educazione scolastica perché
costretti a lavorare. Sono ora facile preda dell'alcolismo e della
droga.
Perdonaci, o Signore, perché abbiamo preferito altre priorità.
Tutti: Signore, abbi pietà di noi.
4ª voce: Signore, confessiamo di aver peccato molte volte perché
abbiamo agito, pensato e parlato seguendo il nostro orgoglio ed
egocentrismo, dimenticando che tu, o Signore, gioisci quando
viviamo in armonia, come una grande famiglia, raccolti sotto la
tua tenda.
Perdonaci, o Signore, perché abbiamo preferito altre priorità.
Tutti: Signore, abbi pietà di noi.
5ª voce: Confessiamo, o Signore, che nelle comunità ci circondiamo dalle quattro mura della chiesa senza condividere con
altri la nostra fede, enfatizzando più quello che ci divide che
quello che ci unisce.
Perdonaci o Signore, perché abbiamo preferito altre priorità.
12
posta a sopportare.
Pazienza: è la terza virtù cristiana necessaria per promuovere e
raggiungere la pace e l’unità tra i credenti. Il termine greco usato
qui per pazienza è makrothumia e implica la capacità di sopportare gli altri per molto tempo.
In riferimento alla domanda 1, nei due testi menzionati (Romani
2:4 e 2 Pietro 3:15), lo stesso termine makrothumia indica la
pazienza che Dio ha per noi.
Amore: se vogliamo conoscere la vera natura dell’amore, dobbiamo leggere ciò che Dio ci dice nella sua Parola.
“L’amore è paziente, è benevolo,
l’amore non invidia, l’amore non si vanta,
non si gonfia, non si comporta in modo sconveniente,
non cerca il proprio interesse,
non s’inasprisce, non addebita il male,
non gode dell’ingiustizia
ma gioisce con la verità,
soffre ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa,
sopporta ogni cosa.
L’amore non verrà mai meno” (1 Corinzi 13:4-7).
L’amore è il legame perfetto che tiene unito il corpo di Cristo.
“Non c’è qui né giudeo, né greco; non c’è né schiavo né libero;
non c’è né maschio né femmina; perché voi tutti siete uno in
Cristo Gesù” (Galati 3:28).
Il fondamento dell’unità – 4:4-6
In questi versetti, l’apostolo Paolo usa il termine “unico” sette
volte: un unico corpo, un unico Spirito, un’unica speranza, un
solo Signore, una sola fede, un solo battesimo e un solo Dio e
Padre. V’è unità nel corpo di Cristo perché vi è una fede comune
in Gesù Cristo e in Dio nostro Padre. Vi potrebbero essere differenze di culture, di razza e persino di pratiche religiose, ma se crediamo in Gesù Cristo come nostro Salvatore e Signore, facciamo
tutti parte di un unico corpo: quello di Cristo. Lo Spirito Santo
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manità. La sua volontà per noi è, al contrario, amore e unità,
armonia tra i popoli e con l’intera creazione.
L’apostolo Paolo, nella sua lettera alla chiesa di Efeso, pone l’accento sulla necessità dell’unità. Già nel capitolo 2, egli aveva
scritto che Cristo stesso venne per abbattere ogni barriera tra i
Giudei e i Gentili (2:14) al fine di “creare dei due un solo uomo
nuovo” (v. 15). Qui l’apostolo continua nel suo discorso sull’importanza dell’unità e noi possiamo individuare alcuni elementi
interessanti in questo testo.
Tutti: Signore, abbi pietà di noi.
Lettrice: Confidiamo che il Signore nella sua bontà infinita avrà
pietà di noi e ci libererà dalle nostre colpe perché leggiamo in 1
Giovanni 1:7 “...il sangue di Gesù, suo Figlio, ci purifica da ogni
peccato”.
Canto
Lettura biblica: Genesi 18 1-15
(Suggeriamo una animazione durante la lettura del testo)
Invito all’unità – 4:1-3
L’apostolo Paolo esorta i credenti a compiere ogni sforzo “per
conservare l’unità dello Spirito col vincolo della pace” (v. 3).
L’unità e l’armonia tra i popoli non si realizzano in modo spontaneo. Ogni rapporto interpersonale ha bisogno di essere alimentato
per salvaguardare l’unità e la pace. Molte coppie giungono al
matrimonio credendo che vivranno sempre in un’atmosfera
d’amore, pace, unità e mutua comprensione! In seguito, quando
le prove della vita nelle diverse circostanze mettono a dura prova
l’armonia, molte unioni vacillano e si sgretolano.
In questo testo, l’esortazione all’unità è rivolta ai membri di una
chiesa cristiana. Per conservare l’unità del corpo, è necessario
adottare alcuni comportamenti (v. 2).
Umiltà: significa riconoscere il valore dell’altro e avere una considerazione realistica di se stessi. Siamo tutti creature di Dio e
tutti dipendiamo da lui. Nel momento in cui riconosciamo le
nostre debolezze e i nostri limiti, possiamo empatizzare con l’altro, senza porci in una condizione di giudizio. Una persona umile
si preoccupa del benessere dell’altro e questo contribuisce
all’unità dei due.
Longanimità/mansuetudine: è un aspetto strettamente relazionato con l’umiltà. Una persona mansueta controlla il suo
istinto, le sue emozioni e i suoi pensieri per non reagire con violenza quando i suoi diritti sono minacciati; al contrario, è dis-
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Lettrice: Il Signore conosceva il desiderio di Sara.
Anche oggi il Signore capisce e ascolta i desideri e le richieste
delle donne del Paraguay.
Voci del popolo
(Mentre le diverse parti vengono lette, può essere suonata della
musica di sottofondo, meglio se con un'arpa.)
Una contadina
Mi chiamo Demetria, abito in campagna. Sin da bambina ho imparato a essere obbediente, sono cresciuta convinta che devo servire l'uomo. Prima mio padre, poi i miei fratelli e ora mio marito
e i miei figli.
So appena leggere e scrivere perché ho frequentato solo la prima
elementare. Vivo in silenzio accettando tutto. È mio marito che
porta a casa lo stipendio e questo fatto lo convince che solo lui
può decidere nella famiglia. Io non conto nulla. La mia condizione è simile a quella di molte donne che vivono in campagna.
Un’indigena
Sono Susanna e appartengo al gruppo etnico degli Enxet. Sono
sposata e ho quattro figli. Sono nata e ho sempre vissuto nella
regione del Paraguay che si chiama Chaco. Dove vivo non abbiamo corrente elettrica o acqua corrente, neppure un ospedale.
Dipendiamo dalla pioggia per i nostri raccolti, in tempo di siccità
la nostra sofferenza è grande.
13
Il nostro più grande desiderio è poter predicare e insegnare la
Parola del Signore. Soffro per tutte quelle donne che, essendo
analfabete, non possono soddisfare il loro desiderio di testimonianza della Parola. Per coloro che hanno potuto riconquistare le
proprietà terriere, anche grazie all'aiuto delle chiese, è stata una
benedizione. Purtroppo vi sono ancora molti senza terra e per
loro non esiste speranza nella vita.
Una bambina che lavora
Mi chiamo Angelica. La mia casa, come quelle del mio vicinato,
è di cartone e plastica. Siamo in 9 tra fratelli e sorelle. Alle 7 di
mattina, dopo aver bevuto una tazza di “cocido”, vado alla
scuola cristiana; qualcuno paga la mia retta perché non posso
permettermelo. Pranzo alla scuola con altri bambini che lavorano
come me. Ho 11 anni e sono esperta nel lavare i parabrezza delle
macchine, lavoro che faccio fino a tarda sera.
Una giovane laureata all'università
Sono Rosalba. Sono stata fortunata perché ho potuto frequentare
l'università. Ho visto i sacrifici che i miei genitori hanno fatto per
darmi la possibilità di frequentare la scuola fino alle superiori.
Sono stata fortunata a trovare un lavoro che mi ha dato la possibilità di frequentare l'università. Certo, i miei genitori non avrebbero potuto continuare a mantenermi agli studi. Mi ritengo privilegiata perché ho una laurea, sono farmacista e invito i giovani a
non scoraggiarsi e a continuare gli studi.
Un’artista
Mi chiamo Anahi. Sono nata in una famiglia di musicisti e, da
bambina, ho cominciato a suonare l'arpa paraguayana con mio
padre. Ho sempre suonato a orecchio. Suonare l'arpa mi ha permesso di viaggiare e di far conoscere la musica paraguayana in
molti paesi. Ho imparato che attraverso la musica possiamo
conoscere meglio altre culture ed essere più uniti. Ringrazio il
Signore per questo dono che mi ha dato.
Un’artigiana
Mi chiamo Mercedes e lavoro i ňanduti. Ci tramandiamo
quest’arte da madre a figlia. Questo lavoro richiede molta atten14
2. Secondo Efesini 1:22-23, qual è il fondamento dell’unità?
Sembra un obiettivo irrealizzabile? Vale la pena di cercare di
vivere secondo questi principi?
Secondo Efesini 4:4-6, quali sono le sette dimostrazioni di unità
che già sono visibili tra i credenti? Oggi tendiamo ad enfatizzare
le cose che ci dividono piuttosto che quelle che ci uniscono? Che
cosa è stato fatto in pas sato per cambiare e migliorare questa
situazione? Potresti indicare qualcosa che tende a dividere i credenti? Sapresti indicarne le origini? Che cosa è stato fatto o potrebbe essere fatto per cambiare questa situazione?
3. Quale diversità all’interno dell’unità è possibile nella chiesa?
Vv. 7-16 – A chi Dio ha elargito i doni e qual è il motivo di tanta
diversità? Conosci i tuoi doni? Come potresti usarli per l’edificazione del corpo di Cristo?
4. Che cosa ci esorta a fare l’apostolo, sia individualmente che
come corpo di Cristo, nei vv. 13-16? Perché la maturità cristiana
non è semplicemente una questione personale? In che modo le
differenze e la varietà di doni ci consentono di rafforzare l’unità
nella chiesa? Riflettiamo sull’impatto che la chiesa potrebbe
avere nel mondo se mettessimo in pratica gli insegnamenti
dell’apostolo.
Riflessioni
Viviamo in un mondo caratterizzato dall’assenza di unità e
conosciuto per i suoi conflitti, le lotte e le divisioni. Una nazione
si leva contro l’altra; una razza contro un’altra. Ovunque volgiamo lo sguardo vediamo violenza. La società si compone di
differenti strutture di classe che cercano di escludersi a vicenda.
La vita delle famiglie è disintegrata e persino le chiese si scindono in tanti piccoli gruppi.
In effetti, non è cambiato molto da quando Caino uccise suo
fratello Abele. Anche al tempo di Noè la malvagità e la violenza
avevano raggiunto livelli tali che Dio mandò il diluvio su tutta la
terra.
Ma quello non fu, né sarà mai, il piano di Dio a favore dell’u-
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STUDIO BIBLICO (Efesini 4:1-16)
La lettera agli Efesini fu scritta durante la
prigionia di Paolo a Roma (6:20). Efeso era
un importante centro nella provincia romana in Asia, e la lettera sembra essere una
circolare indirizzata ai pagani convertiti di
tutta l’Asia minore. Essa contiene concetti e
verità di assoluta profondità. L’apostolo
Paolo qui mostra un inequivocabile interesse affinché tutti i credenti in Asia colgano l’immensità e la vastità dell’amore di Dio
per loro e come il suo piano a favore dell’umanità sia stato rivelato e adempiuto nella persona di Gesù Cristo.
Ẻ quasi possibile cogliere l’eco della voce dell’apostolo mentre
descrive questo sorprendente amore di Dio in Cristo (3:16-19).
Se siamo fermamente radicati nell’amore di Cristo, allora potremo sforzarci di vivere secondo quell’amore che si accompagna
all’unità e alla pace (4:2-3).
Il capitolo 4 si apre con l’espressione “Io, dunque, vi esorto…”.
Tenendo presente che si tratta di una lettera, sarebbe opportuno
rileggere i primi tre capitoli in sequenza per meglio comprendere
il testo scelto per questo studio biblico.
I primi sei versetti del capitolo 4 mettono in evidenza l’unità
dello Spirito Santo, mentre i vv. 7-16 riguardano maggiormente i
doni dello Spirito elargiti alla chiesa.
Spunti di riflessione sullo studio di Efesini 4:1-16
1. L’apostolo Paolo ci lancia una sfida: se abbiamo una nuova
vita in Cristo, vivremo in modo diverso, creando una nuova società (4:1-3). Come? Riflettiamo sulle virtù cristiane menzionate.
Che cosa implicano l’umiltà e la mansuetudine per le donne
oggi? Perché siamo chiamate ad essere pazienti? Leggere Romani 2:4 e 2 Pietro 3:15 per acquisire una maggiore consapevolezza dei benefici che derivano da un simile comportamento
26
zione e molta fatica: bisogna imparare cinquantatre disegni diversi, preparare la cornice, il tessuto e i fili, riportare il disegno
sulla stoffa, ricamarlo e infine tagliare la stoffa senza danneggiare il ňanduti. Purtroppo, non si guadagna molto per questo
lavoro. Noi consideriamo il ňanduti come il padre per i nostri
figli perché ci permette di provvedere al loro pane quotidiano. Il
mio lavoro mi piace perché posso rimanere a casa, sviluppa le
mie abilità mentali e fisiche, calma la mia anima.
Lettrice: Preghiamo. Ti ringraziamo, Signore, per le testimonianze di queste donne. Ti preghiamo di accompagnarle nelle
loro necessità e nei loro problemi, nei loro doni e abilità.
Lettura biblica: Efesini 4:1-16
Canto
Meditazione
Canto
Raccolta delle offerte e presentazione del progetto
Preghiera di ringraziamento
Preghiere di intercessione
Lettrice: Uniti nel mondo intero, sotto la tenda del Signore,
chiediamo che lo Spirito Santo ci aiuti a perseverare nella
preghiera di intercessione per l’umanità.
1ª voce: Preghiamo perché coloro che hanno responsabilità di
governo sappiano agire con saggezza e giustizia.
2ª voce: Ti chiediamo di aiutarci a non rimanere in silenzio, ma a
denunciare ingiustizie, violenza e falsità.
3ª voce: Ti chiediamo di poter camminare nelle strade del nostro
paese in pace e senza paura.
15
(Pausa per preghiere spontanee)
Canto
4ª voce: Ti chiediamo di farci comprendere che, andando sempre
di corsa, non ci rendiamo conto di allontanarci da coloro che
hanno bisogno di noi: gli anziani, i disabili e le vittime delle
guerre.
A - valutate le condizioni di vita delle vostre madri
B - ora valutate il vostro stile di vita
C - che tipo di vita vorremmo per i/le nostri /e figli/e?
D - includete Dio nelle vostre scelte di vita per i/le vostri/e
figli/e?
6. Come viene vissuta, nelle vostre città, nel vostro paese l'unità
tra i figli e le figlie di Dio?
5ª voce: Ti chiediamo di aiutarci a non costruire mura di separazione verso coloro che hanno culture diverse dalla nostra, ma
rendici capaci di dare rifugio a chi ne ha bisogno.
7. La Giornata Mondiale di Preghiera aiuta ad attuare questa
unità?
6ª voce: Ti chiediamo di aiutarci a renderci utili verso coloro che
hanno subito violenze sessuali.
8. Le autorità militari, civili o religiose del paese dove vivi
riconoscono e danno spazio all'autorità di Dio?
(Pausa per preghiere spontanee)
Rev. Mariela S. Bohl, Chiesa evangelica di Rio de la Plata
(luterana)
Canto
7ª voce: Ti chiediamo che i bambini di tutto il mondo abbiano la
possibilità di giocare e studiare, che non debbano più soffrire la
fame o le violenze, che siano allontanati dal pericolo della droga.
8ª voce: Ti chiediamo che i giovani, con il loro entusiasmo e la
loro creatività, possano aprire la via a un mondo di giustizia e
armonia.
9ª voce: Infine, ti preghiamo perché il dono che ci hai fatto della
creazione non venga più distrutto dall'ingordigia e dallo sfruttamento.
(La comunità può formulare preghiere secondo le necessità locali utilizzando il simbolo della “tenda di Dio”).
Canto
Lettrice: Signore, siamo sotto la tua tenda, uniti dal filo del tuo
16
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sogna fare una cornice di legno dove viene poi tesa una tela che
servirà da supporto per il pizzo. È un lavoro che richiede molta
concentrazione e pazienza, il più piccolo errore danneggia il lavoro già fatto. Quando il pizzo è completato, viene inamidato per
dargli più corpo.
amore. Tu conosci i nostri pensieri e sentimenti più profondi, ti
preghiamo di accogliere le nostre preghiere e di rispondere secondo il tuo volere. Nel nome di Gesù Cristo, nostro Signore e
Salvatore che ci ha insegnato a pregarti dicendo:
Padre Nostro
Come il ňanduti ha bisogno di una base solida per essere realizzato; così, per realizzare l'unità dei cristiani tra i figli e le figlie di
Dio nel mondo, c’è bisogno alla base di Gesù Cristo e di persone
pazienti e capaci che possano intessere una rete di unità. L'unità
dei credenti non è cosa facile, bisogna saper tendere e allentare i
fili rispettando le varie idee e con il consenso unanime. Una parola pesante di disaccordo può avere gravi conseguenze. La cornice con la tela tesa è pronta, Dio è sempre presente, noi stiamo
iniziando il ricamo o, meglio, continuiamo a tessere il ňanduti
dell'unità? L'unità cresce solamente quando cresce la capacità di
accettare le differenze dell'altro. Nessuno è il ricamo centrale al
quale ne vengono cuciti altri per completare il lavoro, piuttosto
cerchiamo di vedere a quale pizzo possiamo essere cuciti per
completare l'unità. I diversi colori delle tradizioni e confessioni
che l'umanità ha creato possono essere mantenuti, e le diversità
possono essere parte integrante di un enorme ňanduti nel piano di
Dio per il nostro mondo.
Benedizione
Ora a colui che può, mediante la potenza che opera in noi, fare
infinitamente di più di quel che domandiamo o pensiamo, a lui
sia la gloria nella chiesa, e in Cristo Gesù, per tutte le età, nei
secoli dei secoli, amen (Efesini 3:20-21).
Domande per una riflessione in gruppi
1. Pensate a una situazione che nel vostro paese, regione o città
sia stata così incredibile, sconvolgente che vi ha fatto ridere.
2. Nei vostri sogni, quali provvedimenti innovativi vedete?
3. Se pensate ai cambiamenti che vengono proposti per il
mondo, quale vi fa sorridere?
4. Quali sarebbero le vostre soluzioni per risolvere i problemi?
5. Tempo di cambiamenti: Dio valuta Sara e la rende partecipe
dei suoi piani per il mondo. Dio non vuole che si nasconda; anzi,
la cerca e si interessa a lei. Riflettete su:
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Studio biblico – Genesi 18:1-15
Uniti sotto la tenda di Dio
Temi: Unità dei cristiani
Autorità di Dio
Ňanduti: simbolo di unità nella diversità
Lettura del testo
Prima di iniziare lo studio del testo vi consiglio di leggere i passi
indicati almeno due volte, tre sarebbe l'ideale. La prima lettura
può essere veloce, tanto per avere un'idea di cosa si tratta. Nella
seconda, più lenta, fate particolare attenzione alle parole. Durante
la terza lettura, cercate di entrare nei vari personaggi e nella
situazione descritta.
Sviluppo del testo
Il testo ci porta all'interno della vita familiare di Abramo e Sara
in una zona rurale, lontano dalla vita cittadina. Troviamo Abramo
seduto davanti alla sua tenda, atteggiamento tipico della sua
civiltà. Sara è nella tenda che si occupa delle faccende domestiche.
Abramo non sta contemplando il panorama, è pensieroso. Dio gli
ha promesso una discendenza da Sara, discendenza che non è
arrivata. È ancora assorto quando al verso 1 leggiamo: “Il Signore apparve ad Abramo”. Abramo alza lo sguardo e vede tre
uomini. Il testo parla alternativamente di Dio, al v. 1, e di tre uomini, dal v. 9 al 15, che arrivano alla tenda. Il fatto importante è
che Dio ha incontrato Abramo. Abramo reagisce invitando gli
ospiti nella sua tenda e si appresta a servirli. Li ospita all'ombra dell'albero e offre acqua per lavarsi i piedi.
Perché offre acqua per lavarsi i piedi? Che bisogno avevano di
lavarseli? Solo chi cammina per molto tempo in strade polverose
ne ha bisogno. Questo ci ricorda che i tre visitatori hanno fatto un
18
famiglia. Sara è intenta alle faccende domestiche, compito importante anche per le donne paraguayane. Fatti che avvicinano
molto gli uomini e le donne del Paraguay ai personaggi del testo,
anche se non mi sembra giusto avvicinare un solo paese al testo
biblico.
Il messaggio biblico, in particolar modo in occasione della Giornata Mondiale di Preghiera, dovrebbe essere liberatorio per tutti
gli abitanti della terra. In questa occasione penso sia molto importante riscoprire l'importanza dei valori umani che rendono
tutta la popolazione della terra figli e figlie di Dio.
Nel racconto vediamo Dio che cammina, che si sporca i piedi con
la nostra terra, la sua terra. Dio è l'unico, e ha creato questa
terra, anche se non tutti lo accettano. Possiamo vedere “primi e
terzi mondi” ma fanno tutti parte dello stesso pianeta. Il luogo
dove si svolge la nostra storia oggi fa parte del cosiddetto “terzo
mondo”. Sembra buffo pensare che il luogo dove Dio è stato, sia
oggi considerato di terza classe, mentre posti dei quali non abbiamo nessuna conoscenza di una sua presenza vengano considerati di prima classe. Noi, abitanti del Paraguay, non desideriamo
essere parte del primo mondo. Dovremmo desiderare di far parte
tutti di un solo mondo dove tutti i figli di Dio possano vivere e
andare verso di lui che li incontra e che aspetta di mangiare nella
casa di chi lo vuole ospitare. Dio valuta chi siamo e come siamo,
e accetta di essere servito per valutare quello che siamo capaci di
offrire e non per un suo personale piacere.
Dobbiamo essere capaci di dare il vero valore alla terra, non per
quello che può offrire al nostro benessere, ma perché è stata
creata da Dio.
Ňanduti: simbolo di unità
Le sorelle del Comitato del Paraguay hanno scelto come simbolo
di unità il ńanduti, che tradotto vuol dire “ragnatela”, pizzo tipico
del loro paese: un complicato intreccio di nastri per formare
disegni, a forma di fiore, che vengono cuciti insieme per formare
un unico pizzo di misure diverse. Prima di iniziare il ricamo, bi23
presa nel suo piano e diventerà simbolo per l'unità dei popoli.
Dio non è un mago, lancia la sfida e ci invita a camminare con
lui, ma dobbiamo fare la nostra parte. Dio dà al suo popolo la
sicurezza che le sue promesse si realizzeranno, è Dio che ci protegge con il suo mantello dall'inizio della storia della salvezza.
Abbiamo scelto il tema “Uniti sotto la tenda di Dio”, che in
spagnolo si traduce “Uniti sotto il mantello di Dio”, questa espressione ci aiuta di più a comprendere la sua benignità. È un
mantello che non si vede ma che ci protegge portando gioia, felicità, pace, tranquillità e speranza alla famiglia e al suo popolo.
Abramo e Sara sono stati protetti dal mantello di Dio.
All'inizio del racconto troviamo un uomo seduto all'entrata della
tenda, con lo sguardo fisso per terra, e una donna nella tenda che
si occupa delle faccende domestiche, nella monotona routine di
ogni giorno. Ora ritroviamo una coppia, mano nella mano, che
guarda i tre visitatori mentre si allontanano. Per loro è una giornata di grandi cambiamenti e di felicità, protetti da quel mantello
che ha cancellato l'angoscia che impediva la felicità. Quello
stesso mantello, lo stesso Dio ogni giorno ci protegge quando la
realtà intorno a noi cancella la speranza, trasformando la tristezza
in felicità. Quello che sembrava impossibile diventa realtà. Quel
mantello, quell'autorità, il potere di Dio ci spronano a non nasconderci, ma a mostrarci, anche con le nostre debolezze, i nostri
errori davanti a lui e, perché no, di fronte ai nostri fratelli e
sorelle. Malgrado le nostre imperfezioni, che Dio conosce, ci
riceve e ci assegna dei compiti, delle missioni che ci permettono
di percepire e vivere la sua Parola per poter dare continuità al suo
Regno e al compimento delle sue promesse per il popolo.
Osservazioni
La similitudine della cultura e del paesaggio del nostro racconto
con il contesto del Paraguay è impressionante. Il clima caldo
dell'est, che invita a cercare il fresco degli alberi, è lo stesso che
abbiamo nel nostro paese; mangiamo lo stesso cibo: pane, carne,
latte e lardo. Notiamo un certo autoritarismo in Abramo, nello
stesso modo al maschio paraguayano piace avere autorità sulla
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lungo e disagiato viaggio. Hanno dimostrato di non essere dei
maghi che appaiono all'improvviso e spariscono a loro piacimento. Sapendo che nel testo è Dio che appare ad Abramo, nel
racconto troviamo tre messaggeri che camminano nella stessa
polvere calpestata da tutti i suoi figli e le sue figlie. La terra che
Abramo calpesta sta molto a cuore a Dio. Il mondo dove abitano
Abramo e Sara è un mondo pieno di dignità, non è un “secondo”
o “terzo” mondo, è parte della creazione di Dio dove Dio stesso
cammina.
Dio cerca Abramo, lo cerca camminando finché lo trova. È interessante notare che non è Abramo a cercare Dio per chiedere
benedizioni per una nuova vita, ma è Dio a donare ad Abramo e
Sara un importante dono.
Secondo voi, il fatto che Dio sia andato da Abramo e Sara
sminuisce la sua autorità? Io rispondo: NO.
L'autorità di Dio non è vanità, non è mettersi in mostra, ma egli
agisce per il bene del suo popolo. L'autorità di Dio è sempre visibile, siamo noi che spesso dubitiamo e non sappiamo riconoscerla. Dobbiamo imparare a diventare umili di fronte a lui, non
umiliarci, ma riconoscere che siamo sue creature. Prendiamo
come esempio l'atteggiamento di Abramo e Sara di fronte agli
ospiti: Abramo li ha invitati all'ombra per riposarsi, ha offerto
loro del cibo; Sara, assieme ai servi, ha preparato il cibo.
Non possiamo capire l'autorità di Dio se la paragoniamo a quella
degli uomini, che non sempre sanno accettare i doni che persone
semplici offrono. Dio accetta i nostri doni, anche i più piccoli,
perché nella sua grandezza sa valutare quello che le nostre mani
possono offrire. Autorità non significa guardare dall'alto in basso,
opprimere il popolo. Riconoscere l'autorità di Dio non significa
“strisciare” o sminuirsi, ma offrire ciò che, individualmente o
come comunità, possiamo dare. Dio non domanda di più, non
chiede ciò che non possiamo offrire. La nostra fede, la nostra
saggezza ci permettono di capire quello che è gradito al Signore.
Egli non vuole né caviale né champagne, accetta il latte e il pane.
La nostra sfida è di mettere a disposizione del Signore i nostri
doni, noi stessi, il nostro tempo, il nostro amore, la nostra vita.
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La nostra attenzione viene attirata dal fatto che i visitatori
chiedano di Sara. È evidente che la conoscono perché la chiamano per nome. Trovano strano che non sia lei ad accoglierli e
servirli?
Dio parla e fa una promessa: dare un figlio a Sara e ad Abramo.
Nei primi versetti del testo leggiamo che sono ambedue avanti
con gli anni e Sara ha passato l'età che le permette di avere figli.
Sara, pensando alla sua situazione, ride; è impossibile per lei rimanere incinta. Ride, non vuole offendere nessuno, ride nascondendosi. Ma Dio la sente e ne domanda la ragione. Dio domanda
ad Abramo (Sara): “Vi è qualcosa che sia troppo difficile per il
Signore?”. Sara tenta di negare di aver riso, ma Dio la riprende.
A una prima lettura sarebbe facile prendere le distanze da Sara e
dal suo rifiuto di credere al Signore. Il lettore, però, è facilitato
dal fatto che nei primi versetti legge che è il Signore a parlare.
Sara sapeva chi erano i visitatori?
Non possiamo biasimarla per il fatto che non abbia creduto alle
loro parole, visto la sua età e la sua condizione fisica. Possiamo
far notare la sua poca sincerità, avrebbe potuto far presente la sua
situazione e domandare come tutto questo sarebbe stato possibile.
Sarà l'atteggiamento che ritroviamo in Maria quando le viene
annunciata la nascita futura di Gesù.
Sara ascolta e riflette. L'angoscia di non aver potuto dare figli ad
Abramo provoca la sua risata. Che cosa significa la sua risata?
Scherno, gioia, incredulità o incomprensione? Sicuramente non
era solo un sorriso, ma una risata. Spesso, anche noi, se non
troviamo una risposta, ridiamo. Quali sono i nostri sentimenti
leggendo questo testo? Sara desidera avere un figlio, ma sa che è
naturalmente impossibile e che solo un miracolo potrebbe realizzare il suo desiderio. Con la sua risata esprime quello che non sa
dire con le parole: che il miracolo avvenga.
Talvolta la realtà è talmente opprimente, angosciante e crudele
che, se cerchiamo di immaginare qualcosa di diverso nella vita,
non possiamo fare altro che ridere. Spesso la dura realtà non ci
permette di immaginare altre situazioni.
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Nella storia, spesso, il lavoro delle donne nel mondo è sottovalutato e non apprezzato. Molte portano avanti il loro lavoro
nell’ombra, dietro la scena, mentre altri - sia uomini sia donne
sono in prima linea. Dio chiama le donne, ci chiede: “Dove
sei?”. Ci vuole vedere, non dobbiamo nasconderci, dobbiamo
essere sincere. I cambiamenti non avvengono da un giorno all'altro, ma sono frutto di un lungo processo. Dio ci dà la spinta, ma
noi dobbiamo essere coinvolti e impegnarci e credere. Molte
volte la realtà può essere scoraggiante, ma la fiducia in Dio deve
continuare a essere viva. In Paraguay spesso le nostre aspettative
sono deluse, sogniamo un paese, una istruzione, un’ assistenza
sanitaria alla portata di tutti e meno corruzione. La fiducia data ai
governi ha visto le nostre speranze sgretolarsi, ma come cristiani
dobbiamo continuare ad avere fiducia che i nostri sogni si possano avverare. In particolare, bisogna continuare a credere, leggere la Bibbia, pregare, ma soprattutto bisogna agire. Ogni tanto
anche noi, pensando alla possibilità di cambiamenti, ridiamo, ma
Dio ci richiama domandandoci: “Vi è qualcosa che sia troppo
difficile per il Signore?”. Forse l'avverarsi dei cambiamenti
richiede la nostra sincerità, anche se non siamo completamente
convinti della possibilità. Dobbiamo essere sinceri e capaci di
ricominciare.
“Sara rise” - un modo per esprimersi, forse non il migliore, ma è
servito a qualcosa. Da questo momento in poi Sara farà parte integrante della catena del piano di Dio per il suo popolo. Sara e
Abramo, dai quali discendiamo, rappresentano il sentiero scelto
da Dio affinché ci riconosciamo fratelli e sorelle provenienti da
diverse culture e razze. Attraverso Sara le donne del Paraguay si
sentono unite alle sorelle di tutto il mondo. Ovunque ci siano
donne che leggono il testo di Genesi 18, esse sono nostre sorelle
e chiediamo loro di pregare per il Paraguay perché avvengano,
nel nostro paese, i cambiamenti necessari per una vita migliore.
Aiutateci con le vostre preghiere.
La visita di Dio ad Abramo e Sara finisce quando i tre visitatori
si allontanano lungo il sentiero, lasciando come dono la promessa
che diventeranno, per la prima volta, genitori. Sara vivrà completamente la meravigliosa avventura della maternità. Dio l'ha com21
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liturgia 2007 finale FINALE E SPERO FINALE.pub