Parrocchia
SS. Giacomo
e Cristoforo
Cerro al Lambro
Gennaio 2007—n. 60
Don Umberto: Tel. e Fax 02 9834568 – Cell. 338 6691141
Oratorio: Telefono 02 9835623—www.parrocchiacerro.it
Venuti dall’Oriente
Per Adorare
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Carissimi parrocchiani,
Una delle feste dell’anno liturgico più cariche di intensità emotiva e
di luce teologica è certamente la solennità dell’Epifania: “VENUTI
DALL’ORIENTE PER ADORARE”. Vogliamo qui suggerire alcuni
spunti di commento alla splendida pagina matteana della visita dei
Magi: questo brano evangelico è il fulcro della celebrazione della
Parola in questo giorno tutto dominato dall'appello a non perdere
la rivelazione del Cristo, a non cadere nel baratro del rifiuto e dell'indifferenza, ma a lasciarsi rivestire della luce di Dio che trasforma ed eleva.
I Vangeli dell’infanzia sono a
pieno titolo vangeli, cioè lieto
annunzio, e non soltanto dei
racconti volti a soddisfare la
nostra curiosità di sapere qualcosa del bambino Gesù; ora se
Matteo e Luca ci hanno trasmesso dei racconti dell’infanzia di Gesù non è per colmare
lacune biografiche su Gesù, ma
per farci meglio comprendere il
mistero di Gesù come Cristo e
Figlio di Dio. È comprensibile
allora come la preoccupazione
teologica più che quella biografica sia dominante in questi
racconti, che pur conservando
un nucleo di storicità, sono presentati come anticipazioni profetiche della pienezza del mistero di Gesù. Ora al centro del
mistero di Gesù sta l’evento
pasquale con la morte di Gesù
rifiutato dai suoi connazionali e
con la sua risurrezione e l’apertura del vangelo a tutte le genti. Così anche Matteo ci vuol far
pensare, mentre leggiamo il
suo racconto dell’infanzia di
Gesù, al suo “destino” da adulto.
Nel rifiuto di Erode, dei saggi di
Gerusalemme e di tutto il popolo (2all’udire queste parole
Erode fu turbato e con lui tutta
Gerusalemme”) vediamo profetizzato il rifiuto che il popolo di
Gerusalemme - secondo Matteo
- farà di Gesù durante il suo
processo, rifiuto che ne faciliterà la condanna voluta dai capi
religiosi. Si legga Mt 27, 25:Tutto il popolo rispose: Il suo
sangue ricada su di noi e sui
nostri figli. All’indifferenza del
popolo e all’ostilità di Erode e
all’incredulità dei sacerdoti Matteo contrappone l’atteggiamento dei Magi venuti da lontano
per adorare il nato Re. Essi sono simbolo di quelle folle pagane che accorreranno e aderiranno all’annuncio cristiano.
Matteo scrive quando questo
rifiuto da parte degli ebrei persisteva, mentre, con l’annuncio
evangelico della comunità cristiana, i pagani che entravano
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nella Chiesa erano sempre più
numerosi. (Si veda anche la
conclusione della parabola dei
vignaioli omicidi in Mt 21, 43
nella quale la vigna viene tolta
al popolo che l’ha avuta in consegna e viene ceduta a un’altra
nazione).
don Umberto—Parroco
I protagonisti del racconto
Il racconto si snoda tra vari protagonisti: Erode, i Magi, il bambino
e sua madre, gli scribi, la stella, e tra due luoghi (Gerusalemme e
Betlemme).
Cominciamo con questi due luoghi, che diventano simboli di due
condizioni spirituali.
A Gerusalemme c'è turbamento di tutta la città con in testa Erode. Questo turbamento è il contrario della gioia che trabocca a Betlemme. Gerusalemme rappresenta la chiusura dell'uomo che non si
apre al riconoscimento del vangelo, che diventa invece fonte di disagio e turbamento.
Betlemme, la città degli umili natali di Davide rappresenta la condizione dell'uomo che non è teso esclusivamente alla ricerca del
proprio potere ma si apre alla Lieta Notizia che rischiara la sua vita
e la ricolma di gioia. A Gerusalemme non c'è luce, ma solo buio e
trame segrete di morte, mentre a Betlemme vi sono la luce della
stella, il bambino e la madre e l'omaggio regale. Su questo contrasto si intravede poi la preoccupazione di offrire una comprensione
spirituale e teologica della nascita di Gesù in rapporto al luogo nel
quale egli è stato partorito.
Il testo del profeta Michea 5, 18 dice: E tu. Betlemme di Efrata,
così piccola per essere fra i capoluoghi di Giuda, da tè uscirà infatti
un capo, che pascerà il mio popolo Israele!!
Questo testo serve a leggere l'origine betlemita di Gesù alla luce
delle Scritture e come conferma della sua origine davidica e della
sua dignità messianica.
Erode è un Idumeo che da usurpatore pretende di regnare in Giudea. Gli storici dell'epoca ce lo descrivono come un uomo cinico,
violento e senza scrupoli. La sua regalità fa da contrasto con la vera regalità, quella del bambino di Maria che sarà Re nel servizio
amoroso degli uomini. Erode rappresenta assai bene l'uomo che,
attaccato al suo potere, al suo prestigio, non si apre alla verità, ma
anzi la nega e la teme. Ma il progetto menzognero e assassino di
Erode non riuscirà a giungere a termine. Nella congiura di Erode è
raffigurata in definitiva l'alternativa che si pone all'uomo: o cercare
seriamente la verità e con essa trovare e dare la vita, o rifiutare la
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verità con comportamenti menzogneri che non possono che essere
fonte di dolore e morte.
I Magi sono personaggi assai cari alla pietà popolare che li pensa
come tre a causa dei tre doni. In realtà Matteo non ne precisa il
numero ne l'esatta provenienza. Sono gente colta, esperta in astronomia (all'epoca poco distinta dall'astrologia). Essi sono un
simbolo concreto della sapienza umana autentica, di quella sapienza che è ricerca della verità e apertura sincera all'incontro con la
rivelazione di Dio. Essi vengono da oriente come era venuto Abramo, vengono a cercare il re che è nato. Il loro lungo cammino, guidato da una stella, è un cammino verso la liberazione.
Gli scribi sono simbolo di un Israele che ha avuto la possibilità di
riconoscere in Gesù l'adempimento delle Scritture, ma che per la
durezza del suo cuore non si è lasciato illuminare da Dio e quindi
non si è aperto alla gioia del Vangelo. Anche questi scribi sono turbati dalla notizia dei Magi e non ne proveranno alcuna gioia; se si
pensa che l'Antico Testamento esalta la contemplazione della Scrittura come fonte inesauribile di gioia per il credente, si comprende
bene come questi scribi non abbiano più un genuino e sincero incontro con le Scritture. Esse per costoro sono diventate solo tradizione ed erudizione, ma non rivelazione del volto misericordioso di
Dio e fonte di vita. I Magi al contrario quando vedranno riapparire
la stella proveranno una grandissima gioia. Essi vengono avvolti di
luce, cioè abbracciati da Dio stesso che ci strappa all'oscurità della
non conoscenza e ci eleva a sé rivelandoci il suo amore.
Il Bambino e Maria. Il motivo del Re bambino anticipa il motivo
della debolezza e del nascondimento della gloria che questo Re universale (Re dei Re) manifesterà sulla croce. Il fatto poi che si menzioni solo Maria, quando i due capitoli dell'infanzia hanno in Matteo
come protagonista principale Giuseppe, è per sottolineare, forse,
ancora una volta il concepimento verginale, il fatto che quel bimbo
è il figlio di Dio e di Maria.
I doni offerti dai Magi in omaggio sono tra i tesori più preziosi dell'antichità. Matteo li menziona perché vede in essi l'adempiersi delle scritture (cfr Is 60, 6ss e il Salmo 72, che ha un chiaro colore
messianico). D'altro canto i doni hanno forse valore profetico. L'oro
è simbolo della regalità, l'incenso è offerto alla divinità e la mirra è
il profumo nuziale del Messia sposo (cfr Sal 45, 9). L'omaggio che i
Magi esprimono con i doni è un riconoscimento della divinità di Gesù. Così gli splendidi regali che, secondo il Salmo 72, 10-11, dovevano affluire a Gerusalemme arrivano a questa casa privata, a
questo bambino che sembra non avere nulla di regale. È ancora
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una volta una allusione al mistero della Pasqua, al Crocifisso: Dio
tributa tutto l'onore e il potere ad uno al quale si sarebbe dato solo
scherno e disprezzo, e la fede gli riconosce la signoria universale!
Tornarono per un’altra strada. Una volta trovato il Messia diventa inutile e pericoloso ritornare a Gerusalemme. Non è solo un'annotazione cronachistica, ma un'ammonizione ai cristiani che
dal paganesimo sono giunti a Cristo. Riconoscere Cristo e accogliere la volontà di Dio non significa farsi giudei, aderire alla via della
Legge, tornare sulla strada della circoncisione, ma riconoscere che
una nuova strada è stata aperta e che è per questa via che bisognerà camminare. È la "via" (cfr Atti degli Apostoli dove "via" è usato in senso assoluto, come sinonimo di cristianesimo: At 9, 2;
18, 25-26; 19, 9, ecc...) costituita dalla fede in Cristo e dalla condotta di vita che ne segue.
VITA ECCLESIALE
Il messaggio di Benedetto XVI
per la GIORNATA MONDIALE della PACE
“LA PERSONA UMANA, CUORE DELLA PACE”
Diritto alla vita
È doveroso denunciare lo scempio che della vita si fa nella nostra società: accanto alle vittime dei conflitti armati , del terrorismo e di svariate forme di violenza, ci sono le morti silenziose
provocate dalla fame, dall’aborto, dalla sperimentazione sugli
embrioni e dall’eutanasia. Come non vedere in tutto questo un
attentato alla pace?
Corsa al nucleare
“Altro elemento che suscita grande inquietitudine è la volontà,
manifestata di recente da alcuni stati, di dotarsi di armi nucleari”.
L’ecologia della pace
“L’esperienza dimostra che ogni atteggiamento irrispettoso verso l’ambiente reca danni alla convivenza umana, e
viceversa”.
Libertà religiosa
“In alcuni stati i cristiani vengono addirittura perseguitati, ed anche di recente si sono dovuti registrare tragici
episodi di efferata violenza”.
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Condizione femminile
“Anche la non sufficiente considerazione per la condizione
femminile introduce fattori di instabilità nell’assetto sociale. Penso allo sfruttamento di donne trattate come oggetti”.
Pubblichiamo il testo integrale del Messaggio di Benedetto XVI per
la Giornata mondiale della pace del 1° gennaio 2007 dal titolo «La
persona umana, cuore della pace».
1. All'inizio del nuovo anno, vorrei far giungere ai governanti e ai
responsabili delle nazioni, come anche a tutti gli uomini e le donne
di buona volontà, il mio augurio di pace. Lo rivolgo, in particolare,
a quanti sono nel dolore e nella sofferenza, a chi vive minacciato
dalla violenza e dalla forza delle armi o, calpestato nella sua dignità, attende il proprio riscatto umano e sociale. Lo rivolgo ai bambini, che con la loro innocenza arricchiscono l'umanità di bontà e di
speranza e, con il loro dolore, ci stimolano a farci tutti operatori di
giustizia e di pace. Proprio pensando ai bambini, specialmente a
quelli il cui futuro è compromesso dallo sfruttamento e dalla cattiveria di adulti senza scrupoli, ho voluto che in occasione della Giornata mondiale della pace la comune attenzione si concentrasse sul
tema: Persona umana, cuore della pace. Sono infatti convinto che
rispettando la persona si promuove la pace, e costruendo la pace si
pongono le premesse per un autentico umanesimo integrale. È così
che si prepara un futuro sereno per le nuove generazioni.
La persona umana e la pace: dono e compito
2. Afferma la Sacra Scrittura: « Dio creò l'uomo a sua immagine;
a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò» (Gn 1,27).
Perché creato ad immagine di Dio, l'individuo umano ha la dignità
di persona; non è soltanto qualche cosa, ma qualcuno, capace di
conoscersi, di possedersi, di liberamente donarsi e di entrare in comunione con altre persone. Al tempo stesso, egli è chiamato, per
grazia, ad un'alleanza con il suo Creatore, a offrirgli una risposta di
fede e di amore che nessun altro può dare al posto suo (1). In questa mirabile prospettiva, si comprende il compito affidato all'essere
umano di maturare se stesso nella capacità d'amore e di far progredire il mondo, rinnovandolo nella giustizia e nella pace. Con un'efficace sintesi sant'Agostino insegna: «Dio, che ci ha creati senza di noi, non ha, voluto salvarci senza di noi» (2). È pertanto doveroso per tutti gli esseri umani coltivare la consapevolezza del duplice aspetto di dono e di compito.
7
3.
Anche la pace è insieme un dono e un compito. Se è vero che
la pace tra gli individui ed i popoli - la capacità di vivere gli uni accanto agli altri tessendo rapporti di giustizia e di solidarietà - rappresenta un impegno che non conosce sosta, è anche vero, lo è
anzi di più, che la pace è dono di Dio. La pace è, infatti, una caratteristica dell'agire divino, che si manifesta sia nella creazione di un
universo ordinato e armonioso come anche nella redenzione dell'umanità bisognosa di essere recuperata dal disordine del peccato.
Creazione e redenzione offrono dunque la chiave di lettura che introduce alla comprensione del senso della nostra esistenza sulla
terra. Il mio venerato predecessore Giovanni Paolo II, rivolgendosi
all'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 5 ottobre 1995, ebbe a
dire che noi «non viviamo in un mondo irrazionale o privo di senso
[...] vi è una logica morale che illumina l'esistenza umana e rende
possibile il dialogo tra gli uomini e tra i popoli» (3). La trascendente "grammatica", vale a dire l'insieme di regole dell'agire individuale e del reciproco rapportarsi delle persone secondo giustizia e solidarietà, è iscritta nelle coscienze, nelle quali si rispecchia il progetto sapiente di Dio. Come recentemente ho voluto riaffermare, «noi
crediamo che all'origine c'è il Verbo eterno, la Ragione e non l'Irrazionalità» (4). La pace è quindi anche un compito che impegna ciascuno ad una risposta personale coerente col piano divino. Il criterio cui deve ispirarsi tale risposta non può che essere il rispetto
della "grammatica" scritta nel cuore dell'uomo dal divino suo Creatore. In tale prospettiva, le norme del diritto naturale non vanno
considerate come direttive che si impongono dall'esterno, quasi
coartando la libertà dell'uomo. Al contrario, esse vanno accolte come una chiamata a realizzare fedelmente l'universale progetto divino iscritto nella natura dell'essere umano. Guidati da tali norme, i
popoli - all'interno delle rispettive culture - possono così avvicinarsi
al mistero più grande, che è il mistero di Dio. Il riconoscimento e il
rispetto della legge naturale pertanto costituiscono anche oggi la
grande base per il dialogo tra i credenti delle diverse religioni e tra
i credenti e gli stessi non credenti. È questo un grande punto di
incontro e, quindi, un fondamentale presupposto per un'autentica
pace.
Il diritto alla vita e alla libertà religiosa
4.
Il dovere del rispetto per la dignità di ogni essere umano,
nella cui natura si rispecchia l'immagine del Creatore, comporta
come conseguenza che della persona non si possa disporre a piacimento. Chi gode di maggiore potere politico, tecnologico, economi-
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co, non può avvalersene per violare i diritti degli altri meno fortunati. E infatti sul rispetto dei diritti di tutti che si fonda la pace.
Consapevole di ciò, la Chiesa si fa paladina dei diritti fondamentali
di ogni persona. In particolare, essa rivendica il rispetto della vita e
della libertà religiosa di ciascuno. Il rispetto del diritto alla vita in
ogni sua fase stabilisce un punto fermo di decisiva importanza: la
vita è un dono di cui il soggetto non ha la completa disponibilità.
Ugualmente l’affermazione del diritto alla libertà religiosa pone l'essere umano in rapporto con un Principio trascendente che lo sottrae all'arbitrio dell'uomo. Il diritto alla vita e alla libera espressione
della propria fede in Dio non è in potere dell’uomo. La pace ha bisogno che si stabilisca un chiaro confine tra ciò che è disponibile e
ciò che non lo è: saranno così evitate intromissioni inaccettabili in
quel patrimonio di valori che è proprio dell’uomo in quanto tale.
5. Per quanto concerne il diritto alla vita, è doveroso denunciare
lo scempio che di essa si fa nella nostra società: accanto alle vittime dei conflitti armati, del terrorismo e di svariate forme di violenza, ci sono le morti silenziose provocate dalla fame, dall'aborto,
dalla sperimentazione sugli embrioni e dall'eutanasia. Come non
vedere in tutto questo un attentato alla pace? L aborto e la sperimentazione sugli embrioni costituiscono la diretta negazione dell'atteggiamento di accoglienza verso l'altro che è indispensabile per
instaurare durevoli rapporti di pace. Per guanto riguarda poi la libera espressione della propria fede, un altro preoccupante sintomo di
mancanza di pace nel mondo è rappresentato dalle difficoltà che
tanto i cristiani quanto i seguaci di altre religioni incontrano spesso
nel professare pubblicamente e liberamente le proprie convinzioni
religiose. Parlando in particolare dei cristiani, debbo rilevare con
dolore che essi non soltanto sono a volte impediti; in alcuni Stati
vengono addirittura perseguitati, ed anche di recente si sono dovuti registrare tragici episodi di efferata violenza. Vi sono regimi che
impongono a tutti un'unica religione, mentre regimi indifferenti alimentano non una persecuzione violenta, ma un sistematico dileggio culturale nei confronti delle credenze religiose. In ogni caso,
non viene rispettato un diritto umano fondamentale, con gravi ripercussioni sulla convivenza pacifica. Ciò non può che promuovere
una mentalità e una cultura negative per la pace.
L'uguaglianza di natura di tutte le persone
6.
All'origine di non poche tensioni che minacciano la pace sono
sicuramente le tante ingiuste disuguaglianze ancora tragicamente
presenti nel mondo. Tra esse particolarmente insidiose sono, da
9
una parte, le disuguaglianze nell'accesso a beni essenziali, come il
cibo, l'acqua, la casa, la salute; dall'altra, le persistenti disuguaglianze tra uomo e donna nell'esercizio dei diritti umani fondamentali. Costituisce un elemento di primaria importanza per la costruzione della pace il riconoscimento dell''essenziale uguaglianza tra le
persone umane, che scaturisce dalla loro comune trascendente dignità. L'uguaglianza a questo livello è quindi un bene di tutti inscritto in quella "grammatica" naturale, desumibile dal progetto
divino della creazione; un bene che non può essere disatteso o vilipeso senza provocare pesanti ripercussioni da cui è messa a rischio
la pace. Le gravissime carenze di cui soffrono molte popolazioni,
specialmente del Continente africano, sono all'origine di violente
rivendicazioni e costituiscono pertanto una tremenda ferita inferta
alla pace.
7. Anche la non sufficiente considerazione per la condizione femminile introduce fattori di instabilità nell'assetto sociale. Penso allo
sfruttamento di donne trattate come oggetti e alle tante forme di
mancanza di rispetto per la loro dignità; penso - anche - in contesto diverso - alle visioni antropologiche persistenti in alcune culture, che riservano alla donna una collocazione ancora fortemente
sottomessa all'arbitrio dell'uomo, con conseguenze lesive per la
sua dignità di persona e per l'esercizio delle stesse libertà fondamentali. Non ci si può illudere che la pace sia assicurata finché non
siano superate anche queste forme di discriminazione, che ledono
la dignità personale, inscritta dal Creatore in ogni essere umano
(5).
L'« ecologia della pace »
8. Scrive Giovanni Paolo II nella lettera enciclica Centesimus annus: «Non solo la terra è stata data da Dio all'uomo, che deve usarla rispettando l'intenzione originaria di bene, secondo la quale
gli è stata donata; ma l'uomo è stato donato a se stesso da Dio e
deve, perciò, rispettare la struttura naturale e morale, di cui è stato dotato» (6). È rispondendo a questa consegna, a lui affidata dal
Creatore, che l'uomo, insieme ai suoi simili, può dar vita a un mondo di pace. Accanto all'ecologia della natura c'è dunque un'ecologia
che potremmo dire "umana", la quale a sua volta richiede
“un'ecologia sociale". E ciò comporta che l'umanità, se ha a cuore
la pace, debba tenere sempre più presenti le connessioni esistenti
tra l’ecologia naturale, ossia il rispetto della natura, e l'ecologia umana. L esperienza dimostra che ogni atteggiamento irrispettoso
verso l'ambiente reca danni alla convivenza umana, e viceversa.
10
Sempre più chiaramente emerge un nesso inscindibile tra la pace
con il creato e la pace tra gli uomini. L’una e l'altra presuppongono
la pace con Dio. La poesia-preghiera di san Francesco, nota anche
come «Cantico di Frate Sole», costituisce un mirabile esempio sempre attuale - di questa multiforme ecologia della pace.
9. Ci aiuta a comprendere quanto sia stretto questo nesso tra l’una ecologia e l'altra il problema ogni giorno più grave dei rifornimenti energetici. In questi anni nuove nazioni sono entrate con
slancio nella produzione industriale, incrementando i bisogni energetici. Ciò sta provocando una corsa alle risorse disponibili che non
ha confronti con situazioni precedenti. Nel frattempo, in alcune regioni del pianeta si vivono ancora condizioni di grande arretratezza,
in cui lo sviluppo è praticamente inceppato anche a motivo del rialzo dei prezzi dell'energia. Che ne sarà di quelle popolazioni? Quale
genere di sviluppo o di non-sviluppo sarà loro imposto dalla scarsità di rifornimenti energetici? Quali ingiustizie e antagonismi provocherà la corsa alle fonti di energia? E come reagiranno gli esclusi
da questa corsa? Sono domande che pongono in evidenza come il
rispetto della natura sia strettamente legato alla necessità di tessere tra gli uomini e tra le nazioni rapporti attenti alla dignità della
persona e capaci di soddisfare ai suoi autentici bisogni. La distruzione dell'ambiente, un suo uso improprio o egoistico e l'accaparramento violento delle risorse della terra generano lacerazioni, conflitti e guerre, proprio perché sono frutto di un concetto disumano
di sviluppo. Uno sviluppo infatti che si limitasse all'aspetto tecnicoeconomico, trascurando la dimensione morale-religiosa, non sarebbe uno sviluppo umano integrale e finirebbe, in quanto unilaterale,
per incentivare le capacità distruttive dell'uomo.
Visioni riduttive dell'uomo
10. Urge pertanto, pur nel quadro delle attuali difficoltà e tensioni
internazionali, impegnarsi per dar vita ad un'ecologia umana che
favorisca la crescita dell'albero della pace». Per tentare una simile
impresa è necessario lasciarsi guidare da una visione della persona
non viziata da pregiudizi ideologici e culturali o da interessi politici
ed economici, che incitino all'odio e alla violenza. È comprensibile
che le visioni dell'uomo varino nelle diverse culture. Ciò che invece
non si può ammettere è che vengano coltivate concezioni antropologiche che rechino in se stesse il germe della contrapposizione e
della violenza. Ugualmente inaccettabili sono concezioni di Dio che
stimolino all'insofferenza verso i propri simili e al ricorso alla violenza nei loro confronti. È questo un punto da ribadire con chiarez-
11
za: una guerra in nome di Dio non è mai accettabile! Quando una
certa concezione di Dio è all'origine di fatti criminosi, è segno che
tale concezione si è già trasformata in ideologia.
11. Oggi, però, la pace non è messa in questione solo dal conflitto tra le visioni riduttive dell'uomo, ossia tra le ideologie. Lo è anche dall'indifferenza per ciò che costituisce la vera natura dell'uomo. Molti contemporanei negano, infatti, l'esistenza di una specifica natura umana e rendono cosi possibili le più stravaganti interpretazioni dei costitutivi essenziali dell'essere umano. Anche qui è
necessaria la chiarezza: una visione «debole» della persona, che
lasci spazio ad ogni anche eccentrica concezione, solo apparentemente favorisce la pace. In realtà impedisce il dialogo autentico ed
apre la strada all'intervento di imposizioni autoritarie, finendo cosi
per lasciare la persona stessa indifesa e, conseguentemente, facile
preda dell'oppressione e della violenza.
Diritti umani e organizzazioni internazionali
12. Una pace vera e stabile presuppone il rispetto dei diritti dell'uomo. Se però questi diritti si fondano su una concezione debole
della persona, come non ne risulteranno anch'essi indeboliti? Si
rende qui evidente la profonda insufficienza di una concezione relativistica della persona, quando si tratta di giustificarne e difenderne
i diritti. L'aporia in tal caso è palese: i diritti vengono proposti come assoluti, ma il fondamento che per essi si adduce è solo relativo. C'è da meravigliarsi se, di fronte alle esigenze "scomode" poste
dall'uno o dall'altro diritto, possa insorgere qualcuno a contestarlo
o a deciderne l’accantonamento? Solo se radicati in oggettive istanze della natura donata all'uomo dal Creatore, i diritti a lui attribuiti
possono essere affermati senza timore di smentita. Va da sé, peraltro, che i diritti dell'uomo implicano a suo carico dei doveri. Bene
sentenziava, al riguardo, il mahatma Gandhi: «II Gange dei diritti
discende dall’Himalaya dei doveri». È solo facendo chiarezza su
questi presupposti di fondo che i diritti umani, oggi sottoposti a
continui attacchi, possono essere adeguatamente difesi. Senza tale
chiarezza, si finisce per utilizzare la stessa espressione, "diritti umani" appunto, sottintendendo soggetti assai diversi fra loro: per
alcuni, la persona umana contraddistinta da dignità permanente e
da diritti validi sempre, dovunque e per chiunque; per altri, una
persona dalla dignità cangiante e dai diritti sempre negoziabili: nei
contenuti, nel tempo e nello spazio.
13.
Alla tutela dei diritti umani fanno costante riferimento gli or-
12
ganismi internazionali e, in particolare, l’Organizzazione delle Nazioni Unite, che con la Dichiarazione Universale del 1948 si è prefissata, quale compito fondamentale, la promozione dei diritti dell'uomo. A tale Dichiarazione si guarda come ad una sorta di impegno morale assunto dall'umanità intera. Ciò ha una sua profonda
verità soprattutto se i diritti descritti nella Dichiarazione sono considerati come aventi fondamento non semplicemente nella decisione dell'assemblea che li ha approvati, ma nella natura stessa dell'uomo e nella sua inalienabile dignità di persona creata da Dio. È
importante, pertanto, che gli organismi internazionali non perdano
di vista il fondamento naturale dei diritti dell'uomo. Ciò li sottrarrà
al rischio, purtroppo sempre latente, di scivolare verso una loro
interpretazione solo positivistica. Se ciò accadesse, gli organismi
internazionali risulterebbero carenti dell'autorevolezza necessaria
per svolgere il ruolo di difensori dei diritti fondamentali della persona e dei popoli, principale giustificazione del loro stesso esistere ed
operare.
Diritto internazionale umanitario e diritto interno degli Stati
14. A partire dalla consapevolezza che esistono diritti umani inalienabili connessi con la comune natura degli uomini, è stato elaborato un diritto internazionale umanitario, alla cui osservanza gli
Stati sono impegnati anche in caso di guerra. Ciò purtroppo non ha
trovato coerente attuazione, a prescindere dal passato, in alcune
situazioni di guerra verificatesi di recente. Così, ad esempio, è avvenuto nel conflitto che mesi fa ha avuto per teatro il Libano del
Sud, dove l'obbligo di proteggere e aiutare le vittime innocenti e di
non coinvolgere la popolazione civile è stato in gran parte disatteso. La dolorosa vicenda del Libano e la nuova configurazione dei
conflitti, soprattutto da quando la minaccia terroristica ha posto in
atto inedite modalità di violenza, richiedono che la comunità internazionale ribadisca il diritto internazionale umanitario e lo applichi
a tutte le odierne situazioni di conflitto armato, comprese quelle
non previste dal diritto internazionale in vigore. Inoltre, la piaga
del terrorismo postula un'approfondita riflessione sui limiti etici che
sono inerenti all'utilizzo degli strumenti odierni di tutela della sicurezza nazionale. Sempre più spesso, in effetti, i conflitti non vengono dichiarati, soprattutto quando li scatenano gruppi terroristici decisi a raggiungere con qualunque mezzo i loro scopi. Dinanzi agli
sconvolgenti scenari di questi ultimi anni, gli Stati non possono non
avvertire la necessita di darsi delle regole più chiare, capaci di contrastare efficacemente la drammatica deriva a cui stiamo assisten-
13
do. La guerra rappresenta sempre un insuccesso per la comunità
internazionale ed una grave perdita di umanità. Quando, nonostante tutto, ad essa si arriva, occorre almeno salvaguardare i principi
essenziali di umanità e i valori fondanti di ogni civile convivenza,
stabilendo norme di comportamento che ne limitino il più possibile i
danni e tendano ad alleviare le sofferenze dei civili e di tutte le vittime dei conflitti (7).
15. Altro elemento che suscita grande inquietudine è la volontà,
manifestata di recente da alcuni Stati, di dotarsi di armi nucleari.
Ne è risultato ulteriormente accentuato il diffuso clima di incertezza
e di paura per una possibile catastrofe atomica. Ciò riporta gli animi indietro nel tempo, alle ansie logoranti del periodo della cosiddetta «guerra fredda». Dopo di allora si sperava che il pericolo atomico fosse definitivamente scongiurato e che l'umanità potesse finalmente tirare un durevole sospiro di sollievo. Quanto appare attuale, a questo proposito, il monito del Concilio Ecumenico Vaticano II: «Ogni azione bellica che indiscriminatamente mira alla distruzione di intere città o di vaste regioni con i loro abitanti è un
crimine contro Dio e contro l'uomo, che deve essere condannato
con fermezza e senza esitazione» (8). Purtroppo ombre minacciose
continuano ad addensarsi all'orizzonte dell'umanità. La via per assicurare un futuro di pace per tutti è rappresentata non solo da accordi internazionali per la non proliferazione delle armi nucleari, ma
anche dall'impegno di perseguire con determinazione la loro diminuzione e il loro definitivo smantellamento. Niente si lasci di intentato per arrivare, con la trattativa, al conseguimento di tali obiettivi! È in gioco il destino dell'intera famiglia umana!
La Chiesa a tutela della trascendenza della persona umana
16. Desidero, infine, rivolgere uh pressante appello al Popolo di
Dio, perché ogni cristiano si senta impegnato ad essere infaticabile
operatore dì pace e strenuo difensore della dignità della persona
umana e dei suoi inalienabili diritti. Grato al Signore per averlo
chiamato ad appartenere alla sua Chiesa che, nel mondo, è «segno
e tutela della trascendenza della persona umana» (9), il cristiano
non si stancherà di implorare da Lui il fondamentale bene della pace che tanta rilevanza ha nella vita di ciascuno. Egli inoltre sentirà
la fierezza di servire con generosa dedizione la causa della pace,
andando incontro ai fratelli, specialmente a coloro che, oltre a patire povertà e privazioni, sono anche privi di tale prezioso bene. Gesù ci ha rivelato che «Dio è amore» [1 Gv 4, 8) e che la vocazione
più grande di ogni persona è l'amore. In Cristo noi possiamo trova-
14
re le ragioni supreme per farci fermi paladini della dignità umana e
coraggiosi costruttori di pace.
17. Non venga quindi mai meno il contributo di ogni credente alla
promozione di un vero umanesimo integrale, secondo gli insegnamenti delle lettere encicliche Populorum progressio e Sollicitudo rei
socialis, delle quali ci apprestiamo a celebrare proprio quest'anno il
quarantesimo e il ventesimo anniversario. Alla Regina della Pace,
Madre di Gesù Cristo «nostra pace» (Ef 2, 14), affido la mia insistente preghiera per l'intera umanità all'inizio dell'anno 2007, a cui
guardiamo - pur tra pericoli e problemi - con cuore colmo di speranza. Sia Maria a mostrarci nel Figlio suo Via della pace, ed illumini i nostri occhi, perchè sappiano riconoscere il suo Volto nel volto
di ogni persona umana, cuore della pace!
Dal Vaticano, 8 dicembre 2006
Benedetto XVI
MESSAGGIO DEL S. PADRE
PER LA GIORNATA MONDIALE
DEL MIGRANTE E DEL RIFUGIATO 2007
"LA FAMIGLIA MIGRANTE"
Cari fratelli e sorelle!
In occasione della prossima Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, guardando alla Santa Famiglia di Nazaret, icona di tutte le famiglie, vorrei invitarvi a riflettere sulla condizione della famiglia migrante.
Narra l'evangelista Matteo che, poco tempo dopo la nascita di Gesù, Giuseppe fu costretto a partire di notte per l'Egitto prendendo con sé il
bambino e sua madre, al fine di sfuggire alla persecuzione del re Erode
(cfr Mt 2, 13-15).
Commentando questa pagina evangelica, il mio venerato Predecessore, il
Servo di Dio Papa Pio XII scrisse nel 1952: "La famiglia di Nazaret in
esilio, Gesù, Maria e Giuseppe emigranti in Egitto e ivi rifugiati per sottrarsi alle ire di un empio re, sono il modello, l'esempio e il sostegno di
tutti gli emigranti e pellegrini di ogni età e di ogni Paese, di tutti i profughi di qualsiasi condizione che, incalzati dalla persecuzione o dal bisogno,
si vedono costretti ad abbandonare la patria, i cari parenti, i vicini, i dolci
amici, e a recarsi in terra straniera" (Exsul familia, AAS 44, 1952, 649).
Nel dramma della Famiglia di Nazaret, obbligata a rifugiarsi in Egitto,
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intravediamo la dolorosa condizione di tutti i migranti, specialmente dei
rifugiati, degli esuli, degli sfollati, dei profughi, dei perseguitati. Intravediamo le difficoltà di ogni famiglia migrante, i disagi, le umiliazioni, le
strettezze e la fragilità di milioni e milioni di migranti, profughi e rifugiati. La Famiglia di Nazaret riflette l'immagine di Dio custodita nel cuore di ogni umana famiglia, anche se sfigurata e debilitata dall'emigrazione.
Il tema della prossima Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato La famiglia migrante - si pone in continuità con quelli del 1980, 1986 e
1993, e intende ulteriormente sottolineare l'impegno della Chiesa a favore non solo dell'individuo migrante, ma anche della sua famiglia, luogo e
risorsa della cultura della vita e fattore di integrazione di valori. Tante
sono le difficoltà che incontra la famiglia del migrante. La lontananza fra
i suoi mèmbri e il mancato ricongiungimento sono spesso occasione di rottura degli originari legami. Si instaurano rapporti nuovi e nascono nuovi
affetti; si dimenticano il passato e i propri doveri, posti a dura prova dalla lontananza e dalla solitudine. Se non si assicura alla famiglia immigrata
una reale possibilità di inserimento e di partecipazione, è difficile prevedere un suo sviluppo armonico. La Convenzione Internazionale per la protezione dei diritti di tutti i lavoratori migranti e dei membri delle loro
famiglie, entrata in vigore il 10 luglio 2003, intende tutelare i lavoratori
e le lavoratrici migranti e i membri delle rispettive famiglie. Si riconosce,
cioè, il valore della famiglia anche per quel che riguarda l'emigrazione,
fenomeno ormai strutturale delle nostre società. La Chiesa incoraggia la
ratifica degli strumenti internazionali legali tesi a difendere i diritti dei
migranti, dei rifugiati e delle loro famiglie, ed offre, in varie sue Istituzioni e Associazioni, quell’advocacy che si rende sempre più necessaria.
Sono stati aperti, a tal fine. Centri di ascolto dei migranti. Case per accoglierli, Uffici per servizi alle persone e alle famiglie, e si è dato vita ad
altre iniziative per rispondere alle crescenti esigenze in questo campo.
Già molto si sta lavorando per l'integrazione delle famiglie degli immigrati, anche se tanto resta da fare. Esistono effettive difficoltà connesse
ad alcuni "meccanismi di difesa" della prima generazione immigrata, che
rischiano di costituire un impedimento per un'ulteriore maturazione dei
giovani della seconda generazione. Ecco perché si rende necessario predisporre interventi legislativi, giuridici e sociali per facilitare tale integrazione. Negli ultimi tempi è aumentato il numero delle donne che lasciano il
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proprio Paese d'origine alla ricerca di migliori condizioni di vita, in vista
di più promettenti prospettive professionali. Non poche però sono quelle
donne che finiscono vittime del traffico di esseri umani e della prostituzione. Nei ricongiungimenti familiari le assistenti sociali, in particolare le
religiose, possono rendere un servizio di mediazione apprezzato e meritevole di sempre maggiore valorizzazione. In tema di integrazione delle
famiglie degli immigrati, sento il dovere di richiamare l'attenzione sulle
famiglie dei rifugiati, le cui condizioni sembrano peggiorate rispetto al
passato, anche per quanto riguarda proprio il ricongiungimento dei nuclei
familiari. Nei campi loro destinati, alle difficoltà logistiche, a quelle personali legate ai traumi e allo stress emozionale per le tragiche esperienze
vissute, si unisce qualche volta persino il rischio del coinvolgimento di
donne e bambini nello sfruttamento sessuale, come meccanismo di sopravvivenza. In questi casi occorre un'attenta presenza pastorale che,
oltre all'assistenza capace di lenire le ferite del cuore, offra un sostegno
da parte della comunità cristiana in grado di ripristinare la cultura del
rispetto e di far riscoprire il vero valore dell'amore. Occorre incoraggiare chi è inferiormente distrutto a recuperare la fiducia in se stesso. Bisogna poi impegnarsi perché siano garantiti i diritti e la dignità delle famiglie e venga assicurato ad esse un alloggio consono alle loro esigenze.
Ai rifugiati va chiesto di coltivare un atteggiamento aperto e positivo
verso la società che li accoglie, mantenendo una disponibilità attiva alle
proposte di partecipazione per costruire insieme una comunità integrata,
che sia "casa comune" di tutti.
Tra i migranti vi è una categoria da considerare in modo speciale: è quella
degli studenti di altri Paesi, che si ritrovano lontani da casa, senza un'adeguata conoscenza della lingua, talora privi di amicizie e in possesso non
raramente di borse di studio insufficienti. Ancor più grave diviene la loro
condizione quando si tratta di studenti sposati. Con le sue Istituzioni la
Chiesa si sforza di rendere meno dolorosa la mancanza del sostegno familiare di questi giovani studenti, e li aiuta ad integrarsi nelle città che li
accolgono, mettendoli in contatto con famiglie pronte ad ospitarli e a facilitarne la reciproca conoscenza. Come ho avuto modo di dire in altra
occasione, venire in aiuto degli studenti esteri è "un importante campo
d'azione pastorale. Infatti, i giovani che lasciano il proprio Paese per motivo di studio vanno incontro a non pochi problemi e soprattutto al rischio
di una crisi d'identità" (L'Osservatore Romano, 15 dicembre 2005).
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Cari fratelli e sorelle, possa la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato diventare utile occasione per sensibilizzare le Comunità ecclesiali
e l'opinione pubblica sulle necessità e i problemi, come pure sulle potenzialità positive delle famiglie migranti. Rivolgo in modo speciale il mio pensiero a quanti sono direttamente coinvolti nel vasto fenomeno della migrazione, ed a coloro che spendono le loro energie pastorali a servizio
della mobilità umana. La parola dell'apostolo Paolo: "caritas Christi urget
nos" (2 Cor 5, 14), li spinga a donarsi preferenzialmente ai fratelli e alle
sorelle che più sono nel bisogno. Con questi sentimenti, invoco su ciascuno
la divina assistenza ed a tutti imparto con affetto una speciale Benedizione Apostolica.
Dal Vaticano, 18 Ottobre 2006
Benedetto PP XVI
SETTIMANA
DI
PREGHIERA PER L’UNITÀ
18-25 GENNAIO 2007
DEI
CRISTIANI
PREGHIERA ECUMENICA
Vieni o Spirito Santo, fa’ che possiamo sentire il dono della tua presenza nel
nostro pellegrinaggio verso l’unità.
Dacci la forza interiore per diventare strumenti di gioia e speranza per il
mondo.
Rendici una cosa sola, suggeriscici la parola giusta per confessare insieme il
nostro Dio e Signore e rompere il silenzio che distrugge.
Spirito di vita e di carità, rinnovaci nel tuo amore.
Amen
TESTO BIBLICO
Poi Gesù lasciò la regione di Tiro, passò per la città di Sidone e tornò ancora
verso il lago di Galilea attraverso il territorio delle Dieci Città. Gli portarono
un uomo che era sordomuto e lo pregarono di porre le mani sopra di lui.
Allora Gesù lo prese da parte, lontano dalla folla, gli mise le dita negli orecchi, sputò e gli toccò la lingua con la saliva. Poi alzò gli occhi al cielo, fece un
sospiro e disse a quell'uomo: "Effatà!", che significa: "Apriti!". Subito le sue
orecchie si aprirono, la sua lingua si sciolse ed egli si mise a parlare molto
bene. Gesù ordinò di non dire nulla a nessuno, ma più comandava di tacere,
più la gente ne parlava pubblicamente. Tutti erano molto meravigliati e dicevano: "È straordinario! Fa sentire i sordi e fa parlare i muti!".
(Marco 7, 31-37)
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INTENZIONI E PROPOSTE DI LETTURE B1BLICHE
1° Giorno: In principio c'era colui che è "la Parola"
"Dio disse..." (Genesi 1)
Genesi 1,1 - 2, 4
Apocalisse 21, l-5a
Salmo 104(103), 1-9
Giovanni \, 1-5
2° Giorno: La parola salvifica di Cristo
"Fa sentire i sordi e fa parlare i muti!"
(Marco 7, 31-37)
Isaia 50, 4-5
Salmo 34(33), 1-16
Colossesi 1,11-20
Marco 7, 31-37
3° Giorno: Lo Spirito Santo ci dona la Parola
"Lo Spirito [...] sarà il mio testimone"
(Giovanni 15,26)
Gioele 2, 26 - 3, 2
Salmo 104(103)
1 Corinzi 12,1-4.12-13
Giovanni 15, 26-27; 16, 12-13
4°Giorno:
Il silenzio dei dimenticati e il pianto dei sofferenti
"Se una parte soffre, tutte le altre soffrono con lei"
(1 Corinzi 12, 26)
Esodo 3, 7-10
Salmo 28, 1-8
1 Corinzi 12,19-26
Marco 15, 33-41
5° Giorno: Il giudizio di Dio sul nostro silenzio
"Tutto quel che non avete fatto ad uno di questi piccoli..." (Matteo 25, 45)
Michea 6, 6-8
Salmo 31(30), 1-5
1 Pietro 4, 17
Matteo 25, 31-46
6° Giorno: Messi in grado di dire la verità
"La donna aveva paura e tremava [...] e gli raccontò
tutta la verità" (Marco 5,33)
Giudici 6, 11-16
Salmo 50(49), 1-15
Atti 5, 26-32
Marco 5, 24-34
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7° Giorno: Abbandono
"Perché mi hai abbandonato?" (Salmo 22,1)
Isaia 53, 1-5
Salmo 22(21), 1-5
Romani 8, 35-36
Matteo 27, 57-61
8° Giorno: Resurrezione - glorificazione
"Ogni lingua proclami Gesù Cristo è il Signore" (Filippesi 2,11)
Ezechiele 37, 1-14
Salmo 150
Romani 8, 31-39
Luca 24, 44-53
VITA DIOCESANA
IL 17
2005
CATTEDRALE:
DOPO,
DICEMBRE
FACEVA IL SUO INGRESSO IN
DODICI MESI
UNA LUNGA CHIACCHIERATA SU TANTI TEMI
Il vescovo da un anno in diocesi a Lodi
Intervista a monsignor Giuseppe Merisi
del direttore del Cittadino
Il 17 dicembre 2005 monsignor Giuseppe Merisi
faceva il suo solenne ingresso nella diocesi di Lodi.
È passato un anno esatto da allora. Ci è parso importante, in un simile frangente, anziché dedicare
al vescovo un articolo sul primo anno trascorso in
diocesi, lasciar parlare direttamente monsignor
Merisi.
Eccellenza, come ha trovato la diocesi di Lodi? Era proprio come gliel'avevano descritta?
«Come ho avuto modo più volte di sottolineare, ho trovato una diocesi ben compaginata. Mi ha colpito il forte impegno del clero in
cura d'anime, la disponibilità dei laici e anche il lavoro svolto dal
volontariato, sia esso di origine cattolica che laica».
Lei richiama spesso l'opera svolta da chi l'ha preceduta,
monsignor Giacomo Capuzzi.
«Quanto ho detto sopra costituisce un merito anche dei miei pre-
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decessori, in particolare di monsignor Capuzzi, che ho sempre ringraziato per l'impegno dispiegato a favore della nostra diocesi».
Quindi non si è pentito di essere arrivato a Lodi.
«Non ci si pente mai quando si risponde alla chiamata del Signore
e della Chiesa. Ribadisco, come già dichiarato in più occasioni, che
la linea prospettica di fondo è buona e positiva. Ho trovato una diocesi con prospettive e programmi bene articolati e molto seri».
Nell'omelia del 17 dicembre lei si era soffermato su alcune
tematiche di carattere generale come ad esempio il senso
religioso della vita, il passaggio dalla fede di tradizione alla
fede di convinzione, il rapporto tra la testimonianza coraggiosa e il dialogo rispettoso con tutti. A distanza di un anno,
si sente di confermare queste indicazioni?
«Direi senz'altro di sì. Occorre collocare il nostro impegno pastorale
quotidiano, in diocesi come in tutte le parrocchie, all'interno di una
prospettiva che tenga conto di queste indicazioni di fondo che mi
sembrano ultimamente ribadite dal Santo Padre il Papa e dal Convegno ecclesiale di Verona»
Vuole aggiungere qualcosa sul tema del Convegno di Verona?
«Volentieri, sia per ringraziare i delegati diocesani, sia per incoraggiare la diocesi a recepire le conclusioni del Convegno sul tema della Chiesa di popolo, delle responsabilità laicali, della testimonianza
coraggiosa a livello personale, familiare, sociale».
Qualche ulteriore proposta?
«Dopo i positivi incontri delle settimane scorse, qualche proposta
verrà studiata e fatta conoscere nelle sedi opportune, d'intesa con
l'Azione Cattolica e il Progetto Culturale, non senza aver ricordato il
positivo contributo di diversi lodigiani per la buona riuscita del Convegno»
E dei suoi stretti collaboratori cosa dice?
«Anche di questo settore sono molto soddisfatto, in particolare del
lavoro svolto dal Vicario generale, dalla Segreteria, da tutta la Curia vescovile che è bene organizzata. Da tutto l'insieme sono nati e
scaturiscono frutti positivi, che coltiveremo d'intesa con gli organismi di partecipazione esistenti in diocesi».
Parliamo dei suoi preti.
«Compito del Vescovo è aiutare, accogliere, incoraggiare. Sono
soddisfatto del clero lodigiano; come ho detto lo vedo molto impegnato in tutti i settori ai quali i sacerdoti sono stati destinati».
È un clero che però, come in tutta l'Italia, invecchia sempre
di più.
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«Mi piacerebbe poter destinare maggiori risorse umane ai sacerdoti
anziani e ammalati, che stanno crescendo di numero. Da tempo sto
cercando un prete che si faccia carico di questo aspetto».
Siamo arrivati al tema delle vocazioni. Lei cosa ne pensa?
«In questo settore c'è impegno in diocesi, ma non è sufficiente. Sto
chiedendo e chiederò ancora di più. La necessità di lavorare nel
campo delle vocazioni costituisce un aspetto che deve essere ulteriormente rilanciato».
Ho sentito della proposta di alcuni di riaprire il Seminario
minore.
«È una proposta da valutare seriamente. Può diventare fattibile in
caso di un aumento del numero dei ragazzi candidati, specie delle
scuole medie superiori ».
Nel corso di quest'anno lei ha visitato quasi tutte le parrocchie della diocesi. Qual è stata l'accoglienza?
«È stata molto buona, ma è giusto aggiungere che la mia presenza
nelle parrocchie si è limitata quasi sempre alle celebrazioni religiose, nel corso delle quali ho incontrato il popolo di Dio. Altro sarà la
visita pastorale, che inizierà dopo Pasqua, in cui visiterò e ascolterò
i preti, i religiosi e i laici delle parrocchie. Nella visita pastorale avrò
modo di incontrare tutti i Consigli pastorali, le associazioni cattoliche, le famiglie, il volontariato, le istituzioni e tutti coloro che vorranno parlare con il Vescovo».
Anche i sindaci, quindi.
«Si. Ma ad essi, su suggerimento della commissione diocesana preposta, ho voluto riservare un incontro specifico, fissato per il prossimo 15 gennaio. In quell'occasione inviterò presso il palazzo vescovile tutte le espressioni istituzionali presenti in diocesi».
Laici e cattolici da tantissimi anni lavorano insieme nel Lodigiano alla ricerca del bene comune. I sindaci hanno sempre
aperto le porte dei loro municipi al Vescovo, riconoscendogli
di essere portatore di valori positivi non solo strettamente
religiosi.
«È giusto che, pur nella distinzione, degli ambiti, si prosegua sulla
strada della collaborazione. Viviamo in un territorio dove sono molto apprezzati i valori del pluralismo, della democrazia, della libertà.
Le prospettive per la collaborazione sussistono anche per il futuro,
e nell'insieme constato che si lavora insieme, per il bene comune,
tra parrocchie e autorità civili, anche nel territorio».
Quando sarà tenuta la visita pastorale?
«Inizierà tra pochi mesi, nella primavera del 2007, incominciando
dalle parrocchie del Vicariato di San Martino in Strada».
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Alla Messa domenicale il numero dei giovani si sta facendo
sempre più sparuto, gli oratori si svuotano.
«Nel corso della, visita pastorale avrò una specifica attenzione per
le giovani generazioni. Oggi non è più sufficiente limitarsi a invitare
i ragazzi alla catechesi. È necessario fare molto di più. Affronteremo anche il tema della formazione degli educatori».
In che modo?
«Quello dei gruppi e degli educatori sarà il tema focale della nostra
attenzione ai giovani della diocesi, esortando tutte le parrocchie a
individuare il percorso delle attività e delle iniziative da intraprendere, con riferimento alle sollecitazioni del Piano pastorale diocesano sul tema della formazione».
Con quali sinergie?
«Nel Piano pastorale ho voluto sottolineare la stretta collaborazione
che deve esistere tra la famiglia e la scuola. I due Uffici diocesani
stanno lavorando bene in questo settore».
Parliamo dei rapporti tra la Chiesa lodigiana e i problemi del
territorio.
«Abbiamo dimostrato la disponibilità a offrire, ove necessario, un
aiuto per il discernimento sui grandi temi che coinvolgono il nostro
territorio. Il nostro Ufficio per i problemi sociali è intervenuto più
volte nella difesa dei posti di lavoro e mostrando ampie preoccupazioni sui temi della salvaguardia ambientale del territorio. Penso,
ad esempio, alla centrale di Bertonico. La nostra attenzione non
verrà meno neppure in futuro, garantendo comunque, anche in
questo campo, la doverosa distinzione dei ruoli».
Lei è arrivato in diocesi mentre il Lodigiano era sconvolto
dal ciclone delle vicende che hanno coinvolto la Banca Popolare Italiana. È un ciclone che non si è ancora quietato.
«Voglio ribadire, su questo argomento specifico, l'impegno assunto
in passato dalla Chiesa lodigiana attraverso il mio predecessore.
Desideriamo, nelle vicende della Banca, mantenere il giusto distacco di competenze e di ruoli, prendendo atto delle tante indicazioni
emerse a salvaguardia del territorio e dei livelli occupazionali».
E sulla sanità? Cosa ne pensa il vescovo, che da sempre è
impegnato su questo tema a livello di Conferenza episcopale
nazionale?
«Ho visto una bella presenza di persone impegnate nel campo della
pastorale della salute. Il settore della sanità, per quanto concerne il
nostro ambito d'azione, riceverà un ulteriore impulso dalla nomina
della nuova Commissione diocesana e del nuovo responsabile».
Ho finito. Ha altri aspetti che meritano a suo avviso di esse-
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re affrontati?
«Uno solo. Voglio spendere una parola sui mezzi di comunicazione
sociale di cui la diocesi è molto ricca. Mi riferisco alla presenza di
realtà radicate quali n Cittadino, Radiolodi, il vostro portale
Internet, Telepace. Nel corso di quest'anno abbiamo avviato anche
il rilancio di Avvenire. Auspico che questo impegno verso i massmedia possa diffondersi anche in tutte le parrocchie della diocesi».
Ferruccio Pallavera
VITA PARROCCHIALE
06 Gennaio 2007: Annuncio del giorno di Pasqua
Oggi, dopo la lettura del vangelo, il diacono o un cantore può dare l'annuncio della Pasqua (M.R.I. pp. 1047 e 1106).
Fratelli carissimi,
la gloria del Signore si è manifestata e sempre si manifesterà in mezzo a
noi fino al suo ritorno.
Nei ritmi e nelle vicende del tempo ricordiamo e viviamo i misteri della
salvezza.
Centro di tutto l'anno liturgico è il Triduo del Signore crocifisso, sepolto
e risorto che culminerà nella Domenica di Pasqua l’8 aprile.
In ogni domenica, Pasqua della settimana, la santa Chiesa rende presente
questo evento nel quale Cristo ha vinto il peccato e la morte.
Dalla Pasqua scaturiscono tutti i giorni santi:
le Ceneri, inizio della Quaresima, il 21 febbraio;
l'Ascensione del Signore, il 20 maggio;
la Pentecoste, il 27 maggio;
la prima Domenica di Avvento, il 2 dicembre.
Anche nelle feste della Santa Madre di Dio, degli Apostoli, dei Santi e
nella commemorazione dei fedeli defunti la Chiesa pellegrina sulla terra
proclama la Pasqua del suo Signore.
A Cristo che era, che è e che viene, Signore del tempo e della storia lode
perenne nei secoli dei secoli.
Amen.
24
VITA PARROCCHIALE
GENNAIO 2007
Lunedì 1:
Giornata Mondiale della Pace.
Durante le S. Messe: raccolta generi Alimentari per i
poveri
Domenica 7:
ore 9.30: Anniversario dei Battesimi del 2006
Riprende il Catechismo Domenicale
Venerdì 12: Ore 21.00: Preparazione Animatori Centri di Ascolto
Domenica 14: Giornata Mondiale delle MIGRAZIONI
“LA FAMIGLIA MIGRANTE”
Ore 14.30 – 15.30: 1° Incontro Genitori dei bambini che
riceveranno i Sacramenti Confessione, Comunione e Cresima
Ore 21.00: Centro di Ascolto Giovani Unità Pastorale,
a Riozzo
Giovedì 18:
Venerdì 19:
Veglia di S. Bassiano in Cattedrale a Lodi (ore 21.00)
S. Bassiano, Patrono della Diocesi
Ore 10.00: Pontificale in Duomo a Lodi
Ore 21.00: Centri di Ascolto nelle famiglie
Sabato 20:
Ore 21.00: Cineforum: “Respiro”
18—25 gennaio: Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani
Sabato 27:
Ore 17.30: Ritiro Spirituale per le Famiglie e cena
Domenica 28: Festa di San Giovanni Bosco
CAMPAGNA ABBONAMENTO 2007
PER IL NOSTRO BOLLETTINO PARROCCHIALE
Famiglia:
Via:
N°:
Tel.:
25
Autoformazione
Operatori Pastorali
Lettori e Animatori del canto a servizio dell’assemblea
BIBBIA COME PAROLA DI DIO - Ottobre 2006
IL TESTO BIBLICO - gennaio/febbraio 2007
Mercoledì 24 gennaio 2007 IL TESTO BIBLICO
Lingue bibliche e formazione del testo biblico
Mercoledì 31 gennaio 2007 ILTESTO BIBLICO
I generi e le forme letterarie del testo biblico
Mercoledì 7 febbraio 2007 IL TESTO BOBLICO
Indicazioni e suggerimenti per l’uso liturgico del testo biblico
Mercoledì 14 febbraio 2007 IL TESTO BIBLICO
La struttura letteraria del testo biblico
Guida: don Enzo Raimondi
Vi ricordiamo ancora il sito della nostra Parrocchia, visitatelo e troverete aggiornamenti sulle notizie del mese e le ultime novità sulle varie attività della Parrocchia. Per visitarlo collegatevi in Internet all’indirizzo:
www.parrocchiacerro.it
Potete scrivere una mail ai seguenti indirizzi:
[email protected] per comunicare con il Parroco Don Umberto,
[email protected]
per comunicare con la Caritas Parrocchiale,
[email protected]
per comunicare con i ragazzi ed i giovani dell’oratorio. Potete scrivere anche per dare suggerimenti per la vita
del nostro sito Parrocchiale, abbiamo
bisogno di idee e di notizie da inserire.
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VITA PARROCCHIALE
19 Gennaio:
Festa di San Bassiano
S. Bassiano il Patrono principale della
città di Lodi e della Diocesi. Coloro
che con fede visiteranno il corpo del
Santo dal mezzogiorno del giorno 18
a tutto il giorno 19 Gennaio, potranno
acquistare l'indulgenza plenaria.
L'appuntamento di tutta la gioventù
della diocesi per la 'Veglia di San
Bassiano" è fissato giovedì 18 Gennaio 2007 ore 21.00 in Duomo a Lodi.
Partenza davanti alla Chiesa ore
20.30.
Domenica 28 Gennaio:
festa di San Giovanni Bosco
La grande solennità della festa ad
onore di S. Giovanni Bosco è per la
nostra comunità parrocchiale ed
oratoriana un momento molto significativo, in quanto il Santo è
patrono della Gioventù tutta ed
inoltre a Lui è dedicato il nostro
Oratorio. Frutto degli sforzi di
tutta la Parrocchia, voluto come
luogo di formazione umana e cristiana, ed anche come luogo dove
anziani e genitori possono incontrarsi per uno scambio di idee, giochi ed amicizie.
La Santa messa in onore di S. Giovanni Bosco sarà celebrata domenica 28 gennaio alle ore 9.30, seguiranno giochi e pranzo in Oratorio.
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VITA PARROCCHIALE
Anniversari di Matrimonio
Il giorno 31 Dicembre 2006 la liturgia della Chiesa festeggia la
Famiglia nel segno del ricordo e della continuità di quella che per
noi Cristiani rimane la più fulgida ed autentica icona dell’amore familiare.
La Sacra Famiglia di Nazareth con Gesù, Giuseppe e Maria rappresenta un richiamo forte a quei valori, spirituali e di fratellanza,
così spesso oggi mancanti tra le coppie e che sono ritenuti indispensabili per formare un matrimonio che resista nel tempo e nell’arduo cammino della vita di sempre e specie dei nostri giorni.
Formare una famiglia ispirata ai principi della stima reciproca e nel
contempo coltivare un progetto di autentica idealità cristiana da
allargare, non solo in se stessi, ma bensì a tutti quelli che ci circondano, significa recepire pienamente il messaggio di carità e amore che da sempre in queste giornate la storia della Natività ci
ricorda.
Nella nostra Parrocchia, la festività della Sacra Famiglia, è celebrata con particolare importanza e con la partecipazione di tutte
quelle coppie di coniugi che nell’anno in corso hanno festeggiato il
loro 25° e 50° anniversario di matrimonio.
In questo modo, con la Santa Messa del 31 Dicembre, le varie coppie si riuniscono insieme in un momento di preghiera condivisa nel
segno del ricordo e nella continuità della loro esperienza di vita
familiare.
Congratulazioni e auguri a tutti da parte della nostra comunità..
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VITA PARROCCHIALE
Con il mese di Gennaio 2007
Il nostro Oratorio è iscritto alla Associazione Oratori e Circoli N.O.I.
(Nuovi Oratori Italiani).
RINNOVA IL
TESSERAMENTO
Tutti possono chiedere di rinnovare la propria adesione:
Adulti: EURO 10,00
Ragazzi: EURO 5,00
Sul nostro Bollettino Parrocchiale abbiamo dato ampio spazio a questo
argomento del Oratorio come presenza educativa, riconosciuta da una
Legge nazionale. Rimandiamo alla rilettura di questi articoli per coloro
che volessero saperne di più, oppure rivolgersi al Sacerdote.
Non mi resta che augurare un Buon Anno 2007 ed invitarVi a dare la Vostra adesione.
Anche questo è un modo per sostenere questa opera, in modo che tutti
possiamo dire: “è anche mia!!!!”.
il Parroco: don Umberto
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Per la comunità Parrocchiale è stato programmato un pellegrinaggio aulla tomba del nostro principae Patrono della
Chiesa: San Giacomo Apostolo Maggiore a:
Santiago di Compostela - Galicia
14-19 Maggio 2007
PROGRAMMA
1° giorno: (lunedì 14)
ore 08.15 partenza con volo di linea da Linate per Madrid, arrivo
ore 10.20; proseguimento per Santiago di Compostela alle ore 11.30, con arrivo alle ore 12.45. Ritrovo con il bus, trasferimento in
albergo, pranzo, sistemazione, pomeriggio visita guidata della città. Nel IX secolo, il vescovo Teodomiro, scoprì la tomba, dove secondo la profezia, avrebbe brillato una stella, da cui Compostela.
Città di grande rilevanza culturale, architettonica e religiosa: la Plaza de las Praterias, la Plaza del Obradoiro con la famosa Cattedrale
che custodisce la tomba dell’apostolo Giacomo, dal Medioevo luogo
di pellegrinaggi; cena e pernottamento.
2° giorno: (martedì 15)
colazione, intera giornata dedicata all’escursione a Coruna, visita
con guida, un'isola di terra che si sporge sull'Atlantico fino alla penisola dove sorge la Torre de Hercules, un faro alto 104 metri,
pranzo in ristorante, rientro a Santiago, cena e pernottamento.
3° giorno: (mercoledì 16)
colazione, l'escursione al Cabo Finisterre, seguendo un percorso di
grande interesse paesaggistico lungo la frastagliata costa delle Rias
Bajas ed attraversando borghi medioevali e villaggi dei pescatori.
Cabo Finisterre, è il punto più occidentale della Spagna, dove i pellegrini terminavano il loro lungo cammino, pranzo in ristorante tipico, rientro a Santiago, cena e pernottamento.
4° giorno: (giovedì 17)
colazione, giornata dedicata alla visita dell'interno, si arriva a Lugo.
visita guidata alla cittadina, situata lungo il fiume Mino, con un
centro storico racchiuso entro possenti mura romane lunghe oltre 2
chilometri, alte 11 metri e spesse quattro e mezzo, con 85 torrioni
e 10 porte. Passeggiata all’interno delle mura con la romanica Cattedrale di Santa Maria dallo splendido portale e la deliziosa piazzetta del Campo, pranzo in ristorante, cena e pernottamento a
Santiago.
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5° giorno: (venerdì 18)
colazione, l'escursione verso il sud, lungo le frastagliate coste dell’Atlantico fino a Vigo, visita guidata alla cittadina, pranzo in ristorante, rientro a Compostela, cena è pernottamento.
6° giorno: (sabato 19)
colazione, mattinata dedicata al completamento della visita di Santiago di Compostela, pranzo in ristorante, trasferimento in aeroporto, ore 15.55 partenza per Madrid, proseguimento per Milano/
Linate, ore 22.15 arrivo e termine del viaggio.
QUOTA INDIVIDUALE DI PARTECIPAZIONE € 950,00
Minimo 40 paganti
Iscrizioni entro 28/02/2007, caparra € 300,00.
Supplemento, camera singola, € 180,00
Assicurazione per annullamento. € 55,00
La quota comprende
1. volo di Linea Iberia, classe turistica
2. tasse aeroportuali
3. bus a disposizione per tutto il periodo
4. Trattamento: pensione completa come da programma con
le bevande comprese - sistemazione in hotel cat. 3***
stelle
5. guida Santiago di Compostela, Coruna, Vigo, Lugo e Finisterre
6. accompagnatore d'agenzia
7. Assicurazione R.C., assicurazione ELVIA Interassistance +
bagaglio
8. Numero di telefono attivo 24h su 24 per assistenza in caso
di emergenza
La quota non comprende: mance, spese di carattere personale e quanto non espressamente indicato nella "quota
comprende"
31
VITA PARROCCHIALE
OFFERTE PER IL SOSTENTAMENTO
DEI SACERDOTI
Il Servizio Diocesano per la promozione del Sostegno economico alla Chiesa della nostra Diocesi, ha promosso una iniziativa per meglio favorire la partecipazione dei fedeli laici
all’aiuto economico a favore dei sacerdoti.
Nel mese di Ottobre scorso c’è stato un incontro con l’incaricato diocesano signor Giuseppe Dedè, alla presenza del parroco, dei membri del C.P.A.E., del C.P.P., nel corso del quale
sono stati spiegati i contenuti dell’iniziativa per il sostentamento dei sacerdoti, rivolgendo loro un invito affinché venga
attuata un’opera di sensibilizzazione nei confronti dei fedeli
della nostra Parrocchia.
Questa iniziativa è rivolta a tutti i fedeli, in particolare a coloro che non sono interessati a dedurre fiscalmente l’offerta a
favore dei sacerdoti dalla dichiarazione dei redditi, non disponendo di somme di particolare rilevanza, ma che sarebbero disposti a versare importi minimi anche periodicamente
(mensilmente). Per queste offerte non mancano le difficoltà
per la loro attuazione: “compilare il bollettino postale, andare
in posta, fare la fila allo sportello, pagare la tassa postale
ecc.” allora interviene il parroco o il referente parrocchiale
che si impegna a ritirare la somma, rilasciando una ricevuta
provvisoria, per poi versarla periodicamente all’Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero (I.D.S.C.) della diocesi, il quale provvederà a rilasciare regolare ricevuta che verrà
consegnata all’offerente.
I fedeli che lo vorranno potranno detrarre, in fase di denuncia dei redditi (nella voce: “oneri deducibili”), l’importo totale
versato nell’anno solare per il quale avranno a disposizione
32
un’unica ricevuta.
Al termine di ogni anno solare, il referente parrocchiale con il
parroco renderanno note all’Economo Diocesano e ai fedeli
della parrocchia, attraverso un breve rendiconto, il totale
delle somme raccolte.
In fase di assegnazione delle quote dell’otto per mille, la Diocesi provvederà a ritornare alla parrocchia il totale delle offerte raccolte, che dovranno essere comunque finalizzate ad
iniziative pastorali, caritatevoli e missionarie.
A tutte le famiglie viene consegnato il libretto informativo
“L’abc del sostegno alla Chiesa Cattolica”.
Da gennaio 2007 inizia la raccolta delle offerte per il Sostentamento del Clero.
ECCO IL CALENDARIO DELL’ANNO:
Domenica:
28
25
25
28
27
24
gennaio
febbraio
marzo
aprile
maggio
giugno
29
26
30
28
25
30
luglio
agosto
settembre
ottobre
novembre
dicembre
Il Parroco
Don Umberto Lucchini
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ORATORIO A.S.O.
L’Arcivescovo scrive all’ASO di Cerro
L’Arcivescovo della Diocesi di Manfredonia Domenico D’Ambrosio ha indirizzato una missiva all’associazione cerrese A.S.O. per
ringraziare i suoi sodali: questo, si legge nella lettera, in quanto
“si è offerta con generosità l’adesione all’iniziativa finalizzata
alla raccolta di offerte per l’acquisto della PET-TAC per l’Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo”. Prosegue l’arcivescovo con tono accorato: “L’offerta che avete devoluto alla Casa dimostra concretamente l’amicizia nei confronti
dell’Opera di San Pio da Pietrelcina. Prometto il mio ricordo nella preghiera alla tomba di San Pio per le vostre intenzioni e affinché interceda per voi e per le vostre famiglie abbondanza di
grazie spirituali e temporali e perché il vostro impegno verso
questo ospedale possa essere ricompensato dal Buon Dio con
tante benedizioni celesti. Vi saluto fraternamente in Cristo”. L’A.S.O. è una società oratoriale che pratica il gioco del calcio indirizzato al settore giovanile. Il consigliere delegato Rolando Codena dice di “aver partecipato con un contributo , solo una goccia in un oceano - spiega - nella speranza di poter risultare utili
nel risolvere le malattie in ogni parte del mondo”. Codena desidera indirizzare ai genitori dei piccoli calciatori un sentito ringraziamento per la collaborazione in questo progetto.
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Calendario Liturgico
GENNAIO 2007
LUNEDI’ 1
Ottava del S. Natale
MARTEDI’ 2
SS. Basilio Magno e Gregorio Nazianzeno
MERCOLEDI’ 3
Feria di Natale
GIOVEDI’ 4
Feria di Natale
VENERDI’ 5
Feria di Natale
SABATO 6
Epifania del Signore (Festa di Precetto)
Ore 8.00: Cassinari Angela e Luigi
Ore 10.30: Pro-Populo
Ore 17.00-18.00: Preghiera Eucaristica per la Pace
Ore 18.00: Pege Martino ed Isolina
Ore 8.00: Cassinari Ida, Mariuccia, Abbiati Mario
NB: Partenza per il Campo Scuola Invernale: località Lizzola,
dal 2 al 6 Gennaio
Ore
8.00: Silvestrin Giustino e fam.
Ore 18.00: Bastoni Rocco, Scotti Teresa e Minoia Carlo
Ore 20.30: (pre-festiva) Pro-Populo
Ore 8.00: Brambilla Antonio
Ore 9.30: …………………
Ore 10.45: Pro-Populo
DOMENICA 7
Battesimo di Gesù
(in questa domenica ricordiamo bambini/e della nostra parrocchia che hanno ricevuto il S. Battesimo nell’anno 2006)
Ore 8.00: Gorla Gianfranco
Ore 9.30: Chieppi Walter
Ore 10.45: Forestiere Benedetto, Salvà Maria e Rosa,
Noto Giuseppe, Serafino e Lorenzo, Polastri Lino
LUNEDI’ 8
S. Massimo
MARTEDI’ 9
S. Giuliano Mr.
MERCOLEDI’ 10
S. Aldo
GIOVEDI’ 11
S. Igino Papa
VENERDI’ 12
S. Modesto Mr.
Ore
Ore
Ore
8.00: …………………
8.00: Castoldi Carlo e Gioconda
8.00: …………………
Ore 18.00: …………………
Ore
8.00: Gandelli Vittorio (10° Ann.)
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SABATO 13
S. Ilario
DOMENICA 14
IIa del Tempo Ordinario
LUNEDI’ 15
S. Mauro Abate
MARTEDI’ 16
S. Marcello Papa
MERCOLEDI’ 17
S. Antonio Abate
GIOVEDI’ 18
S. Liberata Vergine
VENERDI’ 19
S. Bassiano
Patrono della Diocesi di Lodi
Ore 20.30: (Pre-Festiva) Cervi Romano
Ore 8.00: Cominetti Ermes
Ore 9.30: Ugas Laura in Maiorana
Ore 10.45: Pedone Francesco e Spina Antonia
Ore 14.30-15.30: 1° incontro con i genitori dei bambini che riceveranno: S. Confessione, S. Comunione e S. Cresima
Ore
Ore
Ore
8.00: …………………
8.00: …………………
8.00: …………………
Ore 18.00: …………………
Ore 21.00: in Duomo a Lodi: Veglia di Preghiera per S. Bassiano
Ore
Ore
8.00: …………………
9.30: in Duomo a Lodi:
Pontificale del Vescovo Giuseppe Merisi
SABATO 20
S. Sebastiano
DOMENICA 21
IIIa del Tempo Ordinario
LUNEDI’ 22
S. Gaudenzio
MARTEDI’ 23
S. Emerenziana Vergine
MERCOLEDI’ 24
S. Francesco di Sales
GIOVEDI’ 25
Conv. Di S. Paolo
VENERDI’ 26
SS. Tito e Timoteo Vescovi
Ore 20.30: (Pre-Festiva) Marchesi Battista e Maria Pillan Battista
Ore 8.00: Def.ti Roncalli, Tarancola Pasquale e Teresa
Ore 9.30:Minoia GianLuigi, Favarato Gabriella
Ore 10.45: Def.ti Festa
Ore
Ore
Ore
8.00: …………………
8.00: …………………
8.00: …………………
Ore 18.00: Banfi Angelo
Ore
8.00: ……………………
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SABATO 27
S. Angela Merici
DOMENICA 28
IVa del Tempo Ordinario
LUNEDI’ 29
S. Costanzo
MARTEDI’ 30
S. Martina Vergine
MERCOLEDI’ 31
S. Giovanni Bosco
Ore 20.30: (Pre-Festiva) Marchesi Battista e Maria Pillan Battista
Ore 8.00: Aloisio Sergio, Marziali Carlo
Ore 9.30:Mainardi Benito
Ore 10.45: Def.ti Rumiz, Merolli Massimo, Aldo, Giancarlo,
Erlisca Mario, Mery, Elide, Riponi Maria Emilia
Ore
Ore
Ore
8.00: ……………………
8.00: Stella Luigia, Pulin—Bevilacqua
8.00: Peroni Paolo
ANAGRAFE PARROCCHIALE
Battesimi:
1) MAGGI Leonardo
2) AGOSTI Mattia
3) ZHANG Kevin
4) ARSI Lucio
5) PARMIGIANI Giulia
6) MINOIA Martina Carolina
7) MONTILLO Giulio
8) CISLAGHI Simone
9) GRASSO Francesco Anna Maria
10) COMI Nicolò
11) RE Vittoria
12) NOESLAN Medina Zerquera
13) DANELLI CRISTIAN
Matrimoni:
1) MAGGI Arturo Giovanni con MAGNI Lorena
2) CUGINI Stefano Rosario con GIUPPONI Sara
3) FALCONE Pierfrancesco Andrea con ZANIN Laura
4) MINOIA Lorenzo con SECCHI Chiara
Defunti:
1) PAPETTI Romilde
2) UGAS Maria Laura
3) SILVESTRIN Giustino
4) TODESCO Emidia
5) MACCAFERRI Gaetano
6) GORLA Gianfranco
7) GUFFANTI Sergio
8) BAGGI Caterina
9) PAPETTI Luigi
10) ROLLA Adriano
11) CHIAPPA Luigi
12) CATALANI Anna Maria
13) ROSSI Benito
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vita parrocchiale - Parrocchia di Cerro al Lambro