Rassegna Stampa Martedì 12 ottobre 2010 TREVISO Martedì 12 ottobre, pag. 28 Pesticidi: il Consorzio difende i viticoltori Il presidente Vettorello: «I tumori non sono una causa diretta, la prevenzione sarà potenziata» (GLAUCO ZUAN) PIEVE DI SOLIGO. «Apprezzo gli interventi scientifici che non banalizzano la questione pesticidi-tumori, ma sul tema agrofarmaci le istituzioni e gli agricoltori veneti sono impegnati da almeno 15 anni». Giancarlo Vettorello, direttore del Consorzio di tutela del prosecco Docg di Conegliano e Valdobbiadene, difende gli sforzi della categoria, anticipando il potenziamento del servizio tecnico e informativo interno. Giusto interrogarsi sulle relazioni tra il libretto dei pesticidi sparsi nei vigneti e il registro dei morti per tumori nel Trevigiano, ma senza gettare il bambino con l’acqua sporca. L’equivalenza «vigneti=tumori» non piace, ovviamente, ai viticoltori e ai produttori di Prosecco, se non altro per quanto premesso anche nel recente incontro a Sernaglia, promosso dalla giunta Fregolent e da Legambiente. «L’agricoltore utilizza i prodotti autorizzati dal Ministero della Salute - precisa Giancarlo Vettorello - Ciò nonostante, il primo ad entrare in contatto con i prodotti, quindi il primo a preoccuparsi della propria salute, è proprio l’agricoltore. Che, sempre secondo normativa, è bene ricordarlo, usa gli agrofarmaci in base al tipo di coltivazione e con le dosi e i tempi indicati dal Ministero. L’agricoltore non è un attentatore della vita». Detto questo, anche il direttore del Consorzio di tutela del prosecco superiore di Conegliano e Valdobbiadene è conscio dell’importanza di tramandare alle future generazioni l’ambiente così come l’abbiamo ereditato dai nostri nonni. «Sono il primo a rendermi conto che il territorio non si può consumare all’infinito - continua Vettorello - e proprio per questo intensificheremo l’attività del nostro servizio tecnico e informativo sull’uso e l’abuso dei prodotti chimici, magari ponendo proprio come obiettivo la riduzione dei fitofarmaci. Per questo troverei giusto riconoscere i meriti a chi, su questo fronte, si sta battendo da almeno 15 anni». Il direttore del Consorzio Docg ricorda così come il Veneto sia una delle poche regioni italiane ed europee in cui si è aperto alla viticoltura biologica e in cui le macchine agricole e gli atomizzatori sono verificati e tarati periodicamente. Martedì 12 ottobre, pag. 20 MIANE Combai in festa con le castagne sino a fine ottobre MIANE - Si è aperta l’edizione 2010 della “Festa dei marroni Igp” di Combai, meta obbligata nel carnet autunnale degli eventi enogastronomici veneti con le sue 10 tonnellate di castagne cotte nelle rostidore giganti. «Una festa costruita attorno ad un prodotto – precisa la presidente della Pro di Loco di Combai, Maria Vittoria Moro – e non su pranzi e cene”. Tanto che, come da decennale tradizione, la Pro Loco di Combai continua la sua interessante collaborazione con i ristoranti “Intavolando” e altre trattorie della zona. Come a dire che, da oggi sino al 31 ottobre, nel Salone delle feste di Combai si gusteranno soprattutto castagne e vino Prosecco o Verdiso, mentre negli esercizi pubblici convenzionati (da Vittorio Veneto a Tarzo, da Solighetto a Maser) si scopriranno anche tutti gli altri gusti che l’Alta Marca offre in autunno. «Una collaborazione apprezzata anche dalle associazioni di categoria, come l’Ascom – sottolinea il sindaco di Miane, Angela Miane – che permette ad ognuno di dare il meglio di sé. Combai ha così modo di sviluppare a 360 gradi tutta la creatività dei suoi abitanti, dei volontari della Pro Loco e dei produttori del marrone». L’ultima novità dell’intraprendente Pro Loco guidata da Maria Vittoria Moro è rappresentata dal “dolce di Combai”, una torta con farina di marroni Igp che sarà messa in commercio a partire da oggi. Martedì 12 ottobre, pag. 12 Martedì 12 ottobre, pag. 11 L’ALLARME Sacchi-trappola contro le mosche per fronteggiare l’ultima invasione MOGLIANO - (N.D.) Emergenza mosche a Mogliano. Da alcuni giorni interi quartieri della città sono invasi da nuvole dei fastidiosi insetti. La gente cerca di difendersi tappando porte e finestre. In subbuglio sono anche i gestori dei bar e dei luoghi di ristorazione dell'area del centro storico, preoccupati per i problemi igienico sanitari che l'invasione delle mosche comporta. Non sempre le vetrinette e le apposite coperture sono sufficienti a proteggere i tradizionali "cicchetti" e le cibarie tenuti a portata di mano degli avventori dei locali pubblici. L'ultimo allarme mosche a Mogliano risale al 2007 con il fenomeno circoscritto nell'area agricola di via Bianchi. Secondo Arthur Carponi Schittar ("Legalità e Benessere") il problema potrebbe essere collegato allo spargimento nei campi di liquami degli allevamenti zootecnici in contrasto con l'apposta normativa. A tal proposito l'assessore all'ambiente, Davide Bortolato, precisa «che la polizia locale ha effettuato ancora sabato scorso un primo sopralluogo sul territorio senza riscontrare anomalie. Stamane (ieri per chi legge, ndr) anche il personale dell'ufficio ambiente ha fatto delle verifiche. Non risulta che siano stati effettuati sversamenti impropri di liquami. In ogni caso abbiamo deciso di sistemare nelle zone più critiche degli appositi "sacchi trappola" per mosche, senza usare prodotti chimici per la disinfestazione. La difesa dagli insetti all'interno delle case deve essere fatta dai privati. Con l'abbassamento della temperatura il fenomeno mosche dovrebbe risolversi da solo». Martedì 12 ottobre, pag. 39 Martedì 12 ottobre, pag. 35 Martedì 12 ottobre, pag. 35 Martedì 12 ottobre, pag. 35 Martedì 12 ottobre, pag. 7 edizione di ROVIGO L’ANALISI Serve una strategia regionale «Innovazione, formazione e ricerca per il settore agricolo» Orazio Cappellari Mentre nei campi fervono i lavori di raccolta e preparazione dei terreni per le prossime semine autunnali, le istituzioni preposte ad affrontare i problemi del settore primario si attivano per risolverli. A partire da quelle europee e, a cascata, a livello nazionale e regionale. La nostra Costituzione affida all’ente Regione le deleghe operative sull’agricoltura in sintonia con il ministero delle politiche agricole in una visione nazionale per poi delegare a questo le “battaglie” in sede europea nel confronto con gli altri soci per difendere i nostri interessi in una visione comune identificata nella PAC. Il tutto non è fine a se stesso perché, una volta individuato il compromesso occorrerà confrontarlo e misuralo a livello mondiale in sede WTO, l’organizzazione mondiale del commercio. Una specie di ONU degli affari dove 160 stati confronteranno i rispettivi interessi. Così le preoccupazioni e le aspettative dell’amico coltivatore esondano dal proprio campicello per stemperarsi, o perdersi, nel mare magnum degli affari planetari. Se non fosse vero, sembrerebbe fantasia. Andiamo per ordine e cominciamo a vedere cosa succede nel basso. La Regione Veneto si è già attivata con un programma articolato a lungo respiro nell’arco del prossimo decennio che presenterà agli addetti in cinque incontri entro l’anno. Il primo si è svolto la settimana scorsa presso la sede di Veneto Agricoltura nella Corte Benedettina a Legnaro. L’Assessore all’Agricoltura Franco Manzato ha riunito studiosi, esperti e agricoltori e ha evidenziato il percorso da seguire. Poche ma precise parole-chiave: innovazione, informazione, ricerca. Innovazione. Siamo entrati nell’era digitale, del web. Dovremo innovare come i nostri padri a suo tempo ma con una differenza micidiale: la velocità con la quale l’innovazione avviene in tutto il mondo. Ne consegue informazione e preparazione adeguata. Roba da giovani imprenditori, com' è giusto che sia. Ricerca. La lingua batte dove il dente duole. Il mondo agricolo, però, appare abbastanza attrezzato da completare quella di base. Non mancano strutture a vario livello. Occorrerà una strategia a livello nazionale per connetterle con la rete. Spetta ai politici farlo. L’amico di prima appare perplesso. Complessità e difficoltà non mancano e, fra le altre, si sofferma su due: la limitata superficie aziendale sua e della maggioranza delle imprese italiane e l’età degli addetti sempre più alta. Martedì 12 ottobre, pag. 7 edizione di ROVIGO ROSOLINA Via alle prove varietali di radicchio (e.m.) Domani si apre per le prove varietali di radicchio, il Centro sperimentale ortofloricolo "Po di Tamontana", posto a Rosolina ad est della Romea, e che con i suoi 43 ettari di superfici (che occupano il paleoalveo del Po di Tramontana), permette una vasta attività di sperimentazione, sia in serre e tennel, che a pieno campo. Questo gioiello di Veneto Agricoltura quindi, in pratica da domani con la citata giornata dedicata alle prove varietali del radicchio, fa decollare la "stagione del radicchio", ed offre un appuntamento molto atteso da chi opera in questa particolare frangia del settore orticolo. Infatti si offre a tutto il mondo agricolo - orticolo, come fa rilevare il direttore del "Po di Tramontana" dott Tosini, una preziosa opportunità per conoscere da vicino l'innovazione in atto nell'importante branchia. E, vista l'importanza che tale ortaggio riveste in Veneto, Veneto Agricoltura da anni è impegnata in una continua attività di miglioramento genetico, con l'obiettivo di dare ai diversi operatori della filiera, un quadro aggiornato dell'offerta sementiera, e ciò comparando materiali provenienti dalla rcerca internazionale e nazionale, con selezioni locali. Il Centro, sarà aperto dalle 10 alle 12. Martedì 12 ottobre, pag. 7 edizione di PORDENONE CACCIATORI Gli agenti della Polizia locale della Provincia hanno effettuato i controlli Due "doppiette" sanzionate domenica a Porcia e Azzano Decimo Cacciatori stangati La polizia provinciale multa anche chi cammina tra le colture Cristina Antonutti Sarà difficile sgarrare durante le battute di caccia. Il giro di vite arriva dalla polizia locale provinciale comandata dal colonnello Samuele Grandin. Quello di domenica è stato soltanto un inizio. D’ora in poi il personale della Provincia, che conta sulla collaborazione degli stessi cacciatori e degli agricoltori, vigilerà sul comportamento delle "doppiette". Domenica scorsa due pattuglie hanno eseguito una ventina di controlli nella Bassa Pordenonese. Controlli preventivi, ma che hanno dato un risultato. Ad Azzano Decimo un cacciatore è stato sorpreso con una lepre nello zaino: non era stata annotata sul tesserino dopo l’abbattimento sul tesserino. In questo caso la multa è stata di 154 euro. Ma la conseguenza più pesante è costituita dal fatto che il cacciatore irregolare e verrà sottoposto a un provvedimento disciplinare da parte della Commissione competente. La seconda contravvenzione è stata elevata nelle campagne di Porcia. In questo caso gli agenti hanno sorpreso un iscritto alla locale Riserva che cacciava in un campo di soia. Gli hanno contestato una multa: 206 euro per esercizio venatorio con coltura in atto. «Questo tipo di segnalazioni - spiega il colonnello Grandin - vengono fatte anche dagli stessi cacciatori che collaborano con le istituzioni per un corretto svolgimento di questa attività prettamente correlata con l’ambiente e l’agricoltura. Pertanto è nello stesso interesse dei cacciatori che le scorrettezzeengano apertamente segnalate e sanzionate. Devo dire che da parte del mondo venatorio c’è sempre più collaborazione, si comportano meglio e questo va rimarcato». Spesso la polizia locale viene interpellata per coloro che cacciano vicino alle case o alle strade. Si può farlo telefonando al Comando provinciale di Pordenone o con una segnalazione sul sito internet. Martedì 12 ottobre, pag. 18 edizione di PORDENONE Pascolo abusivo nei prati comunali, condannato Il caso a Meduno. I carabinieri erano intervenuti perchè gli animali disturbavano le prove di un rally MEDUNO - Era accusato di aver fatto pascolare abusivamente il suo bestiame nei terreni comunali antistanti la chiesetta dell’Ana di Val Meduna, in località Forchia. L’imputazione risale al 3 ottobre del 2007, quando fu chiesto l’intervento dei carabinieri perchè quattro mucche intralciavano le prove di un rally. Guglielmo Del Din, 53 anni, di Meduno, ieri si è battuto strenuamente per dimostrare la propria estraneità. Ma nelle mappe catastali risulta che il proprietario dei terreni antistanti la chiesetta, recintati, è il Comune. Da qui la condanna a 3 mesi e 10 giorni di reclusione (giudice monocratico Monica Biasutti; pm il vpo Beatrice Toffolon). La vicenda si inserisce in un contenzioso civile che Del Din sta portando avanti per dimostrare che alcuni terreni di cui aveva il possesso, dichiarati all’Ispettorato dell’Agricoltura come "pascolo", sarebbero stati inseriti erroneamente nelle proprietà comunali. Durante la monticazione - ha spiegato al giudice - il bestiame viene portato anche su quei terreni ora delimitati da una recinzione. La difesa - avvocato Casarotto - aveva chiesto l’assoluzione perchè i carabinieri quel 3 ottobre non avevano provato con certezza chi fosse i proprietario delle mucche che intralciavano le prove di rally nè il luogo in cui pascolavano. Il giudice è stato di diverso avviso. Martedì 12 ottobre, pag. 20 edizione di VENEZIA PIANIGA Centrale a biogas Ormai è una crociata «Il sindaco ci dica cosa intende fare per scongiurare la realizzazione della centrale a biogas, che dovrebbe sorgere a Santa Maria di Sala, proprio in prossimità del confine con Rivale». È questa in sintesi la richiesta, avanzata attraverso un'interpellanza, dai consiglieri di Pianiga Democratica, Riccardo Naletto e Nello Gottardo. «Lo scorso 8 aprile- spiegano- avevamo presentato un'interpellanza per sapere la posizione del sindaco sulla realizzazione di un impianto di biogas da fermentazione di biomasse agricole, da realizzarsi nel comune di Santa Maria di Sala, in via Rivale, a ridosso del nostro confine comunale. In qell'occasione, il sindaco si era detto nettamente contrario all'intervento». Rilanciando: «Anche il consiglio comunale di Santa Maria di Sala, convocato lo scorso 23 agosto, si era espresso contrariamente alla realizzazione di un simile impianto». Per i due consiglieri di opposizione, però, il pericolo non è ancora scampato: «L'ipotesi della realizzazione di un tale impianto non è ancora oggi scongiurata, in attesa della conferenza dei servizi che si terrà prossimamente in Regione». Ed incalzano il primo cittadino pianighese, Massimo Calzavara: «Quale posizione intende assumere per informare la cittadinanza di Pianiga e per tutelarla nei confronti dell'aumento di traffico e degli episodi d'inquinamento derivanti dall'impianto, e se sia volontà dell'amministrazione intraprendere delle contromisure alla realizzazione di un simile impianto di biogas». (G.Dco.)