"differente"
Dalla doppia "C'del Credito Cooperativo al marchio-logo attuale. Il marchio come elemento di identificazione aziendale, asset comune e patrimonio intangibile di fiducia e di identità.
ostruire, valorizzare,
consolidare un marchio oggi più che mai è
un investimento per certi
aspetti obbligato. Significa
puntare decisamente su quello che molti considerano un
vero e proprio fattore della
produzione, al pari o appena al di sotto del lavoro e del
capitale. Un marchio può
dunque diventare oggetto di
una riflessione sull'identità,
sulla personalità, sul carattere di un modo di fare banca "differente". Cemento e
specchio di una cultura d'impresa, il marchio è anche un
collante di quello che costituisce l'unico e il più grande sistema nazionale di banche autenticamente locali.
Anche nell'ambito del sistema del Credito Cooperativo,
il marchio-logotipo rappresenta un asset comune per le
BCC, per le Federazioni locali
e per le società di servizio nazionali: patrimonio intangibile di fiducia e di identità.
Per comprendere il percorso
che ha portato alla realiz-
zazione del marchio-logo attuale, è bene però conoscere
tutti i simboli del Credito
Cooperativo, facendo anche
un salto nella storia per individuare e comprenderne le
radici e il significato.
In alcune regioni del nostro
Paese, infatti, la cooperazione di credito, in una stessa visione di valori e missione, quindi di identità e di
statuto, ha mantenuto la sua
storica denominazione.
Quindi, accanto alle Banche
di Credito Cooperativo, ci
sono - soprattutto in Trentino - le Casse Rurali e in Alto Adige le Casse Raiffeisen.
Analogamente, il Credito
Cooperativo è ricco di simboli: la doppia C per le BCC,
il simbolo desiano per le
Casse Rurali trentine, i "cavallini" incrociati per le
Raiffeisen. Differenza di forma, dunque, ma non di sostanza.
l'esigenza di individuare un
simbolo che lo identificasse,
trasmettendo l'idea della solidarietà, fondamento della
cooperazione. Lo trovò nella doppia C intrecciata, rappresentazione degli anelli
di una solida catena. In effetti nell'idea di solidarietà
è implicita quella di inter-
LA DOPPIA C
Sin dagli anni Sessanta, il
dipendenza tra gli elementi
di un sistema o di un gruppo: per questo il "nodo" del-
Credito Cooperativo sentì
la cooperazione di credito si
è rivelato non solo un marchio efficace, ma un simbolo, un segno naturale che dice con un'immagine un significato.
Avvicinare le due C non vuol
dire soltanto esprimere in sigla il Credito Cooperativo, ma
anche, simbolicamente, rappresentare il mutuo aiuto, il
sostegno, il fare insieme, la
prossimità al cliente. L'immagine di questo anello ha
una risonanza antichissima. Presente in decorazioni
di epoca precolombiana, nell'Olimpia dell'antica Grecia,
in ville romane dei primi secoli dopo Cristo, come incisione nell'abbazia cistercense di Fossanova, nei mosaici
della basilica di Aquileia, è
anche noto nella teologia
cristiana e cattolica, come il
"nodo di Re Salomone" ed è
collegato con il concetto di
fraternità nel regno di Dio. La
doppia C esprime l'intreccio
di esigenze comuni, la realizzazione di azioni in cooperazione, la costituzione di
un luogo economico collettivo (l'impresa cooperativa), la
principe vescovo, artefice
del rinascimento trentino.
Più volte raffigurato sulle
pareti del castello del Buonconsiglio a Trento, rappresenta l'insieme delle forze
riunite dal nastro dellTJnitas,
per dare origine ad una forza ancora maggiore.
I DUE "CAVALLINI"
INCROCIATI
DELLE CASSE RAIFFEISEN
II frontone con due teste di
cavallo incrociate (Giebelkreuz) è il simbolo predominante delle cooperative e
delle Casse Raiffeisen dell'Alto Adige. Si tratta di un
simbolo di protezione, risa-
nozione di un "sé" personale che si incrocia con l'identità del gruppo, creando comunità.
IL SIMBOLO CLESIANO
DELLE CASSE RURALI
TRENTINE
Il simbolo desiano, adottato
agli inizi del 1900 come
marchio del Sindacato Agricolo Industriale Trento prima e, successivamente, di
tutta la cooperazione trentina, nasce come stemma della famiglia del cardinale
Bernardo Clesio (1485-1539),
lente ad antichi riti germanici. Si credeva che una croce sul frontone potesse proteggere la casa ed i suoi abitanti da spiriti maligni e pericoli quotidiani. Inoltre se
ne tramanda anche una
simbologia sociale. Secondo
una convenzione, i due cavallini sarebbero serviti ad
indicare lo stato del maso: se
paralleli, che si guardavano
negli occhi, avrebbero se-
gnalato che esso era gestito
da contadini non liberi. Dove invece i cavallini - come
nel simbolo delle Raiffeisen
- guardavano all'esterno,
incrociati, avrebbero rappresentato l'avvenuta liberazione del maso dal giogo
del potere. Nel 1877 questo
simbolo venne scelto come
logo ufficiale delle cooperative fondate da Friedrich
Wilhelm Raiffeisen. In base
a questa tradizione culturale, i membri delle cooperative di credito Raiffeisen in
questo modo volevano proteggere e preservare la loro
libertà economica creando
comunità.
LA MELAGRANA
La melagrana ha rappresentato a lungo il sistema del
Credito Cooperativo, essendo
un'immagine dal forte valore simbolico. E un frutto
che rimanda alla tradizione
contadina, che ha un significato beneaugurante di auspicio di prosperità e che ben
sintetizza la simbiosi di unicità-molteplicità. La melagrana è infatti un unico
frutto composto, al suo interno, da tanti chicchi diversi, proprio come l'unico
sistema del Credito Cooperativo è composto da tante
realtà: le diverse banche sul
territorio e le strutture che le
banche hanno costituito per
fornire prodotti, servizi, con-
sulenza, rappresentanza, ecc.
In particolare la melagrana
è stata il soggetto della prima Campagna di comunicazione del Credito Cooperativo, realizzata nel 1999.
La simbologia della melagrana scompare dal marchio
di sistema nel 2002, poiché
ritenuta non più funzionale
agli obiettivi primari di comunicazione. La melagrana
resta, comunque, ad identificare il sistema BCC prevalentemente presso il pubblico interno in occasione di incontri, manifestazioni, celebrazioni.
IL MARCHIO-LOGO
DI SISTEMA
Alla fine degli anni '90, anche a seguito di una profonda riorganizzazione interna, il sistema delle Banche di Credito Cooperativo e
delle Casse Rurali si affaccia sul mercato della comunicazione bancaria con
l'obiettivo di dare evidenza
e di valorizzare il rafforzamento della rete interna. Nel
1999 nasce, in comunicazione, la marca "Credito
Cooperativo", volta a presentare al grande pubblico la
realtà peculiare delle Banche
di Credito Cooperativo, Casse Rurali e Casse Raiffeisen.
Nel 2002, al fine di rafforzare il proprio posizionamento - anche di immagine
- il sistema del Credito Cooperativo modifica il suo
brand: scompare la simbologia della melagrana e viene enfatizzato l'acronimo
con il quale, sul territorio, le
singole Banche di Credito
Cooperativo vengono fami-
Ilarmente chiamate: "BCC".
Nel logo di sistema, sul quale resta la simbologia delle "2
C" intrecciate, l'acronimo
BCC sovrasta l'aggettivazione di sistema "Credito Cooperativo". I colori "sociali",
verde e blu, sostengono l'intera composizione grafica.
Il marchio-logo può essere
un forte elemento di identificazione se utilizzato con
coerenza e sistematicità nei
materiali di comunicazione. Fissare regole chiare e
condivise per la gestione del
marchio non significa dunque solo sistematizzazione
grafica, ma diviene un gesto
"culturale" che investe i profili della comunicazione e
della rappresentazione della
identità. Occorre quindi rispettarne con precisione le
specifiche tipografiche e applicarle in ogni sua declinazione.
CREDITO COOPERATIVO
Per saperne di più
Cercasse possiede e ha registrato i l marchio
"BCC Credito Cooperativo", le due "C" intrecciate
e la melagrana. Nel 2004 ha pubblicato i l volume edito dall'Ecra: "Manuale operativo per l'uso del logo delle Banche di
Credito Cooperativo" (corredato da un CD-Rom), con l'obiettivo di fissare regole chiare e condivise per la gestione del
marchio "BCC Credito Cooperativo".
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1) La doppia C intrecciata, simbolo del Credito Cooperativo, rappresenta gli anelli di una solida catena.
a) Vero
b) Falso
2) Nel 2002 il sistema del Credito Cooperativo modifica il suo brand enfatizzando l'acronimo "BCC", con
il quale, sul territorio, le singole Banche di Credito
Cooperativo vengono familiarmente chiamate.
a) Vero
Le declinazioni del marchio-logo
pubblicate in questo articolo
sono tratte dal "Manuale operativo
per t'uso del logo delle BCC".
b) Falso
e = (Z -e = (i :3IS0dSiH
L'applicazione del logo. Alcune caratteristiche generali
Ecco, in breve, le caratteristiche generali del logo di sistema "BCC Credito Cooperativo".
^
I l logotipo "BCC Credito Cooperativo" è creato nei caratteri della famiglia Gill Sans e opportunamente ridisegnato.
1 ^ I colori di quadricromia sono: Blu 100 cyan - 85 magenta, Verde 100 cyan - 90 giallo.
^
I colori pantoni sono: Blu pantane 287, Verde pantane 355.
^
Deve essere adottato nella versione istituzionale e con i colori istituzionali (blu e verde), salvo i casi in cui debba essere riprodotto ad un solo colore.
hr
Per avere i l massimo impatto visivo i l logo necessita di un'area bianca intorno ai suoi quattro lati. Tale area deve essere rispettata, ad esempio, tra i l logo e un testo, tra i l logo ed altri elementi grafici, oppure tra il logo e i margini del foglio.
^
Le dimensioni minime, nella stampa offsett, per garantire al logo la sua leggibilità sono di 15 mm.
fe> Negli stampati (editoria, poster, leaflet, materiali pubblicitari) il posizionamento del logo è, preferibilmente, in basso e centrato. Può essere utilizzato direttamente su fondo bianco o di colore tenue.
Riguardo all'applicazione del marchio-logo per le BCC e Federazioni Locali, valgono le stesse regole generali del marchio-logo di sistema. Sia i l logo di denominazione della banca che della Federazione Locale sono inglobati in un'unica entità grafica
che consta di un elemento fisso (la parte riquadrata e occupata dal logo di sistema) e di un elemento variabile (la campitura
blu) in relazione alla lunghezza della denominazione. Il carattere istituzionale della denominazione bancaria èilGillSans Bold.
I l marchio-logo deve essere riprodotto rispettando le caratteristiche su tutto i l materiale di comunicazione (carta da lettere, buste, biglietto di presentazione, blocco notes, ecc.), nella modulistica operativa (libretto assegni, libretto di deposito a risparmio, certificati, contratti, pos, videata bancomat, ecc.), nei materiali pubblicitari (calendari, striscioni,
bandiere e gagliardetti) nonché sui supporti multimediali (sito web, cd-rom, slides, ecc.) e sugli oggetti promozionali.
Infine sulla segnaletica esterna, che costituisce un fondamentale veicolo di diffusione dell'immagine aziendale.
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differente - Federazione Trentina della Cooperazione