George Frideric Handel JOSHUA A Sacred Drama (1748) Cappella Musicale della Cattedrale Orchestra Silete Venti! Direttore Don Pietro Panzetti Cattedrale di Lodi sabato 7 ottobre 2006 - ore 20.30 INDICE Joshua: l’oratorio di Handel come theatrum virtutum 3 Premessa 3 Handel e l’oratorio musicale 6 Joshua 7 Atto I 8 Atto II 10 Atto III 13 Joshua - Libretto Traduzione di Ettore Garioni 15 Silete Venti! Servio Bona, Ulrike Slowik primi violini Elisa Bestetti, Stefania Gerra secondi violini Paolo Turri viola Matteo Fusi cello Davide Nava basso Mario Lacchini, Stefania Marusi flauti Simone Toni, Susanne Grützmacher oboi Oscar Meana fagotto Ermes Pecchinini, Dimer Maccaferri corni Paolo Bacchin, Daniele Moretto trombe Riccardo Balbinutti timpani Daniele Caminiti tiorba Guido Morini cembalo Elvira Soresini organo Cappella Musicale Monica Azab, Federica Belloni, Katterina Bonino, Federica Coppola, Benedetta Di Lauro, Lara Locatelli, Gabriella Maietti, Silvia Polenghi, Veronica Pulimeno, Francesca Salvatori, Raffaella Sfregola, Katherine Smith (soprano) Francesca Baioni, Henry Capper-Allen, Angela Cesari, Stefano Farina, Claudia Gasparini, Giovanna Grossi, Liliana Guri, Maria Malabarba, Arianna Negri, Mariella Paladino, Rosanna Pellicani,Alessandra Petrina, Chiara Polenghi, Michela Sfregola, Elena Tarasova (alto) Gabriele Barbieri, Giuseppe Demuro, Francesco Galli, Alberto Pe, Raffaele Pe, William Petter, Alessandro Sala (tenore) Filippo Bossi, Jonathan Dods, Daniele Grandi, Stefano Sozzi, Giulio Valenti, Sirio Vanelli, Davide Zampatti, Gilberto Zampatti (basso) Soli Emily Beahan soprano Veronica Pulimeno soprano Ian Aitkenhead alto Marco Beasley tenore Gilberto Zampatti basso Direttore Don Pietro Panzetti Joshua L’oratorio di Handel come theatrum virtutum Qualche giorno dopo la prima di quello stesso divino oratorio Mr Handel andò a fare una visita di cortesia a Lord Kinnoull, che conosceva molto bene. Sua Signoria, com’era naturale, gli fece i complimenti per il nobile intrattenimento ch’egli aveva recentemente presentato ai londinesi. «Milord – egli rispose – mi dispiacerebbe averli semplicemente intrattenuti: io voglio renderli migliori». (J. Beattie 1780) Qui c’è forza e potenza come piace a te Come è misera la nostra migliore musica moderna se accostata a questa! Quanto ci sforziamo noi per l’effetto e perdiamo tutta la semplicità e la compostezza associati ad ogni battuta di questo oratorio, perfino nei movimenti più vigorosi! (M. Hauptmann 1845) Premessa George Frideric Handel (1685-1759) Con l’esecuzione dell’oratorio Joshua di Handel la Cappella Musicale della Cattedrale di Lodi inizia un percorso biblico-musicale che la vedrà impegnata nel corso di tre anni, durante i quali saranno eseguiti tre dei più celebri oratori di Handel. In ordine di tempo, all’odierno Joshua, seguiranno Judas Maccabaeus e il Messiah. La scelta non è casuale. Il percorso si snoda non già rispettando l’anno di composizione dei singoli oratori (in questo caso il più antico è il Messia del 1742 mentre gli ultimi sono Judas del 1747 e Joshua del 1748), quanto piuttosto proponendo le figure bibliche più emblematiche a cavallo fra antico e nuovo Testamento che hanno più colpito lo spirito e l’intelligenza di Handel. In particolare, se escludiamo il capolavoro del Messiah, che giustamente può rappresentare il messaggio spirituale e artistico di Handel, le figure veterotestamentarie di Giosuè e di Giuda Maccabeo sono certamente quelle più rappresentative nella prima parte della storia della salvezza del popolo di Israele le cui azioni dovettero colpire la fantasia dei lettori della Bibbia di tutti i tempi. Del resto in tali “eroi” già gli antichi interpreti del testo sacro avevano voluto vedere prefigurato il Messia. Per questo guardando a ritroso la storia di Giosuè e di Giuda, quali figurae Christi, e considerandola come una storia universale della salvezza, si vede bene come la terra dove “scorre latte e miele” (Esodo 3, 8) e le lotte che gli Israeliti dovettero affrontare per poterla conservare, non erano che la figura di quei beni spirituali che Dio ha dato e che Cristo ha riconquistato all’umanità. Non sfuggirà, inoltre, ad un ascoltatore attento la profonda innervatura biblica dei libretti di questi oratori, in cui la musica concorre ad esaltare la valenza semantica della Parola di Dio e a veicolarla nel profondo del cuore dell’ascoltatore. Come è sempre stato, la musica continua ad essere ancora nel Settecento mezzo di educazione culturale e spirituale secondo appunto la precettistica antica, in base alla quale ogni opera artistica (letteraria, musicale, pittorica ecc.) porta in sé una straordinaria, potente carica didattica e parenetica. Si tratta, in altre parole, di opere che, indipendentemente dal credo religioso, si aprono al mondo circostante e dettano norme di comportamento, forniscono exempla, suggeriscono esercizi e applicazioni atti a muovere e spingere all’emulazione (corrispettivo della triade poetica del movere - delectare - docere). In particolare nella sensibilità con cui Handel interpreta queste pagine bibliche è possibile rinvenire l’impronta di una concezione della musica come curarum levamen, sollievo felice, quasi terapeutico, dall’angoscia della vita, per la quale exemplum biblico e musica costituiscono sicuro rimedio. Musica e Parola sono le due facce speculari dell’oratorio, due ante del medesimo dittico disegnato con il pennello della retorica che raccorda spettacoli e apparati immaginari attorno alle radici profonde dell’antropologia barocca1. Fondamentale è quindi il ruolo che in questi oratori viene assegnato alla musica, veicolo sensibile, carico di affettività e intenzionalità. Essa in quanto medium fra sensibilità e ratio, si svela come il cuore di un progetto comunicativo che intende promuovere contemporaneamente fede e ragione attraverso l’immaginazione: è via di accesso all’intelletto, muove la volontà e il desiderio, si esprime nella “parola musicata” dalla retorica, nutre la memoria, si fa immagine concreta nella mente. Parola e musica si raccordano intorno a un comune sistema cognitivo nel quale l’atto del rappresentare riveste la nuda veritas di sensibilità e costruisce i ‘miti’ fondativi della civitas. Georg Friederich Händel alias George Frideric Handel Due grafie per indicare due modi di essere: tedesco di origini e operante in Germania e in Italia sino a oltre il compimento del venticinquesimo anno di età, inglese nei quasi ultimi quarant’anni di vita, creatore del Messiah è un genio senza frontiere e uomo dalle molte vite, al quale sembra quasi impossibile assegnare un attributo nazionale. Trascorse una parte della propria gioventù in Italia e compose un’impressionante quantità di musiche su testi italiani e di stile italiano, ma anche le lingue inglese, tedesca e latina furono da lui praticate in maniera massiccia, né mancarono le composizioni in francese e quelle stilisticamente legate al pensiero musicale dei maestri al di qua della Manica. Di religione luterana, compose musiche liturgiche e devozionali per la Chiesa Evangelica Luterana, per quella Cattolica e Anglicana; coltivò tanto l’opera tedesca quanto quella italiana e non disdegnò di applicarsi a musiche di scena per lavori teatrali inglesi; fu prolifico autore di lavori di ogni genere per la camera e per l’intrattenimento; scrisse musica per molti strumenti, quella domestica e quella destinata a manifestazioni all’aperto o a pubbliche cerimonie; né trascurò del tutto la didattica musicale. Dunque: compositore inglese di origine tedesca oppure compositore tedesco imprestato all’Italia prima e a Sua Maestà Britannica poi? Tedesco senza ombra di dubbio è Bach e tedeschi si riconosceranno per cultura e atteggiamento mentale, benché operanti oltre i confini della Germania, tanto Mozart quanto Beethoven. Ma Handel è un caso a sé stante, unico, facendo del proprio nome2 abile commercio ma senza mai tradire se stesso e adeguandosi sempre in maniera mirabile alle diverse situazioni che la vita gli poneva di fronte. Tuttavia, poiché la maggior parte della sua vastissima produzione è legata alla terra anglosassone, risulta più logico assegnare la sua imponente figura alla storia della musica inglese. E’ forse cosa paradossale che il più grande dei compositori inglesi sia un tedesco, così come, del resto, non è meno paradossale che lo stesso regno di Gran Bretagna e Irlanda (del Nord) dal 1714 sia retto da una dinastia di origine tedesca, quella degli Hannover3. 2 1 Molto utile su l’intera questione il saggio di D. R. Hurley, Handel’s Muse. Patterns of Creation in his Oratorios and Musical Dramas, 1743-1751, Oxford 2001. Occorre dire che, per quanto Händel sia la grafia più comune, solo nei Paesi di lingua inglese si adotta quella fonicamente traslitterata di Handel. Il musicista, per altro, naturalizzato inglese nel 1727, già da qualche tempo si firmava in quel modo. Oggi, in genere, si tende a preferire questa grafia. 3 Fra le biografie di Handel segnalo: C. Hogwood, Georg Friedrich Händel, Pordenone 1991, D. Burrows, Handel, Oxford 1999 e la recentissima voce di A. Basso, [a cura di], Storia della musica, 2. Dal Barocco (continuazione) al 1830, Torino 2004, p. 687 ss.. Handel e l’oratorio musicale Joshua L’oratorio inglese creato dallo stesso Handel per reagire alla crisi dell’opera italiana è una composizione d’argomento sacro, spirituale o religioso la cui vicenda è tratta, generalmente, dall’Antico Testamento. Il libretto, in lingua inglese, è intonato da una serie di voci soliste e da un grande coro misto, accompagnati dall’orchestra. La rappresentazione avviene, solitamente, senza far ricorso a scenografie e costumi, ma utilizzando un apparato scenico costituito da pochi elementi essenziali. Questo genere musicale, benché nato in teatro, fu una felice alternativa al melodramma anche perché non ebbe la pretesa di sostituirsi ad esso. La ragione del suo successo nel periodo handeliano e in quello successivo - soprattutto nell’epoca vittoriana - va forse ricercata in tre diversi fattori: innanzitutto esso faceva a meno delle imponenti scenografie e coreografie teatrali (fu infatti definito “teatro senza azione”) e poteva così venire eseguito in luoghi diversi; inoltre, puntava su soggetti quasi tutti di intonazione biblica, allora prediletti dal pubblico; infine, metteva in luce una innata propensione per il canto corale, che trovò una prima organizzazione sistematica già nel 1724 quando fu fondato il «Three Choirs Festival». Ma va anche detto che l’oratorio handeliano incontrò viva opposizione da parte dei proseliti dell’opera italiana allora retta da G. Bononcini, i quali proseliti arrivarono persino a disturbare pubblicamente le esecuzioni che Handel andava allestendo a Londra. Non meraviglia, quindi, che uno dei primi grandi successi ottenuti dal musicista si verificò a Dublino in occasione della prima esecuzione del Messiah (13 aprile 1742) e solo verso la fine dell’ultimo periodo creativo handeliano l’oratorio poté proseguire il proprio cammino incontrastato (Judas Maccabaeus e Joshua che vennero accolti con molto favore sono, come si è già detto, rispettivamente del 1747 e 1748). La fortuna dell’oratorio handeliano si dovette anche ad una visione stilistica e compositiva che prescindeva nettamente da quelle che informavano la solenne austerità di tale genere musicale di marca germanica. Sia che l’intonazione fosse sacra o profana, il messaggio di Handel giungeva sempre al pubblico con la stessa diretta chiarezza. In questo senso si potrebbe affermare che il musicista seppe, come nessun altro, interpretare esattamente i gusti e le tendenze del suo pubblico. Si spiega così l’enorme influenza che egli esercitò per più di un secolo sulla musica della sua seconda patria nonché il perdurare in questa di forme oratoriali che giungono sino alle soglie dell’epoca moderna4. Fra gli ultimi oratori che Handel compose, Joshua è uno di quelli che riscosse grandissimo successo. Dopo il Samson, Judas Maccabaeus fu il solo oratorio ad essere più spesso rappresentato durante la vita del suo autore e questa popolarità era dovuta in gran parte a l’inserzione di See the conqu’ring hero comes [60], inzialmente composto per Joshua. Handel iniziò la composizione di Joshua il 19 luglio del 1747, solo due settimane dopo aver terminato un altro oratorio Alexander Balus, e il I Atto fu portato a termine undici giorni più tardi; il II Atto gli portò via ancora meno tempo, completato l’8 agosto, e l’opera intera fu terminata il 19 agosto. La prima esecuzione ebbe luogo al Covent Garden il 9 marzo del 1748 e fu seguita da tre altre repliche. Joshua appartiene ad un gruppo di quattro oratori, scritti successivamente fra 1746 e 1748, che presentano un evidente carattere militare. Il primo di questi fu l’Occasional Oratorio, replicato tre volte al Covent Garden nel 1746 e tre volte ancora nel 1747. Judas Maccabaeus seguì nel 1747, ed ebbe una enorme popolarità dato che fu rappresentato 33 volte durante la vita dell’autore; infine Joshua e Alexander Balus ebbero la loro prima esecuzione il 9 e il 23 marzo nel 1748. Sembra che, dopo Judas Maccabaeus, Handel e il suo librettista Thomas Morell5 fossero ben decisi a ripetere la formula dell’eroe protagonista e di cori trionfatori, che aveva avuto grande successo, aggiungendovi, nel nostro caso, la delicata storia d’amore che era mancata allo Judas. Il protagonista che dà il titolo all’oratorio, Giosuè, è un grande capo militare ebreo, vissuto nel XIII secolo a.C., celebre per aver guidato il popolo d’Israele nella Terra Promessa ed aver diviso la terra di Canaan fra le 12 tribù. E’ palese il carattere, come si è detto, “militare” dell’oratorio, nel cui soggetto non sono molti i motivi allegorici, ma prevalgono quelli puramente narrativi, e anche episodici, delle gesta militari dell’eroe, di alcuni fatti d’armi, del canto di vittoria finale. Ma se una vittoria del popolo di Israele è pur sempre una vittoria di Dio sopra i pagani, il motivo allegorico prevalente, nella scelta handeliana, è un altro. Le vicende storiche di quegli anni ci narrano di una forte minaccia, da parte degli Stuart scozzesi, contro la dinastia degli Hannover e cioè contro il re Giorgio II allora regnante. Proprio due anni prima della composizione dell’oratorio, le forze di Giorgio II avevano ottenuto una grande vittoria contro gli Scozzesi a Culloden (16 aprile 1746): l’oratorio 4 5 Per la questione relativa all’oratorio inglese ed handeliano in particolare si veda G. Mazzola Nangeroni, Invito all’ascolto di Haendel, Milano 1985, p. 171 ss., e R. Smith, Handel’s Oratorios and Eighteenth-century Tought, Cambridge 1995, D. R. Hurley, op. cit. e Storia della musica, cit. p. 658 ss.. Non è questa la sede per discutere la paternità del libretto di Joshua, oggi messa in dubbio dalla critica anglosassone ed assegnata, per contro, a N. Hamilton. Per tutta la questione rimando a R. Smith, op. cit. pp. 192, 233 ss. e 410. doveva perseguire lo stesso intento dichiaratamente celebrativo di quell’evento, che un anno prima (1747) aveva commemorato un altro oratorio di Handel, lo Judas Maccabaeus, ed essere come un reiterato gesto di omaggio per la vittoriosa famiglia degli Hannover. Come il Messiah si intreccia strettamente all’annoso contrasto fra cattolici e protestanti irlandesi, così l’oratorio Joshua vive dell’immediatezza di un fatto di cronaca, trasceso e trasportato nella dimensione religiosa. Morell ricavò il libretto del nuovo oratorio da un racconto di lotte e di sangue dell’Antico Testamento6, condensando le campagne militari contro Gerico, Ai e i cinque re in una sola sequenza drammatica e ampliando il ruolo di Otniel e Acsa per favorire il contrasto romantico necessario a creare delle pause e dei contrasti all’interno di una storia essenzialmente militare. La straordinaria rapidità con cui Handel musicò il libretto dovette mettere alla prova non poco Morell e il risultato forse è più una serie di episodi che una trama ben articolata e sviluppata. I personaggi però sono vigorosi, nonostante il diverso spessore psicologico: Giosuè è un eroe autorevole, anche se talvolta può apparire presuntuoso, Caleb un capo patriarcale che aspetta il momento di ritirarsi dal campo di battaglia, sua figlia Acsa un personaggio inquieto e talvolta pronto al rimprovero, fidanzata di Otniel, che trova con difficoltà un equilibrio fra il suo ruolo di giovane guerriero e quello di innamorato appassionato7. ATTO I TRAMA. Gli Israeliti gioiscono per la conquista di Canaan e per la miracolosa traversata del Giordano che mette fine a quarant’anni di vita nel deserto. Giosuè arriva trionfante e fiducioso, sostenuto dalle parole di ammirazione del guerriero Caleb. Acsa, figlia di Caleb, sottolinea il contrasto fra le sofferenze della prigionia in Egitto e la gioia della conquista di Canaan. Giosuè, poi, dà l’ordine di costruire un monumento a Ghilgal, perché le generazioni future ricordino la miracolosa fuga degli Israeliti dall’Egitto. Otniel, giovane guerriero fidanzato di Acsa, arriva in scena accompagnato da un angelo. Quest’ultimo si fa riconoscere e porta il messaggio divino: la città di Gerico deve essere distrutta dagli Israeliti, che saranno 6 Le fonti veterotestamentarie del libretto, liberamente rielaborate dall’autore, sono le seguenti: Esodo 12, Levitico 23, Numeri 9, 13-14 e Giosuè 1, 3-11, 13-15. 7 La bibliografia dedicata a questo oratorio è veramente povera. I pochi riferimenti ad esso si trovano in W. Serauky, Georg Friedrich Händel. Sein Leben - Sein Werk. V. Band, Kassel 1958, p. 77 ss.; P. H. Lang, Händel, trad. it., Milano 1985, p. 503 ss.; C. Hogwood, op. cit. p. 258 ss.; R. Smith, op. cit. pp. 192 e 233 ss. e D. Burrows, op. cit. p. 210 ss. 10 vittoriosi. Giosuè dà ordine ai suoi di prepararsi ad eseguire il comando celeste. Nella serena quiete campestre Otniel incontra Acsa e le promette di sposarla non appena la distruzione di Gerico sarà compiuta. Le trombe di guerra lo richiamano al dovere, e il coro conclude l’Atto augurando agli eroi un felice esito in battaglia. L’Introduzione [1] orchestrale, in un solo movimento, è una delle più brevi ouvertures per oratorio che Handel abbia composto (1’30 c. contro i 6’ dello Judas e i 3’ del Messiah); non occupa che quattro righi della partitura e porta direttamente al coro iniziale. Si può pensare che, data la struttura lunga e estesa dell’oratorio, Handel abbia voluto immediatamente passare all’azione. Il Coro iniziale Ye sons of Israel [2] ci mette subito nel vivo della vicenda presentando gli Israeliti che si rallegrano per la conquista di Canaan e per la traversata miracolosa del Giordano che mette fine ai quaranta anni passati nel deserto. Unico artefice di tutto questo è Dio, che ha mantenuto fede alla promessa fatta a Mosè, come il coro ricorda nella seconda parte In Gilgal, and on Jordan’s banks proclaim [2b], introdotta da una voce solista senza accompagnamento - la prima di una serie che connota le parti corali di tutto l’oratorio. L’eroe-protagonista Giosuè fin dal suo primo apparire si mostra sicuro di sé fino al punto da sembrare presuntuoso; la sua sicurezza è rafforzata anche dalle adulazioni del guerriero Caleb, capo dello stato maggiore, contenute nell’Aria O first in wisdom [4]. E’ Acsa, la figlia di Caleb, a portare un cambiamento di umore drammaticamente necessario alla situazione. L’Aria da lei cantata, venata di nostalgia, Oh, who can tell [6] sottolinea il contrasto tra le sofferenze della prigionia in Egitto e la gioia dell’arrivo in Canaan. Il calmo intermezzo non dura per molto tempo, perché Giosuè ritorna e nel Recitativo Caleb, attend to all I now prescribe [7] ordina di alzare un monumento in Gilgal affinché le generazioni future conoscano la miracolosa fuga degli Israeliti. Giosuè introduce con una frase senza accompagnamento il Coro To long posterity we here record [8] che plasticamente riproduce il movimento dei flutti del fiume Giordano, soprattutto mediante i vocalizzi sulle parole restor’d e roll’d. Il motivo evocativo dell’acqua che scorre continua nell’Aria Kedron’s brook [10] sulle parole rays e all. Otniel, giovane guerriero e fidanzato di Acsa, quando si presenta sulla scena, è colpito dall’apparizione di un essere tremendo e misterioso. La sua Aria Awful, pleasing being say [12], carica di tensione drammatica, non è una delle migliori dell’oratorio, ma l’unità stilistica dell’opera è ricomposta rapidamente quando l’essere, apparso ad Otniel, si fa conoscere come un Angelo inviato da Dio. Giosuè si mostra molto rispettoso di fronte al messo divino e, in un accompagnato drammaticamente intenso, l’Angelo esplicita il suo terribile messaggio che ordina la distruzione di Gerico, e dà la confortante garanzia che la vittoria sarà agevole. Non si perde tem- 11 po, e nella splendida Aria Haste, Israel, haste [16] Giosuè comanda ai suoi seguaci di prepararsi all’azione. Il Coro degli Israeliti esegue immediatamente l’ordine del comandante: The Lord commands, and Joshua leads [17] è pervaso da una frenetica energia che intende segnalare il coraggio che il comandante ha saputo infondere nei soldati. A questo punto, dopo pensieri di carattere bellico, l’autore del libretto ha inserito la storia d’amore fra Acsa e Otniel per creare, come dice Hogwood, una sorta di contrasto con gli Israeliti in guerra8 e quasi a voler rallentare l’azione militare stessa. Come spesso accade nelle storie d’amore, il paesaggio ideale non può che essere quello rappresentato ancora dal locus amoenus agreste. Handel ha composto qui una pagina meravigliosa, l’accompagnato In these blest scenes [18] dove Otniel, passeggiando nella pacifica campagna, sta per incontrare Acsa, la figlia di Caleb con cui è fidanzato. L’entrata della ragazza O Othniel, Othniel! [18b] è bella proprio per la sua semplicità ed immediatezza. Il pretesto di Morell per l’assolo di Acsa Hark, hark! ‘Tis the linnet [21] è un poco manieristico ma la risposta di Handel al testo, che descrive il classico locus amoenus animato dal canto degli uccelli, è deliziosa perché tutta giocata su un fitto dialogo fra il soprano solo e due strumenti, flauto e violino, che imitano il cinguettio del tordo e del fanello. I due innamorati scherzano per un po’ di tempo nel duetto “Our limpid streams” [23], ma la calma della scena è rotta da uno squillo di tromba di guerra che è tanto più drammatico in quanto è la prima volta che si sentono gli ottoni nell’oratorio. Otniel esprime chiaramente il suo desiderio di sposare Acsa appena la distruzione di Gerico sarà terminata ed il Coro May all the host of Heav’n attend him round [26] mette fine al I Atto augurando buona fortuna all’eroe per l’azione militare ormai prossima. ATTO II TRAMA. Giosuè assedia Gerico già da sei giorni. Egli ordina che vengano suonate le trombe ed eleva un canto di lode a Dio. Allora, tra lo stupore e il terrore generale, le mura della città cominciano a crollare. Gerico è distrutta e Caleb esulta per l’ordine ricevuto di saccheggiare quel che resta della città, risparmiando soltanto Rahab, che aveva avuto compassione degli Israeliti. Acsa, tuttavia, ammonisce i guerrieri a non insuperbire perché il loro trionfo non durerà per sempre. L’assemblea del popolo, dei capi e dei sacerdoti celebra solennemente la Pasqua e loda Dio per la sua liberazione. Ma Caleb arriva ad annunciare un disastro: un piccolo 8 C. Hogwood, op. cit. p. 259. 12 esercito di Israeliti, inviato a conquistare la città di Ai, è stato sconfitto. Tuttavia Giosuè riesce a ridare coraggio ai suoi ricordando la conquista di Gerico. Intanto Otniel pensa di nuovo ad Acsa, e anche la fanciulla si strugge per la sua lontananza; ma Caleb fa sapere a Otniel che gli alleati Gabaoniti sono attaccati da una lega capeggiata da Adonisedek, re di Gerusalemme. Bisogna tornare a combattere. Giosuè, a capo dei suoi, vedendo che il finire del giorno potrebbe interrompere la battaglia, ordina al sole di arrestare il suo corso. Gli Israeliti, al colmo dello stupore, si accorgono che il sole obbedisce al suo comando; la battaglia riprende e in breve i nemici sono messi in fuga. Nel II Atto Giosuè assedia Gerico da sei giorni ed è arrivato il momento di dare l’ordine di suonare la tromba e di iniziare l’assalto. La “Solemn March during the circumvention of the Ark of the Covenant” [28] (non originale, ma un adattamento dai Componimenti di G. Muffat), imponente per la sua solennità e il tono militare, prepara l’entrata dello splendido coro in tre sezioni “Glory to God!” [29]. E’ questo uno dei cori più vigorosi dell’oratorio. Introdotto da un assolo di tromba e di corno che riprendono il tema della Marcia precedente, Giosuè loda il Signore. L’orchestra e il coro aggiungono le loro forze alle sue e, sui ritmi puntati insistenti degli strumenti, le mura cominciano a crollare. Ma è all’Andante centrale che Handel riserva gli effetti più belli e originali. In una partitura musicale che colpisce per il fitto accumulo di note, il Coro non riesce a nascondere la sua paura, gli ottoni attaccano una fanfara che suscita fremito, gli strumenti ad arco rappresentano in modo molto realistico il crollo delle mura con scale veloci e i timpani ne echeggiano il tonfo: Gerico cade. Caleb tutto esultante ordina di devastare ciò che resta della città e dei suoi abitanti, si ricorda però di risparmiare Rahab che era stata pietosa verso la causa israelitica. Con See the raging flames arise [31] Handel recupera con grande efficacia il genere di aria d’opera, dove ancora scale ascendenti e discendenti evocano il balenio delle fiamme che avvolgono le macerie della distruzione di Gerico creando uno stridente contrasto con i “dismal groans and cries” degli abitanti. Ancora una volta è Acsa che prova a riportare gli Israeliti alla ragione, cercando di convincerli che il loro trionfo non durerà per molto tempo. La sua Aria To vanity and earthly pride, / How short a date is giv’n! [32] si profila idealmente come biasimo di ciò che è appena accaduto, e la semplice struttura melodica è caratterizzata, nella seconda parte, The firmest rock [32b], da una gradevole armonia. Col solenne Coro Almighty Ruler of the skies [34], allorché tutti gli Israeliti, ivi compresi “i Sommi sacerdoti, i Sacerdoti, i Capi, gli Anziani e l’intera assemblea del popolo” celebrano la Pasqua e lodano il Signore per la loro liberazione, Handel scrive ancora una pagina di grande musica. Sostenute da un basso ostinato e per così dire guidate da 13 Giosuè, le voci del coro entrano una dopo l’altra, unendosi a tutta l’orchestra con uno splendido His glory did on Sinai shine [34 fine]. Il consiglio carico di rimprovero di Acsa, tuttavia, non è ascoltato, perché Caleb annuncia una inattesa disfatta: dei soldati presuntuosi mandati per osservare le difese di Ai sono stati respinti, e Israele piange. Il gusto per il contrasto, che abbiamo visto essere la cifra distintiva su cui è costruito l’oratorio, consente ad Handel di scrivere un coro definito “tragico”, perché ben esprime lo stato d’animo in cui sono caduti gli Israeliti dopo la sconfitta di Ai. I flauti e gli archi, su un tempo lento [Largo], introducono il “Coro di Israeliti vinti” How soon our tow’ring hopes are cross’d! [36], in cui anche la tonalità di Mi minore concorre a ricreare questa triste situazione. E’ un pezzo intenso nel quale si percepisce un’acuta sensibilità emotiva unita alla freschezza poetica propria della commossa partecipazione. Giosuè, vedendo un tale sconforto, rialza il morale delle truppe ricordando loro il prodigioso successo di Gerico. With redoubled rage return [38] è una meravigliosa Aria che ha tanto più effetto in quanto il suo ritmo prepara l’entrata del coro che riprende le stesse parole del solista. Il coraggio recuperato viene reso mediante una scrittura musicale serrata [tempo: Allegro], quasi ad indicare il rinnovato desiderio degli Israeliti di riprendere le armi e dimostrare il proprio valore. Restituita la fiducia al popolo, Otniel comincia a pensare ad altre cose e parte alla ricerca di Acsa. La travolgente Gavotta dell’Aria Heroes, when with glory burning [41] fu utilizzata non meno di sette volte prima di apparire in questo oratorio, a riprova del fatto che doveva essere particolarmente amata dal pubblico inglese. Anche Acsa non può non pensare ad Otniel: la sua Aria As cheers the sun the tender flow’r [43] è straordinaria. L’immagine del fiore caduto, tanto cara alla tradizione classica, viene ripresa e rimodellata da Handel con particolare efficacia descrittiva mediante le scale discendenti degli archi, quali simbolo dei raggi del sole che “rianimano” a poco a poco “il tenero fiore” piegato dalla pioggia. Caleb è furioso nel vedere Otniel perdere il suo tempo con Acsa e, allontanata sua figlia, restituisce a Otniel il desiderio di guerra annunciandogli che gli alleati Gibeoniti sono in pericolo a causa di una coalizione cananea guidata da Adonizedek, re di Gerusalemme. Nations who in future story [45] ha una melodia nobile e serena con la quale viene ribadito uno dei valori universali. Giosuè è particolarmente colpito dall’unità che vede ora regnare nel suo popolo e gli ricorda che la sua forza non dipende dalle armi e dai cavalli, ma dalla potente protezione di Dio. Ancora due “fanfare di strumenti guerrieri” introducono un’azione militare che anima il Coro O! thou bright orb, great ruler of the day [50] che chiude il II Atto. E’ uno dei movimenti più originali di Handel. Sostenuto da un dolce accompagnamento di doppie crome di violino, Giosuè, vedendo che il giorno che sta per finire potrebbe interrompere la battaglia, ordina al sole 14 di fermare la sua corsa. Poiché gli ubbidisce, ogni movimento orchestrale cessa e i violini tengono un La acuto sospeso per nove misure. Rivolgendosi poi alla luna, la cui corsa più lenta è rappresentata dalle voci dei contralti, anche ad essa ordina di fermarsi. Adesso ogni sezione degli archi è muta e il coro esprime la sua meraviglia con una prorompente fuga sulle parole Behold! the list’ning sun the voice obeys [50b]. Il la acuto continua ad essere tenuto sempre sotto un movimento corale crescente, dapprima con gli oboi, e poi, per ancora nove battute, con una sola tromba. Nel punto in cui il coro canta they yield, they fall, they die! la tromba solista riprende fiato e tutti gli ottoni entrano sulle parole Before our arms the scatter’d nations fly. L’effetto che crea questo coro è meraviglioso in quanto ha un potere descrittivo quasi grafico, come un ventaglio che si apra lentamente rivelandoci un paesaggio dipinto. Ma come è stato ben visto, “non si tratta però di eye music («musica per gli occhi»), perché la tecnica è adoperata con abilità e l’impressione è del tutto uditiva”9. Ancora una volta il nemico è sconfitto e fugge. Le voci e gli strumenti, uno dopo l’altro, si dileguano concludendo dolcemente il II Atto. ATTO III TRAMA. Tutti esultano per la vittoria; Giosuè propone di dividere il territorio conquistato fra le tribù e assegna Ebron a Caleb. Quest’ultimo promette che concederà la mano di sua figlia a colui che conquisterà la città ancora invitta di Debir. Otniel parte per la guerra. Gli Israeliti pregano Dio di assisterlo in battaglia e, alla fine, Giosuè ritorna per annunciare la vittoria di Otniel. Il popolo inneggia all’eroe vincitore e anche Acsa è raggiante poiché Caleb dà la benedizione alle sue nozze con Otniel. Dopo il dolce duetto d’amore dei due giovani, un solenne coro e un festoso Allelujah accompagnato dalla fanfara degli ottoni concludono l’oratorio. Il III Atto ci presenta la figura di Giosuè, ancora come quella di un eroe. Nel brano iniziale Hail! mighty Joshua, hail! [51] Handel assegna alle entrate fugate del Coro sulle parole And grateful marbles raise to thee un tema sempre più in crescendo, grazie al quale ancora una volta la musica concorre a “descrivere” il messaggio espresso dalle parole. Alla gioia della conquista partecipa anche Acsa con l’Aria Happy, o thrice happy we [52]. Giosuè propone quindi di dividere il territorio conquistato tra le dodici tribù e Caleb gli ricorda il ruolo che ha avuto nella conquista di Hebron: Giosuè dà immediatamente questo territorio a Caleb e alla sua tribù. 9 P. H. Lang, op. cit., p. 506. 15 Caleb, tuttavia, comincia a sentirsi invecchiare e tale stato d’animo è espresso da Handel non con tristezza e velata nostalgia, ma mediante un’Aria semplice e intensa, forse una delle pagine più belle dell’intero oratorio, Shall I in Mamre’s fertile plain? [54], che testimonia la consapevolezza di quello che attende ognuno. Essa rappresenta una cesura incisiva nell’economia del III Atto che illumina con una chiara nota di poesia. Il suo nobile tema di serena rassegnazione è intensificato dall’entrata del Coro For all these mercies I will sing. Otniel ricorda però a Caleb che resta ancora una città invitta. Caleb annuncia che è giunto il momento di cedere le decisioni militari ad un uomo più giovane e la mano di Acsa sarà la ricompensa di colui che sottometterà la città di Debir. Otniel non crede alla sua fortuna e con le vibranti parole dell’Aria Place danger round me [57] parte per la guerra. Gli Israeliti innalzano al Cielo una commovente preghiera perché Dio conceda la vittoria in battaglia a Caleb Father of mercy, hear the pray’r we make [58]. La preghiera, in forma di antifona con il coro dei soprani che funge da voce-guida, è particolarmente suggestiva: ancora una tonalità minore che ben traduce la supplica fiduciosa del popolo che chiede al “Padre di grazia” la salvezza dell’eroe e della patria. Appena la preghiera è terminata, Giosuè entra per annunciare il trionfo di Otniel. Il vincitore è salutato dal Coro See the conqu’ring hero comes [60]. Si racconta che quando per la prima volta in Joshua il pubblico sentì risuonare questo Coro, fu quasi rapito in estasi. Il grande successo incontrato da questa melodia convinse l’autore ad inserirla nelle riprese successive dello Judas Maccabaeus. La sua struttura è semplice, distribuita su tre sezioni: nella prima strofa un “Coro di giovani”, accompagnato dall’organo “tasto solo”, si alterna e si combina con due corni che ripetono la stessa melodia; nella seconda strofa un semi-coro, o forse in origine due solisti, è accompagnato da due flauti e organo, nella terza strofa, infine, entra l’intero coro con l’orchestra. L’indicazione di Handel “Tamburo” (certamente un tamburo militare) era molto specifica: “ad libitum (a piacere); la seconda volta: warbling (trillando)”. Anche Acsa è lieta adesso, poiché il padre Caleb ha dato la sua benedizione al matrimonio con Otniel, e la sua gioia è espressa nella famosa Aria Oh! had I Jubal’s lyre [64]. La melodia, scritta quarant’anni prima, era stata utilizzata per la prima volta nel primo movimento del salmo Laudate pueri (1706 e 1707) e ripresa poi ancora l’anno dopo Joshua nel Solomon. Prima dell’esultante Coro finale, abbiamo un dolcissimo duetto d’amore fra Otniel e Acsa O peerless maid, with beauty blest [66]. Il Coro conclusivo dell’oratorio The great Jehovah is our awful theme [68], nella tonalità di re maggiore imposta dalle trombe, inizia con degli accordi marcati come un inno solenne, ma si avvia rapidamente in una scrittura fugata. Gli accordi ritornano alla fine col massiccio Alleluja dominato, in modo significativo se si pensa al ruolo importante che ha avuto nell’opera, dalla strepitosa fanfara degli ottoni. Ettore Garioni 16 JOSHUA JOSHUA GIOSUE’ (1748) A Sacred Drama Words by Thomas Morell (?) (1748) Oratorio Parole di Thomas Morell (?) DRAMATIS PERSONAE PERSONAGGI Joshua (tenor) Othniel (alto) Caleb (bass) Achsah, Caleb’s Daughter (soprano) Angel (boy soprano) Chorus of Israelites Chorus of the defeated Israelites Chorus of the Tribe of Judah Chorus of Youths Giosuè (tenore) Otniel (alto) Caleb (basso) Acsa, figlia di Caleb (soprano) Angelo (soprano) Coro di Israeliti Coro degli Israeliti sconfitti Coro della Tribù di Giuda Coro di giovani Traduzione di ETTORE GARIONI Caleb O Joshua, both to rule and bless ordain’d! When Moses the eternal mansions gain’d, What boundless gratitude to Heav’n we owe, that did in thee a chief so wise bestow! Courage and conduct shine in thee complete, Justice and mercy fill thy judgment seat. Caleb O Giosuè, predestinato a governare e a benedire! Da quando Mosè ha raggiunto la patria eterna, che sconfinata gratitudine dobbiamo al Cielo che in te ci ha donato un capo così saggio! In te coraggio e autorità risplendono pienamente, giustizia e misericordia riempiono il tuo giudizio. 4. Air O first in wisdom Caleb O first in wisdom, first in pow’r! Jehovah ev’ry blessing show’r Around Thy sacred head! The neighb’ring realms with envy see The happiness and liberty O’er all thy people spread. 4. Aria 5. Recitativo Acsa Matrone e vergini con incessanti preghiere invochino il Cielo per te, loro prediletto bene. Il primo legislatore ruppe le catene di Egitto e con il tuo santo aiuto noi giungiamo in Canaan. Caleb O il più saggio, il più potente! Jahvè riversi ogni benedizione intorno al tuo capo consacrato. I regni vicini guardino con invidia la prosperità e la libertà sparsa su tutto il tuo popolo. PART THE FIRST PARTE PRIMA 1. INTRODUCTION. Ouverture 1. INTRODUZIONE. Ouverture 2. Chorus YE SONS OF ISRAEL (after the miraculous passage of the Jordan, and entrance into Canaan) Ye sons of Israel, ev’ry tribe attend. Let grateful songs and hymns to Heav’n ascend! In Gilgal, and on Jordan’s banks proclaim One first, one great, one Lord Jehovah’s name. 2. Coro di Israeliti 5. Recitative Achsah Matrons and virgins, with unwearied pray’r, Solicit Heav’n for thee, their fav’rite care. The first law-giver broke th’Egyptian chain; And, by thy hallow’d aid, we Canaan gain. (dopo il miracoloso passaggio del Giordano e l’ingresso in Canaan) O voi figli d’Israele, tribù tutte, ascoltate. Si levino al Cielo canti di ringraziamento ed inni! In Gilgal e sulle rive del Giordano proclamate il nome di uno solo, di un grande, di un Signore, Jahvè. 6. Air Oh, who can tell Achsah Oh, who can tell, oh, who can hear Of Egypt, and not shed a tear? Or, who will not on Jordan smile, Releas’d from bondage on the Nile? 6. Aria 3. Recitative Joshua Behold, my friends, what vast rewards are giv’n to all the just, who place their faith in Heav’n! Oh, had your sires obey’d divine command, they too, like you, had reach’d the promis’d land; but rebels to the laws th’Almighty gave, They, in the desert, met an early grave. 3. Recitativo Giosuè Vedete, amici miei, quali grandi ricompense sono donate a tutti i giusti che ripongono la loro fede nei cieli! Oh, avessero i vostri capi obbedito al divino comando: anch’essi, come voi, avrebbero raggiunto la terra promessa. Ma, ribelli alle leggi che l’Onnipotente diede loro, essi trovarono nel deserto una morte prematura. 7. Recitative Joshua Caleb, attend to all I now prescribe; One righteous Man select from every tribe, To bear twelve stones from the divided flood, Where the Priests’ feet, and holy cov’nant stood; in Gilgal place them! Hence twelve more provide, And fix them in the bosom of the tide! These when our sons shall view with curious eye, thus the historic columns shall reply: 7. Recitativo Giosuè Caleb, esegui tutto ciò che ora prescrivo. Scegli un uomo giusto da ogni tribù per portare dodici pietre prese dal luogo dove il fiume si divide, dove passarono i sacerdoti e si fece la santa alleanza. Portale a Ghilgal; di là prendine altre dodici e fissale nel seno della corrente. Quando i nostri figli le guarderanno incuriositi allora le storiche colonne risponderanno: 18 Acsa Oh, chi può parlare o sentir parlare dell’Egitto e non versare una lacrima? O chi non riderà sul Giordano liberato dalla prigionia che c’era sul Nilo? 19 13. Recitative Angel Joshua, I come commission’d from on high, The captain of the host of God am I; loose from thy feet thy shoes, for all around, the place whereon thou stand’st is holy ground. 13. Recitativo Angelo Giosuè, io vengo per ordine dall’alto; sono il comandante delle schiere divine; togliti i sandali, poiché qui tutt’intorno il luogo dove stai è terra santa. Joshua Low on the earth, oh, prostrate let me bend, And thy behests with reverence attend! Giosuè Che io mi prostri a terra e obbedisca con rispetto al tuo ordine! 14. Recitativo Angel Leader of Israel, ‘tis the Lord’s decree, That Jericho must fall, and fall by thee, The tyrant king, and all his heathen train, At their own idol-altars shall be slain, Th’embattI’d walls, and tow’rs, that reach the sky, shall perish, and in dusty ruin lie; Scatter’d in air, their ashes shall be tossed, The place, the name, and all remembrance lost. 14. Recitativo Angelo Capo di Israele, il decreto del Signore è che Gerico debba cadere e cada per mano tua: il re tiranno e tutto il suo seguito pagàno saranno trucidati sugli altari dei loro idoli. Le schierate mura e le torri che si elevano al cielo crolleranno e giaceranno in una polverosa rovina; disperse in aria, le loro ceneri saranno gettate via, il luogo, il nome e ogni ricordo andrà perduto. 15. Recitative Joshua To give command, prerogative is thine, And humbly to obey, the duty’s mine. 15. Recitativo Giosuè Dare il comando è tua prerogativa, e mio dovere è umilmente obbedire. 16. Air Haste, Israel, haste Joshua Haste, Israel, haste, your glitt’ring arms prepare! With valour abounding, The city surrounding, Deal death and dreadful war! 16. Aria 17. Coro 12. Aria 17. Chorus THE LORD COMMANDS The Lord commands, and Joshua leads, Jericho falls, the tyrant bleeds. Otniel Essere terribile e piacevole, dimmi tu se dal cielo il tuo volo ti ha portato qui! Degnati di far sapere al tuo servo se amico o potente nemico sei. 18. Recitativo Othniel In these blest scenes, where constant pleasure reigns, And herds and bleating flocks adorn the plains; 18. Recitativo Otniel In questa terra benedetta ove regna sempre la gioia, e pastori e belanti greggi ornano la piana, 8. Chorus TO LONG POSTERITY Joshua To long posterity we here record The wondrous passage, and the land restor’d. Giosuè Per i secoli futuri noi ricorderemo qui il portentoso passaggio e la patria restituita. Israelites To long posterity we here record The wondrous passage, and the land restor’d. In wat’ry heaps affrighted Jordan stood, And backward to the fountain roll’d his flood. Coro di Israeliti Per i secoli futuri noi ricorderemo qui il portentoso passaggio e la patria restituita. Lo spaventato Giordano si raccolse in masse di acqua e rivolse le sue onde verso la sorgente. 9. Recitativo Joshua So long the memory shall last, Of all the tender mercies past. 9. Recitativo Giosuè Per tanto tempo durerà il ricordo di tutte le tenere grazie passate. 10. Air While Kedron’s brook Joshua While Kedron’s brook to Jordan’s stream Its silver tribute pays, Or while the glorious sun shall beam On Canaan golden rays, So long the memory shall last Of all the tender mercies past. 10. Aria 11. Recitative Othniel But, who is he, tremendous to behold! A form divine in panoply of gold? With dignity of mien, and stately grace, He moves in solemn, slow, majestic pace; His auburn locks his comely shoulders spread, A sword his hand, a helmet fits his head; His warlike visage, and his sparkling eye Bespeak a hero, or an angel nigh. 11. Recitativo Otniel Ma chi è quello? Tremendo a vedersi! Un essere divino, in armatura d’oro? Dignitoso nell’aspetto, in stato di grazia, egli avanza in solenni, lenti, maestosi passi; i suoi riccioli color rame si spargono sulle sue belle spalle, una spada nella mano, l’elmo gli cinge la testa. L’aspetto di guerriero e i suoi lampeggianti occhi annunciano l’arrivo di un eroe o di un angelo. 12. Air Awful pleasing being, say Othniel Awful, pleasing being say, If from Heav’n thou wing’st thy way! Deign to let thy servant know, If a friend, or pow’rful foe! 20 8. Solo e Coro Giosuè Finché il torrente Kedron paga al fiume Giordano l’argenteo suo tributo, o finché il glorioso sole riverserà su Canaan i suoi dorati raggi, tanto a lungo durerà il ricordo di tutte le tenere grazie passate. Giosuè Su, Israele, affrèttati: prepara le tue scintillanti armi! Con straordinario valore, accerchiando la città, porta morte e guerra tremenda! Il Signore ordina e Giosuè comanda: Gerico crolla, il tiranno sanguina. 21 Where the soft season all its blessings sheds, Refreshing rivers, and enamell’d meads, Here, in the covert of some friendly shade, Direct me, love, to Achsah, blooming maid! ove la dolce stagione sparge tutti i suoi beni, freschi ruscelli e colorati prati, qui, al riparo di un’ombra amica, conducimi, amore, da Acsa, fiorente fanciulla. Achsah O Othniel, Othniel! Acsa O Otniel, Otniel! Othniel ‘Tis my name I hear! Othniel, in melting accents, strikes my ear. Otniel E’ il nome mio che odo! Otniel colpisce il mio orecchio, in struggenti accenti. Achsah O Othniel, valiant youth, May Heav’n reward thy love and truth! Acsa O Otniel, valoroso giovane, il Cielo ricompensi il tuo amore e la tua fede! 19. Recitative Othniel ‘Tis Achsah’s voice! Who, but that heav’nly fair, Could breathe so tender and so sweet a pray’r? 19. Recitativo Otniel E’ la voce di Acsa! Chi, se non la divina fanciulla potrebbe esprimere una così tenera e dolce preghiera? Achsah But see, he comes! He heard, and knows his pow’r. Acsa Ma, vedete, viene! Ha sentito e conosce il suo potere. 20. Air Hail lovely virgin Othniel Hail, lovely virgin of this blissful bow’r! How sweet the music of thy tuneful tongue! 20. Aria Achsah These praises to the feather’d choir belong. Acsa Queste lodi appartengono al coro degli uccelli. 21. Air Hark, hark! ‘Tis the linnet Achsah Hark, hark! ‘Tis the linnet and the thrush! In dulcet notes, They pour their throats, And wake the morn on ev’ry bush. From morn to eve they chaunt their love, And fill with melody the grove. Hark, ‘tis the linnet. . . da capo 21. Aria 22 Otniel Salve, bella fanciulla di questo beato asilo! Come è dolce la musica delle tue melodiose parole! Acsa Ascolta, ascolta! E’ il fanello e il tordo; in dolci note provano la voce, e destano il giorno in ogni cespuglio. Dal mattino a sera cantano il loro amore, e con la loro melodia riempiono il boschetto. 22. Recitative Othniel O Achsah, form’d for ev’ry chaste delight, T’inspire the virtuous thought and charm the sight! Thy presence gilds the variegated scene, To the green olive adds a brighter green, White to the lily, blushes to the rose, With deeper red the rich pomegranate glows; the fruits their flavour, flow’rs their odours prove, and here we taste true liberty and love. 22. Recitativo Otniel O Acsa, creata per ogni casta delizia, tu ispiri virtuosi pensieri e incanti la vista, la tua presenza indora il variopinto paesaggio, al verde olivo aggiunge un più verde splendore, al giglio il bianco, alla rosa il rossore, con più profondo rosso fiorisce il melograno; mentre i frutti svelano il loro sapore e i fiori il loro profumo, e noi gustiamo qui la vera libertà e l’amore. 23. Duet Our limpid streams Achsah and Othniel Our limpid streams with freedom flow, And feel no icy chains; No moulded hail, no fleecy snow, Pollute our fruitful plains. The years one vernal circle move, And still the same like Othniel’s/Achsah’s love. 23. Duetto 24. Trumpets flourish. 24. Fanfara di trombe 25. Recitative THE TRUMPET CALLS Othniel The trumpet calls; now Jericho shall know What ‘tis to have a lover for a foe. The city conquer’d, I shall hope to find Thy father Caleb, like his Achsah, kind. 25. Recitativo 26. Chorus MAY ALL THE HOST OF HEAV’N May all the host of Heav’n attend him round, and angels waft him back, with conquest crown’d 26. Coro Acsa e Otniel I nostri limpidi ruscelli scorrono liberamente e non provano le gelide catene; né pioggia di grandine, né soffice neve molestano le nostre fertili pianure. Il cerchio delle stagioni dell’anno gira e non cambia come l’amore d’Acsa, come l’amore di Otniel. Otniel La tromba suona: ora Gerico saprà cosa significa avere un amante per nemico. Conquistata la città, spero di trovare tuo padre Caleb così benevolo come la sua Acsa. Lo circondino le schiere del Cielo e gli angeli lo sollevino in alto coronato di vittoria. 23 PART THE SECOND PARTE SECONDA Before Jericho. Joshua, Caleb, Achsah, Chiefs and Chorus. The Priests bearing the Ark of the Covenant. Davanti a Gerico. Giosuè, Caleb, Acsa, Capi e Coro. I sacerdoti portano l’Arca dell’Alleanza 27. Recitative ‘THIS WELL, SIX TIMES THE LORD Joshua ‘Tis well, six times the Lord hath been obey’d, Low in the dust the town shall soon be laid. Now the seventh sun the gilded domes adorns, Sound the shrill trumpets, shout, and blow the horns. 27. Recitativo 28. A solemn March during the circumvention of the Ark of the Covenant 28. Marcia solenne durante la processione dell’Arca dell’Alleanza 29. Chorus GLORY TO GOD Joshua (the walls of Jericho falling) Glory to God! 29. Solo e Coro Israelites Glory to God! The strong cemented walls, The tott’ring tow’rs, the pond’rous ruin falls. The nations tremble at the dreadful sound, Heav’n thunders, tempests roar, and groans the ground. Coro di Israeliti Gloria a Dio! Le potenti cementate mura, le vacillanti torri con un crollo tremendo precipitano a terra. I popoli tremano di fronte ai tuoni terribili, il cielo rimbomba, ruggisce la tempesta e geme la terra! 30. Recitative Caleb The walls are levelI’d, pour the chosen bands, With hostile gore imbrue your thirsty hands, Set palaces and temples in a blaze, Sap the foundation, and the bulwarks raze. But oh, remember, in the bloody strife, To spare the hospitable Rahab’s life. 30. Recitativo Caleb Le mura sono abbattute! Attaccate, truppe scelte, bagnate di sangue nemico le vostre mani assetate; date alle fiamme palazzi e templi, distruggete le fondamenta, demolite i baluardi! Ma, oh!, ricordate, durante la lotta sanguinosa, di risparmiare la vita dell’ospitale Rahab. 31. Air See the raging flames arise Caleb See the raging flames arise, Hear, the dismal groans and cries! The fatal day of wrath is come, Proud Jericho hath met her doom. 31. Aria 24 Giosuè Bene! Sei volte il Signore è stato obbedito; presto la città sarà ridotta in polvere. Ora il settimo sole illumina le dorate dimore, suonate le acute trombe, gridate, soffiate nei corni. Giosuè (mentre le mura di Gerico cadono) Gloria a Dio! Caleb Guardate le fiamme ardenti levarsi, udite i tristi gemiti e le grida! Il giorno fatale della vendetta è arrivato, l’orgogliosa Gerico va incontro al suo destino. 32. Air To vanity and earthly pride Achsah To vanity and earthly pride, How short a date is giv’n! The firmest rock, that shall abide, Is confidence in Heav’n. 32. Aria The Passover. Joshua, Caleb, Othniel, Achsah, High Priest, Priests, Chiefs, Elders, and a full assembly of people. La Pasqua. Giosuè, Caleb, Otniel, Acsa, Sommo sacerdote, Sacerdoti, Capi, Anziani e l’intera assemblea del popolo. 33. Recitative Joshua Let all the seed of Abrah’m now prepare To celebrate this feast, with pious care. Ages unborn, by this example led, Shall bleed the lamb, and bake th’unleaven’d bread. 33. Recitativo Giosuè Tutti i figli di Abramo ora si preparino a celebrare questa festa con devoto zelo. Le generazioni future, seguendo questo esempio, sacrificheranno l’agnello e cuoceranno il pane senza lievito. 34. Chorus ALMIGHTY RULER OF THE SKIES Joshua Almighty Ruler of the skies, Accept our vows and sacrifice! 34. Solo e Coro Israelites Thy mercy did with Israel dwell, When the first-born of Egypt fell. But oh, what wonders did the Lord At the Red Sea to us afford! He made our passage on dry ground, While Pharaoh and his host were drown’d. He through the dreary desert led, He slaked our thirst, with manna fed. His glory did on Sinai shine, When we receiv’d the law divine. Coro La tua misericordia si riversava su Israele, quando i primogeniti d’Egitto morirono. Ma, oh!, che prodigi il Signore ci permise di compiere al Mar Rosso! Ci concesse il passaggio sul suolo asciutto, mentre il Faraone e la sua armata annegarono. Egli ci condusse attraverso il deserto desolato, egli placò la nostra sete, ci nutrì con manna: la sua gloria brillò sul Sinai, quando ricevemmo la legge divina. 35. Recitative JOSHUA, THE MEN Caleb Joshua, the men dispatch’d by thee to learn The strength of Ai, and country to discern, Elate with pride, deluded by success, Despis’d their pow’r and made the people less. Easy of faith, we trust what they relate, 35. Recitativo Acsa Alla vanità e all’orgoglio umano che breve vita è data! La rocca più sicura che durerà è la fede nel Cielo. Giosuè Potentissimo sovrano dei Cieli, accetta i voti nostri e il nostro sacrificio! Caleb Giosuè, gli uomini, mandati da te a valutare la potenza di Ai e ad esplorare la campagna, insuperbiti nel loro orgoglio, ingannati dal successo, disprezzarono le loro forze e trascurarono il loro esercito. Pronti alla fiducia, noi abbiamo creduto a ciò che riferirono e ora constatiamo troppo 25 And now the hasty error find too late: Our troops with shame repuls’d! Oh, fatal day! Hark, Israel mourns, triumphs the King of Ai! tardi l’errore frettoloso. Le nostre truppe sono vergognosamente respinte! Oh, giorno fatale! Ascolta, Israele piange, trionfa il re di Ai. 36. Chorus HOW SOON OUR TOW’RING HOPES ARE CROSS’D! How soon our tow’ring hopes are cross’d! The foe prevails, our glory’s lost! Again shall Israel bondage know, 36. Coro Oh, sheathe the sword, unbend the bow. Come le nostre grandiose speranze si sono presto frantumate! Il nemico prevale, la nostra gloria è perduta! Israele conoscerà di nuovo la schiavitù. Oh, rimetti nel fodero la spada, abbassa l’arco. 37. Recitative Joshua Whence this dejection! Rouse your coward hearts, Let courage edge your swords, and point your darts. Remember Jericho, and sure success Shall crown your arms; the Lord our cause shall bless. 37. Recitativo Giosuè Donde viene questo scoraggiamento! Svegliate i vostri cuori codardi, il coraggio affili le vostre spade e renda appuntite le vostre frecce! Ricordatevi di Gerico e sicuro successo coronerà le vostre armi; il Signore benedirà la nostra causa! 38. Air With redoubled rage return Joshua With redoubled rage return, Ev’ry breast with fury burn, And the heathen soon shall feel The force of your avenging steel. 38. Aria e Coro 39. Chorus WE WITH REDOUBLED RAGE RETURN Israelites We with redoubled rage return, All our breasts with fury burn. The heathen nation soon shall feel The force of our avenging steel. 39. Coro 40. Recitative Othniel Now give the army breath; let war awhile Smooth his rough front, and wear a cheerful smile. The interval, if Achsah but approve, I’ll consecrate to virtue and to love. 40. Recitativo Otniel Lasciate ora respirare le truppe; lasciate che la guerra un poco si calmi e indossi un gioioso sorriso. La sosta, se Acsa lo approva, la consacrerò alla virtù e all’amore. 26 Giosuè Con furore raddoppiato ritornate, ogni petto bruci di rabbia, e i pagani ben presto sentiranno la forza del vostro acciaio vendicatore. Israeliti Con furore raddoppiato ritorniamo, tutti i nostri petti ardono di rabbia. Il popolo pagano ben presto sentirà la forza del nostro acciaio vendicatore. 41. Air Heroes, when with glory burning Othniel Heroes, when with glory burning, All their toil with pleasure bear; And believe, to love returning, Laurel wreaths beneath their care. War to hardy deeds invites, Love the danger well requites. 41. Aria 42. Recitative Achsah Indulgent Heav’n hath heard my virgin pray’r, And made my Othniel its peculiar care. When he is absent, sighs my hours employ, When he returns, transporting is the joy. 42. Recitativo Acsa Il Cielo indulgente ha udito la mia giovane preghiera e ha preso il mio Otniel sotto la sua speciale protezione. Quando egli è assente, i sospiri riempiono le mie ore, quando ritorna, la gioia mi trasporta. 43. Air As cheers the sun Achsah As cheers the sun the tender flow’r, That sinks beneath a falling show’r And rears its drooping head, Thy presence doth my pow’rs control, Darts joy, like lightning, through my soul, And all my cares are fled. 43. Aria 44. Recitative Caleb Sure I’m deceiv’d, with sorrow I behold! Let not this folly in the camp be told, Now all the youth of Israel are in arms, That Othniel, lost in dalliance, shuns th’alarms. 44. Recitativo Caleb Di certo mi sono sbagliato, lo vedo con dispiacere! Nel campo non si racconti questa follia, ora che tutta la gioventù d’Israele è in armi, che Otniel, perso negli ozi, non sente l’allarme. Othniel Oh, why will Caleb my fix’d passion blame? This spotless object justifies my fame. Otniel Oh, perché Caleb biasima la mia ferma passione? Essa che è senza macchia difende la mia fama. Caleb No more, it wounds thy fame! Daughter, retire! Caleb Basta. Ciò ferisce la tua fama! Figlia, ritirati! Otniel Gli eroi, quando bruciano di gloria, sopportano ogni loro fatica con piacere, e credono, quando tornano all’amore, che le corone di alloro siano indegne delle loro attenzioni. La guerra esorta ad atti di coraggio, l’amore contraccambia bene il pericolo. Acsa Come il sole conforta il tenero fiore, che si piega sotto uno scroscio di pioggia, e rialza il suo capo reclinato, così la tua presenza controlla le mie forze, la gioia mi attraversa, come un fulmine, l’anima e tutte le mie ansie svaniscono. 27 Caleb Oh, let thy bosom glow with warlike fire! Thou know’st what craft the men of Gibeon us’d To obtain their league, which else had been refus’d; Soon did that treaty through the heathen Ring, Adonizedeck, of Jerusalem king, With the confed’rate pow’rs of most renown Have sworn to ruin the revolted town. Firm to our faith, it never shall be said, That our allies in vain implor’d our aid. Caleb Oh, lascia il tuo petto ardere di bellicoso fuoco! Tu sai quale astuzia usarono gli uomini di Gibeon per ottenere la loro alleanza che altrimenti sarebbe stata rifiutata. Subito fecero questo patto con gli infedeli. Adonizedek, re di Gerusalemme, con le forze confederate più rinomate ha giurato di distruggere la città ribelle. Fedeli alla nostra fede, non sarà mai detto che i nostri alleati hanno implorato invano il nostro aiuto. Othniel Perish the thought! While honour hath a name, IsraeI’s, or Gibeon’s cause is still the same. Otniel Lontano da me questo pensiero! Finché l’onore ha un nome, la causa di Gibeon è la stessa di Israele! 45. Air Nations who in future story Othniel Nations who in future story, Would recorded be with glory, Let them through the world proclaim: “Friendship is the road to fame.” 45. Aria Joshua, Caleb, Othniel, Chiefs, Elders and Chorus. The armies of the Israelites and Canaanites prepared for battle. Giosuè, Caleb, Otniel, Capi, Anziani e Coro.Gli eserciti degli Israeliti e dei Cananiti si preparano per la battaglia.. 46. Recitative Joshua Brethren and friends, what joy this scene imparts, to meet such brave, such firm united hearts! What though the tyrants, an un-number’d host, their strength in horse, and iron chariots, boast? Now shines the sun, that fixeth Canaan’s doom, trust in the Lord, and you shall overcome. 46. Recitativo Giosuè Fratelli e amici, che gioia procura questo, di incontrare cuori così coraggiosi e così saldamente uniti! Tuttavia che importa che i tiranni si vantino di una schiera innumerevole, delle loro forze in cavalli e in carri ferrati? Ora splende il sole, che stabilisce il destino di Canaan; confidate nel Signore e voi vincerete! 47. Flourish of warlike instruments. 47. Fanfara di strumenti a fiato 48. Recitative Caleb Thus far our cause is favour’d by the Lord. Advance, pursue, Jehovah is the word! 48. Recitativo Caleb Fino ad ora il Signore ha protetto la nostra causa. Avanzate, proseguite, in nome di Jahvè! 28 Otniel Le nazioni, che nella storia futura saranno ricordate con gloria, proclamino attraverso il mondo: “L’amicizia è la strada per la gloria”. 49. Flourish of warlike instruments. 49. Fanfara di strumenti a fiato 50. Solo and Chorus O, THOU BRIGHT ORB! Joshua O! thou bright orb, great ruler of the day, Stop thy swift course, and over Gibeon stay. And oh! thou milder lamp of light, the moon, Stand still, prolong thy beams in Ajalon. 50. Solo e Coro Israelites Behold! the list’ning sun the voice obeys, And in mid heav’n his rapid motion stays. Before our arms the scatter’d nations fly, Breathless they pant, they yield, they fall, they die! Coro di Israeliti Guardate! Il sole che ascolta, obbedisce alla voce e in mezzo al cielo ferma la sua rapida corsa. Davanti alle nostre armi i popoli fuggono dispersi, senza fiato ansimano, cedono, cadono, muoiono! *** *** Giosuè O tu, astro luminoso, grande sovrano del giorno, arresta la tua rapida corsa e fermati sopra Gibeon! E tu, più dolce lampada di luce, o luna, fermati, distendi i tuoi raggi su Aialon! PART THE THIRD PARTE TERZA 51. Chorus HAIL! MIGHTY JOSHUA Hail! mighty Joshua, hail! Thy name Shall rise into immortal fame. Our children’s children shall rehearse Thy deeds in never-dying verse, And grateful marbles raise to thee, Great guardian of our liberty! 51. Coro 52. Air: Happy, o thrice happy Achsah Happy, o thrice happy we, Who enjoy sweet liberty! To your sons this gem secure, As bright, as ample, and as pure. Happy. . . da capo 52. Aria 53. Recitative Joshua Caleb, for holy Eleazer send, And bid the chiefs of Israel all attend, To execute th’Almighty’s great command, And lot among the tribes the conquer’d land. 53. Recitativo Giosuè Caleb, manda a chiamare il santo Eleazer, e domanda a tutti i capi d’Israele di venire per eseguire l’alto comando dell’Onnipotente e per distribuire fra le tribù la terra conquistata. Salve, potente Giosuè, salve! Il nome tuo si innalzerà nella gloria immortale. I figli dei nostri figli narreranno le tue gesta in versi imperituri e innalzeranno monumenti di riconoscenza a te, magnifico custode della nostra libertà! Acsa Felici, oh, siamo tre volte felici noi che godiamo della dolce libertà! Per i tuoi figli assicura questo gioiello così luminoso, così grande e così puro. Felici. . . da capo 29 Caleb With thee, great leader, when Jephunneh’s son was sent to view the nations thou hast won; Hebron obtain’d, we all its produce sought, Thick-cluster’d grapes, figs, and pomgranates brought. The men, their prowess carefully survey’d, And deem’d the conquest easy to be made. Here would I stop - but, oh, unhappy fate! The tim’rous spies a diff ’rent tale relate, Increas’d the danger, multiplied the foe, And fill’d some dastard souls with panic woe. Caleb Capo supremo, quando con te il figlio di Jefunneh fu inviato a ispezionare i popoli che hai vinto, conquistata Hebron, ricercammo tutti i suoi prodotti, uve dai fitti grappoli, fichi e melograni ci procurammo. Gli uomini osservarono con cura la loro prodezza e giudicarono la conquista facile a farsi. Lì mi vorrei fermare - ma, oh! destino infelice! Le paurose spie riferiscono un racconto differente, aumentando il pericolo e moltiplicando i nemici, e riempiono di paura qualche anima vile. Joshua Firm as a rock, when billows lash its side, Thou didst persist, and all their threats defied. The men appeas’d, said Moses, man of God: Caleb, the land whereon thy feet have trod Mark what I say! for ‘tis the will of Heav’n! Shall be to thee, and to thy children giv’n. Behold! The promise of the man divine I ratify, and Hebron now is thine. Giosuè Solido come roccia, quando i marosi frustano il suo fianco, tu hai insistito e sprezzate le loro minacce. Pacificati gli uomini, disse Mosè, uomo di Dio: Caleb, la terra che i tuoi piedi hanno calpestato - segna ciò che io dico, poiché è la volontà del Cielo! - sarà data a te e ai tuoi figli! Guarda! Io ratifico la promessa dell’uomo di Dio ed Hebron ora ti appartiene! Caleb My cup is full; how blest is this decree! How can my thanks suffice the Lord, and thee? Caleb Colma è la mia coppa; benedetto è questo decreto! Come possono bastare i miei ringraziamenti al Signore e a te? 54. Air Shall I in Mamre’s fertile plain Caleb Shall I in Mamre’s fertile plain, The remnant of my days remain? And is it giv’n to me to have A place with Abrah’m in the grave? For all these mercies I will sing Eternal praise to Heav’n’s high King. 54. Aria 55. Chorus FOR ALL THESE MERCIES WE WILL SING For all these mercies we will sing Eternal praise to Heav’n’s high King. 55. Coro 30 Caleb Nella fertile pianura di Mamre passerò il resto dei miei giorni? E mi è dato di avere un posto con Abramo nel sepolcro ? Per tutte queste grazie canterò lode eterna al re del Cielo. Per tutte queste grazie noi canteremo lode eterna al re del Cielo. 56. Recitative Othniel O Caleb, fear’d by foes, by friends ador’d, Well have we paid this tribute to thy sword; But still, to make thine heritage complete, Debir remains, Debir, the giant’s seat. 56. Recitativo Otniel O Caleb, timore dei nemici, adorato dagli amici! Bene pagammo questo tributo alla tua spada; tuttavia, per completare la tua missione, rimane Debir, Debir, la sede del gigante. Caleb Worn out in war, I find my strength decline; Counsel alone, the gift of age, is mine. Is there a warrior willing to pursue The conquest, and that stubborn town subdue? For him, for his, I amply will provide, And to crown all, Achsah shall be his bride. Caleb Stremato dalla guerra, sento venir meno la mia forza; solo il consiglio, dono dell’età, mi resta. C’è un guerriero che vorrà continuare la conquista e sottomettere questa città ostinata? Per lui, per i suoi, io farò molto e, a coronamento, Acsa sarà sua sposa. Othniel Glorious reward, the task be mine alone! Transporting thought! Caleb, the town’s thy own. Otniel Ricompensa gloriosa! L’impresa spetta a me solo! Pensiero che mi trascina! Caleb, la città è tua! 57. Air Place danger round me Othniel Place danger round me, The storm I’ll despise. What arm shall confound me, When Achsah’s the prize? Place danger … da capo 57. Aria 58. Chorus FATHER OF MERCY Father of mercy, hear the pray’r we make, And save the hero for his country’s sake. 58. Coro 59. Recitative IN BLOOM OF YOUTH Joshua In bloom of youth, this stripling hath achiev’d What scarce, in future times, shall be believ’d. Mankind no sooner did pronounce his name, But he stood foremost in the rolls of fame. Tyrants he humbled, with the world’s applause, And sav’d his country’s liberty and laws. 59. Recitativo Otniel Circondatemi di pericoli, io disprezzerò la tempesta. Quale arma mi potrà confondere quando Acsa è il prezzo? Circondatemi di pericoli … da capo Padre di misericordia, ascolta le nostre preghiere, e salva l’eroe per la salvezza della sua patria. Giosuè Nel fiore della giovinezza, questo giovinetto ha compiuto ciò che in futuro si stenterà a credere. L’umanità ha appena pronunciato il suo nome, che già si trova in testa ai nomi gloriosi Umiliò i tiranni con l’approvazione del mondo e salvò le leggi e la libertà della sua patria. 31 60. Chorus SEE THE CONQU’RING HERO COMES Chorus of Youths See the conqu’ring hero comes, Sound the trumpets, beat the drums. Sports prepare, the laurel bring, Songs of thriumph to him sing. 60. Coro 61. Semi-Chorus See the godlike youth advance! Breathe the flutes, and lead the dance; Myrtle wreaths, and roses twine, To deck the hero’s brow divine. 61. Semi-Coro Vedete il divino giovane avanzare! I flauti suonano e guidano la danza! Intrecciate ghirlande di mirto e rose per incoronare la divina fronte dell’eroe! 62. Full Chorus See, the conqu’ring hero comes! Sound the trumpets, beat the drums. Sports prepare, the laurel bring, Songs of triumph to him sing. See. . . da capo 62. Coro Vedete l’eroe conquistatore avanzare! Squillate le trombe, rullate i tamburi! Preparate i giochi, portate l’alloro, cantate a lui inni di trionfo! Vedete … da capo 63. Recitative Caleb Welcome, my son, my Othniel, good and great, The ornament and champion of the state! Take thy reward, the noblest Heav’n can raise, And lasting love adorn your happy days. 63. Recitativo Caleb Salve, figlio mio, Otniel, buono e grande! Gloria e campione del tuo popolo! Prendi la tua ricompensa, la più nobile che il Cielo possa offrire ed eterno amore adorni i tuoi giorni felici. Othniel What tongue can utter, or what heart conceive The joy with which this blessing I receive? Otniel Quale bocca può dire o quale cuore può concepire la gioia con cui ricevo tale benedizione? Achsah Blest be the pow’r that kept thee safe from harm, Blest be the pow’r that gave thee to my arms. Acsa Sia benedetta la potenza che ti salvò dal male! Sia benedetta la potenza che ti restituì alle mie braccia! 64. Air Oh! had I Jubal’s lyre Achsah Oh! had I Jubal’s lyre, Or Miriam’s tuneful voice! To sounds like his I would aspire, In songs like hers rejoice. 64. Aria 32 Coro di giovani Vedete l’eroe conquistatore avanzare! Squillate le trombe, rullate i tamburi! Preparate i giochi, portate l’alloro, cantate a lui inni di trionfo! My humble strains but faintly show, How much to Heav’n and thee I owe. I miei umili sforzi possono debolmente mostrare quanto io debba al Cielo e a te. 65. Recitative Othniel While life shall last, each moment we’ll improve In equal gratitude, and mutual love. 65. Recitativo Otniel Finché la vita durerà, in ogni istante ci perfezioneremo nella stessa gratitudine e nel reciproco amore. 66. Duet O peerless maid Othniel O peerless maid, with beauty blest, Of ev’ry pleasing charm possest! As first in virtue thou art deem’d, For truth thou art no less esteem’d. 66. Duetto Achsah O gen’rous youth, whom virtue fires, And love and liberty inspires! As first in valour thou art deem’d, For truth thou art no less esteem’d. Acsa O generoso giovane, che virtù infiamma, e amore e libertà ispira! Come il primo sei considerato in valore, non meno sei stimato per la tua lealtà! 67. Recitative Caleb While lawless tyrants, with ambition blind, Mock solemn faith, waste worlds, and thin mankind, Israel can boast a leader, just and brave, A friend to freedom, and ordain’d to save. Thus bless’d, to Heav’n your voices raise In songs of thanks, and hymns of praise. 67. Recitativo Caleb Mentre i tiranni senza legge, accecati dall’ambizione, deridono la solenne fede, distruggono il mondo e uccidono l’umanità, Israele può vantare un capo giusto e valoroso, un amico della libertà e destinato a salvarci. Così benedetti, levate le vostre voci al Cielo in canti di ringraziamento e inni di lode. 68. Chorus THE GREAT JEHOVAH The great Jehovah is our awful theme, Sublime in majesty, in pow’r supreme. Hallelujah! 68. Coro Otniel O fanciulla senza pari, dotata di bellezza, che possiedi ogni piacevole incanto! Come la prima sei considerata in virtù, non meno sei stimata per la tua lealtà! Il grande Jahvè con timore riverente noi veneriamo, sublime in maestà, supremo in potenza. Alleluia! Acsa Oh! Se avessi la lira di Jubal, o la voce melodiosa di Miriam! Vorrei ambire a suoni come i suoi, gioire di canti come i suoi. 33 Finito di stampare nel mese di Settembre 2006 dalla Tipografia Sollicitudo - Lodi