Cinema Gabbiano Senigallia Anteprima nazionale del film-documentario sulla vita di don Anto Ledic, parroco di Solakova Kula in Bosnia Erzegovina, presenti il protagonista ed il regista Sead Dikic. N O D La Voce Misena Settimanale della Diocesi di Senigallia giovedì 24 febbraio 2005 • € 1 n. 7 Venerdì 25 febbraio ore 21.00 Terapia ingresso gratuito del dialogo Co I m ns e uni erto cu ca : ltu zio ra ne Sette anni dopo la terribile guerra che ha sconvolto la Bosnia Erzegovina (1992–1995), un regista bosniaco, Sead Dikic, ha raccolto testimonianze, riflessioni e frammenti di vita di questo giovane parroco. “Ho provato a raccontare il coraggio di don Anto nel costruire un mosaico di comprensione e tolleranza attraverso le tante azioni umanitarie per la gente della sua terra, senza distinzioni confessionali o etniche. E poi don Anto è il solo sacerdote … campione di sollevamento pesi”. Il film documentario “Don” è una storia di amore e di morte, coraggio e perdono: un film sulla realtà della Bosnia Erzegovina di oggi. Vista attraverso lo sguardo di un “Don”. Grande vitalità ed entusiasmo all’Assemblea dei Ragazzi! Sabato 19 febbraio i ragazzi dell’ACR hanno aperto la settimana assembleare, dell’Azione Cattolica della diocesi di Senigallia, con un incontro sul gusto di essere Ac, dal significativo titolo “Ora tocca a noi”. Da questo appuntamento è scaturito anche un messaggio per la ASSEMBLEA ELETTIVA DI SABATO 26 FEBBRAIO con gli adulti, i giovani e gli educatori dell’Ac diocesana impegnati a verificare e programmare la vita dell’associazione, e ad eleggere il nuovo consiglio diocesano. “Si, gratuitamente” è lo slogan di questo importante appuntamento. Uno slogan che definisce chiaramente lo stile con cui ci si affaccia al prossimo triennio: lo stile con cui siamo chiamati a vivere la missionarietà. Sarà questo infatti il tema dominante dei prossimi anni: cristiani missionari capaci di testimoniare la gioia e la speranza della fede in Gesù Risorto. (ampio servizio al prossimo numero) L’AGENDA DEL VESCOVO • Sabato 26 febbraio ore 16.30 ASSEMBLEA DIOCESANA DI A.C. EDITORIALE AC in Assemblea Partenza alle 18 da Recanati ed arrivo a Loreto verso le 21.45. In Basilica le testimonianze di Adel Misk, un medico mussulmano, e Nilla Cassuto fondatrice di una associazione di famiglie che hanno avuto un lutto a causa dell’Intifada. 3a Catechesi sull’Eucaristia • Lunedì 28 febbraio ore 21 OSTRA (Madonna della Rosa) B ernard Lown, cardiologo e premio Nobel per la pace, è da sempre un grande sostenitore del dialogo come terapia, come cura di molti mali di questo secolo. A supporto di questa tesi, qualche mese fa, raccontò di un suo paziente che lamentava da tempo un forte dolore alla spalla. Lown gli chiese di parlare della sua vita. L'uomo raccontò, e, tra l'altro, disse di avere dei problemi in ufficio, e per questo, di non essere felice. Alla fine della chiacchierata, Lown gli domandò come andasse la spalla, e l'uomo gli rispose: "Quale spalla?". È vero, il dialogo è un'importante terapia per gli uomini, capace di scatenare quei piccoli grandi miracoli di cui ognuno di noi ogni tanto ha bisogno, e che a volte cerca di ottenere con pratiche e comportamenti che portano verso strade sbagliate. Una terapia che dovrebbe essere quotidiana, continua. Perché dialogare con gli altri, raccontare di sé, della propria vita, delle proprie paure come delle speranze e delle gioie è sentirsi vivi, avvertire la consapevolezza dell'importanza dell'altro, e di noi per lui, del suo calore, del suo essere, della sua umanità, del vedersi parte di un tutto organico e unico che non può fare a meno di alcuno dei suoi elementi. Il dialogo, quando è vero, quando è sincero, è espressione di umiltà e di forza insieme. L'umiltà di non sentirsi al di sopra di tutto e tutti, senza difetti né vizi, ma nella consapevolezza dei propri limiti, e per questo aprirsi, privi di scudi o paraventi, a chi ci sta accanto. La forza di non temere il giudizio altrui, ma di trovare nelle parole dell'altro lo stimolo per cambiare, per migliorare, per non abbandonare il percorso intrapreso, per continuare a sperare. Dialogare è arricchirsi sempre. Arricchirsi di storie, di valori, di conoscenze. E' esplorare umani pianeti di fragilità, di coraggio, di ti mori, di dubbi, di dolore, di emozioni e di sentimenti simili ai nostri, ma mai uguali, che ci portano alla riflessione, al pensiero, alla ricerca. Che ci inducono ad allungare lo sguardo all'interno delle cose per ascoltarne il battito segreto, per carpirne il senso. Sì, il dialogo aiuta l'uomo ad essere più vero, ad essere più forte, ad essere migliore, a saper credere con vigore ed entusiasmo nella vita, a saperla accettare. Nel dimenticato dolore alla spalla del paziente di Bernard Lown c'è la dimenticanza, il superamento di una solitudine che logora, che umilia, che avvilisce, che immerge nel dolore morale e fisico, allontanando dalla vita, e la scoperta di una piccola ma profonda gioia, che sta nella riconquista di sé e nel ritrovato afflato con l'esistenza. Romolo Paradiso • Martedì 1 marzo ore 21 MAROTTA (Parr. San Giuseppe) • Giovedì 3 marzo ore 21 CHIARAVALLE (Abbazia) Nell’anno dell’Eucaristia il Rinnovamento nello Spirito organizza il Roveto Ardente di Preghiera: ADORAZIONE EUCARISTICA Sabato 26 febbraio dalle ore 21 alle 23 “Incoraggio l’iniziativa denominata Roveto Ardente, promossa dal Rinnovamento nello Spirito. Si tratta di una adorazione incessante, giorno e notte, davanti al Santissimo Sacramento; un invito ai fedeli a “ritornare al Cenacolo” perché, intercedano mediante lo Spirito”. (Giovanni Paolo II, Vespro Solenne della Pentecoste 2004) L’Adorazione Eucaristica continuerà durante la notte fino alle ore 9 di domenica 27, animata dal Movimento Mariano, il RnS e altri gruppi di preghiera. RINNOVATE IL VOSTRO ABBONAMENTO PER IL 2005 Nell’etichetta di questo numero segnaliamo la situazione dell’abbonamento (se rinnovato, trovate la scritta 2005). Per qualsiasi correzione, telefonate in redazione: 071.64578 € 35 abbonamento ordinario • € 50 amico • € 100 sostenitore La Voce Misena Settimanale della diocesi di Senigallia Piazza Garibaldi, 3 - 60019 Senigallia (An) Tel. 071/64578 - Fax 071/7914132 Poste italiane S.P.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 N. 46) Art.1, comma 1, DCB Ancona. Taxe perçue - tassa riscossa ufficio P.T. di Senigallia. Autorizzazione del Tribunale di Ancona n. 137 del 12/11/1952. Direttore editoriale: Gesualdo Purziani del dialogo • Domenica 27 febbraio VACCARILE: Festa di San Gabriele alla Chiesa della Croce MARCIA DELLA PACE Recanati-Loreto Sabato 26 febbraio e Terapia Collaboratori: Alessandro Berluti, Aristide Brescini, Fabrizio Chiappetti, Roberto Ferretti, Luca Giancarli, Anna Gobbetti, Elvio Grossi, Simone Mandolini, Roberto Mancini, Leonardo Marcheselli, Vittorio Mencucci, Giuseppe Nicoli, Giuseppe Olivetti, Leonardo Pasqualini, Michele Pinto, Stefania Sbriscia, Giorgio Silvestri, Luciano Sole, Federica Spinozzi, Ilario Taus, Alberto Teloni. Tecnici: Speranza Brocchini, Rino Girolimetti, Daniele Guidarelli, Anna Maria Roberti, Mariannina Puerini, Pietro Scattolini Direttore responsabile: Giuseppe Cionchi Realizzazione grafica e stampa: Tecnostampa Recanati Tiratura: 3000 copie Redazione: Laura Mandolini, Tullio Piersantelli, Rosaria Cenerelli, Giancarlo Mazzotti e-mail: [email protected] sito: www.vocemisena.it 3 24 febbraio 2005 editoriale 27 febbraio 2005 3a domenica di Quaresima Sete di Dio Prima lettura: Es 17,3-7 Il deserto è un abitat dove si lotta per la sopravvivenza, è un luogo dove è difficile trovare acqua e cibo sufficienti, poiché tutto manca o è ridotto all’essenziale. Messo di fronte a queste difficoltà Israele reagisce con la mormorazione, ribellandosi a Mosè e a Dio stesso, dissociandosi dal suo progetto. Sorge così il desiderio di ritornare in Egitto, nasce il rimpianto di quelle terre fertili, anche se segnate dalla schiavitù. Il popolo ama più il cibo che la libertà, più il benessere che essere sciolto dall’oppressione. Tuttavia nel deserto Dio continua ad agire e offre il suo aiuto come aveva fatto in Egitto. Il Signore non abbandona il suo popolo, non lo dimentica in quelle lande solitarie, non lo ha liberato per farlo morire nelle regioni aride e senza acqua. Nonostante la ribellione, la contestazione, l’incredulità del popolo, Dio rimane fedele ai suoi impegni e alle sue promesse, concedendo l’occorrente per la vita messa in pericolo dal deserto. I qua- rant’anni diventano allora come il tempo dell’intervento imprevedibile e provvidente di Dio. Con i suoi prodigi Dio accompagna passo passo il cammino di Israele, dissetandolo alla roccia colpita dal bastone di Mosè. Israele sperimenta l’impotenza dell’uomo, la sua incapacità. Solo con il sostegno di Dio il popolo può vivere in quelle regioni inospitali. Anche noi in questa quaresima sperimentiamo che la vita dipende da Dio e dal suo benevolo aiuto, egli che interviene nei momenti più tragici e disperati. Salmo 94 Il salmista ripensa al periodo dell’esodo e immagina Dio stesso quale roccia della salvezza, dalla quale non scorga più l’acqua, ma la sua parola e la sua grazia. Da qui l’invito a dirigersi verso la roccia del tempio, per esternare gratitudine e canti di gioia. La mano potente di Dio conduce il suo popolo come fa un pastore che porta al pascolo il suo gregge. Non c’è più posto per la ribellione, qualora si riconoscano veramente e si apprezzino le opere mirabili di Dio. Seconda lettura: Rom 5,1-2.5-8 La fede in Gesù introduce il cristiano in quel meraviglio rapporto di pace e di comunione con Dio, nella grazia stabile e nella giustificazione che lo rende nuova creatura. In questo modo egli sperimenta l’amore di Dio che lo inebria grazie al dono dello Spirito che abita nel suo animo. La bontà divina, gustata e assaporata interiormente, trova la sua oggettività e universalità nell’evento decisivo: Gesù è morto per gli uomini proprio in quanto peccatori. È un mistero veramente grande, poiché l’amore umano non si abbassa così in fondo né si eleva a queste altezze. Vangelo: Gv 4,5-42 L’acqua viva che Gesù dona è il suo farsi conoscere. Infatti la donna, appena appreso che Gesù è il Messia, lascia la brocca e va in città. Ormai non le serve più l’acqua del pozzo, ha trovato un’altra acqua, molto più fresca e dissetante: è Gesù, il Messia, che gli si è manifestato. L’attuale manifestazione di Gesù ai samaritani avrà la pienezza nel futuro, quando Gesù potrà dare in abbondanza acqua viva a chiunque vorrà berla. Ciò avverrà al momento della sua esaltazione, quando con la morte e la risurrezione otterrà quella pienezza di gloria. Da quel momento il dono di Dio sarà pienamente effuso sui credenti ed essi potranno riconoscere in Cristo il Figlio di Dio e ottenere la vita. Dal vangelo di Giovanni appare che sarà proprio lo Spirito Santo, il Paraclito, a far sì che la verità di Gesù venga accolta nel cuore dei discepoli per essere interiorizzata e assaporata quale acqua dissetante. don Luciano Sole La legge 40/2004 in materia di procreazione medicalmente assistita è una legge di tipo confessionale? Quali sono le critiche al testo legislativo che hanno portato alla proposizione dei 4 referendum abrogativi ammessi dalla Corte costituzionale? Sono le domande alle quali ha risposto Francesco D’Agostino, presidente del Comitato nazionale per la bioetica in un incontro tenuto il 17 febbraio a Roma con gli studenti della Libera Università Maria SS.Assunta (Lumsa). nell’art. 1, cioè “intervenire per potenziare le terapie contro la sterilità o infertilità umana, considerate come patologie da combattere in nome del diritto fondamentale alla salute” secondo modalità che assicurino “i diritti di tutti i soggetti coinvolti, compreso il concepito”. Affermazione quest’ultima, “quasi banale” per D’Agostino che ribadisce: “Chi si rivolge alle tecniche di fecondazione assistita ha intenzione di far nascere un bambino ed è chiaro che questi è uno dei protagonisti della vicenda, a cui si deve lo stesso rispetto dell’uomo e della donna coinvolti”. La legge 40/2004, inoltre, contiene “una netta presa di posizione contro le pratiche eugenetiche: principio che I principi della ragione Dal sacro al mistico L eggendo il vangelo di Giovanni bisogna tener conto della chiave interpretativa che lo percorre da cima a fondo, pagina per pagina: Gesù con la sua persona e con il suo messaggio rappresenta una novità assoluta rispetto alla precedente esperienza religiosa del giudaismo. Sin dall’inizio Giovanni Battista confessa la superiorità della missione di Gesù rispetto alla sua. Nel racconto delle nozze di Cana gli sposi non compaiono, al centro della scena sta il vino nuovo offerto gratuitamente da Gesù. L’incontro con Nicodemo ribadisce la necessità di rinascere nello spirito. Nella cacciata dei mercanti dal tempio proclama la fine di quella esperienza religiosa che ha il suo fulcro nel tempio e annuncia un nuovo tipo di mediazione tra Dio e l’uomo attraverso la sua umanità: “Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere”. A questo punto si inserisce il colloquio con la samaritana che riprende e amplia il tema della fine del tempio: “Credimi, donna, è giunto il momento in cui né su questo monte, né in Gerusalemme adorerete il Padre…Ma è giunto il momento, ed è questo, in cui i parola di Dio veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità”. Gesù proclama concluso il regime del sacro, ora la mediazione con Dio viene operata dalla sua persona. Una persona non è manipolabile, ma libera sponda di dialogo e di relazione d’amore che richiede maturità e autonomia per sostenere il confronto e generare il reciproco dono di rivelazione. Lui è “l’acqua viva” totalmente altra rispetto a quella del pozzo di Giacobbe che rappresenta tutta l’esperienza religiosa precedente, caratterizzata dal sacro. “Chi beve dell’acqua che io darò non avrà mai più sete, anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna. È questo il tema più caro all’evangelista Giovanni: “Se uno mi ama, osserva la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui” (Gv.14,23). È difficile descrivere questa inabitazione di Dio nel cuore umano, la può comprendere solo chi ne fa esperienza: è questa l’acqua viva che zampilla per la vita eterna. Gesù ci invita a fare il salto qualitativo dalla religiosità del sacro 24 febbraio 2005 all’esperienza del mistico. Per noi, abituati al ruolo marginale della donna nella chiesa, sorprende che Gesù abbia rivelato queste cose per primo a una donna e per di più a una donna che noi definiremmo “non di chiesa”. Ne parlerà poi con gli apostoli nel discorso dell’ultima cena in modo sistematico ed esauriente. Con la samaritana Gesù anticipa gli stessi contenuti in forma dialogica che presuppone una maggiore attenzione per la persona con cui si parla, rispetto alla quale rivela un desiderio di capire e di essere capito. “Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: dammi da bere…”. Poi quando la donna si apre alla prospettiva messianica, lo stesso Gesù che spesso raccomanda di non dire niente a nessuno, si confida: “sono io che ti parlo”. A chiunque legge questo brano non sfugge la forte tonalità di sentimento che accompagna questo dialogo. L’incontro cambia il cuore della samaritana. Diventa annunciatrice della presenza di Gesù. Saranno le donne le prime ad annunciare la risurrezione, l’evento centrale della nostra fede. don Vittorio Mencucci 4 Una “legge cattolica”? “I principi cui fa riferimento la legge 40/2004 in materia di procreazione medicalmente assistita non sono desunti dalla Rivelazione biblica o da pronunciamenti dottrinali della Chiesa, ma dalla ragione umana. Se diciamo che le tecniche di fecondazione assistita servono a far nascere un bambino, è ragionevole dire che questo deve essere tutelato”. È quanto affermato da Francesco D’Agostino, presidente del Comitato nazionale per la bioetica, a proposito delle critiche sulla ispirazione di fondo della legge. Secondo D’Agostino, non è vero che si tratti di una legge “cattolica” mentre è vero che la legge “fa riferimento ad espliciti valori antropologici che non tutti nella nostra società condividono”. La legge, infatti, ha “un inquadramento valoriale non ambiguo”, a partire dalle finalità indicate 5 può non essere condiviso, come tutti i principi, ma che non è arbitrario”. Una legge che favorisce il “turismo procreativo”? Per quanto riguarda, in particolare, il quesito referendario che chiede l’abrogazione del divieto di fecondazione eterologa (nella quale si verifica la sostituzione del partner, generalmente l’uomo, con un donatore anonimo di gameti), D’Agostino ha osservato che essa “viola il diritto del bambino di avere due figure genitoriali certe” come richiesto dalla psicologia dell’età evolutiva. “Una critica ricorrente – ha affermato D’Agostino – è che questo divieto favorirebbe il cosiddetto ‘turismo procreativo’, per il quale i soggetti ricorrerebbero ugualmente alla fecondazione eterologa recandosi nei Paesi nei quali è consentita”. Secondo il presidente del Comitato nazionale per la bioetica, “questo è il prezzo da 24 febbraio 2005 pagare quando si introducono nell’ordinamento norme particolarmente rigorose a tutela di determinati valori”. Per esempio: “Il divieto del lavoro minorile o solo a particolari condizioni stabilito dalla legge italiana, ha indotto numerose industrie a recarsi a cercare manodopera più a buon mercato in altri Paesi”; esiste, inoltre, “un turismo ‘trapiantologico’ verso l’India, il Pakistan o il Bangladesh, ma nessuno si sogna di affermare come rimedio l’abolizione del divieto del commercio di organi umani affermato dal nostro ordinamento”. “Va anche rilevato – ha aggiunto D’Agostino – che entro pochi anni, il progresso medico in materia, ridurrà ulteriormente il ricorso alla fecondazione eterologa che interessa già adesso solo il 5% delle coppie che richiedono la fecondazione assistita”. Una legge contro la ricerca scientifica? Un altro dei quesiti referendari ammessi, chiede l’abrogazione del limite alla ricerca clinica e sperimentale sugli embrioni, in base all’assunto che ciò limiterebbe la ricerca scientifica sulle cellule staminali che potrebbe portare alla cura di malattie particolarmente gravi. “Ci sono molti casi – ha dichiarato il presidente del Comitato per la bioetica – in cui la ricerca scientifica è sottoposta a dei limiti: il compito dei comitati bioetici è proprio quello di giudicare l’eticità dei protocolli di ricerca sottoposti alla sua attenzione”. La ricerca, “non è giustamente permessa sui malati psichiatrici, sulle persone portatrici di handicap, sui detenuti”; “essa è permessa solo su persone consenzienti e a condizione che non venga messa a rischio la loro salute” e, tra breve, “non sarà consentita nemmeno sugli animali, grazie alla battaglia condotta vittoriosamente contro la vivisezione dagli animalisti e come già stabilito dalla Regione Emilia Romagna”. “La ricerca scientifica – ha affermato D’Agostino – non va difesa aprioristicamente, ma ponendo al primo posto il bene dell’uomo”. “La legge 40/2004 - ha osservato ancora il presidente del Comitato per la bioetica non proibisce la ricerca sulle cellule staminali tout court, ma solo quella sugli embrioni, che non ritiene etica, mentre si sa che le cellule staminali possono essere ricavate anche dal cordone ombelicale e persino da soggetti adulti: la differenza è nei costi e nelle pressioni delle case farmaceutiche di arrivare prima a dei risultati, senza badare alle scorciatoie”. C.S. sguardo sul mondo gli avvenimenti dal 13 al 20 febbraio I ntifada dell’indipendenza” in Libano. L’opposizione all’egemonia siriana non demorde. E a pochi giorni dall’attentato contro Rafic Hariri anzi, allarga la fronda, alza il tono e “sfida” il governo filo-siriano di Beirut e i suoi tutori preannunciando una protesta stile ucraino. “Il popolo libanese ha detto il portavoce dell’opposizione al termine di una riunione fiume - ha deciso di affrontare la sfida e di dare prova del suo attaccamento alla libertà e indipendenza”. “Le azioni di terrorismo non ci spaventano più”, ha proseguito Samir Frangieh dopo aver elencato una serie di richieste. Tra queste, la formazione di una commissione di inchiesta internazionale, secondo la dichiarazione dell’Onu, per indagare sull'assassinio dell'ex premier; le dimissioni del governo attuale guidato da Omar Karamé e la formazione di un governo di unità nazionale in grado di garantire “il ritiro immediato e completo” delle truppe siriane dal Libano e di organizzare nuovo elezioni libere. Il governo ha deciso: pensionamento per gli autobus più attempati e inquinanti, via libera alla graduale entrata in servizio di mezzi cosiddetti ecologici. Il trasporto pubblico urbano dovrebbe compiere un salto di qualità contribuendo alla salubrità dell’aria. Aria sia detto per inciso - decisamente meno carica di veleni rispetto ad un paio di decenni or sono, ma questo è un altro discorso. Il decreto varato va incontro almeno in parte alle richieste dei sindaci e rappresenta un segnale di attenzione alle esigenze degli enti locali penalizzati dalla stretta dei trasferimenti imposta dalla Finanziaria. I fondi per il rinnovamento del parco autobus, 350 milioni di euro o giù di lì, verranno dall’aumento delle accise sui carburanti, un intervento che porterà la benzina e il gasolio a versare all’erario rispettivamente 0,05 e 0,1 centesimo di tasse in più al litro. Niente male per un Paese dove la tassazione di benzina e affini è tra le più alte in assoluto e si alimenta di ritocchi presentati come temporanei per fare fronte ad una emergenza (un terremoto, un’alluvione, una missione militare all'estero, perfino un rinnovo contrattuale) ma destinati a rimanere in eterno sul gobbo dei consumatori. Bulli fino alla fine, anche coi carabinieri che li hanno arrestati per rapine (14 quelle accertate) a ragazzini. Da dicembre ai giorni scorsi, un 22enne, la sua fidanzata di 18 anni, e un 17enne, tutte e tre di Monza, avevano preso di mira i giovani passanti del centro sguardo sul mondo Appena una settimana fa città, rubando loro cellulari e portafogli. I bottini - i telefonini venivano rivenduti -, li investivano in acquisti di vestiti e scarpe di marca. Mercoledì, l’atto finale, dopo appostamenti e pedinamenti dei militari: i tre sono finiti in manette. Eppure, durante gli interrogatori, nessun pentimento, nessuna lacrima, anzi un atteggiamento spavaldo a oltranza. I due maschi hanno precedenti di polizia, la ragazza - finita agli arresti domiciliari - è incensurata. Provengono da famiglie senza particolari problemi. Il perché delle rapine? Loro non l’hanno spiegato. Hanno solo detto: “Non facevamo male a nessuno”». Dal mondo della politica a quello del calcio, l’Italia si mobilita per chiedere la liberazione di Giuliana Sgrena. Alla manifestazione di Roma, organizzata dal giornale “il Manifesto”, era presente l’opposizione al completo tranne il leader della Margherita Rutelli (“per impegni presi precedentemente”). La Cdl non partecipa, ma per Fini “tutti gli italiani, al di là delle divisioni politiche, devono reclamare a gran voce la liberazione della nostra connazionale”. Le squadre di serie A hanno fatto il loro ingresso in campo, nel week end, con una t-shirt bianca con la scritta ‘Liberate Giuliana’. Sul palco di Porta Capena, dove si è concluso il corteo, tre gigantografie dei tre rapiti: Florence, Hussen e Giuliana. “Quello di oggi è il primo momento di gioia in 15 giorni. È bello trovarsi in mezzo a tanta gente che vuole la liberazione di Giuliana”, ha detto il compagno della giornalista rapita, Pier Scolari, alla testa del corteo insieme ai genitori della Sgrena. Stekka L’opinione di don Giuseppe Cionchi • Incantati dai racconti del nonno che ogni sera narrava un episodio della vita di san Padre Pio. È avvenuto in una casa di campagna della nostra Diocesi. Le tradizioni religiose in famiglia erano tante. Quella del Rosario (in latino!) o della richiesta “Santa Benedizione”, ad esempio. Ma questo ricordo di un “cinema” d’altri tempi, con un episodio per sera, attorno al “camin”, a “bocca aperta”, ci risulta nuovo. Forse le nostre catechesi infarcite di parola e di “illuminismo teologico” hanno bisogno di recuperare i modelli, i fatti, gli esempi. È radiosa questa precisazione: “L’uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri; o se ascolta i maestri lo fa perché sono dei testimoni” (Paolo VI). Sarà il caso di mettere in “sinergia” teoria e prassi? • “Pensiamo alla salute” è il libretto con 20 regole per un uso corretto dei farmaci, inviato alle famiglie. La lettera di accompagno ricorda che “Nel 2001 erano 68 miliardi di euro, li abbiamo aumentati a 75 nel 2002, a 79 nel 2003, a 81 nel 2004, a oltre 88 per quest’anno. Sono somme in linea con quelle stanziate dagli altri grandi Paesi europei ed hanno fatto sì che il nostro servizio sanitario sia considerato “ottimo” dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, anzi “il secondo al mondo”. Prosit. Prosegue: “Vi invitiamo, quindi, ad assumere soltanto i farmaci indispensabili seguendo sempre le indicazioni del Vostro medico, a stare attenti a non sprecare i medicinali,”. La mania di accumulare prima e sprecare poi è tipica della nostra gente. Abbiamo gettato nei rifiuti, negli anni passati, l’equivalente di oltre 1500 miliardi di vecchie lire. Perché non autocontrollarci? • Qualsiasi manuale di psicoterapia giovanile fa riferimento ai modelli dei giovani: eroi, divi, calciatori, cantanti… Avete visto recentemente Maradona “il divo” in TV? Che figura! Tutti vivono sull’effimero: Sesso, Divertimento, Successo, Soldi… Ci sono modelli alternativi? Sì. Corinaldo – tramite il suo arciprete don Umberto – presenta la pubblicazione “Daniele, la fiaccola sul colle”. È una breve biografia di Daniele Tranquilli, stroncato da un male incurabile alla giovane età di venti anni e raccoglie varie testimonianze sulla sua figura. Questo giovane corinaldese ha ricevuto la grazia di morire, in coerenza con il Vangelo e con la sua Chiesa, con la forza d’animo di un vero testimone della fede, offrendo a Cristo le sue sofferenze e rimettendosi alla Volontà del Padre. Non meno coerenti si sono rivelati i brevi anni che hanno preceduto la sua dipartita. K 24 febbraio 2005 6 N onostante molti pensatori abbiano approfondito questi temi nella storia del pensiero filosofico ed economico, in Italia la discussione su questi argomenti è poco approfondita. La politica economica è nata, per alcuni, dalla teologia, in quanto è quello economico un àmbito in cui la persona umana si esprime nella sua pienezza. Oggi però la dimensione personale e quella economica sembrano essersi ancor più distaccate a causa della finanziarizzazione dell’economia: quasi che il modo migliore di far soldi sia con i soldi, e non con l’attività di produzione e scambio di beni e servizi. E tutto questo in un panorama economico che ha assistito a scandali proprio per motivi di natura finanziaria, come quello della Enron negli Usa, e di Cirio e Parmalat in Italia. “Il mio assistito, il Cavaliere Callisto Tanzi chiede perdono a tutti coloro che, per condotte a lui attribuibili nel tentativo di realizzare un progetto e un sogno industriale, hanno sofferto, subito danni e perdite patrimoniali”: questa dichiarazione del legale dell’ex proprietario della Parmalat conferma che occorre un ritorno alle radici, a riferimenti precisi affinché l’economia non vada per conto proprio. Su questi argomenti abbiamo raccolto le testimonianze di alcuni noti studiosi a livello internazionale. Concludiamo la nostra discussione con l’intervento di Giulio Sapelli, Professore Ordinario di Storia Economica presso l’Università degli Studi di Milano. Usura, rendita e profitto sono presenti in maniera errata negli scandali della Cirio e della Parmalat. C’è tanto da fare da parte della teologia, oggi, quasi che non ci sia rapporto tra mercato e soggettività, tra città dell’uomo e città di Dio. Profitto, usura, rendita Il caso Parmalat fa pensare La subordinazione dell’economia alla morale va superata nel senso di far vivere nel mercato la singolarità del soggetto e per l’essere: il soggetto è forza che agisce e si invera nell’economia monetaria anche inconsapevolmente. Si può convivere nel profitto senza esserne schiavi, na santità nella quotidianità: le regole del mercato e del profitto devono essere allora interne, e non esterne, all’uomo: E l’economia finanziaria deve avere un suo mondo vitale, ma il limite è una risorsa. L’essere ed il sé non coincidono mai in economia. Il sé deve essere fonte di produzione morale, dove il concetto di un profitto giusto, massimo oppure no, viene superato dal valore che diamo al profitto. Anche nell’economia di mercato, il Dio nascosto c’è sempre. E per la rendita e l’usura? Sull’usura, a noi viene una grande sfida dall’Islam, dove l’usura è vietata e l’interesse è inteso come compartecipazione al profitto ma senza interesse o rendita. L’usura è da condannare perchè annichilisce la persona: ma anche la rendita è qualcosa di simile, sottrazione parassitaria di risorse dal bene comune e regolamentata da leggi oligopolistiche o monopolistiche. Liberarsi dalla rendita è anche liberarsi moralmente. L’etica in economia è dare principi per raggiungere fini da parte dei soggetti esterni. Esempi in negativo sono stati proprio quelli della Parmalat, con casi di corruzione ed economia mafiosa anche con informazioni nascoste; o quello della Enron, con utilizzo (diversamente dalla Parmalat) di elevato sapere tecnologico e di tecniche di marketing. E nella Parmalat quel sistema economico è stato sorretto anche da un sistema socio-politico: la decadenza del sé fa danni devastanti e metastasi. Il caso italiano è una caduta, il silenzio di Dio, mentre in America almeno esistono fondazioni e charities: e non basta di certo il bollino di eticità delle imprese (sul quale ora si sta facendo un vero e proprio “mercato delle vacche”), esterno come è al soggetto, al mercato, alla comunità. A cura di Giovanni Mandolini 7 24 febbraio 2005 sguardo sul mondo U isna, Dalla M stampa ia l’agenz ssionari m i de i Informazione dal Sud Bianchi e neri in Sudafrica I sudafricani devono comprendere che dopo la battaglia per la libertà dal dominio dei bianchi, lo stesso sforzo deve essere compiuto per realizzare l’unità nazionale in una società senza razzismo: lo ha detto il presidente Thabo Mbeki, nel dibattito seguito al suo ‘discorso alla nazione’ dei giorni scorsi. “Questo prezzo – ha sottolineato il capo di Stato che dal 1999 ha preso il posto di Nelson Mandela – dovrà essere pagato sia dai sudafricani neri che bianchi”. Rivolgendosi ai de- i putati del Parlamento di Pretoria, il capo di Stato ha ricordato che un decennio dopo 350 anni di razzismo e segregazione razziale, per raggiungere una vera riconciliazione “è necessario una straordinaria immaginazione da parte di tutte le componenti della nostra società, neri e bianchi, uniti nella loro diversità”. Il Togo non cambia Faure Gnassingbé Éyadéma, assurto alla presidenza della Repubblica dopo la morte del padre, ha annunciato alla Il meglio e il peggio l punto di p. Alberto Teloni Confesso che il primo problema di questo Punto è stato il titolo. L’alternativa a quello scelto era Torto o ragione. Mi spiego. Gli assenti hanno sempre torto, ed io, a causa delle precarie condizioni di salute sono stato assente a quasi tutte le riunioni di Vicaria e alle pur importanti assemblee del clero. Sono state prese delle decisioni che proprio non condivido, pur apprezzando e condividendo gli ideali da cui sono state prese le mosse. Cordialmente, va da sé, mi adeguo; ma una proprio non mi va giù. Da qui il titolo e quanto segue. In tanti anni ho imparato a mie spese che il meglio rischia a volte di uccidere il bene. Ci sono voluti decenni a far entrare la mentalità di una adeguata preparazione al matrimonio. Il Centro Famiglia o la Commissione Famiglia, non so quale sia la dicitura esatta, della nostra Diocesi ha fatto in questo campo un lavoro egregio. Le giovani coppie che partecipavano ai corsi organizzati erano molto soddisfatte e qualcuna addirittura ha voluto ripetere l’esperienza. Questo il bene. Tutte le volte che, presi da problemi di urgenza o da assolute difficoltà logistiche, si è rimediato un corso in parrocchia, il risultato è stato solo un modesto catechismo. Ora, e la cosa è giusta, si dice che il corso non basta, ci vuole un percorso di fede, che va fatto nella propria comunità cristiana, la parrocchia.... e il meglio ha ucciso il bene. Rispuntano tutte le difficoltà, tocca sempre adattarsi agli orari e alle giornate che vanno bene agli interessati (sa, padre, noi lavoriamo...) difficile farsi aiutare da qualche persona veramente capace ed esperta, anche perché non è semplice disturbare il prossimo per una o al massimo due coppie per volta, non essendo poi io parroco un tuttologo, l’intervento di qualche esperto, anche se qualcuno considera questa una parolaccia, è indispensabile. Poi mi dite come si fa un vero percorso di fede con giovani coppie che arrivano in parrocchia pochi mesi del matrimonio, spesso già convivono, a volte davvero a volte solo anagraficamente, per ragioni burocratiche. Residenti sì in parrocchia ma con l’intera vita cristiana passata presso altre Comunità sia della città che dei paesi vicini. Ovvio, non mi arrendo e faccio quello che posso, ma i corsi diocesani erano un’altra cosa e li rimpiango. Forse in un futuro possibile mi riuscirà davvero di fare un percorso di fede con delle coppie; ma dovrebbero essere persone sempre presenti in questa Comunità, mentre i fidanzamenti seguono strani ed imprevedibili percorsi.... Insomma, ho torto perché assente, ma seguito a non amare il meglio che uccide il bene. sguardo sul mondo 24 febbraio 2005 televisione e alla radio nazionali l'indizione di elezioni presidenziali entro i prossimi 60 giorni. “Ho deciso nell’interesse superiore della nazione di proseguire il processo di transizione conformemente alla Costituzione del 1992, emendata nel dicembre 2002, e d'organizzare l’elezione presidenziale entro la scadenza costituzionale di 60 giorni" ha dichiarato Éyadéma, arrivato al potere in seguito alla morte del padre Gnassingbé (dopo 38 anni di presidenza) grazie all’appoggio delle forze armate e dopo un’abile modifica della Costituzione. La nomina a capo dello Stato del figlio dell’ex-“presidente-padrone” è stata unanimemente criticata dalla comunità internazionale che, Unione africana (Ua) in testa, ha fatto pressione per un rapido ritorno all’ordine costituzionale. Faure Éyadéma ha precisato che continuerà a esercitare “le funzioni di presidente della Repubblica” in attesa dello scrutinio e ha invitato la classe politica a “mettere a tacere i propri rancori”. L’informazione negata Un quarto d’ora in sei mesi: questo lo spazio dedicato complessivamente a raccontare le 10 più gravi crisi umanitarie del Pianeta durante le due principali edizioni (pranzo e cena) dei telegiornali italiani (Mediaset, Rai e La7). Alle stesse crisi e nello stesso lasso di tempo, l’informazione stampata (i principali quotidiani e periodici italiani) ha dedicato poco meno di 140 articoli. Sono le conclusioni del primo rapporto dell’Osservatorio sulle crisi dimenticate, realizzato dall’organizzazione umanitaria Medici senza frontiere (Msf) in collaborazione con l’Osservatorio di Pavia e a Orao News. Lo studio ha analizzato, dal punto di vista quantitativo e qualitativo, lo spazio e il tempo che i media italiani hanno dedicato alle emergenze umanitarie. Le crisi da monitorare sono state identificate in base ad una lista di circa 40 parole chiave individuate da Msf (da Iraq a profughi, da Congo a tubercolosi). Tra queste sono state poi evidenziate le dieci emergenze ritenute più gravi: Colombia, Indonesia, Liberia, Etiopia, Burundi, Somalia, Repubblica democratica del Congo, Uganda, Afghanistan e la diffusione della tubercolosi. I giornali e i periodici hanno dedicato complessivamente 949 articoli e brevi alle crisi umanitarie: di questi solo 140 riguardano però le dieci peggiori emergenze. Le emergenze umanitarie nel loro complesso hanno conquistato il 17,5% degli spazi sui Tg, mentre le dieci crisi evidenziate da Msf hanno avuto appena lo 0,02%. 8 n’autobomba è esplosa il 14 febbraio nel centro di Beirut, uccidendo l’ex premier Rafik Hariri e altre 14 persone. Almeno 135 i feriti, alcuni in modo grave. Hariri aveva 60 anni. Si era dimesso il 20 ottobre 2004, dopo settimane di tensioni e di paralisi politica legate a un emendamento costituzionale con cui era stato prorogato il mandato del presidente Emile Lahoud, appoggiato dalla Siria che in Libano ha 16mila soldati. Nelle ultime settimane Hariri si era unito agli appelli dell’opposizione che chiedevano alla Siria di ritirare le sue truppe dal Paese in vista delle nuove elezioni politiche indette per il prossimo maggio. L’uomo politico aveva assunto per la prima volta la guida del governo nell’ottobre 1992, poco dopo la fine della guerra civile (1975-90), e da allora era quasi sempre stato primo ministro, con un intervallo di due anni fra il 1998 e il 2000. Si era dimesso dall’incarico il 20 ottobre, dopo essere stato primo ministro per 5 volte. Funerali con una cerimonia privata: i parenti hanno fatto sapere di non gradire la presenza di rappresentanti del Governo. Libano: tutto è più difficile Attacco alla fragile pace libanese. “Questo attentato mina la già fragile pace libanese in vista delle elezioni. Ci sono elementi che seminano zizzania e provocano divisione all’interno del Paese”. È il secco commento rilasciato al Sir dal patriarca di Beirut degli Armeni Nerses Bedros XIX Tarmouni dopo l’attentato kamikaze nel quale è rimasto ucciso l’ex premier Rafik Hariri. “Hariri – afferma il patriarca – era diventato un membro dell’opposizione ed era, come noto, un amico del presidente francese Chirac”. “Con questo attentato viene meno la già fragile pace libanese. Adesso tutto è più difficile, per ricominciare serve innanzitutto rinsaldare e riconciliare il fronte interno”. Un’opera a cui devono contribuire anche i cristiani, ma non solo: “Tutti siamo chiamati a contribuire alla riconciliazione del Paese – è l’appello di mons. Tarmouni – e alla ricostruzione. In questo momento non si può fare una distinzione tra cristiani e musulmani. È vero però che i cristiani in Medio Oriente vivono in condizioni difficili e molti sono costretti ad emigrare per trovare migliori possibilità di lavoro. Chiedo a tutti, nel mondo, di pregare in questa triste ora per il Libano e per il suo popolo, perché ritrovi la strada della speranza e della pace”. Il cordoglio dell’Europa. “Rafik Hariri era un uomo di pace e di dialogo. Era un amico dell’Europa”. Javier Solana, alto rappresentante per la politica estera dell’Unione, esprime il cordoglio dei Venticinque per la morte dell’ex primo ministro libanese “e di molte altre persone” nell’attentato di lunedì 14 febbraio a Beirut. Solana indirizza “alla moglie e ai figli, così come alle autorità libanesi, le più sincere condoglianze”, ricordando che Hariri “era anche un amico personale”. L’alto rappresentante Ue rivolge quindi un pensiero “alle famiglie delle numerose vittime uccise o rimaste ferite dall’atto barbarico” commesso nella capitale mediorientale. “La prova che colpisce il Libano e i libanesi – prosegue Solana – dovrà essere superata con l’unità e la serenità, e mediante il rispetto dei due principi ai quali Rafic Hariri ha dedicato l’impegno di tutta una vita: l’indipendenza e la sovranità” del suo Paese. 9 24 febbraio 2005 A proposito di lotta alla povertà La vera guerra santa S i racconta che mentre incombeva sulla Francia il cataclisma della rivoluzione, la regina Maria Antonietta consigliava di distribuire al popolo affamato delle brioches. Se manca il meno è assai difficile si possa disporre del più. Il presidente degli Stati Uniti George W. Bush, inaugurando il suo secondo mandato a guida della più potente tra le nazioni della terra, si è impegnato a portare la libertà a tutti i popoli oppressi e con ciò s'è meritato il plauso di tutti i benpensanti. Per pensar bene, tuttavia, bisognerebbe ammettere che la libertà politica sta alla libertà dalla fame, dalla malattia e dalla guerra come le brioches stanno al pane. In genere sono i popoli poveri o culturalmente sottosviluppati quelli che soffrono la mancanza di libertà e probabilmente non hanno neppure tempo di rammaricarsi d'essere oppressi, dovendo occuparsi a tempo pieno di trovare il modo di sopravvivere fisicamente. Il nostro mondo occidentale, sviluppato e progredito, ha il dovere primario di liberare il secondo e terzo mondo dal bisogno che li incatena. “A peste, fame et bello” liberaci, Signore! Così si cantava nelle chiese, dopo l’invocazione a tutti i Santi, allorché era ben diffusa l'esperienza dello stato di costrizione e di schiavitù imposto a tanta gente dalle pestilenze, dalla fame e dalle guerre che procuravano lacrime e sangue a non finire. La guerra “preventiva” da dichiararsi senza indugio è quella contro l’abissale dislivello esistente tra le condizioni di vita del terzo dell’umanità che consuma i due terzi delle risorse economiche mondiali a fronte di quelle degli oltre tre miliardi d'esseri umani che languiscono nell’inedia. Deve essere sconfitto quanto prima il degrado in cui sono stazionate intere regioni d'Africa, Asia e America Latina dove libertà significa non essere costretti a vestirsi di stracci, a ripararsi sotto un tetto di paglia, a nutrirsi di radici o a ricorrere allo stregone per guarire da malattie come l’Aids o la malaria. Questa guerra meriterebbe l’appellativo di santa e costerebbe sicuramente di meno di quanto costano le guerre suggerite dall’odio o dalla sete di dominio. Per noi “democrazia” è sinonimo di merce pregiata da esportare per estendere nel mondo l'egemonia del progresso e della civiltà. Volendo essere onesti dovremmo, per prima cosa, evitare di inquinare i nostri regimi democratici con infiltrazioni di malaffare, di relativismo morale e di smodato permissivismo e, in stretta successione di tempi, dovremmo esportare prima una buona dose di giustizia sociale in modo che la democrazia che intendiamo trapiantare nel mondo non somigli ad una pianta malata interrata in un suolo troppo arido e devastato perché possa attecchirvi. In breve: prima di parlare di brioches mettiamo fine alla carenza di pane. Carlo Crovetto sguardo sul mondo Suor Lucia Un’umile donna “Vorrei chiederLe di portarci in cielo. ‘Sì. Jacinta e Francesco li porterò presto. Ma tu rimarrai qui più tempo. Gesù vuole servirsi di te per farmi conoscere e amare. Vuole stabilire nel mondo la devozione al mio cuore immacolato’. Rimarrò sola? - chiesi con tristezza. ‘No figlia. Soffri molto? Non scoraggiarti. Io non ti lascerò mai’” (13 giugno 1917, dalle Memorie di suor Lucia) Questo il dialogo tra la “Vergine vestita di bianco” e Lucia, la più grande dei tre pastorelli di 10, 9 e 7 anni che, a partire dal 13 maggio 1917, hanno assistito alle apparizioni a Fatima, così come raccontato nei suoi scritti successivi all’evento. Gli altri due pastorelli, i fratelli Francisco e Jacinta Marcos – così come annunciato durante l’apparizione sono morti pochissimi anni dopo, mentre suor Lucia, che nel frattempo è diventata suora carmelitana, si è spenta domenica, 13 febbraio, all’età di 97 anni, nel convento di Coimbra (Portogallo centrale). Oltre ai famosi tre segreti di Fatima, tante sono le coincidenze, le storie e i vissuti che si intrecciano da allora. P rima di morire suor Lucia ha avuto il tempo di leggere un ultimo messaggio che il Papa le ha inviato sabato 12 febbraio. La notizia è stata confermata all’agenzia cattolica portoghese “Ecclesia” dal vescovo di Coimbra mons. Albino Cleto, che le è stato accanto fino agli ultimi momenti insieme alle consorelle, al medico e all’infermiera. Suor Lucia, racconta mons. Cleto, “è riuscita a leggere da sola, domenica mattina, il testo del fax inviato dal Santo Padre”. Nella lettera il Papa, esprimendo vicinanza e benedizione alla religiosa, pregava per lei perché potesse “vivere questo momento di dolore, sofferenza ed offerta con lo spirito della Pasqua, del passaggio”. Il Papa – che ha pregato in privato per suor Lucia dopo la sua morte - ha infatti sempre detto che fu la Madonna di Fatima a deviare il proiettile di esperienze di chiesa Alì Agca che lo colpì il 13 maggio 1981. Per questo volle che la pallottola estratta dal suo intestino fosse incastonata nell’aureola della statua della Vergine durante la sua visita a Fatima il 13 maggio 2000. In quell’occasione fu anche rivelato il terzo segreto di Fatima, fino ad allora sconosciuto, nel quale si parlava del “vescovo vestito di bianco” che cade a terra “come morto” e della lotta “dei sistemi atei contro la Chiesa e i cristiani”, riferito all’Urss e ai Paesi del blocco comunista. I funerali a Coimbra. Suor Lucia è “un simbolo nazionale”, un esempio di “semplicità e fedeltà”: così il cardinale José Policarpo, patriarca di Lisbona, ha definito la veggente di Fatima nella sua omelia durante i funerali che si sono svolti il 15 febbraio a Coimbra (nel giorno del lutto nazionale), con la cattedrale gremita di migliaia di fedeli, molti dei quali non sono riusciti ad entrare. “La morte di questa donna tocca profondamente il Portogallo”, ha detto il cardinale Policarpo: “Quando una comunità nazionale è capace di riconoscere nella semplicità di una religiosa un simbolo che parla a tutti, questo è certamente per noi un segno di speranza”. Una “semplicità e fedeltà nel compiere la propria missione” più volte sottolineata dal celebrante: “Ciò che di straordinario c’era nella vita di questa donna si inserisce nella normalità della vocazione cristiana”. “Lucia è stata la portavoce delle apparizioni”, così l’ha definita il patriarca, auspicando che tutta la Chiesa possa presto avere accesso “all’immensa dottrina spirituale che questa donna così semplice, ma così grande, ha scritto”. Il santuario di Fatima ha infatti annunciato nuovi studi e documentazioni, tra cui alcuni scritti inediti di suor Lucia. Le esequie sono state presiedute dal card. Tarcisio Bertone, quale inviato speciale del Papa. Durante la messa, il cardinale ha letto il messaggio di Giovanni Paolo II all’”umile sorella carmelitana” ricordandone il “grande e nascosto servizio che ha reso alla Chiesa”. Il cordoglio della Chiesa portoghese. E tutta la Chiesa portoghese ha espresso il suo dolore per la morte di suor Lucia. Mons. Joao Alves, vescovo emerito di Coimbra, racconta di aver trovato in lei “una persona semplice, con il gusto del dialogo, interessata alla vita, specialmente ai problemi dei poveri: una persona con una fede molto semplice e profonda”. Per l’attuale vescovo di Coimbra, mons. Albino Cleto, era “una persona umile, che accoglieva sempre con carità le persone che chiedevano di incontrarla, ma fuggiva per quanto possibile i contatti pubblici e di protocollo. Era una vera carmelitana”. Secondo il rettore del santuario di Fatima mons. Luciano Guerra, con la sua morte “si è compiuta la volontà di Dio, che attraverso Maria ci ha detto che Lucia sarebbe rimasta più tempo sulla terra” per “essere testimone e messaggera di Maria”. A quando la canonizzazione? Intanto in Portogallo - mentre la Congregazione per le cause dei santi, precisa che la beatificazione non potrà avvenire prima di cinque anni - si sta verificando una vera e propria “canonizzazione popolare”. Per gli altri due, Francisco e Jacinta Marcos, è stata già avviata la causa di canonizzazione. Ma secondo mons. Cleto, vescovo di Coimbra, “il processo di canonizzazione di suor Lucia non deve essere paragonato a quello di Madre Teresa di Calcutta – decorso in tempi più rapidi di quelli stabiliti – perché compito della Chiesa è studiare prima tutti i suoi scritti, lungo una vita di quasi 98 anni, con tanti materiali da raccogliere ed esaminare”. Oltre alle sue sei memorie, suor Lucia ha infatti scritto migliaia di lettere e messaggi. “La diocesi di Coimbra – ha assicurato il vescovo – non si intrometterà in questo processo, ma sarà il Santuario di Fatima e l’Ordine del Carmelo a muoversi in questo senso”. a cura di Patrizia Caiffa 24 febbraio 2005 10 “Il compendio della dottrina sociale della Chiesa” ha interessato tante persone che hanno voluto ascoltare dal Vescovo Orlandoni un’interessante sintesi. Che è anche un programma di lavoro. La Chiesa che è attenta al mondo V enerdì 18 febbraio il Vescovo, Giuseppe Orlandoni ha presentato, in una conferenza tenuta nella Chiesa dei Cancelli e organizzata dalla Commissione diocesana per la Pastorale sociale, il Compendio della dottrina sociale della Chiesa, documento emesso dalla Pontificia Commissione Giustizia e Pace il 25 ottobre scorso. Il documento, giustamente come ha detto il Vescovo, viene da lontano, nel senso che tutta la Parola di Dio e gli interventi dei Profeti prima, di Cristo al centro e degli apostoli poi sono stati soprattutto rivolti ai problemi umani e sociali dell’uomo. I cambiamenti profondi, iniziati con l’avvento del mondo industriale, hanno portato la Chiesa con Leone XIII a parlare chiaro con l’enciclica Rerum Novarum del 1891. Da lì i pronunciamenti sul lavoro sulla solidarietà, sulla giustizia, sulla pace, sulla politica e sulla difesa del creato sono stati continui e puntuali, profondi e inconfutabili. Messaggi 11 chiari a cui forse non è seguito un altrettanto chiaro impegno di noi cattolici per essere presenti e incisivi nella società. Il compendio raccoglie appunto tutti i pronunciamenti della Chiesa e dei Papi specie di quest’ultimo secolo a partire appunto dalla Rerum Novarum. Il Vescovo ci ha ricordato che il compendio è un documento che appartiene alla teologia morale della Chiesa e che è ispirato al mistero della Santissima Trinità, perché vuol infondere uno spirito di Comunione tra tutti gli uomini e tra gli uomini la Trinità. Il cristiano deve essere impegnato nella comunità e nella società, motivando il suo impegno con principi e valori annunziati da Cristo e contestualizzandoli nella storia, nel nostro tempo in una logica di attenzione ai bisogni dell’uomo “qui ed ora”. Il compendio utilizza un metodo che si può ricondurre a questi passaggi: Analisi, discernimento, diret24 febbraio 2005 tive di azione. Il principio guida è quello di fare attenzione ai segni dei tempi, ad una lettura dei fatti, dei pensieri e dei comportamenti: conoscere i fatti, analizzarli, vederne le cause, valutarli alla luce della Parola di Dio e stabilire azioni conseguenti. Tutto questo per costruire una società, una comunità cristiana che esprima al meglio la Civiltà dell’amore. La civiltà dell’amore si costruisce con il dialogo aperto a tutti, sia rispetto alle diverse correnti di pensiero che con riferimento alle diverse religioni, sempre più presenti in ogni società. La nostra società è pervasa da un relativismo storico che non fa più distinzione tra ciò che è bene e ciò che è male, anzi giustifica sempre più il male, inducendo sempre più a comportamenti e scelte negative e dannose. Il cambiamento potrà avvenire nella misura in cui riusciremo a costruire coscienze rette. La lettura del compendio ci permette di dividerlo in due parti: i principi, i valori e le idee (prima parte) e l’analisi di alcuni temi specifici: famiglia, lavoro, economia, politica, pace, comunità internazionale, ambiente (seconda parte). La prima parte tratta ben quattro temi come principi e valori: - dignità della persona - bene comune - sussidiarità - solidarietà Le considerazioni di sintesi che si possono fare trattando questi valori richiamano un concetto di fondo: l’uomo è persone, cioè figlio di Dio, quindi ha tutta la dignità di tale stato perché creato a Sua immagine e come tale va rispettato. Tutte le alienazioni fatte dall’uomo su sè stesso e sui fratelli vanno corrette tenendo conto di questo valore primario. Valgono allora alcuni fatti importanti: il rispetto della libertà, le dimensione vere del bene comune, avere uno spirito di comunione, portare avanti la scelta preferenziale dei poveri, realizzare il principio della sussidiarietà, partecipare alla vita politica della società, generare comportamenti di solidarietà. La civiltà dell’amore sta in questi contenuti. Sono gli aspetti più importanti presentati dal nostro Vescovo che ha rimandato ad altra occasione la riflessione sulla seconda parte, altrettanto importante. Mario Vichi esperienze di chiesa Loreto - Recanati, rinviata a causa della neve Cinema Gabbiano - Senigallia - tel. 071 65375 RnS e Movimento mariano Torna la Marcia della pace Uniti nella preghiera così tanto che L a Marcia della pace Recanati Loreto organizzata dal SERMIR, dai Giovani della Parrocchia Cristo Redentore, dalle ACLI, dall’Azione Cattolica, dalla Pax Cristi rinviata per la neve si svolgerà sabato 26 febbraio con partenza alle 18.00 ed arrivo a Loreto verso le 21.45. Sul sagrato della Basilica sarà sua ecc. Mons. Angelo Comastri a ricevere quanti vorranno partecipare che poi, in Basilica, ascolteranno alcune testimonianze. L’infaticabile organizzatore don Rino Ramaccioni con la sua recente visita ai luoghi santi della Palestina con le Acli ha invitato alla marcia Adel Misk e Nilla Cassuto per una loro testimonianza di pace. Adel Misk è un medico palestinese, mussulmano, che ha studiato a Parma. Mentre stava transitando in una strada di Gerusalemme si accorge che alcune persone cadono sotto i colpi dell’intifada. Il suo status di medico lo spinge ad intervenire per soccorrere i feriti. Tra di loro scorge suo padre che muore in seguito a questa sparatoria. Il fatto lo sconvolge, la sua persona ne è profondamente segnata. Per tre anni si mette alla ricerca dell’assassino di suo padre. Lo trova, lo denuncia. Viene processato e condannato a 4 anni di carcere. Piove sul bagnato, a dolore si aggiunge dolore e delusione. Il fatto che la vita di un palestinese possa valere solo quattro anni di carcere lo sconvolge esperienze di chiesa cambia radicalmente atteggiamento: dall’odio, dalla vendetta, passa al perdono, alla riconciliazione.Cerca con grande decisione chi, tra gli israeliani, tra gli ebrei, avesse avuto un lutto, la perdita di una persona cara per un attentato dell’intifada e sia disposto alla riconciliazione. Trova Nilla Cassuto ed insieme fondano l’associazione Parens Circle – Families Forum per riunire tutte le famiglie che hanno avuto un morto in famiglia a causa dell’intifada. Sono giunti a 500 famiglie tra israeliani e palestinesi. Adel e Nilla partecipano alla marcia Recanati Loreto sostanzialmente per tre motivi. Il primo perché vogliono dimostrare che, in quella parte del Medio Oriente, non esiste solo il terrorismo ed il fondamentalismo, ma anche movimenti pacifisti che cercano la pace attraverso la via della riconciliazione tra i popoli. Il secondo aspetto è quello di trovare risorse per pagare il telefono che permette agli israeliani ed ai palestinesi di comunicare tra loro per una riconciliazione sulla via della pace. Fino ad oggi su questo telefono sono transitate oltre un milione di chiamate. Il terzo motivo della partecipazione di Adel e Nilla alla marcia della pace Recanati Loreto è quello relativo alla ricerca di risorse necessarie per finanziare un campo scuola che organizzano da oltre 10 anni per 20 bambini palestinesi e 20 bambini israeliani per farli abituare sin da piccoli al dialogo ed alla comprensione. M.C. 24 febbraio 2005 I n questo anno dedicato all’Eucaristia, il Movimento Mariano, il Rinnovamento nello Spirito ed altri gruppi presenti in diocesi, in accordo con il Vescovo, uniscono le loro esperienze promuovendo un’Adorazione notturna che si terrà presso la Chiesa della Croce a scadenza mensile. Il primo turno, dalle 21 alle 23 sarà animato dai gruppi del RnS secondo la modalità del Roveto Ardente, progetto di adorazione benedetto in più occasioni da Giovanni Paolo II: “Incoraggio l’iniziativa denominata Roveto Ardente, promossa dal rinnovamento nello Spirito. Si tratta di una adorazione incessante, giorno e notte, davanti al Santissimo Sacramento; un invito ai fedeli a “ritornare al Cenacolo” perché, uniti nella contemplazione del mistero eucaristico, intercedano mediante lo Spirito per la piena unità dei cristiani e per la conversione dei peccatori” (Vespri solenni di Pentecoste 2004, piazza S. Pietro). Durante la notte si alterneranno momenti di adorazione silenziosa a momenti di preghiera comunitaria guidati dai movimenti aderenti, si celebreranno l’Ufficio delle Letture e le Lodi Mattutine. L’iniziativa è la risposta dei gruppi della nostra chiesa locale, sostenuti dalle rispettive esperienze di preghiera, all’invito del Santo Padre a sostare davanti all’Eucarestia, secondo l’esempio che ci ha lasciato la Vergine Maria: “Richiamai tutti a celebrare il Sacrificio eucaristico con l’impegno che esso merita, prestando a Gesù presente nell’Eucaristia, anche al di fuori della Messa, un culto di adorazione degno di così grande Mistero. Soprattutto riproposi l’esigenza di una spiritualità eucaristica, additando a modello Maria come donna eucaristica”. (Mane nobiscum Domine, n. 10). La Chiesa della Croce, presso la quale si svolgerà l’Adorazione Eucaristica, rimarrà aperta dalle ore 21 di sabato 26 alle 9 di domenica 27 febbraio, per accogliere tutti coloro che desidereranno stare alla presenza di Gesù. Sull’esempio del Signore che sempre si ritirava in disparte a pregare e trascorreva le notti in preghiera, anche noi chiediamo al Padre la forza di essere fedeli alla nostra missione di cristiani, perché “per tale missione l’Eucaristia non fornisce solo la forza interiore, ma anche - in certo senso - il progetto.[…]. Perché ciò avvenga, è necessario che ogni fedele assimili, nella meditazione personale e comunitaria, i valori che l’Eucaristia esprime, gli atteggiamenti che essa ispira, i propositi di vita che suscita.” (MND, n25). Valentina Girolimetti 12 La programmazione è sul sito: www.saledellacomunita.it Maria piena di grazia Regia: Joshua Marston Colombia/Stati Uniti – 2004 – 101’ Colombia, una piccola città rurale nel bel mezzo delle colline. Maria ha 17 anni, un lavoro noioso con un capo dispotico, una famiglia che contribuisce a mantenere, un fidanzato con cui non tutto va per il verso giusto, dal quale tuttavia sta per avere un bambino. La povertà unita alla voglia di evadere da una routine soffocante portano la ragazza ad accettare la proposta di un giovane appena conosciuto, che le offre di fare la mula per un trafficante di droga locale: Maria dovrà ingoiare delle capsule contenenti eroina, e trasportarle nel suo stomaco fino a New York. Il guadagno è allettante, tale da cambiare la vita della ragazza, ma naturalmente non tutto va come previsto. Per questo suo esordio nel lungometraggio, lo statunitense Joshua Marston (già giornalista e autore di cortometraggi) sceglie un tono duro, realistico, non conciliatorio ma tuttavia non privo di momenti di dolcezza, di “aperture” a un senso di fiducia che prende corpo e si rafforza nel film nonostante l’estremo degrado rappresentato. Maria full of grace è principalmente la storia di un’adolescente che lascia il suo microcosmo per scoprire il mondo esterno, venendo a contatto soprattutto con i suoi lati peggiori: è molto convincente la rappresentazione che il regista fa della vita del villaggio colombiano, dura ma “calda”, fatta di contatti umani reali e duraturi, contrapposta all’alienazione metropolitana vista dagli occhi di una diciassettenne, che per anni aveva sentito parlare della “terra promessa” statunitense. Così, in quello che è un vero e proprio romanzo di formazione, Maria, accompagnata dalla sua migliore amica Blanca, dovrà attraversare un inferno fatto di violenze, di inganni e di morte (quella di un’altra mula con cui aveva fatto amicizia), mostrando tuttavia un’insperata forza, trasmessale dal coraggioso sacerdote Don Fernando e rafforzata dal bambino da lei portato in grembo. La regia di Marston si caratterizza per l’estremo realismo della messa in scena (coadiuvata in questo da un’ottima fotografia, sgranata e dall’aspetto volutamente “povero”), e per un rigore e un controllo ineccepibili, anche nelle sequenze a più alto contenuto emotivo. Gran parte del lavoro viene fatto dagli attori, tutti non professionisti e tutti in grado di rispondere ottimamente alla sfida di un film molto “impegnativo” dal punto di vista attoriale: oltre alla protagonista Catalina Sandino Moreno, esempio di fragilità e forza che si rivela perfetto per il personaggio di Maria, sono da ricordare Yenny Paola Vega nel ruolo della spaventata e sperduta Blanca, e Orlando Tobon, autentico sacerdote che nella realtà si occupa di dare assistenza ai “corrieri” e alle loro famiglie, e che nel film interpreta quindi sé stesso. Meritatamente premiato in vari festival internazionali (citiamo il premio a Berlino per la migliore opera prima, e il premio del pubblico al Sundance Film Festival), questo film si rivela dunque un esordio importante, diretto con un rigore e una sicurezza che non sembrano propri di un esordiente, e soprattutto nato dalla genuina istanza di raccontare: dove il soggetto del racconto, in questo caso, è una storia che per stessa ammissione del regista ne riflette tante altre, con le quali era venuto a contatto e dalle quali era rimasto colpito. Cinema realistico nel senso più alto del termine, quindi, che riesce a fare denuncia senza “urlare”, e che non perde di vista la sua funzione di narrazione della vita di uomini e donne: ce n’è ancora un gran bisogno. La parte della preparazione al viaggio, i controlli doganali, l’espulsione degli involucri di droga sono raccontati in stile semi-documentaristico. Scelta oculata, perché l’idea, sempre soggiacente, che nel ventre della ragazza coabitino una vita nascente e decine di ovuli mortali era troppo drammatica in sé per sopportare enfasi o sottolineature. La vicenda di Maria è immaginaria, ma documentata su testimonianze di colombiani immigrati nel Queens, protagonisti nella realtà di esperienze assai simili. Al Cinema Gabbiano: Mercoledì 2 marzo - “Maria piena di grazia” Ingresso: 5 € - ore 21.15 13 24 febbraio 2005 Dal 24 febbraio al 3 marzo • MUSICA Chiaravalle — Teatro comunale (071.5894311), venerdì 25 ore 21.15, per “le strade del jazz” suonerà lo “Stefania Tallini Trio & Guests”. Ancona — Aula magna dell’ateneo, giovedì 3 marzo ore 21, per la Stagione concertistica 20042005, l’Orchestra Filarmonica Marchigiana diretta da Pietro Borgonovo suonerà musiche di L. Berio (Six encores), W. A. Mozart (Concerto n. 11 in fa magg. Per pianoforte ed orchestra k 413), F. Antonioni (Le melodie nascoste) e F. Mendelssohn (Concerto n. 1 in sol min. per pianoforte ed orchestra, op. 25). Pesaro — Sala della repubblica (0721.32482), giovedì 3 marzo ore 19, per la rassegna concertistica di musica classica “Verso sera in musica” suonerà l’Ensamble Mitteleuropea. • TEATRO E DANZA Ancona — Teatro delle Muse (071.52525), da giovedì 3 a sabato 5 marzo ore 20.45, per la Stagione di prosa 2004-2005 sarà rappresentata “Vacanze romane” per la regia di Pietro Garinei e con la partecipazione di Massimo Ghini e Serena Autieri. Ostra Vetere — Cinema - teatro “Alberto Sordi” (071.7980606), per la Rassegna “Teatro in piazza” saranno rappresentati: sabato 26 ore 21, “Let it be” con Lorenzo Ubaldi ed Olindo Filippetti. Regia di Vittorio Saccinto; Domenica 27 ore 17, “La terra desolata” di T. S. Eliot. • CINEMA Senigallia — Cinema Gabbiano (071.65375), mercoledì 2 marzo ore 21.15, per la rassegna “Frammenti dalla Biennale 2005” sarà proiettato e discusso il film “Maria full of grace” di Joshua Marston. • INCONTRI Senigallia — LA SCUOLA DI PACE A. S. 2004-2005 (anno decennale); Auditorium San Rocco (071.662935), gio. 24 ore 21, per il Corso annuale su: “Se vuoi la pace… - lotte e passioni per la democrazia” i relatori Mauro Scardovelli e Carolina Bozzo parleranno su “Democrazia Potere Narcisismo”. Senigallia — Università per anziani A. A. 2004-2005 (ore 16.30 – 18.30). Venerdì 25 e sabato 26 corso: L’uomo nella filosofia – Partecipazione al Congresso internazionale di filosofia che si terrà in Senigallia. Tullio Piersantelli mass media www. opam.it te ella re in pescat do n a g i v N@ qua e là il libro Non uccidete la libertà di mons. Angelo Comastri “Non uccidete la liberta” è il ventiduesimo libro, uscito in questi giorni, che Mons. Angelo Comastri ha scritto nei suoi 9 anni di permanenza a Loreto. Edito dalla Casa Editrice San Paolo, 145 pagine, 10,50 euro, il libro scorre con lo stile semplice e autorevole. “Parlare di libertà, oggi, - sostiene Mons. Comastri – è come entrare in un terreno di sabbie mobili: ti sembra di poggiare il piede sul sicuro invece, improvvisamente, ti accorgi che il terreno non regge ma sprofonda sotto di te”. Che cos’è la libertà? Si chiede l’Arcivescovo. Il libro raccoglie alcune lettere pastorali che Mons. Comastri ha scritto a Loreto ed il tema della paternità e della maternità viene ripreso nella “Lettera aperta alle famiglie”. “Parto da un ragionamento – afferma Mons. Comastri – elementare. Per essere padre e madre, necessariamente bisogna avere un figlio o più figli. E per essere figli? La risposta sembra semplice: per essere figli bisogna avere un padre e una madre! Ma i figli hanno sempre un padre e una madre?”. Dalla lettura emergono innumerevoli elementi per innamorarsi della libertà per non essere schiavi ella carriera e dei soldi che impediscono di essere padri e madri sereni. Edizioni San Paolo mass media Con il genio della fede Solidarietà e cultura E vitare che i drammatici esiti dello tsunami che si è abbattuto sulle coste dell'Oceano Pacifico il 26 dicembre, provocando oltre 280mila morti, e migliaia di senza tetto, cadano nel dimenticatoio: è l’intento di organismi di solidarietà, che hanno stimolato i propri sostenitori e benefattori a un rinnovato impegno per il sostegno delle micro-realizzazioni. L’Opam (Opera di promozione dell’alfabetizzazione nel mondo), per bocca del suo presidente don Aldo Martini, sottolinea: “Ora che tutto è stato detto e scritto è il momento di fare”. E il da farsi per questo organismo che, fondato nel 1972 da mons. Carlo Muratore, ha avviato e sostenuto migliaia di microprogetti per il sostegno alle attività scolastiche e di formazione professionale nei Paesi in via di sviluppo, ce n’è molto. La segreteria nazionale ha stilato un tabulato sul quale vengono aggiornati di giorno in giorno gli aiuti da inviare con sollecitudine a missioni dove sono in corso progetti Opam. In particolare si tratta di realtà presenti in India, in un mondo che cambia Thailandia, Indonesia, Sri Lanka. In alcuni di questi Paesi i danni alle missioni sostenute dall’associazione sono stati lievi. In uno, invece, l’India, i problemi ci sono stati. L’Opam ha nel Paese ben 34 responsabili di adozioni scolastiche, per centinaia di bambini assistiti, oltre a una cinquantina di altri progetti. Suore e preti missionari presenti nel Paese sono stati contattati e, quando necessario, sono stati subito avviati progetti di solidarietà straordinaria. Una delle realtà più significative registrate dalla segreteria nazionale di Roma dell’Opam ha riguardato l’interessamento dei benefattori, che – appena avvenuto il disastro – hanno iniziato a telefonare ai centralini per chiedere notizie dei propri piccoli assistiti. L’impegno preso dai responsabili dei vari progetti a livello italiano è stato perciò quello di tenere informati i referenti locali dell’Opam ed i benefattori, tramite il sito internet (www.opam.it), oltre che di lanciare una “campagna di finanziamento speciale” per tutto il 2005 (tel. 06/3203317). Televisione italiana e programmi di moda I reality non finiscono mai I reality show hanno ormai invaso la nostra televisione. I dati d'ascolto sono piuttosto elevati, ad eccezione del format "Campioni" su ItaliaUno, mentre cresce a dismisura lo spazio occupato dai reality nei palinsesti televisivi (in questa stagione è pari al 29,41%). E nel futuro, nonostante i buoni propositi di Mediaset, ci saranno sempre più format basati su storie in presa diretta, ma quasi sempre false e di pessimo gusto. Del resto anche RaiUno, solitamente refrattaria a questo genere di spettacoli, ha cominciato a proporre, sempre in prima serata, l’orribile e litigioso “Il ristorante” presentato da Antonella Clerici, ma anche il discreto “Ballando con le stelle” condotto da Milly Carlucci, cui si aggiunge “Ritorno al presente” con Carlo Conti e che vede un manipolo di volti più o meno noti alle prese con avventure in epoche lontane, dall’antica Roma alla Venezia del ‘700. E se Raidue rilancerà in primavera “Music Farm” affidandolo a Simona Ventura, Mediaset proporrà nuovamente “La fattoria” con Barbara D’Urso, spostandolo però sulla rete ammiraglia Canale 5. Come si può vedere il morbo dei reality continua a contagiare le emittenti televisive più importanti, in modo da far 24 febbraio 2005 abbassare il livello generale dei programmi. Infatti, al di là dei reality veri e propri, la tv propone una serie di trasmissioni stucchevoli che hanno alla base improbabili storie d’amicizia e d’amore, con protagonisti assurdi e volgari. Il problema è che questi programmi riscuotono un grande successo, come se avessero il potere di narcotizzare gli spettatori. Del resto, oltre a persone comuni, compaiono sempre più i cosiddetti vip, che rappresentano, ahinoi, dei modelli soprattutto per le generazioni più giovani. Insomma, non si riesce a intravedere la fine di questi famigerati reality show. Dal 2000, anno di nascita del Grande Fratello, la tv non ha fatto altro che speculare con questi format importati dall’estero e poco costosi. Di conseguenza s’è deciso di non investire più risorse umane ed economiche per realizzare programmi nuovi, confinando quei pochi validi ed originali in terza o quarta serata. Ma si spera che questa “follia da reality” finisca prima o poi per annoiare i telespettatori, costringendo i dirigenti della tv a fare scelte coraggiose, come eliminare questi inutili programmi e proporre invece delle trasmissioni di qualità. 14 Convegno nazionale CEI su “Animatori della comunicazione e della cultura” C’ Anche la nostra diocesi ha partecipato al Convegno organizzato dall’Ufficio Cei per le Comunicazioni sociali e dal servizio nazionale per il Progetto Culturale sul tema: “Animatori della Comunicazione e della Cultura”. Trovate in questo inserto la sintesi delle relazioni che abbiamo ascoltato. Quando si torna da un Convegno si è sempre entusiasti per le nuove idee, ma anche un po’ intimoriti pensando alla loro realizzazione. Questa volta però il Convegno ha evidenziato una necessità che non si può rinviare: dobbiamo fare i conti con la cultura del nostro tempo e trovare i mezzi e i modi per entrare in contatto con essa. Sarà pure aria viziata quella che si respira in questi ambienti, viziata da ciò che Karl Popper chiamava “telecrazia”, ma guai a non respirarla. Guai a non entrare coraggiosamente in questa “nuova cultura” per fermentarla con la fede e proporvi la Buona Notizia. È un impegno che riguarda l’intera comunità ecclesiale, in costante proiezione nel mondo, ma che da ora in poi avrà negli Animatori della Comunicazione un punto di riferimento importante e qualificato. È quanto dovremo cercare di fare anche nella nostra diocesi. don Gesualdo Purziani 15 ero anch’io al Convegno sulla figura dell’animatore della Cultura e della comunicazione. Sabato 19 febbraio c’era aria di smobilitazione per la partenza anticipata di alcuni dei convegnisti, eppure l’attenzione di chi è rimasto è ancora desta, il gusto di capire altre cose sul nostro tempo ci spinge ad un’ultimo sforzo di concentrazione ed ecco che il clima da convegno si riaccende e la platea è pronta per un altro lungo e interessante ragionamento. Inizia così la tavola rotonda sul tema: “Trasmissione della fede, media e cambiamenti culturali”. Comincia il notissimo biblista Gianfranco Ravasi, con un intervento costruito sulle regole della retorica classica (quando si dice che il moderno deve porre le radici nell’antico): “Qual è il «dove» di oggi?” si chiede, cioè: “In quale ambiente della comunicazione ci troviamo?”. Indubbiamente in un ambiente che vede nella televisione e nell’informatica i detentori del potere comunicativo, sui quali sarebbe facile enumerare le lamentele. E Ravasi, esperto comunicatore, dice di non dire quello che sta dicendo: la televisione è, purtroppo, maestra di vita, internet è falsa libertà, è relativismo culturale e perdita di valore della verità, è ostacolo alla vera relazione. “Ma questa è la nostra aria, guai a non respirarla!”, tronca quasi all’improvviso, e “la Chiesa ha sempre cercato di adattarsi all’ambiente culturale di tutti i tempi e di tutti i luoghi; d’altronde san Paolo per evangelizzare percorre senza problemi le strade romane che già esistevano”. La seconda regola della retorica antica contempla il «come»: “quali sono le regole del linguaggio?” e dunque elenca alcune massime di saggezza a cui l’annuncio al nostro tempo si deve attenere: entrare in sintonia con i linguaggi di tutti, evitare il gergo tecnico, dare alle parole un senso proprio e arricchirle con un’immagine adeguata, assumere il compito bello e difficile di reintrodurre le leggi dell’ascolto, oggi frequentemente ignorate: “ascoltare quello che dice l’altro, ascoltare tutto quello che dice e ascoltarlo prima di parlare”. 24 febbraio 2005 Con don Aldo Giordano, segretario del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee è stato affrontato uno dei temi più attuali: l’Europa è in ricerca? Secondo Giordano, insegnante di filosofia, anche l’Europa è stata scossa dagli avvenimenti internazionali degli ultimi anni e si sta interrogando su cosa sia “vero, bello e buono”. Il dramma è che la politica europea è lacerata tra il riconoscimento di valori che sono tipici dell’insegnamento cristiano (la dignità della persona, la libertà, la democrazia, l’uguaglianza) e la loro attuazione pratica che spesso è in contrasto con le conclusioni del mondo cristiano, come a dire che l’elenco di valori piace a tutti ma i contenuti sono diversi: potrebbe essere il caso di pensare ad un grande Progetto Culturale Europeo. “L’Europa ha bisogno di Dio”, conclude il segretario del CCEE in uno slancio profetico e carico di speranza, “ma solo Dio può ridire Dio all’Europa. Noi dobbiamo rimettere Dio nella comunicazione e sarà lui che parlerà da solo”. È poi intervenuto il giornalista Sandro Magister (“Espresso”) responsabile anche una pagina on line sulla Chiesa (http://www. chiesa. espressonline.it) che riscuote molto successo ad alti livelli diplomatici, oltre che all’estero. Il prof. Francesco Botturi, dell’Università Cattolica, ha sottolineato che “l’ambivalenza è la caratteristica del cambiamento culturale in atto”. Nei mezzi della comunicazione, ha notato il filosofo, “bello e brutto, nobile e ignobile vengono messi sullo stesso piano”. Per contrastare questa tendenza occorre “riprendere a formulare le domande di senso” perché “la nostra è anche una società smarrita e sofferente”. Allora come poter parlare di verità in un mondo così instabile e così complesso? Rispondono alla domanda della platea i relatori: “Anzitutto occorre utilizzare al meglio gli strumenti della comunicazione, ma soprattutto occorre capire che, seppure la verità è una sola, i modi per presentarla sono molteplici, e sta a noi capire quelli giusti per il nostro tempo”. Luca Giancarli Comunicazione e Cultura H anno il compito di “contribuire ad incidere con l’annuncio del Vangelo il tempo moderno”. Per assolverlo devono avere almeno tre qualità: una “forte identità ecclesiale”, “spessore culturale” e “capacità creativa”. A delineare l’identikit degli animatori della comunicazione e della cultura è mons. Giuseppe Betori, segretario generale della Cei, aprendo a Roma il 17 febbraio il Convegno nazionale che su iniziativa dell’Ufficio per le comunicazioni sociali e del Servizio per il progetto culturale della Cei ha per tema: “Con il genio della fede in un mondo che cambia”. Al servizio della comunità. La prima caratteristica dell'animatore impegnato nel campo dei media e della cultura è la sua "forte identità ecclesiale" e nello "stesso tempo" – ha aggiunto mons. Betori - la capacità di proiettarsi "in tutti quegli spazi di dialogo e di confronto con il mondo contemporaneo che sono appunto segnati dalle comunicazioni sociali e dalla cultura". Dall'animatore la Chiesa si attende anche la capacità di dare un “nuovo spessore culturale all’annuncio del Vangelo”, intercettando gli uomini e le donne di oggi con “una proposta credibile di senso e di verità, là dove essi vivono, all’interno delle loro domande spesso cariche di angoscia, attraverso le inquietudini e le speranze che segnano i nostri giorni”. Si tratta quindi di “aiutare la comunità ecclesiale – ha spiegato mons. Betori - ad entrare in dialogo con gli uomini del nostro tempo, utilizzando tutti quei linguaggi e quei percorsi culturali che plasmano il volto della società contemporanea”. Il terzo elemento che caratterizza la figura dell’animatore è “la sua capacità di sviluppare uno slancio innovativo e una capacità creativa”. Si tratta – ha detto mons. Betori – di “rendere la presenza e il contributo della Chiesa nel territorio più significativi e interessanti per i cattolici ma anche per quanti non si riconoscono nella vita ecclesiale”. Partire dalla parrocchia. Il segretario generale della Cei ha poi ribadito che il luogo primario dove dispiegare tutti questi sforzi è la parrocchia, “là dove – ha spiegato – i cambiamenti segnano più da vicino la vita quotidiana delle persone e dove quindi più si avverte la frattura tra la tradizione cristiana, che trovava nella famiglia e in genere nella società il proprio supporto, quella tradizione a cui finora abbiamo affidato il compito della trasmissione della fede, e un ambiente culturale che da essa sempre più si distacca e che va, pertanto, nuovamente evangelizzato”. Mons. Betori ha quindi concluso il suo intervento lanciando un invito: “Uscire da una sorta di atteggiamento subalterno del mondo cattolico nei confronti delle egemonie culturali che tendono ad emarginarlo”. Questo atteggiamento – ha aggiunto – “nasce dalla convinzione che nel Vangelo ci è data una fonte di piena verità sul mondo e sull’uomo” e “il primo ambito in cui deve emergere questa consapevolezza propositiva del cristiano oggi è quello delle comunicazioni sociali”. Parrocchie che aprono gli occhi Le tre qualità L'animatore culturale rappresenta nella comunità cristiana “un ponte con la realtà culturale”. Lo ha detto mons. Claudio Giuliodori direttore dell’Ufficio Cei per le comunicazioni sociali, a cui abbiamo rivolto alcune domande in apertura del convegno nazionale su “Animatori della comunicazione e della cultura. Con il genio della fede in un mondo che cambia". A che punto è la diffusione e la crescita della figura dell’animatore culturale nelle diocesi? La figura dell’animatore della comunicazione della cultura sta suscitando grande interesse in tutte le diocesi italiane. L’iniziativa dei vescovi ha colto un’esigenza molto diffusa e nella presentazione del Direttorio si registra una grande attenzione, curiosità e ricerca dei ruoli e dell'identità di questa figura. Appare chiaro che la figura dell’animatore coglie la necessità di evangelizzare il nostro tempo, la nostra cultura e questo mondo segnato dai media. Gli operatori pastorali, a partire dai parroci e da tutte le persone più impegnate nella comunità ecclesiale, vedono in questa figura un aiuto per il lavoro che stanno svolgendo, quasi un ponte con la realtà sociale e culturale. Nel contempo riconoscono la necessità di andare a coprire degli ambiti che ad oggi risultano essere ancora un po’ scoperti o non curati con la dovuta attenzione. Quali ad esempio? Ci sono ambiti, come quelli dei rapporti con i media, laici e cattolici, che necessitano di avere degli interlocutori preparati e affidabili ed anche critici. C’è la necessità di promuovere anche strutture come la Sala della comunità ed iniziative come “Portaparola” di Avvenire e l’utilizzo e la valorizzazione di iniziative mediatiche nazionali. Ci sono poi le nuove tecnologie… Queste sembrano costituire ormai una estensione dell’attività pastorale della parrocchia. Le potenzialità di Internet sono sempre più oggetto di studio e di attenzione degli operatori pastorali. Per questi motivi intorno alla figura dell’animatore registriamo un interesse generale, ma anche speci- fico, per le sue funzioni concrete che può svolgere. Quante diocesi si sono già dotate dell’animatore della comunicazione e della cultura? Allo stato attuale possiamo dire che un terzo delle diocesi italiane ha provveduto a presentare in maniera qualificata il Direttorio. Ed è già un segnale di attenzione che in pochissimi mesi ha prodotto una diffusione del documento insolita rispetto ai tempi prolungati che a volte registriamo per altre iniziative. Abbiamo anche la segnalazione di molte parrocchie che stanno attivando delle iniziative. Oltre alla conferma e al rilancio di quelle figure che già operavano in questo settore, come la sala della comunità o i webmaster parrocchiali, che stanno vedendo riconosciuto il loro lavoro. Ad oggi non è possibile quantificare il numero degli animatori. Ma il problema non è quantificare ma far sì che questa figura entri nelle premure formative ed organizzative delle nostre comunità. In questo senso il referendum sulla legge 40/2004 rappresenterà un banco di prova importante? Il card. Ruini nell’ultimo Consiglio permanente a Bari ha indicato in questo appuntamento referendario un'occasione per approfondire i temi della vita e per un'ampia opera di formazione e informazione e ciò coinvolge direttamente i media ecclesiali. Questi sono chiamati a trovare forme creative per sostenere l’iniziativa. Ma è necessario tenere conto anche della concretezza della vicenda referendaria. Man mano che si avvicina l’appuntamento i nostri media dovranno offrire anche criteri puntuali per un discernimento rispetto alle posizioni da assumere in merito al voto. E ditoria, Tv, radio ed Internet. Variegata e complessa la presenza della Chiesa italiana nel mondo dei media. A delinearla è stato mons. Giuseppe Betori aprendo a Roma il convegno degli animatori della comunicazione e della cultura. Si comincia dal quotidiano Avvenire, che ha superato la soglia delle 100.000 copie. Sul versante radiotelevisivo, si posiziona Sat2000, di cui – ha annunciato mons. Betori – "si spera prossimo il passaggio al digitale terrestre, che ne dovrebbe garantire una maggiore visibilità". C'è poi il circuito radiofonico InBlu che ha visto il significativo convergere di oltre 200 radio locali in un progetto di respiro nazionale. Si registra inoltre la presenza della Fisc (oltre 140 settimanali diocesani, circa 1 milione di copie) e il costante apporto al lavoro dei settimanali mediante l'agenzia Sir, che per i media laici mette on line anche un servizio quotidiano e un servizio europeo in tre lingue. Sono infine 9.000 i siti di area cattolica censiti e registrati. Sul fronte del progetto culturale, la Chiesa italiana può contare su una rete di 262 referenti diocesani sparsi per l'Italia. Il Servizio Cei per il progetto culturale si avvale di 225 esperti, vale a dire docenti universitari, ricercatori e professionisti di alto livello coinvolti a vario titolo nel progetto. Sei i Forum realizzati – con personalità del mondo cattolico appartenenti alle più importanti discipline scientifiche – con 1.720 pagine di idee e 36 volumi pubblicati. Sono 92 i progetti di ricerca realizzati; 1.200 le iniziative nate sul territorio; 373 i centri culturali cattolici censiti per la prima volta ed entrati in contatto con la Cei; 50 borse di studio assegnate a giovani ricercatori. Si terrà ad aprile il primo Forum interdisciplinare sempre di giovani ricercatori cattolici. Da segnalare anche il tentativo di creare una forma di collegamento tra le migliaia di realtà che compongono l'arcipelago culturale della Chiesa italiana: università pontificie, cattoliche e civili, facoltà teologiche, musei diocesani, biblioteche ecclesiastiche, centri culturali, riviste, case editrici, mezzi di comunicazione sociale locali, gruppi universitari, singoli studiosi… Comunicazione e Cultura 24 febbraio 2005 16 17 24 febbraio 2005 Comunicazione e Cultura La figura dell’animatore della comunicazione e della cultura vista attraverso la prospettiva socio-culturale e pastorale. È stato questo il filo conduttore degli interventi di Mauro Magatti e Chiara Giaccardi, docenti all’Università Cattolica di Milano e di mons. Sergio Lanza, dell’Università Lateranense di Roma nel corso della giornata di apertura del convegno Cei. Ma che razza di animatore è ? Comunicazione e Cultura “Riprendere con vigore il tema dell’educazione delle persone e lavorare sul sistema mediatico sul quale strutturiamo i nostri comportamenti”. Sono anche questi, per i docenti dell’Università Cattolica di Milano, Mauro Magatti e Chiara Giaccardi, gli orizzonti su cui l’animatore della comunicazione e della cultura è chiamato a lavorare. “Si tratta – hanno detto nel loro intervento a due voci al convegno Cei – di capire quali sono i bisogni che stanno dietro alcuni atteggiamenti e trovare le risposte adeguate”. “Quali domande, ad es.:, nasconde il consumo di programmi come Il Grande fratell’ o l’abuso di sms?”, si sono chiesti i due sociologi, per i quali “non basta conoscere o appropriarsi del linguaggio dei media per comunicare”. “Viviamo – hanno aggiunto - in un tempo di sofferenza in cui le persone, specialmente i giovani, presentano delle personalità modulari, provvisorie, inventate giornalmente, costruite attraverso realtà di consumo (vacanze, abiti, autovetture…) e attraverso un eccesso di possibilità che non tutti hanno, basti pensare alla diseguale distribuzione delle risorse”. Da qui dipende anche “la difficoltà di costruire la propria identità e l’incapacità di mostrare coerenza di scelte. Siamo di fronte ad un tempo di sofferenza che i cristiani devono assumersi per riarchitettare il mondo in forme nuove senza esclusioni. Non si può dare per scontato la ‘costruzione’ delle persone. Compito dell’animatore, dunque, è anche alimentare nelle persone la capacità di rielaborare ciò che viene dall’esterno, per evitare di esserne invasi. Il tutto si traduce nel rivalutare l’identità, l’esperienza e la relazione ed in questa opera – è stata la conclusione – l’esperienza dei media si rivela cruciale. L’animatore è chiamato, infatti, a limitarne i rischi e ad implementare le potenzialità”. 24 febbraio 2005 “L’animatore non è un dubitoso claudicante, ma uno che si interroga, uno sempre attento a non identificare la propria parola con la Parola di Dio, ma pur consapevole di dovere ‘in timore et tremore’ testimoniare e proclamare la Parola di Dio”. È quanto ha detto mons. Sergio Lanza, dell’Università Lateranense. Nel corso del suo intervento mons. Lanza ha evidenziato alcuni tratti dell’animatore rifacendosi direttamente al recente documento dei vescovi italiani, ‘Comunicazione e missione. Direttorio sulle comunicazioni sociali nella Chiesa’. “L’animatore – ha detto - ha precise e specifiche competenze. È uno specialista”. Tra i suoi pregi, quello di “non essere un imbonitore e nemmeno un tecnico delle sollecitazioni di massa ma un esperto in umanità relazionale, un leader e un garante che non si appropria del gruppo e dell’attività”. L’interdipendenza tra cultura e comunicazione, ad avviso di Lanza, spalancano “nuovi orizzonti all’azione pastorale e chiamano in campo specifici operatori qualificati” nell’ambito della cultura e della comunicazione. Ma perché sia “un attore pastorale competente deve sapere anche lavorare in équipe e in rete”. È, infatti, impossibile immaginare “un animatore isolato e dotato di tutte le competenze necessarie”. Per questo ha concluso il docente “deve essere capace di relazioni interpersonali e sociali, di favorire contesti di apertura e di dialogo, esperto in progettualità, capace di analisi, previsione, di concretezza operativa, un professionista”. Ma non solo. Deve essere anche “un testimone della fede, un servitore del Vangelo, esperto in umanità, attento al mistero e aperto alla trascendenza”. D.R. 18 Progetto a misura di famiglia Laboratori Si è concluso il laboratorio teatrale per ragazzi I muri del pregiudizio S i è concluso il Seminario di mediazione teatrale diretto dal regista Paolo Billi, responsabile del Teatro del Pratello. Tale seminario, organizzato dalla Scuola di Pace, si è rivolto ad un pubblico costituito da insegnanti, operatori sociali, psicologi, attivi presso il Tribunale dei minori di Ancona, musicoterapeuti. Il tema degli ultimi due incontri è stato dedicato a quello che i ragazzi dell’I.P.M., in collaborazione con ragazzi degli Istituti superiori di Bologna, hanno realizzato sul muro del pregiudizio e sull’essere straniero: lo straniero, le mura e l’infinito che non c’è, condomini al Pilastro (quartiere multietnico di Bologna), straniero nei gusti, straniero a se stesso, straniero in compagnia, tra le mura di casa, straniero al proprio corpo, straniero nella notte. Il progetto Dialoghi 2003/04 ha esplorato la parola straniero definendo due territori: essere straniero e sentirsi straniero. Alcuni racconti di Kafka hanno accompagnato i diversi laboratori di scrittura e di lettura, diventando la cornice-labirinto in cui si vanno a comporre tutti i diversi lavori. Il progetto Dialoghi non è un progetto teatrale in senso stretto ma opera attraverso laboratori di scrittura, lettura e video per costruire un evento conclusivo in forma di spettacolo. A tale progetto partecipano sette Istituti superiori e l’ufficio Servizio Sociale Minorenni di Bologna e una comunità educativa, oltre ai ragazzi del Pratello, nell’intenzione di sviluppare ulteriori interventi rivolti ad adolescenze diverse. Si costruiscono così occasioni di incontro fra gli studenti, i ragazzi ospiti dell’Istituto, gli educatori e il personale di sorveglianza. Tale progetto getta un ponte tra il dentro e il fuori. Il tema dello straniero si collega al tema del muro creato dal pregiudizio, è il rischio che ogni persona che si presenta con una esistenza diversa da quella che è definita normale corre quando 19 ritorna in un contesto sociale. Oggi sono tanti i rischi per un adolescente e, soprattutto, per un adolescente che vive in un istituto penale. Sono i rischi di un mondo in cui tutto è precario, in cui non è facile crescere e trovare la propria strada ma i rischi maggiori sono quelli che nascono dai pregiudizi, dal disagio, dalla paura. Billi offre, attraverso il suo laboratorio di mediazione teatrale, a questi giovani l’opportunità di correre un rischio, un rischio buono, quello di trovare il coraggio di esporsi, di mettersi in gioco assieme a tanti altri giovani per una esperienza teatrale ludica che, proprio perché non programmata come intervento educativo, fa cadere dal loro cuore il muro. Il muro che questi ragazzi sono riusciti ad abbattere è quello della sofferenza, il muro del pianto, che vediamo fisicamente in tante parti del mondo. Questo muro fisico, nel progetto teatrale del 2004, è stato costruito idealmente dai ragazzi del Pratello che su quel muro hanno riversato non solo le loro sofferenze ma anche i loro sogni, le loro aspettative. Il muro è stato dipinto, accarezzato, coccolato, reso proprio. Al termine del lavoro non era più un ostacolo ma aveva permesso la liberazione della persona. Il muro del pregiudizio non esisteva più e non c’era più bisogno di raccontare questa storia La costruzione del muro “Già ai tempi del nonno si pensava che il muro doveva separare i giovani a nord dai vecchi a sud; il muro dell’età doveva dividere la popolazione, perché alcuni ragazzi non sopportavano più la presenza degli anziani: dicevano che gli impedivano di divertirsi. Gli anziani non sopportavano più la presenza di ragazzacci di strada durante le passeggiate pomeridiane. Fu così che il Sindaco ebbe l’idea di dividere: l’erba dalla gramigna, così che la capra non mangi il cavolo e il cavolo non strangoli la capra”. Rosaria Leonardi Cenerelli 24 febbraio 2005 per genitori L a Consulta del Volontariato è nata con lo scopo di raccogliere le Associazioni che operano nel territorio senigalliese in ambito socio-sanitario. Confrontarsi significa lavorare meglio, rinnovare e rinforzare la solidarietà, rendendosi più credibili di fronte alle istituzioni. Durante questi anni sono più di trenta le Associazioni che vi hanno aderito. Nel progetto 2004-2005 c’è “La famiglia”. L’educazione dei figli – Le scelte della famiglia – I ragazzi protagonisti. L’obiettivo è riscoprire l’importanza della relazione genitori-figli contro una comunicazione che si va riducendo. I destinatari sono i genitori di bambini in età prescolare, elementari e medie. Gli Incontri, presso il Seminario di Senigallia con il relatore dott.Massimo Borri – psicologo-psicoterapeuta della Comunità Capodarco di Fermo, saranno tutti al martedì alle ore 21. Sono già avvenuti quelli dei giorni 15 e 22 febbraio 2005, mentre i prossimi saranno il 1°, l’8 ed il 15 marzo 2005. Nell’incontro dell’8 marzo si svolgerà un laboratorio pratico (per un gruppo di 10-20 persone circa) per sperimentare come la risorsa corpo-gioco è fondamentale per favorire e migliorare la relazione diretta genitori-figli; nell’ultimo incontro del 15 marzo sempre un laboratorio pratico (per 15-20 persone circa) sulle “dinamiche di gioco” per fornire competenze ai genitori e sperimentare dei giochi da fare anche a casa propria. Per i due incontri pratici occorre prenotarsi per organizzare il gruppo nell’attività pratica. dalla città di Senigallia A denti stretti Durante un tentativo di rapina due malviventi hanno lanciato la proprietaria della tabaccheria Aguzzi in Piazza Saffi, a Senigallia, contro una vetrina di cristallo, con una violenza tale da sfondarla. Maria Aguzzi, come ogni sera alle 8, stava pulendo il pavimento della sua tabaccheria nel centro città quando improvvisamente si è accorta di due uomini che, coperti di passamontagna ed armati di pistola sono entrati nel negozio. I due, urlando, hanno lanciato la donna contro una vetrina di cristallo del negozio, che è andata in mille pezzi. Alle persone che si trovavano all’esterno, la violenza dell’urto ha fatto pensare ad uno sparo. Elezioni amministrative Proprio il rumore ha richiamato l’attenzione di alcuni giovani che si trovavano all’esterno del negozio. Ai malviventi non è restato altro che darsi alla fuga in bicicletta, nella direzione del Teatro “La Fenice” senza lasciare tracce. Colpisce l’aumento, in queste settimane, dei casi di tentativo di furto (alcuni andati a segno) a danno di negozi e persone in diverse zone della città. Con metodi sempre più ‘spettacolari’ e violenti. Si incontrano spesso poliziotti e carabinieri di quartiere, ma a quanto pare questo non basta. Specie nelle ore più a rischio (il primo pomeriggio e nella vicinanza della chiusura dei negozi), i negozianti sono più vulnerabili. Ed il controllo del territorio, anche nei mesi invernali, diventa ancor più necessario. Il voto degli stranieri I a cura di Michele Pinto www.viveresenigallia.it Succede a Senigallia • Sabato 12 Febbraio 2005 L’editore ed editore di Sprint e sprintonline.com ha annunciato la propria candidatura a Sindaco di Senigallia per la lista civica Forza Senigallia. Verso la sospensione, per il periodo elettorale, le due testate. nuova Piscina delle Saline. Il sindaco Luana Angeloni e l’assessore ai lavori pubblici Maurizio Mangialardi hanno presentato in anteprima agli organi di informazione la Nuova Piscina Comunale delle Saline, la cui apertura ufficiale è fissata per il giorno 13 marzo. • Domenica 13 Febbraio 2005 Nella prima mattina un’auto è uscita dalla carreggiata dell’A14 all’altezza di Montignano per andare a schiantarsi contro un’abitazione adiacente all’autostrada. Il 31enne Alessandro Tommassoni che era alla guida del mezzo è morto nell’impatto. • Martedì 15 Febbraio 2005 È tutto pronto per l’apertura della • Giovedì 17 Febbraio 2005 Vincenzo Savini si qualifica come maggior antagonista di Luana Angeloni nella corsa alla poltrona di Sindaco. In due giorni raccoglie il consenso di Forza Italia e dell’Udc. • Venerdì 18 Febbraio Durante un tentativo di rapina due malviventi hanno lanciato la proprietaria della tabaccheria Aguzzi in Piazza Saffi contro una vetrina di cristallo, con una violenza tale da sfondarla. La Signora rimarrà illesa, ma lo spavento è stato grande. Il reato di essere poveri. Nella mattinata sono stati scoperti ed arrestati dei clandestini che vivevano abusivamente in alcuni locali in disuso situati sulla SS16 tra Marina di Montemarciano e Falconara . • Sabato 19 Febbraio Ha aperto il 19 febbraio, nel centralissimo Corso 2 Giugno n. 90 (ex negozio Bozzi), la sede del candidato Sindaco del Centro Sinistra, Luana Angeloni, dove verrà coordinata la sua campagna elettorale per le comunali. Dill’ al monc’ in piazza Questa settimana ospito, nella mia rubrica, la lettera inviata in data 10 febbraio 2005 dal Sindaco Luana Angeloni al Presidente del Consiglio d’Amministrazione Gorgovivo Multiservizi s.p.a. Avv.Valeria Mancinelli ed al Direttore generale multiservizi s.p.a. Ing.Patrizio Ciotti, entrambi ad Ancona, relativa alla fattura consumi utenze del gas metano (V.M. n.2 del 20 gennaio 2005). “Gentile Presidente e gentile Direttore, il settimanale della diocesi La Voce Misena, con un articolo compar- dalla città di Senigallia so nella rubrica Dill’ al monc’ in piazza, che allego in copia, solleva la questione delle modalità con cui vengono rilevati i consumi del gas metano e la successiva fatturazione degli stessi. In particolare si lamenta un conteggio basato sul consumo presunto, salvo conguaglio annuale, che porta, in alcuni casi, alla emissione di fatture d’importo elevato con conseguenti difficoltà per coloro che si trovano a dover pagare somme talora rilevanti. Vi sarei grata se poteste spiegarmi come è strutturato il servizio di lettura dei consumi e in quale modo sia possibile evitare i disagi lamentati. Con24 febbraio 2005 dibattito sulla città Gli avvenimenti più importanti dal 12 al 19 febbraio a cura di Giuseppe Nicoli siderato che vorrei poter spiegare ai lettori del settimanale cosa accade e quanto possa essere fatto Vi chiedo la cortesia di rispondermi in tempi brevi”. Pertanto, restiamo in attesa di ospitare, sempre in questa rubrica, la risposta dei suddetti destinatari. Tanti auguri a chi si chiama: Gabriele, Rina, Leandro (27 febbraio); Romano (28 febbraio); Silvio, Albino/a, Bino (1 marzo); Quinto (2 marzo); Tiziano, Camilla (3 marzo); Lucio, Elpidio (4 marzo); Olivia (5 marzo). 20 21 Nuovo regolamento per le circoscrizioni I l Consiglio Comunale di Senigallia ha approvato all’unanimità la settimana scorsa il nuovo regolamento delle circoscrizioni, che stabilisce le nuove competenze di questi importanti organismi decentrati per il prossimo mandato amministrativo. L’articolato contiene in particolare due innovazioni che meritano di essere evidenziate. La prima è di natura propositiva, nel senso che le circoscrizioni avranno d’ora in poi la possibilità di indicare all’Amministrazione, attraverso una propria delibera, gli interventi da attuare sul territorio di pertinenza. La seconda competenza che viene acquisita è invece di carattere gestionale: le circoscrizioni avranno infatti a disposizione un budget, ad esse destinato dal Consiglio Comunale, per eseguire direttamente piccoli interventi (potrà trattarsi ad esempio di micromanutenzioni, della gestione del verde o di lavori su impianti comunali) che riguardino opere di interesse circoscrizionale. L’occasione è utile per ricordare anche la modifica territoriale, già votata nello scorso settembre dal Consiglio Co- munale, con la quale l’intera zona delle Saline viene trasferita dalla Circoscrizione Sud a quella del centro storico. I motivi di tale decisione, come fu spiegato a suo tempo, si fondano essenzialmente su una questione demografica, essendo necessario ripartire più equamente la popolazione tra le quattro circoscrizioni, ma sono dovuti anche all’esigenza di riunire porzioni di territorio caratterizzate da problematiche maggiormente uniformi. “Sono davvero molto soddisfatta – ha dichiarato Ines Moretti, Presidente della I Circoscrizione e coordinatrice del gruppo che ha realizzato il nuovo regolamento – per l’ottimo lavoro portato avanti in questi mesi dal gruppo dei quattro presidenti di circoscrizione. Abbiamo così raggiunto un obiettivo importante nell’interesse dei cittadini. Rispetto al precedente, il nuovo regolamento ha maggiore incisività grazie all’acquisita autonomia finanziaria e alle superiori capacità gestionali. Le circoscrizioni potranno così intervenire in maniera effettiva e dare una risposta certa sulle situazioni di rispettiva competenza”. 24 febbraio 2005 l 3 e 4 aprile 2005, oltre alle elezioni regionali, comunali e circoscrizionali, si svolgeranno anche quelle dei Consiglieri comunali stranieri, che vengono “aggiunti” all’interno delle civiche assemblee con ruoli e funzioni particolari. Le procedure per le loro elezioni sono contenute in un apposito regolamento, approvato con deliberazione del Consiglio Comunale (la n° 125 del 10.11.1999) e successivamente modificato con atto del Commissario Straordinario (n° 9 del 17.2.2000). Il dato essenziale è comunque il seguente: la popolazione extracomunitaria ha raggiunto nel nostro territorio la fascia che va da 801 a 1.600 individui, ragione per la quale nel prossimo mandato saranno due – anziché uno solo – i consiglieri “aggiunti” all’organismo consiliare. La seconda informativa riguarda invece le modalità del diritto di voto e di eleggibilità alle elezioni comunali per i cittadini stranieri appartenenti all’Unione Europea che siano residenti nel Comune di Senigallia ma non ancora in possesso della cittadinanza italiana. Coloro tra questi che intendano partecipare alle prossime elezioni per il rinnovo del Consiglio Comunale dovranno presentare domanda per l’iscrizione nella lista elettorale aggiunta che verrà appositamente istituita. Tale domanda, da rivolgere al Sindaco e presentare all’Ufficio Elettorale, dovrà contenere cognome e nome, luogo e data di nascita, cittadinanza, attuale residenza, indirizzo dello Stato di origine, richiesta di iscrizione nell’anagrafe della popolazione senigalliese (qualora non siano già iscritti) e naturalmente la richiesta di iscrizione nella lista elettorale aggiunta. Alla domanda deve essere allegata una dichiarazione sostitutiva di un documento di identità valido o una fotocopia del documento stesso. dalla città di Senigallia L’ idea di “Azzurro come il mare” ruota attorno alla riconosciuta immagine gastronomica di Senigallia testimonial di una campagna promozionale su scala nazionale (che vede l’utilizzo delle maggiori testate specializzate nel settore dell‚enogastronomia “Slow Food”, Viaggi del Gusto, Gambero Rosso, Vie del Gusto, Viaggi e Sapori, Sale e Pepe, supportata da uno specifico ufficio stampa) per valorizzare le specie ittiche massive della regione Marche e di conseguenza tutto il territorio. Al centro del progetto la professionalità dei cuochi e dello staff specializzato dell’Istituto Alberghiero “Panzini” di Senigallia che curerà i Laboratori del Gusto di “Azzurro come il specie ittiche pescate in Adriatico, e del pesce azzurro in particolare. Il pesce “povero” dell’Adriatico che in realtà è notoriamente ricco di tante sostanze benefiche per l’organismo come gli omega 3, acidi grassi polinsaturi, che portano grandi benefici per le arterie e proteggono tutto l’apparato cardio circolatorio. Tali acidi grassi insaturi e polinsaturi garantiscono un effetto protettivo e di prevenzione verso le malattie cardiovascolari. Inoltre il contenuto di colesterolo è molto basso. Altri aspetti positivi dal punto di vista del valore nutrizionale sono legati alla presenza di iodio che aiuta la funzionalità tiroidea, l’alta digeribilità delle carni e l’assorbimento durante la digestione. Il progetto vede il coinvolgimento Febbraio, il mese del pesce azzurro, con tante iniziative Colori e sapori del mare Adriatico mare”, dove per quattro serate verranno insegnati tutti i segreti di sarde, suri, alici, sgombri, morgani, mazzole, sardoni, aguglie, lanciardi appena pescati dalla marineria del luogo. Specie ittiche dagli aromi di un tempo tutte da scoprire: le loro caratteristiche, i valori nutritivi, i criteri di acquisto, come pulirle, conservarle e naturalmente cucinarle, attraverso un percorso di oltre quaranta piatti diversi. I laboratori si svolgeranno presso aule appositamente attrezzate, e si concluderanno con la degustazione dei piatti proposti e spiegati, con l’abbinamento di un‚accurata selezione di vini locali. I laboratori del gusto di sono stati pensati come iniziativa di pregio di educazione al gusto, ma soprattutto come occasione di conoscenza delle dalla città di Senigallia dei produttori locali e delle loro associazioni di categoria: Lega Pesca regionale e l’Associazione Produttori Pesca Misa Senigallia. I pescatori della Lega Pesca Marche, grazie alla loro antica esperienza, racconteranno dove, come e in quali periodi dell’anno il pesce azzurro viene pescato. Esperti del settore spiegheranno le caratteristiche nutritive ed organolettiche delle varie specie, come riconoscerle ed acquistarle quando sono fresche, i mesi di maggiore disponibilità e poi come pulirle e conservarle, le tecniche di sfilettatura, cottura e tante altre curiosità. Insomma se nelle Marche si pesca dell’ottimo pesce azzurro a Senigallia lo si sa di certo cucinare, e per questo, nell‚ambito di “Azzurro come il mare”, è stato realizzato un ri- 24 febbraio 2005 cettario sulla buona cucina del territorio. Una guida curata da Claudio Riolo, responsabile di altri importanti lavori sulla cucina e la ristorazione, dove verranno descritte le caratteristiche del pesce, le modalità di pesca, la storia dei pescatori e, ovviamente, le ricette che si svolgeranno durante i laboratori del gusto tra cui: carpaccio agli agrumi di palamiti, acciughe in carpione, filetto di lanciardo con pinoli e uvetta o con piopparelli e pancetta stufata, sarde alla brace, all’arancio, fritte in tempura d’uovo, aguglie spiedate all’alloro e guanciale, sgombro al vapore, alle verdurine, filetti di suro in agrodolce, e ancora, spaghetti di farro, acciughe e finocchietto, pennette alla palamite e timo, risotto sgombro e carciofi, conchiglie con peperoni e acciughe, fusilli con cimette e lanciardi, maccheroncini di Campofilone con le sarde. La guida intitolata “Pescato e Cucinato” potrà essere richiesta gratuitamente presso il Comune di Senigallia. La fama del pesce azzurro ha origini antiche, il garum è la più famosa salsa di pesce azzurro che risale ai tempi dell’antica Roma, preparata a base di sgombri, sardine e acciughe. In passato il pesce azzurro era considerato un pesce povero e di qualità inferiore, “plebeo” perché era l’alimento principale dei pescatori e delle loro famiglie ed era possibile trovarlo solo nelle osterie più popolari. E anche coloro che da sempre apprezzano il sapore ed il profumo di mare che il pesce azzurro conserva, forse ancora non sanno quanto ricca e variegata sia questa famiglia di specie eterogenee. Una gran folla di pesci e pesciolini di tutte le dimensioni, ognuno diverso per sapore, caratteristiche e modalità di preparazione. Quando si parla di pesce azzurro non si intende un gruppo scientificamente definito. &Azzurri” sono tutti quei pesci accomunati dal riflesso più o meno bluastro della pelle dorsale ed argenteo di quella ventrale. Il fortunato connubio dei sapori di mare con i prodotti genuini delle campagne locali ha portato Senigallia ad affermarsi come uno dei più importanti distretti della ristorazione italiana. Con “Azzurro come il mare” Senigallia diventa testimonial di una campagna promozionale su scala nazionale per valorizzare le specie ittiche massive della regione Marche. Alessandro Piccinini 22 Vita dell’associazione a Barbara ed Ostra Vetere Misa - Esino - Frasassi Tutti i numeri Il turismo dell’Avis I T recentosettantasei donazioni in un anno, un trend gratificante per la sezione intercomunale Avis di Ostra Vetere e Barbara che, in attesa dell’assemblea generale dei soci, può tracciare un bilancio rassicurante circa l’attività portata avanti nel decorso 2004. L’incremento delle donazioni costituisce, in effetti, il miglior dato di sintesi per un sodalizio che ha, del resto, compiuto significativi passi anche per quel che concerne le adesioni. I donatori effettivi sono ormai ben 265, con 16 nuove iscrizioni a fronte di sole 4 cancellazioni. Se si considerano inoltre i 44 ex donatori partecipanti alla vita associativa e i 2 soci collaboratori, si arriva a un totale di 311 affiliati, dato numerico eloquente se si considera che la sezione accorpa gli iscritti di due centri che hanno una popolazione complessiva di circa cinquemila abitanti. Un bilancio che incoraggia, dunque, e al quale si aggiungono altre importanti novità: è infatti ormai pronta la nuova sede sociale, nell’immobile di via Gramsci recentemente acquistato e ristrutturato. Imminente l’inaugurazione, che scandirà un altro passaggio fondamentale nella lunga ed operosa vicenda del sodalizio: “Usciamo -afferma la presidentessa dell’Avis di Ostra Ve23 tere e Barbara, Stefania Magagninida tre anni molto importanti. Abbiamo festeggiato da poco il “cinquantesimo” dalla costituzione dell’Avis, diffondendo anche un volume rievocativo che è stato consegnato a tutte le famiglie dei due paesi. I comuni di Ostra Vetere e di Barbara hanno inoltre entrambi intitolato ai donatori due giardini siti nei rispettivi centri urbani. Queste iniziative hanno prodotto un significativo ritorno d’immagine e, quel che più conta, si sono risolte in una nuova occasione per promuovere il valore della donazione. Ora abbiamo anche superato in modo definitivo l’annosa questione della sede sociale e ci accingiamo a trasferirci, dalla vecchia allocazione di via Leopardi, ai nuovi ambienti nello stabile antistante la chiesa di Santa Maria di Piazza. Riteniamo che questa scelta, che ci è ovviamente costata non pochi sacrifici tanto sul piano operativo quanto su quello finanziario, possa rispondere appieno alle attese degli associati. Nel frattempo -così prosegue Stefania Magagnini- è sensibilmente migliorata la dinamica dei controlli. Per quanto riguarda per esempio la risposta alle analisi periodiche alle quali sono chiamati a sottoporsi tutti i donatori, i medici del centro trasfusionale contatteranno immediatamente l’associato nel caso dagli accertamenti risulti qualche anomalia. L’attività della sezione, grazie anche al generoso impegno dei componenti del direttivo e dell’intera platea degli associati, continua dunque a mantenersi intensa, nell’ottica della migliore tutela di chi dona e del valore del gesto che ha scelto di compiere.” Raoul Mancinelli 24 febbraio 2005 fa sistema l Sistema Turistico Locale “Misa Esino Frasassi” fa scuola. Si tratta infatti del primo STL riconosciuto in Italia. Una sorta di apri pista rispetto gli altri sistemi turistici che si sono sviluppati successivamente. Proprio per questo motivo alla Bit di Milano, presso il desk personalizzato del STL “Misa Esino Frasassi” allestito all’interno dello stand della Regione Marche, oltre ad operatori del settore e turisti interessati, si sono recati anche molti studenti universitari. Il motivo è proprio lo studio del sistema, come è nato, come funziona la sua struttura e come si sta sviluppando. Nota sicuramente interessante e positiva, oltre che motivo di orgoglio di tutti i comuni associati al sistema e del coordinatore del “Misa Esino Frasassi” l’Assessore al Turismo del Comune di Senigallia Andrea Nardella, che proprio in questi giorni sta lavorando come STL all’organizzazione del primo convegno nazionale sui sistemi turistici locali intitolato “Fare Sistema”. Molti gli enti, amministratori pubblici e responsabili dei sistemi turistici che hanno mostrato grande interesse all’iniziativa, ed hanno preso contatti proprio alla Bit per prendervi parte. Presentato anche un dvd dal titolo “Cuore di Marche” diretto da Luca Pagliari con la fotografia di Michele Barone. “Un prodotto multimediale ha spiegato Nardella al folto pubblico intervenuto - realizzato per divulgare l’immagine turistica, culturale ed enogastronomica del territorio “Misa Esino Frasassi”. Un territorio ricco di eccellenze, che vede una continuità infinita tra colline e mare. Ancora presto per un bilancio complessivo di questa Bit anche se sono molti gli indicatori che fanno ritenere che il percorso intrapreso dal sistema ‘Misa Esino Frasassi’ di valorizzazione del territorio sia quello giusto. Alessandro Piccinini dai Comuni della diocesi A Famiglie nobili e notabili a Corinaldo Un libro di Francesca Pongetti propone un interessante spaccato di storia locale. di Ilario Taus dai Comuni della diocesi lla presenza di un folto e qualificato pubblico e con la partecipazione di molti discendenti delle famiglie corinaldesi nobili e notabili è stato presentato nella Sala Grande di Comune di Corinaldo il libro di Francesca Pongetti, “Famiglie nobili e notabili di Corinaldo”. Il prof. Dario Cingolani, dopo aver evidenziato come nel libro di Francesca Pongetti il discorso particolare su Corinaldo sia molto bene inquadrato in un contesto più ampio di storia generale, ha spiegato alcuni concetti giuridici diffusi già nei primi secoli del secondo millennio, sulla base dei quali le famiglie nobili e notabili, per delega diretta, hanno guidato le sorti della collettività corinaldese. Prendendo poi spunto dallo spazio dedicato nel libro a vicende e personaggi locali e alle biblioteche di alcune famiglie, ha presentato un percorso parallelo articolato su due versanti: il primo relativo alle fonti, soprattutto archivistiche per la ricostruzione di storie locali; il secondo sul rapporto tra cultura e amministrazione del potere. Interessante si è rivelato in questa parte un rapido profilo di un umanista, Ser Giovanni Tinto Vicini di Fabriano, reggente a Corinaldo negli anni 1407.1408 per conto di Pandolfo III Malatesta, il quale ha scritto un trattato sulle qualità e le virtù necessarie per ricoprire cariche di governo. Da ultimo ha parlato del rilievo che hanno avuto alcuni corinaldesi (Giovanni Camillo, Antonio Frezza, Francesco Fabri) nella storia della prototipografia italiana tra la fine del Quattrocento e i primi decenni del Cinquecento. Il libro – ha concluso Cingolani - che risulta pregevole per l’ampiezza della documentazione e per la sicura abilità della ricercatrice nel ricomporre eventi e trasformazioni, fa progredire notevolmente le conoscenze storiche su Corinaldo e costituisce un sicuro punto di riferimento per ulteriori ricerche. L’intervento di Francesca Pongetti in quanto bibliotecaria si è incentrato sulla 24 febbraio 2005 III ed ultima parte del libro, che è la sezione tecnica. Da questa parte, del resto è iniziata la sua ricerca esattamente facendo una descrizione di tipo bibliologica in cui gli elementi intriseci ed estrinseci (come ad es. l’ex libris) hanno la stessa importanza. Ed è proprio dai nomi dei possessori che ha avuto inizio il lavoro di Francesca Pongetti riscontrando 4 nomi di antiche, nobili famiglie di Corinaldo quali: Amati, Boscarini, Cesarini e Ciani. Da questi nomi, la studiosa di fondi librari a stampa antichi allarga il suo piano d’azione anche su altre famiglie che incontrò eseguendo una ricerca parallela sia negli archivi privati (di famiglia e parrocchiali) sia in quelli pubblici (comunale, archivio di stato e notarile). Il suo studio è singolare in quanto non si ferma alla sfera storica, sociale ed economica di questa “terra parva ” quale è Corinaldo ma amplia il suo campo d’indagine verso la biblioteconomia (gestione della biblioteca e nel suo contenuto cioè i libri presenti in essa), o meglio parte propria dal momento della sua costituzione in quanto “Comunitas” fino ai nostri giorni. È a partire dal 1291, che Corinaldo ebbe infatti la facoltà di amministrarsi e di dotarsi di proprie leggi, contenute negli statuti: leggi che contemplavano anche la costituzione di due organi politici quali: il consiglio generale e di credenza. All’interno di entrambi questi particolari organi, oltre che nei catasti, ritroviamo le già citate famiglie nobili insieme ad altre quali: Cesarini, Orlandi, Paris, Sandreani tralasciando altre che per taglio di ricerca non sono state trattate. Queste famiglia avranno il loro proseguo nel corso dei secoli sia all’interno della cosa pubblica sia all’interno della sfera economica stringendo inoltre tra di loro forti legami come ad es. con il vincolo matrimoniale. Nel corso dell’800 a fianco di queste famiglie si affacciano le cosiddette famiglie notabili, degne di nota che ancora oggi in più settori sono presenti e ne sentiamo parlare quali: la famiglia Bucci con le sue autolinee, Mario Carafòli e Valerio Valeri noti nel campo della cultura. Domenico Grandi generale, ministro, senatore e sentito amico per i corinaldesi e nel campo medico il dott. Alfonso Federico Pagliariccio che ha lasciato a noi tutte le qualità, il modello della persona marchigiana laboriosa, paziente, schiva del mondo esterno, attaccata ai valori familiari. Ecco allora, tutti questi nomi riferiti a famiglie nobili e notabili vogliono ricalcare la cosiddetta “terra delle armonie” quale è oggi Corinaldo, piccolo centro collinare ma domani potrebbe essere qualsiasi altro territorio facente parte del “museo diffuso” delle Marche. Ilario Taus 24 L’Archeoclub di Mondolfo ha lanciato una iniziativa per scrivere un elenco dei caduti nella Seconda Guerra mondiale Nomi da ricercare R icorre quest’anno il 60° anniversario dalla fine della Seconda Guerra Mondiale (1945-2005) e la Sede di Mondolfo dell’Archeoclub d’Italia si è fatta promotrice di una iniziativa diretta ad elaborare un primo elenco di nominativi dei caduti militari e civili di Mondolfo e Marotta periti o dispersi nel corso dell’ultimo conflitto. “Già da qualche tempo – ha spiegato il Presidente della Sede di Mondolfo dell’Archeoclub d’Italia Claudio Paolinelli – avevamo avvertito questa carenza. Se, infatti, per la Grande Guerra era stato elaborato un dettagliato elenco già ai tempi della edificazione del Parco della Rimembranza e del Monumento ai Caduti, ciò non avvenne per la Seconda Guerra Mondiale, anche a causa del fatto, forse, che tutto il nostro Paese fu soggetto ad una dura occupazione con comprensibili difficoltà pure di ordine amministrativo”. Ecco dunque l’invito che rivolge l’Archeoclub di Mondolfo a tutti i cittadini. “Chiediamo di interrogare la propria memoria, rivolgersi ai propri famigliari e amici, al fine di individuare la presenza di persone nate o residenti nel Comune di Mondolfo e morte, per motivi bellici, nella Seconda Guerra Mondiale. Si potrà trattare tanto di soldati morti al fronte, oppure in prigionia o dispersi, così come di civili morti direttamente per motivi bellici nel territorio comunale di Mondolfo”. Una ricerca non facile, evidente25 mente. “Il nostro obiettivo, con la collaborazione di tutta la cittadinanza, è di tracciare almeno un primo elenco, anche se eventualmente incompleto, di nominativi. In questa operazione, coordinata dallo storico Alessandro Berluti, che ha già pubblicato un corposo libro dal titolo Mondolfo e Marotta nella Seconda Guerra Mondiale, ci avvaliamo della preziosa collaborazione dell’Istituto Comprensivo E.Fermi di Mondolfo e dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Mondolfo, unitamente ai Servizi demografici del Comune”. A sessant’anni dalla fine della guerra, Archeoclub ritiene doveroso poter ricostruire una pagina così tragica della storia della comunità locale, ricordando i militari ed i civili periti per motivi bellici. “A differenza della Grande Guerra – ha ripreso Paolinelli – nel Secondo Conflitto Mondiale furono interessate anche le popolazioni civili ai bombardamenti ed alle distruzioni legate a tanta immane tragedia. Dunque si dovrà fare attenzione pure a quei civili che, tanto a Mondolfo quanto a Marotta, morirono per motivi direttamente riconducibili alla guerra (bombardamenti, mitragliamenti, rastrellamenti, scoppi di mine…). In ogni caso, le notizie, tanto relative ai militari nati o residenti nel Comune di Mondolfo, morti o dispersi in guerra o in prigionia, quanto per i civili, potranno essere fornite rivolgendosi alla Biblioteca Comunale di Mondolfo, in Corso della Libertà n. 34, all’Ufficio Anagrafe del Comune di Mondolfo, alla Segreteria dell’Istituto Comprensivo Fermi, dove sono disponibili anche appositi stampati, oltrechè, ovviamente, direttamente alla Sede di Mondolfo dell’Archeoclub d’Italia, attraverso l’indirizzo di posta elettronica: archeoclub [email protected]”. 24 febbraio 2005 IV conferenza regionale Cooperazione nelle Marche I lavori della seconda sessione della IV Conferenza regionale della cooperazione hanno evidenziato l’importante ruolo che l’impresa cooperativa svolge nel contesto economico e sociale della regione. Coerentemente all’andamento dell’economia nazionale la cooperazione ha conosciuto un rafforzamento particolarmente significativo nel terziario, con una crescita minore nel primario e nel secondario. I dati fanno emergere che l’11,2% della popolazione marchigiana presta lavoro nelle 1.537 cooperative attive delle Marche. Di queste, 552 sono distribuite nella provincia di Ancona, 344 nella provincia di Ascoli Piceno, 303 nella provincia di Macerata e 338 nella provincia di Pesaro e Urbino. Il totale addetti delle cooperative marchigiane dal 1998 al 2003 è cresciuto del 45%, che corrisponde a 19.593 lavoratori di cui 9.985 sono soci mentre 9.608 sono dipendenti. Il comparto in cui la presenza delle cooperative è più rilevante è quello dei servizi socio-assistenziali con una incidenza pari al 4%, seguito dal 3,8% del comparto delle attività immobiliari, dal 3,3% dalle cooperative che svolgono attività professionali e dal 2,5% da quelle della pesca. “La dimensione del movimento cooperativo moderno – ha precisato il presidente della Giunta Vito D’Ambrosio intervenuto alla conferenza - è quella di inserirsi nei mercati tradizionalmente destinati alla cooperazione portando un valore aggiunto in grado di essere presenti su diversi settori. La Regione Marche è stata sempre attenta al mondo della cooperazione sviluppando l’unità cooperativa perché è caratteristico delle nostre società il fenomeno della solidarietà e della capacità di lavorare insieme”. “Un aspetto importante - ha proseguito D’Ambrosio - è che il movimento cooperativo proprio per la sua struttura è un movimento che rafforza l’elasticità del modello marchigiano. Nel momento in cui noi avremmo i primi effetti dell’ampliamento dell’Unione europea con la diminuzione dei fondi strutturali tradizionali inizia il periodo in cui le Regioni dovranno attrezzarsi nei progetti per acquisire le nuove risorse”. dai Comuni della diocesi Rassegna di pittura e letteratura a Corinaldo Ragazzi protagonisti d’arte U n premio per bambini e artisti riuniti sotto il suggestivo titolo del concorso di arte e letteratura che a Corinaldo ha riscosso anche quest’anno un grande successo. La premiazione si è svolta nei giorni scorsi, chiudendo così degnamente la quarta edizione della Rassegna di Arte e Letteratura “Le Stelle di Natale” organizzata dall’Associazione Culturale “Il Capricorno” di Corinaldo con la collaborazione della National Gallery of Art e dell’Istituto Culturale italiano di Washington DC. Premi speciali a Mario Micheletti di Cremona, Salvatore Borracci di Noicattaro (BA), Angela Raffaldi di Roma, Paolo da Fermignano di Fermignano (PU), Francesco Incampo di Altamura (BA), Antonietta di Carlo di Andria (BA), Monique de Buysscher di Perugia, Antonio Merra di Torino, Daniela Griffoni di Novara, Michele Cattalani di Monteporzio (PU), Fanny Gazzetti di San Lorenzo in Campo (PU), Graziella Savelli di Monteporzio (PU), Milvia Maistro di Ancona, Elisabeth Burger di Bolzano, Amelia Romeo di Reggio Calabria. Primo premio della varie sezioni a Carla Pentrella e Maria Elena Mancini di Roma, Valerio Brunelli di Senigallia, Marzia Maria Braglia di Modena, Fausto Silvi di Corinaldo e Rosalba Federici di Fratterosa (PU). Secondo premio a Francesco Coreani di Montecompatri (Roma), Roberto Feduzi di San Lorenzo in Campo (PU), Vanni Gresta di Ponte del Rio di Monterado (AN). Terzo premio a Marta Gregorini di Monterado (AN), Maria Letizia Valchera di Maiolati Spontini (AN), Anna Santolla di Noicattaro (BA). Bambini della Scuola dell’Infanzia Andrea Veronica di Corinaldo: Elena Biagetti, Serena Bruciati, pagina di cultura Dalla Vigor Senigallia • Teatro a Barbara Chiara Candolfi, Margherita Franceschetti, Lorenzo Giuliani, Naike Pancotti, Giuliano Pascucci, Christian Perlini, Selenia Pompili, Elisa Priori, Giulia Rocconi, Martina Rocconi, Brenda Scavino, Anna Tarsi, Alessio Bizzarri, Alessia Bracci, Lucia Carletti, Samantha Catalani, Samuele Chiappa, Martina Donnini, Aurora Manoni, Giorgia Esposto, Giulia Gianoboli, Alessandro Perini, Enrico Perugini, Steven Ricci, Michele Rigamonti, Lucia Saltarelli, Giovanna Tarsi, Nancy Turchi, Martina Venturini, Alessandra Silvi, Roberta Regni, Matteo Tinti, Noemi Rosini, Matteo Carloni, Gabriele Baldarelli, Giulia Guercio, Francesco Pierantognetti, Francesco Di Carlo, Elian Calcina, Tommaso Rugini, Emily Carbini, Luca Spallacci, Giacomo Manna, Cecilia Tinti, Giada Sabbatini e Daniela Mezzanotte. Bambini della Scuola dell’Infanzia “Arcobaleno” di Senigallia: Marta Brunelli, Andrea Barucca, Vincenzo Biscotti, Massimiliano Bozzi, Lisa Aguzzi, Sara Bruschi, Elisa Caldarella, Camilla Canafoglia, Alessia Cuttone, Alessandro Di Carlo, Adrio Fattorini, Gianluca Fizzardi, Nicolò Gigli, Luisa Gila, Rebecca Giuliani, Alessio Goretti, Arianna Mainardi, Emanuela Menniti, Jessica Pajalunga, Matteo Principe, Luigi Rinaldi, Sofia Rossetti, Federica Giuliani, Francesca Ruvio, Tommaso Seri e Valentina Venti. Premiate anche le insegnanti della scuola dell’infanzia “Andrea Veronica” di Corinaldo: Lorenza Lenci, Noemi Cicetti, Assunta Giuliani, Marisa Tinti, Giuseppina Manoni e Vera Vignaroli e della scuola dell’infanzia “Arcobaleno” di Senigallia: Anna Appiotti, Patrizia Bacchiocchi e Sara Guerrieri. Ilario Taus 24 febbraio 2005 Un successo anticipato dalla prevendita dei biglietti e poi confermato dal palcoscenico. La rappresentazione de ‘Gli innamorati’, commedia brillante in tre atti di Carlo Goldoni, ha riacceso l’amore dei barbaresi il teatro, che sono accorsi così numerosi ai primi due spettacoli a tal punto da programmare un seconda replica (sabato 19), per permettere un’affluenza di pubblico più ampia possibile. Sotto la sapiente regia dell’indefesso Mario Tinti, professionale e vivace trade union fra le molteplici stagioni del teatro barbarese, Massimo Mancini, Tiziana Luzi, Tania Tinti, Sauro Avenali, Alberto Cingolani, Franco Fortunati, Fabrizio Arcangeli, Nicoletta Bruni, Mario Olivetti e Alessandra Catalani non solo hanno brillantemente interpretato l’ondivago intreccio sentimentale della commedia goldoniana ed i suoi personaggi, ma hanno restituito attualità ad una delle tradizioni locali più radicate, pur tuttavia rinnovate ad intermittenza in passato. Senza voler sminuire la qualità recitativa, la bellezza dei costumi (realizzati da Moira Torretti), delle acconciature (curate da Angelo Bedetti, così come le musiche), dell’apparato scenografico (allestito da Paolo Martinelli) e dell’addobbo floreale (approntato da Loredana Massi), l’apporto dei tecnici (Simone Crevatin, Alberto Carboni, Ferdinando Cingolani, Adriano Mantoni e Leonardo Rossini) e delle aiutanti regia (Sofia Cingolani e Federica Tomassoni, anche suggeritrici), l’obiettivo più importante centrato da ‘Gli innamorati’ forse sta proprio nell’aver dato continuità all’opera intrapresa nemmeno un anno fa, quando con un cast pressoché analogo andò in scena ‘Una vita in versi’, drammatizzazione dell’omonima raccolta di poesie di Renato Aloisi. Il tutto grazie all’impegno spontaneo di attori e tecnici, al supporto organizzativo del Comune di Barbara, della Pro loco e della Confraternita di Santa Barbara e al contributo di un cospicuo numero di sponsor. • Una città per giocare Domenica 27 febbraio le principali piazze del Centro Storico di Senigallia ospiteranno giochi ed animazioni per bambini da 3 anni in su, a cura delle ludoteche cittadine. Proprio in occasione della giornata del 27 febbraio, l’Amministrazione Comunale invita i cittadini a lasciare la propria auto in garage utilizzando mezzi alternativi, come segno per rendere Senigallia sempre più vivibile e con una buona qualità dell’aria che respiriamo. 26 Trasferta amara Caldarola 3 - Vigor 1 S orride il Caldarola, piange la Vigor per la sconfitta scaturita più per demerito proprio che non per la bravura dell’avversario. L’espulsione di Traiani al 35° del primo tempo per doppi ammonizione (un regalo al Caldarola ad opera dell’arbitro Bachetti di Ascoli) mette in inferiorità numerica la Vigor, in un settore, quello difensivo, tanto importante per i rossoblu. La Vigor si è presentata sul campo del Calderola con la ferma intenzione di fare risultato e ne è la prova l’inizio “scoppiettante” degli avanti rossoblu. Uno scatenato Madau, in collaborazione con Pandolfi, tiene in apprensione la difesa locale con improvvise accelerazioni. Il suo diretto avversario lo mette in condizione di commettere continui falli, rimediando a questo proposito un cartellino giallo, ma meritevole di qualcosa in più. 14°, Madau impegna Natali in una difficile parata, ripetendosi subito dopo. La partita scorre veloce, anche se un po’ troppo spigolosa, tanto che l’arbitro inizia una serie di ammonizioni conclusesi con l’espulsione di Traiani e alla fine col mandare negli spogliatoi anzitempo (80°) Di Gioia per il Caldorola e Minero per la Vigor per reciproche scorrettezze. La partita per la Vigor prende una brutta piega di inizio ripresa, quando in inferiorità numerica subiscono la pressione del Caldarola. Al 63° incassa il primo gol. Casoni, da fondo campo, crossa in area un preciso pallone per la testa di Di Gioia. Colpo perfetto e palla imparabile per Moroni. I rossoblu reagiscono ma così facendo si espongono al contropiede avversario. 70°, su improvvisa azione sulla destra ad opera del solito Casoni, il suo cros a centro area permette a Procoli al velo di perferare per la seconda volta la porta 27 vigorina. I rossoblu non demordono. Con Loreti, all’80°, rimettono in forse l’incontro. Su una conclusione di Minero, finita sul palo, Loreti è lesto a rimettere nel sacco. La Vigor tenta la rimonta, ma si scopre in difesa, così al 92°, a tempo scaduto, subisce la terza rete in contropiede ad opera di Passarini. Giuliani, come sempre sereno pur nella sconfitta, così analizza la partita: “Abbiamo iniziato bene l’incontro, preparato a dovere durante la settimana, purtroppo l’uscita anzitempo di Traiani, al 35° del primo tempo, ci ha costretti a giocare con un uomo in meno in un settore vitale per la squadra. Il complesso, pur nella sconfitta, mi ha completamente soddisfatto per quello che in campo è riuscito a fare.” Domenica prossima incontro casalingo con il Camerino. All’andata finì 1 a 1. Dino Giuliani allenatore Maceratese Vigor Senigallia 48 35 Jesina 32 Caldarola 30 Real Vallesina Centobuchi 30 29 Civitanovese 28 Urbisaglia 26 Vigor Senigallia: Moroni 7, Bertozzini 7, Mencarelli 7, Loreti 7,5, Rossetti 7 (76° Minero ng), Marchetti 6,5, Pandolfi 7, Baldarelli 6 (63° Marini 6), Figueroa 6 (62° Montanari 6), Traiani 5, Madau 7,5. A disp. Angiolani, Guidarelli, Papagno, De Paulis. All. Giuliani. Arb.Bachetti di Ascoli. Biagio Nazzaro Acqualagna 25 24 Camerino Montegiorgese 24 22 Porto S. Elpidio Lucrezia 21 20 Mondolfo Matelica 19 15 Note : Spettatori 600 circa. Corner 5,5. Ammoniti: Pazzelli, Passarini, Pantanetti, Pandolfi, Rossetti, Marchetti, Palmucci. Jrvs Ascoli 12 Caldarola: Natali, Pelusi, Pazzelli, Palmucci, Piriti (75° Saracini), Passarini, Casoni, Pantanelli, Simone Grasselli (46° Cappelletti), Proculo, Fatturoso (46° Di Gioia). A disp. Luconi, Stefano Grasselli, Sirolesi, Cicchi. All. Salsiccia. Giancarlo Mazzotti 24 febbraio 2005 sport B1 BASKET – GOLDENGAS SERIE B1 Aggiornamenti di ciclismo a cura di Umberto Martinelli Ulteriore tonfo Team Marotta Macchine: in sella con Massi Treviglio 79 Goldengas Senigallia 69 I G ioca bene la Goldengas, ma non è sufficiente a superare il forte Treviglio. È la quinta sconfitta consecutiva e per i biancorossi locali la posizione in classifica si fa sempre più precaria. La squadra sta attraversando un brutto periodo. Infortuni, squalifiche, giocatori in precarie condizioni fisiche, stanno provocando questi continui insuccessi. La partita col Treviglio è iniziata da subito in salita, anche se il divario è stato contenuto: primo quarto 25-17. Nel secondo, la precisione a canestro dei locali mette in difficoltà i biancorossi, incapaci di contrastare in difesa gli avversari, così si va a riposo su 42 a 34. Inizio ripresa col Senigallia molto determinato, specialmente con Pazzi e Macchniz, tanto che nel breve volgere di tempo i ragazzi di Galetti si portano in vantaggio di un solo punto per poi andare alla fine sul 57 a 54. Inizio ultimo quarto con le squadra a stretto contatto, poi il calo fisico dei giocatori senigalliesi mette il Treviglio nelle condizioni di superare un affaticato Senigallia. La mancanza di validi ricambi determina la sconfitta. Domenica prossima trasferta a casa della capolistaMonferrato, in un incontro molto duro. All’andata la Goldengas perse per 76 a 93. Marco Pazzi • Goldengas Treviglio: Nanut 15, Ghiragarula 6, Degli Agosti 11, Bocchini 5, Maiocco 14, Guerci 12, Demartini 8, Reati, Gamba 5, Corna ne. All. Ciocca. Arbitri: Dubbio e Gulemì di Napoli. Goldengas Senigallia: Panichi 6, Pierantoni, Berlati 13, Benevelli 5, Paialunga 3, Corsini 3, Macchniz 18, Pazzi 21, Catalani ne, Bertolini ne. All.Galetti. Classifica: Monferrato 42, Lumezzane 36, Soresina 34, Pattì 32, Treviglio 28, Castelletto, Stamura 26, C.Pusterlengo 24, Vigevano, Goldengas 20, Riva del Garda 18, Falco PU, Ragusa 16, Gorizia 12, Patavium 10, Oderso 8. Giancarlo Mazzotti Basket serie “D” maschile La vetta è biancorossa MACKIA MARZOCCA 82 – LORETO PU 51 N on ci sono più aggettivi per descrivere la forza che sa sprigionare il complesso guidato dal coach Ligi. E’ la 18^ vittoria consecutiva che il Mackia Marzocca realizza in questo campionato. Un ruolino di marcia impressionante, che fa felice tutto lo staf dirigenziale e soprattutto gli sportivi che settimanalmente seguono le imprese della squadra. Inizio incerto da parte biancorossa, tanto che il Loreto si porta in vantaggio: 0-6 dopo pochi minuti, poi la squadra si riprende ma con grande fatica, tanto che il primo quarto si chiude in vantaggio, ma di soli due punti: 13-11. Diverso il secondo quarto. I locali macinano velocità, precisione a canestro, ma soprattutto rinserrano la difesa, lasciando agli avversari ben pochi spazi per avvicinarsi a canestro: 40-23 (+ 17). Riposo e inizio terzo quarto giocato sulla falsariga del secondo: 59-44 (+ 15). Ultimo quarto con i ragazzi di Ligi in cattedra. Minelli, Mosca, Bartoli colpiscono da tutte le posizioni, con continue bombe da tre, incrementando sempre più il punteggio, tanto che al 37° sul tabellone si registra un 79-44 (+ 35), quanto mai eloquente. A questo punto il coach inserisce le seconde linee, ma la “musica” cambia di poco: 82-51. Il coa- sport 24 febbraio 2005 Bartoli Raffaele • Mackia ch Ligi dice: “I complimenti per questa serie positiva vanno a tutti i componenti della squadra, che con grande professionalità continuano ad allenarsi con grande serietà. Minelli è il vero faro della squadra. Sta confermando un grande campionato”. Venerdì prossimo, ore 21,15, trasferta a Pesaro contro l’Acquarius. All’andata finì 89-70 per il Mackia. Mackia Marzocca: Mosca 19, Sebastianelli, Riciputi 15, Beccaceci, Granarelli 5, Pincini 2, Marinelli 2, Minelli 19, Bartoli 18, Pasquinelli 2. All. Ligi. Arbitri: Ciandrini di Jesi, Longhi di Pollenza. Classifica: Marzocca 36, Metauro 28, Urbino 24, Villa San Martino, Bramante 22, Pisaurum, Castel delle Ripe, Loreto PU 16, Stella Maris PU, Montelabbate, Alto Esino 14, Acquarius PU, Fabriano 10, Fossombrone 8. Giancarlo Mazzotti 28 l club Marotta Macchine (sistemi di irrigazione automatizzati) farà vernice quale primo marchio del Massi Team. Gli ospiti di qualità verranno guidati da Davide Cassani e dal "CicoloAvvocato" Mauro Riccioni (noto amministratore legatissimo alle due ruote, a cui è stato conferito di recente l’incarico di responsabile dell’Ufficio Legale Udace Csain nazionale). La formazione mostrerà sulle maglie anche il logo della Tombolini unitamente a quelli dell’Euronics (gruppo Cerioni) e dei Fratelli Bucci –Corinaldo. Il team manager Rodolfo Massi farà passerella con gli élite-under 23 e con gli amatori. I punti di riferimento tecnici saranno l’ex “Feroce” ostraveterano Oscar Ferrero ed il marzocchese Gianni Tomassini. L’operazione che viene condotta avanti consiste principalmente nel modellare e far conoscere un ciclismo “nuovo”, che superi il deformante clichè “fatica-sacrificio-rinuncia fachiricaesasperazione” (e pure… “doping”). “Il nostro sport è anche, e soprattutto, divertimento, incontro, salute, momento di crescita, opportunità, viaggio….” sostiene Rodolfo. Da qui, tra l’altro, il crescente interesse di associazioni come l’Avis (che ha istituito, ispirandosi al mondo delle due ruote, l’Area Informazione Sportiva, dietro la spinta di Enrico Morli e Marialina Brunetti) nonché di Ruote e Cultura (presieduta da Antonio Romagnoli). Ivo Stimilli nuovo presidente regionale. Il Comitato Marchigiano ha nell’aguglianese Ivo Stimilli (già presidente provinciale anconetano) il leader massimo per il Quadriennio Olimpico 2005-2008. Paolo Fratini non dribbla il pronostico e non si accomoda sulla massima poltrona federciclistica regionale. Sarà comunque bella dialettica, nel segno della crescita. Il dirigente portelpidiense ha infatti solo iniziato il suo nuovo cammino, dopo la decisione del ritorno sulla scena, proprio alla vigilia delle elezioni di Marina di Montemarciano. Paolo, non finisce qui… Tutt’altro. Intanto c’è da attendere l’esito delle votazioni nazionali. Poi si vedrà. Dovesse imporsi Di Rocco, potrebbe esserci la possibilità di far parte di una Commissione. Quale sarà il rapporto con il nuovo presidente? Ci siamo parlati prima del consesso. Gli ho fatto notare che il suo programma non si discosta molto dal mio, anche se lui afferma di voler seguire la linea della continuità con Secchi, il quale non ha fatto ciò che Stimilli sostiene di voler fare. Vedremo come supererà la contraddizione, dichiarando di essere un ‘uomo libero’. Io sarò lì a ricordargli i punti programmatici. Questo l’organico completo. Vicepresidenza a Vincenzino Alesiani e Piero Agostinelli (fuori dai giochi l’avvocato Massimo Pistelli). Consiglieri: Antonio Chiappini, Giancarlo Balzani, Leonardo Costanzi, Rossano Castagna, Vinicio Massetti (nulla da fare per Giuseppe Giacomelli). I miseni, i leopardiani e il pensiero dominante. Il vernissage giallorosso si avrà domenica 6 marzo: solito punto di ritrovo (piazza Giacomo Leopardi) e immutabile-inimitabile atmosfera. Gli amici dell’S.C.Recanati rafforzano il gemellaggio con i ciclofili miseni e amano rifarsi ai celeberrimi versi per rendere e testimoniare l’arco delle più elevate sensazioni, proiezioni e aspirazioni vissute con la pratica dell’attività ciclistica. Ecco così …L’infinito, Il sogno e così via. Più di tutti gli altri canti ed idilli, vale… Il pensiero dominante, che per il presidente Fabio Corvatta e per l’amministratore delegato Mario Bravi consiste nella massima attenzione rivolta a tutti i “ragazzi leopardiani”: dai 7 anni dei giovanissimi (seguiti da esordienti, allievi, juniores) a tutti gli… anni che i cicloturisti riescono a portare molto volentieri a spasso in bici. Il principio della formazione umana (permanente) domina anche i pensieri dell’intera compatta dirigenza: i vicepresidenti Silvano Eugeni e Valentino Marinelli, il segretario Urbano Mancinelli, il vice a.d. Renato Camilletti, il cassiere Walter Mengoni, l’addetto stampa Paolo Marinelli. Umberto Martinelli Rodolfo Massi (destra) con Mauro Riccioni Cral - Banca popolare di Ancona I l Circolo Acli di Senigallia in via Cavallotti, 10 ha ospitato nei giorni scorsi la gara sociale di bocce-singolo, conclusasi con la vittoria di Renzo Pettinari e la gara sociale di briscola del Cral-Banca Popolare di Ancona, con la vittoria della coppia Paolo GrilliCarlo Carbonari. Più che ottimi i risultati, che nella classifica finale di boccesingolo hanno contraddistinto i partecipanti Edmo Manoni (secondo), Barchiesi Mauro (terzo), Lino Micci (terzo). Questa invece la classifica 29 finale di briscola. Dietro la coppia vincente, la coppia Giacomo Cotichella-Piero Giuseppe Santini, che hanno conquistato dunque un prestigiosissimo secondo posto, al terzo posto sono invece arrivate due coppie: quelle formate da Piero Sernani-Mencarelli Cristiano e da Lino Micci e Piergiorgio Vigo. Un ringraziamento sentito al socio della Cral della Banca Popolare di Ancona, Attilio Priori, che ha organizzato entrambe le gare. CRAL-BPA 24 febbraio 2005 Premiazione gara di bocce - singolo. Premiazione gara di briscola. sport I lettori scrivono... Indirizzare a: “La voce misena” P.zza Garibaldi, 3 - 60019 Senigallia fax 071/7914132 - E-mail: [email protected] Deltaplani sul fiume Cesano Regole del volo Gli Amici della Foce del Fiume Cesano si chiedono se esistono Leggi che regolano il volo dei deltaplani motorizzati che sorvolano i nostri cieli e chi effettua il controllo per il rispetto di eventuali normative. Sempre più spesso infatti capita di notare questi oggetti volanti che si elevano vertiginosamente o rasentano i tetti delle case e le spiagge. A parte il fatto che spesso si ha la sensazione che venga lesa la privacy dei cittadini, ci chiediamo chi risponde se, malauguratamente, dovesse succedere qualche guasto al veicolo con conseguenze gravi a persone e cose. Non è forse il caso di intervenire con regole più rigide su questo bailamme di scorrazzamenti vari che vanno dai fuori strada lungo i fiumi, agli scafi e motorette varie che sguazzano nelle acque del mare e ora anche a questi “motovolanti” che volteggiano nell’aria? Amici della Foce del Fiume Cesano Strade meno pulite ? Monterado Malattia al femminile Gent.ma redazione, vivo a Senigallia da quando sono nato e mi capita spesso di passeggiare per le strade di questa nostra bella città. Noto, però che sono sempre più sporche. Ad esempio i due lungofiume nel centro storico (viale Rossini e via Portici Ercolani) sono spesso pieni di cartacce buttate in terra e rifiuti… organici. Devo pensare che i senigalliesi stiano diventando più maleducati o è anche una questione di organizzazione della pulizia da parte dell’Amministrazione. O di tutte due le cose insieme? C’è da dire che, diversamente dal centro storico, nelle altre parti della città è molto difficile trovare cestini e quindi la tentazione di usare la strada come un pattume si fa più forte. Alessandro Antonucci I missionari: Lamberto, Maurizio, Natale, Valeria, Velio visitano le case della Parrocchia offrendo il seguente materiale, anche in occasione della benedizione delle famiglie. 1. C’è una copia della Voce Misena dove sono: la lettera della comunità con il calendario della visita nelle famiglie, le iniziative e le feste dell’anno. 2. La vita di Pio IX scritta dal nostro pievano e offerta dall’Opera Pia Mastai Ferretti. In questo modo viene accresciuta la nostra biblioteca familiare, specie per eliminare tante storture storiche sul Papa che è il nostro concittadino diocesano più glorioso. 3. La busta per le offerte che sono destinate all’oratorio, alla parrocchia e al gemellaggio. 4. Il foglio: “per un piatto di riso” con il quale si spiega la nostra carità mensile per il centro di accoglienza a YakasséAbengourou della Costa d’Avorio. 5. Il salvadanaio dove mettere il “centesimo” per la domenica della carità che è sempre la terza del mese con la Messa delle famiglie; la possibilità delle confessioni; il gesto della carità. Si ricorda che il gesto di carità mensile deve essere il frutto del controllo sullo spreco del pane, degli alimentari e di tanti altri generi superflui. Il Consiglio delle Donne e l’Associazione Nazionale Donne Operate al Seno di Senigallia invita la cittadinanza a partecipare all’incontro che si terrà il 24 febbraio alle ore 16,45 al Palazzo Ducale di Senigallia con medici e ricercatori che da tempo operano su Progetti oncologici dalla parte delle donne. Programma dell’incontro: 16,45 saluto Autorità; 17 - introduzione “Dalla parte delle donne, 3 anni di progetti sulle neoplasie femminili”, dott.ssa Rossana Berardi; “Tumore della mammella: per favore non chiamatelo più incurabile”, prof.Riccardo Cellerino; “Il presente e il futuro dell’oncologia: i nuovi farmaci”, prof.Stefano Cascinu; Dibattito “Le donne chiedono, gli esperti rispondono”, moderatore: prof.Riccardo Cellerino. Interverranno: dott.Menichetti, dott.Busilacchi, dott. Cester, dott.Quagliarini, Toni Muzi (Andos), dott.ssa Monia Duca, Joelle Garnier (Consiglio delle Donne), dott.ssa Veronica Quagliarini, dott.Gentili. Per finire, cocktail di saluto per tutti i partecipanti. Un cittadino attento Pio IX oggi a cura di G.Cionchi I lettori scrivono L 24 febbraio 2005 RADIO DUOMO L’Avulss è onlus A Roma per festeggiare Pio IX unedì 7 febbraio 2005 un folto gruppo di senigalliesi è andato a Roma in pellegrinaggio al Verano per la concelebrazione eucaristica presieduta dal Cardinale Tomas Spidlik, guidati da Giancarlo Turchetti, noto per la sua attiva intraprendenza nell’organizzazione del turismo religioso. Nell’omelia il Cardinale ha ricordato che “uscendo da una falsa prospettiva di storia ecclesiale e rendendosi conto dell’ammirevole intervento della Provvidenza divina che si rivelò nel momento giusto e in maniera inaspettata” la celebrazione di oggi, della memoria di Pio IX, serve a “meglio comprendere la nostra fede.” Vi è nel suo messaggio una straordinaria attualità: “il beato Giovanni Maria Mastai Ferretti è un Padre spirituale per La pagina dei vostri annunci Volete far conoscere un avvenimento che riguarda la vostra realtà, la famiglia, gli amici, la comunità parrocchiale, le associazioni…? Consegnate gli annunci presso la redazione o la Curia. E possibilmente con un contributo a sostegno del giornale. tutti quelli che si fidano di lui convinti che parli loro guidato dallo Spirito Santo, il quale è l’anima comune di tutta la Chiesa, del corpo mistico di Cristo.” Guardando alla storia dei pontificati di Pio IX e di Giovanni XXIII: “visti individualmente essi possono apparire diversi, ma come capi supremi della Chiesa sono ambedue segni coerenti dello Spirito Santo operante nel popolo di Dio.” Foto: alcuni momenti della concelebrazione e la foto ricordo di una parte dei pellegrini di Senigallia. Il 18 febbraio 2005 il Nucleo AVULSS di Senigallia, dopo 25 anni dalla sua nascita per opera di don Giacomo Luzietti, a causa dell’evolversi dei servizi sanitari e sociali, degli aspetti legislativi e di nuove esigenze operative che hanno portato ad adeguamenti strutturali, diventa “Associazione AVULSS di Senigallia – Onlus”, con sede legale in Via Arsilli n.29, il cui Presidente è don Paolo Campolucci. È una organizzazione libera, autonoma, che s’ispira ai principi cristiani, aperta a tutti, purché accettino e condividano lo spirito e gli orientamenti programmatici e formativi dell’Associazione e si impegnino nel servizio all’uomo, considerato nella sua globalità, nel rispetto della sua libertà e delle esigenze fisiche, psichiche, spirituali e religiose. Entro il corrente anno dovrebbe essere promosso un nuovo corso per dare la possibilità ad altri di entrare a far parte di questa Associazione. Abbonato over 100 Anche quest’anno ha rinnovato il suo abbonamento l’ultracentenario Carlo Casaroli di Senigallia (103 anni il prossimo mese di luglio!) che legge volentieri “Voce Misena”. Speriamo che il suo esempio sia di stimolo ad altri, indecisi se rinnovarlo o meno, e di sprone per nuovi abbonati, visto “l’effetto” che fa al signor Carlo. La Redazione lo ringrazia tantissimo e gli augura di poter continuare a leggere il giornale e rinnovare l’abbonamento per molto tempo ancora. 30 31 AL FESTIVAL DI SANREMO Q uest’anno al Festival di Sanremo ci sarà anche una piccola delegazione senigalliese. Radio Duomo Senigallia (Fm 95.2) sarà infatti presente alla cinquantacinquesima edizione del Festival della Canzone Italiana, per offrire ai propri ascoltatori una serie di appuntamenti direttamente dalla città dei fiori. Si chiamerà “Diretta Festival” l’appuntamento giornaliero che offrirà una panoramica completa ed esaustiva sull’evento canoro più importante dell’anno. La trasmissione andrà in onda tutte le mattine in diretta alle ore 10.30 ed in replica alle 19.15 a partire da martedì 1 marzo, data inaugurale della rassegna, sino a sabato 5 marzo, giornata nella quale è previsto il gran finale. Si tratta di una striscia giornaliera, nella quale l’inviato di Radio Duomo a Sanremo Marco Petrucci proporrà retroscena, curiosità, interviste con i protagonisti del Festival e con gli innumerevoli personaggi del colorato mondo che vi gravita attorno. Cinque appuntamenti da non perdere, per raccontare risvolti e sensazioni del variegato mondo del Festival. 24 febbraio 2005 la pagina degli annunci