Cinema Gabbiano Senigallia
Anteprima nazionale del film-documentario
sulla vita di don Anto Ledic, parroco di
Solakova Kula in Bosnia Erzegovina, presenti
il protagonista ed il regista Sead Dikic.
N
O
D
La Voce Misena
Settimanale della Diocesi di Senigallia giovedì 24 febbraio 2005 • € 1
n. 7
Venerdì 25 febbraio
ore 21.00
Terapia
ingresso gratuito
del dialogo
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Sette anni dopo la terribile guerra che ha sconvolto la Bosnia Erzegovina (1992–1995), un regista bosniaco, Sead Dikic, ha raccolto testimonianze, riflessioni e frammenti di vita di questo giovane parroco.
“Ho provato a raccontare il coraggio di don Anto nel costruire un mosaico di comprensione e tolleranza attraverso le tante azioni
umanitarie per la gente della sua terra, senza distinzioni confessionali o etniche. E poi don Anto è il solo sacerdote … campione
di sollevamento pesi”. Il film documentario “Don” è una storia di amore e di morte, coraggio e perdono: un film sulla realtà della Bosnia Erzegovina di oggi. Vista attraverso lo sguardo di un “Don”.
Grande vitalità ed entusiasmo all’Assemblea
dei Ragazzi! Sabato 19 febbraio i ragazzi dell’ACR hanno aperto la settimana assembleare,
dell’Azione Cattolica della diocesi di Senigallia, con un incontro sul gusto di essere Ac, dal
significativo titolo “Ora tocca a noi”.
Da questo appuntamento è scaturito anche un
messaggio per la ASSEMBLEA ELETTIVA
DI SABATO 26 FEBBRAIO con gli adulti, i
giovani e gli educatori dell’Ac diocesana impegnati a verificare e programmare la vita dell’associazione, e ad eleggere il nuovo consiglio diocesano.
“Si, gratuitamente” è lo slogan di questo importante appuntamento. Uno slogan che definisce chiaramente lo stile con cui ci si affaccia al
prossimo triennio: lo stile con cui siamo chiamati a vivere la missionarietà. Sarà questo infatti il tema dominante dei prossimi anni: cristiani missionari capaci di testimoniare la gioia
e la speranza della fede in Gesù Risorto.
(ampio servizio al prossimo numero)
L’AGENDA DEL VESCOVO
• Sabato 26 febbraio ore 16.30
ASSEMBLEA DIOCESANA DI A.C.
EDITORIALE
AC in Assemblea
Partenza alle 18 da Recanati ed arrivo a Loreto verso le 21.45. In Basilica le testimonianze di Adel
Misk, un medico mussulmano, e Nilla Cassuto
fondatrice di una associazione di famiglie che hanno avuto un lutto a causa dell’Intifada.
3a Catechesi sull’Eucaristia
• Lunedì 28 febbraio ore 21
OSTRA (Madonna della Rosa)
B
ernard Lown, cardiologo e premio Nobel per la pace, è
da sempre un grande sostenitore del dialogo come terapia, come cura di molti mali di questo secolo. A supporto di questa tesi, qualche mese fa, raccontò di un suo paziente che lamentava da tempo un forte dolore alla spalla.
Lown gli chiese di parlare della sua vita. L'uomo raccontò, e,
tra l'altro, disse di avere dei problemi in ufficio, e per questo,
di non essere felice.
Alla fine della chiacchierata, Lown gli domandò come
andasse la spalla, e l'uomo gli rispose: "Quale spalla?".
È vero, il dialogo è un'importante terapia per gli uomini,
capace di scatenare quei piccoli grandi miracoli di cui
ognuno di noi ogni tanto ha bisogno, e che a volte cerca di
ottenere con pratiche e comportamenti che portano verso
strade sbagliate.
Una terapia che dovrebbe essere quotidiana, continua.
Perché dialogare con gli altri, raccontare di sé, della propria
vita, delle proprie paure come delle speranze e delle gioie è
sentirsi vivi, avvertire la consapevolezza dell'importanza
dell'altro, e di noi per lui, del suo calore, del suo essere,
della sua umanità, del vedersi parte di un tutto organico e
unico che non può fare a meno di alcuno dei suoi elementi.
Il dialogo, quando è vero, quando è sincero, è espressione
di umiltà e di forza insieme. L'umiltà di non sentirsi al di
sopra di tutto e tutti, senza difetti né vizi, ma nella consapevolezza dei propri limiti, e per questo aprirsi, privi di scudi
o paraventi, a chi ci sta accanto. La forza di non temere il
giudizio altrui, ma di trovare nelle parole dell'altro lo stimolo per cambiare, per migliorare, per non abbandonare il
percorso intrapreso, per continuare a sperare.
Dialogare è arricchirsi sempre. Arricchirsi di storie, di valori, di conoscenze. E' esplorare umani pianeti di fragilità,
di coraggio, di ti mori, di dubbi, di dolore, di emozioni e di
sentimenti simili ai nostri, ma mai uguali, che ci portano alla riflessione, al pensiero, alla ricerca. Che ci inducono ad
allungare lo sguardo all'interno delle cose per ascoltarne il
battito segreto, per carpirne il senso.
Sì, il dialogo aiuta l'uomo ad essere più vero, ad essere
più forte, ad essere migliore, a saper credere con vigore ed
entusiasmo nella vita, a saperla accettare. Nel dimenticato
dolore alla spalla del paziente di Bernard Lown c'è la dimenticanza, il superamento di una solitudine che logora,
che umilia, che avvilisce, che immerge nel dolore morale e
fisico, allontanando dalla vita, e la scoperta di una piccola
ma profonda gioia, che sta nella riconquista di sé e nel ritrovato afflato con l'esistenza.
Romolo Paradiso
• Martedì 1 marzo ore 21
MAROTTA (Parr. San Giuseppe)
• Giovedì 3 marzo ore 21
CHIARAVALLE (Abbazia)
Nell’anno dell’Eucaristia
il Rinnovamento nello Spirito
organizza il Roveto Ardente di Preghiera:
ADORAZIONE EUCARISTICA
Sabato 26 febbraio
dalle ore 21 alle 23
“Incoraggio l’iniziativa denominata Roveto Ardente, promossa dal Rinnovamento nello Spirito. Si tratta di una
adorazione incessante, giorno e notte, davanti al Santissimo Sacramento; un invito ai fedeli a “ritornare al Cenacolo” perché, intercedano mediante lo Spirito”. (Giovanni Paolo II, Vespro Solenne della Pentecoste 2004)
L’Adorazione Eucaristica continuerà durante la notte
fino alle ore 9 di domenica 27, animata dal Movimento Mariano, il RnS e altri gruppi di preghiera.
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Nell’etichetta di questo numero segnaliamo la situazione dell’abbonamento (se rinnovato, trovate
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Direttore editoriale: Gesualdo Purziani
del dialogo
• Domenica 27 febbraio
VACCARILE: Festa di San Gabriele
alla Chiesa della Croce
MARCIA DELLA PACE
Recanati-Loreto
Sabato 26 febbraio
e
Terapia
Collaboratori:
Alessandro Berluti, Aristide Brescini, Fabrizio Chiappetti, Roberto
Ferretti, Luca Giancarli, Anna Gobbetti, Elvio Grossi, Simone Mandolini, Roberto Mancini, Leonardo Marcheselli, Vittorio Mencucci,
Giuseppe Nicoli, Giuseppe Olivetti, Leonardo Pasqualini, Michele
Pinto, Stefania Sbriscia, Giorgio Silvestri, Luciano Sole, Federica
Spinozzi, Ilario Taus, Alberto Teloni.
Tecnici: Speranza Brocchini, Rino Girolimetti, Daniele Guidarelli,
Anna Maria Roberti, Mariannina Puerini, Pietro Scattolini
Direttore responsabile: Giuseppe Cionchi
Realizzazione grafica e stampa: Tecnostampa Recanati
Tiratura: 3000 copie
Redazione: Laura Mandolini, Tullio Piersantelli,
Rosaria Cenerelli, Giancarlo Mazzotti
e-mail: [email protected]
sito: www.vocemisena.it
3
24 febbraio 2005
editoriale
27 febbraio 2005
3a domenica di Quaresima
Sete di Dio
Prima lettura: Es 17,3-7
Il deserto è un abitat dove si lotta
per la sopravvivenza, è un luogo dove è difficile trovare acqua e cibo
sufficienti, poiché tutto manca o è ridotto all’essenziale. Messo di fronte
a queste difficoltà Israele reagisce
con la mormorazione, ribellandosi a
Mosè e a Dio stesso, dissociandosi
dal suo progetto. Sorge così il desiderio di ritornare in Egitto, nasce il
rimpianto di quelle terre fertili, anche se segnate dalla schiavitù. Il popolo ama più il cibo che la libertà,
più il benessere che essere sciolto
dall’oppressione.
Tuttavia nel deserto Dio continua ad
agire e offre il suo aiuto come aveva
fatto in Egitto. Il Signore non abbandona il suo popolo, non lo dimentica
in quelle lande solitarie, non lo ha liberato per farlo morire nelle regioni
aride e senza acqua. Nonostante la ribellione, la contestazione, l’incredulità del popolo, Dio rimane fedele ai
suoi impegni e alle sue promesse,
concedendo l’occorrente per la vita
messa in pericolo dal deserto. I qua-
rant’anni diventano allora come il tempo
dell’intervento imprevedibile e provvidente di Dio. Con i suoi prodigi Dio accompagna passo passo il cammino di
Israele, dissetandolo alla roccia colpita
dal bastone di Mosè. Israele sperimenta
l’impotenza dell’uomo, la sua incapacità. Solo con il sostegno di Dio il popolo può vivere in quelle regioni inospitali.
Anche noi in questa quaresima sperimentiamo che la vita dipende da Dio e
dal suo benevolo aiuto, egli che interviene nei momenti più tragici e disperati.
Salmo 94
Il salmista ripensa al periodo dell’esodo e immagina Dio stesso quale roccia della salvezza, dalla quale non scorga più l’acqua, ma la sua parola e la sua
grazia. Da qui l’invito a dirigersi verso
la roccia del tempio, per esternare gratitudine e canti di gioia. La mano potente
di Dio conduce il suo popolo come fa
un pastore che porta al pascolo il suo
gregge. Non c’è più posto per la ribellione, qualora si riconoscano veramente
e si apprezzino le opere mirabili di Dio.
Seconda lettura: Rom 5,1-2.5-8
La fede in Gesù introduce il cristiano
in quel meraviglio rapporto di pace e di
comunione con Dio, nella grazia stabile
e nella giustificazione che lo rende nuova creatura. In questo modo egli sperimenta l’amore di Dio che lo inebria grazie al dono dello Spirito che abita nel
suo animo. La bontà divina, gustata e
assaporata interiormente, trova la sua
oggettività e universalità nell’evento
decisivo: Gesù è morto per gli uomini
proprio in quanto peccatori. È un mistero veramente grande, poiché l’amore
umano non si abbassa così in fondo né
si eleva a queste altezze.
Vangelo: Gv 4,5-42
L’acqua viva che Gesù dona è il suo
farsi conoscere. Infatti la donna, appena
appreso che Gesù è il Messia, lascia la
brocca e va in città. Ormai non le serve
più l’acqua del pozzo, ha trovato un’altra acqua, molto più fresca e dissetante:
è Gesù, il Messia, che gli si è manifestato.
L’attuale manifestazione di Gesù ai
samaritani avrà la pienezza nel futuro,
quando Gesù potrà dare in abbondanza
acqua viva a chiunque vorrà berla. Ciò
avverrà al momento della sua esaltazione, quando con la morte e la risurrezione otterrà quella pienezza di gloria. Da
quel momento il dono di Dio sarà pienamente effuso sui credenti ed essi potranno riconoscere in Cristo il Figlio di
Dio e ottenere la vita. Dal vangelo di
Giovanni appare che sarà proprio lo
Spirito Santo, il Paraclito, a far sì che la
verità di Gesù venga accolta nel cuore
dei discepoli per essere interiorizzata e
assaporata quale acqua dissetante.
don Luciano Sole
La legge 40/2004 in materia di
procreazione medicalmente assistita
è una legge di tipo confessionale?
Quali sono le critiche al testo
legislativo che hanno portato alla
proposizione dei 4 referendum
abrogativi ammessi dalla Corte
costituzionale?
Sono le domande alle quali ha
risposto Francesco D’Agostino,
presidente del Comitato nazionale
per la bioetica in un incontro tenuto
il 17 febbraio a Roma con gli
studenti della Libera Università
Maria SS.Assunta (Lumsa).
nell’art. 1, cioè “intervenire per potenziare le terapie contro la sterilità o
infertilità umana, considerate come
patologie da combattere in nome del
diritto fondamentale alla salute” secondo modalità che assicurino “i diritti di tutti i soggetti coinvolti, compreso il concepito”. Affermazione
quest’ultima, “quasi banale” per D’Agostino che ribadisce: “Chi si rivolge
alle tecniche di fecondazione assistita
ha intenzione di far nascere un bambino ed è chiaro che questi è uno dei
protagonisti della vicenda, a cui si deve lo stesso rispetto dell’uomo e della
donna coinvolti”.
La legge 40/2004, inoltre, contiene
“una netta presa di posizione contro
le pratiche eugenetiche: principio che
I principi
della ragione
Dal sacro al mistico
L
eggendo il vangelo di Giovanni
bisogna tener conto della chiave
interpretativa che lo percorre da
cima a fondo, pagina per pagina: Gesù
con la sua persona e con il suo messaggio rappresenta una novità assoluta
rispetto alla precedente esperienza religiosa del giudaismo.
Sin dall’inizio Giovanni Battista
confessa la superiorità della missione
di Gesù rispetto alla sua. Nel racconto
delle nozze di Cana gli sposi non compaiono, al centro della scena sta il vino
nuovo offerto gratuitamente da Gesù.
L’incontro con Nicodemo ribadisce la
necessità di rinascere nello spirito.
Nella cacciata dei mercanti dal tempio
proclama la fine di quella esperienza
religiosa che ha il suo fulcro nel tempio e annuncia un nuovo tipo di mediazione tra Dio e l’uomo attraverso la
sua umanità: “Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere”.
A questo punto si inserisce il colloquio con la samaritana che riprende e
amplia il tema della fine del tempio:
“Credimi, donna, è giunto il momento
in cui né su questo monte, né in Gerusalemme adorerete il Padre…Ma è
giunto il momento, ed è questo, in cui i
parola di Dio
veri adoratori adoreranno il Padre in
spirito e verità”. Gesù proclama concluso il regime del sacro, ora la mediazione con Dio viene operata dalla sua
persona. Una persona non è manipolabile, ma libera sponda di dialogo e di
relazione d’amore che richiede maturità e autonomia per sostenere il confronto e generare il reciproco dono di
rivelazione.
Lui è “l’acqua viva” totalmente altra rispetto a quella del pozzo di Giacobbe che rappresenta tutta l’esperienza religiosa precedente, caratterizzata dal sacro.
“Chi beve dell’acqua che io darò non
avrà mai più sete, anzi, l’acqua che io
gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna.
È questo il tema più caro all’evangelista Giovanni: “Se uno mi ama, osserva la mia parola e il Padre mio lo
amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui” (Gv.14,23). È
difficile descrivere questa inabitazione
di Dio nel cuore umano, la può comprendere solo chi ne fa esperienza: è
questa l’acqua viva che zampilla per la
vita eterna. Gesù ci invita a fare il salto
qualitativo dalla religiosità del sacro
24 febbraio 2005
all’esperienza del mistico. Per noi, abituati al ruolo marginale della donna
nella chiesa, sorprende che Gesù abbia
rivelato queste cose per primo a una
donna e per di più a una donna che noi
definiremmo “non di chiesa”. Ne parlerà poi con gli apostoli nel discorso
dell’ultima cena in modo sistematico
ed esauriente. Con la samaritana Gesù
anticipa gli stessi contenuti in forma
dialogica che presuppone una maggiore attenzione per la persona con cui si
parla, rispetto alla quale rivela un desiderio di capire e di essere capito. “Se tu
conoscessi il dono di Dio e chi è colui
che ti dice: dammi da bere…”. Poi
quando la donna si apre alla prospettiva
messianica, lo stesso Gesù che spesso
raccomanda di non dire niente a nessuno, si confida: “sono io che ti parlo”.
A chiunque legge questo brano non
sfugge la forte tonalità di sentimento
che accompagna questo dialogo.
L’incontro cambia il cuore della samaritana. Diventa annunciatrice della
presenza di Gesù. Saranno le donne le
prime ad annunciare la risurrezione,
l’evento centrale della nostra fede.
don Vittorio Mencucci
4
Una “legge cattolica”?
“I principi cui fa riferimento la legge 40/2004 in materia di procreazione
medicalmente assistita non sono desunti dalla Rivelazione biblica o da
pronunciamenti dottrinali della Chiesa, ma dalla ragione umana. Se diciamo che le tecniche di fecondazione
assistita servono a far nascere un
bambino, è ragionevole dire che questo deve essere tutelato”. È quanto affermato da Francesco D’Agostino,
presidente del Comitato nazionale per
la bioetica, a proposito delle critiche
sulla ispirazione di fondo della legge.
Secondo D’Agostino, non è vero
che si tratti di una legge “cattolica”
mentre è vero che la legge “fa riferimento ad espliciti valori antropologici
che non tutti nella nostra società condividono”. La legge, infatti, ha “un
inquadramento valoriale non ambiguo”, a partire dalle finalità indicate
5
può non essere condiviso, come tutti i
principi, ma che non è arbitrario”.
Una legge che favorisce il “turismo
procreativo”?
Per quanto riguarda, in particolare,
il quesito referendario che chiede l’abrogazione del divieto di fecondazione eterologa (nella quale si verifica la
sostituzione del partner, generalmente
l’uomo, con un donatore anonimo di
gameti), D’Agostino ha osservato che
essa “viola il diritto del bambino di
avere due figure genitoriali certe” come richiesto dalla psicologia dell’età
evolutiva. “Una critica ricorrente – ha
affermato D’Agostino – è che questo
divieto favorirebbe il cosiddetto ‘turismo procreativo’, per il quale i soggetti ricorrerebbero ugualmente alla
fecondazione eterologa recandosi nei
Paesi nei quali è consentita”. Secondo
il presidente del Comitato nazionale
per la bioetica, “questo è il prezzo da
24 febbraio 2005
pagare quando si introducono nell’ordinamento norme particolarmente rigorose a tutela di determinati valori”.
Per esempio: “Il divieto del lavoro
minorile o solo a particolari condizioni stabilito dalla legge italiana, ha indotto numerose industrie a recarsi a
cercare manodopera più a buon mercato in altri Paesi”; esiste, inoltre, “un
turismo ‘trapiantologico’ verso l’India, il Pakistan o il Bangladesh, ma
nessuno si sogna di affermare come
rimedio l’abolizione del divieto del
commercio di organi umani affermato
dal nostro ordinamento”.
“Va anche rilevato – ha aggiunto
D’Agostino – che entro pochi anni, il
progresso medico in materia, ridurrà
ulteriormente il ricorso alla fecondazione eterologa che interessa già
adesso solo il 5% delle coppie che richiedono la fecondazione assistita”.
Una legge contro la ricerca scientifica?
Un altro dei quesiti referendari ammessi, chiede l’abrogazione del limite
alla ricerca clinica e sperimentale sugli embrioni, in base all’assunto che
ciò limiterebbe la ricerca scientifica
sulle cellule staminali che potrebbe
portare alla cura di malattie particolarmente gravi. “Ci sono molti casi –
ha dichiarato il presidente del Comitato per la bioetica – in cui la ricerca
scientifica è sottoposta a dei limiti: il
compito dei comitati bioetici è proprio quello di giudicare l’eticità dei
protocolli di ricerca sottoposti alla
sua attenzione”. La ricerca, “non è
giustamente permessa sui malati psichiatrici, sulle persone portatrici di
handicap, sui detenuti”; “essa è permessa solo su persone consenzienti e
a condizione che non venga messa a
rischio la loro salute” e, tra breve,
“non sarà consentita nemmeno sugli
animali, grazie alla battaglia condotta
vittoriosamente contro la vivisezione
dagli animalisti e come già stabilito
dalla Regione Emilia Romagna”.
“La ricerca scientifica – ha affermato D’Agostino – non va difesa aprioristicamente, ma ponendo al primo
posto il bene dell’uomo”. “La legge
40/2004 - ha osservato ancora il presidente del Comitato per la bioetica non proibisce la ricerca sulle cellule
staminali tout court, ma solo quella
sugli embrioni, che non ritiene etica,
mentre si sa che le cellule staminali
possono essere ricavate anche dal
cordone ombelicale e persino da soggetti adulti: la differenza è nei costi e
nelle pressioni delle case farmaceutiche di arrivare prima a dei risultati,
senza badare alle scorciatoie”.
C.S.
sguardo sul mondo
gli avvenimenti dal 13 al 20 febbraio
I
ntifada dell’indipendenza” in Libano. L’opposizione all’egemonia siriana non demorde. E a pochi giorni dall’attentato contro Rafic Hariri anzi, allarga la fronda, alza il tono e “sfida” il governo filo-siriano di Beirut e i
suoi tutori preannunciando una protesta stile ucraino. “Il popolo libanese ha detto il portavoce dell’opposizione
al termine di una riunione fiume - ha
deciso di affrontare la sfida e di dare
prova del suo attaccamento alla libertà
e indipendenza”. “Le azioni di terrorismo non ci spaventano più”, ha proseguito Samir Frangieh dopo aver elencato una serie di richieste. Tra queste,
la formazione di una commissione di
inchiesta internazionale, secondo la dichiarazione dell’Onu, per indagare sull'assassinio dell'ex premier; le dimissioni del governo attuale guidato da
Omar Karamé e la formazione di un
governo di unità nazionale in grado di
garantire “il ritiro immediato e completo” delle truppe siriane dal Libano e
di organizzare nuovo elezioni libere.
Il governo ha deciso: pensionamento
per gli autobus più attempati e inquinanti, via libera alla graduale entrata in
servizio di mezzi cosiddetti ecologici.
Il trasporto pubblico urbano dovrebbe
compiere un salto di qualità contribuendo alla salubrità dell’aria. Aria sia detto per inciso - decisamente meno carica di veleni rispetto ad un paio
di decenni or sono, ma questo è un altro discorso. Il decreto varato va incontro almeno in parte alle richieste
dei sindaci e rappresenta un segnale di
attenzione alle esigenze degli enti locali penalizzati dalla stretta dei trasferimenti imposta dalla Finanziaria. I
fondi per il rinnovamento del parco
autobus, 350 milioni di euro o giù di lì,
verranno dall’aumento delle accise sui
carburanti, un intervento che porterà la
benzina e il gasolio a versare all’erario
rispettivamente 0,05 e 0,1 centesimo
di tasse in più al litro. Niente male per
un Paese dove la tassazione di benzina
e affini è tra le più alte in assoluto e si
alimenta di ritocchi presentati come
temporanei per fare fronte ad una
emergenza (un terremoto, un’alluvione, una missione militare all'estero,
perfino un rinnovo contrattuale) ma
destinati a rimanere in eterno sul gobbo dei consumatori.
Bulli fino alla fine, anche coi carabinieri che li hanno arrestati per rapine
(14 quelle accertate) a ragazzini. Da
dicembre ai giorni scorsi, un 22enne,
la sua fidanzata di 18 anni, e un 17enne, tutte e tre di Monza, avevano preso
di mira i giovani passanti del centro
sguardo sul mondo
Appena una settimana fa
città, rubando loro cellulari e portafogli. I bottini - i telefonini venivano rivenduti -, li investivano in acquisti di
vestiti e scarpe di marca. Mercoledì,
l’atto finale, dopo appostamenti e pedinamenti dei militari: i tre sono finiti in
manette. Eppure, durante gli interrogatori, nessun pentimento, nessuna lacrima, anzi un atteggiamento spavaldo a
oltranza. I due maschi hanno precedenti di polizia, la ragazza - finita agli arresti domiciliari - è incensurata. Provengono da famiglie senza particolari
problemi. Il perché delle rapine? Loro
non l’hanno spiegato. Hanno solo detto: “Non facevamo male a nessuno”».
Dal mondo della politica a quello
del calcio, l’Italia si mobilita per chiedere la liberazione di Giuliana Sgrena.
Alla manifestazione di Roma, organizzata dal giornale “il Manifesto”, era
presente l’opposizione al completo
tranne il leader della Margherita Rutelli (“per impegni presi precedentemente”). La Cdl non partecipa, ma per
Fini “tutti gli italiani, al di là delle divisioni politiche, devono reclamare a
gran voce la liberazione della nostra
connazionale”. Le squadre di serie A
hanno fatto il loro ingresso in campo,
nel week end, con una t-shirt bianca
con la scritta ‘Liberate Giuliana’. Sul
palco di Porta Capena, dove si è concluso il corteo, tre gigantografie dei
tre rapiti: Florence, Hussen e Giuliana.
“Quello di oggi è il primo momento di
gioia in 15 giorni. È bello trovarsi in
mezzo a tanta gente che vuole la liberazione di Giuliana”, ha detto il compagno della giornalista rapita, Pier
Scolari, alla testa del corteo insieme ai
genitori della Sgrena.
Stekka
L’opinione
di don Giuseppe Cionchi
• Incantati dai racconti del nonno che ogni sera narrava un episodio della
vita di san Padre Pio. È avvenuto in una casa di campagna della nostra Diocesi. Le tradizioni religiose in famiglia erano tante. Quella del Rosario (in latino!) o della richiesta “Santa Benedizione”, ad esempio. Ma questo ricordo di
un “cinema” d’altri tempi, con un episodio per sera, attorno al “camin”, a
“bocca aperta”, ci risulta nuovo. Forse le nostre catechesi infarcite di parola e
di “illuminismo teologico” hanno bisogno di recuperare i modelli, i fatti, gli
esempi. È radiosa questa precisazione: “L’uomo contemporaneo ascolta più
volentieri i testimoni che i maestri; o se ascolta i maestri lo fa perché sono dei
testimoni” (Paolo VI). Sarà il caso di mettere in “sinergia” teoria e prassi?
• “Pensiamo alla salute” è il libretto con 20 regole per un uso corretto dei
farmaci, inviato alle famiglie. La lettera di accompagno ricorda che “Nel
2001 erano 68 miliardi di euro, li abbiamo aumentati a 75 nel 2002, a 79 nel
2003, a 81 nel 2004, a oltre 88 per quest’anno. Sono somme in linea con quelle stanziate dagli altri grandi Paesi europei ed hanno fatto sì che il nostro servizio sanitario sia considerato “ottimo” dall’Organizzazione Mondiale della
Sanità, anzi “il secondo al mondo”. Prosit. Prosegue: “Vi invitiamo, quindi,
ad assumere soltanto i farmaci indispensabili seguendo sempre le indicazioni
del Vostro medico, a stare attenti a non sprecare i medicinali,”. La mania di accumulare prima e sprecare poi è tipica della nostra gente. Abbiamo gettato nei
rifiuti, negli anni passati, l’equivalente di oltre 1500 miliardi di vecchie lire.
Perché non autocontrollarci?
• Qualsiasi manuale di psicoterapia giovanile fa riferimento ai modelli dei
giovani: eroi, divi, calciatori, cantanti… Avete visto recentemente Maradona “il divo” in TV? Che figura! Tutti vivono sull’effimero: Sesso, Divertimento, Successo, Soldi… Ci sono modelli alternativi? Sì. Corinaldo – tramite il suo arciprete don Umberto – presenta la pubblicazione “Daniele, la fiaccola sul colle”. È una breve biografia di Daniele Tranquilli, stroncato da un
male incurabile alla giovane età di venti anni e raccoglie varie testimonianze
sulla sua figura. Questo giovane corinaldese ha ricevuto la grazia di morire, in
coerenza con il Vangelo e con la sua Chiesa, con la forza d’animo di un vero
testimone della fede, offrendo a Cristo le sue sofferenze e rimettendosi alla
Volontà del Padre. Non meno coerenti si sono rivelati i brevi anni che hanno
preceduto la sua dipartita.
K
24 febbraio 2005
6
N
onostante molti pensatori
abbiano approfondito questi
temi nella storia del pensiero filosofico ed economico, in Italia
la discussione su questi argomenti è
poco approfondita.
La politica economica è nata, per
alcuni, dalla teologia, in quanto è
quello economico un àmbito in cui
la persona umana si esprime nella
sua pienezza.
Oggi però la dimensione personale e quella economica sembrano essersi ancor più distaccate a causa
della finanziarizzazione dell’economia: quasi che il modo migliore di
far soldi sia con i soldi, e non con
l’attività di produzione e scambio di
beni e servizi. E tutto questo in un
panorama economico che ha assistito a scandali proprio per motivi di
natura finanziaria, come quello della Enron negli Usa, e di Cirio e
Parmalat in Italia.
“Il mio assistito, il Cavaliere Callisto Tanzi chiede perdono a tutti coloro che, per condotte a lui attribuibili nel tentativo di realizzare un
progetto e un sogno industriale, hanno sofferto, subito danni e perdite
patrimoniali”: questa dichiarazione
del legale dell’ex proprietario della
Parmalat conferma che occorre un
ritorno alle radici, a riferimenti precisi affinché l’economia non vada
per conto proprio.
Su questi argomenti abbiamo raccolto le testimonianze di alcuni noti
studiosi a livello internazionale.
Concludiamo la nostra discussione
con l’intervento di Giulio Sapelli,
Professore Ordinario di Storia Economica presso l’Università degli
Studi di Milano.
Usura, rendita e profitto sono presenti in maniera errata negli scandali
della Cirio e della Parmalat. C’è tanto da fare da parte della teologia,
oggi, quasi che non ci sia rapporto
tra mercato e soggettività, tra città
dell’uomo e città di Dio.
Profitto, usura, rendita
Il caso Parmalat
fa pensare
La subordinazione dell’economia
alla morale va superata nel senso di
far vivere nel mercato la singolarità
del soggetto e per l’essere: il soggetto è forza che agisce e si invera
nell’economia monetaria anche inconsapevolmente.
Si può convivere nel profitto
senza esserne schiavi, na santità
nella quotidianità: le regole del
mercato e del profitto devono essere allora interne, e non esterne,
all’uomo: E l’economia finanziaria
deve avere un suo mondo vitale,
ma il limite è una risorsa. L’essere
ed il sé non coincidono mai in economia. Il sé deve essere fonte di
produzione morale, dove il concetto di un profitto giusto, massimo
oppure no, viene superato dal valore che diamo al profitto. Anche
nell’economia di mercato, il Dio
nascosto c’è sempre.
E per la rendita e l’usura?
Sull’usura, a noi viene una grande
sfida dall’Islam, dove l’usura è vietata e l’interesse è inteso come compartecipazione al profitto ma senza
interesse o rendita. L’usura è da
condannare perchè annichilisce la
persona: ma anche la rendita è qualcosa di simile, sottrazione parassitaria di risorse dal bene comune e regolamentata da leggi oligopolistiche
o monopolistiche.
Liberarsi dalla rendita è anche liberarsi moralmente.
L’etica in economia è dare principi per raggiungere fini da parte dei
soggetti esterni.
Esempi in negativo sono stati proprio quelli della Parmalat, con casi
di corruzione ed economia mafiosa
anche con informazioni nascoste; o
quello della Enron, con utilizzo (diversamente dalla Parmalat) di elevato sapere tecnologico e di tecniche di marketing.
E nella Parmalat quel sistema
economico è stato sorretto anche
da un sistema socio-politico: la decadenza del sé fa danni devastanti
e metastasi.
Il caso italiano è una caduta, il
silenzio di Dio, mentre in America
almeno esistono fondazioni e charities: e non basta di certo il bollino di eticità delle imprese (sul quale ora si sta facendo un vero e proprio “mercato delle vacche”),
esterno come è al soggetto, al mercato, alla comunità.
A cura di Giovanni Mandolini
7
24 febbraio 2005
sguardo sul mondo
U
isna,
Dalla M stampa
ia
l’agenz ssionari
m
i
de i
Informazione
dal Sud
Bianchi e neri in Sudafrica
I sudafricani devono comprendere
che dopo la battaglia per la libertà dal
dominio dei bianchi, lo stesso sforzo
deve essere compiuto per realizzare
l’unità nazionale in una società senza
razzismo: lo ha detto il presidente
Thabo Mbeki, nel dibattito seguito al
suo ‘discorso alla nazione’ dei giorni
scorsi. “Questo prezzo – ha sottolineato il capo di Stato che dal 1999 ha
preso il posto di Nelson Mandela –
dovrà essere pagato sia dai sudafricani
neri che bianchi”. Rivolgendosi ai de-
i
putati del Parlamento di Pretoria, il
capo di Stato ha ricordato che un decennio dopo 350 anni di razzismo e
segregazione razziale, per raggiungere
una vera riconciliazione “è necessario
una straordinaria immaginazione da
parte di tutte le componenti della nostra società, neri e bianchi, uniti nella
loro diversità”.
Il Togo non cambia
Faure Gnassingbé Éyadéma, assurto
alla presidenza della Repubblica dopo
la morte del padre, ha annunciato alla
Il meglio e il peggio
l punto
di p. Alberto Teloni
Confesso che il primo problema di questo Punto è stato il titolo. L’alternativa
a quello scelto era Torto o ragione. Mi spiego. Gli assenti hanno sempre torto, ed io, a causa delle precarie condizioni di salute sono stato assente a quasi
tutte le riunioni di Vicaria e alle pur importanti assemblee del clero. Sono state prese delle decisioni che proprio non condivido, pur apprezzando e condividendo gli ideali da cui sono state prese le mosse. Cordialmente, va da sé, mi
adeguo; ma una proprio non mi va giù. Da qui il titolo e quanto segue. In tanti anni ho imparato a mie spese che il meglio rischia a volte di uccidere il bene. Ci sono voluti decenni a far entrare la mentalità di una adeguata preparazione al matrimonio. Il Centro Famiglia o la Commissione Famiglia, non so
quale sia la dicitura esatta, della nostra Diocesi ha fatto in questo campo un
lavoro egregio. Le giovani coppie che partecipavano ai corsi organizzati erano molto soddisfatte e qualcuna addirittura ha voluto ripetere l’esperienza.
Questo il bene. Tutte le volte che, presi da problemi di urgenza o da assolute
difficoltà logistiche, si è rimediato un corso in parrocchia, il risultato è stato
solo un modesto catechismo. Ora, e la cosa è giusta, si dice che il corso non
basta, ci vuole un percorso di fede, che va fatto nella propria comunità cristiana, la parrocchia.... e il meglio ha ucciso il bene. Rispuntano tutte le difficoltà, tocca sempre adattarsi agli orari e alle giornate che vanno bene agli interessati (sa, padre, noi lavoriamo...) difficile farsi aiutare da qualche persona
veramente capace ed esperta, anche perché non è semplice disturbare il prossimo per una o al massimo due coppie per volta, non essendo poi io parroco
un tuttologo, l’intervento di qualche esperto, anche se qualcuno considera
questa una parolaccia, è indispensabile. Poi mi dite come si fa un vero percorso di fede con giovani coppie che arrivano in parrocchia pochi mesi del matrimonio, spesso già convivono, a volte davvero a volte solo anagraficamente,
per ragioni burocratiche. Residenti sì in parrocchia ma con l’intera vita cristiana passata presso altre Comunità sia della città che dei paesi vicini. Ovvio, non mi arrendo e faccio quello che posso, ma i corsi diocesani erano
un’altra cosa e li rimpiango. Forse in un futuro possibile mi riuscirà davvero
di fare un percorso di fede con delle coppie; ma dovrebbero essere persone
sempre presenti in questa Comunità, mentre i fidanzamenti seguono strani ed
imprevedibili percorsi.... Insomma, ho torto perché assente, ma seguito a non
amare il meglio che uccide il bene.
sguardo sul mondo
24 febbraio 2005
televisione e alla radio nazionali l'indizione di elezioni presidenziali entro i
prossimi 60 giorni. “Ho deciso nell’interesse superiore della nazione di proseguire il processo di transizione
conformemente alla Costituzione del
1992, emendata nel dicembre 2002, e
d'organizzare l’elezione presidenziale
entro la scadenza costituzionale di 60
giorni" ha dichiarato Éyadéma, arrivato al potere in seguito alla morte del
padre Gnassingbé (dopo 38 anni di
presidenza) grazie all’appoggio delle
forze armate e dopo un’abile modifica
della Costituzione. La nomina a capo
dello Stato del figlio dell’ex-“presidente-padrone” è stata unanimemente
criticata dalla comunità internazionale
che, Unione africana (Ua) in testa, ha
fatto pressione per un rapido ritorno
all’ordine costituzionale. Faure Éyadéma ha precisato che continuerà a esercitare “le funzioni di presidente della
Repubblica” in attesa dello scrutinio e
ha invitato la classe politica a “mettere
a tacere i propri rancori”.
L’informazione negata
Un quarto d’ora in sei mesi: questo lo
spazio dedicato complessivamente a raccontare le 10 più gravi crisi umanitarie
del Pianeta durante le due principali edizioni (pranzo e cena) dei telegiornali italiani (Mediaset, Rai e La7). Alle stesse
crisi e nello stesso lasso di tempo,
l’informazione stampata (i principali
quotidiani e periodici italiani) ha dedicato poco meno di 140 articoli. Sono le
conclusioni del primo rapporto dell’Osservatorio sulle crisi dimenticate, realizzato dall’organizzazione umanitaria Medici senza frontiere (Msf) in collaborazione con l’Osservatorio di Pavia e a
Orao News. Lo studio ha analizzato, dal
punto di vista quantitativo e qualitativo,
lo spazio e il tempo che i media italiani
hanno dedicato alle emergenze umanitarie. Le crisi da monitorare sono state
identificate in base ad una lista di circa
40 parole chiave individuate da Msf (da
Iraq a profughi, da Congo a tubercolosi).
Tra queste sono state poi evidenziate le
dieci emergenze ritenute più gravi: Colombia, Indonesia, Liberia, Etiopia, Burundi, Somalia, Repubblica democratica
del Congo, Uganda, Afghanistan e la
diffusione della tubercolosi. I giornali e i
periodici hanno dedicato complessivamente 949 articoli e brevi alle crisi umanitarie: di questi solo 140 riguardano
però le dieci peggiori emergenze.
Le emergenze umanitarie nel loro
complesso hanno conquistato il 17,5%
degli spazi sui Tg, mentre le dieci crisi
evidenziate da Msf hanno avuto appena
lo 0,02%.
8
n’autobomba è esplosa il 14
febbraio nel centro di Beirut,
uccidendo l’ex premier Rafik Hariri e altre 14 persone. Almeno 135 i
feriti, alcuni in modo grave. Hariri
aveva 60 anni. Si era dimesso il 20
ottobre 2004, dopo settimane di
tensioni e di paralisi politica legate
a un emendamento costituzionale
con cui era stato prorogato il mandato del presidente Emile Lahoud,
appoggiato dalla Siria che in Libano ha 16mila soldati. Nelle ultime
settimane Hariri si era unito agli
appelli dell’opposizione che chiedevano alla Siria di ritirare le sue
truppe dal Paese in vista delle nuove elezioni politiche indette per il
prossimo maggio. L’uomo politico
aveva assunto per la prima volta la
guida del governo nell’ottobre
1992, poco dopo la fine della guerra civile (1975-90), e da allora era
quasi sempre stato primo ministro,
con un intervallo di due anni fra il
1998 e il 2000. Si era dimesso dall’incarico il 20 ottobre, dopo essere
stato primo ministro per 5 volte.
Funerali con una cerimonia privata: i parenti hanno fatto sapere di
non gradire la presenza di rappresentanti del Governo.
Libano:
tutto è più difficile
Attacco alla fragile pace libanese. “Questo attentato mina la già fragile
pace libanese in vista delle elezioni. Ci sono elementi che seminano zizzania e provocano divisione all’interno del Paese”. È il secco commento
rilasciato al Sir dal patriarca di Beirut degli Armeni Nerses Bedros XIX
Tarmouni dopo l’attentato kamikaze nel quale è rimasto ucciso l’ex premier Rafik Hariri. “Hariri – afferma il patriarca – era diventato un membro dell’opposizione ed era, come noto, un amico del presidente francese Chirac”. “Con questo attentato viene meno la già fragile pace libanese. Adesso tutto è più difficile, per ricominciare serve innanzitutto rinsaldare e riconciliare il fronte interno”. Un’opera a cui devono contribuire
anche i cristiani, ma non solo: “Tutti siamo chiamati a contribuire alla riconciliazione del Paese – è l’appello di mons. Tarmouni – e alla ricostruzione. In questo momento non si può fare una distinzione tra cristiani e
musulmani. È vero però che i cristiani in Medio Oriente vivono in condizioni difficili e molti sono costretti ad emigrare per trovare migliori
possibilità di lavoro. Chiedo a tutti, nel mondo, di pregare in questa triste ora per il Libano e per il suo popolo, perché ritrovi la strada della
speranza e della pace”.
Il cordoglio dell’Europa. “Rafik Hariri era un uomo di pace e di dialogo. Era un amico dell’Europa”. Javier Solana, alto rappresentante per la
politica estera dell’Unione, esprime il cordoglio dei Venticinque per la
morte dell’ex primo ministro libanese “e di molte altre persone” nell’attentato di lunedì 14 febbraio a Beirut. Solana indirizza “alla moglie e ai
figli, così come alle autorità libanesi, le più sincere condoglianze”, ricordando che Hariri “era anche un amico personale”. L’alto rappresentante
Ue rivolge quindi un pensiero “alle famiglie delle numerose vittime uccise o rimaste ferite dall’atto barbarico” commesso nella capitale mediorientale. “La prova che colpisce il Libano e i libanesi – prosegue Solana
– dovrà essere superata con l’unità e la serenità, e mediante il rispetto
dei due principi ai quali Rafic Hariri ha dedicato l’impegno di tutta una
vita: l’indipendenza e la sovranità” del suo Paese.
9
24 febbraio 2005
A proposito di lotta alla povertà
La vera
guerra santa
S
i racconta che mentre incombeva sulla
Francia il cataclisma della rivoluzione, la
regina Maria Antonietta consigliava di distribuire al popolo affamato delle brioches. Se
manca il meno è assai difficile si possa disporre del più. Il presidente degli Stati Uniti George W. Bush, inaugurando il suo secondo mandato a guida della più potente tra le nazioni
della terra, si è impegnato a portare la libertà a
tutti i popoli oppressi e con ciò s'è meritato il
plauso di tutti i benpensanti.
Per pensar bene, tuttavia, bisognerebbe ammettere che la libertà politica sta alla libertà dalla fame, dalla malattia e dalla guerra come le brioches
stanno al pane. In genere sono i popoli poveri o
culturalmente sottosviluppati quelli che soffrono
la mancanza di libertà e probabilmente non hanno neppure tempo di rammaricarsi d'essere oppressi, dovendo occuparsi a tempo pieno di trovare il modo di sopravvivere fisicamente.
Il nostro mondo occidentale, sviluppato e progredito, ha il dovere primario di liberare il secondo e terzo mondo dal bisogno che li incatena. “A
peste, fame et bello” liberaci, Signore! Così si
cantava nelle chiese, dopo l’invocazione a tutti i
Santi, allorché era ben diffusa l'esperienza dello
stato di costrizione e di schiavitù imposto a tanta
gente dalle pestilenze, dalla fame e dalle guerre
che procuravano lacrime e sangue a non finire.
La guerra “preventiva” da dichiararsi senza
indugio è quella contro l’abissale dislivello esistente tra le condizioni di vita del terzo dell’umanità che consuma i due terzi delle risorse
economiche mondiali a fronte di quelle degli
oltre tre miliardi d'esseri umani che languiscono nell’inedia. Deve essere sconfitto quanto
prima il degrado in cui sono stazionate intere
regioni d'Africa, Asia e America Latina dove
libertà significa non essere costretti a vestirsi
di stracci, a ripararsi sotto un tetto di paglia, a
nutrirsi di radici o a ricorrere allo stregone per
guarire da malattie come l’Aids o la malaria.
Questa guerra meriterebbe l’appellativo di santa e costerebbe sicuramente di meno di quanto
costano le guerre suggerite dall’odio o dalla sete
di dominio. Per noi “democrazia” è sinonimo di
merce pregiata da esportare per estendere nel
mondo l'egemonia del progresso e della civiltà.
Volendo essere onesti dovremmo, per prima cosa,
evitare di inquinare i nostri regimi democratici
con infiltrazioni di malaffare, di relativismo morale e di smodato permissivismo e, in stretta successione di tempi, dovremmo esportare prima
una buona dose di giustizia sociale in modo che
la democrazia che intendiamo trapiantare nel
mondo non somigli ad una pianta malata interrata
in un suolo troppo arido e devastato perché possa
attecchirvi. In breve: prima di parlare di brioches
mettiamo fine alla carenza di pane.
Carlo Crovetto
sguardo sul mondo
Suor Lucia
Un’umile
donna
“Vorrei chiederLe di portarci in cielo. ‘Sì. Jacinta e
Francesco li porterò presto. Ma tu rimarrai qui più
tempo. Gesù vuole servirsi di te per farmi conoscere
e amare. Vuole stabilire nel mondo la devozione al mio
cuore immacolato’. Rimarrò sola? - chiesi con tristezza.
‘No figlia. Soffri molto? Non scoraggiarti. Io non ti
lascerò mai’” (13 giugno 1917, dalle Memorie di suor
Lucia) Questo il dialogo tra la “Vergine vestita di
bianco” e Lucia, la più grande dei tre pastorelli di
10, 9 e 7 anni che, a partire dal 13 maggio 1917,
hanno assistito alle apparizioni a Fatima, così come
raccontato nei suoi scritti successivi all’evento.
Gli altri due pastorelli, i fratelli Francisco e Jacinta
Marcos – così come annunciato durante l’apparizione sono morti pochissimi anni dopo, mentre suor Lucia, che
nel frattempo è diventata suora carmelitana, si è spenta
domenica, 13 febbraio, all’età di 97 anni, nel convento
di Coimbra (Portogallo centrale). Oltre ai famosi tre
segreti di Fatima, tante sono le coincidenze,
le storie e i vissuti che si intrecciano da allora.
P
rima di morire suor
Lucia ha avuto il
tempo di leggere
un ultimo messaggio che
il Papa le ha inviato sabato 12 febbraio. La notizia è stata confermata
all’agenzia cattolica portoghese “Ecclesia” dal
vescovo di Coimbra
mons. Albino Cleto, che
le è stato accanto fino
agli ultimi momenti insieme alle consorelle, al
medico e all’infermiera.
Suor Lucia, racconta
mons. Cleto, “è riuscita a
leggere da sola, domenica mattina, il testo del
fax inviato dal Santo Padre”. Nella lettera il Papa, esprimendo vicinanza e benedizione alla religiosa, pregava per lei
perché potesse “vivere
questo momento di dolore, sofferenza ed offerta
con lo spirito della Pasqua, del passaggio”. Il
Papa – che ha pregato in
privato per suor Lucia
dopo la sua morte - ha
infatti sempre detto che
fu la Madonna di Fatima
a deviare il proiettile di
esperienze di chiesa
Alì Agca che lo colpì il
13 maggio 1981. Per
questo volle che la pallottola estratta dal suo intestino fosse incastonata
nell’aureola della statua
della Vergine durante la
sua visita a Fatima il 13
maggio 2000. In quell’occasione fu anche rivelato il terzo segreto di
Fatima, fino ad allora
sconosciuto, nel quale si
parlava del “vescovo vestito di bianco” che cade
a terra “come morto” e
della lotta “dei sistemi
atei contro la Chiesa e i
cristiani”, riferito all’Urss e ai Paesi del
blocco comunista.
I funerali a Coimbra.
Suor Lucia è “un simbolo nazionale”, un esempio di “semplicità e fedeltà”: così il cardinale
José Policarpo, patriarca
di Lisbona, ha definito la
veggente di Fatima nella
sua omelia durante i funerali che si sono svolti
il 15 febbraio a Coimbra
(nel giorno del lutto nazionale), con la cattedrale gremita di migliaia di
fedeli, molti dei quali non sono riusciti ad entrare. “La morte di
questa donna tocca profondamente il Portogallo”, ha detto il
cardinale Policarpo: “Quando una comunità nazionale è capace
di riconoscere nella semplicità di una religiosa un simbolo che
parla a tutti, questo è certamente per noi un segno di speranza”.
Una “semplicità e fedeltà nel compiere la propria missione”
più volte sottolineata dal celebrante: “Ciò che di straordinario
c’era nella vita di questa donna si inserisce nella normalità della vocazione cristiana”. “Lucia è stata la portavoce delle apparizioni”, così l’ha definita il patriarca, auspicando che tutta la
Chiesa possa presto avere accesso “all’immensa dottrina spirituale che questa donna così semplice, ma così grande, ha scritto”. Il santuario di Fatima ha infatti annunciato nuovi studi e
documentazioni, tra cui alcuni scritti inediti di suor Lucia.
Le esequie sono state presiedute dal card. Tarcisio Bertone,
quale inviato speciale del Papa. Durante la messa, il cardinale
ha letto il messaggio di Giovanni Paolo II all’”umile sorella
carmelitana” ricordandone il “grande e nascosto servizio che ha
reso alla Chiesa”.
Il cordoglio della Chiesa portoghese. E tutta la Chiesa portoghese ha espresso il suo dolore per la morte di suor Lucia.
Mons. Joao Alves, vescovo emerito di Coimbra, racconta di
aver trovato in lei “una persona semplice, con il gusto del dialogo, interessata alla vita, specialmente ai problemi dei poveri:
una persona con una fede molto semplice e profonda”.
Per l’attuale vescovo di Coimbra, mons. Albino Cleto, era
“una persona umile, che accoglieva sempre con carità le persone
che chiedevano di incontrarla, ma fuggiva per quanto possibile i
contatti pubblici e di protocollo. Era una vera carmelitana”.
Secondo il rettore del santuario di Fatima mons. Luciano
Guerra, con la sua morte “si è compiuta la volontà di Dio, che
attraverso Maria ci ha detto che Lucia sarebbe rimasta più tempo sulla terra” per “essere testimone e messaggera di Maria”.
A quando la canonizzazione? Intanto in Portogallo - mentre
la Congregazione per le cause dei santi, precisa che la beatificazione non potrà avvenire prima di cinque anni - si sta verificando una vera e propria “canonizzazione popolare”. Per gli
altri due, Francisco e Jacinta Marcos, è stata già avviata la
causa di canonizzazione. Ma secondo mons. Cleto, vescovo di
Coimbra, “il processo di canonizzazione di suor Lucia non
deve essere paragonato a quello di Madre Teresa di Calcutta –
decorso in tempi più rapidi di quelli stabiliti – perché compito
della Chiesa è studiare prima tutti i suoi scritti, lungo una vita
di quasi 98 anni, con tanti materiali da raccogliere ed esaminare”. Oltre alle sue sei memorie, suor Lucia ha infatti scritto
migliaia di lettere e messaggi. “La diocesi di Coimbra – ha
assicurato il vescovo – non si intrometterà in questo processo,
ma sarà il Santuario di Fatima e l’Ordine del Carmelo a muoversi in questo senso”.
a cura di Patrizia Caiffa
24 febbraio 2005
10
“Il compendio della dottrina sociale della Chiesa” ha interessato
tante persone che hanno voluto ascoltare dal Vescovo Orlandoni
un’interessante sintesi. Che è anche un programma di lavoro.
La Chiesa
che è attenta al mondo
V
enerdì 18 febbraio il Vescovo, Giuseppe Orlandoni ha
presentato, in una conferenza tenuta nella Chiesa dei Cancelli e
organizzata dalla Commissione diocesana per la Pastorale sociale, il
Compendio della dottrina sociale
della Chiesa, documento emesso
dalla Pontificia Commissione Giustizia e Pace il 25 ottobre scorso.
Il documento, giustamente come
ha detto il Vescovo, viene da lontano, nel senso che tutta la Parola di
Dio e gli interventi dei Profeti prima, di Cristo al centro e degli apostoli poi sono stati soprattutto rivolti
ai problemi umani e sociali dell’uomo. I cambiamenti profondi, iniziati
con l’avvento del mondo industriale, hanno portato la Chiesa con Leone XIII a parlare chiaro con l’enciclica Rerum Novarum del 1891. Da
lì i pronunciamenti sul lavoro sulla
solidarietà, sulla giustizia, sulla pace, sulla politica e sulla difesa del
creato sono stati continui e puntuali,
profondi e inconfutabili. Messaggi
11
chiari a cui forse non è seguito un
altrettanto chiaro impegno di noi
cattolici per essere presenti e incisivi nella società.
Il compendio raccoglie appunto
tutti i pronunciamenti della Chiesa
e dei Papi specie di quest’ultimo secolo a partire appunto dalla Rerum
Novarum.
Il Vescovo ci ha ricordato che il
compendio è un documento che appartiene alla teologia morale della
Chiesa e che è ispirato al mistero
della Santissima Trinità, perché
vuol infondere uno spirito di Comunione tra tutti gli uomini e tra gli
uomini la Trinità.
Il cristiano deve essere impegnato
nella comunità e nella società, motivando il suo impegno con principi e
valori annunziati da Cristo e contestualizzandoli nella storia, nel nostro
tempo in una logica di attenzione ai
bisogni dell’uomo “qui ed ora”.
Il compendio utilizza un metodo
che si può ricondurre a questi passaggi: Analisi, discernimento, diret24 febbraio 2005
tive di azione. Il principio guida è
quello di fare attenzione ai segni
dei tempi, ad una lettura dei fatti,
dei pensieri e dei comportamenti:
conoscere i fatti, analizzarli, vederne le cause, valutarli alla luce della
Parola di Dio e stabilire azioni conseguenti.
Tutto questo per costruire una società, una comunità cristiana che
esprima al meglio la Civiltà dell’amore. La civiltà dell’amore si costruisce con il dialogo aperto a tutti,
sia rispetto alle diverse correnti di
pensiero che con riferimento alle diverse religioni, sempre più presenti
in ogni società.
La nostra società è pervasa da un
relativismo storico che non fa più
distinzione tra ciò che è bene e ciò
che è male, anzi giustifica sempre
più il male, inducendo sempre più a
comportamenti e scelte negative e
dannose. Il cambiamento potrà avvenire nella misura in cui riusciremo
a costruire coscienze rette.
La lettura del compendio ci permette di dividerlo in due parti: i
principi, i valori e le idee (prima
parte) e l’analisi di alcuni temi specifici: famiglia, lavoro, economia,
politica, pace, comunità internazionale, ambiente (seconda parte).
La prima parte tratta ben quattro
temi come principi e valori:
- dignità della persona - bene comune - sussidiarità - solidarietà
Le considerazioni di sintesi che si
possono fare trattando questi valori
richiamano un concetto di fondo:
l’uomo è persone, cioè figlio di
Dio, quindi ha tutta la dignità di tale stato perché creato a Sua immagine e come tale va rispettato. Tutte
le alienazioni fatte dall’uomo su sè
stesso e sui fratelli vanno corrette
tenendo conto di questo valore primario.
Valgono allora alcuni fatti importanti: il rispetto della libertà, le dimensione vere del bene comune,
avere uno spirito di comunione, portare avanti la scelta preferenziale dei
poveri, realizzare il principio della
sussidiarietà, partecipare alla vita politica della società, generare comportamenti di solidarietà. La civiltà dell’amore sta in questi contenuti.
Sono gli aspetti più importanti
presentati dal nostro Vescovo che ha
rimandato ad altra occasione la riflessione sulla seconda parte, altrettanto importante.
Mario Vichi
esperienze di chiesa
Loreto - Recanati, rinviata a causa della neve
Cinema Gabbiano - Senigallia - tel. 071 65375
RnS e Movimento mariano
Torna la Marcia della pace Uniti nella preghiera
così tanto che
L
a Marcia della pace Recanati Loreto organizzata dal SERMIR, dai
Giovani della Parrocchia Cristo Redentore, dalle ACLI, dall’Azione Cattolica, dalla Pax
Cristi rinviata per la neve si
svolgerà sabato 26 febbraio
con partenza alle 18.00 ed arrivo a Loreto verso le 21.45. Sul
sagrato della Basilica sarà sua
ecc. Mons. Angelo Comastri a
ricevere quanti vorranno partecipare che poi, in Basilica,
ascolteranno alcune testimonianze. L’infaticabile organizzatore don Rino Ramaccioni
con la sua recente visita ai luoghi santi della Palestina con le
Acli ha invitato alla marcia
Adel Misk e Nilla Cassuto per
una loro testimonianza di pace.
Adel Misk è un medico palestinese, mussulmano, che ha
studiato a Parma. Mentre stava
transitando in una strada di
Gerusalemme si accorge che
alcune persone cadono sotto i
colpi dell’intifada. Il suo status
di medico lo spinge ad intervenire per soccorrere i feriti. Tra
di loro scorge suo padre che
muore in seguito a questa sparatoria. Il fatto lo sconvolge, la
sua persona ne è profondamente segnata. Per tre anni si mette
alla ricerca dell’assassino di
suo padre. Lo trova, lo denuncia. Viene processato e condannato a 4 anni di carcere.
Piove sul bagnato, a dolore si
aggiunge dolore e delusione. Il
fatto che la vita di un palestinese possa valere solo quattro
anni di carcere lo sconvolge
esperienze di chiesa
cambia radicalmente atteggiamento:
dall’odio,
dalla vendetta, passa al
perdono, alla
riconciliazione.Cerca con
grande decisione chi, tra
gli israeliani, tra gli ebrei,
avesse avuto un lutto, la perdita di una persona cara per un
attentato dell’intifada e sia disposto alla riconciliazione.
Trova Nilla Cassuto ed insieme
fondano l’associazione Parens
Circle – Families Forum per
riunire tutte le famiglie che
hanno avuto un morto in famiglia a causa dell’intifada. Sono
giunti a 500 famiglie tra israeliani e palestinesi.
Adel e Nilla partecipano alla
marcia Recanati Loreto sostanzialmente per tre motivi.
Il primo perché vogliono dimostrare che, in quella parte
del Medio Oriente, non esiste
solo il terrorismo ed il fondamentalismo, ma anche movimenti pacifisti che cercano la
pace attraverso la via della riconciliazione tra i popoli. Il secondo aspetto è quello di trovare risorse per pagare il telefono che permette agli israeliani ed ai palestinesi di comunicare tra loro per una riconciliazione sulla via della pace.
Fino ad oggi su questo telefono sono transitate oltre un milione di chiamate. Il terzo motivo della partecipazione di
Adel e Nilla alla marcia della
pace Recanati Loreto è quello
relativo alla ricerca di risorse
necessarie per finanziare un
campo scuola che organizzano
da oltre 10 anni per 20 bambini
palestinesi e 20 bambini israeliani per farli abituare sin da
piccoli al dialogo ed alla comprensione.
M.C.
24 febbraio 2005
I
n questo anno dedicato all’Eucaristia, il
Movimento Mariano, il Rinnovamento nello Spirito ed altri gruppi presenti in diocesi,
in accordo con il Vescovo, uniscono le loro
esperienze promuovendo un’Adorazione notturna che si terrà presso la Chiesa della Croce a
scadenza mensile.
Il primo turno, dalle 21 alle 23 sarà animato
dai gruppi del RnS secondo la modalità del
Roveto Ardente, progetto di adorazione benedetto in più occasioni da Giovanni Paolo II:
“Incoraggio l’iniziativa denominata Roveto
Ardente, promossa dal rinnovamento nello
Spirito. Si tratta di una adorazione incessante,
giorno e notte, davanti al Santissimo Sacramento; un invito ai fedeli a “ritornare al Cenacolo” perché, uniti nella contemplazione del
mistero eucaristico, intercedano mediante lo
Spirito per la piena unità dei cristiani e per la
conversione dei peccatori” (Vespri solenni di
Pentecoste 2004, piazza S. Pietro).
Durante la notte si alterneranno momenti
di adorazione silenziosa a momenti di preghiera comunitaria guidati dai movimenti
aderenti, si celebreranno l’Ufficio delle Letture e le Lodi Mattutine.
L’iniziativa è la risposta dei gruppi della
nostra chiesa locale, sostenuti dalle rispettive
esperienze di preghiera, all’invito del Santo
Padre a sostare davanti all’Eucarestia, secondo l’esempio che ci ha lasciato la Vergine
Maria: “Richiamai tutti a celebrare il Sacrificio eucaristico con l’impegno che esso merita, prestando a Gesù presente nell’Eucaristia,
anche al di fuori della Messa, un culto di
adorazione degno di così grande Mistero.
Soprattutto riproposi l’esigenza di una spiritualità eucaristica, additando a modello Maria come donna eucaristica”. (Mane nobiscum Domine, n. 10).
La Chiesa della Croce, presso la quale si
svolgerà l’Adorazione Eucaristica, rimarrà
aperta dalle ore 21 di sabato 26 alle 9 di domenica 27 febbraio, per accogliere tutti coloro
che desidereranno stare alla presenza di Gesù.
Sull’esempio del Signore che sempre si ritirava in disparte a pregare e trascorreva le notti
in preghiera, anche noi chiediamo al Padre la
forza di essere fedeli alla nostra missione di
cristiani, perché “per tale missione l’Eucaristia non fornisce solo la forza interiore, ma
anche - in certo senso - il progetto.[…]. Perché ciò avvenga, è necessario che ogni fedele
assimili, nella meditazione personale e comunitaria, i valori che l’Eucaristia esprime, gli
atteggiamenti che essa ispira, i propositi di vita che suscita.” (MND, n25).
Valentina Girolimetti
12
La programmazione è sul sito: www.saledellacomunita.it
Maria piena
di grazia
Regia: Joshua Marston
Colombia/Stati Uniti – 2004 – 101’
Colombia, una piccola città rurale
nel bel mezzo delle colline. Maria ha
17 anni, un lavoro noioso con un capo dispotico, una famiglia che contribuisce a mantenere, un fidanzato
con cui non tutto va per il verso giusto, dal quale tuttavia sta per avere
un bambino.
La povertà unita alla voglia di evadere da una routine soffocante portano la ragazza ad accettare la proposta di un giovane appena conosciuto,
che le offre di fare la mula per un
trafficante di droga locale: Maria dovrà ingoiare delle capsule contenenti
eroina, e trasportarle nel suo stomaco fino a New York. Il guadagno è allettante, tale da cambiare la vita della ragazza, ma naturalmente non tutto va come previsto.
Per questo suo esordio nel lungometraggio, lo statunitense Joshua Marston
(già giornalista e autore di cortometraggi) sceglie un tono duro, realistico,
non conciliatorio ma tuttavia non privo
di momenti di dolcezza, di “aperture” a
un senso di fiducia che prende corpo e
si rafforza nel film nonostante l’estremo degrado rappresentato.
Maria full of grace è principalmente
la storia di un’adolescente che lascia il
suo microcosmo per scoprire il mondo
esterno, venendo a contatto soprattutto
con i suoi lati peggiori: è molto convincente la rappresentazione che il regista fa della vita del villaggio colombiano, dura ma “calda”, fatta di contatti umani reali e duraturi, contrapposta
all’alienazione metropolitana vista dagli occhi di una diciassettenne, che per
anni aveva sentito parlare della “terra
promessa” statunitense.
Così, in quello che è un vero e proprio romanzo di formazione, Maria,
accompagnata dalla sua migliore amica Blanca, dovrà attraversare un inferno fatto di violenze, di inganni e di
morte (quella di un’altra mula con cui
aveva fatto amicizia), mostrando tuttavia un’insperata forza, trasmessale
dal coraggioso sacerdote Don Fernando e rafforzata dal bambino da lei
portato in grembo. La regia di Marston si caratterizza per l’estremo realismo della messa in scena (coadiuvata in questo da un’ottima fotografia,
sgranata e dall’aspetto volutamente
“povero”), e per un rigore e un controllo ineccepibili, anche nelle sequenze a più alto contenuto emotivo.
Gran parte del lavoro viene fatto dagli attori, tutti non professionisti e tutti in grado di rispondere ottimamente
alla sfida di un film molto “impegnativo” dal punto di vista attoriale: oltre
alla protagonista Catalina Sandino
Moreno, esempio di fragilità e forza
che si rivela perfetto per il personaggio di Maria, sono da ricordare Yenny
Paola Vega nel ruolo della spaventata
e sperduta Blanca, e Orlando Tobon,
autentico sacerdote che nella realtà si
occupa di dare assistenza ai “corrieri”
e alle loro famiglie, e che nel film interpreta quindi sé stesso.
Meritatamente premiato in vari festival internazionali (citiamo il premio a Berlino per la migliore opera
prima, e il premio del pubblico al
Sundance Film Festival), questo film
si rivela dunque un esordio importante, diretto con un rigore e una sicurezza che non sembrano propri di un
esordiente, e soprattutto nato dalla
genuina istanza di raccontare: dove il
soggetto del racconto, in questo caso,
è una storia che per stessa ammissione del regista ne riflette tante altre,
con le quali era venuto a contatto e
dalle quali era rimasto colpito.
Cinema realistico nel senso più alto
del termine, quindi, che riesce a fare
denuncia senza “urlare”, e che non
perde di vista la sua funzione di narrazione della vita di uomini e donne:
ce n’è ancora un gran bisogno.
La parte della preparazione al viaggio, i controlli doganali, l’espulsione
degli involucri di droga sono raccontati in stile semi-documentaristico.
Scelta oculata, perché l’idea, sempre soggiacente, che nel ventre della
ragazza coabitino una vita nascente e
decine di ovuli mortali era troppo
drammatica in sé per sopportare enfasi o sottolineature. La vicenda di Maria è immaginaria, ma documentata
su testimonianze di colombiani immigrati nel Queens, protagonisti nella
realtà di esperienze assai simili.
Al Cinema Gabbiano: Mercoledì 2 marzo - “Maria piena di grazia”
Ingresso: 5 € - ore 21.15
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24 febbraio 2005
Dal 24 febbraio al 3 marzo
• MUSICA
Chiaravalle — Teatro comunale
(071.5894311), venerdì 25 ore
21.15, per “le strade del jazz”
suonerà lo “Stefania Tallini Trio &
Guests”.
Ancona — Aula magna dell’ateneo, giovedì 3 marzo ore 21, per
la Stagione concertistica 20042005, l’Orchestra Filarmonica
Marchigiana diretta da Pietro Borgonovo suonerà musiche di L. Berio (Six encores), W. A. Mozart
(Concerto n. 11 in fa magg. Per
pianoforte ed orchestra k 413), F.
Antonioni (Le melodie nascoste) e
F. Mendelssohn (Concerto n. 1 in
sol min. per pianoforte ed orchestra, op. 25).
Pesaro — Sala della repubblica
(0721.32482), giovedì 3 marzo ore
19, per la rassegna concertistica
di musica classica “Verso sera in
musica” suonerà l’Ensamble Mitteleuropea.
• TEATRO E DANZA
Ancona — Teatro delle Muse
(071.52525), da giovedì 3 a sabato 5 marzo ore 20.45, per la Stagione di prosa 2004-2005 sarà rappresentata “Vacanze romane” per
la regia di Pietro Garinei e con la
partecipazione di Massimo Ghini e
Serena Autieri.
Ostra Vetere — Cinema - teatro
“Alberto Sordi” (071.7980606),
per la Rassegna “Teatro in piazza”
saranno rappresentati: sabato 26
ore 21, “Let it be” con Lorenzo
Ubaldi ed Olindo Filippetti. Regia
di Vittorio Saccinto; Domenica 27
ore 17, “La terra desolata” di T.
S. Eliot.
• CINEMA
Senigallia — Cinema Gabbiano
(071.65375), mercoledì 2 marzo
ore 21.15, per la rassegna “Frammenti dalla Biennale 2005” sarà
proiettato e discusso il film “Maria
full of grace” di Joshua Marston.
• INCONTRI
Senigallia — LA SCUOLA DI PACE
A. S. 2004-2005 (anno decennale); Auditorium San Rocco
(071.662935), gio. 24 ore 21, per
il Corso annuale su: “Se vuoi la
pace… - lotte e passioni per la
democrazia” i relatori Mauro
Scardovelli e Carolina Bozzo parleranno su “Democrazia Potere
Narcisismo”.
Senigallia — Università per anziani
A. A. 2004-2005 (ore 16.30 –
18.30). Venerdì 25 e sabato 26 corso: L’uomo nella filosofia – Partecipazione al Congresso internazionale di filosofia che si terrà in
Senigallia.
Tullio Piersantelli
mass media
www.
opam.it
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qua e là
il libro
Non uccidete la libertà
di mons. Angelo Comastri
“Non uccidete la liberta” è il ventiduesimo libro, uscito in questi giorni,
che Mons. Angelo Comastri ha scritto
nei suoi 9 anni di permanenza a Loreto. Edito dalla Casa Editrice San Paolo, 145 pagine, 10,50 euro, il libro
scorre con lo stile semplice e autorevole. “Parlare di libertà, oggi, - sostiene Mons. Comastri – è come entrare
in un terreno di sabbie mobili: ti sembra di poggiare il piede sul sicuro invece, improvvisamente, ti accorgi che
il terreno non regge ma sprofonda sotto di te”. Che cos’è la libertà? Si chiede l’Arcivescovo.
Il libro raccoglie alcune lettere pastorali che Mons. Comastri ha scritto
a Loreto ed il tema della paternità e
della maternità viene ripreso nella
“Lettera aperta alle famiglie”.
“Parto da un ragionamento – afferma Mons. Comastri – elementare. Per
essere padre e madre, necessariamente bisogna avere un figlio o più figli.
E per essere figli? La risposta sembra
semplice: per essere figli bisogna avere un padre e una madre! Ma i figli
hanno sempre un padre e una madre?”. Dalla lettura emergono innumerevoli elementi per innamorarsi
della libertà per non essere schiavi ella carriera e dei soldi che impediscono
di essere padri e madri sereni.
Edizioni San Paolo
mass media
Con il genio della fede
Solidarietà e cultura
E
vitare che i drammatici esiti dello
tsunami che si è abbattuto sulle
coste dell'Oceano Pacifico il 26
dicembre, provocando oltre 280mila
morti, e migliaia di senza tetto, cadano
nel dimenticatoio: è l’intento di organismi di solidarietà, che hanno stimolato i
propri sostenitori e benefattori a un rinnovato impegno per il sostegno delle micro-realizzazioni. L’Opam (Opera di
promozione dell’alfabetizzazione nel
mondo), per bocca del suo presidente
don Aldo Martini, sottolinea: “Ora che
tutto è stato detto e scritto è il momento
di fare”. E il da farsi per questo organismo che, fondato nel 1972 da mons.
Carlo Muratore, ha avviato e sostenuto
migliaia di microprogetti per il sostegno
alle attività scolastiche e di formazione
professionale nei Paesi in via di sviluppo, ce n’è molto. La segreteria nazionale
ha stilato un tabulato sul quale vengono
aggiornati di giorno in giorno gli aiuti da
inviare con sollecitudine a missioni dove
sono in corso progetti Opam. In particolare si tratta di realtà presenti in India,
in un mondo che cambia
Thailandia, Indonesia, Sri Lanka. In alcuni di questi Paesi i danni alle missioni
sostenute dall’associazione sono stati
lievi. In uno, invece, l’India, i problemi
ci sono stati. L’Opam ha nel Paese ben
34 responsabili di adozioni scolastiche,
per centinaia di bambini assistiti, oltre a
una cinquantina di altri progetti. Suore e
preti missionari presenti nel Paese sono
stati contattati e, quando necessario, sono stati subito avviati progetti di solidarietà straordinaria. Una delle realtà più
significative registrate dalla segreteria
nazionale di Roma dell’Opam ha riguardato l’interessamento dei benefattori,
che – appena avvenuto il disastro – hanno iniziato a telefonare ai centralini per
chiedere notizie dei propri piccoli assistiti. L’impegno preso dai responsabili
dei vari progetti a livello italiano è stato
perciò quello di tenere informati i referenti locali dell’Opam ed i benefattori,
tramite il sito internet (www.opam.it),
oltre che di lanciare una “campagna di
finanziamento speciale” per tutto il 2005
(tel. 06/3203317).
Televisione italiana e programmi di moda
I reality non finiscono mai
I
reality show hanno ormai invaso la
nostra televisione. I dati d'ascolto sono piuttosto elevati, ad eccezione del
format "Campioni" su ItaliaUno, mentre
cresce a dismisura lo spazio occupato
dai reality nei palinsesti televisivi (in
questa stagione è pari al 29,41%). E nel
futuro, nonostante i buoni propositi di
Mediaset, ci saranno sempre più format
basati su storie in presa diretta, ma quasi
sempre false e di pessimo gusto.
Del resto anche RaiUno, solitamente
refrattaria a questo genere di spettacoli,
ha cominciato a proporre, sempre in prima serata, l’orribile e litigioso “Il ristorante” presentato da Antonella Clerici,
ma anche il discreto “Ballando con le
stelle” condotto da Milly Carlucci, cui si
aggiunge “Ritorno al presente” con Carlo Conti e che vede un manipolo di volti
più o meno noti alle prese con avventure
in epoche lontane, dall’antica Roma alla
Venezia del ‘700.
E se Raidue rilancerà in primavera
“Music Farm” affidandolo a Simona Ventura, Mediaset proporrà nuovamente “La
fattoria” con Barbara D’Urso, spostandolo però sulla rete ammiraglia Canale 5.
Come si può vedere il morbo dei reality continua a contagiare le emittenti televisive più importanti, in modo da far
24 febbraio 2005
abbassare il livello generale dei programmi. Infatti, al di là dei reality veri e
propri, la tv propone una serie di trasmissioni stucchevoli che hanno alla base improbabili storie d’amicizia e d’amore, con protagonisti assurdi e volgari.
Il problema è che questi programmi riscuotono un grande successo, come se
avessero il potere di narcotizzare gli
spettatori.
Del resto, oltre a persone comuni,
compaiono sempre più i cosiddetti vip,
che rappresentano, ahinoi, dei modelli
soprattutto per le generazioni più giovani. Insomma, non si riesce a intravedere
la fine di questi famigerati reality show.
Dal 2000, anno di nascita del Grande
Fratello, la tv non ha fatto altro che speculare con questi format importati dall’estero e poco costosi.
Di conseguenza s’è deciso di non investire più risorse umane ed economiche
per realizzare programmi nuovi, confinando quei pochi validi ed originali in
terza o quarta serata.
Ma si spera che questa “follia da reality” finisca prima o poi per annoiare i telespettatori, costringendo i dirigenti della
tv a fare scelte coraggiose, come eliminare questi inutili programmi e proporre invece delle trasmissioni di qualità.
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Convegno nazionale CEI su
“Animatori della comunicazione
e della cultura”
C’
Anche la nostra diocesi ha partecipato al Convegno organizzato dall’Ufficio Cei per le Comunicazioni
sociali e dal servizio nazionale per
il Progetto Culturale sul tema:
“Animatori della Comunicazione e
della Cultura”. Trovate in questo inserto la sintesi delle relazioni che
abbiamo ascoltato.
Quando si torna da un Convegno
si è sempre entusiasti per le nuove
idee, ma anche un po’ intimoriti
pensando alla loro realizzazione.
Questa volta però il Convegno ha
evidenziato una necessità che non si
può rinviare: dobbiamo fare i conti
con la cultura del nostro tempo e trovare i mezzi e i modi per entrare in
contatto con essa. Sarà pure aria viziata quella che si respira in questi
ambienti, viziata da ciò che Karl
Popper chiamava “telecrazia”, ma
guai a non respirarla. Guai a non
entrare coraggiosamente in questa
“nuova cultura” per fermentarla con
la fede e proporvi la Buona Notizia.
È un impegno che riguarda l’intera comunità ecclesiale, in costante
proiezione nel mondo, ma che da
ora in poi avrà negli Animatori della Comunicazione un punto di riferimento importante e qualificato.
È quanto dovremo cercare di fare
anche nella nostra diocesi.
don Gesualdo Purziani
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ero anch’io al Convegno sulla figura dell’animatore della
Cultura e della comunicazione. Sabato 19 febbraio c’era aria di
smobilitazione per la partenza anticipata di alcuni dei convegnisti, eppure l’attenzione di chi è rimasto è ancora desta,
il gusto di capire altre cose sul nostro
tempo ci spinge ad un’ultimo sforzo di
concentrazione ed ecco che il clima da
convegno si riaccende e la platea è
pronta per un altro lungo e interessante
ragionamento. Inizia così la tavola rotonda sul tema: “Trasmissione della fede, media e cambiamenti culturali”.
Comincia il notissimo biblista Gianfranco Ravasi, con un intervento costruito sulle regole della retorica classica (quando si dice che il moderno deve
porre le radici nell’antico): “Qual è il
«dove» di oggi?” si chiede, cioè: “In
quale ambiente della comunicazione ci
troviamo?”. Indubbiamente in un ambiente che vede nella televisione e nell’informatica i detentori del potere comunicativo, sui quali sarebbe facile
enumerare le lamentele. E Ravasi,
esperto comunicatore, dice di non dire
quello che sta dicendo: la televisione è,
purtroppo, maestra di vita, internet è
falsa libertà, è relativismo culturale e
perdita di valore della verità, è ostacolo
alla vera relazione. “Ma questa è la nostra aria, guai a non respirarla!”, tronca
quasi all’improvviso, e “la Chiesa ha
sempre cercato di adattarsi all’ambiente culturale di tutti i tempi e di tutti i
luoghi; d’altronde san Paolo per evangelizzare percorre senza problemi le
strade romane che già esistevano”.
La seconda regola della retorica antica contempla il «come»: “quali sono le
regole del linguaggio?” e dunque elenca alcune massime di saggezza a cui
l’annuncio al nostro tempo si deve attenere: entrare in sintonia con i linguaggi
di tutti, evitare il gergo tecnico, dare alle parole un senso proprio e arricchirle
con un’immagine adeguata, assumere il
compito bello e difficile di reintrodurre
le leggi dell’ascolto, oggi frequentemente ignorate: “ascoltare quello che
dice l’altro, ascoltare tutto quello che
dice e ascoltarlo prima di parlare”.
24 febbraio 2005
Con don Aldo Giordano, segretario
del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee è stato affrontato uno dei
temi più attuali: l’Europa è in ricerca?
Secondo Giordano, insegnante di filosofia, anche l’Europa è stata scossa dagli avvenimenti internazionali degli ultimi anni e si sta interrogando su cosa
sia “vero, bello e buono”. Il dramma è
che la politica europea è lacerata tra il
riconoscimento di valori che sono tipici
dell’insegnamento cristiano (la dignità
della persona, la libertà, la democrazia,
l’uguaglianza) e la loro attuazione pratica che spesso è in contrasto con le
conclusioni del mondo cristiano, come
a dire che l’elenco di valori piace a tutti ma i contenuti sono diversi: potrebbe
essere il caso di pensare ad un grande
Progetto Culturale Europeo. “L’Europa
ha bisogno di Dio”, conclude il segretario del CCEE in uno slancio profetico
e carico di speranza, “ma solo Dio può
ridire Dio all’Europa. Noi dobbiamo rimettere Dio nella comunicazione e sarà
lui che parlerà da solo”.
È poi intervenuto il giornalista Sandro Magister (“Espresso”) responsabile
anche una pagina on line sulla Chiesa
(http://www. chiesa. espressonline.it)
che riscuote molto successo ad alti livelli diplomatici, oltre che all’estero.
Il prof. Francesco Botturi, dell’Università Cattolica, ha sottolineato che
“l’ambivalenza è la caratteristica del
cambiamento culturale in atto”. Nei
mezzi della comunicazione, ha notato
il filosofo, “bello e brutto, nobile e
ignobile vengono messi sullo stesso
piano”. Per contrastare questa tendenza
occorre “riprendere a formulare le domande di senso” perché “la nostra è anche una società smarrita e sofferente”.
Allora come poter parlare di verità in
un mondo così instabile e così complesso? Rispondono alla domanda della
platea i relatori: “Anzitutto occorre utilizzare al meglio gli strumenti della comunicazione, ma soprattutto occorre
capire che, seppure la verità è una sola,
i modi per presentarla sono molteplici,
e sta a noi capire quelli giusti per il nostro tempo”.
Luca Giancarli
Comunicazione e Cultura
H
anno il compito di
“contribuire ad incidere con l’annuncio del Vangelo il tempo moderno”. Per assolverlo devono avere almeno tre
qualità: una “forte identità
ecclesiale”, “spessore culturale” e “capacità creativa”. A delineare l’identikit
degli animatori della comunicazione e della cultura è mons. Giuseppe Betori, segretario generale della
Cei, aprendo a Roma il 17
febbraio il Convegno nazionale che su iniziativa
dell’Ufficio per le comunicazioni sociali e del Servizio per il progetto culturale
della Cei ha per tema:
“Con il genio della fede in
un mondo che cambia”.
Al servizio della comunità. La prima
caratteristica dell'animatore impegnato
nel campo dei media e della cultura è la
sua "forte identità ecclesiale" e nello
"stesso tempo" – ha aggiunto mons. Betori - la capacità di proiettarsi "in tutti
quegli spazi di dialogo e di confronto
con il mondo contemporaneo che sono
appunto segnati dalle comunicazioni sociali e dalla cultura". Dall'animatore la
Chiesa si attende anche la capacità di
dare un “nuovo spessore culturale all’annuncio del Vangelo”, intercettando
gli uomini e le donne di oggi con “una
proposta credibile di
senso e di verità, là dove
essi vivono, all’interno
delle loro domande spesso cariche di angoscia,
attraverso le inquietudini
e le speranze che segnano i nostri giorni”. Si
tratta quindi di “aiutare
la comunità ecclesiale –
ha spiegato mons. Betori
- ad entrare in dialogo con gli uomini
del nostro tempo, utilizzando tutti quei
linguaggi e quei percorsi culturali che
plasmano il volto della società contemporanea”. Il terzo elemento che caratterizza la figura dell’animatore è “la sua
capacità di sviluppare uno slancio innovativo e una capacità creativa”. Si tratta
– ha detto mons. Betori – di “rendere la
presenza e il contributo della Chiesa nel
territorio più significativi e interessanti
per i cattolici ma anche per quanti non si
riconoscono nella vita ecclesiale”.
Partire dalla parrocchia. Il segretario
generale della Cei ha poi ribadito che il
luogo primario dove dispiegare tutti
questi sforzi è la parrocchia, “là dove –
ha spiegato – i cambiamenti segnano
più da vicino la vita quotidiana delle
persone e dove quindi più si avverte la
frattura tra la tradizione cristiana, che
trovava nella famiglia e in genere nella
società il proprio supporto, quella tradizione a cui finora abbiamo affidato il
compito della trasmissione della fede, e un
ambiente culturale che
da essa sempre più si distacca e che va, pertanto, nuovamente evangelizzato”. Mons. Betori
ha quindi concluso il
suo intervento lanciando
un invito: “Uscire da
una sorta di atteggiamento subalterno del mondo cattolico
nei confronti delle egemonie culturali
che tendono ad emarginarlo”.
Questo atteggiamento – ha aggiunto –
“nasce dalla convinzione che nel Vangelo ci è data una fonte di piena verità sul
mondo e sull’uomo” e “il primo ambito
in cui deve emergere questa consapevolezza propositiva del cristiano oggi è
quello delle comunicazioni sociali”.
Parrocchie
che aprono
gli occhi
Le tre
qualità
L'animatore culturale
rappresenta nella comunità
cristiana “un ponte con
la realtà culturale”.
Lo ha detto
mons. Claudio Giuliodori
direttore dell’Ufficio Cei
per le comunicazioni sociali,
a cui abbiamo rivolto alcune
domande in apertura del
convegno nazionale su
“Animatori della comunicazione
e della cultura. Con il genio
della fede in un mondo che
cambia".
A che punto è la diffusione e la
crescita della figura dell’animatore culturale nelle diocesi?
La figura dell’animatore della
comunicazione della cultura sta suscitando grande interesse in tutte le
diocesi italiane. L’iniziativa dei vescovi ha colto un’esigenza molto
diffusa e nella presentazione del
Direttorio si registra una grande attenzione, curiosità e ricerca dei
ruoli e dell'identità di questa figura.
Appare chiaro che la figura dell’animatore coglie la necessità di
evangelizzare il nostro tempo, la
nostra cultura e questo mondo segnato dai media. Gli operatori pastorali, a partire dai parroci e da
tutte le persone più impegnate nella comunità ecclesiale, vedono in
questa figura un aiuto per il lavoro
che stanno svolgendo, quasi un
ponte con la realtà sociale e culturale. Nel contempo riconoscono la
necessità di andare a coprire degli
ambiti che ad oggi risultano essere
ancora un po’ scoperti o non curati
con la dovuta attenzione.
Quali ad esempio?
Ci sono ambiti, come quelli dei
rapporti con i media, laici e cattolici, che necessitano di avere degli
interlocutori preparati e affidabili
ed anche critici. C’è la necessità di
promuovere anche strutture come
la Sala della comunità ed iniziative
come “Portaparola” di Avvenire e
l’utilizzo e la valorizzazione di iniziative mediatiche nazionali.
Ci sono poi le nuove tecnologie…
Queste sembrano costituire ormai una estensione dell’attività
pastorale della parrocchia. Le potenzialità di Internet sono sempre
più oggetto di studio e di attenzione degli operatori pastorali. Per
questi motivi intorno alla figura
dell’animatore registriamo un interesse generale, ma anche speci-
fico, per le sue funzioni concrete
che può svolgere.
Quante diocesi si sono già dotate
dell’animatore della comunicazione e della cultura?
Allo stato attuale possiamo dire
che un terzo delle diocesi italiane
ha provveduto a presentare in maniera qualificata il Direttorio. Ed
è già un segnale di attenzione che
in pochissimi mesi ha prodotto
una diffusione del documento insolita rispetto ai tempi prolungati
che a volte registriamo per altre
iniziative. Abbiamo anche la segnalazione di molte parrocchie
che stanno attivando delle iniziative. Oltre alla conferma e al rilancio di quelle figure che già
operavano in questo settore, come
la sala della comunità o i webmaster parrocchiali, che stanno vedendo riconosciuto il loro lavoro.
Ad oggi non è possibile quantificare il numero degli animatori.
Ma il problema non è quantificare
ma far sì che questa figura entri
nelle premure formative ed organizzative delle nostre comunità.
In questo senso il referendum
sulla legge 40/2004 rappresenterà
un banco di prova importante?
Il card. Ruini nell’ultimo Consiglio permanente a Bari ha indicato
in questo appuntamento referendario un'occasione per approfondire i
temi della vita e per un'ampia opera di formazione e informazione e
ciò coinvolge direttamente i media
ecclesiali. Questi sono chiamati a
trovare forme creative per sostenere l’iniziativa. Ma è necessario tenere conto anche della concretezza
della vicenda referendaria. Man
mano che si avvicina l’appuntamento i nostri media dovranno offrire anche criteri puntuali per un
discernimento rispetto alle posizioni da assumere in merito al voto.
E
ditoria, Tv, radio ed Internet. Variegata e complessa la presenza della Chiesa italiana nel mondo dei media. A delinearla è stato mons. Giuseppe Betori aprendo a Roma il convegno degli animatori della comunicazione e della cultura. Si comincia dal quotidiano Avvenire, che ha superato la soglia delle 100.000 copie. Sul versante radiotelevisivo, si posiziona Sat2000, di cui – ha annunciato mons. Betori – "si spera prossimo il passaggio al digitale terrestre, che ne
dovrebbe garantire una maggiore visibilità". C'è poi il circuito radiofonico InBlu che ha visto il significativo convergere
di oltre 200 radio locali in un progetto di respiro nazionale. Si registra inoltre la presenza della Fisc (oltre 140 settimanali
diocesani, circa 1 milione di copie) e il costante apporto al lavoro dei settimanali mediante l'agenzia Sir, che per i media
laici mette on line anche un servizio quotidiano e un servizio europeo in tre lingue. Sono infine 9.000 i siti di area cattolica censiti e registrati. Sul fronte del progetto culturale, la Chiesa italiana può contare su una rete di 262 referenti diocesani sparsi per l'Italia. Il Servizio Cei per il progetto culturale si avvale di 225 esperti, vale a dire docenti universitari, ricercatori e
professionisti di alto livello coinvolti a vario titolo nel progetto. Sei i Forum realizzati – con personalità del mondo cattolico appartenenti alle più importanti discipline scientifiche – con 1.720 pagine di idee e 36 volumi pubblicati. Sono 92 i progetti
di ricerca realizzati; 1.200 le iniziative nate sul territorio; 373 i centri culturali cattolici censiti per la prima volta ed entrati in contatto con la Cei; 50 borse di studio assegnate a giovani ricercatori. Si terrà ad aprile il primo Forum interdisciplinare
sempre di giovani ricercatori cattolici. Da segnalare anche il tentativo di creare una forma di collegamento tra le migliaia di realtà che compongono l'arcipelago culturale della Chiesa italiana: università pontificie, cattoliche e civili, facoltà teologiche,
musei diocesani, biblioteche ecclesiastiche, centri culturali, riviste, case editrici, mezzi di comunicazione sociale locali, gruppi universitari, singoli studiosi…
Comunicazione e Cultura
24 febbraio 2005
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24 febbraio 2005
Comunicazione e Cultura
La figura dell’animatore della
comunicazione e della cultura vista
attraverso la prospettiva socio-culturale
e pastorale. È stato questo il filo
conduttore degli interventi di Mauro
Magatti e Chiara Giaccardi, docenti
all’Università Cattolica di Milano e
di mons. Sergio Lanza, dell’Università
Lateranense di Roma nel corso della
giornata di apertura del convegno Cei.
Ma che razza di
animatore è ?
Comunicazione e Cultura
“Riprendere con vigore il
tema dell’educazione delle
persone e lavorare sul sistema
mediatico sul quale strutturiamo i nostri comportamenti”.
Sono anche questi, per i docenti dell’Università Cattolica
di Milano, Mauro Magatti e
Chiara Giaccardi, gli orizzonti su cui l’animatore della
comunicazione e della cultura
è chiamato a lavorare. “Si
tratta – hanno detto nel loro
intervento a due voci al convegno Cei – di capire quali
sono i bisogni che stanno dietro alcuni atteggiamenti e trovare le risposte adeguate”.
“Quali domande, ad es.:,
nasconde il consumo di programmi come Il Grande fratell’ o l’abuso di sms?”, si sono chiesti i due sociologi, per
i quali “non basta conoscere o
appropriarsi del linguaggio
dei media per comunicare”.
“Viviamo – hanno aggiunto
- in un tempo di sofferenza in
cui le persone, specialmente i
giovani, presentano delle
personalità modulari, provvisorie, inventate giornalmente, costruite attraverso realtà
di consumo (vacanze, abiti,
autovetture…) e attraverso
un eccesso di possibilità che
non tutti hanno, basti pensare
alla diseguale distribuzione
delle risorse”.
Da qui dipende anche “la
difficoltà di costruire la propria identità e l’incapacità di
mostrare coerenza di scelte.
Siamo di fronte ad un tempo
di sofferenza che i cristiani
devono assumersi per riarchitettare il mondo in forme nuove senza esclusioni. Non si
può dare per scontato la ‘costruzione’ delle persone.
Compito dell’animatore,
dunque, è anche alimentare
nelle persone la capacità di
rielaborare ciò che viene dall’esterno, per evitare di esserne invasi. Il tutto si traduce
nel rivalutare l’identità, l’esperienza e la relazione ed in
questa opera – è stata la conclusione – l’esperienza dei
media si rivela cruciale. L’animatore è chiamato, infatti, a
limitarne i rischi e ad implementare le potenzialità”.
24 febbraio 2005
“L’animatore non è un dubitoso claudicante, ma uno
che si interroga, uno sempre
attento a non identificare la
propria parola con la Parola
di Dio, ma pur consapevole
di dovere ‘in timore et tremore’ testimoniare e proclamare la Parola di Dio”. È
quanto ha detto mons. Sergio Lanza, dell’Università
Lateranense. Nel corso del
suo intervento mons. Lanza
ha evidenziato alcuni tratti
dell’animatore rifacendosi
direttamente al recente documento dei vescovi italiani, ‘Comunicazione e missione. Direttorio sulle comunicazioni sociali nella
Chiesa’. “L’animatore – ha
detto - ha precise e specifiche competenze. È uno specialista”. Tra i suoi pregi,
quello di “non essere un imbonitore e nemmeno un tecnico delle sollecitazioni di
massa ma un esperto in
umanità relazionale, un leader e un garante che non si
appropria del gruppo e dell’attività”.
L’interdipendenza tra cultura e comunicazione, ad
avviso di Lanza, spalancano
“nuovi orizzonti all’azione
pastorale e chiamano in
campo specifici operatori
qualificati” nell’ambito della cultura e della comunicazione. Ma perché sia “un attore pastorale competente
deve sapere anche lavorare
in équipe e in rete”. È, infatti, impossibile immaginare
“un animatore isolato e dotato di tutte le competenze
necessarie”.
Per questo ha concluso il
docente “deve essere capace
di relazioni interpersonali e
sociali, di favorire contesti
di apertura e di dialogo,
esperto in progettualità, capace di analisi, previsione,
di concretezza operativa, un
professionista”.
Ma non solo. Deve essere
anche “un testimone della
fede, un servitore del Vangelo, esperto in umanità, attento al mistero e aperto alla
trascendenza”.
D.R.
18
Progetto a misura di famiglia
Laboratori
Si è concluso il laboratorio teatrale per ragazzi
I muri del pregiudizio
S
i è concluso il Seminario di
mediazione teatrale diretto dal
regista Paolo Billi, responsabile del Teatro del Pratello. Tale seminario, organizzato dalla Scuola di
Pace, si è rivolto ad un pubblico costituito da insegnanti, operatori sociali, psicologi, attivi presso il Tribunale dei minori di Ancona, musicoterapeuti.
Il tema degli ultimi due incontri è
stato dedicato a quello che i ragazzi
dell’I.P.M., in collaborazione con
ragazzi degli Istituti superiori di
Bologna, hanno realizzato sul muro
del pregiudizio e sull’essere straniero: lo straniero, le mura e l’infinito
che non c’è, condomini al Pilastro
(quartiere multietnico di Bologna),
straniero nei gusti, straniero a se
stesso, straniero in compagnia, tra
le mura di casa, straniero al proprio
corpo, straniero nella notte.
Il progetto Dialoghi 2003/04 ha
esplorato la parola straniero definendo due territori: essere straniero
e sentirsi straniero. Alcuni racconti
di Kafka hanno accompagnato i diversi laboratori di scrittura e di lettura, diventando la cornice-labirinto in cui si vanno a comporre tutti i
diversi lavori. Il progetto Dialoghi
non è un progetto teatrale in senso
stretto ma opera attraverso laboratori di scrittura, lettura e video per costruire un evento conclusivo in forma di spettacolo. A tale progetto
partecipano sette Istituti superiori e
l’ufficio Servizio Sociale Minorenni
di Bologna e una comunità educativa, oltre ai ragazzi del Pratello, nell’intenzione di sviluppare ulteriori
interventi rivolti ad adolescenze diverse. Si costruiscono così occasioni di incontro fra gli studenti, i ragazzi ospiti dell’Istituto, gli educatori e il personale di sorveglianza.
Tale progetto getta un ponte tra il
dentro e il fuori. Il tema dello straniero si collega al tema del muro
creato dal pregiudizio, è il rischio
che ogni persona che si presenta
con una esistenza diversa da quella
che è definita normale corre quando
19
ritorna in un contesto sociale. Oggi
sono tanti i rischi per un adolescente e, soprattutto, per un adolescente
che vive in un istituto penale. Sono
i rischi di un mondo in cui tutto è
precario, in cui non è facile crescere
e trovare la propria strada ma i rischi maggiori sono quelli che nascono dai pregiudizi, dal disagio,
dalla paura. Billi offre, attraverso il
suo laboratorio di mediazione teatrale, a questi giovani l’opportunità
di correre un rischio, un rischio
buono, quello di trovare il coraggio
di esporsi, di mettersi in gioco assieme a tanti altri giovani per una
esperienza teatrale ludica che, proprio perché non programmata come
intervento educativo, fa cadere dal
loro cuore il muro. Il muro che questi ragazzi sono riusciti ad abbattere
è quello della sofferenza, il muro
del pianto, che vediamo fisicamente
in tante parti del mondo.
Questo muro fisico, nel progetto
teatrale del 2004, è stato costruito
idealmente dai ragazzi del Pratello
che su quel muro hanno riversato
non solo le loro sofferenze ma anche i loro sogni, le loro aspettative.
Il muro è stato dipinto, accarezzato,
coccolato, reso proprio. Al termine
del lavoro non era più un ostacolo
ma aveva permesso la liberazione
della persona. Il muro del pregiudizio non esisteva più e non c’era più
bisogno di raccontare questa storia
La costruzione del muro
“Già ai tempi del nonno si pensava
che il muro doveva separare i giovani a nord dai vecchi a sud; il muro dell’età doveva dividere la popolazione, perché alcuni ragazzi
non sopportavano più la presenza
degli anziani: dicevano che gli impedivano di divertirsi. Gli anziani
non sopportavano più la presenza di
ragazzacci di strada durante le passeggiate pomeridiane. Fu così che il
Sindaco ebbe l’idea di dividere: l’erba dalla gramigna, così che la
capra non mangi il cavolo e il cavolo non strangoli la capra”.
Rosaria Leonardi Cenerelli
24 febbraio 2005
per genitori
L
a Consulta del Volontariato è nata
con lo scopo di raccogliere le Associazioni che operano nel territorio
senigalliese in ambito socio-sanitario. Confrontarsi significa lavorare meglio, rinnovare e rinforzare la solidarietà, rendendosi
più credibili di fronte alle istituzioni. Durante questi anni sono più di trenta le Associazioni che vi hanno aderito.
Nel progetto 2004-2005 c’è “La famiglia”. L’educazione dei figli – Le scelte
della famiglia – I ragazzi protagonisti.
L’obiettivo è riscoprire l’importanza della
relazione genitori-figli contro una comunicazione che si va riducendo. I destinatari sono i genitori di bambini in età prescolare, elementari e medie.
Gli Incontri, presso il Seminario di Senigallia con il relatore dott.Massimo Borri – psicologo-psicoterapeuta della Comunità Capodarco di Fermo, saranno tutti al
martedì alle ore 21.
Sono già avvenuti quelli dei giorni 15 e
22 febbraio 2005, mentre i prossimi saranno il 1°, l’8 ed il 15 marzo 2005. Nell’incontro dell’8 marzo si svolgerà un laboratorio pratico (per un gruppo di 10-20
persone circa) per sperimentare come la
risorsa corpo-gioco è fondamentale per
favorire e migliorare la relazione diretta
genitori-figli; nell’ultimo incontro del 15
marzo sempre un laboratorio pratico (per
15-20 persone circa) sulle “dinamiche di
gioco” per fornire competenze ai genitori
e sperimentare dei giochi da fare anche a
casa propria. Per i due incontri pratici occorre prenotarsi per organizzare il gruppo
nell’attività pratica.
dalla città di Senigallia
A denti stretti
Durante un tentativo di rapina due malviventi hanno
lanciato la proprietaria della tabaccheria Aguzzi in
Piazza Saffi, a Senigallia, contro una vetrina di cristallo, con una violenza tale da sfondarla.
Maria Aguzzi, come ogni sera alle 8, stava pulendo il
pavimento della sua tabaccheria nel centro città quando improvvisamente si è accorta di due uomini che,
coperti di passamontagna ed armati di pistola sono entrati nel negozio.
I due, urlando, hanno lanciato la donna contro una vetrina di cristallo del negozio, che è andata in mille
pezzi. Alle persone che si trovavano all’esterno, la
violenza dell’urto ha fatto pensare ad uno sparo.
Elezioni amministrative
Proprio il rumore ha richiamato l’attenzione di alcuni
giovani che si trovavano all’esterno del negozio. Ai
malviventi non è restato altro che darsi alla fuga in bicicletta, nella direzione del Teatro “La Fenice” senza
lasciare tracce.
Colpisce l’aumento, in queste settimane, dei casi di
tentativo di furto (alcuni andati a segno) a danno di
negozi e persone in diverse zone della città. Con metodi sempre più ‘spettacolari’ e violenti.
Si incontrano spesso poliziotti e carabinieri di quartiere, ma a quanto pare questo non basta. Specie nelle
ore più a rischio (il primo pomeriggio e nella vicinanza della chiusura dei negozi), i negozianti sono più
vulnerabili. Ed il controllo del territorio, anche nei
mesi invernali, diventa ancor più necessario.
Il voto
degli
stranieri
I
a cura di Michele Pinto
www.viveresenigallia.it
Succede a Senigallia
• Sabato 12 Febbraio 2005
L’editore ed editore di Sprint e
sprintonline.com ha annunciato la
propria candidatura a Sindaco di Senigallia per la lista civica Forza Senigallia. Verso la sospensione, per il
periodo elettorale, le due testate.
nuova Piscina delle Saline. Il sindaco Luana Angeloni e l’assessore ai
lavori pubblici Maurizio Mangialardi hanno presentato in anteprima
agli organi di informazione la Nuova Piscina Comunale delle Saline,
la cui apertura ufficiale è fissata per
il giorno 13 marzo.
• Domenica 13 Febbraio 2005
Nella prima mattina un’auto è
uscita dalla carreggiata dell’A14 all’altezza di Montignano per andare
a schiantarsi contro un’abitazione
adiacente all’autostrada. Il 31enne
Alessandro Tommassoni che era alla guida del mezzo è morto nell’impatto.
• Martedì 15 Febbraio 2005
È tutto pronto per l’apertura della
• Giovedì 17 Febbraio 2005
Vincenzo Savini si qualifica come
maggior antagonista di Luana Angeloni nella corsa alla poltrona di
Sindaco. In due giorni raccoglie il
consenso di Forza Italia e dell’Udc.
• Venerdì 18 Febbraio
Durante un tentativo di rapina due
malviventi hanno lanciato la proprietaria della tabaccheria Aguzzi in
Piazza Saffi contro una vetrina di
cristallo, con una violenza tale da
sfondarla. La Signora rimarrà illesa,
ma lo spavento è stato grande.
Il reato di essere poveri. Nella
mattinata sono stati scoperti ed arrestati dei clandestini che vivevano
abusivamente in alcuni locali in disuso situati sulla SS16 tra Marina di
Montemarciano e Falconara .
• Sabato 19 Febbraio
Ha aperto il 19 febbraio, nel centralissimo Corso 2 Giugno n. 90 (ex
negozio Bozzi), la sede del candidato Sindaco del Centro Sinistra, Luana Angeloni, dove verrà coordinata
la sua campagna elettorale per le
comunali.
Dill’ al monc’ in piazza
Questa settimana
ospito, nella mia
rubrica, la lettera inviata in data 10 febbraio 2005 dal Sindaco Luana Angeloni al Presidente del Consiglio d’Amministrazione Gorgovivo Multiservizi
s.p.a. Avv.Valeria Mancinelli ed al Direttore generale multiservizi s.p.a.
Ing.Patrizio Ciotti, entrambi ad Ancona, relativa alla fattura consumi utenze
del gas metano (V.M. n.2 del 20 gennaio 2005).
“Gentile Presidente e gentile Direttore, il settimanale della diocesi La
Voce Misena, con un articolo compar-
dalla città di Senigallia
so nella rubrica Dill’ al monc’ in piazza, che allego in copia, solleva la questione delle modalità con cui vengono
rilevati i consumi del gas metano e la
successiva fatturazione degli stessi.
In particolare si lamenta un conteggio basato sul consumo presunto, salvo conguaglio annuale, che porta, in
alcuni casi, alla emissione di fatture
d’importo elevato con conseguenti
difficoltà per coloro che si trovano a
dover pagare somme talora rilevanti.
Vi sarei grata se poteste spiegarmi
come è strutturato il servizio di lettura
dei consumi e in quale modo sia possibile evitare i disagi lamentati. Con24 febbraio 2005
dibattito sulla città
Gli avvenimenti più importanti dal 12 al 19 febbraio
a cura di
Giuseppe Nicoli
siderato che vorrei poter spiegare ai
lettori del settimanale cosa accade e
quanto possa essere fatto Vi chiedo la
cortesia di rispondermi in tempi brevi”. Pertanto, restiamo in attesa di
ospitare, sempre in questa rubrica, la
risposta dei suddetti destinatari.
Tanti auguri a chi si chiama: Gabriele, Rina, Leandro (27 febbraio);
Romano (28 febbraio); Silvio, Albino/a,
Bino (1 marzo); Quinto (2 marzo); Tiziano, Camilla (3 marzo); Lucio, Elpidio (4 marzo); Olivia (5 marzo).
20
21
Nuovo regolamento
per le circoscrizioni
I
l Consiglio Comunale di
Senigallia ha approvato all’unanimità la settimana
scorsa il nuovo regolamento
delle circoscrizioni, che stabilisce le nuove competenze di
questi importanti organismi
decentrati per il prossimo mandato amministrativo. L’articolato contiene in particolare due
innovazioni che meritano di
essere evidenziate.
La prima è di natura propositiva, nel senso che le circoscrizioni avranno d’ora in poi la
possibilità di indicare all’Amministrazione, attraverso una
propria delibera, gli interventi
da attuare sul territorio di pertinenza. La seconda competenza
che viene acquisita è invece di
carattere gestionale: le circoscrizioni avranno infatti a disposizione un budget, ad esse
destinato dal Consiglio Comunale, per eseguire direttamente
piccoli interventi (potrà trattarsi ad esempio di micromanutenzioni, della gestione del verde o di lavori su impianti comunali) che riguardino opere
di interesse circoscrizionale.
L’occasione è utile per ricordare anche la modifica territoriale, già votata nello scorso
settembre dal Consiglio Co-
munale, con la quale l’intera
zona delle Saline viene trasferita dalla Circoscrizione Sud a
quella del centro storico. I motivi di tale decisione, come fu
spiegato a suo tempo, si fondano essenzialmente su una questione demografica, essendo
necessario ripartire più equamente la popolazione tra le
quattro circoscrizioni, ma sono
dovuti anche all’esigenza di
riunire porzioni di territorio
caratterizzate da problematiche
maggiormente uniformi.
“Sono davvero molto soddisfatta – ha dichiarato Ines Moretti, Presidente della I Circoscrizione e coordinatrice del
gruppo che ha realizzato il nuovo regolamento – per l’ottimo
lavoro portato avanti in questi
mesi dal gruppo dei quattro
presidenti di circoscrizione. Abbiamo così raggiunto un obiettivo importante nell’interesse
dei cittadini. Rispetto al precedente, il nuovo regolamento ha
maggiore incisività grazie all’acquisita autonomia finanziaria e alle superiori capacità gestionali. Le circoscrizioni potranno così intervenire in maniera effettiva e dare una risposta certa sulle situazioni di rispettiva competenza”.
24 febbraio 2005
l 3 e 4 aprile 2005, oltre alle
elezioni regionali, comunali e
circoscrizionali, si svolgeranno anche quelle dei Consiglieri
comunali stranieri, che vengono
“aggiunti” all’interno delle civiche assemblee con ruoli e funzioni particolari.
Le procedure per le loro elezioni sono contenute in un apposito
regolamento, approvato con deliberazione del Consiglio Comunale (la n° 125 del 10.11.1999) e
successivamente modificato con
atto del Commissario Straordinario (n° 9 del 17.2.2000).
Il dato essenziale è comunque il
seguente: la popolazione extracomunitaria ha raggiunto nel nostro
territorio la fascia che va da 801 a
1.600 individui, ragione per la
quale nel prossimo mandato saranno due – anziché uno solo – i
consiglieri “aggiunti” all’organismo consiliare.
La seconda informativa riguarda
invece le modalità del diritto di
voto e di eleggibilità alle elezioni
comunali per i cittadini stranieri
appartenenti all’Unione Europea
che siano residenti nel Comune di
Senigallia ma non ancora in possesso della cittadinanza italiana.
Coloro tra questi che intendano
partecipare alle prossime elezioni
per il rinnovo del Consiglio Comunale dovranno presentare domanda per l’iscrizione nella lista
elettorale aggiunta che verrà appositamente istituita. Tale domanda,
da rivolgere al Sindaco e presentare all’Ufficio Elettorale, dovrà
contenere cognome e nome, luogo
e data di nascita, cittadinanza, attuale residenza, indirizzo dello
Stato di origine, richiesta di iscrizione nell’anagrafe della popolazione senigalliese (qualora non
siano già iscritti) e naturalmente la
richiesta di iscrizione nella lista
elettorale aggiunta. Alla domanda
deve essere allegata una dichiarazione sostitutiva di un documento
di identità valido o una fotocopia
del documento stesso.
dalla città di Senigallia
L’
idea di “Azzurro come il
mare” ruota attorno alla riconosciuta immagine gastronomica di Senigallia testimonial
di una campagna promozionale su
scala nazionale (che vede l’utilizzo
delle maggiori testate specializzate
nel settore dell‚enogastronomia
“Slow Food”, Viaggi del Gusto,
Gambero Rosso, Vie del Gusto,
Viaggi e Sapori, Sale e Pepe, supportata da uno specifico ufficio stampa)
per valorizzare le specie ittiche massive della regione Marche e di conseguenza tutto il territorio.
Al centro del progetto la professionalità dei cuochi e dello staff specializzato dell’Istituto Alberghiero “Panzini” di Senigallia che curerà i Laboratori del Gusto di “Azzurro come il
specie ittiche pescate in Adriatico, e
del pesce azzurro in particolare. Il
pesce “povero” dell’Adriatico che in
realtà è notoriamente ricco di tante
sostanze benefiche per l’organismo
come gli omega 3, acidi grassi polinsaturi, che portano grandi benefici
per le arterie e proteggono tutto l’apparato cardio circolatorio. Tali acidi
grassi insaturi e polinsaturi garantiscono un effetto protettivo e di prevenzione verso le malattie cardiovascolari. Inoltre il contenuto di colesterolo è molto basso. Altri aspetti
positivi dal punto di vista del valore
nutrizionale sono legati alla presenza
di iodio che aiuta la funzionalità tiroidea, l’alta digeribilità delle carni e
l’assorbimento durante la digestione.
Il progetto vede il coinvolgimento
Febbraio, il mese del pesce azzurro, con tante iniziative
Colori e sapori
del mare Adriatico
mare”, dove per quattro serate verranno insegnati tutti i segreti di sarde,
suri, alici, sgombri, morgani, mazzole, sardoni, aguglie, lanciardi appena
pescati dalla marineria del luogo.
Specie ittiche dagli aromi di un
tempo tutte da scoprire: le loro caratteristiche, i valori nutritivi, i criteri di
acquisto, come pulirle, conservarle e
naturalmente cucinarle, attraverso un
percorso di oltre quaranta piatti diversi. I laboratori si svolgeranno
presso aule appositamente attrezzate,
e si concluderanno con la degustazione dei piatti proposti e spiegati,
con l’abbinamento di un‚accurata selezione di vini locali.
I laboratori del gusto di sono stati
pensati come iniziativa di pregio di
educazione al gusto, ma soprattutto
come occasione di conoscenza delle
dalla città di Senigallia
dei produttori locali e delle loro associazioni di categoria: Lega Pesca
regionale e l’Associazione Produttori
Pesca Misa Senigallia. I pescatori
della Lega Pesca Marche, grazie alla
loro antica esperienza, racconteranno
dove, come e in quali periodi dell’anno il pesce azzurro viene pescato. Esperti del settore spiegheranno
le caratteristiche nutritive ed organolettiche delle varie specie, come riconoscerle ed acquistarle quando sono
fresche, i mesi di maggiore disponibilità e poi come pulirle e conservarle, le tecniche di sfilettatura, cottura
e tante altre curiosità.
Insomma se nelle Marche si pesca
dell’ottimo pesce azzurro a Senigallia lo si sa di certo cucinare, e per
questo, nell‚ambito di “Azzurro come il mare”, è stato realizzato un ri-
24 febbraio 2005
cettario sulla buona cucina del territorio. Una guida curata da Claudio
Riolo, responsabile di altri importanti lavori sulla cucina e la ristorazione, dove verranno descritte le caratteristiche del pesce, le modalità di
pesca, la storia dei pescatori e, ovviamente, le ricette che si svolgeranno
durante i laboratori del gusto tra cui:
carpaccio agli agrumi di palamiti, acciughe in carpione, filetto di lanciardo con pinoli e uvetta o con piopparelli e pancetta stufata, sarde alla brace, all’arancio, fritte in tempura
d’uovo, aguglie spiedate all’alloro e
guanciale, sgombro al vapore, alle
verdurine, filetti di suro in agrodolce,
e ancora, spaghetti di farro, acciughe
e finocchietto, pennette alla palamite
e timo, risotto sgombro e carciofi,
conchiglie con peperoni e acciughe,
fusilli con cimette e lanciardi, maccheroncini di Campofilone con le
sarde. La guida intitolata “Pescato e
Cucinato” potrà essere richiesta gratuitamente presso il Comune di Senigallia.
La fama del pesce azzurro ha origini antiche, il garum è la più famosa
salsa di pesce azzurro che risale ai
tempi dell’antica Roma, preparata a
base di sgombri, sardine e acciughe.
In passato il pesce azzurro era considerato un pesce povero e di qualità
inferiore, “plebeo” perché era l’alimento principale dei pescatori e delle
loro famiglie ed era possibile trovarlo solo nelle osterie più popolari.
E anche coloro che da sempre apprezzano il sapore ed il profumo di
mare che il pesce azzurro conserva,
forse ancora non sanno quanto ricca e
variegata sia questa famiglia di specie eterogenee. Una gran folla di pesci e pesciolini di tutte le dimensioni,
ognuno diverso per sapore, caratteristiche e modalità di preparazione.
Quando si parla di pesce azzurro non
si intende un gruppo scientificamente
definito. &Azzurri” sono tutti quei
pesci accomunati dal riflesso più o
meno bluastro della pelle dorsale ed
argenteo di quella ventrale.
Il fortunato connubio dei sapori di
mare con i prodotti genuini delle
campagne locali ha portato Senigallia ad affermarsi come uno dei più
importanti distretti della ristorazione
italiana. Con “Azzurro come il mare” Senigallia diventa testimonial di
una campagna promozionale su scala
nazionale per valorizzare le specie ittiche massive della regione Marche.
Alessandro Piccinini
22
Vita dell’associazione a Barbara ed Ostra Vetere
Misa - Esino - Frasassi
Tutti i numeri
Il turismo
dell’Avis
I
T
recentosettantasei donazioni
in un anno, un trend gratificante per la sezione intercomunale Avis di Ostra Vetere e Barbara che, in attesa dell’assemblea
generale dei soci, può tracciare un
bilancio rassicurante circa l’attività
portata avanti nel decorso 2004.
L’incremento delle donazioni costituisce, in effetti, il miglior dato di
sintesi per un sodalizio che ha, del
resto, compiuto significativi passi
anche per quel che concerne le adesioni. I donatori effettivi sono ormai
ben 265, con 16 nuove iscrizioni a
fronte di sole 4 cancellazioni. Se si
considerano inoltre i 44 ex donatori
partecipanti alla vita associativa e i
2 soci collaboratori, si arriva a un
totale di 311 affiliati, dato numerico
eloquente se si considera che la sezione accorpa gli iscritti di due centri che hanno una popolazione complessiva di circa cinquemila abitanti. Un bilancio che incoraggia, dunque, e al quale si aggiungono altre
importanti novità: è infatti ormai
pronta la nuova sede sociale, nell’immobile di via Gramsci recentemente acquistato e ristrutturato. Imminente l’inaugurazione, che scandirà un altro passaggio fondamentale nella lunga ed operosa vicenda
del sodalizio: “Usciamo -afferma la
presidentessa dell’Avis di Ostra Ve23
tere e Barbara, Stefania Magagninida tre anni molto importanti. Abbiamo festeggiato da poco il “cinquantesimo” dalla costituzione dell’Avis,
diffondendo anche un volume rievocativo che è stato consegnato a tutte
le famiglie dei due paesi. I comuni
di Ostra Vetere e di Barbara hanno
inoltre entrambi intitolato ai donatori due giardini siti nei rispettivi centri urbani. Queste iniziative hanno
prodotto un significativo ritorno
d’immagine e, quel che più conta, si
sono risolte in una nuova occasione
per promuovere il valore della donazione. Ora abbiamo anche superato in modo definitivo l’annosa questione della sede sociale e ci accingiamo a trasferirci, dalla vecchia allocazione di via Leopardi, ai nuovi
ambienti nello stabile antistante la
chiesa di Santa Maria di Piazza.
Riteniamo che questa scelta, che
ci è ovviamente costata non pochi
sacrifici tanto sul piano operativo
quanto su quello finanziario, possa
rispondere appieno alle attese degli
associati.
Nel frattempo -così prosegue Stefania Magagnini- è sensibilmente
migliorata la dinamica dei controlli.
Per quanto riguarda per esempio la
risposta alle analisi periodiche alle
quali sono chiamati a sottoporsi tutti i donatori, i medici del centro trasfusionale contatteranno immediatamente l’associato nel caso dagli
accertamenti risulti qualche anomalia. L’attività della sezione, grazie
anche al generoso impegno dei
componenti del direttivo e dell’intera platea degli associati, continua
dunque a mantenersi intensa, nell’ottica della migliore tutela di chi
dona e del valore del gesto che ha
scelto di compiere.”
Raoul Mancinelli
24 febbraio 2005
fa sistema
l Sistema Turistico Locale “Misa
Esino Frasassi” fa scuola. Si tratta
infatti del primo STL riconosciuto
in Italia. Una sorta di apri pista rispetto gli altri sistemi turistici che si sono
sviluppati successivamente. Proprio
per questo motivo alla Bit di Milano,
presso il desk personalizzato del STL
“Misa Esino Frasassi” allestito all’interno dello stand della Regione Marche, oltre ad operatori del settore e turisti interessati, si sono recati anche
molti studenti universitari. Il motivo è
proprio lo studio del sistema, come è
nato, come funziona la sua struttura e
come si sta sviluppando. Nota sicuramente interessante e positiva, oltre
che motivo di orgoglio di tutti i comuni associati al sistema e del coordinatore del “Misa Esino Frasassi” l’Assessore al Turismo del Comune di Senigallia Andrea Nardella, che proprio
in questi giorni sta lavorando come
STL all’organizzazione del primo
convegno nazionale sui sistemi turistici locali intitolato “Fare Sistema”.
Molti gli enti, amministratori pubblici
e responsabili dei sistemi turistici che
hanno mostrato grande interesse all’iniziativa, ed hanno preso contatti proprio alla Bit per prendervi parte.
Presentato anche un dvd dal titolo
“Cuore di Marche” diretto da Luca
Pagliari con la fotografia di Michele
Barone. “Un prodotto multimediale ha spiegato Nardella al folto pubblico
intervenuto - realizzato per divulgare
l’immagine turistica, culturale ed enogastronomica del territorio “Misa Esino Frasassi”. Un territorio ricco di eccellenze, che vede una
continuità infinita tra
colline e mare.
Ancora presto per
un bilancio complessivo di questa Bit anche se sono molti gli
indicatori che fanno
ritenere che il percorso intrapreso dal sistema ‘Misa Esino
Frasassi’ di valorizzazione del territorio
sia quello giusto.
Alessandro Piccinini
dai Comuni della diocesi
A
Famiglie
nobili e
notabili a
Corinaldo
Un libro di Francesca
Pongetti propone
un interessante spaccato
di storia locale.
di Ilario Taus
dai Comuni della diocesi
lla presenza di un folto e qualificato pubblico e con la partecipazione di molti discendenti delle
famiglie corinaldesi nobili e notabili è
stato presentato nella Sala Grande di
Comune di Corinaldo il libro di Francesca Pongetti, “Famiglie nobili e notabili
di Corinaldo”.
Il prof. Dario Cingolani, dopo aver evidenziato come nel libro di Francesca
Pongetti il discorso particolare su Corinaldo sia molto bene inquadrato in un
contesto più ampio di storia generale,
ha spiegato alcuni concetti giuridici diffusi già nei primi secoli del secondo
millennio, sulla base dei quali le famiglie nobili e notabili, per delega diretta,
hanno guidato le sorti della collettività
corinaldese. Prendendo poi spunto dallo
spazio dedicato nel libro a vicende e
personaggi locali e alle biblioteche di
alcune famiglie, ha presentato un percorso parallelo articolato su due versanti: il primo relativo alle fonti, soprattutto archivistiche per la ricostruzione di
storie locali; il secondo sul rapporto tra
cultura e amministrazione del potere.
Interessante si è rivelato in questa parte
un rapido profilo di un umanista, Ser
Giovanni Tinto Vicini di Fabriano, reggente a Corinaldo negli anni
1407.1408 per conto di Pandolfo III
Malatesta, il quale ha scritto un trattato
sulle qualità e le virtù necessarie per
ricoprire cariche di governo. Da ultimo
ha parlato del rilievo che hanno avuto
alcuni corinaldesi (Giovanni Camillo,
Antonio Frezza, Francesco Fabri) nella
storia della prototipografia italiana tra
la fine del Quattrocento e i primi decenni del Cinquecento. Il libro – ha
concluso Cingolani - che risulta pregevole per l’ampiezza della documentazione e per la sicura abilità della ricercatrice nel ricomporre eventi e trasformazioni, fa progredire notevolmente le
conoscenze storiche su Corinaldo e costituisce un sicuro punto di riferimento
per ulteriori ricerche.
L’intervento di Francesca Pongetti in
quanto bibliotecaria si è incentrato sulla
24 febbraio 2005
III ed ultima parte del libro, che è la sezione tecnica. Da questa parte, del resto
è iniziata la sua ricerca esattamente facendo una descrizione di tipo bibliologica in cui gli elementi intriseci ed
estrinseci (come ad es. l’ex libris) hanno la stessa importanza. Ed è proprio
dai nomi dei possessori che ha avuto
inizio il lavoro di Francesca Pongetti
riscontrando 4 nomi di antiche, nobili
famiglie di Corinaldo quali: Amati, Boscarini, Cesarini e Ciani. Da questi nomi, la studiosa di fondi librari a stampa
antichi allarga il suo piano d’azione anche su altre famiglie che incontrò eseguendo una ricerca parallela sia negli
archivi privati (di famiglia e parrocchiali) sia in quelli pubblici (comunale,
archivio di stato e notarile). Il suo studio è singolare in quanto non si ferma
alla sfera storica, sociale ed economica
di questa “terra parva ” quale è Corinaldo ma amplia il suo campo d’indagine verso la biblioteconomia (gestione
della biblioteca e nel suo contenuto
cioè i libri presenti in essa), o meglio
parte propria dal momento della sua
costituzione in quanto “Comunitas” fino ai nostri giorni.
È a partire dal 1291, che Corinaldo
ebbe infatti la facoltà di amministrarsi e
di dotarsi di proprie leggi, contenute negli statuti: leggi che contemplavano anche la costituzione di due organi politici quali: il consiglio generale e di credenza. All’interno di entrambi questi
particolari organi, oltre che nei catasti,
ritroviamo le già citate famiglie nobili
insieme ad altre quali: Cesarini, Orlandi, Paris, Sandreani tralasciando altre
che per taglio di ricerca non sono state
trattate. Queste famiglia avranno il loro
proseguo nel corso dei secoli sia all’interno della cosa pubblica sia all’interno
della sfera economica stringendo inoltre tra di loro forti legami come ad es.
con il vincolo matrimoniale. Nel corso
dell’800 a fianco di queste famiglie si
affacciano le cosiddette famiglie notabili, degne di nota che ancora oggi in
più settori sono presenti e ne sentiamo
parlare quali:
la famiglia Bucci con le sue autolinee, Mario Carafòli e Valerio Valeri noti nel campo della cultura. Domenico
Grandi generale, ministro, senatore e
sentito amico per i corinaldesi e nel
campo medico il dott. Alfonso Federico
Pagliariccio che ha lasciato a noi tutte
le qualità, il modello della persona marchigiana laboriosa, paziente, schiva del
mondo esterno, attaccata ai valori familiari. Ecco allora, tutti questi nomi riferiti a famiglie nobili e notabili vogliono
ricalcare la cosiddetta “terra delle armonie” quale è oggi Corinaldo, piccolo
centro collinare ma domani potrebbe
essere qualsiasi altro territorio facente
parte del “museo diffuso” delle Marche.
Ilario Taus
24
L’Archeoclub di Mondolfo ha lanciato una iniziativa per scrivere
un elenco dei caduti nella Seconda Guerra mondiale
Nomi da ricercare
R
icorre quest’anno il 60° anniversario dalla fine della
Seconda Guerra Mondiale
(1945-2005) e la Sede di Mondolfo
dell’Archeoclub d’Italia si è fatta
promotrice di una iniziativa diretta
ad elaborare un primo elenco di
nominativi dei caduti militari e civili di Mondolfo e Marotta periti o
dispersi nel corso dell’ultimo conflitto. “Già da qualche tempo – ha
spiegato il Presidente della Sede di
Mondolfo dell’Archeoclub d’Italia
Claudio Paolinelli – avevamo avvertito questa carenza. Se, infatti,
per la Grande Guerra era stato elaborato un dettagliato elenco già ai
tempi della edificazione del Parco
della Rimembranza e del Monumento ai Caduti, ciò non avvenne
per la Seconda Guerra Mondiale,
anche a causa del fatto, forse, che
tutto il nostro Paese fu soggetto ad
una dura occupazione con comprensibili difficoltà pure di ordine
amministrativo”. Ecco dunque l’invito che rivolge l’Archeoclub di
Mondolfo a tutti i cittadini. “Chiediamo di interrogare la propria memoria, rivolgersi ai propri famigliari e amici, al fine di individuare
la presenza di persone nate o residenti nel Comune di Mondolfo e
morte, per motivi bellici, nella Seconda Guerra Mondiale. Si potrà
trattare tanto di soldati morti al
fronte, oppure in prigionia o dispersi, così come di civili morti direttamente per motivi bellici nel
territorio comunale di Mondolfo”.
Una ricerca non facile, evidente25
mente. “Il nostro obiettivo, con la
collaborazione di tutta la cittadinanza, è di tracciare almeno un primo elenco, anche se eventualmente
incompleto, di nominativi. In questa operazione, coordinata dallo
storico Alessandro Berluti, che ha
già pubblicato un corposo libro dal
titolo Mondolfo e Marotta nella
Seconda Guerra Mondiale, ci avvaliamo della preziosa collaborazione dell’Istituto Comprensivo
E.Fermi di Mondolfo e dell’Assessorato alla Cultura del Comune di
Mondolfo, unitamente ai Servizi
demografici del Comune”. A sessant’anni dalla fine della guerra,
Archeoclub ritiene doveroso poter
ricostruire una pagina così tragica
della storia della comunità locale,
ricordando i militari ed i civili periti per motivi bellici. “A differenza della Grande Guerra – ha ripreso Paolinelli – nel Secondo Conflitto Mondiale furono interessate
anche le popolazioni civili ai bombardamenti ed alle distruzioni legate a tanta immane tragedia. Dunque si dovrà fare attenzione pure a
quei civili che, tanto a Mondolfo
quanto a Marotta, morirono per
motivi direttamente riconducibili
alla guerra (bombardamenti, mitragliamenti, rastrellamenti, scoppi di
mine…). In ogni caso, le notizie,
tanto relative ai militari nati o residenti nel Comune di Mondolfo,
morti o dispersi in guerra o in prigionia, quanto per i civili, potranno
essere fornite rivolgendosi alla Biblioteca Comunale di Mondolfo, in
Corso della Libertà n. 34, all’Ufficio Anagrafe del Comune di Mondolfo, alla Segreteria dell’Istituto
Comprensivo Fermi, dove sono disponibili anche appositi stampati,
oltrechè, ovviamente, direttamente
alla Sede di Mondolfo dell’Archeoclub d’Italia, attraverso l’indirizzo di posta elettronica: archeoclub [email protected]”.
24 febbraio 2005
IV conferenza regionale
Cooperazione
nelle Marche
I
lavori della seconda sessione della
IV Conferenza regionale della
cooperazione hanno evidenziato
l’importante ruolo che l’impresa cooperativa svolge nel contesto economico e sociale della regione.
Coerentemente all’andamento dell’economia nazionale la cooperazione ha conosciuto un rafforzamento
particolarmente significativo nel terziario, con una crescita minore nel
primario e nel secondario. I dati fanno emergere che l’11,2% della popolazione marchigiana presta lavoro
nelle 1.537 cooperative attive delle
Marche. Di queste, 552 sono distribuite nella provincia di Ancona, 344
nella provincia di Ascoli Piceno, 303
nella provincia di Macerata e 338
nella provincia di Pesaro e Urbino. Il
totale addetti delle cooperative marchigiane dal 1998 al 2003 è cresciuto del 45%, che corrisponde a
19.593 lavoratori di cui 9.985 sono
soci mentre 9.608 sono dipendenti.
Il comparto in cui la presenza delle
cooperative è più rilevante è quello
dei servizi socio-assistenziali con
una incidenza pari al 4%, seguito dal
3,8% del comparto delle attività immobiliari, dal 3,3% dalle cooperative che svolgono attività professionali e dal 2,5% da quelle della pesca.
“La dimensione del movimento
cooperativo moderno – ha precisato
il presidente della Giunta Vito
D’Ambrosio intervenuto alla conferenza - è quella di inserirsi nei mercati tradizionalmente destinati alla
cooperazione portando un valore aggiunto in grado di essere presenti su
diversi settori. La Regione Marche è
stata sempre attenta al mondo della
cooperazione sviluppando l’unità
cooperativa perché è caratteristico
delle nostre società il fenomeno della solidarietà e della capacità di lavorare insieme”.
“Un aspetto importante - ha proseguito D’Ambrosio - è che il movimento cooperativo proprio per la sua
struttura è un movimento che rafforza
l’elasticità del modello marchigiano.
Nel momento in cui noi avremmo i
primi effetti dell’ampliamento dell’Unione europea con la diminuzione
dei fondi strutturali tradizionali inizia
il periodo in cui le Regioni dovranno
attrezzarsi nei progetti per acquisire
le nuove risorse”.
dai Comuni della diocesi
Rassegna di pittura e letteratura a Corinaldo
Ragazzi
protagonisti d’arte
U
n premio per bambini e artisti riuniti sotto il suggestivo
titolo del concorso di arte e
letteratura che a Corinaldo ha riscosso anche quest’anno un grande
successo. La premiazione si è svolta nei giorni scorsi, chiudendo così
degnamente la quarta edizione della
Rassegna di Arte e Letteratura “Le
Stelle di Natale” organizzata dall’Associazione Culturale “Il Capricorno” di Corinaldo con la collaborazione della National Gallery of
Art e dell’Istituto Culturale italiano
di Washington DC.
Premi speciali a Mario Micheletti di Cremona, Salvatore Borracci
di Noicattaro (BA), Angela Raffaldi
di Roma, Paolo da Fermignano di
Fermignano (PU), Francesco Incampo di Altamura (BA), Antonietta di Carlo di Andria (BA), Monique de Buysscher di Perugia, Antonio Merra di Torino, Daniela
Griffoni di Novara, Michele Cattalani di Monteporzio (PU), Fanny
Gazzetti di San Lorenzo in Campo
(PU), Graziella Savelli di Monteporzio (PU), Milvia Maistro di Ancona, Elisabeth Burger di Bolzano,
Amelia Romeo di Reggio Calabria.
Primo premio della varie sezioni
a Carla Pentrella e Maria Elena
Mancini di Roma, Valerio Brunelli
di Senigallia, Marzia Maria Braglia
di Modena, Fausto Silvi di Corinaldo e Rosalba Federici di Fratterosa
(PU). Secondo premio a Francesco
Coreani di Montecompatri (Roma),
Roberto Feduzi di San Lorenzo in
Campo (PU), Vanni Gresta di Ponte
del Rio di Monterado (AN). Terzo
premio a Marta Gregorini di Monterado (AN), Maria Letizia Valchera di Maiolati Spontini (AN), Anna
Santolla di Noicattaro (BA). Bambini della Scuola dell’Infanzia
Andrea Veronica di Corinaldo:
Elena Biagetti, Serena Bruciati,
pagina di cultura
Dalla Vigor Senigallia
• Teatro a Barbara
Chiara Candolfi, Margherita Franceschetti, Lorenzo Giuliani, Naike
Pancotti, Giuliano Pascucci, Christian Perlini, Selenia Pompili, Elisa
Priori, Giulia Rocconi, Martina
Rocconi, Brenda Scavino, Anna
Tarsi, Alessio Bizzarri, Alessia
Bracci, Lucia Carletti, Samantha
Catalani, Samuele Chiappa, Martina Donnini, Aurora Manoni, Giorgia Esposto, Giulia Gianoboli,
Alessandro Perini, Enrico Perugini,
Steven Ricci, Michele Rigamonti,
Lucia Saltarelli, Giovanna Tarsi,
Nancy Turchi, Martina Venturini,
Alessandra Silvi, Roberta Regni,
Matteo Tinti, Noemi Rosini, Matteo
Carloni, Gabriele Baldarelli, Giulia
Guercio, Francesco Pierantognetti,
Francesco Di Carlo, Elian Calcina,
Tommaso Rugini, Emily Carbini,
Luca Spallacci, Giacomo Manna,
Cecilia Tinti, Giada Sabbatini e Daniela Mezzanotte. Bambini della
Scuola dell’Infanzia “Arcobaleno” di Senigallia: Marta Brunelli,
Andrea Barucca, Vincenzo Biscotti,
Massimiliano Bozzi, Lisa Aguzzi,
Sara Bruschi, Elisa Caldarella, Camilla Canafoglia, Alessia Cuttone,
Alessandro Di Carlo, Adrio Fattorini, Gianluca Fizzardi, Nicolò Gigli,
Luisa Gila, Rebecca Giuliani, Alessio Goretti, Arianna Mainardi,
Emanuela Menniti, Jessica Pajalunga, Matteo Principe, Luigi Rinaldi,
Sofia Rossetti, Federica Giuliani,
Francesca Ruvio, Tommaso Seri e
Valentina Venti. Premiate anche le
insegnanti della scuola dell’infanzia “Andrea Veronica” di Corinaldo: Lorenza Lenci, Noemi Cicetti, Assunta Giuliani, Marisa Tinti, Giuseppina Manoni e Vera Vignaroli e della scuola dell’infanzia
“Arcobaleno” di Senigallia: Anna
Appiotti, Patrizia Bacchiocchi e Sara Guerrieri.
Ilario Taus
24 febbraio 2005
Un successo anticipato dalla prevendita dei
biglietti e poi confermato dal palcoscenico.
La rappresentazione de ‘Gli innamorati’,
commedia brillante in tre atti di Carlo Goldoni, ha riacceso l’amore dei barbaresi il
teatro, che sono accorsi così numerosi ai
primi due spettacoli a tal punto da programmare un seconda replica (sabato 19), per
permettere un’affluenza di pubblico più ampia possibile.
Sotto la sapiente regia dell’indefesso Mario Tinti, professionale e vivace trade union
fra le molteplici stagioni del teatro barbarese, Massimo Mancini, Tiziana Luzi, Tania
Tinti, Sauro Avenali, Alberto Cingolani,
Franco Fortunati, Fabrizio Arcangeli, Nicoletta Bruni, Mario Olivetti e Alessandra Catalani non solo hanno brillantemente interpretato l’ondivago intreccio sentimentale
della commedia goldoniana ed i suoi personaggi, ma hanno restituito attualità ad una
delle tradizioni locali più radicate, pur tuttavia rinnovate ad intermittenza in passato.
Senza voler sminuire la qualità recitativa, la
bellezza dei costumi (realizzati da Moira
Torretti), delle acconciature (curate da Angelo Bedetti, così come le musiche), dell’apparato scenografico (allestito da Paolo
Martinelli) e dell’addobbo floreale (approntato da Loredana Massi), l’apporto dei tecnici (Simone Crevatin, Alberto Carboni,
Ferdinando Cingolani, Adriano Mantoni e
Leonardo Rossini) e delle aiutanti regia (Sofia Cingolani e Federica Tomassoni, anche
suggeritrici), l’obiettivo più importante centrato da ‘Gli innamorati’ forse sta proprio
nell’aver dato continuità all’opera intrapresa
nemmeno un anno fa, quando con un cast
pressoché analogo andò in scena ‘Una vita
in versi’, drammatizzazione dell’omonima
raccolta di poesie di Renato Aloisi. Il tutto
grazie all’impegno spontaneo di attori e tecnici, al supporto organizzativo del Comune
di Barbara, della Pro loco e della Confraternita di Santa Barbara e al contributo di un
cospicuo numero di sponsor.
• Una città per giocare
Domenica 27 febbraio le principali piazze
del Centro Storico di Senigallia ospiteranno
giochi ed animazioni per bambini da 3 anni in
su, a cura delle ludoteche cittadine. Proprio in
occasione della giornata del 27 febbraio,
l’Amministrazione Comunale invita i cittadini a lasciare la propria auto in garage utilizzando mezzi alternativi, come segno per rendere Senigallia sempre più vivibile e con una
buona qualità dell’aria che respiriamo.
26
Trasferta amara
Caldarola 3 - Vigor 1
S
orride il Caldarola, piange
la Vigor per la sconfitta
scaturita più per demerito
proprio che non per la bravura dell’avversario. L’espulsione di Traiani al 35° del primo tempo per doppi ammonizione (un regalo al Caldarola ad opera dell’arbitro Bachetti di Ascoli) mette in inferiorità
numerica la Vigor, in un settore,
quello difensivo, tanto importante
per i rossoblu.
La Vigor si è presentata sul campo del Calderola con la ferma intenzione di fare risultato e ne è la
prova l’inizio “scoppiettante” degli
avanti rossoblu. Uno scatenato Madau, in collaborazione con Pandolfi, tiene in apprensione la difesa locale con improvvise accelerazioni.
Il suo diretto avversario lo mette in
condizione di commettere continui
falli, rimediando a questo proposito
un cartellino giallo, ma meritevole
di qualcosa in più. 14°, Madau impegna Natali in una difficile parata,
ripetendosi subito dopo.
La partita scorre veloce, anche se
un po’ troppo spigolosa, tanto che
l’arbitro inizia una serie di ammonizioni conclusesi con l’espulsione
di Traiani e alla fine col mandare
negli spogliatoi anzitempo (80°) Di
Gioia per il Caldorola e Minero per
la Vigor per reciproche scorrettezze. La partita per la Vigor prende
una brutta piega di inizio ripresa,
quando in inferiorità numerica subiscono la pressione del Caldarola.
Al 63° incassa il primo gol. Casoni,
da fondo campo, crossa in area un
preciso pallone per la testa di Di
Gioia. Colpo perfetto e palla imparabile per Moroni.
I rossoblu reagiscono ma così facendo si espongono al contropiede
avversario. 70°, su improvvisa
azione sulla destra ad opera del solito Casoni, il suo cros a centro area
permette a Procoli al velo di perferare per la seconda volta la porta
27
vigorina. I rossoblu non demordono. Con Loreti, all’80°, rimettono
in forse l’incontro. Su una conclusione di Minero, finita sul palo, Loreti è lesto a rimettere nel sacco. La
Vigor tenta la rimonta, ma si scopre
in difesa, così al 92°, a tempo scaduto, subisce la terza rete in contropiede ad opera di Passarini.
Giuliani, come sempre sereno pur
nella sconfitta, così analizza la partita: “Abbiamo iniziato bene l’incontro, preparato a dovere durante
la settimana, purtroppo l’uscita anzitempo di Traiani, al 35° del primo
tempo, ci ha costretti a giocare con
un uomo in meno in un settore vitale per la squadra. Il complesso, pur
nella sconfitta, mi ha completamente soddisfatto per quello che in
campo è riuscito a fare.” Domenica
prossima incontro casalingo con il
Camerino. All’andata finì 1 a 1.
Dino Giuliani
allenatore
Maceratese
Vigor Senigallia
48
35
Jesina
32
Caldarola
30
Real Vallesina
Centobuchi
30
29
Civitanovese
28
Urbisaglia
26
Vigor Senigallia: Moroni 7, Bertozzini 7, Mencarelli 7, Loreti 7,5,
Rossetti 7 (76° Minero ng), Marchetti 6,5, Pandolfi 7, Baldarelli 6
(63° Marini 6), Figueroa 6 (62°
Montanari 6), Traiani 5, Madau 7,5.
A disp. Angiolani, Guidarelli, Papagno, De Paulis. All. Giuliani.
Arb.Bachetti di Ascoli.
Biagio Nazzaro
Acqualagna
25
24
Camerino
Montegiorgese
24
22
Porto S. Elpidio
Lucrezia
21
20
Mondolfo
Matelica
19
15
Note : Spettatori 600 circa. Corner
5,5. Ammoniti: Pazzelli, Passarini,
Pantanetti, Pandolfi, Rossetti, Marchetti, Palmucci.
Jrvs Ascoli
12
Caldarola: Natali, Pelusi, Pazzelli,
Palmucci, Piriti (75° Saracini), Passarini, Casoni, Pantanelli, Simone
Grasselli (46° Cappelletti), Proculo,
Fatturoso (46° Di Gioia). A disp.
Luconi, Stefano Grasselli, Sirolesi,
Cicchi. All. Salsiccia.
Giancarlo Mazzotti
24 febbraio 2005
sport
B1
BASKET – GOLDENGAS SERIE B1
Aggiornamenti di ciclismo a cura di Umberto Martinelli
Ulteriore tonfo
Team Marotta Macchine: in sella con Massi
Treviglio 79
Goldengas Senigallia 69
I
G
ioca bene la Goldengas, ma non è sufficiente a superare il forte Treviglio. È la quinta sconfitta consecutiva e per i biancorossi locali la
posizione in classifica si fa sempre più precaria. La squadra sta attraversando un brutto periodo. Infortuni, squalifiche, giocatori in precarie
condizioni fisiche, stanno provocando questi continui insuccessi.
La partita col Treviglio è iniziata da subito in salita, anche se il divario è
stato contenuto: primo quarto 25-17. Nel secondo, la precisione a canestro
dei locali mette in difficoltà i biancorossi, incapaci di contrastare in difesa
gli avversari, così si va a riposo su 42 a 34. Inizio ripresa col Senigallia
molto determinato, specialmente con Pazzi e Macchniz, tanto che nel breve
volgere di tempo i ragazzi di Galetti si portano in vantaggio di un solo punto per poi andare alla fine sul 57 a 54. Inizio ultimo quarto con le squadra a
stretto contatto, poi il calo fisico dei giocatori senigalliesi mette il Treviglio
nelle condizioni di superare un affaticato Senigallia.
La mancanza di validi ricambi determina la sconfitta. Domenica prossima
trasferta a casa della capolistaMonferrato, in un incontro molto duro. All’andata la Goldengas perse per 76 a 93.
Marco Pazzi • Goldengas
Treviglio: Nanut 15, Ghiragarula 6, Degli Agosti 11, Bocchini 5, Maiocco
14, Guerci 12, Demartini 8, Reati, Gamba 5, Corna ne. All. Ciocca. Arbitri:
Dubbio e Gulemì di Napoli.
Goldengas Senigallia: Panichi 6, Pierantoni, Berlati 13, Benevelli 5, Paialunga 3, Corsini 3, Macchniz 18, Pazzi 21, Catalani ne, Bertolini ne.
All.Galetti.
Classifica: Monferrato 42, Lumezzane 36, Soresina 34, Pattì 32, Treviglio
28, Castelletto, Stamura 26, C.Pusterlengo 24, Vigevano, Goldengas 20, Riva del Garda 18, Falco PU, Ragusa 16, Gorizia 12, Patavium 10, Oderso 8.
Giancarlo Mazzotti
Basket serie “D” maschile
La vetta è biancorossa
MACKIA MARZOCCA 82 – LORETO PU 51
N
on ci sono più aggettivi per descrivere la forza che sa sprigionare il complesso guidato dal coach Ligi. E’ la 18^ vittoria consecutiva che il Mackia
Marzocca realizza in questo campionato. Un ruolino di marcia impressionante,
che fa felice tutto lo staf dirigenziale e soprattutto gli sportivi che settimanalmente seguono le imprese della squadra. Inizio incerto da parte biancorossa,
tanto che il Loreto si porta in vantaggio: 0-6 dopo pochi minuti, poi la squadra
si riprende ma con grande fatica, tanto che il primo quarto si chiude in vantaggio, ma di soli due punti: 13-11.
Diverso il secondo quarto. I locali macinano velocità, precisione a canestro,
ma soprattutto rinserrano la difesa, lasciando agli avversari ben pochi spazi per
avvicinarsi a canestro: 40-23 (+ 17). Riposo e inizio terzo quarto giocato sulla
falsariga del secondo: 59-44 (+ 15). Ultimo quarto con i ragazzi di Ligi in cattedra. Minelli, Mosca, Bartoli colpiscono da tutte le posizioni, con continue
bombe da tre, incrementando sempre più il punteggio, tanto che al 37° sul tabellone si registra un 79-44 (+ 35), quanto mai eloquente. A questo punto il
coach inserisce le seconde linee, ma la “musica” cambia di poco: 82-51. Il coa-
sport
24 febbraio 2005
Bartoli Raffaele • Mackia
ch Ligi dice: “I complimenti per questa serie positiva vanno a tutti i componenti della squadra, che con grande
professionalità continuano ad allenarsi con grande serietà. Minelli è il vero
faro della squadra. Sta confermando
un grande campionato”. Venerdì prossimo, ore 21,15, trasferta a Pesaro
contro l’Acquarius. All’andata finì
89-70 per il Mackia.
Mackia Marzocca: Mosca 19, Sebastianelli, Riciputi 15, Beccaceci, Granarelli 5, Pincini 2, Marinelli 2, Minelli 19, Bartoli 18, Pasquinelli 2. All.
Ligi. Arbitri: Ciandrini di Jesi, Longhi di Pollenza.
Classifica: Marzocca 36, Metauro 28,
Urbino 24, Villa San Martino, Bramante 22, Pisaurum, Castel delle Ripe, Loreto PU 16, Stella Maris PU,
Montelabbate, Alto Esino 14, Acquarius PU, Fabriano 10, Fossombrone 8.
Giancarlo Mazzotti
28
l club Marotta Macchine (sistemi di
irrigazione automatizzati) farà vernice quale primo marchio del Massi
Team. Gli ospiti di qualità verranno
guidati da Davide Cassani e dal "CicoloAvvocato" Mauro Riccioni (noto amministratore legatissimo alle due ruote,
a cui è stato conferito di recente l’incarico di responsabile dell’Ufficio Legale
Udace Csain nazionale).
La formazione mostrerà sulle maglie
anche il logo della Tombolini unitamente
a quelli dell’Euronics (gruppo Cerioni) e
dei Fratelli Bucci –Corinaldo. Il team
manager Rodolfo Massi farà passerella
con gli élite-under 23 e con gli amatori.
I punti di riferimento tecnici saranno
l’ex “Feroce” ostraveterano Oscar Ferrero ed il marzocchese Gianni Tomassini. L’operazione che viene condotta
avanti consiste principalmente nel modellare e far conoscere un ciclismo
“nuovo”, che superi il deformante clichè “fatica-sacrificio-rinuncia fachiricaesasperazione” (e pure… “doping”).
“Il nostro sport è anche, e soprattutto,
divertimento, incontro, salute, momento
di crescita, opportunità, viaggio….” sostiene Rodolfo.
Da qui, tra l’altro, il crescente interesse di associazioni come l’Avis (che ha
istituito, ispirandosi al mondo delle due
ruote, l’Area Informazione Sportiva, dietro la spinta di Enrico Morli e Marialina
Brunetti) nonché di Ruote e Cultura
(presieduta da Antonio Romagnoli).
Ivo Stimilli nuovo presidente regionale. Il Comitato Marchigiano ha nell’aguglianese Ivo Stimilli (già presidente provinciale anconetano) il leader
massimo per il Quadriennio Olimpico
2005-2008. Paolo Fratini non dribbla il
pronostico e non si accomoda sulla
massima poltrona federciclistica regionale. Sarà comunque bella dialettica,
nel segno della crescita.
Il dirigente portelpidiense ha infatti
solo iniziato il suo nuovo cammino, dopo la decisione del ritorno sulla scena,
proprio alla vigilia delle elezioni di Marina di Montemarciano.
Paolo, non finisce qui…
Tutt’altro. Intanto c’è da attendere
l’esito delle votazioni nazionali. Poi si
vedrà. Dovesse imporsi Di Rocco, potrebbe esserci la possibilità di far parte
di una Commissione.
Quale sarà il rapporto con il nuovo
presidente?
Ci siamo parlati prima del consesso.
Gli ho fatto notare che il suo programma non si discosta molto dal mio, anche
se lui afferma di voler seguire la linea
della continuità con Secchi, il quale non
ha fatto ciò che Stimilli sostiene di voler fare. Vedremo come supererà la contraddizione, dichiarando di essere un
‘uomo libero’. Io sarò lì a ricordargli i
punti programmatici.
Questo l’organico completo.
Vicepresidenza a Vincenzino Alesiani
e Piero Agostinelli (fuori dai giochi
l’avvocato Massimo Pistelli). Consiglieri: Antonio Chiappini, Giancarlo
Balzani, Leonardo Costanzi, Rossano
Castagna, Vinicio Massetti (nulla da fare per Giuseppe Giacomelli). I miseni, i
leopardiani e il pensiero dominante.
Il vernissage giallorosso si avrà domenica 6 marzo: solito punto di ritrovo
(piazza Giacomo Leopardi) e immutabile-inimitabile atmosfera. Gli amici
dell’S.C.Recanati rafforzano il gemellaggio con i ciclofili miseni e amano rifarsi ai celeberrimi versi per rendere e
testimoniare l’arco delle più elevate sensazioni, proiezioni e aspirazioni vissute
con la pratica dell’attività ciclistica.
Ecco così …L’infinito, Il sogno e così
via. Più di tutti gli altri canti ed idilli,
vale… Il pensiero dominante, che per il
presidente Fabio Corvatta e per l’amministratore delegato Mario Bravi consiste
nella massima attenzione rivolta a tutti i
“ragazzi leopardiani”: dai 7 anni dei
giovanissimi (seguiti da esordienti, allievi, juniores) a tutti gli… anni che i
cicloturisti riescono a portare molto volentieri a spasso in bici.
Il principio della formazione umana
(permanente) domina anche i pensieri
dell’intera compatta dirigenza: i vicepresidenti Silvano Eugeni e Valentino
Marinelli, il segretario Urbano Mancinelli, il vice a.d. Renato Camilletti, il
cassiere Walter Mengoni, l’addetto
stampa Paolo Marinelli.
Umberto Martinelli
Rodolfo Massi (destra) con Mauro Riccioni
Cral - Banca popolare di Ancona
I
l Circolo Acli di Senigallia
in via Cavallotti, 10 ha
ospitato nei giorni scorsi la
gara sociale di bocce-singolo,
conclusasi con la vittoria di
Renzo Pettinari e la gara sociale di briscola del Cral-Banca
Popolare di Ancona, con la vittoria della coppia Paolo GrilliCarlo Carbonari.
Più che ottimi i risultati, che
nella classifica finale di boccesingolo hanno contraddistinto i
partecipanti Edmo Manoni (secondo), Barchiesi Mauro (terzo), Lino Micci (terzo).
Questa invece la classifica
29
finale di briscola. Dietro la
coppia vincente, la coppia
Giacomo Cotichella-Piero
Giuseppe Santini, che hanno
conquistato dunque un prestigiosissimo secondo posto, al
terzo posto sono invece arrivate due coppie: quelle formate
da Piero Sernani-Mencarelli
Cristiano e da Lino Micci e
Piergiorgio Vigo.
Un ringraziamento sentito al
socio della Cral della Banca
Popolare di Ancona, Attilio
Priori, che ha organizzato entrambe le gare.
CRAL-BPA
24 febbraio 2005
Premiazione gara di bocce - singolo.
Premiazione gara di briscola.
sport
I lettori scrivono...
Indirizzare a: “La voce misena” P.zza Garibaldi, 3 - 60019 Senigallia
fax 071/7914132 - E-mail: [email protected]
Deltaplani sul fiume Cesano
Regole del volo
Gli Amici della Foce del Fiume
Cesano si chiedono se esistono Leggi che regolano il volo dei deltaplani motorizzati che sorvolano i nostri
cieli e chi effettua il controllo per il
rispetto di eventuali normative.
Sempre più spesso infatti capita di
notare questi oggetti volanti che si
elevano vertiginosamente o rasentano i tetti delle case e le spiagge.
A parte il fatto che spesso si ha la
sensazione che venga lesa la privacy dei cittadini, ci chiediamo chi
risponde se, malauguratamente, dovesse succedere qualche guasto al
veicolo con conseguenze gravi a
persone e cose.
Non è forse il caso di intervenire
con regole più rigide su questo bailamme di scorrazzamenti vari che
vanno dai fuori strada lungo i fiumi,
agli scafi e motorette varie che
sguazzano nelle acque del mare e
ora anche a questi “motovolanti”
che volteggiano nell’aria?
Amici della Foce
del Fiume Cesano
Strade meno pulite ?
Monterado
Malattia al femminile
Gent.ma redazione,
vivo a Senigallia da quando sono
nato e mi capita spesso di passeggiare per le strade di questa nostra
bella città. Noto, però che sono
sempre più sporche. Ad esempio i
due lungofiume nel centro storico
(viale Rossini e via Portici Ercolani)
sono spesso pieni di cartacce buttate
in terra e rifiuti… organici.
Devo pensare che i senigalliesi
stiano diventando più maleducati o
è anche una questione di organizzazione della pulizia da parte dell’Amministrazione.
O di tutte due le cose insieme? C’è
da dire che, diversamente dal centro
storico, nelle altre parti della città è
molto difficile trovare cestini e quindi
la tentazione di usare la strada come
un pattume si fa più forte.
Alessandro Antonucci
I missionari: Lamberto, Maurizio, Natale, Valeria, Velio visitano le case della Parrocchia offrendo
il seguente materiale, anche in occasione della benedizione
delle famiglie. 1. C’è una copia della Voce Misena dove sono: la lettera della comunità con il calendario della visita nelle famiglie, le iniziative e le feste dell’anno.
2. La vita di Pio IX scritta dal nostro pievano e offerta dall’Opera Pia Mastai Ferretti. In questo modo viene accresciuta la nostra biblioteca familiare, specie per eliminare tante
storture storiche sul Papa che è il nostro concittadino diocesano più glorioso.
3. La busta per le offerte che sono destinate all’oratorio, alla
parrocchia e al gemellaggio.
4. Il foglio: “per un piatto di riso” con il quale si spiega la
nostra carità mensile per il centro di accoglienza a YakasséAbengourou della Costa d’Avorio.
5. Il salvadanaio dove mettere il “centesimo” per la domenica della carità che è sempre la terza del mese con la Messa
delle famiglie; la possibilità delle confessioni; il gesto della
carità.
Si ricorda che il gesto di carità mensile deve essere il frutto
del controllo sullo spreco del pane, degli alimentari e di tanti
altri generi superflui.
Il Consiglio delle Donne e l’Associazione Nazionale Donne Operate al Seno di
Senigallia invita la cittadinanza a partecipare all’incontro che si terrà il 24 febbraio alle ore 16,45 al Palazzo Ducale di Senigallia con medici e ricercatori
che da tempo operano su Progetti oncologici dalla
parte delle donne. Programma dell’incontro: 16,45
saluto Autorità; 17 - introduzione “Dalla parte delle
donne, 3 anni di progetti sulle neoplasie femminili”,
dott.ssa Rossana Berardi; “Tumore della mammella:
per favore non chiamatelo più incurabile”, prof.Riccardo Cellerino; “Il presente e il futuro dell’oncologia: i nuovi farmaci”, prof.Stefano Cascinu; Dibattito “Le donne chiedono, gli esperti rispondono”, moderatore: prof.Riccardo Cellerino. Interverranno:
dott.Menichetti, dott.Busilacchi, dott. Cester,
dott.Quagliarini, Toni Muzi (Andos), dott.ssa Monia
Duca, Joelle Garnier (Consiglio delle Donne),
dott.ssa Veronica Quagliarini, dott.Gentili.
Per finire, cocktail di saluto per tutti i partecipanti.
Un cittadino attento
Pio IX
oggi
a cura
di G.Cionchi
I lettori scrivono
L
24 febbraio 2005
RADIO DUOMO
L’Avulss è onlus
A Roma per festeggiare Pio IX
unedì 7 febbraio 2005 un folto
gruppo di senigalliesi è andato a
Roma in pellegrinaggio al Verano
per la concelebrazione eucaristica presieduta dal Cardinale Tomas Spidlik, guidati
da Giancarlo Turchetti, noto per la sua attiva intraprendenza nell’organizzazione del
turismo religioso.
Nell’omelia il Cardinale ha ricordato che
“uscendo da una falsa prospettiva di storia
ecclesiale e rendendosi conto dell’ammirevole intervento della Provvidenza divina
che si rivelò nel momento giusto e in maniera inaspettata” la celebrazione di oggi,
della memoria di Pio IX, serve a “meglio
comprendere
la nostra fede.” Vi è nel
suo messaggio
una straordinaria attualità:
“il beato Giovanni Maria
Mastai Ferretti è un Padre
spirituale per
La pagina dei vostri annunci
Volete far conoscere un avvenimento che riguarda la vostra realtà, la famiglia, gli amici, la comunità parrocchiale, le associazioni…? Consegnate gli annunci presso la redazione o la Curia. E possibilmente con un contributo a sostegno del giornale.
tutti quelli che si fidano di lui convinti
che parli loro guidato dallo Spirito Santo,
il quale è l’anima comune di tutta la
Chiesa, del corpo mistico di Cristo.”
Guardando alla storia dei pontificati di
Pio IX e di Giovanni XXIII: “visti individualmente essi possono apparire diversi,
ma come capi supremi della Chiesa sono
ambedue segni coerenti dello Spirito Santo operante nel popolo di Dio.”
Foto: alcuni momenti della concelebrazione e la foto ricordo di una parte dei pellegrini di Senigallia.
Il 18 febbraio 2005 il Nucleo AVULSS di Senigallia, dopo 25 anni dalla sua nascita per opera di
don Giacomo Luzietti, a causa dell’evolversi dei servizi sanitari e sociali, degli aspetti legislativi e di nuove esigenze
operative che hanno portato ad adeguamenti strutturali, diventa “Associazione AVULSS di Senigallia – Onlus”, con
sede legale in Via Arsilli n.29, il cui Presidente è don Paolo
Campolucci. È una organizzazione libera, autonoma, che s’ispira ai principi cristiani, aperta a tutti, purché accettino e
condividano lo spirito e gli orientamenti programmatici e
formativi dell’Associazione e si impegnino nel servizio all’uomo, considerato nella sua globalità, nel rispetto della sua
libertà e delle esigenze fisiche, psichiche, spirituali e religiose. Entro il corrente anno dovrebbe essere promosso un nuovo corso per dare la possibilità ad altri di entrare a far parte
di questa Associazione.
Abbonato over 100
Anche quest’anno ha rinnovato il suo abbonamento l’ultracentenario Carlo Casaroli di Senigallia
(103 anni il prossimo mese di luglio!) che legge volentieri
“Voce Misena”. Speriamo che il suo esempio sia di stimolo ad altri, indecisi se rinnovarlo o meno, e di sprone
per nuovi abbonati, visto “l’effetto” che fa al signor Carlo.
La Redazione lo ringrazia tantissimo e gli augura di poter
continuare a leggere il giornale e rinnovare l’abbonamento per molto tempo ancora.
30
31
AL FESTIVAL DI SANREMO
Q
uest’anno al Festival di Sanremo ci sarà
anche una piccola delegazione senigalliese. Radio Duomo Senigallia (Fm
95.2) sarà infatti presente alla cinquantacinquesima edizione del Festival della Canzone Italiana, per offrire ai propri ascoltatori una serie di
appuntamenti direttamente dalla città dei fiori.
Si chiamerà “Diretta Festival” l’appuntamento
giornaliero che offrirà una panoramica completa ed esaustiva sull’evento canoro più importante dell’anno. La trasmissione andrà in onda tutte le mattine in diretta alle ore 10.30 ed in replica alle 19.15 a partire da martedì 1 marzo, data
inaugurale della rassegna, sino a sabato 5 marzo, giornata nella quale è previsto il gran finale.
Si tratta di una striscia giornaliera, nella quale
l’inviato di Radio Duomo a Sanremo Marco Petrucci proporrà retroscena, curiosità, interviste
con i protagonisti del Festival e con gli innumerevoli personaggi del colorato mondo che vi
gravita attorno. Cinque appuntamenti da non
perdere, per raccontare risvolti e sensazioni del
variegato mondo del Festival.
24 febbraio 2005
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