Anche su internet: www.marche.cgil.it/spi Spirito di gruppo aprile 2013 LiberEtà Marc he M Suppl. a LiberEtà n. 4/2013 mensile del Sindacato pensionati italiani della Cgil direttore responsabile Giorgio Nardinocchi / a cura dello Spi Cgil regionale Marche Tariffa R.O.C. - Poste Italiane S.p.A. - Sped. in abb. postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1, DCB Roma in queste pagine Intervista a Emidio Celani, segretario generale Spi Cgil Marche Sanità si torna in piazza L a prima parte di questo numero di Spirito di gruppo è dedicata al commento ed alle riflessioni del dopo voto e alle conseguenze sulla situazione politica. Nella regione e nei singoli territori. Lo facciamo con l’intervista di prima pagina al segretario regionale dello Spi Cgil, Emidio Celani, e con interventi da tutte le cinque province marchigiane. La sanità è all’ordine del giorno nei rapporti con la Regione Marche, Cgil, Cisl e Uil si mobilitano per sbloccare la vertenza su alcuni punti fondamentali delle politiche socio-sanitarie. Ne diamo conto con un articolo a pagina 4. Il nostro esperto in medicina preventiva inizia un nuovo ciclo di riflessioni e consigli dedicato alla prevenzione alimentare con un articolo sulla necessità di fare attenzione a ciò che compriamo. Prosegue la rubrica sulle erbe medicinali e sul loro impiego: questa volta tocca all’aglio selvatico In ultima pagina pubblichiamo un resoconto sul congresso regionale dell’Auser che si è tenuto a Recanati il 13 marzo scorso. «E ora bisogna subito dare concretezza al cambiamento» Soddisfatto di queste elezioni? <In una democrazia il risultato elettorale, qualsiasi risultato, è l’espressione della volontà popolare e da quella dobbiamo partire. Di segnali questo risultato elettorale ne ha dati molti, in diverse diNonno Nello rezioni, spesso molto contradditori tra loro, ma che vanno tutti profondamente analizzati e compresi. La linea del rigore esce sicuramente battuta e con essa si diffonde una sensazione di impotenza nazionale verso quelle scelte fortemente segue a pag. 3 di Marco Temperini Sul numero di aprile di ■ Primo piano Al via il nuovo Parlamento. L’elezione dei presidenti delle due Camere segna un punto di partenza molto positivo. ■ Il nostro tempo I sette anni difficili di Giorgio Napolitano: un nocchiero nella tempesta perfetta. ■ Inchiesta Il boom dei compro oro. Spuntano come funghi in tutte le città. Dietro questo pietoso commercio l’Italia che soffre di più. ORGANIZZAZIONE Tesseramento, il sindacato cresce ■ di Elio Cerri dati di chiusura del tesseramento al 31 dicembre 2012 ci dicono che abbiamo ottenuto un buon risultato. Tutta la Cgil Marche ha chiuso con un ottimo dato: 2.380 iscritti in più rispetto al 2011, risultato che è stato possibile raggiungere soprattutto perché la Cgil, in questi anni di crisi politica ed Tabella 1 economica, è stata l’unica “forza” che ha tentato di fare proposte, ultima “il piano del lavoro”, e che ha contrastato con le varie iniziative e mobilitazioni le disastrose politiche degli ultimi due governi. Lo Spi Marche ha contribuito con la sua presenza attiva, accanto alla Cgil, nella contrattazione territoriale ponendo al centro delle rivendicazioni la tutela della condizione dei pensionati e dei cittadini più deboli. An- Tesseramento Spi Cgil Marche Marche Comprensori Tess. Attive 01/2012 Tot. apertura Ancona Pesaro Ascoli Piceno Fermo Macerata Totale 29.988 29.379 1.2041 10.951 22.177 104.536 Tess. Fatte anno 2012 Deleghe Tess.”B/M” Totale generale 205 351 207 57 67 887 31.634 31.245 13.338 11.903 24.044 11.2164 1.441 1.515 1.090 895 1.800 6.741 che il sindacato dei pensionati è cresciuto nel 2012 (vedi tabella 1). Nel corso del 2012, si sono iscritti n. 7.628 pensionati attestandoci al dato complessivo di n. 112.164 che ci riconferma come il più grande sindacato dei pensionati delle Marche. Il ruolo fondamentale per il conseguimento del risultato è dovuto all’attività e all’impegno degli attivisti e dei collaboratori. Molto importante è stato anche dal sistema dei servizi che ha saputo rispondere con eccellente competenza domanda di tutela individuale sempre crescente in tempo di crisi. L’auspicio è che il prossimo Governo ponga maggiore attenzione ai problemi dei più deboli, lavoratori o pensionati, mettendo come priorità il lavoro ed il rilancio dell’economia: l’azione della Cgil e dello Spi continuerà ad essere orientata al raggiungimento di questi obiettivi. Pensionati, più della metà sotto i 75 anni a crescita dello Spi Marche, 44 iscritti in più nel 2012 sul 2011, è molto significativa e va oltre le aspettative se si considera che le domande di pensione per effetto delle varie riforme sono notevolmente diminuite, nella regione le domande di pensione di anzianità accolte dall’Inps nell’anno 2012 sono state n. 2.898 a fronte di n. 3.636 accolte nel corso del 2011(- 20,30%). Interessante la composizione dei nostri iscritti suddivisa per classi di età (vedi tabella 2). Oltre il 50% ha un’età inferiore ai 75 anni (18% sotto i 64 anni), mentre i rimanenti sono al di sopra di suddetta soglia, gli ultracentenari sono 227. Questo significa che lo Spi Cgil delle Marche, nonostante i vari provvedimenti sulle continue modifiche dell’età pensionabile, è complessivamente “giovane”. Ciò non può far dimenticare il bisogno di sostegno, di un nuovo e più ade- 2 guato welfare espresso dal numero rilevate degli ultrasettantacinquenni presenti non solo nella nostra organizzazione ma in tutta la società regionale. Questo sarà uno dei punti in cui saremo impegnati con nostre proposte sia nei confronti della Regione Marche che con il prossimo governo centrale. I dati in nostro possesso ci dicono Tabella 2 che anche il 2013 non sarà un anno facile in quanto andranno a regime le modifiche al sistema pensionistico apportate prima dal governo Berlusconi e dal governo Monti.Lo Spi Cgil Marche continuerà ad investire garantendo ed aumentando la presenza nei territori, e nella cura della continuità della militanza, assistendo il lavoratore nel passaggio al pensionamento. Iscritti allo Spi Marche suddivisi per età Classi di età/ Comprensori fino a 59 anni da 60 a 64 anni da 65 a 74 anni da 75 a 84 anni da 85 a 94 anni da 95 a 99 anni da 100 anni e oltre Totale Ancona Ascoli P. Fermo Macerata Pesaro Totale 1.495 697 584 3.090 1.332 1.215 8.505 3.633 3.104 8.772 3.910 3.257 5.050 1714 1.817 286 95 109 60 30 28 27.258 11.411 10.114 1.108 2.754 6.707 6.362 3.396 234 48 20.609 1.551 5.435 3.277 11.668 9.070 31.019 8.092 30.393 4.387 16.364 252 976 61 227 26.690 96.082 DALLA PRIMA PAGINA «E ora bisogna subito dare concretezza al cambiamento» segue da pag. 1 condizionate ed eterodirette dall’Europa che, priva di una propria direzione politica esprime una concezione di politica monetarista che risponde all’area dei paesi “forti”, almeno apparentemente. Pur nella condizione di estrema difficoltà per la composizione di un esecutivo, il voto ha espresso una grande volontà di cambiamento che ha premiato quelle forze che, anche se in maniera notevolmente diversa, si sono presentate con una volontà di cambiamento rispetto all’operato ed alle scelte del passato. Si tratta ora di dare concretezza a questa volontà che di fatto esprime già dei precisi orientamenti su quello che non si possa fare come il tentativo di un “governissimo” o la prosecuzione dell’esperienza “montiana”>. Quale riflessione di fronte a questa situazione? <Non possiamo che ripartire dalla crisi e da come questa ha profondamente cambiato le condizioni materiali e valoriali delle persone e che sta spingendo verso condizioni di povertà strati sempre più vasti della popolazione. Contemporaneamente si allarga paurosamente la percezione di condizioni di crescente ingiustizia, iniquità e disuguaglianza dentro un tunnel che, nonostante vari annunci (“i ristoranti pieni” o “se ne intravede la luce”), non sembra far apparire nessuna concreta uscita e soprattutto nessuna concreta risposta. I temi del lavoro e delle condizioni materiali delle persone sono stati i grandi assenti della campagna elettorale, nonostante che la Cgil, in tempi non sospetti, si fosse presentata con il “Piano del lavoro”, una proposta concreta ed in progress che avrebbe potuto stimolare riflessioni, suggerimenti, pareri, progetti e perche no: proposte di legge. Questi temi, anche in queste prime battute del dopo voto, sembrano marginali rispetto ai problemi messi sul tavolo, come marginale appare il tema del welfare. Il lavoro, l’equità e la giustizia sociale dovranno essere centrali negli impegni da assumere>. E per le Marche? <Queste considerazioni spingono lo Spi Marche, d’intesa con le altre organizzazioni sindacali dei pensionati e su indicazione delle segreterie nazionali, a ricercare un immediato confronto con i parlamentari eletti nella nostra regione per esporre i temi che preoccupano ed assillano i pensionati. Dopo averne denunciato il crollo del -33%, la difesa del potere d’acquisto delle pensioni e lo sblocco della rivalutazione annuale è uno dei punti su cui sensibilizzare i parlamentari. Cosi come sul tema di un welfare (sanita, scuola, pensioni) pubblico e solidale vogliamo risposte convincenti e chiederemo, altresì, un impegno preciso ed inderogabile sulla non autosufficienza: una legge ed un relativo fondo per non lasciare sole le persone e le loro famiglie. Lo Spi Marche continuerà nella sua attività di rappresentanza sia nell’azione di negoziazione con le istituzioni locali sui temi della sanità, delle politiche sociali, del fisco, della tassazione e delle tariffe ma proseguirà anche nell’opera di riferimento per la tutela individuale che segna la vita e l’esistenza dei moltissimi pensionati che si rivolgono presso le nostre sedi che rimarranno aperte all’ascolto del bisogno ed delle esigenze espresse>. 3 VERTENZE REGIONALI Sanità, sindacati in piazza n confronto sempre più in salita è quello che ha portato Cgil Cisl e Uil e le rispettive categorie dei lavoratori della sanità e dei pensionati a mobilitarsi contro la politica sociale e sanitaria della Regione Marche con la manifestazione ad Ancona del 25 marzo. Il lungo ed elaborato processo di riorganizzazione della sanità marchigiana non lascia ancora intravedere un concreto intervento a fronte di un’ ingiusta e insopportabile crescita delle liste di attesa, che costringe molti pensionati a desistere dall’utilizzo delle cure sanitarie se non ricorrendo alle prestazioni a pagamento. Fenomeno, quello delle liste d’attesa che nella nostra regione ha toccato punte non più tollerabili: un’azione di contenimento della libera professione è una strada percorribile per dare nell’immediatezza una risposta concreta. Lo Spi Cgil ha accolto e condiviso quanto previsto dal Piano sociale e sanitario regionale circa la riorganizzazione del sistema che avrebbe dovuto portare ad un rafforzamento delle reti: quella territoriale e dell’integrazione socio-sanitaria (le Case della salute, la residenzialità non ospedaliera, la domiciliarità) e quelle della prevenzione e dell’emergenza-urgenza. Misure che avrebbero dovuto ovviare alla carenza e al sostanziale impoverimento della politica sanitaria rivolta al territorio ma che non è stata in grado di rispondere hai bisogni della popolazione in una regione in cui, secondo l’Istat, sta aumentando in maniera esponenziale la presenza di anziani. L’assistenza domiciliare prestata dal personale medico ed infermieristico, integrata dagli operatori sociali nelle situazioni di maggiore degrado, ha dimostrato, dove realizzata, che un’altra sanità è possibile. Su questi contenuti, il sindacato ha condiviso le scelte contenute nel Piano socio sanitario con l’obiettivo d’ intervenire positivamente sui problemi della cronicità e della non autosufficienza troppo spesso scaricati sulla famiglia che da sola deve affrontare il dramma di queste patologie. La Casa della Salute avrebbe dovuto rappresentare l’ulteriore passo per ottimizzare la risposta alla domanda di salute sul territorio. 4 Avrebbe dovuto rappresentare il luogo fisico, alternativo all’ospedale, dove poter trovare in qualsiasi ora del giorno e della notte ed anche durante i giorni festivi le risposte ai tanti problemi che quotidianamente assillano le persone. La proposta aveva raccolto l’interesse dello Spi perché particolarmente adatta a dare una risposta a quanti, come gli anziani, sono costretti a lunghe ore di fila presso i pronto soccorso per una risposta che l’attuale organizzazione dei medici di medicina generale non dà.. L’assenza di tutto questo nel confronto con la Regione negli ultimi due mesi ci a portato a far sentire la nostra voce di protesta. La pesantezza della crisi, i tagli al sistema sociale, ci hanno portato inoltre a richiedere una radicale modifica della proposta di legge regionale relativa al “sistema regionale integrato dei servizi sociali a tutela della persona e della famiglia”. In particolare questa è insoddisfacente in merito al ruolo degli Ambiti sociali, alla gestione associata dei servizi e all’integrazione socio-sanitaria. Siamo convinti che su questi temi l’azione del sistema pubblico abbia segnato dei sostanziali passi avanti ma che la proposta di legge, in controtendenza, correrebbe il rischio di comprimere se non addirittura di annullare. IL DOPO VOTO Il risultato di Ancona ■ di Anacleto Giuliani ella provincia di Ancona i risultati elettorali non si discostano molto rispetto ai dati nazionali, il Centrosinistra, pur avendo perso una buona percentuale rispetto le precedenti elezioni, si conferma prima coalizione per la Camera con il 34,3%, un boom del Movimento Cinque stelle con un 31%, un modesto 17% per il Centro destra ed una percentuale leggermente superiore alla media nazionale della Lista Monti con un 11,3%. Per il Senato, la forbice tra Centrosinistra e Movimento Grillo ri- sulta più ampia: Pd+Sel 36,4% contro il Movimento Grillo al 29,5%. Una riflessione a parte va fatta per l’entroterra fabrianese. In questo territorio, dove la crisi morde maggiormente rispetto altre zone, il primo partito per la Camera è quello del Movimento cinque stelle con il 31,5% a Fabriano e addirittura con 33,6% nel comune di Sassoferrato. Da questi dati emerge che i giovani hanno votato in maniera massiccia per il Movimento 5 stelle. Il nostro Paese in crisi per la disoccupazione, per il calo del Pil, per le crisi industriali e per l’enorme debito pubblico, ha bisogno di discontinuità rispetto al passato: di ... e quello di Fermo ■ di Maurizio Di Cosmo l dato elettorale nella provincia di Fermo rispecchia ed accentua quanto avvenuto nelle Marche. Il M5S è di gran lunga il 1° partito (32,89%) cogliendo un exploit nei comuni del Distretto calzaturiero. Da una prima analisi si coglie come la combinazione dell’insofferenza verso la cattiva politica e la crisi economico-sociale sia la causa del terremoto elettorale. Al raziocinio ha prevalso la ribellione alla “solita” politica, alimentata anche da condizioni reali descritte da cassa integrazione, disoccupazione giovanile e femminile, da bassi redditi da lavoro e da pensione, dalla precarietà, dall’incertezza per il futuro. Per il centrosinistra è stata decisiva la non credibilità del messaggio, edulcorato dalla presenza di candidati già noti, che non ha scaldato i cuori, che non ha concretizzato nell’immaginario collettivo una prospettiva di cambiamento veramente a portata di mano, capace di ravvivare la speranza di superare positivamente il presente denso di malessere. La Cgil ha tentato di evidenziare i temi del lavoro e della condizione sociale nel dibattito della campagna elettorale, riuscendo solo parzialmente ad influenzarlo. E’ anche un problema nostro il fatto che il voto operaio premia il M5S, ovvero l’antagonista di turno della sinistra e un un forte rilancio degli investimenti pubblici e privati per ridare fiato alla nostra economia, di una maggiore moralità nella gestione della cosa pubblica, di tagli ai costi della politica e riduzione del prelievo fiscale sui redditi da lavoro e da pensione. I pensionati hanno già pagato in questi anni con un calo considerevole del potere d’acquisto delle loro pensioni (circa il 30% in meno negli ultimi anni), non ultimo il blocco delle rivalutazioni delle pensioni superiori a 3 volte il minimo a causa della riforma Fornero. La non autosufficienza e le politiche sociali dovranno essere al centro della politica non solo del nuovo Governo ma anche nella nostra regione: un welfare più inclusivo potrà essere anche il volano per rilanciare la nostra economia. movimento ancora senza credenziali di democrazia Ciò dimostra, ammesso che ce fosse stato bisogno, che la rappresentanza sociale è stata privata in questi decenni di un legame con una prospettiva politica di riscatto, con un orizzonte politico che ne raccogliesse le istanze. La difesa del lavoro, della civiltà del diritto, del Ccnl, del livello dei redditi dei dipendenti e dei pensionati, il contrasto al precariato ed alle disuguaglianze sono stati temi affidati alla sola Cgil, privati della rappresentazione politica anche dalla sinistra, in nome di una modernità conformista perennemente succube della negazione di un radicale cambiamento. 5 IL DOPO VOTO Il risultato di Macerata ■ di Aldo Benfatto nche in provincia di Macerata le ultime elezioni hanno prodotto un terremoto politico. Il Movimento 5 stelle ha conquistato la maggioranza relativa raggruppando il 30-35% in alcuni comuni, specialmente nelle aree a forte vocazione manifatturiera dove la crisi ha colpito le piccole imprese provocando salari arretrati, casse integrazioni, licenziamenti, aumento della disoccupazione, specialmente di giovani e ultracinquantenni. Una larga parte del voto ha quindi rappresentato una forte protesta e un marcato dissenso rispetto alla scelta di austerità imposta dall’Unione Europea, nella profonda sfiducia verso le classi dirigenti del Paese. La crisi colpisce pesantemente la provincia di Macerata. L’edilizia è in forte crisi, il settore metalmeccanico in grave difficoltà, quello orafo-argentiero nell’area recanatese in crisi drammatica. Stanno chiudendo molti negozi e tante piccole imprese artigiane. La crisi è anche aggravata dalle difficoltà di accesso al credito di molte famiglie e imprese: Banca Marche, che rappresentava il 50% del credito in provincia, lo ha ridotto sensibilmente, accentuando le difficoltà anche di chi ha possibilità di lavoro e commesse ma fa fatica a riscuotere dai clienti. La crisi impone anche a noi ma- ... e quello di Pesaro ■ di Catia Rossetti ella provincia di Pesaro, nelle Leghe di Urbino, Fano, Fossombrone e Pesaro, presso le sedi delle Camere del Lavoro, dei circoli Auser e di altre associazioni frequentati da pensionati e pensionate, si sono svolte le assemblee per presentare il Piano del lavoro 2013 della Cgil e le rivendicazioni specifiche dei pensionati nei confronti del Parlamento. I tanti pensionati e pensionate 6 incontrati sono stati molto sensibili e interessati alle richieste rivolte al nuovo Parlamento, in particolare alla rivendicazione di equità e disostegno a chi vive con maggior disagio, come le persone non autosufficienti su cui investire le risorse da recuperare dall’evasione fiscale e dal contrasto agli sprechi e ai privilegi. Un notevole interesse è stato manifestato anche per la proposta della Cgil di mettere al centro una diversa politica economica e sociale per uscire dalla crisi. Creare lavoro per dare futuro e sviluppo al Paese è il tema che coin- ceratesi di ripensare al nostro modello di sviluppo produttivo e allo stile di vita, puntando a progetti e investimenti per nuove infrastrutture di qualità, ai trasporti collettivi, al risparmio energetico, alla riqualificazione urbana cercando di dare segnali importanti per la ripresa, ma anche proponendo una qualità della vita lavorativa, diritti, tutele sociali che diano speranza anche ai giovani. Occorre puntare sul made in Italy di qualità, su istruzione, formazione, innovazione, qualità urbana, mobilità e trasporti collettivi, risparmio energetico, turismo, cultura, conoscenza in un rapporto sempre più proficuo tra scuole, università di Macerata e Camerino per lavoro innovativo e di qualità. Cruciale anche il settore dei servizi alla persona, specie per gli anziani, e per dare aiuto ai non autosufficienti. volge anche chi non è interessato direttamente al lavoro, ma vive le difficoltà di figli e nipoti in questo periodo di crisi. L’aumento della disoccupazione, la diminuzione delle risorse per ammortizzatori sociali, la difficoltà delle aziende del nostro territorio, anche di quelle del commercio, del turismo e dei servizi, provocano nelle famiglie disagi che spesso trovano risposta nel sostegno di pensionate e pensionati, i quali oltre all’aiuto economico svolgono il ruolo di servizio sociale in qualità di assistenti familiari in sostituzione o integrazione di nido e scuola materna,. I pensionati non si disperano: “Se siamo riusciti a rinascere dalle macerie della guerra, ce la faremo anche stavolta”. ATTIVITÀ SINDACALE Crisi: i timori degli anziani ■ di Ugo Ascoli Docente di Sociologia economica alla Politecnica delle Marche l sistema di welfare italiano rappresenta un caso unico in Europa: dagli anni novanta in poi la linea vincente, che ha attraversato anche governi diversi, si è concretizzata in una grande ‘politica di tagli’: anche quando, in seguito ai lavori della Commissione Onofri, istituita dal governo Prodi (1997), si è provato a progettare una riforma complessiva che colmasse i ‘buchi’ più vistosi della protezione sociale ed aprisse a politiche in grado di affrontare i ‘nuovi rischi sociali’, non si è riusciti nell’intento ed è rimasta solo la politica dei tagli. La stessa legge quadro che avrebbe dovuto riorganizzare profondamente il sistema degli interventi e delle prestazioni sociali (l.328/2000) è poi rimasta ‘al palo’, anche a seguito della confusa e frettolosa riforma del Titolo V della Costituzione. Si è così proseguito lungo il ridimensionamento del welfare pubblico, senza operare un intervento di riorganizzazione della spesa sociale per affrontare le nuove sfide sociali:l’invecchiamento e la non autosufficienza, la crescente fragilità delle famiglie e la necessità di politiche che consentano di conciliare i tempi di vita con i tempi di lavoro, il potenziamento dei servizi per l’infanzia, la disoccupazione di ‘lunga durata’ e la necessità di un ‘reddito minimo’, l’obsolescenza delle qualifiche professionali. La crisi finanziaria ed economica nella quale siamo tutt’ora immersi ha aggiunto ulteriori elementi negativi, soprattutto sul fronte del lavoro e del potere d’ acquisto della gran parte dei cittadini. Il paese si è trovato assai poco attrezzato ad affrontare vecchie e nuove emergenze sociali e la recente politica di ‘austerità’ si è declinata in perfetta continuità con le politiche dei tagli dei governi precedenti: abbiamo assistito ad ulteriori tagli sul fronte delle pensioni, dell’istruzione e dell’università; si è avviata la riduzione delle risorse pubbliche destinate alla sanità; si è fatta una riforma del lavoro istituendo tutele brevi e che lasciano il disoccupato a reddito zero dopo un anno o un anno e mezzo, se si è oltre una certa soglia di età; ci si è occupati solo della povertà estrema, rispolverando e riprogettando la cosiddetta ‘social card’; si è dato vita alla caccia al ‘falso invalido’; si sono ridotti alcuni vantaggi fiscali al terzo settore; si è continuato a penalizzare il lavoro pubblico, fra esuberi e blocchi degli stipendi. Cresce quindi la paura del futuro:il 56% degli italiani teme di rimanere disoccupato, il 54% ha paura di perdere la pensione, il 62% ha paura per il futuro dei giovani e dei figli. Tali valori, frutto di indagini demoscopiche del gennaio 2013, risultano aumentati di 15-20 punti percentuali rispetto a quanto rilevato cinque anni fa. In cima ai desideri c’è il ‘lavoro si- curo’: la sicurezza dell’attività lavorativa è di gran lunga preferita al reddito ed alla soddisfazione che si può ricavare da un determinato lavoro. Quasi i due terzi (il 64%) consiglia ai giovani che vogliono fare carriera di ‘andare all’estero’: il 60% mostra una grande incertezza per il futuro (quindici punti in più rispetto al 2006): il soggetto ritenuto più importante per la tutela dei lavoratori è la famiglia e i valori mostrano un aumento netto rispetto al 2004. Lo Stato e gli enti locali godono di scarsissima fiducia. Anche altre indagini svolte nello stesso periodo confermano una profonda esigenza di cambiamento della classe dirigente (il 93%) ed una totale sfiducia nei partiti e nello Stato: sono i soggetti del terzo settore a godere della più alta fiducia da parte dei cittadini . Ricostruire una fiducia nelle istituzioni e nella ‘politica’ si può e si deve: occorre però innovare profondamente nel funzionamento delle istituzioni e nelle politiche, pur in presenza di vincoli esterni ed interni da non sottovalutare, ma anche da non drammatizzare.. Un’immagine del convegno di Recanati 7 ATTIVITÀ SINDACALE La strage dei bambini ■ di Carlo Mestichelli Scriveva Pasolini: “L’intelligenza non avrà mai peso, mai nel giudizio di questa pubblica opinione. Neppure sul sangue dei lager, tu otterrai da uno dei milioni d’anime della nostra nazione un giudizio netto, interamente indignato... mostrare la mia faccia, la mia magrezza. Alzare la mia sola puerile voce non ha più senso. La viltà è avvezza a veder morire nel modo più atroce gli altri nella più strana indifferenza”. Ed è quello che accade attualmente, tutti i giorni. Ogni tre secondi, nel mondo, un bambino sotto i cinque anni perde la vita, per un totale di oltre 25.000 al giorno, oltre 9 milioni in un anno. Per capire meglio quello che accade, è come se si ripetesse ogni anno il tragico capitolo della storia dell’umanità intera, la Shoah. Per questa strage non c’è il giorno della memoria o alcun anniversario, perché il disastro avviene ogni giorno e rientra nella quotidianità. Ognuno di questi numeri è un bambino che muore, un bambino uguale a quelli che sono vicini a noi e che curiamo, amiamo e vediamo crescere. Un grande sindacato come lo Spi fatto di madri, padri, nonne e nonni non può non interrogarsi e reagire sapendo che ogni bambino ha il diritto di sopravvivere, ovunque nasca nel mondo, e ogni persona ha il dovere d’impegnarsi per assicurargli quel diritto. Dobbiamo metterci la nostra credibilità, la nostra forza, la nostra organizzazione, la nostra sensibilità, assicurata da milioni di iscritti che da sempre hanno dentro di loro il senso della giustizia e della solidarietà. Dobbiamo creare un intervento. aiutandoli non o Spi ha solo economicaavviato il mente, ma anche confronto con la ricerca di con gli enti locali posti di lavoro. Il per presentare le sindacato chiede sue proposte in ■ di Antonio Marcucci anche di applivista dei bilanci di previsione, chiedendo, in primis, di abbassare il li- care lo strumento dell’Isee per determinare la comparvello delle tasse e l’erogazione di servizi più efficienti tecipazione degli utenti ai costi dei servizi a domanda per la collettività. Dopo le consultazioni territoriali individuale ed è auspicabile che sia applicato a livello sono tre le direttrici da imboccare: la salvaguardia di Ambito territoriale sociale, almeno per i servizi socio dei livelli occupazionali, la lotta allo smantellamento assistenziali. La preoccupazione più viva, però, è per gli anziani dello stato sociale, la gestione più razionale delle poche risorse disponibili e dei servizi È vero che i ed i pensionati, troppo spesso dimenticati e senza difondi sono esigui, ma per rimpolparli va sostenuta la fese. Per loro chiederemo più servizi per l’assistenza lotta all’evasione, anche a livello di Enti Locali, senza domiciliare, la residenzialità e la non-autosufficienza. Sembrerebbe un paradosso che lo dica il sindacato però spremere troppo i cittadini. Per alcune aliquote, gli enti stessi hanno discrezionalità nella scelta delle dei Pensionati, ma il problema maggiore è l’occupafasce da applicare. In particolare in riferimento ad zione giovanile. Che pensione potranno avere i giovani se oggi nessuno versa per loro contributi sufficienti? Imu ed Irpef. L’Istat ha certificato l’ampliamento del numero Occorre ridare certezze ai ragazzi ed una speranza di delle famiglie finite nella fascia dei nuovi poveri; per futuro, con un lavoro che dia garanzie di stabilità e la loro servono interventi concreti come la creazione di possibilità di avere un alloggio (perché non rilanciare un fondo di sostegno per i disoccupati e loro familiari, le case popolari?) a prezzi ragionevoli. Bilancio, sindacati e Comuni si confrontano sulle priorità 8 I LETTORI CI SCRIVONO La protesta eri mi è stato recapitato (quale iscritto Spi) il nostro giornalino “Spirito di gruppo”. Dopo averlo letto mi sono un po’ indignato per i seguenti motivi: voi dite che la pazienza degli anziani è finita, ma solo perché l’Ires-Cgil in un suo studio serio ha affermato che abbiamo perduto in 15 anni un terzo della nostra pensione? Ma voi e la nostra grande Cgil dove eravate? Quando Monti bloccava le nostre pensioni dall’indicizzazione Istat voi (come struttura!) eravate in ferie su Marte? Dopo anni e anni di non restituzione del fiscal-drag solo ora ci si accorge che serve una nuova politica fiscale? SVEGLIA!!!!!! un vecchio compagno ormai ultranovantenne affermava che l’unico linguaggio che in politica conta è il movimento delle masse, voi vi siete dimenticati persino come si organizza una manifestazione! Monti e chi lo ha sostenuto hanno costruito Grillo pezzo x pezzo. Firmato Luigi Cugnoli, pensionato Fincantieri (sempre Fiom) Ti ringraziamo per la tua lettera e per il permesso di pubblicarla con la tua firma con l’auspicio “che possa servire da stimolo critico”. È con questo spirito che ci permettiamo di aggiungere queste note che non vogliono essere una risposta alla tua affermazione, ma solo alcune riflessioni sull’argomento, un’espressione di un punto di vista. Siamo d’accordo con il compagno ultranovantenne (nemmeno noi siamo giovani) sull’importanza delle manifestazioni di massa. In questi duri anni di governi di destra, in cui comprendiamo anche l’ultimo, lo Spi, da solo e con la Cgil, è stato in piazza quasi tutti i mesi con manifestazioni nazionali, regionali, territoriali, con presidi davanti alle sedi istituzionali, con raccolte di firme, con incontri con i rappresentanti della politica sia nazionale che locale. Un’attività pervicace e insistita, molto faticosa per un sindacato di anziani, a fronte della quale alcuni risultati sono venuti, mi riferisco all’estensione del recupero del potere di acquisto delle pensioni esteso a quelle pari a tre volte il minimo, la proposta di Monti era solo per quelle al minimo, al passo indietro che il governo ha dovuto fare rispetto alle pensioni di invalidità, ad una seppur minima restituzione del fondo per i non autosufficienti, solo per ricordarne alcune. Piccoli, troppo piccoli risultati rispetto alle richieste e, soprattutto, ai bisogni della categoria. Non ci accontentiamo di questi, restiamo sul piede di guerra, siamo però consapevoli che grandi risultati non siano immediatamente a portata di mano senza un mutamento del quadro politico e, soprattutto, senza il contributo convinto delle altre sigle sindacali, ma non ci rinunciamo. Sappiamo quanto lottare e mobilitarsi da soli, e a lungo, sia duro e difficile, specialmente quando i risultati non sono esaltanti. E lo sa bene anche la Fiom: fortunatamente tutte e due le categorie, Spi e Fiom, sono accomunate in una grande confederazione, la Cgil, che resta l’unica organizzazione di carattere generale a difesa del lavoro e di chi vive di questo. 9 INIZIATIVE Il treno della memoria ■ di Maria Angela Baiocchi a sala si riempie rapidamente. Non ci siamo lasciati scoraggiare dalla neve che cade su Ascoli. Ci sono rappresentanti di tutte le età, soprattutto tanti giovani. Il nostro segretario Carlo Mestichelli presenta e spiega i motivi di questa iniziativa: il professor Piergiorgio Cinì ci legge un brano di Piero Calamandrei, mentre sulla parete di fondo passano le immagini dei campi di sterminio. L’orrore che sempre questo ricordo suscita ci prende tutti di nuovo. I volti delle ragazze e dei ragazzi riflettono quello che stanno vedendo. È facile capire le parole di Calamandrei, la sua lotta contro l’ottundersi della ragione dentro quell’orribile paradosso. Si alternano poi i partecipanti ascolani all’iniziativa del Treno della Memoria e di nuovo Cinì con le sue letture. Tra le tante, Indifferenti, di Antonio Gramsci , una grande spinta alla passione politica. I tre ragazzi, Leonardo Archini, Ludovico Marsicano e Ilaria Di Bartolomeo ci dicono parole di speranza. L’esperienza del nazismo e della Shoah non ha prodotto solo orrore. Questi giovani hanno riflettuto sull’importanza del rispetto, della tolleranza e della democrazia. Vogliono questi valori alla base del loro futuro. Domenico Nepi, il nostro rappresentante Spi, ci riporta le sue impressioni in un lungo, commosso racconto e ci consegna questo suo appello, “le vittime di Auschwitz e Birkenau chiedono a gran voce che nessuno prevalga sugli altri.Tutti devono essere uguali perché la storia non si ripeta.” Altri chiedono la parola. interviene per lo Spi della Val Vibrata (Te) il segretario Mario Ciarrocchi, sono nostri vicini, precisa e Piceni come noi. La nostra Teresa Cirillo, col suo racconto, intreccia la politica alla sua esperienza personale, si commuove e ci commuove tutti. Vivere questa esperienza con i giovani ci ha regalato una bella sensazione di continuità e di speranza per il futuro e la convinzione che giovani ed anziani hanno provato le stesse emozioni. “Pensare giovane” ■ di Catia Rossetti e Jacopo Cesari Pesaro – “Pensare Giovane” è il titolo di un documento sulle politiche giovanili redatto dalla Cgil di Pesaro e Urbino, in linea con l’impegno del sindacato per un dialogo intergenerazionale nel nostro territorio. Giovedì 14 febbraio il lavoro è stato presentato in un incontro presieduto da Catia Rossetti segretaria provinciale Spi Cgil e da Simona Ricci segretaria generale. Erano presenti, oltre ai responsabili della contrattazione, ai segretari di lega e alla segreteria Spi, anche i rappresentanti di Udu-Agorà e Rsm Pesaro Urbino. Il percorso è iniziato nel dicembre 2012 con una serie di incontri coordinati da Jacopo Cesari, responsabile Sol Cgil, che hanno portato all’elaborazione di una serie di proposte e riflessioni sulla condizione giovanile e gli spazi di azione del sindacato all’interno della contrattazione sociale territoriale. Proposte che saranno al centro della futura contrattazione con i Comuni dove Spi e Cgil intendono sviscerare, insieme alle ragazze e ai ragazzi della Rsm e 10 dell’Udu, le singole proposte per dare sostanza alle rivendicazioni. La crisi di questi ultimi anni, infatti, intrecciata alle recenti riforme del lavoro e delle pensioni, ha messo in luce l’inadeguatezza del nostro sistema di welfare già poco attento ai giovani. Da qui lo spunto per una riflessione sulla concezione delle politiche giovanili finora rilegate in un ambito esclusivamente “culturale-ricreativo”. In quest’ottica, è necessario abbandonare un approccio settoriale a favore di una programmazione integrata degli interventi sia per i giovani sia per gli adulti. Il sindacato dei pensionati è in prima linea in questo processo di rivendicazione, nella convinzione che un welfare “per i giovani” è oggi l’unico strumento che può restituire dinamismo e mobilità ad una comunità locale statica. I giovani non sono un problema sociale ma una risorsa, la più preziosa: il futuro di noi tutti. STORIE Senza casa ■ di Giuseppe Fillich I dati sulla disoccupazione, specie quelli riguardanti i giovani, sono allarmanti. Abbondano gli annunci Vendesi- Affittasi. Le abitazioni non mancano; anzi, ce ne sono troppe, spesso invendute perché a caro prezzo. Il costo dell’affitto, per molti, è pesante... in aumento gli sfratti. Allora che si fa? Ci si arrangia... ci si accontenta di un gelido garage, messo a disposizione da qualche “benefattore”, di un misero e sdrucito cappotto, di qualche coperta; se possibile, si utilizza una stufetta per non morire di freddo. Mariano, uno dei tanti sfrattati delle nostre province marchigiane, espressioni, un tempo, del cosiddetto “ modello marchigiano”, si arrangia così. Mi appare, una sera, come un fantasma in preda ad una convulsa agitazione. Mariano piagnucola, gesticola... con in testa quello che, una volta, era il suo “caro cappello”: ”Credimi, si confessa, mi è ri- masto solo questo, a conclusione di una vita sciagurata e perdente... e così finirà; meglio, comunque, vivere qui che in strada, ove il freddo è micidiale. Ho provato, insieme ad altri disperati, a restare qualche giorno sotto un ponte... di notte il freddo ti assale, i piedi e il cervello si trasformano in pezzi di ghiaccio, la nebbia e l’umidità ti annebbiano, inesorabilmente, la vista. Preghi spesso Dio perché arrivino presto la luce e il sole mattutino. Non sono più giovane... sono invece un uomo solo, abbandonato da moglie e figli... che si vergognano di me. Non hanno torto... sono io l’unico colpevole della nostra rovina, distrutto dal gioco e da “amici inaffidabili”... non sono stato in grado di garantire loro un pezzo di pane si- Benito Severi, un esempio per tutti ■ di Filippo Gargamelli enito Severi è nato a Pergola il 3 febbraio 1926 da una famiglia antifascista. Comunista, per anni è stato segretario della Camera del Lavori di Fano ma le sue radici e il suo impegno nascono e restano sempre legate al territorio di Fossombrone dove si impegna nelle lotte per le filandaie e per i braccianti. Oltre ai ricordi personali che mi legano a lui, ho voluto rileggere la sua biografia contenuta in un libro pubblicato dalla Cgil Pesaro sulla vita dei sindacalisti che hanno fatto la storia del sindacato. E l’episodio più significativo è proprio lui a raccontarlo: “Nel 1949-50 a Fossombrone la Cgil promosse - si legge nel libro - grandi lotte per l’occupazione anche con curo. Io, che non sono stato in grado di conoscere neppure cos’ è la generosità, oggi dipendo da chi, generosamente, ha messo a mia disposizione un garage per ripararmi dalle intemperie; mi sono attrezzato di un fornello per riuscire a mangiare la sera qualcosa di caldo. Di giorno, mi siedo sul sagrato di qualche chiesa e chiedo l’elemosina... ma la concorrenza dei rom, degli extracomunitari, dei tanti bisognosi è spietata. Cerco di coprirmi il viso per non farmi riconoscere. Una magra consolazione perché mi riconoscono in tanti... ma facciamo finta di non conoscerci! Fin quanto durerà? Non lo so... forse fino alla fine. Grazie, intanto, a quell’umana persona che mi ha ospitato nel garage di casa sua... altri stanno peggio di me!” scioperi a rovescio in cui centinaia di lavoratori edili sistemarono il selciato del corso... vi furono anche arresti ed io insieme ad altri 20 lavoratori fui arrestato e passai tutto l’inverno nel carcere di Urbino e la cella aveva anche un vetro rotto. Queste lotte nell’ambito del Piano del Lavoro della Cgil guidata da Di Vittorio portarono comunque alla apertura di cantieri per dare lavoro e pane a tanti lavoratori”. Di Benito Severi voglio ricordare anche la straordinaria coerenza e l’orgoglioso senso di appartenenza che ha saputo dimostrare fino alla fine dei suoi giorni esprimendo la volontà di un funerale civile nella sezione del suo partito e attorniato dalle amate bandiere rosse. Il compagno Benito Severi è morto il 5 febbraio scorso. 11 POLITICHE GIOVANILI Contro una cultura fascista L a notte tra mercoledì 13 e giovedì 14 febbraio alcuni militanti del movimento di estrema destra Forza Nuova con nastri di plastica bianchi e rossi e un cartello posto nel cancello con su scritto “Chiuso per evasione” hanno messo i “sigilli” al cancello dell’Ufficio Immigrazione della Questura di Pesaro, pubblicizzando la loro azione con una nota che vomita odio contro gli immigrati. Come se ciò non bastasse nella notte tra venerdì e sabato scorso hanno imbrattato la sede provinciale della Cgil con ma- L nifesti assurdi sostenenti che l’immigrazione costituisca un “pericolo”, le stesse frasi razziste e xenofobe le abbiamo ritrovate su volantini apparsi nelle nostre città. A tutto ciò reagiscono la Rete degli Studenti medi e l’Unione degli universitari: i sindacati studenteschi, in segno di solidarietà verso la Cgil e la comunità migrante del nostro territorio, hanno mobilitato le ragazze e i ragazzi delle scuole superiori e dell’università della provincia, con campagne di sensibilizzazione contro il razzismo. Martedì 26 febbraio già in alcuni istituti della nostra provincia sono apparsi striscioni di denuncia contro questi fatti abominevoli, figli di un’anacronistica ed irrazionale cultura fascista che ancor oggi sopravvive troppo spesso nell’indifferenza generale. Per noi l’unica razza è quella umana! Rete degli Studenti Medi coordinamento provinciale di Pesaro-Urbino Unione degli Universitari - Agorà Urbino Il sindacato e le nuove generazioni di ammetterlo: le nuoo abbiamo ve generazioni, in parsentito spesticolare coloro che so in questa ■ di Rita Giacconi non hanno mai avuto campagna elettorale: la possibilità di co“ Il sindacato è cosa del passato, eliminarlo”. Ci ha fatto molto male sentire noscerci da vicino, considerano lontano e negativo che improvvisamente i nostri coetanei, di cui conosce- tutto ciò che reputano sia “politicizzato” o “istituzionale” vamo la situazione sociale e lavorativa, molti dei quali in senso stretto. Abbiamo in molte occasioni analizzato non sono mai stati disponibili a mobilitarsi e a partecipare il mutamento dei giovani nei confronti del lavoro e abattivamente in prima persona per la difesa e l’estensione biamo visto come questo si riversa nell’atteggiamento dei loro diritti, si sono affidati, regalando il loro voto che i giovani hanno verso l’organizzazione che rapprepolitico a chi ha saputo cavalcare l’onda del malessere senta e difende i diritti dei lavoratori. Prima di criticare chi vediamo così diverso da noi anche in termini di sociale meglio degli altri. Da questa violenta campagna elettorale fatta di senso di appartenenza, dobbiamo concentrarci su cosa slogan perlopiù gridati e, successivamente, dal risultato abbiamo fatto e dove siamo stati deboli. Seppur con delle elezioni, sono emersi chiaramente la distanza, il tanta fatica nell’organizzare il nostro lavoro, spesso senso di sfiducia e l’atteggiamento disincantato nei non siamo stati in grado di identificarli e quindi coinconfronti del sindacato soprattutto da parte dei giovani. volgerli. Questo forse perché siamo abituati spesso a Della Cgil c’è tanto bisogno e i numeri lo dimostrano, valutare la partecipazione in termini “quantitativi” ma sarebbe opportuno che tra noi avessimo il coraggio piuttosto che “qualitativi”. 12 SALUTE: I CONSIGLI DELL’ESPERTO Alimenti: l’importanza di leggere l’etichetta dei prodotti ■ di Marcello Baiocco specialista in medicina preventiva e dello sport I l crollo dei consumi registrati negli ultimi anni per effetto dell’attuale crisi economica viene considerato dai commercianti un’autentica sciagura. Ma tutti lo guardano con preoccupazione Infatti se la gente consuma di meno, sono necessari meno operai per produrre quei consumi, il che si traduce in un aumento della disoccupazione. D’altra parte, quando ancora la crisi non era percepita con la violenza di oggi, molti “pensatori” di ispirazione ecologista o socialista, o semplicemente di ispirazione anticapitalistica, avevano previsto che l’attuale trend di crescita dei consumi avrebbe portato il mondo sull’orlo del baratro del disastro ambientale (1)(2), e che quindi sarebbe stato necessario addirittura una diminuzione dei consumi stessi. È difficile ovviamente stabilire se la riduzione dei consumi cui stiamo oggi assistendo sia effetto della crisi o della maggiore consapevolezza ecologica, magari stimolata dalla prima, o da tutte due insieme. In ogni caso, è opportuno che l’acquisto di beni di consumo sia fatto con giudizio, guardando soprattutto al costo e alla qualità. come suggeriscono su Liberetà gli articoli dedicati all’acquisto di prodotti di largo consumo (elettrodomestici, abbigliamento, ecc.). Il compito che mi sono prefisso con questi articoli è quello di integrare queste informazioni tenendo d’occhio, oltre al prezzo ed alla qualità, anche i risvolti che questi beni possono avere nei riguardi della salute, cominciando con i prodotti alimentari, i quali, come si capisce facilmente, sono quelli che, insieme ai cosmetici, hanno costituito più frequentemente un vero pericolo per la salute dei consumatori. Da questo punto di vista, una buona linea di difesa comincia proprio in casa. Infatti stilare una lista degli alimenti che servono prima di andare al supermercato significa in genere acquistare prodotti già sperimentati, evitando così le tentazioni offerte dalle sirene della pubblicità. E poiché la fretta ci perseguita (anche se siamo dei pensionati), la prima cosa che si evita di fare è proprio quella di leggere con attenzione l’”etichetta” (cioè la carta d’identità del prodotto alimentare), anche perché questa è di solito riportata in caratteri molto piccoli ed in punti poco visibili della confezione. L’etichetta fornisce molte informazioni utili per il consumatore: le più importanti per la salute sono soprattutto due: la “data di scadenza” e la modalità di conservazione dell’alimento. Tuttavia anche la lista degli ingredienti può indirizzare il consumatore verso l’acquisto di alimenti più o meno salutari. Nel prossimo numero vedremo nei particolari gli aspetti dell’etichetta di un alimento che è importante per la salute del consumatore. 1 ) M. Pallante ”La decrescita felice. La qualità della vita non dipende dal PIL” Editori Riuniti, 2005 2) S. Latouche “Per un’abbondanza frugale” Bollati Boringhieri, 2012 13 LE ERBE MEDICINALI L’aglio: l’amico degli incontri galanti ■ di Laura Stopponi D iciamo la verità, baciare qualcuno che ha pranzato con spaghetti aglio olio e peperoncino, non è il massimo della libidine (anche se Jorge Amado fa dire a dona Flor che il suo Vadinho è “irresistibile con bocca forte di cipolla cruda”... magari altri climi, altre temperature!) A noi comunque la Natura, nella sua infinita bontà, offre un vero mago che coniuga il sapore nel piatto, le qualità officinali ed una bocca tenera di erba tagliata: parlo dell’aglio selvatico che, frivolezze a parte, ha il grandissimo pregio dell’alta digeribilità, della quale l’aglio difetta a causa della grande quantità di solfuro di allile ma anche di altri composti solforati come l’ajoene e l’allicina.. L’aglio selvatico, del quale si conoscono oltre 200 specie tutte commestibili, pur mantenendo inalterate le proprietà ipotensive, antibiotiche, antisettiche, espettoranti, riduce quasi totalmente gli effetti collaterali propri dell’aglio coltivato attenzione, però, questo non vale per le allergie alle liliacee in genere, in questi casi 14 anche l’aglio selvatico è da considerare allergenico! E’ ricco di ferro, vitamine A, B, C, solfuri e polisolfuri, è un tonico ricostituente che troviamo a partire da fine febbraio fino a tutto luglio; i bulbi più piccoli e teneri possono essere conservati sottaceto o fatti asciugare in luogo fresco per essere utilizzati fino all’inverno. Lo trovi dappertutto: sulle scarpate appena umide, negli incolti, nei prati…in questa stagione tagliando l’erba, il suo aroma pungente fa lacrimare gli occhi e stimola l’appetito. In cucina viene utilizzato esattamente come l’aglio in tutte le sue forme, con in più il pregio di avere un sapore cosiddetto “trittico” perché fonde quello dell’aglio, del porro e della cipolla. La sua delicatezza ne consente un uso crudo anche nell’insalata (meglio se mista di campo) dove si sposa in modo particolarmente sfizioso alla buccia di limone (solo la parte gialla mi raccomando!) finemente grattugiata. Una raccomandazione etica ai raccoglitori: si raccoglie la radice quindi dobbiamo assolutamente rispettare le leggi della riproduzione senza depredare, prendendo soltanto quello che mangiamo, non sprecare e/o abusare della grazia che Madre Terra ci offre! Il bulbo grande presenta dei piccoli “pallini” tutto intorno alla parte più esterna, come si vede nella foto, sono i bulbilli che vanno lasciati a terra dove lo raccogliamo, così da poter generare, alla prossima stagione, nuove piante, che noi mangeremo ringraziando ancora la bellezza e la forza della natura. CULTURA Navigando in rete: le ricette di nonna Clara moria. Si può dire siano un viaggio nel percorso quotidiano delle donne che, in tempo di crisi (ora come allora), sanno assumersi un ruolo da avigando in Rete, mi sono protagoniste a sostegno dei bisogni imbattuta nel sito ameri- primari (in primo luogo provvedere cano wwww.greatdepres- ad una alimentazione adeguata per sioncooking.com (le ricette di nonna la propria famiglia) e sanno così maClara che ha 91 anni). Un sito ove è nipolare i prodotti della terra con la possibile conoscere le ricette forza- semplicità ma soprattutto con la petamente in uso in America nel periodo rizia di chi sa cogliere i ritmi e le opdella grande depressione del ’29, portunità offerte dalla natura, per dalla quale si uscì grazie con New trarne la forza che essa dispiega nei Deal del Presidente Roosvelt e con vari periodi dell’anno attraverso i la corsa agli armamenti in prepara- suoi frutti. Gli insistenti appelli al rizione della 2° Guerra mondiale. sparmio ci richiamano un mondo diAllora mi sono ricordata del no- verso che credevamo scomparso per stro libretto di cucina e buone prati- sempre... Invece siamo tornati a che domestiche presentato dal dover provvedere alla spesa con Coordinamento donne provinciale grande attenzione e parsimonia gidurante la festa di LiberEtà provin- rando nei mercati rionali e superciale a Ponte Sasso del giugno 2010, mercati in cerca di risparmio, con le dal titolo “Del fare la birra con le donne anziane che quasi rivivono le bucce di piselli e altro”, che raccoglie ristrettezze dei tempi di guerra, imle ricette di un altro tempo di crisi: pegnate a sostenere le più giovani, la 2° Guerra mondiale. Tali ricette ci impreparate ad una realtà che mai fanno rivivere un mondo che va al di pensavano di dover conoscere. Il lilà dei sapori perduti e ci costringono bretto rappresenta pertanto, pur ad un viaggio a ritroso nel tempo pro- nella sua modestia, una testimoponendo così un recupero della Me- nianza importante per non perdere il ■ di Elisabetta Gabrielli N valore della memoria perché come afferma la scrittrice Clara Sereni il cibo “che segna con la sua presenza riti e stagioni, continuità e svolte, tentazione del superfluo e richiamo alle vecchie e a volte sepolte radici delle famiglie”, può diventare un linguaggio più efficace della parola. Ma di questo importantissimo libro dal titolo Casalinghitudine parleremo la volta prossima. Minestrone Paradiso* Montanare 6 chiare d’uovo, incorporare poi i tuorli, aggiungere 6 cucchiai scarsi di pan grattato e l’odore di noce moscata. Mescolare adagio il composto in modo che resti soffice, quindi con un cucchiaio gettarlo nel brodo bollente. Lasciar bollire per otto minuti e servire in tavola. * Una delle ricette contenute nel libretto “Nonni e nipoti” all’Auser di Collemarino L a nuova Auser di Collemarino gestisce un centro di aggregazione del Comune di Ancona “Nonni e Nipoti” nato nel 1997 e negli ultimi anni l’utenza ha subito una evoluzione: la stragrande maggioranza dei bambini è di origine e provenienza straniera. Nel tempo sono emersi problemi di comunicazione con le famiglie di appartenenza, rilevati anche dalla scuola e dal corpo insegnante: ai colloqui con i professori si presentavano soltanto i papà quando potevano. Le donne rimanevano a casa, non tenevano nessun tipo di rapporto nemmeno con i vicini, perché non conoscevano una parola di italiano. Ed è proprio da queste difficoltà che nasce l’idea e prende avvio il Progetto. La partecipazione è stata fin da subito molto alta, perché, a differenza degli altri corsi esistenti, qui le donne hanno potuto partecipare “accompagnate” dai loro figli. Ed è questa la peculiarità più importante: non essere costrette a lasciare i propri figli a casa. Dopo soli sei mesi di lezioni (con appena tre ore settimanali) il gruppo socializza, acquista le basi per parlare in italiano con i figli, con le maestre, con il dottore; ma soprattutto le donne che hanno frequentato questi corsi hanno imparato ad uscire per fare la spesa, per accompagnare i figli a scuola, ma anche a parlare con i vicini. 15 Auser a congresso Paolo Pittori confermato presidente Paolo Pittori, a sinistra e Michele Mangno presidente nazionale Auser ■ di Maria Previati R ecanati, 13 marzo 2013: si è concluso il congresso regionale dell’ Auser delle Marche, che ha visto la partecipazione di 110 delegati e 50 invitati. Dal ricco dibattito è emersa la forte preoccupazione per la situazione politica che si è venuta a creare dal risultato elettorale. Molti interventi hanno sottolineato come l’espressione elettorale dei cittadini ha evidenziato una frattura sociale molto profonda producendo un terremoto che deve interrogare tutta la politica, che non ha saputo negli anni riformarsi e che non ha prodotto il rinnovamento necessario per affrontare le sfide globali di questa epoca. Bisogna interrogarsi -hanno sottolineato i delegati- su come se ne esce e soprattutto come ne esce il paese, che non può sopportare un altro periodo di campagna elettorale mentre le famiglie non arrivano più neanche alla terza settimana, i pensionati hanno perso il 33% del potere di acquisto e i giovani rischiano di diventare una generazione che non ha futuro. Il congresso, nel documento che ha approvato al termine dei lavori, ha chiesto alla politica di non dimenticarsi degli anziani, dei pensionati, di chi rinuncia a curarsi per mancanza di soldi e di chi, fenomeno assolutamente nuovo, si appropria di cibi nei supermercati per poter mangiare. “Chiediamo alla Stato e alle Regioni -continua il documento- di non ridurre progressivamente le risorse destinate all’accesso ai servizi sociali come è avvenuto sempre più negli 16 anni aumentando il divario tra nord e sud. Nella Regione Marche gli anziani ultrasessantacinquenni sono il 22,9% della popolazione e sono di molto aumentati gli ultracentenari. Dati che se dimostrano una buona qualità della vita della nostra regione, ma che tuttavia comportano problemi sanitari e sociali non indifferenti. Nelle Marche, ad esempio diminuiscono dal 4,1% al 3,4% gli anziani assistiti dall’Adi con una progressiva diminuzione dei finanziamenti”. L’Auser considera i volontari una grande ricchezza, il cuore, il motore dell’associazionismo e chiede alle istituzioni di valorizzare questa ricchezza della società, che può diventare una grande risorsa anche attraverso l’apprendimento permanente per il quale l’Auser Marche auspica una legge regionale che lo promuova. “Ribadiamo – conclude il documento- il valore della relazione e del rapporto dell’Auser con la Cgil e lo Spi e ci impegniamo a dare attuazione ai contenuti del protocollo di relazione siglato. Al termine dei lavori il neoeletto direttivo regionale ha confermato Paolo Pittori nella carica di presidente regionale dell’Auser. Segreteria regionale Spi Cgil Marche: Emidio Celani, Elio Cerri, Aurora Ferraro Comitato di redazione: Maria Angela Baiocchi, Federica Buroni, Emanuela Cingolani, Marina Druda, Giuseppe Fillich, Elisabetta Gabrielli, Gherardo Giglioni, Franca Ranzuglia Francesco Vagnoni Grafica: M.G. di Paolo Guercio Collaborazione fotografica: Daniele Cimino, Giusy Marinelli Stampa: Puntoweb srl Sede: Via Primo Maggio, 142/a Ancona Tel. 071/285741 Fax 071/2857400 e-mail [email protected]