Con il Patrocinio di Sala Verdi del Conservatorio – Via Conservatorio, 12 – Milano Lunedì, 30 marzo 2015 – ore 21.00 SERIE «FESTIVAL OMAGGIO A MILANO» 2015 UTO UGHI Pianista BRUNO CANINO Violinista JEAN-MARIE LECLAIR (1697 - 1764) Sonata “Tambourin” in re maggiore op. 9 n. 3 CESAR FRANCK (1822 - 1890) Sonata in la maggiore Allegro ben moderato; Allegro;Recitativo fantasia. Ben moderato; Allegro poco mosso SERGEI PROKOFIEV (1891 - 1953) Sonata n. 2 in re maggiore op. 94 Moderato; Scherzo (Allegro scherzando); Andante; Allegro con brio PABLO DE SARASATE (1844 - 1908) Fantasia da Concerto su Carmen op. 25 Allegro moderato; Moderato; Lento assai; Allegro moderato; Moderato ______________ Si ringrazia La leggenda di UTO UGHI L’«Eroe della musica classica» Erede della tradizione che ha visto nascere e fiorire in Italia le prime grandi scuole violinistiche, Ughi ha mostrato uno straordinario talento fin dall’infanzia: a sette anni il debutto con la Ciaccona dalla Partita n. 2 di Bach e alcuni Capricci di Paganini. Ha studiato con George Enescu, già maestro di Menuhin. Ha tenuto tournèes nelle più importanti capitali europee e del mondo, nei principali Festivals con Concertgebouw di Amsterdam, Boston Symphony Orchestra, Philadelphia Orchestra, New York Philharmonic, Washington Symphony Orchestra etc… con Barbirolli, Bychkov, Celibidache, Cluytens, Chung, Ceccato, Colon, Davis, Fruhbeck de Burgos, Gatti, Gergiev, Giulini, Kondrascin, Jansons, Leitner, Lu Jia, Inbal, Maazel, Masur, Mehta, Nagano, Penderecki, Pretre, Rostropovich, Sanderlin, Sargent, Sawallisch, Sinopoli, Slatkin, Spivakov, Temirkanov. Uto Ughi non limita i suoi interessi alla sola musica, ma è in prima linea nella vita sociale del Paese e il suo impegno è volto soprattutto alla salvaguardia del patrimonio artistico nazionale. In quest'ottica ha fondato il Festival "Omaggio a Venezia", al fine di segnalare e raccogliere fondi per il restauro dei monumenti storici della città lagunare. Conclusa quell'esperienza, il festival "Omaggio a Roma" (dal 1999 al 2002) ne raccoglie l'ideale eredità di impegno fattivo, mirando alla diffusione del patrimonio musicale internazionale; concerti aperti gratuitamente al pubblico e alla valorizzazione dei giovani talenti formatisi nei Conservatori italiani. Ideali ripresi nel 2003 e attualmente portati avanti dal Festival "Uto Ughi per Roma" di cui è ideatore, fondatore e direttore artistico. Recentemente la Presidenza del Consiglio dei Ministri lo ha nominato Presidente della Commissione incaricata di studiare una campagna di comunicazione a favore della diffusione della musica classica presso il pubblico giovanile. Nel 1997 il Presidente della Repubblica gli ha conferito l'onorificenza di Cavaliere di Gran Croce per i suoi meriti artistici. Nel 2002 gli è stata assegnata la Laurea Honoris Causa in Scienza delle Comunicazioni. Intensa è l’attività discografica: i Concerti di Beethoven e Brahms con Sawallisch, il Concerto di Cajkovskij con Sanderling, Mendelssohn e Bruch con Prêtre, alcune Sonate di Beethoven con Sawallisch al pianoforte, l’Integrale dei Concerti di Mozart, Viotti, Vivaldi, “Le Quattro Stagioni”, tre Concerti di Paganini nell’edizione inedita di direttore–solista, il Concerto di Dvorak con Slatkin e la Philharmonia Orchestra di Londra; le Sonate e Partite di Bach per violino solo. Ultime incisioni: “Il Trillo del diavolo” (disco “live”); il Concerto di Schumann con Sawallish e il Bayerischer Rundfunk; i Concerti di Vivaldi con i Filarmonici di Roma; la Sinfonia Spagnola di Lalo con l’Orchestra RAI di Torino e de Burgos; l’incisione, nel 2013, “Violino Romantico”, una raccolta di pezzi emblematici del Romanticismo sul violino, con la partecipazione de I Filarmonici di Roma. Altro evento di particolare rilievo è la pubblicazione del libro “Quel Diavolo di un Trillo – note della mia vita”, (2013, ed. Einaudi): storia di una vita incredibile, interamente dedicata alla musica. Ughi suona un Guarneri del Gesù del 1744, con un suono caldo dal timbro scuro e uno Stradivari del 1701 denominato “Kreutzer” perché appartenuto all’omonimo violinista a cui Beethoven aveva dedicato la famosa Sonata. Ughi è ospite leggendario di «Serate Musicali». Leggendario, versatile, multiforme, imprevedibile: solista, direttore, intrattenitore! Amato e ascoltato dai giovani e meno giovani amici della Musica! Più che mai l’Eroe della musica classica. Le Serate Musicali si onorano di averlo ospite, sempre più memorabilmente, dal 1981. BRUNO CANINO - Nato a Napoli, ha studiato pianoforte e composizione al Conservatorio di Milano, dove poi ha insegnato per ventiquattro anni e per dieci anni ha tenuto il corso di pianoforte e musica da camera al Conservatorio di Berna. Attualmente insegna musica da camera con pianoforte alla Scuola di Musica di Fiesole. Come solista e camerista ha suonato in Europa, America, Australia, Russia, Giappone e Cina. Suona in duo pianistico con Antonio Ballista e collabora con Accardo, Ughi, Amoyal, Perlman, Blacher. Dal 1999 al 2002 è stato direttore della Sezione Musica della Biennale di Venezia. Si è dedicato in modo particolare alla musica contemporanea, lavorando con Pierre Boulez, Luciano Berio, Karlheinz Stockhausen, György Ligeti, Bruno Maderna, Luigi Nono, Sylvano Bussotti, di cui spesso ha eseguito opere in prima esecuzione. Ha suonato sotto la direzione di Abbado, Muti, Chailly, Sawallisch, Berio, Boulez, con la Filarmonica della Scala, Santa Cecilia, Berliner Philharmoniker, New York Philharmonic, Philadelphia Orchestra, Orchestre National de France. Tiene regolarmente masterclass per pianoforte solista e musica da camera, in Italia, Germania, Giappone, Spagna; partecipa al Marlboro Festival negli Stati Uniti dove, nel 2014, è stato per la ventesima volta e nel 2015 parteciperà ancora al Festival di Kusatsu dove era stato invitato la prima volta nel 1971. È spesso invitato a far parte di giurie di importanti concorsi pianistici internazionali. Tra le sue registrazioni più recenti, l’Integrale pianistica di Emmanuel Chabrier. Il suo libro “Vademecum del pianista da camera” è edito da Passigli e il suo ultimo libro “Senza Musica” è di prossima pubblicazione. SPEGNERE I TELEFONI CELLULARI - VIETATO REGISTRARE SENZA AUTORIZZAZIONE DI ARTISTA E ORGANIZZAZIONE JEAN-MARIE LECLAIR - Sonata “Tambourin” in re maggiore op. 9 n. 3 Ballerino, coreografo e fondatore della scuola francese di violino, Leclair nacque a Lione nel 1697. Nel 1726 si recò a Torino dove conobbe Giovanni Battista Somis e, nonostante risiedesse a Parigi, continuò lì i suoi studi. In questo periodo conobbe il flautista tedesco Johann Joachim Quantz, che in quel periodo si trovava in Italia. Rimasto vedovo nel 1730, si risposò con Louise Roussel. Nel 1734 conobbe il violinista piemontese Guignol e, dopo alcune divergenze, decise nel 1737, di recarsi in Olanda, dove aveva già una certa fama. Quattro anni dopo conobbe ad Amsterdam Pietro Locatelli e per i successivi due anni prestò servizio all'Aia, godendo dei favori della principessa Anna d'Orange. Nel 1743 tornò a Parigi e, per un anno, fu al servizio dell'infante Don Filippo di Spagna, al quale dedicò i suoi Concerti dell'op. 10. Negli anni successivi si recò a Lione e a Parigi, dove venne assunto, nel 1748, per suonare come solista nel teatro privato del duca di Gramont. Lo stesso anno lasciò la moglie, divenne sempre più solitario, misantropo, tormentato da malattie immaginarie e finì per rinchiudersi in una casa-fortezza in un quartiere periferico di Parigi, con l’unica compagnia del suo violino: un bellissimo Stradivari del 1721. Vuoi per mano di un parente che non gli aveva perdonato di aver abbandonato la famiglia, vuoi per opera di un altro musicista invidioso del suo talento, nell’ottobre del 1764 Leclair fu ucciso con una pugnalata alla schiena. Si era tanto isolato dal mondo che fu trovato soltanto due mesi più tardi, riverso a terra nella sua stanza mentre stringeva ancora al petto il suo Stradivari rosso. La mano destra aveva ormai lasciato sulla tavola del violino una macchia incancellabile che da allora in poi avrebbe per sempre accompagnato quel prezioso Stradivari. In tutte le sue opere Leclair fu capace di rendere «una magnifica sintesi dell’arte del suo tempo: misura e chiarezza francesi, foga e passione italiane, profondità e scienza tedesche». CESAR FRANCK - Sonata in la maggiore Al pari di altri monumenti della letteratura violinistica apparsi tra fine Ottocento e inizio Novecento, destinati espressamente all'indirizzo di grandi strumentisti, la Sonata in la maggiore (concepita nel 1886) è da Franck dedicata al violinista Eugène Ysaÿe, e costituisce anzi il suo regalo di nozze al virtuoso belga. Tra i vari aneddoti che avvolgono la vicenda esecutiva di quest'opera, occorre ricordare che, alla prima esecuzione, il dedicatario onora il proprio debito salvando questa pagina dal naufragio. Inserito in un concerto indetto, in orario pomeridiano, da una società di promozione dell'arte contemporanea nel Museo d'Arte Moderna di Bruxelles, il lavoro ha inizio mentre sopraggiunge l'oscurità. Il regolamento della galleria proibisce ogni tipo di illuminazione artificiale nelle sale destinate alla pittura, e ovviamente anche l'accensione di un semplice zolfanello potrebb'essere motivo di trasgressione. Alla fine del primo movimento, il personale di custodia invita i presenti a lasciare i locali. Ma gli spettatori, già catturati dall'interesse, rifiutano ostinatamente di muoversi. E allora, nella penembra, si sente Ysaÿe, che è insieme alla pianista Bordes-Pène, battere l'archetto sul leggìo con la sua abituale esuberanza, esclamando "Avanti! Avanti!". Non c'è bisogno di dire che i due artisti, immersi nel buio completo, eseguono a memoria gli altri tre movimenti, trascinando il pubblico a una consacrazione unanime, che ha la meglio su ogni contingente contrarietà. Gli stessi interpreti, nella primavera del 1887, faranno conoscere questa pagina a Parigi, e in seguito, Eugène Ysaÿe le assicurerà la più ampia diffusione internazionale. D'altra parte, questa Sonata si impone per proprio merito, nella musica cameristica francese, come la pagina meglio riuscita del suo genere; tanto da essere stata definita un "lavoro cartesiano", per la limpidezza strutturale e l'infallibile equilibrio che governano il dialogo dei due strumenti. E si colloca infatti, con la sua forma ciclica che ne caratterizza altre opere, tra i vertici della produzione di César Franck. Il quale aveva prescritto in origine un andamento moderato per il primo tempo, ma, ascoltando Ysaÿe eseguirlo più speditamente, autorizza senz'altro a intenderlo come Allegretto. Qui, dopo alcuni morbidi accordi del pianoforte, il violino introduce un tema che oscilla su un arpeggio ascendente e discendente, disegnato in un intervallo di terza, tipico dell'insinuante profilo di quest'episodio, che nell'insieme si conduce senza inquietudini. È con l'Allegro successivo che il clima si tinge di energia, imposta dal pianoforte che stabilisce senz'altro il proprio ritmo. Segue poi un severo movimento, dal sapore quasi bachiano, che riconduce il linguaggio cameristico a remote intimità, pastellate in alcuni momenti dalla cantilena del violino in assenza di accompagnamento. Il tutto trasmette un'austera, diffusa impronta di improvvisazione, che l'indicazione di Recitativo - Fantasia intende sottolineare nella sua atmosfera misteriosa ed elegiaca, lumeggiata dalla migrazione attraverso varie tonalità. L'ultimo tempo è introdotto da un notissimo disegno imitativo, che emana un senso di universale omogeneità, affiancando i due strumenti come se la dialettica precedente non li avesse mai separati. Il procedimento a canone - nel quale Franck vanta una solida esperienza - accanto alla lineare trasparenza della melodia, contribuisce a creare il clima più conveniente per suggellare l'opera. SERGEI PROKOFIEV - Sonata n. 2 in re maggiore op. 94 Per quanto occasionale, l’approccio di Prokofiev con la musica da camera ebbe spesso esiti felici, esiti ai quali possono a ragione riferirsi le due Sonate per violino e pianoforte, op. 80 n. 1 e op. 94 n. 2, composte fra il 1938 e il 1946. La Sonata op. 94 n. 2 in re maggiore (1943) è la trascrizione violinistica dall’originaria Sonata op. 94 per flauto e pianoforte. Fu scritta ad Alma Ata, una località al di là degli Urali dove molti intellettuali russi si rifugiarono per sfuggire all'avanzata tedesca. Nel solido impianto a 4 tempi della Sonata si riflette l'atmosfera rilassante di quel luogo, animata da echi di melodie caucasiche. Nell’Andante poi l’accompagnamento pianistico riprende stilemi debussiani, probabile ricordo della lunga permanenza parigina di Prokofiev negli anni '20 e '30. Inizialmente composta per flauto e piano in una delicata scrittura classica, nel 1944 la Sonata fu rielaborata in una nuova versione per violino e pianoforte per iniziativa del violinista russo David Oistrakh il quale, dopo averla ascoltata nell’esecuzione dal flautista Nicolaj Charkowsky e dal pianista Sviatoslav Richter, sottopose al compositore alcuni suggerimenti per una nuova stesura, ricca di passaggi virtuosistici ed egli stesso la eseguì per la prima volta nel 1944, al Conservatorio di Mosca, accompagnato dal pianista Lev Oborin. Persino Shostakovich, antagonista di Prokofiev, esaltò questa Sonata come un'opera assolutamente magnifica. La Sonata è formata da quattro movimenti, il primo dei quali, Moderato, è quello più ampio e sviluppato. Si tratta di una pagina ricca di lirismo, di forma rigorosamente sonatistica, in cui momenti contemplativi e riflessivi – con quel primo tema di carattere quasi debussiano – si alternano a improvvise esplosioni di vitalistica energia. Lo Scherzo che segue, insolito e brillante, ha una sezione centrale piena di languore. Il breve Andante, in 2/4, in fa maggiore, è invece una sorta di romanza, particolarmente espressiva, un’autentica rêverie di ascendenza schumanniana che si anima soltanto, per un breve istante, nella sua sezione centrale. Conclude la Sonata un Allegro con brio di un’esuberanza quasi parossistica, in cui il virtuosismo strumentale regna sovrano dal principio alla fine. PABLO DE SARASATE - Fantasia da Concerto su Carmen op. 25 Pablo Martín Melitón de Sarasate y Nevascués violinista e compositore spagnolo fu avviato alla musica dal padre e proseguì gli studi con Coutier e Saez, manifestando, precocemente, doti spiccatissime. Studiò a Madrid e Parigi dove nel 1856 fu ammesso al Conservatorio divenendo l’allievo di Jean-Delphine Alard per lo studio del violino e di Henri Reber per la composizione. Fu uno dei due grandi virtuosi del violino (l’altro fu Wieniawsky) post-paganiniani. Nel 1861, a soli 17 anni, intraprese un’importante tournée europea che lo fece conoscere al pubblico internazionale permettendogli l’inizio di una carriera straordinaria, che gli valse il successo in ogni parte del mondo. Nel 1875 Edouard Lalo gli dedicò la Symphonie espagnole e, poco più tardi, Max Bruch la Schottische Phantasie. Sarasate aveva un repertorio brillante, composto di Capricci, Parafrasi, Danze e attingeva da temi popolari che variava. Anche le sue doti di grande comunicativa, unite a una padronanza tecnica fuori del comune, concorsero alla sua fama che fu universale. Si avvaleva, per i suoi concerti, di due Stradivari del 1711 e del 1724. Come compositore scrisse opere funzionali al violino che sono ancor oggi presenti nel repertorio dei violinisti e tra cui: 3 Jotas; Caprice basque; Zigeunerweisen op. 20 (Arie tzigane); Danzas españolas op. 21, 22, 23, 26; Fantasia dall'opera Carmen op. 25; Serenata andalusa op. 28; Il canto dell'usignolo op. 29 e Introduzione e Tarantella op. 43. Come la “Fantasie da concerto” sul Don Giovanni di Mozart o sul Faust di Gounod, anche quella sulla Carmen di Bizet, composta, come le due citate e altre ancora, dallo spagnolo Pablo de Sarasate, si rifà alla tradizione lisztiana della Parafrasi e della Fantasia su brani d’opera e alla Variazione da concerto di Paganini, dalla cui lezione violinistica il virtuosismo di Sarasate discende. La rassegna dei più amati luoghi teatrali mescola proposizione tematica e disegno variato, concilia cantabilità e scrittura trascendentale come due facce della stessa medaglia e dà luogo a un divertissement tutto affidato alla bravura dell’interprete. La Fantasia da Concerto su Carmen op. 25 prende il via, folcloricamente e con vivissimo senso dei colori violinistici, dall’ultimo Entr’acte (prima del coro “A dos cuartos!”) e passa quindi in rassegna alcune celebri pagine della protagonista: la Habanera “L’amour est un oiseau rebelle”, le Chansons “tra la la la…” e “Près des remparts de Séville” dal I atto; dal II la Chanson “Les tringles des sistes tintaient”, parafrasata dal violino con agili e brillanti movenze a carattere di stretta ritmica. PROSSIMI CONCERTI - Sala Verdi del Conservatorio Lunedì 13 aprile 2015 – ore 21.00 (Valido per A+F; F; F1; COMBINATA 1; ORFEO 2) Pianista STEPHEN HOUGH e un racconto di LUCA SCARLINI con letture da Monsieur Croche di Claude Debussy C. DEBUSSY La plus que lente ; Estampes: 1.Pagodes ; 2.La Soirée dans Grenade ; 3. Jardins sous la pluie F. CHOPIN Ballata n. 2 in fa maggiore op. 38; Ballata n.1 in sol minore op. 23; Ballata n. 3 in la bemolle maggiore op. 47; Ballata n. 4 in fa minore op. 52 - C. DEBUSSY Children's corner: 1. Doctor Gradus ad Parnassum; 2. Jimbo’s Lullaby; 3.Serenade for the doll; 4. The snow is dancing; 5. The little shepherd; 6. Golliwogg’s cake-walk; L'Isle joyeuse Biglietti: Intero € 25,00 - Ridotto € 20,00 Lunedì 20 aprile 2015 – ore 21.00 (Valido per A+F; F; F2; COMBINATA 2; ORFEO 1) KREMERATA BALTICA – Violino GIDON KREMER – Vibrafono ANDREI PUSHKAREV G. PELECIS Flowering Jasmine (per violino, vibrafono e archi) - P. GLASS Violin Concerto No. 2 „The American Four Seasons”. *Durante il brano di Glass verrà proiettato un video contente filmati di: Jonas Mekas, regista, poeta e artista di origini lituane che è stato spesso definito il “padre del cinema d’avanguardia Americano”, Rimas Sakalauskas, video-artista lituano dell’ultima generazione, Adam Magyar, fotografo ungherese residente a Berlino e Pingo van der Brinkloev, video artista danese. – M. MUSSORGSKY “Quadri di un’Esposizione” (arrangiamento per orchestra d’archi di J. Cohen e A. Pushkarev)**. **Il progetto include proiezioni video. Materiale visivo e dipinti di Maxim Kantor Biglietti: Intero € 30,00 - Ridotto € 25,00 Lunedì 27 aprile 2015 – ore 21.00 (Valido per A+F; F; F2; COMBINATA 2; ORFEO 2) Pianista YEVGENY SUDBIN F. J. HAYDN Sonata per pianoforte in si minore Hob.XVI/32 - L. v. BEETHOVEN Sei Bagatelle op.126 - C. DEBUSSY L’isle joyeuse - A. SCRIABIN Sonata n. 5 in fa maggiore op.53; Mazurca in mi minore op.25 n.3; Sonata n.9 in fa op.68 (Messa nera) Biglietti: Intero € 20,00 - Ridotto € 15,00 INFORMIAMO CHE ALLA BIGLIETTERIA SERALE DEL CONSERVATORIO SONO DISPONIBILI, PER IL PUBBLICO DI “SERATE MUSICALI”, I BUONI SOSTA PER IL PARCHEGGIO DI VIA MASCAGNI. ASSOCIAZIONE «AMICI DELLE SERATE MUSICALI» 2022001122013/2014ICALI» Presidente Onorario Valeria Bonfante Hans Fazzari Isabella Bossi Fedrigotti *** Roberto Fedi Soci Fondatori Ugo Friedmann Carla Biancardi Camilla Guarneri Franco Cesa Bianchi Vincenzo Jorio Giuseppe Ferreri Lucia Lodigiani Emilia Lodigiani Mario Lodigiani Enrico Lodigiani Paolo Lodigiani Luisa Longhi Maria Candida Morosini Stefania Montani Rainera e Mario Morpurgo Gianfelice Rocca G.B. Origoni Della Croce Luca Valtolina Adriana Ragazzi Ferrari Amici Benemeriti Giovanna e Antonio Riva Alvise Braga Illa Alessandro Silva Fondazione Rocca Maria Giacinta Tolluto Ulla Gass Maria Luisa Vaccari Thierry le Tourneur d’Ison Marco Valtolina Erika Rottensteiner Beatrice Wehrlin Società del Giardino Soci Amici Antonio Belloni Giovanni Astrua Testori Carla Beretta Ricci Umberto Bertelè Elisabetta Biancardi Mimma Bianchi Maria Brambilla Marmont Carlo e Angela Candiani Giancarlo Cason Nicoletta Colombo Egle Da Prat Piero De Martini Maya Eisner Federico ed Elisabetta Falck Silvana Fassati Carlo e Anna Ferrari Giuliana File Finzi Bianca e Roberto Gabei Matilde Garelli Felicia Giagnotti Giuseppe Gislon Maria Clotilde Gislon Eugenia Godani Ferruccio Hurle Giuliana e Vittorio Leoni Maurizia Leto di Priolo Giuseppe Lipari Gabriella Magistretti Eva Malchiodi Giuseppina Maternini Lucia ed Enrico Morbelli Stefano Pessina Francesca Peterlongo Denise Petriccione Giuseppe Pezzoli Gian Pietro Pini Giustiniana Schweinberger Antonietta Scroce Paola e Angelo Sganzerla Maria Luisa Sotgiu Giuseppe Tedone Adelia Torti Graziella Villa Giuseppe Volonterio «SERATE MUSICALI» AMICI STORICI Fedele Confalonieri Mediaset Giuseppe Barbiano di Belgiojoso Ugo Carnevali Roberto De Silva Roberto Formigoni Gaetano Galeone Società del Giardino Gianni Letta Mario Lodigiani Roberto Mazzotta Francesco Micheli Arnoldo Mosca Mondadori Silvio Garattini Robert Parienti Paolo Pillitteri Fulvio Pravadelli Quirino Principe Gianfelice Rocca Fondazione Rocca Carlo Sangalli Fondazione Cariplo Luigi Venegoni Giuseppe Ferreri Banca Popolare di Milano Camera di Commercio di Milano Publitalia ***** Diana Bracco Martha Argerich Marina Berlusconi Cecilia Falck Vera e Fernanda Giulini Emilia Lodigiani Maria Grazia Mazzocchi Conservatorio G. Verdi Milano Francesca Colombo Stefania Montani Cristina Muti Simonetta Puccini Rosanna Sangalli Elisso Virsaladze Juana Zayas Flavia De Zigno Bianca Hoepli ***** Carlo Maria Badini Alberto Falck Oscar Luigi Scalfaro Giovanni Spadolini Leonardo Mondadori Giuseppe Lodigiani Giancarlo Dal Verme Tino Buazzelli Peter Ustinov Franco Ferrara Franco Mannino Carlo Zecchi Shura Cherkassky