ANNO 2012 2012 ANNO Periodico di informazione e cultura della Parrocchia Ss. Cosma e Damiano - Crotone BILANCIO NATALIZIO: DAL VITELLO AL GAMBERONE? D opo alcuni secoli i Cristiani hanno sostituito la festa pagana del sole invincibile (sol invictus, che celebrava il 25 dicembre la ’rimonta’ graduale del sole che va prolungando il tempo di luce e di vita sociale) con il Sole della giustizia che non conosce tramonto, Gesù Cristo. Da qualche decennio stiamo assistendo ad un reflusso: la festa cristiana sta ritornando la festa pagana di un tempo, tuttavia senza protagonisti reali, come il sole che irraggia sempre più a lungo o come il Cristo, che fa splendere la speranza nei cuori. Ora la gioia la gestisce un leggendario Babbo Natale che dispensa inefficaci sorrisi a pagamento davanti ai centri commerciali ecc. Ma la domanda che viene da farsi è: se si festeggia per festeggiare, cioè il nulla, la festa non corre il rischio di essere una espressione un po’ ...isterica? Esodo 32:8 Non hanno tardato ad allontanarsi dalla via che io avevo loro indicata! Si son fatti un vitello di metallo fuso, poi gli si sono prostrati dinanzi, gli hanno offerto sacrifici e hanno detto: Ecco il tuo Dio, Israele; colui che ti ha fatto Si festeggia una nascita, un compleanno, un uscire dal paese di Egitto» matrimonio, una laurea, un qualcosa che ha a che fare con la vita, perbacco. La festa per la festa ricorda il bisogno di sballo, la cultura della discoteca, insomma. Ha in sé come il sospetto della fuga, di una disperazione che nemmeno riesce a raccontarsi. E’ un fenomeno sociologico, alla attenzione degli esperti, che mette in luce il paradosso di una ‘civiltà’ che ha guadagnato un inedito benessere e vi ha affogato ogni attesa: l’amicizia, la solidarietà, la fiducia reciproca, la giustizia … il pensare! Un deficit di umanità. Può accadere, allora, che tutte queste delicatezze, abbiano perduto di interesse, perché i sapori violenti della sensualità ne hanno inibito la percezione. E ancora può accadere che una celebrazione come il Natale, che ha suo centro la persona umana, fatta oggetto di una stupefacente ‘onorabilità’, non interroghi coscienze ormai aduse alla brutalità di messaggi effimeri, che tendono a disonorare la persona che vale per quanto può consumare. Ma questa è già cronaca quotidiana. R. A. Periodico d’informazione e cultura della Parrocchia Ss. Cosma e Damiano -Crotone- Un articolo semi serio è un appello che contiene diversi suggerimenti un tempo per la vita e per riflettere i temi della fede mons. Ravasi Q ualche tempo fa avevo buttato giù degli appunti per un articolo semi-serio dopo essere stato a messa e aver sofferto durante l’omelia. L’inizio della celebrazione era stato molto bello, eravamo entrati in un bel crescendo verso il momento centrale; ma quindici minuti e passa di omelia, forse non allo stesso grado di intensità, mi avevano fatto sperimentare un processo inverso. Avevo scritto quello che troverete più sotto, con l’intenzione di non pubblicarlo; uno sfogo destinato al cassetto, anzi, al “file” dei pezzi mai pubblicati. Poi qualche giorno fa mi è cascata sotto gli occhi una notizia di agenzia, protagonista il Presidente del pontificio Consiglio per la Cultura, biblista di chiarissima fama, inventore del “Cortile dei gentili”,e mi sono detto:allora Il cardinale Gianfranco Ravasi invitato, nella sua veste di biblista e intellettuale, ad aprire, alla Pontificia Università Gregoriana, un corso sulla parola, affermava: 'La parola è in sofferenza anche per la comunità ecclesiale, la Chiesa e la sua comunicazione. La parola è tradita e umiliata''. Anche dal pulpito. Ravasi chiama in causa direttamente i sacerdoti. E’ un appello che in realtà contiene diversi suggerimenti, proposte, idee; e come si conviene nel rivolgersi a Lei, in tutta umiltà, naturalmente. La prima idea è un po’ radicale. Proclamare un periodo (decida Lei la durata) di digiuno omiletico. Vale a dire: stabilire che per un anno nelle chiese (esclusi ovviamente il Papa e i vescovi) non vengano pronunciate omelie. Non mi chieda spiegazioni o ragioni. Non voglio offendere i sentimenti (buoni) di nessuno. Chieda spiegazioni, se vuole, a Giulio Andreotti, che – se non ricordo male – cerca(va) di andare a messa molto presto di mattina, proprio per non ascoltare omelie. Io credo che se l’omelia fosse sostituita da un breve periodo di raccoglimento e di meditazione delle parole appena udite nelle Letture potrebbe essere benefico per tutti. Secondo suggerimento ; questo, ovviamente scherzoso. Obbligare i sacerdoti a frequentare un corso di giornalismo, e in particolare di giornalismo di agenzia, o televisivo. Ci è stato detto più volte, durante la nostra ormai lunga frequentazione di redazioni, che in cinquanta righe si può descrivere la storia di una vita. Possibile che non sia possibile scrivere, nello stesso spazio, una riflessione sul Vangelo del giorno? Terza possibilità (anche questa scherzosa, però….): chiedere alla Congregazione apposita di emanare un documento in cui si stabilisca tassativamente che il tempo dedicato all’omelia non deve superare i cinque minuti. un santo disse un giorno Un santo, o un padre della Chiesa, disse un giorno: “nei primi cinque minuti parla Dio, negli altri cinque minuti parla l'uomo, nei restanti cinque minuti e più parla il diavolo”. Propendo a credere che in realtà dopo i primi cinque minuti da molti pulpiti continui a parlare l’uomo; e purtroppo non tutti sono alla Sua altezza, nello scrivere e pronunciare i discorsi. E l’esperienza ci perché le predicazioni spesso... Perché ''spesso le predicazioni sono così incolori, insapori, inodori da essere irrilevanti''. Invece ''bisogna ritrovare la parola che 'offende', ferisce, inquieta, giudica'', la ''parola sana, autentica che lascia il segno''. E non dimenticarsi che oggi, piaccia o no, chi ascolta ''e' figlio della tv e di internet''. E ancora: Ravasi ricorre a Voltaire e Montesquieu e dice con loro che ''l'eloquenza sacra è come la spada di Carlo Magno, lunga e piatta: quello che non sa darti in profondità te lo da' in lunghezza''. Il tono del cardinale è leggero, ma tagliente. ''Il sacerdote non deve accettare che la parola sia umiliata. E' chiaro che la capacità di parlare è anche, in parte, dote naturale, ma poi' c'è la formazione, l'aspetto pedagogico, l'attrezzatura tecnica di cui dotarsi. E questo oggi manca nei seminari''. Per finire: “Umberto Eco stima che oggi i giovani usino solo 800 parole. Ciò impone a chi parla essenzialità, incisività, narrazione, colore”. Allora mi sono fatto coraggio, e ho tirato fuori il mio appello; che spero sia formalmente corretto, perché non ho esperienza nel campo; è la prima volta che scrivo a un papa. “Santità, mi permetto di rivolgerLe un appello; scherzoso, ma fino a un certo punto solamente. Riguarda le omelie. Quelle che sentiamo, ogni domenica, andando a messa. 2 Una cappella per l’omelia... fa toccare con mano – senza colpa di nessuno, i sacerdoti sono animati dai migliori sentimenti, e pieni di santo entusiasmo – che un’omelia che si dilunga, si perde, divaga, tocca tanti punti diversi spesso non è di aiuto a mantenere la concentrazione e la tensione spirituale creata dalle Letture. Anzi. Naturalmente sarebbero esclusi il Papa, i cardinali, i Patriarchi e gli arcivescovi metropoliti. Su vescovi e abati si può discutere. Speriamo che qualcuno glielo faccia leggere. Periodico d’informazione e cultura della Parrocchia Ss. Cosma e Damiano -Crotone Marco Tosatti OSSERVATORIO SOMMARIO Dimensione morale della educazione No al porto di Scalea Giuseppe Morrone Teresa LIguori pag. 4 pag. 5 Santi di Calabria San Nilo da Rossano IL suono di mille silenzi Come alimentarsi in modo sano…? Come alimentarsi in modo sano…? Scuola Nella grotta di Lourdes Ecco la vera luce:”Cristo” Gita e scoperta a Parco Pignera Spaghettie e kebab Mimmo Stirparo Mimmo Stirparo Antonella Noviello pag. 6 pag. 7 pag. 8 Gianfranco Paluccio pag. 9 Gianfranco Paluccio pag 10 pag 11 M. S. pag 12 M.S pag 12 Giovanni Locanto 1°A pag 13 Walter Frisina pag. 14 SCUOLA Festa dell’albero Una giornata specialissima Ci vuole giustizia Walter Frisina pag 15 pag. 16 Vincenzo Paluccio PARROCCHIA Iniziative Diocesane Una Processione per Ricordare Paccheri stoccafisso Tonino Laratta pag 21 pag 22 pag. 23 commentare qualche articolo, o per affrontare un argomento contattateci all’indirizzo internet: [email protected] Periodico d’informazione e cultura della Parrocchia Ss. Cosma e Damiano -Crotone- 3 osservatorio Dimensione morale della educazione Aldo Moro una questione morale e una chiara emergenza educativa nella società attuale I l problema morale oggi. E’ evidente a tutti oggi la necessità di porre al centro delle riflessioni e dei dibattiti la cosiddetta “questione morale”. Si può leggere, per esempio, il libro di R. De Monticelli, La centralità della questione morale, Cortina Raffaello Editore, Milano 2010, in cui si Berlinguer e la questione morale mette in risalto l’incapacità di vivere l’esperienza morale. Il problema dei nostri giorni, dunque, ha un volto ben noto: la debolezza della coscienza umana di credere nel bene e di poterlo costruire. Contemporaneamente e in risposta alla crisi morale, si fa sempre più urgente la proposta di formare le nuove generazioni agli ideali autentici della vita, perché il corso della propria esistenza in questa storia sia indirizzato verso ciò che realmente conta. La Chiesa italiana, in merito, si è impegnata per il decennio 2010- 2020 in un grande progetto pastorale, illustrato nel documento Educare alla vita buona del Vangelo, dove si presentano modelli di crescita umana e spirituale per far fronte alla cosiddetta emergenza educativa. l’educazione morale scuola, parrocchia, centri aggregativi) devono agevolare, stimolare la maturazione della coscienza morale, che mette la persona nelle condizioni di saper scegliere e amare quei valori ritenuti fondamentali per la propria vita. Valori che vincolano la coscienza e obbligano il Aumenta con particolare intensità, quindi, il desiderio di creare una cultura, un ethos, in cui i principi del retto vivere, come l’onestà, la tolleranza, la giustizia, il rispetto siano i cardini di ogni comunità umana. Ciò è possibile realizzarlo, favorendo il lento e graduale sviluppo della moralità personale nel vivere umano. Se la coscienza morale delle persone, questa intima e profonda capacità dell’uomo di conoscere e scegliere il bene, non è messa nelle condizioni di maturare e crescere, è difficile uscire dalle situazioni di male, degrado e involuzione. L’uomo, come essere morale, ha quella capacità di saper riconoscere il bene e poterlo perseguire, quel bene concretamente possibile che è promessa della sua realizzazione. Ma deve essere aiutato in questo cammino di crescita. E’ necessario, quindi, parlare oggi di educazione morale, ponendo al centro della nostra attenzione l’aspetto formativo della dimensione morale nella crescita delle persone. comportamento, realizzando quell’autonomia di giudizio e azione che rende la persona veramente libera. Il nostro agire, quindi, non sarà condizionato da “forze” esterne, ma solo e unicamente dall’autodeterminazione della nostra coscienza. Questa è la maturità morale. Questo è l’obiettivo di una educazione morale che intende formare persone umanamente compiute, in grado di affrontare con coraggio e fiducia l’avvenire non privo di preoccupazioni e ansie. impegno delle istituzioni per concludere Tutte le istituzioni educative (famiglia, Le nuove generazioni aspettano questa delicata e faticosa azione pedagogica, che non consiste in una trasmissione teorica di principi o in un insegnamento sterile imposto dall’alto. Il bene, a cui i ragazzi devono tendere, va mostrato con parole e opere da parte degli adulti. Siamo prima noi chiamati a vivere il bene che pretendiamo venga eseguito dai piccoli. Forse essi non penetrano pienamente, data la loro età, le ragioni del nostro comportamento, ma avvertono la passione e la dedizione verso quei valori moralmente rilevanti che sostengono costantemente le nostre azioni concrete. Solo così l’educazione morale, ovvero quell’opera lenta, graduale e collettiva finalizzata alla formazione di atteggiamenti e modi di fare ispirati esclusivamente al retto agire, rappresenterà un robusto contributo alla soluzione della crisi morale odierna. dietro una bandiera ideali di... Parlamento e questione morale un tema sempre presente 4 Periodico d’informazione e cultura della Parrocchia Ss. Cosma e Damiano -Crotone Giuseppe Morrone osservatorio No al porto di Scalea... ItaliaNostra difende il patrimonio culturale I talia Nostra ribadisce la sua netta opposizione alla realizzazione di un porto turistico intorno al sito archeologico e storico di Torre Talao a Scalea, rinomato centro balneare del Tirreno cosentino. L’associazione ritiene che una gestione razionale della fascia costiera, finalizzata ad una strategia di sviluppo ecosostenibile del territorio, dovrebbe suggerire all’Amministrazione Comunale di Scalea di ripensare alla primitiva ipotesi di realizzare il porto turistico alla foce del fiume Lao. Tale localizzazione sarebbe ancora più idonea se vista secondo una logica di intermo- la Rocca di Torre Talao com’è ora anni a Scalea un comitato civico. Durante un incontro organizzato nei giorni scorsi, sono state proposte alcune iniziative che la consigliera nazionale Teresa Liguori, presente alla riunione, intende sostenere per difendere il patrimonio archeologico ed il “paesaggio sensibile” costiero di Scalea da uno scempio annunciato. La proliferazione di progetti di porti turistici in Calabria, (ne sono previsti ben 10 lungo le coste cosentine dello Jonio e del Tirreno), farebbe pensare a straordinari flussi di diportisti nautici, che non esistono. In realtà, tali infrastrutture hanno dato la rocca di Torre Talao come era nell’800 dalità in collegamento con la pista di atterraggio aereo da alcuni anni realizzata e non ancora pienamente utilizzata. in origine era un’isola In origine, la rocca di Torre Talao era un’ isola che, agli inizi del ‘900, divenne penisola per poi insabbiarsi definitivamente con l’avanzare del litorale. La frequentazione antropica del sito è molto antica, dal momento che vi sono evidenze archeologiche a testimoniare la presenza umana sin dalla preistoria. Il sito è ricoperto da vegetazione mediterranea tipica, sempre più rara nel litorale scaleota, fortemente antropizzato. Per salvare dalla sicura distruzione Torre Talao, bene culturale-simbolo della cittadina, il litorale ed il paesaggio e per affermare la ferma contrarietà al progetto del porto turistico si è costituito da alcuni Scalea vecchia solo un forte contributo alla cementificazione delle coste calabresi, con ulteriori problemi di erosione marina, fenomeno già presente in numerosi litorali. nessun beneficio con la realizzazione del porto In particolare, la realizzazione del porto turistico a Scalea non porterebbe alcun beneficio allo sviluppo culturale e turistico della cittadina, al contrario arrecherebbe solo gravi ed irreversibili danni all'ambiente ed al paesaggio, da considerare componente della ricchezza sociale, risorsa da gestire con grande cura. L’associazione ritiene che la fruizione sociale del patrimonio culturale e del paesaggio di Scalea non deve essere perduta a vantaggio della svendita e della privatizzazione. Per evitare questo rischio, Italia Nostra propone l’istituzione di un parco archeologico, all’interno del quale il sito di Torre Nao sia conservato e salvaguardato come merita. L’esperienza consolidata in altre regioni conferma che tutela del patrimonio culturale e conoscenza scientifica si possono ben coniugare con il richiamo di flussi turistici e quindi con nuova occupazione. Scalea, 17 Novembre 2011 Teresa Liguori un panorama certamente da restituire alla sua naturalità... Periodico d’informazione e cultura della Parrocchia Ss. Cosma e Damiano -Crotone- 5 osservatorio: letteratura S an Cirillo, monaco greco – bizantino, è vissuto con tanto spirito di penitenza ne moCirillo, Elia , Antonio nastero di Santa Maria di Terreti di Bivongi; quindi, detto sito, per tanto tempo, fu detto Motta San Cirillo. Successivamente eletto vescovo di Reggio Calabria, visse in tanta santità e operò tanti di qei miracoli che l’arcidiacono Leone abbandonò la sua città Ravenna per portarsi alla Motta e vivere all’ombra di Cirillo. Nei secoli è stato sempre ricordato come grande uomo di fede e per questo fu proclamato santo e celebrato dall’Arcidiocesi di Reggio - Bova il 3 luglio. Santi di Calabria del Castello e Ieiunio. Santi da ricordare Sant’Elia di Reggio Calabria Mosaici pregiati nella cappella di Sant’Elia di Reggio Calabria Elia di Reggio Calabria Non ha origini calabresi, ma visse tanto in Calabria in santità da essere ricordato e venerato come santo della terra che brucia. Si tratta di Elia nato ad Enna attorno all’823, da nobile famiglia e ben presto datosi agli studi teologici. Poi venne deportato dagli Arabi in Africa ed una volta affrancatosi si mise in cammino verso i grandi centri del monachesimo del tempo. Così visitò l’Egitto, la Palestina, il Peloponneso, Roma e Gerusalemme dove si fermò per tre anni presso il monastero del Sinai. Dopo tanti anni si ritirò nella nostra regione, a Saline, nei pressi di Reggio, fino a quando non intraprese il viaggio verso Costantinopoli, chiamato dall’imperatore Leone VI. Durante il viaggio di ritorno da quelle terre, morì a Tessalonica il 17 agosto del 903. Il suo corpo, per volontà del discepolo san Daniele, fu riportato a Saline nel “suo” monastero ed in seguito traslato a Galateo nella stessa provincia reggina. Antonio del Castello Come confermato da P. Giovanni Fiore da Cropani, sant’Antonio ebbe i natali nella cittadina di Gerace dove fu educato alle Sacre Scritture e appena giovinetto si ritirò, nella contemplazione e nella preghiera, come eremita in una grotta ai piedi del castello geracese e per questo è ricordato come “sant’Antonio del Castello”. Qualche anno dopo, giacchè quasi tutta la Calabria era spesso invasa dai Saraceni che rendevano impossibile la vita agli anacoreti, Antonio lasciò la sua terra e si portò sulle montagne dette “della Mula” presso Cassano Ionio dove era già consistente il gruppo dei monaci basiliani. Qui visse per molti anni nella continua penitenza, ma avvicinandosi il tempo della vecchiaia ritornò a Gerace dove fu accolto nel monastero di san Filippo d’Argirò, tra il 951 e il 975, assieme a Nicodemo di Cirò e l’altro geracese Ieiunio che vissero come “maestri spirituali sia dei monaci che del popolo di Gerace” (B. Sodaro). Oggi sant’Antonio è ricordato il 23 agosto e venerato come protettore di Gerace assieme alla compatrona santa Veneranda. Ieiunio “ il Digiunatore L’altro santo geracese vissuto, come detto sopra, assieme ad Antonio del Castello è Giovanni nato attorno al 900 e detto Ieiunio in quanto ricordato come “il Digiunatore” proprio per la sua condotta di vita austera e mortificata. Appena giovane si ritirò a vivere di stenti e di preghiera in una grotta che da allora è detta di “sant’Ieuinio” e successivamente passò anch’egli, al monastero basiliano di san Filippo d’Argirò dove morì attorno all’anno 1000.Oggi Gerace lo ricorda poco anche se la festa liturgica veniva celebrata il 25 agosto. Ieiunio “ il Digiunatore 6 Periodico d’informazione e cultura della Parrocchia Ss. Cosma e Damiano -Crotone Mimmo Stirparo osservatorio: letteratura N ato nel 910 a Rossano Calabro, col nome di battesimo Nicola, Nilo, appartenente a famiglia perbene, dimostrò già dall’infanzia una certa propensione per la vita monastica che non concretizzò da subito. Anzi. Fu uomo di mondo, prese moglie non mancando di infedeltà. Come molti altri santi, anche Nilo attraversò in periodo di smarriSan Nilo da Rossano mento, ma la morte della moglie lo fece rientrare in se stesso. Del matrimonio di Nilo, qualche anno fa ha scritto Gaetano Passatelli (“Nilo di Rossano” Ed, Laruffa, Reggio Cal. 1990) che il santo rossanese era appunto sposato con una donna dalla quale aveva avuto anche una figlia e che ricordò addirittura sul punto di morte. San Nilo da Rossano nato nel 910, da Rossano per far meditare... Nilo si ritirò a vita monastica Morta la donna, Nilo si ritirò a vita monastica all’età di 30 anni. Questo evento, però, non ha avuto un inizio facile, proprio per Nilo non era per nulla possibile. Scrive il tante volte citato B. Sodaro: “ [Nilo] era uno dei decurioni della città di Rossano e, come tale, responsabile delle imposte sulla sua persona e sui suoi beni. L’onore del decurionato era una dura schiavitù, alla quale non si giungeva a sottrarsi e le autorità imperiali non solamente non permettevano di abbandonarlo, ma obbligavano a rimanervi colui che tentasse di sfuggirne, sia pure rivestendo l’abito ecclesiastico, essendo obbligato con forza a rimanere in ufficio”. Così Nilo, essendo ormai forte l’attrazione alla vita eremitica, non potendo entrare in uno dei tanti cenobi della sua Rossano, si decise a fuggire a Palmi nel monastero del Mercurion e fu qui che prese il nome di Nilo. In Ottone III questo monastero, dietro gli insegnamenti di san Fantino, fu tale il suo livello di obbedienza, umiltà, mortificazione e contemplazione, da essere accostato a san Paolo. dopo alcuni anni Dopo alcuni anni seguiti da tante angherie, finalmente fece ritorno a Rossano stabilendosi nel famoso monastero di Santa Maria del Patir assumendone la direzione. Non fu certo agevole la sua vita monastica. Ci riferisce il Fiore che, spesso il diavolo gli faceva ricordare la sua giovinezza alquanto allegra e così il Santo era costretto a mortificare le sue carni, chiedere perdono a Dio e soprattutto fargli allontanare quei ricordi che lo potevano indurre in tentazione; addirittura un giorno il Signore crocifisso stacco la sua destra dalla croce per benedirlo tre volte. Comunque visse in tanta santità da essere cercato e pregato da tutti. Si ritenne sempre un uomo umile ed indegno di indossare il sacro saio e quando morì il vescovo di Rossano, tutto il popolo e il clero rossanese lo invocava a gran voce ad occupare quella sede episcopale, Nilo non solo rifiutò ma fuggì per nascondersi nelle campagne circostanti, ritornando in con- l’abbazia greca di Grottaferrata vento soltanto quando la Chiesa aveva provveduto a nominare il nuovo vescovo. negli ultimi anni di vita Verso li ultimi anni di vita volle recarsi in pellegrinaggio a Roma e qui ricevette gli onori dal papa Gregorio V e dall’imperatore Ottone. Fu in questa circostanza che si fermò nei pressi della vicina Frascati e vi fondò quel gran monastero di Grottaferrata rimasto oggi la Casa Madre del moderno Basilianesimo. E fu qui che trovò la morte il 26 settembre, per alcuni dell’anno 1000 e per altri del 1004. M. S. Papa e antipapa? Il suo discepolo e biografo, Bartolomeo, narra che nel 998 Nilo corre a Roma per salvare il vescovo Giovanni Filagato, suo conterraneo, fatto antipapa dal nobile romano Crescenzio e suo complice nella rivolta contro il papa Gregorio V e l’imperatore Ottone III suo cugino. La rappresaglia di Ottone è degna della ferocia dei tempi (che hanno visto papi assassinati). Uccisi Crescenzio e i suoi, su Filagato si infierisce con atroci sevizie. "La biografia narra", scrive Gregorovius, "che ... le preghiere del santo non trovarono ascolto. Nilo lasciò Roma. Ma prima profetizzò all’imperatore e al papa che la maledizione del cielo prima o poi avrebbe colpito i loro cuori crudeli". Gregorio V muore dopo un anno, Ottone III dopo quattro, e ne ha ventitré. il Regno Germanico e sua espansione... Periodico d’informazione e cultura della Parrocchia Ss. Cosma e Damiano -Crotone- 7 osservatorio: letteratura Il suono di mille silenzi autobiografia di una scrittrice siciliana F ra i miei regali per queste feste ho deciso di inserire libri di Emma La Spina, una scrittrice siciliana contemporanea. Li ho scelti perché li ho letti e mi hanno profondamente colpita per il loro contenuto umano, anche se di umano si incontra ben poco nella storia della sua vita. Io l’ho conosciuta Emma, è una signora mite e gentile, dallo sguardo dolce,che ha sempre una parola amorevole per tutti, siamo diventate amiche e ci confortiamo a vicenda nelle angustie che la vita ci il testo…. riserva. Il primo libro si intitola “Il suono di mille silenzi” ed è la testimonianza della sua vita, dai tre anni fino ai diciotto, passati in diversi istituti. È la sua storia, ma anche quella delle persone che, come lei, hanno avuto il suo stesso destino. volezza di chi ha conosciuto il mondo solo dopo, la scrittrice ancora si chiede come sia stato possibile l’accadimento di alcune azioni commesse da adulti che il lettore incontra lungo il racconto e che lo tengono nell’attesa di leggere uno spiraglio di affetto e di fortuna. I collegi in cui ha vissuto erano tutti gestiti da suore, ma leggendo quanto Emma afferma, ci si domanda Emma vive nell’amata Sicilia Emma vive in quella Sicilia che tanto amiamo e che ci sembra festosa e multicolore quando la percorriamo durante le nostre gite, senza sapere che cela storie incredibili. Sua madre - una donna fredda, che lei ha visto solo in tre occasioni - ha partorito e abbandonato undici figli. Emma è la decima. Trascorre la sua infanzia in collegio, un luogo di deprivazione e di autentico terrore. La vita delle bambine è completamente contingentata e del tutto priva di amore, di un qualsiasi gesto di affetto. Alle violenze e alle punizioni corporali si aggiungono più sottili tormenti e vessazioni psicologiche. Nell'istituto -i famigerati "collegi" menzionati a mo' di spauracchio a generazioni di bambini - le bimbe non hanno alcun contatto con l'esterno. Sono mille silenzi. Giunta ai diciotto anni, Emma si ritroverà d'improvviso in mezzo alla strada, con i soli vestiti che ha addosso, ad affrontare una vita non meno dura. Una storia indimenticabile che com- Modica muove e indigna, che colpisce al cuore Leggendo questo libro, scritto dalla protagonista, in maniera diretta e precisa, senza urlare allo scandalo, senza troppi giri di parole né scontate autocommiserazioni si rimane agghiacciati perché i fatti sono realmente accaduti Con riflessioni fredde e obiettive e la consape- 8 foto dell’evento… un libro per riflettere quale Dio abbiano sposato queste religiose. A tratti mi è parso quasi di trovarmi ad Auschwitz, piuttosto che in un orfanotrofio. La crudeltà di queste donne raggiunge limiti incredibili, sconfinando nella vera e propria disumanità. le vicende sono ambientate negli anni ‘60 Le vicende che sembrano far parte di un passato remoto o di un luogo lontano invece serpeggiano lungo le mura della città dalla pietra nera negli anni 60, certo erano altri tempi, la gente era più chiusa e ottusa nei confronti degli altri, ma la scuola? Il libro mi ha fatto porre mille domande e mi ha fatto riflettere su quanto sia possibile fare oggi. Non voglio soffermarmi su “quegli istituti”, ma pensare: ci sono ancora oggi? Che possiamo fare per tanti bambini che soffrono? Nelle nostre scuole ce ne sono tanti, e pur avendo delle famiglie alle spalle a volte sono soli e circondati dal silenzio. Rompiamolo e apriamoci agli altri, credo che sia quello che Emma voglia dirci col suo libro. E poi ci sono tanti altri argomenti su cui riflettere: Le famiglie, gli assistenti sociali, la sanità, la carità. Oggi la scrittrice ha tre figli, ma le sue sofferenze non sono terminate, ella ha bisogno di calore umano e solidarietà, anche se è dotata di grande forza d’animo, indomita nella sua lotta e per la sopravvivenza e per l’affermazione di sé E’ un libro da conoscere e amare e da consigliare a chi si ama e non, da far veicolare nelle scuole e nelle famiglie, perché si scuotano le coscienze ci si ponga la domanda: cosa faccio io per gli altri? Analizzandolo vengono fuori tante problematiche che vale la pena affrontare e cercare insieme delle soluzioni. E allora dico grazie Emma! Che la vita finalmente ti sorrida! Periodico d’informazione e cultura della Parrocchia Ss. Cosma e Damiano -Crotone Antonella Noviello osservatorio: salute Come alimentarsi in modo sano…? capire l’alimentazione in modo responsabile... che tra le dieci raccomandazioni finali riporta l’invito a consumare cinque porzioni al giorno di frutta e verdura (600 grammi circa), alimenti che Italia terra di un patrimonio importante fanno bene alla salute perché ricchi di fibre, mineraasta essere equilibrati e sapere li, acqua e vitamine. cosa finisce nel piatto. E poi tanta frutta e verdura, legumi, i consigli ma anche il cioccolato Una Ecco qualche piccola indicazione tratta da Scegli ciò che mangi. Guida ai cibi sana alimentazione. Alimentarsi in modo sano proteggendo la propria salute? È che aiutano a proteggere la salute, di Anpossibile anche oggi. Uno dei primi con- na Villarini e Francesca Di Gangi sigli da seguire per una corretta alimenta- (Sperling & Kupfer 2011, euro 17,50). zione è mangiare in modo equilibrato. Acquistare al supermercato frutta e verdura di colori diversi, cercando di variare Avere equilibrio vuol dire: distinguere tra ciò che è bene mangiare e ciò che è dan- il più possibile e privilegiando quelle di stagione. I prodotti fuori tempo hanno: noso; essere consapevoli di ciò che va a gusto e aroma scarsi, prezzo più alto e componenti nutrizionali ridotte. Inoltre, è preferibile acquistare frutta e verdura intere: quelle in busta, già tagliate e manipolate industrialmente possono perdere alcune delle loro caratteristiche. Due uova a settimana. Quando si acquistano le uova, è importante controllare che abbiano il guscio pulito. L’albume è costituito per la maggior parte da acqua e per il restante da proteine ad alto valore biologico. Esso, però, contiene anche avidina, un fattore antinutrizionale che limita l’assorbimento della vitamina H, ma che viene completamente distrutto con la cottura. Motivo per cui bisogna sempre cuocere bene le uova. Il tuorlo, invece, contiene colesterolo, quindi è meglio limitarsi a mangiare due uova a settimana. Un valido aiuto dallo yogurt. Gli yogurt contengono (controllare bene l’etichetta) probiotici, microrganismi che finire nel piatto; capire perché si sceglie svolgono funzioni importanti per la saluun tipo di cibo, quando mangiare. te, come aiutare la digestione, creare una un occhio all’etichetta barriera intestinale, stimolare il sistema Quando si acquista un cibo, bisogna pre- immunitario, produrre vitamine e aiutare stare attenzione all’etichetta, sui cui rin- a mantenere quasi neutro il pH intestinatracciare le informazioni sugli alimenti, il termine minimo di conservazione o la data di scadenza, la modalità di conservazione e, a volte, anche quella d’uso, il lotto di appartenenza (utile più al negoziante per rintracciare un prodotto difettoso o avariato), il marchio, il produttore, gli ingredienti ecc. I cibi che fanno bene alla salute. Il Fondo mondiale per la ricerca sul cancro ha diffuso nel 2007 un documento sulla prevenzione dei tumori, B obesità le. Al momento dell’acquisto bisogna anche fare attenzione alla data di scadenza, oltre la quale lo yogurt non diventa nocivo per la salute, ma perde buona parte dei probiotici e, di conseguenza, di effetti benefici. Questo derivato del latte va conservato in frigo a 4 gradi e la guardarsi a tavola qualità si mantiene solo finché il prodotto è sigillato. Per questo è meglio acquistare porzioni monodose. Lo yogurt bianco intero è il migliore dal punto di vista nutrizionale e organolettico. formaggi sì, ma... L’Italia è una Paese sia di produttori che di consumatori di formaggi. I migliori sono quelli a marchio biologico e DOP (Denominazione di origine protetta). A causa del loro alto contenuto di grassi (l’unico formaggio magro è la ricotta), è consigliabile non mangiarli tutti i giorni, ma una volta a settimana. Meglio l’olio che il burro. Il consumo quotidiano di burro, a causa dei grassi saturi contenuti, può causare malattie cardiovascolari, quindi non è necessario rinunciare del tutto al suo utilizzo, ma consumarlo solo raramente e preferire come condimento l’olio extravergine di oliva. I pericoli della margarina. A differenza di quello che si pensa, è preferibile propendere verso il consumo di burro e non di margarina. Poiché deriva dalla trasformazione di grassi insaturi in grassi saturi, in un processo detto idrogenazione, e contiene acidi grassi in forma chimica “trans”, Periodico d’informazione e cultura della Parrocchia Ss. Cosma e Damiano -Crotone- 9 osservatorio: salute un problema non solo estetico derivata cioè dalla trasformazione, la margarina sarebbe da evitare. via libera ai legumi Infine, via libera ai legumi. Si trovano freschi, secchi o in scatola. Sono un’ottima fonte di proteine, ma hanno un medio valore biologico. Per questo motivo, vanno consumati abbinandoli con i cereali integrali: in questo modo si compensano le loro carenze e il piatto ha un alto valore biologico, pari a quello del pesce e della carne. Essendo un po’ difficili da digerire, si può iniziare a mangiarne in piccole quantità, magari passati, tutti i giorni e cominciando dalle lenticchie, in modo da abituare la flora batterica intestinale. Infine, anche i più golosi possono concedersi qualche sfizio rispettando la loro salute. Il cioccolato fondente contiene antiossidanti e, quindi, fa bene al cuore, ma non bisogna eccedere perché contiene anche grassi e zuccheri. Attenzione, però, al latte: sia il cioccolato al latte che l’abbinamento del fondente con un bicchiere di latte è da evitare. Il liquido ne fa diminuire gli effetti positivi in quanto cattura le epicatechine, flavonoidi del cacao ad alto potere antiossidante, impedendone l’assorbimento da parte dell’intestino. conservare bene i cibi Regole dell’Organizzazione mondiale della sanità nella gestione casalinga del cibo per evitare contaminazioni di batteri: cuocere completamente gli alimenti; mangiare i cibi subito dopo la cottura; conservarli con attenzione sia cotti che crudi; riscaldare del tutto gli alimenti già cotti al momento di consumarli; evitare il contatto tra cibi cotti e crudi; lavarsi spesso le mani mentre si è in cucina; proteggere i cibi dagli insetti; utilizzare acqua sicura sia per cucinare che per lavare le stoviglie. Il frigorifero è un valido alleato nella conservazione dei cibi. La temperatura su cui mantenerlo è di 4-5 gradi. Il punto più freddo è il basso, dove andranno conservati carne e pesce fresco; nel cassetto frutta e verdura; sulle mensole centrali uova, prodotti caseari, salumi, avanzi di cibo già cotti, torte e prodotti da conservare in frigo dopo la apertura; nell’interno della porta (parte più “calda”) bibite, salse e grassi per condire. I tempi di conservazione in frigo per i diversi alimenti: carni crude da 1 a 4 fame giorni; carni cotte da 2 a 8 giorni; pesce fresco e cotto massimo 2 giorni; minestre e pasta da 2 a 3 giorni; formaggi freschi da 2 a 3 giorni; formaggi stagionati oltre un mese; verdura e frutta da 3 a 8 giorni; scatolame aperto da 2 a 5 giorni. In freezer, prima di riporvi gli alimenti, è consigliato segnare la data di inserimento. Tempi di conservazione: carni crude da 1 a 12 mesi; pesce fresco o già cotto da 15 giorni a 2 mesi; pane da 1 a 2 mesi; dolci da 2 a 3 mesi; verdura e frutta cotte da 6 a 8 mesi; per i cibi industriali data di scadenza. concludendo Concludiamo con un rinfresco di memoria. Secondo l'Oms, bisogna consumare cinque porzioni al giorno di frutta e verdura, che fanno bene alla salute perché ricche di fibre, minerali, acqua e vitamine. Al supermercato acquistare frutta e verdura di colori diversi, cercando di variare il più possibile e privilegiando quelle di stagione. Via libera ai legumi. Sono un’ottima fonte di proteine e vanno abbinati con i cereali integrali per aumentarne il valore biologico. Lo yogurt bianco intero è il migliore dal punto di vista nutrizionale e organolettico. Il cioccolato fondente contiene antiossidanti e fa bene al cuore, ma non bisogna eccedere perché contiene anche grassi e zuccheri. N ei soggetti sovrappeso ed obesi lo stress metabolico e l’infiammazione tessutale possono determinare la liberazione in circolo di microparticelle procoagulanti derivate dalle cellule pervenute nella sede del danno vascolare. I fenomeni di apoptosi e l’attivazione delle cellule vascolari favoriscono il rilascio di queste particelle, le quali rivestono un ruolo critico nel processo di formazione del trombo e nel rischio cardiovascolare. Le particelle sono infatti coinvolte nei successivi eventi di infiammazione vascolare, rimodellamento tessutale, disfunzione endoteliale adesione e stimolazione leucocitaria. Anomalie legate alla presenza di queste microparticelle vengono regolarmente osservate nelle dislipidemie associate al sovrappeso. Recenti osservazioni suggeriscono che un’alternativa al trattamento farmacologico per prevenire il rilascio di queste microparticelle potrebbe derivare dalla dieta. Lo studio ha valutato l’impatto di una dieta estremamente povera in calorie sui livelli di microparticelle procoagulanti, lo status fibrinolitico, l’infiammazione e il danno endoteliale in donne obese (indice di massa corporea medio 35). Gli autori hanno analizzato i marker sanguigni indicativi del danno vascolare, stato fibrinolitico, attivazione piastrinica ed infiammazione al momento dell’arruolamento nello studio e a distanza di uno e tre mesi di distanza dall’inizio della terapia alimentare. La presenza di microparticelle è stata invece rilevata mediante citometria a flusso e captare assay. Il potenziale pro-coagulante è stato invece quantificato attraverso il saggio dell’enzima protrombinasi mentre la loro derivazione cellulare – endotelio, piastrine, leucociti, linfociti o eritrociti - è stato investigato nuovamente attraverso citometria di flusso. Dall’analisi è emerso che i livelli di microparticelle derivate dai leucociti correlavano in modo significativo con la circonferenza in vita delle partecipanti durante il corso dello studio. A 90 giorni dall’inizio del trial la riduzione di peso si associava ad una riduzione pressione sanguignam un miglioramento dei parametri metabolici ed una significativa riduzione del marker inibitore dell’attivatore del plasminogeno, delle microparticelle derivate dalle piastrine dai leucociti ed anche dei livelli di leptina. La dieta a ridotto contenuto calorico ha permesso dunque un globale miglioramento a breve termine dell’equilibrio emostatico caratterizzato dimostrandosi una strategia decisamente attuabile nel soprappeso femminile per prevenire il rischio di aterosclerosi lontani dalle golosità 10 Periodico d’informazione e cultura della Parrocchia Ss. Cosma e Damiano -Crotone Scuola Periodico d’informazione e cultura della Parrocchia Ss. Cosma e Damiano -Crotone- 11 scuola: Ist. Gravina Nella grotta di Lourdes silenzio e armonia del santuario di Maria P rovenienti da varie città e paesi della Calabria numerosi pellegrini il 12 settembre 2011 si sono ritrovati alla stazione di Crotone per giungere dopo un lungo viaggio di circa 15 ore,col treno bianco della speranza,alla grotta della madonna di Lourdes in Francia. Da Belvedere Spinello pronti a vivere questa straordinaria esperienza di 7 giorni compresi di andata e ritorno quattro fedeli,una vita umile e modesta in una emozione di dolcezza si trovano su quel convoglio per colmare quel desiderio di parlare col sorriso e con la mente con la nostra Signora di Lourdes. Per due di loro Giuseppe e Pasqualina è stato il regalo più grande che i figli potessero offrire per l’anniversario dei 25 anni di matrimonio. Non l’avrebbero mai immaginato che avrebbero portato a compimento questo viaggio particolare. Dalla gita a Lourdes minuscola porzione di terra francese non possono dimenticare nulla!le scene altamente grandiose, il silenzio, l’armonia, il regno della calma e della luce immediata da divina bellezza e dell’acqua benedetta le cui gocce splendono come zaffiri, gli occhi descrivono ciò che vedono, la vista è un libretto di note. la Madonna accompagna i presenti La Madonna prende per mano i presenti e li accompagna. Noi una piccola voce contro la voce immensa che sorge nella grotta, piccole creature, lampade spente. Si perde la coscienza di sé, sembra di udire un suono sereno e si inginocchiano in raccoglimento. La Signora non si vede, ma è la pronta a guardare la corsa del nostro mondo cieco. Ella contempla e ascolta i dolori, le lotte, le passioni, le dispute dell’immenso gruppo di pellegrini che camminano vuoti, commossi con la stessa emozione di chi davanti a qualcosa di irraggiungibile, ripercorre i loro sentieri di malattia, di angoscia di sventura e loro aspettano il compenso di ripresa fisica e interiore. E poi: immergersi nella vasca,in quell’acqua limpida che no si rimesta né rimane attaccata ai corpi si tocca e si esce asciutti:la sua impronta. Testimone nel lungo corso dei secoli, di apparizioni, capace di impressionare ancora di più in questo momento, quando sei solo in mezzo ad esso, custodisci per sempre quel torrente chiuso, quella tranquillità fatta di conversazione e preghiera. E la grotta diventa un santuario in cui ognuno si muove cosi come è ordinato. Assanagora Rosy, Greco Debora Grosso Felisia, Urso Maria Francesca 5^ A SDF statua di Maria Santissima Ecco la vera luce:“Cristo” una riflessione su Gesù Cristo vero Dio e vero uomo in Maria Immacolata... V orrei raccontare un’esperienza personale che parla della mia fede, del mio rapporto sincero; nonostante i miei peccati, i miei momenti bui con Dio. Sono andaVincenzo Paluccio to all’Eremo per la mia prima convivenza e sono stato lì tre giorni. Abbiamo fatto lodi, l’Eucarestia e il sabato sera abbiamo letto la prima lettura, la seconda lettura e il Vangelo. Questi giorni sono stati speciali perché ho incontrato Cristo che mi diceva che ero importante per lui come tutti gli altri; che ero peccatore, ma che mi voleva ancora più bene per questo, perché Lui non ci lascia mai, per nessun motivo e per nessuna ragione al mondo. Domenica, l’ultimo giorno di convivenza, ho confermato il mio “SI” al cammino, al fatto di entrare in comunità; confermato perché era un SI che avevo pronunciato già dalla prima volta in cui ho partecipato alle catechesi. Io, infine, vorrei dire che sono veramente felice, entusiasta di essere entrato in comunità, mi sento realizzato, perché era quello che volevo e poi mi ha colpito particolarmente il Vangelo di Matteo di Domenica 11 dicembre, il quale dice che siamo nelle tenebre e che, a un certo punto, veniamo illuminati da una luce e la luce della quale stiamo parlando é Cristo. Vincenzo Paluccio 12 Periodico d’informazione e cultura della Parrocchia Ss. Cosma e Damiano -Crotone scuola: Istituto Comprensivo Don Milani Gita e scoperta a parco Pignera alla scoperta di Pitagora di Samo e della sua scuola e dei seguaci Pitagora fra noi? numeri figurati... G iorno 8 novembre, del 2011, io e la mia classe, (1°A), siamo andati a visitare il parco Pignera di Crotone. Arrivati sul posto, all’entrata del parco, ci aspettava una guida che ci ha accompagnato per tutto il percorso. Inizialmente, la guida ha cominciato a raccontare qualcosa della vita di Pitagora; era un filosofo, matematico, politico, che nacque nell’isola di Samo nella prima metà del VI secolo a.C. Ben presto, però, si trasferì nella Magna Grecia dove fondò a Crotone circa nel 530 a.C. la sua scuola. Egli aveva anche un carattere molto rigido, infatti nella sua scuola non potevano andarci tutti. Potevano andare solo quelle persone serie che avrebbero ascoltato e sarebbero stati in silenzio. Tanto è vero che gli alunni, per dimostrare a Pitagora di essere all’altezza della sua scuola, dovevano passare un’intera settimana senza parlare La guida, in seguito, ci ha mostrato alcune opere create proprio da Pitagora. Una cosa che mi è piaciuta è che queste opere, nel parco Pignera, erano fontane, messe però non in alto. Successivamente abbiamo visto uno strumento, che oltre a essere matematico era anche musicale. Una del- le costruzioni che vi era nel parco, e che io non ero riuscito a capire, era la successione dei numeri che poteva essere calcolata con i numeri precedenti. Quest’opera apparteneva, però, a un altro matematico, del quale non ricordo il nome. Poi la guida ci ha anche illustrato le 5 figure geometriche solide regolari. Dopo un po’, siamo arrivati al laboratorio di matematica, che si trovava all’aria aperta. Questa è stata per me, e penso anche per gli altri, la parte più bella della visita. Vi erano molti giochi matematici, ma manuali. Perché si giocava con oggetti, che abbiamo usato per costruire, snodare, togliere e incastrare. Peccato, però, che ha cominciato a piovere e dopo nemmeno un’ora siamo stati costretti a ritornare a scuola. Mi sono molto divertito. Giovanni Locanto 1°A Lettera a Gesù lettere per un Natale migliore e diverso... Caro Gesù Bambino, Istituto Maria Grazia Cutuli C aro Gesù Bambino, ti scrivo per chiederti di prenderti cura di tutte le persone che stanno male, ma soprattutto quelle che fanno il male e che, anche solo con una parola, uccidono il loro prossimo. Anche per quelle persone che non riescono a perdonare un offesa; un torto. Ti prego per le ragazze che in questi giorni stanno scomparendo, per i loro genitori, fa che abbiano la forza per andare avanti. Ma non voglio parlarti solo di cose brutte, voglio anche ringraziarti. Ti ringrazio per la famiglia che mi hai dato e per il pane che continui a darmi ogni giorno. Come già sai, tutti i cittadini crotonesi stanno avendo problemi sul lavoro; ti prego, quindi, affinché possano avere sempre un tuo aiuto. Ti prego per i figli di questi lavoratori, che questo Natale possano non ridimensionare i propri sogni. Caro Gesù Bambino ti prego ascolta la mia preghiera. Non te ne dimenticare. Cristina Maria Giungato II E ti ricordo da piccolo, ti scrivevo delle lettere pensando che le mie parole potessero arrivarti; che Babbo natale venisse con un grosso sacco contenente i segreti dei bambini. Adesso sono grande, sono un po’ cambiato da allora. So distinguere la fantasia dalla realtà e so che materialmente la mia lettera non arriverà mai a destinazione; ma sento che pur mi ascolti mentre scrivo i miei sogni, le mie paure, le mie gioie e le mie incertezze. Caro Bambinello, crescendo non voglio diventare un uomo grande, ma un “grand’uomo”, che si sappia distinguere nella vita grazie al proprio impegno quotidiano ed alla forza di andare sempre avanti. Lo sai, ho molte paure in fondo al cuore, perché comincio a capire che non tutte le persone sono buone e che non tutti fanno le cose a fin di bene. A volte mi soffermo a guardare la gente che corre per andare a lavoro, che lotta per avere sempre più soldi, ricchezza e potere e che non hanno, alla fine, il tempo di stare a casa e chiedere al proprio figlio: “come stai? Come è andata oggi a scuola?”. Ma per fortuna io ho una famiglia, la mia dolce, calda e rassicurante famiglia che mi sorregge e m insegna i veri valori della vita. I miei genitori mi dicono sempre che non bisogna ma rincorrere quello che non si ha, ma godere ed essere felici di ciò che si ha. Caro Gesù Bambino non voglio essere banale chiedendoti le solite cose, ma pensa per un Periodico d’informazione e cultura della Parrocchia Ss. Cosma e Damiano -Crotone- 13 scuola: Istituto IPSIA Barlacchi attimo come sarebbe bello se Tu, dal paradiso, facessi cadere una pioggia di stelle sulla terra e che con un soffio di vento riuscissi a spazzare via le cose brutte. Aspettando fiducioso un nuovo giorno. Un caloroso abbraccio. Riccardo Scida II E Caro Gesù Bambino, io sono un ragazzo di 12 anni e ho una famiglia che è sempre felice ed allegra. Io ti prego, perciò, di aiutare quei bambini che non hanno tutto ciò. Nel mondo c’è troppa cattiveria, egoismo, malignità e interesse solo per le cose materiali. Il mondo che hai creato Dio, pieno di generosità e di bontà, adesso non esiste più. Vorrei chiederti di aiutare tutti i bambini poveri ed anche quelli che hanno malattie non curabili. Anche Tu sei nato in una misera stalla e 2011 anni fa ti sei sacrificato per noi. Quando nasce un bambino tu sai già come sarà la sua vita. Si dovrebbe portare la Tua Parola in tutto il mondo, soprattutto, in quei Paesi dove c’è la guerra. In questo mondo c’è molta sofferenza, quindi, le persone che hanno bisogno sono tante. In questo periodo, come a Genova, si stanno verificando disastri e molte persone hanno perso la vita e le proprie abitazioni. Tu che ci guardi da lassù puoi dare un aiuto a tutte quelle persone che hanno bisogno. Vorrei chiederti un’altra cosa. Dacci la forza di affrontare tutte le difficoltà della vita. Caro Gesù Bambino, vorrei dirti tante altre cose, ma sono sicuro che riesci a leggere nel cuore di tutte le persone. Giuseppe Gigliotti II E “Spaghetti e Kebab..” i cittadini guardano all’orizzonte integrato P resentato, nei giorni scorsi, all'IPSIA Barlacchi di Crotone, lo spettacolo “Spaghetti e Kebab” del gruppo Integr-Art della scuola, dove gruppi di alunni si sono esibiti in pubblico, utilizzando i linguaggi universali della cultura multietnica come recitazione, poesia, danza, canto, musica e sports. L'attività è nata per iniziativa del ancora più attuale all'IPSIA Barlacchi, dove gli alunni hanno i ragazzi impegnati nel progetto voluto riviverla attraverso la comunicazione, poiché senza ti erano presenti gruppi di adulti venuti in essa non esiste integrazione e accettazio- Italia per ragioni di lavoro. Dagli anni ne dell'altro. Il percorso ha inteso allargaOttanta e, soprattutto in quest’ultimo re l'offerta formativa della scuola, dando decennio, si è assistito ad un frequente vita ad una attività da svolgersi nelle ore fenomeno di ricongiungimento di nuclei extrascolastiche che non prescindevano familiari, di matrimoni od unioni, con dal lavoro prettamente curriculare. In tal conseguente aumento anche dei bambini senso il progetto ha rappresentato una nei diversi contesti sociali. Stiamo assioccasione per applicare strategie didattistendo, anche nel nostro Paese, al passagche più rispondenti alle attitudini, interesgio della prima fase del ciclo migratorio, si e ritmi di apprendimento individualiz- a cui erano interessate quasi esclusivazati, per il recupero e il potenziamento mente persone adulte, spesso in condiziodelle competenze di base e trasversali, ne di marginalità sociale ed economica, favorendo l’acquisizione di atteggiamenti alla seconda fase, più complessa e caratpositivi nei confronti dell’Istituzione terizzata da maggiore stabilità e sviluppo Scuola e la comunicazione con gli altri, anche per le fasce minoritarie. I caratteri di questo secondo momento sono riconscoprendo culture e mentalità diverse. ducibili ad un naturale incremento demomotivazioni del progetto grafico delle famiglie straniere più proLa presenza di alunni provenienti da altri pense alla procreazione e ad un ulteriore Paesi Europei o da altri continenti è rela- aumento dei ricongiungimenti di nuclei tivamente recente. Nei decenni preceden- identità nella diversità.. Dirigente Scolastico prof. Umile Meringolo e dei Docenti proff. Bellizzi, Frustaci, Liguori e Sacco che hanno curato il progetto, finanziato dal MIUR-URS Calabria ufficio V° – progetti per aree a forte processo migratorio Gli alunni coinvolti hanno potuto esprimere i loro sentimenti attraverso altri linguaggi e lavorando insieme hanno avuto la possibilità di integrarsi. L'integrazione è un problema un legame che atterrisce chi non ha certezze 14 Periodico d’informazione e cultura della Parrocchia Ss. Cosma e Damiano -Crotone scuola: Istituto IPSIA Barlacchi l’altro non può manifestarsi in un contesto di presunta superiorità di gruppi dominanti rispetto alle minoranze, ma nella disponibilità al reciproco arricchimento, alla ricerca delle somiglianze e delle differenze espresse dai valori e dai diversi modelli identitari. La dimensione interculturale è riferita a realtà in cui persone di differenti tradizioni culturali, religiose, … stringono tra loro relazioni significative. In questa situazione si superano anche legami delle specifiche appartenenze e si può arrivare a creare nuovi linguaggi e codici comunicativi comuni. L’interculturalità tende ad una valorizzazione reciproca: l’altro non è un limite ma una possibilità uno stimolo di arricchimento sul piano personale e sociale. un nuovo approccio al sapere, l'integrazione familiari ancora separati. L’integrazione sociale e culturale di alunni appartenenti ad una molteplicità di gruppi etnici comporta notevoli sforzi da parte di tutti e l’adozione di politiche socioeducative mirate ad organizzare servizi efficienti. Si tratta di costruire nuovi orizzonti di aggregazione e modelli di socializzazione più ampi rispetto al passato; un’autentica educazione interculturale postula in ognuno di noi una disponibilità a cambiare, a modificare atteggiamenti ritenuti inattaccabili, a guardare il mondo con un rinnovato sentimento di impegno e di solidarietà. intercultura Un intero paragrafo della Circolare Ministeriale n. 205 del MIUR è dedicato all’organizzazione scolastica, riconfermando ancora una volta l’importanza della promozione del contesto educativo come elemento strategico e di priorità nell’integrazione degli alunni immigrati. I flussi migratori che stanno caratterizzando il nostro Paese comportano cambiamenti sul piano culturale da parte di tutti, accolti e accoglienti, che richiederanno tempi lunghi, disponibilità a mettersi in gioco, mutamenti tipici delle società multietniche. L’incontro con L L’integrazione di diversi orizzonti culturali, in un mondo globalizzato diventa in particolare per i giovani, una necessità strutturale della formazione degli studenti. La presenza di uno straniero in classe contribuisce ad accentuare tale dimensione nel senso che obbliga i docenti a riflettere maggiormente sul “ che cosa” e sul “come” insegnare sulle modalità di relazionarci con queste “nuove” utenze. L’educazione interculturale, quindi, è una finalità intrinseca dell’azione di ogni scuola nella prospettiva di formare giovani capaci di vivere in un mondo dove il confronto di opinioni, il dialogo arricchente, l’incontro possano rappresentare la piattaforma per un’autentica democrazia. la funzione della scuola La scuola ha il compito di “ ri-creare” il sapere: “rafforzando la propria identità individuale o di gruppo non in contrapposizione, ma in comunicazione con gli altri; sviluppando una personalità curiosa, attenta, disponibile, democratica, sensibile, rispettosa dell'altro; diventando capace di riflettere su di sé sugli altri, sugli stereotipi e i pregiudizi; dimostrando capacità autocritiche, prendendo coscienza della complessità e della relatività dei punti di vista essendo capace di cambiare il proprio e accettando di convivere con il diverso, riconoscendone i diritti.” Festa dell’albero ’IPSIA A.M. Barlacchi, in collaborazione con il Ministero dall’IPSIA dell'Ambiente, della Tutela Territorio e del Mare e del Circolo di Lega Ambiente di Crotone ha organizzato, nei giorni scorsi, la piantumazione di alberi e cespugli negli spazi antistanti al nuovo plesso delle sezioni Odontotecnico e Ottico. La Giornata Nazionale dell'Albero, si proponeva l'obiettivo di: sensibilizzare e valorizzare l'opinione pubblica sull'importanza del patrimonio arboreo e dei boschi, favorire l'adozione di comportamenti quotidiani ecosostenibili, anche ai fini del mantenimento dell'equilibrio tra comunità umana e ambiente naturale. gli studenti delle prime classi Gli studenti delle prime classi, sensibili al tema proposto, accompagnati dai rispettivi docenti, si sono recati, nelle ultime ore, nei suddetti spazi per effettuare la piantumazione. Circa venti distinte specie un gesto importante, simbolo di una rinascita cittadina durante l’evento di alberi e arbusti, provenienti dal vivaio della Casa circondariale di Crotone, sono stati piantati nell'area verde del nuovo edificio di via Acquabona. “E’ una manifesta-zione dalla forte valenza educativa, volta a promuovere il rispetto dell'ambiente cui tiene il nostro Istituto”, ha ribadito il Dirigente Scolasti-co, Umile Meringolo, rivolgendosi ai ragazzi. “Gli spazi vuoti e incolti tra il cemento e l'asfalto, tra qualche tempo, con un po' di cura e atten-zione diventeranno aiuole Periodico d’informazione e cultura della Parrocchia Ss. Cosma e Damiano -Crotone- 15 scuola: Istituto IPSIA Barlacchi verdi a disposizione di studenti e docenti”. palme e magnolie... Nei prossimi giorni sa-ranno piantumati, nelle aree destinate a verde, gli altri alberi donati dalla casa circondariale, tra cui palme e magnolie, con l’obiettivo di coinvolgere altri isti-tuti e quindi adibire a verde, nuove aree della città. “Ogni anno, con la piantumazione di diverse specie di piante e alberi nelle scuole e nelle città ci schieriamo in difesa della natura, per il rispetto dei nostri territori e della qualità della vita” ha dichiarato Francesca Travierso, presidente del circolo Ibis di Legambiente di Crotone. Come è noto gli alberi producono ossigeno e immagazzinano anidride carbonica (CO2) e hanno, quindi, una funzione determinante nella riduzione dell'inquinamento e dell'effetto serra. L’anno 2011 e stato dichiarato dall'Assemblea delle Nazioni Unite Anno Internazionale delle Foreste, patrimonio prezioso e spesso irriproducibile per rarità botanica o pregio naturalistico, ma anche vere e proprie testimonianze storiche da tutelare perché rimandano ad eventi o memorie rilevanti dal punto di vista culturale, documentario e delle tradizioni locali. una Festa rilevante una speranza che nasce dalla terra La Festa dell'Albero può rappresentare un'occasione per legare al tema dell'Anno internazionale delle Foreste quello della ricorrenza dei 150 anni dell'Unità d'Italia. L'edizione della Festa dell'Albero 2011 è, inoltre, intitolata a Wangari Maathai, scomparsa lo scorso 25 settembre, biologa del Kenia, fondatrice del Green Belt nasce dalla terra con fatica... Movement che dal 1977 ha piantato oltre 45 milioni di alberi nella nazione africana; prima donna africana ad aver ricevuto il Premio Nobel per la Pace per "il suo contributo alle cause dello sviluppo sostenibile, della democrazia e della pace". All'iniziativa hanno anche partecipato Antonio Leotta, assessore provinciale all'edilizia scolastica, Francesco Bonasso, segretario della direttrice della Casa circondariale Maria Luisa Mendicino, Vincenzo Mi-gro, vicecomandante del penitenziario. W. F. Una giornata specialissima capire il senso della rinascita dalla terra e intorno a noi L a Giornata Nazionale dell’Albero nasce con l'obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza del patrimonio arboreo e boschivo mondiale ed italiano per la tutela della biodiversità, il contrasto ai cambiamenti climatici e la prevenzione del dissesto idrogeologico. In occasione del centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia quest'anno la Giornata Nazionale dell'Albero era dedicata alla storia d’Italia attraverso gli alberi e i boschi come testimoni di memorie e avvenimenti storici. Nel corso del mese di novembre le piogge che si sono abbattute sul nostro Paese, provocando frane, smottamenti, allagamenti di intere città e purtroppo anche alcune vittime, hanno mostrato ancora una volta come l'incuria del territorio, il disboscamento di intere montagne causato dal taglio illegale degli alberi o dai numerosi incendi aggravino gli effetti già pesanti dei fenomeni atmosferici e dei loro mutamenti. Nei recenti tragici eventi che hanno colpito la Liguria e la Toscana un volontario, Sandro Usai, ha sacrificato la propria vita per prestare soccorso ad alcuni cittadini di Monterosso in pericolo a causa dell'alluvione. Pertanto il Ministero dell'Ambiente e il Ministero dell'Istruzione, dell’Università e della Ricerca hanno deciso di dedicare la prossima Giornata dell'Albero alla giovane vittima insignita della Medaglia d’oro al Valore Civile, a tutte le vittime delle alluvioni e agli “angeli del fango” che, lasciando tutto, sono corsi ad aiutare le popolazioni colpite dalle alluvioni. Si invitano pertanto le Scuole di ogni ordine e grado e i Comuni che hanno aderito alla Giornata a ricordare, con un minuto di silenzio, Sandro Usai e tutte le vittime delle alluvioni di novembre. Per esse si è menzionato un particolare ricordo per quel vuoto che hanno lasciato nei propri cari. in tutta Italia le stesse scene per sensibilizzare le scuole al rispetto dell’ambiente 16 Periodico d’informazione e cultura della Parrocchia Ss. Cosma e Damiano -Crotone Vita parrocchiale Periodico d’informazione e cultura della Parrocchia Ss. Cosma e Damiano -Crotone- 17 parrocchia Un dono che fa bene a chi lo fa e chi riceve dalla caritas parrocchiale una riflessione in tempi duri a.. M i permetto di riportare il messaggio di una persona sconosciuta, che scopre il valore della benedizione e la consigliava a tutti. Diceva:- Al risveglio benedite la vostra giornata, poiché essa trabocca già di un’abbondanza di beni ai quali la vostra benedizione permetterà di manifestarsi poiché benedire, significa riconoscere il bene infinito che è parte integrante della trama stessa dell’Universo e che attende solo un segno da noi per manifestarsi. per strada, nella vita... Incrociando le persone per strada, sul bus, nel vostro posto di lavoro, benedite tutti. La pace della vostra benedizione sarà compagna del loro cammino e li circonderà come una luce profumata. Benedite in tutti i modi che potete concepire, poiché tali benedizioni non solo seminano semi di guarigione, ma, un giorno, germoglieranno come altrettanti fiori di gioia negli spazi aridi della vostra vita. Quando, nella vostra giornata, qualche avvenimento inatteso sconvolge voi e i vostri piani, trasformate in benedizioni il vostro smarrimento, poiché la vita sta I per insegnarvi qualcosa, anche se la sua coppa può sembrarvi amara. Poiché questo avvenimento che vi sembra così indesiderabile, di fatto lo avete suscitato voi, per apprendere una lezione che vi sfuggirà se voi non siete pronti a benedirla. Le prove, sono delle benedizioni nascoste e coorti di angeli sono al loro seguito. Quando passate davanti a una prigione, benedite quelli che vi sono rinchiusi perché il seme di bene che è ancora in loro li purifichi e dia loro la libertà del cuore. Quando passate davanti a un ospedale, benedite i ricoverati che in esso vi sono. Le loro sofferenze accolte e gestite li rendono più grandi, rifiutate con amarezza rendono amara tutta la loro vita. E’ impossibile benedire e giudicare allo stesso tempo. Dunque mantenete in voi questo desiderio di benedire come una incessante risonanza interiore e come una perpetua preghiera silenziosa, così voi sarete tra coloro che diffondono la pace e, un giorno, scoprirete che Dio vi ha fatto ministri della sua benedizione e voi per primi ne riceverete i frutti. dopo il Natale Alla fine del periodo Natalizio, avendo fatto un percorso di preghiera, di riflessioni personali, catechesi ecc. ci è sembrato giusto condividere la certezza che è meraviglioso pensare che il cristiano possa portare la benedizione in tutte le strutture sociali che frequenta. E’ il Signore che ancora oggi passa e ridona pace che è la benedizione di DIO. Caritas parrocchiale Un anno difficile l 2011 è stato un anno molto difficile, un anno di notizie piuttosto devastanti dal punto di vista politico-economico. arriva forse la recessione? O si è già…? Le condizioni di vita di ognuno di noi sono state messe a repentaglio continuamente dalle notizie che ci venivano prospettate dai vari telegiornali, dalle varie testate dei giornali e spesso anche dagli amici che si incontravano e che facevano commenti dissacranti e critici nei confronti del governo e dei governanti. Tutti eravamo e siamo preoccupati della situazione già priva di sicurezze, specialmente per i giovani, in un panorama politico fallimentare con conflitti tra le "caste" per non chiamarle "clan", mentre la popolazione si sente intrappolata dalle non decisioni che i nostri politici non sono stati in grado di prendere in tempo utile. Prevedendo. Pertanto, quanto sarebbe accaduto, per ragioni di potere e non abbandonare la poltrona. Intervenire in tempo, suggerisce l'intelletto quando il male si fa prossimo, ma i politici di intelletto hanno dimostrato di non averne, almeno in questa occasione. Non hanno avuto il coraggio perché sarebbero diventati impopolari e non sarebbero stati rieletti alla prossima tornata elettorale. Hanno atteso che altri si esponessero alle lamentele del popolo ed ine… 2012 tanto arrivava la crisi. Una crisi che è comparsa non certo all'improvviso, ma che ha coinvolto tutti. La situazione è critica e le condizioni non permettono di sanarla in breve, anzi, c'è pericolo che si aggravi ed allora, onorevoli! Abbiate il coraggio di prendere la situazione in mano con le decisioni, mettendo mano alla coscienza, dimenticatevi la "casta" che porta sempre ad aspri conflitti, pensate al futuro dei vostri figli e abbandonate la voglia di indebolire il vostro avversario per avere sempre più potere, ma insieme lavorate perché la crisi rientri e la popolazione viva tranquilla del lavoro nella tranquillità della famiglia e della società. Vincenzo Lista 18 Periodico d’informazione e cultura della Parrocchia Ss. Cosma e Damiano -Crotone parrocchia a cura di Tonino Laratta Ingredienti per 4 person personee 800 gr. di spatola sfilettata, 400 gr. di pomodori pelati, 20 gr. di capperi, 50 gr. di olive nere, 4 filetti d’acciughe, sale, aglio, cipolla, olio di oliva , prezzemolo tritato, vino bianco secco q.b. I n una padella oppure casseruola bassa di grandezza adeguata, fate soffriggere un poco di cipolla tritata finemente e uno spicchio d’aglio schiacciato. Fate dorare e aggiungete nell’olio i filetti di acciughe e farli diventare crema, aggiungete i pelati e coprite aggiungendo 1/2 bicchiere di vino. Dopo circa 10’ aggiungete i capperi e le olive, dopo altri 10’ aggiungete la spatola, il sale e il prezzemolo, facendo cuocere il tutto per altri 20’ a fuoco dolce. Potete aggiungere il piccante, con della salsa piccante, quando aggiungete i pelati , oppure, durante il soffritto, un peperoncino piccante tritato. Servire il tutto in un piatto ovale da portata, completando i colori con il verde (c’è il rosso del pelato, il nero delle olive), assicurandosi di degustare caldo. Vini consigliati: Cirò Librandi Rosato; Cirò Ippolito Chrysòs, Enotria rosato Natale in parrocchia... foto salienti del natale nella parrocchia…, ricominciando a Una donna, un volto, un perché... Benedizione dei bambinelli del 23 dicembre Una tombolata a tutto catechismo... Periodico d’informazione e cultura della Parrocchia Ss. Cosma e Damiano -Crotone- Ricordando…. 19 Gennaio 2012 Dal 26 al 28 Gennaio, ore 18.00\ 20.00, esercizi spirituali 29 Gennaio: Ritiro parrocchiale ore 16.00 CELEBRAZIONI E S. MESSE: S. Messe festive: ore 10.00 Sabato e vigilari, ore 18.30 S. Messe feriali: ore 18.30 UFFICIO PARROCCHIALE Lunedì, Mercoledì, Venerdì: dalle ore 17.00 alle ore 18.00 CENTRO D’ASCOLTO Lunedì 9.00 alle 10.30 Martedì e Giovedì dalle 17.00 alle 18.00 20 Periodico d’informazione e cultura della Parrocchia Ss. Cosma e Damiano -Crotone