ANNO 2012
2012
ANNO
Periodico di informazione e cultura della Parrocchia Ss. Cosma e Damiano - Crotone
BILANCIO NATALIZIO: DAL VITELLO AL GAMBERONE?
D
opo alcuni secoli i Cristiani hanno
sostituito la festa pagana del sole
invincibile (sol invictus, che celebrava il 25 dicembre la ’rimonta’
graduale del sole che va prolungando il tempo
di luce e di vita sociale) con il Sole della giustizia che non conosce tramonto, Gesù Cristo.
Da qualche decennio stiamo assistendo ad un
reflusso: la festa cristiana sta ritornando la
festa pagana di un tempo, tuttavia senza protagonisti reali, come il sole che irraggia sempre
più a lungo o come il Cristo, che fa splendere
la speranza nei cuori.
Ora la gioia la gestisce un leggendario Babbo
Natale che dispensa inefficaci sorrisi a pagamento davanti ai centri commerciali ecc. Ma
la domanda che viene da farsi è: se si festeggia
per festeggiare, cioè il nulla, la festa non corre
il rischio di essere una espressione un
po’ ...isterica?
Esodo 32:8 Non hanno tardato ad allontanarsi dalla via
che io avevo loro indicata! Si son fatti un vitello di metallo
fuso, poi gli si sono prostrati dinanzi, gli hanno offerto sacrifici e hanno detto: Ecco il tuo Dio, Israele; colui che ti ha fatto Si festeggia una nascita, un compleanno, un
uscire dal paese di Egitto» matrimonio, una laurea, un qualcosa che ha a
che fare con la vita, perbacco. La festa per la
festa ricorda il bisogno di sballo, la cultura
della discoteca, insomma. Ha in sé come il
sospetto della fuga, di una disperazione che
nemmeno riesce a raccontarsi.
E’ un fenomeno sociologico, alla attenzione
degli esperti, che mette in luce il paradosso di
una ‘civiltà’ che ha guadagnato un inedito
benessere e vi ha affogato ogni attesa:
l’amicizia, la solidarietà, la fiducia reciproca,
la giustizia … il pensare! Un deficit di umanità.
Può accadere, allora, che tutte queste delicatezze, abbiano perduto di interesse, perché i
sapori violenti della sensualità ne hanno inibito la percezione.
E ancora può accadere che una celebrazione
come il Natale, che ha suo centro la persona
umana, fatta oggetto di una stupefacente
‘onorabilità’, non interroghi coscienze ormai
aduse alla brutalità di messaggi effimeri, che
tendono a disonorare la persona che vale per
quanto può consumare.
Ma questa è già cronaca quotidiana.
R. A.
Periodico d’informazione e cultura della Parrocchia Ss. Cosma e Damiano -Crotone-
Un articolo semi serio
è un appello che contiene
diversi suggerimenti
un tempo per la vita e per riflettere i temi della fede
mons. Ravasi
Q
ualche tempo fa avevo buttato giù degli appunti per un
articolo semi-serio dopo essere stato a messa e aver
sofferto durante l’omelia. L’inizio della celebrazione
era stato molto bello, eravamo entrati in un bel crescendo verso il momento centrale; ma quindici minuti e passa di
omelia, forse non allo stesso grado di intensità, mi avevano fatto
sperimentare un processo inverso. Avevo scritto quello che troverete più sotto, con l’intenzione di non pubblicarlo; uno sfogo
destinato al cassetto, anzi, al “file” dei pezzi mai pubblicati. Poi
qualche giorno fa mi è cascata sotto gli occhi una notizia di agenzia, protagonista il Presidente del pontificio Consiglio per la
Cultura, biblista di chiarissima fama, inventore del “Cortile dei
gentili”,e mi sono detto:allora Il cardinale Gianfranco Ravasi
invitato, nella sua veste di biblista e intellettuale, ad aprire, alla
Pontificia Università Gregoriana, un corso sulla parola, affermava: 'La parola è in sofferenza anche per la
comunità ecclesiale, la Chiesa e la sua comunicazione. La parola è tradita e umiliata''. Anche dal pulpito.
Ravasi chiama in causa direttamente i sacerdoti.
E’ un appello che in realtà contiene diversi suggerimenti, proposte, idee; e come si
conviene nel rivolgersi a Lei, in tutta umiltà, naturalmente. La
prima idea è un po’ radicale. Proclamare un periodo (decida Lei
la durata) di digiuno omiletico. Vale a dire: stabilire che per un
anno nelle chiese (esclusi ovviamente il Papa e i vescovi) non
vengano pronunciate omelie. Non mi chieda spiegazioni o ragioni. Non voglio offendere i sentimenti (buoni) di nessuno.
Chieda spiegazioni, se vuole, a Giulio Andreotti, che – se non
ricordo male – cerca(va) di andare a messa molto presto di mattina, proprio per non ascoltare omelie. Io credo che se l’omelia
fosse sostituita da un breve periodo di raccoglimento e di meditazione delle parole appena udite nelle Letture potrebbe essere
benefico per tutti. Secondo suggerimento ; questo, ovviamente
scherzoso. Obbligare i sacerdoti a frequentare un corso di giornalismo, e in particolare di giornalismo di agenzia, o televisivo.
Ci è stato detto più volte, durante la nostra ormai lunga frequentazione di redazioni, che in cinquanta righe si può descrivere la
storia di una vita. Possibile che non sia possibile scrivere, nello
stesso spazio, una riflessione sul Vangelo del giorno? Terza
possibilità (anche questa scherzosa, però….): chiedere alla Congregazione apposita di emanare un documento in cui si stabilisca tassativamente che il tempo dedicato all’omelia non deve
superare i cinque minuti.
un santo disse un giorno
Un santo, o un padre della Chiesa, disse un giorno: “nei primi
cinque minuti parla Dio, negli altri cinque minuti parla l'uomo,
nei restanti cinque minuti e più parla il diavolo”. Propendo a
credere che in realtà dopo i primi cinque minuti da molti pulpiti
continui a parlare l’uomo; e purtroppo non tutti sono alla Sua
altezza, nello scrivere e pronunciare i discorsi. E l’esperienza ci
perché le predicazioni spesso...
Perché ''spesso le predicazioni sono così incolori,
insapori, inodori da essere irrilevanti''. Invece
''bisogna ritrovare la parola che 'offende', ferisce,
inquieta, giudica'', la ''parola sana, autentica che lascia il segno''. E non dimenticarsi che oggi, piaccia o
no, chi ascolta ''e' figlio della tv e di internet''. E ancora: Ravasi ricorre a Voltaire e Montesquieu e dice
con loro che ''l'eloquenza sacra è come la spada di
Carlo Magno, lunga e piatta: quello che non sa darti
in profondità te lo da' in lunghezza''. Il tono del cardinale è leggero, ma tagliente. ''Il sacerdote non deve
accettare che la parola sia umiliata. E' chiaro che la
capacità di parlare è anche, in parte, dote naturale,
ma poi' c'è la formazione, l'aspetto pedagogico, l'attrezzatura tecnica di cui dotarsi. E questo oggi manca
nei seminari''. Per finire: “Umberto Eco stima che oggi i giovani
usino solo 800 parole. Ciò impone a chi parla essenzialità, incisività, narrazione, colore”. Allora mi sono fatto coraggio, e ho
tirato fuori il mio appello; che spero sia formalmente corretto,
perché non ho esperienza nel campo; è la prima volta che scrivo
a un papa. “Santità, mi permetto di rivolgerLe un appello; scherzoso, ma fino a un certo punto solamente. Riguarda le omelie.
Quelle che sentiamo, ogni domenica, andando a messa.
2
Una cappella per l’omelia...
fa toccare con mano – senza colpa di nessuno, i sacerdoti sono
animati dai migliori sentimenti, e pieni di santo entusiasmo –
che un’omelia che si dilunga, si perde, divaga, tocca tanti punti
diversi spesso non è di aiuto a mantenere la concentrazione e la
tensione spirituale creata dalle Letture. Anzi. Naturalmente sarebbero esclusi il Papa, i cardinali, i Patriarchi e gli arcivescovi
metropoliti. Su vescovi e abati si può discutere. Speriamo che
qualcuno glielo faccia leggere.
Periodico d’informazione e cultura della Parrocchia Ss. Cosma e Damiano -Crotone
Marco Tosatti
OSSERVATORIO
SOMMARIO
Dimensione morale della educazione
No al porto di Scalea
Giuseppe Morrone
Teresa LIguori
pag. 4
pag. 5
Santi di Calabria
San Nilo da Rossano
IL suono di mille silenzi
Come alimentarsi in modo sano…?
Come alimentarsi in modo sano…?
Scuola
Nella grotta di Lourdes
Ecco la vera luce:”Cristo”
Gita e scoperta a Parco Pignera
Spaghettie e kebab
Mimmo Stirparo
Mimmo Stirparo
Antonella Noviello
pag. 6
pag. 7
pag. 8
Gianfranco Paluccio
pag. 9
Gianfranco Paluccio
pag 10
pag 11
M. S.
pag 12
M.S
pag 12
Giovanni Locanto 1°A
pag 13
Walter Frisina
pag. 14
SCUOLA
Festa dell’albero
Una giornata specialissima
Ci vuole giustizia
Walter Frisina
pag 15
pag. 16
Vincenzo Paluccio
PARROCCHIA
Iniziative Diocesane
Una Processione per Ricordare
Paccheri stoccafisso
Tonino Laratta
pag 21
pag 22
pag. 23
commentare qualche articolo, o per affrontare un argomento contattateci all’indirizzo
internet: [email protected]
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3
osservatorio
Dimensione morale
della educazione
Aldo Moro
una questione morale e una chiara emergenza educativa nella società attuale
I
l problema morale oggi.
E’ evidente a tutti oggi la
necessità di porre al centro delle riflessioni e dei
dibattiti la cosiddetta
“questione morale”. Si può leggere, per
esempio, il libro di R. De Monticelli, La
centralità della questione morale, Cortina
Raffaello Editore, Milano 2010, in cui si
Berlinguer e la questione morale
mette in risalto l’incapacità di vivere
l’esperienza morale. Il problema dei nostri giorni, dunque, ha un volto ben noto:
la debolezza della coscienza umana di
credere nel bene e di poterlo costruire.
Contemporaneamente e in risposta alla
crisi morale, si fa sempre più urgente la
proposta di formare le nuove generazioni
agli ideali autentici della vita, perché il
corso della propria esistenza in questa
storia sia indirizzato verso ciò che realmente conta. La Chiesa italiana, in merito, si è impegnata per il decennio 2010-
2020 in un grande progetto pastorale,
illustrato nel documento Educare alla vita
buona del Vangelo, dove si presentano
modelli di crescita umana e spirituale per
far fronte alla cosiddetta emergenza educativa.
l’educazione morale
scuola, parrocchia, centri aggregativi)
devono agevolare, stimolare la maturazione della coscienza morale, che mette
la persona nelle condizioni di saper scegliere e amare quei valori ritenuti fondamentali per la propria vita. Valori che
vincolano la coscienza e obbligano il
Aumenta con particolare intensità, quindi, il desiderio di creare una cultura, un
ethos, in cui i principi del retto vivere,
come l’onestà, la tolleranza, la giustizia,
il rispetto siano i cardini di ogni comunità
umana. Ciò è possibile realizzarlo, favorendo il lento e graduale sviluppo della
moralità personale nel vivere umano. Se
la coscienza morale delle persone, questa
intima e profonda capacità dell’uomo di
conoscere e scegliere il bene, non è messa nelle condizioni di maturare e crescere, è difficile uscire dalle situazioni di
male, degrado e involuzione. L’uomo,
come essere morale, ha quella capacità di
saper riconoscere il bene e poterlo perseguire, quel bene concretamente possibile
che è promessa della sua realizzazione.
Ma deve essere aiutato in questo cammino di crescita. E’ necessario, quindi, parlare oggi di educazione morale, ponendo
al centro della nostra attenzione l’aspetto
formativo della dimensione morale nella
crescita delle persone.
comportamento,
realizzando
quell’autonomia di giudizio e azione che
rende la persona veramente libera. Il nostro agire, quindi, non sarà condizionato
da “forze” esterne, ma solo e unicamente
dall’autodeterminazione della nostra coscienza. Questa è la maturità morale.
Questo è l’obiettivo di una educazione
morale che intende formare persone umanamente compiute, in grado di affrontare
con coraggio e fiducia l’avvenire non
privo di preoccupazioni e ansie.
impegno delle istituzioni
per concludere
Tutte le istituzioni educative (famiglia,
Le nuove generazioni aspettano questa
delicata e faticosa azione pedagogica, che
non consiste in una trasmissione teorica
di principi o in un insegnamento sterile
imposto dall’alto. Il bene, a cui i ragazzi
devono tendere, va mostrato con parole e
opere da parte degli adulti. Siamo prima
noi chiamati a vivere il bene che pretendiamo venga eseguito dai piccoli. Forse
essi non penetrano pienamente, data la
loro età, le ragioni del nostro comportamento, ma avvertono la passione e la
dedizione verso quei valori moralmente
rilevanti che sostengono costantemente le
nostre azioni concrete. Solo così
l’educazione morale, ovvero quell’opera
lenta, graduale e collettiva finalizzata alla
formazione di atteggiamenti e modi di
fare ispirati esclusivamente al retto agire,
rappresenterà un robusto contributo alla
soluzione della crisi morale odierna.
dietro una bandiera ideali di...
Parlamento e questione morale un tema sempre presente
4
Periodico d’informazione e cultura della Parrocchia Ss. Cosma e Damiano -Crotone
Giuseppe Morrone
osservatorio
No al porto
di Scalea...
ItaliaNostra difende il patrimonio culturale
I
talia Nostra ribadisce la sua netta opposizione alla realizzazione di un porto turistico intorno al sito archeologico e storico di
Torre Talao a Scalea, rinomato centro
balneare del Tirreno cosentino. L’associazione
ritiene che una gestione razionale della fascia
costiera, finalizzata ad una strategia di sviluppo ecosostenibile
del territorio, dovrebbe suggerire all’Amministrazione Comunale di Scalea di ripensare alla primitiva ipotesi di realizzare il
porto turistico alla foce del fiume Lao. Tale localizzazione sarebbe ancora più idonea se vista secondo una logica di intermo-
la Rocca di Torre Talao com’è ora
anni a Scalea un comitato civico. Durante un incontro organizzato nei giorni scorsi, sono state proposte alcune iniziative che
la consigliera nazionale Teresa Liguori, presente alla riunione,
intende sostenere per difendere il patrimonio archeologico ed il
“paesaggio sensibile” costiero di Scalea da uno scempio annunciato. La proliferazione di progetti di porti turistici in Calabria,
(ne sono previsti ben 10 lungo le coste cosentine dello Jonio e
del Tirreno), farebbe pensare a straordinari flussi di diportisti
nautici, che non esistono. In realtà, tali infrastrutture hanno dato
la rocca di Torre Talao come era nell’800
dalità in collegamento con la pista di atterraggio aereo da alcuni
anni realizzata e non ancora pienamente utilizzata.
in origine era un’isola
In origine, la rocca di Torre Talao era un’ isola che, agli inizi
del ‘900, divenne penisola per poi insabbiarsi definitivamente
con l’avanzare del litorale. La frequentazione antropica del sito
è molto antica, dal momento che vi sono evidenze archeologiche
a testimoniare la presenza umana sin dalla preistoria. Il sito è
ricoperto da vegetazione mediterranea tipica, sempre più rara
nel litorale scaleota, fortemente antropizzato. Per salvare dalla
sicura distruzione Torre Talao, bene culturale-simbolo della
cittadina, il litorale ed il paesaggio e per affermare la ferma contrarietà al progetto del porto turistico si è costituito da alcuni
Scalea vecchia
solo un forte contributo alla cementificazione delle coste calabresi, con ulteriori problemi di erosione marina, fenomeno già
presente in numerosi litorali.
nessun beneficio con la realizzazione del porto
In particolare, la realizzazione del porto turistico a Scalea non
porterebbe alcun beneficio allo sviluppo culturale e turistico
della cittadina, al contrario arrecherebbe solo gravi ed irreversibili danni all'ambiente ed al paesaggio, da considerare componente della ricchezza sociale, risorsa da gestire con grande cura.
L’associazione ritiene che la fruizione sociale del patrimonio
culturale e del paesaggio di Scalea non deve essere perduta a
vantaggio della svendita e della privatizzazione. Per evitare questo rischio, Italia Nostra propone l’istituzione di un parco archeologico, all’interno del quale il sito di Torre Nao sia conservato
e salvaguardato come merita. L’esperienza consolidata in altre
regioni conferma che tutela del patrimonio culturale e conoscenza scientifica si possono ben coniugare con il richiamo di flussi
turistici e quindi con nuova occupazione.
Scalea, 17 Novembre 2011
Teresa Liguori
un panorama certamente da restituire alla sua naturalità...
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osservatorio: letteratura
S
an Cirillo, monaco
greco – bizantino, è
vissuto con tanto spirito di penitenza ne moCirillo, Elia , Antonio
nastero di Santa Maria di Terreti
di Bivongi; quindi, detto sito, per tanto tempo, fu
detto Motta San Cirillo. Successivamente eletto vescovo di Reggio Calabria, visse in tanta santità e operò tanti di qei miracoli che l’arcidiacono Leone abbandonò la sua città Ravenna per portarsi alla Motta
e vivere all’ombra di Cirillo. Nei secoli è stato sempre ricordato
come grande uomo di fede e per questo fu proclamato santo e
celebrato dall’Arcidiocesi di Reggio - Bova il 3 luglio.
Santi di Calabria
del Castello e Ieiunio. Santi da ricordare
Sant’Elia di Reggio Calabria
Mosaici pregiati nella cappella di Sant’Elia di Reggio Calabria
Elia di Reggio Calabria
Non ha origini calabresi, ma visse tanto in Calabria in santità da
essere ricordato e venerato come santo della terra che brucia. Si
tratta di Elia nato ad Enna attorno all’823, da nobile famiglia e
ben presto datosi agli studi teologici. Poi venne deportato dagli
Arabi in Africa ed una volta affrancatosi si mise in cammino
verso i grandi centri del monachesimo del tempo. Così visitò
l’Egitto, la Palestina, il Peloponneso, Roma e Gerusalemme
dove si fermò per tre anni presso il monastero del Sinai. Dopo
tanti anni si ritirò nella nostra regione, a Saline, nei pressi di
Reggio, fino a quando non intraprese il viaggio verso Costantinopoli, chiamato dall’imperatore Leone VI. Durante il viaggio
di ritorno da quelle terre, morì a Tessalonica il 17 agosto del
903. Il suo corpo, per volontà del discepolo san Daniele, fu riportato a Saline nel “suo” monastero ed in seguito traslato a
Galateo nella stessa provincia reggina.
Antonio del Castello
Come confermato da P. Giovanni Fiore da Cropani,
sant’Antonio ebbe i natali nella cittadina di Gerace dove fu educato alle Sacre Scritture e appena giovinetto si ritirò, nella contemplazione e nella preghiera, come eremita in una grotta ai
piedi del castello geracese e per questo è ricordato come
“sant’Antonio del Castello”. Qualche anno dopo, giacchè quasi
tutta la Calabria era spesso invasa dai Saraceni che rendevano
impossibile la vita agli anacoreti, Antonio lasciò la sua terra e si
portò sulle montagne dette “della Mula” presso Cassano Ionio
dove era già consistente il gruppo dei monaci basiliani. Qui
visse per molti anni nella continua penitenza, ma avvicinandosi il tempo della vecchiaia ritornò a Gerace dove fu
accolto nel monastero di san Filippo d’Argirò, tra il 951 e
il 975, assieme a Nicodemo di Cirò e l’altro geracese Ieiunio che vissero come “maestri spirituali sia dei monaci che
del popolo di Gerace” (B. Sodaro). Oggi sant’Antonio è
ricordato il 23 agosto e venerato come protettore di Gerace
assieme alla compatrona santa Veneranda.
Ieiunio “ il Digiunatore
L’altro santo geracese vissuto, come detto sopra, assieme
ad Antonio del Castello è Giovanni nato attorno al 900 e
detto Ieiunio in quanto ricordato come “il Digiunatore”
proprio per la sua condotta di vita austera e mortificata.
Appena giovane si ritirò a vivere di stenti e di preghiera in
una grotta che da allora è detta di “sant’Ieuinio” e successivamente passò anch’egli, al monastero basiliano di san
Filippo d’Argirò dove morì attorno all’anno 1000.Oggi
Gerace lo ricorda poco anche se la festa liturgica veniva
celebrata il 25 agosto.
Ieiunio “ il Digiunatore
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Mimmo Stirparo
osservatorio: letteratura
N
ato nel 910 a
Rossano Calabro, col nome
di
battesimo
Nicola, Nilo, appartenente
a famiglia perbene, dimostrò già dall’infanzia una
certa propensione per la
vita monastica che non
concretizzò da subito. Anzi. Fu uomo di mondo,
prese moglie non mancando di infedeltà. Come molti
altri santi, anche Nilo attraversò in periodo di smarriSan Nilo da Rossano
mento, ma la morte della
moglie lo fece rientrare in se stesso. Del matrimonio di Nilo, qualche anno fa ha scritto Gaetano Passatelli (“Nilo di
Rossano” Ed, Laruffa, Reggio Cal. 1990) che il santo rossanese era appunto sposato con una donna dalla quale aveva avuto anche una figlia e che ricordò addirittura sul punto
di morte.
San Nilo
da Rossano
nato nel 910, da Rossano per far meditare...
Nilo si ritirò a vita monastica
Morta la donna, Nilo si ritirò a vita monastica all’età di 30
anni. Questo evento, però, non ha avuto un inizio facile,
proprio per Nilo non era per nulla possibile. Scrive il tante
volte citato B. Sodaro: “ [Nilo] era uno dei decurioni della città
di Rossano e, come tale, responsabile delle imposte sulla sua
persona e sui suoi beni. L’onore del decurionato era una dura
schiavitù, alla quale non si giungeva a sottrarsi e le autorità
imperiali non solamente non permettevano di abbandonarlo,
ma obbligavano a rimanervi colui che tentasse di sfuggirne, sia
pure rivestendo l’abito ecclesiastico, essendo obbligato con forza a rimanere in ufficio”. Così
Nilo, essendo ormai forte
l’attrazione alla vita eremitica,
non potendo entrare in uno dei
tanti cenobi della sua Rossano, si
decise a fuggire a Palmi nel monastero del Mercurion e fu qui
che prese il nome di Nilo. In
Ottone III
questo monastero, dietro gli insegnamenti di san Fantino, fu tale il suo livello di obbedienza,
umiltà, mortificazione e contemplazione, da essere accostato a
san Paolo.
dopo alcuni anni
Dopo alcuni anni seguiti da tante angherie, finalmente fece
ritorno a Rossano stabilendosi nel famoso monastero di Santa
Maria del Patir assumendone la direzione. Non fu certo agevole la sua vita monastica. Ci riferisce il Fiore che, spesso il diavolo gli faceva ricordare la sua giovinezza alquanto allegra e
così il Santo era costretto a mortificare le sue carni, chiedere
perdono a Dio e soprattutto fargli allontanare quei ricordi che
lo potevano indurre in tentazione; addirittura un giorno il Signore crocifisso stacco la sua destra dalla croce per benedirlo
tre volte. Comunque visse in tanta santità da essere cercato e
pregato da tutti. Si ritenne sempre un uomo umile ed indegno
di indossare il sacro saio e quando morì il vescovo di Rossano,
tutto il popolo e il clero rossanese lo invocava a gran voce ad
occupare quella sede episcopale, Nilo non solo rifiutò ma fuggì
per nascondersi nelle campagne circostanti, ritornando in con-
l’abbazia greca di Grottaferrata
vento soltanto quando la Chiesa aveva provveduto a nominare
il nuovo vescovo.
negli ultimi anni di vita
Verso li ultimi anni di vita volle recarsi in pellegrinaggio a
Roma e qui ricevette gli onori dal papa Gregorio V e
dall’imperatore Ottone. Fu in questa circostanza che si fermò
nei pressi della vicina Frascati e vi fondò quel gran monastero
di Grottaferrata rimasto oggi la Casa Madre del moderno Basilianesimo. E fu qui che trovò la morte il 26 settembre, per alcuni dell’anno 1000 e per altri del 1004.
M. S.
Papa e antipapa?
Il suo discepolo e biografo, Bartolomeo, narra che nel 998 Nilo
corre a Roma per salvare il vescovo Giovanni Filagato, suo
conterraneo, fatto antipapa dal nobile romano Crescenzio e suo
complice nella rivolta contro il papa Gregorio V e l’imperatore
Ottone III suo cugino. La rappresaglia di Ottone è degna della
ferocia dei tempi (che hanno visto papi assassinati). Uccisi
Crescenzio e i suoi, su Filagato si infierisce con atroci sevizie.
"La biografia narra", scrive Gregorovius, "che ... le preghiere
del santo non trovarono ascolto. Nilo lasciò Roma. Ma prima
profetizzò all’imperatore e al papa che la maledizione del cielo
prima o poi avrebbe colpito i loro cuori crudeli". Gregorio V
muore dopo un anno, Ottone III dopo quattro, e ne ha ventitré.
il Regno Germanico e sua espansione...
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osservatorio: letteratura
Il suono di
mille silenzi
autobiografia di una scrittrice siciliana
F
ra i miei regali per queste
feste ho deciso di inserire
libri di Emma La Spina, una
scrittrice siciliana contemporanea. Li ho scelti perché li ho letti
e mi hanno profondamente colpita
per il loro contenuto umano, anche se
di umano si incontra ben poco nella
storia della sua vita. Io l’ho conosciuta Emma, è una signora mite e gentile, dallo sguardo dolce,che ha sempre
una parola amorevole per tutti, siamo
diventate amiche e ci confortiamo a
vicenda nelle angustie che la vita ci
il testo….
riserva. Il primo libro si intitola “Il
suono di mille silenzi” ed è la testimonianza della sua vita, dai
tre anni fino ai diciotto, passati in diversi istituti. È la sua storia,
ma anche quella delle persone che, come lei, hanno avuto il suo
stesso destino.
volezza di chi ha conosciuto il mondo solo dopo, la scrittrice
ancora si chiede come sia stato possibile l’accadimento di alcune azioni commesse da adulti che il lettore incontra lungo il
racconto e che lo tengono nell’attesa di leggere uno spiraglio di
affetto e di fortuna. I collegi in cui ha vissuto erano tutti gestiti
da suore, ma leggendo quanto Emma afferma, ci si domanda
Emma vive nell’amata Sicilia
Emma vive in quella Sicilia che tanto amiamo e che ci sembra
festosa e multicolore quando la percorriamo durante le nostre
gite, senza sapere che cela storie incredibili. Sua madre - una
donna fredda, che lei ha visto solo in tre occasioni - ha partorito
e abbandonato undici figli. Emma è la decima. Trascorre la sua
infanzia in collegio, un luogo di deprivazione e di autentico terrore. La vita delle bambine è completamente contingentata e del
tutto priva di amore, di un qualsiasi gesto di affetto. Alle violenze e alle punizioni corporali si aggiungono più sottili tormenti e
vessazioni psicologiche. Nell'istituto -i famigerati "collegi"
menzionati a mo' di spauracchio a generazioni di bambini - le
bimbe non hanno alcun contatto con l'esterno. Sono mille silenzi. Giunta ai diciotto anni, Emma si ritroverà d'improvviso in
mezzo alla strada, con i soli vestiti che ha addosso, ad affrontare
una vita non meno dura. Una storia indimenticabile che com-
Modica
muove e indigna, che colpisce al cuore Leggendo questo libro,
scritto dalla protagonista, in maniera diretta e precisa, senza
urlare allo scandalo, senza troppi giri di parole né scontate autocommiserazioni si rimane agghiacciati perché i fatti sono realmente accaduti Con riflessioni fredde e obiettive e la consape-
8
foto dell’evento… un libro per riflettere
quale Dio abbiano sposato queste religiose. A tratti mi è parso
quasi di trovarmi ad Auschwitz, piuttosto che in un orfanotrofio.
La crudeltà di queste donne raggiunge limiti incredibili, sconfinando nella vera e propria disumanità.
le vicende sono ambientate negli anni ‘60
Le vicende che sembrano far parte di un passato remoto o di un
luogo lontano invece serpeggiano lungo le mura della città dalla
pietra nera negli anni 60, certo erano altri tempi, la gente era più
chiusa e ottusa nei confronti degli altri, ma la scuola? Il libro mi
ha fatto porre mille domande e mi ha fatto riflettere su quanto
sia possibile fare oggi. Non voglio soffermarmi su “quegli istituti”, ma pensare: ci sono ancora oggi? Che possiamo fare per
tanti bambini che soffrono? Nelle nostre scuole ce ne sono tanti,
e pur avendo delle famiglie alle spalle a volte sono soli e circondati dal silenzio. Rompiamolo e apriamoci agli altri, credo che
sia quello che Emma voglia dirci col suo libro. E poi ci sono
tanti altri argomenti su cui riflettere: Le famiglie, gli assistenti
sociali, la sanità, la carità. Oggi la scrittrice ha tre figli, ma le
sue sofferenze non sono terminate, ella ha bisogno di calore
umano e solidarietà, anche se è dotata di grande forza d’animo,
indomita nella sua lotta e per la sopravvivenza e per
l’affermazione di sé E’ un libro da conoscere e amare e da consigliare a chi si ama e non, da far veicolare nelle scuole e nelle
famiglie, perché si scuotano le coscienze ci si ponga la domanda: cosa faccio io per gli altri? Analizzandolo vengono fuori
tante problematiche che vale la pena affrontare e cercare insieme delle soluzioni. E allora dico grazie Emma! Che la vita finalmente ti sorrida!
Periodico d’informazione e cultura della Parrocchia Ss. Cosma e Damiano -Crotone
Antonella Noviello
osservatorio: salute
Come alimentarsi
in modo sano…?
capire l’alimentazione in modo responsabile...
che tra le dieci raccomandazioni finali riporta
l’invito a consumare cinque porzioni al giorno di
frutta e verdura (600 grammi circa), alimenti che
Italia terra di un patrimonio importante
fanno bene alla salute perché ricchi di fibre, mineraasta essere equilibrati e sapere li, acqua e vitamine.
cosa finisce nel piatto. E poi
tanta frutta e verdura, legumi, i consigli
ma anche il cioccolato Una Ecco qualche piccola indicazione tratta
da Scegli ciò che mangi. Guida ai cibi
sana alimentazione. Alimentarsi in modo
sano proteggendo la propria salute? È che aiutano a proteggere la salute, di Anpossibile anche oggi. Uno dei primi con- na Villarini e Francesca Di Gangi
sigli da seguire per una corretta alimenta- (Sperling & Kupfer 2011, euro 17,50).
zione è mangiare in modo equilibrato. Acquistare al supermercato frutta e verdura di colori diversi, cercando di variare
Avere equilibrio vuol dire: distinguere tra
ciò che è bene mangiare e ciò che è dan- il più possibile e privilegiando quelle di
stagione. I prodotti fuori tempo hanno:
noso; essere consapevoli di ciò che va a
gusto e aroma scarsi, prezzo più alto e
componenti nutrizionali ridotte. Inoltre, è
preferibile acquistare frutta e verdura
intere: quelle in busta, già tagliate e manipolate industrialmente possono perdere
alcune delle loro caratteristiche. Due uova a settimana. Quando si acquistano le
uova, è importante controllare che abbiano il guscio pulito. L’albume è costituito
per la maggior parte da acqua e per il
restante da proteine ad alto valore biologico. Esso, però, contiene anche avidina,
un fattore antinutrizionale che limita
l’assorbimento della vitamina H, ma che
viene completamente distrutto con la
cottura. Motivo per cui bisogna sempre
cuocere bene le uova. Il tuorlo, invece,
contiene colesterolo, quindi è meglio
limitarsi a mangiare due uova a settimana. Un valido aiuto dallo yogurt. Gli yogurt contengono (controllare bene
l’etichetta) probiotici, microrganismi che
finire nel piatto; capire perché si sceglie
svolgono funzioni importanti per la saluun tipo di cibo, quando mangiare.
te, come aiutare la digestione, creare una
un occhio all’etichetta
barriera intestinale, stimolare il sistema
Quando si acquista un cibo, bisogna pre- immunitario, produrre vitamine e aiutare
stare attenzione all’etichetta, sui cui rin- a mantenere quasi neutro il pH intestinatracciare le informazioni sugli alimenti, il
termine minimo di conservazione o la
data di scadenza, la modalità di conservazione e, a volte, anche quella d’uso, il
lotto di appartenenza (utile più al negoziante per rintracciare un prodotto difettoso o avariato), il marchio, il produttore,
gli ingredienti ecc. I cibi che fanno bene
alla salute. Il Fondo mondiale per la ricerca sul cancro ha diffuso nel 2007 un
documento sulla prevenzione dei tumori,
B
obesità
le.
Al
momento
dell’acquisto bisogna anche
fare attenzione alla data di
scadenza, oltre la quale lo
yogurt non diventa nocivo
per la salute, ma perde buona parte dei probiotici e, di conseguenza,
di effetti benefici. Questo derivato del
latte va conservato in frigo a 4 gradi e la
guardarsi a tavola
qualità si mantiene solo finché il prodotto
è sigillato. Per questo è meglio acquistare
porzioni monodose. Lo yogurt bianco
intero è il migliore dal punto di vista nutrizionale e organolettico.
formaggi sì, ma...
L’Italia è una Paese sia di produttori che
di consumatori di formaggi. I migliori
sono quelli a marchio biologico e DOP
(Denominazione di origine protetta). A
causa del loro alto contenuto di grassi
(l’unico formaggio magro è la ricotta), è
consigliabile non mangiarli tutti i giorni,
ma una volta a settimana. Meglio l’olio
che il burro. Il consumo quotidiano di
burro, a causa dei grassi saturi contenuti,
può causare malattie cardiovascolari,
quindi non è necessario rinunciare del
tutto al suo utilizzo, ma consumarlo solo
raramente e preferire come condimento
l’olio extravergine di oliva. I pericoli
della margarina. A differenza di quello
che si pensa, è preferibile propendere
verso il consumo di burro e non di margarina. Poiché deriva dalla trasformazione di grassi insaturi in grassi saturi, in un
processo detto idrogenazione, e contiene
acidi grassi in forma chimica “trans”,
Periodico d’informazione e cultura della Parrocchia Ss. Cosma e Damiano -Crotone-
9
osservatorio: salute
un problema non solo estetico
derivata cioè dalla trasformazione, la
margarina sarebbe da evitare.
via libera ai legumi
Infine, via libera ai legumi. Si trovano
freschi, secchi o in scatola. Sono
un’ottima fonte di proteine, ma hanno un
medio valore biologico. Per questo motivo, vanno consumati abbinandoli con i
cereali integrali: in questo modo si compensano le loro carenze e il piatto ha un
alto valore biologico, pari a quello del
pesce e della carne. Essendo un po’ difficili da digerire, si può iniziare a mangiarne in piccole quantità, magari passati,
tutti i giorni e cominciando dalle lenticchie, in modo da abituare la flora batterica intestinale. Infine, anche i più golosi
possono concedersi qualche sfizio rispettando la loro salute. Il cioccolato fondente contiene antiossidanti e, quindi, fa bene al cuore, ma non bisogna eccedere
perché contiene anche grassi e zuccheri.
Attenzione, però, al latte: sia il cioccolato
al latte che l’abbinamento del fondente
con un bicchiere di latte è da evitare. Il
liquido ne fa diminuire gli effetti positivi
in quanto cattura le epicatechine, flavonoidi del cacao ad alto potere antiossidante, impedendone l’assorbimento da
parte dell’intestino.
conservare bene i cibi
Regole dell’Organizzazione mondiale
della sanità nella gestione casalinga del
cibo per evitare contaminazioni di batteri:
cuocere completamente gli alimenti;
mangiare i cibi subito dopo la cottura;
conservarli con attenzione sia cotti che
crudi; riscaldare del tutto gli alimenti già
cotti al momento di consumarli; evitare il
contatto tra cibi cotti e crudi; lavarsi
spesso le mani mentre si è in cucina; proteggere i cibi dagli insetti; utilizzare acqua sicura sia per cucinare che per lavare
le stoviglie. Il frigorifero è un valido alleato nella conservazione dei cibi. La temperatura su cui mantenerlo è di 4-5 gradi.
Il punto più freddo è il basso, dove andranno conservati carne e pesce fresco;
nel cassetto frutta e verdura; sulle mensole centrali uova, prodotti caseari, salumi,
avanzi di cibo già cotti, torte e prodotti da
conservare in frigo dopo la apertura;
nell’interno della porta (parte più
“calda”) bibite, salse e grassi per condire.
I tempi di conservazione in frigo per i
diversi alimenti: carni crude da 1 a 4
fame
giorni; carni cotte da 2 a 8 giorni; pesce
fresco e cotto massimo 2 giorni; minestre
e pasta da 2 a 3 giorni; formaggi freschi
da 2 a 3 giorni; formaggi stagionati oltre
un mese; verdura e frutta da 3 a 8 giorni;
scatolame aperto da 2 a 5 giorni. In freezer, prima di riporvi gli alimenti, è consigliato segnare la data di inserimento.
Tempi di conservazione: carni crude da 1
a 12 mesi; pesce fresco o già cotto da 15
giorni a 2 mesi; pane da 1 a 2 mesi; dolci
da 2 a 3 mesi; verdura e frutta cotte da 6
a 8 mesi; per i cibi industriali data di scadenza.
concludendo
Concludiamo con un rinfresco di memoria. Secondo l'Oms, bisogna consumare
cinque porzioni al giorno di frutta e verdura, che fanno bene alla salute perché
ricche di fibre, minerali, acqua e vitamine. Al supermercato acquistare frutta e
verdura di colori diversi, cercando di
variare il più possibile e privilegiando
quelle di stagione. Via libera ai legumi.
Sono un’ottima fonte di proteine e vanno
abbinati con i cereali integrali per aumentarne il valore biologico. Lo yogurt bianco intero è il migliore dal punto di vista
nutrizionale e organolettico. Il cioccolato
fondente contiene antiossidanti e fa bene
al cuore, ma non bisogna eccedere perché
contiene anche grassi e zuccheri.
N
ei soggetti sovrappeso ed obesi lo stress metabolico e l’infiammazione
tessutale possono determinare la liberazione in circolo di microparticelle
procoagulanti derivate dalle cellule pervenute nella sede del danno vascolare. I fenomeni di apoptosi e l’attivazione delle cellule vascolari favoriscono il rilascio di queste particelle, le quali rivestono un ruolo critico nel processo di formazione del trombo e nel rischio cardiovascolare. Le particelle sono infatti coinvolte nei successivi eventi di infiammazione vascolare, rimodellamento tessutale, disfunzione endoteliale adesione e stimolazione leucocitaria. Anomalie legate
alla presenza di queste microparticelle vengono regolarmente osservate nelle dislipidemie associate al sovrappeso. Recenti osservazioni suggeriscono che un’alternativa
al trattamento farmacologico per prevenire il rilascio di queste microparticelle potrebbe derivare dalla dieta. Lo studio ha valutato l’impatto di una dieta estremamente
povera in calorie sui livelli di microparticelle procoagulanti, lo status fibrinolitico,
l’infiammazione e il danno endoteliale in donne obese (indice di massa corporea medio 35). Gli autori hanno analizzato i marker sanguigni indicativi del danno vascolare, stato fibrinolitico, attivazione piastrinica ed infiammazione al momento
dell’arruolamento nello studio e a distanza di uno e tre mesi di distanza dall’inizio
della terapia alimentare. La presenza di microparticelle è stata invece rilevata mediante citometria a flusso e captare assay. Il potenziale pro-coagulante è stato invece
quantificato attraverso il saggio dell’enzima protrombinasi mentre la loro derivazione cellulare – endotelio, piastrine, leucociti, linfociti o eritrociti - è stato investigato
nuovamente attraverso citometria di flusso. Dall’analisi è emerso che i livelli di microparticelle derivate dai leucociti correlavano in modo significativo con la circonferenza in vita delle partecipanti durante il corso dello studio. A 90 giorni dall’inizio
del trial la riduzione di peso si associava ad una riduzione pressione sanguignam un
miglioramento dei parametri metabolici ed una significativa riduzione del marker
inibitore dell’attivatore del plasminogeno, delle microparticelle derivate dalle piastrine dai leucociti ed anche dei livelli di leptina. La dieta a ridotto contenuto calorico ha permesso dunque un globale miglioramento a breve termine dell’equilibrio
emostatico caratterizzato dimostrandosi una strategia decisamente attuabile nel soprappeso femminile per prevenire il rischio di aterosclerosi
lontani dalle golosità
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Periodico d’informazione e cultura della Parrocchia Ss. Cosma e Damiano -Crotone
Scuola
Periodico d’informazione e cultura della Parrocchia Ss. Cosma e Damiano -Crotone-
11
scuola: Ist. Gravina
Nella grotta
di Lourdes
silenzio e armonia del santuario di Maria
P
rovenienti da varie città e paesi della Calabria numerosi pellegrini il 12 settembre 2011 si sono ritrovati alla
stazione di Crotone per giungere dopo un lungo viaggio di circa 15 ore,col treno bianco della speranza,alla
grotta della madonna di Lourdes in Francia. Da Belvedere Spinello pronti a vivere questa straordinaria esperienza di 7 giorni
compresi di andata e ritorno quattro fedeli,una vita umile e modesta in una emozione di dolcezza si trovano su quel convoglio
per colmare quel desiderio di parlare col sorriso e con la mente
con la nostra Signora di Lourdes. Per due di loro Giuseppe e
Pasqualina è stato il regalo più grande che i figli potessero offrire per l’anniversario dei 25 anni di matrimonio. Non l’avrebbero
mai immaginato che avrebbero portato a compimento questo
viaggio particolare. Dalla gita a Lourdes minuscola porzione di
terra francese non possono dimenticare nulla!le scene altamente
grandiose, il silenzio, l’armonia, il regno della calma e della
luce immediata da divina bellezza e dell’acqua benedetta le cui
gocce splendono come zaffiri, gli occhi descrivono ciò che vedono, la vista è un libretto di note.
la Madonna accompagna i presenti
La Madonna prende per mano i presenti e li accompagna. Noi
una piccola voce contro la voce immensa che sorge nella grotta,
piccole creature, lampade spente. Si perde la coscienza di sé,
sembra di udire un suono sereno e si inginocchiano in raccoglimento. La Signora non si vede, ma è la pronta a guardare la corsa del nostro mondo cieco. Ella contempla e ascolta i dolori, le
lotte, le passioni, le dispute dell’immenso gruppo di pellegrini
che camminano vuoti, commossi con la stessa emozione di chi
davanti a qualcosa di irraggiungibile, ripercorre i loro sentieri di
malattia, di angoscia di sventura e loro aspettano il compenso di
ripresa fisica e interiore.
E poi: immergersi nella vasca,in quell’acqua limpida che no si
rimesta né rimane attaccata ai corpi si tocca e si esce asciutti:la
sua impronta. Testimone nel lungo corso dei secoli, di apparizioni, capace di impressionare ancora di più in questo momento,
quando sei solo in mezzo ad esso, custodisci per sempre quel
torrente chiuso, quella tranquillità fatta di conversazione e preghiera. E la grotta diventa un santuario in cui ognuno si muove
cosi come è ordinato.
Assanagora Rosy, Greco Debora
Grosso Felisia, Urso Maria Francesca 5^ A SDF
statua di Maria Santissima
Ecco la vera luce:“Cristo”
una riflessione su Gesù Cristo vero Dio e vero uomo in Maria Immacolata...
V
orrei raccontare un’esperienza personale che parla
della mia fede, del mio rapporto sincero; nonostante i
miei peccati, i miei momenti bui con Dio. Sono andaVincenzo Paluccio
to all’Eremo per la mia prima convivenza e sono stato
lì tre giorni. Abbiamo fatto lodi, l’Eucarestia e il sabato sera abbiamo letto la prima lettura, la seconda lettura e il Vangelo. Questi
giorni sono stati speciali perché ho incontrato Cristo che mi diceva che ero importante per lui come tutti gli altri; che ero peccatore, ma che mi voleva ancora più bene per questo, perché Lui non
ci lascia mai, per nessun motivo e per nessuna ragione al mondo.
Domenica, l’ultimo giorno di convivenza, ho confermato il mio
“SI” al cammino, al fatto di entrare in comunità; confermato perché era un SI che avevo pronunciato già dalla prima volta in cui
ho partecipato alle catechesi. Io, infine, vorrei dire che sono veramente felice, entusiasta di essere entrato in comunità, mi sento
realizzato, perché era quello che volevo e poi mi ha colpito particolarmente il Vangelo di Matteo di Domenica 11 dicembre, il quale
dice che siamo nelle tenebre e che, a un certo punto, veniamo illuminati da una luce e la luce della quale stiamo parlando é Cristo.
Vincenzo Paluccio
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Periodico d’informazione e cultura della Parrocchia Ss. Cosma e Damiano -Crotone
scuola: Istituto Comprensivo Don Milani
Gita e scoperta a
parco Pignera
alla scoperta di Pitagora di Samo e della sua scuola e dei seguaci
Pitagora fra noi?
numeri figurati...
G
iorno 8 novembre, del 2011,
io e la mia classe, (1°A), siamo andati a visitare il parco
Pignera di Crotone. Arrivati
sul posto, all’entrata del parco, ci aspettava una guida che ci ha accompagnato per
tutto il percorso. Inizialmente, la guida ha
cominciato a raccontare qualcosa della
vita di Pitagora; era un filosofo, matematico, politico, che nacque nell’isola di
Samo nella prima metà del VI secolo a.C.
Ben presto, però, si trasferì nella Magna
Grecia dove fondò a Crotone circa nel
530 a.C. la sua scuola. Egli aveva anche
un carattere molto rigido, infatti nella sua
scuola non potevano andarci tutti. Potevano andare solo quelle persone serie che
avrebbero ascoltato e sarebbero stati in
silenzio. Tanto è vero che gli alunni, per
dimostrare a Pitagora di essere all’altezza
della sua scuola, dovevano passare
un’intera settimana senza parlare La guida, in seguito, ci ha mostrato alcune opere create proprio da Pitagora. Una cosa
che mi è piaciuta è che queste opere, nel
parco Pignera, erano fontane, messe però
non in alto. Successivamente abbiamo
visto uno strumento, che oltre a essere
matematico era anche musicale. Una del-
le costruzioni che vi era nel parco, e che
io non ero riuscito a capire, era la successione dei numeri che poteva essere calcolata con i numeri precedenti.
Quest’opera apparteneva, però, a un altro
matematico, del quale non ricordo il nome. Poi la guida ci ha anche illustrato le
5 figure geometriche solide regolari. Dopo un po’, siamo arrivati al laboratorio di
matematica, che si trovava all’aria aperta.
Questa è stata per me, e penso anche per
gli altri, la parte più bella della visita. Vi
erano molti giochi matematici, ma manuali. Perché si giocava con oggetti, che
abbiamo usato per costruire, snodare,
togliere e incastrare. Peccato, però, che
ha cominciato a piovere e dopo nemmeno
un’ora siamo stati costretti a ritornare a
scuola. Mi sono molto divertito.
Giovanni Locanto 1°A
Lettera a Gesù
lettere per un Natale migliore e diverso...
Caro Gesù Bambino,
Istituto Maria Grazia Cutuli
C
aro Gesù Bambino,
ti scrivo per chiederti di prenderti cura di tutte le
persone che stanno male, ma soprattutto quelle che
fanno il male e che, anche solo con una parola, uccidono il loro prossimo. Anche per quelle persone che non riescono a perdonare un offesa; un torto. Ti prego per le ragazze che
in questi giorni stanno scomparendo, per i loro genitori, fa che
abbiano la forza per andare avanti. Ma non voglio parlarti solo
di cose brutte, voglio anche ringraziarti. Ti ringrazio per la
famiglia che mi hai dato e per il pane che continui a darmi ogni
giorno. Come già sai, tutti i cittadini crotonesi stanno avendo
problemi sul lavoro; ti prego, quindi, affinché possano avere
sempre un tuo aiuto. Ti prego per i figli di questi lavoratori, che
questo Natale possano non ridimensionare i propri sogni. Caro
Gesù Bambino ti prego ascolta la mia preghiera.
Non te ne dimenticare.
Cristina Maria Giungato II E
ti ricordo da piccolo, ti scrivevo delle
lettere pensando che le mie parole
potessero arrivarti; che Babbo natale
venisse con un grosso sacco contenente i segreti dei bambini. Adesso sono
grande, sono un po’ cambiato da allora. So distinguere la fantasia dalla
realtà e so che materialmente la mia
lettera non arriverà mai a destinazione; ma sento che pur mi ascolti mentre
scrivo i miei sogni, le mie paure, le mie gioie e le mie incertezze.
Caro Bambinello, crescendo non voglio diventare un uomo
grande, ma un “grand’uomo”, che si sappia distinguere nella
vita grazie al proprio impegno quotidiano ed alla forza di andare sempre avanti. Lo sai, ho molte paure in fondo al cuore, perché comincio a capire che non tutte le persone sono buone e che
non tutti fanno le cose a fin di bene. A volte mi soffermo a guardare la gente che corre per andare a lavoro, che lotta per avere
sempre più soldi, ricchezza e potere e che non hanno, alla fine,
il tempo di stare a casa e chiedere al proprio figlio: “come stai?
Come è andata oggi a scuola?”. Ma per fortuna io ho una famiglia, la mia dolce, calda e rassicurante famiglia che mi sorregge e m insegna i veri valori della vita. I miei genitori mi dicono
sempre che non bisogna ma rincorrere quello che non si ha, ma
godere ed essere felici di ciò che si ha. Caro Gesù Bambino non
voglio essere banale chiedendoti le solite cose, ma pensa per un
Periodico d’informazione e cultura della Parrocchia Ss. Cosma e Damiano -Crotone-
13
scuola: Istituto IPSIA Barlacchi
attimo come sarebbe bello se Tu, dal paradiso, facessi cadere
una pioggia di stelle sulla terra e che con un soffio di vento riuscissi a spazzare via le cose brutte.
Aspettando fiducioso un nuovo giorno. Un caloroso abbraccio.
Riccardo Scida II E
Caro Gesù Bambino,
io sono un ragazzo di 12 anni e ho una famiglia che è sempre
felice ed allegra. Io ti prego, perciò, di aiutare quei bambini che
non hanno tutto ciò. Nel mondo c’è troppa cattiveria, egoismo,
malignità e interesse solo per le cose materiali. Il mondo che
hai creato Dio, pieno di generosità e di bontà, adesso non esiste
più. Vorrei chiederti di aiutare tutti i bambini poveri ed anche
quelli che hanno malattie non curabili. Anche Tu sei nato in una
misera stalla e 2011 anni fa ti sei sacrificato per noi. Quando
nasce un bambino tu sai già come sarà la sua vita. Si dovrebbe
portare la Tua Parola in tutto il mondo, soprattutto, in quei
Paesi dove c’è la guerra. In questo mondo c’è molta sofferenza,
quindi, le persone che hanno bisogno sono tante. In questo periodo, come a Genova, si stanno verificando disastri e molte persone hanno perso la vita e le proprie abitazioni. Tu che ci guardi da lassù puoi dare un aiuto a tutte quelle persone che hanno
bisogno. Vorrei chiederti un’altra cosa. Dacci la forza di affrontare tutte le difficoltà della vita.
Caro Gesù Bambino, vorrei dirti tante altre cose, ma sono sicuro che riesci a leggere nel cuore di tutte le persone.
Giuseppe Gigliotti II E
“Spaghetti
e Kebab..”
i cittadini guardano all’orizzonte integrato
P
resentato, nei
giorni scorsi,
all'IPSIA Barlacchi di Crotone, lo spettacolo
“Spaghetti e Kebab” del
gruppo Integr-Art della
scuola, dove gruppi di alunni si sono esibiti in pubblico, utilizzando i linguaggi
universali della cultura multietnica come
recitazione, poesia, danza, canto, musica
e sports. L'attività è nata per iniziativa del
ancora più attuale
all'IPSIA Barlacchi,
dove gli alunni hanno
i ragazzi impegnati nel progetto
voluto riviverla attraverso la comunicazione, poiché senza
ti erano presenti gruppi di adulti venuti in
essa non esiste integrazione e accettazio- Italia per ragioni di lavoro. Dagli anni
ne dell'altro. Il percorso ha inteso allargaOttanta e, soprattutto in quest’ultimo
re l'offerta formativa della scuola, dando
decennio, si è assistito ad un frequente
vita ad una attività da svolgersi nelle ore
fenomeno di ricongiungimento di nuclei
extrascolastiche che non prescindevano
familiari, di matrimoni od unioni, con
dal lavoro prettamente curriculare. In tal
conseguente aumento anche dei bambini
senso il progetto ha rappresentato una
nei diversi contesti sociali. Stiamo assioccasione per applicare strategie didattistendo, anche nel nostro Paese, al passagche più rispondenti alle attitudini, interesgio della prima fase del ciclo migratorio,
si e ritmi di apprendimento individualiz- a cui erano interessate quasi esclusivazati, per il recupero e il potenziamento
mente persone adulte, spesso in condiziodelle competenze di base e trasversali,
ne di marginalità sociale ed economica,
favorendo l’acquisizione di atteggiamenti
alla seconda fase, più complessa e caratpositivi nei confronti dell’Istituzione
terizzata da maggiore stabilità e sviluppo
Scuola e la comunicazione con gli altri,
anche per le fasce minoritarie. I caratteri
di questo secondo momento sono riconscoprendo culture e mentalità diverse.
ducibili ad un naturale incremento demomotivazioni del progetto
grafico delle famiglie straniere più proLa presenza di alunni provenienti da altri pense alla procreazione e ad un ulteriore
Paesi Europei o da altri continenti è rela- aumento dei ricongiungimenti di nuclei
tivamente recente. Nei decenni preceden-
identità nella diversità..
Dirigente Scolastico prof. Umile Meringolo e dei Docenti proff. Bellizzi, Frustaci, Liguori e Sacco che hanno curato il
progetto, finanziato dal MIUR-URS Calabria ufficio V° – progetti per aree a
forte processo migratorio Gli alunni coinvolti hanno potuto esprimere i loro sentimenti attraverso altri linguaggi e lavorando insieme hanno avuto la possibilità di
integrarsi. L'integrazione è un problema
un legame che atterrisce chi non ha certezze
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Periodico d’informazione e cultura della Parrocchia Ss. Cosma e Damiano -Crotone
scuola: Istituto IPSIA Barlacchi
l’altro non può manifestarsi in un contesto di presunta superiorità di gruppi dominanti rispetto alle minoranze, ma nella disponibilità al reciproco arricchimento, alla ricerca delle somiglianze e
delle differenze espresse dai valori e dai diversi modelli identitari. La dimensione interculturale è riferita a realtà in cui persone di differenti tradizioni culturali, religiose, … stringono tra
loro relazioni significative. In questa situazione si superano anche legami delle specifiche appartenenze e si può arrivare a creare nuovi linguaggi e codici comunicativi comuni.
L’interculturalità tende ad una valorizzazione reciproca: l’altro
non è un limite ma una possibilità uno stimolo di arricchimento
sul piano personale e sociale.
un nuovo approccio al sapere, l'integrazione
familiari ancora separati. L’integrazione sociale e culturale di
alunni appartenenti ad una molteplicità di gruppi etnici comporta notevoli sforzi da parte di tutti e l’adozione di politiche socioeducative mirate ad organizzare servizi efficienti. Si tratta di
costruire nuovi orizzonti di aggregazione e modelli di socializzazione più ampi rispetto al passato; un’autentica educazione
interculturale postula in ognuno di noi una disponibilità a cambiare, a modificare atteggiamenti ritenuti inattaccabili, a guardare il mondo con un rinnovato sentimento di impegno e di solidarietà.
intercultura
Un intero paragrafo della Circolare Ministeriale n. 205 del
MIUR è dedicato all’organizzazione scolastica, riconfermando
ancora una volta l’importanza della promozione del contesto
educativo come elemento strategico e di priorità
nell’integrazione degli alunni immigrati. I flussi migratori che
stanno caratterizzando il nostro Paese comportano cambiamenti
sul piano culturale da parte di tutti, accolti e accoglienti, che
richiederanno tempi lunghi, disponibilità a mettersi in gioco,
mutamenti tipici delle società multietniche. L’incontro con
L
L’integrazione di diversi orizzonti culturali, in un mondo globalizzato diventa in particolare per i giovani, una necessità strutturale della formazione degli studenti. La presenza di uno straniero in classe contribuisce ad accentuare tale dimensione nel senso
che obbliga i docenti a riflettere maggiormente sul “ che cosa” e
sul “come” insegnare sulle modalità di relazionarci con queste
“nuove” utenze. L’educazione interculturale, quindi, è una finalità intrinseca dell’azione di ogni scuola nella prospettiva di
formare giovani capaci di vivere in un mondo dove il confronto
di opinioni, il dialogo arricchente, l’incontro possano rappresentare la piattaforma per un’autentica democrazia.
la funzione della scuola
La scuola ha il compito di “ ri-creare” il sapere: “rafforzando la
propria identità individuale o di gruppo non in contrapposizione, ma in comunicazione con gli altri; sviluppando una personalità curiosa, attenta, disponibile, democratica, sensibile, rispettosa dell'altro; diventando capace di riflettere su di sé sugli altri,
sugli stereotipi e i pregiudizi; dimostrando capacità autocritiche,
prendendo coscienza della complessità e della relatività dei punti di vista essendo capace di cambiare il proprio e accettando di
convivere con il diverso, riconoscendone i diritti.”
Festa dell’albero
’IPSIA
A.M.
Barlacchi,
in
collaborazione
con il Ministero
dall’IPSIA
dell'Ambiente, della Tutela
Territorio e del Mare e del Circolo di
Lega Ambiente di Crotone ha organizzato, nei giorni scorsi, la piantumazione di
alberi e cespugli negli spazi antistanti al
nuovo plesso delle sezioni Odontotecnico
e Ottico.
La Giornata Nazionale dell'Albero, si
proponeva l'obiettivo di: sensibilizzare e
valorizzare l'opinione pubblica sull'importanza del patrimonio arboreo e dei
boschi, favorire l'adozione di comportamenti quotidiani ecosostenibili, anche ai
fini del mantenimento dell'equilibrio tra
comunità umana e ambiente naturale.
gli studenti delle prime classi
Gli studenti delle prime classi, sensibili al
tema proposto, accompagnati dai rispettivi docenti, si sono recati, nelle ultime
ore, nei suddetti spazi per effettuare la
piantumazione. Circa venti distinte specie
un gesto importante, simbolo di una rinascita cittadina
durante l’evento
di alberi e arbusti, provenienti dal vivaio
della Casa circondariale di Crotone, sono
stati piantati nell'area verde del nuovo
edificio di via Acquabona. “E’ una
manifesta-zione dalla forte valenza educativa, volta a promuovere il rispetto
dell'ambiente cui tiene il nostro Istituto”,
ha ribadito il Dirigente Scolasti-co, Umile Meringolo, rivolgendosi ai ragazzi.
“Gli spazi vuoti e incolti tra il cemento e
l'asfalto, tra qualche tempo, con un po' di
cura e atten-zione diventeranno aiuole
Periodico d’informazione e cultura della Parrocchia Ss. Cosma e Damiano -Crotone-
15
scuola: Istituto IPSIA Barlacchi
verdi a disposizione di studenti e docenti”.
palme e magnolie...
Nei prossimi giorni sa-ranno piantumati,
nelle aree destinate a verde, gli altri alberi donati dalla casa circondariale, tra cui
palme e magnolie, con l’obiettivo di coinvolgere altri isti-tuti e quindi adibire a
verde, nuove aree della città. “Ogni anno,
con la piantumazione di diverse specie di
piante e alberi nelle scuole e nelle città ci
schieriamo in difesa della natura, per il
rispetto dei nostri territori e della qualità
della vita” ha dichiarato Francesca Travierso, presidente del circolo Ibis di Legambiente di Crotone. Come è noto gli
alberi producono ossigeno e immagazzinano anidride carbonica (CO2) e hanno,
quindi, una funzione determinante nella
riduzione dell'inquinamento e dell'effetto
serra. L’anno 2011 e stato dichiarato
dall'Assemblea delle Nazioni Unite Anno
Internazionale delle Foreste, patrimonio
prezioso e spesso irriproducibile per rarità botanica o pregio naturalistico, ma
anche vere e proprie testimonianze storiche da tutelare perché rimandano ad eventi o memorie rilevanti dal punto di
vista culturale, documentario e delle tradizioni locali.
una Festa rilevante
una speranza che nasce dalla terra
La Festa dell'Albero può rappresentare
un'occasione per legare al tema dell'Anno
internazionale delle Foreste quello della
ricorrenza dei 150 anni dell'Unità d'Italia.
L'edizione della Festa dell'Albero 2011 è,
inoltre, intitolata a Wangari Maathai,
scomparsa lo scorso 25 settembre, biologa del Kenia, fondatrice del Green Belt
nasce dalla terra con fatica...
Movement che dal 1977 ha piantato oltre
45 milioni di alberi nella nazione africana; prima donna africana ad aver ricevuto
il Premio Nobel per la Pace per "il suo
contributo alle cause dello sviluppo sostenibile, della democrazia e della pace".
All'iniziativa hanno anche partecipato
Antonio Leotta, assessore provinciale
all'edilizia scolastica, Francesco Bonasso,
segretario della direttrice della Casa circondariale Maria Luisa Mendicino, Vincenzo Mi-gro, vicecomandante del penitenziario.
W. F.
Una giornata
specialissima
capire il senso della rinascita dalla terra e intorno a noi
L
a Giornata Nazionale dell’Albero nasce con l'obiettivo di sensibilizzare
l’opinione pubblica sull’importanza del patrimonio arboreo e boschivo mondiale ed italiano per la tutela della biodiversità, il contrasto ai cambiamenti climatici e la prevenzione del dissesto idrogeologico. In occasione del centocinquantesimo
anniversario dell’Unità d’Italia quest'anno la Giornata Nazionale dell'Albero era dedicata alla storia d’Italia attraverso
gli alberi e i boschi come testimoni di memorie e avvenimenti storici. Nel corso del mese di novembre le piogge che si sono abbattute sul nostro Paese, provocando frane, smottamenti, allagamenti di intere città e purtroppo anche alcune vittime, hanno mostrato
ancora una volta come l'incuria del territorio, il disboscamento di intere montagne causato dal taglio illegale degli alberi o dai numerosi incendi aggravino gli effetti già pesanti dei fenomeni atmosferici e dei loro mutamenti.
Nei recenti tragici eventi che hanno colpito la Liguria e
la Toscana un volontario, Sandro Usai, ha sacrificato la
propria vita per prestare soccorso ad alcuni cittadini di
Monterosso in pericolo a causa dell'alluvione.
Pertanto il Ministero dell'Ambiente e il Ministero dell'Istruzione, dell’Università e della Ricerca hanno deciso
di dedicare la prossima Giornata dell'Albero alla giovane vittima insignita della Medaglia d’oro al Valore
Civile, a tutte le vittime delle alluvioni e agli “angeli del
fango” che, lasciando tutto, sono corsi ad aiutare le
popolazioni colpite dalle alluvioni. Si invitano pertanto
le Scuole di ogni ordine e grado e i Comuni che hanno
aderito alla Giornata a ricordare, con un minuto di
silenzio, Sandro Usai e tutte le vittime delle alluvioni di
novembre. Per esse si è menzionato un particolare ricordo per quel vuoto che hanno lasciato nei propri cari.
in tutta Italia le stesse scene per sensibilizzare le scuole al rispetto dell’ambiente
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Periodico d’informazione e cultura della Parrocchia Ss. Cosma e Damiano -Crotone
Vita parrocchiale
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parrocchia
Un dono che fa bene
a chi lo fa e chi riceve
dalla caritas parrocchiale una riflessione in tempi duri a..
M
i permetto di riportare il
messaggio di una persona
sconosciuta, che scopre il
valore della benedizione e
la consigliava a tutti. Diceva:- Al risveglio benedite la vostra giornata, poiché
essa trabocca già di un’abbondanza di
beni ai quali la vostra benedizione permetterà di manifestarsi poiché benedire,
significa riconoscere il bene infinito che
è parte integrante della trama stessa
dell’Universo e che attende solo un segno
da noi per manifestarsi.
per strada, nella vita...
Incrociando le persone per strada, sul
bus, nel vostro posto di lavoro, benedite
tutti. La pace della vostra benedizione
sarà compagna del loro cammino e li
circonderà come una luce profumata.
Benedite in tutti i modi che potete concepire, poiché tali benedizioni non solo
seminano semi di guarigione, ma, un
giorno, germoglieranno come altrettanti
fiori di gioia negli spazi aridi della vostra
vita. Quando, nella vostra giornata, qualche avvenimento inatteso sconvolge voi e
i vostri piani, trasformate in benedizioni
il vostro smarrimento, poiché la vita sta
I
per insegnarvi qualcosa, anche se la
sua coppa può sembrarvi amara. Poiché questo avvenimento che vi sembra
così indesiderabile, di fatto lo avete suscitato voi, per apprendere una lezione
che vi sfuggirà se voi non siete pronti a
benedirla. Le prove, sono delle benedizioni nascoste e coorti di angeli sono al
loro seguito. Quando passate davanti a
una prigione, benedite quelli che vi sono
rinchiusi perché il seme di bene che è
ancora in loro li purifichi e dia loro la
libertà del cuore. Quando passate davanti
a un ospedale, benedite i ricoverati che in
esso vi sono. Le loro sofferenze accolte e
gestite li rendono più grandi, rifiutate con
amarezza rendono amara tutta la loro
vita. E’ impossibile benedire e giudicare
allo stesso tempo. Dunque mantenete in
voi questo desiderio di benedire come
una incessante risonanza interiore e come
una perpetua preghiera silenziosa, così
voi sarete tra coloro che diffondono la
pace e, un giorno, scoprirete che Dio vi
ha fatto ministri della sua benedizione e
voi per primi ne riceverete i frutti.
dopo il Natale
Alla fine del periodo Natalizio, avendo
fatto un percorso di preghiera, di riflessioni personali, catechesi ecc. ci è sembrato giusto condividere la certezza che è
meraviglioso pensare che il cristiano possa portare la benedizione in tutte le strutture sociali che frequenta. E’ il Signore
che ancora oggi passa e ridona pace che è
la benedizione di DIO.
Caritas parrocchiale
Un anno difficile
l 2011 è stato un anno molto difficile, un anno di notizie
piuttosto devastanti dal punto di vista politico-economico.
arriva forse la recessione? O si è già…?
Le condizioni di vita di ognuno di noi sono state messe a
repentaglio continuamente dalle notizie che ci venivano
prospettate dai vari telegiornali, dalle varie testate dei giornali e
spesso anche dagli amici che si incontravano e che facevano commenti dissacranti e critici nei confronti del governo e dei governanti. Tutti eravamo e siamo preoccupati della situazione già priva di
sicurezze, specialmente per i giovani, in un panorama politico fallimentare con conflitti tra le "caste" per non chiamarle "clan", mentre la popolazione si sente intrappolata dalle non decisioni che i
nostri politici non sono stati in grado di prendere in tempo utile.
Prevedendo. Pertanto, quanto sarebbe accaduto, per ragioni di
potere e non abbandonare la poltrona. Intervenire in tempo, suggerisce l'intelletto quando il male si fa prossimo, ma i politici di intelletto hanno dimostrato di non averne, almeno in questa occasione.
Non hanno avuto il coraggio perché sarebbero diventati impopolari
e non sarebbero stati rieletti alla prossima tornata elettorale. Hanno atteso che altri si esponessero alle lamentele del popolo ed ine… 2012
tanto arrivava la crisi. Una crisi che è comparsa non certo all'improvviso, ma che ha coinvolto tutti. La situazione è critica e le condizioni non permettono di sanarla in breve, anzi, c'è pericolo che si
aggravi ed allora, onorevoli! Abbiate il coraggio di prendere la situazione in mano con le decisioni, mettendo mano alla coscienza,
dimenticatevi la "casta" che porta sempre ad aspri conflitti, pensate al futuro dei vostri figli e abbandonate la voglia di indebolire il
vostro avversario per avere sempre più potere, ma insieme lavorate perché la crisi rientri e la popolazione viva tranquilla del lavoro nella tranquillità della famiglia e della società.
Vincenzo Lista
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parrocchia
a cura di Tonino Laratta
Ingredienti
per 4 person
personee
800 gr. di spatola sfilettata, 400 gr. di pomodori pelati, 20 gr. di capperi, 50
gr. di olive nere, 4 filetti d’acciughe, sale, aglio, cipolla, olio di oliva , prezzemolo tritato, vino bianco secco q.b.
I
n una padella oppure casseruola bassa di grandezza adeguata, fate soffriggere un poco di cipolla tritata finemente e uno spicchio d’aglio schiacciato. Fate dorare e aggiungete nell’olio i filetti di acciughe e farli diventare crema, aggiungete i pelati e coprite aggiungendo 1/2 bicchiere di vino. Dopo circa 10’ aggiungete i capperi e le olive, dopo altri 10’ aggiungete la spatola, il sale e il prezzemolo, facendo cuocere il tutto per
altri 20’ a fuoco dolce. Potete aggiungere il piccante, con della salsa piccante, quando aggiungete i pelati , oppure, durante il soffritto, un peperoncino piccante tritato. Servire il tutto in un piatto ovale da portata, completando i colori con il verde (c’è il rosso del pelato, il nero delle olive), assicurandosi di degustare caldo.
Vini consigliati: Cirò Librandi Rosato; Cirò Ippolito Chrysòs, Enotria rosato
Natale in parrocchia...
foto salienti del natale nella parrocchia…, ricominciando a
Una donna, un volto, un perché...
Benedizione dei bambinelli del 23 dicembre
Una tombolata a tutto catechismo...
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Ricordando….
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Gennaio 2012
Dal 26 al 28 Gennaio, ore 18.00\ 20.00, esercizi spirituali
29 Gennaio: Ritiro parrocchiale ore 16.00
CELEBRAZIONI E S. MESSE:
S. Messe festive: ore 10.00
Sabato e vigilari, ore 18.30
S. Messe feriali: ore 18.30
UFFICIO PARROCCHIALE
Lunedì, Mercoledì, Venerdì: dalle ore 17.00 alle ore 18.00
CENTRO D’ASCOLTO
Lunedì 9.00 alle 10.30
Martedì e Giovedì dalle 17.00 alle 18.00
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bilancio natalizio: dal vitello al gamberone?