Lauda t o Si,
l'alba dell a vocazione
semi conquistino la terra . tre angeli presso Mamré; Mosé il roveto
ardente sull'Horeb; Paolo una luce sfol­
Quando un pensiero forte rumoreggia gorante sulla via di Damasco, chiamata
nel sottosuolo del nostro spirito, finisce, la Dritta; Elia, accarezzato da un venti­
presto o tardi, col trovare una fessura attraverso cui espandersi. Perciò san cello sulla soglia della caverna situata
deciso a praticare io stesso entro il mio sull 'Horeb, si coperse la faccia col man­
tello, perché quell'aura era profumata di
spirito un pertugio, dal quale esca quel Dio.
punto luce che mi fu stella polare. Lo sapranno essi quel che hanno espe­
È iniziato tutto con la lettura di un libretto rimentato . A me è sempre riuscito vano
di Francesco Luigi di 810is, di cui non ri­
ogni tentativo di esprimere quel che pro­
cordo il titolo. Odorava di bucato fresco, vai.
perché, tornato dalla Messa, sole va na­
Dire il che cosa avveniva dentro di me
sconderlo nel buffet, tra le tovaglie che mia mamma ordinatamente vi poneva è superiore a ogni espressione verbale
dopo il bucato. o grafica , pur efficace. Una gioia, infatti,
che si potesse esprimere a parole non
sarebbe più tanto grande: come il dolo­
Era diventato uno scrigno quel luogo ave re.
custodivo il mio tesoro, gelosamente. Il contenuto, però, m'aveva contamina­
Potrei lasciare nell'archivio della memo­
to. Colpito da quel fascio di radiazioni ria, ricoperto dalla polvere del tempo,
ero diventato, a--mia volta, radioattivo. Meftermi in ginocchio mi procurava un'i­
quanto mi é passa to in cuore in quei
mesi di vita primaverile. Il pudore ne
neffabile dolcezza, che saliva dal cuore, quasi fosse il concentrato di una nube avrebbe un vantaggio, ma non mi par
L 'ospedale oncologico in costruzione
che, diffondendosi nelle membra, le to­
giusto lasciar chiuso un seme in arido
a Rivoltella è il mio tramonto, dalle ore
nificava. sepolcro, se pur non privo della speran­
venti alle ventiquattro del giorno. Cono­
za di risurrezione.
scere com 'è stata la giomata credo non
Mia mamma e mio papà parlottavano sia solo curiosità per chi mi legge: se c'è
Credo che quel seme abbia ancora in
tra loro, in quei giorni, e ciò provocava in stato bèllo o brutto tempo, se tutto è fila­
sé tanta vita, da meritare di liberarlo da
me, assieme al fastidio per quel loro in­
to via tranquillo, se, se ...
teresse
dissacratorio, un certo contento, quella
interiore
prigione,
per
soffiarlo
nel
Non nego che nel ripercorrere la giomata
vento.
Chissà
che
la
sua
avventura
lo
perché
avevo
bisogno che qualcuno mi mi nascano due contrastanti moti interio­
spinga
nel
cuore
di
qualche
spirito,
ca­
aiutasse
a
interpretare
quel turbine d 'e­
ri: di turbamento, nel dover ripercorrere
pace di farlo germogliare, cosiçché ne
nergia, che pareva travolgermi. faticosi sentieri che non m'hanno con­
venga una pianta con fiori e frutti, i cui
In tutti quei giorni di luce non vi fu, tut­
dotto a nessuna mèta; di soddisfazione
per la voglia di rimettere a posto ciò che
ho fissato con gli occhi. Molte persone
amiche o avversarie pensano che io sia
questo, che sia quello, o quell'altro; io,
invece, sono un niente. Un nulla che il
Regista dirige sul palcoscenico del gior­
no assegnatogli, per fare or l'una , or
l'altra comparsa , oppure per attendere
nelle quinte.
Ed ecco l'alba del giorno, con stupore,
ancora profondamente fresca .
Sessant'anni e piLì orsono ho sentito le
pareti del mio spirito dilatarsi, come non
mi è mai più successo in seguito. Guar­
dando il fenomeno a distanza , mi par di
capir qualcosa di ciò che possono aver
provato coloro che sono riusciti a spiare
oltre il confine delle cose. Abramo vide
Corriel'e del Garda
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scorso esplicito. Pignate. nella cava del gesso éssi stavano alla loro «finestra» e guar­
Era la prima luce dell'alba e il suo splen­
a Castelfranco di Rogno. dore mi faceva sognare un giorno di Non era un comando: davano dentro la «mia», usando la mas­
sima circospezione, per evitare d 'essere sole, di musica e d'affetti. era un grido. un sussurro, còlti nella loro funzione ispettiva. Quel un 'imploraZione. Mi san sentito baciare dal/'Amore e il suo ch 'io riuscivo ad afferrare erano moz­
amplesso m 'ha deposto in cuore lIna Vai, vai
'
Mi sentivo smarrire per l'in cognito dove, sinfonia di consolazione. ziconi di discorso o rilievi, che appena che i lampi scrivevano riuscivo ad afferrare con la coda del/'oc­
Avrei voluto esprimerle, ma non c'erano dentro le nubi, avvolgenti i/ mio cielo, chio. parole capaci a condurre in superficie quanto avevo scoperto in fondo al/'abis­
ma il gu sto del ris chio Intanto, facevo la spola tra la casa e il la vinse. so. E andavo raccontandomi le interiori sor­
campo prediletto, dal quale, volgendo Tremava il mio cuore prese, camminando con la fantasia die­
lo sguardo verso la chiesa, mi sentivo a ogni parola, tro i suoni, che strappavo al pianoforte, commuovere fino alle lagrime. eppure nasceva, dentro quel tremito, Sono state le prime punture d'Amore: ch'era diventato il mio fedele segreto e voglia novella la prima affascinante esplorazione nel affettuoso confidente. di risentir quella vo ce: mondo degli abissi. Non vi è mare ca­
vai, vai! pace di contenere i fiumi che Amare vi La mia terra nata/e, per cui nutrivo uno Inforcai la bicicletta, portando con me smisurato affetto, andava componendo­
versa. mi il suo canto d'addio : quanto mi poteva servire dentro una va­
Ecco, io cominciavo a sentirmi quel ligia, che appoggiai sul manubrio e partii, lasciando un addio nell'aria, ancora tur­
lascia il tuo lago, la tua chiesa, il tuo mare, ed era tanto limpida l'acqua che bata da l suono di quel comando , chi sa m 'inondava, da render trasparente l'a­
monte, il tuo campo, la tua casa, i tuoi bisso, che mi si spalancava dentro . amici, tuo fratel/o, i tuoi genitori. Vai l Vai
da dove, venuto . '
Piangevo e ... Ie lagrime mi liberavano Era una voce forte, come quella d'un tuono, dal peso che mi sentivo in cuore. In quel/a libertà mi smarrivo, per ritro­
che recita in cielo la sua poesia Don Pierino Ferrari
d'estate; varmi le gote bagnate, a riprendere il come l'eco di mine sentiero che costeggiava il rigagnolo, 
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Laudato Si, l`alba della vocazione