L’ ALBA Pag 1 n. 7 volantone informativo culturale ironico satirico turistico spettacolare aggiornante politicante ed altro per la città. Marzo 2010 Una conchiglia per la piazza di Giorgio Montaccini MAI ho dimenticato quella conchiglia che ospitava i musicisti che ormai suonano sicuramente, non qui, ma in una grande orchestra paradisìaca. Erano gli anni ’42-’43, subito dopo il passaggio del fronte. I miei genitori, allora avevo 8/9 anni, mi portavano - di giorno - a vedere i superstiti pesciolini rossi ospitati nella fontana di fronte al vecchio Kursaal e di sera, qualche volta, a prendere il gelato nel chiosco a fianco della Villa Ugolini. Gelato servito in una tazzina di bachelìte che conservavo. Con quel gelato, ci spostavamo attratti da suoni che provenivano dall’Hotel Vittoria; suoni che potevo solo udire poichè la mia statura non superava il muretto dell’hotel oscuramdomi il viso dei musicisti. Così la mamma mi alzava per poter scogere, tra una colonna e l’altra, una bellissima conchiglia aperta dove gli stessi si esibivano. La pista da ballo adiacente era gremita di coppie che, al suono di melodie dell’epoca, danzavano e si divertivano. Questo è passato. Ma ancora ricordo quella meravigliosa conchiglia... e fantasticando un po’, pensando al Tivoli di Copenhagen, ho immaginato la nostra meravigliosa piazza del Popolo, più bella che mai, dotata di una grande conchiglia pronta ad ospitare una stabile “Orchestra Rossini” dalla primavera all’autunno. Vedo una “elegante” struttura in grado di accogliere ospiti (oltre ai soliti) che possano finalmente godere delle magnifiche sinfonie, romanze, crescendi di tutta quella miriade di opere che il nostro concittadino Gioachino Rossini ha lasciato anche per la nostra città. Sì, ho fantasticato?! Sono certo che la cultura “politica” della nostra città possa sensibilizzarsi e comprendere che questa “perla d’oro” donerebbe a Pesaro un maggior beneficio ecomomico e soprattutto vivacità, notorietà e lustro. Il Postino Ringrazio sentitamente la Signora Dolcini Marcella per la cortesissima lettera invitami in merito al precedente mio commento: “Non canterò” (L’Alba n. 6). G. Montaccini affittasi appartamentino piccolo e bello arredato di fronte a Villa Caprile Pesaro - Tel. 0721 394888 Un racconto, un romanzo “pesarese” (?) Scacchi: un ragno burlone Vi è mai capitato di avere in mente un motivo musicale, un titolo di un racconto o di un romanzo, un qualcosa insomma che ricorre con insistenza tra i meandri del vostro cervello? Si? Allora mi capirete. Capirete poi la mia piccola angoscia nel ricordare solo il titolo ma non l’autore né l’editore di un breve romanzo ambientato nella nostra Città. In verità non so se sia l’unico racconto legato a Pesaro: fatto sta che “Manuela si e no” fu per me come scoprire una Pesaro nascosta. Quasi un “giallo” che coinvolse uomini e situazioni in un paradossale balletto inanimato. Inanimato si, perché nel “sottosuolo” del racconto vi era ancora tutto da dipanare, da giustificare. E quale poi l’affanno che dava ad Emanuela un nuovo senso delle cose? Emanuela aveva la forza morale e intellettuale di affrontare ciò che le riserva quella “proprietà” individuale mai posseduta: la psiche – per dirla alla Freud? Passione, interesse, disponibilità, vocazione, talento… quanti di questi termini sono istintivi e quali acquisiti per volontà o per caso? In Manuela, come nella maggior parte di noi, si trattava di una mescolanza: una massa nebulosa che l’inviluppava e nel contempo le dava una inaspettata energia interiore pur essendo lei che una giovanissima universitaria. Ma cosa la spingeva, e verso quale argomento o situazione? I fatti erano questi. La “signora madre” della Manuela si era fatta convincere da quel fiore di galantuomo, ottimo medico, dal marito insomma, a fare con tutti della famiglia un sopralluogo in una villetta un po’ abbandonata che si vedeva all’inizio di quel delizioso Parco di San Bartolo. In quella amena parte che si diceva essere proprio quella nella quale nel 170 a.C. venne al mondo Lucio Accio, Come è noto, i bibliofili, specie se sono danarosi, si fanno incidere piccoli foglietti che inseriscono all’interno della copertina o sul frontespizio del libro: sono gli ex libris (letteralmente “dai libri di”). Questi ex libris sono in genere incisioni su legno (xilografie) o su rame (calcografie). Più raramente sono composizioni tipografiche (ma oggi se ne fanno anche con la computer grafica). Le immagini di questi foglietti sono svariatissime e in genere l’artista crea un’immagine che rispecchi le caratteristiche del committente. I temi trattati sono quindi innumerevoli, dalle montagne al mare, dalla medicina all’ingegneria, dai libri alla stampa, dalle automobili ai cavalli. Sempre in funzione degli interessi o del mestiere del possessore. Un tema piuttosto interessante è quello degli scacchi che si presta a numerose interpretazioni. Su questo tema esistono cataloghi (come su ogni tema degli ex libris) contenenti centinaia di esempi a loro volta classificati per stile, per soggetto o per indicazione. Gli scacchi si prestano infatti non solo a essere rappresentati per ciò che effettivamente sono (un gioco complesso e intelligente) ma anche per alcuni risvolti che richiamano le battaglie, oppure la morale o il tempo che scorre. Un autore danese, esperto sia di ex libris, sia di scacchi ha composto un piacevole libretto (praticamente introvabile!) che descrive la storia degli scacchi, le regole del gioco, e i vari pezzi che lo compongono, facendo esclusivamente riferimento a ex libris dedicati o a famosi giocatori di scacchi o a professionisti con questa passione. Nei pochi esempi che possiamo riprodurre abbiamo una versione tipografica (o meglio realizzata con la macchina per scrivere) che riesce a ‘dise di Mario Perrucci Segue a pagina 2 di Marco Picasso Segue a pagina 2 LE MARSIGLIESI Provenienti da Marseille l’1 aprile saranno a Pesaro queste splendide fanciulle per una visita culturale e turistica nella nostra città; ad accoglierle saranno le autorità competenti, esperti del settore ospitalità, la banda di Serra S. Colombo, radio e tv locali. La cittadinanza è invitata ad accoglierLe, caldamente, alle ore 9,00 alla stazione ferroviaria di Pesaro. Novità per i mancini: Da Montaccini Oggi Pastelli colorati ergonomici per mancini Stabilo Easy Colors Pesaresità Quinto Piermaria... di Vittorio Cassiani Fra gli eredi di Odoardo Giansanti (Pasqualon) un posto di primissimo piano merita Quinto Piermaria autore, ufficialmente, di 347 poesie raccolte in otto pubblicazioni: “Un po’ d’mistanza” (1959), “Enn’è temp pers” (1965), “El viel del tramont” (1975), “Versi in vernacolo pesarese” (1976), “A j’ho arpensed” (1980), “Un po’ d’brudett” (1985), “Iri, ogg, d’mèn” (1984), “Fnisc maché?” (1989). Quinto possedeva un forte sentire, un profondo amore per la famiglia e per la sua città. In “Storia d’amore” racconta, con estrema spontaneità, il cammino della sua vita a cominciare dalla prima esperienza lavorativa. Aveva 13 anni: “La paga che guadagnavo la davo alla mamma che, alla domenica, mi lasciava i soldi per andare al cinema”. E fu proprio qui che incontrò Fiorentina, la donna della sua vita: “Ci fidanzammo e, un anno dopo ci sposammo, puri e illibati come mamma ci fece. Era il 13 aprile del 1925: io vent’anni e lei diciassette”. Il primo bacio, durante il fidanzamento, ebbe un finale imprevedibile: “Dopo aver unito le nostre labbra rimanemmo qualche secondo in sospeso, poi scappammo, uno da una parte e una dall’altra, come se avessimo commesso chissà quale grave fatto”. Piermaria possedeva l’arte dell’immediatezza e riusciva a dipingere, in maniera meravigliosa, la sua città e i suoi simpatici personaggi. Titolare di un talento notevole, raggiunse traguardi di grande coinvolgimento attraverso le poesie venate da una dolce e commovente malinconia come ne “El buraten”, premiata al 1° concorso dialettale “Odoardo Giansanti” e pubblicata sull’antologia dei poeti dialettali marchigiani, edita da Roberto Pantanelli a cura di Gilberto Lisotti. Lusinghieri apprezzamenti sull’opera di Piermaria sono stati espressi da Orlando Giuliani, Rodolfo Filippini, già presidente del Centro culturale Odoardo Giansanti, Elisabetta Cognetti Fratini, Scevola Mariotti, Giuseppe Angelini, Giuseppe Palazzi, Mario Ronconi, p. Giulio Mencarelli, Saturno Barbanti, Giuliano Bartoloni e… dalla nipote Patrizia. Cosi ridevano: da “la Domenica del Corriere” 26 Gennaio 1936 Novità per le vostre feste: da Montaccini Oggi cialde per torte personalizzate: portaci la tua foto o il tuo personaggio. “La Trovata del Nonno”- Dic Woche Berlino A scuola di archeologia di Virginia Giovannini Prosegue per tutto il mese di Marzo l’attività di didattica archeologica presso le scuole secondarie di primo e secondo grado della Provincia di Pesaro e Urbino e dell’Emilia Romagna. L’iniziativa è promossa e guidata dalla Cooperativa Archeologica Antequem di Bologna in partenariato con il Comune di Pesaro. Gli archeologi ,impegnati nel progetto, propongono agli istituti scolastici moduli articolati in lezioni frontali in classe, seguite da una visita guidata presso il sito archeologico di Colombarone, o presso il Museo Oliveriano. In qualche caso, le lezioni non prevedono visita ma laboratorio guidato in classe. La finalità principale di questo capillare intervento di divulgazione archeologica è quella di rendere noto alla popolazione studentesca locale, nonché a tutte le persone interessate, il patrimonio archeologico di Pesaro che, benché poco valorizzato, è testimone della storia e del popolamento antico della città. dedicato a Marta Nostalgia riceviamo da una lettrice Dormi, dormi bambino. Questa è la notte che la Befana dalle sue grotte esce e, recando paste e confetti, va per i tetti. Adagio adagio, pian pianino, mette l’orecchio presso il camino; e se fan chiasso, se alcun si muove, cammina altrove. Alle bambine per far dispetto che, cattivelle, non vanno a letto ed ai bambini che non son buoni, lascia carboni. Ma, se ascoltando placidamente, sente dormire tutta la gente allor, con arte che ti sorprende, giù in casa scende e leva fuori dal suo fardello quanto ha di buono, quanto ha di bello: bambole e fiori, chicche e trastulli per i fanciulli. Profumo di Verbena un nuovo libro di poesie di Piero Talevi Dopo la sua prima raccolta di poesie Arriverò in cielo da quella parte di azzurro (2007), Piero Talevi ci offre una seconda occasione di godere della sua ispirazione poetica con il suo secondo libro Profumo di verbena (2009). È Nativo di Novilara e vive a Calcinelli. Proviene da studi classici e filosofici: è innamorato delle colline, delle montagne, in particolar modo della Valle del Metauro. Si diletta a scrivere in versi ciò che lo colpisce e gli suscita emozione. Canta le bellezze della sua terra e le riproduce in suggeve poesie come La battaglia del Metauro, Monte Subaso, Villa Caprile, La baia di Fosso Sejore, La nave di Novilara, Pesaro, Natale a Montegridolfo, S. Francesco in Rovereto, S. Andrea in Villis ecc.). Canta anche le emozioni e sentimenti che caratterizzano la sua gente, penetrando nel profondo del loro animo. Avvincenti le poesie come Ninfa, Lui non c’era, La neve del 56, Il Carnevalon, Zefiro, Sul molo ecc.) . Perché il titolo Profumo di Verbena? Perché Piero Talevi, che sembra riflettere lo spirito di San Francesco, è il cantore dei profumi, dei colori e dei chiaroscuri della terra, nonché della vitalità delle creature che in essa abitano. Le sue poesie diventano finestre trasparenti da cui si intravedono anche le sue passioni e in cui si possono identificare le passioni del lettore. Il libro Profumo di Verbena è reperibile presso: Autore: Cell. 339 8991435 - [email protected] - Club Amici di Asdrubale: Tel 0721 891034 - [email protected] « Il Pane che è il mio corpo » Gentilissimi, sono l’insegnante Stefania Palanghi della Scuola Primaria di Cattabrighe. Mi piacerebbe fare una sorpresa agli alunni della mia scuola e veder pubblicate sull’Alba le fotografie del presepe che hanno costruito con tanta pazienza e direi anche con perizia. Si tratta di un “PRESEPE DI PANE”, dove le statue dei personaggi, le case, il castello di Erode, gli angeli, le stelle, gli animali, le palme sono fatte di pasta di pane non lievitato e spennellato con tuorlo d’uovo; il deserto è fatto di chicchi di grano, le montagne sono sacchi di farina. Il tutto ambientato dentro un forno di legno (ma che pare vero) costruito dai papà. Hanno scritto i bambini di classe quarta, che fra qualche mese riceveranno la loro Prima Comunione: Gesù ha detto: «Ricordatevi di me e fate memoria di me attraverso il pane che è il mio Corpo.» Gesù nasce per questo, ogni anno, da duemila anni: per ricordarci che è Lui il pane che dà la vita, la vita vera, quella eterna». Cosi ridevano: da “La Domenica del Corriere” 26 Gennaio 1936 filosofia – l’eternità è una cosa tanto vasta, della quale nessuno può farsi una idea. – oh, niente affatto, basta comperare un’appartamento a rate per averne l’esatta sensazione. Dis. di Roversi) Il MUSEO: la sua storia Alla quarta generazione di tipografi (1860- 2010) della famiglia Montaccini è nato a Pesaro, l’11 Aprile 2008, il Museo “Arte della stampa”, voluto fortemente dal Cav. Giorgio Montaccini (classe 1934, tipografo dal 1944), spinto da una straordinaria passione. Esso ha lo scopo di conservare e collocare dignitosamente tutte le attrezzature dell’ultima tipografia Montaccini (1994). L’auspicio è che tale iniziativa costituisca una fonte di conoscenza ed un punto di partenza per le generazioni future desiderose di scoprire e comprendere la fenomenale invenzione di Gutenberg (1450 ca.) che, da oltre 600 anni, ha permesso di imprimere e diffondere cultura, informazione, progresso. Tra le macchine esposte, fiore all’occhiello del museo sono: - Due torchi a mano costruiti, presumibilmente, negli anni 1840; - La Regina della tipografia la “Linotype”, primo esemplare di tecnologia meccanica che consentì di velocizzare la composizione fino allora completamente manuale; - Un tagliacarte a mano con ruota; - Una pedalina o platina resa famosa dal film “I falsari” interpretato dal celebre Totò e De Filippo. ... oltre a numerose macchine da stampa, banconi con caratteri, marginiere, torchietti e attrezzature tutte funzionanti e idonee a ripercorrere i procedimenti di stampa tipografica. Il museo, collocato in un ampio salone di 200 mq ca., è disponibile a tutti coloro che volessero visitarlo, a gruppi turistici, ad appassionati, a colleghi “ultimi tipografi” ed alle scolaresche. Al suo interno un’ampia sala è disponibile per dimostrazioni, corsi e laboratori (tipografia, legatoria, calligrafia e fabbricazione della carta). Altresì è disponibile per incontri professionali, conferenze, mostre d’arte, esposizioni fotografiche, feste, concerti, letture e per qualsiasi altra forma artistico-ludico-culturale. Giorgio Montaccini, con questa iniziativa, intende fermare e rivalutare un tassello di storia e dotare la città di Pesaro di un ulteriore ed interessante punto di incontro. Inoltre desidera trasmettere quella che è stata la sua esperienza di vita di vero artigiano avendo conosciuto, sin da bambino, tutti i passaggi che oggi arrivano al computer vivendo e nel contempo vedendo soppiantare la “Tipografia”. Per informazioni e visite: 61121 PESARO - Via Podgora 10 di fronte a Villa Caprile - tel. fax 0721 403803 [email protected] - www.montaccinioggi.it Pag 2 “Un racconto ....” di Mario Perrucci Segue il “principe” del romano collegium poetarum, poeta, letterato e drammaturgo famosissimo, inoltre, per il suo detto oderint dum metuant (“mi odino pure purché mi temano”). Ciò a cui va l’interesse di possedere quella casetta oltre che quello di avere una alternativa serena alla vita cittadina. Alla stucchevole cortesia del mediatore, la “signora madre” rispondeva con osservazioni e riserve… Tuttavia l’affare si concluse malgrado un grave inconveniente: una delle camere doveva rimanere chiusa e interdetta perché vi era un vincolo da parte della locale Curia vescovile. E fu questa benedetta camera proibita che animò in Manuela un fortissimo desiderio di indagare. Una volta soggiornando “in villa”, dopo vari tentativi, la nostra protagonista, riuscì ad avere ragione su talune transenne e serrature e si trovò in un vasto ambiente appena appena illuminato da taluni raggi di sole che trapelavano qua e là tra squassate serrande. Polvere e libri, libri e polvere più un grande tavolo… altri oggetti non si evidenziavano chiaramente. Manuela scorse un pezzo di carta a terra, lo sollevò e lesse: “Questa mattina è stata data sepoltura non cristiana ad Agnese e Ludovico.” Manuela fu quasi investita da una fiammata: Agnese e Ludovico? Proprio quei personaggi verso i quali stava rivolgendo le proprie ricerche? Proprio quei due disgraziatissimi giovani morti suicidi per le opposizioni del casato di lui? E cosa c’entrava questa annotazione spoglia e quasi disumana in un ambiente che era stato la casa di un prete sospeso “a divinis” molto tempo addietro, come venne a sapere poi? Continua nel prossimo numero Segue “Un ragno burlone” di Marco Picasso Il gioco degli scacchi è lento? Certo, ma esiste anche la versione ‘lampo’ di 5 minuti per l’intera partita. gnare’ i diversi pezzi semplicemente con delle x. Interessanti anche altri soggetti, molto più elaborati, che esprimono molti sottintesi e riferimenti alla storia, piuttosto che ad allegorie. Tra questi la sconfitta di Napoleone (che amava giocare a scacchi) a Waterloo, o la ragnatela che un ragno burlone riesce a tessere nel tempo in cui un giocatore un po’ lento, impiega a pensare la sua mossa. Ne ha vinte 5 su 7 Par condicio Le ragazze dell’Alba (un po’ ingelositesi per le varie foto di belle fanciulle pubblicate sempre in prima pagina) ci inviano una magnifica scultura corporea pregandoci di pubblicarla. Informiamo le gentili lettrici che il “David” in questione prende il sole a Pesaro tutti i pomeriggi d’estate presso il molo di levante. Ettore Pagnini, nell’anno 2009, partecipando al campionato “Alpe Adria”, ha vinto nella classe 250 con una Motobi Zanzani. Al trofeo partecipavano: Moto Ducati, Honda, Maico, Suzuky, Jawa. Su un totale di sette gare ne ha vinte cinque, ad una non ha partecipato, ad un’altra ha rotto la frizione dopo metà gara condotta sempre in testa. Congratulazioni! I pesaresi ne sono orgogliosi e grati per il prestigio che dona alla nostra città nel mondo. Nel prossimo numero una analoga foto di suo fratello. Da i verdi umidi margini la violetta odora, ol mandorlo s’infiora trillan gli uccelli a vol. (G. Carducci da RIME NUOVE) Il Prof. M.F. ci ha chiesto di pubblicare un suo romanzo a puntate. Ringraziandolo per la fiducia, avvertiamo però il Professore che se l'Alba esce ogni due mesi, il suo libro di 400 pagine terminerà tra 67 anni. Abbiamo accettato! Auguri! The End: Volantone informativo curioso, volenteroso, spassoso, “cavolatoso”, leggero, pesante, poetico, nostalgico, familiare, giornaliero, settimanale, quindicinale o mensile? (ancora non sappiamo). Ideato e redatto da Giorgio Montaccini, corretto Vittorio Cassiani, impaginato da Mila Montaccini su Apple Imac 24”, collaborano in questo numero: Vittorio Cassiani, Giancarlo Nori, Museo Arte della Stampa. Stampato in litografia in colore nero tutto a spese della ditta Montaccini Oggi ([email protected] - Pesaro Strada Statale Adriatica 339 - tel 0721 403803) (Si accettano contributi da devolvere al Museo Arte della Stampa Associazione Culturale) distribuito ovunque gratuitamente (per adesso), settima tiratura copie 3.000=