Cavalieri di Sobieski
Cavalieri di san Gennaro
Cavalieri di santo Stefano
Cavalieri di Sant’Agata
Cavalieri della Stella
L’isola del Tesoro
Gli amici del Capitano
INTRODUZIONE ALLA VACANZA
Una proposta al tuo io
PARABOLA DEL BANCHETTO NUZIALE (M. 22,1-14)
"Gesù riprese a parlar loro in parabole e disse: "Il regno dei cieli è simile a un re che fece un banchetto di
nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non vollero venire. Di
nuovo mandò altri servi a dire: Ecco ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e i miei animali ingrassati sono
già macellati e tutto è pronto; venite alle nozze. Ma costoro non se ne curarono e andarono chi al proprio
campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero.
Allora il re si indignò e, mandate le sue truppe, uccise quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. Poi
disse ai suoi servi: Il banchetto nuziale è pronto, ma gli invitati non ne erano degni; andate ora ai crocicchi
delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze. Usciti nelle strade, quei servi raccolsero quanti
ne trovarono, buoni e cattivi, e la sala si riempì di commensali. Il re entrò per vedere i commensali e, scorto
un tale che non indossava l'abito nuziale, gli disse: Amico, come hai potuto entrare qui senz'abito nuziale?
Ed egli ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà
pianto e stridore di denti. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti".
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1
2
PRIMO GIORNO
______________________________________________________________________________________
è veramente grande Dio
è grande questa nostra vita.
PREGHIERA
LA VITA PUO' ESSERE UNA FESTA
Cos'è la vita per noi? E' il giorno che comincia, è il ritrovarsi vivi al mattino, è il poter vedere e godere delle
cose, è la possibilità di essere felici. Ma come si realizza questo? Se la possibilità di essere felici dipendesse
dalla nostra immaginazione e fantasia, saremmo sempre in balia di ciò che capita e che, in fondo, quasi mai
è come lo vorremmo noi o comunque durerebbe un istante. Abbiamo bisogno che ci accada qualcosa che
renda festa la nostra giornata dentro le cose normali o eccezionali che siamo chiamati a vivere, belle o
faticose che siano.
Una cosa così è capitata alla Madonna, una ragazza di poco più di quindici anni: un giorno,
improvvisamente, le si è presentato l'angelo e le ha detto che era stata scelta per diventare la madre di
Gesù; lei ha dovuto staccarsi da ciò che prima aveva programmato, ha dovuto aderire a ciò che le stava
capitando e in cui riconosceva l'amore di Dio per lei e per il mondo.
Anche a noi oggi sta capitando la stessa cosa: qualcuno ci promette la festa della vita, ma a noi tocca
accettare, dire di sì, starci.
Ant.
t.
Cantico (Col 1,3 12/20)
Sal.
Ringraziando con gioia Dio,*
Padre del Signore nostro Gesù Cristo,
1c
perché ci ha messi in grado di partecipare*
alla sorte dei santi nella luce,
2c
ci ha liberati dal potere delle tenebre, *
ci ha trasferiti nel regno del suo Figlio diletto,
per opera del quale abbiamo la redenzione,*
la remissione dei peccati.
ANGELUS
cc.
t.
L'angelo del Signore portò l'annuncio a Maria
e la Vergine concepì per opera dello Spirito Santo.
cc.
t.
Ecco la serva del Signore;
Accada di me secondo la tua parola.
cc.
T.
E il Verbo si è fatto carne
ed abita in mezzo a noi.
Cristo è immagine del Dio invisibile,*
generato prima di ogni creatura;
è prima di tutte le cose,*
e tutte in Lui sussistono.
Tutte le cose sono state create per mezzo di Lui*
e in vista di Lui:
Ave Maria…
cc.
dd.
Chi ha fatto il mondo e ciò che contiene
dà a tutti la vita e il respiro ad ogni cosa
quelle nei cieli e quelle sulla terra,*
quelle visibili e quelle invisibili.
Prega per noi, Santa Madre di Dio
Perché siamo fatti degni delle promesse di Cristo.
Egli è anche il capo del Corpo, che è la Chiesa;
il principio di tutto.
Preghiamo:
Infondi nel nostro spirito la Tua grazia, o Padre. Tu che, all'annunzio dell'angelo, ci hai rivelato l'incarnazione
di Tuo Figlio, per la Sua passione e la Sua croce guidaci alla gloria della resurrezione. Per Cristo nostro
Signore. Amen
Gloria al Padre e al Figlio, e allo Spirito Santo,
Com'era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen
Gloria al Padre…
Veni, Sancte Spiritus;
Veni, per Mariam.
Ant.
t.
CANTO
CANTO
LA STRADA
I CIELI
E' bella la strada per chi cammina.
E' bella la strada per chi va.
E' bella la strada che porta a casa
e dove ti aspettano già.
Non so proprio come far
per ringraziare il mio Signor:
m'ha dato i cieli da guardar
e tanta gioia dentro il cuor.
E' gialla tutta la campagna
ed ho già nostalgia di te
ma dove vado c'è chi aspetta
così ti porto dentro me…
Lui m'ha dato i cieli da guardar,
lui m'ha dato la bocca per cantar,
lui m'ha dato il mondo per amar
e tanta gioia dentro il cuor.
Porto con me le mie canzoni
ed una storia incominciata
S'è curvato su di me
ed è disceso giù dal ciel
per abitare in mezzo a noi
e per salvare tutti noi.
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Chi ha fatto il mondo e ciò che contiene
dà a tutti la vita e il respiro ad ogni cosa
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non dal mio gruppo né da lei. Forse l'anno scorso la mia scelta è stata secondaria, ma quest'anno l'ho scelto
io.
La seconda cosa che mi è molto piaciuta è il fatto di diventare cavaliere, una persona importante che si è
resa grande e che ha cambiato molte cose nella storia "Un tempo in cui l'ideale ha fatto grande l'uomo e la
sua epoca". Perché il cavaliere si è reso importante?
Perché aveva fatto una domanda al Signore, aveva un ideale, uno scopo che chiedeva a Gesù di riuscire a
compiere, che per noi è "seguire Cristo fra noi cercando di farlo conoscere al mondo".
Paolo
Quando un dì con Lui sarò
nella sua casa abiterò,
nella sua casa tutta d'or,
con tanta gioia dentro il cuor.
Quando un dì con Lui sarem,
nella sua casa abiterem,
nella sua casa tutta d'or,
con tanta gioia dentro il cuor.
GESTO: LA GITA
La realtà, le cose che ci sono e che ti capitano diventano una festa quando scopri chi te le sta regalando. E'
come quando ricevi in regalo una cosa magari di poco valore, ma per te importante perché te l'ha regalata il
tuo amico o la tua migliore amica. Se la stessa cosa tu l'avessi vista in vetrina, magari non avrebbe
nemmeno attratto la tua attenzione, ma diventa preziosa nel momento in cui un altro te la regala come
segno della sua amicizia, della sua affezione verso te.
La stessa cosa capita con tutto ciò che ci circonda ed è creato: tutto, anche le rocce, le valli, il torrente, il
fiore, l'ombra o il prato diventano importanti, diventano una festa per te se ti rendi conto che un Altro te le sta
donando ora. Camminare da uomini significa rendersi conto delle cose che ci sono e di chi le fa essere,
altrimenti cammineremmo come le marmotte o gli stambecchi.
Certo per commuoversi di fronte al dono di sé che un Altro fa occorre avere il cuore semplice, come dice il
vangelo: "Beati i poveri di Spirito, perché di essi è il regno dei cieli"; il povero è colui che, non avendo già
tutto, è disponibile a ricevere ciò che un altro gli offre.
Mentre camminiamo, oggi, cerchiamo di fare attenzione alle cose che ci circondano sino a scoprire la storia
che le ha portate ad essere così.
DOCUMENTI PER IL RAGGIO
Dal vangelo
ZACCHEO
"Entrato in Gerico, attraversava la città. Ed ecco un uomo di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco,
cercava di vedere quale fosse Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, poiché era piccolo di statura.
Allora corse avanti e, per poterlo vedere, salì su un sicomoro, poiché doveva passare di là. Quando giunse
sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: "Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua".
In fretta scese e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormorarono: "E' andato ad alloggiare da un
peccatore!". Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: "Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; e
se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto". Gesù gli rispose: "Oggi la salvezza è entrata in
questa casa, perché anch'egli è figlio di Abramo; il Figlio dell'uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò
che era perduto".(Lc.19, 1-10)
Tracce di vita
La stella del mattino
"Mi ricordo una volta - io ero seminarista ancora gocciolante, grondante le prime lacrime di lontananza da
casa- in cui sono tornato a casa mia per Pasqua (tre giorni, compresi andata e ritorno) e c'era un cielo
bellissimo e un'aria tersissima e c'era nel cielo l'ultima stella, soltanto Lucifero, e mia madre, mentre
andavamo nel vento - c'era molto vento- verso la casa parrocchiale, ha pronunciato queste parole: "Com'è
bello il mondo e come è grande Dio!", ma così come si dice: "La polenta e latte è una buona cosa".(…) Ma
tra come l'ha detta mia madre e come si possono ridire certe frasi, ci possono essere miliardi di chilometri.
Questi miliardi di chilometri si possono ridurre a una cosa sola: che quello che mia madre ha detto è vero, è
veramente umano, e chi non dice così non è umano. Ma quel che rendeva così sensibile mia madre non era
che avesse un cervello particolare o una particolare "pompatura" del cuore: è un dono dello Spirito."
(Don Luigi Giussani)
Caro prof.
anche quest'anno chiedo di partecipare alla promessa. Lo chiedo perché il gesto dell'anno scorso mi ha
colpito molto. Le cose che mi hanno colpito sono state due, una sul gesto e una su quello a cui serve.
La prima è come la Promessa sia un gesto di gruppo che riguarda tutti, ma nel contempo riguarda
solamente me. Sono io infatti che prendo la decisione di venire, io che vado davanti al sacerdote dicendo
che voglio diventare cavaliere, io singolarmente dentro il mio gruppo. E' da me che deve partire l'iniziativa,
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Oggi hai visto che giornata bellissima è venuta fuori? E sai, è proprio in questi momenti in cui uno è certo di
non voler tenerseli solo per sè, ma di condividerli con le persone che ama, ma non tanto per un fatto
romantico (sennò che due scatole...) ma perché uno sa di essere felice, e vuole vedere felici tutti quelli che
ama, cui il suo destino è teso. Oggi, prima di fare latino, mentre mi lamentavo dei compiti, ho alzato gli occhi
di fronte a tutto quello splendore e, anche se avrei preferito essere da un'altra parte con un'altra persona, mi
sono detta: "Adesso vado a fare latino, perché è proprio stando qui, alla giusta distanza, stando fedele alle
cose che mi sono chieste che uno riesce a volere bene in modo vero.", poi magari uno non se lo ricorda
sempre, ma quando se lo ricorda, allora tutto ha un altro significato, più grande, più vero, perché non è solo
il fatto di fare latino mentre pensi a qualcun altro, ma fare latino perché attraverso il latino e attraverso l'altro,
noi, con la nostra piccola coscienza, testimoniamo la gloria di Dio, e prima di tutto a noi stessi.
Ciao, un bacio, Annina
CANTO DELLA SERA
LE STOPPIE ARIDE
Guardo nei campi brulli
le stoppie aride
e nel canneto osservo
levarsi un vol.
Mi chiedo che fanno queste cose intorno:
è un sogno, un inganno
questa vita accanto a me?
Sei tu, Signor, che ti nascondi:
cercano te.
La mia tendina chiara
spicca tra gli alberi,
nella radura erbosa
declina il dì.
Trattiene il respiro ogni cosa intorno,
il fuoco che miro
mi raccoglie tutto a sé.
Sei tu, Signor, che mi circondi:
che vuoi da me?
Marcio con zaino in spalla
per valli insolite.
Divido il pane e l'acqua
con un fratel.
La gente che vedo mi ridà il saluto,
le cose in cui credo
son concrete accanto a me.
Sei tu, Signor, che mi rispondi:
eccomi a te.
6
che cosa è mai l'uomo perché te ne ricordi*
e il figlio dell'uomo perché te ne curi?
SECONDO GIORNO
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Eppure l'hai fatto poco meno degli angeli,*
di gloria e di onore lo hai coronato:
UN DI-SEGNO PER TE
Nella giornata di oggi ci imbatteremo in tante cose. Tutto ciò che troviamo, che abbiamo tra le mani, che
dobbiamo usare diventa una festa quando lo usiamo per lo scopo che ha, secondo tutta la sua potenzialità.
Per questo dobbiamo obbedire a come le cose sono, a come sono fatte e questo non dipende da noi, ma da
chi le ha create.
Così accadeva anche alla Madonna: quando si alzava al mattino non aveva bisogno di immaginarsi un’altra
situazione per essere più contenta. Tutto quello che vedeva e che aveva tra le mani era bello (anche le cose
faticose), perché era in funzione di Gesù, della sua crescita, del compito che suo Figlio aveva. Per questo
non trascurava nulla, era attenta a tutto perché tutto la aiutava a realizzare la sua persona.
gli hai dato potere sulle opere delle tue mani.*
tutto hai posto sotto ai suoi piedi;
Angelus
O Signore, nostro Dio,
quanto è grande il tuo nome su tutta la terra.
tutti i greggi e gli armenti*
tutte le bestie della campagna;
gli uccelli del cielo e i pesci del mare,
che percorrono le vie del mare.
CANTO
IL DISEGNO
Gloria al Padre e al Figlio, e allo Spirito Santo,
Nel mare del silenzio una voce si alzò,
da una notte senza confini una luce brillò,
dove non c'era niente, quel giorno.
Com'era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen
Ant.
t.
Avevi scritto già il mio nome lassù nel cielo,
avevi scritto già la mia vita insieme a te,
avevi scritto già di me.
CANTO
HOY ARRIESGARÈ
E quando la tua mente fece splendere le stelle,
e quando le tue mani modellarono la terra,
dove non c'era niente, quel giorno.
El drama de la existencia
busca encontrar su verdad,
quiere ocultar su Presencia
su Encarnacion ol vidar.
E quando hai calcolato la profondità del cielo,
e quando hai colorato ogni fiore della terra,
dove non c'era niente, quel giorno.
Mi voluntad lucharà
por mantener su justicia,
mi vida es su pertenencia,
na me lo impedirà.
E quando hai disegnato le nubi e le montagne,
e quando hai disegnato il cammino di ogni uomo,
l'avevi fatto anche per me.
Hoy cantaré, cantaré mi vida o mi muerte,
hoy arriesgaré, arriesgaré toda mi suerte.
Hoy cantaré, cantaré mi vida o mi muerte,
hoy anunciaré, anunciaré que 'El sigue presente.
Se ieri non sapevo, oggi ho incontrato te,
e la mia libertà è il tuo disegno su di me,
non cercherò più niente perché tu mi salverai.
He conocido la fuente
Que saòva al hombre del mal,
en mi carne grito fuerte
y en mi sangre tempestad.
PREGHIERA
Ant.
t.
La gloria di Dio è l'uomo che vive.
Gli ha dato potere sulle opere delle Sue mani..
Mi nueva ley es la historia,
que me ha tocado seguir,
grande es su misericordia
aunque no la merecì.
Dal Salmo 8
Sal.
O Signore, nostro Dio,
quanto è grande il tuo nome su tutta la terra:*
sopra i cieli s'innalza la tua magnificenza.
1c.
Con la bocca dei bimbi e dei lattanti
affermi la tua potenza contro i tuoi avversari,*
per ridurre al silenzio nemici e ribelli.
2c.
Se guardo il tuo cielo, opera delle tue dita,*
la luna e le stelle che tu hai fissate
La gloria di Dio è l'uomo che vive.
Gli ha dato potere sulle opere delle Sue mani..
GESTO: L’AGAPE FRATERNA
Oggi ciascun gruppo sarà chiamato a preparare un pranzo per tutti. Si dovranno recuperare tutte le cose
necessarie. Stai attento: lo scopo ti abiliterà a scoprire cose di cui non ti accorgeresti nemmeno perché non
è “normale” per te cercarle o avere a che fare con questi oggetti. Quando le troverai sarai contento che
qualcuno te le ha fatte trovare; grato, le riconoscerai e le accetterai cosciente della loro funzione in ordine
allo scopo.
DOCUMENTI PER IL RAGGIO
7
8
Dal vangelo
Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto in un campo; un uomo lo trova e lo nasconde di nuovo, poi va,
pieno di gioia, e vende tutti i suoi averi e compara quel campo.
Il regno dei cieli è simile a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore,
va, vende tutti i suoi averi e la compra (Mt.13, 44-46)
Tracce di vita
Il Gemoll
Quando nella mia prima liceo, dopo la pausa estiva, sono rientrato in seminario a Venegono, ho passato il
primo mese, il mese di ottobre, malinconicissimo. In fondo era perché ero andato via di casa, ma, quando si
è così carichi di mestizia, si cerca sempre, e si trova, un pretesto, un alibi per non accusare la propria
debolezza, e l'alibi era che non mi arrivava il vocabolario greco del Gemoll. Mia madre me l'aveva spedito
agli inizi di ottobre, ma i giorni passavano e il Gemoll non arrivava, ed era anche brutto perché, nei compiti in
classe, dovevo sempre chiedere il vocabolario al compagno, con gran seccatura dell'amico e anche mia.
L'ultimo mercoledì di quel mese di ottobre padre Motta, il nostro padre spirituale, alla fine della sua piccola
meditazione del mattino, ci disse che il mercoledì della settimana era, dalla pietà cristiana, riservato alla
devozione a san Giuseppe, il quale aveva un grande compito nella Chiesa: che dunque ci rivolgessimo
fiduciosi a lui, prima di tutto perché era il protettore della buona morte e in secondo luogo perché faceva
miracoli. In quell'istante, alle sette del mattino, ho detto; "Oggi arriva il Gemoll". E mi ricordo che a colazione
e nel gioco successivo tutti i miei compagni mi chiedevano: "Ma cosa ti é successo?",. perché avevo
cambiato faccia: ero diverso da come mi avevano conosciuto quel mese, avevo riacquistato il mio
buonumore e. ogni volta che mi domandavano, rispondevo: "Oggi mi arriva il Gemoll".
Era il 1938, e allora la posta arrivava dovunque una volta al giorno. A mezzogiorno in seminario era il
momento della distribuzione della posta: veniva il vice Rettore nel grande refettorio (dove eravamo in
trecento a mangiare) con un gran "paccone" e distribuiva la posta a tutti: era un momento molto atteso della
giornata. pressappoco come a militare. lo ero tranquillissimo: "Oggi mi arriva il Gemoll", ma il mio Gemoll
non c'era. Però io ero sicuro che mi sarebbe arrivato. Qualche rara volta, in quell'epoca, la posta arrivava
anche nel pomeriggio, e il vice Rettore. in tal caso, alla sera a cena ripeteva il giro. Quella sera ci fu. Ma il
mio Gemoll non c'era. Erano le otto di sera.
Dopo la cena c'era un'ora di gioco di ricreazione, poi dalle nove e mezzo alle dieci e mezzo un'ora di studio;
alle dieci e mezzo suonava l'ultima campana, si dicevano le preghiere e si andava a letto. Si studiava in una
grande aula, eravamo in un'ottantina, ognuno col suo banco. Alle dieci e mezzo suona la campana di fine
giornata e in quell'istante entra uno dal fondo dell'aula e va dal Prefetto con un plico. Io ho detto forte ai miei
compagni: "E' il mio Gemoll". Era i mio Gemoll.
Evidentemente agli altri questo fatto non può aver detto niente, ma a me disse tantissimo: era un miracolo.
(Don Luigi Giussani)
Sono contenta di quello che sto vivendo, di quello che faccio ma soprattutto del fatto che sto cominciando ad
essere veramente me stessa perché prima mi ero costruita una personalità completamente diversa da quella
reale che mi faceva apparire una "grande" agli occhi degli altri.
Ad essere sincera prima ero d'accordo con la canzone di Vasco e alcuni lo sapevano. Infatti quando don
Marcello ce l'ha fatta sentire un mio amico mi ha chiesto se la pensavo ancora così e si è preoccupato per
me. cosa che succede raramente.
Dopo essere diventata Cavaliere ho capito tante cose e ho cominciato a pregare ed é una cosa che mi fa
stare bene. Se prima non lo facevo mai, ora non riesco a dormire se prima non prego e ringrazio Dio per
quello che sto vivendo perché posso finalmente dire di aver capito "lo scopo per cui mi é dato il mattino""
(come diceva una frase che don Marcello riprendeva da una delle nostre lettere per chiedere di fare la
Promessa). Finalmente sono felice di tutto quello che faccio perché ho capito lo scopo, ho trovato un perché!
La ringrazio ancora una volta per avermi invitato a far parte di questa bellissima compagnia e per avermi
offerto la sua amicizia.
Jessica
CANTO DELLA SERA
GRAZIE SIGNORE
Grazie, Signore, che m'hai dato in tuo nome
Tanti fratelli per venire fino a Te.
Grazie, Signore, perché hai dato il sorriso
Al nostro volto per parlarci del Tuo amor.
La, la …
Grazie, Signore, perché hai fatto del mondo
La tua casa, il tuo regno divino,
perché potessimo amarti e amarci
ovunque andremo, ovunque saremo.
La, la … Amen.
CaroProf,
venerdì 29 ottobre 2004 é iniziata la mia avventura, la cosa più bella che potessi fare. Sono passati poco più
di tre mesi, ma ricordo ancora, come se fosse ieri, il primo incontro con i Cavalieri. E' stato bellissimo.
In questi mesi mi sono sentita apprezzata per quella che sono. Con alcuni c'è un'amicizia speciale, mi
vogliono bene, con i miei pregi e i numerosi difetti, con loro non devo fingere e questo mi fa stare veramente
bene. Nel biglietto d'invito a questa amicizia tra le altre cose c'era scritto: "Se veri amici vuoi trovar, vieni con
noi, ti puoi fidar!". Questo é verissimo perché in alcuni cavalieri ho trovato dei grandi amici e questo vale
anche per lei, caro professore.
Sono molto contenta che lei mi abbia invitata a questa cosa grande e mi abbia offerto la sua amicizia e il suo
aiuto nei momenti tristi, perché non avevo mai avuto modo di parlare tranquillamente con qualche
insegnante, visto che con tutti ho un rapporto di odio (o quasi). E' stato sempre cosi, il motivo forse anche
per la mia poca voglia di studiare e la mia testardaggine.
Ma parliamo adesso della Promessa. Sono stati due giorni speciali in cui ho trovato veramente un senso per
quello che sono, per fa mia vita. La cosa che mi ha colpito di più é stato il clima d'amicizia che mi ha fatto
stare veramente bene, visto che ero partita tristissima e con brutti pensieri nella testa, ma li, ho dimenticato
tutto ed ero felice. Un'altra cosa che mi ha colpito é stato il silenzio davanti al mare, sul terrazzo dell'infinito.
lo ero davvero rimasta senza parole di fronte a quello spettacolo e in quei pochi minuti di silenzio mi sono
sentita piccolissima e ho pensato a quanto é grande Dio. Di posti belli ne avevo visti tanti, ma li è stato
diverso perché il silenzio mi ha dato modo di riflettere e per la prima volta ho pensato alla grandezza del
Signore e alle cose bellissime che ci ha dato.
Poi, nella cattedrale di Amalfi, quando ho detto "eccomi," ho provato un mix di emozioni inspiegabili...ero
felice, commossa, mi tremavano le gambe e stavo quasi per piangere perché ero consapevole di aver fatto
una cosa grande che durerà per sempre; ho trovato un senso alla mia vita e una compagnia fantastica.
9
10
Penso a te nelle veglie notturne,
TERZO GIORNO
tu sei stato il mio aiuto,
esulto di gioia all'ombra delle tue ali.
______________________________________________________________________________________
CHI AMA LA META DESIDERA IL CAMMINO
A te si stringe*
l'anima mia.
Anche questa nuova giornata si apre con la promessa di una festa di cui ciascuno è chiamato a fare
esperienza. Ma chi è il primo protagonista della festa senza del quale non ci sarebbe nemmeno l'invito? Il
festeggiato: non c'è festa senza festeggiato. Tu sei felice perché c'è uno che dà senso a te: nella realtà è
Cristo che ti invita a partecipare alla sua festa e tu sei felice quando dimentichi te per affermare l'altro che è
segno dell'Altro. Questo non è immediato, c'è una fatica da fare: è il non fermarsi all'apparenza, ma
domandarsi "Cosa c'entra questa cosa con il mio desiderio profondo di felicità?"
Anche quando la Madonna ha risposto "sì" all'angelo, ha sentito dentro sé come uno strappo: ha dovuto
strapparsi dalla sua misura, dal suo progetto, dall'apparenza delle cose, per aderire alla proposta che un
Altro le faceva. Facendo così, però, si è sentita pienamente realizzata.
Angelus
Io non capivo ma rimasi a sentire quando il Signor mi parlò:
Lui mi chiamava, chiamava anche me e la mia risposta s'alzò.
Or non m'importa se uno ride di me, lui certamente non sa
del gran regalo che ebbi quel dì che dissi al Signore così:
PREGHIERA
Fin dal mattino, o Dio,
fa' sentire il tuo amore per noi.
En tus labios
las parablas del Senor de Galilea,
en tus labios las parablas del Senor
que calma el mar,
es Jesus el que te va a guiar
noche y dia sin cesar,
en tus labios las parablas del Senor
que calma el mar.
Salmo 62, 2-9
a Te anela la mia carne,*
come terra deserta, arida, senz'acqua.
Fin dal mattino, o Dio,
fa' sentire il tuo amore per noi.
Pon tos pies
en la huella del Senor de Galilea,
pon tos pies en la huella del Senor
que calma el mar,
es Jesus el que te va a guiar
noche y dia sin cesar,
pon tos pies en la huella del Senor
que calma el mar.
A volte sono triste ma mi guardo intorno vedo il mondo e l'amor
son questi i doni che Lui fa a me, felice ritorno a cantar.
1c.
Ant.
t.
Pon tos manos
en la mano del Senor de Galilea,
pon tos manos en la mano del Senor
que calma el mar,
es Jesus el que te va a guiar
noche y dia sin cesar,
pon tos manos en la mano del Senor
que calma el mar.
Quando ero solo, solo e stanco nel mondo, quando non c'era l'Amor,
tante persone vidi interno a me, sentivo cantare così.
O Dio, Tu sei il mio Dio, all'aurora ti cerco,*
di te ha sete l'anima mia,
com'era in principio, ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen
PON TOS MANOS
Camminerò, camminerò nella tua strada, Signor.
Dammi la mano, voglio restar per sempre insieme a Te.
Sal.
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo,
CANTO
CANTO
CAMMINERO'
Ant.
t.
La forza della tua destra*
mi sostiene.
Traduzione:
Metti le tue mani nelle mani del Signore di Galilea,
metti le tue mani nelle mani del Signore che calma il mare:
è Gesù che ti guiderà, notte e giorno, senza sosta,
metti le tue mani nelle mani del Signore che calma il mare.
Così nel santuario ti ho cercato,*
per contemplare la tua potenza e la tua gloria.
Poiché la tua grazia vale più della vita,*
Nel tuo nome alzerò le mie mani.
Metti i tuoi piedi sulle orme del Signore di Galilea.
Mi sazierò come a lauto convito,*
e con voci di gioia ti loderà a mia bocca.
Sulle tue labbra la parola del Signore di Galilea.
Nel mio giaciglio di te mi ricordo*
GESTO: LA GITA
11
12
Oggi faremo la gita. Chi tra di noi per sua iniziativa raggiungerebbe una cima? Probabilmente pochissimi.
Perché questo accada occorre che un maestro, una guida ci faccia una proposta. Tu puoi scegliere se starci
o no.
Dire di no significa lasciarsi andare a quello che ti passa per la testa, senza guardare le ragioni per cui fare
le cose; la realtà è uno spunto per il tuo istinto; in questo caso l’amico è chi non ti fa fare fatica e alla fine ti
ritrovi stufo, spossato, anche se non hai combinato niente.
Rispondere di sì, invece, implica che tu sia attivo e che ci stia; la meta proposta diventa la ragione per ogni
tuo passo e gesto; in questo caso la realtà ti è amica, ti serve, ti indica il percorso e l’amico è chi ti sostiene
nella fatica. Alla fine, anche se sei stanco, sei così soddisfatto che hai ancora voglia di cantare e vorresti
stare tutti i giorni con chi ha tirato fuori il meglio di te stesso.
DOCUMENTI PER IL RAGGIO
Dal vangelo
La pesca miracolosa
Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberiade. E si manifestò così: si trovavano insieme
Simon Pietro, Tommaso, detto il Dìdimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e altri due suoi
discepoli. Disse loro Simon Pietro: "Io vado a pescare". Gli dissero: "Veniamo anche noi con te". Allora
uscirono e salirono sulla barca; ma in quella notte non presero nulla.
Quando era già l'alba Gesù si presentò sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù
disse loro: "Figlioli, non avete nulla a mangiare?". Gli risposero: "No". Allora disse loro: "Gettate la rete dalla
parte destra della barca e troverete". La gettarono e non potevano più tirarla su per la grande quantità di
pesci.
(Gv. 21, 1-6)
Capisco che forse non lo fanno apposta e tanto meno per farmi soffrire, ma non riesco a darmi una risposta,
e così tendo ad isolarmi dagli amici, diminuisce la fiducia che avevo in loro, e questo mi dispiace molto.
Non vivo più neanche la scuola: non sono entusiasta di venire a scuola, ma la sento come un obbligo, un
dovere, una cosa programmata, meccanica. Un po’ è colpa del problema degli amici, ma non è solo
quello…non mi accontento più del risultato, del voto, del giudizio che mi è dato, positivo o negativo che sia,
ma desidero soprattutto capire, approfondire, rendere le cose che imparo un "mio patrimonio, una parte di
me", non voglio fare le cose "a memoria", ma col cuore. Voglio di più dai miei gesti e dalle mie azioni, non mi
basta più il voto, ma voglio studiare per me perché ho capito che il voto è solo una conseguenza del tuo
impegno e lavoro, e non il motivo per il quale studio.
Tornando alla morte del mio padrino, riflettendo penso che non sia accaduto per il mio male, anzi; Qualcuno
ha voluto che succeda, e Qualcuno è Dio, amore. Non agisce per il male degli altri, ma per il bene; l'ha fatto
per comunicarmi qualcosa perché sotto ad ogni Suo gesto c'è un perché.
Adesso voglio vivere intensamente, gustarmi di più tutta la giornata, vivere ogni giorno come se fosse
l'ultimo, ed avvicinarsi sempre di più alla meta, non svogliato, ma grintoso.
Non dimenticherò mai la frase di Don Giorgio "chi ama la meta, desidera il cammino", perché mi ha fatto
capire molto. Adesso voglio solo gustare, desiderare, vivere fino in fondo il cammino, per arrivare alla meta.
Prof, mi aiuti!
Grazie, Giacomo
CANTO DELLA SERA
PREGHIERA A MARIA
Maria, tu che hai atteso nel silenzio la sua parola tra noi.
Aiutaci ad accogliere il figlio tuo che ora vive in noi.
Tracce di vita
Maria, tu che sei stata così docile davanti al tuo Signor.
La cengia
Da piccolo continuavo a chiedere di essere portato in cordata e: "Sei troppo piccolo", mi si rispondeva. Ad un
certo punto mi vien detto: "Se sarai promosso a giungo, andrai a fare la prima cordata". E così avvenne.
Davanti c'era la guida, poi venivo io, poi due uomini. Avevamo superato la metà del cammino; ad un
determinato momento vidi la guida fare un piccolo salto. Io che stavo a tre o quattro metri di distanza,
brandendo la corda con mano nervosa, mi sento dire dalla guida: "Forza, salta!". Mi trovo al limitare di una
cengia e ad un metro circa cominciava un'altra cengia, e sotto c'era un profondo burrone. Io mi sono voltato
di scatto, mi sono abbracciato ad uno spuntone di roccia e tre uomini non mi hanno smosso. E ricordo le
voci che mi ripetevano: "Non avere paura, ci siam noi!", e io dicevo a me stesso: "Sei stupido, ti portano
loro"; e lo dicevo a me stesso, ma non riuscivo a staccarmi dal mio improvvisato sostegno".
(Don Luigi Giusani)
Come sta? Spero bene. Io non tanto, soprattutto in questo periodo, per una serie di fatti, problemi e dolori
che mi piombano addosso. Stanno succedendo troppe cose in poco tempo, non mi sento più me stesso, il
tempo mi sfugge e non riesco a viverlo fino in fondo; sento che faccio tutto meccanicamente, senza gustare
ogni singolo momento; non percepisco più il valore d’ogni gesto; ho perso l'orientamento e non trovo più la
strada giusta da percorrere.
Le racconto: Mercoledì è morto il mio padrino di Battesimo; per me è stata veramente dura accettare questo
fatto; per me era come un padre, gli volevo (e gli voglio tuttora) un mondo di bene. Non so più come
comportarmi, mi sento stranissimo, come se vivessi in un periodo sospeso, di transizione.
All’inizio di quest'anno ho scoperto molte persone, di cui non ero amico l'anno scorso, e siamo diventati
grandi amici, come G., M., L., G., L. e S..
Grazie a queste persone ho imparato a capire cos'è veramente l'amicizia: essa non va confusa con una
simpatia. L'amicizia non è fondata solo sugli scherzi e sul gioco, ma sulla verità e la sincerità.
L'amicizia vera con queste persone ha tirato fuori la parte migliore di me.
Sono stato deluso però di certi comportamenti da parte di alcune persone nei miei confronti: quando loro
avevano i problemi mi chiamavano e me ne parlavano: a me faceva molto piacere, e cercavo sempre di dare
dei consigli sulla cosa migliore da fare a mio parere; quando invece ho iniziato a star male io non si sono
interessati più di tanto ai miei problemi, e mi sono sembrati cinici, perché ogni volta che saltava fuori
l'argomento, loro dicevano "non fa niente", e cambiavano discorso.
Non so perché, mi sento ignorato per quanto riguarda i miei problemi: io li ho sempre ascoltati, mentre loro
non lo fanno. Quando faccio una cosa ad un altro, non mi aspetto nulla in cambio, ma non capisco il perché
del loro comportamento.
13
Maria, tu che hai portato dolcemente l'immenso dono d'amor.
Maria, Madre, umilmente tu hai sofferto del tuo ingiusto dolor.
Maria, tu che ora vivi nella gloria, insieme al tuo Signore.
QUARTO GIORNO
______________________________________________________________________________________
DALLA LETIZIA DEI VOSTRI VOLTI
RICONOSCERANNO LA MIA PRESENZA
Aprendo gli occhi questa mattina siamo stati ancora una volta sorpresi di essere con i nostri amici, di essere
qui in montagna insieme, di fare tutte le cose belle che abbiamo fatto in questi giorni. Quando uno capisce
veramente che quello che sta vivendo è una festa dell'altro mondo, una cosa grande? Quando inizia a
rendersi conto che anche altri la desidererebbero, che questa festa potrebbe rendere contento chiunque vi
partecipasse.
Questa è la missione: rendere possibile a tutti incontrare e vivere la festa della vita che è sorta riconoscendo
Gesù presente fra noi.
Anche i primi apostoli, soprattutto dopo che Gesù è salito al cielo, stavano con Maria e lei cercava la loro
compagnia: stando insieme era come stare con Gesù. In loro c'era come lo stesso spirito, lo stesso sguardo,
la stessa sensibilità di quell'uomo che era morto e risorto, pur rimanendo ognuno se stesso. A poco a poco,
anche altri, contagiati dalla loro letizia, si sono messi insieme e così via sino a noi la festa continua.
14
Angelus
t.
tutto si compie in Lui che è la nostra gioia
CANTO
L'OPERA
CANTO
HOMBRES NUEVOS
Beati i furbi, beati i ricchi,
beati quelli che han denaro in tasca,
beati i forti ed i violenti
beati quelli che sono potenti.
Danos un corazòn grande para amar.
Danos un corazon fuerte para luchar.
Hombres nuevos, creadores de la historia,
constructores de nueva humanidad.
Hombres nuevos que viven la existencia
come riesgo de un largo caminar.
Beati quelli che a questo mondo
giocano sempre al girotondo,
beati quelli che sulla terra
vincono sempre la loro guerra.
Ma l'amaro, l'amaro che c'è in me,
sarà mutato in allegria. (2v)
Hombres nuevos, luchando en esperanza,
caminantes, sedientos de verdad.
Hombres nuevos sin frenos ni cadenas,
hombres libres que exigen liberatad.
Quel giorno si farà una grande festa
e allora canteremo insieme;
sarà il bel giorno di una grande festa
e allora balleremo insieme.
Hombres nuevos, amando sin fronteras,
poe encima de razas y lugar.
Hombres nuevos, al lado de los pobres,
compartiendo con ellos techo y pan.
GESTO: LA FESTA
Ognuno, oggi, dovrà preparare una parte della festa che sarà per tutti e nella quale desideriamo raccontare
la bellezza che abbiamo vissuto. Gli altri saranno abilitati a capire, tanto più ci vedranno con-vinti in ciò che
facciamo. In questo senso ognuno di noi si deve sentire addosso la responsabilità di far conoscere quello
che ha incontrato e vissuto in questi giorni, perché tutti possano essere edificati e tutti possano avere la
possibilità di vivere la festa della vita.
PREGHIERA
Ant.
La forza di Dio è la gioia del suo popolo
t.
tutto si compie in Lui che è la nostra gioia
1c
L'anima mia magnifica il Signore*
e il mio spirito esulta in Dio mio salvatore
2c
perché ha guardato alla miseria della sua serva*
d'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
DOCUMENTI PER IL RAGGIO
Dal vangelo
La samaritana
In quel tempo, Gesù giunse ad una città della Samaria chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva
dato a Giuseppe suo figlio: qui c'era il pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, stanco del viaggio, sedeva presso il
pozzo. Era verso mezzogiorno. Arrivò intanto una donna di Samaria ad attingere acqua. Le disse Gesù:
«Dammi da bere». I suoi discepoli infatti erano andati in città a far provvista di cibi. Ma la Samaritana gli
disse: «Come mai tu, che sei Giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei
infatti non mantengono buone relazioni con i Samaritani.
Gesù le rispose: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: "Dammi da bere!", tu stessa gliene
avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva» . Gli disse la donna: «Signore, tu non hai un mezzo per
attingere e il pozzo è profondo; da dove hai dunque quest'acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro
padre Giacobbe, che ci diede questo pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo gregge?».
Rispose Gesù: «Chiunque beve di quest'acqua avrà di nuovo sete; ma chi beve dell'acqua che io gli darò,
non avrà mai più sete, anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita
eterna» . «Signore, gli disse la donna, dammi di quest'acqua, perché non abbia più sete e non continui a
venire qui ad attingere acqua». Le disse: «Và a chiamare tuo marito e poi ritorna qui». Rispose la donna:
«Non ho marito». Le disse Gesù: «Hai detto bene "non ho marito"; infatti hai avuto cinque mariti e quello che
hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero». (…)
In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliarono che stesse a discorrere con una donna.
Nessuno tuttavia gli disse: «Che desideri?» , o: «Perché parli con lei?». La donna intanto lasciò la brocca,
andò in città e disse alla gente: «Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia
forse il Messia?». Uscirono allora dalla città e andavano da lui. (…)
Molti Samaritani di quella città credettero in lui per le parole della donna che dichiarava: «Mi ha detto tutto
quello che ho fatto» . E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregarono di fermarsi con loro ed egli vi
rimase due giorni. Molti di più credettero per la sua parola e dicevano alla donna: «Non è più per la tua
parola che noi crediamo; ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore
del mondo».
Gv 4, 5-42
Grande cose ha fatto in me l'Onnipotente*
e santo è il suo nome.
Di generazione in generazione*
la sua misericordia si stende su quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio
Ha disperso i superbi nel pensiero del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni*
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati*
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele suo servo,*
ricordandosi della Sua misericordia,
come aveva promesso ai nostri padri*
ad Abramo e alla sua discendenza per sempre.
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo,
com'era in principio, ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen
Ant.
La forza di Dio è la gioia del suo popolo
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16
Tracce di vita
L’unità dei tre a scuola
Quando affrontai i primi tre ragazzi in strada dopo la prima ora di scuola, (…) al liceo Berchet, andai a casa
tutto preoccupato di me stesso: con quale responsabilità, con quale autocoscienza, con quale implicazione
di me dovevo rispondere e corrispondere a quello che incominciavo ad intuire parlando con loro! Capivo che
non potevo rivederli il giorno dopo senza prendere posizione di fronte a questa dilatazione della questione: io
appartenevo a quei ragazzi; appartenevo non a loro, ma all'unità con essi. Era accaduto qualcosa.
(…) fu chiaro quando una settimana dopo, presentarono una mozione ad una assemblea studentesca al
Bechet, mentre tutta la storia degli anni precedenti aveva sempre visto la presenza di solo due mozioni:
quella della sinistra e quella del monarco-fascisti. La settimana dopo il nostro primo incontro esse avevano
presentato una terza mozione. La presentazione di questa terza mozione fu un terremoto in scuola.
(Don Luigi Giussani)
IL GIGANTE E LA BAMBINA
In tutta la mia vita, ho sempre tentato di scansare ogni tipo di fatica, nascondendomi dietro le persone. Ieri,
per la prima volta, mi sono dovuta ricredere. Stavamo facendo campagna elettorale alla Martesana e lì
intorno; e, nel tornare indietro, ho incrociato la Cri che litigava con due persone. Lui era più o meno sulla
cinquantina, distinto, lei molto più trasandata. Discutevano sulla scuola privata e la scuola statale, ed erano
tutti e tre caricati dal discorso. Io mi sono avvicinata, perché mi piace ficcare il naso in queste cose,
parteciparvi, anche se un po’ in disparte. Eppure quelle parole provocavano anche me. Ad un certo punto la
Cri se n’è andata, e siamo rimasti in due o tre a parlare con quell’uomo. Ma, pian piano, tutti se ne sono
andati, e siamo rimasti solo noi due. Io avevo paura di non sapere cosa dire...io, piccola quindicenne, di
fronte ad un uomo colto e sapiente: era un giusto scontro?
Abbiamo cominciato a parlare della scuola, e io ho detto che spesso nelle scuole statali ai ragazzi non
vengono date le ragioni del perché loro siano lì a studiare. Lui mi ha allora risposto: ”Perché è un loro
diritto!”. Ma a me non bastava, e così ho ribattuto: ”Ma a me cosa me ne frega di farmi un mazzo tanto per
studiare? A che cosa mi serve?”. E lui: ”Perché l’uomo è curioso di conoscere...”. “Sì” sono andata avanti:
”L’uomo è curioso di conoscere se stesso; e studia perché la Storia è fatta da uomini, i libri, le lingue sono
tutte cose umane!”.
Come si può immaginare, il discorso è finito per ricadere sul Cattolicesimo. All’inizio lui continuava ad evitare
questo tipo di conversazione, ma era inutile.
La prima cosa che mi ricordo, mi disse, fu: ”Ma il fatto è che io non accetto di essere stato creato da un
altro!”. E io gli ho risposto: ”Lei può dire che i suoi genitori sono due deficienti, ma non può negare il fatto che
essi siano suo padre e sua madre, a prescindere dal fatto che a lei piacciano o no!”. Poi, com’è possibile
immaginare, ha cominciato ad insinuare che il Cristianesimo è un fatto inteso come religione, ma Cristo non
è un fatto storico, ma un’ideologia, come ogni altra religione. Allora io mi sono così arrabbiata, e gli ho
risposto: ”Ma è impazzito?! Cristo è un fatto storico, un Uomo di carne come me e lei!”. Ma il suo ideale era il
sogno americano, il “self-made-man”, l’uomo che costruisce la sua strada da sè. Perché, secondo lui, l’uomo
solo sbagliando capisce i suoi errori e da solo si può correggere, e correggere gli altri uomini. Allora gli ho
domandato: ”Ma a me cosa me ne frega di uno che sbaglia? In fondo io sto bene a casa mia, tranquilla, non
ne ho bisogno!”. E così dicendo devo aver toccato una parte sensibile in quell’uomo, perché mi ha detto:
”L’uomo ha bisogno di altri uomini per mettersi a confronto, per aiutarsi e per sentirsi voluto bene...”. Lì,
allora mi sono buttata a pesce: ”È per questo che Dio si è fatto uomo: per mettersi a confronto con gli altri
uomini! E lei me l’ha spiegato perfettamente. Dio ha visto l’uomo perso da sé stesso, e amandolo pur
lasciandolo libero di scegliere da che parte stare, è venuto e gli ha detto: "Fa’ quello che vuoi, ma sappi che
io ci sono!’”. Mi ha risposto allora che lui sapeva che Dio è l’alpha e l’omega, e che questo non gli bastava,
ed è andato avanti. E gli ho risposto: ”Ma neanche a me basta, infatti cerco continuamente di andare a fondo
di Questa Cosa, benché rimanga un mistero, dato che io sono solo un uomo, e Dio è Dio!”. E lui mi ha
risposto: ”Sei fortunata ad avere questa convinzione! Ma come pretendi di convincermi quando non ci sono
riusciti nemmeno teologi?”. Al che mi sono così arrabbiata: ”La mia non è una convinzione, e tanto meno sto
cercando di convincerla, ma le sto solo dicendo come stanno i fatti, a prescindere dal fatto che lei ci creda o
no! Io di questo ne parlo con la mia pasticcera sotto casa: abbiamo gli stessi dubbi, le stesse domande, ma
la stessa Certezza, e siamo felici. È questo che differenzia l’uomo dagli altri, l’anima!”. Allora ha cominciato a
farneticare sul fatto che non è stata la Chiesa ad inventare l’anima, ma i Greci. E io gli ho risposto: ”Mi scusi,
ma l’anima uno ce l’ha, non se la inventa!”. Ma, non era nemmeno convinto che l’uomo avesse un’anima. E
allora gli ho detto: ”Mi scusi, ma lei si è mai innamorato? Ha mai provato una passione vera per una donna,
oltre gli istinti?”. E lui: ”Sì, tante volte!”. “Ecco” sono andata avanti: ”Lei ha mai visto i cani per strada? Loro si
vedono, si accoppiano ed è finita lì!”. “Perché loro vivono d’istinti!”. E io: ”Certo, perché i cani hanno solo
l’istinto!”. “Anche certi uomini!”. “Sì, ma se uno è uomo davvero, ad un certo punto si fa delle
domande...l’uomo rimane sempre uomo, e in ogni istante può ricominciare daccapo!”. Allora mi ha detto: ”Va
bè, ma a me, per esempio piace la poesia, ma non capisco perché.” E io: ”Perché l’uomo, anche non
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religioso, proprio perché è un uomo tende sempre all’infinito! È per questo che vengono i brividi quando
leggiamo le poesie, sentiamo della musica, guardiamo un quadro...”. Poi gli alpini hanno cominciato a
cantare, e lui si è ricordato di quando cantava anche lui quelle canzoni. Allora gli ho detto: ”Vede, Cristo
c’entra con tutto, anche col canto degli alpini adesso!”. Alla fine sono dovuta andarmene, ma lui mi ha
seguito, ed ha voluto salutarmi, proprio io, una bambina contro un gigante. Un gigante che si china a
salutare una bambina. Ora, ogni volta che leggerò una poesia, ascolterò delle musica, andrò a Messa, sarà
inevitabile pensare a quell’uomo, che mi ha lasciato dentro tanta amarezza, per la sua vita così vuota. Ed
era questo che, più di tutto, mi ha fatto arrabbiare: come può un uomo vivere solo per il fatto di andare avanti
e basta? Prego ogni sera per lui, perché penso che ne valga la pena.
E, alla fine, mi hanno detto che se n’è andato con “Tracce” in mano.
Anna
CANTO DELLA SERA
IL POPOLO CANTA
Il popolo canta la sua liberazione (2v)
Il cantastorie ha cominciato a raccontare,
il tessitore ha cominciato a dipanare;
porta la calce, porta i mattoni il muratore,
cammina l'uomo quando sa bene dove andare.
Il cantastorie ha cominciato a raccontare,
il tessitore ha cominciato a dipanare;
sento la vita che mi scoppia dentro il cuore;
cammina l'uomo quando sa bene dove andare.
CONSACRAZIONE A CRISTO, RE DELL'UNIVERSO
Gesù, mio Signore e mio re
che ti sei degnato di versare il tuo sangue per la mia salvezza
guida i miei passi verso di Te che sei la via, la verità e la vita.
Dammi un'intelligenza assetata di verità, un braccio forte per difenderla
un cuore coraggioso per testimoniarla.
Offro a Te tutto me stesso,
lo studio, il gioco, le parole e il silenzio, il pianto e la gioia
seguendo la compagnia che Tu mi hai dato, come segno della Tua presenza
perché la mia vita si compia e il mondo ti riconosca.
Maria, Regina dei santi, sostieni la mia preghiera. Amen
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