Pag. 12 Campo Chiutta POST IT Questione morale in politica: un’emergenza La questione morale in politica come in tutti gli altri ambiti del vivere pubblico – oggi è sempre più grave e urgente e non riguarda solo le persone ma anche le strutture e gli ordinamenti. In questi ultimi anni dai palazzi non sempre abbiamo avuto esempi di rettitudine e di impegno disinteressato per il bene comune, piuttosto siamo stati abituati ad assistere ad un progressivo svilimento dei comportamenti, sia pubblici che privati, senza che nessuno ne fosse particolarmente scosso, quasi, invece, l’abbiamo percepito come un modo ‚moderno‛ di intendere l’impegno politico con un atteggiamento clientelare e smaccatamente teso a garantire privilegi individuali e/o di casta a danno di tutti. Quanto sono lontani gli insegnamenti dei padri della Repubblica, che credevano nel bene comune e che si spendevano per creare un contesto sociale capace di far crescere un Paese e non solo garantire i singoli, con un tornaconto!!! Ovviamente questa generalizzazione rischia di far passare in secondo piano l'impegno generoso e la rettitudine limpida di molti che operano nel mondo della pubblica amministrazione, dell'economia e della finanza destinati a ricoprire ruoli secondari rispetto alle tante ‚primedonne‛ della politica italiana. Siamo stufi di improvvisazione, di mancanza di un disegno e di progettualità, che futuro che ci immaginiamo, per noi e per i nostri figli? Che modello politico e sociale vogliamo trasmettere? Non è certo col populismo o con le piccole concessioni che si risolvono i problemi, bensì con un’analisi attenta delle questioni proponendo soluzioni eque, rispettose degli interessi di tutti. La questione morale, in questo critico momento di crisi economica, diventa così una priorità e non solo come problema politico, ma culturale-educativo: bisogna ricominciare a credere a quei valori che hanno NUMERO 17 SABATO 17 SETTEMBRE ore 15.15: DOMENICA 19 SETTEMBRE ore 11: 11/09/11 IL PENSATOIO Il regalo di corruzione è come un talismano per chi lo possiede: dovunque egli si volga ottiene successo … L'iniquo accetta regali sotto banco per deviare il corso della giustizia. Dal libro dei Proverbi ispirato la nostra democrazia. Tuttavia anche noi siamo corresponsabili di questa situazione perché, se è vero che l’intera classe politica in questi ultimi anni non ha affrontato i reali problemi delle persone, però è altrettanto vero, che noi glielo abbiamo permesso, tollerando il degrado dei comportamenti e la scarsa preparazione, e spessore morale, di coloro che abbiamo delegato a gestire ed amministrare il nostro Paese. a.z. SETTIMANA IN PREPARAZIONE ALLA FESTA DELLA DEDICAZIONE DELLA CHIESA VENERDI 16 SETTEMBRE ore 20.30: NUMERO 17 Periodico della Parrocchia S. Martino Vescovo, Levata (CR) IN COMUNIONE CON LA CHIESA E’ sicuramente giusto e utile riservare lo spazio dell’Editoriale ad una parte della riflessione che il Vescovo Lafranconi ha comunicato alla diocesi al termine della Visita Pastorale, durante la quale ha incontrato, in un viaggio durato alcuni anni, tutte le comunità parrocchiali, grandi e piccole, anche quella di Levata. Le riflessioni del Vescovo sono raccolte in un libretto che ha questo titolo: ‚Uno sguardo retrospettivo aperto sul futuro‛. In comunione con la Chiesa. La Visita Pastorale ha costituito un’esperienza forte di comunione delle singole parrocchie nella Chiesa diocesa- na e, tramite il Vescovo, nella Chiesa universale. Pressoché in ogni parrocchia ho sentito ripetere questo concetto nelle parole che il parroco mi rivolgeva all’inizio della Visita Pastorale. Il futuro della nostra Chiesa diocesana si profila come una occasione in cui declinare concretamente la Comunione nelle forme delle Unità pastorali, dell’interparrocchialità, delle collaborazioni organiche a livello zonale o interzonale (come in parte si è già cercato di fare, per esempio nella formazione teologica-pastorale degli Operatori pastorali, dei catechisti, o nell’ambito della pastorale sociale e — si auspica della pastorale scolastica). Occorre però superare l’attaccamento ad oltranza a forme di individualismo e autosufficienza riscontrabili nel modo di concepire la parrocchia e il ministero presbiterale. Si tratta di capire che l’unità e la collaborazione consentono di ampliare le risorse e di qualificare il servizio alle stesse comunità cristiane, sulla base di una cooperazione che affonda le radici nella ecclesiologia di comunione (siamo tutti membra dello stesso corpo) e ha di mira il bene dei fedeli da perseguire nel modo migliore. E’ la stessa ecclesiologia di comunione a far emergere, nell’oggi delle nostre comunità, la necessità che l’unità e la collaborazione tra comunità diverse debba fondersi e trovare alimento anche da esperienze di fraternità presbiterali che condividono nella concretezza quotidiana le varie dimensioni della vita e del ministero”. In questo numero: In comunione con la Chiesa 1 Contrappunto: Chiesa e abusi sui minori 2 Borsa di Studio “Leonilda Sinelli” 3 Grest 2011 3 Cresime - Confessioni 2011 4 Una “vacanza” in Africa 5 Giornata Mondiale della Gioventù 2011 6-7 Levata: Storie e Immagini 8 Un libro, un CD, un DVD 9 I mestieri di una volta: mestieri e 10-11 personaggi scomparsi La voce della Ciria 11 Post-it, Avvisi 12 Pag. 2 NUMERO 17 Campo Chiutta IL CONTRAPPUNTO: ‚Le cause e il contesto di abuso sessuale di minori da parte di preti cattolici negli Stati Uniti, 1950 2002‛, questo il titolo del rapporto commissionato nel 2010 dalla confederazione americana dei vescovi al John Jay College of Criminal Justice di New York. Lo studio smentisce una correlazione tra omosessualità e abusi sessuali spiegando l’inflazione di casi simili come conseguenza del relativismo culturale degli anni ‘60 e ‘70. Il permissivismo, l’aumento dell’uso di droghe e il crimine avrebbero creato un contesto favorevole all’aumento degli abusi, aggravato da una inadeguata educazione sessuale e preparazione al celibato (va sottolineato però che nel clero protestante, dove è permesso il matrimonio, vi sono casi di abusi sessuali non inferiori a quelli del clero cattolico). Purtroppo la realtà americana non è a sé stante: numerose condanne sono arrivate anche in ambito europeo, non senza coinvolgere l’Italia (basti pensare al caso di don Seppia, parroco genovese accusato di abusi sessuali su minori e cessione di sostanze stupefacenti). La posizione della Chiesa si man- La redazione: Don Carlo Cernuschi Isa Alenghi Matteo Pisati Stefano Tolomini Rossana Visigalli Filippo Bottaioli Lara Ghezzi Hanno collaborato a questo numero: Assunta Zanetti Giacomo Lazzari Matteo Ghezzi Attilia Mazzolari Tommaso Piccioni Giovanni Pisati Si ringrazia Giovanni Pisati anche per le filastrocche di pag. 11. Campo Chiutta è il periodico della Parrocchia S. Martino Vescovo - Levata. E’ prodotto e stampato completamente con mezzi propri. CHIESA E ABUSI SUI MINORI ALCUNE TAPPE DELLA LOTTA ALLA PEDOFILIA NELLA CHIESA : 2005: la competenza in materia di dispensa sacerdotale passa dalla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti alla Congregazione per il clero 2007: Benedetto XVI annulla il cosiddetto "quarto voto dei Legionari di Cristo”. Tale voto vietava ai Legionari di criticare l'operato o la persona del superiore e li obbligava ad avvisare il superiore, qualora un confratello lo avesse fatto. 17 aprile 2008: PER LA PRIMA VOLTA NELLA STORIA UN PAPA INCONTRA UN GRUPPO DI VITTIME DI PRETI PEDOFILI. L'incontro avviene nella Nunziatura a Washington D.C. 20 maggio 2009: viene pubblicato il "Ryan report" (Rapporto Ryan) sugli abusi commessi da sacerdoti cattolici in Irlanda. 26 novembre 2009: viene pubblicato in Irlanda il "Murphy Report" (Rapporto Murphy), uno studio sugli abusi sessuali commessi dal clero nella diocesi di Dublino dal gennaio 1975 al maggio 2004. 12 aprile 2010: viene pubblicato il regolamento interno della Congregazione per la dottrina della fede redatto nel 2003 e strumento fondamentale nella lotta agli abusi. 15 luglio 2010: vengono pubblicate le MODIFICHE INTRODOTTE NELLE NORMAE DE GRAVIORIBUS DELICTIS (vedi sotto). 16 maggio 2011: pubblicata la Lettera Circolare della Congregazione per la dottrina della fede per aiutare le Conferenze Episcopali nel preparare Linee guida per il trattamento dei casi di abuso sessuale nei confronti di minori da parte di chierici. tiene su una linea dura contro tali crimini e contro l’omertà che spesso ha nascosto molti reati. Non è giusto discreditare in modo generalizzato la Chiesa Cattolica, ma non vanno sminuite le responsabilità. Le parole che ci arrivano sono certamente di trasparenza e condanna; cito le parole del Santo Padre ribadite dal cardinal Scola e dal Cardi- nal Bagnasco: ‚la pedofilia è un crimine odioso, ma anche un peccato scandalosamente grave che tradisce il patto di fiducia inscritto del rapporto educativo< se commesso da una persona consacrata, acquista una gravità ancora maggiore‛. Lorenzo Bertocchi, studioso di storia del cristianesimo, in un’intervista sottolinea il clima di confusione etica in cui viviamo, dove gli accusatori del clero sono gli stessi che accettano ogni arbitrio del singolo e dove d’altra parte manca ancora chiarezza dottrinale necessaria ad un ritorno ai fondamenti del cristianesimo. ‚Il vero nemico da combattere è il peccato[<] che a volte contagia anche i membri della Chiesa‛, ha detto Benedetto XVI. Bertocchi ribadisce la necessità di un recupero del senso del peccato, spesso travolto da troppa sociologia e psicologia, dove riconoscersi peccatori è la via per accogliere la misericordia di Dio. Il problema è che, come dice lui, in molta catechesi ‚il termine “PECCATO” è sempre meno di moda<” i.a. DE DELICTIS GRAVIORIBUS (circa i delitti più gravi) E’ una lettera scritta da Joseph Ratzinger il 18 maggio 2001 rivolta a tutti i vescovi e ad altri membri della gerarchia della Chiesa cattolica. Le principali novità sono: I vescovi devono segnalare immediatamente i casi fondatamente sospetti. La Congregazione si riserva di prescrivere ulteriori accertamenti da parte dei tribunali diocesani. Al termine del processo di primo grado i vescovi devono fornire una documentazione completa al Vaticano. I termini per la prescrizione canonica sono stabiliti in 10 anni dal raggiungimento della maggiore età del minore e non 10 anni dal crimine. 11 settembre „11 glia Zanetti, poi dalla Rùuchètàa. I tempi stavano cambiando rapidamente, le nuove norme sanitarie cominciavano a regolarizzare certe attività (soprattutto legate al settore alimentare), di conseguenza cessarono in breve tempo. La gente trovava tutto e di meglio negli esercizi che si stavano rinnovando velocemente. Nelle vecchie osterie, la domenica si potevano gustare le buone scodelle di trippa, i bei piatti di avola (ambùlìina rùstìida o in ajön), oppure i nervetti, il tutto bagnato con bicchieri di vino buono; ora sono diventate Bar, Paninoteche, e tanti nomi strani che noi anziani non riusciamo a ricordare. Sono spariti quasi ovunque i giochi di bocce, le famose partite alla Morra, le partite a tre sette o briscola, sostituite dal gioco di Scala o Ramino. In paese vi erano anche due norcini "màsalèer" (Giülièt e Mancìin) che con i loro arnesi durante i mesi invernali andavano per le case dei privati a macellare il maiale. Si vedevano passare con una carriola di quelle con il piano, a cui era fissata la "misa o mìsèeta", una vasca di legno con maniglie che conteneva la macchina a mano per tritare la carne e insaccare; c'era la sgarbàagna con dentro i vari coltelli e la mannaia per squartare e rompere gli ossi del maiale. I "màsalèer" solitamente erano persone che svolgevano altre attività, nei mesi invernali esercitavano questo lavoro per i privati. Giülièt e Bigiola avevano anche una ortaglia, portavano al mercato di Cremona i loro prodotti; in alcuni Campo Chiutta periodi dell'anno noi ragazzi andavamo a comperare qualche frutto di stagione, in particolare ricordo i piccoli cartocci di ciliege, di ribes o di fragole. Il calzolai erano due: Piero aveva il suo banco di lavoro in casa sotto la scala di legno con una finestrella che dava sulla strada adiacente; quando usciva di casa per consegnare il lavoro avvolgeva le scarpe in un fazzolettone colorato che legava al manubrio della sua strana bicicletta (aveva un solo pedale che girava mentre l'altro rimaneva fisso). Casalìin el scarpèer aveva il banco di lavoro vicino ad una vetrata dalla quale lo potevi vedere lavorare stando fuori in strada: teneva dei chiodini "sùmèensìini" tra le labbra e uno alla volta li impiantava nelle scarpe; io, curioso, mi fermavo spesso a guardare, lui da dentro con la mano mi faceva cenno di andarmene. I falegnami erano quattro e ognuno aveva la sua specializzazione: la famiglia Salomoni negli ultimi anni di attività si era specializzata nel fabbricare armadi frigorifero per negozi di alimentari. Davini e Ippolito eseguivano lavori di piccola manutenzione per privati. Il più longevo come attività è stato il simpatico Guido "el maréngòon", che eseguiva lavori di ogni genere: per i ragazzi è sempre stato un simpaticone e sempre pronto a scherzi, tanti ancora oggi lo ricordano per il fatto che sacrificava volentieri parte del suo tempo per preparare piccoli buonissimi dolcetti "bùumbunìin", e altri fatti identici ma in legno; mischiandoli, li regalava ai ragazzi che passavano dalla sua bottega il giorno di carnevale, ed era tutto soddisfatto nel vedere la faccia dei ragazzi quando li mettevano in bocca. La sua bottega è ancora visitabile ed è rimasta intatta come l’ha lasciata. Continua sul prossimo numero… giovanni pisati Adattato da m.p. Pag. 11 La “voce” della Ciria Filastrocche e storielle per fare dormire, mangiare, o far tacere i bimbi che piangevano. Ghera nà volta en re setìit in söl sofà, el disiva ala sö serva cünteme na stòria, la serva cominciò... C'era una volta un re seduto sul sofà diceva alla sua serva raccontami una storia, la serva incominciò: c'era una volta un re ecc. ecc. la storia finiva quando il bimbo dormiva o… Didiin, marmeliin, matalunga , friga ùc, masa piùc. Dita della mano, mignolo, anulare, medio, indice, pollice. El didiin lè cascàat in del pùss, marmeliin el la tirat sü, matalunga el la sügàat, friga uc el ga fàat la panada, masàa piùc el la mangiàada e lè diventàat gròos. Il mignolo è caduto nel pozzo, l'anulare l‟ha tirato su, il medio l‟ha asciugato, l'indice ha fatto la panada, il pollice l‟ha mangiata ed è diventato grosso. (Panada: piatto povero cremonese ottenuto utilizzando pane vecchio e brodo, messi a macero e cotti con aggiunta di un uovo sbattuto e formaggio) Din, don, fàa li campani dé Pizighetòon, iöna la suna, iöna la bala, iöna la fàa i capéi de paia, iöna la fàa i capéi dèe spiin dée metìghe in còo a Battistiin, Battistiin dè la còoca rusa, quanti àan la ghé custàa, el ghèe làa dè quarant'àan, el la porta fina a Milan, el la porta anca a Veruna in dua i pista l'erba buna. L'erba buna lè ben pistàada, la Rusina lè inamuràada, lè inamuràada del barbéer tola tola per muéer, sa lè bela la tudaròo se lè bröta la sbataròo, la sbataròo in del fusàdel indua canta chel galel. Din don fanno le campane di Pizzighettone, una suona , una balla, una fa i cappelli di paglia, una fa i cappelli di spine per mettere in testa a Battista, Battista della testa rossa, quanti anni che la porta, ce là da quarant'anni e la porta fino a Milano, la porta anche a Verona dove pestano l'erba buona, l'erba buona è ben pestata, la Rosina si è innamorata e si è innamorata del barbiere, prendila, prendila per moglie. Se è bella la prenderò, se è brutta la butterò, la butterò in quel fossetto dove canta quel galletto. i.a. Pag. 10 Campo Chiutta NUMERO 17 I mestieri di una volta: PERSONAGGI DI LEVATA E MESTIERI SCOMPARSI Prosegue lo speciale racconto “a puntate” preparato da Giovanni Pisati: un resoconto di alcuni mestieri che nel corso degli anni sono scomparsi dal nostro paese, e soprattutto un ricordo delle persone che li hanno svolti. Questa è la seconda puntata; il racconto si concluderà con la terza parte nel numero di Natale. Il progresso cominciava ad affascinare la gente, la moda dettava la sua supremazia sulle abitudini, e anche chi nel passato aveva dedicato la sua vita al lavoro per confezionare abiti, camice, indumenti vari anche di maglieria dovette smettere. La sarta che per prima emigrò fu Maria T. che si trasferì a Cremona, mentre la signora Ambra B. si ritirò per seguire le proprie faccende di casa. Il lavoro di magliaia veniva svolto dalla signora Maria Pia R. e dalla signora Luisa C.; quest'ultima proseguì l'attività confezionando altri prodotti. La signora Angela B., appassionata di cucito, insegnava alle ragazze a ricamare, oltre ad insegnare catechismo in oratorio e sorvegliare i ragazzi che assistevano alle proiezioni cinematografiche organizzate da don Ettore. Anche il piccolo caseificio che si trovava a fianco della cascina Palazzo, gestito dalla famiglia Bianchini, cessò l'attività per esigenze di mercato. In questo caseificio veniva lavorata una piccola quantità di latte, ricavandone qualche forma di grana, una piccola quantità di burro, e venivano allevate alcune decine di suini, alcuni dei quali acquistati da privati per uso famigliare. Anche i mugnai della famiglia Scampa dovettero cedere l'attività per motivi personali a favore di un mugnaio proveniente da Derovere; anch’egli dopo vari cambiamenti e particolari circostanze cessò l'attività. Un personaggio mitico era la signora Agata, donna di una certa età (almeno per noi ragazzi): ogni domenica, quando le giornate erano serene, passava con il suo carretto trainato a mano e sostava sotto i platani in riva alla roggia S. Antonia (quella che passa davanti alla chiesa, ora coperta dalla strada); con il tempo incerto o piovoso, invece, sistemava il suo carretto sotto il portico dell'osteria di Barbieri (Bigìin Dèsön). Sopra quel carretto c'erano mele, pere, arance, limoni e altra frutta di stagione; si potevano comprare anche dei dolciumi, in particolare piccoli giuggioli neri o liquirizie nere "gigiulìin nighéer o lìi cìchìi nigri" che immergevamo nei limoni (si succhiava il succo diventato dolce amaro, dopo aver sfregato a mo’ di stantuffo la liquirizia nel limone); si poteva comperare anche la liquirizia verde in bastoncini, "regulizia in bàac". Durante la stagione invernale erano molto richieste le caldarroste che venivano preparate sul posto: per quest a prep ar a zi o ne veniva usata un fornello in ferro ed una padella forata con manico lungo di legno per farle saltare: questa operazione otteneva anche il risultato di pelare le caldarroste. Per il fuoco venivano usate le piante del granoturco, "mèléegas"; non mancava la farina di castagne che ci veniva consegnata su dei foglietti di carta: immancabilmente appena comperata c'era qualcuno che da dietro ti picchiava sulla nuca e di conseguenza con un soffio, parte della farina volava via o finiva sui vestiti dei vicini. Appena faceva buio la signora si ritirava, alcuni ragazzi aiutavano la signora a spingere il carretto per avere come compenso una liquirizia o qualche castagna. Il posto dell'Agata venne mantenuto da Primèet, un signore rimasto invalido in un incidente (a causa del quale perse una gamba); per mantenersi continuò l'attività aggiungendo anche i gelati nella stagione estiva: serviva i gelati dentro i coni e li preparava con un cucchiaio con il manico piegato per poterlo girare nella sorbettiera di rame (che si trovava immersa nel ghiaccio in un contenitore al centro del carretto e tenuta coperta con dei panni), oppure li preparava usando due dischetti di pasta simile ai coni, ne posizionava una in un cilindro di rame con diverse tacche che regolava a seconda dei centesimi di gelato che venivano richiesti, riempiva il cilindro, metteva il secondo disco e il gelato era servito: bisognava fare in fretta a mangiarlo, perché gocciolava da tutte le parti! Oltre a questa attività durante la settimana egli girava per i paesi con l'organetto a rullo (vèerticàal), suonando canzoni in voga e molto orecchiabili; in compenso raccoglieva qualche spicciolo. Dopo di lui per qualche anno il banco domenicale venne mantenuto dalla fami- 11 settembre „11 Pag. 3 Campo Chiutta BORSA DI STUDIO “LEONILDA SINELLI” STORIA DI UNA STRAORDINARIA NORMALITA’ Il ricordo di solito è legato alla nostalgia, al ‚tempo che fu‛: questa storia invece ha il sapore di un ricordo che diventa futuro, che traccia una strada ancora da percorrere. E’ l’ultimo regalo che ci ha lasciato Leonilda: una Borsa di Studio per studenti delle Elementari e delle Medie di Grontardo e di Levata. Proposta e finanziata dalla famiglia Piccioni, la borsa è sostenuta e promossa dall’Amministrazione Comunale e dall’Associazione Solidarietà che ne condividono le finalità ed il desiderio di farla diventare una bella tradizione per il nostro paese. Anche la nostra Parrocchia sta pensando a delle modalità di intervento e promozione di questa iniziativa. Il riconoscimento intende premiare quegli studenti che ‚ce l’hanno messa tutta‛, non necessariamente i più bravi: ma quelli che si sono impegnati a fondo senza risparmiarsi nel lavoro e nello studio, e che durante l’anno si sono distinti per la generosità e l’aiuto verso gli altri: nello spirito che ha spinto Leonilda all’impegno nel volontariato, senza risparmio, con dedizione assoluta, pur nella normalità di una vita familiare e di paese. Gli studenti sono stati scelti in autonomia dalle maestre delle elementari e dai professori delle medie, che poi hanno segnalato le candidature ad una commissione composta da: Amministrazione Comunale, Minoranza, Associazione Solidarietà, Oratorio di Levata, Scuole Elementari, Scuole Medie. Tutti insieme si sono decise le modalità di assegnazione, che quest’anno si sono svolte durante la festa di fine anno delle elementari, e durante la festa AMICI DA RICORDARE di Levata. Per la cronaca i premi 2011 sono andati a: Jatinder, Giacomo e Mariachiara (tutti ragazzi di nostra conoscenza …). Nelle prossime settimane la commissione si riunirà di nuovo per stabilire una traccia da proporre a tutti gli studenti, per portarli a conoscenza della Borsa di Studio 2012, con l’augurio che siano spinti a dare il massimo, a mettercela tutta. Siamo certi che Leonilda ci sta guardando sorridente, vedendo che il suo ricordo diventa stimolo per le giovani generazioni nel mondo della scuola, ambiente che lei conosceva bene e dove ha sempre concentrato i suoi sforzi educativi. s.t. GREST 2011: BATTIBALENO INSEGNACI A CONTARE I NOSTRI GIORNI Questo il tema conduttore del GREST che, nelle due settimane dal 4 al 15 luglio scorso, ha visto i ragazzi impegnati all’oratorio, sotto la guida di Don Carlo e con l’aiuto dei collaboratori. Il logo, simbolo del tema: un bambino che tiene in mano il tempo e prova a governarlo. Che cos’è il tempo? … “Spazio infinito nel quale si verifica il fluire degli eventi in una successione che comporta un passato, un presente e un futuro …‛. Senza perderci in lunghe disquisizioni, facendo riferimento alla Bibbia, scopriamo che il tempo è—anzitutto per l’uomo—dono di Dio ed è proprio nell’apprezzamento e nell’utilizzo di questo dono che la nostra vita trova il suo più profondo significato. Nel tempo si nasce, si cresce, si costruisce la vita stessa come relazione con gli altri e con Dio: è, perciò, di fondamentale importanza spendere bene il proprio tempo. Saper contare i nostri giorni, infatti, significa compren- dere la preziosità, rendersi conto che dal modo in cui li facciamo scorrere dipende la riuscita o il fallimento del nostro essere uomini. La fede, infine, ci porta a considerare il tempo in funzione dell’eternità: se avrò capito e trovato il mio posto nel frammento d’eternità che è la vita del mondo, avrò in dono l’eternità accanto a Dio. Dieci episodi biblici hanno suggerito le nostre riflessioni sul dono del tempo; i lavoretti, realizzati dai ragazzi, con la dedizione solerte e premurosa di Marisa e Silvia cui va il nostro grazie, hanno visto l’utilizzo del tempo in attività benefiche il cui ricavato andrà alla Caritas Diocesana. Un grazie anche a Matteo per l’organizzazione e la conduzione dei giochi e ai numerosi ragazzi per la viva partecipazione e serietà dimostrate. g.l. Pag. 4 Campo Chiutta NUMERO 17 Un LIBRO Ripensando alla S. Cresima Alla ripresa del nostro cammino verso una più consapevole responsabilità cristiana, dopo il ricevimento della Cresima, abbiamo pensato di presentare ai compagni di catechesi, al catechista e a madrine e padrini alcune domande. Le risposte serviranno a voi per fare conoscere al meglio le emozioni che abbiamo provato e a noi per farci riflettere sul profondo significato del Sacramento. Cosa è stata per voi la Cresima? GIULIA: La Cresima per me è stata una tappa fondamentale poiché mi sono resa conto che la mia fede si è rafforzata e maturata. Sono molto felice di avere al mio fianco una guida protettiva che è il maestro Giacomo e anche di avere come madrina una persona che fa parte del mio quotidiano da sempre e che saprà aiutarmi nel futuro. CHIARA: Un momento emozionante perché è un traguardo su cui abbiamo lavorato per parecchi anni e che mi ha fatto riflettere sulla mia vita. Il momento più emozionante della celebrazione è stato durante la lettura delle nostre riflessioni sui Sette Doni dello Spirito Santo. Leggere davanti a tutti i miei pensieri era come esporre a tutti il mio sentire la fede. SIMONE: Il sacramento che ho ricevuto è stato indispensabile per compiere il mio cammino di fede, PROPOSTE lo descrivo come un momento davvero emozionante che mi permetterà di proseguire nel mio essere ‚giovane cristiano‛. Come ti sei sentito nel Tuo ruolo di catechista ad accompagnarci nel cammino verso la Cresima? MAESTRO GIACOMO: Il termine accompagnarci è appropriato: il catechista è un accompagnatore e non un semplice istruttore. È chiaro che quest’anno ho vissuto più degli anni passati il mio ruolo con un certo timore poiché molti dopo aver ricevuto la Cresima credono di essersi liberati dagli impegni catechistici ritenendo concluso il cammino di accostamento alla Parola di Dio. Non ci si può mai ritenere cristiani maturi, per cui è stata mia particolare cura presentarvi il sacramento come una tappa importante del nostro cammino che è la vita. Come vi siete sentiti partecipi alla Cresima? (padrini e madrine) SILVIA: ero molto felice e onorata di essere stata scelta per questo compito impegnativo; ho cercato di dare da subito il mio sostegno, standole sempre accanto. CULTURALI E DI CATECHESI PER L’ANNO 2011-2012 Desideriamo proporre per il nuovo Inoltre, con l’ausilio di Don Bruno Bi- anno pastorale alcuni incontri di cate- gnami verrà presentato la nuova pub- chesi per le famiglie e per tutta la co- blicazione del libro di Don Primo Maz- munità parrocchiale sulla figura di zolari IL SAMARITANO. Gesù dal punto di vista storico: un Infine, come tradizione, ai genitori tentativo di ricostruire la figura di verranno proposti incontri di cateche- Gesù di Nazaret attraverso l'analisi si in preparazione ai sacramenti, so- critica dei testi antichi e il confronto prattutto alle famiglie che si prepara- con il contesto storico e culturale del no alla Cresima e alla Prima Comunio- tempo. ne. 11 settembre „11 I Pilastri della Terra Ken Follett 1989 - Mondadori € 15.00 Per me è stato come ricresimarsi vivendo come un rafforzamento della fede, un fuoco sempre da alimentare, anche da adulti. DONATA: Mi sono sentita molto coinvolta, soprattutto negli incontri, i quali sono stati molto costruttivi e interessanti, luoghi di discussione e di confronto. Non sono stati troppo difficili e in questo modo ho potuto capire più approfonditamente il significato che hanno realmente i Doni dello Spirito Santo. ALESSANDRO: Mi sono sentito felicemente coinvolto poiché anche per me si è trattato di un momento molto intenso, mio figlio stava vivendo un’esperienza molto importante della sua vita che spero lo aiuti a compiere delle scelte corrette nel suo futuro. GIAMPIERA: Nella preghiera soprattutto. Ho pregato Dio affinché mio nipote segua correttamente la morale cristiana e riesca nel vero percorso della fede, imparando chiaramente a discernere il bene dal male. ISA: Mi sono sentita tre volte partecipe: la prima come amica, per me è stato un onore che Lara abbia pensato a me; la seconda come parte di una comunità che si è stretta attorno a voi cresimandi per farvi sentire tutto il suo sostegno e la terza davanti a Dio, consapevole che quest’ultima non è stata soltanto la partecipazione ad un bel momento ma l’inizio di un cammino di fede che condivideremo sempre. l.g., f.b. Chi di noi non ha mai desiderato o sognato di fare un viaggio indietro nel tempo per vivere una giornata in un determinato periodo storico? Io sì, e Ken Follett, con ‚I pilastri della terra‛, mi ha regalato questa opportunità. L’autore inglese ricostruisce in modo straordinario un’epoca scomparsa e affascinante, che entusiasma il lettore in maniera sconvolgente senza mai annoiarlo. Siamo nell’Inghilterra medievale, dove si intrecciano intrighi e cospirazioni, storie d’amore, pericoli e carestie, minacce e guerre civili, conflitti religiosi e lotte per la successione al trono. Con grande maestria e cura minuziosa dei particolari, frutto di una accuratissima documentazione storica, Ken Follett ci fa rivivere eventi e sentimenti sconvolgenti della vita quotidiana facente parte di un’epoca entro la quale per circa 40 anni si confrontano e scontrano le generazioni del tempo. Ricchezza e miseria, violenza e fragilità così magnificamente narrate inducono il lettore a riflettere sui sentimenti del’uomo nel corso dei secoli: sono rimasti gli stessi, nel bene e nel male. Un episodio del libro che mi ha incuriosito e meravigliato è quello in cui l’autore rievoca l’istituzione di una corporazione parrocchiale che organizza pranzi volti a raccogliere fondi per le opere della cattedrale. Non vi sembra che abbiano anticipato con lungimiranza ciò che stiamo facendo nella nostra comunità? E, se amate la suspance… BUONA LETTURA! attilia mazzolari Campo Chiutta Un CD ORA Lorenzo Cherubini (Jovanotti) 2011 Universal Se un cd diventa la colonna sonora di tutti i viaggi in macchina della famiglia, accontentando i gusti spesso in conflitto tra genitori e figli … ci siamo posti questa domanda trovando diverse risposte. Il disco di Jovanotti colpisce per i ritmi gradevoli ed incessanti. Molte canzoni hanno influssi rock martellanti, ritmi trascinanti da ascoltare a tutto volume: MEGAMIX e IL PIU’ GRANDE SPETTACOLO DOPO IL BIG BANG che quest’estate anche i più distratti hanno sentito, ne sono un esempio, difficile star fermi ascoltandoli. Jovanotti si lascia ‚contaminare‛ da ritmi internazionali ed etnici, segno di grande apertura mentale. Un DVD The Karate Kid: La leggenda continua 2010 Regia: Harald Zwart Ulteriore aggiunta ad una saga fantastica che ha visto un calo con il suo quarto episodio Karate Kid rinasce con questo fresco e sorprendente nuovo episodio della saga completamente rinnovato. Tutti ricordiamo il protagonista della serie cult anni 80, Russo, giovane adolescente in cerca del suo posto nel mondo che viene aiutato dall‟infaticabile maestro Myagi; bè i tempi cambiano ma non la storia di fondo. Nel nostro caso è il piccolo Dre Parker a fare la parte del protagonista (interpretato da Jaden Smith, figlio del famoso attore Will Smith) e nei panni del maestro, signor Hang, un altro grande del cinema Hollywoodiano, Jackie Chan. La storia si articola come il primo capitolo della saga ovvero con la partenza dalla cittadina di Pag. 9 Ma alzando il volume si colgono anche le parole, a tratti i testi di Lorenzo sono vere poesie che toccano l’anima, i sentimenti di ognuno: grandi e piccoli. Difficilmente un autore riesce a cogliere aspetti normali della vita e trasformarli in pensieri profondi, che fanno ragionare, meditare. LE TASCHE PIENE DI SASSI, canzone dedicata alla mamma morta di recente non lascia indifferenti ‚mi hai lasciato da solo davanti al cielo…‛ colpisce soprattutto i più piccoli. E poi ORA: un invito a non mettere i sogni nel cassetto, a non rassegnarsi al mondo ‚non c’è montagna più alta di quella che non scalerò…‛. Questo ‚giovanotto‛ di 46 anni mette d’accordo tutti con leggerezza e profondità contemporaneamente. P.S.: consigliabile assistere ad un suo concerto: un mix di giovani e famiglie, vera festa di musica. Giovanni, Giacomo, Cristina e Stefano Tolomini Detroit del piccolo ragazzo, orfano di Padre, insieme con la madre per motivi di lavoro. Qui non sarà facile integrarsi per le incredibili differenze, culturali, linguistiche e di carattere sociale che gli si presentano davanti. Come se non bastasse, ad aggravare la sua situazione, si inserisce un bullo che pratica il Kong Fu che gli rende quasi impossibile stringere amicizia con Mei Yin, giovane promessa del violino, unica ragazza con la quale sia riuscito a legare. Bersaglio di un ennesimo attacco, viene soccorso e salvato dal signor Han. Impressionato dalla performance atletica dell'uomo, Dre ne diventa presto l'allievo. Sarà così allenato fino alla vittoria finale del grande torneo marziale riconquistando così l‟onore perduto. Film che si propone come ponte tra il vecchio e il nuovo riprende a modo suo la mitica frase “metti la cera...togli la cera…” sostituendola con ”metti giacchetto… togli giacchetto”. Sono cambiati gli interpreti, ma non i grandi valori di amicizia, rispetto e lealtà. lara e matteo Pag. 8 NUMERO 17 Campo Chiutta LEVATA: STORIE E IMMAGINI Pubblichiamo alcune foto del GREST 2011 (a sinistra e qui sotto), e un’immagine (in alto a destra) della ‚pizza in compagnia‛ organizzata con le donne e gli uomini dei MARUBINI. Lo scorso anno, con una squadra della parrocchia (ed un paio di "stranieri"), ci siamo iscritti al breve torneo invernale di calcio a 5 organizzato dal CSI. Abbiamo deciso di chiamare la squadra POLPO PAUL, in memoria del simpatico animale che aveva "predetto" la Spagna come vincitrice dei recenti mondiali di calcio. Ed il nome ha portato bene: infatti la squadra ha onorato la manifestazione classificandosi al primo posto! Il torneo è stato molto ben organizzato dal CSI provinciale, dando alle partite un taglio che privilegiava la sportività e la correttezza. Ecco i nomi degli atleti, ritratti nella foto qui a sinistra: Alessandro, Giacomo, Manuel, Giovanni (con il Polpo Paul), Diego, Gabriele, Omar. 11 settembre „11 Campo Chiutta Pag. 5 Esperienze di volontariato: UNA “VACANZA” IN AFRICA Quest’estate Tommaso Piccioni ha trascorso una vacanza molto particolare nel Continente Nero: un bel modo, secondo me, per dedicare un periodo di tempo agli altri; sicuramente un’esperienza che non può lasciare indifferenti, e che merita di essere raccontata. Come mai sei andato in Africa quest’estate? Ho trascorso due settimane con un amico in un centro estivo organizzato a Kangemi, una delle baraccopoli di Nairobi (la capitale del Kenia). L’iniziativa, che fa parte del progetto UPENDO (in lingua Zwahili significa AMORE), consiste nell’accogliere i bambini della baraccopoli durante l’estate (quando non vanno a scuola) dalla mattina fino a metà pomeriggio, per evitare che stiano in strada. Vengono fatti giocare, si insegnano balli, si fa qualche lavoretto manuale; viene servita loro una merenda a metà mattina (ma per molti si tratta del primo pasto della giornata) e il pranzo. Padre Alain, il missionario francese che gestisce la comunità (una persona che stimo molto: pensa che viene da una famiglia agiata, ma ad un certo punto ha interrotto gli studi per rispondere al suo desiderio di aiutare le persone meno fortunate) si occupa anche di organizzare corsi per le donne (si insegna il microcredito, per responsabilizzarle al risparmio) e di fornire consulenza e supporto spirituale ai malati di HIV (qui è ancora un problema molto diffuso, anche se in diminuzione rispetto a qualche decennio fa). Quali erano i tuoi compiti nella comunità? Io mi occupavo fondamentalmente delle pulizie, e davo una mano in cucina. I cibi più diffusi sono i cereali e le verdure, che vengono consumate bollite. Pochissimi possono permettersi la carne, a causa della povertà; la frutta è molto buona grazie al clima favorevole (minima 15°, massima 30° circa tutto l’anno). Il piatto più diffuso tra gli uomini è l’ugali, una specie di polenta di mais bianco cucinata con verdure cotte. Hai avuto modo di farti un’idea della città e dell’ambiente? Sì, siamo andati anche in un’altra baraccopoli molto più grande, in cui si vede una povertà veramente impressionante: le baracche sono costruite con materiali di scarto, lamiere e assi di legno; si vedono fogne a cielo aperto, mucchi di rifiuti bruciati. Per bere bisogna prima bollire l’acqua. La corrente elettrica, dove c’è, salta spesso. I contadini arano i campi con la zappa. Il tasso di criminalità è mediamente alto (durante la mia permanenza, sono stato derubato della macchina fotografica…), e sta aumentando il numero di episodi di violenza causati dai giovani (tra cui l’alcolismo sta diventando sempre più un problema). Nelle scuole statali, le classi sono molto numerose (anche un centinaio di alunni!). Però i giovani hanno una gran voglia di studiare, perché hanno capito che è l’unico modo per uscire dalla povertà: fanno tutto il possibile per risparmiare e guadagnare la cifra che permetta loro di frequentare l’università. Il Kenia è pieno di risorse naturali, in particolare giacimenti di car- MERCATINO DEL GREST Domenica 2 ottobre, dopo la messa, si terrà la vendita dei lavoretti del grest. L‟incasso, come sempre, andrà in beneficienza. Non mancate! bone e ferro. Questo aspetto non è sfuggito agli imprenditori cinesi, che negli ultimi anni si sono impegnati con il governo keniano a costruire infrastrutture (strade e altri servizi) in cambio della possibilità di sfruttare i giacimenti. Cosa ti sei portato a casa da questa esperienza? Si tratta sicuramente di un’esperienza molto forte, perché nel nostro mondo non siamo più abituati alla vera povertà. Ho avuto a che fare con persone splendide, che nonostante le difficoltà quotidiane si sono dimostrate molto cordiali e piene di gioia di vivere. Anche l’aspetto religioso mi ha colpito: nonostante le numerose confessioni religiose presenti (cattolici, protestanti, musulmani e altro), vivono tutti in armonia e senza particolari pregiudizi. È un’esperienza che consiglio a tutti, perché si impara ad apprezzare certe ‚agiatezze‛ che nella nostra vita sono date un po’ troppo per scontate: una doccia calda per esempio, oppure poter tenere la luce accesa alla sera per leggere un libro; o ancora, poter conservare i cibi in frigorifero. Inoltre, ci si rende conto come spesso i ‚grossi problemi‛ della nostra quotidianità non siano nemmeno lontanamente paragonabili ai veri problemi che si possono incontrare in altre parti del mondo... Insomma, mi sono trovato proprio bene, e spero di poter tornare l’anno prossimo! m.p. Pag. 6 NUMERO 17 Campo Chiutta SCOPRENDO FORRESTER — La pagina dei ragazzi Giornata Mondiale della Gioventù Prima di dire qualsiasi cosa bisogna premettere, a mio avviso, che la GMG è un momento esaltante, ‘clamoroso’, capace di attirare giovani da tutto il mondo, appartenenti ad un contesto religioso ben definito e molto legato alla persona di Papa Giovanni Paolo II. Uno dei motivi per cui si decide di prendere parte alla GMG è la ricerca di un’esperienza. Tuttavia, un giovane che affronta per la prima volta questo tipo di pellegrinaggio non si rende totalmente conto di ciò a cui sta andando incontro: è come una fune da afferrare, tenuta salda dalla fede, dalla ricerca di Dio, dalla fratellanza cristiana che circonda inesorabilmente tutto il pianeta stringendolo in una ‚morsa‛ di amore e carità. Si parte dunque spesso con una grande gioia nel cuore. Ed è così che sono partito anch’io alla volta del 10 Agosto. La nostra, rispetto a molti altri ragazzi cremonesi ed italiani, è stata una partenza anticipata, per includere nel pellegrinaggio anche la visita turistica ad alcune città spagnole. La prima tappa di questo viaggio è stata Benicarlò, piccola cittadina a sud di Barcellona, capoluogo della Catalogna che ha rappresentato la nostra sede logistica. A Benicarlò siamo stati ospitati in coppie presso famiglie spagnole. La mia era costituita dai genitori adottivi Juanjo e Ines, e dalle loro due bambine Marina e Irene: famiglia molto ospitale e piacevole, un’esperienza fantastica. La prima tappa di Benicarlò ha fatto da sedimento iniziale in preparazione alla vera e propria GMG: preghiera quotidiana, incontri, visite turistiche e svago… Non vi è qui nulla da raccontare di questi quattro giorni se non la straordinaria accoglienza e il caloroso affetto di una grande comunità che ci ha fatto sentire a casa nostra, tra fratelli, stretti in un grande abbraccio benché le nostre conoscenze reci- proche fossero scarse. La sera del 15 Agosto dopo i vespri siamo partiti alla volta di Madrid, tappa principale del vero e proprio pellegrinaggio della GMG. Stavolta un alloggio più spartano: una palestra per i maschi e una per le femmine, il tutto supportato dalla condivisione e dell’amicizia. Sveglia quotidiana alle sette circa (ciò può sembrare ragionevole ma non lo è se l’ora media di rientro è l’una di notte) per rendere possibile a tutti di fare la doccia, colazione e prepararsi per l’itinerario quotidiano. A Madrid nei primi giorni abbiamo assistito a tre fantastiche Catechesi, incentrate ovviamente sul tema principale della GMG ‚Radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede”. Il primo giorno è stato niente meno che il cardinale Dionigi Tettamanzi a tenere per noi una catechesi incen- trata sul tema della fede, della ricerca di Dio che: ‛Non è altri che colui che ci indica la strada per raggiungere la gioia vera”: ”La fede non è altro che riconoscere che Dio è dentro di noi e ci sostiene, ci cerca per essere a sua volta cercato, aspettandoci poi al capolinea‛. Nei giorni successivi abbiamo ascoltato un Vescovo umbro e infine il nostro mons. Dante Lafranconi. Primo vero incontro della GMG è stata la Via Crucis, in Piazza Cibeles,il venerdi sera, durante la quale ho sperimentato le prime forti emozioni: quando si è davanti al maxi schermo e si nota l’immensa moltitudine di giovani (più di 500.000) che ti circondano, tutti uniti da uno stesso desiderio di fede e di preghiera, si assapora in qualche misura la portata e la grandezza del messaggio cristiano. Al sabato, pellegrinaggio verso l’aeroporto di Quattro Vientos per la Veglia serale con il Papa, momento culminante di tutta la GMG. Una camminata di almeno 9-10 km, a simboleggiare la strada che ognuno di noi deve percorrere per raggiungere Dio: in fondo il cristiano è un credente perennemente in cammino, alla ricerca di Dio. Abbiamo raggiunto il nostro posto esausti. Ciò nonostante, lo spettacolo che si presentava davanti a noi era esaltante, spaventoso e immenso al tempo stesso: una marea umana di giovani (più di 2.000.000) che si estendeva per l’intero aeroporto del quale non si vedeva la fine con a capo un grossissimo palco bianco. Aspettammo a lungo l’arrivo del Papa che purtroppo portò con se la pioggia. Nonostante le impervie 11 settembre „11 condizioni meteorologiche l’intera marea umana riuscì a raccogliersi in preghiera e in adorazione nel silenzio, anche il nostro gruppo: un miracolo in quelle condizioni. Dopo la pioggia, notte tranquilla fino al mattino. La Santa Messa celebrata da Benedetto XVI fu un connubio di piccoligrandi momenti significativi che seguirono anche dopo la celebrazione: il Padre Nostro recitato con le mani aperte e unite a formare una catena umana, come a simboleggiare l’unione spirituale, il legame che ci rende figli di Dio,è stato un momento esaltante per me, così pure la comunione, che come è noto non si è potuta svolgere per i disastri del temporale, è stato un momento di raccoglimento e di preghiera molto intenso. Grandi emozioni, forte esperienza! Dopo la messa, nel pomeriggio partenza per Barcellona, ultima tappa del nostro cammino. E naturalmente visita alla magnifica basilica, la Sagrada Familia, meta non a caso, data la sua bellezza, di numerosi turisti. Ed è proprio qui a Barcellona che si conclude il mio fantastico pellegrinaggio in un paese, come la Spagna, meraviglioso per monumenti, Campo Chiutta tradizioni, e cultura. Certo non è bello annoiarvi solo con un resoconto della mia esperienza. Ho pensato quindi di concludere con una riflessione sul vero significato di questo viaggio. E dopo, che resta? Quale ripercussione nella vita dei giovani che vi hanno partecipato? E‟ una domanda centrale che porta a discernere e valutare la sostanza umana e cristiana di questi eventi giustamente definiti spettacolari. Le motivazioni, che sono anche espressioni palpabili della GMG ”spettacolo“ si potrebbero raggruppare in tre parole: in tanti, insieme, in festa. Indubbiamente il grande numero connota sostanzialmente le GMG: nemmeno i grandi concerti rock sono in grado di radunare una popolazione simile così raccolta e ordinata. Una seconda connotazione è l’essere insieme, nelle celebrazioni, lungo le strade, negli accampamenti, nella grande veglia. E‟ una fraternizzazione gigantesca che mette insieme nazioni, Pag. 7 razze, culture, stili di vita, giovani della stessa diocesi uniti dalla stessa fede. In festa: tale è certamente il contrassegno più riscontrabile. E‟ la festa di incontrare il Papa e tantissimi Ves c o vi , m a ga r i quello della propria diocesi che non si è visto prima, la festa di ascoltare la Parola di Gesù con un‟attenzione diversa in modo bello e gratificante, è la festa di essere fuori casa, di stare con gli amici, di fare certe cose mai fatte prima. E‟ la festa se si vuole, di andare al di là delle regole più consuete della routine quotidiana, la festa di „sperimentare il credo cristiano in maniera più gioiosa ed attraente rispetto a volte alla povertà di segni convincenti nelle comunità di appartenenza. Ed è forse questa festa a rendere speciale la GMG nella sua pienezza: è la condivisione cristiana uno dei motivi principali del suo successo. Se questi sono i tratti dello “spettacolo” non si può automaticamente parlare né di puro fatto emotivo, né di una esperienza tipo „esercizi spirituali‟. Le GMG hanno una breve durata, un tempo non sufficiente quindi per una conversione o per far crescere la propria fede e questo le fa apparire come una folata di vento. Ma è anche vero che l‟esperienza delle catechesi tenute dai Vescovi, soprattutto l‟ascolto delle parole del Papa, le vivaci celebrazioni eucaristiche quotidiane, il cammino di preparazione che comincia l‟anno prima per i giovani che vogliono parteciparvi, ebbene tutto questo ci riporta alle parole di Papa GIOVANNI PAOLO II: ”Io accendo il fuoco, tocca ad altri mantenerlo acceso”. m.g.