Pag. 12
Campo Chiutta
POST IT
Questione morale in politica:
un’emergenza
La questione morale in politica come in tutti gli altri ambiti del
vivere pubblico – oggi è sempre
più grave e urgente e non riguarda
solo le persone ma anche le strutture e gli ordinamenti. In questi ultimi anni dai palazzi non sempre
abbiamo avuto esempi di rettitudine e di impegno disinteressato per
il bene comune, piuttosto siamo
stati abituati ad assistere ad un
progressivo svilimento dei comportamenti, sia pubblici che privati,
senza che nessuno ne fosse particolarmente scosso, quasi, invece,
l’abbiamo percepito come un modo
‚moderno‛ di intendere l’impegno
politico con un atteggiamento
clientelare e smaccatamente teso a
garantire privilegi individuali e/o
di casta a danno di tutti.
Quanto sono lontani gli insegnamenti dei padri della Repubblica,
che credevano nel bene comune e
che si spendevano per creare un
contesto sociale capace di far crescere un Paese e non solo garantire
i singoli, con un tornaconto!!!
Ovviamente questa generalizzazione rischia di far passare in secondo piano l'impegno generoso e
la rettitudine limpida di molti che
operano nel mondo della pubblica
amministrazione, dell'economia e
della finanza destinati a ricoprire
ruoli secondari rispetto alle tante
‚primedonne‛ della politica italiana.
Siamo stufi di improvvisazione,
di mancanza di un disegno e di
progettualità, che futuro che ci immaginiamo, per noi e per i nostri
figli? Che modello politico e sociale
vogliamo trasmettere? Non è certo
col populismo o con le piccole concessioni che si risolvono i problemi,
bensì con un’analisi attenta delle
questioni proponendo soluzioni
eque, rispettose degli interessi di
tutti.
La questione morale, in questo
critico momento di crisi economica,
diventa così una priorità e non solo
come problema politico, ma culturale-educativo: bisogna ricominciare a credere a quei valori che hanno
NUMERO 17
SABATO 17 SETTEMBRE ore 15.15:
DOMENICA 19 SETTEMBRE ore 11:
11/09/11
IL PENSATOIO
Il regalo di corruzione
è come un talismano
per chi lo possiede:
dovunque egli si volga
ottiene successo …
L'iniquo accetta regali
sotto banco
per deviare
il corso della giustizia.
Dal libro dei Proverbi
ispirato la nostra democrazia.
Tuttavia anche noi siamo corresponsabili di questa situazione perché, se è vero che l’intera classe
politica in questi ultimi anni non
ha affrontato i reali problemi delle
persone, però è altrettanto vero,
che noi glielo abbiamo permesso,
tollerando il degrado dei comportamenti e la scarsa preparazione, e
spessore morale, di coloro che abbiamo delegato a gestire ed amministrare il nostro Paese.
a.z.
SETTIMANA IN PREPARAZIONE ALLA
FESTA DELLA DEDICAZIONE DELLA CHIESA
VENERDI 16 SETTEMBRE ore 20.30:
NUMERO 17
Periodico della Parrocchia S. Martino Vescovo, Levata (CR)
IN COMUNIONE
CON LA CHIESA
E’ sicuramente giusto e utile riservare lo spazio dell’Editoriale ad
una parte della riflessione che il
Vescovo Lafranconi ha comunicato
alla diocesi al termine della Visita
Pastorale, durante la quale ha incontrato, in un viaggio durato alcuni anni, tutte le comunità parrocchiali, grandi e piccole, anche quella di Levata. Le riflessioni del Vescovo sono raccolte in un libretto
che ha questo titolo: ‚Uno sguardo
retrospettivo aperto sul futuro‛.
In comunione con la Chiesa. La
Visita Pastorale ha costituito
un’esperienza forte di comunione delle
singole parrocchie nella Chiesa diocesa-
na e, tramite il Vescovo, nella Chiesa
universale. Pressoché in ogni parrocchia ho sentito ripetere questo concetto
nelle parole che il parroco mi rivolgeva
all’inizio della Visita Pastorale.
Il futuro della nostra Chiesa diocesana si profila come una occasione in
cui declinare concretamente la Comunione nelle forme delle Unità pastorali,
dell’interparrocchialità, delle collaborazioni organiche a livello zonale o interzonale (come in parte si è già cercato di
fare, per esempio nella formazione teologica-pastorale degli Operatori pastorali, dei catechisti, o nell’ambito della
pastorale sociale e — si auspica della
pastorale scolastica).
Occorre però superare l’attaccamento
ad oltranza a forme di individualismo e
autosufficienza riscontrabili nel modo
di concepire la parrocchia e il ministero
presbiterale. Si tratta di capire che
l’unità e la collaborazione consentono
di ampliare le risorse e di qualificare il
servizio alle stesse comunità cristiane,
sulla base di una cooperazione che affonda le radici nella ecclesiologia di
comunione (siamo tutti membra dello
stesso corpo) e ha di mira il bene dei
fedeli da perseguire nel modo migliore.
E’ la stessa ecclesiologia di comunione
a far emergere, nell’oggi delle nostre
comunità, la necessità che l’unità e la
collaborazione tra comunità diverse
debba fondersi e trovare alimento anche
da esperienze di fraternità presbiterali
che condividono nella concretezza quotidiana le varie dimensioni della vita e
del ministero”.
In questo numero:
In comunione con la Chiesa
1
Contrappunto:
Chiesa e abusi sui minori
2
Borsa di Studio
“Leonilda Sinelli”
3
Grest 2011
3
Cresime - Confessioni 2011
4
Una “vacanza” in Africa
5
Giornata Mondiale della Gioventù 2011
6-7
Levata: Storie e Immagini
8
Un libro, un CD, un DVD
9
I mestieri di una volta: mestieri e
10-11
personaggi scomparsi
La voce della Ciria
11
Post-it, Avvisi
12
Pag. 2
NUMERO 17
Campo Chiutta
IL CONTRAPPUNTO:
‚Le cause e il contesto di abuso
sessuale di minori da parte di preti
cattolici negli Stati Uniti, 1950 2002‛, questo il titolo del rapporto
commissionato nel 2010 dalla confederazione americana dei vescovi
al John Jay College of Criminal Justice di New York. Lo studio smentisce una correlazione tra omosessualità e abusi sessuali spiegando
l’inflazione di casi simili come conseguenza del relativismo culturale
degli anni ‘60 e ‘70. Il permissivismo, l’aumento dell’uso di droghe
e il crimine avrebbero creato un
contesto favorevole all’aumento
degli abusi, aggravato da una inadeguata educazione sessuale e preparazione al celibato (va sottolineato però che nel clero protestante,
dove è permesso il matrimonio, vi
sono casi di abusi sessuali non inferiori a quelli del clero cattolico).
Purtroppo la realtà americana non
è a sé stante: numerose condanne
sono arrivate anche in ambito europeo, non senza coinvolgere l’Italia
(basti pensare al caso di don Seppia, parroco genovese accusato di
abusi sessuali su minori e cessione
di sostanze stupefacenti).
La posizione della Chiesa si man-
La redazione:
 Don Carlo Cernuschi
 Isa Alenghi
 Matteo Pisati
 Stefano Tolomini
 Rossana Visigalli
 Filippo Bottaioli
 Lara Ghezzi
Hanno collaborato a questo numero:
 Assunta Zanetti
 Giacomo Lazzari
 Matteo Ghezzi
 Attilia Mazzolari
 Tommaso Piccioni
 Giovanni Pisati
Si ringrazia Giovanni Pisati anche
per le filastrocche di pag. 11.
Campo Chiutta è il periodico della
Parrocchia S. Martino Vescovo - Levata. E’ prodotto e stampato completamente con mezzi propri.
CHIESA E ABUSI SUI MINORI
ALCUNE TAPPE DELLA
LOTTA ALLA PEDOFILIA
NELLA CHIESA :
2005: la competenza in materia di
dispensa sacerdotale passa dalla
Congregazione per il Culto Divino e
la Disciplina dei Sacramenti alla
Congregazione per il clero
2007: Benedetto XVI annulla il
cosiddetto "quarto voto dei Legionari di Cristo”. Tale voto vietava ai
Legionari di criticare l'operato o la
persona del superiore e li obbligava
ad avvisare il superiore, qualora un
confratello lo avesse fatto.
17 aprile 2008: PER LA PRIMA
VOLTA NELLA STORIA UN PAPA
INCONTRA UN GRUPPO DI VITTIME DI PRETI PEDOFILI. L'incontro
avviene nella Nunziatura a Washington D.C.
20 maggio 2009: viene pubblicato
il "Ryan report" (Rapporto Ryan)
sugli abusi commessi da sacerdoti
cattolici in Irlanda.
26 novembre 2009: viene pubblicato in Irlanda il "Murphy Report" (Rapporto Murphy), uno studio
sugli abusi sessuali commessi dal
clero nella diocesi di Dublino dal
gennaio 1975 al maggio 2004.
12 aprile 2010: viene pubblicato
il regolamento interno della Congregazione per la dottrina della fede
redatto nel 2003 e strumento fondamentale nella lotta agli abusi.
15 luglio 2010: vengono pubblicate le MODIFICHE INTRODOTTE
NELLE NORMAE DE GRAVIORIBUS DELICTIS (vedi sotto).
16 maggio 2011: pubblicata
la Lettera Circolare della Congregazione per la dottrina della fede per
aiutare le Conferenze Episcopali
nel preparare Linee guida per il trattamento dei casi di abuso sessuale
nei confronti di minori da parte di
chierici.
tiene su una linea dura contro tali
crimini e contro l’omertà che spesso
ha nascosto molti reati. Non è giusto discreditare in modo generalizzato la Chiesa Cattolica, ma non
vanno sminuite le responsabilità.
Le parole che ci arrivano sono certamente di trasparenza e condanna;
cito le parole del Santo Padre ribadite dal cardinal Scola e dal Cardi-
nal Bagnasco: ‚la pedofilia è un crimine odioso, ma anche un peccato scandalosamente grave che tradisce il patto di
fiducia inscritto del rapporto educativo< se commesso da una persona consacrata, acquista una gravità ancora
maggiore‛.
Lorenzo Bertocchi, studioso di
storia del cristianesimo, in
un’intervista sottolinea il clima di
confusione etica in cui viviamo,
dove gli accusatori del clero sono
gli stessi che accettano ogni arbitrio
del singolo e dove d’altra parte
manca ancora chiarezza dottrinale
necessaria ad un ritorno ai fondamenti del cristianesimo. ‚Il vero
nemico da combattere è il peccato[<]
che a volte contagia anche i membri
della Chiesa‛, ha detto Benedetto
XVI. Bertocchi ribadisce la necessità
di un recupero del senso del peccato, spesso travolto da troppa sociologia e psicologia, dove riconoscersi
peccatori è la via per accogliere la
misericordia di Dio. Il problema è
che, come dice lui, in molta catechesi ‚il termine “PECCATO” è sempre
meno di moda<”
i.a.
DE DELICTIS GRAVIORIBUS
(circa i delitti più gravi)
E’ una lettera scritta da Joseph
Ratzinger il 18 maggio 2001 rivolta a
tutti i vescovi e ad altri membri della
gerarchia della Chiesa cattolica. Le
principali novità sono:
I vescovi devono segnalare immediatamente i casi fondatamente sospetti.
La Congregazione si riserva di
prescrivere ulteriori accertamenti da
parte dei tribunali diocesani.
Al termine del processo di primo
grado i vescovi devono fornire una
documentazione completa al Vaticano.
I termini per la prescrizione canonica sono stabiliti in 10 anni dal raggiungimento della maggiore età del
minore e non 10 anni dal crimine.
11 settembre „11
glia Zanetti, poi dalla Rùuchètàa.
I tempi stavano cambiando rapidamente, le nuove norme sanitarie
cominciavano a regolarizzare certe
attività (soprattutto legate al settore
alimentare), di conseguenza cessarono in breve tempo. La gente trovava
tutto e di meglio negli esercizi che si
stavano rinnovando velocemente.
Nelle vecchie osterie, la domenica
si potevano gustare le buone scodelle di trippa, i bei piatti di avola
(ambùlìina rùstìida o in ajön), oppure i
nervetti, il tutto bagnato con bicchieri di vino buono; ora sono diventate Bar, Paninoteche, e tanti
nomi strani che noi anziani non riusciamo a ricordare. Sono spariti quasi ovunque i giochi di bocce, le famose partite alla Morra, le partite a
tre sette o briscola, sostituite dal
gioco di Scala o Ramino.
In paese vi erano anche due norcini "màsalèer" (Giülièt e Mancìin) che
con i loro arnesi durante i mesi invernali andavano per le case dei
privati a macellare il maiale. Si vedevano passare con una carriola di
quelle con il piano, a cui era fissata
la "misa o mìsèeta", una vasca di legno con maniglie che conteneva la
macchina a mano per tritare la carne
e insaccare; c'era la sgarbàagna con
dentro i vari coltelli e la mannaia
per squartare e rompere gli ossi del
maiale. I "màsalèer" solitamente erano persone che svolgevano altre
attività, nei mesi invernali esercitavano questo lavoro per i privati.
Giülièt e Bigiola avevano anche una
ortaglia, portavano al mercato di
Cremona i loro prodotti; in alcuni
Campo Chiutta
periodi dell'anno noi ragazzi andavamo a comperare qualche frutto di
stagione, in particolare ricordo i piccoli cartocci di ciliege, di ribes o di
fragole.
Il calzolai erano due: Piero aveva il suo banco di lavoro in casa
sotto la scala di legno con una
finestrella che dava sulla strada
adiacente; quando usciva di
casa per consegnare il lavoro
avvolgeva le scarpe in un fazzolettone colorato che legava al
manubrio della sua strana bicicletta (aveva un solo pedale che
girava mentre l'altro rimaneva
fisso). Casalìin el scarpèer aveva
il banco di lavoro vicino ad una vetrata dalla quale lo potevi vedere
lavorare stando fuori in strada: teneva dei chiodini "sùmèensìini" tra le
labbra e uno alla volta li impiantava
nelle scarpe; io, curioso, mi fermavo
spesso a guardare, lui da dentro con
la mano mi faceva cenno di andarmene.
I falegnami erano quattro e ognuno aveva la sua specializzazione: la
famiglia Salomoni negli ultimi anni
di attività si era specializzata nel
fabbricare armadi frigorifero per
negozi di alimentari. Davini e Ippolito eseguivano lavori di piccola manutenzione per privati. Il più longevo come attività è stato il simpatico
Guido "el maréngòon", che eseguiva
lavori di ogni genere: per i ragazzi è
sempre stato un simpaticone e sempre pronto a scherzi, tanti ancora
oggi lo ricordano per il fatto che
sacrificava volentieri parte del suo
tempo per preparare piccoli buonissimi dolcetti "bùumbunìin", e altri
fatti identici ma in legno; mischiandoli, li regalava ai ragazzi che passavano dalla sua bottega il giorno di
carnevale, ed era tutto soddisfatto
nel vedere la faccia dei ragazzi
quando li mettevano in bocca. La
sua bottega è ancora visitabile ed è
rimasta intatta come l’ha lasciata.
Continua sul prossimo numero…
giovanni pisati
Adattato da m.p.
Pag. 11
La “voce” della Ciria
Filastrocche e storielle per fare
dormire, mangiare, o far tacere i
bimbi che piangevano.
Ghera nà volta en re setìit in söl sofà,
el disiva ala sö serva cünteme na stòria, la serva cominciò...
C'era una volta un re seduto sul sofà
diceva alla sua serva raccontami una
storia, la serva incominciò: c'era una
volta un re ecc. ecc. la storia finiva
quando il bimbo dormiva o…
Didiin, marmeliin, matalunga , friga
ùc, masa piùc.
Dita della mano, mignolo, anulare,
medio, indice, pollice.
El didiin lè cascàat in del pùss, marmeliin el la tirat sü, matalunga el la
sügàat, friga uc el ga fàat la panada,
masàa piùc el la mangiàada e lè diventàat gròos.
Il mignolo è caduto nel pozzo, l'anulare l‟ha tirato su, il medio l‟ha asciugato, l'indice ha fatto la panada, il pollice l‟ha mangiata ed è diventato grosso. (Panada: piatto povero cremonese
ottenuto utilizzando pane vecchio e
brodo, messi a macero e cotti con aggiunta di un uovo sbattuto e formaggio)
Din, don, fàa li campani dé Pizighetòon, iöna la suna, iöna la bala, iöna la
fàa i capéi de paia, iöna la fàa i capéi
dèe spiin dée metìghe in còo a Battistiin, Battistiin dè la còoca rusa, quanti
àan la ghé custàa, el ghèe làa dè quarant'àan, el la porta fina a Milan, el la
porta anca a Veruna in dua i pista l'erba buna. L'erba buna lè ben pistàada,
la Rusina lè inamuràada, lè inamuràada del barbéer tola tola per muéer, sa
lè bela la tudaròo se lè bröta la sbataròo, la sbataròo in del fusàdel indua
canta chel galel.
Din don fanno le campane di Pizzighettone, una suona , una balla, una fa i
cappelli di paglia, una fa i cappelli di
spine per mettere in testa a Battista,
Battista della testa rossa, quanti anni
che la porta, ce là da quarant'anni e la
porta fino a Milano, la porta anche a
Verona dove pestano l'erba buona, l'erba buona è ben pestata, la Rosina si è
innamorata e si è innamorata del barbiere, prendila, prendila per moglie. Se
è bella la prenderò, se è brutta la butterò, la butterò in quel fossetto dove canta quel galletto.
i.a.
Pag. 10
Campo Chiutta
NUMERO 17
I mestieri di una volta:
PERSONAGGI DI LEVATA E MESTIERI SCOMPARSI
Prosegue lo speciale racconto “a
puntate” preparato da Giovanni
Pisati: un resoconto di alcuni mestieri che nel corso degli anni sono
scomparsi dal nostro paese, e soprattutto un ricordo delle persone
che li hanno svolti. Questa è la seconda puntata; il racconto si concluderà con la terza parte nel numero di Natale.
Il progresso cominciava ad affascinare la gente, la moda dettava la
sua supremazia sulle abitudini, e
anche chi nel passato aveva dedicato la sua vita al lavoro per confezionare abiti, camice, indumenti vari
anche di maglieria dovette smettere. La sarta che per prima emigrò
fu Maria T. che si trasferì a Cremona, mentre la signora Ambra B. si
ritirò per seguire le proprie faccende di casa.
Il lavoro di magliaia veniva svolto
dalla signora Maria Pia R. e dalla
signora Luisa C.; quest'ultima proseguì l'attività confezionando altri
prodotti. La signora Angela B., appassionata di cucito, insegnava alle
ragazze a ricamare, oltre ad insegnare catechismo in oratorio e sorvegliare i ragazzi che assistevano
alle proiezioni cinematografiche
organizzate da don Ettore.
Anche il piccolo caseificio che si
trovava a fianco della cascina Palazzo, gestito dalla famiglia Bianchini, cessò l'attività per esigenze di
mercato. In questo caseificio veniva
lavorata una piccola quantità di
latte, ricavandone qualche forma di
grana, una piccola quantità di burro, e venivano allevate alcune decine di suini, alcuni dei quali acquistati da privati per uso famigliare.
Anche i mugnai della famiglia
Scampa dovettero cedere l'attività
per motivi personali a favore di un
mugnaio proveniente da Derovere;
anch’egli dopo vari cambiamenti e
particolari circostanze cessò l'attività.
Un personaggio mitico era la signora Agata, donna di una certa età
(almeno per noi ragazzi): ogni domenica, quando le giornate erano
serene, passava con il suo carretto
trainato a mano e sostava sotto i
platani in riva alla roggia S. Antonia (quella che passa davanti alla
chiesa, ora coperta dalla strada);
con il tempo incerto o piovoso, invece, sistemava il suo carretto sotto
il portico dell'osteria di Barbieri
(Bigìin Dèsön). Sopra quel carretto
c'erano mele, pere, arance, limoni e
altra frutta di stagione; si potevano
comprare anche dei dolciumi, in
particolare piccoli giuggioli neri o
liquirizie nere "gigiulìin nighéer o lìi
cìchìi nigri" che immergevamo nei
limoni (si succhiava il succo diventato dolce amaro, dopo aver sfregato a mo’ di stantuffo la liquirizia nel
limone); si poteva
comperare anche la
liquirizia verde in
bastoncini, "regulizia
in bàac".
Durante la stagione
invernale erano
molto richieste le
caldarroste che venivano preparate
sul posto: per quest a prep ar a zi o ne
veniva usata un
fornello in ferro ed
una padella forata con manico lungo di legno per farle saltare: questa
operazione otteneva anche il risultato di pelare le caldarroste. Per il
fuoco venivano usate le piante del
granoturco, "mèléegas"; non mancava la farina di castagne che ci veniva consegnata su dei foglietti di
carta: immancabilmente appena
comperata c'era qualcuno che da
dietro ti picchiava sulla nuca e di
conseguenza con un soffio, parte
della farina volava via o finiva sui
vestiti dei vicini. Appena faceva
buio la signora si ritirava, alcuni
ragazzi aiutavano la signora a spingere il carretto per avere come compenso una liquirizia o qualche castagna.
Il posto dell'Agata venne mantenuto da Primèet, un signore rimasto
invalido in un incidente (a causa
del quale perse una gamba); per
mantenersi continuò l'attività aggiungendo anche i gelati nella stagione estiva: serviva i gelati dentro
i coni e li preparava con un cucchiaio con il manico piegato per
poterlo girare nella sorbettiera di
rame (che si trovava immersa nel
ghiaccio in un contenitore al centro
del carretto e tenuta coperta con dei
panni), oppure li preparava usando
due dischetti di pasta simile ai coni,
ne posizionava una in un cilindro
di rame con diverse tacche che regolava a seconda dei centesimi di
gelato che venivano richiesti, riempiva il cilindro, metteva il secondo
disco e il gelato era servito: bisognava fare in fretta a mangiarlo,
perché gocciolava da tutte le parti!
Oltre a questa attività durante la
settimana egli girava per i paesi
con l'organetto a rullo (vèerticàal),
suonando canzoni in voga e molto
orecchiabili; in compenso raccoglieva qualche spicciolo. Dopo di lui
per qualche anno il banco domenicale venne mantenuto dalla fami-
11 settembre „11
Pag. 3
Campo Chiutta
BORSA DI STUDIO “LEONILDA SINELLI”
STORIA DI UNA STRAORDINARIA NORMALITA’
Il ricordo di solito è legato alla
nostalgia, al ‚tempo che fu‛: questa
storia invece ha il sapore di un ricordo che diventa futuro, che traccia una strada ancora da percorrere.
E’ l’ultimo regalo che ci ha lasciato Leonilda: una Borsa di Studio
per studenti delle Elementari e delle Medie di Grontardo e di Levata.
Proposta e finanziata dalla famiglia Piccioni, la borsa è sostenuta e
promossa dall’Amministrazione
Comunale e dall’Associazione Solidarietà che ne condividono le finalità ed il desiderio di farla diventare
una bella tradizione per il nostro
paese. Anche la nostra Parrocchia
sta pensando a delle modalità di
intervento e promozione di questa
iniziativa.
Il riconoscimento intende premiare quegli studenti che ‚ce l’hanno
messa tutta‛, non necessariamente i
più bravi: ma quelli che si sono impegnati a fondo senza risparmiarsi
nel lavoro e nello studio, e che durante l’anno si sono distinti per la
generosità e l’aiuto verso gli altri:
nello spirito che ha spinto Leonilda
all’impegno nel volontariato, senza
risparmio, con dedizione assoluta,
pur nella normalità di una vita familiare e di paese.
Gli studenti sono stati scelti in
autonomia dalle maestre delle elementari e dai professori delle medie, che poi hanno segnalato le candidature ad una commissione composta da: Amministrazione Comunale, Minoranza, Associazione Solidarietà, Oratorio di Levata, Scuole
Elementari, Scuole Medie. Tutti
insieme si sono decise le modalità
di assegnazione, che quest’anno si
sono svolte durante la festa di fine
anno delle elementari, e durante la
festa AMICI DA RICORDARE di
Levata.
Per la cronaca i premi 2011 sono
andati a: Jatinder, Giacomo e Mariachiara (tutti ragazzi di nostra
conoscenza …).
Nelle prossime settimane la commissione si riunirà di nuovo per
stabilire una traccia da proporre a
tutti gli studenti, per portarli a conoscenza della Borsa di Studio
2012, con l’augurio che siano spinti
a dare il massimo, a mettercela tutta.
Siamo certi che Leonilda ci sta
guardando sorridente, vedendo che
il suo ricordo diventa stimolo per le
giovani generazioni nel mondo della scuola, ambiente che lei conosceva bene e dove ha sempre concentrato i suoi sforzi educativi.
s.t.
GREST 2011: BATTIBALENO
INSEGNACI A CONTARE I NOSTRI GIORNI
Questo il tema conduttore del
GREST che, nelle due settimane dal 4
al 15 luglio scorso, ha visto i ragazzi
impegnati all’oratorio, sotto la guida
di Don Carlo e con l’aiuto dei collaboratori. Il logo, simbolo del tema: un
bambino che tiene in mano il tempo e
prova a governarlo. Che cos’è il tempo? … “Spazio infinito nel quale si
verifica il fluire degli eventi in una
successione che comporta un passato, un presente e
un futuro …‛. Senza perderci in lunghe disquisizioni,
facendo riferimento alla Bibbia, scopriamo che il tempo
è—anzitutto per l’uomo—dono di Dio ed è proprio
nell’apprezzamento e nell’utilizzo di questo dono che
la nostra vita trova il suo più profondo significato. Nel
tempo si nasce, si cresce, si costruisce la vita stessa come relazione con gli altri e con Dio: è, perciò, di fondamentale importanza spendere bene il proprio tempo.
Saper contare i nostri giorni, infatti, significa compren-
dere la preziosità, rendersi conto
che dal modo in cui li facciamo
scorrere dipende la riuscita o il fallimento del nostro essere uomini. La
fede, infine, ci porta a considerare il
tempo in funzione dell’eternità: se
avrò capito e trovato il mio posto
nel frammento d’eternità che è la vita
del mondo, avrò in dono l’eternità
accanto a Dio.
Dieci episodi biblici hanno suggerito le nostre riflessioni sul dono del tempo; i lavoretti, realizzati dai ragazzi, con la dedizione solerte e premurosa di Marisa e
Silvia cui va il nostro grazie, hanno visto l’utilizzo del
tempo in attività benefiche il cui ricavato andrà alla Caritas Diocesana. Un grazie anche a Matteo per
l’organizzazione e la conduzione dei giochi e ai numerosi ragazzi per la viva partecipazione e serietà dimostrate.
g.l.
Pag. 4
Campo Chiutta
NUMERO 17
Un LIBRO
Ripensando alla S. Cresima
Alla ripresa del nostro cammino
verso una più consapevole responsabilità cristiana, dopo il ricevimento della Cresima, abbiamo pensato
di presentare ai compagni di catechesi, al catechista e a madrine e
padrini alcune domande. Le risposte serviranno a voi per fare conoscere al meglio le emozioni che abbiamo provato e a noi per farci riflettere sul profondo significato del
Sacramento.
Cosa è stata per voi la Cresima?
GIULIA: La Cresima per me è
stata una tappa fondamentale poiché mi sono resa conto che la mia
fede si è rafforzata e maturata. Sono
molto felice di avere al mio fianco
una guida protettiva che è il maestro Giacomo e anche di avere come
madrina una persona che fa parte
del mio quotidiano da sempre e che
saprà aiutarmi nel futuro.
CHIARA: Un momento emozionante perché è un traguardo su cui
abbiamo lavorato per parecchi anni
e che mi ha fatto riflettere sulla mia
vita. Il momento più emozionante
della celebrazione è stato durante la
lettura delle nostre riflessioni sui
Sette Doni dello Spirito Santo. Leggere davanti a tutti i miei pensieri
era come esporre a tutti il mio sentire la fede.
SIMONE: Il sacramento che ho
ricevuto è stato indispensabile per
compiere il mio cammino di fede,
PROPOSTE
lo descrivo
come un
momento
davvero emozionante
che mi permetterà di
proseguire
nel mio essere ‚giovane
cristiano‛.
Come ti sei sentito nel Tuo ruolo
di catechista ad accompagnarci nel
cammino verso la Cresima?
MAESTRO GIACOMO: Il termine
accompagnarci è appropriato: il
catechista è un accompagnatore e
non un semplice istruttore. È chiaro
che quest’anno ho vissuto più degli
anni passati il mio ruolo con un
certo timore poiché molti dopo aver
ricevuto la Cresima credono di essersi liberati dagli impegni catechistici ritenendo concluso il cammino
di accostamento alla Parola di Dio.
Non ci si può mai ritenere cristiani
maturi, per cui è stata mia particolare cura presentarvi il sacramento
come una tappa importante del nostro cammino che è la vita.
Come vi siete sentiti partecipi
alla Cresima? (padrini e madrine)
SILVIA: ero molto felice e onorata
di essere stata scelta per questo
compito impegnativo; ho cercato di
dare da subito il mio sostegno,
standole sempre accanto.
CULTURALI E DI CATECHESI PER
L’ANNO 2011-2012
Desideriamo proporre per il nuovo
Inoltre, con l’ausilio di Don Bruno Bi-
anno pastorale alcuni incontri di cate-
gnami verrà presentato la nuova pub-
chesi per le famiglie e per tutta la co-
blicazione del libro di Don Primo Maz-
munità parrocchiale sulla figura di
zolari IL SAMARITANO.
Gesù dal punto di vista storico: un
Infine, come tradizione, ai genitori
tentativo di ricostruire la figura di
verranno proposti incontri di cateche-
Gesù di Nazaret attraverso l'analisi
si in preparazione ai sacramenti, so-
critica dei testi antichi e il confronto
prattutto alle famiglie che si prepara-
con il contesto storico e culturale del
no alla Cresima e alla Prima Comunio-
tempo.
ne.
11 settembre „11
I Pilastri della Terra
Ken Follett
1989 - Mondadori
€ 15.00
Per me è stato come ricresimarsi
vivendo come un rafforzamento
della fede, un fuoco sempre da alimentare, anche da adulti.
DONATA: Mi sono sentita molto
coinvolta, soprattutto negli incontri,
i quali sono stati molto costruttivi e
interessanti, luoghi di discussione e
di confronto. Non sono stati troppo
difficili e in questo modo ho potuto
capire più approfonditamente il
significato che hanno realmente i
Doni dello Spirito Santo.
ALESSANDRO: Mi sono sentito
felicemente coinvolto poiché anche
per me si è trattato di un momento
molto intenso, mio figlio stava vivendo un’esperienza molto importante della sua vita che spero lo aiuti a compiere delle scelte corrette
nel suo futuro.
GIAMPIERA: Nella preghiera
soprattutto. Ho pregato Dio affinché mio nipote segua correttamente
la morale cristiana e riesca nel vero
percorso della fede, imparando
chiaramente a discernere il bene dal
male.
ISA: Mi sono sentita tre volte partecipe: la prima come amica, per me
è stato un onore che Lara abbia
pensato a me; la seconda come parte di una comunità che si è stretta
attorno a voi cresimandi per farvi
sentire tutto il suo sostegno e la
terza davanti a Dio, consapevole
che quest’ultima non è stata soltanto la partecipazione ad un bel momento ma l’inizio di un cammino di
fede che condivideremo sempre.
l.g., f.b.
Chi di noi non ha mai
desiderato o sognato di fare un viaggio indietro nel tempo per vivere
una giornata in un determinato periodo storico? Io sì, e Ken Follett,
con ‚I pilastri della terra‛, mi ha
regalato questa opportunità.
L’autore inglese ricostruisce in
modo straordinario un’epoca scomparsa e affascinante, che entusiasma
il lettore in maniera sconvolgente
senza mai annoiarlo. Siamo
nell’Inghilterra medievale, dove si
intrecciano intrighi e cospirazioni,
storie d’amore, pericoli e carestie,
minacce e guerre civili, conflitti religiosi e lotte per la successione al
trono. Con grande maestria e cura
minuziosa dei particolari, frutto di
una accuratissima documentazione
storica, Ken Follett ci fa rivivere eventi e sentimenti sconvolgenti della vita quotidiana facente parte di
un’epoca entro la quale per circa 40
anni si confrontano e scontrano le
generazioni del tempo.
Ricchezza e miseria, violenza e
fragilità così magnificamente narrate inducono il lettore a riflettere sui
sentimenti del’uomo nel corso dei
secoli: sono rimasti gli stessi, nel
bene e nel male.
Un episodio del libro che mi ha
incuriosito e meravigliato è quello
in cui l’autore rievoca l’istituzione
di una corporazione parrocchiale
che organizza pranzi volti a raccogliere fondi per le opere della cattedrale. Non vi sembra che abbiano
anticipato con lungimiranza ciò che
stiamo facendo nella nostra comunità?
E, se amate la suspance… BUONA
LETTURA!
attilia mazzolari
Campo Chiutta
Un CD
ORA
Lorenzo Cherubini (Jovanotti)
2011
Universal
Se un cd diventa la colonna sonora di tutti i viaggi in
macchina della famiglia, accontentando i gusti spesso in conflitto tra
genitori e figli … ci siamo posti
questa domanda trovando diverse
risposte. Il disco di Jovanotti colpisce per i ritmi gradevoli ed incessanti. Molte canzoni hanno influssi
rock martellanti, ritmi trascinanti
da ascoltare a tutto volume: MEGAMIX e IL PIU’ GRANDE SPETTACOLO DOPO IL BIG BANG che
quest’estate anche i più distratti
hanno sentito, ne sono un esempio,
difficile star fermi ascoltandoli.
Jovanotti si lascia ‚contaminare‛
da ritmi internazionali ed etnici,
segno di grande apertura mentale.
Un DVD
The Karate Kid: La
leggenda continua
2010
Regia: Harald Zwart
Ulteriore aggiunta ad
una saga fantastica
che ha visto un calo
con il suo quarto episodio Karate Kid
rinasce con questo fresco e sorprendente nuovo episodio della saga completamente rinnovato. Tutti ricordiamo
il protagonista della serie cult anni 80,
Russo, giovane adolescente in cerca
del suo posto nel mondo che viene
aiutato dall‟infaticabile maestro Myagi; bè i tempi cambiano ma non la storia di fondo. Nel nostro caso è il piccolo Dre Parker a fare la parte del protagonista (interpretato da Jaden Smith,
figlio del famoso attore Will Smith) e
nei panni del maestro, signor Hang, un
altro grande del cinema Hollywoodiano, Jackie Chan. La storia si articola
come il primo capitolo della saga ovvero con la partenza dalla cittadina di
Pag. 9
Ma alzando il volume si colgono
anche le parole, a tratti i testi di
Lorenzo sono vere poesie che toccano l’anima, i sentimenti di ognuno: grandi e piccoli. Difficilmente
un autore riesce a cogliere aspetti
normali della vita e trasformarli in
pensieri profondi, che fanno ragionare, meditare. LE TASCHE PIENE DI SASSI, canzone dedicata
alla mamma morta di recente non
lascia indifferenti ‚mi hai lasciato
da solo davanti al cielo…‛ colpisce
soprattutto i più piccoli. E poi ORA: un invito a non mettere i sogni
nel cassetto, a non rassegnarsi al
mondo ‚non c’è montagna più alta
di quella che non scalerò…‛. Questo ‚giovanotto‛ di 46 anni mette
d’accordo tutti con leggerezza e
profondità contemporaneamente.
P.S.: consigliabile assistere ad un
suo concerto: un mix di giovani e
famiglie, vera festa di musica.
Giovanni, Giacomo, Cristina
e Stefano Tolomini
Detroit del piccolo ragazzo, orfano di
Padre, insieme con la madre per motivi
di lavoro. Qui non sarà facile integrarsi per le incredibili differenze, culturali, linguistiche e di carattere sociale
che gli si presentano davanti. Come se
non bastasse, ad aggravare la sua situazione, si inserisce un bullo che pratica
il Kong Fu che gli rende quasi impossibile stringere amicizia con Mei Yin,
giovane promessa del violino, unica
ragazza con la quale sia riuscito a legare. Bersaglio di un ennesimo attacco,
viene soccorso e salvato dal signor
Han. Impressionato dalla performance
atletica dell'uomo, Dre ne diventa presto l'allievo. Sarà così allenato fino alla
vittoria finale del grande torneo marziale riconquistando così l‟onore perduto. Film che si propone come ponte
tra il vecchio e il nuovo riprende a
modo suo la mitica frase “metti la cera...togli la cera…” sostituendola con
”metti giacchetto… togli giacchetto”.
Sono cambiati gli interpreti, ma non i
grandi valori di amicizia, rispetto e
lealtà.
lara e matteo
Pag. 8
NUMERO 17
Campo Chiutta
LEVATA: STORIE E IMMAGINI
Pubblichiamo alcune foto del
GREST 2011 (a sinistra e qui sotto), e un’immagine (in alto a destra) della ‚pizza in compagnia‛
organizzata con le donne e gli
uomini dei MARUBINI.
Lo scorso anno, con una squadra della parrocchia (ed un paio di "stranieri"), ci siamo
iscritti al breve torneo invernale di calcio a 5
organizzato dal CSI. Abbiamo deciso di chiamare la squadra POLPO PAUL, in memoria
del simpatico animale che aveva "predetto"
la Spagna come vincitrice dei recenti
mondiali di calcio. Ed il nome ha portato bene: infatti la squadra ha onorato la
manifestazione classificandosi al primo
posto! Il torneo è stato molto ben organizzato dal CSI provinciale, dando alle
partite un taglio che privilegiava la
sportività e la correttezza. Ecco i nomi
degli atleti, ritratti nella foto qui a sinistra: Alessandro, Giacomo, Manuel, Giovanni (con il Polpo Paul), Diego, Gabriele, Omar.
11 settembre „11
Campo Chiutta
Pag. 5
Esperienze di volontariato:
UNA “VACANZA” IN AFRICA
Quest’estate Tommaso Piccioni ha
trascorso una vacanza molto particolare nel Continente Nero: un bel modo,
secondo me, per dedicare un periodo di
tempo agli altri; sicuramente un’esperienza che non può lasciare indifferenti,
e che merita di essere raccontata.
Come mai sei andato in Africa
quest’estate?
Ho trascorso due settimane con
un amico in un centro estivo organizzato a Kangemi, una delle baraccopoli di Nairobi (la capitale del
Kenia). L’iniziativa, che fa parte del
progetto UPENDO (in lingua Zwahili significa AMORE), consiste
nell’accogliere i bambini della baraccopoli durante l’estate (quando
non vanno a scuola) dalla mattina
fino a metà pomeriggio, per evitare
che stiano in strada. Vengono fatti
giocare, si insegnano balli, si fa
qualche lavoretto manuale; viene
servita loro una merenda a metà
mattina (ma per molti si tratta del
primo pasto della giornata) e il
pranzo. Padre Alain, il missionario
francese che gestisce la comunità
(una persona che stimo molto: pensa che viene da una famiglia agiata,
ma ad un certo punto ha interrotto
gli studi per rispondere al suo desiderio di aiutare le persone meno
fortunate) si occupa anche di organizzare corsi per le donne (si insegna il microcredito, per responsabilizzarle al risparmio) e di fornire
consulenza e supporto spirituale ai
malati di HIV (qui è ancora un problema molto diffuso, anche se in
diminuzione rispetto a qualche decennio fa).
Quali erano i tuoi compiti nella
comunità?
Io mi occupavo fondamentalmente delle pulizie, e davo una mano in
cucina. I cibi più diffusi sono i cereali e le verdure, che vengono consumate bollite. Pochissimi possono
permettersi la carne, a causa
della povertà; la frutta è molto buona grazie al clima favorevole (minima 15°, massima 30° circa tutto l’anno). Il
piatto più diffuso tra gli uomini è l’ugali, una specie di
polenta di mais bianco cucinata con
verdure cotte.
Hai avuto modo di farti un’idea
della città e dell’ambiente?
Sì, siamo andati anche in un’altra
baraccopoli molto più grande, in
cui si vede una povertà veramente
impressionante: le baracche sono
costruite con materiali di scarto,
lamiere e assi di legno; si vedono
fogne a cielo aperto, mucchi di rifiuti bruciati. Per bere bisogna prima bollire l’acqua. La corrente elettrica, dove c’è, salta spesso. I contadini arano i campi con la zappa. Il
tasso di criminalità è mediamente
alto (durante la mia permanenza,
sono stato derubato della macchina
fotografica…), e sta aumentando il
numero di episodi di violenza causati dai giovani (tra cui l’alcolismo
sta diventando sempre più un problema). Nelle scuole statali, le classi
sono molto numerose (anche un
centinaio di alunni!). Però i giovani
hanno una gran voglia di studiare,
perché hanno capito che è l’unico
modo per uscire dalla povertà: fanno tutto il possibile per risparmiare
e guadagnare la cifra che permetta
loro di frequentare l’università.
Il Kenia è pieno di risorse naturali, in particolare giacimenti di car-
MERCATINO DEL
GREST
Domenica 2 ottobre, dopo la messa, si terrà la vendita dei lavoretti
del grest. L‟incasso, come sempre, andrà in beneficienza.
Non mancate!
bone e ferro. Questo aspetto non è
sfuggito agli imprenditori cinesi,
che negli ultimi anni si sono impegnati con il governo keniano a costruire infrastrutture (strade e altri
servizi) in cambio della possibilità
di sfruttare i giacimenti.
Cosa ti sei portato a casa da questa esperienza?
Si tratta sicuramente di
un’esperienza molto forte, perché
nel nostro mondo non siamo più
abituati alla vera povertà. Ho avuto
a che fare con persone splendide,
che nonostante le difficoltà quotidiane si sono dimostrate molto cordiali e piene di gioia di vivere. Anche l’aspetto religioso mi ha colpito:
nonostante le numerose confessioni
religiose presenti (cattolici, protestanti, musulmani e altro), vivono
tutti in armonia e senza particolari
pregiudizi.
È un’esperienza che consiglio a
tutti, perché si impara ad apprezzare certe ‚agiatezze‛ che nella nostra
vita sono date un po’ troppo per
scontate: una doccia calda per esempio, oppure poter tenere la luce
accesa alla sera per leggere un libro;
o ancora, poter conservare i cibi in
frigorifero. Inoltre, ci si rende conto
come spesso i ‚grossi problemi‛
della nostra quotidianità non siano
nemmeno lontanamente paragonabili ai veri problemi che si possono
incontrare in altre parti del mondo...
Insomma, mi sono trovato proprio bene, e spero di poter tornare
l’anno prossimo!
m.p.
Pag. 6
NUMERO 17
Campo Chiutta
SCOPRENDO FORRESTER — La pagina dei ragazzi
Giornata Mondiale della Gioventù
Prima di dire qualsiasi cosa bisogna premettere, a mio avviso, che la
GMG è un momento esaltante,
‘clamoroso’, capace di attirare giovani da tutto il mondo, appartenenti
ad un contesto religioso ben definito
e molto legato alla persona di Papa
Giovanni Paolo II.
Uno dei motivi per cui si decide di
prendere parte alla GMG è la ricerca
di un’esperienza.
Tuttavia, un giovane
che affronta per la
prima volta questo
tipo di pellegrinaggio
non si rende totalmente conto di ciò a
cui sta andando incontro: è come una
fune da afferrare,
tenuta salda dalla
fede, dalla ricerca di
Dio, dalla fratellanza
cristiana che circonda
inesorabilmente tutto
il pianeta stringendolo in una ‚morsa‛ di amore e carità.
Si parte dunque spesso con una
grande gioia nel cuore. Ed è così che
sono partito anch’io alla volta del 10
Agosto.
La nostra, rispetto a molti altri
ragazzi cremonesi ed italiani, è stata
una partenza anticipata, per includere nel pellegrinaggio anche la
visita turistica ad alcune città spagnole. La prima tappa di questo
viaggio è stata Benicarlò, piccola
cittadina a sud di Barcellona, capoluogo della Catalogna che ha rappresentato la nostra sede logistica.
A Benicarlò siamo stati ospitati in
coppie presso famiglie spagnole. La
mia era costituita dai genitori adottivi
Juanjo e Ines, e dalle loro due bambine Marina e Irene: famiglia molto
ospitale e piacevole, un’esperienza
fantastica. La prima tappa di Benicarlò ha fatto da sedimento iniziale
in preparazione alla vera e propria
GMG: preghiera quotidiana, incontri, visite turistiche e svago… Non
vi è qui nulla da raccontare di questi
quattro giorni se non la straordinaria accoglienza e il caloroso affetto
di una grande comunità che ci ha
fatto sentire a casa nostra, tra fratelli, stretti in un grande abbraccio
benché le nostre conoscenze reci-
proche fossero scarse.
La sera del 15 Agosto dopo i vespri siamo partiti alla volta di Madrid, tappa principale del vero e
proprio pellegrinaggio della GMG.
Stavolta un alloggio più spartano:
una palestra per i maschi e una per
le femmine, il tutto supportato dalla
condivisione e dell’amicizia. Sveglia
quotidiana alle sette circa (ciò può
sembrare ragionevole ma non lo è
se l’ora media di rientro è l’una di
notte) per rendere possibile a tutti
di fare la doccia, colazione e prepararsi per l’itinerario quotidiano. A
Madrid nei primi giorni abbiamo
assistito a tre fantastiche Catechesi,
incentrate ovviamente sul tema
principale della GMG ‚Radicati e
fondati in Cristo, saldi nella fede”. Il
primo giorno è stato niente meno
che il cardinale Dionigi Tettamanzi
a tenere per noi una catechesi incen-
trata sul tema della fede, della ricerca di Dio che: ‛Non è altri che colui
che ci indica la strada per raggiungere
la gioia vera”: ”La fede non è altro che
riconoscere che Dio è dentro di noi e ci
sostiene, ci cerca per essere a sua volta
cercato, aspettandoci poi al capolinea‛.
Nei giorni successivi abbiamo ascoltato un Vescovo umbro e infine il
nostro mons. Dante Lafranconi.
Primo vero incontro
della GMG è stata la
Via Crucis, in Piazza
Cibeles,il venerdi sera,
durante la quale ho
sperimentato le prime
forti emozioni: quando
si è davanti al maxi
schermo e si nota
l’immensa moltitudine
di giovani (più di
500.000) che ti circondano, tutti uniti da uno
stesso desiderio di fede
e di preghiera, si assapora in qualche misura
la portata e la grandezza del messaggio cristiano. Al sabato, pellegrinaggio verso l’aeroporto di Quattro
Vientos per la Veglia serale con il
Papa, momento culminante di tutta
la GMG. Una camminata di almeno
9-10 km, a simboleggiare la strada
che ognuno di noi deve percorrere
per raggiungere Dio: in fondo il cristiano è un credente perennemente
in cammino, alla ricerca di Dio. Abbiamo raggiunto il nostro posto esausti. Ciò nonostante, lo spettacolo
che si presentava davanti a noi era
esaltante, spaventoso e immenso al
tempo stesso: una marea umana di
giovani (più di 2.000.000) che si estendeva per l’intero aeroporto del
quale non si vedeva la fine con a
capo un grossissimo palco bianco.
Aspettammo a lungo l’arrivo del
Papa che purtroppo portò con se la
pioggia. Nonostante le impervie
11 settembre „11
condizioni meteorologiche l’intera marea
umana riuscì a raccogliersi in preghiera e
in adorazione nel silenzio, anche il nostro
gruppo: un miracolo
in quelle condizioni.
Dopo la pioggia, notte tranquilla fino al
mattino. La Santa
Messa celebrata da
Benedetto XVI fu un
connubio di piccoligrandi momenti significativi che seguirono anche dopo la
celebrazione: il Padre Nostro recitato con le mani aperte e unite a formare una catena umana, come a
simboleggiare l’unione spirituale, il
legame che ci rende figli di Dio,è
stato un momento esaltante per me,
così pure la comunione, che come è
noto non si è potuta svolgere per i
disastri del temporale, è stato un
momento di raccoglimento e di
preghiera molto intenso. Grandi
emozioni, forte esperienza!
Dopo la messa, nel pomeriggio
partenza per Barcellona, ultima
tappa del nostro cammino. E naturalmente visita alla magnifica basilica, la Sagrada Familia, meta non a
caso, data la sua bellezza, di numerosi turisti.
Ed è proprio qui a Barcellona che
si conclude il mio fantastico pellegrinaggio in un paese, come la Spagna, meraviglioso per monumenti,
Campo Chiutta
tradizioni, e cultura. Certo non è
bello annoiarvi solo con un resoconto della mia esperienza. Ho
pensato quindi di concludere con
una riflessione sul vero significato
di questo viaggio.
E dopo, che resta? Quale ripercussione nella vita dei giovani che
vi hanno partecipato?
E‟ una domanda centrale che porta a discernere e valutare la sostanza umana e cristiana di questi eventi giustamente definiti spettacolari.
Le motivazioni, che sono anche
espressioni palpabili della GMG
”spettacolo“ si potrebbero raggruppare in tre parole: in tanti, insieme,
in festa. Indubbiamente il grande
numero connota sostanzialmente le
GMG: nemmeno i grandi concerti
rock sono in grado di radunare una
popolazione simile così raccolta e
ordinata. Una seconda connotazione è l’essere
insieme,
nelle celebrazioni,
lungo le
strade, negli
accampamenti, nella
grande veglia. E‟ una
fraternizzazione gigantesca che
mette insieme nazioni,
Pag. 7
razze, culture,
stili di vita, giovani della stessa
diocesi uniti dalla stessa fede. In
festa: tale è certamente il contrassegno più
riscontrabile. E‟
la festa di incontrare il Papa e
tantissimi Ves c o vi , m a ga r i
quello della propria diocesi che
non si è visto
prima, la festa di
ascoltare la Parola di Gesù con un‟attenzione diversa in modo bello e gratificante, è
la festa di essere fuori casa, di stare
con gli amici, di fare certe cose mai
fatte prima. E‟ la festa se si vuole,
di andare al di là delle regole più
consuete della routine quotidiana,
la festa di „sperimentare il credo
cristiano in maniera più gioiosa ed
attraente rispetto a volte alla povertà di segni convincenti nelle comunità di appartenenza. Ed è forse
questa festa a rendere speciale la
GMG nella sua pienezza: è la condivisione cristiana uno dei motivi
principali del suo successo.
Se questi sono i tratti dello
“spettacolo” non si può automaticamente parlare né di puro fatto emotivo, né di una esperienza tipo
„esercizi spirituali‟. Le GMG hanno
una breve durata, un tempo non
sufficiente quindi per una conversione o per far crescere la propria
fede e questo le fa apparire come
una folata di vento. Ma è anche
vero che l‟esperienza delle catechesi tenute dai Vescovi, soprattutto
l‟ascolto delle parole del Papa, le
vivaci celebrazioni eucaristiche
quotidiane, il cammino di preparazione che comincia l‟anno prima
per i giovani che vogliono parteciparvi, ebbene tutto questo ci riporta
alle parole di Papa GIOVANNI
PAOLO II: ”Io accendo il fuoco,
tocca ad altri mantenerlo acceso”.
m.g.
Scarica

Numero 17 - Parrocchia di San Martino Vescovo