:::PROMORAMA::: PRIORITÀ Label I dischi de l’ Amico Immaginario Artist The Zen Circus Format cd Title Vita e Opinioni di Nello Scarpellini… Distribuzione Audioglobe Release Date Aprile 2005 The Zen Circus Vita e Opinioni di Nello Scarpellini, Gentiluomo Tracklist 1. 2. Dead In July Les Poches Sont Vides, Les Gens Sont Fous 3. L’ inganno 4. A Kind Of Pop Lullaby 5. I Banbini Sono Pazzi 6. Hellakka 7. Colombi 8. Fino A Spaccarti Due O Tre Denti 9. L’ Amico Immaginario 10. Visited By The Ghost Of D. Boon 11. Aprirò Un Bar 12. Summer (Of Love) info per foto e copertina www.promorama.it il sito dell’ etichetta www.l’ amicoimmaginario.com il sito del gruppo www.thezencircus.com il sito del distributore www.audioglobe.it Raccontare gli Zen Circus in modo breve ed obiettivo non è impresa facile. Soprattutto quando li conosci come li ho conosciuti io: tirandogli una bottiglia di Jameson ad un concerto. Sarebbe stupido perdersi in un elenco temporale dei grandi (piccoli) risultati ottenuti da questa band; inutile cercare di ammaliarvi con cenni su di una sudata professionalità mai raggiunta, o raggirarvi con frasi ad effetto e luoghi comuni. Inutile anche disegnarvi Appino, Ufo, Karim e Teschio come dei personaggi duri e puri di un rock'n'roll che non possono conoscere. Inutile perché sono obbiettivamente più prossimi a Paperino, inutile perché questa band è esattamente come la leggerete qua sotto: una caotica, nevrotica, unica in italia, storia d'amore in musica e povertà. E senza vittimismi. Nel 1994, il sedicenne Appino intravede nella musica la concreta possibilità di smettere di essere infilato a testa sotto nei cassonetti dai suoi compagni di scuola. Così decide di mettere su un gruppo punk insieme al suo amico batterista Teschio ed altri vari disadattati squattrinati come loro. La tipica storia da manuale del rock. La fortuna volle anche che Appino abitasse proprio davanti al Macchia Nera, storico centro sociale nel quale sono passate le migliori cose degli anni '90. Così, fra un concerto dei Fugazi, uno dei Soundgarden ed un altro degli UK Subs nascono gli Zen. E cominciano bene: instaurano la sala prove al primo piano del centro, prestando spesso i miseri strumenti ai mitici gruppi che vi suonano, fino a ritrovarsi in sala il cantante dei Doctor And The Medics in intimità con una loro amica. Quasi storie d'altri tempi; ma non siamo a Liverpool o a Portland: siamo a Pisa. L'esordio discografico arriva a nome The Zen nel 1998 con "About Thieves, Farmers, Tramps and Policemen", un'autoproduzione ruvida e surreale vicina al folk-punk dei Violent Femmes, ai Cramps ed alle bizzarrie pop dei Talking Heads. Il disco viene acclamato, da quelli che riescono a sentirlo, come un piccolo capolavoro dalla grande forza evocativa, malgrado sia suonato con chitarre di torrone. Nonostante il riferimento esplicito ad alcuni modelli, in questa gemma dell'underground non mancano certo originalità, carattere e classe. Peccato che i tre quarti delle copie del disco siano stati venduti per strada in Olanda dove Appino, improvvisatosi one man band fra Den Haag e Leiden, aveva deciso di ritirarsi. Riportato a forza in Italia dal servizio civile, decide con Teschio di ingaggiare al basso un tale soprannominato Ufo, uno più grande e da sempre ammirato per i suoi trascorsi garage con bands come Ups! o Fase 4. Nascono così gli Zen Circus che (non tutti) conosciamo. Provano nei sottopassaggi con amplificatori a pile e partono in macchina per tour senza meta, suonando nelle piazze di dove capita, facendo cappello e vendendo i dischi. Un loro amico, ben conscio che i tre sono restii a partecipare a concorsi o simili, li iscrive a loro insaputa ad Arezzo Wave, dove vengono selezionati per le finali regionali. Tappa fondamentale per capire di chi stiamo parlando è il concerto allo Storyville di Arezzo, dove Teschio si presenta alla batteria con un braccio ingessato: vincono e dopo aver partecipato al festival, partono per il tour Arezzo Wave On The Rocks. Decidono allora di buttarsi a capofitto nella questione ed acquistano Nello, un prezioso camper datato 1978 munito di ogni comfort. Non si dovrebbe dire, ma il backline dei tre neo folk punk rockers aumenta in maniera esponenziale, proprio in contemporanea a dei furti riscontrati in alcune sale prova di certe metal band toscane. Loro negano, mentre svendono amplificatori Marshall e rack zeppi di multieffetti... Grezzi, stradaioli, acustici e magrissimi i tre folk punk rockers percorrono autostrade e statali ed escono con il disco "Visited By The Ghost Of Blind Willie Lemon Juice Namington IV" (2001, Iceforeveryone/Wide) le cui registrazioni in studio a Venezia sono state pagate costruendo le mura dello studio medesimo. La loro musica si fa più complessa e stratificata, ed il loro sound folk punk produce vertici assoluti come "Hillbilly Cab Driver" e "The Green Fuzzy Thing" o le splendide incursioni pop di "Milk Legs". Dalla Sicilia al Friuli dalla Puglia al Veneto i tre alternano esibizioni su grandi palchi e con grandi artisti a selvaggi concerti con amplificatori a pile in strada, sul tetto del camper, negli spartitraffico. >>> segue Lungarno Pacinotti, 26 - 56126 Pisa Tel. 0509711424 Fax.0509711399 email [email protected] Via E. Ambrosini, 5 –20052 Monza (Mi) Tel. 0392497365 distribuito da AUDIOGLOBE :::PROMORAMA::: PRIORITÀ Addirittura il mondo del rock'n'roll gossip vede entrare di prepotenza gli Zen Circus: Teschio, rude ragazzo di strada di stampo Pasoliniano allaccia durante un tour estivo una fugace e prepotente relazione con la povera Kazu Makino dei Blonde Redhead, con la quale comunica a gesti, mentre Ufo, onniscente in ambito musicale e cuoco di prim'ordine, finisce dopo un concerto in comune a Catania, nel tourbus di Patti Smith alla quale espone le sue contorte teorie sull'importanza della cucina nella storia del Rock. Per la critica (quasi) unanime gli Zen Circus sono la migliore live band nel paese, per i loro amici sono degli scappati di casa che si sono montati la testa. Di certo non hanno un soldo e si vede. Il video promozionale è "Chicken Factory", specie di gioioso chiodo country che si pianta nel cervello e non viene via. Interamente girato in Super 8, il video si palesa su MTV all'ora del porco. Dal 2001 al 2003 si susseguono un centinaio di concerti di ogni tipo, pause, depressioni, debiti, droghe, litigi, lavori del cazzo, fughe e di nuovo liti. Un grande casino che porta Teschio, invischiato da un po di tempo in brutte storie, a lasciare vuoto lo sgabello dei tamburi sul quale è stato seduto per tanto tempo. In perfetto stile Zen Circus, il sostituto sarà un altro personaggio poco raccomandabile: un fan con la cresta, appena ventenne, che, come tutti, sotto il palco nei concerti pisani sputava e lanciava di tutto. Conosciuto, si scopre essere un ibrido sardo-libico di nome Karim Qqru. Semplicemente perfetto. Con lui la band onora il contratto firmato con la Self effettuando un mese e mezzo di registrazioni completamente analogiche, con strumenti e amplificazioni rigorosamente pre 1980, nello studio (quello da loro costruito...) del produttore di sempre, Max Sartor (primo chitarrista degli One Dimensional Man). Durante le registrazioni del disco, eseguite in un cascinale senza aria condizionata e senza acqua corrente mentre imperversava l'anomala ondata di caldo del 2003, Karim riesce subito a mettersi in buona luce davanti ai due neo-compari: al Vapore di Mestre dà del coglione al leader dei disobbedienti Luca Casarini dal quale riceve in cambio un'orda di botte che sarà poi discussa su internet e non solo per mesi e mesi. Ecco venire quindi alla luce "Doctor Seduction" (2004, Le Parc/Self). Dieci perle perfette ed abbaglianti, dieci racconti in musica. Un classico modernissimo dove la scommessa pop è evidente. Nenie ipnotiche, chitarre potenti, assoli più lunghi della canzone, esplosioni ritmiche, riff di tromba come raggi di sole che filtrano in una stanza polverosa al mattino, gli anni settanta immaginati da chi camminava carponi quando finirono. Registrano anche la splendida ballata "Sweet Me", con l'ausilio dei Perturbazione, gruppo rivolese con i quali sono ottimi amici. Da gennaio a settembre 2004 il nuovo terzetto effettua un'altra cinquantina di concerti, sotto l'egida del tour manager Ugo Mazzia, personaggio da storia del rock'n'roll nonché quarto membro dei veneti One Dimensional Man, la cui storia si intreccia spesso negli anni con quella degli Zen Circus. Il disco, in un periodo di crisi come il 2004, va alla grande: viene acclamato dalla critica, sostenuto dal pubblico e celebrato dal vivo. Il live per Patchanka che registrano a gennaio nell'auditorium di Radio Popolare a Milano viene votato dagli ascoltatori come uno dei migliori, peccato fosse suonato al solito con strumenti per lo più composti da torrone... Il videoclip promozionale stavolta è di "Sailing Song", girato in teatro da un team della scuola di cinema di Cinecittà e sceneggiato dall'autore del film "Ora o Mai Più", Roan Jhonson. Al solito il video si palesa all'ora delle bestie, stavolta però su più emittenti. A luglio, nonostante le date siano sempre di più e sempre più importanti, vengono pignorati ad Appino chitarra ed amplificatore: non era riuscito a pagarli. Sempre Appino, tramite intrallazzoni politici, finisce insieme a Pierpaolo dei One Dimensional Man, nella Cadillac rosa di Little Tony, per presentare una puntata di Eventi Pop, su Rai 2, insieme a Piero Pelù, Modena City Ramblers, Nomadi e Verdena. Più che altro una specie di trash-movie, ma comunque un evento significativo nella storia della band e del povero Appino, che per l'emozione decide di presentarsi fatto come un copertone. Il che lo rende più prossimo ad un dislessico che ad una rockstar. Così come la prima, l'ultima data del Doctor Seduction Tour sarà a Genova, al secondo Tora!Tora! Festival della band, dove oramai tutti hanno chiaro che gli Zen Circus sono un talentuoso gruppo di disperati che si porta nel camerino sagome di alberi e casette col camino per sentirsi a casa. Durante l'afterparty, Appino riesce a perdere il merchandise abbandonandolo su di una panchina, mentre Karim e Madaski degli Africa Unite, improvvisatisi per qualche strano motivo amici, sommergevano di scurrilità oscene una povera giornalista. A seguire la band scopre che la Self ha intenzione di aspettare un bel po' prima di stampare un nuovo disco e così, forse stupidamente e frettolosamente, in ogni modo in linea con il proprio stile e modo di fare, decidono di dare al più presto i natali ad un nuovo disco, stavolta per la neonata I Dischi De L'Amico Immaginario, piccola ma promettente etichetta torinese. Ottobre e Novembre 2004: giusto il tempo di scrivere nuovi brani e tornare a navigare nei debiti, ed ecco che a metà dicembre gli infaticabili se ne vanno in studio di nuovo, stavolta a Collegno (Torino) insieme al loro fonico live, Maurizio Borgna, nonché fonico dei Perturbazione e socio insieme a Cristiano Lo Mele (chitarrista del gruppo rivolese) dell'etichetta. Quello che registrano altro non è che il disco più assurdo, crudo e geniale che il terzetto pisano potesse concepire: dodici tracce di cui cinque cantate in per la prima volta in italiano ed una in francese, suoni scarni e decisamente live, un booklet delirio, canzoni che zigzagano su e giù per la storia della musica e della ragione, con un unico filo conduttore: un vecchio chiamato Nello Scarpellini, al quale dedicano il titolo in tre lingue: "Life And Opinions Of Nello Scarpellni, Gentleman - Vita e Opinioni di Nello Scarpellini, Gentiluomo - Vie et Opinion de Nello Scarpellini, Gentilhomme." (2005 I Dischi De L'Amico Immaginario / Audioglobe). Nonostante siano prossimi alla bancarotta (sia economica che morale) e abbiano oramai fuso anche il secondo furgone, gli Zen Circus partiranno in tour di nuovo dal 30 Marzo 2005, con la mente già proiettata verso il prossimo, clamoroso, episodio: Capitan Pistachio; un disco, un film, un progetto. Ma ne tratteremo a tempo debito... Oramai consci di essere una piccola band di culto che mai e poi mai avrà quello che (forse) si merita, se non una decina d'anni dopo il loro scioglimento (o morte) gli Zen Circus rappresentano comunque uno degli ultimi poetici esempi di punk band nostrana, che se ne dica male o se ne dica bene, che si apprezzi o meno il loro approccio rozzo e caotico alla musica. Conferma di questo è il loro seguito: clamorosamente eterogeneo nella tipologia e nell'età, affezionato e sempre presente. Raro, infatti, per band come questa ritrovarsi protagonisti di piccoli siti e blog dedicati alla loro musica, e soprattutto, al loro immaginario. Qualcosa, si presume, devono aver toccato. Undici anni dopo la nascita del gruppo possiamo affermare che lo scopo del geniale frontman (e autore) sia stato parzialmente raggiunto: Appino è diventato una rockstar da quattro soldi con un grande futuro dietro alle spalle, ed i concerti sono affollati da giovani donne che gli tirano le mutandine. Purtroppo nei cassonetti ce lo infilano ancora, ma a farlo sono Ufo e Karim Qqru, fino a quando i creditori non c'infileranno pure loro. TESTO DI DON ALDO ACERBI