Reti Ottiche Introduzione alle Passive Optical Networks Guido Maier Dipartimento di Elettronica e Informazione Politecnico di Milano Gennaio 2010 [email protected] Sommario Introduzione Passive Optical Network: fondamenti Standard PON Problemi aperti Conclusioni Passive Optical Networks – Gennaio 2010 2 Motivazione Negli ultimi dieci anni gli operatori hanno investito molto nelle reti di trasporto ottiche di backbone, rendendo potenzialmente disponibile una capacità trasmissiva enorme Tale capacità è ancora largamente inutilizzata nella pratica perché gli utenti finali non hanno accesso alla rete a banda sufficiente (banda ultra-larga) Per questa ragione è necessario che gli operatori orientino gli investimenti dei prossimi anni verso lo sviluppo di una infrastruttura d’accesso efficiente e capillare Le fibre ottiche e la fotonica rappresentano ancora la SOLUZIONE IDEALE così come lo erano stati per la rete di core nel passato Internet è oggi in una fase di espansione con crescita esponenziale. Le reti di accesso ottiche sono in grado di supportare il traffico futuro “in the loop” (nell’accesso) perché superano le limitazioni di banda dei cavi in rame del DSL e della radiofrequenza dell’accesso wireless Passive Optical Networks – Gennaio 2010 3 Accesso a banda larga In realtà l’accesso alla rete è migliorato già di molto in passato con l’avvento delle tecnologie a LARGA BANDA (Next Generation Network - NGN) – xDSL, 3G-GSM (GPRS), più di recente HSPA e WiMAX – Soppiantato l’accesso tramite MODEM (dial-up) – Ha consentito la diffusione di Internet e di molte applicazioni (es. peer-topeer) – E’ andato di pari passo con l’informatizzazione diffusa dell’utenza residenziale (piani anti-digital-divide in molti Paesi) – Ha portato le fibre fino alla centrale o alla base-station wireless Passive Optical Networks – Gennaio 2010 4 Accesso a banda ultralarga (NGAN) La larga banda non è però future-poof. E’ necessario evolvere verso l’accesso a BANDA ULTRALARGA (Next Generation Access Network - NGAN) – Le tecnologie sono già disponibili e la PON è la più promettente – Richiede investimenti per un’infrastruttura ad elevata penetrazione della FIBRA OTTICA verso l’utente – Pone vari problemi di regolamentazione (unbundling), accordi commerciali e modelli di business ancora da affrontare Il confine tra banda larga e ultralarga non è preciso: si può collocare intorno ai 30 Mbit/s per utenza residenziale Passive Optical Networks – Gennaio 2010 5 Un esempio: gli Stati Uniti Change from xDSL to Advanced H-S Accesses U S H o u s e H o ld s in S e rv ic e [m illio n ] 50 Banda larga + ultralarga FiOS (Verizon) 45 U-Verse (AT&T) 40 Total Advanced Telco H-S Accesses 35 xDSL Accesses - Non-advanced 30 Total Telco H-S Accesses Larga banda (xDSL) 25 20 15 Banda ultralarga 10 5 0 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 Source: Information Gatekeeper Inc Crescita dell’accesso a banda ultralarga (Advanced H.S. Access) rispetto alla banda larga (xDSL Access – Non-advanced) Diminuzione degli accessi a banda larga a favore della banda ultralarga a partire dal 2012 – In alcuni Paesi (soprattutto nella zona Asia-Pacifico) questo sta già avvenendo oggi! Passive Optical Networks – Gennaio 2010 6 Struttura delle reti di telecomunicazione Lo scenario “tradizionale” LONG DISTANCE NETWORK High-level SONET/SDH cross-connects (DXC 4/4) TRANSPORT NETWORK Low-level SONET/SDH x connects (DXC 4/3/1) JUNCTION NETWORK Tributary de/muxers (DXC 1/0) FEEDER NETWORK ACCESS NETWORK DISTRIBUTION NETWORK Telephone copper twisted pairs Gerarchia della rete fortemente strutturata I livelli sono ben distinti e utilizzano apparati differenti La rete d’accesso (per telefonia) è in rame Passive Optical Networks – Gennaio 2010 7 Struttura delle reti di telecomunicazione Lo scenario futuro IP router IP router MSS OXC OA OA OXC MSS OADM Transport/metro network OADM OLT Access network OADM OADM OLT RN RN OXC = Optical Cross Connect OADM = Optical Add-Drop Multiplexer OA = Optical Amplifier OLT = Optical Line Termination RN = Remote Node ONT = Optical Network Termination MSS = Multi-Service Switch ONT Fiber optics “in the loop” (nell’accesso) Tecnologia ottica trasparente (minimizzazione dell’uso dell’elettronica e delle conversioni O/E/O) Passive Optical Networks – Gennaio 2010 8 Caratteristiche della rete di accesso Il “subscriber loop” Utenti finali (alias “subscribers”) – Tipo di utente • Cliente residenziale • Cliente business • Small Office – Home Office (SOHO) – Posso essere dotati di una rete di utente • Customer premises network (business) • Home network (residenziali) Terminazione di utente (end node) – User to Network Interfaces (UNI) – Vari tipi di apparati semplici • Set-top box • Computer communication cards • Telephone terminal (smart phone) – Normalmente proprietà del cliente o fornite dall’operatore su base contrattuale Passive Optical Networks – Gennaio 2010 9 Caratteristiche della rete di accesso Operatori Quasi in ogni Paese il principale operatore della rete di accesso è lo stesso operatore della rete di trasporto – Normalmente detto INCUMBENT per la sua posizione dominante in quanto proprietario della maggior parte dell’infrastruttura – In genere la posizione dominante è stata acquisita in passato come operatore telefonico nazionale Gli altri operatori minori che si dividono il mercato sono chiamati OLO (Other Licenced Operator) – Tra incumbent e OLO i rapporti vengono regolati da un Authority nazionale che stabilisce gli obblighi di accesso all’infrastruttura dell’incumbent da parte degli OLO (unbundling) per rendere fair la competizione Varie tipologie di operatori – Tradizionali telecom (anche regionali) – Radiomobile – Multi-Service Operator (MSO), televisioni via cavo (CATV) Negli USA (e Canada) gli operatori della rete di – Facilities (gas, elettricità, ecc.) accesso sono i Local Exchange Carrier (LEC) [distinti dai long-distance] – Amministrazioni locali, –Incumbent LEC (ILEC): spesso una Regional Bell enti pubblici Operating Company (RBOC o Baby Bell), nata da – Internet Service Provider (ISP) AT&T (e.g. Verizon) –Competitive LEC (CLEC): OLO – Reti business – … Passive Optical Networks – Gennaio 2010 10 Caratteristiche della rete di accesso Nodi di accesso Interfaccia la sottorete d’accesso con la rete di trasporto (normalmente mediante una Node-Network Interface (NNI)) Denominazioni – – – – Centrale telefonica (Central Office (CO)) Local exchange Point of Presence (POP) (IP, Ethernet) Digital Subscriber Line Access Multiplexer (DSLAM) nel caso xDSL Apparati complicati, – Richiedono housing opportuno (normalmente in edificio o locale ad-hoc) – Proprietà di un operatore – Può essere riservato spazio per operatori concorrenti (unbundling) Passive Optical Networks – Gennaio 2010 11 Lo scenario TLC “classical” Applicazioni In passato, lo scenario dei servizi TLC “classical” era relativamente semplice – Servizi monomedia or 2-media – Relazioni precise tra caratteristiche operative e qualità del servizio Servizi di telecomunicazione diversi potevano essere supportati da reti separate, gestite da operatori diversi Passive Optical Networks – Gennaio 2010 12 I nuovi servizi ICT Lo scenario dei servizi si movimenta A partire dagli anni ’90… … avvento dei servizi multimediali ad alto contenuto informativo, alta interattività, alto grado di servizio richiesto Gli operatori, prima legati ciascuno ad un servizio ben specifico, tendono ad ampliare l’offerta Passive Optical Networks – Gennaio 2010 13 I nuovi servizi ICT Servizi dell’utenza residenziale Voice over IP (VoIP) service – Telco VoIP: modello basato su un’architettura client-server e sul protocollo SIP. Richiede un server centralizzato per la registrazione degli utenti e la gestione delle chiamate (e.g. GIZMO™). – Peer-2-peer VoIP: assenza di server centralizzato. Architettura con “super nodes”: hanno un indirizzo IP pubblico e offrono storage, processing & banda e istradano le chiamate criptate. Ciascun super node serve centinaia di Peer Nodes. (e.g. Skype™). P2P file sharing (e.g. BitTorrent™, Azureus™, Kazaa™, Emule™). IPTv (e.g. Joost™, Octoshape™, Babelgum™). Video Sharing: Youtube™ è il portale video più popolare che genera il 10% del traffico totale di Internet e il 20% del traffico HTTP. Altri portali video: dailymotion.com™, metacafe.com™. Web 2.0: la seconda generazione di web-based communities e hosted service, come i siti di social-networking (FaceBook, LinkedIn), wikis (Wikipedia), che hanno lo scopo di facilitare la creatività, la collaborazione e la condivisione di conoscenza tra gli utenti. Include software di server, protocolli di messaging e varie applicazioni client. Passive Optical Networks – Gennaio 2010 14 I nuovi servizi ICT Servizi dell’utenza business Trasporto Metro (backhaul) – – – – – Business Continuity & Disaster Recovery Storage and data consolidation Database storage Distributed application Cluster application Storage area networks Mobile/wireless base station backhaul interconnection (“network convergence ”) Transparent LAN service (point-to-point LAN to LAN) L2VPN (point-to-point or multipoint-to-multipoint LAN to LAN) Content-provider resource distribution (remote data centers) Passive Optical Networks – Gennaio 2010 15 Necessità di un trasporto “packet-based” Applicazioni e servizi convergono su IP I nuovi servizi non possono più essere forniti su reti separate – L’integrazione fornisce servizi migliori a costi operativi più bassi Scarso successo di tentativi di integrazione precedenti (networktechnology-driven) – Es. ATM and B-ISDN – Eccessiva complessità e penetrazione llimitata delle nuove tcnologie L’integrazione dei servizi si è realizzata autonomamente con IP – Successo commerciale della tecnologia IP – Facile implementazione di TCP-IP sui PC – Disponibilità di apparati di rete ad alte prestazioni a Availability of extremely low-cost / high performance network equipment (mass production of IP routers) Passive Optical Networks – Gennaio 2010 16 IP: piattaforma comune Crescita esponenziale della rete IP Sorce: Cisco, 2007 Total IP traffic Anche i servizi non-dati tradizionali (voce, video) convergono su IP – L’IP packet-layer diventa una piattaforma integrata – Molti operatori (e.g. TI) usano IP anche sulla rete a lunga distanza di backbone per trasmettere i canali telefonici PBytes per month 35000 30000 25000 20000 15000 10000 5000 0 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 Cisco traffic forecasts 2007 Previsioni di crescita di traffico esponenziale … … confermate dai dati reali di crescita (es. del numero di host) … January 2008 - Total Host Count 541,677,360 Passive Optical Networks – Gennaio 2010 17 IP: piattaforma comune Il contenuto informativo di Internet Bytes …e dalla crescita del contenuto informativo nel Web – Oltre 15 miliardi di pagine Web alla fine del 2002 – 281 alla fine del 2008!! – Crescita annua ∼100% – Ha superato il contenuto informativo mondiale All Books immagazzinato in forma sia analogica che digitale in: MultiMedia • Paper – Film – Optical – Magnetic Storage • Crescita annua ∼ 30% All Books (Words) A Movie A Photo A Book Yotta Zetta Internet 2008 Exa Internet 2003 Peta Tera Giga Mega Kilo Source: Sims University of California at Berkeley, November 2003 Passive Optical Networks – Gennaio 2010 18 IP: piattaforma comune I limiti energetici alla scalabilità di Internet Il consumo energetico della rete cresce con il rate medio d’accesso Se il 33% della popolazione della Terra fosse connesso: Access rate 1 Mbit/s 10 Mbit/s Power consumption 100 GW 1 TW % of world’s 2007 electricity supply 5% 50% Christoph Glingener (ADVA), Key-note presentation, ONDM’09, Feb. 2009 Baliga et al., COIN/ACOFT, June, 2007 I maggior consumi provengono dai nodi di commutazione ad alta capacità della rete di core Ovviamente per potenziare l’accesso è necessario anche potenziare il trasporto / Passive Optical Networks – Gennaio 2010 19 Evoluzione della rete di accesso Requisiti della NGAN Piattaforma d’accesso unificata in grado di supportare i servizi più avanzati Offerta di accesso a banda ultralarga, ma anche possibilità di accesso a granularità più fine Gestione di connessioni punto-punto e multicast Qualità di servizio garantita con grado variabile in base alle esigenze dell’utenza Modo di trasferimento e sistema di gestione e controllo comuni Deployment tempestivo Basso costo per il subscriber Soluzione time-proof Scalabilità nella capacità e nel numero di utenti Traffico bi-direzionale (downstream / upstream) Passive Optical Networks – Gennaio 2010 20 Evoluzione della rete di accesso Overlay vs. total replacement vs. migrazione “a isole” Una soluzione per adattare la rete d’accesso al nuovo scenario è migliorare le performance delle reti esistenti (overlay) – – – – Approccio cauto per salvaguardare gli investimenti Non si adatta molto bene al modello di convergenza su IP di tutte le applicazioni Non è sempre possibile migliorare le prestazioni delle reti legacy Moltiplica i costi operativi per gestire più reti separati All’atro estremo: integrare tutti i servizi su di una rete totalmente nuova (total replacement) – Soluzione aggressiva che richiede enormi investimenti per sostituire l’infrastruttura – Trend seguito in alcuni Paesi con mercato delle applicazioni avanzate molto grande e vincoli di legacy limitati (es. Sud-Corea, Giappone) – Ha il vantaggio di annullare rapidamente i costi di gestione e manutenzione della rete tradizionale Soluzione intermedia: replacement “a isole” – La migrazione può essere effettuata intervenendo successivamente sulle aree che raggiungono un sufficiente livello di maturazione sul fronte della domanda – Soluzione prevalente in Europa e USA Passive Optical Networks – Gennaio 2010 21 NGAN ottica Vantaggi della fibra ottica e della tecnologia fotonica L’ottica la tecnologia più adatta rete di accesso a banda ultralarga Caratteristiche vantaggiose della fibra – Enorme banda disponibile per canale (lunghezza d’onda): 100 GHz e oltre – Wavelength Division Multiplexing (WDM): possibilità di accoppiare più canali ottici sulla stessa fibra – Bassissime perdite: 0.2 dB/km (un fattore 0.95 per chilometro) – Resistenza meccanica, durabilità, ridottissime dimensioni e peso, disponibilità di cavi ottici fino a 720 fibre – Immunità alle interferenze elettromagnetiche esterne – Trasparenza alla modulazione: segnali analogici e digitali sulla stessa fibra – Non richiedono manutenzione (al contrario dei cavi in rame) – Basso costo Sistemi fotonici – – – – – Elevate prestazioni al rumore (tipico Bit Error Rate 10-12) Rapida evoluzione tecnologica, affidabilità crescente, costi in diminuzione Disponibilità di componenti passivi per splitting, coupling e routing Connettori affidabili e a costi contenuti Sorgenti (laser) e sensori (fotodiodi): maturità tecnologica, facile integrazione con la componentistica elettronica Passive Optical Networks – Gennaio 2010 22 NGAN ottica Inconvenienti e ostacoli potenziali Il maggior ostacolo allo sviluppo della rete di accesso in fibra è stato per molto tempo il costo di deployment – Per impianti nuovi: • Costo delle opere civili di scavo e ottenimento dei permessi soprattutto in zone densamente inurbate – Per infrastrutture esistenti: • Sostituzione del rame con la fibra (e conseguente riadattamento di dotti, armadi, camerette, ecc.) • Dismissione degli impianti di rame – Infrastruttura indoor • Difficoltà nel raggiungere le abitazioni usando gli stessi condotti dei cavi in rame (es. possibili curve strette) – Impatto ambientale dei cantieri e dei siti di costruzione Fino a pochi anni fa la realizzazione di rete d’accesso a elevata penetrazione ottica sembrava economicamente infattibile – Pochi esempi di “pionieri”: es. Metroweb e Fastweb in Italia Oggi i tempi sembrano molto più maturi Passive Optical Networks – Gennaio 2010 23 NGAN ottica Alleviare gli oneri di istallazione Nuove tecnologie di istallazione a basso costo e impatto ambientale – Facilita il riutilizzo dell’infrastruttura esistente Nuovo quadro regolatorio e legislativo che promuove la concorrenza e la condivisione delle infrastrutture – Stabile in molti Paesi, ancora incerto in altri (es. Italia) Presenza di “dark fiber” in aree urbane e nelle nuove costruzioni In ogni caso lo scenario applicativo descritto rende il modello di business molto più sostenibile che nel passato Passive Optical Networks – Gennaio 2010 24 Sommario Introduzione Passive Optical Network: fondamenti – – – – L’infrastruttura d’accesso ottica Rete PON: il livello fisico Controllo d’accesso up/downstream Confronto di PON con altre soluzioni d’accesso ottiche Standard PON Problemi aperti Conclusioni Passive Optical Networks – Gennaio 2010 25 La rete di accesso in rame Architettura fisica Servizio tradizionale di telefonia (Plain Service Telephone Network – PSTN) Rete primaria – Elevata condivisione – Minimizzazione dei costi Rete secondaria – Flessibilità – Ramificazione / capillarità Dedicated / leased line Primary cable Distribution cabinet Central office Cavi in rame Distribution point (box) Twisted pair Secondary cable – Primari • 2400-2000 coppie • In tubi o dotti – Secondari Feeder / primary network Distribution / secondary Home network network • 100-10 coppie • In trincea o aerei Passive Optical Networks – Gennaio 2010 26 La rete di accesso in rame Dati nazionali per la rete PSTN Italian PSTN access network (dati del 2003) – – 23·106 subscribers, 11000 COs, ≈ 2100 subsc. / CO [France: 30·106 subs.; Germany: 35·106 subs., 6500 COs; United Kingdom: 26·106 subs., 7000 COs] Average cable-length values • • • – Primary: 65 % [Fr.: >70%, UK: 75 %] Secondary: 45 % [Fr.: 70%, UK: 65 %] Muxed lines: ≈ 1000 @ 2 Mbit/s (30 channels) USA – – 100·106 subscribers Average cable-length values • • • – Distribuzione cumulativa della lunghezza della rete di accesso in rame Occupation • • – Primary: 1.1 km [Fr.: 1.9 km, Ge.: 1.7 km, UK: 1.3 km] Secondary: 400 m [Fr.: 600 m, Ge.: 300 m, UK: 700 m] 85 % buried Primary: 2.7 km Secondary: 600 m 24 % above 5.5 km end-to-end Muxed lines: several thousands @ 1.5 Mbit/s World average – Average cable-length values • • Primary: 1.8 km Secondary: 520 m A. Luvison, F. Tosco, La rete di distribuzione per telecomunicazioni, Libri CSELT, 2003 Torino (Italy) Passive Optical Networks – Gennaio 2010 27 La rete di accesso in rame in Italia Rete attuale di Telecom Italia Rete di Telecom Italia nel 2008 – Circa 530˙000 km di cavo per un totale di 110 milioni di km di doppini. 10.313 Stadi di Linea (SL) (detti anche Central Office - CO) – Negli SL sono presenti i permutatori metallici (o Main Distribution Frame - MDF) che consentono la connessione fisica dei doppini in rame verso gli utenti finali – Negli SL sono inoltre presenti gli apparati DSLAM Gli SL sono connessi attraverso la rete di giunzione (backhaul) ai 628 Stadi di Gruppo Urbano (SGU) Passive Optical Networks – Gennaio 2010 Convegno AICT, “Reti di accesso di nuova generazione: Tecnologie e scenari”, Milano, aprile 2008, http://www.associazioneaict.it/home.asp 28 La rete di accesso in rame in Italia Rete attuale di Telecom Italia La rete primaria – Connette gli SL (e quindi gli MDF) agli armadi stradali (cabinet) (attualmente circa 140.000) – L’armadio contiene terminazioni di cavi più piccole (o Subloop Distribution Frame – SDF) – La lunghezza dai 200 metri ai 3000 metri – Solitamente è installata in cavidotti pressurizzati La rete secondaria – Connette gli armadi stradali (e quindi gli SDF) con i box di distribuzione agli edifici – Lunghezza dai 100 ai 700 metri. – Solitamente installata in trincea con i cavi direttamente interrati I box – Armadietti di terminazione dei cavi (Distribution Frame, DF) a cui fanno capo una decina di doppini in rame. Ciascuno serve un’area elementare – Possono essere interni agli edifici (circa 1,5 milioni) oppure esterni (circa 3,9 milioni). • Nel caso di grandi edifici, il box interno è chiamato armadietto di distribuzione Il collegamento interno all’edificio connette gli armadietti di distribuzione con le borchie degli utenti finali Passive Optical Networks – Gennaio 2010 29 Rete di accesso NGAN Modello di rete integrata Internet carrier Web farm VOD server Customer database Local service provider network Set-top box Service feeder / primary network Distribution / secondary network Home network Pubblic transport network Service feeder / primary network – Punto di interconnessione di varie reti differenti • Rete di trasporto pubblica • Reti di service-provider locali, in cui si trovano i server usufruiti dai subscriber • Altre reti (es. di Internet Service Provider) Distribution / secondary network – Link a scarso livello di condivisione ⇒ sono fondamentali soluzioni a basso costo Home network – Set-top box unificato per vari servizi (triple-play) o rete locale per interconnettere interfacce separate Passive Optical Networks – Gennaio 2010 30 Rete di accesso NGAN Fiber In The Loop (FITL) CO Service feeder / primary network Downstream traffic Distribution / secondary network NIU Upstream traffic Il termine Fiber-in-The Loop (FITL) indica qualsiasi rete di accesso in cui parte o tutti i collegamenti sono in fibra ottica Schema semplificato – Il nodo d’accesso è genericamente chiamato Central Office (CO) – Il terminale d’utente è genericamente chiamato Network Interface Unit (NIU) Traffico – Downstream = verso i subscribers – Upstream = verso il central office La terminologia specifica poi varia a seconda dell’implementazione Passive Optical Networks – Gennaio 2010 31 Fiber in the loop Classificazione Fiber to the … (FTTx) Varie soluzioni proposte, risultanti dal trade-off tra costo di sostituzione del rame (o di istallazione della fibra) e ritorno economico dell’incremento delle prestazioni – La sezione di rete vicino all’utente finale (ramificazione massima, condivisione dei costi tra gli utenti minima) può rimanere in rame – Il nome delle varie soluzioni è determinato dalla collocazione in rete del Electro-Optical (opto-electronic) Interface (EOI) Casi classificati – [Fiber To The Exchange (FTTE): EOI nel CO • In realtà indica una rete di accesso interamente in rame; a rigore non è una soluzione FITL] Å corrisponde alla situazione attuale della rete TI in rame – Fiber To The Cab (FTTCab): EOI nell’armadio (PSTN cabinet) – Fiber To The Curb (FTTC) / Fiber To The Building (FTTB): EOI nel box di distribuzione (PSTN distribution point) esterno (curb) o interno (building) – Fiber To The Home (FTTH) / Fiber To The Office (FTTO): EOI nel NIU Ogni operatore sceglie la configurazione che minimizza i rischi e gli extra-costi e sfrutta al meglio la propria rete legacy (ove presente) Passive Optical Networks – Gennaio 2010 32 Fiber in the loop Classificazione applicata al caso italiano Central Office Primary Network Cabinet Secondary Network (200-3000m) xDSL FTTE fibra fibra VDSL2 FTTB ONU fibra FTTH (100-700m) rame FTTCab Building Banda Larga NGN rame ADSL2+ 3-20 Mbit/s Exchange <1 Mbit/ss centrale rame VDSL2 25-50 M 2-10 M fibra fibra rame fibra VDSL2 50-100 M 25-40 M Cabinet armadio Building edificio Optical 0.1-1 Gbit/s Home casa Banda Ultra Larga NGAN Fonte: Telecom Italia NB Esistono moltissime altre varianti: Cab . Curb, Node, Premises, Office, Passive Optical Networks – Gennaio 2010Dormitory, Farm, ecc. Qui sono tutte deliberatamente ignorate! 3333 Fiber in the loop Terminologia definita dallo standard ITU-T G.983 – Interfaccia tra fibra e sezione in rame – NIU quando il subscriber è raggiunto in fibra ODN Optical Network Termination (ONT) Network Termination (NT) – NIU quando il subscriber è raggiunto in rame Passive Optical Networks – Gennaio 2010 ONU Optical Network Unit (ONU) ODN ONU – Parte in fibra della rete ODN Optical Distribution Network (ODN) OLT Copper Copper ONT – Apparato Access network terminal equipment nel CO FTTH/O NT Optical Line Termination (OLT) FTTB/C NT FTTCab CO Primary network Secondary network NIU Home network Electronics From G.983 ITU-T Recommendation (1998) 34 Fiber in the loop Rete ottica d’accesso attiva CO Optical ADM Optical ADM VDSL modem Secondary fiber Primar (WDM) fiber ring CO switch / POP SDH ADM Secondary fiber ring HUB Home network Build. switch / POP Tipicamente, switch Ethernet o router IP Optical Add Drop Multiplexers (OADMs) Il tratto di rete primario può essere realizzato con topologia ad anello – Cab switch / POP STB Possibile in tutte le versioni FTTx (FTTCab, FTTC/B, FTTH/O) L’interconnessione tra diverse sezioni della rete avviene tramite apparati di commutazione attivi – – VDSL m. Possibilità di sfruttare i ring ottici in area metro (eventualmente anche in multiplazione di lunghezza d’onda) L’ultimo tratto, se in rame, può essere: – – Twisted pair (with ADSL / VDSL) UTP-5 (with 10/100 Fast Ethernet, especially for indoor plant in the FTTC/B solution) Passive Optical Networks – Gennaio 2010 35 Fiber in the loop Passive Optical Network (PON) CO ONU Remote Node (RN) CO switch / POP Primary ODN NT Primary (WDM) fiber (fiber ring) copper Secondary fibers STB HUB Home network ONT NT Secondary ODN ONU Build./C ONU Topologia a doppia stella ottica: l’Optical Distribution Network è ripartito nei tratti primario e secondario da un Remote Node (RN) – L’RN è un componente passivo di ripartizione / ricombinazione dei segnali ottici – Può essere collocato in un armadio o più di frequente in un distribution box (ad es. di edificio) – Le fibre nel tratto primario sono più condivise, nel tratto secondario meno condivise • Eventualmente dedicate ad ogni ONT nel caso FTTH Passive Optical Networks – Gennaio 2010 36 Fiber in the loop Passive Optical Network (PON) CO NT Primary (WDM) fiber (fiber ring) ONU Remote Node (RN) CO switch / POP Primary ODN copper Secondary fibers STB HUB Home network ONT NT Secondary ODN ONU Build./C ONU Possibile in tutte le versioni di FTTx (FTTCab, FTTC/B, FTTH/O) – FTTCab e FTTB/C consentono un riutilizzo parziale dell’infrastruttura in rame e migliore utilizzo della banda ottica condivisa tra più utenti La “più ottica” delle soluzioni – La multiplazione dei segnali sul tratto primario può avvenire nel dominio del tempo, della lunghezza d’onda o entrambe Passive Optical Networks – Gennaio 2010 37 Fiber in the loop Passive Optical Network (PON) Piano Casa Rete Metropolitana In Fibra FTTCab PON Borchia SGU o SL Armadio OLT O D F Splitt er 1:n Rete di accesso ottica primaria SD F DF Box Locale chiuso Rete di distribuzione secondaria in rame ONU FTTB/C PON Casa Piano Rete Metropolitana In Fibra Borchia ONU SGU o SL DF OLT O D F Rete di accesso ottica primaria Rete di accesso ottica secondaria OD F Locale chiuso Adduzione OD F Splitt er 1:n Passive Optical Networks – Gennaio 2010 38 Fiber in the loop Passive Optical Network (PON) Orizzontale OD F Rete Metropolitana In Fibra FTTH PON Piano OD F SGU o SL OLT ONT Verticale O D F Casa Rete di accesso ottica primaria Rete di accesso ottica secondaria OD F Splitt er 1:n Locale chiuso Adduzione OD F Splitt er 1:n Passive Optical Networks – Gennaio 2010 39 Fiber in the loop Rete ottica d’accesso attiva Vantaggi – Elevata flessibilità nel progetto – Elevata affidabilità / capacità di ripristino guasti (se ODN primaria è metro ring) – Non richiede nuovi protocolli di controllo dell’accesso in rete; si basa su tecnologie di commutazione ben consolidate (IP, Ethernet) – Non richiede specifici protocolli di gestione – Terminale d’utente a basso costo (tipicamente, uno switch Ethernet con interfacce standard) Svantaggi – Il remote node è attivo e va quindi alimentato (⇒ costi operativi energetici + infrastruttura più complicata per raggiungere l’alimentazione elettrica) – Frequenti punti di conversione optoelettronica del segnale (⇒ inefficienza energetica – consumo elevato di potenza) – Non trasparente ai segnali analogici Passive Optical Networks – Gennaio 2010 40 Fiber in the loop Passive Optical Network (PON) Vantaggi – Un RN splitter/combiner passivo è economico e non richiede manutenzione, alimentazione e controllo dei fattori ambientali (es. climatizzazione) – ODN ottica completamente trasparente da CO a ONU (ONT) • Risparmio energetico per assenza di conversioni elettroottiche • Possibilità di invio simultaneo di canali digitali e analogici (es. TV) – Banda disponibile estremamente grande Svantaggi – I segnali upstream da ONU diversi non possono collidere al RN • Trasmissione upstream di tipo burst-mode: ogni trasmettitore ONU deve accendersi e spegnersi, l’OLT si deve ri-sincronizzare e ricalibrare ad ogni busrt ricevuto • Tutti gli ONU devono essere sincronizzati ad un riferimento temporale comune • E’ richiesto un protocollo Medium Access Control (MAC) ⇒ nuovi protocolli sviluppati ad hoc per la gestione e il controllo della rete – Il numero di ONU raggiungibili da una fibra primaria è limitato (ad alcune decine) Passive Optical Networks – Gennaio 2010 41 Sommario Introduzione Passive Optical Network: fondamenti – – – – L’infrastruttura d’accesso ottica Rete PON: il livello fisico Controllo d’accesso up/downstream Confronto di PON con altre soluzioni d’accesso ottiche Standard PON Problemi aperti Conclusioni Passive Optical Networks – Gennaio 2010 42 Schema base di una rete PON OLT: Optical Line Termination ONU: Optical Network Unit ONT: Optical Network Terminal ODN: Optical Distribution Network RN: Remote Node Voice wn o D Fiber link Copper link am e r st af r T fic ONU ONU Video ps U am tre fic af Tr Central Office Apartment Building Passive Device OLT ISP A Office Building ONU Houses ONT ODN Passive Optical Networks – Gennaio 2010 43 Schema base di una rete PON Premessa metodologica Da questa slide in poi per la presente e la successiva parte di corso quando si fa riferimento alla Passive Optical Network (PON) si assume lo schema base (next slide) Tutte le considerazioni sono indipendenti dal modello di FITL specifico ⇒ – quanto si dirà vale indifferentemente per PON usate per FTTCab, FTTC/B, FTTH/O Per semplicità la terminazione d’utente sarà in genere indicata come ONU Si assumono le distanze OLT-RN e RN-ONU secondo i valori massimi per l’infrastruttura italiana – ODN primaria: 3 km – ODN secondaria: 700 m 700 m 3000 m ONU ONU OLT ODN Passive Optical Networks – Gennaio 2010 RN ONU 44 Schema base di una rete PON Sistema di trasmissione ottica digitale Il trasmettitore trasforma i bit da trasmettere in impulsi ottici in base alla modulazione ON-OFF Keying (OOK) (in banda base) – 1 logico Æ intensità elevata – 0 logico Æ intensità bassa La trasmissione a bit-rate R bit/s dà origine a impulsi di durata circa T = 1/R s Il ricevitore ricostruisce la sequenza logica mediante rivelazione diretta dell’intensità ottica degli impulsi ricevuti T 1 Interfacce livello fisico 0 1 1 0 1 t T T RTZ t Laser Modulatore T 0 1 1 NRZ Passive Optical Networks – Gennaio 2010 t T t t T 0 t Ricevitore Es.: R = 622 Mbit/s Æ T = 1.6 ns R = 1 Gbit/s Æ T = 1 ns R = 10 Gbit/s Æ T = 100 ps 45 Schema base di una rete PON Sistema di trasmissione ottica digitale – Parametro detto sensitivity e espresso in genere in dBm Pmin[dBm] = 10 log10 (Pmin[mW]) Primo obiettivo del progetto è assicurare che la potenza minima ricevuta sia superiore alla sensitivity (power budget) – Vedremo che non è solo la potenza ricevuta a determinare il BER Passive Optical Networks – Gennaio 2010 1E 00 Sensitivity La qualità del sistema valuta in base al tasso di errore medio (Bit Error Rate – BER) Più elevata è la potenza media ottica al ricevitore, migliore è il BER, in base a curve caratteristiche del tipo di ricevitore e del bit-rate Fissata la soglia max sul BER, si determina la potenza media minima necessaria al ricevitore log(BER) 1E-02 1E-04 1E-06 1E-08 1E-10 Soglia BER 1E-12 1E-14 -31 -30 -29 -28 -27 -26 -25 -24 Average Optical Power (dBm) Es. (sistema a 622 Mbit/s) Soglia BER = 10-12 ⇒ Pmin = -26 dBm = 2.5 μW 46 -23 Schema base di una rete PON I componenti: la fibra ottica Struttura guidante per i segnali ottici ad altissima efficienza Come noto, il salto d’indice di rifrazione n1-n2 all’interfaccia tra core e cladding determina il confinamento dei fasci e l’instaurazione di modi di propagazione Due tipi di fibra: – Multimodo: diametro di core grande (50 - 62 μm) – Singolo modo: diametro di core piccolo (<10μm) n1 Fibra più usata per applicazioni PON: monomodo ITUT G.652 STD SMF n2 n1 n2 Passive Optical Networks – Gennaio 2010 47 Schema base di una rete PON Attenuazione di fibra Nonostante le ottime qualità trasmissive, la fibra come ogni altro mezzo attenua i segnali ottici (riduce la potenza) Cause di attenuazione interne CLADDING CORE Impurity – Scattering – Assorbimento del materiale – Assorbimenti dovuti ad impurità ed imperfezioni CLADDING Cu Cause di attenuazione esterne Air bubble – Piegatura (bending) – … Attenuazione dovuta ad accoppiamento (fibra-fibra, fibradispositivi) – Disallineamento – Differenze tra le caratteristiche dei mezzi guidanti (diametro core, indice di rifrazione, modi guidanti, ecc.) – … Passive Optical Networks – Gennaio 2010 O O Si CORE Crystal of quartz O O O Si OH SiO4 O O Si O O Molecule of glass (SiO4 ) contaminated by OH- Ion 48 Schema base di una rete PON Attenuazione di fibra In una fibra la potenza ottica si attenua in modo esponenziale con la distanza di propagazione – Passando ai decibell si ottiene un andamento lineare (in dB) con la distanza – Il parametro di attenuazione α si esprime in dB/km L’attenuazione dipende dalla lunghezza d’onda di esercizio I(z)=I(0) e -α z α [db]= 10 log [ I(0)/ I(z) ] 10 I(0)=input energy I(z)=output energy z = length of the fiber α 5 [dB/Km] Total attenuation Rayleigh Scattering 4 3 Hydroxyl OHAbsorbtion 2 Infrared Absorption 1 Ultraviolet absorption 0.8 0.9 1.0 1.1 1.2 1.3 1.4 1.5 1.6 1.7 1.8 ( μm) Passive Optical Networks – Gennaio 2010 λ 49 Schema base di una rete PON Finestre di trasmissione I vari tipi di attenuazione si combinano dando luogo a tre intervalli di lunghezze d’onda entro i quali conviene scegliere le lunghezze d’onda di Con le fibre ITU G652c/d SMF esercizio (zero-water peak – ZWP) si Caratteristiche delle finestre di trasmissione elimina il picco tra II e III finestra – I finestra λ centrale: 820 nm α tipico: 2.0 dB/km sorgenti economiche – II finestra λ centrale: 1310 nm α tipico: 0.4 dB/km sorgenti a medio costo – III finestra λ centrale: 1550 nm α tipico: 0.2 dB/km sorgenti più costose amplificatore ottico EDFA 3.0 First Window 2.5 ATTENUATION (dB/km) STD SMF ZWP SMF 1310nm Third Window 2.0 1.5 850nm 1.0 1550nm 0.5 800 900 1000 1100 1200 1300 1400 1500 1600 1700 WAVELENGTH (nm) Nelle PON si utilizzano solo la II e III finestra Passive Optical Networks – Gennaio 2010 Second Window Es. Attenuazione di 3700 m di fibra II finestra ⇒ 1.48 dB Æ I(z) = 0.7 I(0) III finestra ⇒ 0.74 dB Æ I(z) = 0.8 I(0) 50 Schema base di una rete PON I componenti: sorgenti Le caratteristiche della sorgente ottica che viene modulata influenzano le prestazioni di sistema In passato stato ipotizzato l’impiego nelle PON di sorgenti a basso costo e larga banda (Light Emitting Diode – LED) Spettro LED – Pongono problemi trasmissivi – Adatti solo per situazioni particolari (spectrum slicing) Oggi sia per OLT che per ONU sono disponibili sorgenti laser semiconduttore a costo relativamente basso – Fabry-Perot (FP) [Pot. media tipica Po = 0 dBm = 1 mW] Vert: -10.0 dB/Div Spectral Width -20 dB Width < 2 nm • Economiche ma rumorose • Adatte per II finestra (1310 nm) – Distributed FeedBack (DFB) [Po = 1 dBm = 1.25 mW] + • Più costose ma a spettro più stretto, adatte per il WDM • Sia III (1550 nm) che II finestra (1310 nm) FP gain mirror - cleave λ Passive Optical Networks – Gennaio 2010 DFB 1050 nm 1550 nm Horiz: 100 nm/Div Spettro DFB + gain mirror - AR coating λ 51 Schema base di una rete PON I componenti: ricevitori La sensitivity del ricevitore dipende dal fotodiodo, il dispositivo semiconduttore usato per la conversione dei segnali ottici in segnali di corrente – Fotodiodi PIN • Buona sensitivity (≅ -22 dBm = 6 μW) • In silicio per I finestra (850 nm), in arsenuro di gallio indio (InGaAs) per II/III finestra (1310/1550nm) – Fotodiodi a effetto valanga (Avalanche Photodiodes - APD) • Maggior sensitivity (≅ -30 dBm = 1 μW) dovuta all’effetto amplificante • Adatti a operare a Gbit/s e distanze maggiori • Più costosi dei PIN Passive Optical Networks – Gennaio 2010 52 Schema base di una rete PON I componenti: configurazione tipica dei transceiver La miglior scelta di dispositivi per sorgenti e ricevitori si ottiene – Tenendo conto che il fattore costo è molto più critico negli ONU (costi non condivisi da più utenti) – Compensando peggiori prestazioni del ricevitore con migliori prestazioni del trasmettitore e viceversa ONU OLT Upstream FP APD Downstream PIN DFB TX Power RX Sensitivity ONU (FP+PIN) 0 dBm -22 dBm OLT (DFB+APD) 1 dBm -30 dBm Passive Optical Networks – Gennaio 2010 53 Schema base di una rete PON I componenti: splitter / combiner ONU ONU OLT RN ONU ONU OLT ONU RN ONU Le funzioni del Remote Node (RN) vengono svolte da accoppiatori ottici – Downstream: ripartizione potenza ottica (splitting) 1:n – Upstream: accoppiamento di n fibre dedicate agli ONU con la fibra condivisa verso l’OLT (combining) n:1 Optical splitter ideale 1:n n A 2 3 4 8 16 32 64 9 12 15 18 6 [dB] – Attenuazione A[dB]= 10 log10 n – Normalmente n è una potenza di 2. Quindi, se n = 2h ⇒ A[dB]= 3 ⋅ h Optical combiner ideale 1:n – I dispositivi ottici passivi sono anche RECIPROCI e quindi hanno un comportamento simmetrico (indipendentemente dalla tecnologia) – Attenuazione A[dB]= 10 log10 n Æ anche il canale upstream “paga” l’impairment di splitting alla ricombinazione delle fibre secondarie • (precisamente, la perdita avviene perché parte della potenza ottica dagli ingressi del combiner si trasferisce su modi che non si propagano nell’unica uscita) Passive Optical Networks – Gennaio 2010 54 Schema base di una rete PON Accoppiatori ottici Accoppiatore ottico non ideale: allo splitting loss bisogna aggiungere – Excess loss: perdite dovute a imperfezioni (0.1 – 1.0 dB) – Directivity loss: potenza che da un ingresso viene retroriflessa su tutti gli ingressi (-40 - -50 dB) Æ splitter e combiner sono molto direttivi Due tipi di componenti – Coupler in fibra a fusione (Fused Biconic Tapered – FBT) • Fusione dei nuclei di due fibre adiacenti per un tratto opportuno – Coupler in ottica integrata planare • Strutture a Y in guida d’onda • Prestazioni migliori, ridotte dimensioni, stabilità Passive Optical Networks – Gennaio 2010 FTTH Handbook, Deployment & Operations 55 Committee, FTTH Council Europe, 2009 Schema base di una rete PON Accoppiatori ottici 70% Esistono coupler asimmetrici (es. splitter 1:2 con 30/70%) utili per ad es. monitoring 30% E’ possibile ottenere strutture 1:n (n:1) con n grande a piacere replicando elementi base 1:2 (2:1) in architetture multistadio – Minimizzare il numero di stadi Æ minimizzare l’excess loss 4-stage 8x8 Passive Optical Networks – Gennaio 2010 3-stage 8x8 56 Schema base di una rete PON Perdite alla giunzione tra fibre L’interconnessione di due mezzi ottici guidanti è una funzione critica perché introduce perdite per – Imperfetto allineamento – Differenze di caratteristiche ottiche (mode mismatching, ad es. tra fibra e splitter in guida d’onda o tra fibre diverse) – Impurità tra le interfacce Passive Optical Networks – Gennaio 2010 n0 n1 n1 Longitudinal misallignment z r Lateral misallignment Φ Angular misallignment 57 Schema base di una rete PON I componenti: connettori I connettori vengono utilizzati per collegamenti non permanenti fibra-fibra o fibra-dispositivo – Bloccano meccanicamente le fibre per realizzare allineamenti precisi Caratterizzati da 2 parametri – Perdite di inserzione (si intende misurate attraverso una coppia maschio-femmina) (da 0.5 dB – 0.2 dB fino a 0.15 dB per connettori low-loss) – Directivity loss: parte di potenza retroriflessa (-40 - -50dB) PC Vari standard e tecnologie differenti – Con (APC) o senza lappatura angolata (PC, UPC) – Standard size (SC, FC, E2000, ST, DIN) o small form factor (half size) (LC, MU, F3000) SC Standard più comuni: SC e LC Passive Optical Networks – Gennaio 2010 Angled polishing 58 Schema base di una rete PON I componenti: connettori Connettori più utilizzati nelle PON ST SC Chiave Ferula FC E2000 Passive Optical Networks – Gennaio 2010 FTTH Handbook, Deployment & Operations 59 Committee, FTTH Council Europe, 2009 Schema base di una rete PON Manutenzione dei connettori Dirty connector Presenza di polvere e umidità sulle facce delle fibre può incrementare le perdite di un connettore Pulizia manuale (con etanolo, alcol, aria, ecc.) Fonte: E. Moscheni, Tektronix Passive Optical Networks – Gennaio 2010 60 Schema base di una rete PON I componenti: giunti Giunti (splice): collegamenti permanenti tra fibre Giunti a fusione – Fusione dei nuclei di due fibre mediante arco elettrico – Precisione: dipende dal meccanismo di allineamento • Allineamento dei core: attenuazione AJ < 0.05 dB • Allineamento dei cladding (giuntatrici portatili): AJ < 0.1 dB Mechanical splicing – Allineamento meccanico dei due terminali di fibra – Spesso si utilizza liquido di matching – Attenuazione tipica: AJ < 0.5 dB Passive Optical Networks – Gennaio 2010 FTTH Handbook, Deployment & Operations Committee, FTTH Council Europe,61 2009 Schema base di una rete PON I componenti: siti di giuntaggio e connettorizzazione Muffole Camerette e pozzetti Diramazioni di tubi e cavi FTTH Handbook, Deployment & Operations Committee, FTTH Council Europe, 2009 Passive Optical Networks – Gennaio 2010 62 Schema base di una rete PON I componenti: siti di giuntaggio e connettorizzazione Optical Distribution Frame nell’OLT Apparati attivi nell’OLT Accesso all’edificio Passive Optical Networks – Gennaio 2010 Rete di edificio FTTH Handbook, Deployment & Operations 632009 Committee, FTTH Council Europe, Schema base di una rete PON Attenuazione per bending Attenuazione da bending di qualche dB Se curvata con raggi di curvatura troppo stretti (piegata) la fibra perde la capacità di guida Si determinano perdite di potenza – Difficili da prevedere – Criticità soprattutto nell’infrastruttura di edificio • I cavidotti e le canaline possono essere stretti, soprattutto quando si riutilizza l’infrastruttura per la rete in rame Le nuove fibre di tipo ITU-T G.657 sono particolarmente resistenti al bending Passive Optical Networks – Gennaio 2010 64 Power budget Power budget di una PON Possiamo ora conseguire il primo obiettivo di progetto di una PON POWER BUDGET ottico: differenza (in dB) tra potenza media del trasmettitore e la sensitivity del ricevitore – E’ la “dotazione” di potenza del sistema che si può “spendere” per supportare tutte le attenuazioni note (fibra, splitting, connettori, splice) più per un margine di sistema per gli “imprevisti” (es. bending) Power budget PON tipico (vedi tabella Æ) – DOWNSTREAM (@ 1490nm): 23 dB – UPSTREAM (@ 1310nm): 30 dB Passive Optical Networks – Gennaio 2010 TX Power RX Sensitivity ONU (FP+PIN) 0 dBm -22 dBm OLT (DFB+APD) 1 dBm -30 dBm Nota: il power budget si misura in dB (e non in dBm), anche se è la differenza tra due grandezze in dBm. Questo perché la differenza è in realtà (in unità lineari) un rapporto, e quindi adimensionale 65 Power budget Parametri dei componenti passivi Due ipotesi – Conventional Æ conservativa – Low-loss Æ componentistica di migliore qualità e più evoluta (investimento maggiore) (Si trascurano le retroriflessioni) Si noti che in upstream la fibra attenua di più (usata con λ in II finestra – mentre in downstream è in III) Æ è corretto che il margine di sistema sia più ampio ODN Loss Model Assumptions Conventional Low-loss Connection 0.75 dB 0.15 dB AC Splices 0.088 dB 0.067 dB AS Split./comb. exc. loss 0.7 dB 0.4 dB AxRN Fiber (1310nm) 0.5 dB/km 0.4 dB/km αu Fiber (1490/1550nm) 0.3 dB/km 0.2 dB/km αd Passive Optical Networks – Gennaio 2010 66 Power budget Equazioni di progetto Downstream PTXd − P RXd = α d ⋅ l + c ⋅ Ac + s ⋅ As + 3 ⋅ log 2 n + AxRN + M d Upstream PTXu − P RXu = α u ⋅ l + c ⋅ Ac + s ⋅ As + 3 ⋅ log 2 n + AxRN + M u – Dove i parametri di sistema sono: • l = lunghezza totale ODN; n = numero di ONU; c = numero di connettori; s = numero di splice; Md/u = margine di sistema up/downst. per gli imprevisti Æ ovviamente: Md/u ≥ 0! Analisi parametrica: fissati gli altri parametri è possibile valutare il massimo valore di un parametro di sistema particolare – Es. numero utenti, lunghezza ODN, ecc. Passive Optical Networks – Gennaio 2010 67 Power budget Esempio sul caso italiano Si supponga che ogni collegamento OLTÆONU (e simmetricamente ONUÆOLT) attraversi c = 4 connettori e s = 4 giunti in totale Oltre i 16 (32 low-loss) ONU il margine di sistema diventa critico (< 3 dB) 64 ONU è fattibile solo con low-loss – Meglio usare amplificatori ottici – O usare tecniche di correzione d’errore (FEC) 3.7 km In generale si nota che per le PON occorrono componenti di qualità Downstream (power budget 23 dB) Conventional Upstream (power budget 30 dB) Low loss Conventional Low loss n Atot Mu Atot Mu Atot Mu Atot Mu 2 8.2 14.8 5.3 17.7 8.9 21.1 6.0 24.0 4 11.2 11.8 8.3 14.7 11.9 18.1 9.0 21.0 8 14.2 8.8 11.3 11.7 14.9 15.1 12.0 18.0 16 17.2 5.8 14.3 8.7 17.9 12.1 15.0 15.0 32 20.2 2.8 17.3 5.7 20.9 9.1 18.0 12.0 64 23.2 <0! 20.3 2.7 23.9 6.1 21.0 9.0 Passive Optical Networks – Gennaio 2010 68 Power budget Esempio con distanza OLT-ONU 10 km L’aumento della distanza ONU-OLT ha un impatto molto limitato – In pratica anche a 10 km il massimo numero di ONU raggiungibili non cambia 10 km Downstream (power budget 23 dB) Conventional Upstream (power budget 30 dB) Low loss Conventional Low loss n Atot Mu Atot Mu Atot Mu Atot Mu 2 10.1 12.9 6.6 16.4 12.1 17.9 8.6 21.4 4 13.1 9.9 9.6 13.4 15.1 14.9 11.6 18.4 8 16.1 6.9 12.6 10.4 18.1 11.9 14.6 15.4 16 19.1 3.9 15.6 7.4 21.1 8.9 17.6 12.4 32 22.1 0.9 18.6 4.4 24.1 5.9 20.6 9.4 64 25.1 < 0! 21.6 1.4 27.1 2.9 23.6 6.4 Passive Optical Networks – Gennaio 2010 69 Trasmissione ottica a breve distanza Vantaggi sul power budget Le PON possono essere considerati sistemi ottici a breve distanza – Nella maggior parte dei casi l < 10 km (anche se gli standard prevedono fino a 20 km) Primo vantaggio: power budget OK Æ non occorrono amplificatori ottici – Gli amplificatori ottici in fibra (tipicamente Erbium Doped Fiber Amplifier – EDFA) sono fondamentali nei sistemi a lunga distanza Svantaggi dell’amplificazione ottica – Dispositivi aggiuntivi – Consumo di potenza – Necessari siti intermedi (amplificatori di linea) con relative alimentazioni e servizi accessori per manutenzione e controllo – Sono dispositivi analogici Æ amplificano ma degradano il segnale • Introducono rumore ASE (Amplified Spontaneus Emission) – Se usati al trasmettitore (configurazione “booster”) aumentano il livello di intensità ottica di molto Æ possono introdurre fenomeni non lineari (soprattutto in sistemi WDM) che degradano ulteriormente il segnale Passive Optical Networks – Gennaio 2010 70 Trasmissione ottica a breve distanza La dispersione In generale, la potenza ottica al ricevitore non è l’unico parametro che determina il BER Dispersione = differenza di velocità di propagazione tra le componenti dell’impulso La dispersione genera allargamento dell’impulso nel tempo – Le code di un impulso si sovrappongono agli impulsi precedente e successivo generando interferenza intersimbolo (ISI) ⇒ aumento del BER Si considera che l’allargamento massimo accettabile per non avere impatto apprezzabile sul BER sia 1/10 del tempo di bit T T ΔT ≤ T / 10 Passive Optical Networks – Gennaio 2010 T + ΔT Es.: R = 622 Mbit/s Æ ΔT ≤ 160 ps R = 1 Gbit/s Æ ΔT ≤ 100 ps R = 10 Gbit/s Æ ΔT ≤ 10 ps 71 Trasmissione ottica a breve distanza Fibre multimodo e dispersione modale Le fibre multimodo sono limitate dalla dispersione modale Nel caso della dispersione modale le componenti dell’impulso che viaggiano a diverse velocità sono i diversi modi di propagazione che si innescano in una fibra multimodo L’uso delle fibre multimodo è limitato a brevissime distanze – Applicazioni in-building e come patch-cord nei data center – Effective Modal Bandwidth (EMB): indica in MHz⋅km il prodotto bandadistanza max (in genere intorno a 500 MHz⋅km (⇒ @ 1 Gbit/s faccio 500 m) t t1 = Input Optical pulse duration Passive Optical Networks – Gennaio 2010 t t2= output Optical pulse duration 72 Trasmissione ottica a breve distanza La dispersione cromatica Nelle fibre monomodo avviene il fenomeno della dispersione cromatica Dispersione di materiale – – Lo spettro del segnale ottico (emesso dal laser e poi modulato) non è perfettamente monocromatico Le componenti spettrali di destra (λ maggiori) viaggiano più velocemente A A/2 Dispersione di guida (legata alla configurazione spaziale del modo di propagazione) λ (nm) CLADDING CORE Dispersione di materiale CLADDING CORE Dispersione di guida Passive Optical Networks – Gennaio 2010 73 Trasmissione ottica a breve distanza La dispersione cromatica Dispersione di materiale e di guida si combinano nella dispersione cromatica Si caratterizza con l’allargamento dell’impulso in funzione della lunghezza d’onda della portante – Allargamento proporzionale alla distanza l e alla larghezza di banda del segnale ottico Bo Æ il coefficiente di dispersione D si misura in ps / (km ⋅ nm) – D può anche essere < 0 (restringimento degli impulsi) – Nelle fibre monomodo standard D = 0 si ha per 1310 nm D [ps / (km ⋅ nm)] – In II finestra Material (λ = 1490-1550 nm) Dispersion Total D va circa da +10 a Dispersion + +17 ps / (km ⋅ nm) Zero at 1310 nm 1200 1400 1600 – Esistono fibre con profili λ [nm] di dispersione diversi (poco usate per le PON) Waveguide Dispersion Passive Optical Networks – Gennaio 2010 74 Trasmissione ottica a breve distanza Effetti della dispersione cromatica a breve distanza Calcolo dell’allargamento dell’impulso ΔT dal coefficiente di dispersione D ΔT = D ⋅ l ⋅ BO – Con modulazione ottica OOK NRZ in banda base si può assumere che la banda ottica del segnale sia all’incirca BO ≅ 2 R, dove R è il bitrate – E’ in genere necessario trasformare Bo dall’espressione in Hz ai nm equivalenti. Si può usare l’approssimazione (valida per intervalli di frequenza piccoli nell’intorno della portante λo – c è la velocità della luce nel vuoto): λ2o c d ⎛c⎞ c ⎜⎜ ⎟⎟df ⇒ Δλ = − 2 Δf = Δf ⇒ dλ = λ= df ⎝ f ⎠ fo c f Es.: caso a 1 Gbit/s (più critico), rete italiana R = 1 Gbit/s ⇒ BO ≅ 2 GHz @ λo = 1490 nm ⇒ BO ≅ 0.0148 nm l = 3.7 km; D = 10 ps/nm⋅km ΔT = 0.055 ps << T / 10 = 100 ps Dispersione cromatica trascurabile Passive Optical Networks – Gennaio 2010 75 Trasmissione ottica a breve distanza Effetti della dispersione cromatica a breve distanza La dispersione cromatica ha un effetto trascurabile Æ Un secondo beneficio della breve distanza nelle PON attuali In futuro all’aumentare di estensione e bitrate, questa condizione può però non essere più verificata – Necessari anche nelle PON compensatori di dispersione: molto promettenti i sistemi di Forward Error Correction (FEC) elettronici basati su DSP veloce Es.: caso più estremo: 10 Gbit/s, l = 10 km R = 10 Gbit/s ⇒ BO ≅ 20 GHz @ λo = 1490 nm ⇒ BO ≅ 0.148 nm l = 10 km; D = 10 ps/nm⋅km ΔT = 14.8 ps > T / 10 = 10 ps !! La dispersione conta! Nota: quanto detto per la disp. cromatica si può ripetere per la disp. di polarizzazione (PMD), che ha effetto su distanze x bitrate ancora maggiori Passive Optical Networks – Gennaio 2010 76 Trasmissione bidirezionale Bidirezionalità della fibra ottica La fibra ottica è un mezzo trasmissivo passivo, lineare e perfettamente simmetrico nelle due direzioni di propagazione sullo stesso canale (lunghezza d’onda) – La stessa proprietà vale anche per splitter e combiner Teoricamente la trasmissione simultanea di segnali non interferenti nelle due direzioni è possibile – Vantaggio economico rilevante nel risparmio della fibra Tx Rx Rx Tx Passive Optical Networks – Gennaio 2010 77 Trasmissione bidirezionale Problema: retroriflessioni Connettore Tx Rx Tx Tx Connettore Rx Rx Rx Tx Ogni discontinuità (es. presenza di connettori, splice, coupler, ecc.) genera un eco di retroriflessione L’eco interferisce al ricevitore del canale in direzione opposta – Se la discontinuità è vicina al Tx, l’eco può “oscurare” il canale in direzione opposta Passive Optical Networks – Gennaio 2010 78 Trasmissione bidirezionale Bidirezionalità in diversità di lunghezza d’onda Soluzione al problema delle retroriflessioni: utilizzare due differenti lunghezze d’onda nelle due direzioni di propagazione OLT Æ ONU e ONU Æ OLT – Gli Rx vengono muniti di filtri selettivi che attenuano componenti di riflessione – Per usare filtri a basso costo si adottano λ molto separate, ad esempio in finestre ottiche diverse (Coarse WDM – CWDM) ODN ONU ONU OLT Passive Splitter ONU Passive Optical Networks – Gennaio 2010 79 Schema base di una rete PON Scelta delle lunghezze d’onda di trasmissione 1310nm 1490nm 1550nm II window Æ Low loss (∼0.5 dB/km) Zero chromatic dispersion III window Æ Lower loss (∼0.3 dB/km) Chromatic dispersion (∼10-17 ps/nm*km) Optically amplifiable by EDFAs (1550nm) La scelta ricade sulle tre λ 1310 nm, 1490 nm, 1550 nm, per le proprietà riportate sopra 1550 nm viene adottata solo in casi particolari La configurazione più usuale è: Dual Fiber 1310nm Single Fiber Upstream on 1310nm Downstream on 1490nm Passive Optical Networks – Gennaio 2010 80 Schema base di una rete PON Scelta delle lunghezze d’onda di trasmissione Spesso la λ 1550 nm viene impiegata per multiplare il segnale video analogico distribuito solo downstream dall’OLT verso tutti gli ONU Es. standard BPON Upstream Downstream 1310 nm 1490 nm Voice and Data Voice and Data Video 20 nm 10 nm 100 nm 42 MHz EDFA Voice & Data Downstream 1490 nm 1550 nm 550 MHz Analog TV Digital TV 860 MHz HD/VOD Video 1550 nm ONU Optical Coupler OLT Upstream 1310 nm Optical Splitter Passive Optical Networks – Gennaio 2010 1x32 Or Cascade Video Data POTS (l) (AAL5) (AAL1,2) 81 Trasmissione bidirezionale Optical Time Domain Reflectometry (OTDR) Il fenomeno della retroriflessione si può impiegare come utile strumento diagnostico di rete mediante la riflettometria nel dominio del tempo (misura dei ritardi di arrivo degli impulsi riflessi) – Utile per localizzare componenti con elevate perdite o retroriflessioni – Non è in grado di distinguere i segnali dei diversi ONU al combiner Passive Optical Networks – Gennaio 2010 82 Sommario Introduzione Passive Optical Network: fondamenti – – – L’infrastruttura d’accesso ottica Controllo d’accesso up/downstream Confronto di PON con altre soluzioni d’accesso ottiche Standard PON Problemi aperti Conclusioni Passive Optical Networks – Gennaio 2010 83 Controllo d’accessso alla rete PON Multiplazione e accesso multiplo Le PON sono sistemi a multiplazione ed accesso multiplo Multiplazione: una sorgente verso molte destinazioni Æ direzione da CO a ONUs (punto-multipunto) Accesso multiplo: molte sorgenti verso una destinazione Æ direzione da ONUs a CO (multipunto-punto) E’ necessario scegliere un dominio di multiplazione ottico per separare il traffico, tenendo conto che: – Un ONU non può conoscere lo stato degli altri ONU e quindi sono possibili collisioni – L’OLT ha visibilità su tutti gli ONU e può gestire la banda In ottica sono possibili molte soluzioni Le principali sono: TDM/TDMA Time Division Multiplexing/Multiple Access Passive Optical Networks – Gennaio 2010 WDM/WDMA Wavelength Division Multiplexing/Multiple Access 84 Controllo d’accesso alla rete PON TDM/TDMA vs. WDM/WDMA WDMA Ogni ONU opera ad una lunghezza d’onda diversa e usa un laser con banda stretta e con frequenza centrale fortemente stabile – Necessario un controllo di stabilità, ad es. un sistema termostatico Nell’ONT è necessario un rice/trasmettitore tunabile (selettivo ad una lunghezza d’onda tempovariante) o un array di rice/trasmettitori fissi per comunicare con tutti gli ONU Per ora è considerata una soluzione troppo costosa, anche se è un hot-topic della ricerca Passive Optical Networks – Gennaio 2010 TDMA Tutti gli ONU utilizzano la stessa lunghezza d’onda e richiedono i medesimi componenti ottici L’OLT richiede un unico rice/trasmettitore Ciascun ONU deve operare alla velocità di linea, anche se la banda effettiva disponibile è inferiore Soluzione a costi sostenibili 85 Traffico downstream Multiplazione TDM Tutto il traffico generato da OLT per particolari ONU è inviato in broadcast fisico a tutti gli ONU Gli ONU non coinvolti nella comunicazione eliminano i dati Filtraggio sulla base del riconoscimento di un indirizzo – Æ Necessario identificare ciascun ONU in uno spazio di indirizzi ONU ONU OLT Passive Splitter ONU Passive Optical Networks – Gennaio 2010 86 Traffico downstream Multiplazione TDM - trama Informazione organizzata in TRAME – Strutture che raccolgono i bit da trasmettere organizzate in campi – Durata costante (in qualche caso variabile) • Durata trame e quantità di campi e loro significato dipendono dal protocollo – Tipiche dei protocolli di accesso multiplo (livello 2 della pila ISO/OSI) A B OLT Passive Splitter C Passive Optical Networks – Gennaio 2010 87 Traffico downstream Multiplazione TDM - timeslot Un tipo speciale di campo della trama è il TIMESLOT – Sottogruppo di bit di durata costante (in qualche caso variabile) – Ogni timeslot è destinato ad un particolare ONU (o gruppo di ONU nel caso di multicast) – Durata del timeslot: varia da μs a ms a seconda dello specifico protocollo A A A B C B B A OLT A Passive Splitter C B B B C B C B B C Passive Optical Networks – Gennaio 2010 88 Traffico downstream Multiplazione TDM - timeslot Una trama contiene un numero fisso di timeslot, in genere minore del numero di ONU – L’OLT assegna i timeslot agli ONU in base all’esigenza di ciascuno – Ad un ONU possono anche essere assegnati più timeslot in una trama L’assegnazione dei timeslot equivale all’assegnazione della banda downstream – L’OLT può pianificare le assegnazioni per adattarsi alle condizioni di traffico (scheduling) – La quantità di banda assegnata è proporzionale al numero di timeslot A A A B C B B A OLT A Passive Splitter C B B B C B C B B C Passive Optical Networks – Gennaio 2010 89 Traffico downstream Multiplazione TDM – livello fisico Le trame sono delineate da opportuni preamboli di overhead – Una volta rilevato l’inizio trama, i timeslot sono identificati da ulteriori preamboli o sono riconosciuti in quanto in posizione fissa e nota agli ONU Il traffico downstream è a bitrate costante – Il bitrate dell’OLT (al netto degli overhead) rappresenta la banda da condividere tra gli ONU Gli ONU sono a distanze diverse dall’OLT, ma le distanze non variano – Ciascun ONU riceve tutte le trame alla medesima potenza costante ⇒ il ricevitore ONU è semplice A 7km Passive Splitter B OLT 1km 3km C Passive Optical Networks – Gennaio 2010 90 Traffico upstream Multiplazione TDMA Tutti gli ONU condividono lo stesso canale upstream (tutti trasmettono alla medesima λ) Gli ONU non possono comunicare direttamente ⇒ ciascuno ignora lo stato degli altri L’accesso al canale condiviso deve essere controllato per evitare collisioni al Remote Node ONU ONU OLT Passive Combiner ONU Passive Optical Networks – Gennaio 2010 91 Traffico upstream Multiplazione TDMA L’accesso deve essere dinamico in modo da adattarsi all’offerta di traffico di ciascun ONU Esistono vari protocolli per regolare l’accesso multiplo – Es. protocolli a contesa e controllo distribuito tipici delle LAN (CSMA/CD di Ethernet): non funzionano in quanto gli ONU non possono rilevare le collisioni – Protocolli a prenotazione: adatti in quanto si sfrutta la centralità dell’OLT nell’architettura per svolgere la funzione di scheduler ONU A ABC B OLT B B ONU C Passive Combiner ONU Passive Optical Networks – Gennaio 2010 92 Traffico upstream Multiplazione TDMA – accesso controllato L’occupazione di un preciso timeslot da parte di un ONU può avvenire solo su permesso concesso dal OLT I timeslot occupati si ricombinano al RN in modo da non collidere (ricreano una sorta di trama sul tratto primario) – Ogni ONU deve sapere quando iniziare a trasmettere il proprio timeslot – L’OLT deve poter decidere a chi assegnare i timeslot ONU A B C B OLT Passive Combiner A B B ONU C ONU Passive Optical Networks – Gennaio 2010 93 Traffico upstream Accesso a prenotazione: ingredienti fondamentali Ingrediente 1: Controller centralizzato nell’OLT, semplice logica di protocollo negli ONU Ingrediente 2: Formato di trama – Informazione organizzata in timeslot e trame sia down che upstream Ingrediente 3: Meccanismo di segnalazione – L’OLT deve interrogare gli ONUs, che rispondono comunicando il proprio stato (quantità di informazione in attesa di trasmissione) – L’OLT deve inviare agli ONU i permessi (grant) per utilizzare i timeslot Ingrediente 4: Sincronizzazione degli ONU – Ogni ONU deve sapere esattamente quando iniziare a trasmettere un timeslot per cui ha ricevuto un grant, in modo da evitare collisioni Ingrediente 5: Algoritmo di scheduling – I time-slot delle trame down e upstream vengono assegnati agli ONU in modo dinamico per ottimizzare l’utilizzo della banda – Lo scheduling deve avvenire tenendo conto dello stato degli ONU e dei diversi requisiti di qualità di servizio (Quality-of-Service - QoS) delle applicazioni (e.g.: CBR, VBR, etc.), nonché degli accordi commerciali coi subscriber Passive Optical Networks – Gennaio 2010 94 Traffico upstream Segnalazione ONU Æ OLT Per essere “fair” l’assegnazione della banda può essere in funzione della quantità di informazione di ciascun ONU in attesa di trasmissione (equalizzazione dei ritardi) Ogni ONU quindi comunica all’OLT la lunghezza della propria coda di trasmissione – Lo fa in un campo specifico ogni volta che invia un timeslot upstream 7km A A 3km Passive Splitter 1km C Passive Optical Networks – Gennaio 2010 Upstream traffic queue B OLT Upstream traffic queue C C Upstream traffic queue 95 Traffico upstream Segnalazione ONU Æ OLT Attenzione! per evitare lo “starvation” di un ONU, la segnalazione deve poter essere inviata all’OLT anche quando l’ONU non sta ottenendo permessi da tempo – Periodicamente tutti gli ONU inviano dei minislot all’OLT, senza dati, ma solo di segnalazione 7km A A 3km Passive Splitter 1km C Passive Optical Networks – Gennaio 2010 Upstream traffic queue B OLT Upstream traffic queue C C Upstream traffic queue 96 Traffico upstream Segnalazione OLT Æ ONU L’OLT invia agli ONU i grant usando campi specifici delle trame downstream Un grant può essere inviato ad un ONU anche se non ha timeslot allocati nella trama downstream (tutte le trame raggiungono tutti gli ONU) 7km A 1 2 A 2 OLT A B B 1 2 C B A Passive Optical Networks – Gennaio 2010 B 3km 1 B C B Upstream traffic queue B 2 Passive Splitter Transmission Grant C A Upstream traffic queue A B 1 C B 1km C C C Upstream traffic queue 97 Traffico upstream Sincronizzazione ONU Gli ONU possono trasmettere upstream nel timeslot assegnato se sono sincronizzati ad un riferimento temporale comune Per questo è necessario conoscere la distanza tra ogni ONU e l’OLT L’OLT esegue le misure di distanza tramite il meccanismo del ranging 7km A A 2 Upstream traffic queue 3km OLT C C Passive Splitter C C 1km C Passive Optical Networks – Gennaio 2010 Upstream traffic queue B A 1 Upstream traffic queue 98 Traffico upstream Ranging OLT invia un Ranging Grant ed attende la risposta da tutti gli ONU – Ogni ONU i è caratterizzato da un ritardo di propagazione τi e un tempo di risposta TRi – L’ultima risposta ricevuta dall’OLT è quella dell’ONU più lontano (per comodità si suppone anche il più lento) Ricevuta l’ultima risposta l’OLT comunica a ciascun ONU il proprio ritardo di equalizzazione di = RTmax – (2τi + TRi) Il ranging viene ripetuto spesso per compensare jitter e wander RTmax = 2τn + TRn Ranging grant OLT Ranging cell PLOAM Ranging cell PLOAM PLOAM d1 TR1 Max Distance ONU 1 τ1 ONU n τn = max{τi} d1 TRn = max{TRi} Passive Optical Networks – Gennaio 2010 dn = 0 Ritardo di propagazione in fibra per unità di lunghezza: τPUL ≅ 5 μs/km ⇒ τ = τPUL ⋅ l Es. per 3.7 km: τ = 18.5 μs99 Traffico upstream Sincronizzazione ONU Tutti gli ONU ricavano il riferimento temporale dal flusso downstream (es. inizio di una trama downstream) Ciascun ONU applica il ritardo di equalizzazione ricevuto dall’OLT per calcolare il riferimento di inizio del primo timeslot – Tutti gli ONU sono alla medesima distanza logica Ogni ONU occupa i timeslot in base ai grant ricevuti RTmax = 2τn + TRn Upstream-frame starting point Upstream timeslots OLT TR1 Max Distance ONU 1 τ1 ONU n τn = max{τi} d1 TRn = max{TRi} Passive Optical Networks – Gennaio 2010 dn = 0 100 Traffico upstream Multiplazione TDMA – livello fisico Il ricevitore OLT è complicato: è di tipo burst-mode – Non riceve un flusso continuo di dati Æ deve ri-sincronizzare il clock di bit ad ogni timeslot ricevuto dagli ONU – Riceve trame con differenti potenze ottiche, a causa delle differenti distanze tra OLT e ONU Æ deve attuare un controllo automatico del guadagno per adattare la soglia tra 0 e 1 logico alla potenza del burst ricevuto Necessario prevedere nei timeslot upstream opportuni preamboli per consentire all’OLT l’adattamento del livello fisico A A 7 km OLT B B A 3 km Passive Combiner 1 km Passive Optical Networks – Gennaio 2010 B C 101 Traffico upstream Multiplazione TDMA – livello fisico Segnale di input al ricevitore dell’OLT Passive Optical Networks – Gennaio 2010 Glen Kramer, Ethernet Passive 102 Optical Networks, McGraw-Hill, 2005 Traffico upstream Scheduling La banda up/downstream può essere ripartita tra gli ONU in modo statico – Efficiente solo con traffico streaming (es. video) Il Dynamic Bandwidth Allocation (DBA) è più efficiente ma più complicato Dynamic allocation of bandwidth ONU-A ONU-B GRANTS OLT ONU-C ONU-D Passive Optical Networks – Gennaio 2010 Shared bandwidth Dedicated bandwidth 103 Traffico upstream Scheduling La capacità decisionale dell’OLT risiede nell’algoritmo di scheduling – In genere non specificato completamente dagli standard – Esempio: GlobalFIFO per DBA (progetto FSAN) • I grant generati dall’OLT per tutti gli ONU vengono memorizzati in una coda virtuale FIFO (buffer circolare) prima di essere rilasciati agli ONU Lo scheduler deve tener conto delle caratteristiche del traffico – Esempio: nel GlobalFIFO • In realtà ci sono tante code virtuali quanti tipi di traffico • Lo scheduler serve con priorità le code dei traffici di tipo real-time Best effort bandwidth Non-assured bandwidth Assured bandwidth Fixed bandwidth Passive Optical Networks – Gennaio 2010 Serviti usando la banda rimanente (dando priorità al non-assured) Riservato subito dopo il fixed Sempre garantito 104 Sicurezza e affidabilità Sicurezza: il traffico downstream La natura broadcast del traffico downstream rende le informazioni potenzialmente accessibili a tutti gli utenti Alcuni standard prevedono meccanismi di confidentiality Churning – Scrambling protezione di basso livello operata dal OLT utilizzando una chiave inviata upstream dall’ONU – Applicato ai campi di overhead delle trame upstream – Aggiornamento della chiave almeno ogni secondo per ciascun ONU Advanced Encryption Standard (AES) – Applicato ai campi dati delle trame upstream Passive Optical Networks – Gennaio 2010 105 Sicurezza e affidabilità Affidabilità Per migliorare l’affidabilità delle PON è possibile adottare schemi di protezione automatica dai guasti. In particolare sono utilizzati – Automatic Protection Switching (APS) – Duplicazione di componenti (transceivers, splitter e sezioni di fibra ottica) Schemi simili a quelli adottati sulle reti di trasporto Drop Section TR Feeder Section TR TR Passive Splitter TR Passive Optical Networks – Gennaio 2010 106 Sicurezza e affidabilità Protezione dai guasti TR TR OLT TR TR ONU-1 ONU-2 TR TR OLT TR TR TR ONU-1 ONU-2 TR TR TR ONU-n TR B type Protezione 1+1 del OLT Economico Ridondanza della rete primaria e dei trasnciever del OLT Passive Optical Networks – Gennaio 2010 ONU-n C type protezione 1+1 di PON (sistema full duplex) Più sicuro Ridondanza completa 107 Sicurezza e affidabilità Protezione dai guasti TR TR OLT TR ONU-1 ONU-2 TR OLT TR TR TR ONU-1 ONU-2 TR TR TR ONU-n D type Partial duplex system A type Ridondanza del tratto primario ONU-n Come C La duplicazione è parziale Apparati non ridondati Passive Optical Networks – Gennaio 2010 108 Sommario Introduzione Passive Optical Network: fondamenti – – – L’infrastruttura d’accesso ottica Controllo d’accesso up/downstream Confronto di PON con altre soluzioni d’accesso ottiche Standard PON Problemi aperti Conclusioni Passive Optical Networks – Gennaio 2010 109 PON vs altre soluzioni FTTH Soluzione Point-to-Point (p2p) Ogni utente è direttamente connesso alla centrale tramite un link in fibra dedicato Soluzione tecnologica molto semplice N linee in fibra dedicate 2N transceiver Enorme spazio occupato in centrale dalle terminazioni delle fibre (ODF) N Users Tutta la banda di una fibra è teoricamente a disposizione del singolo utente CO Passive Optical Networks – Gennaio 2010 L (km) 110 PON vs altre soluzioni FTTH Soluzione Remote Active Tecnologia di switching matura (es. Fast Ethernet) 1 linea in fibra condivisa Switch attivo → “power in the field” 2N+2 transceivers Banda upstream e downstream condivisa (discipline rigidamente FIFO senza controllo di QoS) N subscribers Frequente topologia metro-ring del ODN Curb Switch CO Passive Optical Networks – Gennaio 2010 L (km) 111 PON vs altre soluzioni FTTH Soluzione PON Richiede tecnologia di networking ad hoc, che però è già ben consolidata 1 linea in fibra condivisa N+1 transceivers Dispositivi passivi (splitters). Non ci sono elementi attivi nel signal path Banda upstream e downstream condivisa (TDMA a prenotazione con controllo di QoS) Passive N subscribers Optical Splitter CO Passive Optical Networks – Gennaio 2010 L (km) 112 Sommario Introduzione Passive Optical Network: fondamenti Standard PON Problemi aperti Conclusioni Passive Optical Networks – Gennaio 2010 113 Standard PON Evoluzione degli standard per le PON ATM PON (A-PON) – Traffico trasferito usando formato e framing ATM “raw-cell” – 1982: idea di PON (British Telecom) – 1987 – 1999: PON testbed di BT, Deutsche Telekom (Eastern Germany), NTT (Giappone), BellSouth (Atlanta, USA) – 1995: testbed APON a 622 Mbit/s (progetto europeo RACE BAF) – 1996: Full Service Access Network (FSAN) apre i lavori – 1997-’98: progetti europei ACTS BONAPARTE e EXPERT/VIKING Passive Optical Networks – Gennaio 2010 114 Standard PON Evoluzione degli standard per le PON Broadband PON (B-PON) – Il sistema APON è standardizzato da ITU-T con un nome (B-PON) che vuole indicare che la PON può offrire un servizio broadband completo, e non solo ATM (anche se per framing e trasporto si usano ancora celle ATM) – Rate di linea: 155 Mbit/s symmetrical or 622/155 Mbit/s down/upstream; ONU/OLT max distance: 20 km; max. # ONUs: 64 – 1998-’00: ITU-T G.983.1 (physical aspects) e G.983.2 (ONT management and control) – 2001-’02: altre raccomandazioni ITU-T G.983.x and Q.834.x, e.g. • G.983.4/.7: Dynamic Bandwidth Assignment (DBA), con capacità statistical multiplexing (⇒ più utenti per ONU) e controllo di Quality of Service (QoS) • G.983.3: si adotta il CWDM aggiungendo canali video broadcast analogici downstream – 2006: standard riorganizzato in cinque Recommendations G.983.1 - .5 Passive Optical Networks – Gennaio 2010 115 Standard PON Evoluzione degli standard per le PON Gigabit-capable PON (G-PON) – Il traffico è trasportato usando differenti framing: ATM (G.983 based) o via G-PON Encapsulation Method (GEM), che può interfacciarsi con SDH (G.707 based) or Ethernet (IEEE802.3 based). – Vari line rates, fino a 2.4 Gbit/s simmetrico, distanza massima ONU/OLT: 20 km; max. # ONU: 128 – 2001: attività iniziata dal gruppo FSAN – 2003: raccomandazioni ITU-T G.984.x Passive Optical Networks – Gennaio 2010 116 Standard PON Evoluzione degli standard per le PON Ethernet PON (EPON) – Il traffico è trasportato usando framing Ethernet • Gli apparati di utente sono più economici del BPON • Ethernet è molto più diffuso di ATM – – – – – Subscriber rate più elevati (fino a 1.25 Gbit/s simmetrico) 2001: IEEE 802.3ah Study Group “Ethernet in the First Mile (EFM)” Rilascio primi documenti: Sett. 2003) 2004: approvazione finale dello Standard IEEE 802.3ah 2008: revisione dello standard Passive Optical Networks – Gennaio 2010 117 Confronto GPON – EPON Standard tecnici Standard Downstream/ Upstream Bandwidth # ONT served Lambda Framing/ Protocol Distance ITU-T G.983.x 155, 622 or 1244 Mbit/s down 155 or 622 Mbit/s up Limited by power budget and ONU addressing limits: 16 to 32 splitter 1490 nm Down 1310 nm Up (1550 nm Down for RF video ) ATM 20 km GPON (Gigabit PON) ITU-T G.984 1.2 or 2.4 Gbit/s down 155, 622, 1.2 or 2.4 Gbit/s up Up to 64(physical) Up to 128 (logical) 1490 nm Down 1310 nm Up (1550 nm Down for RF video) GEM: G-PON Encapsulation Method (supports Ethernet), ATM 10/20 km (up to 60 km ) EPON (Ethernet PON)* IEEE 802.3ah Symmetric 1.25 Gbit/s Up to 32 1550 nm Down 1310 nm Up Ethernet 10/20 km IEEE 802.3av (Working Task Force) 10 Gbit/s down 1 Gbit/s up (symmetric 10 Gbit/s in the future?) 32 (maybe more?) 1480-1500 nm Down ? 1260-1360 nm Up ? 1550-1560 Video overlay ? Ethernet 20 km Technology APON/BPON (ATM PON/ Broadband PON) 10GEPON (10 Gigabit Ethernet PON) Passive Optical Networks – Gennaio 2010 118 Confronto GPON – EPON Parametri fisici 32 30 – 28 G(B)PON Class B 24 22 G(B)PON • Class A: 5-20dB • Class B: 10-25dB • Class C: 15-30dB G(B)PON Class C 26 Number of splits Valori di power budget – 20 EPON • Class PX10: 5-20dB • Class PX20: 10-24dB 18 16 14 EPON Class PX20 12 – Optical splitter insertion loss 10 • • • • 8 6 4 G(B)PON Class A EPON Class PX10 (note) 2 0 2 4 6 8 10 Ipotesi di calcolo 12 14 16 18 20 32-way split: 17dB 16-way split: 14dB 8-way split: 11dB 4-way split: 8dB – Fixed loss (conn., etc.): 4dB – Line loss: 0.5dB/km Applicable distance (km) Note: Class PX10 assumes the use of FP-LD Æ max. distance 10 km due to effects of dispersion. DFB-LD is used in other Classes. Passive Optical Networks – Gennaio 2010 119 Confronto GPON – EPON Efficienza di trasmissione M b /s 1400 1200 scheduling OH : frame delineation 1000 scheduling OH : PHY burst OH scheduling OH : control messages 800 payload encapulation OH 600 line coding 400 payload 200 0 EPON GPON Passive Optical Networks – Gennaio 2010 BPON 120 Confronto GPON – EPON Confronto degli header 24 bits min. typ. 4 bits 12 bits BPON typ. 8 bits Guard PreambleDelimiter Data min. 76.8 ns min. typ. typ. 25.6 ns 35.2 ns 16.0ns GPON EPON Guard PreambleDelimiter max. 400 ns max. 400 ns Laser turn on time AGC, CDR setting time Data max. 400ns Data Data Laser turn off time AGC: Automatic Gain Control; CDR: Clock and Data Recovery Laser turn on time overlaps the laser turn off time of the previous burst Passive Optical Networks – Gennaio 2010 121 Confronto GPON – EPON PON access control B-PON – Signaling: based on exchanges of PLOAM cells and “piggybacking” – ONU synchronization: ranging provided by the Transmission Convergence (TC) – Scheduling: e.g. Global-FIFO G-PON – Signaling: G-PON Transmission Convergence (GTC) – ONU synchronization: B-PON-like ranging, use of pointers – Scheduling: similar to B-PON EPON – Signaling: Multi Point Control Protocol (MPCP) – ONU synchronization: based on timestamps stored in the OLT table; no need for ranging – Scheduling: e.g. Interleaved Polling with Adaptive Cycle Time (IPACT) Passive Optical Networks – Gennaio 2010 122 Evoluzione di GPON 10G GPON La naturale continuazione di GPON è il 10 Gbit/s – Specifica FSAN 10G GPON in fase di definizione – Non solo un x4 di bitrate, ma estensione da 20 to 60 km, e split da 64 a 128 Il tutto evitando di sostituire l’infrastruttura già istallata Passive Optical Networks – Gennaio 2010 FTTH Handbook, Deployment & Operations 123 Committee, FTTH Council Europe, 2009 Evoluzione di EPON 10G-EPON (802.3av draft) Piena compatibilità con le ODN esistenti BER ≥ 10-12 alle interfacce di servizio (non necessariamente a livello fisico – vedi FEC) 2 specifiche di physical-layer – 10 Gbit/s downstream e 1 Gbit/s upstream, single SM fiber – 10 Gbit/s downstream e 10 Gbit/s upstream, single SM fiber Definizione di fino a 3 classi di optical power budgets per splitting ratio 1:16 e 1:32 e distanze di almeno 10 e almeno 20 km Nuova codifica di canale 64B66B per ridurre l’overhead FEC obbligatorio per rilassare le specifiche sui transceiver ottici (e ridurre i costi) Wavelength allocation – Upstream: 1260-1280 nm (simmetrico) e 1260-1360 nm (asimmetrico) – Downstream: 1575-1580 nm Keniji Tanaka, “10G-EPON Standardization and its development status”, KDDI R&D Laboratories Inc, OFC 2009 Passive Optical Networks – Gennaio 2010 124 WDM PON L’aggiunta di un’ulteriore dimensione di multiplazione/accesso multiplo – la lunghezza d’onda – può espandere enormemente la capacità della PON Può anche essere una soluzione per avere un accesso multioperatore sulla stessa infrastruttura Problema principale: costo degli apparati – Gli ONU devono essere dotati di laser stabili in lunghezza d’onda e a banda stretta – Ciascun ONU deve essere equipaggiato da un laser diverso Probabilmente evoluzione graduale, passando da Coarse WDM a Dense WDM Passive Optical Networks – Gennaio 2010 125 WDM PON Concetto base: ogni ONU è associato ad una diversa λ (o un gruppo di λ) Due modelli di realizzazione: – WPON: broadcast and select PON • Medesima ODN delle PON TDM. Tutti gli ONU sono raggiunti da tutte le λ. Ogni ONU filtra la λ a cui è associato – WRPON: wavelength routed PON • Arrayed Waveguide Router (AWG) al posto dello splitter. Ciascun ONU è raggiunto solo dalla propria λ grazie alle proprietà dell’AWG λ1-n OLT SPLIT WPON λ1-n λ1-n λ1-n λ1 OLT Passive Optical Networks – Gennaio 2010 AWG WRPON λ1-n λ2 λn ONU λ1 ONU λ2 ONU λn ONU λ1 ONU λ2 ONU λn 126 Colorless ONU L’avvento delle WDM PON potrebbe essere facilitato dai colorless ONU – Trasmettitore dell’ONU in grado di sintonizzarsi automaticamente sulla lunghezza d’onda del segnale ricevuto dall’OLT • Un dispositivo ottico [es. Semiconductor Optical Amplifier (SOA) o Reflective SOA (RSOA)] rimodula la portante ricevuta dall’OLT con i dati dell’ONU e la trasmette verso l’OLT – Evita i problemi di stabilità della portante dell’ONU – Tutti gli ONU hanno le medesime caratteristiche Tecnologia ancora in fase sperimentale Passive Optical Networks – Gennaio 2010 127 Sommario Introduzione Passive Optical Network: fondamenti Standard PON Problemi aperti – – Pari condizioni per gli operatori delle reti d’accesso Sfide e tecnologie innovative per la posa e il cablaggio Conclusioni Passive Optical Networks – Gennaio 2010 128 Regolamentazione per lo sviluppo della banda ultralarga Oggetto di intensa attività di studio e situazione in rapido mutamento. Sono pochi i Paesi dove esistono già norme chiare e definitive (non l’Italia…) Regolamentazione europea: cerca di promuovere la concorrenza in favore degli utenti finali Regolatori nazionali (OFCOM inglese, CMT spagnolo, OPTA olandese, ARCEP francese, AGCOM italiano, ecc.): devono individuare soluzioni apposite per regolare il mercato interno – Situazioni economiche (presenza di operatori alternativi) o architetturali (presenza di reti alternative come ad esempio cable tv, presenza di reti metropolitane) diverse da nazione a nazione Concorrenza sembra più facilitata fuori dall’Europa – Es. intervento diretto del governo nazionale per promuovere lo sviluppo della rete (solitamente negli stati Asiatici) In Italia il progetto ISBUL lanciato da AGCOM sta offrendo al regolatore il supporto del parere di esperti di tlc dal mondo universitario Passive Optical Networks – Gennaio 2010 Fonte: Maurizio Decina, Politecnico di Milano 129 Regolamentazione per lo sviluppo della banda ultralarga Gli operatori nazionali “incumbent” che detengono significativo potere di mercato devono offrire l’accesso alle proprie infrastrutture di rete agli altri operatori concorrenti Problema di regolamentazione fondamentale: per ogni paese quale tipo di risorsa l’operatore incumbent deve condividere con altri operatori nella NGAN? Possibili soluzioni – Servizi di unbundling fisico (basati sulla condivisione di cavidotti e delle nuove infrastrutture di posa, co-locazione, etc.) – Servizi bitstream basati su sistemi trasmissivi attivi Molti regolatori nazionali tendono oggi a favorire i servizi di bitstream rispetto a quelli di unbundling Possibili modelli cooperativi di innovazione dell’infrastruttura – Tutti coloro che installano nuovi cavidotti o fibre devono rendere partecipi gli altri operatori per condividere le spese di installazione Passive Optical Networks – Gennaio 2010 130 Regolamentazione per lo sviluppo della banda ultralarga Al contempo è necessario però che la regolamentazione non sia troppo punitiva nei confronti dell’incumbent, tanto da rendere non più conveniente lo sviluppo della rete FTTx – Spesso l’incumbent è l’unico player nelle condizioni economiche e/o tecniche di supportare gli investimenti per una riconversione dell’infrastruttura in fibra Favorire la concorrenza sui servizi di bitstreaming rischia di non stimolare a sufficienza l’upgrade dell’infrastruttura fisica – Non necessariamente il bitstreaming richiede soluzioni realmente a banda ultralarga – Se il mercato fosse limitato al solo bitstreaming probabilmente si favorirebbero soluzioni a bassa penetrazione dell’ottica (es. FTTCab) Passive Optical Networks – Gennaio 2010 131 Cablaggio ottico d’edificio Adduction: raccordo dell’edificio alla rete ottica Passive Optical Networks – Gennaio 2010 Il DDL 112 del 25/06/2008 consente la realizzazione delle infrastrutture di telecomunicazioni nei condomini senza dover chiedere l’autorizzazione degli amministratori e senza avere già una richiesta di utenza da parte di un condomino Le nuove Norme Tecniche CEI (ottobre 2008), rendono possibile l’installazione di fibra in condotti per l’energia elettrica (ed antenna TV…) Problema regolatorio completamente nuovo – Incumbent e OLO sono alla pari – Chi deve istallare l’impianto? Con quali obblighi verso gli altri operatori? – Quante fibre per utente si devono posare? Fonte: Fabio Randone, 132132 Telecom Italia Cablaggio ottico d’edificio Cablaggio orizzontale – Nelle nuove lottizzazioni potrebbe essere realizzato dal costruttore o dall’operatore FTTH, con cui si fa un accordo – In edifici esistenti, può essere realizzato quando il cliente chiede il servizio (caso Francia) oppure sin da subito quando si cabla verticalmente • Tratta orizzontale del cablaggio ottico verso gli appartamenti al piano Box di raccordo ottico al piano UI Tratta verticale del cablaggio ottico Punti di terminazione ottica per utente O PM a piè di immobile Adduction: raccordo dell’edificio alla rete ottica Passive Optical Networks – Gennaio 2010 Cablaggio verticale – Nei paesi europei che stanno sperimentando FTTH, chi posa per primo la fibra ottica in verticale deve condividerla con altri operatori, in quanto le autorità hanno giudicato che in tale segmento non vi sia spazio per più di un operatore – Quante fibre per unità abitativa? UI PRI= Punto di Raccordo all’Immobile FT si propone per realizzare e manuntenere il cablaggio orizzontale tramite società certificata • • Francia (GPON): in discussione (prima proposta 2) Caso Swisscom (GbE): 4 per alloggio ARCEP (regolatore francese) indica che nel PM deve essere possibile la condivisione con almeno 3-4 operatori. Fonte: Fabio Randone, 133 Telecom Italia Sommario Introduzione Passive Optical Network: fondamenti Standard PON Problemi aperti – – Pari condizioni per gli operatori delle reti d’accesso Sfide e tecnologie innovative per la posa e il cablaggio Conclusioni Passive Optical Networks – Gennaio 2010 134 Ripartizione dei costi delle reti FTTx La voce nettamente preponderante è costituita dalle opere civili connesse all’istallazione La riduzione di questi costi è un fattore chiave per favorire lo sviluppo FTTH Handbook, Deployment & Operations Committee, FTTH Council Europe, 2009 Passive Optical Networks – Gennaio 2010 135135 Riutilizzo dell’infrastruttura esistente Cavidotti della rete d’accesso 50/63 mm TUBO – Cavidotto 12 mm SOTTO-TUBO Sotto-cavidotto MICROTUBO Microcavo (96 fibre ottiche) 100-125 mm Soluzione per la rete di distribuzione primaria Se le fibre sono già istallate: De-coring – Wholesale dell’incumbent verso gli OLO – La sottotubazione mediante microtubi facilita la ripartizione – Si potrebbero anche utilizzare reti create da amministrazioni pubbliche (Comuni, Regioni, ecc.), spesso attualmente sottoutilizzate Æ Sarebbe fondamentale un’anagrafe globale Se le fibre sono da istallare: – Tecniche avanzate di posa per trazione, insuflaggio o de-coring – Permettono di sostituire i cavi in rame senza interventi sui cavidotti Passive Optical Networks – Gennaio 2010 136 Riutilizzo dell’infrastruttura esistente Tubazioni di altre reti non tlc Gas pipes Subway Per il dispiegamento delle fibre ottiche potrebbero essere utilizzate le infrastrutture metro delle utilities (spesso a maggioranza pubblica), quali: illuminazione, gas, energia, fogne, teleriscaldamento, metropolitana, ecc. Esistono già tecnologie di posa adatte ad ogni specifico caso Water Passive Optical Networks – Gennaio 2010 137 Tecnologie di posa Tecnologie di posa a basso impatto ambientale bynder 20 cm concrete 30 cm pavement multi-cable 10 cm Varie tecnologie consentono di espandere l’infrastruttura con limitati inconvenienti dovuti a cantiere, blocco circolazione viaria, ecc. Per il tratto primario e secondario della ODN, ad es., la tecnologia di scavo a minitrincea Paolo Trombetti, “Micro e mini tincea: tecnologie di scavo nel rispetto dell’ambiente”, Notiziario Tecnico Telecom Italia, Anno 18, Numero 1, 2009 Passive Optical Networks – Gennaio 2010 138 Tecnologie di posa Tecnologie di posa a basso impatto ambientale 10 cm pavement rubber buffers (a) (c) (b) (d) cable 1.5 cm Per il tratto secondario finale della ODN, ad es., la tecnologia di scavo a microtrincea Paolo Trombetti, “Micro e mini tincea: tecnologie di scavo nel rispetto dell’ambiente”, Notiziario Tecnico Telecom Italia, Anno 18, Numero 1, 2009 Passive Optical Networks – Gennaio 2010 139 Tecnologie di posa Istallazioni aeree Basso costo e rapidità di deployment ma… …meglio una jungla sotterranea … …piuttosto che oscurare il cielo! Passive Optical Networks – Gennaio 2010 140 Infrastruttura indoor Rete di edificio Interessanti soluzioni “spliceless” per connettere cablaggio verticale ed orizzontale Passive Optical Networks – Gennaio 2010 141 Infrastruttura indoor Home-network Fibre multimodo in plastica ultra resistenti Passive Optical Networks – Gennaio 2010 142 Sommario Introduzione Passive Optical Network: fondamenti Standard PON Problemi aperti Conclusioni Passive Optical Networks – Gennaio 2010 143 Conclusioni La tecnologia per la banda ultralarga e la NGAN è disponibile e matura in tutti gli aspetti, dalla rete al cablaggio Le PON offrono una soluzione estremamente competitiva Il successo finale dipenderà molto da vari fattori tecno-economici e normativi, tutt’oggi incerti Challenge entusiasmante!! Passive Optical Networks – Gennaio 2010 144 Bibliografia (libri) Glen Kramer, Ethernet Passive Optical Networks, McGraw-Hill, 2005 FTTH Handbook, Deployment & Operations Committee, FTTH Council Europe, 2009 The book on FTTH, Steve Grady ed., ADC Telecommunications, Inc., 2005. U. Killat (editor), Access to B-ISDN via PONs, Wiley-Teubner, 1996 T. Kwok, The new paradigm for Internet, intranet and residential broadband services and applications, Prentice Hall, 1998 T. E. Stern, K. Bala, Multiwavelength optical networks, AddisonWesley, 1999 Angelo Luvison, Federico Tosco, La rete di distribuzione per telecomunicazioni, Libri CSELT, 2003 Torino (Italy) Passive Optical Networks – Gennaio 2010 145 Bibliografia (articoli e studi vari) L. Hutcheson, “FTTx: Current Status and the Future,” IEEE Communications Magazine, vol. 46, July 2008. K. Cho, K. Fukuda, H. Esaki, and A. 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