Campo de’ fiori 2 SOMMARIO Editoriale: Coriandoli e Margherite........................................3 BRACHETTI: Che sorpresa........4 Il genio di Henry Toulouse Lautrec ................6 TRE PAPA’ ED UN BEBE’ PER ALESSIA FABIANI...7 CURRICULUM VITAE: Francesca Tardio.................................................8 MILENA VUKOTIC NEL RITRATTO DI UNA CAPITALE.........................................................9 Roma che se n’è andata: Rione MOnti. Le Torri e il Mosè di Michelangelo....10 Appuntamento al teatro Bianconi di Carbognano. MICHELE LA GINESTRA e I FAVETE LINGUIS.........................................12 La corretta alimentazione. Un alleato per il nostro benessere...........................................13 LETTERE D’AMORE: Italo Calvino: un amore fiabesco....................14-15 Cine Parade: Una volta nella vita............................................16 Presentazione calendario 2016. Concorso di bellezza “Reginetta dei due mari”................17 LA RUBRICA DEGLI EROI: Romeo Mezzanotte e Arcangelo Belloni...............18 FALISCI E CELTI: il passato remoto tra noi....19 Il Dott. Funicello saluta i colleghi di Civita Castellana.......................................................20 Il Lago di Vico................................................22 A TU PER TU: Mia figlia vuole un seno più grande..............23 Il terranova di Ettore Scola a Radio Punto Zero................................................................24 Stanco? C’è sicuramente un motivo nascosto!........................................................25 Ecologia e ambiente: La Pyramid Therapy...........................................26 C’era una volta un castello............................28 Come eravamo: Hai voglia a predicar... predicatore......................29 Parliamo di funghi: I Pleurotus........................................................30 L’angolo del collezionista: Gli “ex libris”......................................................31 A TAVOLA CO’ ZI’ LETIZIA: Fettuccine cacio e pepe......................................31 Jubilate omnes gentes...................................32 In risposta all’amico Pietro Sarandrea.........32 Working in internet... It is possible!.............33 LA ZANZARA IMPERTINENTE........................33 Il Fumetto: Devilman vs Hades............................................34 FIERA DEL FUMETTO E GAMES: Venti anni di Tomb Raider...................................34 I tesori dell’Agro Falisco: L’anfiteatro di Sutri............................................35 SPECIALE CARNEVALE 2016.........................37 CARNEVALE DI CIVITA CASTELLANA 2016 ..............38-39-40-41 CARNEVALE DI RONCIGLIONE 2016 .......42-43 CARNEVALE DI NEPI 2016 ...........................44 CARNEVALE DI FABRICA DI ROMA 2016......45 CARNEVALE DI RIGNANO FLAMINIO 2016..46 CARNEVALE DI ROMA 2016 ..........................47 NEWS..............................................................48 I nostri amici..................................................50 MESSAGGI......................................................51 Agenda...........................................................52 Roma com’era................................................53 Album dei ricordi.....................54-55-56-57-58-59 Annunci gratuiti........................................60-61 Oroscopo........................................................62 Selezione offerte immobiliari...................63-64 In copertina: Francesca Moretti Reginetta dei due mari 2015. Abito di Gino Longo Ph Marco Serri - Roma SEDE OPERATIVA: PIAZZA DELLA LIBERAZIONE, 2 CIVITA CASTELLANA (VT) TEL. 328.3513316 - [email protected] SEDE RAPPRESENTATIVA: VIALE MAZZINI, 140 - ROMA Campo de’ fiori 3 Coriandoli e Margherite S ull’erba bagnata dalla pioggia, in un tappeto di coriandoli lasciati dal Carnevale, sono spuntate, timide, le prime margherite. Sentinelle della prossima primavera, si sono affacciate a scoprire il nuovo sole. Sono già trascorsi quasi due mesi di questo nuovo anno e, dopo le licenze carnevalesche, sono arrivate le Ceneri della Quaresima. Quaranta giorni come periodo di riflessione, come cammino solitario nel deserto vuoto e silenzioso. di Sandro Anselmi Ritracciare traiettorie, con misurate ambizioni e dare ragioni alla nostra vita è quello che bisogna fare. Crescere per partecipare, imparare a darsi senza nulla pretendere, confrontarsi per arricchire il proprio spirito. Questo m’aspetto nella primavera che verrà. E poi, guardare alla vita con positività, nonostante tutto, e correre verso un obiettivo per afferrarlo, goderlo appieno, superarlo e subito riprendere la corsa verso il prossimo. Questa è la vita, colma di cose belle da fare per sè stessi e per gli altri. Pensieri, sogni, idee, progetti, aspirazioni, leggeri come coriandoli e candidi come tante piccole margherite sono il sale, la verve, la luce ed il colore dei nostri giorni. Campo de’ fiori 4 BRACHETTI: CHE SORPRESA! L’ultimo entusiasmante spettacolo del grande trasformista diretto da Davide Livermore I ndubbiamente ogni volta che si aspetta uno spettacolo di Arturo Brachetti si crede che si tratterà di un evento eccezionale, data la straordinaria versatilità dell’artista, capace di trasformarsi in pochi secondi in un caleidoscopio di personaggi in un modo che ha veramente del “magico”. Questa volta è successo però, che, nonostante le doti innegabili dell’artista, lo spettacolo non sia riuscito a decollare completamente lasciando lo spettatore un po’ deluso, sebbene stregato dall’incantatore Arturo Brachetti capace di trasformarsi nel giro di pochi secondi in un giapponese raffinato o in un africano delle tribù. Forse l’errore in questo caso è di essersi affidato un po’ troppo alla tecnologia e di aver lasciato la scena troppo agli altri comprimari non sempre alla sua altezza. Il “pretesto” dello spettacolo è stato una sorta di viaggio tra i suoi ricordi rappresentato da una valigia rossa che viene presa da alcuni “lestofanti” (suoi colleghi) e che contiene brandelli delle sue memorie che ogni tanto riemergono e che, inutilmente, Arturo Brachetti rincorre. Sicuramente come tanti artisti nostrani, Arturo Brachetti è conosciuto e apprezzato più all’estero di quanto non lo sia in Italia. Come spettatrice, avrei voluto vederlo di più fare quello che gli è congeniale: le trasformazioni simultanee, che lo caratterizzano e che rappresentano la forza incredibile della sua arte e che avvengono senza che, con tutta la buona volontà, si riesca a capire come ciò possa succedere. Sembra di vedere un folletto straordinario con il segreto dell’eterna giovinezza cucito addosso (per sua stessa ammissione, questo dipende dall’aver conservato il cervello adolescenziale di un quattordicenne, perché già un diciottenne sarebbe troppo “maturo”, e quindi quella curiosità e quella freschezza che si vedono anche nelle sue creazioni artistiche). Un’abilità decisamente affascinante dell’artista è quella del sand painting, ossia di disegnare sulla sabbia lasciando tracce indelebili che colpiscono lo spettatore per la rapidità e la poeticità di queste immagini, che sono altrettante sfaccettature della sua anima. Arturo Brachetti viene affiancato in quest’avventura da alcuni maghi. Particolarmente bravo ho trovato Luca Bono, una giovane rivelazione e gli stralunati artisti Luca & Tino, mentre un po’ stucchevole e ripetitivo è stato Francesco Scimeni. Il filo conduttore dello spettacolo è un po’ debole, ma certamente è difficile imbastire una storia cucita addosso ad un virtuoso del trasformismo, che non sia niente più che un pretesto per sfoggiare quei meravigliosi abiti o l’eleganza del suo corpo aereo o divertire con le gag; però nel complesso lo spettacolo ha una sua rilevanza legata alla presenza artistica di Arturo Brachetti, che comunque, da sola, vale la serata! Brachetti, che sorpresa!, che è già stato portato in scena l’anno scorso in tutte le piazze italiane, per tutto il mese di gennaio è stato a Roma (Auditorium della Conciliazione), poi a S. Benedetto del Tronto, a Monza ed infine a Bologna. Un’occasione da non perdere per gli amanti del trasformismo! Maddalena Menza Maddalena Menza e Arturo Brachetti dopo lo spettacolo Campo de’ fiori 6 IL GENIO DI HENRY TOULOUSE LAUTREC DIRETTAMENTE ALL’ARA PACIS DI ROMA Aperta fino all’8 maggio l’imperdibile mostra dell’artista francese D al 4 Dicembre 2015 all’8 maggio 2016 è in corso al Museo dell’Ara Pacis di Roma una grande mostra su Henry Touluse Lautrec,il pittore di Beatrice che dipinse la Parigi boManocchio hémien di fine Ottocento. L’esposizione di circa 170 opere provenienti dal Museo di Belle Arti di Budapest, ripercorre la vita dell’artista dal 1891 al 1900,anno della sua morte. Henry Toulouse Lautrec nacque nel 1864 da una famiglia aristocratica. Con la madre si trasferì a Parigi dove frequentò il Lycée Fontanes, lì conobbe Maurice Jayant, il quale riconobbe immediatamente il genio di Henry. Lautrec aveva conosciuto René Princeteau, un pittore sordomuto amico del padre, specializzato nelle raffigurazioni equestri o canine. Princeteau si preoccupò della prima educazione artistica di Henri e lo indirizzò nelle raffigurazioni sportive. Ma più tardi il pittore si interessò alle classi meno abbienti e decise di rappresentarle. Così cominciò a frequentare l’ambiente del Moulin Rouge e gli altri locali di MontMartre. Il suo unico interesse era la figura. Il paesaggio, la natura morta non gli interessavano. Nei primi anni adottò una tecnica impressionista fatta di pennellate veloci; più tardi abbandonò il modello impressionista per dedicarsi esclusivamente alla rappresentazione dettagliata delle figure. Egli fu amante di teatro e ogni volta che sedeva tra il pubblico pensava, da ritrattista, alla ricerca dei tratti più caratteristici della personalità degli artisti. Il blu, il verde, il rosa e il viola erano i colori predominanti nella sua tavolozza. La figura femminile prevaleva su tutto.Alla mostra,alla quale abbiamo partecipato,è proprio il mondo femminile quello che risalta agli occhi. In ogni angolo ritroviamo dipinti di donne: attrici del teatro, prostitute e signore. Ottima l’organizzazione della mostra; entrando nel Museo la prima cosa da fare è mettersi le cuffie e iniziare il percorso tra litografie e dipinti che ben fanno capire la personalità del pittore. Per circa un’ora verrete catapultati in un mondo diverso, quello delle ballerine del can can e delle artiste di teatro, quello della vita mondana parigina del 1800.Interessante è la sezione dedicata alla vita delle donne delle case di appuntamento; Lautrec è riuscito a rappresentare in modo dettagliato la quotidianità di quelle prostitute costrette a vivere là dentro, come se lui avesse vissuto con loro... beh erano amici. Tra i vari quadri ricordiamo l’opera La Toilette del 1896. Come abbiamo potuto notare durante la mostra, la donna maggiormente rappresentata da Henry fu Jane Avril, una tra le più celebri ballerine del famoso Moulin Rouge. Tra le varie opere la più celebre è “Jardin de Paris-Jane Avril” un manifesto realizzato nello stesso anno dell’inaugurazione del “Jardin de Paris” che avvenne il 7 maggio 1893.Probabilmente fu la stessa Jane Avril a richiederlo all’artista. Da quello che abbiamo potuto vedere durante l’esposizione Henry fu anche l’autore di circa 30 manifesti pubblicitari di locali parigini come Divan Japonaise in cui nuovamente é ritratta la ballerina Jane Avril durante un’esibizione in un caffè concerto; era molto ricercato per la sua tecnica e per la sua originalità e proprio per questo fu considerato maestro di manifesti e stampe, il più famoso tra il XIX e XX secolo. Inoltre collaborò con alcune riviste come “La Rire”. Proseguendo il percorso c’immergiamo nella parte dedicata alla sua vita privata e al suo amore per la musica. Qui si trovano copertine di spartiti musicali commissionate all’artista dal grande musicista Dèsirè Dihau. La mostra è stata realizzata da Roma Capitale - Sovrintendenza Capitolina ai beni culturali - e Arthemisia Group e organizzata con progetto Cultura. Noi siamo ben soddisfatti dell’esposizione e le auguriamo un grande successo. Campo de’ fiori 7 TRE PAPA’ ED UN BEBE’ PER ALESSIA FABIANI Il ritorno in teatro dell’attrice showgirl R itorna a teatro Alessia Fabiani in uno spettacolo attualissimo e divertentissimo, Tre Papà per un Bebè, accanto a Mario Zamma, Nicola Canonico e Giuseppe Cantore per la regia di Roberto D’Alessandro. Il pubblico in sala si diverte e, nello stesso tempo, medita ai temi della famiglia tanto cari ai nostri politici del momento. La ricordiamo fin da bambina nella sit-com “Orazio“ interpretare la figlia di Simona Izzo e Maurizio Costanzo, ma nel 1994 inizia a lavorare nel mondo della moda e della televisione dopo aver vinto l’edizione di “Bellissima“ di quell’anno, cosa che le permetterà l’anno dopo di condurre l’edizione del 1995 in coppia con Alberto Castagna. Nel 1997 è accanto a Paolo Bonolis nel programma “Il Gatto e la Volpe“ ma raggiunge la grande notorietà quando diventa una delle Letterine del cast di “Pass- aparola“ con Gerry Scotti dove rimane fino al 2002. L’esordio teatrale avviene nel 2003 come protagonista accanto a Nadia Rinaldi nel musical “Finalmente mi sposo“ diretto da Marco Lapi. Nel 2004 prende parte al reality show di Canale 5 “Uomini e Donne“ condotto da Maria De Filippi a cui seguono la partecipazione a “La Sai L’ultima? Vip“, “Lucignolo“ ed “On The Road“ in Spagna con Alessia Ventura, Mascia Ferri e Giada De Blank. Nelllo stesso anno (2005) affianca Massimo De Luca in “Pressing Champions League“ e successivamente partecipa al reality show “La Fattoria“, finché nel 2006 ritorna a parlare di calcio con la trasmissione “Guida al Campionato“ su Italia 1. Nel frattempo è sempre attratta dal mondo della monda e partecipa ad alcuni calendari e sfilate, ma è il teatro che la attrae maggiormente e la porta ad interpretare molte commedie tra cui “Fuori Sede“ (2012), “La Bella e la Bestia“ (2013), “La mia Futura Ex“ (2014), “Un coperto in più“ (2016). In questo nuovo spettacolo in scena al Teatro degli Audaci di Roma, Alessia, madre oggi di due splendidi gemelli Kim e Keira, interpreta la parte di un’assistente sociale che piomba in una strana famiglia dove tre papà molto diversi tra loro cercano di crescere un bebè con alterne fortune. Il messaggio universale che manda la commedia è che l’amore vince sempre ed il finale, grazie alle sapienti mosse di regia di Roberto D’Alessandro, rende tutti felici e contenti, interpreti e pubblico. Sandro Alessi Campo de’ fiori 8 Curriculum vitae FRANCESCA TARDIO avuto ruoli drammatici, ed interpretato anche commedie dell’assurdo.” Ricordiamo alcune delle interpretazioni teatrali tra cui “Sogno di una notte di mezza estate (2012), “Le pillole d’Ercole“ (2013), “Ciao Pesciolino“(2014) e per il piccolo schermo “Il Segreto“ (2011, Canale5), “Legami“ e “Cuore Ribelle“. Laureatasi in Lettere presso l’Università La Sapienza di Roma, inizia un percorso parallelo tra teatro e doppiaggio che, ad oggi, è comunque la sua attività primaria iniziata nel 2011. Francesca ha tanti desideri nel cassetto e soprattutto quello di continuare a fare tanto teatro come adesso, visto che reputa questo periodo molto fortunato. La ringraziamo per la chiacchierata e le auguriamo di andare sempre più avanti in quello che considera il suo mondo. Sandro Alessi S tasera siamo stati invitati al Teatro Petrolini di Roma dall’autore e regista di “Due minuti per provarci“, Salvatore Scirè, fresco vincitore di uno dei premi dell’ultima edizione di Schegge d‘ Autore ed incontriamo per la nostra rubrica settimanale,una delle attrici protagoniste della divertentissima piecè, Francesca Tardio. Salutando Francesca, le chiediamo subito da quanto è nel mondo del teatro. “Sono più di sei anni che faccio spettacoli teatrali e devo dire di avere interpretato testi diretta da grandi registi ed attori tra cui Stefano Mondini, Teo Bellia, Massimo Corvo e soprattutto Gennaro Monti che reputo il mio grande maestro di palcoscenico e che mi ha iniziato al mestiere di attrice. Devo dire, però, che questa commedia è sicuramente il primo testo divertente che interpreto insieme alla recente partecipazione ad Aria Condizionata, in quanto in precedenza avevo 9 Campo de’ fiori MILENA VUKOTIC E’ NEL RITRATTO DI UNA CAPITALE come al solito sorprendente e bravissima, un’attrice che sa accettare le sfide di tutti i personaggi, anche i più complessi, nell’interpretazione di una signora raffinata e colta che incontra un tossicodipendente trentenne (Lorenzo Lavia), alle cinque del mattino all’Ospedale S. Spirito, il più antico di Roma, e intreccia con lui un vivace e disincantato dialogo che apre uno spaccato sul mondo romano nell’incontro fra generazioni. L’Arcispedale quando si fa l’alba è questa l’ultima fatica teatrale della grande Milena Vukotic, una vera e propria signora della scena che alterna, con grande disinvoltura, personaggi teatrali e televisivi. Ha, infatti, già iniziato le riprese della decima serie del Medico in famiglia, dove interpreta il ruolo, ormai storico, di nonna Enrica, entrata nel cuore degli italiani e in particolare di me e di mia figlia, al fianco di nonno Libero (Lino Banfi). Il testo teatrale interpretato dall’attrice insieme a Lorenzo Lavia, scritto da Valerio Magrelli, è uno dei monologhi di Ritratto di una capitale, andato in scena al Teatro Argentina di Roma dal 22 dicembre al 3 gennaio, progetto di Antonello Calbi e Fabrizio Arcuri, che racconta con la scrittura di grandi penne, sei scene di una giornata a Roma con accenti drammatici, comici, disperati, atti d’amore e di odio per l’immobilità di una città che, comunque, con le sue luci e le sue ombre, non lascia mai indifferenti. Gli altri monologhi, interpretati da valenti attori, sono Odioroma di Mariolina Venezia con Anna Bonaiuto e Roberto Di Francesco; Flaminia bloccata, con un gioco di parole tra la strada e il nome di persona, di Fausto Paravidino con Pieraldo Girotto, Lucia Mascino e Filippo Nigro. Poi c’è Roma est che racconta dell’insofferenza verso lo straniero con un litigio tra una donna romena e un giovane romano di Roberto Scarpetti, con Lucia Mascino, Fabrizio Parenti e Josafat Vagni. Il testo di Elena Stancanelli è intitolato Angeli cacacazzi ovvero ah, come starei bene a vive se fossi morto e s’ispira all’incontro tra il poeta di strada Victor Cavallo e il ballerino di Saranno famosi, Leroy Johnson malato di aids e venuto a morire a Roma, con Sandro Lombardi e Roberto Latini. Infine l’ultimo testo, forse il più indigesto per gli spettatori, è l’epistola alla città morta, scritta e interpretata da Elvira Frosini e Daniele Timpano, che immagina due esseri, forse spettri o forse viventi, che, sulla base della notizia della nuova ripresa dell’Italia, vogliono scuotere gli spettatori e risvegliarli, anche in modo brutale, dalla loro indifferenza. Molto bella la colonna sonora composta dal gruppo dei Mokadelic, che accompagna puntualmente questo spettacolo così sperimentale. Inoltre, in questo roteare di situazioni e immagini, un plauso particolare va agli ideatori del set virtuale Luca Brinchi, Roberta Zanardo/Santasangre e Daniele Spanò che sono riusciti a riprodurre le suggestioni e le atmosfere dei muraglioni del Tevere o l’eterna bellezza dei monumenti di Roma e le immense periferie dell’Anagnina, con lo sferragliare della metropolitana che ne accompagna la vita ormai multietnica, o le immense strade consolari, o i cieli solcati da prepotenti gabbiani che ne sono diventati ormai i padroni. Insomma un bellissimospettacolo! Maddalena Menza Per potervi tenere continuamente aggiornati su tutte le numerosissime iniziative della rivista che amate di più, vi invitiamo a mettere il vostro "Mi piace" sulla pagina di Campo de' fiori Il profilo Sandro Anselmi (Campo de fiori) sta per raggiungere la capienza massima e non potrà più accettare richieste di amicizia. A poco a poco inizieremo a postare tutto solo sulla pagina della rivista!!!Invitate anche tutti i vostri amici a seguirci... Vi aspettiamo sempre più numerosiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii... Campo de’ fiori 10 Roma che se n’è andata: luoghi, figure, personaggi R Il Rione Monti Le Torri e il Mosè di Michelangelo isulterebbe obiettivamente molto difficile fare una graduatoria dei rioni di Roma per ordine d’importanza ma, se proprio fosse necessario stilarla, Monti e Trastevere si di Riccardo collocherebbero, senza Consoli dubbio, ai primi posti e non solo per la loro estensione. Nel seicento questi due rioni erano in perenne lotta fra di loro e i rispettivi capi, erano chiamati a dirimere la questione poiché, ognuno di loro, sosteneva di essere il vero e unico discendente della pura “razza romana”, conseguentemente, la cosa veniva risolta coltello alla mano alla presenza dei rispettivi padrini. I due contendenti si davano appuntamento all’alba, generalmente dietro una chiesa dove, alla luce del nuovo giorno, facevano scintillare le lame fino a quando uno dei due soccombeva; in tal modo, il vincitore otteneva sul campo il titolo di “bullo”, degno discendente di Giulio Cesare. Ma, il più delle volte, erano tutti i giovani dei due rioni che scendevano in campo al Foro romano, luogo in cui, Monticiani e Trasteverini davano vita alla storica “Sassaiola di campo vaccino” immortalata da Giuseppe Berneri nel suo celebre: “Meo Patacca ovvero Roma in feste ne’ i trionfi di Vienna”, del quale ci siamo occupati in altra occasione. Il nome di questo rione, il più esteso di Roma, si riferisce ai tre colli che sono compresi all’interno i suoi confini: Esquilino, Viminale e una parte del Quirinale, senza contare che, fino agli inizi del novecento, anche il colle Celio ne faceva parte. L’enorme patrimonio storico e artistico di cui è ricco il rione, a ben vedere quasi una piccola città nel cuore della cinta urbana e il particolare privilegio concesso nei secoli passati al locale caporione, chiamato a far parte degli amministratori cittadini, rendono i Monticiani molto orgogliosi della propria condizione tanto che, da sempre, sostengono di essere i “più romani” dei romani, basti pensare che al suo interno un tempo si parlava addirittura una particolare variazione del dialetto romanesco, il così detto “monticiano” La Colonna di Traiano, rico- perta da rilievi che la percorrono a spirale, è il reperto del rione meglio conservato; composta da diciotto enormi cilindri di marmo bianco sovrapposti l’uno all’altro - l’altezza complessiva della colonna misura quaranta metri - narrano la storia delle campagne militari dell’imperatore contro i Daci. Ma vediamo quali e quante Torri arricchiscono questo rione che ne conta il maggior numero; oggi ne restano in piedi più di trenta, fra cui le più famose: la Torre degli Annibaldi, la Torre degli Arcioni, successivamente dei Capocci, la Torre dei Cerroni, successivamente rilevata dai Graziani e la Torre dei Conti che insiste all’estremità meridionale dei Fori Imperiali. Quest’ultima un tempo era alta più del doppio rispetto le attuali dimensioni, tanto da essere considerata una delle meraviglie di Roma immortalata, anche, in alcuni versi del Petrarca. Bellissimo esempio di Torre-abitazione, fatta erigere da Innocenzo III, Lotario dei Conti di Segni, 1198 - 1216, per la sua famiglia, sopra la struttura di una delle quattro esedre del Portico del Tempio della Pace, fu successivamente rivestita con lastre di travertino provenienti dai Fori, ulteriormente asportate per essere utilizzate per la costruzione di Porta Pia. La Torre dei Conti era anche nota come “Torre Maggiore”, infatti, i circa ventinove metri oggi visibili, in origine superavano i cinquanta. A ridurla allo stato attuale alcuni terremoti, in particolare quelli del 1348 del 1630 e del 1644; alla fine del XVII secolo sotto il pontificato di Alessandro VIII, Pietro Vito Ottoboni, 1689 - 1691, subì un importante restauro durante il quale furono costruiti i due robusti contrafforti di rinforzo tuttora esistenti. In questo rione incombe la figura di Michelangelo Buonarroti, infatti, sulla parte più alta del colle Esquilino, si trova la chiesa di San Pietro in Vincoli, originariamente edificata nel V secolo che conserva le catene con cui, secondo tradizione, fu tenuto legato San Pietro durante le sue detenzioni in carcere, ma ciò che attrae maggiormente è la tomba di Giulio II, Giuliano della Rovere, 1503 - 1513, una delle maggiori opere dello scultore toscano, dove emerge, poderosa, la statua del Mosè. Il papa, ancora in vita, nei primi del cinquecento, commissionò all’artista questo sfarzoso monumento per la propria sepoltura, originariamente il pontefice avrebbe voluto che fosse sistemata nella Basilica di San Pietro in Vaticano, i cui lavori di costruzione erano appena cominciati. Il progetto originale prevedeva ben quarantasette statue, ma mentre si procedeva con la sua realizzazione, il maggiore interesse del pontefice per la Basilica e, in particolare, per i dipinti della Cappella Sistina, lo costrinsero a modificare il progetto più volte, riducendo le molte figure pensate in un primo momento. Alla morte di Giulio II la tomba era ancora incompiuta, ma la famiglia della Rovere non intendeva impegnare altre fortune in quel monumento, tutto portò inevitabilmente un ulteriore rallentamento della costruzione che fu portata a termine soltanto nel 1545, quando gli allievi di Michelangelo riuscirono a scolpire le statue ancora mancanti. La definitiva collocazione della tomba del Pontefice, con le numerose figure iniziali ridotte a sei, non avvenne nella Basilica Vaticana, bensì nella chiesa di San Pietro in Vincoli. Una ulteriore grande primato che possono vantare i Monticiani. Soffermiamoci sulla figura di Mosè. Questa statua era stata pensata dal grande Maestro in posizione frontale, simmetrica rispetto al monumento, secondo i canoni dell’epoca, ma lo stesso Michelangelo la trovava troppo convenzionale per i suoi gusti, quindi decise di modificarne la postura in corso d’opera, allo scopo di renderla più dinamica. Si presentava però una difficoltà dovendo utilizzare il blocco di marmo in parte già scolpito, ma ciò non poteva, di certo, far desistere il Buonarroti dalla sua idea che, per ottenere una figura differente, modificò le dimensioni della nuova statua rendendola leggermente più piccola rispetto il progetto originario; la testa venne parzialmente ruotata, così l’originaria punta del naso divenne lo zigomo della nuova e la gamba sinistra venne piegata all’indietro per mascherarne la minore dimensione rispetto la vecchia. Alla fine tutto splendidamente perfetto. Non poteva essere diversamente. Tanto perfetto che, come narra una leggenda popolare, lo scorbutico Michelangelo, pur compiaciuto per il risultato finale raggiunto dalla sua immensa arte, colpì il ginocchio del Mosè con un martello gridando: “Perché non parli?”. Campo de’ fiori L a D. Time’s Dance e Fitness Accademy di Civita Castellana ha da poco compiuto il suo primo anno di attività e, soddisfatta per i successi collezionati, continua ad offrire tante nuove opportunità a quanti vogliano affacciarsi al mondo della danza e dello sport più in generale. Visti gli ottimi risultati raggiunti in molte delle attività proposte, infatti, la scuola ha voluto potenziarne alcune, come, ad esempio, il corso di Pole Dance. L’insegnante Valentina Lorenzetti ha recentemente partecipato ad un corso di formazione a Sanremo, tenuto dall’attuale campionessa mondiale di Pole Dance, Polina Volchek. Per quanto riguarda, invece, le discipline di danza classica, moderna e contemporanea, considerato l’elevato numero degli iscritti, sono state introdotte due nuove insegnanti Roberta e Maria Chiara, entrambe di Civita Castellana, diplomatesi presso l’Accademia Nazionale di Danza, l’unico ente che abilita direttamente all’insegnamento. Da settembre 2015, inoltre, sono state inserite tre discipline del tutto nuove: la Ginnastica Artistica, che ha raggiunto subito un totale di 30 allieve, guidate dalla maestra Lavinia, il corso di Spinning con le insegnanti Elisabetta e Maria Letizia e quello di Interval Training con la mestra Serena. Particolare attenzione è rivolta agli orari dei corsi, che sono stati ampliati e concordati, al fine di poter soddisfare tutte le esigenze dei frequentanti. La cura degli ambienti a disposizione e delle attrezzature, sempre all’avanguardia, è un altro dei punti di forza della D. Time’s Dance e Fitness Accademy che s’impegna ad offrire solo il meglio per i propri iscritti. La scuola può vantare di aver partecipato ad importanti eventi a carattere nazionale, come la manifestazione del Campidoglio di Roma con il gruppo di danza avanzato e la serata evento del Piper, la storica discoteca capitolina. Con tutti i gruppi di danza, poi, la D. Time’s è stata chiamata a partecipare al Festival Danza della ASI. Sul territorio di Civita Castellana, invece, tutte le discipline del centro sono state invitate al mese dello sport organizzato dal Comune, nonché agli eventi realizzati presso il “Centro Commerciale Marcantoni”, il “Boschetto”, etc… Grande successo ha riscosso anche la festa mascherata dedicata ai bambini l’ultimo sabato di questo Carnevale 2016, con tanta musica e vero divertimento. E considerata la buona riuscita avuta la scorsa estate, sempre per i più piccoli, verrà riproposto il Campus per il periodo estivo, rivolto ai ragazzi dai 6 ai 12 anni. La scuola, in così poco tempo, è riuscita a portarsi ad alti livelli, grazie, non solo alla bravura degli allievi che la frequentano, ma soprattutto alla preparazione ed alla professionalità degli insegnanti che vi lavorano. Questo nuovo anno sarà senz’altro ancora ricco di tante belle iniziative, come stage presso la scuola o partecipazioni ad eventi importanti, che porteranno alto il nome della D.Time’s Dance e Fitness Accademy, una palestra che offre un’ampia scelta di orario per tutte le numerose discipline, in modo tale da poter soddisfare le diverse esigenze di chi vuole approcciarsi al mondo dello sport e della danza. 11 12 Campo de’ fiori Appuntamento al Teatro Bianconi di Carbognano MICHELE LA GINESTRA e I FAVETE LINGUIS A Sergio Piano e Michele La Ginestra ncora due spettacoli stupendi del fantastico cartellone allestito dal Direttore Artistico del Teatro Bianconi di Carbognano, Giuseppe Magagnini. L’attore romano Michele La Ginestra ha proposto al pubblico lo spettacolo “M’accompagno da me”. Assoluto show man del palcoscenico ha interpretato sei diversi per- Sergio Piano (al centro) e I Favete Linguis sonaggi, tutti comunque legati tra loro da un denominatore comune: la giustizia. Un viaggio tra comicità e profonda riflessione, arricchito da una splendida colonna sonora e da tante originali filastrocche in rima. “Cetra una volta”, invece, portato in scena dalla compagnia “I Favetes Linguis”, composta da Tony Fornari, Emanuela Fresi e Stefano Fresi, ha riproposto una carrellata di indimenticabili successi del gruppo musicale “Quartetto Cetra”, composto da Felice Chiusano, Giovanni Giacobetti, Lucia Mannucci e Antonio Virgilio Savona, che hanno fatto la storia della Televisione e del Teatro Italiano. Di grande qualità, come ormai affermato, il cartellone del piccolo teatro nel cuore della Tuscia. Sergio Piano DITELO AI NOSTRI SPONSOR Cari amici lettori, non esitate a dire ai nostri sponsor di averli visti sulle pagine di Campo de fiori! Riceverete un trattamento speciale! Approfittatene... Campo de’ fiori 13 LA CORRETTA ALIMENTAZIONE: UN ALLEATO PER IL NOSTRO BENESSERE V Dott.ssa Ilaria Melilli Biologo Nutrizionista orrei iniziare questo articolo con una frase di Ippocrate, famosissimo medico greco, che già molti secoli fa riuscì a capire la stretta relazione che si ha tra sana alimentazione e salute: “Fa’ che il cibo sia la tua medicina e che la medicina sia il tuo cibo”. Questo è assolutamente vero perché il nostro benessere parte dalla scelta degli alimenti da portare ogni giorno in tavola. Lo sappiamo tutti che mangiare è uno dei piaceri della vita, ma bisogna essere consapevoli di “mangiare bene” e ciò vuol dire seguire una dieta sana ed equilibrata. Il termine dieta, differentemente da quanto si pensa, non significa restrizione calorica bensì “stile di vita”. Sicuramente la predisposizione genetica influisce in parte sul nostro stato di salute, ma noi abbiamo due alleati fondamentali per star bene: la corretta alimentazione e l’atti- vità fisica che nel complesso costituiscono lo stile di vita attivo e salutare che tutti dovremmo seguire. Non esiste nessun alimento o pillola magica che racchiuda in se tutto quello di cui abbiamo bisogno, per questo è necessario avere una alimentazione varia e bilanciata che comprenda tutti i giorni carboidrati, proteine, lipidi e fibra. Il corretto stile alimentare permette al nostro organismo di svilupparsi, rafforzarsi ed ottenere l’energia quotidiana che serve per svolgere al meglio tutte le funzioni fisiologiche ad ogni età. Questo è importantissimo per regolare il nostro “orologio ormonale” aiutandoci a mantenere un giusto peso corporeo, una buona armonia psicologica e non da ultimo a prevenire l’insorgenza di molte patologie. L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) considera l’adeguata nutrizione e la salute due diritti fondamentali per l’uomo. Purtroppo però sono sempre più numerosi gli stati patologici determinati dallo stile di vita sedentario e dall’assunzione di alimenti qualitativamente e quantitativamente errati, basti pensare ad obesità, sovrappeso, ipertensione arteriosa, malattie dell’apparato cardiocircolatorio, malattie metaboliche, diabete di tipo 2 e alcune forme tumorali. Credo sia meglio prevenire che curare!!!! Vi domanderete quindi … cosa fare? Prima di tutto iniziamo la giornata con una buona colazione digeribile che fornisce l’energia per ripartire dopo il lungo digiuno notturno. Scegliamo alimenti genuini e magari fatti in casa, evitando prodotti da forno confezionati e pieni di conservanti. Non dimentichiamo gli spuntini di metà mattina e pomeriggio che ci permettono di placare la fame, evitando le “abbuffate” e che aiutano il nostro corpo a regolare i livelli di glicemia e insulinemia responsabili dell’accumulo di massa grassa e di peso. Comprendiamo nei pasti principali una giusta quota di carboidrati, proteine, lipidi e fibra. È fondamentale ruotare quotidianamente gli alimenti (cereali e derivati, latte e derivati, carne, pesce, uova, legumi, frutta e verdura) così da introdurre tutti i nutrienti necessari al nostro organismo. Importantissimo è il consumo quotidiano di frutta e verdura stagionale per il contenuto in minerali, antiossidanti e fibra, essenziali rispettivamente per rafforzare le difese immunitarie, contrastare la produzione di radicali liberi e per ritardare l’assorbimento di zuccheri, grassi e colesterolo. Scegliamo come condimento l’olio extravergine di oliva sempre a crudo, moderiamo l’utilizzo del sale e magari sostituiamolo con erbe aromatiche che migliorano il gusto dei nostri piatti. Assicuriamo al nostro corpo un buon livello di idratazione, bevendo circa 1,5 – 2 litri di acqua al giorno (senza aspettare lo stimolo della sete) per garantire il buon funzionamento cellulare, ma non solo … anche per ossidare i grassi!!!!! Vorrei sottolineare inoltre che il concetto di dimagrimento considerato come perdita di peso è molto riduttivo oltre che sbagliato, infatti dimagrire vuol dire perdere massa grassa e preservare la massa magra. Bisogna quindi conoscere al meglio la nostra composizione corporea e per far questo il nutrizionista ricorre ad una tecnica non invasiva chiamata bioimpedenziometria che permette di valutare nel soggetto il livello di massa grassa, massa magra e liquidi intra ed extracellulari. Monitorare nel tempo questi parametri sul paziente è fondamentale per seguire correttamente l’evoluzione del “trattamento dietetico” e migliorarne l’efficacia. Il compito del nutrizionista quindi è quello di educare il paziente alla sana alimentazione, aiutandolo ad essere più consapevole nella scelta e nella combinazione dei vari alimenti per migliorare la sua qualità di vita. Impariamo a dedicare del tempo a noi, per la nostra salute, in modo da vivere meglio e più a lungo!!! Vi invito a seguirmi sulla mia pagina facebook “Ilaria Melilli biologo nutrizionista” dove periodicamente tratterò diversi argomenti sull’alimentazione, dando piccoli consigli e rispondendo alle vostre curiosità. 14 Campo de’ fiori Italo Calvino: un amore fiabesco. L e “Fiabe Italiane” raccolte dalla tradizione popolare e trascritte in lingua dai vari dialetti. Cosa può aver spinto uno di Bruna Ferrini scrittore di successo quale Italo Calvino,nato a Cuba da genitori italiani nel 1923 e morto a Siena nel 1985, alla ricerca delle “ novelline” che si andavano affermando nella tradizione popolare dell’Italia negli ultimi cento anni? Una scoperta: il fondo fiabistico popolare italiano, “data la sua ricchezza e variegatezza tra reale ed irreale”, era tale da non invidiare le più note fiabe francesi, germaniche, nordiche e slave. Da qui, l’urgenza di una raccolta dettagliata che tenesse conto della loro provenienza, degli amori fatati, delle magie, delle sparizioni, dei re e regine buone e cattive, dei topi e draghi parlanti, anche dei lupi e delle nonne, delle leggende religiose, storielle ed aneddoti sparsi in mondi fantastici. Nacque un libro di duecento fiabe e mille pagine con l’indicazione dell’origine nel tempo e nello spazio, con il commento di un Calvino la cui erudizione nel merito si approfondì di favola in favola giungendo a darci, di ciascuna, l’appartenenza geografica di regione in regione e persino la prolificità di una popolazione più emotiva e affabulistica di un’altra. Ne derivò anche uno studio dei dialetti, certamente non facile vista la varietà dei linguaggi in un’Italia non ancora parlante un’unica lingua, e la provenienza delle fiabe da mondi remoti e reclusi in usi e costumi diversi. Ormai preda dell’emozionante scoperta, lo scrittore confessa: “La mia passione ormai inclinava a trasformarsi in mania, per cui avrei dato tutto il mio Proust in cambio d’una nuova variante del “Ciuchino caca-zecchini” mentre il mio occhio si faceva d’una mostruosa acutezza nel distinguere al primo sguardo nel più ostico testo pugliese o friulano un tipo “Prezzemolina” da un tipo “Bellinda”. E una volta finito il viaggio tra le fiabe, (1956) si domanda se riuscirà a rimettere i piedi sulla terra, così come noi dopo averle lette tutte nel volume del 1970 religiosaconservato mente nella Biblioteca Consorziale di Viterbo, la quale ha anche ricordato (aprile 2015) i trent’ anni dalla morte dello scrittore con un commento: “Unico autore del novecento ad essere entrato tra le letture scolastiche”. Calvino rimise ben bene i piedi sulla terra rifacendosi ad un proverbio toscano forse non molto noto ai lettori di oggi. “La novella non è bella, se sopra non si rappella” ovvero raccontando, raccontando, “la novella vale per quel che su di essa tesse e ritesse ogni volta chi la racconta, per quel tanto di nuovo che ci si aggiunge passando di bocca in bocca”. La raccolta si apre con ”Giovannin senza paura” la fiaba scelta dall’autore perché è una delle più semplici e più belle. Eccone un breve riassunto: “C’era una volta un ragazzetto che girava per il mondo e capitò in una locanda a chiedere alloggio: il padrone disse che posto non c’era ma poteva andare in un palazzo lontano ma soltanto se non avesse avuto paura. Lo avverte: nel palazzo “ci si sente” e “si esce altro che morto”. Giovannin andò con un lume, una bottiglia e una salsiccia. Nel palazzo c’era un camino e dalla cappa uscirono due braccia, poi due gambe, poi un corpo, poi una testa che si riappiccicò su tutto: venne fuori un gigante che disse a Giovannin: “Vieni con me”. Viaggiando, mangiando e bevendo,il gigante fece trovare tre marmitte d’oro al ragazzo che tornò nel palazzo mentre lui spariva di nuovo dalla cappa, prima con due braccia, poi due gambe e poi la testa e poi via del tutto. Arrivò in visita la Compagnia della Buona Morte la quale, credendo Giovannin morto, voleva portarselo via ma lo trovò beatamente a fumare la pipa alla finestra. Giovannin con quelle monete “fu ricco e abitò per sempre nel palazzo divenuto suo”. Un commento dell’autore: “Dimostra verso il sovrannaturale una tranquilla fermezza che dà tutto per possibile, senza sottostare alla soggezione dell’ignoto”. In tutte le fiabe, il finale è di una logica che sembra ben studiata: tutto deve finire in modo ragionevole e in armonia con il bene ed il male. A proposito della morte, un’altra fiaba con il finale entro le regole: alla morte non si sfugge. “Il paese dove non si muore mai” raccontata a voce in quel di Verona. ll protagonista vuole andare a cercare il paese dell’immortalità ma non lo trova.. Cammina, cammina e poi cavalca, cavalca su cavallo bianco dal quale non deve scendere mai finchè giunge presso un carrettiere caduto a terra che gli chiede aiuto ma che lo abbranca quando ha ancora un piede nella staffa: “Ah, finalmente ti ho preso, sai chi sono? La Morte”. In una fiaba piemontese, aggiunge Calvino, il protagonista non scende da cavallo e ritorna all’ Isola della Felicità dov’ è ancora oggi”. Una variante che fa sognare e che si trova ancora in Abruzzo e in Corsica, avverte l’autore. E sempre a proposito dei grandi motivi medievali quali La Morte, L’Aldilà, Il Tempo, ecco un’altra leggenda proveniente da Cor- Campo de’ fiori mons, Udine. “Una notte in Paradiso”. C’erano una volta due grandi amici che dal bene che si volevano avevano fatto un giuramento. “ Chi si sposa per primo dovrà fare da compare d’anello all’ altro”. Ma uno muore e l’altro va a trovarlo nel sepolcro: “ La tomba s’aperse e il vivo seguì il morto”. Si trovarono in Paradiso e, dopo averlo ammirato a lungo, il vivo torna sulla terra e non trova più la sposa che nel frattempo è morta. La cerca ovunque, va dal Vescovo il quale mostra tutta la curiosità del caso: “Sei stato all’altro mondo? Raccontami, raccontami qualcosa”. Ma il giovane diventò giallo come la morte e cadde in terra morto per dolore . “Così morì , senza poter raccontare nulla di quello che aveva visto”. E sempre per lasciare la Morte al centro della Vita, eccola nel fiasco con la novella: “La Morte nel fiasco”. C’era un locandiere ricco e generoso che mise fuori un’ insegna: “ Chi va alla mia locanda mangia gratis”… Si trovò a passare il Maestro con gli apostoli e S. Tommaso disse : “ Finchè non vedo, non ci credo”. Mangiarono gratis ma il locandiere chiese una grazia: “ Maestro , ho un fico e via via che i fichi maturano i ragazzi se li mangiano”… Chiese ed ottenne che i ragazzi, colpevoli, non potessero più scendere dall’albero. Passarono gli anni, il locandiere prima di morire fece abbattere l’albero ma da un ramo ottenne un fiasco, dentro al fiasco finì una mosca, chiese alla Morte di entrare per salvare la mosca e quando fu dentro tappò il fiasco! Con la Morte tappata nel fiasco nessuno più moriva finchè il Maestro disse al locandiere : “Ti pare una bella cosa tenere la Morte nel fiasco? Nessuno più muore”. Allora il locandiere chiese che, in cambio della Morte uscita dal fiasco, lui voleva andare in Paradiso. “ Allora il fiasco fu sturato e la Morte fu liberata”. Il locandiere fu lasciato in vita qualche anno per guadagnarsi il Paradiso e poi la Morte tornò a prenderselo. La voce dell’amore non è di certo bandita dalle novelline italiane e Calvino la esalta raccontando: “La sorella del Conte”. “Si conta e si racconta che c’era una volta un Conte ricco quanto il mare e questo aveva una sorella bella quanto il sole e la luna e che aveva diciott’anni”. Nessuno l’aveva conosciuta perché il fratello la teneva rinchiusa ed allora lei fece un buco nel muro sotto un quadro e vide dall’altra parte un palazzo dove un Reuzzo era illuminato da un lampadario. “Lampada d’oro, lampada d’argento , che fa il tuo Reuzzo, dorme o veglia”? E il lampadario rispose: “ Entrate, signora, entrate sicura. Il Reuzzo dorme, non abbiate paura”. Ella entrò, si coricò accanto al Reuzzo il quale l’abbracciò, la baciò e le disse: “Signora donde siete, donde state? Di quale stato siete? E lei, facendo ridere la sua boccuccia d’oro rispondeva: “Reuzzo che chiedete, che guardate, tacetevi ed amate”. E poi scomparve. Disperato chiamò Consiglio per saper cosa fare per ritrovarla. Prima gli disse di legare i capelli a un braccio e lui lo fece ma lei poi se li tagliò, poi un’altra volta si pose la collanina di lei intorno al braccio che lei tagliò; poi mise un bacile d’acqua sotto il letto e dentro sciolse lo zafferano. Consiglio spiegò: “Appena si leva la camicia, gettatela dentro. Quando lei se la rimetterà per andare via, lascerà l’orma”. Ma lei lava la camicia e scappa di nuovo finchè un giorno il Reuzzo, invece della Signora si trovò accanto nel letto un “ bambino bello come un angelo”. Il Reuzzo ha capito tutto e si domanda con ansia “ Come farò a riconoscere sua madre”? Consiglio accorre e gli offre un ultimo consiglio: “ Sacra Corona. Fate finta che sia morto, mettetelo in mezzo alla chiesa e date ordine che tutte le donne vengano a piangerlo. Chi lo piangerà più di tutte sarà sua madre”. Venne alla fine la Contessina: “O figlio figlio! Che per avere troppe bellezze mi son tagliata le mie brune trecce, Che per essere troppo bella mi son tagliata la mia catenella, che per essere troppo vana ho la camicia di zafferano”. Il Reuzzo e il Consiglio si misero a gridare: “ Questa è la madre!”. Mai il finale fu più fiabesco: si sposarono e vissero felici e contenti. Sembra di vedere lo scrittore mentre commenta “ La più bella fiaba d’amore italiana .. d’un dettato così struggente che piacerebbe riportare tutto in dialetto: “ Riuzzo che diciti , che spiiti….” Da Borgetto - Palermo raccontata da Francesca Leto. Ancora “Il Bambino che diede da mangiare al Crocifisso”. Un contadino timorato di Dio trovò nel suo 15 campo un bambinello. Lo prese e lo allevò, un giorno lo portò con lui a Catania e lo lasciò nella cattedrale mentre lui andava per commissioni. Durante una funzione religiosa, vide per la prima volta un Crocifisso e domandò: “Cumpareddu perché v’hanno inchiodato a questo crocifisso? Avete fatto qualcosa di male ? Non lo dovete fare mai più”. Fatta sera, si fece chiudere in chiesa perché “ Quel poveretto rimane solo. Non è vero, cumpareddu vi fa piacere che io resti qui con voi”? Ma il suo parlare mise paura al sagrestano mentre il curato, pensando che il bambino avesse fame, gli fece portare i maccheroni. E lui: “ Cumpareddu, avrete fame , chissà da quanto tempo non mangiate. Prendete un po’ di maccheroni”, disse al crocifisso. E così parlando s’arrampicò sull’altare spingendo forchettate di maccheroni nella bocca del Signore. Poi: “Cumpareddu, non avete sete? Bevete un po’ del mio vino”.. Il Signore allungò le labbra e bevve il vino. Infine, “Il bambino cadde morto e volò in cielo e lodò Dio”. La notizia si sparse per tutta la città e quando tornò, il contadino ringraziò il Signore per avergli dato un figlio santo. Per tutta la vita fece la carità ai poveri e si meritò il Paradiso. “Così possa succedere a tutti voi”. E, per finire, eccone una dalla capitale: la notissima “Nerone e Berta” delle nostre nonne e dalle infinite varianti. “Questa Berta era una povera donna che non faceva altro che filare , perché era una brava filatrice”. Un giorno incontrò l’imperatore Nerone molto noto e gli augurò di campare mille anni. Questi le chiese il perché e lei rispose: “Perché dopo uno cattivo ne viene sempre uno peggiore”. E Nerone di rimando le chiese di portare al palazzo tutto il filo filato in un giorno e poi lo fece misurare dal suo maestro di casa dicendo: “ Per quanto è lungo il filo, la campagna di qua e di là della strada è tutta di questa donna”. Berta non ebbe più bisogno di filare perché era divenuta “una signora” ma tutte le donne che non “avevano da mettere insieme il pranzo con la cena” si presentarono a Nerone per chiedere lo stesso trattamento. Ma Nerone rispondeva: “Non è più il tempo che Berta filava”. Campo de’ fiori 16 UNA VOLTA NELLA VITA L iceo Léon Blum di Créteil, una piccola città nella banlieue sud-est di Parigi: la scuola è un crogiolo di etnie, confessioni religiose e conflitti sociali. La professoressa Anne Gueguen, con il di Catello parere contrario del preside, e Masullo contro ogni probabilità di successo, propone alla sua classe, una delle più turbolente, di partecipare a un concorso nazionale di storia dedicato alla deportazione nazista... Questo film, basato su una storia vera, è un film bellissimo. Si pensa sempre che sull’olocausto sia stato oramai detto tutto. E che ogni riproposizione del tema possa risultare come una noiosa ed inutile rimasticatura. Non passa anno che non ci si debba ricredere. Ancora una volta un film alto, denso. Che ti lascia senza fiato. Pur rifuggendo da ogni retorica. Un film asciutto, netto, che va dritto all’obiettivo. E che racconta come ragazzi sfiduciati, sbandati, rancorosi, ideologicamente prevenuti, quando sono aiutati con approccio empatico ad approfondire una delle più grandi tragedie della storia della umanità, possano cambiare radicalmente la propria vita. Riscoprendo dentro sé stessi i tratti di umanità che dentro di noi albergano dalla nascita. Di qualsiasi etnia o religione si sia. Come scrisse Albert Einstein sul modulo dettagliatissimo (e anche piuttosto discutibile, dovessi dire) dell’ufficio immigrazione degli Stati Uniti, la prima volta che vi recò, alla voce che chiedeva “razza di appartenenza”, specificò semplicemente e magnificamente solo : “umana”!. Da non perdere. TITOLO :UNA VOLTA NELLA VITA (LES HERITIERS) REGIA : Marie-Castille Mention-Schaar SCENEGGIATURA: : Ahmed Dramé, Marie-Castille Mention-Schaar INTERPRETI PRINCIPALI: INTERPRETI DOPPIATORI PERSONAGGI ANNE GUEGUEN Ariane Ascaride ROBERTA GREGANTI MALIK Ahmed Dramé MANUEL MELI MELANIE Noémie Merlant VERONICA PUCCIO YVETTE THOMAS Geneviève Mnich BARBARA CASTRACANE MAX Stéphane Bak ALESSIO PUCCIO RUDY Amine Lansari DAVIDE PERINO JAMILA Wendy Nieto GAIA BOLOGNESI SAID Aïmen Derriachi OLIVIER / BRAHIM Mohamed Seddiki DANIELE RAFFAELI JULIE Naomi Amarger CAMILLA MURRI CAMELIA Alicai Dadoun LUCREZIA MARRICCHI THEO Adrien Hurdubae NICCOLO’ GUIDI KOUDJIJI Raky Sall LEA Koro Dramé LEON ZYGUEL Léon Zyguel MANLIO DE ANGELIS IL PRESIDE Xavier Maly OLIVIERO DINELLI WILLIAM GABRIELE PATRIARCA SIG.RA LEVY LORENZA BIELLA INSEGNANTI TIZIANA AVARISTA ROBERTO GAMMINO GIO’-GIO’ RAPATTONI SUPPLENTE ELEONORA DE ANGELIS PORTAVOCE MINISTERO ANGELO NICOTRA VOCE DOCUMENTARIO JOY SALTARELLI PRODUZIONE: MARIE CASTILLE MENTION SCHAAR, PIERRE KUBEL PER LOMA NASHA FILMS, VENDREDI FILM, TF1 DROITS AUDIOVISUELS, UGC IMAGES, FRANCE 2 CINÉMA, ORANGE STUDIO ORIGINE: FRANCIA - 2014 DISTRIBUZIONE: LUCKY RED/PARTHÉNOS (2016) DURATA: 105’ SOGGETTO: COMMEDIA - DRAMMATICO FRASI DAL CINEMA : “Questa è una immagine di propaganda. Non esistono immagini innocenti!”. (Ariane Ascaride alla classe, a proposito della immagine proiettata di un timpano di una chiesa italiana, dove Maometto viene raffigurato all’inferno). “è il concorso nazionale della resistenza e della deportazione... vi scrivo il titolo alla lavagna : “I bambini e gli adolescenti nel sistema concentrazionario nazista”. (Ariane Ascaride alla classe). “la seconda guerra mondiale ha fatto 60 milioni di morti, gran parte civili. 6 milioni sono morti solo perché ebrei, 300.000 solo perché zingari!”. (Ariane Ascaride alla classe). “Chi si elimina per primi se si vuole cancellare una specie? Le donne ed i bambini, perché sono quelli in grado di riprodurre la specie!”. (Geneviève Mnich alla classe). “Shoah in ebraico significa annientamento!”. (Geneviève Mnich alla classe). “che cos’è questa frase? L’ho letta in un libro : “Un bambino ad Auschwitz”, di Maurice Kling!”. (Ariane Ascaride e Adrien Hurdubae, a proposito della frase : “Je suis un exeption”. ). VALUTAZIONE SINTETICA (in decimi): Leggenda: CAPOLAVORO: 10 DA NON PERDERE: 8 DISCRETO: 6 DA EVITARE: meno di 6 8 “Con 225 kg di mais ci fai un pieno ad un’auto, oppure ci nutri un messicano per un anno. Professoressa, come si fa se il messicano c’ha la macchina?”. (Ariane Ascaride ed alunno). “Ho spesso considerato che la moralità consista nel coraggio di fare una scelta” (scritta nel cortile della scuola) Campo de’ fiori 17 Presentazione Calendario 2016 Concorso di Bellezza “Reginetta Dei Due Mari” L’ Associazione Sviluppo e Territorio, per Reginette Dei Due Mari, si prefigge di conservare e tramandare le tradizioni delle Arti e Dei Mestieri. Interessanti iniziative mirate soprattutto all’inserimento e alla formazione per i giovani. Il 30 gennaio con il patrocinio del Comune di Melpignano alla presenza del Sindaco Ivan Stoneo nella suggestiva location dell’ex convento degli Agostiniani si è svolto un emozionante e interessante evento, unico per la partecipazione delle Poste Italiane. Unico perché per la prima volta, per un Concorso di Bellezza viene fatto un Annullo speciale per le cartoline, con le foto delle nostre Reginette Dei Due Mari. Questo timbro, Annullo speciale temporaneo sarà depositato al Museo delle Poste Italiane di Roma. Altro momento emozionante per le Reginette Dei Due Mari, oltre le cartoline, è stato scoprire le immagini che compongono il calendario 2016. Altrettanto protagonisti i nostri bravi stilisti Salentini, che hanno fatto la storia della Sartoria italiana: Gino Longo con la sua collezione estrosa ed elegante, Sposanova di Luigina Epifani con le sue nuvole, romantici abiti da sposa ed infine Salvatore Solombrino che rappresenta il Made in Italy con orgoglio e pregio in Giappone. Tutto questo affascinante percorso è iniziato nel dicembre 2015 con la proclamazione della bella leccese Francesca Moretti e tutte le bellezze che vi hanno partecipato. È stata presentata, inoltre, la 1° edizione dell’Oscar della Moda Pugliese ed è stato consegnato questo riconoscimento a Gino Longo, Luigina Epifani, ed a Salvatore Solombrino. Tutto questo è merito della grande persona di spessore e cultura, Mino Cartelli, e della solare e intelligente Luna Fiore, seguito da Le finaliste e la vincitrice del concorso di bellezza “Reginetta dei due Mari” (al centro), che hanno realizzato il calendario, insieme a Luna Fiore, Mino Cartelli, patron della manifestazione e Giovanna Lauretta. uno staff di professionisti dove ognuno svolge il proprio ruolo con classe e professionalità, dell’agente del Lazio e Sicilia la manager Giovanna Lauretta, dell’agente della Calabria Gino Caruso, della Puglia Alex Tundo, dell’inimitabile Maestra Ida Decenvirale al settore canto, del regista coreografo Matteo Giua, dell fotografo ufficiale Marco Serri e del responsabile riprese video Antonio Chiaratti. Hanno allietato la serata con professionalità vari artisti e tanti ospiti: il vocal coach e cantante Ettore Romano, da Io canto, Chiara Corallo, Luigi Marra ed i Ta Zamatari, Due rappresentati del Gruppo Poste Italiane S.p.a. con Francesca Moretti, vincitrice del concorso “Reginetta dei due Mari 2015” e Mino Cartelli, patron dell’evento (al centro). Sammy (showgirl), Gabriele Polimeno (attore), Matteo Perrone (attore), i Maestri Oliver De Salvo e Sabrina Greco di Onda Caribe, ed infine il piccolo Denis Damelio. Spettacolare la torta finale personalizzata con le immagini di tutte le Reginette, realizzata dalle brave Teresa e Silvana. La serata con stile e professionalità è stata condotta magistralmente dal simpatico Ivan Bonetti e con la complicità della splendida Luna Fiore. Giovanna Lauretta Foto di Marco Serri Mino Cartelli e Luna Fiore Campo de’ fiori 18 LA RUBRICA DEGLI EROI Dedicata ai combattenti della Grande Guerra di Civita Castellana Romeo Mezzanotte e Arcangelo Belloni I n questa parte tratterò la storia di altri due valorosi civitonici che hanno meritato la medaglia d’Argento al Valor Militare: il Capitano Romeo Mezzadi Arnaldo Ricci notte ed il Caporale [email protected] gelo Belloni, ambedue sopravvissuti all’azione eroica (descritta nella motivazione della medaglia) nonché alla guerra. Il Franci li descrive nelle pagine 22 e 23 del suo libretto che io riporto integralmente di seguito: Il Capitano Romeo Mezzanotte di Civita Castellana, guadagnò la sua medaglia d’Argento al valor Militare durante la famosa 11° battaglia dell’Isonzo (come la catalogano gli storici). Quando si verificò l’azione bellica che gli fece guadagnare la medaglia suddetta, egli aveva ancora il grado di Tenente, promosso poi Capitano subito dopo. Il Tenente Mezzanotte era inquadrato nell’89° reggimento fanteria mitraglieri, facente parte della Bri- gata Salerno con sede a Genova in tempo di pace. Il suo reggimento fu lanciato all’attacco delle poderose fortificazioni nemiche il giorno 15 agosto 1917; al termine di questa battaglia, il reggimento lasciò sul campo ben 9 ufficiali e 305 soldati di truppa. Fu proprio in quella occasione che il nostro tenente civitonico si distinse eroicamente e guadagnò la Medaglia d’Argento al valor Militare con la motivazione che segue: “... Ten. Dell’89° Rgt fanteria – già distintosi per coraggio e valore, azionando personalmente una mitragliatrice in posizione facilmente individuabile, con la quale riusciva a neutralizzare l’azione delle mitragliatrici nemiche, muoveva arditamente all’assalto, spingendosi tra i primi, tanto avanti, da rimanere per qualche tempo isolato, tra le due linee avversarie. In un successivo assalto con la compagnia mitragliatrici, di cui aveva il comando, dopo aver tentato coraggiosamente di impedire l’aggiramento nemico ed avere fatta tutta la possibile difesa, sopraffatto dal numero e leggermente ferito, veniva catturato. Hermada 19-21 agosto 1917...” Il Monte Hermada fa parte della catena del Carso ed è ubicato vicino Trieste; veniva chiamato monte, ma in realtà è una collina alta 323 metri. Secondo le mie ricerche questo valoroso ebbe la fortuna di ritornare a casa a Civita alla fine della guerra, con il grado di Capitano; non saprei dire con esattezza l’anno della sua scomparsa. Sempre nel libretto del Franci, a pagina 23, viene descritta poi l’azione eroica del caporale civitonico Arcangelo Belloni. Innanzitutto ringrazio i signori Arcangelo e Mauro Belloni, rispettivamente nipote e pronipote del caporale Arcangelo, oggetto della ricostruzione storica che segue, per avermi fornito alcune informazioni nonché le foto relative. Il Caporale Arcangelo Belloni, nacque a Civita Castellana nell’anno 1893 e morì sempre a Civita nel 1945. La battaglia dove il Belloni guadagnò la medaglia d’argento al valor Militare, viene definita dal D’Annunzio “ la battaglia del solstizio “; essa si svolse sul fiume Piave dal 15 al 22 giugno 1918 con la nostra vittoria finale. Questa volta, furono gli austriaci che andarono all’attacco, impiegando ben 60 divisioni. Alla fine delle azioni belliche, si contarono 90.000 perdite fra noi italiani e 150.000 fra gli austro-ungarici…….anche qui le perdite maggiori si verificarono nella parte degli attaccanti. Il Caporale Arcangelo Belloni era inquadrato nelle truppe d’assalto degli arditi; al termine della battaglia gli fu concessa la medaglia d’Argento al valor Militare con la motivazione seguente: “Belloni Arcangelo nato a Civita Castellana nel 1893, Caporale del II reparto d’assalto, matricola 28853 – Tiratore di un’arma, non esitava a porsi allo scoperto per sostenere ingenti masse avversarie sul fianco, falciandole con micidiali raffiche e permettendo così la rioccupazione della linea. Circondato da forze nemiche soverchianti, distrutta l’arma, sfuggiva all’accerchiamento per guidare all’attacco la truppa rimasta priva di ufficiali – Argine Regio (Piave) 15-21 giugno 1918. Quando compì l’azione aveva 25 anni di età! Il caporale Arcangelo Belloni nel 1918 Anche Arcangelo ebbe la fortuna di ritornare a casa alla fine della guerra; partì di nuovo per partecipare come volontario franchista alla guerra civile spagnola che si svolse dal 1936 al 1939. Come ci dice la storia, in quella guerra si trovarono di fronte volontari italiani che erano dalla parte delle truppe franchiste, contro quelli (sempre italiani) che facevano parte delle truppe internazionali repubblicane. Madrid 1939 - Arcangelo Belloni (primo a dx) ricoverato in un ospedale militare franchista Morì poi nel 1945 a Civita Castellana di malattia, molto probabilmente di diabete. continua nel prossimo numero…. Campo de’ fiori 19 FALISCI e CELTI: IL PASSATO REMOTO TRA NOI Apparentemente lontani centinaia di chilometri, in realtà calpestarono le stesse terre Pubblichiamo con piacere l’articolo inviatoci dalla nostra amica, nonchè assidua lettrice di Campo de’ fiori, la scrittrice Margherita Barsimi, residente a Pont Saint Martin (AO), la quale ha casualmente scoperto un antichissimo legame tra la Valle D’Aosta e i nostri antenati Falisci. I l percorso espositivo della mostra “Alt(r)i popoliFalisci/Celti” si sviluppa nel sottosuolo degli scavi del Museo Archeologico Regionale di Aosta. La scelta di confrontare due diversi popoli e due civiltà distanti ma appartenenti ad un’analoga fase storica, quella dell’età del Ferro, è stata dettata dalla considerazione che i rispettivi territori, collocati lungo importanti vie di comunicazione, hanno visto sorgere insediamenti su alture facilmente difendibili. Inoltre, tutte e due le etnie, i Falisci della Tuscia e i Celti della Valle della Dora Baltea, si svilupparono in un periodo di grandi cambiamenti, segnati dall’evolversi della metallurgia, di scontri ma anche da ricchi scambi commerciali e culturali. La mostra è stata resa possibile grazie alla collaborazione tra il Polo Museale Regionale e la Soprintendenza Archeologica della Toscana e ha avuto l’innesco dalla coincidenza rappresentata dalla scoperta, ad Aosta, durante gli scavi per la costruzione del nuovo ospedale, della “tomba del guerriero”, mentre a Firenze era in via di allestimento la Mostra “I Falisci, popolo delle colline”. “Il Guerriero” di Aosta e il suo corredo funerario risalgono allo stesso periodo a cui appartengono i reperti del Mibact della Mostra di Firenze. La scoperta del tumulo di Aosta, l’allestimento della Mostra al MAR e il relativo catalogo si devono alla ditta Akhet (Claudia De Davide e David Wicks e ai loro collaboratori). “ALT (R) I POPOLI” sarà visitabile al MAR di Aosta dal 19 dicembre 2015 al 31 marzo 2016, tutti i giorni, lunedì escluso, dalle 10 alle 13, dalle 14 alle 18. Più che comprensibile lo sconcerto evidente tra i valdostani che, leggendo le locandine della nuova mostra, inaugurata venerdì 18 dicembre 2015al Museo Archeologico Regionale, cercavano conforto tra amici e colleghi… “I Celti, va da sé, tutti più o meno, sanno dove e quando collocarli, ma i Falisci, vien da chiedersi come don Abbondio, chi sono costoro?”. Nemmeno i testi di Storia antica tradizionali sono attenti alle vicende di questo popolo del Lazio settentrionale, sostanzialmente corrispondente all’attuale provincia di Viterbo, stretti nella morsa tra i più numerosi e potenti Etruschi, a nord, e quelli, che poi assumeranno il nome generico di “Romani”, a sud. Le guide turistiche parlano spesso della Tuscia viterbese, in relazione soprattutto agli itinerari paesaggistici e della Via Amerina e delle forre del fiume Treja, il territorio delimitato a nord dal Tevere, a ovest dalle propaggini dei monti Cimini e a sud dal sistema collinare dei Sabatini. Altro itinerario di una certa risonanza è quello legato alle Ville storiche e ai relativi giardini che rispondono al nome del Castello Ruspoli di Vignanello, del Palazzo Farnese di Caprarola, di Villa Lante di Bagnaia e del Santo Bosco di Bomarzo. Nel primo caso, l’attrattiva principale è la morfologia del territorio, tra dolci colline ammantate di coltivazioni intensive di noccioli e profonde spaccature che danno origine alle cascate del Treja; nel secondo caso, quello delle grandi Ville, retaggio d’insediamenti di potenti famiglie romane, che nel XVI secolo, scelsero queste contrade per creare, proprio nella sontuosità delle ville e dei giardini in cui sorgevano, il segno indiscutibile della loro potenza. Proprio come ad Aosta, anche nella Tuscia, nella stratigrafia degli insediamenti, soltanto in tempi relativamente recenti, gli studi e le ricerche archeologiche hanno avuto modo di scoprire le testimonianze, sepolte sotto secoli di “altra” storia, degli antichi abitatori. Nel percorso dell’esposizione allestita nel sotterraneo del MAR, s’incontrano nomi di località della Tuscia che, sconosciuti ai più, portano a scoprire le radici della civiltà romana, frutto di un sincretismo in cui confluirono le eccellenze etrusche e falische originarie, nel momento in cui i bellicosi e determinati romani imposero la loro forza preponderante. Molti dei reperti esposti, provengono da Civita Castellana, da Falerii e Narce. L’attuale Civita Castellana, sorta sulle rovine della falisca Falerii, distrutta dai Romani nel 241 a.C. è oggi il centro più importante della provincia, dopo il capoluogo Viterbo. Narce, forse anticamente chiamata Tevnalthia, sorge nel Parco del Treja, a pochi chilometri da Calcata, il cui abitato è sorto su una roccia di tufo, le cui case-grotte, lasciate dagli abitanti negli anni ‘50 e ’60, sono divenute ora un centro turistico alla moda, abitato da artisti e artigiani “fuori dagli schemi”… Tra il secolo VIII e il VII avanti Cristo, Narce fu un centro di primaria importanza economica sulla via del sale; il fatto è dimostrato dalla ricchezza dei corredi funerari, soprattutto per quanto riguarda le sepolture femminili, che testimoniano come nella società falisca fosse importante il ruolo della mater familias. Nella sepoltura di Pizzo Piede, tutto lascia pensare che la defunta fosse una sorta di principessa, sepolta in una fossa di grandi dimensioni, su un telo intessuto di placche di bronzo e ambra, accompagnata dal carro di parata. I reperti esposti ad Aosta, provenienti dal Museo Archeologico di Firenze, rappresentano in modo eloquente il grado di civiltà raggiunto dai Falisci di Narce, prima della romanizzazione, che nel suo caso non fu violenta e improvvisa, ma corrispose a un processo lungo e graduale, com’è dimostrato dalla tabella in bronzo, dedicata a Minerva e risalente al II sec. a.C., in cui la lingua usata è ancora quella falisca. “Alt(r)i popoli”, è intitolata la mostra di Aosta, dove la doppia possibile lettura (altri e alti) è la sintesi perfetta del significato della mostra stessa. “Altri” popoli, prima di quello romano, hanno abitato e arricchito l’Agro falisco come la Valle d’Aosta; “alti”, perché sia i Celti che i Falisci preferivano vivere sulle alture, che possono essere intese in senso fisico, ovviamente, ma anche in senso figurato… Popoli di culture raffinate, la cui vita prendeva senso dal concetto ben presente della morte, alla quale dedicavano tanta cura, da valicare i millenni per parlare ad epigoni, spesso indifferenti e privi di spiritualità… La recente e casuale scoperta, avvenuta durante gli scavi per il nuovo ospedale, della “tomba del guerriero” ha messo gli archeologi e gli storici nella condizione di rivedere la storia pre-romana in Valle d’Aosta, come gli scavi condotti in anni recenti al santuario di Monte Li Santi (quando i toponimi sono parlanti!), hanno portato alla luce i resti di un articolato complesso di altari ed edifici sacri che dal V giunge fino alla fine del II sec. a.C. Luoghi lontani, si dirà, ma uniti da un legame ideale e spirituale che annulla qualsiasi distanza fisica e temporale. Margherita Barsimi 20 Campo de’ fiori Il Dott. Funicello saluta i colleghi di Civita Castellana Il Presidente della Commissione Invalidi ha raggiunto il traguardo della pensione “I l regalo più bello che ho ricevuto per questo mio traguardo raggiunto è un video postato sul mio profilo facebook da una persona che neanche conosco”. Queste sono le prime parole del Dott. Funicello quando ci incontriamo appena iniziata questa sua nuova fase della sua vita in pensione. Si tratta, infatti, di un video realizzato con il testo di uno dei suoi articoli pubblicati sulla nostra rivista, una sorta di coming out nel quale lui stesso confessa le difficoltà spesso incontrate nel suo lavoro, in particolar modo nei panni di presidente della commissione invalidi civili della ASL VT5. Originario di Napoli, studia e si specializza in medicina legale presso l’Università La sapienza di Roma e muove i suoi primi passi negli ospedali romani, fino ad arrivare nel viterbese in qualità di medico del pronto soccorso di Vetralla. Approda poi a Civita Castellana, dove si guadagna la carica di Presidente della Commissione Invalidi Civili, che ricoprirà fino ai primi giorni di Febbraio 2016. Qual è uno dei ricordi più belli di questa sua lunga carriera di medico? “Ce ne sono davvero molti. Forse uno dei primi interventi che mi sono trovato a fare. Ero da poco arrivato al pronto soccorso di Vetralla quando si presentò un uomo che aveva subito un trauma ad una spalla. Aveva il braccio quasi praticamente staccato ed io riuscii a riattaccarlo alla spalla. Fu una vera soddisfazione per me”. Come è stata invece la sua lunga esperienza in qualità di Presidente della commissione invalidi? “E’ stata piuttosto impegnativa. È un ruolo non proprio facile, spesso oserei dire anche scomodo. Sono stato amato ed odiato, ma ho sempre cercato di fare la scelta giusta, senza condizionamenti e soprattutto deontologicamente corretta. Mi sono trovato a volte in situazioni difficili ma mi sono sforzato di seguire ciò che ritenevo professionalmente più regolare”. Dopo tanti anni di lavoro svolto qui presso la ASL VT5 di Civita Castellana, è stato circondato da tanti colleghi e collaboratori. C’è qualcuno in particolare al quale si sente di voler dire grazie? “Non voglio assolutamente fare nomi e cognomi per correttezza nei confronti di tutti. Posso dire di essermi comunque trovato bene, anche se, certo, i confronti sono stati spesso inevitabili. Non si possono vedere sempre le cose allo stesso modo. Senz’altro posso dire che c’è stata una persona al mio fianco per tanto tempo con la quale mi sono trovato molto bene ed ho avuto il piacere di collaborare. Ritengo che sia professionalmente molto valida e le auguro il meglio”. Quali sono i progetti per questa nuova fase della sua vita? “Sicuramente continuerò a frequentare molto Civita Castellana, sempre per questioni di lavoro. Sarò reperibile, infatti, presso gli ambulatori privati che si trovano all’interno della Cittadella della Salute e poi farò ambulatorio anche in altri paesi”. Ma se non sbaglio lei sta lavorando anche ad un nuovo libro? “Sì, esatto. Si tratta di un libro sulla storia delle medicina legale. Un lavoro piuttosto notevole che spero di ultimare a breve, anche se dovrò recuperare il file da una persona di fiducia alla quale avevo dato la bozza da visionare, poiché la mia copia l’ho perduta insieme alla chiavetta USB (sorride un po’ amareggiato!)”. Una piccola festicciola con tutti i suoi colleghi di Civita Castellana ha chiuso in bellezza la carriera del Dott. Sergio Funicello che continuerà però a svolgere il suo lavoro privatamente. Collaboratore della rivista ormai da qualche anno, proseguirà a scrivere per tutti voi affezionatissimi lettori di Campo de’ fiori. Ermelinda Benedetti Campo de’ fiori 22 IL LAGO DI VICO Una storia avvolta nel mistero, tra mito e leggenda Q uando il vulcano Cimino era ancora in attività, creando intorno la catena dei monti che prendono da di Roberto esso il nome, il magma premendo verso l’uscita proRagone vocò una frattura del suolo non ancora consolidato, dando origine ad una ‘valle di lacerazione’ della lunghezza di alcuni chilometri in direzione Sud, in fondo alla quale scorre il Rio Vicano. Questo è così chiamato dalle acque del lago che venne formandosi nel cratere del vulcano quando esso si spense. La concavità che si era formata intorno al cratere spento, non potendo contenere tutte le acque che vi convogliavano le piogge del bacino imbrifero (Km. 42), prese a scaricarle nella valle di lacerazione nel punto in cui l’orlo della cintura di essa era più basso e dietro il quale inizia la valle stessa. Il nome di Vico sembra derivare al lago da un Vicus Elbii, o villaggio di pescatori formatosi intorno ad esso. Secondo la favola riferita da Marco Servio Onorato, il lago di Vico dovrebbe la sua origine ad Ercole, che piantò la sua clava nella conca dell’ex vulcano e quando la ritrasse zampillò una gran polla d’acqua che formò il lago Cimino. Annibal Caro, il poeta di corte del cardinal Alessandro Farnese Juniore, suggerì ai fratelli Zuccari di riprodurre nella sala dei fatti di Ercole del Palazzo di Caprarola la favola riferita da Marco Servio Onorato. Questa era conosciuta sul luogo; anzi alcuni ritengono che l’antro esistente alle pendici meridionali di Monte Venere non fosse che uno speleo consacrato ad Ercole dagli aborigeni che credevano di avere beneficiato del dono del semidio. Il suggerimento di Annibal Caro diede lo spunto agli Zuccari per un capolavoro di pittura e prospettiva. Giulio Balducci pensa che Annibal Caro, col suggerimento dato agli Zuccari, volle intenzionalmente ricordare una impresa idraulica dei Farnese, cioè la costruzione dell’emissario che conduce le acque del lago nel vicino vallone, fatta eseguire da Ranuccio Primo, o il cunicolo lungo dodici miglia fatto scavare dal cardinal Alessandro per portare l’acqua dal monte di Soriano a Caprarola. Quanto al cunicolo del Cardinal Alessandro, nulla può eccepirsi; però quanto all’emissario di Ranuccio si hanno forti ragioni di dubitarne. La tradizione che l’attuale emissario convogliante le acque eccedenti del lago di Vico nel rio omonimo si debba a Ranuccio o a suo padre, e ciò ad impedire che le acque invadessero i campi vicini con danno dei coltivatori, è molto radicata. Tuttavia basta esaminare le quote dell’orlo basso della cintura e del Vicuus Elbii o villaggio dei pescatori attestato in autori antichi e per cui passava la via Ci- mina, della quale rimangono tracce oltre le rovine del villaggio abbandonato circa due secoli fa, per comprendere che dovette trattarsi di uno spurgo, o di un ampliamento del vecchio emissario scavato dagli Etruschi o al tempo dei Romani, e non di un emissario prima inesistente. Diversamente non vi sarebbe stato posto nè per il Vicus Elbii, nè per la via Cimina, che seguiva un tracciato verso il cosiddetto Monte Venere, ritenuto, sia per la sua non eccessiva altezza, sia per la sua forma , come il cono di eruzione del vulcano. Evidentemente le acque del bacino imbrifero, per quanto non molto vasto, avrebbero allagato tutta la conca in cui si trova il lago di Vico per gettarsi nel vallone di lacerazione, impedendo sia la formazione del Vicus Elbii, sia la stesura della via Cimina, che si trova a quota più bassa di quella della cintura di scarico naturale. Se l’emissario attribuito a Ranuccio Primo venisse chiuso e le acque non potessero più defluire per via sotterranea nel Rio Vicano, in breve tempo la conca si riempirebbe e le acque riprenderebbero a scaricarsi dall’orlo basso della cintura. Nel poemetto latino di Papirio Serangeli intitolato ‘Poligraphia Ronciglionensium’ edito a Ronciglione nel 1609, non si parla affatto dell’emissario che Ranuccio o suo padre avrebbero fatto scavare. Il Serangeli mostra tanto entusiasmo nell’esaltare il Farnese che non si può pensare ad una omissione involontaria in un particolare così importante come quello del Rio Vicano, che sarebbe stato creato dai Farnese dando vita ai tanti opifici che vi vennero impiantati. Ad un chilometro e mezzo circa dall’inizio del vallone di lacerazione, questo venne ad incontrarsi con una piccola valle di erosione, e nel punto d’incontro sulla parete destra della lacerazione si verificò il distacco di un massiccio roccioso che rimase isolato come uno sperone, e sul quale, nell’età del ferro, si stabilirono contadini della pianura tra il Cimino e il Soratte, o profughi di paesi devastati dai barbari discesi in Italia; essi costituirono il nucleo di abitazioni che andò lentamente evolvendosi, dando così origine alla attuale Ronciglione. Che il massiccio roccioso rimanesse isolato è indubitabile, perchè alla sua sinistra, guardando verso sud-est, sprofonda nel Rio Vicano, e alla sua destra si erge sulla valle di erosione. Questa, che inizia dalle alture che cingono il lago di Vico ed è costeggiata dalla vecchia strada abbandonata che da Ronciglione menava a Vetralla, segue una linea diagonale che, passando per Piazza della Nave e per la via del Lavatoio, va a gettarsi nel vallone di lacerazione, lambendo il fianco destro del massiccio. Quando Ronciglione, per l’erezione del Ducato di Castro, s’ingrandì in seguito all’afflusso di artigiani chiamati dal Farnese, bisognò riempire la valle in quel punto in cui sorse Piazza della Nave. Occorse anche sollevare il piano della strada del Forno della Nave per far posto alla fognatura, così la valle di erosione non è più tanto visibile, ma è ancora presente nella parte terminale che sprofonda dietro la fila delle case di via Roma e del Borgo di Sotto. All’inizio di questo Borgo, nonostante le costruzioni avvenute nei secoli addietro, è rilevabile l’anfratto prodottosi nel distacco del massiccio dalla roccia: anfratto che dalla piazzetta della Fontana delle Tre Cannelle sale sotto l’arco di S. Vincenzo fino a raggiungere il limite sud-orientale della Piazza del Duomo, per girare bruscamente ad oriente e andarsi a perdere o terminare nel vallone di lacerazione. Siccome questo era il punto più facilmente valicabile, occorreva, per la difesa, munirlo con un forte; e infatti qui sorsero i Torrioni. Quando i Torrioni siano stati costruiti, nessuno lo sa. Furono i prefetti di Vico, come alcuni erroneamente ritengono? Furono gli Anguillara? Erano già stati eretti quando gli Anguillara presero a spadroneggiare su Ronciglione? Sono interrogativi senza risposta. Gli stemmi marmorei che campeggiano sui fianchi del quadrato indicano che uno dei papi Della Rovere li restaurò. Nel poemetto latino del Serangeli è detto, in base a certe deduzioni del giurista Ponziano Muti, che nel 1200 signoreggiavano in Ronciglione i Prefetti di Vico. Il poeta Filagro Cinico, in una nota al sonetto sopra accennato, assicura che furono gli stessi Prefetti ad erigere Ronciglione sulle rovine di Rosciolano. Perciò i Torrioni si dovrebbero ai Prefetti di Vico. Ma nella nota terza al sonetto il poeta scrive che dopo quattro secoli di signoria dei Prefetti su Ronciglione, dopo che essi s’erano ribellati alla corte di Roma e dopo che era stato debellato dai Vitelleschi l’ultimo dei Prefetti, Giacomo - decapitato nel 1435 a Vetralla papa Eugenio VI investì della signoria di Ronciglione il conte Everso di Anguillara. Ma dalla storia risulta che la signoria degli Anguillara su Ronciglione è anteriore alla morte di Giacomo, e che Ronciglione non doveva far parte del feudo dei Prefetti. La vicinanza di Ronciglione con Viterbo non è ragione sufficiente per ritenere che i Prefetti signoreggiarono in Ronciglione. Perciò la questione dell’origine dei Torrioni è insoluta. Campo de’ fiori A TU PER TU 23 Rubrica di Psicologia e Psicoterapia Mia figlia vuole un seno più grande “Gentile Dottoressa, le scrivo perchè mia figlia a febbraio compirà 18 anni ed ha chiesto a me ed a suo padre un regalo piuttosto particolare che ci ha lasciato molto sordella Dott.ssa presi: vorrebbe aumentare Alessia Pagani il suo seno di due taglie Psicoterapeuta perchè la sua seconda naturale le sembra troppo piccola. Inizialmente pensavamo stesse scherzando, poi la sua richiesta è divenuta sempre più insistente. Qualche volta in tv avevo sentito parlare di qualcosa di simile, ma mai avrei creduto succedesse a me. Come possiamo farle cambiare idea? Ci dia un consiglio per favore.” C ari genitori, accolgo a pieno la vostra preoccupazione, poiché, anche se negli ultimi anni la mastoplastica additiva viene presentata come un intervento routinario semplice e veloce, in realtà è una vera e propria operazione. Inoltre qualsiasi trasformazione dell’aspetto fisico ha conseguenze psicologiche sulla persona che la subisce e la non totale consapevolezza di sé stessi e del proprio corpo, dovuta alla giovane età, potrebbe portare a decisioni affrettate e poco ponderate. Ciò che spinge sempre più adolescenti a richiedere interventi chirurgici è la convinzione che l’adeguarsi agli stereotipi di bellezza proposti dai mass-media, possa garantire maggiore successo e accettazione sociale: finisce così che si ripongono nel bisturi aspettative eccessive, che se disattese, rendono la situazione ancora più frustrante. Per questo, è fondamentale indagare i reali motivi che sottendono la richiesta e la motivazione all’intervento, avvalendosi, se necessario, anche di un consulto psicologico. Ovviamente ci sono anche casi in cui la mastoplastica additiva è necessaria e consigliata. Ritengo sia opportuno mettere a conoscenza vostra figlia della serietà della richiesta fatta e di tutti gli annessi pre e post-operatori ai quali dovra’ sottoporsi, considerando che è comunque necessario ascoltare la sentenza di un chirurgo plastico in merito alla reale fattibilità dell’intervento. In ogni caso, mantenere l’autorità genitoriale, che non si spegne con la diciottesima candelina, è, a volte, il migliore mezzo per procrastinare situazioni simili e attendere tempi più maturi: l’obiettivo non è “farle cambiare idea”, ma rinviare in attesa di una completa maturazione fisica e psichica. Inviate i vostri quesiti a cui risponderà la nostra esperta. Gli indirizzi ai quali scrivere sono i segueti: [email protected] o [email protected] CARTOLINA DI ABBONAMENTO ANNUALE SI desidero abbonarmi a : Campo de’ fiori (12 numeri) a 25,00 I miei dati Nome___ ____ __________________________________ Cognome______________________________________________ data di nascita_______________________Città________________________________________________________Prov._______ ______________________________________________________________Telefono____________________________________ Desidero regalare l’abbonamento a: Campo de’ fiori (12 numeri) a 25,00 Il regalo è per: Nome_______________________________Cognome________________________________________________________________ _data di nascita_________________________Città____________________________________________________Prov.________ Via_________________________________________________________________Telefono________________________________ effettuerò il pagamento con c/c postale n. 42315580 intestato alla Associazione Accademia Internazionale D’Italia - P.za della Liberazione n. 2 - Civita Castellana Data______________Firma__________________________________ Autorizzo il trattamento dei miei dati personali secondo quanto disposto dalla legge n. 675 del 31.12.1996 in materia di “Tutela dei dati personali”. Titolare del trattamento dei dati è Campo de’ fiori - P.za della Liberazione,2 - 01033 Civita Castellana (VT) Data______________Firma__________________________________ Per abbonarti puoi spedire questa cartolina a Campo de’ fiori - P.za della Liberazione, 2 - 01033 Civita Castellana (VT) o puoi trasmetterla per fax allo 0761 . 513117 Campo de’ fiori 24 Il terranova di Ettore Scola a Radio Punto Zero SANSONE E ROSA IN: NON “C’ERAVAMO TANTO AMATI” C he punto d’incontro ci può essere tra la morte del grande regista italiano Ettore Scola e la chiusura dell’emittente locale R. P. O.? La stravadi Secondiano ganza del quesito merita Zeroli una doverosa premessa. Il 31 dicembre si spegne la radio che fu anche televisione di Civita Castellana ed il direttore di questo giornale mi invita a scriverne il “commiato”. Io accetto ma contemporaneamente leggo sui giornali che è morto Ettore Scola. Allora la mia mente fruga nel passato e che cosa trova? Trova una connessione tra il celebre regista e l’emittente civitonica. E la connessione trova le sue fattezze in un cane, un esemplare di terranova dal nome mitologico di Sansone. Ma andiamo con ordine. Radio Punto Zero nell’anno di grazia 1978 è in piena espansione, la sua sede è a Soriano nel Cimino( solo nel 1980 si trasferirà a Civita) in uno splendido casale attorniato da querce secolari. Maurizio Tocchi, ex attore, che ne è il poliedrico fondatore e direttore è anche geloso proprietario d’una terranova dolcissima che si chiama Rosa. Maurizio conosce da lungo tempo il noto regista cha ha appunto un mastodontico cane maschio della stessa La sede iniziale di Radio Punto Zero fondata da Maurizio Tocchi a Soriano Nel Cimino. Successivamente la radio fu acquistata da Stefano Principalli e trasferita a Civita Castellana razza. Per la prosecuzione della specie Maurizio e Omero costruiscono un piccolo recinto adibito per l’amplesso. Da Roma arriva finalmente Sansone accompagnato dalla moglie del regista. Unica raccomandazione: Sansone per poter dormire ha bisogno di venir carezzato sopra la testa. Maurizio me ne dà incarico e così io dormo alcune notti con accanto al mio letto il presunto stallone che vuole tante coccole prima di addormentarsi. Ma le mie attenzioni a poco serviranno perché il timidissimo Sansone non riuscirà a compiere il proprio dovere. E così la moglie del celebre regista di “ C’eravamo tanto amati”, se lo riporterà nella capitale mentre Rosa continuerà a vivere felice, sdegnosa di ogni altrui virilità e fieramente illibata. Per il “commiato” ci sarà spazio nei prossimi numeri, ma vorrei soltanto aggiungere cha la notizia della chiusura di R. P. O. mi ha procurato un sincero dolore. Sui numeri 51, 52, 53, 54 e 55 del 2008 di Campo de fiori potete rileggere la vera storia integrale dellemittente Radio Punto Zero, curata nei minimi dettagli dal giornalista Secondiano Zeroli, fin dallinizio, e per tanti anni, al servizio della storica Teleradio Punto Zero. Le rivista sono consultabili on line sul nostro sito www.campodefiori.biz. ESCLUSIVO Campo de’ fiori 25 STANCO? C’È SICURAMENTE UN MOTIVO....NASCOSTO! L a fatica cronica riesce a rovinarci la vita quotidiana. Per venirne fuori, occorre capire il perché. Ma esistono centinaia di cause della fatica. Tra cui, alcune “silenziose” di Josiane di cui non immaginate neMarchand anche l’esistenza. Naturopata La fatica infatti può essere il sintomo di molte malattie. Nella maggior parte dei casi, una origine precisa non può essere identificata e la fatica rimane inspiegabile. Fortunatamente nell’80% dei casi sparisce spontaneamente in alcune settimane, ma se dovesse prolungarsi aldilà dei 3 mesi, il pronostico è meno favorevole. La Sindrome della Fatica Cronica è caratterizzata da una fatica severa che dura da almeno 6 mesi con presenti almeno 4 degli 8 sintomi qui elencati: - dolori muscolari - dolori articolari - mal di gola - ghiandole dolorose - turbe della concentrazione e della memoria - mal di testa - malessere dopo uno sforzo - turbe del sonno. Le cause sono ancora sconosciute, ma si potrebbe sospettare che la malattia potrebbe essere scatenata da un’infezione virale o batterica quando il sistema immunitario è debole così come in caso di stress cronico. Vi sono almeno 8 cause di fatica che non si possono ignorare... GLI EFFETTI COLATERALI DEI FARMACI In caso di fatica cronica o persistente bisogna cominciare a valutare accuratamente i farmaci che state assumendo. Alcuni tipi di farmaci infatti possono provocare un tipo di fatica costante se presi per più mesi come i sonniferi e i sedativi, ansiolitici della famiglia delle benzodiazepine e degli antidepressivi. E’ il caso anche degli antistaminici (anti-allergici) , soprattutto quelli di prima generazione, dei neuroleptici (antipsicotici) , degli antiepilettici, degli anti-aritmici e di certi ipotensori: i betabloccanti o i diuretici, antalgici, e miorilassanti. L’APNEA DEL SONNO Questa malattia si manifesta con pause involontarie del respiro durante il sonno, alcune decine di secondi, molte volte in un’ora. Le notti sono così interrotte da micro-risvegli quando si ritrova in modo brusco il respiro ed è così impossibile entrare in una fase di sonno profondo, quello veramente riparatore. Il risultato è che si è sempre tanto stanco al risveglio. UNA CARENZA DI VITAMINA D La vitamina D è essenziale per il buon funzionamento del cervello. La velocità con la quale i neurotrasmettitori -le molecole che veicolano i messaggi delle nostre emozioni- vengono fabbricati, dipende da un enzima che utilizza la vitamina D. In caso di carenza, la fatica, o anche una depressione, può sopraggiungere. Di solito, questa stanchezza è accompagnata da debolezze muscolari, sempre per via di carenza di vitamina D. Questa Vitamina si crea nella pelle grazie all’azione dei raggi UVB del sole, ma visto che non lavorate in esterno una grande parte dell’anno è bene prendere in considerazione una complementazione di vitamina D. UNA DISFUNZIONE DELLA TIROIDE Dopo i 50 anni fino a 20% degli adulti presenterebbero una disfunzione della ghiandola tiroide, spesso senza saperlo. Quando la tiroide non produce abbastanza ormoni, il metabolismo viene rallentato avendo come conseguenza una tendenza a ingrassare, una sensibilità particolare al freddo e una voglia costante di dormire. La diagnosi è spesso lunga da esprimere e tutto questo può essere interpretato come sintomo di depressione. Basta controllare il tasso di TSH, l’ormone prodotto dal cervello e che controlla il buon andamento della ghiandola tiroidea, per calibrare eventualmente una cura. In quel caso il trattamento è farmacologico con l’utilizzo di ormoni bio-identici. La stanchezza sparisce in poche settimane. UNO SQUILIBRIO DEL TASSO DI ZUCCHERO Se vivete passaggi a vuoto a fine mattinata, forse siete vittime di ipoglicemia reazionale: succede se vengono consumati alimenti il cui zucchero passa troppo velocemente nel sangue. Questi alimenti vengono chiamati “ a indice glicemico elevato”. E quando il tasso di zucchero nel sangue aumenta velocemente viene stimolata pesantemente la produzione di insulina, ormone che serve a regolare lo zucchero. Reagendo all’insulina, lo zucchero cala...ma troppo velocemente e il corpo si ritrova nuovamente in carenza di zucchero con subitanea perdita di energia. Questo feno- meno paradossale viene chiamato “ipoglicemia reazionale”. UNA CARENZA ….O UN ECCESSO DI FERRO: Occorre in questo caso, quando vi è questo dubbio, effettuare un esame del sangue della ferritina. Se c’è carenza si risente già la stanchezza o la depressione. In meno di 3 settimane con i consigli del proprio terapeuta, il problema viene risolto. Attenzione all’abuso di tè: blocca l’assorbimento di ferro a livello dell’intestino! UNA INTOLLERANZA ALIMENTARE? Molti soffrono di intolleranza alimentare senza saperlo. Può apparire in modo spontaneo e provocare una reazione infiammatoria subdola creata dal sistema immunitario negli intestini. Col tempo, l’infiammazione diventa cronica. I problemi si manifestano in modo variegato ma la stanchezza cronica fa spesso parte delle turbe visto che le infiammazioni consumano molte energie. Quindi controllate le vostre intolleranze. Esistono oggi molti esami super attendibili. E INFINE, IL CATTIVO STRESS Fatica e stress vanno spesso di pari passo: ritmo di vita intenso, tensioni ripetute, lavoro pesante...La fatica, manifestazione di stress cronico, è spesso accompagnata da irritabilità, concentrazione difficile, demotivazione e preoccupazioni mentali. Lo stress è un meccanismo fisiologico che permette di gestire le risorse dell’organismo ogni volta che viene sollecitato e deve adattarsi. Quando il semplice sonno non basta più, occorre prendere provvedimenti: sport a intensità moderata, un multivitaminico, metodi efficaci di rilassamento, oppure una pianta adattogena di cui vi ho già parlato la Rhodiola. IL MIGLIOR FARMACO CONTRO LA STANCHEZZA Esiste un farmaco molto efficace contro la fatica, senza alcun effetto secondario, e per il quale non serve la ricetta. Questo farmaco che pochi prescrivono si chiama SPORT! Modalità d’uso in caso di fatica cronica: Cominciate con attività semplici come il giardinaggio o la marcia, poi orientatevi verso attività più intense, ma senza mettervi in difficoltà: bicicletta, corsa, nuoto e così via. L’efficacia del trattamento risiede nella regolarità e non vi è alcun bisogno di essere un campione! Abbiate così sempre cura di voi! 26 Campo de’ fiori Ecologia e Ambiente La Pyramid Theerapy V seconda parte isto l’interesse che ha suscitato tra i lettori l’articolo pubblicato sull’ultimo numero della rivista (n. 131 Gennaio di Giovanni 2016), desidero riprenFrancola dere l’argomento [email protected] rotto nel mio precedente articolo, per dare una più completa informazione sulla Pyramid Therapy. Come ho già detto questo tipo di terapie in Italia non sono usuali forse anche per una scarsa ricerca o interesse, o per un informazione spesso inesistente. La piramidoterapia prevede l’impiego di strumenti specifici idonei che si possono elencare in: Struttura piramidale “consigliabile materiali di maggior conducibilità magnetica” come ad esempio il rame o l’ottone, piramide di dimensioni adeguate ai corpi in trattamento, vale a dire per una persona sarebbe ottimale una piramide di lato non inferiore ai 2 metri, poi prevede un “cappello” anch’esso di rame sovrapposto alla struttura piramidale. Il cappello ha la funzione di captare maggiori radiazione cosmiche incrementando la potenza all’interno del cavo piramidale. La cuspide piramidale in sostanza è l’antenna che capta ed irradia l’energia all’interno della piramide e quindi al corpo sottoposto a terapia. Poi si ha il “reattore o accumulatore”; è semplicemente un corpo metallico di forma discoide ricavato con alcuni minerali come argento, piombo ecc, che ha la funzione di attirare verso se stesso le onde magnetiche. Nella piramidologia il reattore viene posto al di sotto della parte che si intende curare, in questo modo si fa si che le radiazioni provenienti dal vertice dirette verso il reattore, attraversino direttamente il corpo e colpiscano la parte del corpo sottoposta al trattamento. Infine occorre una “bussola”, la bussola non serve per la piramidoterapia vera e propria, ma è indispensabile per l’orientamento della piramide prima di ogni trattamento. Occorre poi munirsi di un piano di legno di dimensioni idonee per adagiarci sotto la forma piramidale, tale piano non deve avere come supporto nessun tipo di metallo come chiodi o altro tipo di ancoraggio, e deve essere isolato dal terreno per mezzo di un sostegno di legno. Il comportamento da tenere durante la terapia è di importanza fondamentale, vale a dire occorre rilassarsi, avviare una respirazione lenta e profonda, occorre astenersi dal fumare, bere, mangiare, ascoltare musica, non avere nessun tipo di metalli nel vestiario come bottoni metallici, cerniere o altri oggetti metallici e soprattutto assicurarsi che la piramide venga costruita distante almeno 2 metri da masse ferrose o campi elettromagnetici presenti spesso nelle nostre abitazioni. Per questo motivo è consigliabile costruire la piramide in luogo aperto dove non ci siano questi elementi di disturbo o interferenze che andrebbero ad annullare quasi del tutto i benefici terapeutici. Le sedute vanno dai 30 ai 40 minuti a giorni alterni, nell’arco di due o tre mesi, subordinato al tipo di trattamento che si intende eseguire; sedute da effettuare sempre alla luce del sole e mai al buio. Può sembrare superfluo, ma una volta iniziato tali terapie sarebbe opportuno fare un vero e proprio diario, dove annotare tutte le sedute e le relative riflessioni, sensazioni e benefici riscontrati o altre considerazioni, utili sicuramente per avere un quadro completo di tutto il periodo della terapia. Spero di aver dato un maggior chiarimento su questa materia, augurandomi che chiunque voglia avvicinarsi a questo tipo di terapie, possa farlo con un approccio tanto meno positivo e non privo di un pizzico di curiosità, necessario a volte per mettersi in gioco o confrontarsi con qualcosa di nuovo e sconosciuto. 28 C ’era una volta un castello: Campo de’ fiori Castel d’Ischia, punto di snodo nella viabilità antica I l percorso che arriva da Castel Sant’Elia a Castel d’Ischia e che attraversa la valle Suppentonia è sicuramente molto suggestivo e ricco di testimonianze legate al di Fabiana passato di ogni epoca. Poleggi Scendendo alla splendida Basilica romanica di Sant’Elia ricca di mosaici e pitture, che merita sicuramente una visita, si prende il sentiero che continua la discesa fino a valle, fino cioè a raggiungere il Fosso del ponte, nome non casuale dato che proprio qui attraversiamo il fiume sul ponte a schiena d’asino, ponte di origine etrusca rimaneggiato sia in epoca romana che medievale e che faceva parte dell’antica viabilità locale, consentendo di collegare gli altopiani superando le alte forre che contornano le zone abitate. Il percorso continua in salita, con ripidi tornanti, dove si incontrano chiesine rupestri, luoghi di culto dove il viandante in partenza si raccomandava al cielo perchè il viaggio che stava per affrontare non presentasse pericoli o incidenti, e quello in arrivo si fermava a ringraziare perchè tutto era andato per il meglio. Si continua a salire fino a che la luce del sole diretta ci annuncia che la salita è finita e che si è giunti sul pianoro. Ora il percorso è facile, tra lecci e roverelle, peri selvatici e corbezzoli, la passeggiata è gradevole ed il panorama mozzafiato. Finalmente lo avvistiamo, Castel d’Ischia, la posizione è decisamente strategica, su uno sperone tufaceo a controllo della grande valle del Fosso del Cerreto e della valle del Treja. Il castello spicca ancora a guardia della zona, con un’alta torre quadrangolare d’avvistamento senza aperture che serviva inoltre da collegamento visivo con gli altri incastellamenti che sorgono nei pianori limitrofi. Avvicinandoci notiamo il grande muro con le finestre alto tre piani, con l’ampia entrata ad arco, preceduto da un vallo difensivo scavato proprio davanti all’entrata. Superata la porta d’ingresso, posta nell’alto muro ancora rimasto in piedi, ci si trova tra un’insieme di ruderi e numerose cavità artificiali sotterranee di un precedente insediamento falisco, dove si possono ancora vedere grotte scavate nel tufo con pilastri scolpiti e decorati, tutto intorno al pianoro occupato dal castello le al- tissime forre a difesa naturale del sito. Il castello era comunque già in rovina nella metà del XVI°sec., mentre nel 1348, viene indicato nell’elenco degli abitanti soggetti alla tassa del sale e focatico. La tasse sul sale proveniente dalle saline di Ostia era un diritto che il papato aveva ereditato dall’Impero romano e consisteva nell’obbligo dell’acquisto di una determinata quantità di sale dalla Camera Capitolina, era associata alla tassa del focatico, o fuocatico, cioè su ogni focolare, una tassa su ogni abitazione di un gruppo familiare, in poche parole i secoli passano ma le tasse restano, chissà se sono state proprio le tasse a ridurre questo castello ad un rudere... Comunque sia la visuale da Castel d’Ischia è veramente suggestiva e la visita a questo sito fa tornare indietro nei secoli, alle corti medievali, alle ronde di guardia sulle mura, ai viandanti che chiedevano riparo per la notte, un viaggio nel tempo in una fantastica visuale a 360° sul territorio. Campo de’ fiori 29 Come eravamo Hai voglia a predicar… predicatore M ai proverbio, ora che anch’io vado in là con gli anni, risulta valido e maestro di vita, in questa società odierna che il progresso ha profondamente cambiato. Sidi Alessandro curamente in meglio, per Soli i più, in peggio per chi come il sottoscritto, non si arrende al cambiamento epocale che ha azzerato sentimenti e valori, capisaldi di intere generazioni. L’educazione innanzitutto, in ogni sua sfaccettatura : sia essa famigliare, scolastica, sociale, istituzionale e chi più ne ha, più ne metta. E tu chi sei ? Direte voi, tu che predichi bene e razzoli male ! Non voglio cambiare il mondo, perché non ci riuscirei mai, ma lasciatemi almeno analizzare e comparare il tutto con l’esperienza di vita che i miei “quasi settanta anni”, mi autorizzano a fare. Sono anni che mi “batto” per conservare le tradizioni popolari, per non far scivolare nell’oblio il dialetto, espressione nobile della lingua parlata, così diversa dalla “lingua computerizzata”, perfetta nell’ortografia e nella sintassi, ma così fredda e incolore. E i valori umani ? Quelli dove li mettiamo ? L’amicizia, l’amore in ogni sua forma, che da sempre, dico da sempre, hanno contraddistinto l’uomo come essere pensante (ma anche gli animali…pensano, e provocatoriamente aggiungo… a volte più di Tratta da “Sessantenni e più” - Facebook qualche nostro simile). Non voglio fare né il filosofo, né lo psicologo, né tanto meno il moralista, voglio solo lanciare, cari amici, un piccolo sasso in questo stagno che si presenta fermo e maleodorante davanti alle nuove generazioni. Sono le nuove generazioni che in virtù dei mezzi che il progresso ha messo a loro disposizione, vengono chiamate a “bonificare” e perché no, a movimentare e rendere “limpide”, le GIOCA CON CAMPO DE FIORI Indovina il nome di questo angolo misterioso di Civita Castellana e vinci un abbonamento annuale alla nostra rivista! Il primo che indovinerà chiamando il numero 328.3513316 sarà il vincitore! acque melmose in cui naviga la nostra società. Mi sono lasciato prendere la mano, scusatemi per questo articolo che esce un po’ dagli schemi abituali che tratto normalmente, ma ho sentito il bisogno, guardando ciò che accade ogni giorno, di dire la… mia! A tal proposito, mi permetto di evidenziare, come se fossero norme di vita le parole sopra riportate. 30 Campo de’ fiori Parliamo di Funghi con Giampietro CACCHIOLI, micologo I PLEUROTUS I gli Orecchioni detti anche geloni, cardarelli, cardoncelli, orecchiette, recchie. l Genere Pleurotus prende nome dal greco pleuron, di fianco e otos, orecchio; quindi con il cappello di fianco a forma di orecchio. Funghi di taglia medio-grande voluminosi e carnosi, con cappello spesso semicircolare di colore bianco, grigio, bruno, azzurro - bluastro o giallo oro; con gambo laterale oppure eccentrico; lamelle decorrenti per un lungo tratto sul gambo. Gambo di colore bianco o con sfumature gialle o giallo-ocracee. Carne bianca. Spore bianche. Sono saprofiti che crescono su tronchi vivi o marcescenti (Pioppi, gelsi, salici, sambuchi, querce, aghifoglie), ma anche su radici di Ombrellifere (Eryngium, Laserpitium latifolium, Heracleum, Ferula, Hopopanax). In natura ne possiamo trovare una decina di specie molto conosciute per le buone proprietà organolettiche; inoltre sono le specie fungine più coltivate e conosciute nel mondo. Vediamo, di seguito, quelle più rappresentative che possiamo rinvenire nel nostro territorio. Pleurotus ostreatus, dal latino ostreatus (con il cappello a forma di conchiglia di ostrica), come un ammasso di ostriche, per come si dispone “ a cascata” sui tronchi su cui cresce. Il cappello, a forma di ventaglio, conchiglia, spesso supera i 15 cm di diametro; da giovane è convesso col margine involuto; nell'adulto si distende come il ripiano di una mensola. Le lamelle sono molto decorrenti, bianche o biancastre, spaziate e con molte biforcazioni. Cresce con esemplari isolati o più frequentemente in gruppi cespitosi con la tipica disposizione a cascata. Il gambo è tipicamente laterale, come il manico di un ventaglio, corto, a volte è quasi assente, asciutto, sodo, fibroso, tenace, specialmente verso la base. La carne è bianca, tenace, elastica, abbondante nell'inserzione del gambo; leggero odore di muffa, sapore dolce. Allo stato spontaneo è fungo tipicamente invernale e cresce su tronchi vivi o morti di latifoglie. Per le caratteristiche morfologiche, per l'habitat e il periodo di crescita è improbabile confonderlo con specie velenose. E' un ottimo commestibile ma la cottura va prolungata per ammorbidire la struttura soda e tenace della carne. E tra le specie più coltivate per cui lo si può trovare in ogni punto vendita di frutta e ver- dura ma, a mio parere, il suo sapore non regge il confronto con quello raccolto in natura. Pleurotus cornucopiae (dal latino cornucopia) poiché la sua forma ricorda il corno dell’abbondanza. Simile all’ostreatus ma non molto comune. Il suo cappello non supera i 12 cm prima depresso, infine imbutiforme, molto chiaro con tonalità biancastre, crema o nocciola; a volte grigio – giallastro fino a nettamente giallo. (1) Le lamelle sono molto decorrenti sul gambo dove disegnano delle nervature spesso unite da setti trasversali (anastomosi), che gli danno un aspetto “canalicolato” su tutta la lunghezza. Forma cespi di numerosi individui i cui gambi si riuniscono in un gambo unico. Si sviluppa unicamente su latifoglie vive o marcescenti; le modalità e il suo periodo di crescita, fine estate - autunno, lo distinguono nettamente dall’ostreatus. Pleurotus eringii var. eryngii (detto Cardoncello, Cardarella) dal Erynlatino gium, un’ombrellifera, simile al cardo, detta spaccalocchi, calcatreppola, cardone. Fungo di consistenza carnosa con cappello convesso, di colore grigiobrunastro fino a bruno scuro, inizialmente uniforme, poi con l'età e per l’influenza degli agenti atmosferici si decolora a macchie più chiare. Il cappello con la crescita tende a distendersi e a divenire spianato; altre volte lo troviamo con centro depresso fino ad imbutiforme. Il margine rimane leggermente involuto - lobato anche a maturità. La cuticola è liscia, leggermente tomentosa (vellutata), con sottili squamette, asciutta, percorsa da fibrille radiali nerastre. Le lamelle bianco grigiastre, poi crema-gialline, con riflessi carnicini, sono decorrenti sul gambo intervallate da lamellule di varie dimensioni. Il gambo è cilindrico, sodo, coriaceo, centrale, eccentrico o laterale; anche curvo, liscio, fibrilloso, leggermente attenuato alla base, sub-radicante, di colore biancastro; in vecchiaia appaiono tonalità ocra. Alla base del gambo presenta resti bambagiosi biancastri di micelio (la pianta fungo). Carne soda, elastica, bianca, di buona consistenza. Odore fungino o vagamente fari- naceo, sapore dolce e gradevole. Cresce in primavera e in autunno, nei campi incolti, nei pascoli; dal punto di vista ecologico si comporta, molto probabilmente, come fungo saprofita-parassita in associazione e spesso con crescita sulle radici di Eryngium campestre L. Molto diffuso nelle regioni del CentroSud Italia dove è apprezzato e ricercato per la qualità delle sue carni, raramente viene attaccato da larve. Pleurotus eringii var. ferulae (perché cresce in associazione con Ferula communis). Si differenzia da Pleurotus eryngii var. eringi per l’habitat di crescita, nei campi incolti, in prossimità di piante di Ferula communis, per le dimensioni maggiori, per il colore del cappello grigio-bruno scuro, ma, col secco, tendente al b i a n c o - g r i g i o, bianco-nocciola, per le squame del cappello più marcate negli esemplari adulti e per il bordo del cappello scanalato. Cresce in autunno e in primavera. Ottimo commestibile molto ricercato nella Maremma Viterbese, dove viene denominato “ferlengo”. Avrete sicuramente notato il Pleurotus citrinopileatus, che, per la tipica colorazione giallo citrina, rappresenta una attrattiva cromatica accattivante nelle confezioni di funghi misti, soprattutto nei supermercati, ma è presente in Italia solo perché coltivato artificialmente trattandosi di specie asiatica. (1) Campo de’ fiori 31 Langolo del Collezionista P Gli “ex libris” rima dell’avvento del libro stampato, erano i codici “scritti a mano” ed in realtà in mano a pochissimi, ad essere usati come fonti di del sapere, ed è proprio Letizia Chilelli per questa ragione che era necessario indicarne il possessore; questa pratica fu molto in voga nel periodo in cui si sviluppò l’arte incisoria, grazie alla quale, poterono essere “stampate” le etichette che vennero apposte nel frontespizio del libro o nei suoi risguardi. Era la fine del XV secolo e nascevano così gli ex libris. Questa locuzione deriva dal latino “Dai libri di”, ed indicava appunto che il libro che si aveva in mano apparteneva ad una collezione; queste prime “etichette” contenevano, infatti, lo stemma familiare più il nome del proprietario preceduto, appunto, dalla formula “ex libris”. Nel Rinascimento furono molte le biblioteche che segnalavano il possesso dei loro libri grazie a questa formula (spesso mettevano il loro motto in latino); i più famosi ex libris del periodo furono quelli di Dürer. Con la decadenza dell’aristocrazia gli stemmi vennero aboliti, il “riconoscimento” era dato da qualcosa che rappresentasse il possessore e spesso erano i passatempi o i cercati alzando il valore dell’ “etichetta”. Come conservare questa collezione? Con molta pazienza le “etichette” vanno imbustate nelle apposite bustine di cellophane (vendute spesso per le collezioni dei fumetti). La disposizione può partire dal semplice ordine alfabetico, ma nulla toglie di catalogare gli “ex libris”, soprattutto se se ne posseggono di antichi, Due esempi di “ex libris” Dürer anche per titolo delle opere, simboli araldici o libri da lui amati. stemma delle famiglie. I più collezionati sono quelli dell’800 ed è proprio da questo periodo che partono (Bibliografia: Professione Donna Fratelli Fabbri tante collezioni ed esposizioni. Editori, Milano,1975; Enciclopedia Universale Ma come iniziare una collezione di ex libris? Fabbri Editori, Milano). Le strade da intraprendere sono due: le librerie antiquarie o la stampa dei propri “ex libris”. Questa seconda strada è spesso la Come sempre, prima di salutarci, vi rinnovo più percorribile grazie ormai all’avvento l’invito nel salottino del mio blog: della rete dove è possibile trovare tanti http://bonbontonmania.blogspot.it/ con amanti di queste collezioni; la cosa che si tante idee, consigli e ricette per essere semrichiede è che spesso le incisioni siano fatte pre al passo con i tempi, perché ricordiamo a mano dal proprietario, vanno benissimo che l’educazione, il buon gusto e la buona anche i disegni, anche se le incisioni e le licucina, non passano mai di moda!!! tografie assicurano risultati migliori, più ri- Fettuccine cacio e pepe Questo mese vi proponiamo un primo piatto gusto e sfizioso ma soprattutto semplicissimo da preparare e per il quuale occorrono davvero pochi ingredienti per realizzarlo. Se poi conoscete una variante di questo primo piatto vi inviatiamo ad inviarci la vostra ricetta al nostro indirizzo di posta elettronica [email protected] o tramite la nostra pagina Facebook Campo de’ fiori rivista. Saremo ben lieti di proporla a tutti i nostri lettori! Ingredienti: * Fettuccine; * Pecorino grattugiato fresco; * sale e pepe; * acqua di cottura della pasta Procedimento: Mettete sul fuoco l’acqua già salata dove “butterete” la pasta. In una padella mettete abbondante pecorino grattugiato con una bella spolverata di pepe, possibilmente macinato al momento. Quando l’acqua bolle, “buttate giù” le fettuccine, mescolatele un po’ e lasciatele cuocere; prelevate un po’ di acqua di cottura e versatela nella padella dove avete precedentemente preparato il pecorino con il pepe, non accendete il fuoco, ma sciogliete il formaggio mescolando con un cucchiaio di legno finché non si sarà formata una cremina (regolatevi ad occhio con l’acqua da versare). Quando le fettuccine avranno raggiunto la cottura scolatele e versatele nella padella con la cremina di formaggio, accendete il fuoco e mantecate tutto dolcemente, servite caldissime Consiglio Pratico Non sprechiamo l’acqua! Laviamo sempre le verdure, soprattutto quelle che necessitano di tanti risciacqui, in una bacinella ed adoperiamo questa acqua per innaffiare le nostre piante. 32 J Campo de’ fiori ubilate, omnes gentes Una riflessione sul Giubileo di Papa Francesco Per questo mese di febbraio voglio proporvi l’articolo Jubilate, omnes gentes che è possibile trovare nel mio blog (9 dic. 2015). non è il Vaticano il centro della cristianità. Il fulcro della cristianità è ogni luogo ove sia necessario chiamare Cristo per imitare Cristo. E l’apertura di tante altre porte sante nticamente il che seguirà mi fa pensare del Prof. Giubileo avveche se ne vuole aprire Massimo niva ogni cento una per ogni vizio e per Marsicola anni, poi si ogni peccato da converpassò a cintire in virtù. Tanti sono i quanta, infine a venticinque. Ogni venticinvizi, altrettante le porte que anni mi è sembrato ragionevole e sante da aprire e le loro congruo per dare a tutte le persone, nelsoglie da varcare. Il mesPapa Francesco mentre apre la Porta Santa l’arco della loro vita, la possibilità di redisaggio è… andare oltre. mersi, di convertirsi, di veder perdonati i Conquistare i tratti salienti di una umalezza circa la realtà che ci circonda e la vepropri peccati e di cambiare vita. E nità che ci è venuta a mancare. rità che ci riguarda. Il lettore può trovare non può non venire in mente Reimpostare e reindirizzare la buone riflessioni sulle ragioni della convera coloro che cercano di cogliere propria esistenza non nel sione su tutti i miei libri, anche se qui mi api segni de tempi, che stiamo segno dell’egoismo ma pare appropriato richiamarne uno in vivendo davvero tempi diffidell’altruismo, consideparticolare, La porta del futuro, che ho pubcili se nell’arco di cinrando che l’altro è un blicato nel 2013, senza sapere che il papa quant’anni viviamo il altro me, e che l’intera avrebbe indetto, dopo due anni, un giubiquarto evento giubilare. umanità è paragonaleo. Si può trovare su http://www.amazon.it Mi viene da pensare che bile ad una grande fao richiedere in cartaceo a A.I.D.I. Editore, questo sarà, per molti miglia della quale P.zza della liberazione 2, Civita Castellana, aspetti, anche quello ciascuno di noi fa VT (Italy). decisivo. Mi viene da parte. Che il pianeta pensare che è necessanel quale viviamo è rio che non cada nel paragonabile ad una La copertina nulla l’ennesimo riastronave che ci fa chiamo alla conversione. viaggiare nel tempo del libro Conversione, cambia(più che nello spazio). “La porta del mento. Occorre cambiare La svolta che si vuole futuro” modo di pensare e di viimprimere con il Giubileo di Massimo vere. Ed è necessario dare della Misericordia alla vita Marsicola, un indirizzo e un contenuto a di ciascuno è per aiutare A.I.D.I. questo cambiamento, al di là ognuno ad approdare ad una EDITORE, della buona volontà di ciascuno. vita migliore, più piena, più Il logo ufficiale 2013. Altra novità eclatante è stata l’apersanta, più degna, più responsadel Giubileo 10,00 tura della porta santa in Africa prima bile. E per far questo occorre ancora che in Vaticano. Come a dire: della Misericordia avere una nuova consapevo- A “In risposta all’amico Pietro Sarandrea...” Insieme al mio articolo vorrei pubblicare queste poche righe in risposta all’amico Pietro Sarandrea, con il quale si è aperto, su queste pagine, un interessante dibattito. Ringrazio l’amico e l’artista Pietro Sarandrea per l’articolo che mi ha voluto dedicare. Mostra grande sensibilità - cosa che del resto attiene all’artista - nel richiamare i differenti argomenti di cui mi sono occupato su Campo de’ fiori e la volontà di esprimere un proprio parere a fronte di “cotanta maestria nel parlare” che mi contraddistinguerebbe. Dirò subito che “il non pensare” volto a favorire “il meditare” o “la contemplazione” non mi convincono. Anche perché sono categorie che non appartengono ai filosofi che, come è noto, sono chiamati anche “pensatori”. Quasi si vorrebbe dire che lo scorrere di immagini nella nostra mente possa avvenire senza che esse siano accompagnate dal pensiero e, dunque, dalla parola. Lo so, da sempre in oriente si è privilegiato il meditare passivo, il disimpegno, l’indirizzo disincantato su ogni incanto, mentre da noi, in Occidente, si è privilegiato il pensiero, legato, per altro, all’idea di progresso dinamico, che alcuni sogliono riferire all’intero essere (Energheia dinamis). Io mi sento di appartenere all’occidente. E ritengo che il pensiero serva a penetrare i misteri di cui siamo parte e a rivelarli per poter vivere in maniera più armonica con tutto ciò che ci circonda. Se possiedo una barca a remi e non uso i remi, finirò sicuramente trascinato dalla corrente nelle rapide. Se invece uso i remi conduco la mia barca (che potrà ugualmente finire nelle rapide), ma con la consapevolezza di aver fatto quanto era nelle mie possibilità. Ricordo Shopenhauer che parlava di nolontà, ma io non sono soltanto un bravo maestro nell’ars oratoria, ho la certezza di utilizzare la parola di cui dispongo per aprire nuovi orizzonti di senso. Sono un apripista con il compito di condurre chi avrà la bontà e la costanza di seguirmi su nuovi territori. Sono uno che produce un pensiero suo proprio e una visione nuova delle cose. Oserei dire “rivoluzionaria”. Proprio perché vorrei che tutti oltrepassassero il limite del vano parlare, per dire solo cose edificanti. Massimo Marsicola 33 Campo de’ fiori Working in Internet ... It is possible! Il web marketing un nuovo modo di fare pubblicità C ari lettori con questo articolo vorrei iniziare di nuovo a scrivere sulle varie opportunità lavorative che la Rete di Patrizia può mettere a disposiCaprioli zione non solo dei giovani nativi digitali, ma miriam23_1972@ anche di chi vorrebbe yahoo.it provare a guadagnare qualcosa sfruttando questo ormai potentissimo mezzo di comunicazione. Innanzitutto mettiamo subito in chiaro un aspetto fondamentale: se iniziate da autodidatta e se vi dovete trovare una cerchia di clienti, i veri guadagni li avrete solo con più commissioni e con la velocità di sbrigare il singolo lavoro. Non immaginate di diventare il nuovo Steve Jobs (l’inventore della casa Apple!), anche se non si può mai sapere. Inizierei col proporvi un lavoro che potrebbe essere da subito facile imparare e portare avanti nel tempo: il web marketing. Per web marketing si intende il fare pubblicità ad un’attività commerciale, un prodotto o servizio attraverso l’invio di email, l’uso dei social network, l’ottimizzazione nei motori di ricerca della visibilità del cliente. Vi segnalo un paio di corsi in Rete che hanno contenuti per il 50% gratuiti e da cui potete imparare i primi passi per muovervi nel mondo del Web Marketing: My Social Web (http://www.mysocialweb.it/) e Supersummit http://it.supersummit.co/). Sul canale You Tube basta digitare la parola web marketing ed i risultati sono tantissimi, seguite il canale di Marco Montemagno, un vero e proprio guru del settore! Un suo video lo trovate a questo indirizzo: https://www.youtube.com/watch?v=WMhq tf_zmNo Per fare web marketing tramite l’invio di email, di sicuro vi servirà un software ad hoc, non è che potete inviare centinaia di email col vostro indirizzo web! Vi occorre uno strumento che vi aiuti nell’invio massiccio e sicuro delle vostre email. Ho provato personalmente Send Blaster ZZZZ ZZZZZZ . ZZZZZZ... LA ZANZARA TE N E N I T R E IMP (http://www.sendblaster.it/) e per i costi che propone va benissimo, è una spesa che farete una sola volta e potete sfruttarlo al massimo con tutti i vostri diversi clienti. Il sito ufficiale da cui scaricare il programma poi vi da alcuni suggerimenti sia su come va utilizzato il software e sia su come inviare email e iniziare a fare un buon web marketing che dia risultati soddisfacenti. Anche perché il fine ultimo è quello di veicolare nuovi clienti sul sito del nostro Cliente principale. Vi lascio con questi primi e rudimentali suggerimenti e vi do appuntamento al prossimo numero. Buon marketing a tutti! 34 Campo de’ fiori “Il Fumetto” LETTERATURA PER IMMAGINI CHE EMOZIONA DEVILMAN VS HADES di Go Nagai e Team Moon edito da Starcomics 3 volumi, conclusa D di Daniele Vessella eciso a riprendere l’anima dell’amata Miki, Devilman si reca nel regno degli Inferi per incontrare l’Imperatore delle Tenebre, che ha il potere di riportare in vita i morti. Tuttavia, il potente sovrano si trova in un altro luogo a combattere contro un nemico altrettanto temibile. In questa situazione, al giovane demone non resta che mettere in atto un “sacrilego” piano per riuscire a portare in salvo la sua dolce metà... (Trama tratta dal sito dell’editore). Emozionante e coinvolgente. In quest’opera fanno da perno due elementi su cui ruota tutto l’impianto narrativo: l’amore e la tenacia di cui sono intrisi i personaggi che lottano, combattono anche andando oltre i propri limiti pur di raggiungere gli obiettivi prefissati. Vanno avanti, sempre e comunque, e chi ne intralcia il cammino viene ucciso. Ma è una spietatezza dettata dall’amore… amore che nutre il team de il Grande Mazinga verso la Terra che vuole proteggere. Eh sì, entra in scena anche il mitico robot che ha accompagnato la nostra infanzia. Ma viene messo sul palcoscenico in modo naturale, senza intaccare i meccanismi dell’orologio narrativo. Insomma, per chi volesse fare un salto nel passato insieme a Devilman e Mazinga moderni, questo manga fa per voi! Lascio l’indirizzo del mio blog: http://danielevessella.blogspot.com/ Fiera del Fumetto e Games 20 anni di Tomb Raider M olto c’è da raccontare di questi 20 anni, ma in sintesi, nell’Anno 1996, una giovane e avvenente ragazza, orfana, la quale, potendosi permettere di vivere di rendita grazie al patrimonio del padre defunto, dal quale ha ereditato anche un certo spirito per l’avventura, si diletta a cimentarsi in imprese di stampo archeologico. Lara viene assunta da Jacqueline Natla attraverso la mediazione di Larson, un ar- cheologo amico della ragazza. E così nacque il mito di Lara Croft, ovvero il videogioco Tomb Raider che fu uno dei primi titoli che rese ancora più famosa la console PlayStation. Ma girava anche su Sega Saturn e MS-DOS. Il giocatore guida i movimenti di Lara all’interno di un vasto mondo tridimensionale diviso in più livelli, in cui viene attaccata da numerosi animali feroci e in seguito da esseri mitologici e creature fantastiche. Per proseguire è richiesto di risolvere alcuni enigmi e trovare chiavi, o abbassare leve nascoste per aprire porte o vie fondamentali per terminare il gioco. La struttura del gioco fu basata direttamente dai classici precedenti al 32 bit, i così detti “giochi a piattaforma” combinato con l’azione frenetica degli sparatutto. Le modelle testimonial di Lara Croft: Nathalie Cook nel 1996. Nel 1997 Vanessa Demouy e Rhona Mitra. Nell McAndrew nel 1998. Lara Weller nel 1999. Lucy Clarkson nel 2000. Ellen Rocche nel 2001. Jill de Jong nel 2002. Karima Adebibe 20062007 e infine Alison Carroll nel 2008. Queste sono modelle che furono scelte dalla Eidos come testimonial per ogni uscita del nuovo gioco, sfruttando così anche la logica “Cosplay” suoi suoi fans. Mentre per il cinema fu scelta Angelina Jolie nei film: Tomb Raider del 2001 e Tomb Raider La culla della vita del 2003. Emilio Matteucci [email protected] Campo de’ fiori 35 L’ A N F I TEATRO D I S U TRI L’ origine di Sutri risale all’antica età del bronzo ove un primitivo insediamento, probabilmente frutto dell’unione di piccoli villaggi, si sviluppò sul della Dott.ssa colle più facilmente difenChiara dibile. Castriota La sua posizione strateScanderbeg gica, tra il territorio etrusco ad ovest e l’agro falisco ad est, favorì un intenso scambio culturale sia con la popolazione falisca sia successivamente con quella etrusca. Dopo la conquista romana di Veio nel 396 a.C. Sutri divenne il successivo bersaglio di Roma; l’intento era quello di creare uno sbarramento tra falisci ed etruschi, impedendo possibili alleanze che avrebbero rappresentato un pericolo per l’espansionismo romano. Alla conquista romana consegue una fase di disboscamenti e bonifiche con l’aumento dei terreni destinati alla coltivazione, favorendo verso la fine del II secolo a.C. un incremento della popolazione. La posizione della città inoltre garantiva una maggiore possibilità di commercio e quindi, di conseguenza, un accrescimento della produzione di manufatti. E’ in questo periodo di sviluppo che si colloca la costruzione dell’anfiteatro, il monumento più significativo della città. Per anni è stato al centro di un dibattito tra gli studiosi, alcuni dei quali attribuivano la sua edificazione all’età romana, altri lo consideravano una costruzione antecedente. Oggi si tende a collocare il monumento al I secolo a.C. Probabilmente veniva utilizzato per la rappresentazione di spettacoli quali le venationes cioè scontri tra animali feroci. Scavato nel tufo fuori dalla cinta muraria, esso presenta una pianta ellittica ed è diviso in tre ordini di gradinate che in passato accoglievano ben oltre i 5000 spettatori. Tale capienza fa ipotizzare che la struttura non ospitasse solo i cittadini di Sutri ma anche coloro che provenivano da zone circostanti. Due ingressi voltati, di cui ne resta solo uno, venivano utilizzati dagli spettatori per accedere all’interno dell’anfiteatro. La loro posizione sulle gradinate era determinata dal loro ceto sociale e dalle loro cariche politiche o religiose. I più ricchi accedevano se- paratamente dagli altri mediante un deambulacro anulare e sedevano nell’ ima cavea, la zona più vicina all’arena, separata dalle altre da una balaustra. Lungo il podio che delimita l’arena si aprono dieci porte sormontate da architravi in pietra con iscrizioni, comparabili al modello della porta etrusca a “T”. Nella gradinata mediana sono stati scavati otto sedili semicircolari. Non sappiamo a chi potessero essere destinati, probabilmente ad autorità politiche o religiose anche se le personalità più importanti sedevano a ridosso dell’arena. Questa particolarità non è stata riscontrata in altri anfiteatri romani. A causa del suo aspetto di collina tufacea l’anfiteatro non era visibile dall’esterno, ragion per cui una serie di statue e colonne furono poste alle sommità delle gradinate. La struttura rimase interrata per secoli, probabilmente cadde in disuso dopo la caduta dell’impero romano. Fu riscoperto grazie alla famiglia Savorelli, proprietaria del colle e definitivamente portato alla luce nel 1936. I Mamma Civita ed il suo Carnevale l Carnevale è una festa antichissima che con il passare dei secoli ha assunto sembianze e sfumature diverse, adeguandosi al cambiamento dei tempi e dei gusti della società. Nella Tuscia i Carnevali più importanti sono senz’altro due: quello Civitonico e quello storico di Ronciglione. Molti altri paesi hanno pian piano cercato di creare un proprio carnevale con maschere e carri allegorici, seppur di piccole dimensioni e qualitativamente modesti, utili per lo più a trasportare tutto l’apparecchiatura necessaria a diffondere la musica sulla quale danzare. Il Carnevale di Ronciglione giunto alla sua 318° edizione, predilige senza dubbio la bellezza dei costumi, curati nei minimi dettagli. Gruppi compatti, eleganti, colorati, si muovono in sincronia sulle note degli ultimi successi della disco music, per essere am- mirati in tutta la loro bellezza. E poi ci sono i tantissimi Nasi rossi, la maschera tipica ronciglionese, semplice ma inconfondibile, quella dietro la quale si rifugiano tutti coloro che anche all’ultimo momento non vogliono assolutamente rinunciare ad un bel ballo in piazza. Il Carnevale di Civita Castellana, invece, si impegna a costruire grandi pupazzi di carta pesta a seconda del tema scelto, originali e, spesso, in grado di compiere movimenti, dove le maschere sì, sono importanti ma non determinanti. Mamma Civita, parafrasando il titolo del noto film di Pasolini “Mamma Roma”, accoglie tutti! Non solo i civitonici doc, ma anche i civitonici acquisiti che ne sono stati, quasi inevitabilmente, contagiati, e gli abitanti dei paesi limitrofi, nei quali non si festeggia il Carnevale o che preferiscono comunque quello unico e stravagante di Civita Castellana. Anche qui c’è chi ama sfoggiare bellissimi abiti ideati e cuciti per l’occasione, tanto da averne collezionati un’infinità, accuratamente riposti in soffitta e da rispolverare, di tanto in tanto magari per prestarli a qualche amica o amico che all’ultimo momento decide di scendere in pista o meglio in strada. La parola d’ordine infatti è solo una: divertirsi, divertirsi, divertirsi, anche se purtroppo, spesso, questo divertimento smette di essere sano e diventa contaminato, distorto. Tra le prerogative del Carnevale civitonico, la passione degli uomini a travestirsi da donna. Un must che li accompagna da generazioni. Iniziano già da ragazzi per riproporsi puntualmente ogni anno con un nuovo look da sfoggiare sui tacchi. Questo è il carnevale aperto a tutti ed in cui tutto è possibile. Ermelinda Benedetti Carnevale Civitonico: migliaia di presenze e partecipanti per una festa straordinaria Si è chiuso con il rogo del Puccio, la festa in piazza Matteotti e la proclamazione dei vincitori il fantastico Carnevale Civitonico 2016. Circa 3.000 le maschere stimate e moltissimi gli spettatori che sia nelle due domeniche che il martedì grasso si sono assiepati lungo tutto il percorso da piazza della Liberazione fino a piazza Matteotti, per assistere alla sfilata che ha visto la partecipazione di 26 carri, gruppi e maschere. A vincere sono stati il carro dei Forchettoni, “I forchettoni d’India”; il gruppo le Cocorite con “Sfila la notizia”; le maschere Le Mongolfiere. 1 2 3 Questo è l’ordine dei vincitori. Per la categoria Carri primi sono arrivati i Forchettoni con “Forchettoni d’ India”, secondi Il rogo del “Puccio” in Piazza Matteotti, martedì Grasso 9 Febbraio, ha concluso il Carnevale Civitonico 2016. Il “Puccio” era stato dedicato, quest’anno, a Gasperone, famoso brigante detenuto nel Forte Sangallo. a pari merito Jamaicano e Charlie con “La mitologia a Civita arriverà...la Fenice dalla sue ceneri rinascerà” e “Con le giostre e i giocattoli il gruppo Charlie fà divertire grandi e piccini”, quarti il gruppo Frappa con “In Messico è sacra e assai gioiosa ma sta festa è m’po’ curiosa…Sona Canta Balla e Stappa co a Santa Muerte de o Gruppo Frappa!!!”. Per la categoria gruppi questo è l’ordine di arrivo: 1. Cocorite con “Sfila la notizia”, 2.Scroccafusi con “Semo partiti dalla Sicilia ma dove mai si andrà, ‘o Scroccafuso ‘rriva a civita e gran festa si farà.”, 3.Catarì con “Catarì Vedova Troppo Allegra”; 4. Zibaldone con “Cor gruppo Zibaldone, partenno da Sassacci, arriva a Civita, la gegina dei ghiacci.”, 5. O Zucchero Filato con “Acqua posa, vento posa…’rrivino svolazzanno e fenicottere rosa”, 6. a pari merito Biffe con “Parodia balletti danza Classica Les ètoiles de Civita.” , Gazibo con “Dall‘ Irlanda semo partiti e giù in piazza ce semo fermati” e Patatrac con “Contro a crisi che non va più via, Spagnole, Toreri e Tauromachia”, 7.E spose de Civita con “E ZORRE cò ZORRO Bernardo e sergente Garçia…edè tutta N’ ALLEGRIAAA…”, 8. Biacio “In America semo stati e lo zio Sem c’e semo portati: Biacio we Want You”; 9. a pari merito Bacco con “Incantatori 2016” e Gardens con “Sto saloon è solo donne, Whisky e azzardo… se te va viè a da no sguardo!!”, 10. O Saracino con “Stì Egiziani dal deserto so arrivati e in piazza se so fermati”, 11.Bailando con “Il sole dei Caraibi”, 12 Planet Fantasy con “Planet Fantassy fa l’occhiolino ai gufetti a Magò e a Merlino”, 13. le Belve con “Dopo tutti st’anni che c’avemo provato Super Mario in Piazza v’ avemo portato”. Per la categoria Maschere l’ordine è il seguente: 1. Le Mongolfiere, 2. Vintage con “Le Vintage in tour a Venezia siamo andate e a piazza siam tornate!!!” , 3. I Marzianetto’s con“Non si scherza non è un gioco sta arrivando mangiafuoco” , 4. E Riciclone con “Gomitolone Gomitolone …se volete un bel maglione te lo fanno …”E Reciclone”, 5. I più belli de Civita con “Campionesse del mondo de o giro di culi mosci”. Per la prima volta il voto è stato aperto a tutti i cittadini anche da smartphone e tablet con l’applicazione InComune. Foto di Studio fotografico Biagiola Giorgio Foto di Studio fotografico Biagiola Giorgio Foto di S.I. di Stefania Ioncoli Foto di E.B. Foto di Demostene Farlanga Foto di Ottica Sersali Foto di Paola Lustrissimi Campo de’ fiori 48 NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS UNA NUOVA AMBULANZA PER BAGNOREGIO GRAZIE AL PRESEPE DELLA SUA CIVITA Può mangiare in allegria il Presidente della C.R.I. di Bagnoregio e Lubriano, Stefano Bizzarri. Il Presepe vivente di Civita di Bagnoregio, visitato da poco meno di 20.000 persone, ha permesso all’Ente che presiede, di acquistare una nuova ambulanza del valore di 60.000 euro. Un moderno regalo dei re Magi, che la popolazione dei due centri della Teverina hanno accolto con grande calore e sentita riconoscenza. Secondiano Zeroli CORSO DI POTATURA DEGLI ULIVI A FABRICA DI ROMA E CORCHIANO Si sono svolti a Fabrica di Roma e a Corchiano, con il patrocinio del comune di Fabrica di Roma - assessorato all’Agricoltura, della sezione Coldiretti di Corchiano e del Frantoio “Vecchia macina” di Corchiano, organizzati dal Consorzio Angela Pedica di Fabrica di Roma, i primi due corsi di ”Olivicoltura e potatura degli ulivi”. Il 29 e 30 Gennaio quaranta agricoltori di Fabrica di Roma e dintorni, hanno ricevuto dalle mani dell’Assessore all’agricoltura Sigismondo Sciarrini e della titolare del Consorzio Chiara Todini, l’ambito attestato dopo due giorni intensi di teoria e pratica intervallati da un delizioso pranzo servito presso l’Agriturismo fabrichese “Mariposa” di Claudio Colavalle che, oltretutto, ha messo gentilmente a disposizione dei corsisti il proprio oliveto per effettuare sul campo la prova pratica. La settimana successiva è toccato a quaranta agricoltori di Corchiano prendere parte al corso organizzato presso lo splendido Agriturismo corchianese “La Cantina”. Il Venerdi lezione teorica e il giorno successivo quella pratica presso l’oliveto gentilmente messo a disposizione dai fratelli Roberto e Gianni Nardi che hanno ospitato a pranzo anche i corsisti. Massiccia la presenze ai corsi di molti giovani e di tantissimi agricoltori provenienti dai paesi limitrofi. IL GIOVANE FABRICHESE DANIELE ZALLOCCO UNA PROMESSA DEL JUDO E’ ancora giovane ma già è già un campioncino, è un vincitore nato ma è umile e non si da arie, ha vinto tante gare da diplomarsi primo assoluto nel Gran Premio Giovani di Judo. Si parla di Daniele Zallocco una promessa del judo regionale, e perchè no, se continua così, anche nazionale, della disciplina del Judo. Nato e cresciuto nel vivaio di cinture nere della palestra Yama Bushi di Fabrica di Roma diretta dal Maestro cintura b/r VI dan Domenico Petti, delegato provinciale del settore judo della FIJLKAM. Daniele si è fatto notare in diverse occasioni, sempre a podio, sempre primo nelle gare del GPG del circuito laziale, una manifestazione diretta dall’impeccabile Maestro Gennaro Maccaro, motore inesauribile del settore regionale del Judo. Ma le speranze su Daniele si concretizzano vedendolo lavorare ed allenarsi, una preparazione dura e costante che ha dato i frutti sperati e che si manifesta ad ogni gara. D’altro canto non poteva essere diversamente, proviene da una famiglia dove tutti i componenti del nucleo familiare, madre, fratello, padre (cintura nera) e lui, sono dediti a questo sport serio e formativo. Come un giusto accento va posto su tutti gli altri ragazzi della palestra che da pochi ani fino alla età adolescenziale ed adulta, si impegnano strenuamente e portano a casa periodicamente risultati di rilievo, che sono uno dei componenti della attività del judo, sport nel quale non si trascura mai anche la formazione dei giovani atleti. Da sx: il M° Domenico Petti, il M° benemerito Gennaro Maccaro e il giovane Daniele Zallocco. 1° Campagna di scavo Necropoli Falisca a Fabrica di Roma Nell’ambito del progetto “Fontana Antica” per il recupero e valorizzazione del patrimonio archeologico, dal mese di Novembre 2015 è in corso a Fabrica di Roma – provincia di Viterbo, la prima campagna di scavo presso la Necropoli falisca in Località Vallecchia. L’iniziativa, fortemente voluta e patrocinata dal Sindaco Mario Scarnati e prontamente accolta e sostenuta dalla Soprintendente, dott.ssa Alfonsina Russo, è stata sancita da un protocollo d’intesa e collaborazione quinquennale fra il Comune di Fabrica di Roma, la Soprintendenza Archeologia del Lazio e dell’Etruria meridionale e l’Università degli Studi della Tuscia. L’indagine scientifica, condotta dalla prof. Marina Micozzi, docente di Etruscologia presso l’Università degli Studi della Tuscia, e coordinata dalla dott.ssa Rossella Zaccagnini della Soprintendenza Archeologia del Lazio e dell’Etruria Meridionale, interessa lo studio e il recupero di un particolare monumento rupestre sito in un’area ricca di testimonianze archeologiche, individuata nel 2012 dalla dott.ssa Beatrice Fochetti, direttrice del cantiere archeologico e ideatrice del più vasto programma di tutela e valorizzazione dell’area, “Fontana Antica”. Il recupero del monumento, condotto con l’ausilio di un gruppo di studenti del corso triennale in Scienze dei Beni culturali e di quello magistrale in Archeologia (Antonella De Maria, Alessandra De Nardo, Giada Pedica e Daniele Valentini), in questa prima fase, in cui si segnale la spontanea disponibilità e collaborazione del proprietario del fondo agricolo, il sig. Attilio Proietti, ha svelato un’imponete camera funebre sotterranea sormontata da un monumentale portico: una sepoltura probabilmente già violata in passato. I risultati della prima campagna di scavo verranno presentati nella prossima primavera, in concomitanza con l’inaugurazione dell’Info - Point comunale. Campo de’ fiori 50 Giovane , piccolo, bello, intelligente, ubbidiente, già castrato, con microchip, vaccino,antivermi, antipulci ... Non manca nulla !!!Solo una richiesta per lui ... La più bella! Il piccolo 4 zampe vive in pensione aspettando la libertà!!! Civita Castellana 338.7357799 Mi chiamo BLACK e vi assicuro che sono buonissimo. Ho circa 2 anni e sono di taglia medio/piccola. Perchè non mi date una casetta come tanti miei fratelli a 4 zampe? TEL. 338.7357799 ALF, simil corso, salvato da morte certa, oggi cerca una casa. 4 anni ad aprile,45kg PALLINO: circa,d’accordo con cani e gatti perché ci Su questa pagina vive ora, è ancora un cucciolone,gioca sono il più anziano corre come un pazzo,non è castrato. di tutti e anch’io Certo che non è per tutti, ha bisogno di sogno una casa. spazio .... Guardate che tenero. Facciamo presto! A MARZO SI APRIRANNO I CAN- Sono docile, buono, CELLI DEL CANILE! NOOOOOOOOOO di taglia piccola e Salviamolo una seconda volta nonostante la mia ma definitiva....327.6645195 taglia il canile mi E io sono PERLA, taglia piccola, un anno circa... Anch’io mi trovo in canile ma non ci vorrei stare troppo a lungo! C’è posto per me a casa tua? Sono buonissima... 338.7357799 sta stretto. Mi prendi con te??? Tel. 338.7357799 Urgente stallo casalingo anche a pagamento! Lucky ha 14 anni incrocio pastore husky...Per maggiori info 338.7357799 Sono Oliver... seguite il mio sguardo implorante! Un anno e 1/2 circa. Sono di taglia piccola e sono in canile.... Tel. 338.7357799 PRISCILLA taglia piccola giovane (meno di 1 anno e mezzo), buona come il pane, delicata e tenera.... CERCA CASA! 338.7357799 Se un vostro beniamino vi ha lasciato per correre sul Ponte dell’Arcobaleno, venite in canile a salvare una bella anima.... Per info: 338. 7357799 Campo de’ fiori 51 LA REDAZIONE DI CAMPO DE FIORI SI ASSOCIA A TUTTI GLI AUGURI!!! Tanti tanti auguri al piccolo Gabriele Ceccarelli che il 23 febbraio compie 9 Auguri al Bersagliere Irmo Soli di Tantissimi auguri a anni da Civita Castellana, papà del nostro Walter Santinelli, il cognato più parte dei nonni Marinella collaboratore Alessandro, che il 23 simpatico del mondo e presente Sandro Roberto ElisaGennaio ha compiuto 93 anni!!! per tutti. Auguri per i tuoi 84 betta, gli zii, papà e Nella foto insieme ai suoi figli anni che sai nascondere bene mamma. Ivana e Alessandro. soprattutto quando balli!!! Pino, Infiniti auguri da tutta la redazione Luisa e le tue tre nipoti. Bacioni di Campo de’ fiori Tantissimi Tantissimi auguri a auguri a Gianfranco Lidio Bartoloni che il e Lucina 1 Marzo compie che 50 anni!!! compiono Sei un papà ed gli anni Tantissimi auguri a un marito sperispettivaCecilia Anselmi ciale… buon compleanno da tua mente il 12 e 24 Febbraio, da tutta che l’11 Febbraio moglie Daniele, i tuoi figli Sala famiglia. ha compiuto gli anni, manta e Pierpaolo, Federico e dalla mamma, il papà, il Tantissimi tutto il resto della famiglia. fratello Federico, gli zii, auguri a tutti i parenti, gli amici Fabrizio Nelli che P.S.: auguri anche da parte dei e la redazione di tuoi numerosi amici e tutti coil 13 Febbraio Campo de’ fiori!!! loro che ti vogliono bene. festeggia il suo 43esimo compleanno. Un grandissimo in bocca al lupo alla squadra femminile di Volley ASD SPEED 18 Scuola San Francesco di Roma, allenata dal Prof. Paolo Tozzi. Coraggio ragazze siete bravissime, non mollate!!! In piedi da sx :Arianna, Maria Vittoria, Alessia, Federica, Anna, Daniela, Emma, Giorgia, Lucrezia. In basso da sx: Chiara, Valentina, Camilla, Martina, Sara, Penelope, Bianca. INVIATE I VOSTRI MESSAGGI DAUGURI SPECIALI AL NOSTRO INDIRIZZO DI POSTA ELETTRONICA [email protected] 52 Campo de’ fiori AGENDA Tutti gli appuntamenti più importanti Si apre, domenica 21 Febbraio, la seconda parte della rassegna nazionale di teatro amatariale di Fabrica di Roma. Sette nuovi appuntamenti che accompagneranno gli amanti del teatro fino a primavera inoltrata. La comicità si alternerà a drammi di spessore che porteranno il pubblico ad una sana riflessione. Autori moderni e contemporanei, italiani e stranieri, accuratamente selezionati per offrire all’affezionato pubblico del teatro Palarte di Fabrica di Roma un cartellone di tutto riguardo. A curare personalmente la scelta dei titoli, il direttore artistico del teatro, Carlo Ciaffardini, affiancato dall’assessore alla cultura Giorgio Cimarra, da Doriano Pedica e Livia Agnelli dell’Ufficio Cultura e da Marco Fischione, Presidente della Pro Loco. Presentatore ufficiale della rassegna Pierluigi Paesani. Gli spettacoli avranno inizio alle ore 17.30 ed il costo del biglietto d’ingresso è di soli 5 . Un’occasione da non perdere, possibile grazie all’interessamento del Sindaco Mario Scarnati e di tutta l’amministrazione locale. In occasione del 40° anno della sua acomparsa la biblioteca Consorziaòe di Viterbo ha voluto dedicare allo scrittore Pier Paolo Pasolini una splendida mostra delle sue opere. Attraverso questa iniziativa vuole continuare a testa alta a svolgere un servizio di “Biblioteca sociale” nei confronti del territorio viterbese e dell’intera cittadinanza. Pasolini ebbe un forte legame con la terra della Tuscia, tanto è che visse per un breve periodo a Chia, frazione di Soriano nel Cimino. La mostra è aperta a tutti fino a fine Febbraio. Campo de’ fiori 53 Roma com’era Campo de’ fiori Roma. Anno 1931. Uno scorcio di una delle più belle e conosciute piazze della Capitale: Piazza del Popolo. Al centro l’Obelisco Flaminio, alto 24 metri, costruito ai tempi dei faraoni Ramesse II e Merenptah (1232-1220 a.C.), portato a Roma sotto Augusto e precedentemente collocato al Circo Massimo. Esso fu spostato in Piazza del Popolo nel 1589 per volere di Papa Sisto V (Peretti). Foto archivio Ercole Ottaviani. Campo de’ fiori Civita Castellana. Carnevale anni ‘70. Carro della Ceramica Kerasan. Foto del Sig. Giuseppe Fantini (terzo da dx). Terzo da sx: ... Caracuta. In primo piano sulla dx: Fausto Nardi. Campo de’ fiori 54 Album de Campo de’ fiori 55 dei ricordi Civita Castellana. Carnevale 1971. ..., Lino De Florio, Rino De Florio, .... Foto del Sig. Giovanni De Florio. Campo de’ fiori Campo de’ fiori Campo de’ fiori Civita Castellana. Anni ‘80. Stum Truffen. Da sx: Roberto Martani e Leonardo Basili. Civita Castellana. Anni ‘80. Da sx: Ottavio Macino e Vito Ciavarella. In secondo piano Roberto Ercolini. Campo de’ fiori 56 Album dei ri Campo de’ fiori Fabrica di Roma. Anno 1969. In piedi da sx: Silvano Cencelli, Piergiuseppe Baroncini, Roberto Mariani, Maurizio Fabris, Nazzareno Solvi, Augusto Fochetti. In basso da sx: Renzo Testa, Angelo Pelliccioni, Mario Alessi, Gianni Ippoliti, Enzo Cilli. Foto del Sig. Sandro Ceccarelli. Gli atleti possono ritirare le foto gratuitamente presso la tabaccheria centrale in Piazza Duomo - Fabrica di Roma. Campo de’ fiori Fabrica di Roma. Anno 1965. Classe 1° elementare. Fila in alto 3° da sx: Marco Valeri. Chi si riconosce? Inviate i nomi a [email protected], saranno pubblicati sui prossimi numeri. Campo de’ fiori ricordi Campo de’ fiori Fabrica di Roma. Anni ‘60. Foto di Giuseppe Tirittera. Chi si riconosce? Inviateci i nomi a [email protected], saranno pubblicati sui prossimi numeri. Campo de’ fiori Campo de’ fiori Civita Castellana. Metà anni ‘70. Giuseppe Fantini. Vignanello, 1948. Licinio Valeri premia la Miss al Cinema Comunale. 58 Campo de’ fiori Album de Campo de’ fiori Ronciglione. Anni ‘80. Carnevale. Campo de’ fiori Monterosi 1960. Da sx: Ercoli Armanda, Blasi Enzo, Alesse Rosetta, Liberati Armanda, Ercoli Crescentino, Francocci Angela. Campo de’ fiori 59 dei ricordi Campo de’ fiori Castel Sant’Elia. Anni ‘50. Scalinata dell’asilo. Fila centrale, da dx: Vanda..., Luigina..., Vincenza Parmeggiani, ..., Maria Francesca.... Prima fila da sx: Rosina..., ultima: Marisa.... Chi altri si riconosce? Foto della Sig.ra Vincenza Parmeggiani Campo de’ fiori Corchiano. Anno 1947. Lavori per la realizzazione dell’acquedotto del paese. Settimo da sx: Antonio Marconi. Foto della Sig.ra Milena Marconi. 60 LAVORO CERCO RAGAZZA ITALIANA seria e con esperienza cerca lavoro come: badante ad ore, lungoorario, part-time. Disponibile anche per assistenza anziani di notte presso abitazioni e ospedale. Sono una ragazza seria, dolce. premurosa e attenta alle esigenze degli anziani. Zona Civita Castellana, Gallese, Orte. Tel. 3450373913 - RAGAZZA 18ENNE cerca lavoro come babysitter, cameriera, barista, estetista (diplomata), a Civita Castellana e dintorni. Tel. 320.8485230 - CERCO LAVORO come segretaria, pulizie, cameriera, barista. Tel. 327.3192595 - CERCO LAVORO come badante notte e giorno, baby-sitter, pulizie, ristoranti, case di cura. Tel. 327.5925225 - CERCO LAVORO come badante giorno e notte o ad ore. Zona Nepi, Viterbo e Roma. Tel. 327.1583063 - CERCO LAVORO come badante giorno e notte o ad ore. Zona Civita Castellana, Nepi, Roma e zone limitrofe. Tel. 389.4808344 - CERCO LAVORO come giardiniere, muratore. Munito di patente B. Tel. 388.8035216 - CERCO LAVORO come aiuto cuoco, pulizia casa ed uffici. Tel. 389.4913587 - RAGAZZO 30ENNE cerca qualsiasi tipo di lavoro purchè serio a Civita Castellana e dintorni. Con esperienza nel settore delle pulizie, facchinaggio, autolavaggio. Tel. 333.8112409 Andrea. - RAGAZZA italiana di 21 anni cerca un impiego nel pomeriggio come ripetizioni materie elementari, massimo prima media. O come baby sitter. Disponibile e automunita. Tel. 3883629332 - RAGAZZO ITALIANO 32enne cerca lavoro come:lavori agricoli in aziende e non,saldatore operaio,muratore, aiuto muratore, traslochi,pulizia giardini con proprio decespugliatore Automunito con patente B.No lavori di vendita porta a porta o rappresentanza. Cerco lavoro nelle zone di: Civita Castellana, Fabrica di Roma, Gallese. Contattare il numero 389-6817632 oppure 3450373913 e chiedere di Fabio. - 35ENNE, serio e educato, cerca lavoro come giardiniere, lavori agricoli, muratore, autista, acompagnatore o qualsiasi altro lavoro domestico. Zona Civita Castellana e vicinanze. Massima serietà. Tel. 3282409520 - CERCO LAVORO come badante ad ore o lungo orario, domestica, pulizie in casa e negozi. Tel. 388.9277412 - RAGAZZO 36ENNE cerca lavoro come autista anche per camion, giardiniere, lavori di manutenzione domestici, riparazioni di computer e cellulari, muratore. Tel. 393.4496196. - CERCO LAVORO di pulizie e lavori domestici, orario pomeridiano, badante per il weekend. Autominita. Zona Civita Catellana2139608. - RAGAZZA ITALIANA 28ENNE cerca lavora come badante ad ore, sostituzioni, lungo orario anche per la notte. Zona Civita Castellana, Fabrica di Roma, Gallese e dintorni. Tel. 345.0373913. - CERCO LAVORO come badante. Tel. 390.4449919 - CERCO LAVORO come badante giorno e notte. Tel. 388.6542895. - RAGAZZO 22enne cerca lavoro come autista, commesso, cameriere o altri lavori anche estero, serio e onesto. Zona Roma Nord, abitante via Flaminia - Morlupo. Luca 393/5548562 Campo de’ fiori Annunci - CERCO LAVORO come estetista, segretaria, pulizie, barista. No patente. Tel. 389.1340195 - CERCO LAVORO di qualunque genere, ampia disponibilità di orario. Automunita. Tel. 389.9365690. - CERCO LAVORO di qualunque genere, ampia disponibilità di orario. Tel. 388.6998219. - RAGAZZA 27ENNE cerca lavoro ad ore o lungo orario come badante, baby sitter, pulizie casa e ristoranti. Zona Civita Castellana. Tel. 329.95266312 - RAGAZZA ITALAIANA di 20 anni diplomata in ragioneria che cerca lavoro. Residente a Fabrica di Roma in possesso della patente B. Tel. 392.67 61 254 - CERCO LAVORO come badante. Tel. 388.6542895 - CERCO LAVORO come muratore, giardiniere, imbianchino, piccole manutenzioni. Tel. 320.9165354 - SIGNORA ITALIANA DI 53 ANNI automunita e libera tutto il giorno, cerca lavoro come badante, aiuto cuoca, aiuto pasticcera, cuoca in casa, commerciante, assistenza notturna, pulizie. Francesca 339.8992603 - CERCO LAVORO come autista pòatente B, colatore, rifinitore in ceramica, giardiniere, pulizie, lavori di manutenzione. Tel. 328.3538581 - CERCO LAVORO cone aiuto ristorante, lavapiatti, pulizie, badante giorno ad ore, aiuto parruchiera, baby sittere. Tel. 373.3009360 - CERCO LAVORO ad ore (giorno o notte), referenziata, 57 anni, automunita, in Italia da 14 anni, con attestato di operatrice per assistenza anziani. Esperienza. Tel. 329.3112804. OFFRO - AMBOSESSI anche senza esperienza e senza limiti di età cerchiamo, per attività indipendente e flessibile, part-time o full -time da svolgere da casa e in piena autonomia. Offriamo formazione, supporto continuo, senza alcun costo di avviamento. 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Città......................................................Tel...................................Firma................................................................ 62 Oroscopo di Febbraio Campo de’ fiori by Cosmo Ariete A Febbraio potete aspettarvi una vita sentimentale molto positiva, che favorirà i chiarimenti e le riappacificazioni. I benefici di Venere porteranno sollievo nel settore del lavoro e delle finanze. Cercate di apprezzare maggiormente il lavoro di squadra, ed anche la vostra posizione ne trarrà beneficio. In previsione del futuro cercate di rafforzare eventuali collaborazioni e partnership, perché la vostra carriera dipenderà anche da queste. Toro Non sono previste novità in campo sentimentale in questo mese di febbraio; potrebbe però esserci qualche miglioramento Siate comprensivi e pazienti perché quello che si prospetta non è un periodo esattamente facile. Per quanto riguarda il lavoro, in questo mese ci sarà un aumento di efficienza e le cose inizieranno a migliorare. Avrete nuove opportunità di successo e raggiungerete risultati soddisfacenti. Gemelli La vita di coppia si preannuncia generalmente stabile. Voi ed il vostro partner riuscirete a superare insieme le difficoltà aiutandovi a vicenda. La situazione professionale sarà molto più complicata; vi sarà chiesto di investire per il futuro, e per costruire la vostra carriera dovrete obbedire ad alcune norme. Dovrete fare uno sforzo, che varrà sicuramente la pena fare, anche se non vedrete i risultati nell’immediato. Cancro Sarà un mese davvero importante per quanto riguarda l’amore. La vostra vita di coppia acquisterà un aspetto diverso, avvicinandosi al vostro ideale. La situazione lavorativa richiederà invece dei cambiamenti e nuovi sviluppi; avrete la possibilità di trovare nuove collaborazioni e stipulare dei nuovi contratti. Potete contare sulla vostra creatività ed ispirazione per allargare i vostri orizzonti. relazioni Le Leone d’amore non saranno facili da gestire questo mese; la vostra attenzione sarà riposta nella vita sentimenla se anche tale, sensazione generale sarà quella di incomprensione e difficoltà. I problemi maggiori saranno dovuti ad una scarsa comunicazione, ma anche a disattenzione ed errori di valutazione. Troverete un certo sollievo un campo professionale, grazie a Venere, che vi aiuterà a raggiungere i vostri obiettivi. Vergine Le cose dal punto di vista sentimentale continueranno ad andare bene anche questo mese; se siete single avrete modo di trovare un partner, mentre se siete in coppia avrete modo di migliorare la vostra relazione o addirittura trovare un nuovo amore. Questo potrebbe essere un mese molto impegnativo sul lato del lavoro; avrete bisogno di tanta pazienza perché potrebbero insorgere dei problemi. Qualcosa non andrà bene al primo tentativo; non rinunciate! Bilancia Probabilmente questo sarà il mese più favorevole nella prima parte del 2016. Per tutti voi ci saranno buone opportunità di incontrare nuovi amori o riprendere una vecchia relazione. Il ruolo fondamentale nel vostro rapporto sarà dato dalla comunicazione. Avrete tantissimo lavoro da svolgere questo mese, e la vostra energia vi supporterà. Scorpione Si preannuncia per voi un buon pesentimentale, riodo avrete modo di chiarire le incomprensioni ed intraprendere nuove relazioni d’amore. Arriverete ad importanti conclusioni che vi aiuteranno a raggiungere la felicità futura. Per quanto concerne il lavoro in questo periodo sarete molto attivi ma allo stesso tempo tesi, assorbirete probabilmente tutto lo stress professionale. Sagittario Questo mese si preannuncia alquanto instabile sotto il profilo dell’amore. Alcune situazioni passate verranno riportate alla luce e dovranno per forza essere chiarite. Nella seconda metà del mese ci sarà l’opportunità di incontrare una persona che non vedete da tempo; non è esclusa la possibilità di intraprendere una storia d’amore. Dovete fissarvi degli obiettivi e decidere le vostre priorità. Capricorno Questo mese sarà molto favorevole per la coppia. Venere, il pianeta dell’amore tornerà nel vostro segno all’inizio del mese ponendo fine ad una fase di complicazioni e blocchi. E’ ora di trarre delle conclusioni, fare chiarezza e prendere nuove strade. Sul piano del lavoro dovete prefissarvi degli obiettivi ed avere ben chiare delle strategie. Cercate di lavorare con molta attenzione ed in modo organizzato per evitare di cadere in possibili errori. Acquario Il vostro fascino e magnetismo renderà difficile a chiunque starvi lontano; dovrete quindi aspettarvi una vita sentimentale molto attiva e ricca di momenti felici. Dal punto di vista del lavoro si prospetta un mese ricco di successi; avrete modo di mettervi in evidenza e verranno alla luce le vostre qualità di leader e le vostre competenze professionali. Ci saranno delle nuove opportunità che vi aiuteranno ad ottenere posizioni di prestigio. Pesci Si prospetta per voi un periodo difficile per quanto riguarda i rapporti d’amore. Probabilmente la vostra relazione verrà messa a dura prova; il vostro partner potrebbe allontanarsi o avere dei problemi. Nonostante questo avrete comunque modo di divertirvi e svagarvi. Sotto il profilo del lavoro questo sarà un mese di stabilità, all’insegna della solita routine. Nell’ultima parte di Febbraio avrete modo di mettervi in luce ed ottenere successo. Campo de’ fiori CEDO Fabrica di Roma Località Faleri. Attivià di ristorazone (trattoria) già avviata, con 60 coperti. Affare! . Cod. 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VT n. 351 del 2/6/89 Presidente Fondatore: Sandro Anselmi Direttore Editoriale: Sandro Anselmi Direttore Responsabile: Stefano De Santis WebMaster www.brunosisti.it Capranica Stampa: A127 Campo de’ fiori è distribuito a Civita Castellana, Corchiano, Fabrica di Roma, Vignanello, Vallerano, Canepina, Vasanello, Soriano Nel Cimino, Vitorchiano, Bagnaia, Viterbo, Montefiascone, Carbognano, Caprarola, Ronciglione, Sutri, Capranica, Cura di Vetralla, Blera, Monte Romano, Tarquinia, Civitavecchia, Orte, Gallese, Magliano Sabina, Collevecchio, Tarano, Torri in Sabina, Calvi nell’Umbria, Stimigliano, Poggio Mirteto, Otricoli, Narni, Terni, Amelia, Nepi, Castel Sant’Elia, Monterosi, Anguillara, Trevignano, Bracciano, Canale Monterano, Mazzano, Campagnano, Sacrofano, Olgiata, Faleria, Calcata, S.Oreste, Nazzano, Civitella San Paolo, Torrita Tiberina, Rignano Flaminio, Morlupo, Castelnuovo di Porto, Riano, Ostia, Nettuno, Anzio, Fregene. A Roma nei teatri, nei migliori alberghi e locali, sui taxi e in tutte le stazioni MET.RO. Spedito a tutti gli abbonati in Italia e all’estero, inviato ad Istituzioni Culturali e sedi Universitarie italiane e straniere, a personaggi politici, della cultura, dello sport e dello spettacolo. Tel. e Fax 0761.513117 e-mail: [email protected] Redazione di Roma: Viale G. Mazzini 140 Abbonamenti Rimborso spese spedizione Italia: 12 numeri 25,00 Estero: 12 numeri 60,00 Per il pagamento effettuare i Consulente versamenti sul c/c poEditoriale: stale n. 42315580 Enrico De Santis intestato all’Associazione Accademia InternazioCaporedattore nale D’Italia. Ermelinda L’abbonamento andrà Benedetti in corso dal primo numero La rivista è stata raggiungibile e chiusa in redazione il può avere inizio in 15 Febbraio 2016 qualsiasi momento Tiratura media: dell’anno ed avrà, co10.000 copie munque, validità per 12 numeri. Cod. V21 Palazzetto cielo terra di 120 mq su 3 livelli +ampio terrazzo. Completamente ristrutturato con rifiniture di pregio. Cod. Direzione Amministrazione Redazione Pubblicità ed Abbonamenti: Piazza della Liberazione, 2 01033 Civita Castellana (VT) La realizzazione di questo giornale e la stesura degli articoli sono liberi e gratuiti ed impegnano esclusivamente chi li firma. Testi, foto, lettere e disegni, anche se non pubblicati, non saranno restituiti se non dopo preventiva ed esplicita richiesta da parte di chi li fornisce. I diritti di riproduzione e di pubblicazione, anche parziale, sono riservati in tutti i paesi. Garanzia di riservatezza per gli abbonati Si garantisce la massima riservatezza dei dati forniti dagli abbonati e la possibilità di richiederne gratuitamente la rettifica o la cancellazione scrivendo all’editore. Le informazioni custodite nello archivio di Campo de’ fiori verranno utilizzate al solo scopo di inviare agli abbonati il giornale e gli allegati, anche pubblicitari (legge 675/96 tutela dati personali). Sandro Anselmi P.zza della Liberazione, 2 - 01033 Civita Castellana (VT) Tel. 328.3513316 - 0761.51.31.17 - [email protected] Anselmi Promozioni Immobiliari VENDO Civita Castellana Via V. Rainaldi. Appartamento di 120 mq al P.T., composto da sala, cucina, antinìbagno e bagno, 2 camere, ripostiglio+ box+cantina. Cod. V130 Via Rio Fratta. Luminoso appartamento al III piano con ascensore. 90 mq, composta da disimpegno, cucina, sala, 2 letto, 2 bagni, balcone. Garage. Cod. V121 Via Catalano. Terreno agricolo di 5000 mq con recinzione. Fronte strada. Cod. V122 Loc. Carraccia. Terreno agricolo di 1.600 mq. Fronte strada. Cod. V119 Via IV Giornate di Napoli. Garage di 20 mq, piano strada. Cod. V115 Via Flaminia. Terreno di 4 ha fronte strada, attualmente incolto, con possibilità di edifcare ampia metratura uso bitativo+annessi. Via M. Franci. Villetta indipendente di 90 mq c.ca da ristrutturare, con corte esterna privata. OTTIMO AFFARE! Cod. V108 Via Antonio Pistola. 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