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dell’ARTE
C U L T U R A
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I N F O R M A Z I O N E
Fondato da Carlo Accossato nel 1994
CORRIERE
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Anno XX - n° 4 - Venerdì 28 Febbraio 2014
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COURRIER DES ARTS
Anniversario
Il Corriere dell’Arte è su facebook con più di 7.000 contatti da tutto il mondo e on line con oltre 500 visitatori al giorno
Omaggio orientale ad Alberto Pasini
È
Fondazione Accorsi-Ometto - Museo di Arti Decorative – Torino
in corso fino al 29 giugno presso la Fondazione Accorsi-Ometto una rassegna monografica dedicata
ad Alberto Pasini, a un anno di distanza dalla mostra su Antonio Fontanesi, L’evento, curato da Giuseppe
Luigi Marini e realizzato in collaborazione con Arte Futura
di Giuliana Godio, rappresenta il secondo appuntamento
con gli “omaggi” alla pittura dell’Ottocento e affronta il
periodo orientalista del pittore emiliano, che nacque a Busseto, in provincia di Parma, il 3 settembre 1826 e morì a
Cavoretto (To) il 15 dicembre 1899. Accanto a una sessantina di opere, per lo più di collezionisti privati, sarà
esposta per la prima volta una serie di fotografie e di disegni, appartenenti ai discendenti del pittore, testimonianza
storica fondamentale per comprendere il vissuto del grande
artista. La mostra di Pasini, come detto, si sofferma sul versante orientalista, cioè quello baricentrico della più ricca e
celebrata vena dell’autore, con i conseguenti corollari delle
divagazioni veneziane e iberiche, legate a una consonante
ispirazione; analizzerà, quindi, il versante dell’espressione del pittore più universalmente noto, apprezzato e
numericamente cospicuo della sua attività dopo il 1855.
Alberto Pasini, "Scena orientale (Moschea araba)", 1873
olio su tela (firmato in basso a destra: ‘A. Pasini, 1873’)
coll. priv., in mostra a Torino, al Museo di Arti Decorative
© Fondazione Accorsi-Ometto / Arte Futura Sas. di G. Godio & C.
Museo di Arti Decorative Accorsi-Ometto
Via Po 55 – Torino
“L’Oriente di Alberto Pasini”
Fino al 29 giugno - Info: 011 837688
Ettore Spalletti inaugura a Roma
O
GAM, MADRE e MAXXI, una mostra congiunta per celebrare l’artista
ltre 70 opere, tre musei, un solo
titolo per tre mostre che nascono dal desiderio di mostrare
la varietà, complessità e profondità della
pratica artistica di Ettore Spalletti, maestro dell’arte contemporanea italiana. È
Un giorno così bianco, così bianco a
cura di Anna Mattirolo per il MAXXI
di Roma, Danilo Eccher per la GAM
di Torino, Andrea Viliani e Alessandro
Rabottini per il MADRE di Napoli.
Un’opportunità straordinaria dunque, in
cui tre fra le più importanti istituzioni
italiane dedicate all’arte contemporanea
si uniscono nel rendere omaggio a uno
dei protagonisti dell’arte italiana del nostro tempo, raccontandone la varietà e
la complessità. La mostra apre al pubblico al MAXXI - Museo Nazionale
delle Arti del XXI Secolo - di Roma, il
13 marzo 2014 (fino al 14 settembre
2014) con un progetto caratterizzato da
una grande installazione ambientale
concepita appositamente per questa oc-
casione. Alla GAM Galleria Civica
d’Arte Moderna e Contemporanea di
Torino dal 27 marzo (fino al 15 giugno
2014) viene invece presentata un’ampia
selezione di opere provenienti dallo studio dell’artista e da importanti collezioni private, mentre al MADRE Museo d’Arte Contemporanea Donna
Regina - di Napoli dal 13 aprile (fino al
18 agosto 2014) sarà esposto un articolato excursus formato da opere sia storiche che recenti, che ripercorre tutto il
percorso artistico di Spalletti, dagli
esordi fino ad oggi. Ettore Spalletti
nell’arco di quarant’anni ha attraversato
alcuni dei momenti più significativi
della storia dell’arte internazionale, sviluppando un linguaggio originale, ca-
Ettore Spalletti, “Dolce far niente”, 1997
XLVII Biennale di Venezia, foto A. Maranzano © aut./LBdV/MAXXI
Al Museo d’Arte di Ravenna
Un muratore
stucca un disegno
di Eron
a pag. 3
Rusalka di Dvořák
al Met Opera
New York
World Press Photo
a pag. 11
La foto dell’anno
a pag. 12
pace di mettere in dialogo contemporaneità e classicità. Il desiderio dell’artista
è quello di toccare tre luoghi distanti tra
loro, i tre musei, in un solo momento,
come un’unica mostra declinata in tre
sale ideali in tre città diverse. I tre percorsi espositivi sono concepiti dall’artista in stretto dialogo con gli spazi
dei musei, raccontando ogni aspetto
della sua opera, dalla pittura alla scultura alle installazioni ambientali, all’interno di percorsi espositivi non
cronologici ma legati alla suggestione
provocata dalle opere. Il MAXXI di
Roma sceglie la riproduzione fotografica in bianco e nero di un’opera
storica firmata Spalletti, che accoglie
il visitatore all’ingresso della mostra.
MAXXI
Museo Nazionale delle Arti
del XXI Secolo
Via Guido Reni 4/A – Roma
Ettore Spalletti
“Un giorno così bianco, così bianco”
a cura di Anna Mattirolo
Dal 13 marzo al 14 settembre
Info: 06 3201954
I.P.
CORRIEREdell’ARTE
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Pietro Finelli, noir metropolitano
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28 Febbraio 2014
COURRIER DES ARTS
Galleria Monopoli – Milano Lambrate
I
ANDREA D’AGOSTINO
legami tra cinema e pittura sono
noti, e gli scambi tra le due arti
sono sempre stati numerosi: sia da
parte di artisti che si sono cimentati in
omaggi più o meno espliciti alla cinematografia, che vice versa, registi o
scenografi che nei loro film hanno celebrato la “sorella maggiore” del cinema. Pietro Finelli appartiene alla
prima categoria, e nelle sue opere ha
scelto un taglio quanto mai originale:
un nero intenso, steso a più riprese, che
copre quasi interamente le tele, lasciando trasparire i profili dei personaggi al centro delle scene. Un colore
che non potrebbe essere più appropriato, dato che i soggetti sono ripresi
da film noir, ovvero opere appartenenti a quel celebre genere cinematografico in voga tra gli Anni Quaranta
e Cinquanta a Hollywood, dove le star
erano attori del calibro di Humphrey
Bogart, Robert Mitchum o Lana Turner, solo per fare qualche nome. Un
genere poi confluito nel poliziesco, nel
giallo/thriller, per certi versi anche
nell’horror, ingiustamente ritenuto di
serie B ma poi rivalutato nei decenni
successivi. La galleria milanese Mo-
Pietro Finelli, "Noir XXIX", 2012, olio su tela, 56x76 cm. © l’artista / Galleria Monopoli
nopoli di via Venturi, nel cuore di
Lambrate, propone una selezione di
opere di Finelli con la mostra Border
Painting (fino al 15 marzo) tra cui alcune fotografie e l’ultima serie pittorica, ispirata appunto al cinema
statunitense degli anni Quaranta. Finelli, partendo da alcune scene di film
famosi, “depista” il visitatore/spettatore chiamato a riconoscere, o comunque richiamando nella memoria del
cinefilo, il film dal quale è tratto il qua-
dro. “Erano film a basso costo, girati
con pochi mezzi e, almeno agli inizi, in
anni in cui gli Stati Uniti stavano per
entrare in guerra – spiega l’artista –,
ma nonostante ciò, sono opere che
conservano una grande eleganza formale. Non a caso sono stati rivalutati
successivamente, soprattutto dai registi francesi come Jean-Luc Godard, di
cui ho riproposto una scena di Alphaville”. Detectives, criminali, uomini e
donne misteriosi seduti a tavola o da
soli in locali bui e inquientanti: osservare le sue opere è un po’ come tuffarsi
nel cinema di quegli anni. Al di là
dell’esplicito riferimento all’immaginario cinematografico, nei lavori di Finelli ritroviamo tracce di uno studio
tecnico che trae ispirazione (per
quanto strano possa sembrare) anche
da certa arte barocca: la sua è una pittura del buio, del nero cupo, ottenuto
per velature e passaggi di colore a olio.
Sono gli effetti di luce artificiale a rivelare la presenza di figure umane ritagliandone le sagome in controluce.
Nella sua pittura dell’artista ritorna
infatti l’eterna ossessione del nero
che accomuna tanti artisti seicenteschi come Caravaggio, Ribera, Rembrandt, arrivando nel corso dei secoli,
passando per Goya e Manet, fino a
Burri. Tutti grandi maestri riconosciuti di questo colore difficilissimo
– tecnicamente un non colore – di
cui Finelli è un appassionato cultore.
Galleria Monopoli
Via Ventura 6 – Milano
Pietro Finelli
“Border Painting”
Fino al 15 marzo
Orario:
martedì – sabato, dalle 14 alle 19;
domenica e lunedì, chiuso.
Info: 02 36593646 / 333 5946896
www.galleriamonopoli.com
tel. 091 6190928
Tutta colpa del buc o
L
MASSIMO CENTINI
a colpa è del buco o del muratore? Forse del muratore che
non si è accoro che il “buco” in
realtà era un disegno. Certo che di attenuanti ce ne sono. Il fatto è accaduto
al Museo d’Arte di Ravenna (MAR),
dove un operaio incaricato di sistemare
la sala in vista dell’esposizione successiva, ha chiuso un buco che non c’era.
Era un disegno decisamente iperrealista e parte di un’installazione dell’artista Eron, noto per le sue opere
realizzate con la tecnica dello spray
painting. I media hanno ripreso la notizia, sempre con la malcelata malizia
di evidenziare, più o meno velatamente, come l’arte contemporanea sia
ormai incomprensibile. In realtà nessuno ha considerato che la mostra era
giunta alla fine e quindi l’eventuale in-
tervento di stuccatura era del tutto giustificabile. Su una delle pareti, Eron
aveva disegnato l’ombra e la traccia di
uno specchio, posto sul pavimento
come se fosse caduto in terra. L’opera
includeva anche il buco nella parete lasciata dal chiodo che avrebbe dovuto
sostenere la cornice: come detto, il
buco era però una riproduzione notevolmente perfetta, tanto da indurre
l’osservatore ad avvicinarsi, poiché, da
una certa distanza, il buco sembrava
reale. Insomma nessuno scandalo e
anche l’ironia è fuori luogo. Ha detto
bene l’artista che, sulla sua pagina Facebook, ha commentato senza malessere quella “chiusura” che, sotto il
profilo simbolico, ha di fatto completato il ciclo esistenziale dell’opera
stessa. Se c’è un problema è che forse
l’arte contemporanea è un po’ come i
classici: tutto possono citarli anche
senza averli letti. E così si finisce per
cadere negli stereotipi, nei luoghi comuni, legati ai ceppi di convenzioni da
cui nessuno cerca di affrancare i non
addetti ai lavori. Nel mondo dell’arte
contemporanea sono sempre merce più
rara quelli che ammettono di non sapere, mentre sono in crescita esponenziale quelli che fingono di sapere, quasi
Nosferatu e il saggio cinese
U
na cinquantina di studenti, scelti tra il Politecnico di Torino, l’Accademia Albertina e il
Master in Economia e Management dell’Arte e dei Beni Culturali della Business School del
Sole 24 Ore, avvieranno, a breve, un proficuo do ut
des con la Fondazione Torino Musei, rendendo volenterosamente disponibili le loro acerbe capacità in
cambio di crediti universitari. E vissero tutti felici e
contenti... forse. Il progetto (non uno stage) intende
assorbire nuove figure professionali indispensabili nel
sistema museale così come si sta venendo a delineare
oggi. L’Accademia, che da tempo indirizza un flusso
di giovani forze curatoriali e creative alla Fondazione,
garantisce l’efficacia del nuovo progetto che prevede
aperture complementari non solo in ambiti finora a
specifico appannaggio di storici e letterati ma anche
a risorse umane extraeuropee. Si disegnerebbe così
una sorta di mappa gestionale alternativa del sistema
musei organizzata così come, su un piano personale,
hanno fatto i duecento cinesi iscritti presso l’Accademia Albertina i quali integrano i nuovi strumenti comunicativi di cui si è dotato l’istituto con una rete di
bigliettini scritti nella lingua madre e disseminati
ovunque sulle pareti. Se alcune di queste forze entrassero nel progetto attuerebbero un cambio antropologico del museo, aggiungendo al proprio bagaglio,
fatto d’identità e memoria, la percezione del nostro
patrimonio e anche del loro se pensiamo al corpus di
opere, per esempio cinesi, conservate presso il Museo
di Arte Orientale. La Fondazione si auspica di trovare
ragazzi già pieni d’informazioni - ribaltando curiosamente la storiella zen dell’allievo ripudiato dal maestro perché portava con sé una tazza già colma di the
- assecondando così un rapporto ribaltato che prevede
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Il “buco” stuccato dell’opera trompe-l’oeil di Eron, esposta a Ravenna, foto © aut./MAR
Conferenza alla Fondazione Torino Musei, nel sogno di una comunicazione virale
ADRIANO OLIVIERI
CORRIEREdell’ARTE
come se non sapere perché uno ha fatto
un buco nel muro o un taglio su una
tela, debba essere indice di ignoranza
globale. Se volete trovare un po’ di
esempi di questa finzione, guardatevi
i radical-chic alle inaugurazioni che
contano, quelle sempre più simili alle
apericene, e capirete perché i classici si citano anche senza averli letti.
un training alle aziende centrato su specifiche competenze di fisica, ingegneria
e matematica. Non si tratta, nelle intenzioni, di creare una visione museale traslata ma una vera rivoluzione
copernicana che risolva trasversalmente
i problemi museali e della comunicazione nel tentativo di creare una cultura
partecipata. L’annosa e mai risolta necessità di portare pubblico al museo
sembra ancora una delle priorità, sebTorino, l’Accademia “Albertina” di Belle Arti, foto © aut./FTM
bene ci si chieda quale sia il limite di
una coercizione in tal senso e che fine abbia fatto il peccati capitali ora se ne paga lo scotto e se la comuruolo formativo e educativo della scuola e dei genitori. nicazione è cedevole non si può nemmeno pensare di
Non deve stupire il fatto che il recente documentario trasformarla in asfissiante sulla falsariga del meccasu Pompei, prodotto dal British Museum di Londra, nismo della moda studiato da Simmel, nel quale per
abbia riscosso tanto successo nelle sale cinematogra- vendere nuovi prodotti si devono prima creare nuove
fiche italiane aumentando esponenzialmente l’af- necessità. Quello che è certo è che stiamo osservando
flusso al celebre sito archeologico, mentre le consuete una mutazione genetica nella gestione museale e
iniziative nostrane non riescono a sortire alcuna nell’accesso alle risorse culturali, che segue le radicali
osmosi tra creatività ed economia che porti a ritenere trasformazioni del mondo del lavoro; anche intelleti musei risorsa oltreché valore. Con quale credibilità tuale. Con estremo ritardo la comunicazione culturale
le istituzioni richiamano visitatori a Pompei se poi italiana è ora obbligata a interrogarsi, a gettare uno
mantengono il sito in un eterno stato emergenziale? sguardo introspettivo sui suoi effettivi doveri iniSe da noi le idee non creano positive ricadute occu- ziando, meglio tardi che mai, un processo che l’arte
pazionali, obiettivamente bisogna riconoscere che il ha intrapreso da più di mezzo secolo. Il rischio di una
rinnovamento giunge non per spontanea quanto pun- comunicazione ripiegata sulle proprie potenzialità è
tuale germinazione, come negli altri paesi europei, ma tuttavia quello di comunicare solo se stessa, vampinel tardo e tragico momento in cui o si assolvono rizzando nuove forze umane senza generare alcuna
nuove richieste o si soccombe. Le mancate collettive riflessione. Scomparsa la memoria dei benemeriti
risposte alle proposte culturali s’innestano su un tes- dell’arte torinese, come Vittorio Viale o Luigi
suto necrotizzato dove spesso la gestione dei beni ar- Mallé, al museo servono sempre meno storici deltistici e ambientali si è rivelata folle, dove il ruolo dello l’arte e sempre più tecnici, comunicatori e burocrati.
Stato e inesistente se non pernicioso, dove non esiste Conferenza tenuta da Elisa Greco, Laura Monun’autentica permeabilità delle istituzioni museali, tanaro e Maria Teresa Roberto giovedì 6 febdove la cultura coincide con l’elitarismo. Di questi braio 2014 presso la Fondazione Torino Musei.
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COURRIER DES ARTS
Elio Petazzi e Mauro Filippini
In mostra alla Galleria Arte Città Amica – Torino
naugura l’8 marzo e sarà visibile fino al 16, la mostra personale di Elio Petazzi e Mauro
Filppini. Allestita presso le sale
della Galleria Arte Città Amica,
a Torino l’esposizione presenta
opere e lavori di due artisti differenti ma legati dalla comune
passione pittorica.
Elio Petazzi nasce a Busto Arsizio
(VA) nel 1912. Pittore fin da giovane età, nella sua lunga vita d’ar-
tista ha avuto sempre il consenso
dei maggiori criticì d’arte, sia in
Italia sia all’estero, ed è per questo
motivo che le sue opere sono oggi
esposte in importanti centri museali a Parigi e New York. Maestro
del colore e del disegno, la sua tavolozza è ricca e pastosa. Pittore
di grande istinto, noto per l’armonia del colore, per la facilità diseper
la
costante
gnativa,
predilezione del bello, esposto con
Vedi Torino e poi crei
Elio Petazzi, “Paesaggio invernale”, olio su tela © l’artista / ArteCittàAmica
Galleria TeArt
P
CHIARA PITTAVINO
rosegue con buon successo la
mostra “Torino nelle fotografie,
pittura e incisioni” Collettiva di
Artisti Contemporanei. L’esposizione,
visitabile fino al 7 marzo, ha come
protagoniste opere dedicate al capoluogo piemontese: sono istantaneee,
Foto informale
di Anna Maria
Angelini
Chiarvetto
Continua con successo la mostra
personale itinerante di fotografia informale di Anna Maria Angelini
Chiarvetto.
Dopo Bologna e Torino, è stata dal
16 a 31 gennaio a Castelfranco di
Finale Ligure (Sv).
Info: 019 690790 - 335 6636086
scatti rubati e scorci ripresi in giornate
di sole che si soffermano su una Torino affascinante, discreta e misteriosa.
Acquerelli, acrilici e incinsioni (come
quelle di raro pregio a firma Ingrid
Barth e Anna Guasco) ne reinterpretano le bellezze, i dettagli e le caratteristiche. Artisti come Mariella Loro
(che propone una reinterpretazione
foto © aut.
Mauro Filippini, “Lina e i fiori di Luna 2”, olio su tela © l’artista / ArteCittàAmica
grazia e signorilità. Nelle sue
opere si rilevano tracce dei grandi
maestri dell’800 e degli impressionisti francesi, reinterpretati con
una propria personalità artistica.
Mauro Filippini nasce ad Argelato
(Bologna) nel 1952. Fequenta il
Centro di Arti Figurative e negli
anni Novanta fonda con un gruppo
di pittori e scultori il Circolo Artistico Culturale “Bottega di Pittura”
dando così vita ad un’intensa attività artistica. La prima pubblicazione di Filippini risale al 1993, in
essa l’artista alterna alle opere poesie da lui composte. Dal 2000 inizia un percorso pittorico a cicli: la
prima serie di opere dal titolo Per
le strade del Mondo si evidenziano
lavori tratti realizzati a olio e spatole su tela, a seguire Il Sogno,
serie di opere ispirate a letture filosofiche. Attualmente la sua ricerca è centrata sulla Notte, dalla
quale l’autore trae infiniti spunti.
Galleria Arte Città Amica
Via Rubiana 15 – Torino
Esposizione delle opre
degli Artisti
Mauro Filippini
e Elio Petazzi
Dall’8 al 16 marzo
Info: 0l1 7717417
Nell’immagine, uno scorcio degli ambienti espositivi della Galleria TeArt
che ospita la Collettiva dedicata a Torino, foto © aut./TeArt
astratta e polimaterica del capoluogo
piemontese), Luisa Sartoris (che presenta tagli e incollature in una schematizzazione quasi cubista), Anna
Borgna e Mario Bianco (i quali si cimentano in acquerelli raffiguranti monumenti architettonici, riprese di
interni ed esterni già pubblicati nel volume Torino. Camminando di qua e di
là del Po, Edizioni Graphot, su iniziativa dell’Associazione TeArt). E ancora Laura Maggiora (anche lei
pubblicata nel volume citato), Teresa
Pereira e Lorenzo Gazzaniga puntano su preziosismi cromatici in acquerelli laconici; di bella fattura
anche gli acrilici di Elena Saraceno,
Gabriella Moltoni e gli scatti fotografici di Maria Navarria, Bruno Corti,
Giovanni Grandi e Carla Bazzanella:
scorci delle Langhe, orizzonti che
trascolorano, dettagli di famosi monumenti e “pezzi “di una Torino ricca
di storia, ancora tutta da scoprire.
Galleria TeArt
Via Giotto 14 – Torino
“Torino nelle fotografie,
pittura e incisioni”
Collettiva di Artisti Contemporanei
Fino al 7 marzo
Info: 011 6966422
CORRIEREdell’ARTE
28 Febbraio 2014
Ray Caesar e i suoi Angels
Palazzo Saluzzo Paesana – Torino
I
CHIARA GALLO
l maestro indiscusso della digital
art apre la sua esperienza italiana
con due mostre contemporaneamente, una a Roma presso la Dorothy
Gallery e una a Torino, presso Palazzo
Saluzzo Paesana. L’esposizione sabauda, che si protrarrà fino al 19 aprile,
dà occasione al pubblico di ammirare
per la prima volta una ventina di opere,
affiancate da altre ormai note. L’artista
si avvale del software 3D Maya per
dare vita alle sue oniriche creazioni,
composte da figure asessuate come gli
angeli, le quali ricordano vagamente
fate o alieni umanoidi. Così egli spiega
la sua filosofia artistica: “Credo che la
mente utilizzi un tipo di memoria
esterna per dislocare le difficoltà e che
il residuo dissociato delle immagini e
delle parole, combinato con una forma
di energia creativa, diventi Arte. Fac-
C
ciamo lo stesso con qualsiasi forma di
espressione creativa, così credo che sia
nella nostra natura trasformare il peggio delle cose nel loro meglio.” Il contrasto netto tra la realtà attuale e i
simboli vittoriani, associati ad atmosfere surrealiste, rendono le opere di
Caesar senza tempo. All’interno delle
sale dell’Appartamento Padronale
ecco che i suoi mondi inesistenti e tuttavia concreti affascinano e seducono
in un gioco di appariscenti abiti,
sguardi vacui ed ipnotici. La sua arte
sofisticata ed enigmatica, protesa verso
il futuro, si avvale dell’esempio dei
maestri del passato quali Fragonard,
Hopper, Watteu e Boldini. All’interno
delle immagini si nascondono dettagli inquietanti come insetti o resti di
ossa che, grazie all’accostamento a
soggetti delicatissimi, perdono il loro
effetto inquietante riportandoci la
speranza del futuro imprevedibile.
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COURRIER DES ARTS
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Ray Caesar, “A Beautiful Thought” © l’artista / IPN
Palazzo Saluzzo Paesana
Via della Consolata 1bis - Torino
Ray Caesar
“The troubles with Angels”
Fino al 19 maggio
Info: 347 0103021
[email protected]
www.palazzosaluzzopaesana.it
A Milano il nuovo Museo del Design
ROBERTO ROVEDA
’è fermento a Milano, anche in
ambito culturale. Segno che
l’Expo si avvicina e un po’ tutti ci
tengono a fare bella figura. Si riscoprono
edifici poco valorizzati, come la casa di
Alessandro Manzoni, poco conosciuta nonostante la fama del suo antico inquilino
e che il Comune vorrebbe rendere più fruibile al grande pubblico in occasione dell’Esposizione universale. Si riparla del
restauro dell’ottocentesco Teatro Lirico,
storico palcoscenico abbandonato se
stesso da un quindicennio. Soprattutto sta
per entrare nella fase operativa la creazione del Museo del Premio di Design
“Compasso d’Oro”. Il premio, nato nel
1954 da un’idea di Giò Ponti, nei sui sessant’anni di vita ha laureato le migliori
firme della creatività italica, da Achille
Castiglioni a Vico Magistretti, passando
per Joe Colombo, Ettore Sottsass, Michele
De Lucchi, Tobia Scarpa, Gino Sarfatti e
Bruno Munari. Per questo la collezione
del premio è considerata la “Bibbia” del
design italiano e raccoglie pezzi famosissimi e preziosi, vere e proprie icone di sessant’anni di creatività, economia, ricerca
e innovazione. Dopo anni di attesa, l’Associazione per il Design Industriale (ADI:
www.adi-design.org) che organizza il premio ha annunciato che presto inizieranno
i lavori per la realizzazione del museo al-
l’interno alcuni edifici utilizzati, più di un
secolo fa, come deposito dei tram a cavalli
e poi gestiti dall’Enel. Un’area dismessa
da tempo, nei pressi del Cimitero Monumentale di Milano, che tornerà a nuova
vita e all’interno della quale troveranno
spazio l’archivio storico del Compasso
d’Oro - il maggiore giacimento del design italiano, circa 300 capolavori e
2.500 prodotti menzionati dalle giurie e una selezione tematica dei pezzi più
famosi usciti dalla selezione del premio.
In tutto, circa 700 metri quadri di area
museale ricavati all’interno di un piccolo gioiello di archeologia industriale.
Costo dell’operazione circa due milioni
di euro - si spera coperti dagli sponsor e tempi rapidi di realizzazione in modo
da inaugurare prima dell’apertura di
Expo. L’intenzione, almeno nelle parole
di Luisa Bocchietto, presidente di Adi, è
di realizzare un museo al passo coi
tempi e con le tecnologie moderne:
“Realizzeremo un museo ‘vivo’, flessibile, aperto alle percezioni del pubblico: le mostre di volta in volta
attingeranno al catalogo delle opere.
Non metteremo ‘solo’ in scena la collezione: rappresenteremo il movimento
delle idee e le nuove tecnologie consentiranno questa visione di ‘museo a rotazione continua’. La collezione avrà
quindi energia e profondità. Perché non
sembri un negozio di mobili di lusso”.
La poltroncina ‘Luisa’ di Franco Albini
Premio “Compasso d’Oro” 1955, foto © aut./ADI
Galleria 20 – Torino
Materia e Segno Femminile
Alla Collettiva in corso fino al 10 marzo
partecipano anche
Carla BRONZINO
Graziella CACCIA
Silvana D’URSO
Clara MARCHITELLI
ROSA CLOT
Antida TAMMARO
Galleria 20
C.so Casale 85 – Torino
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Tra coriandoli e stelle filanti Il vero senso della ricerca
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28 Febbraio 2014
COURRIER DES ARTS
Al Circolo degli Artisti di Torino
C
GIAN GIORGIO MASSARA
on Coriandol’ARTE il
Circolo degli Artisti è ritornato alla tradizione di
festeggiare la manifestazione situata tra il Natale e la Pasqua in
modo solenne; sul tavolo della
prima sala è infatti esposto lo
stendardo che un tempo – dal
bancone centrale di Palazzo Graneri – annunciava i festeggiamenti contraddistinti da balli,
scherzi, e soprattutto dalla presenza del Gran Bogo. La visita
cordialissima di Gianduja, Giacometta e della Corte del Re del
Carnevale di Torino alla mostra
ha consentito a tutti i presenti di
cantare – più o meno a gran voce
– “La Monferrina”. Un gruppo di
Soci è ovviamente ispirato ai due
carnevali più celebri del mondo,
Venezia e Rio . Chi ha dipinto
Bagutte e maschere veneziane lo
ha fatto ponendo sulla tela felici
scorci della città lagunare; così,
giocata sul bianco, è l’opera di
Marisa Manis, aggredita dal colore la tela di Flaviana Chiarotto,
misterioso il dipinto di Silvana
Lavagna, new entry al Circolo.
Quindi le opere di Elda Mantovani e Monica Battaglino. Una
tela raffigura la maschera di
Gianduja, memore forse di quel
ciabòt che sorgeva in piazza Castello, ove spesso si recava il sindaco di Sambuy, tirando qualche
colpo macino agli artisti e alle
maschere. E arrivavano le maschere da tutta Italia! Ma poi tutto
finiva con un lauto pranzo fatto
recapitare dal ristorante del Cambio. Alle maschere in generale si
ispirano i pittori Gianpaolo Brangero, Clara Mastrangelo, Salvatore Ravazzolo e M. Luisa Vigna,
mentre Piera Gaia sceglie di restituire un’anima anche ai Burattini.
Il tema del Clown piace a Caterina Cucco, a Raffaella Luiso,
mentre Mara Destefanis ferma
sulla tela per sempre l’immagine
di un Artista di strada. Come è
giusto che sia ecco affacciarsi il
mondo dell’astrazione con l’interessante tela bianca, cucita e ricucita, sulla quale sta una maschera
altrettanto bianca (Giacomo Cornelio), le maschere astratte di
Anna Zaccaria – artista che già
abbiamo avuto modo di conside-
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Elisabetta Viarengo Miniotti alla Galleria Arte per Voi
rare in occasione della rassegna
Adotta un poeta - sino alle Scarrosegue fino al 23 marzo, presso cosmo. La sensibilità indagatrice per
pette da sposa dipinte in modo
la nuova sede della Galleria tutto ciò che è, soffre e si trasforma,
tale da invitare al sorriso o alla
“Arte per Voi” (in piazza Conte ispirando passioni e poesia, non è solo
malinconia (Adele Scavino).
Rosso n° 3 ad Avigliana) la mostra de- una virtù moderna, dal momento che
“Sono un coriandolo che leggero
dicata ad Elisabetta Viarengo Miniotti. credo coincida con l’antico sentimento
si posa al suolo un frammento, un
In esposizione una piccola antologia di della pietas. Le linee guida su cui si
attimo...”, scrive il poeta Ersuoi dipinti dal 2010 al 2013, affian- impernia il suo percorso creativo
manno Eandi. Ecco ritornare alla
cata da un’ampia selezione di calco- dell’artista sembrano già abbastanza
memoria la minuscola tela di Fagrafie, dal 1978 al 2013. Il titolo della ben delineate attraverso, in particobrizio Macchiorlatti Vigant, artimostra, Meditazioni. Sulla natura delle lare, un paio di interventi critici che la
sta che il Circolo non scorda mai;
cose, richiede una precisazione, un ul- riguardano direttamente. Mi riferisco
parimenti invaso di coriandoli è il
teriore chiarimento sulla finalità medi- in primo luogo alla presentazione
Carnevale a Koko di Luciana
tativa, che è già di per sé un dato dell’artista, a cura di Franco Fanelli,
Battaglia. Ricca di colore è la tela
costitutivo, profondo e intimo del- del 1998, in cui sono espliciti i rinvii
della Rota Milani mentre Stelle fil’opera della artista, che si esercita co- ad una continuità, nello specifico stolanti - che vere ritroveremo nel
stantemente sulla realtà, sulla natura rico della tradizione dell’arte incisoria
salone al momento del brindisi fidelle cose. Come spiega il curatore piemontese, di un fare artistico che si
nale - ispirano Claudia Tafuni.
riconosce in straordiTre artisti portano il messaggio
nari maestri, come
dell’Accademia Albertina: ShaMario Calandri, Giadia Giardino (Arlecchino), Macomo Soffiantino e
rella Valli (Maschera d’Argento)
Francesco Franco.
e Sergio Daniele Rizzo (Anima in
Pino Mantovani, poi,
festa, duplice opera in ceramica
nel 2004, approfondisu tela). Il mestiere del critico sisce l’analisi della relagnifica anche ammirare un poco
zione tra maestro e
di più le opere che particolarallieva, dialetticamente
mente paiono degne di interesse;
vissuta tra Giacomo
desideriamo quindi – non ce ne
Soffiantino ed Elisavogliano gli autori – segnalare il
betta Viarengo Midelicato Pierrot di Vittoria Picniotti, fin dai tempi,
cioni, abbandonato nel bianco, e
all’Accademia Alberl’interessante Omaggio ad Aroldo
tina, della Scuola del
Bonzagni, grandissimo pittore e
Nudo. A me sembra,
cartellonista di Davide Mabellini.
anche
se
in
La trasparente Maschera di Anna Elisabetta Viarengo Miniotti, “La fagianella”, 2010, oio su tela © aut./ApV un’estrema e del tutto
Borgarelli, la Festa d’Oriente,
provvisoria sintesi,
dalle cadenze liberty, di Anna
della mostra e gallerista Paolo Nesta: che si debba allargare, almeno ancora
Sciarrillo, il Ballo di Carnevale di
“‘La natura delle cose’ non è altro, un poco, l’orizzonte di queste riflesCarla Icardi, la libera e tenue granella mia intenzione, che la traduzione sioni, fino a spingerci, da una parte, a
fia racchiusa entro forme geomedel titolo del poema latino De Rerum recuperare - nello specifico ambito
triche
di
Laura
Milano
Natura di Tito Lucrezio Caro; perché, della tradizione calcografica piemonconcludono questa rassegna acriflettendo di fronte alle opere di Eli- tese - il senso e il valore (ovviamente
compagnata da un minuscolo casabetta, credo che il rimando a quel fatto non solo di saperi tecnici) di una
talogo di cui è autore Casimiro
poeta non sia per nulla fuori luogo. In- tradizione, sul piano delle acquisizioni
Teja, lo sraordinario personaggio
fatti, come in quei versi antichi, dalle tecnico-formali, che affonda ancora
al quale alcuni mesi or sono l’Arsue tele e nei suoi fogli, allo stesso più in là le proprie origini, forse anchivio di Stato (sede di via Piave)
modo, trapela il senso della ricerca di cora oltre, a Torino, a Marcello Boha dedicato un’ampia e ben docuappigli, se non di certezze, morali e di glione, predecessore di Calandri
mentata mostra.
pensiero, necessarie a tacitare l’ansia all’Accademia Albertina, per sfiodella conoscenza e della compren- rare i primi decenni del XX Secolo”.
Circolo degli Artisti di Torino
sione e, forse anche, le intime inquiePalazzo Graneri della Roccia
tudini, compresi gli stati angosciosi, Galleria Arte per Voi
Via Bogino 9 – Torino
dell’animo, suo e nostro. L’occhio che Associazione Culturale
“Coriandol’Arte” Collettiva
osserva la natura, nella sua apparente P.za Conte Rosso 3 – Avigliana (To)
Fino al 27 febbraio
freddezza conoscitiva, è però lo stesso “Meditazioni
Info: 011 8128718
che invece sa animarsi, accendersi e Sulla natura delle cose”
soffrire, scrutando l’umanità, i suoi Personale
drammi. Qui si manifesta il nodo in- di Elisabetta Viarengo Miniotti
scindibile in cui si avviluppa, senza Fino al 23 marzo
scampo, la condizione dell’individuo, Info: 011 9369179
involto entro le inesorabili leggi del www.artepervoi.it
CORRIEREdell’ARTE
28 Febbraio 2014
Nell’immagine, una veduta
dell’esposizione in corso
alla Galleria MartinArte di Torino
foto E. Papa © aut./MartinArte
L’Arte è viva più che mai
MartinArte Galleria e Corsi – Torino
N
ENZO PAPA
essuna scienza esatta, o altra conoscenza sperimentale potranno
mai dimostrare o accertare quale
influsso la Luna eserciti sull’arte figurativa, anche se da sempre è convinzione
universale che il Satellite agisca sulla fenomenica biofisica del Pianeta e sulla
creatività poetica e musicale. L’invenzione
artistica in cui la Luna abbia ruolo significativo è classificata “opera romantica”,
anche quando siano assenti l’intendimento, il languore, la melanconia, lo
struggimento dell’anima trasfusi nella
creazione dell’ingegno. Nondimeno, giacché ogni opera d’arte è l’estrinsecazione
materiale e visiva di sentimenti quasi sempre convulsi, ecco che le scaturigini del
processo pittorico si connotano come
esternazioni di valori largamente contenuti
nel sentimento romantico di cui la Luna è
potenziale o convenzionale o illusoria
ispiratrice. Gli influssi lunari della mostra
presso MartinArte si palesano dopo disamina orientata, giacché ogni opera è pervasa di valori propri e specifici non
sempre direttamente riconducibili alle
virtù o alle energie attribuite all’astro in
corteggio terrestre. Ma poiché il ventaglio
degli influssi lunari è assai ampio e ad angolo sferico, in ogni opera sarà comunque
rintracciabile un sentimento che in qualche modo possa essere ispirato dalla
magia di Selene o ad essa ricondotto attraverso un iter interpretativo inverso o
biunivoco. Dall’opera figurativa paesaggistica tardoromantica, fino alle installazioni concettuali, compresenti nella
rassegna di MartinArte, ispirate o razionali, di pensiero o di istintualità, di tecnica
accademica o di procedimento sperimentale, ogni creazione può essere percepita
con emozione vibrante proprio per il dif-
ferenziale tipologico e stilistico, il quale
trasmette sentimenti empatici differenti in
ogni spettatore, dipendentemente dagli assunti culturali e dal vissuto che colmano e
determinano la personalità umana e spirituale del visitatore. Ragione per cui le
reazioni emotive dello spettatore saranno
radicalmente opposte nell’ammirare le
opere dei Cambursano e dei De Agostini,
padri e figli, di Guasco, di Gloria Fava,
di D’aponte, figurative a tutt’effetto, contrapposte alle creazioni di Bogliacino, Paderni, Vindigni, Maggiora che esibiscono
installazioni strutturate o apparentemente
casuali, transitando attraverso le proposte
di Caprioglio, Gili, Landina, soffermandosi su Ostili, Durazzo, Porchietti, Savina, Montà, Lisardi, Barrottu, Bosco,
Martina e Vitaccio che offrono una visione soggettiva dei risultati pittorici
d’influsso lunare. L’ammirevole varietà
di soluzioni esitate sotto gli “Influssi lunari” sollecitano ad una visita pausata
per cogliere le sensazioni avvertite
dagli Autori nell’elaborazione dei lavori
e lasciarsi suggestionare dalla manifesta
differenziazione dei risultati creativi, a
riprova che “l’arte non è morta”, a dispetto degli scettici e dei pessimisti.
Galleria MartinArte
Laboratorio d’Arte e Corsi
C.so Siracusa 24 – Torino
“Influssi lunari” Collettiva
Fino all’11 marzo
Info: 335 360545
Orari visite: lun., 15,30-19,30;
mar-mer, 10-12,30 / 15,30-21,30;
gio-ven, 10-12,30 / 15,30-19,30.
La riflessione estetica di Armida Mazzotti
Palazzo Graneri della Roccia - Circolo degli Artisti di Torino
I
CHIARA PITTAVINO
naugura il 1° e prosegue
fino al 16 marzo la mostra
personale di Armida Mazzotti, esposizione allestita nella
suggestiva aulica cornice del
Circolo degli Artisti di Torino.
Nata nel capoluogo piemontese,
l’artista comincia, appena terminato
il liceo, la sua attività di pittrice. Con
l’entusiasmo tipico dell’adolescenza, si orienta verso l’informale
e nel colore materico trova il proprio
ideale espressivo. Conosce nel 1998
il pittore Giancarlo Aleardo Gasparin, il cui mondo pittorico figurativo
e aderente al vero si distacca dal suo,
ma che la ispirerà. Nel portare avanti
con impegno e perseveranza il proprio studio pittorico, Armida Maz-
Armida Mazzotti, “Il bocciolo e la rosa” © l’artista/CdA
zotti si affaccia a quella che sembra
essere una ricerca estetica che trova
le sue radici in una riflessione realista. Ecco allora nascere la serie dei
fiori, simbolo di purezza e fratellanza, dalla bellezza concreta e tangibile. Lo studio continuo e
approfondito porta l’artista ad una
Pagina
COURRIER DES ARTS
abilità tecnica che non lascia indifferenti ed i premi vinti nel corso
degli anni (è del 2000 il Premio Nazionale “Piè di Cavallo” di Biella)
così come il successo di mostre personali nazionali e internazionali, non
sono frutto della casualità.
“La capacità di fermarsi lungo il
7
proprio cammino, conoscere un
maestro e farsi guidare – spiega il
critico dell’arte Carlo Nesti - non è
cosa da tutti. Ed è ciò che si è verificato nella vita di Armida Mazzotti
quando si è resa conto che le tecniche della pittura antica sarebbero
state le più adatte a valorizzarne il
talento. Petali leggeri quelli dei suoi
fiori, sfumature metafische, silenzi
espressi dagli sfondi e pause di meditazione: ogni dettaglio concorre a
creare un clima estatico. Sembra
tutto spontaneamente bello ma è il
frutto di un’applicazione straordinaria scaturita da dubbi e ripensamenti. Una lezione di maturità
anche al di là della pittura”.
Circolo degli Artisti di Torino
Palazzo Graneri della Roccia
Via Bogino 9 – Torino
Mostra personale
di Armida Mazzotti
Dal 1° al 16 marzo
Info: 011 8128718
Artisti scelti dal
CORRIEREdell’ARTE
Pagina
8
28 Febbraio 2014
COURRIER DES ARTS
Carlo D’ORIA
cell. 333 2184744
Luciana LIBRALON
cell. 347 2230863 - www.lucianalibralon.it
Serpente è una fusione in bronzo a cera persa, realizzata da Carlo D’Oria, in cui
assistiamo al divenire spazio-temporale della sagoma appunto d’un serpente atavico. L’essere che Iddio maledisse ma che anticamente rappresentava alchemicamente l’acqua, il cambiamento, la trasformazione. Le stesse sembianze che
Lucifero assunse per ingannare gli Eletti e ridurli alla mortalità. Sono queste le
premesse ideali che strisciano nella forma definita di quello splendido rettile.
D’Oria lo coglie in tutte le sue sfumature concrete, calando lo sguardo più attento
nelle sue spire sino ad
"Serpente", 2010, fusione in bronzo a cera persa, foto © Benappi
una tattilità ruvida,
grezza, informe: caratteristiche tecniche che
denotano stilisticamente la simbologia
dell’animale rappresentato. Il suo scorrere
vorticoso sulla terra
rinvia al senso finito
della nostra esistenza e
recepiamo il desiderio
di venirne fuori, di liberarci, di cambiar
pelle. L’aspetto simbolico viene letto nella
sua fascinazione fisica
determinata dal tatto.
Il titolo dell’opera di Luciana
Libralon è Chiaro di Luna
(2013): si tratta di un viaggio
onirico-metafisico
nei
mondi sconfinati della fantasia in cui un’isola misteriosa
si libra nel vuoto, a metà
strada tra il mare e il cielo,
mentre una formidabile luna
piena canta la magnificenza
del paesaggio colto nella sua
complessità. Onirico, per i
lontani riferimenti ad una realtà stravolta, quasi come se
venisse risucchiata dal vortice personale dei ricordi rimossi. Metafisico, per
l’idealità compositiva che
descrive perfettamente un
borgo d’una contrada remota
"Chiaro di Luna", 2013, 70x60 cm.
che appartiene alla sfera intima dell’artista. La particolarità di questo salto dimensionale nella sfera
del vissuto è che viene traslata pittoricamente in un sogno ad occhi aperti
dal sapore magrittiano ma intriso di elementi personali, resi simbolicamente attraverso uno sguardo interiore, che lo rendono certamente unico.
cell. 347 3149659
www.dorisca.it
Elena SARACENO
Il Ponte Isabella di Torino: l’affascinante dipinto di Elena Saraceno ce lo restituisce cogliendolo dalla sponda orientale del Po, con la luce diafana tipica delle
ore pomeridiane. Torno indietro negli anni, ai freschi pomeriggi primaverili,
quando vita e pensieri scorrevano sulle acque eridanee dell’amata vena fluviale
subalpina. Torno indietro negli anni, alle illusioni che quella corrente ora tranquilla ora convulsa suscitava nella mia mente ancor giovane. L’opera della Saraceno evoca nella fantasia agganci ad un passato non troppo lontano, riuscendo
in ciò a cui è deputata
"Torino, il Ponte Isabella"
l’arte: risvegliare emozioni. E in questo caso - filtrato dall’efficace alchmia
di tonalità cromatiche decise, contrastate, quasi
espressioniste - un senso
profondo di nostalgia si
genera dal nulla e prende il
sopravvento sulla razionalità; dal nulla, infatti, vedo
me stesso passeggiare sulle
sponde dell’adorato fiume
e sognare di vedermi sognare di nuovo là, immerso nella speranza e
nelle malinconie mai sopite d’un tempo remoto.
P.za Zara, 3 - 10133 Torino
Tel. 011 6312666 / fax 011 6317243
Doris SCAGGION (Dorisca)
L’olio su telaMediterranea
Cup (2013) di
Doris Scaggion
sarà
esposto con
altri suoi cinque lavori,
sino alla fine di
marzo, presso
le sale dell’UCI Cinema
di Moncalieri
(To). La mostra, organizzata da MyArt
"Mediterranea Cup", 2013, olio su tela
Gallery di Torino, mette in evidenza le capacità compositive della Scaggion, in arte Dorisca.
Come possiamo verificare, nell’opera si esplicitano diverse componenti: la forza
degli elementi determinata dalla resa tecnica del mare e dalle imbarcazioni che
lottano contro il vento tentando di raggiungere il traguardo della competizione;
lo spettatore si trova così immerso nel cuore della regata, quasi come se la pittura
divenisse un ponte verso ricordi di momenti vissuti sulla propria pelle. L’espressionistico desiderio di riportare lo sguardo a queste componenti affettive inducono alla condivisione comunicativa cui l’arte ha il sacro compito di adempiere.
CORRIEREd
Il Corriere dell’Arte è su facebook con più di 7.000 contatti d
Corriere dell’Arte
Q
CORRIEREdell’ARTE
28 Febbraio 2014
Giovanni SANGALLI
uello di Giovanni Sangalli, già
docente a Brera, è uno stile
fluido, nel quale la ricerca cromatica ha come obiettivo fondamentale dialogare con la luce. Ed è
proprio la luce la protagonista assoluta delle sue opere, quasi come se
la superficie dipinta divenisse uno
specchio cromatico in cui la forma
traccia dei percorsi logici ove la
luce appunto incanala la propria
energia distribuendola successivamente in tutte le direzioni. La potenza del segno, quindi, raggiunge
l’istintiva proiezione del gesto materico fissato sul supporto da un fascio di luminosità immaginaria che
dilata le possibilità ricettive dell’osservatore. Parliamo di una sorta
di fluidità costitutiva dell’opera
stessa, atta a dinamizzare le possibili chiavi di lettura che variano a
seconda del punto di vista. La diagonalità realizzativa è lo strumento
favorito dall’artista, che potenzia
Come sempre, Giuseppe Valerioti ci trascina pittoricamente in quelle dimensioni
oniriche a metà strada tra il sogno e il favolistico. In questo caso l’olio su tela
intitolato La mucca pazza induce lo sguardo dello spettatore a sprofondare nelle
bucoliche terre dell’abbondanza, ricoperte dal manto nevoso; al centro, una figura maschile, vestita con un impermeabile, porta con sé una falce e una maschera ed accompagna appunto una mucca che curiosamente indossa il suo
cappello. Un uccello si posa sul capo di questo famigerato “angelo della morte”,
mentre intorno la Natura immobile, indifferente, sembra irridere, col suo silenzio
tombale, lo sventurato bovino, quasi come se da un momento all’altro dovesse
echeggiare il grido funesto dell’imminente sacrificio. L’atmosfera naïve narra
l’evento con
“La mucca pazza", olio su tela, 40x50 cm.
maestria, un
pizzico
d’ingenua
ironia e insieme sarcastica critica
sociale, che
trasforma
teatralmente
l’indomita
realtà nel
racconto
triste d’un
presagio.
dell’ARTE
ANDREA DOMENICO TARICCO
Montefiore Conca (Rn) - tel. 0541 980115
Giovanni Sangalli, "Lavoro edilizio", olio su tela
Giuseppe VALERIOTI
cell. 334 8846656
A CURA DI
Pagina
l’immagine realistica attraverso elementi simbolico-cromatici strutturati in questo modo, proprio per
ampliare le matrici concrete della
sua composizione creativa verso un
materialismo informale che proietta
metafisicamente le proprie costanti
sul prodotto finito. Anche nel caso
dell’olio su tela Lavoro edilizio, la
forma è scomposta dalla luce, anzi è
proprio la luce a concepire la risultante cromatica strutturata in forme.
In tal modo, la tela assorbe gli stati
d’animo impressi mediante gli
slanci del gesto che concepisce il
rapporto tangibile con la materia.
Lo sguardo del fruitore diviene
così l’atto successivo, il gesto cosciente o inconscio, deliberato od
onirico dell’osservare, che riflette
i dinamismi pittorici precedentemente formulati in azione. Il quadro vive sensibilmente in se stesso
e prolunga le sue dinamiche costitutive proprio attraverso la visione.
Tatiana VEREMEJENKO
tel. 011 9407102
Maggio, l’olio su tela di Tatiana Veremejenko, giunge ad esplicitare artisticamente
la consapevolezza di poter comunicare, mediante il canale della pittura, elementi
della realtà individuale, quasi la rappresentazione figurativa divenisse la personificazione dell’occhio interiore, capace di vedere - di tradurre in immagini - i
pensieri scaturiti da uno stato d’animo. L’autrice riesce a cogliere l’indefinito
senso di un vissuto scardinato dal tempo. Compare una donna in posa, con lo
sguardo perso nel vuoto; i co"Maggio", olio su tela, 100x70 cm.
lori scelti e gli oggetti sul luogo
del ritratto sono indici (indizi)
della stagione e della provenienza di lei: lo spicchio di tavolo ove son poggiate alcune
rose, accanto a un vaso di vetro,
o la porta retrostante semichiusa
che collega l’ambiente ad una
quinta nascosta. Ecco, quell’uscio è giusto un punto di
fuga, una soglia di connessione
tra questa stanza e un’altra,
magari un mondo inconscio,
o passato, diverse dimensioni
da varcare in uno spazio mentale che forse s’apre e dilata,
rompendo gli schemi d’una
pavimentazione uniforme.
da tutto il mondo e on line con oltre 500 visitatori al giorno
9
COURRIER DES ARTS
[email protected]
www.corrieredellarte.it
CORRIEREdell’ARTE
10
Il dubbio amletico di Giulio Paolini
F
Pagina
28 Febbraio 2014
COURRIER DES ARTS
“Essere o non essere” al MACRO – Roma
ino al 9 marzo
2014 il MACRO
presenta la mostra
Giulio Paolini. Essere o
non essere, prodotta con
la Whitechapel Gallery di
Londra, dove proseguirà
in una versione ampliata
nel luglio 2014. L’esposizione, curata da Bartolomeo
Pietromarchi,
presenta quattordici opere
datate dal 1987 al 2013,
tra cui un nuovo lavoro
ideato appositamente per
l’occasione. La scelta dei
lavori – allestiti come
“isole” di luce in una successione di ambienti in
penombra – propone per
la prima volta un percorso monografico dedicato a un tema di
particolare rilievo nella
poetica di Giulio Paolini:
l’autore e il suo ruolo (o
Opere di Paolini in mostra al MACRO © Museo di Arte Contemporanea Roma / Fondazione G. e A. Paolini
non ruolo) rispetto alla
concezione dell’opera e
al suo manifestarsi. Per
Paolini l’autore non è un
demiurgo – non ha nulla
da dichiarare né da mettere al mondo – ma un
mero spettatore, che attende l’alzata del sipario,
l’inizio della rappresentazione, l’artificio di una
visione. Laddove compare in prima persona,
l’artista veste il ruolo
dello spettatore oppure è
calato nella ricerca e
nell’attesa del possibile
divenire di un’opera. In
Giovinezza e libertà
Musei di San Domenico – Forlì
C
FRANCO FORZANI BORRONI
tare con saggezza sulle novità e le
giovinezze di ieri. C’era una volta
urioso davvero che in un’Europa felice che, incurante
un’Italia dove tutte le pana- della “morte di Dio” annunciata da
cee sembrano semplice- un veggente, stava scardinando ogni
mente consistere nella vieta idea dei logoro assetto sociale e culturale in
“volti nuovi” (dalla politica allo nome del progresso. L’arte volle
spettacolo, che è poi quasi lo stesso), sancire questo trionfo della borgheuna mostra dia occasione di medi- sia archiviando l’esperienza passatista dell’eclettismo ed
Galileo Chini, “La Primavera classica”, 1914
autoproclamandosi
Accademia d’Arte “Dino Scalabrino”, Montecatini ©
“nuova” (Art Nouveau)
e “giovane” (Jugendstil). L’epoca – che si
disse bella – scelse a sua
immagine la linea flessuosa del gambo dei
fiori recisi, giusto l’ossequio che ancora Ruskin
raccomandava
verso la Natura. Ma la
terribilità dell’immaginario romantico era
ormai detronizzata, ed
in sua vece si erano instaurate le mollezze del
giardino domestico.
Com’è ben noto, l’Italia
giunse un po’ attardata a
questo appuntamento –
vuoi per il suo retaggio
altri casi è rappresentato
attraverso la dimensione
dello studio d’artista. La
presenza diretta o indiretta dell’autore si inscrive
sempre
nel
cammino imperscrutabile
che conduce all’eventuale
nascita dell’opera, di cui
di paese ancora contadino nel XX
secolo, vuoi perché culturalmente
ormai provincia da Gran Tour – ma
la sua adesione diede presto risultati
di assoluto e duraturo valore, senza
i quali non sarebbe stata immaginabile tanto la stagione futurista
quanto il design del secondo dopoguerra. Ecco perché ragionare del
Liberty – questo l’appellativo mediato da un’intrapresa commerciale,
come d’altronde era stato per l’Art
Nouveau – significa interrogarsi
sulla contraddittoria rivoluzione
della modernità, influenzata da Edward Burne Jones così come da Gustav Klimt. Di quanto poi
quell’Europa, inebriata dalle mollezze di tanta décadence, ebbe a inabissarsi nella grande mattanza del
primo conflitto e negli orrendi nazionalismi che ne seguirono, è motivo di riflessione seria ed urgente.
Una riflessione che implica una
congrua varietà di materie e materiali (pittura, scultura, architettura,
grafica, moda, ceramica, ebanisteria…) e che può essere affrontata
solo grazie a una mostra completa e
intelligente come quella del complesso museale di San Domenico a
Forlì, giusta la sapienza dei curatori
(Maria Flora Giubilei, Fernando
Mazzocca, Alessandra Tiddia), la
cultura del direttore Gianfranco
Brunelli, e la dottrina somma del
egli non si considera il
creatore, bensì l’ospite.
La mostra è accompagnata da una brochure in
doppia lingua italiano –
inglese, realizzata grazie
al contributo della Fondazione Giulio e Anna Paolini, Torino, e distribuita
gratuitamente al pubblico. Si ringraziano la
Fondazione Giulio e
Anna Paolini e Giacomo
Guidi Arte Contemporanea Roma/Milano per la
collaborazione. (c.s./c.p.)
MACRO
Museo di Arte
Contemporanea
Roma
Via Nizza 138 – Roma
Giulio Paolini
“Essere o non essere”
Mostra a cura di
Bartolomeo Pietromarchi
Fino al 9 marzo
Info: 06 671070400
www.museomacro.org
presidente Antonio Paolucci. Una
mostra che ha tutto e solo ciò che
serve, da assaporare e meditare, per
evitare gli errori del passato e ritrovarci a canticchiare Giovinezza!.
Musei di San Domenico
P.za Guido da Montefeltro 12 – Forlì
“Liberty
Uno stile per l’Italia moderna”
Fino al 15 giugno 2014
www.mostrefondazioneforli.it
Giorgio Kienerk, “L’enigma umano:
il dolore, il silenzio, il piacere” (part.)
post 1900, Musei Civici di Pavia ©
NEwYORK NEwYORK
Q
foto © aut.
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
MAURO LUCENTINI
uella che un critico del New York
Times, Michael Cooper, ha chiamato una “rivoluzione musicale che
si è svolta sotto i nostri occhi nell’ultimo quarto di secolo”, cioè l’invasione dei palcoscenici lirici mondiali
da parte dei cantanti russi, dei direttori
russi, dei danzatori russi, del repertorio operistico russo, è continuata nella
seconda parte del cartellone della Metropolitan Opera, anche detta ‘Met
Opera’, di New York, con soltanto
poche eccezioni. Tra queste, il vero
gioiello della stagione 2013-2014, la
riproposta del capolavoro lirico di Antonin Dvořák, Rusalka. È la struggente favola di una ninfa che per
amore vorrebbe diventare donna, narrata nello stile di misteriose dissonanze e dolci melodie tipico del
grande maestro boemo, la cui statura
appare, col passare del tempo, sempre
più eminente. Interprete, con suprema
eleganza, la grande soprano americana Renée Fleming. È anche da ricordare una nuova e intelligente
messinscena del Falstaff in costume
fin de siècle, con il ruolo centrale affidato al baritono italiano che la critica
americana giudica il più penetrante
interprete attuale del personaggio verdiano e shakespeariano, Ambrogio
Maestro. La voce italiana, pur avendo
perso, dall’epoca della scomparsa di
Luciano Pavarotti, il suo primato sulle
scene USA, riceverà poi una celebrazione al principio del mese prossimo
in una serata al Met dedicata ai capolavori del bel canto, in un recital del
tenore aretino Vittorio Grigolo, accompagnato da solo pianoforte. A
questo punto, trovo necessaria una digressione. Avendo in questa corrispondenza riportato due settimane fa
l’accusa di una delle figlie adottive di
Woody Allen, Dylan, di violenza carnale che il padre le avrebbe inflitto
quando essa aveva sette anni, giudico
indispensabile segnalare oggi la
smentita di Allen, apparsa successivamente con eccezionale rilievo sulla
stampa americana. Il grande scrittore,
regista e attore ricorda che all’epoca
in cui il delitto sarebbe stato commesso, l’accusa era già stata dichiarata falsa in un’inchiesta condotta da
un istituto per la difesa dell’infanzia e
afferma che essa risale a una diabolica
vendetta della madre adottiva di
Dylan, l’attrice Mia Farrow, che per
punire lui che nel 1992 l’aveva la-
CORRIEREdell’ARTE
11
Rusalka, la ninfa che volle farsi donna
28 Febbraio 2014
Pagina
COURRIER DES ARTS
Il Metropolitan Opera ripropone il capolavoro lirico di Antonin Dvořák
La soprano Renée Fleming è Rusalka nell’omonima opera di Dvořák, in scena al Teatro Metropolitan Opera House di New York
foto © aut./MetOpera
sciata, con un lavorio di anni avrebbe
inserito nella mente della ragazza una
scena mai esistita. Io non so se una simile manovra sia credibile, anche se
i resoconti clinici di Freud ne includono di simili nella casistica delle patologie nervose. L’episodio ne ha
tuttavia riportato alla mia memoria un
altro, di cui la Farrow era stata protagonista in un incontro con me. Era avvenuto da poco il suo divorzio da
Frank Sinatra nel 1968. L’attrice, che
io non conoscevo, mi aveva invitato
a un party nella sua casa, insieme a un
numeroso gruppo di giornalisti. Io ero
l’unico italiano. A quell’epoca corrispondente capo negli Stati Uniti per
l’agenzia Ansa, avevo accettato l’invito di questa celebre figlia di Maureen O’Sullivan (Io Jane, tu Tarzan)
più che altro per dovere professionale.
Quando, presentandomi, le tesi la
mano, la donna m’investì pubblicamente con una esplosione di insulti
contro l’intera stampa italiana, senza
però rispondere in nessun modo alle
mie insistenti richieste di precisazione
circa le presunte iniquità secondo lei
perpetrate da quella categoria di lavoratori. Al che io trovai doveroso dirigermi alla porta e uscire. Conclusa
questa spiacevole interpolazione,
vorrei informare chi ha avuto la pazienza di arrivare fin qui che la mostra d’arte più interessante in questo
momento a New York non è segnalata da nessun giornale e, curiosamente, neppure dal luogo in cui si
svolge: si tratta di un’esposizione di
stampe e disegni organizzata in un
corridoio dell’altro ‘Met’ di Manhattan, il Metropolitan Museum of Art.
Sarà visibile fino a tutto marzo.
Metropolitan Opera House
Lincoln Center Plaza
New York (NY)
Info: 001 212 366000
metoperafamily.org
foto © aut./Warner/VillageRoadshow/Lego
CINEMA
Impazza
il pupazzo
Al Box Office USA
L’eroe hollywoodiano del momento
non è in carne ed ossa, ma in plastica:
il pupazzetto Emmet nel film a 3 dimensioni Lego Movie, i cui protagonisti sono costruiti tutti con i noti
blocchetti. Nell’ultima quindicina il
film ha realizzato, nelle sole vendite
alle sale americane, più del doppio di
ciò che è costato, raccogliendo ai
botteghini 140 stupefacenti milioni
di dollari per la estatica Warner Brothers e per la sua associata tecnica
Village Roadshow. Non avevano
mai pensato che non solo i bambini,
ma anche i grandi amassero tanto
quei blocchetti. Nella prima parte di
febbraio che ha visto grande afflusso
nei cinema, anche per le due feste
nazionali che hanno allungato di un
giorno il fine settimana – il Valentine
Day (o festa di San Valentino), dedicato agli scambi di messaggi amorosi, e il President’s Day, che da
qualche anno ha sostituito le commemorazioni individuali dei grandi
presidenti che diventavano troppe –
Lego Movie ha battuto di gran lunga
ogni altro concorrente al primo posto
di popolarità. La piazza d’onore è
stata conquistata da The Monuments
Men di George Clooney, dedicato ai
recuperatori anglo-americani di oggetti d’arte dalla Germania nazista,
pellicola che nelle due settimane ha
totalizzato nella sola America - per la
Sony/20thCenturyFox - 46 milioni
(contro un costo di 70). La critica,
tuttavia, non ha ritenuto il film eccelso. Al terzo posto si è piazzato
Robocop della MGM, che, costato
ben 100 milioni, ne ha riacquistati
finora circa un terzo, ma attende
anche forti rientri finanziari dal
resto del mondo. Tra le altre pellicole (pardon, dischi digitali) segnalatesi nel periodo, figurano Vampire
Academy della Weinstein, con
quattro magri milioni di vendite, e
About Last Night (ancora della
Sony) con Kevin Hart, che nella
sola prima settimana ha incassato,
con una trentina di milioni, più del
doppio del suo costo. (ma. lu.)
[I dati ufficiali degli incassi sono
forniti dall’Agenzia Rentrak ©]
FOTORAMA
Bel segnale
A CURA DI
ENRICO S. LATERZA
World Press Photo
Nelle immagini, due momenti della “Turandot” di Giacomo Puccini
in scena al Regio di Torino, foto Ramella&Giannese © TRT
Turandot di Puccini
Teatro Regio di Torino
nella Cina di Marco Polo
I
ALESSANDRO MORMILE
l Teatro Regio di Torino apre, all’interno del
proprio cartellone, una sorta di piccolo festival
pucciniano. Dopo la ripresa, per tre sole ma affollatissime recite di Madama Butterfly, che la
regia di Michieletto narra come fosse un triste episodio di turismo sessuale nei sobborghi di una moderna metropoli orientale, è la volta di Turandot,
cui seguiranno Tosca e Gianni Schicchi. L’opera incompiuta di Puccini, che qui viene eseguita con il
Finale di Alfano, va in scena nell’allestimento che
Giuliano Montaldo realizzò per il Carlo Felice di
Genova sulla falsa riga di quello proposto all’Arena
di Verona nel 1983. Uno spettacolo in cui il regista
genovese metteva a frutto l’esperienza maturata in
Cina durante le riprese del celebre Marco Polo, sceneggiato televisivo che in quegli anni la Rai trasmise con grande successo. All’opposto di quanto
avvenuto per Butterfly, l’allestimento di Turandot
è fedelissimo al libretto. La Cina che si raffigura
non è quella tratta dalla fiaba di Gozzi, bensì lo storico spaccato cinematografico di un rituale medievale legato a un’antica leggenda cinese. In tal senso
il monumentale altare piramidale della reggia della
«Principessa di gelo», che domina il palcoscenico
ergendosi a scena sostanzialmente fissa nel corso
degli atti, è dotato di scalinate che uniscono gli
spazi disposti su tre livelli, delimitati da colonnati,
contraddistinguendo le diverse gerarchie sociali dei
personaggi che abitano la reggia. La direzione di
Steinberg non indulge in alcun intimismo; appare
vigorosa, di ampio respiro sinfonico, talvolta anche
attenta al particolare strumentale, ma senza compiacimenti estetizzanti aperti a suggestioni novecentesche. Nel cast, ad eccezione della debole
Turandot del soprano finlandese Johanna Rusanen,
vocalmente inespressiva e così sfilacciata e a corto
di fiato in acuto da non meritare neanche la sufficienza, si impongono Roberto Aronica, Calaf che
non indulge in sfumature ma sfoggia una forma vocale ottimale, e Carmen Giannattasio, Liù insolitamente volitiva e ricca di temperamento, in
controtendenza rispetto molte altre interpreti di
questa parte, pervase di sdolcinato sentimentalismo. Nobilmente sofferto il Timur di Giacomo
Prestia e bravi tutti gli altri. Undici recite in
cartellone, e tutte esaurite. Che volete di più?
Spettacoli / Fotografia
Eletto il miglior scatto
giornalistico del 2013
WPPF - World Press Photo
Foundation, De Nieuwe Kerk, J. Stanmeyer, “Signal”, migranti africani di notte sulla costa di Gibuti
Gravenstraat, 17 - Amsterdam 2013, fotocolor © l’autore/NationalGeographic/WFFP
(NL). world Press Photo Award
2014 - Photograph of the Year 2013, Con- PHOS – Chieri (To)
corso Internazionale di Fotogiornalismo 57ma edizione - con mostra itinerante. Un
po’ come l’ominide che brandiva contro il cielo Due autori in ricerche personali
preistorico l’osso (non di seppia), sinché quello
non si trasformava - in dissolvenza - nell’ipertec- PHOS - Centro Polifunzionale per la Fonologica astronave in missione verso Giove, nella tografia e le Arti Visive, diretto da Enzo
celeberrima sequenza di transizione iniziale di Obiso, via Garibaldi, 35 bis - Chieri (To).
2001, Odissea nello Spazio di Kubrick, scure fi- Marcella Gallotta e Angelo Iannone. Progure di migranti stremati, novelli Ulisse naufragati segue senza sosta l’impegno del Centro Phos
sull’isola dei Feaci, tendono alla pallida luna il per la promozione di giovani artisti fotografi:
braccio con in mano la luminescente lanterna ma- la doppia mostra personale che s’inaugura
gica dello schermo acceso del cellulare, in cerca mercoledì 5 marzo a Chieri, nelle affascinanti
del contatto satellitare, per comunicare con le fa- aree espositive dell’ala destra di Palazzo Bumiglie in patria: è Signal, l’immagine vincitrice schetti, quasi in volo pindarico offre allo spetassoluta del Premio Press-Photo 2014, giudicata tatore un’ampia panoramica sui recenti lavori
la migliore del 2013 tra oltre centomila, scattata di una coppia di affermati autori italiani, come
dal reporter statunitense John Stanmeyer nella in un dialogo parallelo eppure divergente, ovnotte del 26 febbraio dell’anno scorso a Gibuti, vero intrecciato, fra differenti stili, approcci e
sito di transito della fiumana o marea di disperati sguardi sulla realtà, un confronto
africani provenienti da Eritrea, Etiopia e Somalia, interno/esterno, natura/struttura. Se la partenoin fuga alla volta della Terra Promessa d’Europa. pea Gallotta, trapiantata in territorio piemonBarlumi di speranza nel buio-pesto della tragedia. tese, traduce la sua visione di architetto in
Tra i partecipanti, 5.750 autori di 130 nazionalità suggestivi scorci in bianco-e-nero di sale e cordiverse, nelle varie sezioni e sottosezioni, si sono ridoi museali ove scie di luce scavano solchi
al solito ben distinti anche gli italiani, quali abbacinanti, sberluccicanti (shining) tra riflessi
Alessandro Penso (primo nelle General News), ed ombre, nella carne pietrificata dei vasti ediGianluca Panella (terzo), Bruno D’Amicis (1° per fici in mattoni, granito, calcestruzzo e vetro,
la Natura) ed altri. Dopo l’annuncio, diffuso il quindi dentro le stanze labirintiche - persino
giorno di San Valentino, e la celebrazione con claustrofobiche - degli immobili, la mobile otconsegna dell’ambito riconoscimento, in pro- tica del piacentino Iannone s’apre invece agli
gramma il 24 e 25 aprile prossimi, è previsto spazi paesaggistici dell’ambiente là fuori, dalle
l’usuale allestimento di un’esposizione itinerante chiome scapigliate degli alberi d’un bosco agli
delle foto selezionate, a partire dalla capitale olan- orridi rocciosi di montagne tranciate dai cavi
dese (presso la Nieuwe Kerk) e poi in un centi- dei tralicci dell’alta-tensione, però perlopiù imnaio di località sparse per quarantacinque Paesi mersi nell’oscurità della notte, nei rari bagliori
in tutto il Mondo (da noi, probabilmente sarà di elettrici di lampioni lontani, o al tramonto
nuovo ospitata al Forte di Bard, da dicembre). o all’aurora, sull’albeggiante fluorescente
Fino al 22 giugno
orizzonte di s/ogni, o in/cubi, inter-rot-ti.
(e in itinere per l’intera annata).
Dal 5 marzo al 30 aprile.
Info: 0031 020 6386909
Info: 011 7604867
www.nieuwekerk.nl
www.phosfotografia.it
Divergenze parallele
A. Iannone, 2013, fotocolor M. Gallotta, 2013, foto b/n © aut./PHOS
Spettacoli
Federica Di Martino
e Gabriele Lavia
foto © aut./TST
La realtà di Ibsen è la realtà di oggi
“I pilastri della società” per la stagione dello Stabile torinese
Q
ELIO RABBIONE
uando leggi “dramma sociale”
ed il nome di Henrik Ibsen, un
po’ di polvere in trasparenza
inevitabilmente la immagini. Come nei
Pilastri della società scritto nel 1877,
un taglio di storia confinato lassù, tra gli
spigoli dei fiordi della Norvegia. T’immagini un teatro antico, magari ti verrebbe da dire “vecchio” con quel tanto
di fastidio e supponenza che si porta
appresso un certo pubblico di oggi: invece il testo sta tutto lì alla luce del sole,
alla luce delle cronache cui siamo abituati (e ci si potrebbe ancor più indignare, ovvero allungare quel periodo di
vent’anni su cui l’interprete e regista
giustamente come da copione calca la
F
mano, con sincrona risatina del pubblico), di fronte ai tanti pilastri che continuano
a
ruotarci
intorno.
Emblematica ed eterna – Gabriele
Lavia nella sua sontuosa messinscena,
rombo finale della sua direzione allo
Stabile romano che ha prodotto lo spettacolo con lo Stabile di Torino e la Fondazione Teatro della Pergola, si stacca
dal lieto fine dell’autore per mostrare
con ogni rimando la miseria e l’ipocrisia che ancora ai giorni nostri la fanno
da padrone – è la vicenda del console
Bernick, la colonna morale della società, l’uomo integerrimo ed il benefattore, il primo cittadino influente,
l’uomo potente circondato da un nugolo di leccapiedi e faccendieri e da un
gruppo di donnicciole vocianti pronte
Salviamo l’arte dal nazista cattivo
“Monuments Men”, Clooney regista e interprete
a dire sempre di sì, affonda le proprie
radici nelle colpe compiute anni prima
e sempre taciute, fino al giorno in cui la
cognata un tempo amata ed il migliore
amico, che di quelle macchie s’era assunto la colpa, tornano dall’America.
In un continuo intrallazzare di progetti,
di vendite e di espropri, di ferrovie da
costruire, tenta ancora il console di nascondere, di camuffare, di tirare dalla
propria parte, sbandierando ad ogni
frase l’enorme ricchezza ed i soldi che
sarebbe disposto a dare a questo o a
quello: in un plot avvincente che corre
ben al di là dei 180’, in un Carignano a
luci accese che reclama beffardamente
il pubblico di oggi, Lavia è il monumento alla meschinità, principe di una
società che ancora si fonda sulla falsità
CORRIEREdell’ARTE
28 Febbraio 2014
Pagina
13
COURRIER DES ARTS
e sull’apparenza, che non cambia e non
cambierà mai, che si beffa ad ogni notizia della libertà e della verità che Ibsen
poneva a veri pilastri della nostra società. Lavia non attualizza, non cerca
facili ammiccamenti, il testo è lì a parlare con estrema nettezza, sta lì a dirci
ancora quanto marciume ci circondi.
Uno spettacolo grandioso, serrato, incorniciato nella scenografia pressoché
monumentale di Alessandro Camera,
con un gruppo di attori - 19 in scena di ottimo livello, anche se qualcuno sospinto ai bordi della macchietta. Grande
prova del protagonista, grande nell’essere tronfio e nell’accusare tutta la debolezza del suo console.Accanto a lui,
in antitesi con l’operato più tradizionale dei compagni, Federica Di Martino, modernissima, una bella presenza
scenica, una donna la sua Lona capace
di arginare davvero il malcostume
ed il pettegolezzo di un intero paese.
Ancora risate all’Alfieri
È
orse il pregio maggiore di Monuments Men, progetto che George Clooney
stato un vero
ha strettamente fatto suo nelle vesti di produttore, sceneggiatore, regista e
successo ad
interprete, è quello di aver rispolverato oggi una missione artistica com- inizio stagione: per
piuta da un minuscolo drappello di ardimentosi sul finire del secondo conflitto cui a grande richiemondiale e portata avanti sino all’inizio degli anni Cinquanta, ovvero proteggere sta Margherita Fue riportare a casa quelle opere d’arte che i nazisti avevano trafugato nell’Europa mero e Franco Neri
occupata, tesori che, aveva intimato il Fuhrer, alla sua morte dovevano essere tornano sul palcocompletamente distrutti. Missione non terminata ancora ai nostri giorni, se le scenico dell’Alfieri
cronache ci hanno detto di recente dell’appartamento di Monaco di Baviera dove da venerdì 7 a do- Margherita Fumero e Franco Neri, foto © aut./TeatroAlfieri
capolavori di Picasso e Matisse e altri ancora riposavano. Un gruppo di uomini menica 9 marzo, per sole quattro re- già vedeva la candida Teresa perinviati da Roosevelt a tramandare al domani un patrimonio ed una cultura che cite (sabato 8 anche la pomeridiana dersi nell’amore per l’avvocato.
sarebbero altrimenti andati distrutti, anche a repentaglio della propria vita: con alle 15,30), con Vedova Pautasso Oggi è rimasto il ricordo: e se alla domanda se quella cieca probabilità fosse lecita, se la Vergine michelangiolesca Antonio in cerca di matrimonio, per l’improvviso spuntasse qualcuno a
di Bruges o il polittico di Gand fossero più importanti di una sola vita umana. la regia di Cristian Messina: ovvero risolvere la strana situazione sentiTratto dal libro di Robert Edsel e Brett Witter, il film sfocato di Clooney non dà tutto quel che è successo 40 anni mentale di Teresa? Equivoci, gag e
risposte, gioca su una sceneggiatura sbrindellata che pensa solo a costruire degli dopo quel Pautasso Antonio esperto situazioni divertenti per una comassolo tra il dramma ed il divertimento alla carrettata di star che il divo ha voluto di matrimonio firmato Macario che media nata sotto una buona stella.
con sé (Matt Damon, Cate Blanchett scolaretta diligente e appassionata, John Good- “Trappola mortale”, un brivido firmato Ira Levin ogni particolare con grande sicurezza, costruendo suspence
man, Bill Murray, Bob Balaban: e
senza fronzoli, in maniera dil’arruolamento del gruppo sembra una paretta, sempre come un pugno
gina strappata di Ocean’s Eleven), tutti chiamati a interpretare o enfatizzare quanti dopo
l tempo è passato ma, sostituite mento giusto con una commedia allo stomaco: ma lo spettacolo
la guerra si dedicarono con studi o con incale macchine da scrivere con i avvincente, una moglie che non non farebbe suo quel successo
richi prestigiosi alla grande causa dell’arte; computer e aggiornata qua e là la comprende un gioco al maschile cui abbiamo assistito in una delle
non si riesce a creare una tensione tra le pie- vicenda, Trappola mortale vista più grande di lei, una sensitiva repliche se non avesse al proprio
ghe della ricerca dei tanti capolavori, si fanno pochi giorni fa sul palcoscenico che prevede a colpo sicuro, morti interno un eccellente gruppo
simpatici siparietti, a tratti ci si annoia. Mu- dell’Alfieri inchioda ancora alla vere e apparenti, un gioco al d’attori. Corrado Tedeschi e Etsiche trionfalistiche, lettura epica quando poltrona, grazie all’intreccio, ai massacro che non è mai quello tore Bassi giostrano, con l’apdella stessa avverti la negazione un attimo colpi di scena e anche a quella che sembra veramente. Un con- porto tra il dramma e il
dopo, impianto vecchio (vecchissimo) stile, piccola dose di umorismo che tinuo negare il dialogo o la scena divertimento di Miriam Mestuti pare di rifare un tuffo nel passato del ci- davvero non guasta, inventati da precedente, una girandola di sor- rino e Silvana De Santis, senza
nema bellico anni Sessanta e Settanta, sfac- Ira Levin, il mai troppo lodato prese, sorrisi e affanni, un pic- risparmiarsi colpi, creando alleciatamente la fanno ancora da padroni autore di Rosemary’s baby tanto colo capolavoro folle e calibrato anze e sistemando questioni una
Vermeer, Michelangelo, Rembrandt e com- caro a Polanski. Un commedio- che si snoda lungo tutta la serata. volta per tutte. Ovvero, una
pagni illustri: allora ti chiedi, nella stessa grafo di fama marchiato da un L’adattamento di Gigi Lunari e delle più belle serate gialle cui
nobiltà del soggetto, che ne sarebbe stato insuccesso che brucia troppo, un di Ennio Coltorti che cura anche si sia potuto assistere in queste
nelle mani di uno come Spielberg? (e. rb.) giovane autore che arriva al mo- la regia serrata corre dietro ad ultime stagioni teatrali. (e. rb.)
Grande serata in giallo
I
CORRIERE dell’ARTE
COURRIER
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14
Segnalazioni
DES ARTS
28 Febbraio 2014
TORINO e PIEMONTE
“ HI-T ECH
U n c u o re d i p i e t r a ”
MRSN - Museo Regionale
di Scienze Naturali
Temporar y Museum Torino
c/o Basic V illage
C.so Verona 15/C – Torino
Fino al 9 marzo
Info: 011 4326311
Prorogata la mostra di apertura
del Temporary Museum Torino,
un luogo nel quale natura e tecnologia possono fare da scenario
ad un’esposizione dedicata alla
mineralogia, petrografia e geologia del Museo di Scienze, trasferito temporaneamente, appunto,
dalla storica sede di via Giolitti:
sono presentate una serie di
materie prime naturali utilizzate
fin dall’antichità, le stesse grazie
alle quali nell’epoca contemporanea sono state create apparecchiature elettroniche, computer,
telefoni cellulari ecc. (c.s./d.t.)
“ I n fl u s si l un a r i ”
C ol l e t t i va
Galleria Mar tinAr te
Laboratorio d’Ar te e Corsi
C.so Siracusa 24/a – Torino
Fino all’11 marzo
Info: 011 3433756
Come da titolo, la mostra è
incentrata sulla misteriosa ed
eclettica figura della Luna, da
sempre musa per la creatività
di artisti d’ogni sorta: musicisti
e pittori, scrittori e poeti di tuttte le epoche. Attraverso le
opere esposte alla Galleria
MartiArte si cerca di far rivivere le sensazioni suscitate dal
solitario astro leopardiano che
così tanto ha influito sulla cultura dell’uomo grazie ad un
fascino senza tempo. (c.s./c.p.)
“ Sp l e n dor i
d i u n a Co rt e i t a l i a n a
G l i E s te
d a F e rr a r a a M o d e n a ”
La Venaria Reale
P.za Repubblica 4
Venaria R.le (To)
Dall’8 marzo al 6 luglio
Info: 011 4992333
La Reggia di Venaria si fa palcoscenico per un’altra splendida mostra:
i quadri appartenuti alla facoltosa
famiglia degli Este, tra Umanesimo,
Rinascimento e Barocco; il collezionismo e mecenatismo di questa
famiglia dal ‘500 al ‘700, attraverso opere di Cosmè Tura, Dosso
Dossi, Correggio, Tiziano, Tintoretto,
Guercino, Velàzquez e altri maestri.
“I ma gi n ary H om e l an d ”
d i S u s a n n a Ma j u r i
PHOS
Centr o Polifunzionale
per la Fotografia
e le Ar ti Visive
Via Garibaldi 35bis – Chieri (To)
Info: 011 7604867
www.phosfotografia.it
Fino al 28 febbraio
Susanna, come Alice, attraverso lo specchio-d’acqua. (e.s.l.)
“ I l v i no n e l l’ An t i c o E g i t t o
I l p a s s a t o n e l b i c c h i e re ”
Chiesa di San Domenico
Via Calissano 7 – Alba (Cn)
Dal 22 marzo al 19 maggio
Info: 0173 35833
Ideata e curata da Sabina Malgora,
la mosta offre sviluppa un percorso articolato in cui si ammirano
reperti archeologici dal 2686 a.C.:
la riproduzione in scala reale di
una tomba con pitture parietali, un
sarcofago con la mummia, oltre a
documenti fotografici. (c.s./c.g.)
IL CORRIERE DELL’ARTE
IL CORRIERE DELL’ARTE
È REPERIBILE
A M ILANO
È REPERIBILE
A ROMA
PRESSO LE SEGUENTI EDICOLE :
PRESSO LE SEGUENTI EDICOLE :
• P.za Castello
• Molino delle Armi
ang. Ticinese
• C.so Magenta
f.te Teatro Litta
• C.so Garibaldi 83
• Via Boscovich 22
• P.le Principessa Clotilde
• Bookstore Triennale
• Bookstore
Palazzo delle Stelline
• Bookshop
Villa Necchi Campiglio
Via Mozart 14
• P.za Oberdan
ang. v.le Piave
• P.za Croce Rossa
• P.za Colonna
• P.za Colonna
ang. l.go Chigi/Tritone
• P.za S. Silvestro
• L.go Argentina
• Via Nomentana
• C.so Francia
• P.za Fontanella Borghese
• P.za Porta Maggiore
• Dorothy Circus Gallery
Via dei Pettinari 76
• La Diagonale Libreria
Via dei Chiavari 75
Vernissage
Sabato 1° marzo - ore 18,00
Circolo degli Artisti di Torino
Palazzo Graneri della Roccia
Via Bogino 9 – Torino
Personale di Armida Mazzotti
Sabato 8 marzo - ore 17,00
Galleria Arte Città Amica
Centro Artistico Culturale
Via Rubiana 15 – Torino
Esposizione delle Opere
di Mauro Filippini
e Elio Petazzi
Il Corriere dell’Arte
dedica
le pagine centrali
ad artisti selezionati
Visto il notevole successo
e le crescenti richieste,
prosegue l’iniziativa
Ar tisti scelti
dal Cor r ier e dell’Ar te
Per ogni numero saranno ospitati
non più di otto artisti
a ciascuno dei quali verrà riservato
uno spazio di almeno 10x12,5 cm.
Ognuno presenterà l’immagine
di una sua opera
che verrà corredata da una recensione
scritta dai nostri critici.
Si realizzano anche
pagine monografiche
per Associazioni e Scuole d’Arte.
Il costo della singola uscita
è pari a 60 euro.
Info: 011 6312666
CORRIEREdell’ARTE
COURRIER DES ARTS
Direttore Editoriale
Pietro Panacci
Direttore Responsabile
Virginia Colacino
Assistente di Direzione
Chiara Pittavino
Comitato Editoriale
Giorgio Barberis, Rolando Bellini,
Massimo Boccaletti, Franco Caresio,
Angelo Caroli, Claudia Cassio,
Massimo Centini,
Fernanda De Bernardi,
Marilina Di Cataldo,
Gian Giorgio Massara,
Alessandro Mormile, Massimo Olivetti,
Enzo Papa, Lorenzo Reggiani,
Gianfranco Schialvino,
Maria Luisa Tibone
Corrispondente da New York
Mauro Lucentini
Corrispondente da Berlino
Sabatino Cersosimo
Hanno collaborato
A. D’Agostino, F. Forzani Borroni,
C. Gallo, E.S. Laterza, A. Olivieri,
C. Pittavino, E. Rabbione, R. Roveda,
A.D. Taricco, D. Tauro
Realizzazione grafica interna
a cura di E.S. Laterza
Fotografo uf ficiale
Antonio Attini
Redazi oni distaccate
Milano Rosa Carnevale
Tel. 339 1746312
Roma e Napoli Fabrizio Florian
Tel. 388 9426443
Palermo Caterina Randazzo
Tel. 334 1022647
Concessionaria di Pubblicità interna
Stampa e di stri buzione
EditService S.r.l.
Str. Piossasco 43/Uß - Volvera (To)
Editore Corriere dell’Arte
Associazione Culturale Arte Giovani
Torino
P.IVA 06956300013
in ITALIA
“Be st iae ”
Museo di Scienze
Via Ozanam 4 – Brescia
Dal 7 marzo al 17 aprile
Info: 030 2978664
L’idea di questa mostra nasce dalla
lettura dei testi di Aristotele, De
partibus animalium, Eliano, De
natura animalium, Esopo,
Fabulae, e Plinio, Naturalis historia. Da queste pagine, Gianni
Verna e Gianfranco Schialvino
hanno tratto i riferimenti per
l’ideazione dei disegni e delle incisioni in esposizione. Essi rappresentano in chiave attuale la raffigurazione degli animali: non soltanto nella loro precisa imitazione,
che tuttavia non si limita ad essere
una specie di doppione della natura, bensì e soprattutto nel rapporto con la filosofia, il mito, la scienza e, appunto, la letteratura. (c.s.)
“ Mati sse
La fi gur a, l a fo r z a
d ell a linea
l ’ e m o z i on e d e l c o l o re ”
Palazzo Diamanti
C.so d’Este 21 – Ferrara
Fino al 15 giugno
Info: 0532 244949
Oltre cento dipinti, sculture e opere
su carta racconteranno l’avventura creativa grazie alla quale
Matisse ha dato forma tangibile
all’emozione risvegliata dai suoi
modelli e al piacere stesso di ritrarli. Un’esplosione di gioiosa vitalità
accende le icone giovanili, raggianti di colori puri, e fa danzare
l’arabesco dei corpi nei capolavori
della prima maturità. Lo stesso
slancio percorre le opere dell’ultima fase, dove gli oggetti e l’ambiente sembrano risuonare dell’energia emanata dalla figura.
Cap olav or i
d el l a G a l l er ia S a b a u d a
Museo di Palazzo Reale
Via Balbi 10 – Genova
Fino al 1 giugno
Info: 010 2710236
L’esposizione presenta al pubblico
undici capolavori, tra cui dipinti di
Bernardo Strozzi, Anton van Dyck,
il Tintoretto, che provengono dalla
Galleria Sabauda e che furono trasferiti negli Anni Trenta e Quaranta
dell’Ottocento da Genova a Torino.
La mostra intende riproporre
appunto all’interno della grande
dimora storica genovese alcuni dei
quadri che un tempo avevano
arricchito le sue sale, a documentazione delle scelte collezionistiche
dei suoi antichi proprietari e a completamento dello straordinario
patrimonio tuttora conservato nell’ex Palazzo Durazzo. (c.s./c.p.)
“D o l c e z z a v i o l a ta ”
Carlo Carli
Ar chivio Centrale
dello Stato
P.le degli Archivi 27 – Roma
Dal 5 marzo al 19 marzo
Info: 06 545481
La mostra presenta una ventina
di opere dell’artista toscano Carlo
Carli, le quali raccontano, con
grande forza comunicativa,
mondi diversi e distanti: il Nord e
il Sud, la vuota opulenza di un
Occidente in crisi e gli stridenti
contrasti dell’Oriente che rischia
di perdersi nel tumulto di una crescita travolgente e spesso senza
regole. Insomma, una società
sull’orlo della deriva morale;
e son troppo spesso le donne vere protagoniste dell’esposizione - a pagarne il prezzo più
salato. Bruciante. (c.s./e.l.)
Abbonamenti
Annuale (22 nn.):
euro 50,00 per l’Italia
euro 120,00 per l’estero
Arretrati: euro 4,00
c.c. postale n. 45958055
intestato a Corriere dell’Arte
Associazione Culturale Arte Giovani
Aut. Tribunale di Torino
n. 4818 del 28/07/1995
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22 numeri a casa tua
CORRIERE dell’ARTE
Gallerie
COURRIER
28 Febbraio 2014
ACCADEMIA Galleria
Via Accademia Albertina 3/e – Torino
Tel. 011 885408
[email protected]
Orario: 10,00-12,30/16,00-19,30; chiuso lunedì
Prosegue la Collettiva di Artisti contemporanei
con, tra gli altri, Pinot Gallizio, Sébastian Matta,
Achille Perilli e Mimmo Rotella
RINASCENZA CONTEMPORANEA
Associazione Culturale
Via Palermo 140 – Pescara
Cell. 328 6979208
[email protected]
www.rinascenzacontemporanea.jimdo.com
Orario: mar. - sab. (su appuntamento)
Fino al 21/4 “Ars Nova. Il Neo-Creativismo”
Collettiva
ARTE CITTÀ AMICA Centro Artistico Culturale
Via Rubiana 15 – Torino
Tel. 011 7717471 - Fax 011 7768845
www.artecittaamica.it
Orario: lun. - sab.16,00-19,00; dom. chiuso;
Fino al 4/3 “Incontro”
Sette incisori da Venezia e Torino
Dall’8 al 16/3 Esposizione delle Opere
di Mauro Filippini e Elio Petazzi
SENESI Galleria d’Arte
Via Sant’Andrea 44 – Savigliano (Cn)
Tel. 0172 712922
www.senesiarte.it
ARTE PER VOI Associazione Culturale
P.za Conte Rosso 3 – Avigliana (To)
Luigi Castagna - Tel. 011 9369179
Cell. 339 2523791
[email protected] - www.artepervoi.it
Paolo Nesta - Tel. 011 9328447
Cell. 333 8710636
[email protected]
Orario: sab. - dom. 15,00-19,00
Fino al 23/3
“Meditazioni. Sulla natura delle cose”
Personale di Elisabetta Viarengo Miniotti
ART GALLERY LA LUNA
Via Roma 92 – Borgo San Dalmazzo (Cn)
Cell. 339 7108501
[email protected]
Orario: ven. 16,00-19,00;
sab. 10,30-13,00/16,00-19,00;
dom. 10,30-12,00
CIRCOLO DEGLI ARTISTI DI TORINO
Palazzo Graneri della Roccia
Via Bogino 9 – Torino
scala B destra - 1° piano (digitare 4444+ )
Tel./fax 011 8128718
[email protected]
www.circolodegliartistitorino.it
Orario: lun. - ven. 15,30-19,30
Dal 1° al 15/3 Personale di Armida Mazzotti
LA LANTERNA Galleria
di Maristella SANDANO
Direttore Artistico: Livio Pezzato
Via S. Croce 7/c – Moncalieri (To)
Tel. 011 644480 - Fax 011 6892962
[email protected] - www.lalanternaarte.com
Orario: mart. - sab. 15,30-18,30
A. Arcidiacono, V. Cavalleri, A. Ciocca,
E. Colombotto Rosso, D. De Agostini, Gigli,
E. Gribaudo, W. Jervolino, Sky Lake, E. Longo,
F. Maiolo, E. Maneglia, S. Manfredi, D. Pasquero,
G. Peiretti, G. Pezzato, L. Pezzato, C. Pirotti,
G. Righini, T. Russo, G. Valerioti
inoltre pittori ucraini, naïf croati
grafica nazionale ed internazionale
LUNA ART COLLECTION Spazio espositivo
Via Nazionale 73/1 – Cambiano (To)
Tel./Fax 011 9492688
[email protected]
www.luna-art-collection.com
Orario: lun. - ven. 8,30-17,30; sab. 8,30-17.30
(previa telefonata)
In permanenza serigrafie d’arte a tiratura limitata
di Coco Cano, Francesco Casorati,
Isidoro Cottino, Theo Gallino, Franco Negro,
Ugo Nespolo, Ernesto Oldenburg, John Picking,
Marco Puerari, Giorgio Ramella, Maurizio Rivetti,
Francesco Tabusso, Silvio Vigliaturo
MAESTRO Raul VIGLIONE
Studio - Galleria - Mostra Culturale
Via Servais 56 – Torino
Tel. 011 798238 - Cell. 335 5707705
[email protected] - www.raulviglione.it
MARTINARTE Laboratorio d’Arte e Corsi
C.so Siracusa, 24/a – Torino
Tel. 011 3433756 - Fax 011 3091323
Cell. 335 360545
[email protected]
Orario: merc. e ven. 9,30-12,30/15,30-19,30;
mart. e giov. 9,30-12,30/15,30-22,00
Fino all’11/3 “Influssi lunari” Collettiva
SILVY BASSANESE Arte Contemporanea
Via Galileo Galilei 45 – Biella
Tel. 015 355414
Orario: mart. - ven. 16,30-19,30;
sab. e festivi su appuntamento
STORELLO Galleria d’Arte
Via del Pino 54 – Pinerolo (To)
Tel. 0121 76235
Orario: mart. - sab. 9,00-12,15/15,30-19,00;
lun. e dom. chiuso
In permanenza Opere di Avataneo, Carena,
Coco Cano, Faccincani, Fresu, Garis, Luzzati,
Massucco, Musante
TEART Associazione Artistico-culturale
Via Giotto 14 – Torino
Tel. 011 6966422
Orario: mart. - sab.17,00-19,00
Fino al 7/3 “Torino nelle fotografie, pitture
e incisioni” Collettiva dei Soci
TINBER Art Gallery @ Pragelato
Via Albergian 20 - Souchères Hautes
Pragelato (To)
Tel. 0122 78461
[email protected]
Orario: sab. e dom. 10,00-12,30/15,30-19,00
In permanenza
Opere di Tino Aime, Jean-François Béné,
Andrea Berlinghieri, Gianni Bertola,
Fulvio Borgogno, Flaviana Chiarotto,
Enrico Challier, Dino Damiani,
Pierflavio Gallina, Lia Laterza,
Claudio Malacarne, Vinicio Perugia,
Elena Piacentini, Mariangela Redolfini,
Sergio Saccomandi, Luciano Spessot
DES ARTS
Pagina
15
A.L.P.G.A.M.C.
Associazione Ligure e Piemontese Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea
BIASUTTI & BIASUTTI Galleria d’Arte
Via Bonafous 7/1 – Torino
Tel. 011 8173511
Orario: mart. - sab.10,00-12,30/15,30-19,30
CENTRO ARTE LA TESORIERA
C.so Francia 268 – Torino
Tel. 011 7792147
Orario: mart. - sab. 10,00-13,00/16,00-20,00;
lunedì e festivi chiuso
o su appuntamento
Mostra collettiva di Artisti dell’Ottocento
e Novecento
Arte Antica
AVERSA Galleria
Via Cavour 13 int. cortile – Torino
Tel. 011 532662
Orario: mart. - sab. 10,00-12,15/15,30-19,00
“Venezia e il Mediterraneo tra ’800 e ’900”
“Da Bossoli a Spazzapan, 1850-1950
Cento anni di pittura”
DELLA ROCCA Casa d’Aste
Via della Rocca 33 – Torino
Tel. 011 8123070/888226 Fax 011 836244
[email protected] - www.dellarocca.net
LUIGI CARETTO Galleria
Via Maria Vittoria 10 – Torino
Tel. 011 537274
Orario: mart. - sab. 9,45-12,30/15,45-19,30
Miscellanea di Pittura Fiamminga e Olandese
SANT’AGOSTINO Casa d’Aste
C.so Tassoni 56 – Torino
Tel. 011 4377770 - Fax 011 4377577
Orario: mart. - sab. 9,30-12,30/15,30-19,30
CORRIEREdell’ARTE - 28 Febbraio 2014
la Decima Arte
Beny GIANSIRACUSA
Beny GIANSIRACUSA - [email protected]
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