4 9 9 1 4 1 0 2 P E R I O D I C O D I 2 0° dell’ARTE C U L T U R A E I N F O R M A Z I O N E Fondato da Carlo Accossato nel 1994 CORRIERE Direzione e Redazione: P.za Zara, 3 - 10133 Torino Tel. 011 6312666 - Fax 011 6317243 - email: [email protected] - www.corrieredellarte.it Art. 2 Comma 2 Legge 662/96 - Pubblicità inferiore al 45% Spedizione in abbonamento postale Anno XX - n° 4 - Venerdì 28 Febbraio 2014 € 2,50 COURRIER DES ARTS Anniversario Il Corriere dell’Arte è su facebook con più di 7.000 contatti da tutto il mondo e on line con oltre 500 visitatori al giorno Omaggio orientale ad Alberto Pasini È Fondazione Accorsi-Ometto - Museo di Arti Decorative – Torino in corso fino al 29 giugno presso la Fondazione Accorsi-Ometto una rassegna monografica dedicata ad Alberto Pasini, a un anno di distanza dalla mostra su Antonio Fontanesi, L’evento, curato da Giuseppe Luigi Marini e realizzato in collaborazione con Arte Futura di Giuliana Godio, rappresenta il secondo appuntamento con gli “omaggi” alla pittura dell’Ottocento e affronta il periodo orientalista del pittore emiliano, che nacque a Busseto, in provincia di Parma, il 3 settembre 1826 e morì a Cavoretto (To) il 15 dicembre 1899. Accanto a una sessantina di opere, per lo più di collezionisti privati, sarà esposta per la prima volta una serie di fotografie e di disegni, appartenenti ai discendenti del pittore, testimonianza storica fondamentale per comprendere il vissuto del grande artista. La mostra di Pasini, come detto, si sofferma sul versante orientalista, cioè quello baricentrico della più ricca e celebrata vena dell’autore, con i conseguenti corollari delle divagazioni veneziane e iberiche, legate a una consonante ispirazione; analizzerà, quindi, il versante dell’espressione del pittore più universalmente noto, apprezzato e numericamente cospicuo della sua attività dopo il 1855. Alberto Pasini, "Scena orientale (Moschea araba)", 1873 olio su tela (firmato in basso a destra: ‘A. Pasini, 1873’) coll. priv., in mostra a Torino, al Museo di Arti Decorative © Fondazione Accorsi-Ometto / Arte Futura Sas. di G. Godio & C. Museo di Arti Decorative Accorsi-Ometto Via Po 55 – Torino “L’Oriente di Alberto Pasini” Fino al 29 giugno - Info: 011 837688 Ettore Spalletti inaugura a Roma O GAM, MADRE e MAXXI, una mostra congiunta per celebrare l’artista ltre 70 opere, tre musei, un solo titolo per tre mostre che nascono dal desiderio di mostrare la varietà, complessità e profondità della pratica artistica di Ettore Spalletti, maestro dell’arte contemporanea italiana. È Un giorno così bianco, così bianco a cura di Anna Mattirolo per il MAXXI di Roma, Danilo Eccher per la GAM di Torino, Andrea Viliani e Alessandro Rabottini per il MADRE di Napoli. Un’opportunità straordinaria dunque, in cui tre fra le più importanti istituzioni italiane dedicate all’arte contemporanea si uniscono nel rendere omaggio a uno dei protagonisti dell’arte italiana del nostro tempo, raccontandone la varietà e la complessità. La mostra apre al pubblico al MAXXI - Museo Nazionale delle Arti del XXI Secolo - di Roma, il 13 marzo 2014 (fino al 14 settembre 2014) con un progetto caratterizzato da una grande installazione ambientale concepita appositamente per questa oc- casione. Alla GAM Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino dal 27 marzo (fino al 15 giugno 2014) viene invece presentata un’ampia selezione di opere provenienti dallo studio dell’artista e da importanti collezioni private, mentre al MADRE Museo d’Arte Contemporanea Donna Regina - di Napoli dal 13 aprile (fino al 18 agosto 2014) sarà esposto un articolato excursus formato da opere sia storiche che recenti, che ripercorre tutto il percorso artistico di Spalletti, dagli esordi fino ad oggi. Ettore Spalletti nell’arco di quarant’anni ha attraversato alcuni dei momenti più significativi della storia dell’arte internazionale, sviluppando un linguaggio originale, ca- Ettore Spalletti, “Dolce far niente”, 1997 XLVII Biennale di Venezia, foto A. Maranzano © aut./LBdV/MAXXI Al Museo d’Arte di Ravenna Un muratore stucca un disegno di Eron a pag. 3 Rusalka di Dvořák al Met Opera New York World Press Photo a pag. 11 La foto dell’anno a pag. 12 pace di mettere in dialogo contemporaneità e classicità. Il desiderio dell’artista è quello di toccare tre luoghi distanti tra loro, i tre musei, in un solo momento, come un’unica mostra declinata in tre sale ideali in tre città diverse. I tre percorsi espositivi sono concepiti dall’artista in stretto dialogo con gli spazi dei musei, raccontando ogni aspetto della sua opera, dalla pittura alla scultura alle installazioni ambientali, all’interno di percorsi espositivi non cronologici ma legati alla suggestione provocata dalle opere. Il MAXXI di Roma sceglie la riproduzione fotografica in bianco e nero di un’opera storica firmata Spalletti, che accoglie il visitatore all’ingresso della mostra. MAXXI Museo Nazionale delle Arti del XXI Secolo Via Guido Reni 4/A – Roma Ettore Spalletti “Un giorno così bianco, così bianco” a cura di Anna Mattirolo Dal 13 marzo al 14 settembre Info: 06 3201954 I.P. CORRIEREdell’ARTE 2 Pietro Finelli, noir metropolitano Pagina 28 Febbraio 2014 COURRIER DES ARTS Galleria Monopoli – Milano Lambrate I ANDREA D’AGOSTINO legami tra cinema e pittura sono noti, e gli scambi tra le due arti sono sempre stati numerosi: sia da parte di artisti che si sono cimentati in omaggi più o meno espliciti alla cinematografia, che vice versa, registi o scenografi che nei loro film hanno celebrato la “sorella maggiore” del cinema. Pietro Finelli appartiene alla prima categoria, e nelle sue opere ha scelto un taglio quanto mai originale: un nero intenso, steso a più riprese, che copre quasi interamente le tele, lasciando trasparire i profili dei personaggi al centro delle scene. Un colore che non potrebbe essere più appropriato, dato che i soggetti sono ripresi da film noir, ovvero opere appartenenti a quel celebre genere cinematografico in voga tra gli Anni Quaranta e Cinquanta a Hollywood, dove le star erano attori del calibro di Humphrey Bogart, Robert Mitchum o Lana Turner, solo per fare qualche nome. Un genere poi confluito nel poliziesco, nel giallo/thriller, per certi versi anche nell’horror, ingiustamente ritenuto di serie B ma poi rivalutato nei decenni successivi. La galleria milanese Mo- Pietro Finelli, "Noir XXIX", 2012, olio su tela, 56x76 cm. © l’artista / Galleria Monopoli nopoli di via Venturi, nel cuore di Lambrate, propone una selezione di opere di Finelli con la mostra Border Painting (fino al 15 marzo) tra cui alcune fotografie e l’ultima serie pittorica, ispirata appunto al cinema statunitense degli anni Quaranta. Finelli, partendo da alcune scene di film famosi, “depista” il visitatore/spettatore chiamato a riconoscere, o comunque richiamando nella memoria del cinefilo, il film dal quale è tratto il qua- dro. “Erano film a basso costo, girati con pochi mezzi e, almeno agli inizi, in anni in cui gli Stati Uniti stavano per entrare in guerra – spiega l’artista –, ma nonostante ciò, sono opere che conservano una grande eleganza formale. Non a caso sono stati rivalutati successivamente, soprattutto dai registi francesi come Jean-Luc Godard, di cui ho riproposto una scena di Alphaville”. Detectives, criminali, uomini e donne misteriosi seduti a tavola o da soli in locali bui e inquientanti: osservare le sue opere è un po’ come tuffarsi nel cinema di quegli anni. Al di là dell’esplicito riferimento all’immaginario cinematografico, nei lavori di Finelli ritroviamo tracce di uno studio tecnico che trae ispirazione (per quanto strano possa sembrare) anche da certa arte barocca: la sua è una pittura del buio, del nero cupo, ottenuto per velature e passaggi di colore a olio. Sono gli effetti di luce artificiale a rivelare la presenza di figure umane ritagliandone le sagome in controluce. Nella sua pittura dell’artista ritorna infatti l’eterna ossessione del nero che accomuna tanti artisti seicenteschi come Caravaggio, Ribera, Rembrandt, arrivando nel corso dei secoli, passando per Goya e Manet, fino a Burri. Tutti grandi maestri riconosciuti di questo colore difficilissimo – tecnicamente un non colore – di cui Finelli è un appassionato cultore. Galleria Monopoli Via Ventura 6 – Milano Pietro Finelli “Border Painting” Fino al 15 marzo Orario: martedì – sabato, dalle 14 alle 19; domenica e lunedì, chiuso. Info: 02 36593646 / 333 5946896 www.galleriamonopoli.com tel. 091 6190928 Tutta colpa del buc o L MASSIMO CENTINI a colpa è del buco o del muratore? Forse del muratore che non si è accoro che il “buco” in realtà era un disegno. Certo che di attenuanti ce ne sono. Il fatto è accaduto al Museo d’Arte di Ravenna (MAR), dove un operaio incaricato di sistemare la sala in vista dell’esposizione successiva, ha chiuso un buco che non c’era. Era un disegno decisamente iperrealista e parte di un’installazione dell’artista Eron, noto per le sue opere realizzate con la tecnica dello spray painting. I media hanno ripreso la notizia, sempre con la malcelata malizia di evidenziare, più o meno velatamente, come l’arte contemporanea sia ormai incomprensibile. In realtà nessuno ha considerato che la mostra era giunta alla fine e quindi l’eventuale in- tervento di stuccatura era del tutto giustificabile. Su una delle pareti, Eron aveva disegnato l’ombra e la traccia di uno specchio, posto sul pavimento come se fosse caduto in terra. L’opera includeva anche il buco nella parete lasciata dal chiodo che avrebbe dovuto sostenere la cornice: come detto, il buco era però una riproduzione notevolmente perfetta, tanto da indurre l’osservatore ad avvicinarsi, poiché, da una certa distanza, il buco sembrava reale. Insomma nessuno scandalo e anche l’ironia è fuori luogo. Ha detto bene l’artista che, sulla sua pagina Facebook, ha commentato senza malessere quella “chiusura” che, sotto il profilo simbolico, ha di fatto completato il ciclo esistenziale dell’opera stessa. Se c’è un problema è che forse l’arte contemporanea è un po’ come i classici: tutto possono citarli anche senza averli letti. E così si finisce per cadere negli stereotipi, nei luoghi comuni, legati ai ceppi di convenzioni da cui nessuno cerca di affrancare i non addetti ai lavori. Nel mondo dell’arte contemporanea sono sempre merce più rara quelli che ammettono di non sapere, mentre sono in crescita esponenziale quelli che fingono di sapere, quasi Nosferatu e il saggio cinese U na cinquantina di studenti, scelti tra il Politecnico di Torino, l’Accademia Albertina e il Master in Economia e Management dell’Arte e dei Beni Culturali della Business School del Sole 24 Ore, avvieranno, a breve, un proficuo do ut des con la Fondazione Torino Musei, rendendo volenterosamente disponibili le loro acerbe capacità in cambio di crediti universitari. E vissero tutti felici e contenti... forse. Il progetto (non uno stage) intende assorbire nuove figure professionali indispensabili nel sistema museale così come si sta venendo a delineare oggi. L’Accademia, che da tempo indirizza un flusso di giovani forze curatoriali e creative alla Fondazione, garantisce l’efficacia del nuovo progetto che prevede aperture complementari non solo in ambiti finora a specifico appannaggio di storici e letterati ma anche a risorse umane extraeuropee. Si disegnerebbe così una sorta di mappa gestionale alternativa del sistema musei organizzata così come, su un piano personale, hanno fatto i duecento cinesi iscritti presso l’Accademia Albertina i quali integrano i nuovi strumenti comunicativi di cui si è dotato l’istituto con una rete di bigliettini scritti nella lingua madre e disseminati ovunque sulle pareti. Se alcune di queste forze entrassero nel progetto attuerebbero un cambio antropologico del museo, aggiungendo al proprio bagaglio, fatto d’identità e memoria, la percezione del nostro patrimonio e anche del loro se pensiamo al corpus di opere, per esempio cinesi, conservate presso il Museo di Arte Orientale. La Fondazione si auspica di trovare ragazzi già pieni d’informazioni - ribaltando curiosamente la storiella zen dell’allievo ripudiato dal maestro perché portava con sé una tazza già colma di the - assecondando così un rapporto ribaltato che prevede 28 Febbraio 2014 Pagina COURRIER DES ARTS 3 Il “buco” stuccato dell’opera trompe-l’oeil di Eron, esposta a Ravenna, foto © aut./MAR Conferenza alla Fondazione Torino Musei, nel sogno di una comunicazione virale ADRIANO OLIVIERI CORRIEREdell’ARTE come se non sapere perché uno ha fatto un buco nel muro o un taglio su una tela, debba essere indice di ignoranza globale. Se volete trovare un po’ di esempi di questa finzione, guardatevi i radical-chic alle inaugurazioni che contano, quelle sempre più simili alle apericene, e capirete perché i classici si citano anche senza averli letti. un training alle aziende centrato su specifiche competenze di fisica, ingegneria e matematica. Non si tratta, nelle intenzioni, di creare una visione museale traslata ma una vera rivoluzione copernicana che risolva trasversalmente i problemi museali e della comunicazione nel tentativo di creare una cultura partecipata. L’annosa e mai risolta necessità di portare pubblico al museo sembra ancora una delle priorità, sebTorino, l’Accademia “Albertina” di Belle Arti, foto © aut./FTM bene ci si chieda quale sia il limite di una coercizione in tal senso e che fine abbia fatto il peccati capitali ora se ne paga lo scotto e se la comuruolo formativo e educativo della scuola e dei genitori. nicazione è cedevole non si può nemmeno pensare di Non deve stupire il fatto che il recente documentario trasformarla in asfissiante sulla falsariga del meccasu Pompei, prodotto dal British Museum di Londra, nismo della moda studiato da Simmel, nel quale per abbia riscosso tanto successo nelle sale cinematogra- vendere nuovi prodotti si devono prima creare nuove fiche italiane aumentando esponenzialmente l’af- necessità. Quello che è certo è che stiamo osservando flusso al celebre sito archeologico, mentre le consuete una mutazione genetica nella gestione museale e iniziative nostrane non riescono a sortire alcuna nell’accesso alle risorse culturali, che segue le radicali osmosi tra creatività ed economia che porti a ritenere trasformazioni del mondo del lavoro; anche intelleti musei risorsa oltreché valore. Con quale credibilità tuale. Con estremo ritardo la comunicazione culturale le istituzioni richiamano visitatori a Pompei se poi italiana è ora obbligata a interrogarsi, a gettare uno mantengono il sito in un eterno stato emergenziale? sguardo introspettivo sui suoi effettivi doveri iniSe da noi le idee non creano positive ricadute occu- ziando, meglio tardi che mai, un processo che l’arte pazionali, obiettivamente bisogna riconoscere che il ha intrapreso da più di mezzo secolo. Il rischio di una rinnovamento giunge non per spontanea quanto pun- comunicazione ripiegata sulle proprie potenzialità è tuale germinazione, come negli altri paesi europei, ma tuttavia quello di comunicare solo se stessa, vampinel tardo e tragico momento in cui o si assolvono rizzando nuove forze umane senza generare alcuna nuove richieste o si soccombe. Le mancate collettive riflessione. Scomparsa la memoria dei benemeriti risposte alle proposte culturali s’innestano su un tes- dell’arte torinese, come Vittorio Viale o Luigi suto necrotizzato dove spesso la gestione dei beni ar- Mallé, al museo servono sempre meno storici deltistici e ambientali si è rivelata folle, dove il ruolo dello l’arte e sempre più tecnici, comunicatori e burocrati. Stato e inesistente se non pernicioso, dove non esiste Conferenza tenuta da Elisa Greco, Laura Monun’autentica permeabilità delle istituzioni museali, tanaro e Maria Teresa Roberto giovedì 6 febdove la cultura coincide con l’elitarismo. Di questi braio 2014 presso la Fondazione Torino Musei. CORRIEREdell’ARTE I Pagina 4 28 Febbraio 2014 COURRIER DES ARTS Elio Petazzi e Mauro Filippini In mostra alla Galleria Arte Città Amica – Torino naugura l’8 marzo e sarà visibile fino al 16, la mostra personale di Elio Petazzi e Mauro Filppini. Allestita presso le sale della Galleria Arte Città Amica, a Torino l’esposizione presenta opere e lavori di due artisti differenti ma legati dalla comune passione pittorica. Elio Petazzi nasce a Busto Arsizio (VA) nel 1912. Pittore fin da giovane età, nella sua lunga vita d’ar- tista ha avuto sempre il consenso dei maggiori criticì d’arte, sia in Italia sia all’estero, ed è per questo motivo che le sue opere sono oggi esposte in importanti centri museali a Parigi e New York. Maestro del colore e del disegno, la sua tavolozza è ricca e pastosa. Pittore di grande istinto, noto per l’armonia del colore, per la facilità diseper la costante gnativa, predilezione del bello, esposto con Vedi Torino e poi crei Elio Petazzi, “Paesaggio invernale”, olio su tela © l’artista / ArteCittàAmica Galleria TeArt P CHIARA PITTAVINO rosegue con buon successo la mostra “Torino nelle fotografie, pittura e incisioni” Collettiva di Artisti Contemporanei. L’esposizione, visitabile fino al 7 marzo, ha come protagoniste opere dedicate al capoluogo piemontese: sono istantaneee, Foto informale di Anna Maria Angelini Chiarvetto Continua con successo la mostra personale itinerante di fotografia informale di Anna Maria Angelini Chiarvetto. Dopo Bologna e Torino, è stata dal 16 a 31 gennaio a Castelfranco di Finale Ligure (Sv). Info: 019 690790 - 335 6636086 scatti rubati e scorci ripresi in giornate di sole che si soffermano su una Torino affascinante, discreta e misteriosa. Acquerelli, acrilici e incinsioni (come quelle di raro pregio a firma Ingrid Barth e Anna Guasco) ne reinterpretano le bellezze, i dettagli e le caratteristiche. Artisti come Mariella Loro (che propone una reinterpretazione foto © aut. Mauro Filippini, “Lina e i fiori di Luna 2”, olio su tela © l’artista / ArteCittàAmica grazia e signorilità. Nelle sue opere si rilevano tracce dei grandi maestri dell’800 e degli impressionisti francesi, reinterpretati con una propria personalità artistica. Mauro Filippini nasce ad Argelato (Bologna) nel 1952. Fequenta il Centro di Arti Figurative e negli anni Novanta fonda con un gruppo di pittori e scultori il Circolo Artistico Culturale “Bottega di Pittura” dando così vita ad un’intensa attività artistica. La prima pubblicazione di Filippini risale al 1993, in essa l’artista alterna alle opere poesie da lui composte. Dal 2000 inizia un percorso pittorico a cicli: la prima serie di opere dal titolo Per le strade del Mondo si evidenziano lavori tratti realizzati a olio e spatole su tela, a seguire Il Sogno, serie di opere ispirate a letture filosofiche. Attualmente la sua ricerca è centrata sulla Notte, dalla quale l’autore trae infiniti spunti. Galleria Arte Città Amica Via Rubiana 15 – Torino Esposizione delle opre degli Artisti Mauro Filippini e Elio Petazzi Dall’8 al 16 marzo Info: 0l1 7717417 Nell’immagine, uno scorcio degli ambienti espositivi della Galleria TeArt che ospita la Collettiva dedicata a Torino, foto © aut./TeArt astratta e polimaterica del capoluogo piemontese), Luisa Sartoris (che presenta tagli e incollature in una schematizzazione quasi cubista), Anna Borgna e Mario Bianco (i quali si cimentano in acquerelli raffiguranti monumenti architettonici, riprese di interni ed esterni già pubblicati nel volume Torino. Camminando di qua e di là del Po, Edizioni Graphot, su iniziativa dell’Associazione TeArt). E ancora Laura Maggiora (anche lei pubblicata nel volume citato), Teresa Pereira e Lorenzo Gazzaniga puntano su preziosismi cromatici in acquerelli laconici; di bella fattura anche gli acrilici di Elena Saraceno, Gabriella Moltoni e gli scatti fotografici di Maria Navarria, Bruno Corti, Giovanni Grandi e Carla Bazzanella: scorci delle Langhe, orizzonti che trascolorano, dettagli di famosi monumenti e “pezzi “di una Torino ricca di storia, ancora tutta da scoprire. Galleria TeArt Via Giotto 14 – Torino “Torino nelle fotografie, pittura e incisioni” Collettiva di Artisti Contemporanei Fino al 7 marzo Info: 011 6966422 CORRIEREdell’ARTE 28 Febbraio 2014 Ray Caesar e i suoi Angels Palazzo Saluzzo Paesana – Torino I CHIARA GALLO l maestro indiscusso della digital art apre la sua esperienza italiana con due mostre contemporaneamente, una a Roma presso la Dorothy Gallery e una a Torino, presso Palazzo Saluzzo Paesana. L’esposizione sabauda, che si protrarrà fino al 19 aprile, dà occasione al pubblico di ammirare per la prima volta una ventina di opere, affiancate da altre ormai note. L’artista si avvale del software 3D Maya per dare vita alle sue oniriche creazioni, composte da figure asessuate come gli angeli, le quali ricordano vagamente fate o alieni umanoidi. Così egli spiega la sua filosofia artistica: “Credo che la mente utilizzi un tipo di memoria esterna per dislocare le difficoltà e che il residuo dissociato delle immagini e delle parole, combinato con una forma di energia creativa, diventi Arte. Fac- C ciamo lo stesso con qualsiasi forma di espressione creativa, così credo che sia nella nostra natura trasformare il peggio delle cose nel loro meglio.” Il contrasto netto tra la realtà attuale e i simboli vittoriani, associati ad atmosfere surrealiste, rendono le opere di Caesar senza tempo. All’interno delle sale dell’Appartamento Padronale ecco che i suoi mondi inesistenti e tuttavia concreti affascinano e seducono in un gioco di appariscenti abiti, sguardi vacui ed ipnotici. La sua arte sofisticata ed enigmatica, protesa verso il futuro, si avvale dell’esempio dei maestri del passato quali Fragonard, Hopper, Watteu e Boldini. All’interno delle immagini si nascondono dettagli inquietanti come insetti o resti di ossa che, grazie all’accostamento a soggetti delicatissimi, perdono il loro effetto inquietante riportandoci la speranza del futuro imprevedibile. Pagina COURRIER DES ARTS 5 Ray Caesar, “A Beautiful Thought” © l’artista / IPN Palazzo Saluzzo Paesana Via della Consolata 1bis - Torino Ray Caesar “The troubles with Angels” Fino al 19 maggio Info: 347 0103021 [email protected] www.palazzosaluzzopaesana.it A Milano il nuovo Museo del Design ROBERTO ROVEDA ’è fermento a Milano, anche in ambito culturale. Segno che l’Expo si avvicina e un po’ tutti ci tengono a fare bella figura. Si riscoprono edifici poco valorizzati, come la casa di Alessandro Manzoni, poco conosciuta nonostante la fama del suo antico inquilino e che il Comune vorrebbe rendere più fruibile al grande pubblico in occasione dell’Esposizione universale. Si riparla del restauro dell’ottocentesco Teatro Lirico, storico palcoscenico abbandonato se stesso da un quindicennio. Soprattutto sta per entrare nella fase operativa la creazione del Museo del Premio di Design “Compasso d’Oro”. Il premio, nato nel 1954 da un’idea di Giò Ponti, nei sui sessant’anni di vita ha laureato le migliori firme della creatività italica, da Achille Castiglioni a Vico Magistretti, passando per Joe Colombo, Ettore Sottsass, Michele De Lucchi, Tobia Scarpa, Gino Sarfatti e Bruno Munari. Per questo la collezione del premio è considerata la “Bibbia” del design italiano e raccoglie pezzi famosissimi e preziosi, vere e proprie icone di sessant’anni di creatività, economia, ricerca e innovazione. Dopo anni di attesa, l’Associazione per il Design Industriale (ADI: www.adi-design.org) che organizza il premio ha annunciato che presto inizieranno i lavori per la realizzazione del museo al- l’interno alcuni edifici utilizzati, più di un secolo fa, come deposito dei tram a cavalli e poi gestiti dall’Enel. Un’area dismessa da tempo, nei pressi del Cimitero Monumentale di Milano, che tornerà a nuova vita e all’interno della quale troveranno spazio l’archivio storico del Compasso d’Oro - il maggiore giacimento del design italiano, circa 300 capolavori e 2.500 prodotti menzionati dalle giurie e una selezione tematica dei pezzi più famosi usciti dalla selezione del premio. In tutto, circa 700 metri quadri di area museale ricavati all’interno di un piccolo gioiello di archeologia industriale. Costo dell’operazione circa due milioni di euro - si spera coperti dagli sponsor e tempi rapidi di realizzazione in modo da inaugurare prima dell’apertura di Expo. L’intenzione, almeno nelle parole di Luisa Bocchietto, presidente di Adi, è di realizzare un museo al passo coi tempi e con le tecnologie moderne: “Realizzeremo un museo ‘vivo’, flessibile, aperto alle percezioni del pubblico: le mostre di volta in volta attingeranno al catalogo delle opere. Non metteremo ‘solo’ in scena la collezione: rappresenteremo il movimento delle idee e le nuove tecnologie consentiranno questa visione di ‘museo a rotazione continua’. La collezione avrà quindi energia e profondità. Perché non sembri un negozio di mobili di lusso”. La poltroncina ‘Luisa’ di Franco Albini Premio “Compasso d’Oro” 1955, foto © aut./ADI Galleria 20 – Torino Materia e Segno Femminile Alla Collettiva in corso fino al 10 marzo partecipano anche Carla BRONZINO Graziella CACCIA Silvana D’URSO Clara MARCHITELLI ROSA CLOT Antida TAMMARO Galleria 20 C.so Casale 85 – Torino CORRIEREdell’ARTE 6 Tra coriandoli e stelle filanti Il vero senso della ricerca Pagina 28 Febbraio 2014 COURRIER DES ARTS Al Circolo degli Artisti di Torino C GIAN GIORGIO MASSARA on Coriandol’ARTE il Circolo degli Artisti è ritornato alla tradizione di festeggiare la manifestazione situata tra il Natale e la Pasqua in modo solenne; sul tavolo della prima sala è infatti esposto lo stendardo che un tempo – dal bancone centrale di Palazzo Graneri – annunciava i festeggiamenti contraddistinti da balli, scherzi, e soprattutto dalla presenza del Gran Bogo. La visita cordialissima di Gianduja, Giacometta e della Corte del Re del Carnevale di Torino alla mostra ha consentito a tutti i presenti di cantare – più o meno a gran voce – “La Monferrina”. Un gruppo di Soci è ovviamente ispirato ai due carnevali più celebri del mondo, Venezia e Rio . Chi ha dipinto Bagutte e maschere veneziane lo ha fatto ponendo sulla tela felici scorci della città lagunare; così, giocata sul bianco, è l’opera di Marisa Manis, aggredita dal colore la tela di Flaviana Chiarotto, misterioso il dipinto di Silvana Lavagna, new entry al Circolo. Quindi le opere di Elda Mantovani e Monica Battaglino. Una tela raffigura la maschera di Gianduja, memore forse di quel ciabòt che sorgeva in piazza Castello, ove spesso si recava il sindaco di Sambuy, tirando qualche colpo macino agli artisti e alle maschere. E arrivavano le maschere da tutta Italia! Ma poi tutto finiva con un lauto pranzo fatto recapitare dal ristorante del Cambio. Alle maschere in generale si ispirano i pittori Gianpaolo Brangero, Clara Mastrangelo, Salvatore Ravazzolo e M. Luisa Vigna, mentre Piera Gaia sceglie di restituire un’anima anche ai Burattini. Il tema del Clown piace a Caterina Cucco, a Raffaella Luiso, mentre Mara Destefanis ferma sulla tela per sempre l’immagine di un Artista di strada. Come è giusto che sia ecco affacciarsi il mondo dell’astrazione con l’interessante tela bianca, cucita e ricucita, sulla quale sta una maschera altrettanto bianca (Giacomo Cornelio), le maschere astratte di Anna Zaccaria – artista che già abbiamo avuto modo di conside- P Elisabetta Viarengo Miniotti alla Galleria Arte per Voi rare in occasione della rassegna Adotta un poeta - sino alle Scarrosegue fino al 23 marzo, presso cosmo. La sensibilità indagatrice per pette da sposa dipinte in modo la nuova sede della Galleria tutto ciò che è, soffre e si trasforma, tale da invitare al sorriso o alla “Arte per Voi” (in piazza Conte ispirando passioni e poesia, non è solo malinconia (Adele Scavino). Rosso n° 3 ad Avigliana) la mostra de- una virtù moderna, dal momento che “Sono un coriandolo che leggero dicata ad Elisabetta Viarengo Miniotti. credo coincida con l’antico sentimento si posa al suolo un frammento, un In esposizione una piccola antologia di della pietas. Le linee guida su cui si attimo...”, scrive il poeta Ersuoi dipinti dal 2010 al 2013, affian- impernia il suo percorso creativo manno Eandi. Ecco ritornare alla cata da un’ampia selezione di calco- dell’artista sembrano già abbastanza memoria la minuscola tela di Fagrafie, dal 1978 al 2013. Il titolo della ben delineate attraverso, in particobrizio Macchiorlatti Vigant, artimostra, Meditazioni. Sulla natura delle lare, un paio di interventi critici che la sta che il Circolo non scorda mai; cose, richiede una precisazione, un ul- riguardano direttamente. Mi riferisco parimenti invaso di coriandoli è il teriore chiarimento sulla finalità medi- in primo luogo alla presentazione Carnevale a Koko di Luciana tativa, che è già di per sé un dato dell’artista, a cura di Franco Fanelli, Battaglia. Ricca di colore è la tela costitutivo, profondo e intimo del- del 1998, in cui sono espliciti i rinvii della Rota Milani mentre Stelle fil’opera della artista, che si esercita co- ad una continuità, nello specifico stolanti - che vere ritroveremo nel stantemente sulla realtà, sulla natura rico della tradizione dell’arte incisoria salone al momento del brindisi fidelle cose. Come spiega il curatore piemontese, di un fare artistico che si nale - ispirano Claudia Tafuni. riconosce in straordiTre artisti portano il messaggio nari maestri, come dell’Accademia Albertina: ShaMario Calandri, Giadia Giardino (Arlecchino), Macomo Soffiantino e rella Valli (Maschera d’Argento) Francesco Franco. e Sergio Daniele Rizzo (Anima in Pino Mantovani, poi, festa, duplice opera in ceramica nel 2004, approfondisu tela). Il mestiere del critico sisce l’analisi della relagnifica anche ammirare un poco zione tra maestro e di più le opere che particolarallieva, dialetticamente mente paiono degne di interesse; vissuta tra Giacomo desideriamo quindi – non ce ne Soffiantino ed Elisavogliano gli autori – segnalare il betta Viarengo Midelicato Pierrot di Vittoria Picniotti, fin dai tempi, cioni, abbandonato nel bianco, e all’Accademia Alberl’interessante Omaggio ad Aroldo tina, della Scuola del Bonzagni, grandissimo pittore e Nudo. A me sembra, cartellonista di Davide Mabellini. anche se in La trasparente Maschera di Anna Elisabetta Viarengo Miniotti, “La fagianella”, 2010, oio su tela © aut./ApV un’estrema e del tutto Borgarelli, la Festa d’Oriente, provvisoria sintesi, dalle cadenze liberty, di Anna della mostra e gallerista Paolo Nesta: che si debba allargare, almeno ancora Sciarrillo, il Ballo di Carnevale di “‘La natura delle cose’ non è altro, un poco, l’orizzonte di queste riflesCarla Icardi, la libera e tenue granella mia intenzione, che la traduzione sioni, fino a spingerci, da una parte, a fia racchiusa entro forme geomedel titolo del poema latino De Rerum recuperare - nello specifico ambito triche di Laura Milano Natura di Tito Lucrezio Caro; perché, della tradizione calcografica piemonconcludono questa rassegna acriflettendo di fronte alle opere di Eli- tese - il senso e il valore (ovviamente compagnata da un minuscolo casabetta, credo che il rimando a quel fatto non solo di saperi tecnici) di una talogo di cui è autore Casimiro poeta non sia per nulla fuori luogo. In- tradizione, sul piano delle acquisizioni Teja, lo sraordinario personaggio fatti, come in quei versi antichi, dalle tecnico-formali, che affonda ancora al quale alcuni mesi or sono l’Arsue tele e nei suoi fogli, allo stesso più in là le proprie origini, forse anchivio di Stato (sede di via Piave) modo, trapela il senso della ricerca di cora oltre, a Torino, a Marcello Boha dedicato un’ampia e ben docuappigli, se non di certezze, morali e di glione, predecessore di Calandri mentata mostra. pensiero, necessarie a tacitare l’ansia all’Accademia Albertina, per sfiodella conoscenza e della compren- rare i primi decenni del XX Secolo”. Circolo degli Artisti di Torino sione e, forse anche, le intime inquiePalazzo Graneri della Roccia tudini, compresi gli stati angosciosi, Galleria Arte per Voi Via Bogino 9 – Torino dell’animo, suo e nostro. L’occhio che Associazione Culturale “Coriandol’Arte” Collettiva osserva la natura, nella sua apparente P.za Conte Rosso 3 – Avigliana (To) Fino al 27 febbraio freddezza conoscitiva, è però lo stesso “Meditazioni Info: 011 8128718 che invece sa animarsi, accendersi e Sulla natura delle cose” soffrire, scrutando l’umanità, i suoi Personale drammi. Qui si manifesta il nodo in- di Elisabetta Viarengo Miniotti scindibile in cui si avviluppa, senza Fino al 23 marzo scampo, la condizione dell’individuo, Info: 011 9369179 involto entro le inesorabili leggi del www.artepervoi.it CORRIEREdell’ARTE 28 Febbraio 2014 Nell’immagine, una veduta dell’esposizione in corso alla Galleria MartinArte di Torino foto E. Papa © aut./MartinArte L’Arte è viva più che mai MartinArte Galleria e Corsi – Torino N ENZO PAPA essuna scienza esatta, o altra conoscenza sperimentale potranno mai dimostrare o accertare quale influsso la Luna eserciti sull’arte figurativa, anche se da sempre è convinzione universale che il Satellite agisca sulla fenomenica biofisica del Pianeta e sulla creatività poetica e musicale. L’invenzione artistica in cui la Luna abbia ruolo significativo è classificata “opera romantica”, anche quando siano assenti l’intendimento, il languore, la melanconia, lo struggimento dell’anima trasfusi nella creazione dell’ingegno. Nondimeno, giacché ogni opera d’arte è l’estrinsecazione materiale e visiva di sentimenti quasi sempre convulsi, ecco che le scaturigini del processo pittorico si connotano come esternazioni di valori largamente contenuti nel sentimento romantico di cui la Luna è potenziale o convenzionale o illusoria ispiratrice. Gli influssi lunari della mostra presso MartinArte si palesano dopo disamina orientata, giacché ogni opera è pervasa di valori propri e specifici non sempre direttamente riconducibili alle virtù o alle energie attribuite all’astro in corteggio terrestre. Ma poiché il ventaglio degli influssi lunari è assai ampio e ad angolo sferico, in ogni opera sarà comunque rintracciabile un sentimento che in qualche modo possa essere ispirato dalla magia di Selene o ad essa ricondotto attraverso un iter interpretativo inverso o biunivoco. Dall’opera figurativa paesaggistica tardoromantica, fino alle installazioni concettuali, compresenti nella rassegna di MartinArte, ispirate o razionali, di pensiero o di istintualità, di tecnica accademica o di procedimento sperimentale, ogni creazione può essere percepita con emozione vibrante proprio per il dif- ferenziale tipologico e stilistico, il quale trasmette sentimenti empatici differenti in ogni spettatore, dipendentemente dagli assunti culturali e dal vissuto che colmano e determinano la personalità umana e spirituale del visitatore. Ragione per cui le reazioni emotive dello spettatore saranno radicalmente opposte nell’ammirare le opere dei Cambursano e dei De Agostini, padri e figli, di Guasco, di Gloria Fava, di D’aponte, figurative a tutt’effetto, contrapposte alle creazioni di Bogliacino, Paderni, Vindigni, Maggiora che esibiscono installazioni strutturate o apparentemente casuali, transitando attraverso le proposte di Caprioglio, Gili, Landina, soffermandosi su Ostili, Durazzo, Porchietti, Savina, Montà, Lisardi, Barrottu, Bosco, Martina e Vitaccio che offrono una visione soggettiva dei risultati pittorici d’influsso lunare. L’ammirevole varietà di soluzioni esitate sotto gli “Influssi lunari” sollecitano ad una visita pausata per cogliere le sensazioni avvertite dagli Autori nell’elaborazione dei lavori e lasciarsi suggestionare dalla manifesta differenziazione dei risultati creativi, a riprova che “l’arte non è morta”, a dispetto degli scettici e dei pessimisti. Galleria MartinArte Laboratorio d’Arte e Corsi C.so Siracusa 24 – Torino “Influssi lunari” Collettiva Fino all’11 marzo Info: 335 360545 Orari visite: lun., 15,30-19,30; mar-mer, 10-12,30 / 15,30-21,30; gio-ven, 10-12,30 / 15,30-19,30. La riflessione estetica di Armida Mazzotti Palazzo Graneri della Roccia - Circolo degli Artisti di Torino I CHIARA PITTAVINO naugura il 1° e prosegue fino al 16 marzo la mostra personale di Armida Mazzotti, esposizione allestita nella suggestiva aulica cornice del Circolo degli Artisti di Torino. Nata nel capoluogo piemontese, l’artista comincia, appena terminato il liceo, la sua attività di pittrice. Con l’entusiasmo tipico dell’adolescenza, si orienta verso l’informale e nel colore materico trova il proprio ideale espressivo. Conosce nel 1998 il pittore Giancarlo Aleardo Gasparin, il cui mondo pittorico figurativo e aderente al vero si distacca dal suo, ma che la ispirerà. Nel portare avanti con impegno e perseveranza il proprio studio pittorico, Armida Maz- Armida Mazzotti, “Il bocciolo e la rosa” © l’artista/CdA zotti si affaccia a quella che sembra essere una ricerca estetica che trova le sue radici in una riflessione realista. Ecco allora nascere la serie dei fiori, simbolo di purezza e fratellanza, dalla bellezza concreta e tangibile. Lo studio continuo e approfondito porta l’artista ad una Pagina COURRIER DES ARTS abilità tecnica che non lascia indifferenti ed i premi vinti nel corso degli anni (è del 2000 il Premio Nazionale “Piè di Cavallo” di Biella) così come il successo di mostre personali nazionali e internazionali, non sono frutto della casualità. “La capacità di fermarsi lungo il 7 proprio cammino, conoscere un maestro e farsi guidare – spiega il critico dell’arte Carlo Nesti - non è cosa da tutti. Ed è ciò che si è verificato nella vita di Armida Mazzotti quando si è resa conto che le tecniche della pittura antica sarebbero state le più adatte a valorizzarne il talento. Petali leggeri quelli dei suoi fiori, sfumature metafische, silenzi espressi dagli sfondi e pause di meditazione: ogni dettaglio concorre a creare un clima estatico. Sembra tutto spontaneamente bello ma è il frutto di un’applicazione straordinaria scaturita da dubbi e ripensamenti. Una lezione di maturità anche al di là della pittura”. Circolo degli Artisti di Torino Palazzo Graneri della Roccia Via Bogino 9 – Torino Mostra personale di Armida Mazzotti Dal 1° al 16 marzo Info: 011 8128718 Artisti scelti dal CORRIEREdell’ARTE Pagina 8 28 Febbraio 2014 COURRIER DES ARTS Carlo D’ORIA cell. 333 2184744 Luciana LIBRALON cell. 347 2230863 - www.lucianalibralon.it Serpente è una fusione in bronzo a cera persa, realizzata da Carlo D’Oria, in cui assistiamo al divenire spazio-temporale della sagoma appunto d’un serpente atavico. L’essere che Iddio maledisse ma che anticamente rappresentava alchemicamente l’acqua, il cambiamento, la trasformazione. Le stesse sembianze che Lucifero assunse per ingannare gli Eletti e ridurli alla mortalità. Sono queste le premesse ideali che strisciano nella forma definita di quello splendido rettile. D’Oria lo coglie in tutte le sue sfumature concrete, calando lo sguardo più attento nelle sue spire sino ad "Serpente", 2010, fusione in bronzo a cera persa, foto © Benappi una tattilità ruvida, grezza, informe: caratteristiche tecniche che denotano stilisticamente la simbologia dell’animale rappresentato. Il suo scorrere vorticoso sulla terra rinvia al senso finito della nostra esistenza e recepiamo il desiderio di venirne fuori, di liberarci, di cambiar pelle. L’aspetto simbolico viene letto nella sua fascinazione fisica determinata dal tatto. Il titolo dell’opera di Luciana Libralon è Chiaro di Luna (2013): si tratta di un viaggio onirico-metafisico nei mondi sconfinati della fantasia in cui un’isola misteriosa si libra nel vuoto, a metà strada tra il mare e il cielo, mentre una formidabile luna piena canta la magnificenza del paesaggio colto nella sua complessità. Onirico, per i lontani riferimenti ad una realtà stravolta, quasi come se venisse risucchiata dal vortice personale dei ricordi rimossi. Metafisico, per l’idealità compositiva che descrive perfettamente un borgo d’una contrada remota "Chiaro di Luna", 2013, 70x60 cm. che appartiene alla sfera intima dell’artista. La particolarità di questo salto dimensionale nella sfera del vissuto è che viene traslata pittoricamente in un sogno ad occhi aperti dal sapore magrittiano ma intriso di elementi personali, resi simbolicamente attraverso uno sguardo interiore, che lo rendono certamente unico. cell. 347 3149659 www.dorisca.it Elena SARACENO Il Ponte Isabella di Torino: l’affascinante dipinto di Elena Saraceno ce lo restituisce cogliendolo dalla sponda orientale del Po, con la luce diafana tipica delle ore pomeridiane. Torno indietro negli anni, ai freschi pomeriggi primaverili, quando vita e pensieri scorrevano sulle acque eridanee dell’amata vena fluviale subalpina. Torno indietro negli anni, alle illusioni che quella corrente ora tranquilla ora convulsa suscitava nella mia mente ancor giovane. L’opera della Saraceno evoca nella fantasia agganci ad un passato non troppo lontano, riuscendo in ciò a cui è deputata "Torino, il Ponte Isabella" l’arte: risvegliare emozioni. E in questo caso - filtrato dall’efficace alchmia di tonalità cromatiche decise, contrastate, quasi espressioniste - un senso profondo di nostalgia si genera dal nulla e prende il sopravvento sulla razionalità; dal nulla, infatti, vedo me stesso passeggiare sulle sponde dell’adorato fiume e sognare di vedermi sognare di nuovo là, immerso nella speranza e nelle malinconie mai sopite d’un tempo remoto. P.za Zara, 3 - 10133 Torino Tel. 011 6312666 / fax 011 6317243 Doris SCAGGION (Dorisca) L’olio su telaMediterranea Cup (2013) di Doris Scaggion sarà esposto con altri suoi cinque lavori, sino alla fine di marzo, presso le sale dell’UCI Cinema di Moncalieri (To). La mostra, organizzata da MyArt "Mediterranea Cup", 2013, olio su tela Gallery di Torino, mette in evidenza le capacità compositive della Scaggion, in arte Dorisca. Come possiamo verificare, nell’opera si esplicitano diverse componenti: la forza degli elementi determinata dalla resa tecnica del mare e dalle imbarcazioni che lottano contro il vento tentando di raggiungere il traguardo della competizione; lo spettatore si trova così immerso nel cuore della regata, quasi come se la pittura divenisse un ponte verso ricordi di momenti vissuti sulla propria pelle. L’espressionistico desiderio di riportare lo sguardo a queste componenti affettive inducono alla condivisione comunicativa cui l’arte ha il sacro compito di adempiere. CORRIEREd Il Corriere dell’Arte è su facebook con più di 7.000 contatti d Corriere dell’Arte Q CORRIEREdell’ARTE 28 Febbraio 2014 Giovanni SANGALLI uello di Giovanni Sangalli, già docente a Brera, è uno stile fluido, nel quale la ricerca cromatica ha come obiettivo fondamentale dialogare con la luce. Ed è proprio la luce la protagonista assoluta delle sue opere, quasi come se la superficie dipinta divenisse uno specchio cromatico in cui la forma traccia dei percorsi logici ove la luce appunto incanala la propria energia distribuendola successivamente in tutte le direzioni. La potenza del segno, quindi, raggiunge l’istintiva proiezione del gesto materico fissato sul supporto da un fascio di luminosità immaginaria che dilata le possibilità ricettive dell’osservatore. Parliamo di una sorta di fluidità costitutiva dell’opera stessa, atta a dinamizzare le possibili chiavi di lettura che variano a seconda del punto di vista. La diagonalità realizzativa è lo strumento favorito dall’artista, che potenzia Come sempre, Giuseppe Valerioti ci trascina pittoricamente in quelle dimensioni oniriche a metà strada tra il sogno e il favolistico. In questo caso l’olio su tela intitolato La mucca pazza induce lo sguardo dello spettatore a sprofondare nelle bucoliche terre dell’abbondanza, ricoperte dal manto nevoso; al centro, una figura maschile, vestita con un impermeabile, porta con sé una falce e una maschera ed accompagna appunto una mucca che curiosamente indossa il suo cappello. Un uccello si posa sul capo di questo famigerato “angelo della morte”, mentre intorno la Natura immobile, indifferente, sembra irridere, col suo silenzio tombale, lo sventurato bovino, quasi come se da un momento all’altro dovesse echeggiare il grido funesto dell’imminente sacrificio. L’atmosfera naïve narra l’evento con “La mucca pazza", olio su tela, 40x50 cm. maestria, un pizzico d’ingenua ironia e insieme sarcastica critica sociale, che trasforma teatralmente l’indomita realtà nel racconto triste d’un presagio. dell’ARTE ANDREA DOMENICO TARICCO Montefiore Conca (Rn) - tel. 0541 980115 Giovanni Sangalli, "Lavoro edilizio", olio su tela Giuseppe VALERIOTI cell. 334 8846656 A CURA DI Pagina l’immagine realistica attraverso elementi simbolico-cromatici strutturati in questo modo, proprio per ampliare le matrici concrete della sua composizione creativa verso un materialismo informale che proietta metafisicamente le proprie costanti sul prodotto finito. Anche nel caso dell’olio su tela Lavoro edilizio, la forma è scomposta dalla luce, anzi è proprio la luce a concepire la risultante cromatica strutturata in forme. In tal modo, la tela assorbe gli stati d’animo impressi mediante gli slanci del gesto che concepisce il rapporto tangibile con la materia. Lo sguardo del fruitore diviene così l’atto successivo, il gesto cosciente o inconscio, deliberato od onirico dell’osservare, che riflette i dinamismi pittorici precedentemente formulati in azione. Il quadro vive sensibilmente in se stesso e prolunga le sue dinamiche costitutive proprio attraverso la visione. Tatiana VEREMEJENKO tel. 011 9407102 Maggio, l’olio su tela di Tatiana Veremejenko, giunge ad esplicitare artisticamente la consapevolezza di poter comunicare, mediante il canale della pittura, elementi della realtà individuale, quasi la rappresentazione figurativa divenisse la personificazione dell’occhio interiore, capace di vedere - di tradurre in immagini - i pensieri scaturiti da uno stato d’animo. L’autrice riesce a cogliere l’indefinito senso di un vissuto scardinato dal tempo. Compare una donna in posa, con lo sguardo perso nel vuoto; i co"Maggio", olio su tela, 100x70 cm. lori scelti e gli oggetti sul luogo del ritratto sono indici (indizi) della stagione e della provenienza di lei: lo spicchio di tavolo ove son poggiate alcune rose, accanto a un vaso di vetro, o la porta retrostante semichiusa che collega l’ambiente ad una quinta nascosta. Ecco, quell’uscio è giusto un punto di fuga, una soglia di connessione tra questa stanza e un’altra, magari un mondo inconscio, o passato, diverse dimensioni da varcare in uno spazio mentale che forse s’apre e dilata, rompendo gli schemi d’una pavimentazione uniforme. da tutto il mondo e on line con oltre 500 visitatori al giorno 9 COURRIER DES ARTS [email protected] www.corrieredellarte.it CORRIEREdell’ARTE 10 Il dubbio amletico di Giulio Paolini F Pagina 28 Febbraio 2014 COURRIER DES ARTS “Essere o non essere” al MACRO – Roma ino al 9 marzo 2014 il MACRO presenta la mostra Giulio Paolini. Essere o non essere, prodotta con la Whitechapel Gallery di Londra, dove proseguirà in una versione ampliata nel luglio 2014. L’esposizione, curata da Bartolomeo Pietromarchi, presenta quattordici opere datate dal 1987 al 2013, tra cui un nuovo lavoro ideato appositamente per l’occasione. La scelta dei lavori – allestiti come “isole” di luce in una successione di ambienti in penombra – propone per la prima volta un percorso monografico dedicato a un tema di particolare rilievo nella poetica di Giulio Paolini: l’autore e il suo ruolo (o Opere di Paolini in mostra al MACRO © Museo di Arte Contemporanea Roma / Fondazione G. e A. Paolini non ruolo) rispetto alla concezione dell’opera e al suo manifestarsi. Per Paolini l’autore non è un demiurgo – non ha nulla da dichiarare né da mettere al mondo – ma un mero spettatore, che attende l’alzata del sipario, l’inizio della rappresentazione, l’artificio di una visione. Laddove compare in prima persona, l’artista veste il ruolo dello spettatore oppure è calato nella ricerca e nell’attesa del possibile divenire di un’opera. In Giovinezza e libertà Musei di San Domenico – Forlì C FRANCO FORZANI BORRONI tare con saggezza sulle novità e le giovinezze di ieri. C’era una volta urioso davvero che in un’Europa felice che, incurante un’Italia dove tutte le pana- della “morte di Dio” annunciata da cee sembrano semplice- un veggente, stava scardinando ogni mente consistere nella vieta idea dei logoro assetto sociale e culturale in “volti nuovi” (dalla politica allo nome del progresso. L’arte volle spettacolo, che è poi quasi lo stesso), sancire questo trionfo della borgheuna mostra dia occasione di medi- sia archiviando l’esperienza passatista dell’eclettismo ed Galileo Chini, “La Primavera classica”, 1914 autoproclamandosi Accademia d’Arte “Dino Scalabrino”, Montecatini © “nuova” (Art Nouveau) e “giovane” (Jugendstil). L’epoca – che si disse bella – scelse a sua immagine la linea flessuosa del gambo dei fiori recisi, giusto l’ossequio che ancora Ruskin raccomandava verso la Natura. Ma la terribilità dell’immaginario romantico era ormai detronizzata, ed in sua vece si erano instaurate le mollezze del giardino domestico. Com’è ben noto, l’Italia giunse un po’ attardata a questo appuntamento – vuoi per il suo retaggio altri casi è rappresentato attraverso la dimensione dello studio d’artista. La presenza diretta o indiretta dell’autore si inscrive sempre nel cammino imperscrutabile che conduce all’eventuale nascita dell’opera, di cui di paese ancora contadino nel XX secolo, vuoi perché culturalmente ormai provincia da Gran Tour – ma la sua adesione diede presto risultati di assoluto e duraturo valore, senza i quali non sarebbe stata immaginabile tanto la stagione futurista quanto il design del secondo dopoguerra. Ecco perché ragionare del Liberty – questo l’appellativo mediato da un’intrapresa commerciale, come d’altronde era stato per l’Art Nouveau – significa interrogarsi sulla contraddittoria rivoluzione della modernità, influenzata da Edward Burne Jones così come da Gustav Klimt. Di quanto poi quell’Europa, inebriata dalle mollezze di tanta décadence, ebbe a inabissarsi nella grande mattanza del primo conflitto e negli orrendi nazionalismi che ne seguirono, è motivo di riflessione seria ed urgente. Una riflessione che implica una congrua varietà di materie e materiali (pittura, scultura, architettura, grafica, moda, ceramica, ebanisteria…) e che può essere affrontata solo grazie a una mostra completa e intelligente come quella del complesso museale di San Domenico a Forlì, giusta la sapienza dei curatori (Maria Flora Giubilei, Fernando Mazzocca, Alessandra Tiddia), la cultura del direttore Gianfranco Brunelli, e la dottrina somma del egli non si considera il creatore, bensì l’ospite. La mostra è accompagnata da una brochure in doppia lingua italiano – inglese, realizzata grazie al contributo della Fondazione Giulio e Anna Paolini, Torino, e distribuita gratuitamente al pubblico. Si ringraziano la Fondazione Giulio e Anna Paolini e Giacomo Guidi Arte Contemporanea Roma/Milano per la collaborazione. (c.s./c.p.) MACRO Museo di Arte Contemporanea Roma Via Nizza 138 – Roma Giulio Paolini “Essere o non essere” Mostra a cura di Bartolomeo Pietromarchi Fino al 9 marzo Info: 06 671070400 www.museomacro.org presidente Antonio Paolucci. Una mostra che ha tutto e solo ciò che serve, da assaporare e meditare, per evitare gli errori del passato e ritrovarci a canticchiare Giovinezza!. Musei di San Domenico P.za Guido da Montefeltro 12 – Forlì “Liberty Uno stile per l’Italia moderna” Fino al 15 giugno 2014 www.mostrefondazioneforli.it Giorgio Kienerk, “L’enigma umano: il dolore, il silenzio, il piacere” (part.) post 1900, Musei Civici di Pavia © NEwYORK NEwYORK Q foto © aut. DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MAURO LUCENTINI uella che un critico del New York Times, Michael Cooper, ha chiamato una “rivoluzione musicale che si è svolta sotto i nostri occhi nell’ultimo quarto di secolo”, cioè l’invasione dei palcoscenici lirici mondiali da parte dei cantanti russi, dei direttori russi, dei danzatori russi, del repertorio operistico russo, è continuata nella seconda parte del cartellone della Metropolitan Opera, anche detta ‘Met Opera’, di New York, con soltanto poche eccezioni. Tra queste, il vero gioiello della stagione 2013-2014, la riproposta del capolavoro lirico di Antonin Dvořák, Rusalka. È la struggente favola di una ninfa che per amore vorrebbe diventare donna, narrata nello stile di misteriose dissonanze e dolci melodie tipico del grande maestro boemo, la cui statura appare, col passare del tempo, sempre più eminente. Interprete, con suprema eleganza, la grande soprano americana Renée Fleming. È anche da ricordare una nuova e intelligente messinscena del Falstaff in costume fin de siècle, con il ruolo centrale affidato al baritono italiano che la critica americana giudica il più penetrante interprete attuale del personaggio verdiano e shakespeariano, Ambrogio Maestro. La voce italiana, pur avendo perso, dall’epoca della scomparsa di Luciano Pavarotti, il suo primato sulle scene USA, riceverà poi una celebrazione al principio del mese prossimo in una serata al Met dedicata ai capolavori del bel canto, in un recital del tenore aretino Vittorio Grigolo, accompagnato da solo pianoforte. A questo punto, trovo necessaria una digressione. Avendo in questa corrispondenza riportato due settimane fa l’accusa di una delle figlie adottive di Woody Allen, Dylan, di violenza carnale che il padre le avrebbe inflitto quando essa aveva sette anni, giudico indispensabile segnalare oggi la smentita di Allen, apparsa successivamente con eccezionale rilievo sulla stampa americana. Il grande scrittore, regista e attore ricorda che all’epoca in cui il delitto sarebbe stato commesso, l’accusa era già stata dichiarata falsa in un’inchiesta condotta da un istituto per la difesa dell’infanzia e afferma che essa risale a una diabolica vendetta della madre adottiva di Dylan, l’attrice Mia Farrow, che per punire lui che nel 1992 l’aveva la- CORRIEREdell’ARTE 11 Rusalka, la ninfa che volle farsi donna 28 Febbraio 2014 Pagina COURRIER DES ARTS Il Metropolitan Opera ripropone il capolavoro lirico di Antonin Dvořák La soprano Renée Fleming è Rusalka nell’omonima opera di Dvořák, in scena al Teatro Metropolitan Opera House di New York foto © aut./MetOpera sciata, con un lavorio di anni avrebbe inserito nella mente della ragazza una scena mai esistita. Io non so se una simile manovra sia credibile, anche se i resoconti clinici di Freud ne includono di simili nella casistica delle patologie nervose. L’episodio ne ha tuttavia riportato alla mia memoria un altro, di cui la Farrow era stata protagonista in un incontro con me. Era avvenuto da poco il suo divorzio da Frank Sinatra nel 1968. L’attrice, che io non conoscevo, mi aveva invitato a un party nella sua casa, insieme a un numeroso gruppo di giornalisti. Io ero l’unico italiano. A quell’epoca corrispondente capo negli Stati Uniti per l’agenzia Ansa, avevo accettato l’invito di questa celebre figlia di Maureen O’Sullivan (Io Jane, tu Tarzan) più che altro per dovere professionale. Quando, presentandomi, le tesi la mano, la donna m’investì pubblicamente con una esplosione di insulti contro l’intera stampa italiana, senza però rispondere in nessun modo alle mie insistenti richieste di precisazione circa le presunte iniquità secondo lei perpetrate da quella categoria di lavoratori. Al che io trovai doveroso dirigermi alla porta e uscire. Conclusa questa spiacevole interpolazione, vorrei informare chi ha avuto la pazienza di arrivare fin qui che la mostra d’arte più interessante in questo momento a New York non è segnalata da nessun giornale e, curiosamente, neppure dal luogo in cui si svolge: si tratta di un’esposizione di stampe e disegni organizzata in un corridoio dell’altro ‘Met’ di Manhattan, il Metropolitan Museum of Art. Sarà visibile fino a tutto marzo. Metropolitan Opera House Lincoln Center Plaza New York (NY) Info: 001 212 366000 metoperafamily.org foto © aut./Warner/VillageRoadshow/Lego CINEMA Impazza il pupazzo Al Box Office USA L’eroe hollywoodiano del momento non è in carne ed ossa, ma in plastica: il pupazzetto Emmet nel film a 3 dimensioni Lego Movie, i cui protagonisti sono costruiti tutti con i noti blocchetti. Nell’ultima quindicina il film ha realizzato, nelle sole vendite alle sale americane, più del doppio di ciò che è costato, raccogliendo ai botteghini 140 stupefacenti milioni di dollari per la estatica Warner Brothers e per la sua associata tecnica Village Roadshow. Non avevano mai pensato che non solo i bambini, ma anche i grandi amassero tanto quei blocchetti. Nella prima parte di febbraio che ha visto grande afflusso nei cinema, anche per le due feste nazionali che hanno allungato di un giorno il fine settimana – il Valentine Day (o festa di San Valentino), dedicato agli scambi di messaggi amorosi, e il President’s Day, che da qualche anno ha sostituito le commemorazioni individuali dei grandi presidenti che diventavano troppe – Lego Movie ha battuto di gran lunga ogni altro concorrente al primo posto di popolarità. La piazza d’onore è stata conquistata da The Monuments Men di George Clooney, dedicato ai recuperatori anglo-americani di oggetti d’arte dalla Germania nazista, pellicola che nelle due settimane ha totalizzato nella sola America - per la Sony/20thCenturyFox - 46 milioni (contro un costo di 70). La critica, tuttavia, non ha ritenuto il film eccelso. Al terzo posto si è piazzato Robocop della MGM, che, costato ben 100 milioni, ne ha riacquistati finora circa un terzo, ma attende anche forti rientri finanziari dal resto del mondo. Tra le altre pellicole (pardon, dischi digitali) segnalatesi nel periodo, figurano Vampire Academy della Weinstein, con quattro magri milioni di vendite, e About Last Night (ancora della Sony) con Kevin Hart, che nella sola prima settimana ha incassato, con una trentina di milioni, più del doppio del suo costo. (ma. lu.) [I dati ufficiali degli incassi sono forniti dall’Agenzia Rentrak ©] FOTORAMA Bel segnale A CURA DI ENRICO S. LATERZA World Press Photo Nelle immagini, due momenti della “Turandot” di Giacomo Puccini in scena al Regio di Torino, foto Ramella&Giannese © TRT Turandot di Puccini Teatro Regio di Torino nella Cina di Marco Polo I ALESSANDRO MORMILE l Teatro Regio di Torino apre, all’interno del proprio cartellone, una sorta di piccolo festival pucciniano. Dopo la ripresa, per tre sole ma affollatissime recite di Madama Butterfly, che la regia di Michieletto narra come fosse un triste episodio di turismo sessuale nei sobborghi di una moderna metropoli orientale, è la volta di Turandot, cui seguiranno Tosca e Gianni Schicchi. L’opera incompiuta di Puccini, che qui viene eseguita con il Finale di Alfano, va in scena nell’allestimento che Giuliano Montaldo realizzò per il Carlo Felice di Genova sulla falsa riga di quello proposto all’Arena di Verona nel 1983. Uno spettacolo in cui il regista genovese metteva a frutto l’esperienza maturata in Cina durante le riprese del celebre Marco Polo, sceneggiato televisivo che in quegli anni la Rai trasmise con grande successo. All’opposto di quanto avvenuto per Butterfly, l’allestimento di Turandot è fedelissimo al libretto. La Cina che si raffigura non è quella tratta dalla fiaba di Gozzi, bensì lo storico spaccato cinematografico di un rituale medievale legato a un’antica leggenda cinese. In tal senso il monumentale altare piramidale della reggia della «Principessa di gelo», che domina il palcoscenico ergendosi a scena sostanzialmente fissa nel corso degli atti, è dotato di scalinate che uniscono gli spazi disposti su tre livelli, delimitati da colonnati, contraddistinguendo le diverse gerarchie sociali dei personaggi che abitano la reggia. La direzione di Steinberg non indulge in alcun intimismo; appare vigorosa, di ampio respiro sinfonico, talvolta anche attenta al particolare strumentale, ma senza compiacimenti estetizzanti aperti a suggestioni novecentesche. Nel cast, ad eccezione della debole Turandot del soprano finlandese Johanna Rusanen, vocalmente inespressiva e così sfilacciata e a corto di fiato in acuto da non meritare neanche la sufficienza, si impongono Roberto Aronica, Calaf che non indulge in sfumature ma sfoggia una forma vocale ottimale, e Carmen Giannattasio, Liù insolitamente volitiva e ricca di temperamento, in controtendenza rispetto molte altre interpreti di questa parte, pervase di sdolcinato sentimentalismo. Nobilmente sofferto il Timur di Giacomo Prestia e bravi tutti gli altri. Undici recite in cartellone, e tutte esaurite. Che volete di più? Spettacoli / Fotografia Eletto il miglior scatto giornalistico del 2013 WPPF - World Press Photo Foundation, De Nieuwe Kerk, J. Stanmeyer, “Signal”, migranti africani di notte sulla costa di Gibuti Gravenstraat, 17 - Amsterdam 2013, fotocolor © l’autore/NationalGeographic/WFFP (NL). world Press Photo Award 2014 - Photograph of the Year 2013, Con- PHOS – Chieri (To) corso Internazionale di Fotogiornalismo 57ma edizione - con mostra itinerante. Un po’ come l’ominide che brandiva contro il cielo Due autori in ricerche personali preistorico l’osso (non di seppia), sinché quello non si trasformava - in dissolvenza - nell’ipertec- PHOS - Centro Polifunzionale per la Fonologica astronave in missione verso Giove, nella tografia e le Arti Visive, diretto da Enzo celeberrima sequenza di transizione iniziale di Obiso, via Garibaldi, 35 bis - Chieri (To). 2001, Odissea nello Spazio di Kubrick, scure fi- Marcella Gallotta e Angelo Iannone. Progure di migranti stremati, novelli Ulisse naufragati segue senza sosta l’impegno del Centro Phos sull’isola dei Feaci, tendono alla pallida luna il per la promozione di giovani artisti fotografi: braccio con in mano la luminescente lanterna ma- la doppia mostra personale che s’inaugura gica dello schermo acceso del cellulare, in cerca mercoledì 5 marzo a Chieri, nelle affascinanti del contatto satellitare, per comunicare con le fa- aree espositive dell’ala destra di Palazzo Bumiglie in patria: è Signal, l’immagine vincitrice schetti, quasi in volo pindarico offre allo spetassoluta del Premio Press-Photo 2014, giudicata tatore un’ampia panoramica sui recenti lavori la migliore del 2013 tra oltre centomila, scattata di una coppia di affermati autori italiani, come dal reporter statunitense John Stanmeyer nella in un dialogo parallelo eppure divergente, ovnotte del 26 febbraio dell’anno scorso a Gibuti, vero intrecciato, fra differenti stili, approcci e sito di transito della fiumana o marea di disperati sguardi sulla realtà, un confronto africani provenienti da Eritrea, Etiopia e Somalia, interno/esterno, natura/struttura. Se la partenoin fuga alla volta della Terra Promessa d’Europa. pea Gallotta, trapiantata in territorio piemonBarlumi di speranza nel buio-pesto della tragedia. tese, traduce la sua visione di architetto in Tra i partecipanti, 5.750 autori di 130 nazionalità suggestivi scorci in bianco-e-nero di sale e cordiverse, nelle varie sezioni e sottosezioni, si sono ridoi museali ove scie di luce scavano solchi al solito ben distinti anche gli italiani, quali abbacinanti, sberluccicanti (shining) tra riflessi Alessandro Penso (primo nelle General News), ed ombre, nella carne pietrificata dei vasti ediGianluca Panella (terzo), Bruno D’Amicis (1° per fici in mattoni, granito, calcestruzzo e vetro, la Natura) ed altri. Dopo l’annuncio, diffuso il quindi dentro le stanze labirintiche - persino giorno di San Valentino, e la celebrazione con claustrofobiche - degli immobili, la mobile otconsegna dell’ambito riconoscimento, in pro- tica del piacentino Iannone s’apre invece agli gramma il 24 e 25 aprile prossimi, è previsto spazi paesaggistici dell’ambiente là fuori, dalle l’usuale allestimento di un’esposizione itinerante chiome scapigliate degli alberi d’un bosco agli delle foto selezionate, a partire dalla capitale olan- orridi rocciosi di montagne tranciate dai cavi dese (presso la Nieuwe Kerk) e poi in un centi- dei tralicci dell’alta-tensione, però perlopiù imnaio di località sparse per quarantacinque Paesi mersi nell’oscurità della notte, nei rari bagliori in tutto il Mondo (da noi, probabilmente sarà di elettrici di lampioni lontani, o al tramonto nuovo ospitata al Forte di Bard, da dicembre). o all’aurora, sull’albeggiante fluorescente Fino al 22 giugno orizzonte di s/ogni, o in/cubi, inter-rot-ti. (e in itinere per l’intera annata). Dal 5 marzo al 30 aprile. Info: 0031 020 6386909 Info: 011 7604867 www.nieuwekerk.nl www.phosfotografia.it Divergenze parallele A. Iannone, 2013, fotocolor M. Gallotta, 2013, foto b/n © aut./PHOS Spettacoli Federica Di Martino e Gabriele Lavia foto © aut./TST La realtà di Ibsen è la realtà di oggi “I pilastri della società” per la stagione dello Stabile torinese Q ELIO RABBIONE uando leggi “dramma sociale” ed il nome di Henrik Ibsen, un po’ di polvere in trasparenza inevitabilmente la immagini. Come nei Pilastri della società scritto nel 1877, un taglio di storia confinato lassù, tra gli spigoli dei fiordi della Norvegia. T’immagini un teatro antico, magari ti verrebbe da dire “vecchio” con quel tanto di fastidio e supponenza che si porta appresso un certo pubblico di oggi: invece il testo sta tutto lì alla luce del sole, alla luce delle cronache cui siamo abituati (e ci si potrebbe ancor più indignare, ovvero allungare quel periodo di vent’anni su cui l’interprete e regista giustamente come da copione calca la F mano, con sincrona risatina del pubblico), di fronte ai tanti pilastri che continuano a ruotarci intorno. Emblematica ed eterna – Gabriele Lavia nella sua sontuosa messinscena, rombo finale della sua direzione allo Stabile romano che ha prodotto lo spettacolo con lo Stabile di Torino e la Fondazione Teatro della Pergola, si stacca dal lieto fine dell’autore per mostrare con ogni rimando la miseria e l’ipocrisia che ancora ai giorni nostri la fanno da padrone – è la vicenda del console Bernick, la colonna morale della società, l’uomo integerrimo ed il benefattore, il primo cittadino influente, l’uomo potente circondato da un nugolo di leccapiedi e faccendieri e da un gruppo di donnicciole vocianti pronte Salviamo l’arte dal nazista cattivo “Monuments Men”, Clooney regista e interprete a dire sempre di sì, affonda le proprie radici nelle colpe compiute anni prima e sempre taciute, fino al giorno in cui la cognata un tempo amata ed il migliore amico, che di quelle macchie s’era assunto la colpa, tornano dall’America. In un continuo intrallazzare di progetti, di vendite e di espropri, di ferrovie da costruire, tenta ancora il console di nascondere, di camuffare, di tirare dalla propria parte, sbandierando ad ogni frase l’enorme ricchezza ed i soldi che sarebbe disposto a dare a questo o a quello: in un plot avvincente che corre ben al di là dei 180’, in un Carignano a luci accese che reclama beffardamente il pubblico di oggi, Lavia è il monumento alla meschinità, principe di una società che ancora si fonda sulla falsità CORRIEREdell’ARTE 28 Febbraio 2014 Pagina 13 COURRIER DES ARTS e sull’apparenza, che non cambia e non cambierà mai, che si beffa ad ogni notizia della libertà e della verità che Ibsen poneva a veri pilastri della nostra società. Lavia non attualizza, non cerca facili ammiccamenti, il testo è lì a parlare con estrema nettezza, sta lì a dirci ancora quanto marciume ci circondi. Uno spettacolo grandioso, serrato, incorniciato nella scenografia pressoché monumentale di Alessandro Camera, con un gruppo di attori - 19 in scena di ottimo livello, anche se qualcuno sospinto ai bordi della macchietta. Grande prova del protagonista, grande nell’essere tronfio e nell’accusare tutta la debolezza del suo console.Accanto a lui, in antitesi con l’operato più tradizionale dei compagni, Federica Di Martino, modernissima, una bella presenza scenica, una donna la sua Lona capace di arginare davvero il malcostume ed il pettegolezzo di un intero paese. Ancora risate all’Alfieri È orse il pregio maggiore di Monuments Men, progetto che George Clooney stato un vero ha strettamente fatto suo nelle vesti di produttore, sceneggiatore, regista e successo ad interprete, è quello di aver rispolverato oggi una missione artistica com- inizio stagione: per piuta da un minuscolo drappello di ardimentosi sul finire del secondo conflitto cui a grande richiemondiale e portata avanti sino all’inizio degli anni Cinquanta, ovvero proteggere sta Margherita Fue riportare a casa quelle opere d’arte che i nazisti avevano trafugato nell’Europa mero e Franco Neri occupata, tesori che, aveva intimato il Fuhrer, alla sua morte dovevano essere tornano sul palcocompletamente distrutti. Missione non terminata ancora ai nostri giorni, se le scenico dell’Alfieri cronache ci hanno detto di recente dell’appartamento di Monaco di Baviera dove da venerdì 7 a do- Margherita Fumero e Franco Neri, foto © aut./TeatroAlfieri capolavori di Picasso e Matisse e altri ancora riposavano. Un gruppo di uomini menica 9 marzo, per sole quattro re- già vedeva la candida Teresa perinviati da Roosevelt a tramandare al domani un patrimonio ed una cultura che cite (sabato 8 anche la pomeridiana dersi nell’amore per l’avvocato. sarebbero altrimenti andati distrutti, anche a repentaglio della propria vita: con alle 15,30), con Vedova Pautasso Oggi è rimasto il ricordo: e se alla domanda se quella cieca probabilità fosse lecita, se la Vergine michelangiolesca Antonio in cerca di matrimonio, per l’improvviso spuntasse qualcuno a di Bruges o il polittico di Gand fossero più importanti di una sola vita umana. la regia di Cristian Messina: ovvero risolvere la strana situazione sentiTratto dal libro di Robert Edsel e Brett Witter, il film sfocato di Clooney non dà tutto quel che è successo 40 anni mentale di Teresa? Equivoci, gag e risposte, gioca su una sceneggiatura sbrindellata che pensa solo a costruire degli dopo quel Pautasso Antonio esperto situazioni divertenti per una comassolo tra il dramma ed il divertimento alla carrettata di star che il divo ha voluto di matrimonio firmato Macario che media nata sotto una buona stella. con sé (Matt Damon, Cate Blanchett scolaretta diligente e appassionata, John Good- “Trappola mortale”, un brivido firmato Ira Levin ogni particolare con grande sicurezza, costruendo suspence man, Bill Murray, Bob Balaban: e senza fronzoli, in maniera dil’arruolamento del gruppo sembra una paretta, sempre come un pugno gina strappata di Ocean’s Eleven), tutti chiamati a interpretare o enfatizzare quanti dopo l tempo è passato ma, sostituite mento giusto con una commedia allo stomaco: ma lo spettacolo la guerra si dedicarono con studi o con incale macchine da scrivere con i avvincente, una moglie che non non farebbe suo quel successo richi prestigiosi alla grande causa dell’arte; computer e aggiornata qua e là la comprende un gioco al maschile cui abbiamo assistito in una delle non si riesce a creare una tensione tra le pie- vicenda, Trappola mortale vista più grande di lei, una sensitiva repliche se non avesse al proprio ghe della ricerca dei tanti capolavori, si fanno pochi giorni fa sul palcoscenico che prevede a colpo sicuro, morti interno un eccellente gruppo simpatici siparietti, a tratti ci si annoia. Mu- dell’Alfieri inchioda ancora alla vere e apparenti, un gioco al d’attori. Corrado Tedeschi e Etsiche trionfalistiche, lettura epica quando poltrona, grazie all’intreccio, ai massacro che non è mai quello tore Bassi giostrano, con l’apdella stessa avverti la negazione un attimo colpi di scena e anche a quella che sembra veramente. Un con- porto tra il dramma e il dopo, impianto vecchio (vecchissimo) stile, piccola dose di umorismo che tinuo negare il dialogo o la scena divertimento di Miriam Mestuti pare di rifare un tuffo nel passato del ci- davvero non guasta, inventati da precedente, una girandola di sor- rino e Silvana De Santis, senza nema bellico anni Sessanta e Settanta, sfac- Ira Levin, il mai troppo lodato prese, sorrisi e affanni, un pic- risparmiarsi colpi, creando alleciatamente la fanno ancora da padroni autore di Rosemary’s baby tanto colo capolavoro folle e calibrato anze e sistemando questioni una Vermeer, Michelangelo, Rembrandt e com- caro a Polanski. Un commedio- che si snoda lungo tutta la serata. volta per tutte. Ovvero, una pagni illustri: allora ti chiedi, nella stessa grafo di fama marchiato da un L’adattamento di Gigi Lunari e delle più belle serate gialle cui nobiltà del soggetto, che ne sarebbe stato insuccesso che brucia troppo, un di Ennio Coltorti che cura anche si sia potuto assistere in queste nelle mani di uno come Spielberg? (e. rb.) giovane autore che arriva al mo- la regia serrata corre dietro ad ultime stagioni teatrali. (e. rb.) Grande serata in giallo I CORRIERE dell’ARTE COURRIER Pagina 14 Segnalazioni DES ARTS 28 Febbraio 2014 TORINO e PIEMONTE “ HI-T ECH U n c u o re d i p i e t r a ” MRSN - Museo Regionale di Scienze Naturali Temporar y Museum Torino c/o Basic V illage C.so Verona 15/C – Torino Fino al 9 marzo Info: 011 4326311 Prorogata la mostra di apertura del Temporary Museum Torino, un luogo nel quale natura e tecnologia possono fare da scenario ad un’esposizione dedicata alla mineralogia, petrografia e geologia del Museo di Scienze, trasferito temporaneamente, appunto, dalla storica sede di via Giolitti: sono presentate una serie di materie prime naturali utilizzate fin dall’antichità, le stesse grazie alle quali nell’epoca contemporanea sono state create apparecchiature elettroniche, computer, telefoni cellulari ecc. (c.s./d.t.) “ I n fl u s si l un a r i ” C ol l e t t i va Galleria Mar tinAr te Laboratorio d’Ar te e Corsi C.so Siracusa 24/a – Torino Fino all’11 marzo Info: 011 3433756 Come da titolo, la mostra è incentrata sulla misteriosa ed eclettica figura della Luna, da sempre musa per la creatività di artisti d’ogni sorta: musicisti e pittori, scrittori e poeti di tuttte le epoche. Attraverso le opere esposte alla Galleria MartiArte si cerca di far rivivere le sensazioni suscitate dal solitario astro leopardiano che così tanto ha influito sulla cultura dell’uomo grazie ad un fascino senza tempo. (c.s./c.p.) “ Sp l e n dor i d i u n a Co rt e i t a l i a n a G l i E s te d a F e rr a r a a M o d e n a ” La Venaria Reale P.za Repubblica 4 Venaria R.le (To) Dall’8 marzo al 6 luglio Info: 011 4992333 La Reggia di Venaria si fa palcoscenico per un’altra splendida mostra: i quadri appartenuti alla facoltosa famiglia degli Este, tra Umanesimo, Rinascimento e Barocco; il collezionismo e mecenatismo di questa famiglia dal ‘500 al ‘700, attraverso opere di Cosmè Tura, Dosso Dossi, Correggio, Tiziano, Tintoretto, Guercino, Velàzquez e altri maestri. “I ma gi n ary H om e l an d ” d i S u s a n n a Ma j u r i PHOS Centr o Polifunzionale per la Fotografia e le Ar ti Visive Via Garibaldi 35bis – Chieri (To) Info: 011 7604867 www.phosfotografia.it Fino al 28 febbraio Susanna, come Alice, attraverso lo specchio-d’acqua. (e.s.l.) “ I l v i no n e l l’ An t i c o E g i t t o I l p a s s a t o n e l b i c c h i e re ” Chiesa di San Domenico Via Calissano 7 – Alba (Cn) Dal 22 marzo al 19 maggio Info: 0173 35833 Ideata e curata da Sabina Malgora, la mosta offre sviluppa un percorso articolato in cui si ammirano reperti archeologici dal 2686 a.C.: la riproduzione in scala reale di una tomba con pitture parietali, un sarcofago con la mummia, oltre a documenti fotografici. (c.s./c.g.) IL CORRIERE DELL’ARTE IL CORRIERE DELL’ARTE È REPERIBILE A M ILANO È REPERIBILE A ROMA PRESSO LE SEGUENTI EDICOLE : PRESSO LE SEGUENTI EDICOLE : • P.za Castello • Molino delle Armi ang. Ticinese • C.so Magenta f.te Teatro Litta • C.so Garibaldi 83 • Via Boscovich 22 • P.le Principessa Clotilde • Bookstore Triennale • Bookstore Palazzo delle Stelline • Bookshop Villa Necchi Campiglio Via Mozart 14 • P.za Oberdan ang. v.le Piave • P.za Croce Rossa • P.za Colonna • P.za Colonna ang. l.go Chigi/Tritone • P.za S. Silvestro • L.go Argentina • Via Nomentana • C.so Francia • P.za Fontanella Borghese • P.za Porta Maggiore • Dorothy Circus Gallery Via dei Pettinari 76 • La Diagonale Libreria Via dei Chiavari 75 Vernissage Sabato 1° marzo - ore 18,00 Circolo degli Artisti di Torino Palazzo Graneri della Roccia Via Bogino 9 – Torino Personale di Armida Mazzotti Sabato 8 marzo - ore 17,00 Galleria Arte Città Amica Centro Artistico Culturale Via Rubiana 15 – Torino Esposizione delle Opere di Mauro Filippini e Elio Petazzi Il Corriere dell’Arte dedica le pagine centrali ad artisti selezionati Visto il notevole successo e le crescenti richieste, prosegue l’iniziativa Ar tisti scelti dal Cor r ier e dell’Ar te Per ogni numero saranno ospitati non più di otto artisti a ciascuno dei quali verrà riservato uno spazio di almeno 10x12,5 cm. Ognuno presenterà l’immagine di una sua opera che verrà corredata da una recensione scritta dai nostri critici. Si realizzano anche pagine monografiche per Associazioni e Scuole d’Arte. Il costo della singola uscita è pari a 60 euro. Info: 011 6312666 CORRIEREdell’ARTE COURRIER DES ARTS Direttore Editoriale Pietro Panacci Direttore Responsabile Virginia Colacino Assistente di Direzione Chiara Pittavino Comitato Editoriale Giorgio Barberis, Rolando Bellini, Massimo Boccaletti, Franco Caresio, Angelo Caroli, Claudia Cassio, Massimo Centini, Fernanda De Bernardi, Marilina Di Cataldo, Gian Giorgio Massara, Alessandro Mormile, Massimo Olivetti, Enzo Papa, Lorenzo Reggiani, Gianfranco Schialvino, Maria Luisa Tibone Corrispondente da New York Mauro Lucentini Corrispondente da Berlino Sabatino Cersosimo Hanno collaborato A. D’Agostino, F. Forzani Borroni, C. Gallo, E.S. Laterza, A. Olivieri, C. Pittavino, E. Rabbione, R. Roveda, A.D. Taricco, D. Tauro Realizzazione grafica interna a cura di E.S. Laterza Fotografo uf ficiale Antonio Attini Redazi oni distaccate Milano Rosa Carnevale Tel. 339 1746312 Roma e Napoli Fabrizio Florian Tel. 388 9426443 Palermo Caterina Randazzo Tel. 334 1022647 Concessionaria di Pubblicità interna Stampa e di stri buzione EditService S.r.l. Str. Piossasco 43/Uß - Volvera (To) Editore Corriere dell’Arte Associazione Culturale Arte Giovani Torino P.IVA 06956300013 in ITALIA “Be st iae ” Museo di Scienze Via Ozanam 4 – Brescia Dal 7 marzo al 17 aprile Info: 030 2978664 L’idea di questa mostra nasce dalla lettura dei testi di Aristotele, De partibus animalium, Eliano, De natura animalium, Esopo, Fabulae, e Plinio, Naturalis historia. Da queste pagine, Gianni Verna e Gianfranco Schialvino hanno tratto i riferimenti per l’ideazione dei disegni e delle incisioni in esposizione. Essi rappresentano in chiave attuale la raffigurazione degli animali: non soltanto nella loro precisa imitazione, che tuttavia non si limita ad essere una specie di doppione della natura, bensì e soprattutto nel rapporto con la filosofia, il mito, la scienza e, appunto, la letteratura. (c.s.) “ Mati sse La fi gur a, l a fo r z a d ell a linea l ’ e m o z i on e d e l c o l o re ” Palazzo Diamanti C.so d’Este 21 – Ferrara Fino al 15 giugno Info: 0532 244949 Oltre cento dipinti, sculture e opere su carta racconteranno l’avventura creativa grazie alla quale Matisse ha dato forma tangibile all’emozione risvegliata dai suoi modelli e al piacere stesso di ritrarli. Un’esplosione di gioiosa vitalità accende le icone giovanili, raggianti di colori puri, e fa danzare l’arabesco dei corpi nei capolavori della prima maturità. Lo stesso slancio percorre le opere dell’ultima fase, dove gli oggetti e l’ambiente sembrano risuonare dell’energia emanata dalla figura. Cap olav or i d el l a G a l l er ia S a b a u d a Museo di Palazzo Reale Via Balbi 10 – Genova Fino al 1 giugno Info: 010 2710236 L’esposizione presenta al pubblico undici capolavori, tra cui dipinti di Bernardo Strozzi, Anton van Dyck, il Tintoretto, che provengono dalla Galleria Sabauda e che furono trasferiti negli Anni Trenta e Quaranta dell’Ottocento da Genova a Torino. La mostra intende riproporre appunto all’interno della grande dimora storica genovese alcuni dei quadri che un tempo avevano arricchito le sue sale, a documentazione delle scelte collezionistiche dei suoi antichi proprietari e a completamento dello straordinario patrimonio tuttora conservato nell’ex Palazzo Durazzo. (c.s./c.p.) “D o l c e z z a v i o l a ta ” Carlo Carli Ar chivio Centrale dello Stato P.le degli Archivi 27 – Roma Dal 5 marzo al 19 marzo Info: 06 545481 La mostra presenta una ventina di opere dell’artista toscano Carlo Carli, le quali raccontano, con grande forza comunicativa, mondi diversi e distanti: il Nord e il Sud, la vuota opulenza di un Occidente in crisi e gli stridenti contrasti dell’Oriente che rischia di perdersi nel tumulto di una crescita travolgente e spesso senza regole. Insomma, una società sull’orlo della deriva morale; e son troppo spesso le donne vere protagoniste dell’esposizione - a pagarne il prezzo più salato. Bruciante. (c.s./e.l.) Abbonamenti Annuale (22 nn.): euro 50,00 per l’Italia euro 120,00 per l’estero Arretrati: euro 4,00 c.c. postale n. 45958055 intestato a Corriere dell’Arte Associazione Culturale Arte Giovani Aut. Tribunale di Torino n. 4818 del 28/07/1995 ABBÒNATI al nuo vo f orm ato tabl oid CORRIEREdell’ARTE a soli 50 euro per un anno 22 numeri a casa tua CORRIERE dell’ARTE Gallerie COURRIER 28 Febbraio 2014 ACCADEMIA Galleria Via Accademia Albertina 3/e – Torino Tel. 011 885408 [email protected] Orario: 10,00-12,30/16,00-19,30; chiuso lunedì Prosegue la Collettiva di Artisti contemporanei con, tra gli altri, Pinot Gallizio, Sébastian Matta, Achille Perilli e Mimmo Rotella RINASCENZA CONTEMPORANEA Associazione Culturale Via Palermo 140 – Pescara Cell. 328 6979208 [email protected] www.rinascenzacontemporanea.jimdo.com Orario: mar. - sab. (su appuntamento) Fino al 21/4 “Ars Nova. Il Neo-Creativismo” Collettiva ARTE CITTÀ AMICA Centro Artistico Culturale Via Rubiana 15 – Torino Tel. 011 7717471 - Fax 011 7768845 www.artecittaamica.it Orario: lun. - sab.16,00-19,00; dom. chiuso; Fino al 4/3 “Incontro” Sette incisori da Venezia e Torino Dall’8 al 16/3 Esposizione delle Opere di Mauro Filippini e Elio Petazzi SENESI Galleria d’Arte Via Sant’Andrea 44 – Savigliano (Cn) Tel. 0172 712922 www.senesiarte.it ARTE PER VOI Associazione Culturale P.za Conte Rosso 3 – Avigliana (To) Luigi Castagna - Tel. 011 9369179 Cell. 339 2523791 [email protected] - www.artepervoi.it Paolo Nesta - Tel. 011 9328447 Cell. 333 8710636 [email protected] Orario: sab. - dom. 15,00-19,00 Fino al 23/3 “Meditazioni. Sulla natura delle cose” Personale di Elisabetta Viarengo Miniotti ART GALLERY LA LUNA Via Roma 92 – Borgo San Dalmazzo (Cn) Cell. 339 7108501 [email protected] Orario: ven. 16,00-19,00; sab. 10,30-13,00/16,00-19,00; dom. 10,30-12,00 CIRCOLO DEGLI ARTISTI DI TORINO Palazzo Graneri della Roccia Via Bogino 9 – Torino scala B destra - 1° piano (digitare 4444+ ) Tel./fax 011 8128718 [email protected] www.circolodegliartistitorino.it Orario: lun. - ven. 15,30-19,30 Dal 1° al 15/3 Personale di Armida Mazzotti LA LANTERNA Galleria di Maristella SANDANO Direttore Artistico: Livio Pezzato Via S. Croce 7/c – Moncalieri (To) Tel. 011 644480 - Fax 011 6892962 [email protected] - www.lalanternaarte.com Orario: mart. - sab. 15,30-18,30 A. Arcidiacono, V. Cavalleri, A. Ciocca, E. Colombotto Rosso, D. De Agostini, Gigli, E. Gribaudo, W. Jervolino, Sky Lake, E. Longo, F. Maiolo, E. Maneglia, S. Manfredi, D. Pasquero, G. Peiretti, G. Pezzato, L. Pezzato, C. Pirotti, G. Righini, T. Russo, G. Valerioti inoltre pittori ucraini, naïf croati grafica nazionale ed internazionale LUNA ART COLLECTION Spazio espositivo Via Nazionale 73/1 – Cambiano (To) Tel./Fax 011 9492688 [email protected] www.luna-art-collection.com Orario: lun. - ven. 8,30-17,30; sab. 8,30-17.30 (previa telefonata) In permanenza serigrafie d’arte a tiratura limitata di Coco Cano, Francesco Casorati, Isidoro Cottino, Theo Gallino, Franco Negro, Ugo Nespolo, Ernesto Oldenburg, John Picking, Marco Puerari, Giorgio Ramella, Maurizio Rivetti, Francesco Tabusso, Silvio Vigliaturo MAESTRO Raul VIGLIONE Studio - Galleria - Mostra Culturale Via Servais 56 – Torino Tel. 011 798238 - Cell. 335 5707705 [email protected] - www.raulviglione.it MARTINARTE Laboratorio d’Arte e Corsi C.so Siracusa, 24/a – Torino Tel. 011 3433756 - Fax 011 3091323 Cell. 335 360545 [email protected] Orario: merc. e ven. 9,30-12,30/15,30-19,30; mart. e giov. 9,30-12,30/15,30-22,00 Fino all’11/3 “Influssi lunari” Collettiva SILVY BASSANESE Arte Contemporanea Via Galileo Galilei 45 – Biella Tel. 015 355414 Orario: mart. - ven. 16,30-19,30; sab. e festivi su appuntamento STORELLO Galleria d’Arte Via del Pino 54 – Pinerolo (To) Tel. 0121 76235 Orario: mart. - sab. 9,00-12,15/15,30-19,00; lun. e dom. chiuso In permanenza Opere di Avataneo, Carena, Coco Cano, Faccincani, Fresu, Garis, Luzzati, Massucco, Musante TEART Associazione Artistico-culturale Via Giotto 14 – Torino Tel. 011 6966422 Orario: mart. - sab.17,00-19,00 Fino al 7/3 “Torino nelle fotografie, pitture e incisioni” Collettiva dei Soci TINBER Art Gallery @ Pragelato Via Albergian 20 - Souchères Hautes Pragelato (To) Tel. 0122 78461 [email protected] Orario: sab. e dom. 10,00-12,30/15,30-19,00 In permanenza Opere di Tino Aime, Jean-François Béné, Andrea Berlinghieri, Gianni Bertola, Fulvio Borgogno, Flaviana Chiarotto, Enrico Challier, Dino Damiani, Pierflavio Gallina, Lia Laterza, Claudio Malacarne, Vinicio Perugia, Elena Piacentini, Mariangela Redolfini, Sergio Saccomandi, Luciano Spessot DES ARTS Pagina 15 A.L.P.G.A.M.C. Associazione Ligure e Piemontese Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea BIASUTTI & BIASUTTI Galleria d’Arte Via Bonafous 7/1 – Torino Tel. 011 8173511 Orario: mart. - sab.10,00-12,30/15,30-19,30 CENTRO ARTE LA TESORIERA C.so Francia 268 – Torino Tel. 011 7792147 Orario: mart. - sab. 10,00-13,00/16,00-20,00; lunedì e festivi chiuso o su appuntamento Mostra collettiva di Artisti dell’Ottocento e Novecento Arte Antica AVERSA Galleria Via Cavour 13 int. cortile – Torino Tel. 011 532662 Orario: mart. - sab. 10,00-12,15/15,30-19,00 “Venezia e il Mediterraneo tra ’800 e ’900” “Da Bossoli a Spazzapan, 1850-1950 Cento anni di pittura” DELLA ROCCA Casa d’Aste Via della Rocca 33 – Torino Tel. 011 8123070/888226 Fax 011 836244 [email protected] - www.dellarocca.net LUIGI CARETTO Galleria Via Maria Vittoria 10 – Torino Tel. 011 537274 Orario: mart. - sab. 9,45-12,30/15,45-19,30 Miscellanea di Pittura Fiamminga e Olandese SANT’AGOSTINO Casa d’Aste C.so Tassoni 56 – Torino Tel. 011 4377770 - Fax 011 4377577 Orario: mart. - sab. 9,30-12,30/15,30-19,30 CORRIEREdell’ARTE - 28 Febbraio 2014 la Decima Arte Beny GIANSIRACUSA Beny GIANSIRACUSA - [email protected]