Test La Alpha A200 è la nuova reflex entry-level di Sony: è una macchina che dà il meglio di sé quando si sfruttano le funzioni automatiche, ma offre comunque una completa gestione manuale. Stabilizzazione a sensore, Dynamic Range e ben nove punti AF sono i suoi punti di forza. 52 PC PHOTO Sony Alpha A200: piccola e versatile Sony sta ampliando notevolmente l’offerta di modelli della serie Alpha. Dalla A100 di un anno e mezzo fa, ora sono già diventate quattro le reflex di Sony, spaziando dalle fotocamere entry level alla semi-professionale A700, e con un crescendo di livello tecnologico; infatti la A700 ha passato il proprio bagaglio di tecnologia alle quanto mai attuali A200, A300 ed A350. Le due ultime dispongono di LiveView, una modalità di ripresa che suscita interesse sia tra i fotografi amatoriali che tra i professionisti. La A200, il modello che proviamo oggi, si posiziona invece alla base della gamma Sony, con un sensore da 10 Megapixel (lo stesso della A300), e mostra una grande sobrietà costruttiva che susciterà l’interesse soprattutto dei fotografi privi di esperienza nel mondo reflex. A rendere ghiotta la nuova fotocamera intervengono lo stabilizzatore di immagine a sensore Super SteadyShot e i sistemi di riduzione del rumore alle elevate sensibilità di scatto (la A200 arriva a Iso 3200!) che, almeno sulla carta, appaiono ben studiati. A completare il quadro, vi è un modulo AF veloce (per la categoria) ed un pregevole display posteriore da 2.7 pollici. I dati tecnici Pur avendone già svelato le caratteristiche principali, la A200 offre comunque ampie possibilità di indagine in quanto si tratta di un corpo macchina che, sebbene studiato per un pubblico poco esperto, contiene soluzioni tecnologiche presenti anche sulle fotocamere di livello più elevato. Una parentesi: il catalogo di Sony attualmente comprende nella gamma medio-alta il solo modello A700, ma Sony ha già mostrato il prototipo della sua prossima reflex con sensore FullFrame da ben 24 Megapixel. La A200 dispone di ottime credenziali operative; il sensore, come detto, è un CCD da 10 Megapixel in formato Aps e la stabilizzazione fornita dal sistema Super SteadyShot consente di allungare i tempi di scatto (sulla carta) di 2 o 3 stop e mezzo. Il vantaggio principale di tale sistema è che anche un corpo di livello amatoriale beneficia della stabilizzazione di tutto il parco ottiche, quindi anche delle ottiche di base come il 18-70mm fornito nel kit principale della reflex. E non dimentichiamo che anche i possessori degli obiettivi Minolta, allo stesso modo degli utilizzatori della ventina di lenti targate Sony, potranno beneficiare della stabilizzazione offerta dai corpi macchina Sony a costo zero! Un ulteriore pregio della A200 è la presenza di un modulo AF dotato di 9 punti, con quello centrale a croce. E poi, per l’elaborazione del segnale proveniente dal sensore, troviamo lo stesso chip Bionz della A700, con le sue elevate prestazioni in termini di supporto alla rapidità operativa e alla gestione del rumore. Per quanto riguarda i sistemi di riduzione del rumore, anche sulla A200 vi è la fase di elaborazione post-ripresa che interviene prima che venga editata l’immagine internamente; in questo modo la reflex è in grado di offrire sensibilità elevate come i 3200 Iso. La gestione del file interno alla macchina avviene a 12 bit. A dare una mano al fotografo alla ricerca di risultati immediati intervengono poi i Creative Style (ormai un ‘must’ nella personalizzazione della ripresa e che i produttori chiamano in modi differenti) e la gestione del Dynamic Range; questa funzione permette di amplificare la lettura delle zone sotto-esposte, ma con effetti anche sulle alte luci, al fine di consentire riprese dalla latitudine di posa particolarmente estesa. La misurazione esposimetrica, fondamentale per la gestione evoluta delle Scene e degli automatismi di ripresa Priorità o Program, è affidata ad una lettura TTL a nido d’ape su 45 zone. Sul fronte dell’otturatore troviamo un sistema elettromeccanico in grado di operare su tempi da 1/4000s a 30 secondi, con sincro flash a 1/160s. Come cadenza massima di ripresa Sony dichiara 3 fotogrammi al secondo con Jpeg illimitati, oppure 6 Raw consecutivi. Lo schermo Lcd sul dorso è un ampio 2.7 pollici con risoluzione di 230.000 punti / 76.000 pixel. Il mirino è in grado di coprire il 95% dell’area effettivamente inquadrata con ingrandimento pari a 0,83x. Pregevole la segnalazione del ‘rischio di mosso’ grazie ad un indicatore a barre progressivo; infatti il sistema di stabilizzazione a sensore non trasmette la sensazione della sua azione, a differenza di quello montato su ogni singolo obiettivo che è sempre attivo e mostra nel mirino l’immagine già stabilizzata. Buona l’implementazione dell’istogramma per singolo canale RGB nella revisione delle immagini, oltre a quello composito, e l’estesa gestione del WB. Da segnalare anche l’integrazione del formato 16:9, la funzione di riduzione dello sporco tramite la vibrazione del filtro a sen- La A200 è una reflex piccola, ma ben gestibile grazie al ridotto numero di comandi presenti sul corpo macchina. PC PHOTO 53 Classica l’impostazione della ghiera di selezione dei programmi; consueta anche la collocazione del pulsante per la selezione degli Iso, in alto sulla destra. Essenziali anche i comandi posti in posizione ‘decentrata’, come il selettore per la modalità AF o il pulsante di attivazione del flash interno. La batteria infoLithium è sempre apprezzabile in quanto fornisce un’informazione attendibile sulla quantità di energia disponibile. L’alloggiamento per la batteria accoglie anche la scheda Compact Flash e la connessione Usb 2.0. sore e la possibilità di applicare l’Auto Iso nelle modalità di scatto a priorità o program; la reflex consente di effettuare bracketing sull’esposizione, sia in scatto continuo che a singoli clic, oltre che sul WB. I file prodotti dalla ‘piccola’ A200 hanno dimensioni pari a 3872 x 2595 pixel e possono essere salvati nei formati Raw, Jpeg (2 compressioni: Fine e Standard) o Raw + Jpeg Fine, su schede di memoria di tipo Compact Flash I e II. 54 PC PHOTO Un corpo evoluto A ben considerare queste caratteristiche tecniche ci si aspetterebbe di trovarsi tra le mani un corpo macchina di taglio professionale! E anche il mirino conferma questa sensazione, data la luminosità dell’inquadratura. Poi si prende in mano la reflex e si nota che in effetti le sue dimensioni sono piccole, quelle di una moderna reflex di taglio amatoriale; piccole le dimensioni del corpo dunque, ma anche quelle dell’ottica 18-70mm del kit. La realizzazione del corpo è buona, sebbene vi sia la sensazione che in talune parti ‘l’involucro’ sia quasi vuoto; quindi a mio parere le dimensioni della A200, soprattutto in termini di spessore, potrebbero essere ulteriormente ridotte di diversi millimetri. In altezza al contrario è fin troppo compatta, il mio mignolo scivola sotto l’impugnatura. La superficie gommata non è particolarmente estesa e si trova pressoché solo attorno Il dorso della fotocamera consente di accedere ai comandi classici per una fotocamera di questo livello, ed anche il selettore Super SteadyShot, provvidenziale per la buona stabilizzazione offerta. L’oculare è dotato di sensore di prossimità che spegne il monitor nel momento in cui il fotografo avvicina il proprio occhio (o quant’altro). La slitta porta-accessori è in standard proprietario SonyMinolta; sarebbe meglio che nei prossimi modelli Sony abbandonasse questo vincolo. Per la visualizzazione dei dati di scatto a monitor, si può scegliere tra una modalità semplificata o una completa. all’impugnatura per la mano destra; per il resto il corpo è in una plastica ad elevata resistenza agli urti, con un feeling al tatto che potrebbe non piacere a tutti. Come molte reflex di pari livello la A200 dispone di un’unica ghiera di controllo dei tempi o dei diaframmi, mentre l’altro parametro di scatto viene gestito con il pulsante di staratura intenzionale collocato vicino all’oculare, una posizione a dire il vero assai comoda, almeno per le mie mani. Presenti i soliti selettori meccanici per l’attivazione della stabilizzazione Super SteadyShot (sul dorso in basso a destra) e per la commutazione della modalità AF da Auto in Manuale (davanti sul lato sinistro). Sul fronte non vi sono altri comandi, essendo tutti essenzialmente collocati sul dorso della macchina… tranne due: l’impostazione della sensibilità Iso e la cadenza di scatto (singolo, raffica, bracketing vari ed autoscatto), per i quali i pulsanti sono situati sulla calotta della macchina. Alla pressione dei vari comandi, il monitor sul dorso prende vita e ci mostra le diverse opzioni di selezione. Il pulsante Fn consente di accedere, sempre tramite la selezione a monitor, alle regolazioni di Flash, Esposimetro, Autofocus, WB e D-Range Optimizer; l’accesso ai parametri non è immediato, richiede alcune scelte tra- mite il pad direzionale posteriore a 8 vie. Sulla sinistra del monitor troviamo i pulsanti di navigazione dei Menu e quelli relativi alla riproduzione e cancellazione delle immagini riprese. Il tasto Disp consente di scegliere la modalità di visione preferita per i dati a monitor; in particolare si va da una rappresentazione sintetica (ed ingrandita) dei parametri principali di ripresa, ad una completa, ed entrambe possono seguire l’orientamento della reflex in verticale o in orizzontale. La A200 contiene infatti un giroscopio che consente di riconoscere l’orientamento della reflex per ruotare di conseguenza l’interfaccia di lettura dei dati di scatto. Lo stesso giroscoPC PHOTO 55 I menu della A200 sono pochi e sobri; è un pregio, una maggiore complessità avrebbe richiesto di scorrere ulteriori pagine oltre ad ogni singola tendina. Il pulsante Fn consente di accedere ad ambiti fondamentali per la ripresa: la gestione del WB, del D-Range e dell’autofocus. Occorre un minimo di pratica per raggiungere una buona rapidità operativa. 56 PC PHOTO La stabilizzazione del Super SteadyShot funziona e consente di rallentare notevolmente i tempi di scatto. Rispetto alla stabilizzazione ottica consuma assai meno energia, ma non dà lo stesso supporto all’autofocus con ottiche lunghe e lunghissime. Buono il Fill-in automatico. Il rumore a 1600 Iso è percettibile e non lascia grossi margini per la sua riduzione, ma l’immagine rimane leggibile. pio, come intuibile, permette di orientare in modo corretto le immagini riprese in verticale o in orizzontale. Sempre il tasto Disp, questa volta in sede di riproduzione, varia la visualizzazione dei dati di scatto relativi alle immagini catturate, passando da un’immagine a tutto schermo senza dati, alle informazioni di scatto, all’istogramma L-RGB, per arrivare alla modalità ‘Pellicola’ contenente, oltre all’ingrandimento dello scatto selezionato, anche le miniature delle 5 immagini più vicine a quella scelta. I pulsanti che in ripresa sono destinati alla staratura esposimetrica e al blocco AEL, in fase di riproduzione presiedono allo Zoom (- e + rispettivamente); il tasto Fn comanda la rotazione degli scatti. E per concludere mi pare doveroso ricordare il sensore sotto l’oculare che rileva l’avvicinamento della fotocamera al viso (ma anche alla pancia, se la reflex è appesa al collo!), e comanda lo spegnimento del monitor al fine di risparmiare energia. Le connessioni esterne sono nella norma, ma gestite in maniera un po’ discutibile: la slitta flash, come il contatto per il telecomando remoto, continuano a essere di tipo proprietario, il che impedisce, salvo l’uso di adattatori, la connessione di unità flash o di accessori di terze parti. Per accedere alla connessione Usb/video occorre aprire il coperchietto posto a protezione dell’alloggiamento delle schede di memoria. Apprezzabile l’utilizzo della batteria PC PHOTO 57 Osservando una serie di scatti, da una forte sovra-esposizione a una forte sotto-esposizione, con e senza Dynamic Range Optimizer si nota come la funzione di recupero della gamma dinamica riesca effettivamente a rendere più leggibili le zone bruciate o eccessivamente chiuse. Sotto si vede la stessa immagine ad un ingrandimento maggiore. 58 PC PHOTO Osservando come varia la distanza dei picchi chiari e scuri dai bordi dell’istogramma si può apprezzare l’intervento del DR: il contrasto viene ridotto per far rientrare l’intera curva all’interno della gamma consentita. Uno stop. E’ il guadagno che il DR consente senza particolari attenzioni in fase di scatto. Attenzione però che il contrasto subisce una variazione non controllabile. PC PHOTO 59 Non è certo un’immagine di elevatissima risoluzione quella che si ottiene con l’ottica standard, ma bisogna riconoscerle una notevole costanza qualitativa nel passaggio dagli Iso minimi a quelli intermedi. Oggi che i 400 Iso sono la sensibilità usata comunemente quando non sono richieste le massime prestazioni la A200 si rivela una reflex in grado di offrire buone soddisfazioni. infoLithium, in grado di segnalare la quantità di energia disponibile. Sul campo Condizioni di scatto privilegiate, come la luce radente di questa foto, rendono giustizia alla Sony A200, una reflex semplice ma completa. E a 400 Iso! 60 PC PHOTO La prima dote della A200 nell’uso pratico è sicuramente il pregevole mirino ottico che, luminoso e discretamente ampio, consente una buona gestione dell’inquadratura. I punti AF sono un po’ ammassati al centro dell’immagine, ma sono numerosi (ben 9), certamente più della concorrenza; quello centrale è a croce ed è quindi più efficiente. I punti AF attivi possono essere selezionati in modo pratico in base al metodo di gestione AF scelto. Proseguendo ad usare la A200 si apprezzano altre caratteristiche: i menu ridotti all’osso faranno sicuramente la felicità del fotografo che non ama perdersi nei meandri delle impostazioni e che preferisce un utilizzo pratico della macchina. E poi la stabilizzazione, il D-Range Optimizer efficace anche se migliorabile, l’evoluta gestione del monitor e le molte possibilità di intervento su WB, Iso (100-3200 Iso, Auto, NR per Iso elevati o esposizioni prolungate) e parametri vari. L’ergonomia della A200 non è il massimo, date le forme un po’ squadrate, le dita cozzano spesso contro il fondo dell’impugnatura. Ma ci si abitua. La visibilità del monitor non è male, anche se nell’orientamento verticale potrebbe non fornire un’indicazione certa dell’esposizione per via delle variazioni cromatico-luminose che si riscontrano nel muovere la macchina. In questa valutazione è preferibile quindi basarsi sull’istogramma L-RGB. Sarà la riduzione rumore, sarà il residuo rumore dell’elevata amplificazione, ma la cromia di uno scatto a 3200 Iso è differente da quella di una immagine ripresa alla sensibilità base. A mio parere il Program ha lavorato bene nel garantire la leggibilità di ogni particolare ed il tempo velocissimo ha permesso di congelare il movimento. E’ vero, il rumore si nota, ma siamo a 3200 Iso e le piume laterali continuano a essere ben leggibili. PC PHOTO 61 A livello di rapidità la A200 non può essere considerata una reflex per riprese di taglio sportivo: i tempi necessari per la gestione dei file da 10 Megapixel (ancor più se in formato Raw, soprattutto in cancellazione) ne suggeriscono un impiego un po’ più pacato. Nonostante ciò l’intervento del processore Bionz si fa sentire in fase di scrittura dei file e si rimane tutto sommato stupiti: infatti dopo una raffica da 9/11 Raw la macchina richiede pochissimo tempo per terminare le operazioni di svuotamento del buffer. Lo stupore deriva dal fatto che un singolo scatto in Raw + Jpeg richiede qualche istante prima della sua visualizzazione a schermo; ci si aspetterebbe dunque un allungamento esponenziale dei tempi di attesa quando gli scatti sono molti… che però non si verifica. Queste prestazioni saranno diversamente apprezzate alla luce degli scatti che stiamo per compiere: la ripresa singola potrebbe risentirne, meno quella in serie. La cadenza di scatto in ogni caso è di 3 fotogrammi al secondo, mentre, come detto, si riesce anche a salvare in sequenza qualche file in più dei 6 dichiarati (dipende dal contenuto però). L’esposimetro, in linea di massima, appare ‘cauto’ nelle sue valutazioni, e l’istogramma è spesso orientato verso la sotto-esposizione; in questo modo si riduce il rischio delle bruciature, ma può capitare frequentemente di dover applicare interventi di staratura, seppur minima, per ottenere bianchi più luminosi. Le fasi che precedono lo scatto potrebbero essere velocizzate, in particolare la navigazione dei menu; questi però hanno una compattezza e una snellezza invidiabile. Ovviamente la rappresentazione sintetica fornisce un numero ridotto di dati. Rimane un po’ scomoda, per chi è abituato diversamente, la selezione dei menu del tipo naviga-e-premi; si è infatti portati a scendere in verticale per poi effettuare la selezione premendo il pad direzionale sul tasto destro, ma nella A200 questo provoca il passaggio al menu successivo. Per altro chi è abituato a questa modalità di selezione la potrebbe considerare più funzionale ad una navigazione rapida di molti menu contemporaneamente ... dipende dai gusti. Di certo più scomoda è la gestione delle voci di menu raccolte sotto il tasto Fn, ovvero WB, D-Range Optimizer, Flash, Misurazione e Autofocus; è necessario infatti premere Fn per vedersi proporre una griglia di 2 x 3 riquadri, in cui selezionare l’opzione desiderata ed infine cliccare per potere, solo a questo punto, effettuare la scelta. Una procedura frustrante, volendo effettuare scatti di diverso tipo allo stesso soggetto. Va comunque detto che lo scatto in Raw evita la necessità di cambiare queste impostazioni, se non altro per WB e DRO i quali possono benissimo essere variati in fase di sviluppo sull’elaboratore. 62 PC PHOTO Malgrado qualche accenno di moiré nel Jpeg sviluppato da Raw direi che vi è sempre convenienza a scattare nel formato ‘grezzo’. I parametri di immagine (Creative Style) si rendono accessibili unicamente dal menu principale e quindi il cambio di ‘estetica’ non è proprio immediato, dovendo addentrarsi nei menu; conviene quindi prevedere l’impostazione di uno stile mediamente corretto per affrontare un po’ tutte le situazioni che ci si potrebbero presentare. A parte le regolazioni principali offerte degli stili già confezionati, possiamo gestire l’immagine in termini di Contrasto, Saturazione e Nitidezza. I passi di regolazione sono in tutto 7 per ogni parametro: da -3 a +3. Non sono moltissimi, ma di certo superiori a molte reflex concorrenti. L’esame delle immagini A livello di qualità di immagine le migliori prestazioni di questa Alpha A200 sono costituite sicuramente dalla risoluzione da 10 Megapixel, dall’ampio range di sensibilità disponibili, della gestione evoluta di Stili e D-Range, nonché da funzioni di supporto allo scatto (stabilizzazione, pulitura sensore, numerosi punti AF) che, pur non intervenendo direttamente sul file, ne migliorano di certo l’esecuzione. Il sensore è un CCD in formato Aps, con amplificazione da 100 a 3200 Iso. Il rumore è generalmente gestito bene, sebbene per un uso amatoriale dello scatto. I 100 Iso, la sensibilità più ‘pulita’ tra quelle a disposizione, mostra qualche segno di granulosità di troppo nelle ombre, particolarmente visibile in caso di ‘tiraggio’ in fase di post-produzione. A maggior ragione il rumore è visibile anche a 200 e 400 Iso, soprattutto nella aree uniformi dell’immagine, anche nell’ipotesi di fare ricorso all’algoritmo di Riduzione Rumore. Per altro questo inizia a lavorare soltanto da 800 Iso. A 800 Iso si comincia a vedere qualche traccia di rumore cromatico, che nelle zone scure viene ad assumere i connotati di un velo 18mm cromaticamente non neutro (direi tendente al giallo), soprattutto in fase di elaborazione in post-produzione. I 1600 Iso proseguono su questa linea e l’immagine a 3200 Iso può essere considerata utilizzabile solo in situazioni di effettiva emergenza; l’intervento del NR (Noise Reduction) a 1600 Iso consente di recuperare parecchio, ma pagando lo scotto di una perdita di dettaglio nelle zone più scure ed affette dal rumore. In poche parole direi che la reflex si comporta bene alle basse sensibilità, ma non concede molto all’elaborazione in post-produzione dato che il rumore non fatica a saltare fuori. Le impostazioni cromatiche offerte dai Creative Style possono valorizzare o stravolgere la ripresa, anche e soprattutto per l’applicazione delle correzioni di Contrasto, Nitidezza e Saturazione agli stili principali. In linea di massima il colore della A200 pare forse un po’ troppo vivido anche nella scelta dello stile Standard, soprattutto considerando che l’esposizione tende a rimanere un poco chiusa e fornisce quindi ombre abbastanza secche e contrastate. I rossi paiono puntare verso la massima saturazione, e così in generale avviene per le tonalità meno delicate. L’impiego di un’ottica non particolarmente performante (come il 18-70mm in prova), e quindi con una nitidezza non particolarmente elevata, accentua tale sensazione. Meglio, a mio parere, scegliere qualche punto in meno di Contrasto e Saturazione e usare il formato Raw, per un’idea più precisa delle potenzialità dello strumento in ripresa, e disporre in fase di sviluppo delle massime possibilità di ripensamento, grazie 70mm 35mm Il 18-70mm con la A200 non si può dire mostri una distorsione e una vignettatura maggiori rispetto alle prestazioni delle normali ottiche entry-level, ma di certo non è il massimo dell’incisività. Scheda tecnica Sensore immagini: CCD in formato APS-C con sistema anti-polvere Risoluzione del sensore: 10,2 megapixel effettivi Processore di immagini: Sony Bionz Stabilizzazione immagini: Super SteadyShot con 2,5-3,5 EV di riduzione della velocità di otturazione (a seconda delle condizioni di scatto e dell’obiettivo) Riduzione del rumore: Esposizione lunga e High ISO Noise Reduction a ISO1600 / 3200. Stili creativi: Standard, Vivid, Ritratto, Paesaggio, Vista notte, Tramonto, Bianco e nero, Adobe RGB. Parametri regolabili: contrasto, saturazione, nitidezza. D-Range Modalità: Off, Standard, Avanzata Mirino: Campo visivo: 95% Ingrandimento: 0,83x Messa a fuoco AF: Rilevazione TTL 9 punti con sensore centrale a croce Sensibilità: Equivalente a ISO100 - 3200 Misurazione della luce: Schema a nido d’ape da 40 segmenti Metodo di misurazione: Multisegmento, spot e a preferenza centrale Flash integrato: Automatico a scomparsa con pulsante manuale Numero di guida: 12 Otturatore: 1/4000s - 30 secondi e posa prolungata Sincronizzazione flash 1/160s. Velocità di avanzamento continuo: Max. 3 fps (fotogrammi al secondo) Jpeg Fine/Std illimitati (fino a riempimento della memory card). Raw: 6 Display: LCD TFT Clear Photo da 2,7” (230.400 punti). Scheda memoria: CompactFlash tipo I/II (Microdrive), Memory Stick Duo / Memory Stick Pro Duo / Memory Stick Pro-HG Duo con adattatore opzionale Obiettivi: Compatibilità con tutti gli obiettivi Sony; Konica Minolta/Minolta Dynax Dimensioni: 130,8 x 98,5 x 71,3 mm (LxAxP) Peso: 532 grammi (senza batterie né memory card) PC PHOTO 63 L’immagine catturata dalla Sony offre ampi margini all’elaborazione, sopratutto se in formato Raw. Buono il quantitativo di pixel da ‘lavorare’. agli strumenti forniti dal software. In effetti l’applicazione dei parametri d’immagine ai Jpeg eseguiti dalla macchina non fornisce risultati pari a quelli che si ottengono tramite lo sviluppo del Raw; è evidente quindi che è importante eseguire le riprese in formato grezzo, oltre ad usare ottiche di buona qualità, soprattutto in termini di definizione, rispetto allo zoom in dotazione il quale, nonostante le sue doti di leggerezza ed economicità, non rende pienamente giustizia alla macchina. Montando un’ottica migliore le cose cambiano ed emerge appieno la qualità del sensore da 10 Megapixel che, lo ricordiamo, può contare anche sul sistema di stabilizzazione. L’effetto del D-Range Optimizer è percettibile, anche se (per fortuna) non stravolge il senso dello scatto originale; si riesce a recuperare leggibilità nelle ombre, anche nell’ipotesi di una sbadata sotto-esposizione. Ma si badi, leggibili non vuole dire ‘aperte’! In ogni caso l’applicazione del sistema DRange Optimizer è consigliabile quando la leggibilità dei particolari è più importante della restituzione fedele della scena. La latitudine di posa misurata su un campione neutro (senza D-Range Optimizer) arriva a 8 stop e mezzo, mentre utilizzando il DRO possiamo tranquillamente contare su uno stop in più. Occorre però considerare che non ci si può aspettare questo risultato in ogni situazione di ripresa; l’operato della 64 PC PHOTO reflex infatti non può essere condizionato in altro modo se non impostando il DRO: sarà poi la fotocamera a decidere entro quale range cromatico e con quale intensità apportare l’intervento. L’impressione offerta dalla A200 è quella di una reflex dotata di molte funzionalità automatizzate che vale la pena di lasciar operare al meglio delle loro possibilità proprio per trarre i maggiori vantaggi in ripresa. Inoltre è preferibile usare un’ottica più tagliente dello zoom del kit. Nelle altre prestazioni la distorsione di quest’ottica è evidente solo alla focale massima, e certamente inferiore alle focali inferiori; la vignettatura è nella norma, ma non scompare del tutto diaframmando; comunque, dato che vi è una buona omogeneità centro-bordi, risulta tollerabile per un impiego amatoriale. Ovviamente risulta più accentuata alle focali corte. Il giudizio Con la Alpha A200 Sony fornisce al fotografo che entra nel mondo reflex una macchina adatta ad un percorso di crescita personale, grazie anche ai numerosi supporti alla ripresa. Poter contare oggi su di un corpo macchina stabilizzato e dotato di evolute funzioni di gestione dello scatto (tra cui il D-Range), rende la A200 una ‘nave scuola’ adatta a chiunque abbia bisogno di uno strumento versatile con cui iniziare e che nello stesso tempo aiuta ad ottenere buone fotografie. Quanto Costa Sony A200 kit con 18-70mm: 600 euro Distribuzione: Sony Italia, Via Galileo Galilei 40, 20092 Cinisello B., MI Tel: 02/61.838.1 - www.sony.it La qualità delle immagini dipende in larga misura dall’ottica utilizzata ed il sistema Sony-Zeiss, che può contare anche sull’ampio parco obiettivi ereditato da Minolta, offre un’ampia scelta di qualità; senza dimenticare che la preziosa stabilizzazione a sensore si applica a qualsiasi obiettivo. La A200 dispone di tutti i comandi manuali che un utente evoluto può richiedere, con una nota di merito particolare per il Program flessibile, per l’evoluta gestione del WB e per la praticità del bracketing. Qualche miglioramento andrebbe apportato al contenimento del rumore, che anche alle sensibilità medio-basse appare un po’ troppo visibile nel momento in cui si esegue una elaborazione in post-produzione. Consiglio moderazione nelle impostazioni cromatiche che tendono a contrastare parecchio l’immagine, soprattutto nelle ombre; meglio puntare sulla massima nitidezza che il sistema Super Steady-Shot ed un valido obiettivo sanno sicuramente fornire. Eugenio Tursi