Il nuovo e brillante adattamento di Corrado
Abbati - che cura anche la regia oltre ad
interpretare il padre di Lisa - riesce a fondere
mirabilmente il brillante spirito viennese con
l’ispirazione lirica suggerita dall’esotismo
dell’ambientazione cinese. Il tutto per uno
spettacolo che riesce a catturare il pubblico
per l’appassionante vicenda sentimentale
e l’esilarante vena comica.
(La Gazzetta di Parma)
ph - Pietro Diotti © studio patrizia novajra
Frammenti di Rassegna Stampa
La Vienna con citazione cinesi de Il Paese
del Sorriso ha regalato due ore di puro
divertimento, la simpatia di un Corrado Abbati
che sa il fatto suo, sa far muovere i suoi cantanti
e ballerini, sa dare la sferzata giusta, pigiare
quando c’è bisogno il pedale della comicità,
ma senza strafare e con ammiccamenti
che strappano l’applauso.
(La Provincia di Cremona)
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ph - Pietro Diotti © studio patrizia novajra
Mercoledì 28 gennaio 2015 ore 20.45
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operetta di Franz Lehár
libretto di Ludwig Herzer e Fritz Löhner-Beda
PERSONAGGI e INTERPRETI
Conte Ferdinando Lichtenfels Lisa Lichtenfels, sua figlia Conte Gustavo Von Pottenstein, suo nipote Principe Sou-Ciong Mi, sorella di Sou-Ciong Tschang, loro zio Fu-Li, segretario Baronessa Federike Nora, amica di Lisa Fanny, amica di Lisa Corrado Abbati
Raffaella Montini
Claudio Ferretti
Carlo Monopoli
Cristina Calisi
Antonio Cadoni
Fabrizio Macciantelli
Antonella Degasperi
Francesca Dulio
Francesca Araldi
costumi e impianto scenico Inscena art design
coreografie Giada Bardelli
direzione musicale Marco Fiorini
adattamento e regia Corrado Abbati
produzione: Inscena produzioni, Compagnia Corrado Abbati
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La Trama
Tutto il mondo conosce e canta Tu che m’hai
preso il cuor la celebre romanza di questa
famosissima Operetta. Nello stesso titolo,
Il Paese del Sorriso, si intravede già il clima
e il filo conduttore dell’intera operetta:
un mondo sognato, dove ogni cosa è
naturalmente in armonia con le altre, dove
regna la leggerezza del sorriso, dove amor fa
sempre rima con cor e sol. Se il sol,
però, è quello che sorge nel Paese del
Sol Levante, anche l’amore più sincero
della bella contessina Lisa per il principe
cinese Sou-Chong si deve scontrare con
l’irrimediabile durezza delle differenze
culturali. Ma siamo nel mondo dell’operetta
e le gioiose amenità di buffi personaggi
e, soprattutto, la bellezza della musica
vincono su qualsiasi malinconia. Lehár con
Il Paese del Sorriso ha scritto alcune
fra le sue pagine migliori che, come ne
La Vedova Allegra, hanno sempre un
afflato e una suggestione che trascina il
pubblico, attraverso l’antica fiaba dell’amore
idealizzato, in una tersa atmosfera in cui
i desideri più umani si riversano in un mondo
di grazia, dove le anime possono esprimere
la propria naturale gentilezza.
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Vienna 1910. La giovane e bella Lisa è
corteggiata un po’ da tutti i migliori partiti
di Vienna, compreso il conte Gusti, suo grande
amico e confidente. Lisa però è attratta da tutto
ciò che è esotico e quindi rimane affascinata
quando alla sua festa di compleanno conosce
un giovane principe cinese, il principe
Sou-Chong. Fra i due il sentimento vero non
tarda ad arrivare ma sarà un amore non
facile: non sarà semplice fondere le tradizioni
e la cultura occidentali di lei e quelle orientali
di lui. Ma si sa, l’amore, specialmente fra
i giovani, è forte e sicuro di sé: Lisa decide
di lasciare l’Europa e parte con Sou-Chong per
la Cina. La realtà è però dura anche per chi si
ama davvero. Lisa fatica a seguire le severe
imposizioni della tradizione cinese. Tschang,
zio di Sou-Cong gli ricorda le antiche leggi
del suo paese: l’erede al trono deve sposare
quattro donne cinesi e le nozze con un’europea
non sono valide. Sou-Chong suo malgrado
è costretto ad obbedire. Lisa è triste
e angosciata e trova nella cognata Mi
un sostegno. Mi è una giovane che mostra
insofferenza verso le tradizioni cinesi
e vorrebbe essere libera come lo è Lisa.
Giunge intanto Gusti che è riuscito a farsi
inviare in Cina come rappresentante della sua
società. Con un buffo stratagemma riuscirà
ad avvicinare Lisa. Venuto a conoscenza della
situazione convince Lisa a tornare in Europa:
Lisa e Sou-Chong avevano agito d’impulso,
senza pensare ma la vita sembra aver serbato
per ciascuno un diverso destino. Lisa torna
in Europa con Gusti ma non riesce a farsi
una ragione della fine del suo sogno d’amore
e Giusti ripensa alla giovane Mi, la bella
cinesina che aveva conosciuto a Pechino.
Ma a volte la storia e il destino dei popoli
aiutano gli amanti temerari. Giunge il 1912,
la centenaria monarchia Manciù cade,
Sou-Chong fugge dal suo Paese insieme alla
sorella Mi: le due coppie (Lisa/Sou-Chong,
Gusti/Mi) si riformano e questa volta potranno
per sempre cantare Tu che m’hai preso
il cuor.
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