1. Prepararsi al pellegrinaggio
Come la Madonna ci chiama a Medjugorje, prepara la
strada al nostro pellegrinaggio, facendoci superare difficoltà e ostacoli che a volte sembrano insormontabili, così
questo volume introduce al pellegrinaggio.
2. Vivere il pellegrinaggio
Se, infatti, venire qui non vuol dire fare un semplice
viaggio da qualche parte, ma intraprendere un vero e proprio itinerario spirituale di conversione e pace, allora, per
orientarsi non servirà una guida turistica comune, ma un
vero e proprio PROGRAMMA DI PREGHIERA.
3. Al ritorno dal pellegrinaggio
Se la guida è stata lo strumento inseparabile del pellegrino che, attraverso di essa, ha potuto gustare appieno
l’esperienza di pace e conversione a Medjugorje, perché
abbandonarla una volta a casa? È qui, infatti, che la Madonna ci accompagna nella sfida più difficile...
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789958 825002
€ 7,00
8303
Guida del pellegrino di Medjugorje
La vera Guida del pellegrino a Medjugorje è solo Lei: la
beata Vergine Maria, Regina della pace.
È Lei che ci parla, spinge, sollecita, abbraccia, sostiene… che ci guida prima, durante e dopo il pellegrinaggio.
Allora lo scopo del presente libro è quello di essere una
guida con la “g” minuscola, cioè un semplice e umile strumento mediante il quale il pellegrino può prepararsi, vivere
e fare tesoro del pellegrinaggio, quale itinerario di pace e
spiritualità alla scuola di Maria.
Guida del pellegrino
di Medjugorje
Collana: Maria parla ancora
©Fondazione di Religione Santi Francesco d’Assisi e Caterina da
Siena, per gentile concessione
©Mir - Centro Informazioni Medjugorje
©Editrice Mir d.o.o.
Titolo: Guida del pellegrino di Medjugorje
Autori: Padre Jozo Zovko ofm, padre Slavko Barbarić ofm
Foto di: Jacopini - Bonifacio - Jozo Boras - Benedetti
Nome e sede editore:
Editrice Mir d.o.o.
Medjugorje bb 88260
Bosnia Herzegovina
Tel. 00387 36 65 17 16
Distributore per l’Italia
Editrice Shalom
via Galvani, 1
60020 Camerata Picena (An)
Tel. 071. 74 50 440
dal lunedì al venerdì
dalle 9.00 alle 19.00
Fax 071. 74 50 140
sempre attivo in qualsiasi ora
del giorno e della notte
e-mail: [email protected]
sito: www.editriceshalom.it
Anno di pubblicazione: 1993
Anno di stampa: 2011
Anno di stampa: 2013
Numero copie: 3000
ISBN 978-9958-825-00-2
COBISS.BH-ID 18073606
Medjugorje 2013
Indice
Una guida con la “G” maiuscola............................................8
Prepararsi al pellegrinaggio
Mettiamoci sulle orme di Cristo! Pellegrini… non turisti!.. 14
La meta del pellegrinaggio: Medjugorje..............................22
Incontrare Qualcuno, più che vedere qualcosa....................24
Per capire il luogo dell’incontro..........................................26
La Regina della pace appare................................................40
I primi giorni delle apparizioni.........................................40
I veggenti..............................................................................49
Come avviene l’apparizione................................................52
I messaggi............................................................................53
La parrocchia.......................................................................61
Programma di preghiera settimanale: invernale...................66
Programma di preghiera settimanale: estivo........................69
Per orientarsi nel luogo dell’incontro..................................72
Padre Slavko Barbarić.......................................................80
I frutti di Medjugorje...........................................................85
Inviti e consigli della Gospa a Medjugorje..........................87
Monito ai pellegrini..............................................................88
Monito ai sacerdoti..............................................................90
Vivere il pellegrinaggio
Benedizione dei pellegrini all’inizio del pellegrinaggio.....94
Benedizione dei pellegrini al termine del pellegrinaggio.....99
Preghiere secondo lo spirito di Medjugorje....................107
Lodi, Vespri e Compieta..................................................141
Domenica...........................................................................141
Lunedì................................................................................168
Martedì...............................................................................184
Mercoledì...........................................................................199
Giovedì...............................................................................215
Venerdì...............................................................................231
Sabato.................................................................................248
Santa Messa della B.V.M. Regina della pace.................257
Indice dei canti...................................................................263
Il santuario di San Giacomo............................................299
Il sacramento del Perdono..................................................300
Il santo Rosario..................................................................310
Santa Messa internazionale................................................318
La Comunione eucaristica..................................................328
Benedizione degli oggetti sacri..........................................339
Adorazione eucaristica in santuario...................................340
Adorazione e preghiera alla santa Croce...........................341
Cappella per l’adorazione eucaristica silenziosa...........343
Ora di adorazione ..............................................................344
La statua del Risorto........................................................357
Preghiera a Gesù risorto.....................................................358
I misteri della luce............................................................362
La Collina delle apparizioni (Podbrdo)..........................369
Il santo Rosario..................................................................371
Novena alla Regina della pace........................................390
Il Monte della croce (Križevac).......................................411
La Via Crucis......................................................................413
Adorazione silenziosa della croce......................................463
Gesù Misericordioso a Šurmanci....................................479
Sui passi di padre Jozo.....................................................484
La Madonna di Tihaljina....................................................484
Santuario Madonna Assunta in cielo a Široki Brijeg.........487
Novena ai Martiri di Široki Brijeg ....................................493
Al ritorno dal pellegrinaggio
Quando ritorni a casa.........................................................514
Come accostarsi ai messaggi.............................................518
La Mamma del cielo..........................................................521
Preghiera per invocare Maria.........................................521
La pace...............................................................................523
Riconciliazione fraterna..................................................526
Regola d’oro: perdonare..................................................527
La fede...............................................................................529
La conversione...................................................................534
La Confessione...................................................................537
La preghiera.......................................................................543
Ricominciare a pregare alla scuola della Vergine...........545
Il santo Rosario...............................................................547
La Sacra Scrittura............................................................550
L’apice della preghiera: la santa Messa.........................553
Adorazione eucaristica....................................................555
Il digiuno............................................................................557
Preghiera nel giorno del digiuno.....................................560
I destinatari: «Cari figli…»................................................565
La famiglia.......................................................................566
I giovani ..........................................................................569
I malati.............................................................................574
I sacerdoti........................................................................576
Vivere i messaggi...............................................................581
Appendice
Cosa dice la Chiesa............................................................582
La Commissione internazionale
d’inchiesta su Medjugorje..................................................584
«Se i frutti sono buoni anche l’albero è buono»................587
Una guida con la
“G” maiuscola
Non si tratta di presunzione, perché la Guida con la “G”
maiuscola non è certo la presente… bensì Qualcuno…
Sì, perché la vera Guida del pellegrino a Medjugorje è
solo lei: la beata Vergine Maria, Regina della pace.
È lei la stella luminosa del nostro cammino e ci ama, ci
parla, ci spinge, ci sollecita, ci incoraggia, ci abbraccia e ci
sostiene. Come ogni madre (e lei è la più perfetta) desidera
il nostro bene e la nostra salvezza, la nostra pace e la nostra felicità. Per questo ci chiama a Medjugorje servendosi
di ogni mezzo, magari anche quello che sembra più lontano (c’è chi, addirittura, è andato in pellegrinaggio la prima
volta solo per dimostrare che il “miracolo Medjugorje” era
una semplice “bufala”, frutto di creduloneria o di ignoranza
ed è tornato a casa come il più convinto sostenitore, perché
trasformato da quell’incontro materno).
È lei che attraverso i suoi messaggi guida alla conversione ed è lei che continua a starci accanto e a prendersi cura di
noi una volta tornati a casa, richiamandoci con i suoi inviti
e messaggi a far fruttificare quell’incontro benefico in terra
bosniaca, poiché il suo infinito amore di Madre la spinge a
volerci felici su questa terra e beati in cielo, per godere in
eterno con lei, le glorie del Paradiso.
Per cui Maria ci guida prima, durante e dopo il pellegrinaggio nel nostro quotidiano cammino di fede.
Allora, lo scopo del presente libro è quello di essere una
guida con la “g” minuscola, cioè un semplice e umile strumento mediante il quale il pellegrino può prepararsi, vivere
e fare tesoro del pellegrinaggio, quale itinerario di pace e
spiritualità alla scuola di Maria.
Entrando nello specifico del libro, esso è diviso in tre parti:
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1. Prepararsi al pellegrinaggio
Come la Madonna ci chiama a Medjugorje e prepara la
strada al nostro pellegrinaggio, facendoci superare difficoltà
e ostacoli che a volte sembrano insormontabili, così questo
volume introduce, nella sua prima parte, il senso e il valore del
pellegrinaggio, accenna brevemente alla storia e al contesto
socioculturale e religioso della Bosnia-Erzegovina, racconta
i primi giorni delle apparizioni, presenta i veggenti e illustra
i messaggi fondamentali, poi approfonditi nella terza parte.
Questa prima parte si conclude con una serie di informazioni tecniche che possono tornare utili nell’organizzazione
del pellegrinaggio e una presentazione dei luoghi per iniziare a orientarsi. Infine si presentano la Comunità Cenacolo e
Nuovi Orizzonti, frutti del miracolo di Medjugorje e “tappe”
immancabili per i pellegrini che, ascoltando le loro testimonianze, si sentono incoraggiati a intraprendere un serio cammino di conversione.
2. Vivere il pellegrinaggio
La Madonna che ci ha chiamati a Medjugorje, non può,
una volta arrivati, lasciarci soli! Se, infatti, venire qui non
vuol dire fare un semplice viaggio di piacere, ma intraprendere un vero e proprio itinerario spirituale di conversione e
di pace, allora, per orientarsi non servirà una guida turistica comune, ma un vero e proprio PROGRAMMA DI PREGHIERA.
È così, infatti, che il pellegrinaggio diventa un’esperienza
unica, perché significa vivere un incontro che dà senso e sapore alla vita, che la cambia e la trasforma. Ma questo come
può avvenire? Solo immergendosi appieno nell’intensa attività di “revisione e ristrutturazione” spirituale che caratterizza
ogni angolo di Medjugorje. Per questo la seconda parte del
libro offre una vera e propria guida di preghiera. Inizia con
le Preghiere secondo lo spirito di Medjugorje (preghiere del
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mattino, durante il giorno e della sera); la Liturgia delle
Ore (Lodi, Vespri e Compieta). Il centro del programma quotidiano di preghiera si svolge nel santuario per cui c’è una
sezione dedicata (santo Rosario, santa Messa e Comunione
eucaristica, Confessione, adorazione eucaristica o adorazione della croce). Altri luoghi importanti che immergeranno il pellegrino ancora di più nello spirito di preghiera sono
il Podbrdo, luogo delle prime apparizioni (santo Rosario) e
infine il monte Križevac (Via Crucis e adorazione silenziosa
della croce).
3. Al ritorno dal pellegrinaggio
Se la guida è stata lo strumento inseparabile del pellegrino che, attraverso di essa, ha potuto gustare appieno l’esperienza di pace e conversione a Medjugorje, perché abbandonarla una volta a casa? È lì, infatti, che la Madonna ci
accompagna nella sfida più difficile, quella del quotidiano,
quella del rimanere fedeli, del far fruttificare il pellegrinaggio, mettendo in pratica i suoi messaggi e perseverando nella
fede, attraverso la preghiera assidua e la partecipazione ai
sacramenti.
Non basta rammentare il pellegrinaggio, cioè lasciarlo nella mente come in una sorta di archivio polveroso, ma
morto, da riaprire nostalgicamente ogni tanto; e nemmeno ricordarlo, cioè tenerlo nel cuore in modo sentimentale
o sdolcinato. Il pellegrinaggio va rivissuto nel senso che se
quell’Incontro ha davvero cambiato la nostra vita deve trasfigurarla completamente nel quotidiano. Dobbiamo, cioè,
leggere, capire, meditare e approfondire i messaggi della Vergine per metterli in pratica. In realtà, basterebbe viverne uno
solo, perché la vita cambi radicalmente.
Lasciamoci prendere per mano, uno a uno, dalla nostra
Madre e lei ci guiderà sulla strada della pace. Suo Figlio
Gesù è la meta finale.
10
10
Guarda la stella, invoca Maria…
Chiunque tu sia, che ti vedi trascinato dalla corrente di questo mondo, e ti sembra di
navigare fra burrascose tempeste piuttosto
che camminare sulla terra, non distogliere gli
occhi dal fulgore di questa stella, se non vuoi
essere travolto dalle difficoltà.
Se si levano i venti delle tentazioni, se incorri negli scogli delle tribolazioni, guarda la
stella, invoca Maria…
Se, turbato dal pensiero dell’enormità dei
tuoi peccati, confuso per le brutture della tua
coscienza, cominci a essere sommerso nel
baratro della tristezza, nell’abisso della disperazione, pensa a Maria.
Nei pericoli, nelle angustie, nei dubbi,
pensa a Maria, invoca Maria. Non uscirai dal
cammino, se la segui, non dispererai, se la
preghi, non ti perderai, pensando a Lei.
Se Ella ti tiene per mano, non cadrai, se ti
difende, non avrai nulla da temere; se Ella ti
è guida, non ti affaticherai, con la sua protezione giungerai facilmente al porto.
San Bernardo di Chiaravalle
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Prepararsi
al pellegrinaggio
Mettiamoci sulle orme
di Cristo!
Pellegrini… non turisti!
Cercare e trovare Dio è un’esigenza vitale per l’uomo. Le
domande, a volte consapevoli e più spesso inespresse, che riguardano la nostra esistenza, il nostro desiderio di felicità, il
nostro destino e il senso di ciò che siamo e facciamo, nascondono il bisogno innato di scoprire Dio. Cercare Dio è uno
slancio del desiderio d’assoluto che è stato posto nel nostro
cuore dal Signore stesso.
Ogni giorno il discepolo poneva la stessa domanda:
«Come posso trovare Dio?». E ogni giorno riceveva la stessa
misteriosa risposta: «Devi desiderarlo». «Ma io lo desidero
con tutto il mio cuore, allora perché non lo trovo?».
Un giorno il maestro si stava bagnando nel fiume con il
discepolo. Spinse la testa del giovane sott’acqua e ve la tenne
mentre il poveretto si dibatteva disperatamente per liberarsi.
Il giorno dopo fu il maestro a iniziare la conversazione:
«Perché ti dibattevi in quel modo quando ti tenevo la testa
sott’acqua?». «Perché cercavo disperatamente aria».
«Quando ti sarà data la grazia di cercare disperatamente
Dio come cercavi l’aria, lo avrai trovato».
Certamente esistono tanti modi privilegiati per incontrare
Dio: per esempio attraverso la creazione, la Sacra Scrittura, i sacramenti, attraverso gli altri, attraverso le esperienze quotidiane,
ecc. Ci sono anche dei luoghi fisici che possono favorire l’incontro con il Signore, essi sono principalmente le chiese e i santuari.
Una pausa di ristoro nei luoghi dello spirito
Dal punto di vista teologico, la chiesa e il santuario sono
un segno della presenza attiva e salvifica del Signore nella
14
Io pellegrino… /
storia e un luogo di sosta dove il popolo di Dio, pellegrinante
per le vie del mondo verso la città futura (Eb 13,14), riprende
vigore per proseguire il cammino.
Il santuario infatti, come le chiese, è icona della tenda di
Dio con gli uomini (Ap 21,3) e rinvia al mistero del Tempio
che si è compiuto nel corpo di Cristo (Gv 1,14; 2,21), nella
comunità ecclesiale (1Pt 2,5) e nei singoli fedeli (1Cor 3,1617; 6,19; 2Cor 6,16).
Secondo la rivelazione cristiana il supremo e definitivo
santuario è Cristo risorto (Gv 2,18-21; Ap 21,22), attorno al
quale si raduna e si organizza la comunità dei discepoli, che
a sua volta è la nuova casa del Signore (1Pt 2,5; Ef 2,19-22).
Agli occhi della fede i santuari sono:
- per la loro origine, talvolta, memoria di un evento ritenuto straordinario che ha determinato il sorgere di manifestazioni di duratura devozione, o testimonianza della pietà e della
riconoscenza di un popolo per i benefici ricevuti;
- per i frequenti segni di misericordia che vi si manifestano, luoghi privilegiati dell’assistenza divina e dell’intercessione della beata Vergine, dei santi o dei beati;
- per la posizione, spesso elevata e solitaria, per la bellezza, ora austera ora amena dei luoghi in cui sorgono, segno
dell’armonia del cosmo e riflesso della divina bellezza;
- per la predicazione che vi risuona, richiamo efficace alla
conversione, invito a vivere nella carità e a incrementare le
opere di misericordia, esortazione a condurre una vita improntata alla sequela di Cristo;
- per la vita sacramentale che vi si svolge, luoghi di consolidamento nella fede e di crescita nella grazia, di rifugio e
di speranza nell’afflizione;
- per l’aspetto del messaggio evangelico che esprimono,
peculiare interpretazione e quasi prolungamento della Parola;
- per l’orientamento escatologico, monito a coltivare il
senso della trascendenza e a dirigere i passi, attraverso le
15
strade della vita temporale, verso il santuario del cielo (Eb
9,11; Ap 21,3).
Sempre e dappertutto, i santuari cristiani sono stati o hanno voluto essere segni di Dio, della sua irruzione nella storia.
Ognuno di essi è un memoriale del mistero dell’incarnazione
e della redenzione.
Nei santuari, si offrono più abbondantemente ai fedeli i
mezzi della salvezza, annunciando con zelo la Parola di Dio,
favorendo convenientemente la vita liturgica, in specie con
l’Eucaristia e la celebrazione della Penitenza, nonché coltivando forme approvate di pietà popolare.
Nel nostro tempo, tentato in diversi modi dalla secolarizzazione, occorre che “gli alti luoghi dello spirito”, costruiti lungo i secoli e spesso per iniziativa dei santi, continuino a parlare alla mente e al cuore di tutti, credenti o non
credenti, perché tutti risentono dell’asfissia di una società
chiusa in se stessa e talvolta disperata. I santuari più frequentati dovrebbero diventare altrettante case di famiglia,
dove ciascuno di quelli che vi passano o vi restano possa
trovare il senso della propria esistenza e il gusto della vita,
dopo avervi in qualche modo sperimentato la presenza e
l’amore di Dio.
La vocazione tradizionale, e sempre attuale, di ogni santuario è quella di essere come un’antenna permanente della
Buona Novella della salvezza. Tutti siamo in cammino per
le vie del mondo verso la nostra ultima destinazione, che è la
patria celeste.
Quaggiù siamo solo di passaggio. Per questa ragione,
nulla può darci il senso profondo della nostra vita terrena, lo
stimolo a viverla come una breve fase di sperimentazione e
insieme di arricchimento, quanto l’atteggiamento interiore di
sentirci pellegrini.
16
Io pellegrino… /
Tappe sulla strada che porta a Cristo
Molti santuari sono stati dedicati a Maria, perché l’umile
Vergine di Nàzaret ha generato, per opera dello Spirito Santo,
lo stesso Figlio di Dio, Salvatore universale; e perché il suo
ruolo è sempre quello di presentare, alle generazioni che si
succedono, il Cristo “ricco di misericordia”.
I santuari mariani, sparsi in tutto il mondo, sono come le
pietre miliari poste a segnare i tempi del nostro itinerario sulla
terra: essi consentono una pausa di ristoro nel viaggio, per
ridarci la gioia e la sicurezza del cammino, insieme alla forza
di andare avanti, come le oasi nel deserto, nate per offrire
acqua e ombra.
I santuari mariani, in particolare, sono luoghi che testimoniano la costante presenza di Maria nella vita della Chiesa.
Essi fanno parte del patrimonio spirituale e culturale di un popolo e possiedono una grande forza attrattiva e irradiante. In
essi – come il beato Giovanni Paolo II ha scritto nell’Enciclica
Redemptoris Mater – «non solo individui o gruppi locali, ma
a volte intere nazioni e continenti cercano l’incontro con la
Madre del Signore, con colei che è beata perché ha creduto».
Per questo, egli ha aggiunto, si potrebbe forse parlare di
una «specifica geografia della fede e della pietà mariana, che
comprende tutti questi luoghi di particolare pellegrinaggio
del popolo di Dio, il quale cerca l’incontro con la Madre di
Dio per trovare, nel raggio della materna presenza di colei che
ha creduto, il consolidamento della propria fede».
I santuari mariani sono come la casa della Madre, tappe di sosta e di riposo nella lunga strada che porta a Cristo;
sono delle fucine, dove, mediante la fede semplice e umile dei
poveri in spirito (Mt 5,3), si riprende contatto con le grandi
ricchezze che Cristo ha affidato e donato alla Chiesa, in particolare i sacramenti, la grazia, la misericordia, la carità verso i
fratelli sofferenti e infermi.
I santuari mariani sono autentici cenacoli, ove tutte le ca17
tegorie di fedeli hanno la gioiosa possibilità di immergersi
nella preghiera intensa insieme con Maria, la Madre di Gesù
(At 1,14), non solo nella preghiera liturgica ma anche in quelle sane forme della pietà popolare, che non di rado manifestano il genio religioso di tutto un popolo, raggiungendo talvolta
un impressionante acume teologico, unito a una straordinaria
ispirazione poetica.
Riflettendo sulla loro storia e sul messaggio spirituale dei
santuari mariani, i fedeli cercano di cogliere il senso profondo
dell’esperienza dei loro pellegrinaggi, per viverlo e realizzarlo nella realtà quotidiana.
Il pellegrinaggio
Il pellegrinaggio è un’espressione tipica della pietà popolare, strettamente connessa con il santuario, della cui vita
costituisce una componente indispensabile.
I pellegrinaggi sono una costante nella storia delle religioni. Anche il cristianesimo ha fatto propria questa pratica profondamente radicata nella mentalità popolare e rispondente al
bisogno di trovare uno spazio religioso là dove il divino si è
manifestato.
Vi sarebbe senza dubbio di che scrivere una storia molto
interessante sui pellegrinaggi cristiani, cominciando dai primissimi, che ebbero per meta Gerusalemme e i Luoghi Santi,
Roma e Compostela sino a quelli della nostra epoca, verso
Assisi, Lourdes, Fatima, Guadalupe, Częstochowa, San Giovanni Rotondo, Loreto e tanti altri luoghi.
Spiritualità del pellegrinaggio
Nonostante i mutamenti subiti nel corso dei secoli, il pellegrinaggio mantiene, anche nel nostro tempo, i tratti essenziali che ne determinarono la spiritualità.
Dimensione escatologica. Essa è essenziale e originaria:
il pellegrinaggio, “cammino verso il santuario”, è momento
18
Io pellegrino… /
e parabola del cammino verso il Regno; il pellegrinaggio infatti aiuta a prendere coscienza della prospettiva escatologica
in cui si muove il cristiano, homo viator: tra l’oscurità della
fede e la sete della visione, tra il tempo angusto e l’aspirazione alla vita senza fine, tra la fatica del cammino e l’attesa
del riposo, tra il pianto dell’esilio e l’anelito alla gioia della
patria, tra l’affanno dell’attività e il desiderio della serena
contemplazione.
L’evento dell’esodo, cammino di Israele verso la terra
promessa, si riflette anche nella spiritualità del pellegrinaggio: il pellegrino sa che non abbiamo quaggiù una città stabile (Eb 13,14), perciò, al di là della meta immediata del santuario, avanza, attraverso il deserto della vita, verso il cielo,
vera Terra promessa.
Dimensione penitenziale. Il pellegrinaggio si configura
come un “cammino di conversione”: camminando verso il
santuario, il pellegrino compie un percorso che va dalla presa
di coscienza del proprio peccato e dei legami che lo vincolano
a cose effimere e inutili al raggiungimento della libertà interiore e alla comprensione del significato profondo della vita.
Come è stato detto, per molti fedeli la visita al santuario
costituisce un’occasione propizia, spesso ricercata, per accostarsi al sacramento della Penitenza e il pellegrinaggio stesso
è stato inteso e proposto nel passato – ma anche nel nostro
tempo – come un’opera penitenziale.
Peraltro, quando il pellegrinaggio è compiuto in modo genuino, il fedele ritorna dal santuario con il proposito di cambiare vita, di orientarla più decisamente verso Dio, di dare a
essa una più marcata prospettiva trascendente.
Dimensione festiva. Nel pellegrinaggio la dimensione
penitenziale coesiste con la dimensione festiva: anch’essa è,
infatti, nel cuore del pellegrinaggio, in cui si riscontrano non
pochi motivi antropologici della festa.
La gioia del pellegrinaggio cristiano è prolungamento del19
la letizia del pio pellegrino di Israele: Quale gioia, quando
mi dissero: «Andremo alla casa del Signore» (Sal 122,1); è
sollievo per la rottura della monotonia quotidiana nella prospettiva di un momento diverso; è alleggerimento del peso
della vita, che per molti, soprattutto per i poveri, è fardello
pesante; è occasione per esprimere la fraternità cristiana, per
dare spazio a momenti di convivenza e di amicizia, per liberare manifestazioni di spontaneità spesso represse.
Dimensione cultuale. Il pellegrinaggio è essenzialmente
un atto di culto: il pellegrino cammina verso il santuario per
andare incontro a Dio, per stare alla sua presenza, rendendogli l’ossequio della sua adorazione e aprendogli il cuore.
Nel santuario il pellegrino compie numerosi atti di culto
appartenenti alla sfera sia della liturgia sia della pietà popolare. La sua preghiera assume forme varie: di lode e adorazione
al Signore per la sua bontà e la sua santità; di ringraziamento
per i doni ricevuti; di scioglimento di un voto a cui il pellegrino si era obbligato nei confronti del Signore; di implorazione
di grazie necessarie per la vita; di richiesta di perdono per i
peccati commessi.
Molto spesso la preghiera del pellegrino è rivolta alla
beata Vergine, agli angeli e ai santi, riconosciuti validi intercessori presso l’Altissimo. Peraltro le icone venerate nel
santuario sono segno della presenza della Madre e dei santi
accanto al Signore glorioso, sempre vivo per intercedere (Eb
7,25) in favore degli uomini e sempre presente nella comunità
riunita nel suo nome (Mt 18,20; 28,20). L’immagine sacra del
santuario, sia essa di Cristo, della Vergine, degli angeli o dei
santi, è segno santo della divina presenza e dell’amore provvidente di Dio; è testimone della preghiera che di generazione
in generazione si è levata davanti a essa come voce supplice
del bisognoso, gemito dell’afflitto, giubilo riconoscente di chi
ha ottenuto grazia e misericordia.
Dimensione apostolica. L’itineranza del pellegrino ripro20
Io pellegrino… /
pone, in un certo senso, quella di Gesù e dei suoi discepoli,
che percorrono le strade della Palestina per annunciare il Vangelo di salvezza. Sotto questo profilo il pellegrinaggio è un
annuncio di fede e i pellegrini divengono «araldi itineranti di
Cristo» (Apostolicam actuositatem, 14).
Dimensione comunionale. Il pellegrino che si reca al
santuario è in comunione di fede e di carità non solo con i
compagni con i quali compie il viaggio, ma con il Signore
stesso, che cammina con lui come camminò al fianco dei
discepoli di Emmaus (Lc 24,13-35); con la sua comunità di
provenienza e, attraverso di essa, con la Chiesa dimorante nel
cielo e pellegrinante sulla terra; con i fedeli che, lungo i secoli, hanno pregato nel santuario; con la natura, che circonda
il santuario, di cui ammira la bellezza e che si sente portato a
rispettare; con l’umanità, la cui sofferenza e la cui speranza si
manifestano variamente nel santuario, e il cui ingegno e la cui
arte hanno lasciato in esso molteplici segni.
Svolgimento del pellegrinaggio
Come il santuario è un luogo di preghiera, così il pellegrinaggio è un cammino di preghiera. In ogni sua tappa la
preghiera dovrà animare il pellegrinaggio e la Parola di Dio
esserne luce e guida, nutrimento e sostegno.
Il buon esito di un pellegrinaggio e gli stessi frutti spirituali che da esso si attendono sono assicurati dalla preghiera
liturgica e dalla preghiera personale.
21
La meta del pellegrinaggio:
Medjugorje
La meta scelta per il nostro pellegrinaggio è Medjugorje,
un piccolo villaggio della Bosnia-Erzegovina, divenuto uno
dei centri mariani più frequentati del mondo, con decine di
milioni di pellegrini e diverse migliaia di sacerdoti che vi
sono confluiti da ogni parte della terra. Qui, la Madonna è
viva e presente in modo tutto speciale e la gente che vi si reca
sperimenta la sua vicinanza materna nelle grazie straordinarie di conversione e di consolazione che vi riceve. L’autenticità dei fenomeni di Medjugorie non è ancora stata accertata
dalla Chiesa, ma è anche vero che i sacerdoti vengono esortati ad accompagnare i propri fedeli in pellegrinaggio, seguendo il principio che non può esserci un frutto buono da un
albero cattivo. Nel 2012 sono raddoppiati i confessionali (ora
sono una sessantina) e, nonostante tutto, le file di fedeli sono
lunghissime e i sacerdoti non sono mai sufficienti a soddisfare in breve tempo la richiesta di ricevere il sacramento della
Riconciliazione. La Chiesa non potrà pronunciarsi sulla autenticità del fenomeno fino a quando non saranno cessate le
apparizioni, ma la quantità di conversioni che si verificano
è segno di una forte presenza materna che il cuore avverte
come un mare di tenerezza al quale abbandonarsi.
Ma qual è il significato del nostro pellegrinaggio a Medjugorje? Medjugorje è un fiume di grazia dove la Madonna stessa
attraverso i suoi messaggi, chiamandoci «Cari figli…», ci invita a un cammino di conversione. Come rispondere a questo
invito? È semplice: con la preghiera! Non importa se non sappiamo pregare, se non lo abbiamo mai fatto o se non ce lo ricordiamo più perché è da tanto, forse troppo tempo, che non lo
facciamo, Maria ci ha chiamati a Medjugorje e ci ringrazia ogni
volta che iniziamo a pregare o che almeno proviamo a farlo.
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Io pellegrino… /
Chi va a Medjugorje risponde a una specifica chiamata
della Madonna e nessuno lascia questo luogo senza portare
con sé un souvenir speciale: il desiderio della propria conversione. La Madonna, infatti, continua a venire sulla terra
per risvegliare la nostra fede assopita e per rincuorare i nostri
animi doloranti e affaticati. Medjugorje è un’oasi di pace, alla
quale possiamo abbeverarci, attingendo la grazia necessaria
per vivere la nostra vita di ogni giorno, fatta di momenti felici e di momenti dolorosi; così anche le fatiche quotidiane
potranno essere affrontate con la consapevolezza che c’è una
Mamma amorevole che ci sostiene e ci guida nel cammino
della vita, per raggiungere l’amore infinito che è Gesù Cristo.
Ciò che più conta non è come si va a Medjugorje, ma come
si ritorna da Medjugorje, cioè con il cuore aperto e pronto a
mettere Dio al primo posto e a sceglierlo come la roccia in
ogni situazione della nostra vita.
Per questo si può dire che Medjugorje non è un movimento della Chiesa, ma la “Chiesa in movimento”, perché andando in questo villaggio ogni pellegrino riscopre la dimensione
più autentica e vera della vita intesa come continuo peregrinare, come continuo ritorno alla casa del Padre.
Facciamo nostro l’invito con cui padre Slavko (vedi pag.
80) si rivolgeva ai pellegrini: «Caro pellegrino, cercatore di
Dio! Quando ti rechi in pellegrinaggio a Medjugorje, sei invitato a pregare in chiesa, a partecipare alla santa Messa, a
confessarti, a metterti in adorazione davanti a Gesù Sacramentato, a salire sul Križevac (il monte che ci richiama alla
mente la passione di Cristo, la nostra sofferenza e la nostra
croce) e a pregare sul Podbrdo, la Collina delle apparizioni.
Credo che hai fatto tutto questo, che hai rinnovato la tua fede,
il tuo amore e la tua speranza, e che ti sei convinto quanto Dio
ti è vicino. È questo il motivo del tuo viaggio a Medjugorje».
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