Parrocchia Angeli Custodi ‐ Milano 50° Anniversario di Fondazione LA MUSICA DEL MAESTRO PIANO DELL’OPERA LA NOSTRA STORIA I SACERDOTI VOCAZIONI LA MUSICA DEL MAESTRO IL VESCOVO TRA NOI I PARROCI DALLA NASCITA AD OGGI ORATORIO: CASA CHE ACCOGLIE E SCUOLA DI VITA LA PARROCCHIA, LA CHIESA, IL MONDO 50 ANNI DI CATECHESI FRA GLI ANGELI CUSTODI DOVE DUE O TRE SONO RIUNITI… In copertina acquarello di Giulia Traverso - 2006
LA MIA ANIMA CANTA
Era il 1975. Lui era un prete venticinquenne appena arrivato agli Angeli Custodi. Un po’ per il tanto
tempo passato, un po’ per la mia giovanissima età di allora, di quell’epoca più che ricordi ho dei
flash… se dovessi immortalare in un flash il ricordo della prima volta che l’ho visto rappresenterei
il suo sorriso: grande, luminoso, profondo!
Nella nostra parrocchia don Vanni si occupava dell’oratorio maschile e della pastorale giovanile.
Ma riuscì a trovare anche del tempo da dedicare alla formazione del coretto parrocchiale.
Fino ad allora non c’era un gruppo strutturato come testimoniano questi estratti che ho trovato su
antichi fogli informativi parrocchiali:
Cercasi giovani e ragazze intonate che vengano a formare il coretto parrocchiale. L’accettazione
seguirà ad una prova positiva (dall’informatore parrocchiale dicembre 1967);
…a breve tempo si darà la possibilità ai ragazzi di far parte di gruppi come quello dei
“chierichetti” e “piccoli cantori” che permettano loro di svolgere anche dei piccoli servizi a tutta
la comunità parrocchiale… (don Giuseppe – dall’informatore parrocchiale dicembre 1969).
Con don Vanni il gruppo assumerà una fisionomia ben definita: sarà composto da ragazzine dai 7/8
anni fino a circa 20; avrà un preciso ritrovo per le prove (il sabato pomeriggio alle 15.00); canterà
accompagnato da un armonium (donato alla parrocchia dal Cardinal Montini, futuro Paolo VI)
suonato dalla giovanissima Paola. Il coretto sarà posizionato dietro l’altare (dalla parte della
sacrestia… all’opposto di dove è adesso) per finalità ben descritte nel volume “Ventidue chiese per
ventidue concilii”:
Per garantire la centralità dell’altare, questo è stato posto in immediata prossimità di due
categorie di fedeli: quelli che assistono, pur dialogando, e quelli che accompagnano il rito: cantori,
bambini…
L’impegno non passerà inosservato:
…mi pare bello ricordare qualcosa di quest’anno appena concluso: mi riferisco al gruppo
“canterino” sorto lo scorso autunno quando è arrivato tra noi don Vanni che, portandoci la sua
passione per la musica, l’ha trasmessa un po’ a tutti, ma in particolare ad un gruppetto di
ragazzine che è andato via via infoltendosi ed ha dimostrato costanza e impegno. Infatti ogni
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sabato c’è stato l’appuntamento per le prove e così l’Eucaristia domenicale delle ore 10 è risultata
più animata grazie anche a questo coretto guida. Si sa infatti che il canto se ben scelto e ben fatto
può aiutarci nella preghiera e davvero tanti fedeli hanno espresso il loro compiacimento a questo
riguardo.
I canti eseguiti sono stati quasi tutti nuovi ed è bello sottolineare come i testi, richiamandosi alla
Scrittura, offrono anche motivi di riflessione…
(Giovanna Borgonovo – dall’informatore parrocchiale luglio 1976)
Era ancora una cosa un po’ da pionieri, ma il seme era gettato… e la storia cominciò!
I canti di allora erano “quasi tutti nuovi” diceva Giovanna nell’articolo e non solo erano nuovi i
canti ma era nuovo anche il genere. La finalità principale non era l’ascolto ma il coinvolgimento
dell’assemblea (in linea con lo slancio partecipativo di quello straordinario periodo post-conciliare
della Chiesa). Ricordo che don Vanni si spostava in continuazione da una parte all’altra per dirigere
ora verso il coro, ora verso i ragazzi del catechismo, ora verso l’assemblea tutta…
Era – ed è – difficile… molto difficile!… avere un’assemblea che canta:
…C’è una certa riluttanza a cantare in chiesa: maggiore fra gli uomini ma diffusa anche fra le
donne. Quali le cause? Poca volontà partecipativa? Rispetto umano?
Chi lo sa! Certo è che il confronto tra la partecipazione collettiva (ed invero non solo canora) delle
chiese ad esempio protestanti o anche di chiese cattoliche d’Oltralpe e ciò che avviene tra noi
smentisce il luogo comune che gli italiani siano un popolo di cantanti.
Come porre rimedio a questo fenomeno negativo, che forse non è esagerato definire scarsa
manifestazione di fede?
In primis ricordando le parole di Sant’Agostino “Chi canta prega due volte”…Il canto è qualcosa
di più del recitare: implica maggior impegno, un più intenso slancio.
…Certo, è difficile per chi non ha mai cantato in chiesa, iniziare.
Perché allora non incominciare munendosi all’ingresso, oltre che del foglio liturgico, anche del
libretto dei canti? Si tratterà all’inizio di seguire le parole per poi far seguire, piano piano, lo
sforzo di unirsi agli altri.
Passando da considerazioni di carattere generale al microcosmo della nostra parrocchia, è il caso
di ricordare che la comunità organizza un gruppo di cantori che fa da traino al canto dei fedeli,
specie nelle occasioni più solenni. Chiunque può farne parte: una bella voce va bene, ma anche in
questo caso molto di più conta la disponibilità all’impegno comune.
(A. Fedegari – dall’informatore parrocchiale gennaio 1993).
2 Il coretto, così come ve l’ho raccontato finora, proseguirà per circa cinque anni. La grande svolta
arriverà nel novembre 1980 quando don Vanni darà questo annuncio in chiesa: “Quest’anno, per
Natale, vorremmo preparare dei canti a quattro voci… ci servono pertanto anche voci adulte e
maschili… chiunque voglia provare si faccia trovare questa sera in chiesa alle 18.45 per una
prova…”
L’idea di passare da un coretto a un coro vero e proprio era maturata anche grazie al nuovo acquisto
della parrocchia: il prestigioso organo della ditta Mascioni di Cuvio, inaugurato nel 1979.
Il coro cambierà così improvvisamente fisionomia: dal gruppetto di ragazzine passerà ad essere
composto da persone di tutte le età. Inizialmente verranno mantenuti entrambi gli orari delle prove
(sabato pomeriggio per i più piccoli, domenica sera per gli adulti). Alcuni, entusiasticamente,
parteciperanno ad entrambi. Poi, pian piano, l’orario del sabato verrà abbandonato e rimarrà solo
quello della domenica (tuttora!… mica ci siam stancati!)
In quegli anni il gruppo si consolida, si amalgama, cerca uno stile e un suono che gli siano propri.
Indubbiamente ruota intorno allo straordinario carisma del suo fondatore. Ho iniziato questa
testimonianza parlando del ricordo del suo grande, luminoso e profondo sorriso… ecco: a me che
allora cantavo, sembrava che tutto il coro risplendesse di quel sorriso!
Capitava che don Vanni, essendo sacerdote, non potesse sempre dedicarsi alla direzione del coro:
spesso celebrava la Messa o, quando non celebrava, approfittava dei momenti liberi da canti per
stare nel confessionale. Era formidabile vederlo arrivare di corsa dal fondo della chiesa per l’attacco
del canto d’Offertorio (noi ragazzine terribili, scherzavamo anche su come potessero finire
d’improvviso alcune confessioni…).
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Io, all’epoca, avevo cominciato a dirigere il coro delle bambine dell’oratorio. Don Vanni, che lo
sapeva, un giorno mi disse “vado a confessare… se non arrivo in tempo tu fai andar le mani”.
Se vi eravate immaginati una richiesta formale o un’investitura ufficiale per il mio ruolo di aiutante
di don Vanni… scordatevelo! Tutto è nato da “…fai andar le mani”!
Come tutti sappiamo, nel 1986, don Vanni verrà trasferito in Valsassina. Dell’ultima sua Messa
celebrata agli Angeli Custodi ho già scritto in occasione del venticinquesimo anniversario del coro:
Nel settembre del 1986, don Vanni celebra la sua ultima Messa agli Angeli Custodi prima di
trasferirsi in Valsassina per il suo nuovo incarico. Come sempre, quando lui celebra la Messa, io
dirigo il coro. Tutto bene… tutto come sempre… fino al canto alla Comunione.
Ebbi la sciagurata idea di scegliere il canto “Sulla tua parola” e al ritornello “Pietro vai – fidati
di me – prendi ancora il largo – ti farò pescatore di uomini – manderò lo Spirito – ti darà il
coraggio”, gli occhi di mezzo coro si inumidiscono, qualcuno smette di cantare e si siede, altri
smettono di cantare e rimangono lì in piedi, impietriti. E io? Io ero lì… a chiedermi se avevo
sbagliato canto o se l’avevo scelto troppo giusto… con le labbra che tremavano, le braccia anche,
lo sguardo fisso sulla vetrata in fondo per evitare di incrociare quello degli altri. Sapevamo già da
qualche mese che sarebbe andato via ma quello è stato il momento in cui ne abbiamo preso
coscienza tutti insieme, come un corpo unico a cui viene strappato un pezzo… e ancora non
potevamo immaginare quanto…!
Comunque a fine Messa, una signora del coro (Pinuccia) mi chiede: “Ci sono le prove stasera?” E
io, ancora un po’ scossa, rispondo: “Sì”. Ma poi, a casa, mi prende il panico. Le prove? Io? Ho 23
anni… sono quasi tutti più grandi di me… e soprattutto… che gli faccio fare?...
(Roberta – da “Note d’Argento”)
Per la festa patronale del 1987 venne richiesto al coro di offrire un concerto per il venticinquesimo
anniversario di fondazione della parrocchia: era la prima volta che cantavamo al di fuori di una
Messa e anche se, naturalmente, la richiesta ci aveva fatto piacere eravamo… terrorizzati! Inoltre
eravamo anche rimasti senza organista: la mitica Paola, infatti, avendo cambiato zona non poteva
più supportarci; la nuova organista, Silvia, era appena agli inizi e faceva già miracoli… insomma ci
siamo dovuti arrangiare un po’…! Ma dev’essere andata bene visto che poi, di concerti, ce ne hanno
richiesti altri!
4 Ottobre 1987 – Primo concerto del coro in occasione della XXV Festa Patronale.
Tra i tanti concerti ne ricordo uno con particolare piacere: nel 1990 avevamo nel coro un nutrito
gruppo di bambini delle elementari e anche una maestra della scuola di Via Colletta (Francesca).
Nacque così la proposta di organizzare un concerto appositamente per le classi di questi bambini. Il
tam tam evidentemente funzionò a meraviglia dato che si aggiunsero anche altre classi della
suddetta scuola, altre arrivarono dall’istituto delle Suore Mantellate e altre ancora dalle Orsoline.
Così, un sabato mattina di marzo, la nostra chiesa si ritrovò piena di bambini allegri e festosi.
Ricordo la soddisfazione dei “nostri” bimbi nel cantare davanti ai loro compagni… ricordo qualche
buffo applauso nei momenti sbagliati… ma ricordo soprattutto quanto fossero rimasti tutti attenti e
rispettosi. E alla fine… calorosi!
Il 30 gennaio 1994, in occasione della “giornata del lebbroso” venne trasmessa dalla nostra chiesa
(in qualità di parrocchia di origine di Marcello Candia) la Santa Messa su Raiuno. Ci ritrovammo
coinvolti in una macchina di cui faticavamo a capire il meccanismo: niente, assolutamente niente,
era lasciato all’improvvisazione. Noi che, tutto sommato, siamo abituati a improvvisare spesso per
adattarci a qualche imprevisto nella Messa e, scherzando, diciamo “è il bello della diretta!” ci siamo
dovuti rendere conto, invece, che in una diretta niente mai è lasciato al caso! Cronometrati (al
secondo) i canti, cronometrata l’omelia, nessuna possibilità di cambiare neanche una virgola sui
canti stabiliti (per diritti d’autore che la Rai aveva pagato anticipatamente), il regista era su un
camion fuori della chiesa e comunicava via radio col “nostro” cameraman che, a gesti, ci dava i
comandi… quando è (finalmente!) finita eravamo distrutti!
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Curiosità: l’inizio della trasmissione era fissato per le 11.00. Noi del coro siamo arrivati alle 9.30 e,
con nostro grande stupore, abbiamo trovato la chiesa già piena… un’ora e mezza prima! Bravi…
fatelo sempre!!!
Gli anni passano, gli eventi si susseguono, al parroco fondatore don Peppino subentra don Tarcisio,
cominciano i Venerdì Quaresimali di Musica e Preghiera di cui vi parlerò tra poco, riceviamo
qualche visita del Cardinal Martini… il coro partecipa sempre a tutto.
30 gennaio 2000 – Visita Pastorale del Cardinal Martini
Il coro, dicevamo, partecipa sempre a tutto. Per questo farne parte è un’esperienza importante: si
rimane coinvolti in tutti gli eventi più significativi. Il coro non solo li vive ma li caratterizza, aiuta
l’assemblea nella partecipazione, accompagna la preghiera, rende più puri e sereni i pensieri,
esprime i sentimenti di chi canta e li imprime nell’anima di chi ascolta. Quando capita che qualcuno
lasci il coro a me dispiace sempre e non solo per la voce in meno che avremo ma perché penso che
lui (o lei) si perderanno l’occasione di partecipare attivamente a questa lunga e bella storia che è la
vita di una comunità.
Questo intreccio tra vita della comunità, vita del coro e vita personale di ognuno dei coristi è stata la
base della festa dei venticinque anni del coro. Per questa ricorrenza è stato organizzato un evento
che si è rivelato molto coinvolgente per tutti.
6 “NOTE D’ARGENTO”
Una serata di grandi emozioni quella che il coro ha regalato ai numerosi convenuti al concerto del
suo venticinquesimo anniversario. Un percorso musicale lungo 25 anni; un susseguirsi di canti che
hanno segnato epoche, momenti particolari (gioiosi e non) della nostra parrocchia. Quanti ricordi,
collettivi e personali, quante emozioni sono riemerse…!
Il concerto, suddiviso in due tempi, ha visto l’esecuzione di ben 25 pezzi da “Ma la tua parola” (il
primo canto a quattro voci imparato dal coro per il Natale del 1980) a “Oh happy day” (eseguito
per la prima volta in questa occasione).
Ogni canto è stato preceduto da una piccola presentazione curata dai singoli coristi: ognuno ha
brevemente spiegato cosa questo canto significasse per sé e perché era stato scelto per il concerto.
Sono così emersi pensieri bellissimi, alcuni profondi, altri più leggeri ma tutti hanno saputo far
riaffiorare emozioni passate ma sempre vive nell’animo di ognuno. La presentatrice ufficiale,
Francesca, ha fatto da “collante” per tutti questi pensieri unendoli in un unico filo conduttore.
Naturalmente la musica l’ha fatta da padrone: canti liturgici di ogni genere, dai più popolari ai più
raffinati; dai più antichi ai più moderni; dai più semplici ai più complessi.
Per l’occasione sono stati ricontattati anche i coristi di un tempo e ben 7 di loro hanno partecipato
alle prove per poter vivere il concerto da protagonisti. Altri, non avendo potuto presenziare alla
preparazione, sono comunque intervenuti tra il pubblico e sono poi stati invitati ad unirsi al coro
per il canto finale (“Ho tanta gioia!” un pezzo che, chiunque abbia cantato nel coro, anche solo
per un anno, non può non sapere). Dagli ex-coristi trasferitisi lontano, inoltre, sono stati ricevuti
vari messaggi di auguri e di partecipazione spirituale: tra questi ne è stato scelto uno (di Antonella,
ora “romana”) che è stato letto ad inizio serata.
Si è creata un’atmosfera magica dove tutti, dal cantore più “navigato” ai “nuovi” arrivati solo
quest’anno, dai più piccoli ai più grandi, dai presentatori ai solisti, dai due bravissimi organisti
(Gian Francesco e Marco) alla violinista Anna, dalla direttrice del coro al pubblico… tutti, ma
proprio tutti hanno dato il meglio che potevano per trasmettere le proprie emozioni e rendere più
vivi i ricordi.
Il cammino verso questo anniversario è iniziato circa un anno fa: c’è voluto tutto questo tempo e
molto impegno da parte di tutti per poterlo realizzare ma il risultato, andato oltre le migliori
previsioni, ci ha convinto di aver fatto la cosa giusta.
Grazie di cuore a tutti.
(dall’informatore parrocchiale giugno 2006)
Nell’articolo si accennava alle piccole presentazioni dei canti curate dai singoli coristi. Ve ne
riporto alcune:
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La storia del nostro coro è tra le tante, nate per caso o non per caso, nelle parrocchie in cui la
buona volontà, l’amore per il servizio, la voglia di stare insieme, di condividere momenti di gioia,
di tristezza, di emozioni forti che fanno nascere imprese oltre le proprie capacità naturali e
culturali perché non sono altro che, in tutta umiltà, l’espressione dei nostri più alti sentimenti
rivolti a Dio. (Francesca Sali – da “Note d’Argento”)
È passato molto tempo e i ricordi si fanno confusi, ma non posso dimenticare la gioia di quando mi
è stato proposto di fare da solista per “Madre, io vorrei”.
Il testo medita sul misterioso legame di madre e figlio, ma l’essere così speciale del figlio rende
questo legame assolutamente unico.
Durante gli anni in cui la cantavo sono passata dall’essere una giovane donna all’essere una
giovane madre, ma sempre mi ha commosso e fatto pensare l’inizio di ognuna delle tre strofe. Le ho
sempre vissute, nel mio intimo, come una preghiera per tutte le mamme che hanno un figlio
speciale, che vivono questo rapporto con grande gioia, ma anche con grande trepidazione per il
futuro che attende questo figlio. (Elisabetta Baronchelli – da “Note d’Argento”)
Il prossimo canto si chiama “In cerca d’autore”. È un canto rivolto ai giovani. Un messaggio di
certezza nella presenza amorevole, forte e fedele di Dio; di un Dio con noi da sempre e per sempre
se crederemo nel suo amore.
A colui che venticinque anni fa ha fatto sì che questa avventura avesse inizio, io dico “grazie!”
Sono sicura che in questo momento tu ci stia ascoltando e, perché no, magari anche dirigendo, con
la tua solita ed immancabile allegria.
Ciao don Vanni! (Simona Porfiri – da “Note d’Argento”)
Il ricordo va all’anno 1993 quando mi sposai e giunsi in questa parrocchia. Don Peppino, don
Ambrogio… i primi che ho conosciuto… e poi un giorno, in oratorio, Doriano che mi chiede: “Sai
cantare?” Tutti mi accolsero a braccia aperte e ora sono qui con gioia a cantare: “…come un
albero che affonda le radici nella terra e su quella terra un uomo costruisce la sua casa…” Tredici
anni fa ho affondato le radici in questa parrocchia e ho costruito la mia casa. (Mario Grasso – da
“Note d’Argento”)
Ci sono immagini che restano impresse nella mente per tutta una vita, ci sono emozioni che non
svaniscono nemmeno a distanza di tempo e c’è la musica che è insieme testimone e rievocatrice di
queste emozioni.
Due milioni di pellegrini giunsero a Roma per la XV Giornata Mondiale della Gioventù nell’anno
giubilare 2000 e accolsero le parole di Giovanni Paolo II… Tra questi giovani pellegrini stremati
dal caldo e dalla folla, ma forti in spirito, c’ero anch’io, ad accogliere le indimenticabili parole di
un Papa che ormai stanco e malato, tuttavia sembrava rinascere nutrito dall’entusiasmo dei
8 giovani in cui vedeva la speranza del domani. Queste le note che risuonarono nella notte del 19
agosto 2000… (Manuela Agosti – da “Note d’Argento”)
Note d’Argento – 25 anni col Coro Parrocchiale
Accennavo prima alle meditazioni quaresimali. Dalla Quaresima del 2000 il coro ha cominciato ad
occuparsi di uno dei Venerdì nell’ambito degli incontri di Musica e Preghiera. Inizialmente ci si
interessava soltanto della parte musicale mentre altri, esterni al coro, si premuravano di scegliere le
letture. Dal 2007, invece, grazie all’iniziativa di Manuela e Gian Francesco, ci siamo lanciati anche
nella costruzione della parte meditativa. Lo slancio è piaciuto molto a don Guido che, per l’anno
successivo, ha proposto che venisse istituito un gruppetto, interno al coro, che si occupasse della
parte “non musicale”. Il gruppo, ironicamente autodefinitosi dei “pensatori” è attualmente composto
da 7 coristi e si ritrova periodicamente durante l’anno per definire i temi da sviluppare nelle
meditazioni, le letture da proporre, le preghiere, le immagini, la scelta dei canti etc…
Tutto questo è ben spiegato nell’articolo che vi riporto appena dopo. È quanto scrive una
“pensatrice” riguardo alla meditazione su Maria proposta dal coro nel maggio 2009.
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LA MIA ANIMA CANTA
Da una decina di anni faccio parte del coro degli Angeli Custodi e recentemente ho accolto con
entusiasmo l’invito a contribuire alla preparazione delle meditazioni sui momenti più significativi
dell’anno liturgico.
Preparare una meditazione comporta un lavoro di gruppo per la ricerca dei contenuti: ognuno
mette in gioco le sue competenze tecniche ed esprime liberamente la sua sensibilità artistica,
musicale o letteraria. Le proposte vengono a lungo discusse e finalmente condivise per offrire alla
nostra comunità una riflessione che vuol essere anche un’opportunità di incontro.
“La mia anima canta” è il titolo scelto per la meditazione di maggio sul mistero di Maria, fanciulla,
donna e madre, che proprio nel Magnificat ha espresso tutta la sua spiritualità. Il Magnificat è il
cantico di ringraziamento che Maria pronuncia dopo l’Annunciazione, così come riportato dal
Vangelo di Luca. Maria accetta la chiamata e canta la sua gratitudine a Dio, che ha capovolto le
prospettive umane perché la nascita del suo Figlio realizza la promessa di liberazione dalla
schiavitù del peccato e dalle vane illusioni dei potenti.
Il titolo riflette anche la nostra esperienza, di cui siamo orgogliosi: con il canto è possibile pregare.
Che cos’è la preghiera, se non il bisogno dell’uomo di rivolgersi a un Altro che ascolta e conforta?
Noi abbiamo vissuto l’esperienza dell’incontro con Cristo Gesù e, quando gli apriamo il nostro
cuore, lasciamo che la Sua Parola entri in noi. E in Maria il Verbo si è fatto carne, l’Altro è
diventato Dio con noi. Di fronte a questa rivelazione, proviamo stupore, meraviglia e gioia che
esprimiamo con il canto.
Nel mettere a punto la riflessione su Maria, abbiamo voluto tracciare le varie tappe della sua vita
proponendo canti, letture e immagini che aiutassero a capire il significato della sua esperienza.
Era giovane quando la voce dell’Angelo le annunciò la nascita di un Figlio “speciale” e la rese
partecipe del mistero di salvezza voluto da Dio per l’umanità. Per sottolineare come il progetto di
Dio irrompe nella vita quotidiana di uomini e donne in carne e ossa, abbiamo deciso di introdurre
la meditazione con due canzoni di Fabrizio De André (Il sogno di Maria e Ave Maria), consapevoli
che non rientrano nella tradizione del canto liturgico. Ma siamo convinti che esse esprimono
pienamente il senso religioso dell’uomo, che può manifestarsi in varie forme artistiche.
D’altro canto, tra le letture selezionate, ci è sembrato che quelle di Madre Teresa (Maria, Madre di
Gesù) e di don Tonino Bello (Maria, Donna del silenzio) potessero aiutare a riflettere sulle altre
virtù di Maria, non più fanciulla, ma oramai adulta. Come ci raccontano i Vangeli, Maria, divenuta
madre, ha sempre accompagnato e seguito il Figlio con premurosa dedizione. Per noi Maria
rimane un esempio di amorevole pazienza e sofferta partecipazione alle vicende della vita: quanta
attesa del disvelarsi del mistero di Dio nei suoi sguardi, ma anche quanta comprensione del
proprio destino! Con le immagini proiettate durante l’esecuzione dei canti abbiamo voluto
sottolineare l’intensità di questi sentimenti. Non a caso accanto a figure dell’arte classica sono
state proposte rappresentazioni di pittura e scultura contemporanee, a significare il carattere
universale del messaggio cristiano, che investe tutta la storia dell’umanità.
10 Altrettanto varia è la nostra proposta di meditazione che rispecchia la composizione del nostro
coro: ci sono i bambini, i ragazzi e gli adulti. Vogliamo valorizzare il contributo di tutti perché
crediamo che sia bello sentirsi parte di una comunità. La compagnia degli amici ti aiuta a crescere
e ti fa vedere l’aspetto positivo delle cose. Da soli non si costruisce la speranza nel futuro: è questo
il messaggio che vogliamo trasmettere.
Personalmente trovo che l’esperienza più gratificante del cantare in un coro sia imparare a seguire
le indicazioni e i suggerimenti di chi guida l’esecuzione: scopri che le voci sono tante e diverse, ma
che esse possono fondersi in un’armonia. Allora anche per te l’anima canta la grandezza del
Signore!
(Antonella Sanavio – dall’informatore parrocchiale giugno 2009)
10 febbraio 2007 – Festeggiamo il 45° anniversario di fondazione della parrocchia con il Cardinal Tettamanzi
Sempre nel 2009, una delle meditazioni quaresimali venne tenuta dalla Comunità Valdese di Milano.
A questa serata era presente un buon numero di nostri cantori e tutti erano rimasti piacevolmente
colpiti dalla bella atmosfera che il coro valdese aveva saputo creare. Ci siamo così incuriositi e
avvicinati al tema dell’ecumenismo che è stato anche il filo conduttore degli incontri parrocchiali
dell’anno successivo. Il coro, in particolare, è rimasto coinvolto in due momenti: la festa delle corali
e la veglia ecumenica di Pentecoste.
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FESTA ECUMENICA DELLE CORALI
La settimana di preghiera per l’unità dei cristiani si è aperta lunedì 18 gennaio nella Basilica di
Sant’Ambrogio con la preghiera ecumenica delle corali. La serata è stata animata da 8 corali
appartenenti a 7 Chiese Cristiane. Il tema proposto era “Cantiamo la gloria del Cristo risorto”. Il
coro della nostra parrocchia lo ha interpretato eseguendo due brani: “La creazione giubili” e “Credo
in Te”. È stata una serata intensa ed emozionante tanto che alcuni nostri coristi hanno sentito
l’esigenza di ricordarla con qualche pensiero che qui riportiamo:
Bello… molto bello! Credo che l’intento della serata sia stato centrato in pieno! Un clima intenso e
ben partecipato… e poi vedendo le facce dell’assemblea, davvero compiaciute, durante i nostri due
pezzi direi che siamo riusciti ad emozionare cantando con il “sorriso che fa splendere il cielo”…
Speriamo di riuscire a mantenere i contatti per questo tipo di “incontri” semplici ma ricchi...
(Marco Favero)
Partecipare alla preghiera ecumenica con le corali cristiane è stato emozionante e sarebbe bello
favorire delle nuove occasioni di incontro. Nella Basilica di Sant’Ambrogio abbiamo ascoltato i
loro canti e proposto i nostri, però non abbiamo avuto modo di conoscerci. L’augurio è che la fede
comune in Cristo risorto promuova il dialogo e la condivisione di altre esperienze. Inoltre mi
piacerebbe conoscere la storia delle altre chiese nazionali, ad esempio quella armena, che è la più
antica della cristianità. (Antonella Sanavio)
Un’emozione incredibile, “Credo in Te” mai come ieri è stato cantato, vissuto e creduto nel cuore.
Che lo spirito di questa serata resti in noi anche nei tempi a venire.
Grazie. (Manuela Agosti)
CREDO nel fatto che ieri sera ci fosse “un’aria strana”, qualcosa di palpabile che riempiva i cuori
e guidava le nostre voci.
Ci è stata regalata una splendida esperienza. (Elena Beneventi)
So che non sono una “voce” fondamentale ma la serenità e l’emozione che provo quando canto mi
riempiono di gioia e mi fanno “splendere il cielo” anche nei momenti di buio.
Grazie ancora. (Elena Lozio)
12 Ho avuto una sensazione strana, la voce andava da sola e sentivo che tutte erano lì…nessuna più
alta, nessuna più bassa!!!! È proprio vero: quando si canta col cuore si diventa una voce sola!!!
(Valentina Grasso)
È stata una grande emozione, per me, cantare nella bellissima e suggestiva Basilica di
sant’Ambrogio. L’emozione di cantare per il Signore e ringraziarlo per il suo amore insieme ai
fratelli delle altre Chiese Cristiane. (Levia Messina)
…E poi il nostro Coro, di cui sono stato orgoglioso, perché non solo ha cantato veramente bene,
con passione, naturalezza e dolcezza, ma ha dato a tutti un tratto indispensabile dell’Ecumenismo:
il senso della Chiesa. Erano, infatti, in 37 (se ho contato bene) a rappresentare tutta la Parrocchia:
bimbi, preadolescenti, adolescenti, giovani, papà, mamme e nonni. C’era proprio la Chiesa, popolo
di Dio. E mi son sentito un parroco felice e beato. (don Guido)
Un “credo” cantato con tale dolcezza…! (Monsignor Gianfranco Bottoni)
(dall’informatore parrocchiale febbraio 2010)
18 gennaio 2010 – Festa Ecumenica delle Corali
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La veglia ecumenica di Pentecoste 2010 si è conclusa nella nostra chiesa dopo aver attraversato le
vie del decanato. Per questo motivo abbiamo chiesto al coro della parrocchia di S. Silvestro di unirsi
a noi nel canto. Col coro di S. Silvestro la collaborazione è di vecchia data e risale al 2002 quando
le nostre due parrocchie hanno cominciato a organizzare insieme la Via Crucis del Venerdì Santo. È
un gruppo col quale ci siamo sempre trovati bene e ci aiuta anche nella preparazione del
pellegrinaggio decanale per il quale da qualche anno veniamo incaricati di coordinare tutti i cori
parrocchiali. L’idea di cantare tutti insieme venne (nel 1996) a don Maurizio di Sant’Andrea.
Quando questi venne trasferito ad altro incarico il timone passò al coro di Santa Maria del Suffragio
e, dal 2007, a noi. Ultimamente, per la Messa conclusiva della Visita Pastorale Decanale (23
gennaio 2011) gli otto cori del decanato hanno dato una bella prova di collaborazione: straordinaria
l’uniformità di suono raggiunta dai 130 coristi con un’unica prova d’insieme!
È impegnativo riuscire, in pochissimo tempo, a organizzare tutto il gruppo: ogni coro ha il suo
repertorio, il suo modo di attaccare, di staccare, di interpretare… uniformare il tutto è un’impresa e
direttori ed organisti faticano parecchio per cercare di portarli tutti dalla stessa parte.
Già… gli organisti! Vorrei dedicargli un paragrafo. Come detto all’inizio, la prima organista del
coro fu Paola Coppin: iniziò giovanissima nel 1975 e accompagnò il coro fino al 1986 circa. Poi,
avendo cambiato casa, cominciò a diradare il suo impegno fino a quando, nel 1988 venne
definitivamente sostituita da Silvia Brambilla. Silvia mantenne l’incarico con encomiabile costanza
fino al Natale del 2003 quando, anch’ella trasferitasi in altra zona, dovette, suo malgrado, lasciarci.
Da allora (e tuttora) all’organo, per l’accompagnamento del coro, si alternano Marco Favero e Gian
Francesco Amoroso. Graditissima novità degli ultimi tempi è l’impegno di Federica Favero che sta
acquisendo sempre più sicurezza e scioltezza.
Mi piace molto sottolineare un fatto: tutti questi organisti sono “nostri”. Intendo dire che fanno
parte della nostra parrocchia, provengono dal nostro oratorio, nella comunità hanno avuto (o hanno
ancora) anche altri incarichi (animatore, catechista ecc…). Sono arrivati al coro da bambini… (tutti
noi ricordiamo bene il piccolo Gian Francesco angelicamente addormentato sulla panca del coro
durante la sua prima Messa di Mezzanotte!)… è il nostro vivaio…!
So che non è così in tutte le parrocchie: in alcune si è dovuto ricorrere a professionisti esterni. A me,
invece, sembra un fatto molto positivo che una comunità trovi al suo interno le forze per rigenerarsi:
vuol dire che è viva… e che guarda sempre avanti!
E così… con questo richiamo al futuro pensavo di concludere questa parte della dispensa dedicata
al coro della nostra chiesa. Ma, si sa, gli Angeli Custodi sono un po’ imprevedibili e così accade che,
proprio nei giorni in cui stavo pensando al finale, una ragazza del coro che sapeva che stavo
scrivendo questi pensieri, mi ha inviato una bella lettera nella quale ripercorre il suo cammino
vissuto all’interno del coro. A rendere ancora più magico il tutto… c’è la data! Ho ricevuto questa
lettera il giorno di Natale… come un dono! Un bellissimo dono che voglio condividere con voi:
14 Come la partecipazione ad un coro parrocchiale può rientrare in un progetto educativo? Come può
contribuire alla crescita umana e spirituale di un individuo nell’età più delicata dalla
preadolescenza all’età adulta?
Rifletto ora, mentre ripercorro il mio cammino, da quando ho cominciato a cantare nel coro a 14
anni (il “lontano” 1994!) ad oggi…
Ma torniamo un attimo ancora indietro nel tempo: la messa agli Angeli Custodi la domenica, per
me e per la mia famiglia, è sempre stata la messa, prima delle 10 e poi delle 11, e quindi quella con
il coro!
Fin dalle elementari, quando, come ragazzi del catechismo, occupavamo le prime panche centrali
della chiesa, osservavo, affascinata, il nostro coro, gli organisti, la sua direttrice. Mi stupiva la
loro presenza costante, mi stupiva la loro voce sempre così amalgamata tanto da pensare, con la
mente di una bimba di 7 anni: “sicuramente sono in playback!”.
Oggi mi fa sorridere questo mio pensiero…
Gli anni passavano e il mio interesse e fascino per questi parrocchiani che cantavano era costante!
Ricordo che il giorno della mia S. Cresima mio zio ha fatto un filmato della celebrazione: quante
volte l’ho riguardato per ascoltare i canti!
E così gli anni passano e finalmente nel 1994, conosciuta Roberta in oratorio per la preparazione
dei canti per la festa di Natale, decido di avvicinarla dopo la messa.
“Posso venire anche io a cantare nel coro?”
“Certo! Ti aspetto stasera dopo la messa delle 18!”
Qui comincia il mio cammino…
Oggi, a trent’anni, riguardando il mio percorso, riscopro quanto questa attività, alla quale ho
scelto di partecipare consapevolmente sì, ma con la leggerezza della preadolescenza, ha
contribuito, anno dopo anno, esperienza dopo esperienza, alla mia formazione non solo come
credente, ma come persona.
E desidero condividere alcuni valori che questa esperienza, negli anni vissuta a pieno, mi ha
regalato e che tuttora porto con me come preziosi: la partecipazione al coro con costanza,
settimana dopo settimana, anno dopo anno, mi ha trasmesso l’importanza di imparare a scegliere
e a perseguire un obiettivo. E non senza rinunce.
Scegliere di partecipare al coro parrocchiale in tutti questi anni ha significato spesso anche
scegliere di non partecipare ad altro; ma la determinazione nel mantenere l’impegno era ed è
supportata dal fatto di credere profondamente nel progetto che seguivo e seguo.
A 14 anni mi spingeva l’entusiasmo di una passione come il canto appena nata, la presenza nel
coro degli amici dell’oratorio, ma è negli anni che, con la crescita, con la costanza e con la
capacità di fermarsi a riflettere, ho imparato a riconoscere i valori che, talvolta inconsapevolmente,
ho interiorizzato e fatto miei.
Il valore dello stare insieme per esempio. Cantare da soli è altro dal cantare insieme.
15
E così ho imparato a condividere uno stesso tempo, lo stesso spazio… perché non importa se sei
ragazzino, adulto o anziano… la domenica ci ritroviamo insieme.
Perchè la musica è una e uno è il suono che vogliamo creare, e lo possiamo fare solo insieme,
ascoltando il nostro vicino di panca, correggendoci amichevolmente, se necessario riprovando
insieme, coristi, direttrice e organisti… tutti instancabili, tutti volontari!
L’amicizia. Sono entrata nel coro che avevo due o tre amici ed ora… di amici ne ho 40! E se conto
tutti quelli che sono cresciuti, hanno cambiato casa, hanno cambiato strada… gli amici aumentano!
E l’amicizia nel coro abbatte le barriere anagrafiche, tutti ci diamo del tu, spesso ricordiamo
insieme gli eventi che abbiamo vissuto! La nostra amicizia dura nel tempo!
La disciplina. Non quella imposta che sicuramente, come adolescente, avrei faticato a capire. Ma
quella che nasce dallo stare insieme, per cui rispettiamo i tempi, cerchiamo di essere puntuali,
proviamo ad esserci sempre, avvisiamo se non riusciamo ad essere presenti… non è sempre facile,
ma si può fare! Ne siamo la prova. E questo diventa uno stile che ti porti dietro anche nella vita di
tutti i giorni.
E poi… il servizio. Ho imparato che, se ricevi un dono, la cosa più grande che puoi fare è farlo
fruttare mettendolo a servizio degli altri. Ho scoperto a 14 anni, per caso, di saper cantare e ho
cominciato spinta solo dalla passione, dalla curiosità e – anno dopo anno – ho capito che in coro
puoi aiutare la comunità a vivere più intensamente la messa; in coro, attraverso voce e musica, stai
pregando e aiutando a pregare.
Ho imparato che è importante eseguire correttamente un brano, ma lo è altrettanto l’intenzione che
ci metti, lo spirito con cui lo fai… e chi ti ascolta, lo sente! E lo vede!
È la notte di Natale del 2010, sono appena tornata dalla messa di Mezzanotte e mi sento di
concludere questo mio scritto con un augurio, cioè che molti e sempre di più, come è successo a me,
si lascino “trascinare” da una passione ma siano soprattutto in grado di viverla con gioia e
serenità, con impegno e dedizione, quella che non ti stanca mai nel corso degli anni, perché diventa
parte di te!
È nel donare sé all’altro, è nel mettere a servizio i propri carismi ricevuti in dono che siamo in
grado di compiere meraviglie in terra… che siamo in grado di donare e ricevere gioia… la vera
gioia…
Mi si perdonerà se per dire questa gioia prendo in prestito le parole di un canto di Monsignor
Frisina:
“…la vera gioia… è come fuoco con il suo calore… e dona vita quando il cuore muore…
…la vera gioia porta luce nell’oscurità…
…la vera gioia vola sopra il mondo… e tutti unisce come in un abbraccio...
…la vera gioia libera il tuo cuore, ti rende canto nella libertà!”
(Manuela Agosti – 25 dicembre 2010)
16 Il Coro Parrocchiale Angeli Custodi ritratto il 21 novembre 2010
17
NOI…AMICI CHE CANTIAMO!
Il titolo riprende il verso di una canzone (“Evviva noi!”) che nel nostro oratorio è stata cantata
moltissime volte. In ogni oratorio che si rispetti si svolgono feste di Natale, della Mamma e altre
simili in cui si è soliti far cantare un gruppetto di bambini. Agli Angeli Custodi, chi è stato bambino
negli ultimi 33 anni (!), ha avuto la fortuna di poter cantare in un coro di ragazzi con una struttura
ben definita e seguita. L’inizio di questa lunga storia è nascosto in queste poche parole riguardanti
la Festa della Famiglia del 1978:
“Bellissimo il canto finale CIAO AMICO, il saluto delle nostre ragazze e il loro arrivederci al
prossimo incontro tra “amici”! Qualche mese dopo il gruppo si lanciò in uno spettacolo tutto di
canzoni chiamato “Festival delle Mele Verdi”. Poi si scoprì che esisteva già un coro di bambini che
si chiamava così (cantavano le sigle dei cartoni animati…) quindi le nostre “Mele Verdi”, per un
paio d’anni, diventarono “Rosse”! Poi si trovò un nome fantastico: “Coro del Sorriso”… era un
titolo talmente bello che rimase così per molti anni!
Marzo 1984 – oratorio femminile
18 In quegli anni gli oratori erano rigidamente divisi in maschile (in via Colletta) e femminile (in via
Vasari). Il coro era una realtà dell’oratorio femminile per cui era composto solo da bambine. Dopo
qualche tempo gli spettacoli organizzati dal coro divennero così seguiti che quando venivano
rappresentati, l’oratorio maschile addirittura chiudeva (!) e tutta la parrocchia si spostava in via
Vasari.
L’oratorio intero partecipava alla realizzazione di queste giornate di festa: la maggior parte delle
bimbe cantava ma chi non ne aveva voglia poteva dedicarsi alla preparazione delle scenografie, dei
distintivi del coro e di tante altre piccole cose che sarebbero poi state usate nel gran giorno.
C’era una tradizione molto bella: ogni concerto del coro aveva una replica fissa che avveniva in una
Casa di Riposo in via Orti. Così, circa due volte l’anno (Natale e primavera) l’oratorio femminile
faceva visita a questi nonnini e non si limitava a cantare ma, dopo il concerto, faceva il giro di tutta
la struttura per salutarli bene e di persona. È sempre stato un bel momento: per i “vecchietti” che
passavano un pomeriggio diverso ma anche per le ragazze che potevano così vedere quanto il loro
impegno potesse avere una finalità ben più importante dell’esecuzione canora fine a se stessa.
A tal proposito riportiamo qui una letterina che abbiamo ricevuto e che conserviamo gelosamente:
Carissime bambine dell’Oratorio degli Angeli Custodi.
I nonnini e le nonnine, ospiti delle Piccole Sorelle dei Poveri, sono state commosse per l’affettuosa
vostra dimostrazione e vogliono ringraziarvi sinceramente anche per il ricordino lasciato anche a
quelli che non erano presenti alla vostra esibizione. Siete state molto brave e molto brave le vostre
guide nel prepararvi così bene. Ormai non è la prima volta che ci fate godere dei vostri spettacolini
che sono sempre più perfetti e piacevoli.
Accettate il consiglio di chi ha molta esperienza, per gli anni che contano, lasciatevi guidare e
fatene tesoro, per tutta la vita che vi auguriamo ricca di opere di bontà, le sole che danno
consolazione.
A tutte voi e alle tanto buone e premurose signorine che con amore vi seguono i nostri più cordiali
e sinceri auguri di liete feste natalizie.
(dalla Casa di Riposo di via Orti – 17 dicembre 1984)
Negli anni ’90, con l’unificazione dei due oratori (maschile e femminile), anche i maschietti ebbero
la possibilità di far parte del coro e allietare con le canzoni tutte le feste parrocchiali.
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30 gennaio 2000 – Visita Pastorale del Cardinal Martini, il Coro Angeli Custodi esegue “Mitico Angioletto”
Nel 2001 il coro ricevette una proposta molto particolare: venne contattato da un altro coro di
ragazzi di Milano che aveva avuto un’idea bellissima: “Vorremmo organizzare un bel pomeriggio
di canzoni per ricordare Mariele Ventre (la fondatrice del Piccolo Coro dell’Antoniano scomparsa
nel 1995). Non ce la sentiamo di affrontare tutto da soli… ci aiutate?” Sìììììììììììììììì… che bello!
Mai avremmo immaginato che sviluppo avrebbe avuto questa giornata: non sappiamo esattamente
come… ma la notizia di questo evento si sparse rapidamente e altri cori – di altre parti d’Italia! –
chiesero di poter partecipare. Noi eravamo un po’ titubanti e gli dicevamo: “ma… siete sicuri?
Abitate lontanissimo… la fatica del viaggio… l’organizzazione… le spese…” Macchè!… non si
sono fermati davanti a niente…e sono arrivati da Lodi, da Cremona, da Rovereto, dalla Val d’Aosta,
dalla Calabria e dalla Sardegna!!!
Fu una giornata memorabile. Addirittura, per ricordare l’evento, la direttrice del coro di Lodi scrisse
una significativa canzone – “Dal cielo con amore” – che divenne poi il titolo della manifestazione.
L’Antoniano di Bologna mandò alcuni suoi rappresentanti e vennero fatte delle riprese che poi
andarono in onda all’interno de “La banda dello Zecchino”, una trasmissione di Raiuno.
La maggior parte delle canzoni venne cantata da tutti e 8 i cori insieme (per un totale di 247
bambini!) ma ogni coro ebbe anche la possibilità di eseguire una canzone da solo. La nostra scelta
cadde su “Ciribiricoccola” che decidemmo di cantare insieme all’altro coro di Milano per
sottolineare la nostra collaborazione e amicizia.
Ecco dei pensierini scritti da ragazzi e organizzatori per ricordare questa straordinaria esperienza:
Questa iniziativa mi è piaciuta molto perché ho cantato e conosciuto altri bambini. Soprattutto,
però, ho capito che Mariele ha dedicato la sua vita per far cantare, incontrare e divertire i bambini
di ogni razza e religione. (Rebecca – quarta elementare)
20 Mi è piaciuto moltissimo cantare insieme a tanti altri bambini che non conoscevo e mi sono
emozionata molto perché tutti insieme, cantando, abbiamo ricordato Mariele Ventre una persona
che non ho mai conosciuto ma che mia mamma mi ha descritto come una signora molto buona e
dolce e che amava molto i bambini. (Monica – terza elementare)
La cosa più bella è stata che abbiamo cantato bene. La canzone che mi piaceva di più era “Dal
cielo con amore” perché era proprio per Mariele che adesso è in cielo con Gesù perché era brava.
(Davide – prima elementare)
A me sono piaciute le canzoni! (Noemi – prima elementare)
Porterò sempre nel cuore la gioia dipinta negli occhi di tutti coloro che ieri ho incontrato:
l’energia e l’emozione dei direttori dei cori, la grande collaborazione dei vari staff, la piacevole
confusione e vitalità dei bambini, il loro sorriso… quel sorriso che trasmetteva Mariele e che
nessuno ha dimenticato… (Manuela Agosti – organizzazione)
Credo sia stato davvero un miracolo riunire 240 bambini in un unico coro… attraverso la musica
che racconta e unisce è come se avessi avuto anch’io l’occasione di conoscere la “grande” Mariele!
(Marco Favero – organizzazione)
…È stato indimenticabile… come te! Grazie Mariele! (Roberta – organizzazione)
La magica giornata del 4 marzo 2001: un evento che rimarrà scolpito a lungo nei cuori di tutti, per
l’atmosfera davvero speciale che si è creata tra i bambini, tra i direttori dei cori, tra gli staff…
Sono stata conquistata dalla vostra simpatia, dal vostro entusiasmo e dal vostro impegno!
Continuate così! (Angela Senatore – autrice testi Antoniano di Bologna)
…Nel ricordo di Mariele il mio augurio particolare va ai direttori di tutti i piccoli grandi cori
perché la loro missione sia sempre ispirata alle idealità che hanno illuminato la vita e l’attività
della mamma del Piccolo Coro dell’Antoniano. (Padre Berardo Rossi – Direttore Antoniano di
Bologna)
Da questa giornata è nata la “Galassia di Chicco e Doretta” l’associazione che riunisce i cori di
bambini che si riconoscono nelle finalità e nei valori promossi dall’Antoniano di Bologna. Chicco e
Doretta sono veramente esistiti: erano due fratellini che negli anni settanta si presentarono alle
selezioni dell’Antoniano. Chicco era molto intonato, Doretta – ahimè – no! La denominazione della
Galassia di Chicco e Doretta sta quindi a significare che di questa associazione tutti possono fare
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parte… intonati o meno… e che la parola “selezione” non ci piace tanto… ci piace di più
“partecipazione”!!!
4 marzo 2001 – Il Coro Angeli Custodi e il Piccolo Coro Santa Maria Ausiliatrice eseguono “Ciribiricoccola”
Dopo questa straordinaria giornata il coro, senza montarsi la testa, tornò alle attività parrocchiali di
sempre. In quegli anni nacque “Le note della gioia”, una bella tradizione per la nostra comunità: un
pomeriggio intero di canzoni interpretate dai nostri ragazzi che potevano così dimostrare a tutti i
frutti del loro impegno. Che bel nome…“Le note della gioia”! Pensate che lo dobbiamo a una
bimba del coro: Elisabetta (all’epoca aveva 9 anni!). L’ha inventato lei, interpretando, come meglio
non si poteva, lo spirito del gruppo.
Settembre 2002 – Il Coro Angeli Custodi presenta “Le note della gioia” alla festa cittadina
di Padre Pio presso il Centro Culturale Rosetum
22 Nel frattempo la “Galassia di Chicco e Doretta” era cresciuta, i cori iscritti erano diventati trenta ed
erano sparsi davvero in tutta Italia. Questo rese un po’ difficoltoso, per noi, partecipare a tutte le
iniziative per questioni di distanza e di costi da sostenere. D’altronde non abbiamo mai voluto
istituire una nostra associazione culturale, cosa che ci avrebbe permesso di avere qualche
sovvenzione o rimborso per trasferte etc.. Ma noi abbiamo sempre difeso la nostra ostinazione a
voler rimanere semplicemente il coro dell’oratorio. Chissà… magari qualcuno pensa che sia
“meno”… noi siamo invece sicuri che sia di più!!!
Finalmente si presentò un’occasione alla nostra portata: il coro di Caorle (vicino Venezia) compiva
dieci anni di attività e voleva festeggiare l’evento insieme agli altri gruppi. Siamo andati! Era il 19
giugno 2004. Ecco i ricordi di alcuni di noi:
Ventuno cori provenienti da ogni angolo d’Italia. L’evento si è svolto “in casa” del Coro
Arcobaleno nell’anfiteatro sul lungomare di Caorle. Lo spettacolo è stato simpaticamente condotto
da Cino Tortorella (mitico Mago Zurlì) alla presenza di un vastissimo pubblico (piazza gremita) tra
cui i rappresentanti dell’Antoniano di Bologna con in testa la maestra del Piccolo Coro Sabrina
Simoni che ha anche diretto una delle canzoni interpretate dai 540 bambini…
(dall’informatore parrocchiale ottobre 2004)
Prima avevo paura ma poi, mentre cantavo, mi è passata! (Martina – terza elementare)
…è successo anche un fatto strano: quando Cino Tortorella ha presentato il nostro coro “Angeli
Custodi” si sono messe a suonare le campane…! Mi sono divertita un sacco!!! (Eleonora – seconda
elementare)
Non mi sarei mai immaginata di vivere un momento così magico! Lo scenario aiutava: l’anfiteatro
stracolmo di bambini effervescenti era praticamente in riva al mare! Lo spettacolo inizia, tutti i
cori intonano “La canzone dei gabbiani” ed eccoli… volare sopra di noi! La musica riempie
l’aria… che emozione! (Barbara Alfieri – mamma di Eleonora)
Un’esperienza indimenticabile: tanto lavoro ma tanta, tanta gioia e pace dalle voci di tanti bambini
uniti in un unico coro… (Elena Beneventi – mamma di Valentina e Veronica)
…per me, mamma, il momento più commovente è stato quando noi adulti, seduti al ristorante,
abbiamo visto passare il gruppo dei nostri bambini che andavano all’anfiteatro per cantare. Senza
uscire dalla fila ci hanno salutato, seri, compresi nel loro ruolo, intenti a portare a compimento un
impegno durato alcuni mesi. Credo che il coro sia anche occasione per scegliere di “lavorare”
insieme agli altri bambini a qualcosa di molto bello per sé e per tutti! (Chiara Capello – mamma di
Katherin)
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Come dicevamo prima, i cori iscritti alla Galassia non erano tutti espressione di un oratorio… anzi!
La maggior parte dei gruppi apparteneva ad associazioni culturali o scuole di musica. Questo
comportava una sostanziale differenza di intenti e infatti qualche difficoltà di relazione l’abbiamo
avuta. Ma c’è stata una figura intorno alla quale tutti – sempre! – hanno trovato un punto d’incontro.
Anche ora che fisicamente non c’è più… ma abita ancora nei cuori, negli occhi, nei sorrisi…
Mariele Ventre!
Il coro dei nostri ragazzi dell'oratorio ha partecipato ad un evento veramente speciale: insieme agli
altri cori della Galassia di Chicco e Doretta è stato invitato a cantare insieme al grande Piccolo
Coro dell’Antoniano la canzone “Mariele chi è?” L'occasione è stata fornita dall’avvicinarsi del
decimo anniversario della morte di Mariele Ventre avvenuta il 16 dicembre 1995. La canzone sarà
inserita nella trasmissione che andrà in onda dagli studi dell’Antoniano la mattina di Natale.
Queste le fasi salienti dell’avvenimento:
19 novembre 2005: eccoci qui... la nostra prima volta in uno studio di registrazione. Siamo a
Noviglio (vicino Binasco) ospiti del Piccolo Coro Santa Maria Ausiliatrice. Ci mettono una cuffia
in testa e ci fanno subito fare una prova per calibrare voci e microfoni. Ci sono anche un sacco di
marchingegni di cui ignoravamo perfino l’esistenza. Comunque è tutto pronto e cominciamo a
registrare il primo “pezzettino”. Alla fine scopriremo che saranno stati necessari 47 (avete letto
bene: 47!!!) pezzettini per ottenere un prodotto che fosse all’altezza della situazione. È stato
divertente ma c’è voluta molta pazienza e una grande tenuta fisica e psicologica. C’era sempre
qualcosa che non andava bene: com’è faticoso inseguire la perfezione!
Tre “Angeli Custodi” alle prese con la registrazione audio di “Mariele chi è?”
24 9 dicembre 2005: Bologna... eccoci! Appena arrivati ci siamo recati nella sede della Fondazione
Mariele Ventre dove Donatella (una ex del Piccolo Coro degli anni settanta) ci ha raccontato un
po’ di aneddoti sulla storia e la vita dell’Antoniano e su cosa fanno alla Fondazione per mantenere
vivo il nome di Mariele. Nel pomeriggio il ritrovo era per tutti i cori nel cinema dell’Antoniano: 22
gruppi provenienti da tutta la penisola (da Ragusa a Gorizia; da Reggio Calabria a Sassari).
Sembrava il Giro d’Italia dei dialetti! Ad un certo punto ci hanno chiamato nello studio televisivo
per una prova di posizioni e di luci. Non ci potevamo credere: eravamo nello studio dello Zecchino
d’Oro (chi non ha, almeno una volta, sognato di parteciparvi?!). Genitori emozionatissimi (tutti
che fotografavano), direttori che non riuscivano a non dirigere. È stato un momento
indimenticabile. Alle 18 è iniziata la registrazione vera e propria.
Quando è stato il nostro turno e ci sono venuti a chiamare siamo tornati nello studio (che bella la
scenografia natalizia!) e abbiamo eseguito la canzone davanti alle telecamere e ad un folto
pubblico. Speriamo che sia venuto bene! Siamo ansiosi di rivederlo: il concerto sarà trasmesso da
Raiuno la mattina di Natale.
(dall’informatore parrocchiale gennaio 2006)
9 dicembre 2005 – Antoniano di Bologna, registrazione video della canzone “Mariele chi è?”. Finalmente –
accanto ai volti noti – anche un’immagine delle “amiche invisibili” del coro: le insostituibili Betty e Chiara!
Con alcuni dei tanti Piccoli Cori appartenenti alla Galassia, ci fu una particolare affinità. È il caso
del Minicoro Monterosso di Bergamo col quale ci trovammo talmente bene che decidemmo di
invitarli qui da noi per passare insieme una bella giornata di canzoni. Era il 26 marzo 2006:
Domenica 26 marzo nella nostra parrocchia ha avuto luogo un evento speciale: un doppio concerto
tenuto dal Coro Angeli Custodi (che giocava in casa) e dal Minicoro Monterosso di Bergamo.
Come il nostro coro, anche il Minicoro Monterosso (Monterosso è il nome di un quartiere di
Bergamo), nasce all’interno di un oratorio ed anche per questo motivo ci ha fatto piacere invitarli e
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poter così avere la possibilità di vedere come, da realtà simili, possono scaturire esperienze
comunque diverse. Per i nostri coristi è stato sicuramente un momento di crescita. Innanzitutto il
tipo di pubblico: un conto è cantare per la mamma, la nonna e la maestra, un altro è cantare per
persone che non ti hanno mai visto prima. In secondo luogo ha sicuramente fatto bene a tutti
confrontare due metodi d’insegnamento e di direzione diversi. Divertente è stato anche il momento
delle prove in cui, con sgomento, le due direttrici hanno scoperto di aver usato due versioni diverse
della stessa canzone. Irriducibilmente ognuna difendeva la propria scelta con tutte le
argomentazioni possibili ed anche con quelle impossibili fino a quando, visto che mancava
mezz’ora all’inizio dello spettacolo, hanno finalmente deciso quale delle due usare!
Sono state eseguite ben 14 canzoni: quattro dal solo coro di Bergamo, quattro dal solo coro di
Milano e sei dai due cori congiunti: 60 voci in un’unica voce (e sembrava proprio “unica”… con
una sola prova insieme… i miracoli della Galassia!). Grande successo sia di pubblico (sala
stracolma), sia di gradimento (applausi scroscianti e richiesta di bis). Apprezzati anche i giovani
presentatori (coristi degli Angeli Custodi… ormai in pensione!) sempre più capaci di sbrogliarsi
quando si imbrigliano (tutto da soli!).
Anche per l’impianto tecnico (audio e luci) c’è stata grande collaborazione tra i due staff. Da
Bergamo infatti sono arrivati con microfoni, aste e attrezzi vari che i nostri Marco e Fabrizio
hanno poi provveduto a collegare.
Ma una particolare nota di merito va ai genitori del coro di Milano che si sono occupati della parte
organizzativa della giornata: dalle 11.00 del mattino quando il Minicoro è arrivato, fino alle 19.00
quando sono ripartiti, tutto è stato impeccabile: dall’accoglienza, al pranzo, alla merenda! Bravi!!!
(dall’informatore parrocchiale aprile 2006)
26 marzo 2006 – Il Coro Angeli Custodi in “Due note per una Galassia”
26 Dal punto di vista strettamente musicale l’evento più significativo a cui il coro ha partecipato è
sicuramente stato “Armonicamente Bambino” organizzato a Folgaria dal Minicoro di Rovereto
nell’aprile 2007.
Ventidue allegre comitive complete di bambini canterini, genitori, nonni, fratellini e fratelloni e chi
più ne ha più ne metta, invaderanno dal 28 aprile al 1° maggio le tranquille stradine di Folgaria,
località in provincia di Trento dove si svolgerà “Armonicamente Bambino”. Si tratta di un meeting
nazionale di cori di voci bianche organizzato dal Minicoro di Rovereto. La “tre giorni” sarà molto
articolata: il programma infatti prevede momenti di prove (tante), ma anche di svago ed
animazione per i bambini mentre i maestri e collaboratori dei cori si riuniranno per incontri di
formazione e scambio. È stato definito anche un programma di massima per i genitori ed
accompagnatori che potranno partecipare a gite nei boschi o a visite nelle città vicine.
Il tutto si concluderà con un grande concerto nel palasport il pomeriggio del primo maggio quando
tutti i cori canteranno insieme le canzoni che avranno già imparato ognuno a casa propria ma che
saranno perfezionate poi sul posto.
I ben 22 cori che hanno aderito giungeranno da tutta Italia, alcuni anche da molto lontano: ben tre
arriveranno dalla Sardegna e quattro dalla Sicilia. Sarà presente anche il Minicoro Monterosso di
Bergamo con cui abbiamo avuto il piacere di cantare lo scorso anno in un concerto tenutosi nella
nostra parrocchia. Ma naturalmente la ciliegina sulla torta è data dalla presenza del Piccolo Coro
dell’Antoniano di Bologna che ha aderito all’iniziativa ed anzi ne è stato uno dei promotori insieme
al coro ospitante.
Il motto dell’incontro sarà: “Coro, caro coro, è meglio con il coro che cantare solo” (ritornello di
una canzone che conosciamo anche agli Angeli Custodi) e sta a significare proprio lo spirito della
rassegna che vuole essere il ritrovo di persone che condividono tutte la stessa passione: cantare
insieme per il piacere di stare insieme, senza protagonismi, né classifiche, ognuno secondo le
proprie capacità e competenze, tutti daranno il meglio di sé. Non sarà una gara… sarà una festa!
(dall’informatore parrocchiale aprile 2007)
Lo straordinario colpo d’occhio offerto dai 22 Piccoli Cori partecipanti ad “Armonicamente Bambino – Folgaria
2007”. I “nostri” sono il gruppetto bianco in fondo.
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Dal diario di una mamma:
…L’ingresso dei cori nella serata di presentazione è molto suggestivo: è davvero emozionante
vedere tutti questi bambini con le loro divise colorate, sfilare ordinati al seguito dei loro maestri,
accoccolarsi al centro dello spazio scenico preparato per loro (sono quasi 600 bambini!) ed
aspettare con pazienza di venire presentati, coro dopo coro, dal simpatico animatore dell’incontro.
L’evento vuole essere un messaggio di pace: non c’è niente di più efficace, io credo, che far
trasmettere la pace a tutti questi bambini riuniti sotto un grande arcobaleno, mi sento commossa e
felice, come mamma, di aver potuto far partecipare la mia bambina a tutto questo…
…Do una “sbirciatina” alle prove del coro. Accipicchia che fortuna! Capito proprio nel momento
in cui sta arrivando il Piccolo Coro “Mariele Ventre” dell’Antoniano di Bologna e ne approfitto
per fermarmi ad ascoltare: provano con il nostro coro quello di Pizzighettone (Cr), quello di
Sassari e quello di Rovereto due canzoni bellissime “Goccia dopo goccia” e “Pax ro salam” che
parlano di pace e di amore. È un’emozione troppo forte sentire queste voci cantare tutte insieme,
sembrano una cosa sola e hanno una delicatezza e armonia di voci veramente eccezionale. Anche i
nostri bambini, cantando con loro, vengono trascinati dalla loro forza e ne risulta una melodia così
intensa da toccare le corde emotive più profonde… sono convinta che queste montagne possano
raccogliere le note di queste creature nel modo migliore e forse ne costituiscono la cornice più
adatta, chissà… I membri del Piccolo Coro poi posano con i nostri bambini per una foto di gruppo
e tornano con la loro maestra ai loro alloggi, mentre Roberta recupera i cuccioli del Coro Angeli
Custodi per provare l’ultima canzone…
…È arrivato il giorno tanto atteso! Prima del grande evento ci riuniamo per la foto di gruppo e
Marco C. coglie l’occasione per ringraziare Marco Favero per l’eccellente organizzazione del
viaggio e per l’assistenza. Poi le nostre saltellanti creature vanno con Roberta al palazzetto per
prepararsi per lo spettacolo e noi le rivedremo solo dopo la fine dell’evento.
All’ingresso del palazzetto il colpo d’occhio è magnifico: più di 500 bambini, tutti vestiti con i
colori delle loro divise, sono schierati di fronte a noi pronti a cantare le loro canzoni.
È solo il preludio a quanto avverrà: quando tutti i piccoli coristi canteranno insieme sotto la
direzione di Gian Paolo Daicampi (direttore del Minicoro di Rovereto) esploderanno “note di
gioia” e sarà bellissimo ascoltare queste giovani voci levarsi insieme, ordinate e potenti,
riempiendo l’aria di suono e magia. Non ho mai assistito a nulla di simile: l’energia che si
sprigiona dal canto di questi bambini non può che coinvolgere e portare molto lontano qualunque
messaggio si voglia trasmettere attraverso di loro. Se questo vuole essere di pace arriverà
dovunque lo si voglia ascoltare!
Ancora con la mente piena delle note di Armonicamente Bambino ci accingiamo a intraprendere il
viaggio di ritorno. Saremo sicuramente stanchissimi all’arrivo, ma il ricordo di ciò a cui abbiamo
assistito ci accompagnerà a lungo; la mia speranza è che resti nel cuore di Alessia, e di tutti gli
altri bambini del coro, come un tesoro prezioso per la sua vita.
(Patrizia Tagliabue – mamma di Alessia)
28 Queste giornate saranno difficilmente dimenticabili perché abbiamo avuto delle grosse emozioni,
speriamo di ritornarci presto. (Mariapaola – quarta elementare, Lorenzo – seconda elementare,
Matilde – scuola materna)
Io volevo stare tutta la settimana! (Alida – seconda elementare)
Per me è stata una grande emozione poter assistere ad “Armonicamente Bambino” e
accompagnare il Coro Angeli Custodi. Ho 25 anni, ma la passione per la musica dei bimbi non mi
è mai passata e ho trovato commovente ascoltare le voci di seicento bambini che intonavano
canzoni bellissime. Grazie a chi ha permesso tutto questo! (Levia Messina)
Tante voci, più di seicento bambini riuniti a Folgaria per la manifestazione “Armonicamente
Bambino”, un grande, unico coro in cui ognuno è stato protagonista… Tanti sorrisi, abbracci e
nuove amicizie nate da una canzone fatta insieme, da un incontro durante le tante prove… Ancora
una volta il nostro Coro Angeli Custodi ha vissuto un’esperienza indimenticabile! (Fabrizio Favero)
Folgaria: un paese che ha “aperto le porte” ai 600 bambini provenienti da tutta Italia per un
grande concerto.
L’impegno dei bambini è stato davvero grande: chi girava per il paese nei giorni precedenti il
concerto, sentiva canzoni dello Zecchino d’Oro uscire da ogni angolo… bizzarro e davvero
emozionante! Insomma, “mille voci… una voce!” (Cinzia e Marco Favero con Mattia)
Quello che non dimenticherò:
• La serietà di Benedetta C.
• Il respirone di Giulia prima della sua parte da solista
• L’allegria di Mariapaola
• L’esuberanza di Camilla
• Bianca e Alice che ridono anche quando bisticciano
• L’unico maschietto: Lorenzo (nostro eroe)
• Alessia che, in albergo, dirige altri cori
• Alida che voleva prolungare la vacanza
• I balli incontenibili di Valentina
• Lo sguardo sempre sereno di Cristina
• Benedetta F.: “Ora che canzone c’è?”
29
• Il sonno di Matilde a metà concerto
• Federica “grande” (5 anni) che cura Federica “piccola” (3 anni)
• Marta che “Perché torniamo a casa?”
• Gli urli del piccolo Mattia (con il Coro a Folgaria ia-ia-oh)
• La perfetta (!) organizzazione di Marco Favero
• Il coraggio dei genitori dei neonati
• L’affiatamento e la collaborazione tra tutte le famiglie
• Le partite a carte dei papà
• La disponibilità di Levia, Chiara e Fabrizio
• Il diario della mamma di Alessia
• La gentilezza di Sabrina Simoni sommersa da richieste di foto e autografi
• L’affetto e la stima che ormai si è creata tra alcuni maestri dei cori
… e potrei scrivere fino a domani…
Un grazie grande e sincero a tutti! (Roberta)
Folgaria 2007 – Gli Angeli Custodi con il Piccolo Coro dell’Antoniano
30 Accipicchia… quanti ricordi! C’eri anche tu? Quanti anni hai, adesso?
Sarebbe bello se ora che sei diventato grande, ti riconoscessi in questi versi. Li abbiamo cantati
tante volte… in poche parole è racchiuso tutto “il perché”:
“…e se una voce sola si sente poco,
insieme a tante altre diventa un coro
e ognuno può cantare, anche se è stonato;
dal niente nasce niente, questo sì.
Non è importante se non siamo grandi come le montagne,
quello che conta è stare tutti insieme
per aiutare chi non ce la fa,
per aiutare chi non ce la fa!”
10 febbraio 2007 – i ragazzi del Coro Angeli Custodi festeggiano il 45° anniversario della Parrocchia con il
Cardinal Tettamanzi. Avevano appena declamato: “Noi siamo piccoli – ma cresceremo – in questa parrocchia –
che sempre ameremo! – E con tutti quelli che poi verranno – cantiamo insieme alla parrocchia “Buon
compleanno!!!”.
31
UN MUSICAL? CHE IDEA LEGGENDARIA!!!
Il titolo ruba la battuta alla protagonista femminile di “Aggiungi un posto a tavola”. Mi sembra
proprio azzeccato perché questa del musical è un’intuizione che dobbiamo a una persona in
particolare: don Mario Bonsignori.
Durante la festa di Natale dell’oratorio del 1995 un gruppo di adolescenti cantò “Una formica è solo
una formica”, splendida canzone tratta da “Aggiungi un posto a tavola” e non si limitò a cantarla ma,
malgrado lo spettacolo si svolgesse in chiesa e quindi le possibilità tecniche fossero limitate, si
sforzò di renderla animata tramite gesti e curiose entrate in scena da parte dei cantanti (sbucavano
da ogni dove!).
Al termine della festa don Mario si avvicinò a una delle ragazze, Simona C., e le disse “Voi dovete
fare un musical!”
E musical fu!
32 Voi dovete fare un musical!
La scelta cadde su “Forza, venite gente!” la storia di S. Francesco in musica. Il titolo venne
cambiato in “Laudato sii” perché l’opera non venne rappresentata per intero ma solo nelle sue parti
più significative. La struttura dello spettacolo era molto particolare: vi erano delle canzoni che
rappresentavano dei “quadri” significativi della vita e della spiritualità del Santo e dei recitativi tra
una canzone e l’altra che facevano da collante. Il fatto che i due attori dei recitativi non cantassero e
i ragazzi dei canti non recitassero rese un po’ più semplice la realizzazione di quest’opera che
comunque a noi sembrava inizialmente irraggiungibile: mai nella nostra parrocchia era stato
realizzato niente di così arduo ma ricordo che per tutta la durata delle prove (sette/otto mesi)
l’entusiasmo rimase sempre altissimo e i ragazzi furono straordinariamente trascinanti e contagiosi!
Una sera in chiesa, durante una delle ultime prove, notammo la presenza di don Tarcisio e don
Mario seduti, un po’ defilati, su una panca in fondo alla chiesa. Confabularono tutto il tempo… non
avevano assistito altre volte alle prove per cui eravamo un po’ preoccupati e ci chiedevamo se
quello che avevamo preparato gli piacesse e soprattutto se corrispondesse a quel che don Mario
aveva “visto” quando aveva detto “Voi dovete fare un musical!”
Ed ecco la sera tanto attesa! Mai la nostra chiesa era stata così colma di gente: tutti i posti a sedere
presi d’assalto e gente in piedi o appollaiata ovunque! Gli artisti, eccitatissimi, facevano capolino da
dietro la scenografia, esclamavano “oh mamma!”, e tornavano dietro le quinte con le gambe che
tremavano.
Ma ecco la “carica”: don Mario prende il microfono e comincia a presentare la serata: “Questo
spettacolo è un capolavoro…!” Pronunciare questa frase è stato come accendere la miccia sulla
33
batteria dei fuochi artificiali: i ragazzi sono entrati in scena carichi, sicuri, bravi, entusiasti… fino
alla fine!
Io ho partecipato a tutti e quattro i musical realizzati finora e posso dire che quello che ha
caratterizzato “Laudato sii” è stato il GRUPPO. Uno straordinario, trascinante e contagioso spirito
di gruppo!
Ma lasciamo la parola alla regista:
LAUDATO SII” – LA STORIA DI SAN FRANCESCO.
Mentre la chiesa si riempiva sempre più di gente, l’intero “cast” sistemava freneticamente le ultime
cose: si davano gli ultimi ritocchi ai vestiti, al trucco, si ripassavano alcuni balletti e si schiariva
bene la voce! “Ci siamo… cinque minuti e si inizia!” …Ormai mancava poco al fatidico momento!
Così, finalmente, dopo sette mesi di estenuanti ma, soprattutto, divertenti prove si dava inizio al
grande evento: lo spettacolo constava di balli, canti e parti recitate. Certo la paura era tanta (con
tutta quella gente!) ma l’entusiasmo era talmente grande che, quasi, si poteva toccare con un dito.
L’impegno di tutti è stato così premiato da un grande trionfo: hanno partecipato alla realizzazione
di questo spettacolo più di trenta persone comprendenti bambini, adolescenti, giovani, adulti!
Addirittura ci è stato chiesto di ripetere lo spettacolo in più di una parrocchia e ciò ha ovviamente
infiammato l’animo di tutti!
In realtà, all’inizio, eravamo sicuri di non farcela perché mai ci eravamo imbarcati in un’impresa
di questo genere. Ma alla fine ci siamo dovuti ricredere e adesso, con la mente lucida, possiamo
svelare quali sono stati i principali ingredienti che ci hanno permesso di ottenere questo successo:
l’impegno, la costanza e la perseveranza!!! Tutto questo infatti, oltre alle belle voci, alla capacità
recitativa e alla creatività di tutti che sicuramente hanno contribuito alla riuscita dello spettacolo,
ci ha permesso non solo di ottenere uno strepitoso successo (che di certo non dimenticheremo mai),
ma anche di far nascere in ciascuno un grande senso di responsabilità: l’essere sempre presenti
tutti alle prove, il mantenere fede a un impegno preso sono stati sicuramente il principale
traguardo raggiunto! In questo modo, quindi, si è venuto a creare un grande spirito di gruppo: si
sono rinsaldate vecchie amicizie, se ne sono create di nuove, si sono scoperti nuovi talenti e,
soprattutto, si è mostrato a tutta la comunità parrocchiale come è bello e possibile lavorare insieme
per realizzare un progetto…insomma è veramente nato uno splendido gruppo!
“Peccato che siano finite le prove!”…“Qual è il prossimo spettacolo che faremo?”…“E adesso
cosa faremo al posto delle prove?”…“Era così bello stare tutti insieme!” Queste e tante altre frasi
simili sono per noi un grande trionfo!
Grazie! Grazie ancora a tutti per l’impegno e la buona volontà e… al prossimo spettacolo!!!
(Simona Ciccone – dall’informatore parrocchiale novembre 1996)
34 Bernardone, il padre di Francesco, non riesce a capacitarsi di questo strano figlio che rifiuta la sua condizione
agiata: bacia i lebbrosi, parla con gli uccelli, redime i lupi e per di più… canta!
La Cenciosa, un po’ folle, un po’ clochard. Ma proprio l’essere uno spirito libero la porta a comprendere con
naturalezza la scelta – straordinariamente libera! – di Francesco.
Bernardone e la Cenciosa dialogano per tutto lo spettacolo tra una canzone e l’altra: la razionalità e il Sogno…
Laudato sii, mi’ Signore – ALLELUJA!
35
Passò un po’ di tempo… ma in coloro che avevano partecipato a “Forza Venite Gente” era rimasta
una goccia di nostalgia… possibile che non si trovasse un’altra occasione per rimettere insieme il
gruppo?
Ed ecco l’occasione! Nel 2000 cominciarono i lavori per sistemare la Sala della Comunità e don
Tarcisio, quasi casualmente, disse a due di noi: “Dovreste pensare a qualcosa per l’inaugurazione
della nuova Sala… qualcosa di grande… che coinvolga tutti…!”
Non ce lo siamo fatti ripetere due volte e ci siamo subito lanciati alla ricerca di una storia bella…
importante… che potesse piacere a grandi e piccoli… la storia di una grande famiglia… di una
comunità… di un popolo…e di come la salvezza di Dio l’abbia raggiunto… attraverso un sogno…
IL SOGNO DI GIUSEPPE!
BENVENUTI NEL NOSTRO SOGNO!
Il sogno di mettere in scena il musical “Il Sogno di Giuseppe”.
L’occasione ci è data dalla inaugurazione della Nuova Sala della Comunità. È sembrata un’ottima
idea quella di aprire ufficialmente a tutti questo nuovo spazio con uno spettacolo che coinvolgesse
tanti; infatti la realizzazione de “Il Sogno di Giuseppe” ha coinvolto persone di tutte le età: dalla
più piccola di 6 anni al più grande di...
Tutti insieme per raccontare la storia, tratta dalla Bibbia, di Giuseppe figlio di Giacobbe; una
storia di grandi sentimenti: fede, amore, odio, invidia, perdono...; una storia antica ma
incredibilmente attuale: sentimenti che tutti conosciamo e che fanno così coinvolgente questa storia.
Gli autori del musical sono gli stessi di “Forza Venite Gente”, messo in scena nella nostra
parrocchia nel 1996 e molti dei nostri “artisti” di oggi avevano già partecipato allora. E proprio il
ricordo delle emozioni vissute in quei momenti ci ha spinto a realizzare quest’opera. È bellissimo
vedere un’idea che piano piano prende forma e si realizza; vedere le persone dare vita ai
36 personaggi interpretati. È stato un lavoro impegnativo per tutti, ma ora ci sentiamo un po’ più
ricchi di quando abbiamo incominciato un anno fa e ci auguriamo che lo spettacolo possa
arricchire anche voi!
Benvenuti tutti nel “Sogno di Giuseppe” e... benvenuti tutti nel “Nostro Sogno”!
(dall’informatore parrocchiale novembre 2001)
Anche l’inaugurazione della Sala della Comunità è un altro segno della possibilità di stare insieme,
di incontrarsi… e ci assicura che è possibile il sogno di lavorare insieme per un progetto comune
come con lo spettacolo teatrale “Il sogno di Giuseppe” che un folto gruppo di bambini, giovani e
adulti della parrocchia ha allestito dopo mesi di impegno. La storia che viene raccontata e cantata
è quella di Giuseppe, figlio di Giacobbe, che vince l’invidia, la gelosia, il tradimento dei fratelli
con il perdono. Questa storia della Bibbia può diventare anche la nostra storia, la storia del nostro
tempo.
(don Tarcisio – dall’informatore parrocchiale ottobre 2001)
“IL SOGNO DI GIUSEPPE” ALLA FESTA CITTADINA DI PADRE PIO.
Venerdì 21 settembre 2002 nel teatro Rosetum è stato replicato l’ormai mitico “Sogno di
Giuseppe” interpretato dai giovani, dai giovanissimi e dai “meno giovani” della nostra comunità.
La rappresentazione ha avuto luogo al termine della fiaccolata per la pace: i convenuti alla
processione hanno affollato il teatro e seguito con interesse lo spettacolo: ancora una volta grande
successo e complimenti per tutti (soprattutto a chi ha “tappato” il buco di qualche assenza.) Con
molta probabilità si è trattato dell’ultima replica (la decima!) ma è stata preparata come se fosse la
“prima”: lo stesso impegno, la stessa emozione. Non saremo mai abbastanza grati a questo
musical per i momenti che ha saputo regalarci, non da ultimo… LA PREMIAZIONE! Infatti sabato
12 ottobre al teatro Don Orione è stata resa pubblica la graduatoria degli spettacoli partecipanti al
Premio Teatro indetto dalla Diocesi di Milano. Pensavamo di essere stati convocati per ritirare un
attestato di partecipazione e invece ci è stato attribuito il II° PREMIO DI I° GRADO per la
categoria “MUSICAL”. Le compagnie teatrali partecipanti a tale concorso erano 120 (!!!) per cui
immaginate la soddisfazione…! La coppa e la pergamena con la motivazione del premio saranno al
più presto esposti nell’ingresso della Sala della Comunità in modo che tutti possiate ammirarli e
chi sa mai che a qualcuno di voi venga voglia di partecipare al prossimo spettacolo che, tra non
molto, allestiremo.
(Roberta – dall’informatore parrocchiale novembre 2002)
37
“Hai capito – guarda un po’ – sempre per Giuseppe… per noi no!”
“Di grano fatto il pieno… pieeeeeeeeno!”
38 È difficile scegliere il musical che possa andar bene per noi: ultimamente ne escono tantissimi ma,
per un motivo o per l’altro, non fanno al caso nostro. Noi cerchiamo una storia che porti, sì,
messaggi importanti, ma con leggerezza; che possa piacere a persone di tutte le età ma che ognuno
la senta rivolta proprio a sè, che contenga canzoni accattivanti ma “eterne”, che abbia personaggi
indimenticabili ma si fondi su una partecipazione soprattutto “corale”. Insomma il nostro scopo non
è dare sfoggio di bravura ma… AGGIUNGERE UN POSTO A TAVOLA!
“Se sposti un po’ la seggiola…”
Aggiungi un posto a tavola”, commedia musicale liberamente ispirata a “After me the deluge” di
David Forrest, narra le avventure di don Silvestro e del suo paese, scelti da Dio per costruire una
nuova arca e salvarsi dal secondo diluvio universale; ma non tutto è così semplice: un sindaco
tirchio e invidioso, Clementina, la sua giovane figlia innamorata, Toto, il giovane ragazzo
campagnolo e Consolazione la donna di vita redenta dall’amore sono le variabili che producono
divertimento e risate durante lo spettacolo.
Un’opera “eterna” che ha richiesto oltre un anno di lavoro in cui tutte le idee hanno preso forma e
si sono realizzate, facendoci diventare una comunità sempre pronta ad “aggiungere” un posto a
tavola!
(Cast “Aggiungi un posto a tavola” – dall’informatore parrocchiale marzo 2004)
Eccoci qui… a un mese e poco più dalla “prima” della commedia musicale “Aggiungi un posto a
tavola” realizzata da un gruppo di giovani, adulti e bambini della nostra parrocchia che ha visto,
dal 20 marzo, ben 5 rappresentazioni nelle successive settimane (e altre 4… un anno dopo).
Chiunque ha solo incrociato i nostri sguardi, avrà interpretato l’entusiasmo, la gioia e la
soddisfazione che trasmettevano i nostri occhi, talvolta lucidi per l’emozione… tante emozioni si
sono intrecciate nelle varie rappresentazioni, tanti applausi hanno scandito i diversi momenti dello
spettacolo, tanti i complimenti ricevuti, tante le persone venute ad ascoltarci, tante le urla di gioia e
39
di soddisfazione, tanta anche la fatica e il lavoro fatto, ma davvero insignificante rispetto alla
consapevolezza di aver partecipato, realizzato e condiviso una così bella esperienza!
A tutti vogliamo lasciare un ricordo di questa straordinaria esperienza attraverso alcuni messaggi
inviati al forum del sito internet realizzato per questa occasione:
Bravissimi a tutti e a ciascuno… non voglio fare nomi in quanto credo che sia riuscito tutto così
splendidamente perché ognuno di noi è entrato nella propria parte in modo perfetto e chi era dietro
le quinte si è sentito completamente parte del gruppo. Urliamolo a tutti: solo INSIEME si
costruisce qualcosa di così bello! (Elisabetta Baronchelli)
È la prima volta che condivido, anche se indirettamente, la preparazione di una commedia e sono
rimasta piacevolmente meravigliata per la dedizione e il calore che si percepisce in ognuno di voi
durante le prove. Sarà sicuramente un successo! (Beatrice Castiglioni)
Delle signore che non conosco mi hanno fermato a fine spettacolo per dire grazie a tutti perché
abbiamo fatto passare un pomeriggio in allegria (erano veramente emozionate). Hanno detto che
abbiamo trasmesso loro qualcosa che non si riesce a spiegare e che si vedeva che lo facevamo con
passione. Questo penso sia molto bello perché la cosa più importante è riuscire a trasmettere
qualcosa soprattutto a persone che magari sono sole. (Simona Porfiri)
Avevo già dedotto che la forza del nostro gruppo va ben oltre lo stare insieme per necessità, poiché
alla base di tutto vi era la voglia di ognuno di noi di esprimersi coralmente e singolarmente al
meglio delle proprie capacità interpretative. Ciascuno impegnato in un ruolo, nel quale forse
all’inizio non era convinto di riuscire, ma dal quale ha saputo trarre una gioia personale e
trasmetterla anche agli altri. Il sostegno reciproco e non la critica invidiosa, è stato la componente
che ci ha permesso di giungere dove siamo arrivati. Quanto abbiamo realizzato insieme,
indipendentemente dal gusto del nostro pubblico, è stata per me la prova più bella che si può e si
deve sempre cercare di andare oltre quelli che riteniamo siano attualmente i nostri personali limiti.
(Flavio Cembrani – Crispino)
“Che lieto invito è questo – che in coro noi cantiamo,
orsù facciamo presto – lo spettacolo iniziamo.
Le luci già si accendono – nei cuori noi esultiamo,
le nostre voci attendono – il pubblico rallegrar.
I nostri visi splendono – si inizia già a cantar:
l’allegria dei bambini – la gioia sa portar
anche se piccolini – attori sono ormai.
E al suono dei violini – è proprio bello sai
40 danzare e recitare – allegri più che mai.
E il pubblico sentire – applaudire a più non posso
ci fa tanto gioire – da fare ognun commosso.
E siamo al gran finale – l’animo è un po’ scosso
ma nulla c’è di male – perché questa avventura
alquanto primordiale – non resterà oscura.
Tutti ricorderemo – di non aver paura
se ci troveremo – a tavola uno in più:
un posto aggiungeremo – starai più comodo anche tu
se sposti un po’ la seggiola – gran festa sarà quaggiù.”
Con affetto (Elisabetta Perego)
È tempo per me di ringraziare ognuno di voi che avete saputo rendere incantevole e
indimenticabile questa esperienza che sempre in me albergherà sulla cornice ultima del ricordo…
Meraviglioso, davvero meraviglioso, è stato incontrare il sorriso di ognuno ascoltando parole di
sostegno e di incoraggiamento di cui avevo un gran bisogno poiché, ogniqualvolta era tempo di
esibirsi, il cuore cominciava a battere forte, la mente si svuotava di ogni pensiero e a cosa
aggrapparsi se non alla vostra determinazione, alla vostra gioia che presto è divenuta anche la
mia… Davvero e mille volte ancora… grazie. Grazie per la pazienza e la fiducia accordatami…
impareggiabile è stata la nostra capacità di intessere un nuovo alfabeto fatto di parole e note che
sia riuscito a incantare la gente… un viaggio lungo, talvolta estenuante, ma non meno salvifico e
gratificante… di nuovo grazie… a tutti… non dimenticherò… (Fabrizio Cembrani – don Silvestro)
“Insieme… sì!”
41
“Sorridi al nuovo ospite!”
Certo che con “Aggiungi un posto a tavola” si era puntato davvero in alto: la commedia musicale
più conosciuta… la più rappresentata… la più… la più… e ora… cosa di poteva fare… di più?
Scelta difficile. Ci si rendeva conto che ormai il gruppo era cresciuto e che
“Si merita un nome importante, di quelli che spaccano l’aria, che faccia impressione alla gente, che
vada sui libri di storia.
Un nome…
Annibale? Sandokan? Napoleone?...ma no!
Mosè? Lancillotto? Rolando? Tancredi?…forse...
Francesco? Giuseppe? Fanfulla da Lodi?…ma no!
Geronimo? Dante? Zorro? Lumumba? Cesare? Augusto? Epaminonda?...
Legno di pino, mi strizzi l’occhio...
Ti riconosco, mi chiami, sarà: PINOCCHIO!!!”
42 “Noi… ma che splendida famiglia: una vera meraviglia!”
PINOCCHIO - IL GRANDE MUSICAL.
E arriviamo così a questa nuova impresa: rispetto alla versione originale la storia di Collodi è
stata un po' stravolta. La vicenda infatti sembra essersi spostata in tempi a noi più vicini: Geppetto
è proprietario di una falegnameria e la “Gatto & Volpe S.p.A.” una rinomata ditta di... furti.
Accanto a personaggi tradizionali come Mangiafuoco o il Grillo Parlante, se ne trovano alcuni
completamente nuovi come Angela, l’eterna fidanzata di Geppetto (diventerà la “mamma” di
Pinocchio?) e altri un po’ cambiati come Turchina o Lucignolo che qui è atteso da un destino più
felice rispetto alla fiaba originale.
Le vicende della marionetta senza fili si snodano attraverso incontri più o meno fortunati, a volte
ironici a volte difficili, tramite immagini metaforiche sulle faticose tappe della crescita individuale.
Il rapporto padri–figli (gioie e dolori), la ricchezza delle diversità, l’amicizia, la fatica di crescere
e trovare la propria strada, il rialzarsi dopo un errore, la realizzazione dei propri sogni… questi i
temi fondamentali che vengono trattati attraverso dialoghi (a volte divertenti a volte più intensi),
canzoni d’ogni genere (dalle più melodiche alle più…rap) accompagnate da ricercate coreografie
(dal tradizionale stile Broadway alla scatenata break-dance). Il tutto immerso in una colorata
scenografia e accompagnato da divertenti costumi.
Trentasette tra attori, cantanti e ballerini coadiuvati da ventinove “dietro le quinte”. Una grande
energia e tanta voglia di divertirsi e far divertire. Tutto questo sarà “Pinocchio- il grande musical”.
(Cast di Pinocchio – dall’informatore parrocchiale aprile 2008)
43
In queste settimane, come tanti di voi, mi sono goduto più volte “Pinocchio – Il Grande Musical”:
emozioni, sentimenti, pensieri, domande… si sono accavallate, incrociate… e poi un pomeriggio
sono uscito sul terrazzo.
Ho visto un gruppo eterogeneo di uomini e donne, piccoli e grandi, capaci di stare insieme e tenuti
insieme da un progetto, da un’idea: un percorso di conoscenza e di confronto con se stessi, con gli
altri, con il mondo, in modo gioioso e vivace, caratterizzato dalla lievità ovvero la leggerezza delle
cose belle, buone e giuste.
Ho visto virtù umane vissute con naturalezza e convinzione: pazienza, fiducia, gratuità, sacrificio,
stabilità e tenacia, senso dell’insieme (del Noi e non dell’io) …sono virtù un po’ giù di moda, un
po’ “antimoderne”, perché oggi si preferisce l’Io al tu (per non parlare del Noi), l’Utile al gratuito,
la Velocità alla pazienza, il Mutamento continuo alla stabilità, l’Appagamento e Soddisfazione
individuale al sacrificio, il Benessere fisico e psichico al fare-bene….
Ho visto l’anima e il cuore di uomini e donne che hanno dato tutto, si sono messe in gioco senza
riserve per raggiungere la mèta.
Ho visto, anzi, ho scoperto quante potenzialità ed energie (normalmente nascoste) ci sono nel
profondo di ogni uomo e dove possono condurre se ridestate per una buona causa. E questo mi ha
dato una carica di fiducia, di entusiasmo, perché la battaglia contro il grigiore quotidiano è sempre
ardua e incerta: basta veramente poco per arrendersi, per non osare, per non credere in se stessi,
negli altri e in Dio… per non credere che si possono fare cose grandi e cambiare il mondo. Mi son
detto che non esiste una missione impossibile, ma animi gretti o generosi; che non esistono piccole
e grandi parti, ma bravi o cattivi attori; che al termine dei nostri giorni non ci verrà chiesto se
abbiamo salvato il mondo, ma se siamo stati a guardare oppure…
(don Guido – dall’informatore parrocchiale maggio 2008)
…Osservavo, insieme allo spettacolo, da cui pure è difficile staccare occhi e orecchi e cuore, il
pubblico, il pubblico particolare, che conosco bene, del teatro che si usa chiamare amatoriale, non
di professionisti: un pubblico composto in gran parte da parenti e amici, dei partecipanti sul
palcoscenico o dietro le quinte, un pubblico più attento all’esibizione dei propri conoscenti che al
testo o alle trovate registiche.
Eppure, molto più che nelle sale pubbliche della città che ospitano spettacoli professionali è vivo il
dialogo, il piacere di incontrarsi e di confrontarsi, di incoraggiarsi e di commentare. Ecco dunque
un risultato importante, proprio di questi spettacoli, per chi crede il teatro luogo privilegiato della
comunicazione e dell’incontro: trovarsi, parlarsi, anche fra persone che faticano a uscire di casa e
non frequenterebbero un teatro.
Sto parlando del “Pinocchio”: un caleidoscopio di trovate continue che accostano generi diversi,
dalla recitazione al filmato, dal ballo all’opera buffa, dal teatro delle marionette all’acrobazia,
dalla commedia musicale alle luci psichedeliche da discoteca, che arrivano a utilizzare anche la
platea come spazio scenico e mettono alla prova risorse sconosciute degli amici impegnati nella
rappresentazione. Oltre all’ammirazione per l’esecuzione, un’altra osservazione mi pare rilevante:
il testo messo in scena è frutto di una notevole rielaborazione di quello ben noto di Carlo Collodi.
44 In parte si tratta di riduzioni per ragioni di durata di uno spettacolo già lungo; in parte di
adattamenti alla scena di un testo non pensato per essere rappresentato, anche se le
rappresentazioni teatrali e cinematografiche non si contano grazie al fascino perenne dell’opera.
Ma la regia ha introdotto anche variazioni sul testo proprio per renderne più evidente
l’interpretazione: così per la Gatto e Volpe S.p.A,, come a dire che oggi i furti non sono solo di
piccoli malavitosi, ma di un sistema economico finalizzato al profitto senza rispetto; o la figura del
tutto originale di Angela, che esplicita il richiamo collodiano al valore della famiglia.
Lasciando la cordiale sala dopo il lungo lungo applauso e le felicitazioni personali, resto convinto
che molti, nonni e amici, con gli occhi emozionati e ancora pieni di luci si saranno posti qualche
domanda da cui far scendere riflessioni che non fanno certo male.
(Ugo Basso)
…Circa una trentina di persone e più hanno dedicato tempo, creatività e passione per preparare
questa grande festa che, sono sicuro, in noi ha lasciato un segno indelebile: l’aver condiviso
insieme un progetto, la fatica e finalmente anche tante soddisfazioni; rimarranno in noi i ricordi, il
legame, lo spirito di gruppo e, perché no, le amicizie scoperte, ri-scoperte e rafforzate settimana
dopo settimana.
Quante volte assomigliamo a Pinocchio nella nostra vita, quando crediamo di farcela da soli senza
l’aiuto di nessuno, senza dar retta alla nostra coscienza alla quale spesso rispondiamo “risparmia
il tuo lavoro so cavarmela da solo” oppure quando con i soldi si crede di poter cambiare la nostra
vita “da così a così”, o ancora quando ci si butta nello “sballo” dove “quel che ti gira fallo senza
nessun controllo” dal quale però poi si vuol andare via poiché in verità si ha “bisogno di tenerezze
e un posto caldo tra due cuori innamorati davvero”. Ma fortunatamente Pinocchio è anche amore
verso gli altri, verso l’amico il quale “se ti succede che soffri in silenzio ti sta ad ascoltare e sa
restare aspettando il sereno a bagnarsi con te” e riconoscenza verso un padre ritrovato laddove
“anche persi in alto mare ci sappiamo ritrovare come il cielo con la luna”.
Indimenticabili gli applausi fragorosi di tante persone che sono venute a vederci e unica la
soddisfazione nell’aver condiviso insieme qualcosa di grande, qualcosa di veramente bello per noi
e per tutti coloro che ci hanno seguito anche solo per una sera.
(Fabrizio Favero – Pinocchio)
...Eccola la tensione, una enorme carica emotiva; poi le paure, i dubbi: “Ce la farò? Sarò
all’altezza di ciò che si aspettano da me?” La sala è ormai piena di gente, il cuore batte
velocemente, mi guardo attorno, le luci si spengono, inizia la musica... ed ecco ciò che aspettavo!
Una scossa mi attraversa e mi assale la voglia di far vedere cos'è stato un anno e mezzo di lavoro
per realizzare questo splendido musical! Ormai niente mi fa più paura! Una calma interiore mi
pervade... coraggio ragazzi!
45
Come tutte le fiabe anche “PINOCCHIO” è una fiaba piena di MAGIA... La magia più bella è aver
visto un gruppo di persone conoscersi meglio, crescere insieme, credere prova dopo prova sempre
di più in sè stesso e infine trasformare un GRANDE SOGNO in una SPLENDIDA REALTA'!
(Damiano Chiarolla – Bottega di Geppetto)
Ebbene si! La metà delle repliche si sono già concluse e la tensione sta andando sempre più
diminuendo, ma il divertimento tra di noi c’è sempre...
Esperienza bellissima, senza alcun dubbio...
Volevo ringraziare tutti quelli che hanno permesso che questo musical diventasse realtà a partire
dalla direttrice del coro, che ha dovuto portare pazienza per la mia voce da tenore, fino ad arrivare
a tutti gli attori che hanno composto questo meraviglioso cast... Ragazzi siamo fantastici...!
(Andrea Simonetti – il Gatto)
...Ognuno è qualcuno e la vita è una storia infinita... un lungo cammino che porta su un'unica
strada...tutti in volo attraverso uno stesso universo...
Mai come ora che ci siamo dentro, questa frase prende vita...
Un tempo lunghissimo fatto di prove, di sacrifici, di lunghe serate, di piccole gioie, di grandi
soddisfazioni, per vedere realizzato il nostro Pinocchio!
Il lunedì dopo il primo week end che siamo andati in scena sfido chiunque ad essere riuscito a
lasciare in teatro la magia che abbiamo vissuto... io non ce l'ho fatta!!! Me la sono portata in
ufficio il giorno dopo!
Ogni volta come fosse la prima volta... dietro le quinte il sorriso complice di chi, come te, è in
ansia... gli abbracci di chi ti fa i complimenti o semplicemente di chi ti dà forza... gli sguardi di
intesa... le piccole variazioni sul tema che rendono il copione sempre nuovo... Eravamo in tanti a
crederci e a metterci tutto l'impegno possibile, ma ora che il nostro Pinocchio è sul palco, ora che
abbiamo dato vita ai personaggi facendoli un po' nostri, è davvero volare attraverso lo stesso
universo...
(Manuela Agosti – Fata Turchina)
Ricordo ancora la prima volta che ci è stato chiesto di far vedere, solo al cast, il primo balletto che
avevamo ideato insieme a Grazia e Fabrizio… che vergogna! Oggi sono molto soddisfatta del
risultato e devo dire un grazie di cuore a chi mi ha coinvolto in questa avventura, perché è stata,
seppur impegnativa, veramente appagante. Ho conosciuto persone nuove e ho approfondito la
conoscenza con altre: lavorare insieme è stato divertente ed è stato bellissimo vedere i progressi di
ciascuno e scoprire in questo gruppo dei veri talenti… siete bravissimi!!!
(Paola Canepari – coreografa)
46 …Vi posso assicurare che è davvero bellissimo essere lì sul palco e avere davanti a te un sacco di
gente che ride o che si commuove per qualcosa che tu hai fatto. È una sensazione indescrivibile, è
quasi magica.
Le sensazioni non sono facili da scrivere perché è qualcosa di stupendo che ti fa volare in alto…
Il nostro gruppo è davvero bellissimo: siamo molto affiatati e ci siamo divertiti tanto e speriamo
che tutto ciò non finisca così, ma che continui a lungo perché “le feste passano, i musical pure, ma
gli amici restano”.
(Ilaria Sambi – Bottega di Geppetto)
Bravi questi ragazzi, veramente bravi! Il giorno che mi hanno contattato per partecipare nel dietro
le quinte di questo musical, sono stata contenta. Era da circa due anni che ne sentivo parlare...
eccitazione, paura, incredulità, dissapori, gioia, lacrime e dolori... credo che questi ragazzi
abbiano provato tutte le sensazioni possibili e immaginabili.
Ero curiosa. Poi, sapevo che erano bravi e che ci mettono l’anima!
Tutti hanno un ruolo (a volte anche più di uno!). Chi canta, chi balla, chi recita. Ma non dobbiamo
dimenticare anche il dietro le quinte. Gli scenografi, le costumiste, il trucco, la trovarobe, l’audio e
le luci. La suggeritrice e la coreografa. Il coro e la sua direttrice. E chi in un modo o nell’altro dà
una mano.
E poi – di primaria importanza – il regista. La capacità di coordinare, di risolvere gli eventuali
dissapori che possono nascere è indispensabile. Tutto deve essere sempre sotto controllo. E così è
stato.
Non dobbiamo dimenticare che in alcuni casi intere famiglie vengono coinvolte e trascinate in
questa piacevole esperienza.
Un impegno fitto, costante che non si esaurisce in un paio di ore o in un paio di giorni. Tutti hanno
sacrificato il loro tempo libero (sacrificando molti e molti week end!) e questo fa capire quanto i
nostri ragazzi ci tengano veramente al loro spettacolo.
E il pubblico rimane a bocca aperta perché, pur restando nell’ambito dilettantistico questo gruppo
ha raggiunto lo step di crescita più elevato. Molto professionali, preparati e bravissimi a trovare
soluzioni tecniche-scenografiche a volte anche “sbalorditive” tenendo conto del budget che quando
esiste è ridottissimo. Non dimentichiamo che si auto-finanziano.
Un’altra cosa che li contraddistingue è quella di far partecipare in base alle proprie “inclinazioni
e capacità artistiche” tutti quelli che decidono di intraprendere un simile viaggio. Sì perché di
viaggio si può parlare.
Un viaggio che finalmente ha portato alla meta: un grande successo.
Attendo di vedere la prossima avventura...
Chissà dove ci porteranno...
(Laura Terziotti – microfonista)
47
Pinocchio, il musical: un’esperienza da… rifare.
All’inizio era stato solo il desiderio di dare una mano partecipando ad un evento importante per la
comunità; poi, poco alla volta è diventato qualcosa di più intenso, il gusto di condividere con altri
un progetto che si concretizzava settimana dopo settimana. È stato questo lo spirito con cui ho
partecipato alla realizzazione delle scenografie e degli allestimenti dello spettacolo: sensazioni
uniche, particolari e del tutto nuove.
Creatività, abilità, dedizione, ma anche la tensione prima degli spettacoli, la coesione tra
preadolescenti, adolescenti, giovani e adulti, la mobilitazione di intere famiglie: ho visto tutto
questo applicato per lungo tempo e ho apprezzato il clima di allegria e la gioia di stare insieme con
cui si è svolto.
Percepire le emozioni del cast un attimo prima dell’apertura del sipario non ha prezzo…
Rifacciamolo!
(Roberto Lucatello – scenografo)
Dopo circa diciotto mesi di prove e preparativi… ecco cosa mi lascia aver preso parte al grande
musical Pinocchio.
La vita è tutta da imparare, anzi è il mestiere dei perché, ma è il più bello che c’è, perché c’è
dell’altro tra cielo e mondo anzi mai, mai lasciare che il vento ci porti via nel ciclone del tempo.
A chi prenderà la vita per il verso buono, si dice che nessuno nasce per niente, si ha la libertà di
essere diversi anche se chi è diverso spesso fa paura, ma è stupido star male per essere normale.
Si ha il futuro da spendere bene con classe e fantasia e talvolta un tocco di poesia, si afferra la
coda giusta e ti ritrovi in cima al mondo.
Si cerca la propria libertà senza mai capire dov’era e ci si butta via, ma si riuscirà a ritrovare la
strada a riinventare la vita; quante cose da cambiare, quanto da rifare.
Una casa vuol dire riparo, famiglia, protezione; poi scopriremo il mondo insieme e impareremo a
volerci bene. Un figlio si conquista con le parole, con la confidenza, ma piano, piano te ne vai e
non so raggiungerti, vorrei seguirti lungo il tuo cammino senza far rumore, senza disturbare e sto
male a lasciarti andare, spesso so amarti, ma non so aiutarti. So che non è facile imparare a vivere
quindi chiamami sempre se ti manco, sono la voce che è dentro di te… non si fa mai abbastanza per
questi figli.
Un vero amico ti resta vicino nel bene e nel male e sa restare aspettando il sereno a bagnarsi con
te. Imparare ad amare, è solo questo il segreto della vita, anzi è soltanto amore la parola giusta.
Dedico questi miei pensieri a tutti, ma in particolare ai miei compagni in questa magnifica
avventura.. a loro dico un sincero e affettuoso… GRAZIE!
(Elisabetta Baronchelli – Mamma di Lucignolo)
48 Sono passati quasi due anni da quando ho ricevuto il volantino di Pinocchio... all’inizio non volevo
neanche provare questa nuova esperienza... per fortuna che mi sono convinto!!!!! Ho passato mesi
e mesi di prove insieme ad amici, divertendomi, e conoscendo meglio altre persone (se non
conoscendole del tutto). Ringrazio di cuore Roberta e Marco per aver proposto quest'avventura a
tutti noi!!!!!!
(Roberto Ascari – Bottega di Geppetto)
Non ho mai avuto esperienze teatrali, tantomeno un pubblico davanti a me; ho quindi preso parte a
questa esperienza proprio perché era una cosa nuova. Quando ho visto il DVD del musical
originale dei Pooh, mi sono detta che mai saremmo riusciti a portare in scena uno spettacolo del
genere, ma ho notevolmente sottovalutato le capacità di Marco, Roberta, Gian Francesco e di tutti
quelli che hanno contribuito alla realizzazione del musical. Va da sé che è stata quindi
un’esperienza positiva sotto tutti i punti di vista, molto impegnativa, a volte anche faticosa, ma
molto affascinante ed emozionante. E poi è stato bello essere a contatto con tante persone che
prima conoscevo solo “di vista” e soprattutto è stato bello “lavorare” con mia figlia...
(Elena Lozio – Corvo della Fata Turchina)
…Questo per me è il terzo spettacolo che faccio come scenografo, ma all’inizio ero molto scettico
sulla buona riuscita, infatti non mi sembravano molto azzeccate alcune delle parti degli interpreti,
inoltre a poco dallo spettacolo non vedevo prove convincenti e mi sembrava anche non ci fosse un
buon amalgama fra tutti. Poi per fortuna è finalmente arrivata la sera della prima
rappresentazione e tutti i dubbi sono come d’incanto spariti: tutto è stato perfetto e con le altre
repliche il tutto è notevolmente migliorato. A questo punto sono convinto non solo che le parti siano
tutte giuste ma secondo me è in assoluto lo spettacolo più bello che abbiate fatto fino adesso.
Grazie ragazzi per la grande gioia ed emozione che mi date ad ogni replica!
(Fabio Sambi – scenografo)
Gli attimi che precedono lo spettacolo sono sempre densi di emozione… in pochi attimi, prima del
“via”, ripercorri tutto il percorso fatto… incroci lo sguardo degli altri che come te stanno vivendo
l’attesa…
…tutto assume contorni quasi “magici”, il tempo si ferma e… sulle prime note della canzone di
apertura i timori e le ansie svaniscono...
Questa è la magia del teatro… di questo spettacolo… di questo nutrito gruppo di ragazzi, giovani e
adulti che hanno condiviso insieme quasi due lunghi anni di prove e preparazione…
A tutto il cast, e a tutte le persone che hanno lavorato “dietro” le quinte va il mio GRAZIE
GRAZIE… per aver dedicato, passione, entusiasmo ad un grande progetto!
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GRAZIE… per aver saputo andare oltre i piccoli “intoppi” mantenendo sempre presente l’obiettivo
da raggiungere…
GRAZIE… per la gioia trasmessa da ciascuno di voi
GRAZIE… a tutte le famiglie che si sono adeguate ai ritmi di Pinocchio, scombussolando orari e
week end!
GRAZIE… per la presenza assidua
GRAZIE… per gli sguardi complici che hanno dato coraggio a chi si sentiva incerto
GRAZIE.... per aver condiviso un pezzo di strada insieme….!
GRAZIE… Pinocchio!
(Marco Favero – Geppetto e regia)
“NOI…PER PINOCCHIO.”
Noi… quelli che nell’estate 2005 sono partiti con un po’ di copioni in valigia…
Noi… quelli a cui non ne era piaciuto nessuno…
Noi… quelli che, qualche tempo dopo, hanno visto in TV un pezzo di Pinocchio e hanno
pensato: ”Eccolo!”…
Noi…quelli che, vedendo il DVD intero, hanno detto “È un po’ difficile… ma ce la faremo!”…
Noi… quelli che da quel momento non hanno più esitato e hanno “puntato dritto alle stelle”…
Noi… quelli che hanno sguinzagliato tutte le conoscenze che avevano per cercare il contatto giusto
per ottenere i diritti di rappresentazione…
Noi… quelli che si ostinano a fare le cose insieme: i piccoli , i giovani, i meno giovani come “una
splendida famiglia… che meraviglia!”…
Noi… quelli che “puoi recitare, ballare, cantare, disegnare, cucire, truccare, curare le luci o
l’audio…insomma scegli tu la tua strada ma percorrila con noi!”…
Noi… quelli che non hanno dormito per la preoccupazione di assegnare le parti giuste in modo che
tutti ne avessero una… e che fosse proprio “sua”…
Noi… quelli che si sono scritti chilometri di mail…
Noi… quelli che hanno passato le serate a trascrivere il copione davanti al DVD…
Noi… quelli che hanno passato le serate ad arrangiare le parti vocali in modo che fossero cantabili
dal vivo senza tanti supporti tecnici, ma cercando di sfruttare al massimo la massiccia presenza del
coro…
Noi… quelli che hanno passato le serate a rendere utilizzabili quelle bozze di basi che avevamo:
taglia, incolla, prova un tono più su, no… più giù… infiniti tentativi fino a quando… ecco, così!...
Noi… quelli che hanno passato le serate a realizzare i video…
50 Noi… quelli che hanno passato le serate a dipingere le scenografie…
Noi… quelli che hanno passato le serate a cucire i costumi…
Noi…quelli che hanno passato le serate a cercare proprio quella luce e/o quell’effetto…
Noi… quelli che hanno passato le serate a mettere insieme tutti i pezzi…
Noi… quelli che hanno passato le domeniche pomeriggio a curare le coreografie…
Noi… quelli che hanno ripreso e fotografato tutto ciò che era possibile…
Noi… quelli che hanno sfamato la compagnia prima di ogni rappresentazione…
Noi… quelli che hanno fatto i salti mortali per esserci sempre…
Noi… quelli che tutti i venerdì hanno mangiato un panino sul tram per arrivare in orario…
Noi… quelli che avevano sempre da ridire…
Noi… quelli che l’importante è la compagnia e così erano sempre contenti…
Noi… quelli che magari litigano e anche piangono, ma questo nulla toglie…
Noi… quei tre che qualche volta si arrabbiavano ma uno per volta così gli altri due “paravano i
colpi”…
Noi… quelli che avevano gli incubi e quelli che “ma no…siamo in orario!”
Noi… quelli che ci hanno creduto subito e quelli che hanno capito dopo un po’ ma hanno
supportato lo stesso…
Noi… i familiari dei partecipanti che hanno adeguato tempi e orari a quelli del musical ed hanno
sopportato i discorsi, le ansie, la musica…di questi Gatti/Volpi/Grilli/Fate che si sono trovati in
casa…
Noi… quelli che ormai parlano con le battute del musical…
Noi…i gesti, gli sguardi, i sorrisi, le occhiatacce…
Noi…quelli che hanno sentito i versi delle canzoni come rivolti proprio a sé…
Noi…quelli a cui ora mancherà un Venerdì…
Noi…quelli che per sempre saranno “quelli di Pinocchio” e incontrandosi, gli si accenderà una
luce negli occhi che dice: “io so cos’è stato!”…
Noi…quelli che ora lo sanno che “basta andare sempre dove porta il cuore per cambiare i sogni
nelle cose vere”…
Noi… ecco il segreto: non più “io”… ma “NOI”!
(Roberta – direzione musicale)
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“Nel paese dei balocchi... Sballo!”
“Non mi far decidere da solo…”
52 “Per ognuno c’è qualcuno… sempre!”
“Burattino ieri, burattino basta! È soltanto AMORE la parola giusta!!!”
53
54 Ehm… è venuta un po’ lunghetta questa dispensa… d’altronde è difficile racchiudere 50 anni in
poche pagine. Sono tante anche le cose di cui non ho parlato… e mi è dispiaciuto doverle
tralasciare… perché penso che tutto abbia contribuito a renderci come siamo… anche le storie
piccole… quelle che sembravano insignificanti… come quelle grandi… le esperienze esaltanti e
quelle deludenti… i trionfi e le cadute… le difficoltà che abbiamo saputo gestire e quelle che ci
sono sfuggite di mano… comunque in cammino… comunque avanti!
…alla fine tutto quello che volevo dire è ben espresso in questi versi di una canzone di Roberto
Benigni che vi riporto… Non so per chi o cosa siano stati scritti… noi proviamo a leggerli come
rivolti a questa nostra comunità parrocchiale e al percorso di fede che in essa abbiamo l’opportunità
di compiere:
“Quanto t’ho amato e quanto t’amo non lo sai
E non lo sai perché non te l’ho detto mai
Perché in amore le parole non contano
Conta… la Musica!”
Realizzazione a cura di Roberta Marsiglia
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Parrocchia ‐ Oratorio “Angeli Custodi” V ia Pietro Colletta, 21 20135 Milano
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la nostra storia (1962-2012)