Rassegna Internazionale di vita musicale - Concerti - Opera - Balletto
ANNO L II
dicembre 2015
solo abbonamento
ISSN 0544-7763
181
108
(nuova edizione)
Antonio Pappano
Didone ed Enea
Colección Tango
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BUONE
FESTE!
1
Cari abbonati,
BUON ANNO 2016
da
L’anno nuovo
Indovinami, indovino,
tu che leggi nel destino:
l’anno nuovo come sarà?
Bello, brutto o metà e metà?
Trovo stampato nei miei libroni
che avrà di certo quattro stagioni,
dodici mesi, ciascuno al suo posto,
un carnevale e un ferragosto,
e il giorno dopo il lunedì
sarà sempre un martedì.
Di più per ora scritto non trovo
nel destino dell’anno nuovo:
per il resto anche quest’anno
sarà come gli uomini lo faranno.
2
Gianni Rodari
desidero cogliere l’occasione delle festività
per indirizzarvi, oltre ai migliori auguri per il
nuovo anno, un grazie di cuore per la fedeltà dimostrata alla mia testata. Il puntuale rinnovo del vostro
abbonamento (unico introito) con il tempo è divenuto per me motivo d’orgoglio. La convinzione che le nuove tecniche di comunicazione on-line non potranno mai sostituire la praticità della stampa cartacea, mi danno il coraggio di continuare ad impegnarmi
affinché Il Mondo della Musica, giunto al 52° anno di pubblicazione, prosegua senza timori il suo percorso, grazie anche alla partecipazione dei miei autorevoli collaboratori che ne rappresentano
il principale sostegno. Anche voi potreste collaborare alla maggiore divulgazione della rivista donando per le feste, agli amici che
amano la musica classica, un abbonamento annuale a Il Mondo
della Musica. Sono certa che per questi sarebbe un regalo gradito: una rivista non commerciale tutta da leggere. Vi saluto con un
festoso brindisi inneggiando al bello: “Libiamo, libiamo ne’ lieti
calici che la bellezza infiora…”
Maria Elisa Tozzi
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rivista n.105
Rassegna Internazionale di vita musicale - Concerti - Opera - Balletto
ANNO L I
gennaio 2015
euro 6, 50
ISSN 0544-7763
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105
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“IL MONDO
DELLA MUSICA”
(nuova edizione)
Cenerentola
Romabarocca
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Rusalka
La leggenda
GHO¿RUHGL/LQR
Rassegna internazionale
di vita musicale
Concerti - Opera - Balletto
1
rivista n.106
Rassegna Internazionale di vita musicale - Concerti - Opera - Balletto
?
AFFRETTATI!!!
Sommario
Correva l’anno 1930
A SANTA CECILIA
GIUSEPPE MULÈ
di Domenico Carboni
Pappano, Temirkanov, Honeck
AL PARCO
DELLA MUSICA
di Luigi Bellingardi
Valori etici
nell’ organizzazione
DEL ROF
di Giorgio Girelli
6
GIORGIO GIRELLI
8
Alle FONDERIE
ISSN 0544-7763
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(nuova edizione)
La danza a Roma
Aida al Costanzi
1
rivista n.107
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Rassegna Internazionale di vita musicale - Concerti - Opera - Balletto
ANNO L II
ottobre 2015
Le rimesse si effettuano
sul c/c postale 14644009
solo abbonamento
ISSN 0544-7763
180
107
(nuova edizione)
I Solisti Veneti
Der Rosenkavalier
Roberto Bolle
Eleonora Abbagnato
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nuovo direttore del
Balletto dell’Opera
di Roma
1
4
di Alberto Testa
BALLETTI D’AUTUNNO
A ROMA
indirizzate a
IL MONDO DELLA MUSICA
Via Flaminia Nuova,
241 - 00191 ROMA
FESTIVAL
I BASSARIDI
Inaugurata la stagione
del Costanzi
di Lorenzo Tozzi
AIDA
Sontuosa inaugurazione
al Teatro Regio di Torino
di Alberto Testa
DIDONE ED ENEA
Trasformata in
Cirque Du Soleil
di A. T.
Storia ed eventi del
TEATRO MARRUCINO
di Maria Adele Ambrosio
11
14
di Maria Elisa Tozzi
Festeggiata Santa Cecilia al
CONSERVATORIO
ROSSINI
JEAN SIBELIUS
popolare compositore
del XX secolo
di A. F.
NOTIZIE
a cura di Angela Funaro
A Roma
Concorso Lirico
Internazionale
OTTAVIO ZIINO
PRINTEMPS DES ARTS
de Monte-Carlo
di Marta Romano
di Angela Funaro
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FONDATRICE
Lydia Boni
EDITORE
DIRETTORE RESPONSABILE
MARIA ELISA TOZZI
Comitato di Redazione
LUIGI BELLINGARDI
DOMENICO CARBONI
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Direzione -Redazione -Amministrazione
Via Flaminia Nuova, 241 -00191 Roma
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di Alberto Cervi
179
106
Cav e Pag Salisburgo
LIMONE MONCALIERI
10
ANNO L I
aprile 2015
euro 6, 50
Santa Cecilia
Presidente del Conservatorio
Statale Rossini
di Vittorio Cassiani
RASSEGNA INTERNAZIONALE
DI VITA MUSICALE -CONCERTI
OPERA -BALLETTO
LIBRI E DISCHI
a cura di Lorenzo Tozzi
e Luigi Bellingardi
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Grafica: Eurolit srl
Stampa: Pignani Printing srl
Associato all’USPI
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Anno 2016
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CORREVA L’ANNO 1930
A “S.Cecilia” GIUSEPPE MULÈ
un direttore dimenticato
il sessantaduenne San Martino,
presidente sia dell’Accademia
che del Conservatorio, rappresentava il glorioso passato. San
Martino illustrò con la sua elegante eloquenza tutto il percorso effettuato dall’Istituto nato e
cresciuto in seno all’Accademia
e poi da essa separatosi portandosi in dote la grande Biblioteca. I rapporti fra le due istituzioni, pur conviventi nella stessa
sede, non erano certo idilliaci da
quando il Conservatorio prese a
licenziare con diplomi di magistero non solo gli alunni interni
ma anche i privatisti che prima
erano esclusivo appannaggio
dell’Accademia con notevoli
introiti. Il presidente San Martino, in base di un comma “ad
personam” della legge del 1923,
era anche presidente del Conservatorio, ma parteggiava per
Giuseppe Mulè l’Accademia, da qui una certa
freddezza fra lui e il battagliero
nuovo direttore.
l giorno 5 luglio 1927 nella Sala
Giuseppe Mulè è caduto in un immeriAccademica del Conservatorio
tevole oblio per via di una damnatio me“S.Cecilia”si festeggiava il cinquanmoriae dovuta alla sua fervente adesione
tesimo anniversario della fondazione
al fascismo. Fu invece uno dei migliori
dell’Istituto. In programma era la rapdirettori che il Conservatorio abbia mai
presentazione dell’intermezzo La serva
avuto. Poiché nei dizionari ed enciclopepadrona nelle due versioni musicali di
die la sua biografia è ridotta a poche righe
Pergolesi e Paisiello. Precedeva lo spettaquesta occasione è propizia per rendergli
colo un discorso del presidente, il Conte
giustizia ricordando i suoi meriti a preEnrico di San Martino. Molto diversa
scindere dalla sue idee politiche.
fu la cerimonia del venticinquesimo, nel
Giuseppe Mulè nacque a Termini Ime1902 quando il presidente trentottenrese, Palermo, nel 1885. Si diplomò in
ne San Martino, fresco di nomina, con
violoncello e poi in composizione con
un grande discorso proiettato verso il
Alberto Favara. A diciotto anni scrisfuturo, entusiasmava il pubblico e le
se un Largo per violoncello che doveva
importanti autorità intervenute, mentre
essere eseguito in occasione delle nozze
il direttore, il veterano Stanislao Falchi,
del fratello Diego ma che subito entrò
uno dei fondatori dell’istituto, era tenuto
nel repertorio delle cerimonie nuziali e,
quasi in disparte. Ora, dopo venticinque
trascritto per archi, acquistò una immeanni, era il contrario: il futuro era rapprediata popolarità specialmente quando fu
sentato dal direttore appena nominato, il
scelto come sigla della rubrica radiofoquarantaduenne Giuseppe Mulé, mentre
I
6
nica “Il santo del giorno” di radio EIAR
e poi RAI. Nel 1912 fu rappresentata al
Teatro Massimo di Palermo La baronessa di Carini, tragedia lirica in un atto su
testo del fratello, un’opera in stile verista
quando però il periodo del verismo era
già da tempo archiviato. L’opera improntata alla “sicilianità” incontrò il favore del
pubblico. Nel 1919 al teatro Nazionale di
Roma viene rappresentata la sua seconda opera: Il Lupo, in due atti, sempre di
ambientazione siciliana, che riportò una
buona accoglienza del pubblico. Il successivo lavoro, La monacella della fontana,
1920, atto unico, libretto di Giuseppe
Adami, fu rappresentato a Trieste nel
1923. Non trascurò il repertorio sinfonico: la suite sinfonica Sicilia canora (Una
notte a Taormina; Fioriscono gli aranci) ispirata alle melodie folcloriche siciliane che il
suo maestro Favara andava raccogliendo,
fu eseguita al Teatro Massimo nel 1917 e
approdò all’Augusteo di Roma nel 1924
diretta da Bernardino Molinari.
La sua carriera accademica cominciò
nel 1922 vincendo il concorso per una
cattedra di armonia al Conservatorio di
Palermo e successivamente fu nominato
direttore dello stesso istituto.
La nomina di Mulè a direttore del Conservatorio “S.Cecilia”, come successore
di Respighi, suscitò notevoli polemiche.
Secondo la normativa vigente il direttore di conservatorio andava scelto per
concorso dalla Sezione musicale della
Commissione permanente per l’Arte
drammatica e musicale sentita la Commissione amministrativa del Conservatorio. Così fu per i precedenti direttori,
per esempio: per Bossi la commissione
era presieduta da Arrigo Boito e per Respighi si scomodarono Puccini, Mascagni, Cilea, Alfano, Serafin e Molinari. Ma
per Mulé bastò il trasferimento decretato d’imperio dal ministro nonostante le
proteste della Commissione amministrativa del Conservatorio che non era stata
consultata.
Fin dalla prima relazione sull’Annuario
del Conservatorio si evince il carattere
autoritario di Mulè, molto differente dai
precedenti direttori. Nella relazione di
esordio abbonda l’uso della prima persona: «…il primo saggio finale ho voluto
fosse dedicato alla commemorazione di
Giuseppe Verdi ricorrendo il 25° anniversario della sua morte… Ho istituito i
seguenti corsi…» E che dire di quel «volendo assumere intera la responsabilità
artistica ho abolito il posto di vice direttore»? Abolisce quindi un posto previsto
nei ruoli del Conservatorio che gli dava
fastidio… Tutto in linea con lo stile “ducesco” che stava gradualmente prendendo piede. I rapporti fra il direttore Mulè e
il presidente double-face San Martino, come
si è detto, erano piuttosto tesi specie per
la questione dei contesi “corsi di perfezionamento”. L’Accademia non voleva
rinunciare all’insegnamento della musica
e, legittimamente, voleva istituire
dei corsi di perfezionamento, ma
il Conservatorio aveva un identico
progetto fin dai tempi del direttore
Stanislao Falchi che fu il primo ad
attuarli. Seguì una “guerra” fra le
due istituzioni per accaparrarsi le
relative sovvenzioni da un Ministero che cercava di accontentare
l’una e l’altra.
Nel novembre 1926 Mulé ripristinò il corso libero di perfezionamento voluto da Bossi per violinisti, tenuto da Arrigo Serato. Il
corso non era limitato ai licenziati
del Conservatorio S.Cecilia ma a
tutti i diplomati dei conservatori italiani con votazione non inferiore ai 9/10.
Chi aveva ottenuto votazioni più basse
doveva sostenere un esame di ammissione. Nell’anno scolastico 1930-31 si aggiunse ai due corsi la “Scuola superiore
di Letteratura moderna pianistica tenuta
da Alfredo Casella” che divenne presto
frequentatissima. Nel 1933 fu istituito
con decreto ministeriale un “corso di
perfezionamento per violoncellisti” ad
personam per Enrico Mainardi.
A San Martino che, invocando la creazione di un’ Università della musica, lamentava l’assenza di materie culturali nei
conservatori Mulé rispose con l’istituzione di conferenze di cattedratici universitari e illustri musicologi corredate da un
concerto, relativo all’argomento trattato,
eseguito dagli allievi. Per esempio 14
maggio del 1929 Alberto Gentili, professore di Storia della musica dell’Università
di Torino e curatore del Fondo Foà della
Bibiblioteca Nazionale della stessa città,
volle presentare in prima assoluta la sua
edizione critica dell’opera capolavoro di
Alessandro Stradella La forza dell’amore paterno, da lui ritrovata, proprio al Conservatorio ed eseguita dagli allievi di canto
e dall’orchestra d’archi degli allievi diretta
da Bonaventura Somma. E una settimana dopo Andrea Della Corte illustrò un
concerto-conferenza sul melodramma
del Settecento. Fu la volta poi del prof.
Gaetano Cesari, libero docente di Storia
della Musica all’Università di Milano, che
tenne una conferenza sul “Rinascimento
musicale del Cinquecento” con esecuzioni esplicative del Piccolo coro dell’Accademia di Santa Cecilia diretto da Bonaventura Somma. Queste, che vennero
chiamate da Mulè “Lezioni di cultura per
ridotte. Caduto il fascismo nel dicembre
1943 fu emanato il decreto sulla “Defascistizzazione” degli enti pubblici: Conservatorio e Accademia furono commissariati e sia il presidente Enrico di San
Martino che il direttore Giuseppe Mulé
furono epurati e si dovettero ritirare a
vita privata. La posizione di Mulè era
alquanto compromessa, lui che si definiva “fascistissimo” era stato segretario
del Sindacato Fascista dei compositori
ed eletto deputato nelle file del partito.
E poi alcune nomine senza concorso al
conservatorio, sia pure con l’avallo ministeriale, non passarono inosservate alla
Commissione per l’epurazione. Nel 1947
ci fu l’amnistia voluta da Togliatti e mentre San Martino riprese il suo posto, ma
morì poco dopo, Mulè non venne riconfermato. Passò gli ultimi anni a scrivere
un’opera, rimasta incompiuta, dal titolo
Nausicaa e a curarsi per una nefrite. Economicamente se la passava male
dal momento che l’Accademia di
Santa Cecilia, di cui era socio, in
base a quanto previsto dallo Statuto per i soci in difficoltà, gli dovette
elargire una somma come contributo alle spese mediche. Morì a
Roma il 10 settembre 1951 all’età
di 65 anni.
Figlio di Giuseppe Mulè era il popolare attore di cinema e TV Francesco Mulè (Roma 1926 – 1984).
Nato proprio l’anno in cui il padre si insediò al Conservatorio di
Francesco Mulè con Totò Roma, non dimostrò attitudini per
la musica. Amando il teatro fregli alunni”,vennero incrementate negli
quentò l’Accademia d’arte drammatica e
anni successivi invitando oltre i musicodopo il diploma entrò nella compagnia
logi sopra citati anche personalità come
di Elsa Merlini e Alberto Lupo. Ma il suo
Pizzetti, Torrefranca, Pannain e altri, olpubblico lo conquistò come caratterista
treché Alaleona, titolare della cattedra di
comico in un centinaio di film brillanti
Storia della musica del Conservatorio.
girati dal 1953 al 1979. Fu un famoso
La “contesa” dei corsi di perfezionadoppiatore di cartoni animati fra cui l’ormento fu risolta dal Ministero col R.D.
so Yoghi di Hanna e Barbera. Ma quelli
22 giugno 1939 e cioè stabilendo un
di una certa età lo ricorderanno per sua
compromesso fra i due istituti: i corsi,
conduzione della serie Giallo Club, o il
pur rimanendo nell’organico del Conser“Carosello” della Birra Peroni (1968-73)
vatorio vennero trasferiti all’Accademia.
nelle vesti del ragioniere sempre assetato
Dal canto suo però l’Accademia cessava
e in preda ad un miraggio biondo, Soldi rilasciare diplomi di magistero a privavi Stubing, che gli sussurrava suadente:
tisti nelle varie discipline musicali, facoltà
«Chiamami Peroni… sarò la tua birra!».
questa riservata al solo Conservatorio.
Morì a 58 anni colpito da un male incuCiò in sostanza significava che l’onere
rabile.
dei corsi era del Conservatorio che però
veniva privato dei corsi superiori.
Domenico Carboni
Con la guerra le attività furono molto
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buone feste!